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scuola el.5/prima - Fondazione del Sacro Cuore

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FONDAZIONE DEL SACRO CUORE<br />

C E S E N A<br />

SCUOLA PRIMARIA<br />

E<br />

SCUOLA DELL’INFANZIA<br />

Quaderno <strong>del</strong> 2008/2009


INTRODUZIONE<br />

“È bella la strada per chi cammina…”.<br />

Se c’è un’immagine che ha dominato il nostro cammino di quest’anno,<br />

come testimonia la polifonia di voci di questo quaderno, è stata<br />

sicuramente quella <strong>del</strong> viaggio, che si è accompagnata a quella <strong>del</strong><br />

viaggiatore, “protagonista” di un cammino in cui la molteplicità <strong>del</strong>le<br />

esperienze, ricondotte ad un senso da chi lo guida, rende sempre più<br />

intenso il desiderio di arrivare alla meta e più spedito il passo.<br />

Nella <strong>scuola</strong> <strong>prima</strong>ria, di cui la <strong>scuola</strong> <strong>del</strong>l’infanzia è un fondamentale<br />

preludio, infatti il cammino <strong>del</strong>la vita assume davvero i colori<br />

ed il sapore di un’avventura straordinaria di scoperta <strong>del</strong> mondo, <strong>del</strong>la<br />

bellezza dei suoi contorni naturali e <strong>del</strong>la meraviglia <strong>del</strong>le tracce che<br />

l’uomo vi ha lasciato nel percorso <strong>del</strong>la storia.<br />

Imparare a “leggere”, a “misurare” e ad interpretare la realtà che li<br />

circonda diviene per i bambini un avvenimento che si rinnova ogni<br />

giorno, nelle aule e nelle uscite di esplorazione di spazi vicini e lontani,<br />

arricchito dalla vicinanza dei compagni, che condividono le scoperte,<br />

e <strong>del</strong>le insegnanti, che sintetizzano e rilanciano verso orizzonti sempre<br />

più grandi.<br />

I testi e le immagini che proponiamo a genitori ed amici sono<br />

accompagnati come ogni anno da una commossa gratitudine per la fioritura<br />

di consapevolezza che attestano – dai sorrisi compiaciuti dei<br />

bambini di <strong>prima</strong> ai testi articolati di quelli di quinta – e per il lavoro<br />

creativo e paziente <strong>del</strong>le maestre.<br />

La direttrice<br />

Paola Ombretta Sternini<br />

3


con il contributo di


Classi Prime<br />

“Una finestra sul mondo”


Guardando i nostri bambini oggi e ricordando che solo pochi mesi<br />

fa li abbiamo accolti a <strong>scuola</strong>, viene immediato un pensiero di riconoscenza<br />

a Chi ci dona il tempo, perché la strada cominciata è già talmente<br />

ricca di fatti da suscitare stupore e meraviglia.<br />

All’inizio <strong>del</strong>la <strong>prima</strong> i bambini arrivano con posizioni diverse: chi<br />

è curioso, chi teme il cambiamento o il distacco dalla famiglia, chi è<br />

carico di aspettative e vuol subito imparare.<br />

Il primo giorno di <strong>scuola</strong> li abbiamo accolti formando tre classi: i<br />

tre castelli di Re Alfabeto, abbiamo dato loro la corona e lo scettro <strong>del</strong><br />

re, che era la matita con cui avrebbero cominciato a scrivere, e l’avventura<br />

è cominciata.<br />

7


Le nostre mattine cominciano così: la preghiera all’Angelo Custode<br />

perché sostenga le nostre fatiche, la canzoncina che con il suo mimo ci<br />

aiuta a sciogliere le spalle, le braccia, i polsi e le dita in modo da impugnare<br />

bene la matita e ci allena al corretto gesto grafico, in modo da<br />

scrivere bene...<br />

8<br />

... poi si aprono i quaderni.


All’inizio abbiamo imparato a scrivere e a leggere in stampato<br />

maiuscolo e nei quadretti grandi, cominciando dalle vocali, finché abbiamo<br />

scritto la <strong>prima</strong>, grande parola: IO!<br />

Ne è nata una bella festa.<br />

Con le consonanti abbiamo cominciato a scrivere e leggere le sillabe,<br />

poi le prime parole.<br />

Man mano che conoscevamo le consonanti, aumentava il numero<br />

<strong>del</strong>le parole che si potevano formare, finché, un giorno, abbiamo cominciato<br />

a scrivere le “Piccole storie”, e abbiamo scoperto che le parole<br />

servono per raccontare.<br />

9


Intanto passavano i giorni e si cominciavano a vedere i segni <strong>del</strong>l’autunno,<br />

così siamo andati alla Rocca per guardare le prime foglie<br />

colorate, il cielo grigio… quel giorno abbiamo trovato un regalo di Re<br />

Alfabeto: tre belle scatole che contenevano foglie secche, ghiande, noci<br />

e castagne selvatiche.<br />

Al ritorno a <strong>scuola</strong> abbiamo piantato i semi nei vasi e ogni classe<br />

ha curato e osservato quello che accadeva, finché un giorno abbiamo<br />

trovato che nei vasi <strong>del</strong>le ghiande qualcosa era accaduto: era spuntata<br />

una piccola quercia.<br />

Questo ha reso i bambini attenti ad ogni cambiamento, capaci di<br />

osservare e confrontare, infatti hanno colto che le foglie secche <strong>del</strong>le<br />

querce hanno la stessa forma <strong>del</strong>le foglie nuove <strong>del</strong>la piccola quercia.<br />

10


L’osservazione continua, le piantine crescono, ed è stato festeggiato<br />

l’arrivo <strong>del</strong>l’autunno con una festa al Giardino Pubblico.<br />

In autunno, come abbiamo imparato leggendo il nostro libro di lettura,<br />

gli animali vanno in letargo, noi ne abbiamo conosciuti due, un<br />

riccio e uno scoiattolo: li abbiamo tenuti una mattina in classe e osservati,<br />

e le nostre osservazioni sono state raccolte e suddivise in:<br />

– osservazioni scientifiche, ad esempio: il riccio ha gli aculei, ha<br />

quattro zampe, annusa…<br />

– lo scoiattolo ha denti forti, mangia semi, ha una lunga coda…<br />

– osservazioni non scientifiche, come: è carino, è simpatico, è vivace…<br />

Queste ultime ci sono servite per inventare insieme <strong>del</strong>le storie.<br />

11


Subito dopo Natale abbiamo iniziato a cambiare le lettere e dallo<br />

stampato siamo passati al corsivo: è stato un momento difficile, ma<br />

pieno di sorprese, perché i bambini si sono resi conto che la fatica era<br />

utile, dicevano: “Imparo a scrivere come la mamma”, “Vado veloce<br />

come te, maestra!”, “Faccio <strong>prima</strong>!”.<br />

Nel frattempo abbiamo conosciuto<br />

i numeri da 0 a 20, in avanti<br />

e all’indietro, abbiamo imparato a<br />

contare con i regoli, sulla linea dei<br />

numeri, con una calcolatrice speciale:<br />

le dita; poi abbiamo scoperto<br />

le coppie <strong>del</strong> 10 e le decine sull’abaco;<br />

e col gioco dei negozi e <strong>del</strong>la<br />

banca abbiamo imparato una cosa<br />

da grandi: lo stop al 10!<br />

12


C’è stato, poi, un momento speciale, nato dalla passione per le belle<br />

storie e per i colori: lo spettacolo “Il paese dei colori”, realizzato al termine<br />

<strong>del</strong> laboratorio teatrale con l’amico Roberto Fabbri. Con lui<br />

abbiamo imparato che ognuno di noi ha le sue caratteristiche, è speciale<br />

e unico, ma è insieme agli amici e alle maestre che si è felici, come<br />

i colori, che tutti insieme danno l’arcobaleno!<br />

13


Il laboratorio di psicomotricità attivato nel primo quadrimestre, ha<br />

avuto la valenza di educare i bambini al movimento e alla gestualità<br />

necessaria per affrontare più serenamente l’ingresso <strong>del</strong>la <strong>scuola</strong> <strong>prima</strong>ria.<br />

Stimolando la loro sensibilità, i bambini hanno potuto migliorare la<br />

percezione e la capacità di attenzione e concentrazione.<br />

La padronanza <strong>del</strong>lo spazio reale ha permesso un miglior approccio<br />

all’esperienza <strong>del</strong>la scrittura e la conoscenza <strong>del</strong> proprio schema corporeo.<br />

Tutti i giochi presentati dall’insegnante sono serviti al bambino ad<br />

avere una immagine più ampia e un atteggiamento positivo verso il<br />

proprio corpo e quello degli altri bambini.<br />

I disegni che seguono sono il lavoro di ogni bambino alla fine di<br />

ogni lezione in base all’interesse verso una particolare attività.<br />

14


All’arrivo <strong>del</strong>la <strong>prima</strong>vera ci siamo scoperti più attenti, grandi<br />

osservatori, capaci di cogliere i più piccoli particolari, così abbiamo<br />

lavorato come gli scienziati: ci siamo fatti un’idea di come è fatto un<br />

prato, lo abbiamo guardato dal vero e abbiamo concluso riprendendo<br />

l’idea iniziale e verificandola alla luce <strong>del</strong>le nostre osservazioni.<br />

15


Quante cose si potrebbero dire ancora: per raccontare tutta la ricchezza<br />

di quest’anno ci vorrebbero pagine e pagine, basti una frase<br />

detta da uno dei nostri bambini durante una <strong>del</strong>le tante attività, che è il<br />

giudizio più vero e sintetico di tutta l’esperienza fatta:<br />

“Maestra, vivere così è bello!”.<br />

Ci rivediamo a settembre, per continuare su questa strada la nostra<br />

storia.<br />

Le insegnanti tutor<br />

Carla Agostini<br />

Serena Sacchetti<br />

Federica Zoffoli<br />

Le insegnanti specialiste<br />

Sara Morigi<br />

Elisabetta Bazzocchi<br />

Nadia Marini<br />

16


Classi Seconde<br />

“Il segreto di Pinocchio:<br />

burattino o bambino vero?”


ITALIANO<br />

PERCORSO DI SCRITTURA SEGUENDO IL TESTO DI COLLODI<br />

“LE AVVENTURE DI PINOCCHIO”<br />

Uno strano pezzo di legno…<br />

Abbiamo interrogato il nostro misterioso pezzo di legno…<br />

e le domande sono nate dal cuore.<br />

Qual è la tua storia?<br />

Da dove vieni?<br />

Qual è il tuo destino?<br />

Dove andrai a finire?<br />

19


IMITANDO I POETI ABBIAMO INTERROGATO LE FOGLIE<br />

D’AUTUNNO<br />

Il poeta Trilussa, nella poesia “Foglie gialle”, interroga le foglie<br />

d’autunno ponendo loro tre domande.<br />

Noi le abbiamo sintetizzate così:<br />

1) Dove andate?<br />

2) Da dove venite?<br />

3) Siete tristi quando il vento vi strappa dal vostro albero e vi<br />

porta via?<br />

ANCH’IO INTERROGO LE FOGLIE D’AUTUNNO<br />

Fragili foglie d’autunno, di mille tinte e sfumature, dove state andando<br />

come tanti uccelli impauriti?<br />

Perchè correte? Perchè non vi fermate? Qual è la vostra meta? Che<br />

direzione state prendendo?<br />

Io non vi conosco. Da dove venite? A quale albero appartenevate?<br />

Venite da un bosco di montagna, dalle colline di Cesena o dalla<br />

campagna? O forse venite da un bel giardino di città?<br />

Care foglie d’autunno, come state? Siete tristi o felici? Sentite la<br />

nostalgia <strong>del</strong> vostro papà-albero?<br />

E non sentite la gioia di ballare nell’aria, di fare le piroette e le<br />

acrobazie? Non vi divertite a volteggiare come tanti coriandoli spensierati?<br />

(testo collettivo).<br />

20


ABBIAMO INCONTRATO TANTI PERSONAGGI E MISTERIOSI<br />

LUOGHI…<br />

La casa di Geppetto<br />

“La casa di Geppetto era una stanzina terrena che pigliava luce da<br />

un sottoscala. La mobilia non poteva essere più semplice: una seggiola<br />

cattiva, un letto poco buono e un tavolino tutto rovinato. Nella parete<br />

in fondo si vedeva un caminetto col fuoco acceso, ma il fuoco era dipinto<br />

e, accanto al fuoco, c’era dipinta una pentola che bolliva allegramente<br />

e mandava fuori una nuvola di fumo, che pareva fumo davvero”.<br />

(Carlo Collodi)<br />

OGNUNO<br />

NELLA<br />

PROPRIA CASA<br />

HA TROVATO<br />

UN PADRE<br />

CAPACE<br />

DI AMARE.<br />

21


Testo: “Descrivi la tua casa e spiega quale stanza preferisci”<br />

La mia casa è situata nel centro di Cesena, in via Natale<br />

<strong>del</strong>l’Amore numero quarantaquattro. È composta da quattro piani.<br />

