Luce - Pro Loco di Candelara

“Luce”
Costituendo
Associazione turistica
“Pro Loco Candela”
“Luce: ritratto e autoritratto”
Per informazioni:
Associazione Pro Loco Candelara
Ufficio IAT
Strada Borgo Santa Lucia, 40
61122 Candelara di Pesaro
Tel. 0721
www.candelara.com
Piergiorgio Pietrelli
(Direttore artistico Pro Loco)
info: 339.2937316
pietrelli@candelara.com
Lorenzo Fattori
(Curatore “CandelarArte”)
333 38 66 081
lorenzo@candelara.com
Giacomo Cardoni
(Curatore “CandelarArte SBAM”)
338 978 68 69
giacomocardoni@gmail.com
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“Luce”
Mostra promossa da:
“Pro Loco Candelara”
Collettiva di pittura e scultura dei maestri:
Pittori:
Pietro Annigoni
Franco Baldelli
Franco Barbieri
Anna Rosa Basile
Salvatore Belcastro
Claudio Benoffi
Alessandra Bonci
Ennio Buonanno
Marta Casagrande
Doro Catalani
Giacomo Cardoni
Piera Clementi
Piera Corinaldesi
Gianluca Corona
Bruno d'Arcevia
Rossella De Stefani
Manlio Del Foco
Luigi Falai
Tiziano Franchini
Paolo Tarcisio Generali
Gilberto Grilli
Alberto Lanteri
Rita Marinelli
Angelo Marini
Nino Naponelli
Matilde Orsini Regina
Ferdinando Quintavalla
Nicola Paci
Michele Panicali
Arnaldo Pauselli
Walter Piacesi
Pierluigi Piccinetti
Massimo Pierangeli
Silvestro Pistolesi
Sergio Piyadi
Antonio Possenti
Claudio Sacchi
Cesar Santos
Ulrica Senoner
Elvis Spadoni
Giuseppe Stasi
Romano Stefanelli
Ezio Tambini
Matteo Tenardi
Franco Terenzi
Marcello Tommasi
Alessandro Tonti
Artisti SBAM:
Caterina Baldi
Laura Baldini
Alessandro Baronciani
Luciana Bencivenga
Guido Bettinsoli
Marco Cappellacci
Magda Guidi
Francesco Lampredi
Kenji Matzushita
Masako Matzushita Soi3
Luca Pierini
Stefano Pirazzoli
Claudia Piras
Giacomo Podestà
Edoardo Sirretti
Ilaria Trionfetti
Scultori:
Daniele Baldoni
Johannes Genemans
Giovanni Gentiletti
Paolo Manfredi
Franco Terenzi
Mostra a cura: Lorenzo Fattori, Gilberto Grilli e Giacomo Cardoni
Catalogo a cura: Lorenzo Fattori
Periodo: 12 - 28 luglio 2013
Orari di apertura:
martedì, venerdì, sabato e domenica dalle 17-19
venerdì e domenica 21-23
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“Luce”
Ringraziamenti:
Associazione turistica “Pro Loco” Candelara
Regione Marche
Provincia di Pesaro e Urbino
Comune di Pesaro
Associazione di “Quartiere” n.3: delle “Colline e dei Castelli”
Associazione Nautartis - Gubbio
I pittori:
Franco Barbieri, Anna Rosa Basile, Salvatore Belcastro, Claudio Benoffi, Alessandra Bonci,
Ennio Buonanno, Giacomo Cardoni, Marta Casagrande, Doro Catalani, Piera Clementi,
Piera Corinaldesi, Rossella De Stefani, Manlio Del Foco, Luigi Falai, Tiziano Franchini,
Gilberto Grilli, Alberto Lanteri, Rita Marinelli, Angelo Marini, Nino Naponelli,
Matilde Orsini Regina, Ferdinando Quintavalla, Nicola Paci, Michele Panicali, Arnaldo Pauselli,
Walter Piacesi, Pierluigi Piccinetti, Massimo Pierangeli, Sergio Piyadi,
Claudio Sacchi, Elvis Spadoni, Giuseppe Stasi, Ezio Tambini, Franco Terenzi, Alessandro Tonti
Gli scultori:
Daniele Baldoni, Johannes Genemans, Giovanni Gentiletti, Paolo Manfredi, Franco Terenzi
I proprietari delle opere:
Elio Giuliani, Gilberto Grilli, Giorgio Montesi, Lorenzo Fattori, Famiglia Gentiletti,
Conte Alessandro Pinoli Marcucci, Famiglia Senoner
Per l’allestimento:
Pierpaolo Diotalevi, Davide Mancini, Bruno Massarini, Luciano Mei, Franco Terenzi
Promozione:
Luca Pietrelli, Piergiorgio Pietrelli, Ufficio Stampa Comune di Pesaro
Curatore della mostra:
Lorenzo Fattori, Gilberto Grilli e Giacomo Cardoni
Stampa:
Nuova Montalcini
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“Luce”
Candelara, 10 luglio 2013
COMUNICATO STAMPA: inaugurazione mostra “Ritratto e Autoritratto”
La Pro Loco di Candelara, con il patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Pesaro e
Urbino, del Comune di Pesaro ed il Consiglio di “Quartiere n. 3 delle colline e dei castelli”, invitano
la cittadinanza e gli appassionati d’arte all’inaugurazione della mostra collettiva “Luce”, giunta
quest’anno alla 3a edizione. Il tema sviluppato quest’anno è quello del “Ritratto e Autoritratto”. La
mostra è curata da Lorenzo Fattori con la collaborazione di Gilberto Grilli e Giacomo Cardoni.
L’esposizione è allestita presso la Sala del Capitano del castello di Candelara (Pesaro) e sarà
visitabile da venerdì 12 luglio a domenica 28 luglio 2013 con i seguenti orari:
‣ martedì, venerdì, sabato e domenica dalle 17-19
‣ venerdì e domenica 21-23.
Il ritratto, e soprattutto l’autoritratto, è uno dei temi più affascinanti che un artista possa
affrontare. Sigmund Freud nei suoi studi di psicologia asserisce che ogni ritratto è allo stesso tempo
anche un autoritratto e, simmetricamente, ogni autoritratto è un ritratto; il volto dell’altro è lo stagno
di Narciso in cui l’artista cerca sé stesso, affacciandosi al suo inconscio. Con questa premessa si
deduce che la mostra sarà un affascinante viaggio alla scoperta di persone ed artisti immortalati
attraverso i ritratti e, naturalmente, le loro storie. Il ritratto infatti, permette non solo di restituire le
fattezze fisionomiche, ma anche di indagare sia gli interessi che la psicologia tanto dell’effigiato
quanto del pittore. Sarà inoltre presente una piccola selezione di disegni dedicata al ritratto di
animali.
In mostra opere di artisti provenienti da tutta Italia; non solo pittura, ma anche disegno,
grafica e scultura. Ad arricchire la qualità espositiva dell’esposizione una serie di opere provenienti
da collezioni private: Grilli, Giuliani, Montesi. Il pezzo più pregiato è un disegno a matita di Pietro
Annigoni che raffigura il pittore “Libero Andreotti”. In mostra anche un altro piccolo disegno ed una
china.
I numeri? Anche questi sono importanti: cinquanta pittori e sei scultori; a questi poi si
aggiungono i quindici artisti della sezione “Sbam”, curata da Giacomo Cardoni. “Sbam” è uno spazio
espositivo dedicato ai giovani artisti emergenti che amplia e completa le esposizioni di
“CandelarArte”.
I nomi? I pittori: Claudio Benoffi, Alessandra Bonci, Ennio Buonanno, Giacomo Cardoni,
Marta Casagrande, Doro Catalani, Piera Clementi, Piera Corinaldesi, Gianluca Corona, Bruno
d'Arcevia, Rossella De Stefani, Manlio Del Foco, Luigi Falai, Tiziano Franchini, Alessandro
Gallucci, Paolo Tarcisio Generali, Gilberto Grilli, Alberto Lanteri, Rita Marinelli, Angelo Marini,
Nino Naponelli, Matilde Orsini Regina, Ferdinando Quintavalla, Nicola Paci, Michele Panicali,
Arnaldo Pauselli, Walter Piacesi, Sergio Piyadi, Pierluigi Piccinetti, Massimo Pierangeli, Silvestro
Pistolesi, Antonio Possenti, Claudio Sacchi, Cesar Santos, Ulrica Senoner, Romano Stefanelli, Elvis
Spadoni, Giuseppe Stasi, Ezio Tambini, Matteo Tenardi, Franco Terenzi, Marcello Tommasi e
Alessandro Tonti.
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“Luce”
Gli scultori: Daniele Baldoni, Johannes Genemans, Giovanni Gentiletti, Paolo Manfredi,
Marsilio Pianosi e Franco Terenzi.
Protagonisti spazio SBAM: Caterina Baldi, Laura Baldini, Alessandro Baronciani, Luciana
Bencivenga, Guido Bettinsoli, Marco Cappellacci, Magda Guidi, Francesco Lampredi, Kenji
Matzushita, Masako Matzushita Soi3, Luca Pierini, Stefano Pirazzoli, Claudia Piras, Giacomo
Podestà, Edoardo Sirretti e Ilaria Trionfetti.
Il visitatore potrà compiere un viaggio nel mondo delle diverse tecniche e materiali usati
dall’artista per le proprie opere (acquarello, olio, acrilico, matita o china) ma soprattutto scoprirà
come un ritratto può essere naturalistico, quindi legato all’aspetto fisiognomico della persona, oppure
allontanarsi da esso per diventare simbolico. La stessa posa, profilo, trequarti o frontale scelta per il
ritratto dell’effigiato o dal pittore, esalta o privilegia alcune caratteristiche. Il sottotitolo “ombre e
luci del volto” inoltre sottolinea bene come questo genere pittorico tenda ad un’analisi particolare
fisiognomica e caratteriale della persona ritratta. La sezione più interessante è quella dell’autoritratto
dove l’artista può esprimere al meglio la sua fantasia. Un ultima nota - ma non meno importante - che
può essere fatta sull’esposizione è che è possibile dare una lettura sociologica delle persone
immortalate nei ritratti: infatti, ogni ritratto rimane come testimonianza di un uomo, può raccontare o
meglio suggerire la sua storia oppure può esprimere un amore.
L’inaugurazione è prevista per venerdì 12 luglio presso il giardino di San Francesco nel
Castello di Candelara (alle spalle della chiesa diroccata al centro del borgo, in caso di maltempo
presso la sede della ProLoco) alle ore 21.30, alla presenza degli artisti. L’introduzione critica sarà
fatta dai curatori della mostra. Al termine della presentazione tutti i presenti potranno fare una foto
artistica - in ricordo della serata - in un set allestito per l’occasione dal giovane fotografo Edoardo
Serretti. Le foto poi saranno pubblicate sul nostro sito web.
Alle 21.15 sarà proiettato il 5° video della serie “CandelarArte caffè” in cui Gilberto Grilli
illustra l’opera di Alberto Lanteri, che sarà protagonista di una grande mostra monografica nell’exchiesa
della Maddalena di Pesaro dal 9 al 25 agosto 2013.
Durante il periodo di apertura della mostra ci saranno due eventi collaterali, per il ciclo
“Incontri di Luce”: venerdì 26 luglio alle ore 21.15 sarà proiettato il cortometraggio “Il fantasma
del monaco di Candelara” realizzato dall’artista candelarese Franco Terenzi, mentre lunedì 22
luglio, sempre alle ore 21.15, il critico cinematografico pesarese Paolo Montanari terrà una
conferenza dal titolo “Cinema e Arte”.
Per maggiori informazioni si può visitare il sito www.candelara.com. Per richiedere visite
guidate o fuori orario potete contattare telefonicamente Lorenzo Fattori (curatore di CandelarArte)
333 38 66 081 o l’ufficio IAT di Candelara allo 0721 28 66 93.
Pierpaolo Diotalevi
(Presidente Pro Loco)
Piergiorgio Pietrelli
(Direttore artistico)
Lorenzo Fattori
(Curatore “CandelarArte”)
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“Luce”
Pietro Annigoni
Libero Andreotti,
matita su carta, 30x22 cm, 1933
«...Egli rimarrà nella storia dell'arte come il contestatore di un’epoca
buia per la pittura. …eppure è capito da tutto il popolo, perché sa
parlare al popolo». (Bernard Berenson)
Pietro Annigoni nasce a Milano nel 1910 e si trasferisce con la
famiglia a Firenze nel 1925. Qui compie gli studi presso il Collegio dei
Padri Scolopi e nel 1927 comincia a frequentare la Scuola Libera di
Nudo dell’Accademia di Belle Arti. Dotato di un’indole autonoma,
Annigoni vive fra Milano e Firenze, dove diventa amico di artisti ed
intellettuali.
