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Allegato - Comune di Buccinasco

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Per la facilitazione dei gruppi e dei tavoli <strong>di</strong> lavoro si utilizzano <strong>di</strong> volta in volta degli strumenti specifici,<br />

adattati e mo<strong>di</strong>ficati a seconda delle situazioni. Di seguito se ne presentano alcuni.<br />

Brainstorming, ovvero generazione libera <strong>di</strong> idee<br />

Questo metodo, ideato negli anni ‘30 del secolo scorso dal pubblicitario Alex Osborn, consente <strong>di</strong><br />

generare e sviluppare soluzioni multiple e creative ad un determinato problema. Il processo è finalizzato<br />

ad ottenere il maggior numero possibile <strong>di</strong> idee in relazione ad un determinato argomento/problema. Ogni<br />

partecipante è invitato a fare le proprie proposte a ruota libera, in questo modo si stimola la creatività e<br />

la collaborazione. Durante il brainstorming si tende a sviluppare al massimo la produzione <strong>di</strong> idee, senza<br />

preoccuparsi del loro valore e della loro correttezza; secondo Osborn maggiore è la quantità <strong>di</strong> idee<br />

prodotte tanto più probabile sarà trovare quella giusta e <strong>di</strong> qualità. Per portare a buon fine il processo è<br />

necessario escludere i giu<strong>di</strong>zi, ogni partecipante è stimolato ad esprimere le proprie idee senza pregiu<strong>di</strong>zi<br />

o critiche preventive: la valutazione delle proposte emerse è rimandata ad un secondo momento.<br />

Focus group, ovvero confrontarsi per decidere<br />

Uno dei principali strumenti della ricerca qualitativa, nella quale si privilegiano l’esplorazione e<br />

l’approfon<strong>di</strong>mento dell’argomento stu<strong>di</strong>ato, la formulazione <strong>di</strong> nuove ipotesi, lo stu<strong>di</strong>o delle motivazioni<br />

legate a determinate opinioni e atteggiamenti. La comunicazione e l’interazione tra i partecipanti viene<br />

stimolata il più possibile attraverso domande reciproche, richieste <strong>di</strong> chiarimento, analisi dei punti <strong>di</strong> forza<br />

e debolezza delle <strong>di</strong>verse opinioni, con la finalità <strong>di</strong> far emergere nuove posizioni e idee con<strong>di</strong>vise. Tutte le<br />

argomentazioni emerse, le <strong>di</strong>verse fasi della <strong>di</strong>scussione e infine le proposte con<strong>di</strong>vise vengono annotate<br />

e rese <strong>di</strong>sponibili ai partecipanti in un resoconto dei lavori.<br />

16<br />

Planning for real, ovvero il vissuto si fa progetto<br />

Metodo per stimolare la partecipazione e il coinvolgimento <strong>di</strong> abitanti e citta<strong>di</strong>ni nella progettazione.<br />

Tale modalità <strong>di</strong> partecipazione è stata sviluppata, negli anni ‘60/’70, dalla Education for Neighborhood<br />

Change dell’Università <strong>di</strong> Nottingham e registrata dalla Neighborhood Initiatives Foundation (NIF),<br />

un’organizzazione no profit fondata nel 1988 da Tony Gibson con sede a Telford in Inghilterra.<br />

Prevede il coinvolgimento <strong>di</strong>retto della popolazione e degli abitanti quali portatori <strong>di</strong> conoscenza esperta<br />

dei luoghi e delle proprie necessità, partendo dal presupposto che proprio gli abitanti <strong>di</strong>spongano delle<br />

potenzialità <strong>di</strong> conoscenza e competenza necessarie alla progettazione e alla conseguente trasformazione<br />

degli spazi della città, grazie all’esplicitazione delle proprie necessità e desideri maturati nel proprio<br />

vissuto.<br />

Per realizzare tutto questo è necessario che i partecipanti si misurino con una rappresentazione

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