Nella mia casa ci sono undici stanze. Nella mansarda c’è una grande<br />

libreria dove ci sono tanti libri, un tavolo e un letto: al primo piano ci<br />

sono le nostre camere da letto. Nella mia camera c’è un grande armadio<br />

di legno,un cassettone, una cassapanca, un comodino e il letto che<br />

è molto comodo. Nella stanza di mio fratello Carlo c’è la terrazza, un<br />

grande armadio di legno, un cassettone, uno scrittoio, una libreria, un<br />

comodino e il letto. I mobili <strong>del</strong>la camera di mamma e papà sono: i<br />

comodini, un grande letto e due armadi. Il bagno mio e di Carlo è di<br />

legno bianco e bordeaux e la doccia è molto spaziosa; il bagno di<br />

mamma e papà è di legno bianco, ha la doccia e la vasca da bagno. Al<br />

piano terra c’è la cucina che ha tutti i mobili di legno dove c’è un bellissimo<br />

camino. Nel salotto c’è un tavolo con le sedie di legno dove io<br />

faccio i compiti, un divano, una poltrona, panna e beige, una scrivania<br />

dove mio fratello tiene il suo computer, un mobile di legno e una lampada.<br />

Nello studio di papà ci sono tante librerie, una scrivania con il<br />

piano di pelle bordeaux e una sedia che gira. Nella taverna ci sono le<br />

bocche di lupo, una camera con un grande camino, due divani, una<br />

cassapanca e un televisione. Nella stanza dei giochi teniamo i nostri<br />

giocattoli in scatole e cassettiere, ci sono due tavoli alcune sedie. Nella<br />

lavanderia c’è una scarpiera, alcuni mobili bianchi, la lavatrice e<br />

l’asse da stiro. La mia stanza preferita è la mia camera. La preferisco<br />

perché ci sono tutte le mie cose: i miei giochi, i miei libri, i miei vestiti<br />

e il mio letto, dove ogni sera leggo e mi addormento. Nel mio comodino<br />

tengo tutto quello che è importante per me: le medaglie vinte nelle<br />

gare di sci e a nuoto, i tatuaggi che mi ha portato il mio papà<br />

dall’America. (Alessandro)<br />

22


IL GRILLO PARLANTE, LA VOCE DELLA VERITÀ<br />

Carissimo Grillo-parlante<br />

Carissimo Grillo parlante,<br />

tu sei per me un grande maestro,<br />

perché mi hai insegnato<br />

ad amare la verità<br />

sopra ogni cosa<br />

ed io ti ringrazio.<br />

Da te ho capito<br />

quanto sia importante<br />

ascoltare il desiderio di bene<br />

che è in me.<br />

Amatissimo grillo,<br />

fa’ che il mio cuore<br />

sia sempre la tua casa!<br />

(Testo collettivo)<br />

“Grillo-parlante, piccolo grande amico…”<br />

Caro Grillo-parlante, tu sei per noi un piccolo grande amico.<br />

Tu sai qual è il bene per Pinocchio e ogni volta gli indichi la strada<br />

giusta e gli suggerisci le scelte migliori.<br />

Tu sei un vero amico, ma Pinocchio non l’ha ancora capito e non<br />

ti ascolta cacciandosi sempre nei guai.<br />

Piccolo Grillo-parlante, abbi pazienza!<br />

Vedrai che <strong>prima</strong> o poi anche Pinocchio ti ascolterà perché capirà<br />

che gli conviene. (Testo collettivo)<br />

23


Testo: “Scrivi una lettera al Grillo-parlante per invitarlo a casa tua”<br />

Carissimo Grillo-parlante, vorresti venire ad abitare a casa mia?<br />

Mi potresti accompagnare a <strong>scuola</strong> tutte le mattine?<br />

Tu però dovresti stare nello zaino, se no la mia amica Carlotta si<br />

potrebbe insospettire. Potresti dormire nel cuscino di Nemo, che tengo<br />

sul mio letto.<br />

Di domenica potremmo giocare a scacchi e potremmo costruire un<br />

bel nido per gli uccellini.<br />

Sarebbe bello anche preparare la cartella insieme.<br />

Potremmo fare il bagno tutti e due nella vasca: io farei lo squalo e<br />

tu il pesciolino che scappa.<br />

Ti aspetto con ansia. (Maddalena)<br />

Carissimo Grillo parlante,<br />

ti vorrei invitare… a casa mia dove c’è molto spazio per giocare e<br />

c’è anche molto spazio per correre.<br />

Potresti stare… con me quando vado dal dentista così potrai farmi<br />

coraggio.<br />

Dormiresti… nella casa <strong>del</strong>le Polly che mi regalerà la mia mamma<br />

per il mio compleanno.<br />

Insieme potremmo… giocare con le mie Polly, sai perché? Perché<br />

sono proprio <strong>del</strong>la tua altezza!<br />

Mi piacerebbe che tu mi guardassi il mio primo giorno di pattinaggio,<br />

così mi sentirei protetta.<br />

Un bacio Sofia<br />

24


LA FATA TURCHINA, SEGNO DELLA<br />

BELLEZZA, DELLA BONTÀ E DEL<br />

PERDONO<br />

… Segno <strong>del</strong>la bellezza<br />

I bambini hanno descritto la fata dei loro<br />

sogni, dando voce al desiderio di bellezza e<br />

di bontà che è in loro.<br />

… Segno <strong>del</strong> meraviglioso e <strong>del</strong> desiderabile<br />

I bambini hanno immaginato di essere<br />

una fata per un giorno e poter fare <strong>del</strong>le<br />

magie. È stata l’occasione per esprimere ciò<br />

che ognuno davvero desiderava per sé…<br />

… Segno <strong>del</strong> perdono e <strong>del</strong>la bontà<br />

L’incontro con la Fata Turchina ha suscitato in noi la speranza… la<br />

speranza di riuscire, la speranza di ricominciare ogni giorno perché c’è<br />

qualcuno che ci ama ed è disposto sempre a perdonarci.<br />

Testo: “Com’è la fata dei tuoi sogni?” Immagina e racconta<br />

La fata dei miei sogni si chiama Antonella. Ha il volto <strong>del</strong>icato<br />

come un fiore, i suoi occhi sono di color azzurro come l’acqua <strong>del</strong> mare.<br />

La sua bocca, a forma di cuore, è sempre sorridente e piena<br />

d’affetto. I capelli sono lunghissimi, ricci e raggi di sole splendenti.<br />

Indossa un lungo vestito bianco a fiori verdi e rossi, il corpino verde<br />

25


scuro e le scarpe rosso intenso; ha una collana e un braccialetto d’oro.<br />

Ha una bacchetta magica, che le serve per realizzare il desiderio più<br />

bello: che ogni bambino abbia sempre vicino a sé una fata “turchina”<br />

che lo accompagni nella sua crescita.<br />

La fata dei miei sogni è bella, dolce e simpatica; lei mi culla nei<br />

momenti di bisogno. (Chiara)<br />

MANGIAFUOCO, UN BURATTINAIO CHE SA COMMUOVERSI<br />

Chi è Mangiafuoco?<br />

“Mangiafuoco è un burattinaio, un omone così brutto, che metteva<br />

paura soltanto a guardarlo.<br />

Aveva una barbaccia nera, come uno scarabocchio d’inchiostro, e<br />

tanto lunga che gli scendeva dal mento fino a terra; basti dire che, quando<br />

camminava, se la pestava coi piedi.<br />

La sua bocca era larga come un forno, i suoi occhi parevano due<br />

lanterne di vetro rosso col lume acceso, di dietro, e con le mani faceva<br />

schioccare una grossa frusta, fatta di serpenti e di code di volpe attorcigliate<br />

insieme” (C. Collodi).<br />

26


Mangiafuoco, un burattinaio che metteva paura solo a guardarlo…<br />

Mangiafuoco è un burattinaio. Mangiafuoco ha una barbaccia<br />

nera come uno scarabocchio d’inchiostro, la sua bocca è grande come<br />

un forno, i suoi occhi sono come<br />

due lanterne di colore rosso, il suo<br />

viso spaventoso metteva paura solo<br />

a guardarlo.<br />

Di Mangiafuoco mi colpisce<br />

quella barbaccia nera e tanto<br />

lunga che gli scendeva dal mento<br />

fino a terra. Mi spaventa, invece, la<br />

bocca, perché mi farebbe una gran<br />

paura se la vedessi.<br />

Mangiafuoco è commosso perché<br />

vedendo Pinocchio che lo supplicava<br />

ha ritrovato il suo bel<br />

cuore. (Camilla)<br />

LABORATORIO DI LETTURA:<br />

UN MOMENTO IDEALE DI CONVERSAZIONE<br />

“MANGIAFUOCO, UN BURATTINAIO CAPACE DI COMMUO-<br />

VERSI”<br />

Leggendo il testo di Collodi, siamo rimasti colpiti dal fatto che<br />

Mangiafuoco, “un omone così brutto soltanto a guardarlo”, sia capace<br />

di commuoversi di fronte al burattino Pinocchio. Così ci siamo chiesti<br />

“chi” sa commuoversi e quando accade questa esperienza.<br />

Io mi sono commosso...<br />

Gregorio: ... mi sono commosso il giorno in cui ho recitato la poesia<br />

“Povere foglie gialle”e ho preso 9! Mi sono commosso anche la<br />

<strong>prima</strong> volta che ho guardato le stelle con il mio nuovo telescopio.<br />

Sono riuscito a vedere il territorio di Venere.<br />

M.: Uno si commuove di fronte alla bellezza e alla grandezza <strong>del</strong><br />

creato.<br />

27


Camilla: ... quando per la <strong>prima</strong> volta ho guardato col mio microscopio<br />

un animaletto. Non avevo mai visto un moscerino così da vicino.<br />

M.: Col microscopio puoi vedere <strong>del</strong>le cose che non si vedono ad<br />

occhio nudo.<br />

Col miscroscopio hai “visto in diretta” il mistero degli esseri viventi!<br />

Camilla: Una volta mi sono commossa quando i miei genitori mi<br />

hanno detto che avrei avuto un maestro di sci che mi avrebbe insegnato<br />

a sciare.<br />

Giacomo:... quando sono andato in Val Salentina e ho visto le altissime<br />

Cime di Lavaredo. La più alta era ricoperta di neve.<br />

Jacopo: ... la <strong>prima</strong> volta che ho scalato una parete rocciosa. Ero<br />

con mio babbo.<br />

M.: L’uomo ama sfidare le montagne, desidera salire in alto.<br />

L’esperienza <strong>del</strong>la scalata è una metafora <strong>del</strong>la vita.<br />

Rebecca: ... il giorno <strong>del</strong> Battesimo <strong>del</strong> mio cuginetto. È stata<br />

un’esperienza bellissima!<br />

M.: È un avvenimento di Grazia quello che accade nel Battesimo:<br />

uno diventa creatura nuova, figlio di Dio e appartenente alla Chiesa.<br />

Sofia B.: ... quando sono andata in Sardegna, di fronte ai numerosi<br />

polpi che nuotavano nel mare chiaro e limpido. C’erano anche i<br />

pesci-carabiniere.<br />

Eleonora: ... quando abbiamo fatto il Presepe vivente. Io cantavo e<br />

tutti quelli che mi erano vicini mi ascoltavano.<br />

Anche in montagna, in Alto Adige, mi sono commossa perchè ho<br />

visto la bellezza <strong>del</strong>la natura: le montagne, i boschi, i giardini pieni di<br />

fiori.<br />

Giovanni: ... il primo giorno di calcio, perchè ero felice di cominciare<br />

quello sport. Ho pensato: “Anch’io un giorno potrò fare goal a<br />

mio babbo!”.<br />

Marco: ... quando sono andato in funivia. Dall’alto ho visto la bellezza<br />

<strong>del</strong>le montagne innevate e tanti animali come le marmotte e gli<br />

scoiattoli.<br />

Sofia S.: ... il primo giorno in cui ho visto <strong>del</strong>le marmotte da vicino.<br />