Annigoni continua a dipinge fino a quando muore a Firenze il 28
ottobre del 1988, circondato da un gruppo di pittori che l’avevano
scelto quale maestro.
Annigoni è stato un grande ritrattista: in mostra questo piccolo disegno fatto a matita all’artista
Libero Andreotti che mostra la bravura del maestro nel restituire l’aspetto fisionomico del corpo ma,
soprattutto, la psicologia dell’effigiato.
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“Luce”
Franco Baldelli
Ritratto,
sanguigna su carta, 70x51 cm, XX secolo
Franco Baldelli, nasce ad Urbino, consegue il diploma di Maturità e di Magistero
d’arte presso l’Istituto di Belle Arti di Urbino, sezione di calcografia, diretto dal
prof. Leonardo Castellani. Ha proseguito gli studi con corsi di aggiornamento, di
specializzazione e di cultura generale in Italia ed all’estero. Vincitore della
cattedra di Disegno e Storia dell’Arte nei licei e negli istituti magistrali, ha
partecipato a mostre collettive e personali, ottenendo numerosi riconoscimenti. I
suoi elaborati figurano in prestigiose collezioni private e musei.
Baldelli è un gran pittore, assente, per sua volontà e scelta, dal palcoscenico delle
mostre e dall’agone promozionale frequentato da artisti piccoli e grandi.
Solitario, sfuggente, coltissimo, appassionato di musica polifonica, ama
dipingere in grande, tanto che le sue tele, alte fino a tre metri, stipano
pericolosamente il suo appartamento-studio, senza che nessuno, o pochissimi, le abbiano mai viste.
In mostra un disegno a sanguigna che mostra la bravura di questo artista sconosciuto alla maggior
parte della città.
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“Luce”
Anna Rosa Basile
Artis,
acrilico su tela, 100x80 cm, 2007
Anna Rosa Basile nasce a Pesaro. Si diploma presso l’Istituto Statale
d’Arte F. Mengaroni di Pesaro, sezione ceramica. È stata insegnante di
educazione artistica in diversi istituti scolastici in provincia di Forlì.
Oltre ad essere pittrice e scultrice, è anche poeta. Dal 1985 partecipa a
mostre personali e collettive.
Anna Rosa “libera totalmente la sua sconfinata fantasia e approda in
un surreale teatro di stravaganze pittoriche che, passate attraverso il
filtro onirico, vanno oltre ogni esperienza sensibile, per configurare un
mondo silente, dove il paradosso è regola, la bizzarria è legge”. Così il
suo autoritratto nulla ha di reale, è generato in questo mondo onirico
che è caratteristico dell’artista. Un autoritratto ironico, dove l’artista si
vede quasi come un generale, ma i gradi sono una semplice spazzola, il viso è composto dal volto
del sole e luna contrapposti, i capelli diventano un rotolo di carta fermati da alcuni pennelli.
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“Luce”
Salvatore Belcastro
Doppio ritratto,
olio su tela, 100x70 cm, XXI secolo
Salvatore Belcastro nasce a Genova nel 1944. Ha iniziato a
dipingere sedicenne quando si è sentito attratto dai colori, “dalla
magia di certe sensazioni che solo coi miei pennelli sapevo e potevo
esprimere”. Pittore autodidatta non accademico, ha dapprima
studiato e copiato i grandi autori della storia dell’arte: infatti, il suo
linguaggio artistico è un sunto della sua esperienza visiva
rielaborata.
L’opera in mostra presenta un doppio ritratto di due eleganti signori
all’interno di un salotto o un elegante bar; si mostrano di tre quarti,
con una posa nobile. Sul tavolo c’è una splendida natura morta con
gli oggetti dell’aperitivo. Interessante è la tecnica pittorica, fatta da
grandi pennellate di colore ad olio corposo che, come nella natura morta, delineano solo i contorni
degli oggetti, mentre maggior cura è riservata alle figure; splendido è il colore dell’incarnato.
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“Luce”
Claudio Benoffi
Tullio Giacomini,
olio su tela, 50x40 cm, XXI secolo
Claudio Benoffi nasce a Pesaro nel 1950. È la pittrice Cesarini Gerunzi (allieva di Giovanni Fattori e
di Achille Formis) a scoprire il suo talento artistico e ad esortarlo a continuare. Negli anni 1968-‘70 è
a Milano dove continua gli studi e dipinge presso la bottega del restauratore Manzi. Successivamente,
al suo ritorno a Pesaro, frequenta gli studi dei pittori Gallucci, Caffé e Pagliacci. Negli anni ‘90 del
XX secolo si trasferisce a vivere e lavorare a Molleone di Cagli, uno sperduto e disabitato paese
dell’Appennino marchigiano. Benoffi è figlio del suo secolo ma estraneo alle teorie delle scuole; è
allievo del suo stesso mestiere. Vive appartato dal mondo e compartecipa alle cose create nel mondo
scrutandole sapientemente e gestendole molto bene con molta curiosità.
In mostra il ritratto di Tullio Giacomini, uno dei personaggi simbolo della Pesaro del Novecento che
Benoffi: con questa pittura ad olio, caratterizzata da una pennellata sfrangiata che trasforma la
materia in vapore, Giacomini è riuscito ad esprimere al meglio il suo carattere vulcanico.
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“Luce”
Simone Bettelli
Autoritratto con il figlio,
tecnica mista su tavola, 100x80 cm, 2012
Simone Bettelli nasce a Gubbio (PG) il 18/05/1979. Studia con
profitto e si diploma ragioniere, ma la sua passione sin da
piccolo è l'arte pittorica.
Fa molta ricerca personale da puro "naif" per molti anni
ispirandosi particolarmente al Caravaggio.
Frequenta, infine, lo studio dell'amico e maestro Arnaldo
Pauselli. Sono diverse le mostre effettuate dall'artista (Camogli,
Gubbio, Santa Margherita).
In questo doppio ritratto l’artista ha superato la classica
ritrattistica tra padre e figlio per riempirla di nuovi significati, lo
sfondo che richiama ambientazioni di guerra è una riflessione
sulla sfida e i contrasti che emergeranno sicuramente negli anni futuri tra i due: padre e figlio.
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“Luce”
Alessandra Bonci
Luce dei miei occhi,
olio su tela, 60x60 cm, 2013
Alessandra nasce a Fano nel 1963. Consegue la maturità
artistica. Nel 1991 apre un laboratorio di oreficeria dove
progetta e realizza gioielli e piccole sculture. Dal 2000 si
dedica alla pittura, sua grande passione. “Creatività
artistica che corrisponde ad un processo complesso ed ha
come punto di partenza un’idea o un’immagine o un
elemento figurativo attraverso cui la pittrice si esprime.
Nell’infinito del suo ambiente la Bonci costruisce con il suo
linguaggio l’appagamento nello spazio e nel tempo
dell’anima femminile. Il risultato è surreale, astratto,
divino, cioè metafisico” (Diamantis Zissis).
La tela rappresenta il nipote dell’artista: un primo piano del piccolo viso, un taglio antiaccademico
che esalta lo sguardo gioioso del bambino.
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“Luce”
Giacomo Cardoni
Ritratto con gallina,
matita su carta, 50x40 cm, 2009
Giacomo Cardoni nasce a Pesaro nel 1987. Nelle sue svariate operazioni
artistiche cerca di “materializzare”, il concetto di umanità e di investigarlo
per difenderlo dagli abusi e dalle delimitazioni a cui lo sottopone la
contemporaneità. Laureato in Sociologia ad Urbino e diplomato in
Terapeutica Artistica all’Accademia di Brera, Giacomo utilizza la ricerca
artistica – performance, illustrazioni, installazioni e laboratori d’Arte Terapia
– come strumento per sviluppare veri e propri scambi relazionali, innescati
dalla condivisione con lo spettatore di atti creativi. Appassionato e
affascinato dagli intenti di Alfredo Jaar e dalla sua arte sociale, ma anche dai
muri dello street artist BLU che utilizza il disegno come mezzo per portare
avanti un percorso di critica, provocazione e analisi sociale profonda, dal
2010 Giacomo ha partecipato a numerose collettive e collaborato a vari progetti culturali:
Novapicena, Mitologie Urbane, Perepepè e SBAM. In mostra un ritratto della fidanzata africana dopo
che le era stata regalata una gallina.
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“Luce”
Marta Casagrande
Autoritratto,
olio su tela, 50x40 cm, 2009
Marta Casagrande nasce a Belluno. Si laurea con lode in Storia
dell’Arte presso l’Università degli studi di Bologna. Completa la sua
formazione seguendo corsi di disegno dal vero, frequentando gli studi
di alcuni pittori ed un corso intensivo di formazione: “Atelier d’arte: a
Scuola, al museo, in biblioteca”. Da diversi anni vive e lavora a
Pesaro.
In questa mostra espone un interessante autoritratto: il busto si pone di
tre quarti, mentre il viso fiero è rivolto allo spettatore. L’abito scuro fa
esaltare la bellezza della sua carne rosacea; unico elemento decorativo
sono gli orecchini a pendente con una raffinata perla. Lo sfondo scuro
spatolato contribuisce a far risaltare la sua effige.
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“Luce”
Doro Catalani
The Dorian’s portrait,
olio su tavola, 100x80 cm, 2013
Doro nasce a Pesaro. È professore presso il carcere di Fossombrone. È un
artista autodidatta che ha al suo attivo molte personali in varie città ed ha
partecipato a rassegne sia in Italia che all’estero ottenendo premi e
riconoscimenti. Dal 1980 partecipa all’Accolta dei quindici di Fano.
Ha trasformato la sua casa in un piccola galleria d’arte monografica intitolata
“Se/perdo/te” (dedicata alla cantante Patty Bravo, musa del pittore che
spesso è ritratta nelle sue opere) nella quale organizza diversi eventi per
promuovere la cultura artistica.
“Nel suo mondo trasfigurato prendono forma di intimistici ‘appunti’, amore
e morte, incubo e passione, dubbio e certezza. ‘Fantasmi cerebrali’ di un
vissuto umano autentico e privo di censure”. Il suo autoritratto è simbolico:
una finestra aperta, spalancata sulla sua anima, sull’interiore; un’autobiografia dipinta.
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“Luce”
Piera Clementi
Annetta,
matita su carta, 58x38 cm, 2013
Pierina Clementi nasce a Candelara. Frequenta la scuola Magistrale di
Fossombrone. Da sempre sente l’esigenza di esprimersi con il
pennello, i colori e le matite, che sono i suoi più cari amici ai quali
affida stupore sempre nuovo e magiche emozioni. È pittrice
autodidatta. Ha seguito lo studio del professor Monaldi, noto
acquerellista. Ama cimentarsi con varie tecniche.
Pierina propone un accattivante disegno a matita e china, un’opera
che si caratterizza solo per la bravura nel contrapporre i segni neri
contro lo sfondo bianco del foglio. “Annetta” è una delle suore laiche
del pio sodalizio “Artigiane Cristiane”; è colei che ha lasciato un
pregevole ed ordinato manoscritto con la storia dell’istituto. Quello
che sorprende è il fatto che avesse solo la quinta elementare. Ammirabile è lo sguardo dolce di
questa donna che guarda lo spettatore.
17

