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la figlia cristiana provveduta - Don Bosco

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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> - La Figlia Cristiana <strong>provveduta</strong> [4a edizione]<br />

Giovane <strong>cristiana</strong>, che ora non curi di perder il tuo Dio e il Paradiso, conoscerai <strong>la</strong> tua<br />

cecità {48 [226]} quando vedrai tante tue compagne più ignoranti e più povere di te trionfare e<br />

godere nel regno de’ Cieli, e tu maledetta da Dio sarai cacciata via da quel<strong>la</strong> patria beata, dal<br />

godimento di lui, dal<strong>la</strong> compagnia del<strong>la</strong> Vergine e dei Santi. Orsù adunque, penitenza; non<br />

aspettare che non vi sia più tempo: datti a Dio. Chi sa che non sia questa l’ultima chiamata, a cui<br />

se non corrispondi, Iddio ti abbandoni e ti <strong>la</strong>sci piombare giù in quegli eterni supplizi!<br />

3. Considera poi che se tu andrai nell’inferno, non uscirai mai più. Là si patiscono tutte le<br />

pene e tutte eterne. Passeranno cento anni da che tu sarai nell’inferno, ne passeranno mille e<br />

l’inferno allora incomincia: ne passeranno cento mi<strong>la</strong>, cento milioni, mille milioni d’anni e di<br />

secoli, e l’inferno sarà da principio. Se un Angelo portasse <strong>la</strong> nuova ad un dannato, che Iddio lo<br />

vuol liberare dall’inferno quando saranno passati tanti milioni di secoli, quante sono le gocce<br />

d’acqua, le foglie degli alberi e i granelli di sabbia del mare e del<strong>la</strong> terra, questa nuova<br />

porterebbe <strong>la</strong> più grande conso<strong>la</strong>zione ai dannati, i quali direbbero: È vero che hanno da passare<br />

tanti secoli, avranno per altro da finire un giorno. Ma passeranno tutti questi secoli e tutti i tempi<br />

immaginabili, e l’inferno sarà sempre da capo. Ogni dannato farebbe questo patto con Dio:<br />

Signore, accrescete quanto vi piace questa mia pena, fatemi stare in questi tormenti per quanto<br />

tempo vorrete, basta che mi diate <strong>la</strong> speranza che finiranno una volta. Ma no; questo termine,<br />

questa speranza non verranno mai. Almeno il povero dannato potesse ingannar se stesso e<br />

lusingarsi {49 [227]} con dire: Chi sa, forse un giorno Dio avrà pietà di me, e mi caverà da<br />

questo baratro! Ma no, questa speranza non l’avrà giammai. Il dannato si vedrà sempre in faccia<br />

scritta <strong>la</strong> sentenza del<strong>la</strong> sua eternità infelice. Dunque, andrà dicendo, tutte queste pene, questo<br />

fuoco, queste grida non hanno più a finire per me? No, gli verrà risposto, no, mai più. E<br />

dureranno sempre? Sempre, per una eternità. Sempre vedrà scritto su quelle fiamme che lo<br />

crucciano: sempre sul<strong>la</strong> punta delle spade che lo trafiggono: sempre su que’ demonii che lo<br />

tormentano: sempre su quelle porte che non si apriranno mai più. Oh eternità! oh abisso senza<br />

fondo! oh mare senza sponda! oh caverna senza uscita! chi non tremerà pensando a te? Oh<br />

maledetto peccato! che tremendo supplicio prepari a chi ti commette! Ah! non più, non più<br />

peccati in vita mia!<br />

Quello poi, che ti deve colmar di spavento, é il pensare che quel<strong>la</strong> orrenda fornace sta<br />

eziandio aperta sotto i tuoi piedi, e che basta un sol peccato mortale a farviti cadere. Capisci, o<br />

<strong>figlia</strong>, ciò che leggi? Una pena eterna per un solo peccato mortale, che commetti con tanta<br />

facilità. Uno scandalo, una profanazione dei giorni festivi, un furto, un odio, una mormorazione,<br />

un fatto, un detto, un pensiero osceno basta per condannarti alle pene dell’inferno. Ah dunque, o<br />

giovanetta! ascolta quanto io sono per dirti: Se <strong>la</strong> coscienza ti rimorde di qualche peccato, va<br />

presto a confessarti per cominciare una buona vita; pratica ogni mezzo che ti suggerirà il<br />

confessore; se è necessario, fa una confessione generale; prometti di fuggire le occasioni<br />

pericolose, di frenare <strong>la</strong> tua lingua, di star lontana dale {50 [228]} cattive compagne, e se Dio ti<br />

chiama anche a <strong>la</strong>sciare il mondo, arrenditi presto. Ogni cosa che si fa per iscampare da<br />

un’eternità di pene è poco, è niente: Nul<strong>la</strong> nimia securitas ubi periclitatur aeternitas. Oh quante<br />

giovanette sul fiore di loro età abbandonarono il mondo, <strong>la</strong> patria, i parenti, e andarono a<br />

confinarsi nelle grotte, ne’ deserti, vivendo soltanto a pane ed acqua, anzi talvolta a sole radici<br />

d’erba, e tutto questo per evitare l’inferno! E tu che fai? dopo tante volte che ti meritasti l’inferno<br />

col peccato, che fai? Mettiti ai piedi del tuo Dio e digli: Signore, eccomi pronta a far quello che<br />

volete; non più peccati in vita mia; già troppo vi ho offeso; datemi pure ogni male in questa vita,<br />

purchè io possa salvare l’anima mia.<br />

Venerdì. Del<strong>la</strong> Passione di Gesù Cristo.<br />

S. Agostino ci avverte che non vi è cosa più salutare per le anime nostre che il pensare e<br />

meditare di frequente quanto patì per noi l’amabilissimo Redentore. San Bernardo dice che non<br />

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