Ho dato loro dei biscotti e le ho anche accarezzate. Ero in montagna<br />

con i miei genitori.<br />

Matteo: ... il primo giorno in cui ho sciato. Ero contento di sciare<br />

in mezzo ai boschi e guardare le meraviglie che mi circondavano.<br />

Ilaria: ... quando ho rivisto i miei cugini, perchè era da tanto che<br />

non li vedevo.<br />

M.: Quando incontriamo <strong>del</strong>le persone a cui vogliamo bene, proviamo<br />

una forte emozione.<br />

28


Samuele: ... la <strong>prima</strong> volta che sono andato allo zoo. Ho visto gli<br />

animali ed ero contento di essere lì.<br />

Martina L.: ... quando è nato mio fratello Tommaso.<br />

M.: È stato un grande avvenimento! Uno si commuove di fronte al<br />

miracolo e al mistero di una nuova vita.<br />

Martina B.: ... quando mia mamma mi ha detto che a dicembre i<br />

miei genitori mi prepareranno un camera tutta per me. Aspetto con<br />

ansia quel momento!<br />

Martina C.: ... quando sono andata nella mia nuova casa.<br />

Letizia: ... quando la mia mamma mi ha detto “TU sei la mia vita!”<br />

Con questa frase ho capito che il suo bene per me è davvero grande!<br />

M.: Uno si commuove di fronte all’amore che riceve.<br />

Maddalena: ... nel giorno <strong>del</strong> mio compleanno, quando ho ricevuto<br />

i regali dei miei amici. Anche nel momento <strong>del</strong>la torta ho provato<br />

un’emozione fortissima! Ho capito che i miei amici mi vogliono bene...<br />

Uno si commuove di fronte all’amore ricevuto.<br />

Lorenzo: ... il primo giorno di <strong>scuola</strong>, quando la maestra ha pronunciato<br />

il mio nome. Non avevo mai fatto un’esperienza così grande:<br />

ero lì per imparare a scrivere!<br />

Sofia: ... quando abbiamo fatto la festa <strong>del</strong>l’io, in <strong>prima</strong> elementare.<br />

Io suonavo il cembalo... Ero emozionata e mi sono commossa quando<br />

i miei amici mi hanno applaudito.<br />

Yana: ... quando abbiamo recitato “Il volo <strong>del</strong>le rondini”. Guardando<br />

i genitori, ho fatto la cavalletta e mi sono commossa quando<br />

tutti mi hanno applaudito.<br />

Carlotta: ... il primo giorno di <strong>scuola</strong>, quando ho lasciato la<br />

mamma. Avevo voglia di conoscere nuovi amici, ma ho fatto fatica a<br />

staccare la mia mano da quella di mia mamma.<br />

Antonio: ... quando sono andato a Ischia. Lì ho visto tanti pesci<br />

colorati. Erano bellissimi. Invece, il mio papà e il mio zio si sono<br />

immersi nel fondale e hanno visto una murena. Uno si commuove di<br />

fronte alla bellezza <strong>del</strong>la natura.<br />

Camilla B.: ... quando ho canto nel coro <strong>del</strong>la <strong>scuola</strong>. Io mi commuovo<br />

per la bellezza e perchè canto davanti al pubblico.<br />

Alice: ... quando sono andata alle Maldive, di fronte alla bellezza<br />

<strong>del</strong> paesaggio che mi circondava. Il mare era chiarissimo: si vedeva<br />

tutto. C’erano tanti pesci, le palme, gli scogli bianchi e le barche<br />

ormeggiate. Io ero felice di trovarmi lì!<br />

Ignazio: ... quando ho imparato a scrivere.<br />

Chiara: ... il primo giorno di <strong>scuola</strong>, quando abbiamo cominciato<br />

a scrivere.<br />

29


Mi sono commossa anche quando sono andata in Spagna e ho visto<br />

Porto Banus, una città situata vicino al mare azzurro, ricca di palme<br />

piene di noci di cocco. Era uno spettacolo meraviglioso!<br />

Manuela: ... quando per la <strong>prima</strong> volta ho avuto 10 in matematica.<br />

È stata una vera gioia.<br />

Camilla P.: ... quando sono andata in crociera in Croazia e in<br />

Grecia. Quando la nave è partita, ho provato un forte emozione e mi<br />

sono commossa per la contentezza <strong>del</strong>l’esperienza che stavo vivendo in<br />

mezzo al mare.<br />

Alessandro S.: ... quando ho imparato a scrivere in corsivo. Che conquista!<br />

Ho capito che sarebbe cominciata una grande avventura. A me<br />

piace scrivere, perchè posso esprimere i miei desideri... e prendere 10!<br />

Lucia: ... quando ero a Longiano e, mentre cenavo, ascoltavo la<br />

mia maestra che suonava l’arpa. Che bello! Ero stupita e molto contenta.<br />

Serena: ... il primo giorno di <strong>scuola</strong> di quest’anno, quando ho rivisto<br />

la maestra Mirella, le altre maestre e i miei compagni. Sono persone<br />

a cui sono molto affezionata e, rivedendole, mi sono commossa.<br />

Alessandro V.: ... il giorno <strong>del</strong> mio compleanno, quando ho ricevuto<br />

gli auguri dai miei zii e dai miei nonni. Mi hanno regalato una bicicletta<br />

e io mi sono commosso, per il bene che mi hanno dimostrato.<br />

Giulia: … quando ho visto un’eclissi di Luna, a Castelgiorgio. La<br />

luna era bella, bianca e ricoperta in parte dalle nuvole.<br />

Mi sono commossa anche quando ero a Verona, circondata dalle<br />

montagne innevate. Era uno spettacolo di straordianaria bellezza.<br />

Uno si commuove di fronte alla bellezza <strong>del</strong> creato. Il mondo è per<br />

noi ed aspetta che ognuno lo guardi.<br />

Anna M.: … quando i miei genitori sono felici per i regali che io<br />

faccio loro. In genere scrivo dei bigliettini con <strong>del</strong>le frasi affettuose.<br />

L’uomo si commuove di fronte alla gioia provata dalle persone che<br />

ama.<br />

Federico: … quando combino qualche guaio e mio babbo mi perdona.<br />

Egli mi dimostra il suo bene dandomi un bacio o abbracciandomi<br />

forte.<br />

L’esperienza <strong>del</strong> perdono è una <strong>del</strong>le più belle esperienze per<br />

l’uomo.<br />

Caterina: ... di fronte ad una nuova vita. Mi sono commossa, ad<br />

esempio, quando è nato il mio cuginetto. È stato bellissimo!<br />

La nascita di una nuova vita riempie il cuore di stupore. È come<br />

essere davanti a un miracolo.<br />

30


Giorgia: ... quando ho visto ad Oltremare i <strong>del</strong>fini. Mi sono divertita<br />

ad assistere ad uno spettacolo di animali così simpatici che si tuffavano<br />

nel mare. Era proprio bello!<br />

Noi ci commuoviamo di fronte alle cose belle.<br />

Tommaso: ... quando ricevo dei regali da mio babbo. Mi ricordo<br />

che mi sono commosso, quando mi regalò una bellissima stella cometa,<br />

che era tutta luminosa.<br />

Uno si commuove di fronte al bene che riceve. Il gesto di tuo babbo<br />

è segno di questo amore.<br />

Chiara M.: … quando vedo piangere o soffrire una persona a cui<br />

voglio bene. Mio fratello un giorno piangeva perché era caduto dalle<br />

scale e si è fatto male al naso, ed io mi sono commossa a vederlo soffrire.<br />

Anna P.: Io mi sono commossa quando ho saputo che erano nati i<br />

miei fratelli. Non ero più sola ed ero felice.<br />

Beatrice S.: Io mi sono commossa quando i miei genitori mi hanno<br />

regalato la macchina fotografica. Era da tanto che la desideravo! Ora<br />

non la devo più chiedere al mio papà.<br />

Veronica: … quando sono andata in Puglia. Il mare era bellissimo,<br />

chiaro e l’acqua era calda. Mi piaceva fare il bagno.<br />

Costanza: …in Sicilia, quando ho visto i templi dei Greci. Ho fatto<br />

un tuffo nel passato e mi sono stupita <strong>del</strong>la loro grandezza e bellezza.<br />

Bianca: … quando guardo insieme a mia mamma le foto di quando<br />

ero piccola e mi accorgo di essere cambiata. Pensando a quanto<br />

sono cresciuta e al tempo che è trascorso, mi commuovo.<br />

Sofia: … quando rincontro i miei “amici <strong>del</strong> mare”. Quando rivedi<br />

<strong>del</strong>le persone che ami, dopo tanto tempo, ci si commuove per la felicità.<br />

Filippo: … quando incontro degli amici nuovi, come è accaduto il<br />

primo giorno di <strong>scuola</strong>. Mi sono emozionato tanto!<br />

Alessandro: … quando ho cominciato la <strong>scuola</strong> elementare. È iniziata<br />

una grande avventura e il mio cuore si è riempito di emozioni.<br />

Stefano: … quando vedo lo spettacolo dei fuochi d’artificio. Mi<br />

piace molto guardare in alto i bei colori. I fuochi sembrano <strong>del</strong>le stelle<br />

cadenti.<br />

Jasmine: … quando ritorno a Cagliari, la città in cui sono nata. Ho<br />

abitato lì per tanti anni e a volte ho nostalgia <strong>del</strong> sole, <strong>del</strong>la bellezza<br />

<strong>del</strong> mare, dei miei nonni e degli zii. A Cagliari c’è una parte di me.<br />

31


Questa mattina abbiamo capito che...<br />

L’esperienza <strong>del</strong>la commozione nasce dal cuore. Il nostro cuore è<br />

“mosso” dai fatti che succedono. La bellezza <strong>del</strong>la natura, il miracolo<br />

<strong>del</strong>la vita in tutte le sue sfaccettature, l’amicizia, l’amore sono fatti di<br />

fronte ai quali ci si commuove.<br />

Il nostro cuore è come una casa, un mare infinito, un’isola misteriosa<br />

piena di tesori nascosti.<br />

È il cuore che ci guida nelle nostre azioni, è il cuore che riconosce<br />

il bene dal male, è il cuore che si stupisce di fronte alle cose belle e<br />

all’amore ricevuto. Il nostro cuore, infatti, è fatto per la bellezza, la<br />

bontà e la verità.<br />

Il nostro cuore è fatto per essere amato e per amare.<br />

Il cuore è il centro <strong>del</strong> nostro io. (I bambini di seconda)<br />

DAL “PAESE DEI BALOCCHI” AI NOSTRI GIOCHI<br />

Testo: “Sono per strada e un carro, guidato da un omino tutto<br />

burro e miele, si ferma. Il conduttore mi invita a salire per andare<br />

nel Paese dei Balocchi. Lì cominciano le mie avventure”.<br />

Immagina e racconta.<br />

Camminavo per strada e improvvisamente mi si avvicinò un carro<br />

tutto dorato e decorato con dolcetti e caramelle. Le ruote erano di<br />

liquerizia, i sedili di zucchero filato.<br />

Il conduttore <strong>del</strong> carro aveva il volto color panna e vaniglia, i suoi<br />

vestiti erano color argento con <strong>del</strong>le righe brillantate.<br />

Così iniziò la mia avventura.<br />

Questo signore mi disse di lasciare i libri, di marinare la <strong>scuola</strong> e<br />

di andare con lui nel Paese dei Balocchi a divertirmi.<br />

Io, senza pensarci, salii sul carro e quando arrivammo tutto era<br />

meraviglioso, pieno di luci e musiche.<br />

C’erano giostre fantastiche, stelle filanti, dolci e torte per tutti.<br />

Incontrai subito mio cugino Alessandro che era arrivato con un<br />

altro carro e insieme andammo nelle montagne russe e ci divertimmo<br />

molto.<br />

Ad un tratto le mie orecchie diventarono strane, mi guardai allo<br />

specchio e ... avevo le orecchie tutte pelose: mi stavo trasformando in<br />

un ciuchino!<br />

Mi spuntarono le zampe e il muso; era la fine, non avevo scampo!<br />

32


Per fortuna arrivò un carro guidato da una fata e mi accorsi che<br />

quella fata era la maestra Mirella che raccolse tutti i suoi ciuchini e li<br />

riportò a <strong>scuola</strong>.<br />

Per fortuna durante il viaggio ritornammo bambini.<br />

Avevamo tutti capito che non bisogna ascoltare le persone cattive<br />

che ti tentano e che alla mattina è importante andare a <strong>scuola</strong>. (Camilla<br />