“Luce”
Piera Corinaldesi
Ritratto di signora (Ornella),
olio su tela, 70x50 cm, 2010
Piera Corinaldesi nasce a San Costanzo nel 1949 ed oggi
vive e lavora a Marotta. Da giovanissima inizia a lavorare
prima nei campi e poi in fabbrica, dove si batte per
migliorare le condizioni di lavoro. Nel frattempo ritorna a
scuola e riscatta il sogno di un’istruzione che da giovane le
era stata negata.
Inizia a dipingere come autodidatta; successivamente
frequenta una scuola di pittura a Marotta per perfezionarsi.
Ha partecipato a diverse mostre collettive e ad alcune
mostre personali.
Piera “attraverso le sue forme e i suoi colori si esprime come
in un vortice cercando di comunicare i suoi stati d’animo”. Nel ritratto l’artista indaga
l’affascinante figura di questa donna anziana, dal volto apatico, che volge lo sguardo all’infinito.
18

“Luce”
Gianluca Corona
Ritratto di donna,
sanguigna su carta, 50x35 cm, 1998
Gianluca Corona nasce a Milano nel 1969. Comincia a disegnare ed a dipingere giovanissimo. Fin da
subito dimostra passione per la grande pittura del ‘500 e ‘600, studiando e sperimentando gli antichi
procedimenti tecnici. Nel 1991 si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
Nel 1994 diventa allievo di Mario Donizetti. Dal 1997 la pittura diventa la sua professione e si
distingue nel panorama artistico nazionale come esponente della giovane figurazione italiana. Lavora
principalmente nel campo della natura morta e del ritratto. Vive e lavora a Milano.
In mostra questo bellissimo ritratto di donna, che mostra il profilo; ciò rende imperscrutabile il suo
pensiero, i suoi sentimenti, il suo io! Ricorda le grandi donne guerriere, seduttrici quali Giuditta o
Rebecca per il bene del loro popolo hanno messo in pericolo la loro stessa vita. È una donna dalla
grande forza morale che viene rispecchiata in quella del fisico.
19

“Luce”
Rossella De Stefani
Il conte Alessandro
olio su tela, 70x50 cm, XXI secolo
Rossella nasce Pesaro nel 1975. Frequenta l’Istituto d’Arte e l’Accademia di Belle Arti di Urbino. La
pittura è per lei un’espressione dell’anima: ne ha bisogno per analizzarsi, capirsi ma anche per esporsi
e confrontarsi. Utilizza la pittura per dominare i suoi sentimenti e razionalizzarli nello stesso modo in
cui uno scritture usa le parole. L’artista parlando di sé dice: “se fossi brava ad esprimermi con il
linguaggio scritto probabilmente non avrei mai iniziato a dipingere perchè questo richiede una gran
fatica, tempo e lavoro e tutto questo può essere mosso solo da una grande passione”.
La sua pittura è basata sulla linea che cerca di creare un equilibrio. Le curve che escono ed entrano
dalle figure sono delle rappresentazioni dell’energia che c’è dentro ogni uomo; rappresentano il
pulsare di questa stessa energia.
La geometria nei suoi quadri è un’illusione: Rossella cerca di creare un ordine in qualcosa che non è
schematizzabile, il caos delle emozioni. Nel ritratto esposto rappresenta il conte Alessandro Marcucci
Pinoli, un uomo vulcanico e pieno di idee artistiche, uno dei maggior promotori della cultura a
Pesaro.
20

“Luce”
Luigi Falai
Autoritratto
olio su tela, 60x45 cm, XIX secolo
Luigi Falai nasce a Firenze nel 1941 dove vive e lavora. Dal 1960 frequenta
lo studio del pittore e copiatore Adolfo Tagliaferri nella Galleria Pitti e Uffizi;
successivamente frequenta la “scuola libera del nudo” all’Accademia di Belle
Arti di Firenze.
Dal 1967 frequenta lo studio del maestro Pietro Annigoni e, successivamente,
di Romano Stefanelli, dove impara, tra le molteplici tecniche, la tempera
grassa, l’affresco e lo strappo dell’affresco. Dal 1983 insegna affresco presso
la scuola americana S.A.C.I. “Studio Art Center International” di Firenze.
Interessante autoritratto quello proposto, in cui il pittore si mostra di trequarti,
guarda lo spettatore, fissandolo negli occhi ma senza concerdergli un sorriso.
Un ritratto che lascia lo spettatore in uno stato di sudditanza, perché Falai si
mostra nella sua autorità di maestro, che non lascia fuoriuscire emozioni e, soprattutto, i suoi pensieri
ed idee sono imprescrutabili.
21

“Luce”
Manlio Del Foco
Soraya,
olio su tela, 60x40 cm, 2013
Manlio Del Foco nasce a Cassino nel 1988. Nel 2006 consegue il diploma di
liceo scientifico e nel 2007 si iscrive alla facoltà di Medicina e Chirurgia di
L’Aquila, dove tutt’ora studia. Il padre, sin dall’infanzia, incentiva la sua
sensibilità artistica verso forme d’arte ‘vere’ e non commerciali. Cresce
ammirando gli affreschi di Pietro Annigoni nella basilica dell’Abbazia di
Montecassino sino a quando, nel 2010 dopo una breve vacanza a Firenze,
inizia il suo percorso artistico da assoluto autodidatta.
Nel tempo libero dagli studi si dedica alla pittura; ha già partecipato a diverse
esposizioni. In mostra propone un ritratto della propria ragazza, posta di tre
quarti mentre guarda lo spettatore con fare altezzoso. I suoi occhi esprimono
grande dolcezza. Pittoricamente è interessante il gioco dei chiari scuri, creato
dalla luce che proviene da destra; soprattutto è un dipinto in cui prevalgono tonalità marroni tanto da
avvicinarsi molto ad un monocromo.
22

“Luce”
Tiziano Franchini
Carla e Morgana,
olio su tela incollato su tavola, 83x75 cm, 2002
Tiziano Franchini, laureato in architettura al Politecnico di Milano, si è
specializzato nell’arte pittorica del ritratto. La sua ispirazione è dettata dal
piacere di indagare l’animo umano; è dunque un’ispirazione soddisfatta
dalla ritrattistica. Le mostre, peraltro non frequenti, testimoniano
pienamente la sua capacità̀ di ritrarre un viso, una movenza, un’espressione,
ma soprattutto, la dinamica dei sentimenti.
Di lui hanno scritto: “la sua non è una pittura "estetizzante", che ricerca a
tutti i costi una "bellezza di fondo", ma piuttosto una visione "nitida",
"scarna", ed "essenziale", dove nulla distrae dall'attenzione per il
soggetto”.
L’artista ha saputo cogliere l’amore tra Carla e Morgana materializzato in
questo abbraccio. Un’iconografia insolita, instabile, antiaccademica che rende particolare ed unico il
quadro. La pennellata corposa e larga esalta le diverse tonalità di colore, i materiali ed i movimenti
delle forme.
23

“Luce”
Paolo Tarcisio Generali
Autoritratto,
disegno su carta, 33x25 cm, 1940
Paolo Generali nasce a Fano nel 1904. Finite le scuole elementari,
decise di aiutare il padre Alfonso nel lavoro di decoratore e scenografo.
A Fano egli trascorse la sua giovinezza. Nel 1932, dopo un lungo
cammino di ricerca spirituale presso i monaci Camaldolesi di Monte
Giove, decise di abbracciare la vita eremitica. Nel 1936 entrò
nell’Eremo di Fonte Avellana per gli studi liceali e teologici al termine
dei quali, nel 1942, ricevette l’ordinazione sacerdotale. Fu solo nel
1946 che ritornò all’Eremo di Monte Giove a Fano. Dopo le prove
degli anni giovanili, più vicine alla tradizione accademica, giunse ad
una sua originalità, caratterizzata dalla preponderanza dei toni grigiorosa
e dalla linea frastagliata. La sua prima personale, nel 1948, fu
l’inizio di una lunga serie di mostre in varie città italiane. Nel 1959, abbandonò la comunità
monastica, per rientrarvi nel 1976, però nel monastero di Camaldoli. Non smise mai di dipingere, ma
da quel momento realizzò sempre meno mostre.
24

“Luce”
Alberto Lanteri
Autoritratto,
olio su tavola, 70x50 cm, 2008
Alberto Lanteri nasce a Torino il 6 gennaio 1955. Consegue la maturità presso il
Liceo Artistico “Cottini” di Torino nel 1974. Successivamente frequenta gli
studi di Pietro Annigoni a Firenze e di Mario Donizetti a Bergamo, dove
apprende segreti fondamentali per la sua futura carriera d’artista.
“Per dipingere la realtà bisogna avere talento e tecnica. Per trasformarla ci va
la mente...”; con questa frase Lanteri illustra il suo linguaggio pittorico. Esso è
frutto di una sapiente conoscenza dello studio accademico e del disegno dal
vero a cui il maestro ha aggiunto, gradualmente e sapientemente, un po’ di
fantasia, fino ad ottenere questo suo particolare linguaggio. I ritratti di Lanteri,
come questo che omaggia l’attore Heath Ledger, partono da una riproduzione
minuziosa ed accademica della fisonomia del soggetto, che fuoriesce però da
una nube informe nella quale navigano biglie, cuori, note musicali, chiavi di violino o parole, tutti
oggetti di disturbo che però sono attributi del personaggio effigiato.
25

“Luce”
Rita Marinelli
Mirko,
olio su tela, 70x50 cm, 2012
Rita Marinelli nasce a Gualdo Tadino ma oggi risiede a
Sigillo. Pittrice di formazione autodidatta, riesce a
realizzare il sogno di molti: fare della propria passione il
proprio mestiere. Comincia giovanissima la sua carriera e
già all’età di quattordici anni allestisce la prima mostra
personale. Nel corso degli anni partecipa a diverse
esposizioni nell’ambito nazionale, sia personali che
collettive.
Dipinge principalmente olio su tela con particolare
predilezione per ritratti, ma anche paesaggi e fiori.
I ritratti della Marinelli colpiscono sempre per l’intensità
dello sguardo e la bonarietà dell’espressione; afferma che: “Gli occhi non hanno bisogno di parole
per descrivere la nostra anima”. I tagli dei suoi soggetti sono sempre particolari, difficilmente sono
canonici; sono antiaccademici, in maniera di dar maggior forza all’effigiato. La figura è sempre
tagliata, come nel caso di Mirko, la scelta di questa posizione sottolinea la sicurezza e intraprendenza
del giovane rappresentato.
26

“Luce”
Angelo Marini
Ritratto di donna
olio su tela, 34x20 cm, 1996
Angelo Marini è nato a Sant’Angelo in Vado (PU) nel 1958; lì attualmente vive
e lavora. È noto per il virtuosismo stilistico nell’ambito della ritrattistica e della
pittura di stampo post iperrealista.
L’opera di questo artista si inserisce senza ombra di dubbio in quelle tendenze
artistiche sviluppatesi dalla fine degli anni ‘80 e definite “post moderni”.
Una serie di elementi caratteristici di questo movimento, quali il recupero della
figurazione e delle tecniche tradizionali dell’espressione artistica, il
citazionismo ed il tema della memoria, sono senza dubbio elementi fondanti del
linguaggio pittorico.
Accanto a questi elementi l’artista propone, alternandole, tutta una serie di
tematiche. Tra le più importanti: il ciclo delle cosmogonie, delle driadi, delle conchiglie ingigantite e
sospese nello spazio, delle archeologie surreali, e l’eco del mito.
In mostra un ritratto di donna, in abito da maga, che rivolge timidamente lo sguardo al visitatore; è
una donna di una bellezza fatale e misteriosa. Pittoricamente colpisce per la particolare raffinatezza
della superficie pittorica e per la bellezza dell’incarnato chiaro della donna che si contrappone alle
vesti e fondo nero.
27