B.)<br />

PARLA IL MIO GIOCATTOLO PREFERITO<br />

Com’è?<br />

In quale modo giochi con esso?<br />

Dove lo tieni di solito?<br />

Cosa accade di magico quando giochi con lui?<br />

Ciao, io sono Fantastico Dottor, il gioco di Ale Baravelli.<br />

Io sono un bel giocattolo e sono anche bravo.<br />

Sono fatto di plastica e sono colorato.<br />

Ho dei chiodi ferro.<br />

Sono un po’ noioso perché piango quasi sempre perché Ale mi fa<br />

male quando mi cura.<br />

Sono anche grassottello perché mangio molto.<br />

Alessandro con me gioca in modo corretto perchè non bara mai.<br />

Lui con me gioca così:<br />

<strong>prima</strong> gira la rotellina per scegliere l’organo da estrarre, poi con<br />

la pinzetta che preferisce deve cercare di prenderlo senza toccare il<br />

ferro che si trova sotto.<br />

Deve stare molto attento perché se sbaglia SUONO TUTTO.<br />

Io di solito vivo nel cestone dove ci sono gli altri giocattoli.<br />

Quando gioca con me accade di magico che Ale si sente davvero un<br />

dottore e pensa davvero che io sia il suo paziente.<br />

Io spero di divertirmi con il mio amico Ale per tutta la vita. (Alessandro<br />

B.)<br />

33


NELLA PANCIA DEL PESCECANE<br />

… Ma ormai era tardi! Il mostro lo aveva raggiunto: il mostro,<br />

tirando il fiato a sé, si bevve il povero burattino, come avrebbe bevuto<br />

un uovo di gallina… Intorno a sé c’era da ogni parte un gran buio così<br />

nero e profondo, che gli pareva di essere entrato col capo di un calamaio<br />

pieno di inchiostro. (Carlo Collodi)<br />

Dettato<br />

Pinocchio brancola nel buio quando viene inghiottito dal pescecane.<br />

Quest’esperienza è ciò che accade nella nostra vita, quando incontriamo<br />

<strong>del</strong>le difficoltà e vediamo tutto nero.<br />

A volte anche noi ci sentiamo avvolti dal buio più profondo, proprio<br />

come Pinocchio nella pancia <strong>del</strong> terribile mostro… è come avere<br />

la testa in un calamaio pieno d’inchiostro.<br />

Pinocchio ha paura, non sa più quale sia la strada da percorrere; è<br />

preso dallo sconforto, ma poi, improvvisamente, intravede un lumicino…<br />

è così nasce in lui la speranza.<br />

È la certezza di quel bagliore che illumina lo sguardo <strong>del</strong> burattino<br />

e lo guida per una strada nuova.<br />

34


Pinocchio vede una tavola apparecchiata, una can<strong>del</strong>a dentro una<br />

bottiglia di vetro verde e… Geppetto… È la presenza <strong>del</strong> padre che<br />

offre alla vita di ciascuno la possibilità di fare rifiorire la speranza; è lo<br />

sguardo misericordioso di un padre che ti dà il coraggio di riprendere<br />

il cammino.<br />

È come quando in una note senza stelle improvvisamente compare<br />

la luna, amica e compagna che illumina i nostri passi.<br />

Testo: “Che paura! Vengo inghiottito da un pescecane… così<br />

comincia la mia avventura alla ricerca <strong>del</strong>la salvezza”.<br />

Mi chiamo Gregorio, sono un ragazzo di diciotto anni e mi trovo a<br />

pescare nell’Oceano Pacifico perché sono un appassionato di isole<br />

sperdute e amo l’avventura. Incredibilmente un terribile pescecane mi<br />

inghiotte e in un baleno mi trovo nella sua pancia. Non potete immaginare<br />

quanto era buio lì dentro, ma ad un certo punto si avvicina a me<br />

un pescespada che mi fa capire che vuole uscire anche lui da quella<br />

prigione. Allora, io provo a prendere il pescespada come se fosse un<br />

coltello e cerco di tirarlo su, ma purtroppo è troppo pesante per me,<br />

per fortuna c’è un pesce martello che ha un’idea: “Ora io provo ad<br />

andare a buttare giù due o tre denti di questo terribile mostro che ci ha<br />

imprigionati”.<br />

Ma anche questo tentativo fallisce: i denti <strong>del</strong> pescecane sono troppo<br />

duri. Allora a me viene in mente un’idea e dico: “Aspettiamo che si<br />

addormenti e speriamo che dorma a bocca aperta”. Quando questo<br />

accade, purtroppo la sua bocca è chiusa. Per far sì che l’aprisse<br />

cominciamo a fargli un bel po’ di solletico, così finalmente la sua<br />

bocca si apre e noi riusciamo a scappare. Il pesce martello e il pescespada<br />

iniziano a nuotare veloci, io invece, ho molta paura di nuotare<br />

nell’oceano; allora il pescespada mi dice: “Sali su di me!”. In un batter<br />

d’occhio mi sono ritrovato su una nave, dove mi aspettavano i miei<br />

genitori.<br />

Così è finita la mia avventura. (Gregorio)<br />

Era un bellissimo giorno d’estate: io mi trovavo al mare e mi stavo<br />

preparando per il bagno. Nuotai fino agli scogli e là vidi avvicinarsi<br />

piano piano un pescecane: aveva gli occhi dolci e un aspetto dolorante.<br />

Giunto molto vicino a me, mi accorsi che gli faceva male una pinna.<br />

Io gli chiesi il motivo <strong>del</strong> suo dolore e lui mi rispose che era stato col-<br />

35


pito da qualcosa, forse da una malattia. Gli dissi di aspettare lì, io nel<br />

frattempo sarei andata a cercare aiuto. Tornai a riva e cercai un veterinario.<br />

Il veterinario mi diede una medicina ed io la portai al mio<br />

amico pescecane. Lui, vedendomi, pensò che io ero la sua medicina<br />

così mi inghiottì. Che paura!Mi trovai catapultata nella coda <strong>del</strong><br />

pescecane. Lentamente risalii e mi accorsi che il pescecane aveva una<br />

spina conficcata nella pinna. Gliela tolsi: lui fece un gemito accompagnato<br />

da uno starnuto e mi ributtò fuori. Improvvisamente si accorse<br />

di stare bene, mi ringraziò, mi riportò a riva e ci salutammo. Non<br />

dimenticherò mai quella bellissima avventura. (Lucia)<br />

IL SEGRETO DI PINOCCHIO: BURATTINO O BAMBINO VERO?<br />

Dettato<br />

Pinocchio esclama:- Sono stanco di essere un burattino! Voglio<br />

diventare un bambino vero! La Fata Turchina gli spiega che occorre la<br />

sua libertà, cioè il coraggio di mettersi in gioco e la voglia di inseguire<br />

il suo grande desiderio, per realizzare il suo sogno.<br />

Il segreto di Pinocchio è celato nelle sue affermazioni e nello svelarsi<br />

dei suoi desideri. Solitamente un burattino è fatto per fare il burattino,<br />

così come una matita è fatta per fare la matita...<br />

Per il burattino Pinocchio non è così. Egli nasconde nel cuore un<br />

grande desiderio, che è quello di diventare persona, uomo, bambino<br />

vero. È proprio il cuore, infatti, che ci distingue dalle altre creature e ci<br />

definisce come uomini. Il nostro cuore è ricco di desideri grandi, il<br />

nostro cuore cerca la verità, la felicità, il compimento…<br />

E il cuore di Pinocchio è come il nostro! La sua storia, infatti, testimonia<br />

quello che succede in ognuno di noi ogni giorno: inseguiamo il<br />

bene e sperimentiamo i nostri limiti, cadendo nell’errore; ci rialziamo<br />

e riprendiamo il cammino, guidati sempre dagli stessi desideri, quelli<br />

<strong>del</strong> cuore.<br />

Pinocchio ha un’impronta dentro, un’inquietudine che non lo lascia<br />

tranquillo e un desiderio inesauribile di verità che nessuna sua birichinata<br />

è in grado di fermare.<br />

Il segreto di Pinocchio è nel suo GRANDE DESIDERIO DI DI-<br />

VENTARE UN BAMBINO VERO. Qualcuno gliel’ha messo dentro,<br />

nascondendolo nel suo duro legno; come una sorgente nascosta fra le<br />

rocce, nelle profondità <strong>del</strong>la terra, il desiderio di Pinocchio riemerge<br />

continuamente con forza e con un impeto inesauribile di vita.<br />

36


PINOCCHIO È UN BURATTINO DESTINATO A DIVENTARE<br />

UOMO.<br />

Ed è il suo cuore che lo guida nel suo viaggio e nelle sue avventure!<br />

Carissimo Pinocchio,<br />

ti ringraziamo perché il viaggio che<br />

abbiamo fatto quest’anno in tua compagnia<br />

è stata una grande avventura per ciascuno di<br />

noi.<br />

I bambini <strong>del</strong>le classi seconde.<br />

LABORATORIO<br />

DI TEATRO<br />

Un’avventura così non<br />

potevamo non raccontarla!<br />

37


STORIA<br />

L’uscita didattica effettuata alla Rocca<br />

Malatestiana è stata l’occasione per dare<br />

inizio al nostro percorso di storia.<br />

Un tuffo nel passato... alla Rocca Malatestiana<br />

La Rocca Malatestiana, che ancora oggi possiamo ammirare nel<br />

centro di Cesena, è la terza rocca costruita in questa città. Ci sono voluti<br />

cento anni per costruirla, dal 1380 al 1480, e nel frattempo si sono<br />

succeduti tre “signori”, ma nessuno di loro è riuscito a vedere il compimento<br />

<strong>del</strong>l’opera.<br />

La nostra avventura, alla ricerca <strong>del</strong>le nostre radici, è cominciata<br />

proprio con la scoperta di questa grande costruzione, composta da due<br />

torri.<br />

La torre “femmina”, abitata in passato dai servi e, la torre “maschio”<br />

dimora dei soldati.<br />

Nella torre femmina abbiamo visitato il museo <strong>del</strong>la civiltà contadina.<br />

Abbiamo interrogato le nostre fonti per scoprire le nostre radici…<br />

ecco le nostre domande:<br />

Chi sei?<br />

A chi appartenevi?<br />

Qual è la tua storia?<br />

A cosa servivi?<br />

Ed ora, che ne sarà di te?<br />

38


“Il Prete”<br />

Ciao, mi chiamo “Prete”.<br />

Sono un oggetto <strong>del</strong> 1940 che oggi non si usa più.<br />

Appartenevo ad una signora molto simpatica di nome Mafalda e<br />

alla sua famiglia. Lo so, sembro quasi un “siluro” e sono fatto di<br />

legno. Sono un pò invecchiato nel tempo, perché la famiglia con cui<br />

stavo mi ha utilizzato molto, nelle fredde sere d’inverno.<br />

Facevo un lavoro importantissimo che cominciava nel tardo pomeriggio<br />

dei lunghi inverni.<br />

La signora Mafalda per <strong>prima</strong> cosa poggiava al mio interno uno<br />

scaldino pieno di brace, veniva chiamato “suora”; poi andava a prendere<br />

le lenzuola e le poggiava sopra di me; grazie al calore <strong>del</strong>la<br />

“suora”, le lenzuola riuscivano a raggiungere un bel tepore.<br />

Quando tutti erano pronti per andare a letto, mi liberavano dalle<br />

loro lenzuola e correvano a infilarsi sotto l’imbottita ormai calda;<br />

sapevo che il mio lavoro sarebbe ricominciato il giorno seguente.<br />

Ora, sono solo un “reperto” storico; non servo più!<br />

Sono stato sostituito da un riscaldamento centralizzato, capace di<br />

tener calda tutta la casa e non solo le coperte, ma mi capita spesso di<br />

essere rispolverato per poter raccontare la mia storia: sono una fonte,<br />

una fonte materiale. (testo collettivo)<br />

“Parla un contenitore <strong>del</strong> latte <strong>del</strong> 1940”<br />

Io sono un contenitore <strong>del</strong> latte <strong>del</strong> 1940.<br />

Sono appartenuto al Signor Virgilio, il nonno <strong>del</strong>la maestra<br />

Mirella, che abitava a Bellaria e possedeva una tenuta agricola.<br />

La mia storia è ricca di luoghi, date e persone e sono veramente<br />

tanti i ricordi che riaffiorano nella mia memoria.<br />

Se mi osservate con attenzione, noterete che ho ancora la targhetta<br />

sulla quale sono incisi il nome ed il cognome <strong>del</strong> mio padrone.<br />

Ricordo la laboriosità di Vergilio e la sua preoccupazione di papà<br />

di cinque figli, che dovevano essere educati e nutriti, in un periodo in<br />

cui a casa sua c’era una certa povertà.<br />

Tutte le mattine lui mi prendeva e mi portava in una stalla, dove<br />

c’erano quattro mucche. Quello era uno dei luoghi più caldi, grazie<br />

all’alito degli animali. Virgilio si sedeva su un treppiedi e, con forza e<br />

maestria, mungeva le mucche ad una ad una e il latte scendeva in me.<br />

Io pian piano mi riempivo ed ero contento di poter servire per la colazione<br />

di tutta la sua famiglia. Virgilio, poi, ogni mattina, con la sua<br />

bicicletta mi portava il latteria, dove vendeva il latte in eccedenza.<br />

39


Era grande la soddisfazione che provavo ogni giorno dopo aver<br />

ultimato il mio lavoro! Così mi riposavo contento, appeso ad un gancio<br />

<strong>del</strong>la cucina, coperto con uno straccio bianco e sempre pulito.<br />