“Luce”
Matilde Orsini Regina
Arnaldo (Ritratto del maestro)
acrilici e sabbia su tela, 50x40 cm, 2010
Matilde Orsini nasce a Gubbio nel 1974 ma trascorre l’infanzia a
Pesaro. Rientra a Gubbio per proseguire gli studi superiori e poi
frequenta la facoltà di ingegneria a Perugia. Gli studi tecnici molto
intensi la portano a sviluppare un irrefrenabile desiderio di liberare la
parte espressiva di sé e di comunicare con gli altri attraverso l’Arte.
Nascono così i primi schizzi ed i primi dipinti molto veloci e dinamici,
ricchi di colori decisi. Ispirandosi al grande astrattista americano
William Congdom, inizia ad utilizzare la spatola ed a realizzare i primi
astratti. Numerose sono le mostre personali e collettive.
In pittura ama sperimentare tecniche diverse: in questa tela unisce
colore acrilico e sabbia per dare corposità alla superficie pittorica ed
accentuare il chiaro-scuro dipinto attraverso l’uso della luce che accarezza la superficie.
28

“Luce”
Ferdinando Quintavalla
Autoritratto
tecnica mista su tavola, 40x50 cm, XIX secolo
Ferdinando Quintavalla nasce a Parma il 16 giugno 1951. Già da bambino
è sempre stato attratto dal disegno; i suoi elaborati suscitavano
l’ammirazione dei suoi insegnanti, prima alle scuole elementari e
successivamente alle scuole superiori.
La frequentazione del professore Otello Bandini, stimato e noto pittore
parmigiano oltre che docente di pittura, anche lui fortemente convinto delle
capacità e della creatività di Quintavalla, contribuì allo sviluppo ed alla
formazione dell’artista.
La grafica è anch’essa fonte di grandi soddisfazioni per Ferdinando. Le sue
opere si trovano in importanti collezioni private sia in Italia che all’estero.
L’artista vive e lavora in provincia di Parma.
L’artista sceglie di rappresentarsi in costume d’epoca, nel suo studio, svenuto mentre è sorretto
da un angelo. Il messaggio che Quintavalla esprime è che la creazione artistica è frutto di
un’estasi; l’artista, prima di generare materialmente la pittura, deve abbandonarsi alle sue
emozioni e volare nel mondo delle idee.
29

“Luce”
Nicola Paci
Decomposizione - L'urlo (autoritratto)
olio su tela, 50x40 cm, 2013
Nicola Paci nasce a Pesaro nel 1992. Nel 2011 si diploma presso
l’Istituto Statale d’Arte “Scuola del Libro” di Urbino nella sezione
“Cinema d’Animazione”. A partire dal 2009 ha partecipato a diversi
concorsi nell’ambito della pittura, dell’illustrazione, del video e della
grafica multimediale, ottenendo alcuni riconoscimenti. Attualmente
frequenta l’Accademia di Belle Arti di Urbino nella sezione di Pittura
e sta realizzando le illustrazioni per il testo di prossima pubblicazione
di Giuseppe Bovi.
L’artista in questo autoritratto mette in evidenza non tanto le luci,
quanto le ombre della propria personalità. Il demone che si nasconde
in ognuno di noi, il lato oscuro, la dimensione maligna che prorompe
dal profondo dell’animo ed esplode con furia inarrestabile in un grido a metà tra il dolore e la rabbia,
che trasforma il volto in una maschera spaventosa. O forse c’è solo il terrore ed il raccapriccio per la
morte, la non accettazione del proprio inevitabile destino. Si tratta di un tributo ed un omaggio alla
“Testa di Medusa” di Caravaggio ed ai ritratti urlanti di Francis Bacon, ma anche una riflessione sulla
caducità e sulla decomposizione della carne.
30

“Luce”
Michele Panicali
Autoritratto
olio su tavola, 83x85 cm, 2008
Michele Panicali nasce a Fano nel 1965. È un pittore figurativo che
vive e lavora a Fano. Si è diplomato all’Istituto Statale d’Arte Adolfo
Apolloni di Fano nel 1984, nella sezione “decorazione pittorica”,
sotto la guida dei professori Emilio Furlani e Giorgio Antinori.
Da sempre ama esprimersi attraverso il disegno ed il colore. La vita
lavorativa lo porta in altre direzioni rispetto all’Arte ma nonostante
ciò la passione per la pittura e gli apprezzamenti e riconoscimenti, lo
convincono nel tempo libero a continuare a dipingere. Nel 1994 arriva
la sua prima partecipazione ad una collettiva. È iscritto
all’Associazione Culturale “Val Cesano Arte”.
La pittura di Panicali è particolare ed intimistica, in quanto l’artista
cerca di approfondire i temi della conflittualità del disagio che ogni persona cela all’interno di sé
stessa, in quella continua lotta tra bene e male, oltre al disagio portato dalla civiltà industriale, che ha
trasformato lo stesso uomo in macchina-automa incapace di ragionare.
31

“Luce”
Arnaldo Pauselli
Lo sguardo di Sara
acrilico spatola su tela, 50x40 cm, 2013
Arnaldo Pauselli nasce a Gubbio nel 1938. Nel 1950 si trasferisce con la
famiglia in Belgio dove studia lingue e frequenta corsi formativi di disegno
e di acquerello. Nel 1959 si stabilisce a Genova per lavoro e qui nel 1973
inizia a partecipare ad alcune mostre collettive. Durante il Natale del 1995,
torna a Gubbio, sua terra natale, e qui sviluppa vertiginosamente la sua
irrefrenabile passione per l’arte pittorica, lavorando alacremente nel suo
studio immerso nella natura, in un’oasi di pace. Arnaldo collabora con
l’Associazione Culturale Nautartis. Nella sua carriera artistica ha riscosso
numerosi riconoscimenti.
Arnaldo nella sua pittura “si affida unicamente alla forza del colore,
dell’emozione che scaturisce dall’immagine senza orpelli o artifici di altra
natura. L’artista lavora la materia cromatica con un sensibile lavoro di spatola che consente ai suoi
spunti figurativi di catturare nella forza della sintesi lo spazio e la luce”.
32

“Luce”
Walter Piacesi
Prete dubbioso
olio su tavola, 19x24 cm, XX secolo
Walter Piacesi nasce ad Ascoli Piceno nel 1929. Con il
suo tratto fine e sarcastico analizza in maniera precisa
tutti gli aspetti de “La Comédie Humaine”.
Compie i suoi studi all’Istituto d’Arte di Urbino e
all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Negli anni
Settanta occupa la cattedra di tecniche dell’incisione
all’Accademia di Belle Arti di Firenze. La sua produzione
artistica denota uno spiccato sarcasmo e spazia
particolarmente nelle attività incisorie con perizia e
creatività, tecnica ed osservazione, agilità grafica e umori
ricreativi.
La sua arte è una specie di diario di viaggio, illustrato diversamente, tuttavia, da come lo si intende in
genere. La sua produzione è pervasa da un forte sarcasmo e da acuta osservazione, caratteristiche
avvalorate da una consapevole tecnica incisoria che spazia dall’acquaforte alla xilografia. La
deformazione realistica è utilizzata come strumento di rappresentazione della società, senza orpelli e
filtri di sorta. Sublime è l’espressione di questo prete in mostra, che manifesta tutto il suo disappunto
verso il proprio pensiero che non conosciamo.
33

“Luce”
Oscar Piattella
Auotritratto
disegno su carta, 72x52 cm, 1987
Oscar Piattella nasce a Pesaro nel 1932. Nel 1957 si trasferisce a Cantiano in
provincia di Pesaro dove vive e lavora. Nel 1955 si laurea in Farmacia presso
l’Università di Urbino. Dopo una breve esperienza figurativa degli anni
giovanili, volge i suoi interessi verso il movimento informale sviluppando
subito un linguaggio autonomo, tanto che nel 1958 Franco Russoli, direttore
della Pinacoteca di Brera ed uno degli esperti più autorevoli della critica
militante italiana, gli organizza una personale alla Galleria dell’Ariete a
Milano, dove entra in contatto con gli artisti più importanti del mondo
contemporaneo italiano.
Da quegli anni si susseguono una serie di personali nelle principali gallerie
italiane ed estere, sia pubbliche che private, con saggi dei più importanti critici
italiani. Da alcuni anni rivolge i suoi interessi anche alla poesia, stabilendo rapporti di lavoro con
importanti poeti. L’autoritratto in mostra colpisce per la macchia cromatica blu, in un ritratto
realizzato in bianco e nero; l’artista afferma che il blu è il colore del mare che predominava il
paesaggio nel periodo in cui ha abitato a Pesaro.
34

“Luce”
Sergio Piyadi
Ritratto di Ragazze
disegno su carta, 29x30 cm, 2013
Sergio Piyadi nasce nel 1994 a Catania. Fin da piccolo matite, pastelli e colori
sono la sua principale passione. Non ha dubbi quando, adolescente, si trova a
dover scegliere la scuola media superiore: il Liceo Artistico Umberto Boccioni
di Verona, che frequenta tutt’ora. Ha già partecipato a diverse mostre.
Il disegno esposto è un “Ricordo”,che è rimasto impresso nella mente
dell’artista. Attraverso esso, possiamo rivivere quei momenti con la sola forza
del pensiero. È difficile, se non impossibile, rappresentare in maniera concreta
un ricordo: ecco perché Piyadi ha scelto di rappresentarlo al pari di un
fotogramma impresso in una pellicola cinematografica. Ogni fotogramma, per
essere visualizzato, necessita di luce: è attraverso questa che il fotogramma si
mostra a noi. Sebbene i colori possano apparire affievoliti o del tutto offuscati,
un fotogramma rappresenta quel ricordo; sta in chi guarda di aggiungere a questo un livello di
dettaglio pari al reale.
35

“Luce”
Pierluigi Piccinetti
Padre putativo
olio e acrilico su tela, 80x100x cm, 2012
Pierluigi Piccinetti nasce a Fano. Diplomato all’Istituto
Magistrale di Fano ed al Liceo Artistico di Roma, ha seguito
i corsi di Scuola Libera di Nudo all’Accademia di Belle Arti
di Roma, quelli internazionali di Tecnica dell’Incisione di
Urbino (litografia e calcografia) e di tecnica del mosaico.
I suoi interessi sono molteplici: è attratto da tutto ciò che è
creativo. Si dedica principalmente alla pittura ed al disegno,
ma anche alla grafica, alla scenografia ed alla scultura. Ha
illustrato romanzi, racconti, saggi e riviste ed è autore di
numerosi manifesti.
Pierluigi sperimenta molte tecniche; ama il disegno in tutti i
suoi aspetti: da quello libero, che gli permette di esternare con facilità le proprie emozioni e mostrare
il suo mondo, a quello più tecnico e geometrico, tanto che si è cimentato in restituzioni ed
interpretazioni prospettiche di opere quattrocentesche. Da anni si dedica all’invenzione e costruzione
di carri allegorici e mascherate, tanto al Carnevale di Fano che a quello di Viareggio.
L’artista si ritrae quale nuovo Geppetto mentre crea la sua creatur, Pinocchio, non un burattino ma
giustamente un’immagine dipinta. Piccinetti pittore, quale grande artefice, si immedesima come un
nuovo mago-creatore che, attraverso la sua arte, riesce a donare vita alle sue opere siano esse
pittoriche o di gomma piuma quando realizza le grandi mascherate ed i carri carnevaleschi.
36

“Luce”
Massimo Pierangeli
Principessa Kate Middleton
matita su tavola, 50 x 35 cm, 2013
Massimo Pierangeli nasce a Macerata nel 1969. Consegue il
diploma d’arte applicata presso l’Istituto Statale d’Arte di Macerata
nella sezione “Decorazione Pittorica”. Prosegue i suoi studi presso
l’Accademia di Belle Arti di Macerata nella sezione “Pittura”. Ha
realizzato diverse pitture “tromp-l’oeil” in molte importanti ville
del maceratese.
Ha eseguito diverse scenografie in teatri marchigiani, come ad es.
la “Nuova Fenice” di Osimo (AN). Ha collaborato con la rivista
“Ciminiera”. Tra il 2009 ed il 2010 ha restaurato le decorazioni
pittoriche della chiesa della San Cesario di Fano.
Massimo: “uno speciale alchimista i cui ritrovati a base di caldo e
corposo colore, unito all’energia e alla forza incisiva distillate dal potente alambicco racchiuso nella
sua attenta mano, fanno esplodere la vita di una realtà altra dalla superficie delle sue opere”.
37

“Luce”
Silvestro Pistolesi
Ritratto di ragazza
sanguigna su carta, 49x35 cm, XX secolo
Silvestro Pistolesi nasce a Firenze nel 1943. Fin da giovanissimo dimostra la
sua inclinazione artistica iscrivendosi prima alla Scuola d’Arte di Porta
Romana, poi all’Accademia Cappiello. Ma il suo vero apprendistato artistico
inizia con la frequentazione dello studio della pittrice Nerina Simi,
contemporaneamente al corso di nudo dell’Accademia delle Belle Arti di
Firenze. Nel 1963 frequenta lo studio di Annigoni. La sua prima personale è
del 1972.
La sua pittura, figurativa moderno-rinascimentale, sembra tradurre in
immagine le trasposizioni oniriche popolate di eremiti erranti alla ricerca
della “verità” nei grandi quadri eseguiti in studio con la tecnica della
tempera grassa, per poi inondarsi di luce nei bozzetti ad olio eseguiti dal
vero, fino a raggiungere l’antica massima espressione artistica nella realizzazione delle grandi pareti
dipinte con la difficile, ma affascinante, tecnica dell’affresco.
38

“Luce”
Antonio Possenti
Autoritratto
olio su cartone telato, 40x30 cm, XX secolo
Antonio Possenti è nato a Lucca nella prima metà del XX secolo. Si ostina a
vivere a Lucca ed ha il suo studio in questa città. Compiuti gli studi classici, ha
assai precocemente scoperto le qualità espressive del disegno, assecondando
un’inclinazione al racconto favoloso che ha in seguito mantenuto, anche
mediante l’osservazione attenta della “commedia umana”.
Alla pittura è giunto da autodidatta, dal disegno e dall’illustrazione. Le sue
occasioni formative sono state ideali ed elettive, frutto della curiosità
intellettuali e della cultura letteraria ed artistica che aveva respirato sin da
bambino nella famiglia, spaziando dalla classicità greco-romana all’epoca
moderna e contemporanea, e con una predilezione particolare per le esperienze
di più vivace e coinvolgente taglio fantastico. Ha viaggiato molto e conosciuto
vari personaggi e culture, ma ritorna sempre a Lucca dove vive ed ha lo studio nel cuore della città; è
un luogo magico che raccoglie, come un’immensa valigia, le testimonianze delle sue “escursioni” nel
mondo.
39

“Luce”
Claudio Sacchi
Autoritratto
olio su tela, 32x25 cm, 2008
Claudio Sacchi nasce a Pesaro nel 1953. Ha frequentato inizialmente la
Scuola d’Arte di Urbino, proseguendo poi i suoi studi presso l’Accademia
di Belle Arti di Firenze. Fondamentale per la sua formazione sono stati gli
incontri e la frequentazione di Pietro Annigoni e di Enrico Del Bono. Dal
1977 è stato inserito nell’archivio del Kunsthistorisches Institut di Florenz
per l’arte italiana del Novecento. Dal 1980 al 1982 ha insegnato pittura
presso la scuola di restauro Spinelli di Firenze. Dopo la sua prima mostra
personale nel 1977 a Firenze, ha esposto nelle maggiori città italiane e
all’estero. Ha trascorso lunghi periodi in Inghilterra ed Olanda. La sua
pittura si basa su una eccellente capacità grafica, lungamente esercitata e
rinnovata sulla memoria dei fasti pittorici rinascimentali.
“... Sacchi, pittore di formidabile virtuosismo tecnico, potrebbe sembrare subito un artista antico,
invece intende semplicemente ribadire la legittimità e la piena dignità di un modo di fare arte, quello
legato alla tradizione, che la critica contemporanea per molto tempo ha voluto assurdamente
rimuovere dalle nostre coscienze...”.
40

“Luce”
Cesar Santos
Autoritratto
olio su tela, 33x26 cm, 2007
Cesar Santos è un pittore cubano-americano che rilegge l’arte mescolandone
con arguzia i rapporti. Stili ed epoche si fondono nei suoi colori ad olio per
incontrarsi sulla tela come in un appuntamento mondano. Nudi perfetti e
classicheggianti, refusi emozionali e ritratti alla maniera ottocentesca. Tutta
la materia racchiusa nelle sue opere si dispone in maniera solo
apparentemente aggraziata per attirare l’occhio dello spettatore proprio nel
punto in cui si concretizza il cortocircuito.
Ed ecco teste cubiste apparire su deposizioni dall’apparenza ben anteriore,
tatuaggi e coulottes fondersi con decori tradizionali, atmosfere oniriche
sfociare in sussulti di morte e vanità, in un equilibrio instabile che riscopre sé
stesso solo nei paesaggi campestri e nel tratto della matita per scomporsi
nuovamente negli ultimi lavori.
Il suo autoritratto lascia il visitatore impressionato per il realismo fisionognomico ma, soprattutto, per
la potenza visiva.
41