Ora abito dalla figlia di Virgilio, la signora Mafalda. La sua operosità<br />

è simile a quella di suo padre. Lei mi ha affidato un altro compito:<br />

sono il portavaso di un bellissimo geranio. La mia vita è stata ed<br />

è tuttora meravigliosa.<br />

40


MATEMATICA<br />

“La scatola magica <strong>del</strong> 100”<br />

Abbiamo costruito una scatola<br />

e dentro vi abbiamo nascosto dieci<br />

mazzi di dieci cannucce ciascuno.<br />

Le nostre amiche cannucce ci<br />

hanno aiutato a contare, attraverso<br />

giochi e scenette che abbiamo fatto<br />

in classe, passando da una decina<br />

all’altra.<br />

Abbiamo imparato a sottrarre<br />

e ad aggiungere decine e unità,<br />

divenendo sempre più veloci nel<br />

calcolo.<br />

“Gli inventori <strong>del</strong> 100”<br />

Abbiamo portato a <strong>scuola</strong> tanti piccoli oggetti: perline, fiammiferi,<br />

cannucce…<br />

Poi li abbiamo raggruppati per dieci e abbiamo formato dieci gruppi.<br />

Abbiamo inventato tante storie piene di fantasia e, manipolando i<br />

nostri oggetti, abbiamo compreso che cos’è il centinaio. È stata una<br />

scoperta importante per tutti noi!<br />

Ecco le nostre storie…<br />

“IL GIORNO DELLE 100 PERLE”<br />

C’erano una volta dieci guerrieri che volevano salvare la loro sorella,<br />

prigioniera di un enorme mostro chiamato Dinosacqua. I dieci guerrieri,<br />

dopo aver attraversato tre deserti e due boschi, erano stanchissimi…<br />

Ma le avventure non erano finite per loro. Un giorno di tempesta,<br />

sedettero su dieci rocce, e per i dieci guerrieri fu una notte da incubo.<br />

Giunta l’alba, i dieci guerrieri arrivarono al lago di Dinosacqua, videro<br />

un castello spaventoso e il più piccolo disse<br />

“È la verità o un film?”. Il fratello grande rispose: “È la realtà”.<br />

Davanti a loro c’era proprio il castello dov’era il mostro Dinosacqua.<br />

Quando i guerrieri entrarono nel castello, c’era un mucchio di scheletri.<br />

Sotto dieci conchiglie c’erano dieci braccialetti fatti da dieci perle<br />

ciascuno. In tutto le perle erano cento. I dieci guerrieri presero i dieci<br />

braccialetti che mandavano cento raggi di luna. Non sapevano che essi<br />

dsarebbero diventati magici, quando c’era la luna piena. Se li misero al<br />

41


polso e i braccialetti brillarono di più.<br />

Arrivarono in fondo al castello e<br />

videro Dinosacqua. Il mostro si arrabbiò<br />

e ruppe il lucchetto magico che lo<br />

faceva respirare fuori dall’acqua.<br />

C’era la luna piena.<br />

I dieci guerrieri avevano dieci<br />

canne, una per uno; presero i braccialetti,<br />

li misero dentro le canne e soffiarono<br />

verso il cuore di Dinosacqua.<br />

Dinosacqua si congelò, diventò un<br />

blocco di ghiaccio e subito affondò. I<br />

dieci guerrieri abbracciarono la loro<br />

sorella. Quel giorno fu chiamato: “Il<br />

giorno <strong>del</strong>le cento perle magiche”.<br />

Lorenzo e Lucia (Lavoro di gruppo)<br />

42<br />

“LA STORIA DELLE 100 STELLE”<br />

C’era una volta un regno lontano chiamato “Regno <strong>del</strong> Firmamento”,<br />

perché al centro c’era una grande stella che dava vita al paese.<br />

Un giorno successe un fatto incredibile, un fatto che tutti aspettavano<br />

da tempo!<br />

Finalmente nacque la figlia <strong>del</strong>la Regina.<br />

Al banchetto invitarono proprio tutti, tranne la strega <strong>del</strong>l’oscurità.<br />

Per questo motivo la strega s’infuriò e si vendicò spegnendo la luce<br />

<strong>del</strong>la grande stella.<br />

Il Re e la Regina cercarono di portare in salvo la principessina perché<br />

dovete sapere che, di lì a poco, tutti si sarebbero addormentati.<br />

I sovrani riuscirono a salvare la bambina abbandonandola nel bosco,<br />

ma non riuscirono a salvare loro stessi e gli abitanti <strong>del</strong> villaggio.<br />

Pochi giorni dopo la trovò una vecchia signora che l’accudì e fece<br />

finta di essere sua nonna.<br />

Passarono gli anni e la principessa diventò grande e compì 18 anni.<br />

Il giorno <strong>del</strong> suo diciottesimo compleanno la vecchia le spiegò tutta<br />

la storia.<br />

Lei le disse che non era sua nonna e che il suo paese era addormentato...<br />

Ad un certo punto la principessa chiese come fare a fermare la strega<br />

e a svegliare i suoi genitori ed i suoi sudditi.


“IL SOLE DAI CENTO MACCHERONI”<br />

C’era una volta un sole di nome Lucente che aveva solo cinque<br />

raggi. Lucente era triste perché desiderava cambiare il suo aspetto:<br />

voleva tanti altri raggi, voleva splendere di più, cambiare il suo nome<br />

e trovarsi un’amica.<br />

Un giorno si svegliò dal suo letto nuvoloso e si accorse che era<br />

diverso: i suoi raggi si erano moltiplicati e vide che sopra avevano dei<br />

maccheroni. Si mise subito a contarli e scoprì che i raggi erano dieci<br />

e che in ogni raggio c’erano dieci maccheroni, insieme erano cento.<br />

Splendeva come cento stelle messe insieme e nel letto con lui c’era una<br />

morbidissima maglietta colorata. Il sole si accorse che tutti i desideri<br />

espressi si erano avverati, infatti sul comodino c’era una lettera e c’era<br />

scritto: “Caro Maccherone Lucente”, il sole già a quelle parole si<br />

accorse di avere un nome diverso.<br />

“Sono passata di corsa stamattina presto; ho pensato che visto che<br />

ti sei comportato bene quest’anno potevo proprio esaudire i tuoi desideri.<br />

Ti voglio bene, continua così e vedrai che un giorno riuscirai a<br />

vedermi! La Fatina Natale”.<br />

Da quel giorno il sole venne chiamato: Maccherone-Lucente e per<br />

sempre fu felice con la sua maglietta di nome “Colorata”. (Eleonora,<br />

Samuele, Martina, Sofia)<br />

43


LABORATORIO DI ARTE<br />

Osservando il cambiamento <strong>del</strong>le stagioni, abbiamo scoperto che la<br />

natura assume colori, luci e forme diverse, ma sempre affascinanti.<br />

Lavorando come Mondrian e Van Gogh, abbiamo rappresentato<br />

l’autunno e la <strong>prima</strong>vera.<br />

LABORATORIO<br />

DI SCIENZE<br />

Il nostro percorso<br />

di Scienze è iniziato<br />

seguendo lo<br />

sguardo di Leonardo<br />

che ci ha accompagnato<br />

nell’osservazione<br />

e nella scoperta<br />

di tutto ciò che ci<br />

circonda.<br />

44


Nell’uscita didattica presso la Quiete<br />

<strong>del</strong> Rio, il contadino Marco ci ha guidato<br />

nella scoperta <strong>del</strong> percorso <strong>del</strong>l’uva.<br />

Abbiamo vissuto in diretta la sua trasformazione<br />

in vino.<br />

Le insegnanti tutor<br />

Mirella Amadori<br />

Monica Mastrandrea<br />

Marina Censoni<br />

Le insegnanti specialiste<br />

Alessandra Mirelli<br />

Elisabetta Bazzocchi<br />

Nadia Marini<br />

45


Classi Terze<br />

“Noi, protagonisti <strong>del</strong> mondo,<br />

in cammino tra passato,<br />

presente e futuro”


NOI PROTAGONISTI DEL MONDO<br />

IN CAMMINO TRA PASSATO, PRESENTE, FUTURO<br />

Il percorso <strong>del</strong>le classi terze di quest’anno scolastico si è posto<br />

come traguardo un importante obiettivo formativo:<br />

prendere coscienza di sé e <strong>del</strong>la realtà attraverso le esperienze,<br />

l’incontro con la storia, le discipline e il rapporto con gli altri.<br />

Per questo abbiamo pensato e vissuto coi bambini esperienze meravigliose<br />

con l’intento di avvicinarli alla verità <strong>del</strong>la storia, alla bellezza<br />

<strong>del</strong>la natura, alla scoperta <strong>del</strong> mondo, in compagnia degli amici di classe.<br />

E tutto è apparso vero, bello e buono… segno di un grande Amore<br />

da cui ci siamo sentiti abbracciati sempre, in ogni occasione vissuta.<br />

PROTAGONISTI DELLA STORIA… IN VIAGGIO AI CAMUNI<br />

Durante il primo quadrimestre, il nostro primo approccio con la storia<br />

è stato un tuffo nel passato dove, per <strong>prima</strong> cosa, abbiamo potuto<br />

toccare con mano e vedere con i nostri occhi ciò che da sempre affascina<br />

e incuriosisce: le nostre origini.<br />

Il tutto è cominciato il 30 settembre, quando per due giorni ci siamo<br />

trasferiti in Valcamonica alla scoperta <strong>del</strong>l’uomo <strong>del</strong>la preistoria, più<br />

precisamente dei Camuni.<br />

È stata una grande risorsa anche per noi insegnanti vedere come i<br />

bambini si sono mostrati entusiasti, attenti, curiosi ed esploratori <strong>del</strong>la<br />

realtà che in modo concreto ed evidente ci ha svelato i segni <strong>del</strong> periodo<br />

Neolitico.<br />

Ritornati a <strong>scuola</strong> è stato sicuramente molto più semplice l’approccio<br />

allo studio: studiare ciò che si è visto e toccato con mano è sicuramente<br />

più appassionante e i contenuti <strong>del</strong> sussidiario sono subito apparsi<br />

familiari e comprensibili!<br />

Il nostro viaggio è partito dialogando con l’archeologo il quale ci<br />

ha mostrato come, studiando le rappresentazioni graffite sulla roccia,<br />

sia riuscito a ricostruire attrezzi e strumenti <strong>del</strong>l’uomo <strong>del</strong> Neolitico.<br />

Ogni incisione porta in serbo segreti e informazioni preziose: nulla<br />

accade per caso!<br />

Così abbiamo scoperto che l’uomo camuno:<br />

scheggiava la selce per fare armi,<br />

costruiva macine per schiacciare semi,<br />

lavorava i metalli e il lino per fare le corde.<br />

49


Per un giorno è stato affascinante trovarsi immersi nel suo villaggio<br />

e sentirsi preistorici: abbiamo come lui lavorato, macinato la farina,<br />

preparato il pane, acceso il fuoco, fuso il metallo e abitato nelle capanne<br />

fatte di frasche, paglia, canne e argilla, sicuramente più “confortevoli”<br />

<strong>del</strong>le grotte!<br />

I nostri bambini ricordano così il loro primo incontro con l’archeologo.<br />

“Al museo abbiamo conosciuto un archeologo che ci ha mostrato<br />

come vivevano gli uomini preistorici: ci ha spiegato come facevano ad<br />

accendere il fuoco, strofinando le pietre, a forare la roccia, a tessere…<br />

A me ha colpito soprattutto vedere come riuscivano a tessere il lino<br />

per fare i vestiti e le coperte.<br />

Utilizzavano uno strano strumento, detto telaio, e si facevano tutto<br />

a mano, non come oggi!<br />

Le sue conquiste sono state faticose ma bellissime!”.<br />

50


Siamo stati davanti ai Sassi, il grande “DIA-<br />

RIO” <strong>del</strong>la preistoria e abbiamo “ascoltato” le<br />

incisioni parlarci <strong>del</strong>la rivoluzione neolitica.<br />

L’uomo camuno era agricoltore: un aratro trainato<br />

dai buoi è il segno di questa scoperta.<br />

Erano guerrieri: si sfidavano usando lance con<br />

punte di ferro.<br />

Erano cacciatori: cacciavano i cervi perché la<br />

natura non offriva più frutti e la valle ne era ricca,<br />

li aspettava nel bosco e li uccideva con pietre e<br />

bastoni.<br />

Tra le cose che più ci hanno colpito sicuramente<br />

ricordiamo il grande senso religioso <strong>del</strong>l’’uomo<br />

camuno. Adorava il sole e lo rappresentava in tanti<br />

modi, alzava le braccia al cielo in senso di preghiera<br />

e ringraziamento. Il sole era considerato un<br />

vero e proprio ponte tra la realtà e il cuore: era<br />

sostegno nella caccia e nella raccolta nei campi.<br />

A percorso concluso abbiamo chiesto ai nostri<br />

bambini che cosa avevano capito <strong>del</strong>l’uomo <strong>del</strong>la<br />

preistoria; le loro risposte sono state preziose e<br />

testimonianza <strong>del</strong>la riuscita <strong>del</strong> nostro intento.<br />