“Luce”
Romano Stefanelli
Autoritratto,
olio su tavola, 57x80 cm, XXI secolo
Romano Stefanelli nasce a Firenze nel 1931, dove vive e lavora. La
sua formazione avviene nello studio di Pietro Annigoni, dove
apprende le varie tecniche pittoriche e grafiche. Da questa matrice
figurativa nasce la personale ricerca di un rapporto tanto di continuità
che di discontinuità con i modelli della tradizione.
Artista poliedrico, spazia dalle nature morte ai paesaggi, dai nudi ai
ritratti, dagli affreschi alle tempere murali, dalle litografie alle
incisioni, dalla scultura alla medaglistica fino alla creazione di gioielli
con la tecnica dello “sbalzo e cesello”.
Tra gli affreschi più importanti si ricordano il soffitto del coro
dell’Abbazia di Montecassino e molti altri cicli parietali in chiese.
Stefanelli ha realizzato anche sculture: si segnalano i nudi femminili, le teste e le figure create per la
Zecca di Stato.
In mostra un interessante autoritratto nel suo studio: in primo piano domina la figura del pittore che
guarda l’osservatore, interrompendo per un attimo la sua attività artistica; dietro di lui si apre
un’ampia ed interessante visione dell’ambiente lavorativo della bottega, piena di oggetti e macchinari
che usa per la sua poliedrica attività artistica. Ricorda per questo la bottega medievale, dove tutto era
ordinato e posizionato secondo un criterio.
42

“Luce”
Ulrica Senoner
Ritratto di donna,
olio su tela, 80x60 cm, 2001
Scrittrice, pittrice, contadina e mamma, Ulrica Senoner è nata a Selva di Val
Gardena. Nel 2003 si trasferisce a Vallesina con il marito, Gironimi
Giovanni, appuntato dei Carabinieri di Jesi e con i due figli, Gildo e Rocco,
acquistando una casa nelle campagne di Cupramontana per “far crescere le
sue rape”, come racconterà in un suo libro. Si descrive splendidamente nella
sua autobiografia “Come il grano”, ma i cittadini della Vallesina non
possono che apprezzare e ricordare, fra le sue tante partecipazioni, i suoi
dipinti che illustrano ognuna delle favole del libro della jesina Maria Grazia
Pieretti “A piccoli passi verso…”, edito dalla Grafica Sanvitese nel 2011.
Due anni prima, nel maggio 2009, Ulrica ha esposto tutte le sue opere
pittoriche sul tema “Fiori e fioriture” a Villa Salvati raccontando che: “Da
quando ci siamo trasferiti nelle Marche i prati in fiore non li ho dipinti più. Non ne ho sentito
l’esigenza. Basta che io metta il naso dalla porta per trovarmi immersa in un mare verde. Qui vivo
come un ranocchio in mezzo al verde e nell’estirpare le erbacce dal mio orto o nel raccogliere erbe
commestibili, riesco ad avere un contatto psicofisico con la vegetazione “viva”. E questo non è
poco”.
Il ritratto esposto è un’opera realistica che, oltre a restituirci le belle forme della ragazza, sottolinea
anche la sua dignità morale e fierezza.
43

“Luce”
Elvis Spadoni
Autoritratto,
olio su tela, 184x138 cm, 2013
Elvis Spadoni nasce ad Urbino nel 1979. Compie dapprima gli studi di
teologia presso il seminario vescovile di Rimini ma nel 2008
abbandona il seminario e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di
Urbino, indirizzo pittura. Vive e lavora tra la Romagna ed il
Montefeltro.
“La ricerca del sé e il narcisismo sono strettamente legati al lavoro di
Elvis Spadoni in quanto la sua indagine, si concentra esclusivamente
sull’autoritratto; una riflessione che evita ogni connotazione
sociologica per affrontare la centrale questione dell’autocoscienza”
(Umberto Palestini).
La tela esposta fa parte di un ciclo di nove grandi tele raffiguranti
diversi autoritratti: qui l’artista non si traveste (ed esempio da supereroe o si raffigura in volo sospeso
in area) ma è un semplice ragazzo seduto che guarda lo spettatore. La forte luce proveniente da
sinistra ricorda la sua passione per la pittura caravaggesca e le forti e improvvise luci che irrompono
e rischiarano ambienti in cui regna la penombra.
44

“Luce”
Giuseppe Stasi
Autoritratto
olio su tela, 70x60 cm, 2013
Giuseppe Stasi nasce a Rossano, nel 1993. Vive nella campagna
Longobucchese, nel cuore della Sila, terra di storie, briganti e emigrazione.
Dimostra, sin dai primi anni una precocissima capacità nella musica e nel
disegno. Inizia fin da subito a realizzare piccole strisce a fumetti.
Dopo gli studi scientifici, si trasferisce a Bologna, dove si iscrive
all'Accademia di Belle Arti, nella sezione fumetto e illustrazione.
Nel frattempo collabora a numerose mostre, e realizza le scenografia per vari
gruppi teatrali.
Nei suoi lavori, è presente una continua ricerca a rivalorizzazione delle
tecniche pittoriche, tra cui privilegia l'acquarello. Ed è proprio con questa
tecnica che realizza numerosissimi paesaggi e tramonti, della campagna in
cui vive. Spesso realizzati en plein air.
Per le sue opere prende spunto dai grandi maestri dell'impressionismo, tra cui predilige Monet. Ma
anche i secessionisti Klimt e Schiele.
45

“Luce”
Ezio Tambini
Autoritratto,
olio su tela, 70x60 cm, 2013
Nato a Fabriano (AN) nel 1952, è un pittore autodidatta da
sempre attratto dalla luce e dai colori. Ha iniziato a dipingere già
da bambino; negli anni ’80 del XX secolo inizia a fare copie di
quadri famosi. È stato questo un periodo particolarmente intenso
e fecondo per il suo dipingere ad olio. Lo studio metodico ed
approfondito delle tecniche dei vari maestri lo ha fatto crescere
nella consapevolezza che nella pittura, come in qualsiasi forma di
arte, è “il bello” l’elemento permeante l’opera.
Negli ultimi anni si è dedicato alla pittura iperrealista:
normalmente realizza nature morte anche con profondi significati
simbolici. Per questa mostra ha voluto realizzare il proprio
autoritratto: nella giacca mostra la sua maestria di pittore iperrealista nella resa dei tessuti, ma
utilizza altrettanta maestria per la resa dell’epidermide del viso.
46

“Luce”
Matteo Tenardi
Ritratto di giovane
olio su tela, 100x70 cm, 2007
Matteo Tenardi nasce a Castelnuovo Garfagnana (Lu) nel 1984. Vive e
lavora a Massa. Diplomato in arte e restauro delle opere lapidee all’Istituto
Statale d’Arte F. Palma di Massa, consegne il diploma di laurea triennale in
arti visive, pittura all’accademia di belle arti di Carrara. Urla il suo dissenso
nei confronti dei tanti mali che affliggono la nostra epoca.
Tenardi ha scelto un linguaggio figurativo che esalta il tentativo di
recuperare un’umanità differenziata, autonoma, individualmente peculiare.
Gli uomini e le donne da lui dipinte non derivano da una figura che vede nel
soggetto umano una proposizione astratta ed accademica, ma si rivelano
come il desiderio di ritrovare soggetti autentici rintracciati nelle sue
conoscenze, nei suoi incontri, nel suo mondo affettivo. Sono persone vere:
l’amico ritratto esce come per magia da una finta cornice dipinta di colore bianco, un valico da
superare. Tutta la ricerca dei soggetti si riferisce così ad un attimo preciso, all’istante in cui non sono
completamente di qua ma non sono nemmeno più di là. Questo ragazzo è il soggetto anche di altre
tele simili del pittore
47

“Luce”
Alessandro Tonti
Autoritratto
legno di pino scolpito, 50x45x40 cm, 2011
Alessandro Tonti nasce a Pesaro nel 1933. Oggi vive e lavora a Fano nella sua casa-laboratorio.
Consegue la maturità artistica a Bologna e poi insegna materie artistiche in diverse scuole. È molto
conosciuto per i suoi paesaggi, caratterizzati per la pennellata veloce e leggera. Una pittura evocativa
del mondo figurativo quando la sua pittura tende all’astratto come una poesia dipinta.
In mostra un autoritratto da giovane del pittore Tonti, dove con poche e diradate pennellate, riesce a
restituire una sublime immagine piena di carattere ed emozioni, quelle che animano un artista.
48

“Luce”
Franco Barbieri
I miei genitori,
china su carta, 27x18 cm, 2011
Ennio Buonanno
Il conte Alessandro,
olio su tela, 70x50 cm, 2011
49

“Luce”
Nino Naponelli
Autoritratto
disegno, 21x14 cm, 1948
Ritratto di donna
olio su tela, 24x18 cm, XX secolo
50

“Luce”
Alberto Giacometti
Ritratto,
disegno su carta, 32x25 cm, 1915
Gilberto Grilli
Ritratto,
disegno su carta, XX secolo
51

“Luce”
Gabriella Parlani
Ritratto di donna
acquarello su carta, 30x25 cm, XX secolo
Silvestro Pistolesi
Ritratto di donna
sanguigna su carta, 49x35 cm, XX secolo
52