Faticava per vivere.<br />

Pregava e diceva “grazie” agli spiriti per quello che cacciava.<br />

Aveva bisogno di confrontarsi con un dio.<br />

Si stupiva <strong>del</strong> giorno, <strong>del</strong>l’ombra, <strong>del</strong>la pioggia e di tutto ciò che<br />

accadeva intorno a lui e che non si sapeva spiegare.<br />

51


Disegnava le sue “avventure” sulla roccia.<br />

Sapeva costruire tutto: era ingegnoso!<br />

Gli piaceva guardare il sole mentre tramontava e lo adorava come<br />

fosse un dio.<br />

Cercava un luogo sicuro e di sopravvivere in ogni circostanza.<br />

Era più forte, più agile di noi perché non aveva tutte le comodità e<br />

le tecnologie che abbiamo adesso.<br />

Si faceva molte più domande di noi: perché cadono le corna ai<br />

cervi, perché c’è l’ombra sulla montagna?<br />

Anche migliaia di anni fa il cuore <strong>del</strong>l’uomo era aperto alle domande<br />

e alla preghiera.<br />

“La preistoria è un mondo affascinante, carico di mistero, nel<br />

quale la fantasia <strong>del</strong>l’uomo spesso<br />

tende ad addentrarsi senza però riuscire a farlo compiutamente.<br />

L’atavico legame col passato ci spinge a ricercare le nostre origini,<br />

a percorrere a ritroso le tappe <strong>del</strong>la nostra storia ma i ritmi accelerati<br />

<strong>del</strong> duemila non lasciano il tempo di voltarsi indietro”.<br />

(Priuli)<br />

Noi ce l’abbiamo fatta!<br />

PROVIAMO PER UN GIORNO AD ESSERE PREISTORICI<br />

Poco dopo l’esperienza ai Camuni, rientrati a <strong>scuola</strong>, è stato stimolante<br />

ed entusiasmante sentirsi per un giorno preistorici e realizzare con<br />

l’argilla il nostro graffito. Ci siamo, infatti, molto divertiti nel manipolare<br />

creativamente vere e proprie tavolette di das sulle quali abbiamo<br />

poi accuratamente inciso immagini di caccia e di guerra: sono gli aspetti<br />

che ci sono piaciuti di più!<br />

52


NOI PROTAGONISTI… NEL LABORATORIO DI SCIENZE:<br />

LE NOSTRE SCOPERTE<br />

L’affascinante e sconfinato cielo <strong>del</strong>la Valcamonica ci ha portato a<br />

posare il nostro sguardo in alto con occhi completamente diversi e,<br />

come l’uomo preistorico, ci siamo meravigliati e fatti catturare da una<br />

misteriosa palla di fuoco: il Sole.<br />

E proprio qui è iniziato il nostro percorso. Innumerevoli sono state<br />

le nostre domande e le curiosità.<br />

“Cos’è il sole? Un pianeta o una stella?” È fissa o si muove? E la<br />

Terra gira? Come si determinano le stagioni?”.<br />

“Come potremmo vivere senza luce e calore?” Ma soprattutto…<br />

C’è vita senza fuoco?”<br />

Nel cercare di dare risposta ai nostri numerosi interrogativi ci siamo<br />

resi conto che ogni giorno vediamo il fuoco: lo troviamo sotto la pentola<br />

che scalda e cuoce i cibi, nel camino che brucia o nella caldaia che<br />

riscalda le nostre case, nella fiamma <strong>del</strong>la can<strong>del</strong>a che illumina la stanza,<br />

nel filo di metallo incandescente all’interno <strong>del</strong>la lampadina elettrica…<br />

Ma anche nella profondità <strong>del</strong>la Terra, nella lava che fuoriesce dai<br />

vulcani, nei fulmini che attraversano il cielo durante un temporale,<br />

nelle stelle e nel Sole, la nostra preziosa stella che, con la sua luce e il<br />

suo calore, permette la vita a tutti gli esseri viventi.<br />

La luce ci guida e dipinge il mondo con tutti i suoi colori…<br />

Di notte tutto è nero:<br />

il cielo, i giardini, i prati,<br />

il mare che urla e piange,<br />

i boschi profumati.<br />

Ma appena il gallo canta<br />

il sole ritorna fuori<br />

a dipingere il mondo<br />

coi suoi mille colori.<br />

Se la metti in prigione,<br />

non tace la Verità:<br />

a incatenare il sole<br />

chi mai riuscirà?<br />

53


Ci provano le nuvole,<br />

ma il vento la spazza via:<br />

così la Verità<br />

disperde ogni bugia.<br />

54<br />

ALLA SCOPERTA DI<br />

UN’ANTICA TRADIZIONE:<br />

LA FOCARINA<br />

DI SAN GIUSEPPE<br />

Non completamente soddisfatti<br />

<strong>del</strong>le nostre scoperte, vedendo l’immenso<br />

valore <strong>del</strong> fuoco, insostituibile<br />

compagno <strong>del</strong>l’uomo <strong>del</strong>la preistoria,<br />

abbiamo deciso d’interrogare<br />

una fonte orale a noi vicina: i nostri<br />

nonni, per capire se anche ai loro<br />

tempi il fuoco era importante.<br />

Sono venuti a trovarci a <strong>scuola</strong><br />

un sabato mattina e dalle loro testimonianze<br />

abbiamo scoperto un’antica<br />

tradizione: la focarina di San<br />

Giuseppe.


LA NONNA DI ALBERTO RACCONTA…<br />

“La focarina di San Giuseppe era un vero avvenimento per tutte le<br />

famiglie <strong>del</strong> borgo.<br />

I bambini e le bambine, a gruppi, parecchi giorni <strong>prima</strong>, andavano<br />

a cercare la legna: rami secchi, i “sarment” (i tralci <strong>del</strong>le viti potati),<br />

gli aghi di pino, paglia e tutto ciò di inutile che poteva bruciare; si<br />

caricava nella vecchia carriola di legno e si portava al centro <strong>del</strong><br />

campo o <strong>del</strong>l’aia <strong>del</strong>la famiglia più facoltosa. Con i giorni la “moccia”<br />

(la mucchia) cresceva e diventava sempre più alta. Si faceva anche a<br />

gara tra maschi e femmine a chi portava più carriole. Vincevano sempre<br />

le femmine perché avevano più costanza. Finalmente arrivava la<br />

grande sera: la vigilia di san Giuseppe. Dalle varie case semplici, disseminate<br />

lungo la strada, la famiglia usciva: donne, vecchi, bambini,<br />

giovinetti e ragazzine.<br />

Era molto piacevole e bello: tutti avevano un sorriso sulle labbra!<br />

Saluti, manate sulle spalle, grida, risate: “Ohi, cum stet?” (Come stai?).<br />

Ci si stendeva, come un grande girotondo, intorno alla “meda”. Il<br />

più anziano, con i fiammiferi e vari pezzi di carta straccia, accendeva<br />

il fuoco in quattro punti… e… a poco, a poco le fiamme diventavano<br />

sempre più alte e vivide, tra il fumo e “al ludi” (le scintille) che salivano<br />

in alto nel cielo. I volti divenivano rossi per il calore, le ragazze<br />

più giovani urlavano ridendo: “San Iusef, fas cres e pet!” (San Giuseppe<br />

facci crescere il seno).<br />

La “ligrezza” (focarina) era simbolo <strong>del</strong>la nuova luce, <strong>del</strong>la <strong>prima</strong>vera<br />

e doveva allontanare e far dimenticare il grigiore <strong>del</strong>l’inverno.<br />

Pian piano le fiamme si affievolivano e rimaneva la brace.<br />

Le vecchiette più povere con la paletta la raccoglievano e la mettevano<br />

nello “scaldino” per riscaldare poi, a casa, il letto.<br />

I ragazzi più scalmanati cercavano di saltare dalla parte opposta e<br />

qualcuno… si scottava.<br />

Io ero contenta: era una sera diversa, perché si vivevano ore serene,<br />

di amicizia, in compagnia di tutti.<br />

Poi, pian piano, ci si salutava e si ritornava alle proprie case.<br />

Nell’aia rimaneva ancora la brace e un po’ di fumo”.<br />

55


NOI PROTAGONISTI… LA SERA DI SAN GIUSEPPE:<br />

TUTTI INSIEME ATTORNO ALLA FOCARINA<br />

È stato bello rivivere la tradizione <strong>del</strong> falò a casa di Marco. Eravamo<br />

curiosi di sperimentare come si divertivano i nostri bisnonni; è<br />

vero: le cose semplici sono le più belle!<br />

Il girotondo attorno al fuoco è stato un festoso divertimento che si<br />

è concluso con la cena insieme, all’aria aperta. C’erano anche alcuni<br />

nonni che volevano vedere le nostre facce!<br />

E così abbiamo salutato l’arrivo <strong>del</strong>la <strong>prima</strong>vera!<br />

ALLA SCOPERTA DELL’ARCOBALENO…<br />

Stupore e fascino abbiamo provato di fronte a vari fenomeni naturali,<br />

ma in maniera particolare verso quell’arco multicolore: l’ARCO-<br />

BALENO, che sin dai tempi più antichi, ha dato origine a stupendi miti<br />

e leggende.<br />

Vederne uno in cielo è veramente emozionante… ma mai quanto è<br />

stato riuscirlo a creare in classe. Improvvisamente ci siamo sentiti dei<br />

piccoli scienziati e le nostre aule si sono trasformate in veri e propri<br />

piccoli laboratori.<br />

56


DALLE TENEBRE ALLA LUCE:<br />

ALLA SCOPERTA DELL’ARCOBALENO<br />

LABORATORIO DI MUSICA E MOVIMENTO<br />

Il progetto teatro-musica <strong>del</strong>l’anno scolastico 2008-2009 proposto<br />

dal Prof. Roberto Galvani ha avuto come obiettivo quello di intrecciare<br />

fra loro la musica, il canto e l’espressione corporea; la musica è<br />

diventata veicolo di relazione fra i bambini in quanto “protagonisti”<br />

<strong>del</strong>la storia che l’opera musicale scritta per loro dal Prof. Galvani ha<br />

voluto narrare.<br />

“La leggenda <strong>del</strong>l’arcobaleno” ha raccolto in sé importanti temi<br />

educativi quali l’amicizia, il rispetto, la solidarietà, l’ascolto finalizzato<br />

alla comprensione, la capacità di mettersi in gioco.<br />

Il prof. Galvani ha utilizzato le lezioni a sua disposizione per scoprire<br />

i bambini, il loro carattere e la loro diversità e ogni volta la “differenziazione<br />

dei ruoli” è avvenuta fra i bambini che rappresentavano i<br />

colori con il movimento spontaneo <strong>del</strong> corpo e quelli che suonavano gli<br />

strumenti musicali a disposizione (maracas, triangolo, tamburo, ecc…)<br />

per dare un suono ad ogni colore; i suoni, i colori e i gesti che si sono<br />

avvicendati all’interno <strong>del</strong>la storia, hanno avuto una loro identità precisa,<br />

scaturita dalle intuizioni creative dei bambini.<br />

58


È stato entusiasmante assistere al percorso fatto dal maestro insieme<br />

ai bambini per riuscire a scoprire quale ruolo all’interno <strong>del</strong>l’opera<br />

musicale fosse più adatto ad ognuno di loro; durante questo percorso<br />

ricco di emozioni cognitivo-affettive si è <strong>del</strong>ineata l’“unicità” di ogni<br />

bambino.<br />

Per alcuni bambini è emersa la difficoltà di esprimere ed esternare<br />

liberamente i propri sentimenti con la conseguente “ansia” all’idea di<br />

entrare nel personaggio; altri bambini invece hanno caratterialmente<br />

dimostrato più facilità ad immedesimarsi nella parte, a fare proprio il<br />

personaggio e a “diventare personaggio <strong>prima</strong>”. Il Prof. Galvani pur<br />

seguendo il filo conduttore <strong>del</strong>l’opera ha individualizzato il suo intervento<br />

all’interno di ogni classe nel rispetto <strong>del</strong>le particolarità di ogni<br />

bambino per cui a tutti è stata data la possibilità di esprimersi.<br />

I canti appositamente scritti per questa opera hanno reso gioioso e<br />

comunicativo lo spirito di laboratorio teatrale e hanno catturato l’attenzione<br />

dei bambini affascinandoli ulteriormente.<br />

A conclusione di questa forte esperienza, lo spettacolo di rappresentazione<br />

<strong>del</strong>l’opera ha permesso ai genitori di vedere in modo tangibile<br />

l’importante percorso fatto dai bambini e la loro crescita nella<br />

capacità di esprimersi.<br />

59


ESPLORATORI LUNGO IL FIUME:<br />

LA NOSTRA GITA AL FIUME SAVIO<br />

Passando dalla preistoria alla storia abbiamo scoperto che nel<br />

momento in cui l’uomo capì che la vita attorno al fiume era più conveniente<br />

tutto cambiò: l’acqua era una grande risorsa!<br />

Come esploratori abbiamo deciso di andare ad osservare il nostro<br />

fiume Savio; di solito lo vediamo solo dall’alto <strong>del</strong> Ponte Vecchio!<br />

Da vicino è un’altra cosa, soprattutto… uno scrigno pieno di vita!<br />

Dal nostro diario… (testo collettivo)<br />

Lunedì 11 maggio:<br />

Ci stiamo allontanando dalla città, dai rumori, dal mondo <strong>del</strong>le<br />

auto e dei fumi.<br />

Ci incamminiamo in un luogo dove si scoprono <strong>del</strong>le cose solo se<br />

c’è silenzio e teniamo gli occhi aperti: il FIUME.<br />

Padrona è la natura, ma anche nei giardini <strong>del</strong>le case si radunano<br />

varie varietà di piante.<br />

La <strong>prima</strong> che attraversa il nostro sguardo è una pianta di magnolia,<br />

antichissima, primitiva. Una <strong>del</strong>le prime piante con i fiori.<br />

E oggi all’aperto ci poniamo tante domande: “Perché la natura ha<br />

inventato i fiori?”.<br />

Abbiamo imparato che la natura ha due regole fondamentali e tutte<br />

le cose che crea si basano su questi due principi:<br />

il risparmio energetico<br />

la massima diversità.<br />

In natura non esiste la vanità… e allora a cosa servono i fiori?<br />

Sono dei veri e propri ristoranti per le api che attraverso l’impollinazione<br />

daranno origine al maggior numero di semi.<br />

Le nostre domande incominciano a ricevere risposta e profumi<br />

nuovi riempiono le nostri narici.<br />

La fatica e il sole saranno alcuni dei nostri compagni di oggi.<br />

FINALMENTE SCOPRIAMO IL FIUME<br />

Ecco spuntarci il fiume Savio che segue incessantemente il suo<br />

corso naturale fatto di curve e strettoie. Il gracidare <strong>del</strong>le rane e degli<br />

uccellini accompagnano il nostro cammino.<br />

Potenziamo e usiamo altri canali: l’udito e l’olfatto.<br />

Quando c’è un po’ di silenzio TUTTO È DIVERSO!!!<br />

L’unico modo di conoscere la natura è ascoltarla, non parlarci sopra.<br />

61


Eccoci giunti in un vero e proprio prato alluvionale; quando il fiume<br />

straripa, qui arriva l’acqua portando il limo. Sotto i nostri piedi ci<br />

sono svariate varietà di piante… è un parco ricchissimo di biodiversità.<br />

62


ASCOLTANDO IN SILENZIO LA NATURA…<br />

Ho udito gli uccellini, tanti, mi sono sentito rasserenato dal loro<br />

canto.<br />

I passi dei miei amici mi hanno fatto sentire libera e leggera.<br />

Ho ascoltato il fruscio <strong>del</strong>le piante e sono rimasto colpito dal colore<br />

e dal fiore di una pianta.<br />

Il canto degli uccelli mi ha dato allegria. Si stanno preparando<br />

all’arrivo <strong>del</strong>l’Estate.<br />

Il cinguettio mi ha suscitato gioia e allo stesso tempo curiosità perché<br />

non so che uccelli siano.<br />

Ho sentito la differenza tra i rumori <strong>del</strong>la città e i suoni <strong>del</strong>la natura.<br />

Il nostro viaggio continua, nell’aria profumo di menta, stiamo camminando<br />

sopra un prato di erba profumata. Alla nostra sinistra un’immensa<br />

pianta di sambuco: memoria di antichi giochi dei nostri nonni e<br />

di ottimi sciroppi purificatori.<br />

63


LE STAGIONI PROTAGONISTE…<br />

LABORATORIO DI ARTE, IMMAGINE E MUSICA<br />

Sulle note di A. Vivaldi e attraverso l’incontro con i quadri di alcuni<br />

pittori famosi come Van Gogh, Friedrich, Monet e Brueghel, abbiamo<br />

scoperto che anche con i colori e con la musica è possibile descrivere<br />

e raccontare in maniera meravigliosa la bellezza <strong>del</strong>le stagioni<br />

che, alternandosi, cambiano di volta in volta lo scenario naturale, suscitando<br />

intense emozioni in chi le sa osservare con stupore e attenzione.<br />

COLORE E PENNELLI<br />

Muniti di tempere e pennelli siamo diventati degli apprendisti pittori:<br />

con l’aiuto <strong>del</strong>la maestra Susi abbiamo tentato di imitare i quadri<br />

degli artisti famosi.<br />

Abbiamo imparato a creare i colori e le varie tonalità, e sappiamo<br />

utilizzare tecniche diverse per distribuire il colore ottenendo, dal punto<br />

di vista grafico-pittorico, risultati originali e sempre di grande effetto.<br />

64


SUONI E STRUMENTI<br />

Anche l’esperienza di ascolto <strong>del</strong>le Stagioni di A. Vivaldi ci è piaciuta<br />

moltissimo.<br />

Abbiamo imparato a riconoscere il suono di alcuni strumenti musicali<br />

come il violino, il clarinetto, il flauto, i tamburi, il pianoforte e<br />

abbiamo capito che la musica e il ritmo sono in grado di esprimere in<br />

maniera affascinante, come una poesia, la magia di ogni stagione.<br />

Sulle note di Vivaldi abbiamo percepito le caratteristiche <strong>del</strong> paesaggio,<br />

i suoni, i rumori <strong>del</strong>la natura nelle diverse stagioni. È stato sorprendente<br />

sentire ed immaginare, attraverso la melodia di determinati<br />

strumenti musicali, il rumore scrosciante <strong>del</strong>la pioggia che cade piano<br />

e poi forte, il rombo <strong>del</strong> tuono di un temporale, il dolce cinguettio degli<br />

uccellini, il fruscio <strong>del</strong>le chiome degli alberi mossi dal vento, il sibilo<br />

<strong>del</strong>l’aria gelida mentre passa attraverso i rami secchi, il battito dei passi<br />

leggeri ed incerti dei bambini che giocano con lo slittino lungo il sentiero<br />

ghiacciato, l’allegro scoppiettio <strong>del</strong> fuoco acceso dentro le case<br />

per accogliere e riscaldare la<br />

famiglia riunita…<br />

Molte volte abbiamo chiesto<br />

alla maestra Susi di farci ascoltare<br />

questa bellissima musica mentre<br />

dipingevamo i nostri “capolavori”<br />

e per darci l’ispirazione<br />

durante la composizione <strong>del</strong>le<br />

nostre poesie!<br />

TRE LINGUAGGI PROTAGONISTI:<br />

ARTE, POESIA, MUSICA A CONFRONTO<br />

I colori, i suoni, le parole di una poesia sono strumenti meravigliosi<br />

e affascinanti con cui è possibile rapire e raccontare in modo diverso,<br />

ma sorprendentemente armonioso, la bellezza <strong>del</strong>la realtà che continuamente<br />

ci stupisce e ci sorprende.<br />

65


Alcune nostre poesie:<br />

La nebbia<br />

La nebbia è un grande mantello grigio,<br />

che avvolge ogni cosa.<br />

È come un pittore,<br />

che dipinge il paesaggio.<br />

Tutto intorno a me sembra svanito.<br />

mii sento triste e solo<br />

Non vedo niente…<br />

Mi sembra di essermi<br />

smarrito.<br />

Aspetto con ansia che ritorni a brillare il sole splendente.<br />

Nonnino Inverno<br />

Nonnino Inverno,<br />

come fai a far cadere<br />

le stelle di ghiaccio dal cielo?<br />

Sembrano tante farfalline bianche<br />

che ricoprono gli alberi<br />

di fili d’argento.<br />

Chi ti ha insegnato a disegnare<br />

i fiori di gelo sui prati?<br />

Hai un mantello che<br />

nessuno ha,<br />

ricamato con le tue mani,<br />

candido, morbido,<br />

che avvolge ogni cosa.<br />

E io mi tuffo allegramente<br />

nel tappeto d’argento.<br />

È arrivata la <strong>prima</strong>vera<br />

Vento di marzo che soffi leggero<br />

tiepido e dolce come una carezza<br />

fruga nell’erba nuova dei prati,<br />

sveglia i tuoi primi fiori colorati.<br />

Fiore che cresci spontaneo<br />

porgi agli insetti il tuo cuore dorato<br />

e al tiepido sole la tua folta corolla.<br />

Tutto intorno c’è un intenso profumo<br />

e un’aria di meraviglia.<br />

È arrivata la <strong>prima</strong>vera!<br />

66


COM’È BELLO IL MONDO… E COME È GRANDE DIO!<br />

Per tutto l’anno abbiamo studiato, ricercato, indagato la realtà e i<br />

fenomeni meravigliosi che Dio ci ha donato, così come fa ogni scienziato,<br />

ogni storico e in fondo ogni uomo.<br />

Ci siamo resi conto che ogni pezzettino di conoscenza in più ci<br />

rende più vicini e quindi più amici e che a poco, a poco, la realtà ci<br />

svela i suoi segreti e la sua bellezza! Chi può averla messa davanti ai<br />

nostri occhi così perfetta e armoniosa se non un Creatore che ci ama e<br />

ci accompagna?<br />

Tanto ancora aspetta di essere guardato!<br />

Siamo pronti per ricominciare: il mondo ci aspetta!<br />

Arrivederci in quarta!<br />

Le insegnanti tutor<br />

Emanuela Casali<br />

Sara Corbelli<br />

Elena Bravaccini<br />

Le insegnanti specialiste<br />

Ambrosini Susi<br />

Alga Geminiani<br />

Marina Meldoli<br />

Maria Luisa Giunchi<br />

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Classi Quarte<br />

“È bella la strada<br />

per chi cammina”


“È BELLA LA STRADA PER CHI CAMMINA” (C. Chieffo)<br />

La parola chiave <strong>del</strong> nostro progetto è “VIAGGIO”.<br />

Si intraprende un viaggio ogni giorno, quando la ragione incontra il<br />

desiderio di scoprire, di imparare, di conoscere… perché la vita è un<br />

viaggio verso la verità.<br />

Può essere lungo o breve, durare anni o minuti, costare fatica, sudore,<br />

raccogliere polvere o frutti… non importa; una sola cosa lo rende<br />

vero: la chiarezza <strong>del</strong>la meta, tutto il significato <strong>del</strong>l’andare umano,<br />

perché “cammina l’uomo quando sa bene dove andare”.<br />

Abbiamo indicato la strada e l’abbiamo percorsa insieme ai nostri<br />

bambini, rendendoli così protagonisti <strong>del</strong> nostro viaggio in questo<br />

comune “pezzo” di vita.<br />

In CAMMINO verso la META.<br />

Abbiamo riflettuto su queste due parole, introducendole con la lettura<br />

di due diverse storie:<br />

– il viaggio di Sara, senza una meta;<br />

– il viaggio di Martina, verso una meta. Abbiamo poi noi composto<br />

alcuni testi<br />

Che cosa ti fa venire in mente la parola “cammino”? e la parola<br />

“meta”?<br />

Racconta.<br />

“C’era una volta un falegname di nome Vittorio, era povero e viveva<br />

tutto solo in una grotta in mezzo ad un bosco.<br />

Stanco <strong>del</strong>la sua solitudine e di tanta povertà, un giorno decise di<br />

mettersi in cammino. Dopo un lungo cammino, stanco ed affamato,<br />

vide un cespuglio di more, rosse e mature. Si avvicinò e ne raccolse<br />

alcune, quando all’improvviso sentì un rumore. Curioso si fermò e<br />

andò a vedere da dove provenisse, superò il cespuglio e dietro un grosso<br />

albero con suo grande stupore, vide un unicorno ed esclamò “Un<br />

unicorno!”.<br />

Era stupendo, candido come la neve con una criniera folta e bellissima.<br />

Provò a prenderlo e ad accarezzarlo per calmarlo, ma quando lui<br />

si avvicinava, l’unicorno impaurito indietreggiava. Allora Vittorio<br />

prese dalla tasca le more raccolte, gliele diede e l’animale si avvicinò<br />

a lui.<br />

Con un lungo tralcio di salice trovato per terra, lo legò e senza<br />

tanta fatica lo portò nella sua grotta. Era bello stare in compagnia!<br />

Pensò che doveva dargli un nome: “Come lo posso chiamare?” bor-<br />

71


ottava tra sé, poi all’improvviso esclamò:“Katai, sì Katai è proprio<br />

un bel nome!”.<br />

Vittorio trascorse alcuni giorni di pioggia dentro la squallida grotta<br />

insieme a Katai cercando di fare amicizia e costruendo con la legna<br />

raccolta nel bosco, tanti piccoli oggetti, soprattutto tanti piccoli unicorni.<br />