“Luce”
Marcello Tommasi
Ritratto di giovane
flo-master, 28x18 cm, 1956
53

“Luce”
Daniele Baldoni
Mutazione
legno di pino scolpito, 50x45x40 cm, 2011
Daniele Baldoni nasce a Osimo nel 1987. Si è iscritto all’IPSIA (Istituto
Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato) ed ha terminato gli studi
con la consapevolezza che non era la sua strada. Sentiva infatti sin da piccolo
dentro di lui un forte desiderio di esprimere i suoi pensieri e sentimenti
tramite il disegno e l’arte... amava fare disegni astratti ed immergersi nella
natura, riflettere e riprodurre tutte le bellissime sensazioni che la natura gli
suscitava su qualsiasi cosa trovasse da disegnare.
All’età di 19 anni inizia a realizzare delle piccole sculture in gesso. È un
autodidatta. Per perfezionare le sue conoscenze frequenta lo studio di un
professore per apprendere la tecnica del gesso ma anche dell’argilla. Infine,
scopre che il legno era per lui il materiale migliore che gli permette di
esprimere le sue idee, i suoi stati d’animo.
La maggior parte delle sue opere sono rivolte alla ricerca interiore, arricchita da episodi accaduti
durante la sua infanzia passata soprattutto a stretto contatto con la natura. Baldoni è un fiume in piena
di emozioni, che spesso, come dice lui stesso, non riesce ad esprimere con le parole; al contrario
viene naturale farlo con le sue sculture o pitture materiche. In mostra questa interessante scultura
astratta intitolata “Metazione” che restituisce una visione interessante della manipolazione delle
superfici e ricorda, nelle sue forme, quella di un viso di picassiana memoria. Colpisce l’alternanza nel
disegno tra parti bombate e sinuose ed altre geometriche.
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“Luce”
Johannes Genemans
Aphrodite (La Reincarnazione della Dea)
bronzo, h. 75 cm, 2006
Johannes Genemans è nato a Leiden (Olanda) nel 1942. Dal 1993, per
lavoro vive in Italia sulla Riviera del Conero. Ha trasferito nella
fotografia e nella scultura - le sue passioni attuali - quella creatività che
ha contraddistinto la sua attività nel settore calzaturiero. È sempre stato
affascinato dall’arte italiana, in particolare dalla scultura. Nel 1993 inizia
un suo percorso artistico modellando la creta per arrivare
successivamente al gesso, al bronzo ed alle creazioni in marmo. Dal 1997
ha partecipato a dei corsi di scultura a Carrara, Pietrasanta ed Ancona,
dove sono stati eseguiti studi di scultura presso maestri tecnicamente
molto qualificati. Per ultimo ha scelto la scultura -ovvero l’immagine
tridimensionale- quale elemento primario, se non esclusivo, del suo
bisogno di rapportarsi con il mondo attraverso l’immagine e la forma che, di quest’ultima, è il
connotato di base. Di conseguenza la sua attività si è fatta alacre, attraverso la realizzazione di
sculture destinate agli esterni (vuoi naturali, vuoi urbani), di bassorilievi da parete, di busti
monografici e di monumenti commemorativi, sia pubblici che privati, realizzati con qualsivoglia
materiale, dal gesso al bronzo, alla terracotta, alla resina, al marmo. In mostra il busto di Aphrodite,
realizzato per illustrare la reincarnazione della Dea.
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“Luce”
Giovanni Gentiletti
Uccelli fitomorfi
rame sbalzato e cesellato, h. 37 cm, XX secolo
Giovanni nasce a Candelara, (PU) nel 1947. Ha compiuto gli studi artistici,
diplomandosi all’Istituto Statale d’Arte F. Mengaroni di Pesaro, dove ha
insegnato sbalzo e cesello nella sezione Arte dei Metalli e dell’Oreficeria. Dal
1990 al 2008 ha fatto parte del gruppo docente ai corsi del Centro TAM
(Trattamento Artistico dei Metalli) di Pietrarubbia, ideato e diretto da Arnaldo
Pomodoro. Ha esposto le sue opere in numerose mostre in varie località
d’Italia, riscuotendo vasto successo di critica sia in patria sia all’estero. Ha
vinto numerosi premi di scultura e di arte orafa e molte sue realizzazioni sono
state acquistate da prestigiose istituzioni pubbliche. Nel gennaio 2006 ha
installato nella rotatoria di via A. Cecchi, al porto di Pesaro, su incarico delle
associazioni nautiche cittadine e del Comune, l’opera “Nel vento del mito”di
cinque metri di altezza: rappresenta due grandi “vele” in rame per ricordare Azzurra, la prima ed
unica barca italiana a competere nell’America’s Cup a Newport nel 1983 e costruita nel Cantiere
Yacht Officine di Pesaro. Giovanni Gentiletti è deceduto l’8 maggio 2010.
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“Luce”
Paolo Manfredi
Autoritratto
legno di noce e cucchiai, h. 36 cm, 2013
Paolo Manfredi nasce a Pesaro nel 1978. Qui cresce e frequenta l’Istituto
Statale d’Arte “F. Mengaroni”. Autodidatta di formazione, fin da adolescente
manifesta sensibilità ed inclinazione per l’arte in varie forme. Nel 2000
intraprende la vita di musicista di strada, che lo porta a vagare per svariati
luoghi in Italia ed all’estero. Nel 2006 ritorna stabilmente a Pesaro dove ora
vive, e sviluppa il suo percorso artistico che si articola nel campo della
scultura, della poesia e dell’incisione.
Le sue opere spesso travisano i canoni proporzionali e di bellezza classici,
cercando un’armoniosità soggettiva della figura, un’espressione personale
“incarnata” nella materia con l’intento di stimolare liberamente le emozioni
soggettive di chi guarda.
In mostra un particolare autoritratto del giovane artista realizzato in noce: la bocca e gli occhi sono
stati sostituiti da tre cucchiai, nei quale chi guarda l’opera si riflette, diventando così la scultura anche
un ritratto del visitatore.
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“Luce”
Franco Terenzi
I principi dei fiori
ceramica sperimentale (Raku), h. 160 cm, 2007
Franco Terenzi nasce a Pesaro. Frequenta l’Istituto d’Arte dove gli viene
insegnato a canalizzare e finalizzare la propria irruenza artistica e creatrice.
Inizia la propria carriera artistica nella seconda metà degli anni ‘70,
utilizzando la pittura come strumento di indagine della realtà: i suoi
soggetti preferiti sono uomini con volti scarni ed affilati tesi a cogliere
l’intimo dolore della natura umana.
Motore inesauribile della carriera artistica di Terenzi sono la creatività e la
fantasia, che lo portano a cimentarsi con un uso di materiali espressivi
sempre diversi che, attraverso lo scorrere del tempo e l’evoluzione
interiore, assumono sempre forme nuove.
Nei primi anni ‘80 continua la sua ricerca utilizzando la fotografia come
ulteriore mezzo espressivo. Nell’ultima decade si accosta alla lavorazione della creta quale risposta
naturale alla propria manualità, sviluppando la propria identità grazie all’approfondimento delle
tecniche più disparate, creando volti solo apparentemente umani e non disdegnando oggettistica varia
(vasellame, lampade, piatti, ecc…).
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“Luce”
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“Luce”
Caterina Baldi
I tormenti di Catherine Hardwicke
acrilico e stelle su legno, 40x40 cm
Laura Baldini
Mirsch
inchiostro su carta, rielaborazione digitale e stampa su carta fotografica lucida, 29x21 cm
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“Luce”
Alessandro Baronciani
Monica Vitti
(STAMPE DISASTRO 2011)
silkscreen 2 colors on paper Cordenons ivory 350 gr. , 50×70 cm, limited edition 1/100 + 5 p.a.
Guido Bettinsoli
Gemini
acrilico su cartone piegato, 120x110 cm
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“Luce”
Luciana Bencivenga
Kommst du mit?, animazione, 2’ 44’’
Marco Capellacci
Fobie del guardrail
Animazione, 5’ 9’’
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“Luce”
Magda Guidi
Ciack
acrilici e pastelli su carta, 20x26 cm - anno 2013
Francesco Lampredi
Finchè la luce non ci prende
linoleografia, 25x35 cm
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“Luce”
Kenji Matsushita
Bozzetti Illumina(n)ti per Alcoolica
incisione su plexiglas luminosa, 80x80 cm
Masako Matsushita
Soi3
Suppietij, video, 4’ 26’’
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“Luce”
Luca Pierini
Mia nonna sta morendo
Animazione, 2’ 26’’
Claudia Piras
Zio Stojil, ho visto una fata
tecnica mista olio su carta, 30x50 cm
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“Luce”
Stefano Pirazzoli
Eppure Arranco
video - 2’ 17’’, Sonorizzazione di Federico Moschetti
Giacomo Podestà
The bride and the snake, triptych of the bride, part1
pennarello su carta SchoellersHammer, 40x60 cm, 2012
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“Luce”
Edoardo Serretti
Asylum
Stampa fotografica digitale su mdf, 30x40 cm
Ilaria Trionfetti
Senza titolo
china su carta, 21x29cm, 2012
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“Luce”
Manoscritto Pro Loco Candelara
CANDELARA, LUGLIO 2013
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