Poi una mattina, svegliandosi molto presto per i crampi allo stomaco<br />

dovuti alla fame, montò in groppa a Katai e decise di partire per<br />

la città.<br />

Una volta arrivato si diresse verso la piazza centrale, gremita di<br />

gente, dalla quale proveniva un gran baccano. Era giorno di mercato<br />

e tutti gli ambulanti esponevano la loro merce urlando per attirare<br />

l’attenzione di eventuali compratori.<br />

Vittorio timoroso tirò fuori da un sacco di juta i suoi oggetti di<br />

legno e… in un baleno si trovò circondato da gente che spingeva per<br />

acquistare i suoi unicorni. Katai era fiero di avere portato fortuna al<br />

suo padrone-amico e insieme decisero che ogni giorno si sarebbero<br />

recati lì e così non avrebbero più patito la fame”.<br />

Sulla strada per il Santuario di Corzano abbiamo camminato e<br />

siamo giunti alla meta. Raccontiamo.<br />

Testi:<br />

Racconta il viaggio più bello che hai fatto<br />

Racconta il viaggio che ti piacerebbe fare<br />

“Fin da piccolo i miei genitori mi hanno portato in giro per<br />

l’Europa: adesso che sono grande vorrei spingermi oltre l’Oceano, in<br />

America.<br />

Ho scelto questa meta perché i viaggi mi portano a pensare a destinazioni<br />

lontanissime e creano in me una voglia grandissima di esplo-<br />

72


are il mondo. Con me porterei la mia famiglia. La cosa che più mi<br />

attrae <strong>del</strong>le terre americane è la natura: il Grand Canyon, le cascate<br />

d’acqua e generalmente i monumenti naturali.<br />

Mi piacerebbe andare in una strada piena di ricchezze americane:<br />

in questo modo mi renderei conto di qual è la differenza fra i nostri<br />

paesaggi e quelli stranieri. Inoltre, vorrei vedere i monumenti artificiali,<br />

come la Statua <strong>del</strong>la Libertà. Vorrei proseguire nella mia avventura<br />

turistica verso il traguardo di conoscere popoli e culture diversi<br />

dalla mia; mi ha sempre affascinato la storia di civiltà avventurose<br />

come gl’Indiani d’America.<br />

Non può mancare in questo mio viaggio immaginario, una tappa<br />

dedicata a ciascun componente <strong>del</strong>la mia famiglia: mia mamma sicuramente<br />

vorrebbe visitare musei e opere artistiche… forse anche qualche<br />

<strong>scuola</strong>; mio babbo certamente vorrebbe frequentare scuole e posti<br />

che si dedicano soprattutto allo studio <strong>del</strong>l’inglese in versione americana;<br />

mia sorella vorrebbe vedere un musical a Broodway, ed io non<br />

potrei mancare l’occasione di vedere una partita dei Lakers, la squadra<br />

che gioca il più bel basket <strong>del</strong> mondo!<br />

73


In viaggio CON LA FANTASIA.<br />

Ci siamo inoltrati in luoghi fantastici, dove tutti vorrebbero andare,<br />

dove “c’è ciò che non c’è”, attraverso letture e immagini.<br />

Testi:<br />

Se per un giorno fossi un gabbiano, volerei…<br />

Entro in un bosco magico e…<br />

“Se io fossi un gabbiano vorrei andare sopra il mare per sentire<br />

quanto è forte il vento di una tempesta e salire tanto in alto fino a toccare<br />

le nuvole e guardare cosa c’è lassù.<br />

Mi piacerebbe volare sopra una città e sbirciare nelle finestre <strong>del</strong>le<br />

case; toccare i grattacieli più alti (perché è una cosa che desidero fare<br />

da molto tempo) e appoggiarmi sul tetto <strong>del</strong> grattacielo di Cesenatico<br />

e da lì spiccherei il volo per il mare aperto verso nuove avventure.<br />

Una volta raggiunto il mare vorrei volare sfiorando l’acqua e saltellare<br />

come le balene.<br />

Vorrei superare qualche barca veloce come il catamarano e raggiungere<br />

posti molto lontani, come la Croazia e sperare che la burrasca<br />

non mi riporti al punto di partenza, perché allora dovrei rifare tutta<br />

la strada dall’inizio”.<br />

CHI VIAGGIA INCONTRA<br />

… E POI RACCONTA<br />

Abbiamo incontrato poeti, pittori, musicisti… che ci hanno raccontato,<br />

attraverso parole, immagini, melodie, il loro viaggio.<br />

Abbiamo raccolto le “tracce” da loro lasciate diventando protagonisti<br />

e raccontando di noi e <strong>del</strong> nostro cammino.<br />

“VIANDANTE SUL MARE DI NEBBIA ” dipinto di Friedrich<br />

L’uomo sta con stupore di fronte al mistero <strong>del</strong>la vita, spesso offuscato<br />

dalla nebbia; eppure, oltre quella nebbia, qualcosa di meraviglioso c’è.<br />

Testi:<br />

La nebbia sparisce ed ecco apparire davanti ai miei occhi…<br />

“Osservando il dipinto di Friedrich mi chiedo che cosa starà guardando<br />

con grande meraviglia il viandante solitario. Così provo ad<br />

immaginare di togliere quella nebbia e… davanti ai miei occhi ecco un<br />

bellissimo paesino di montagna.<br />

In primo piano vedo solo tante rocce grigie, ma verso il centro ci<br />

sono tante casette colorate, piccole e isolate l’una dall’altra.<br />

Al centro c’è una chiesetta molto accogliente, sulla destra un bosco<br />

molto fitto di alberi e nella piazza <strong>del</strong> paese, da una fontana, spuntano<br />

zampilli d’acqua fresca.<br />

74


Ci sono qua e là alcune fattorie con tanti animali e campi coltivati<br />

dove i contadini lavorano la terra.<br />

Questo paesino è ricco di stradine tortuose che portano alle case<br />

degli abitanti.<br />

Sullo sfondo si vedono tante colline arrotondate.<br />

È davvero fantastico!”.<br />

LA NEBBIA<br />

La nebbia fa perdere l’orientamento, fa scomparire i segni <strong>del</strong>la<br />

realtà; occorre non perdere mai di vista la meta.<br />

Quattro immagini d’autore a confronto:<br />

- “Nebbia in città” B. Munari<br />

- “Viandante nella nebbia” S. De Luca<br />

- “Nella nebbia” G. Pascoli<br />

- “Nebbia” I. Calvino<br />

75


“LO CHASSEUR NEL BOSCO” dipinto di Friedrich<br />

La piccola figura <strong>del</strong>l’uomo è sovrastata dall’immensità <strong>del</strong> bosco<br />

che sembra inghiottire chiunque voglia inoltrarsi; quell’uomo sta per<br />

farlo, con passo sicuro.<br />

Testo: Diventa quell’uomo e comincia a camminare: descrivi tutto<br />

ciò che è intorno a te.<br />

“Amo le montagne che sovrastano il mio paese, ma soprattutto<br />

amo il bosco in queste giornate invernali molto fredde.<br />

Salgo lentamente e subito percepisco l’odore <strong>del</strong>la resina. Il bosco<br />

sembra disabitato. Dove sono le marmotte che fischiettavano d’estate?<br />

Dove il tasso, lo scoiattolo, il ghiro?<br />

Non odo alcun rumore, poi all’improvviso un frullo d’ali: è un<br />

merlo che è venuto ad appollaiarsi su un vecchio tronco sradicato. Mi<br />

guarda impaurito, ma non fugge. Proseguo il cammino lungo il ripido<br />

sentiero nevoso, chiazzato qua e là di verde muschio.<br />

I rami hanno riparato dalla neve gli angoli più nascosti <strong>del</strong> bosco,<br />

come un ombrello. A destra e a sinistra ci sono tanti giovani abeti<br />

spruzzati di bianco. Davanti a me osservo quelli più vecchi coi lunghi<br />

tronchi spogli e scuri.<br />

Ora mi trovo in un punto dove il bosco è così folto che non penetra<br />

la luce.<br />

Salgo faticosamente, sudo, mi slaccio la giacca e mi fermo. Sono<br />

attratto da alcune impronte, piccole e appaiate. Di chi saranno?<br />

Vedo sbucare un leprotto che si dà alla fuga saltellando.<br />

Sono felice di averlo incontrato, poi decido di prendere la via <strong>del</strong><br />

ritorno.<br />

Il cielo si è fatto grigio plumbeo e qualche fiocco comincia a cadere.<br />

Apro la bocca per assaggiarne uno: è gelido insapore, ma dissetante”.<br />

76


“FANTASIE WANDERER” il viandante, opera musicale di Schubert.<br />

Nella musica sono rappresentati i passi <strong>del</strong>l’uomo che caratterizzano<br />

la vita; abbiamo ascoltato il brano riconoscendo le varie parti e<br />

abbiamo trasformato quei passi <strong>prima</strong> in note colorate, definendo ciascuno<br />

i colori <strong>del</strong>la propria strada, poi in una danza.<br />

Il fantastico VIAGGIO DI UN FIORE DI LINO<br />

La lettura <strong>del</strong>la fiaba “Il lino” di Andersen ci ha introdotti in un<br />

viaggio meraviglioso, scandito in sei momenti di vita, che terminano<br />

con la stessa frase, per ridestare ogni volta l’attesa: “ora sono felice”.<br />

Testi:<br />

In quale dei sei momenti vorresti che il viaggio si fermasse?<br />

Racconta la storia di una piccola oliva, descrivendo le tappe <strong>del</strong> suo<br />

viaggio.<br />

“Sono una piccola oliva verde e me ne sto tranquilla sul mio carissimo<br />

albero. Quando c’è il vento dondolo, gioco, mi diverto tantissimo.<br />

Un bel giorno mi strappano dall’albero: provo un piccolo dolore e<br />

sono un po’ impaurita.<br />

77


Il giorno seguente mi mettono dentro a contenitori molto grandi<br />

insieme a tanta mie sorelle e lì un pochino mi rilasso. Ma improvvisamente<br />

mi calpestano, mi fanno un male cane. Non ne posso proprio più,<br />

mi sento sfinita!<br />

Quando credo di essere alla fine <strong>del</strong>la mia vita sento che mi mettono<br />

in uno strano contenitore. Ora capisco che quel contenitore è una<br />

bottiglia e sopra, a grandi lettere, c’è scritto: OLIO EXTRA VERGINE<br />

D’OLIVA. Grido: “Che bello! Siamo diventate olio!”.<br />

Più tardi mi portano in un supermercato insieme ad altre bottiglie.<br />

Il giorno seguente mi compra la famiglia Benvenuti. Mi portano a casa<br />

loro e mi friggono : Ahi, che male!<br />

Poi mi mettono sulla verdura, sul pesce e sulla carne: finalmente<br />

un po’ di caldino! Infine versano un po’ di OLIO EXTRA VERGINE DI<br />

OLIVA nella porta perché cigola: che felicità! Anche se è un po’ freddo<br />

il pavimento! Quante emozioni vivo! Sono molto felice di vivere questa<br />

avventura! Ed ora non vedo l’ora di essere mangiata insieme a tutto<br />

quel cibo!”.<br />

In viaggio… VERSO LA GROTTA DI BETLEMME<br />

Lavoro tratto dalla lettura “La storia dei tre alberi” <strong>del</strong>la tradizione<br />

popolare: il primo albero.<br />

Il suo viaggio comincia da un desiderio grande, vero, che non<br />

abbandonerà mai, anche nei momenti più difficili e alla fine lo porterà…<br />

al tesoro.<br />

78


Riflettiamo sulla parola “tesoro”.<br />

Lavoro tratto dal canto “Il vecchio pozzo”: il viaggio dei pastori.<br />

Testo: Tu sei un pastore d’Israele: una notte un angelo ti appare e tu<br />

parti per la grotta; racconta.<br />

“Sono in mezzo ad un prato pieno di erba folta, è verde smeraldo,<br />

appena spuntata dal terreno. Le mie cinque pecorelle sdraiate vicino a<br />

me dormono. Solo una è sveglia, la più piccola, che guarda il cielo. Io<br />

mi sdraio a terra a pancia in su, in cinque minuti mi addormento. La<br />

piccola pecorella però è ancora sveglia.<br />

C’è aria fredda, gelida e il cielo è pieno di stelle che luccicano<br />

come diamanti in mezzo ad un oceano blu. È notte. Ad un certo punto<br />

si sente un canto, un inno così bello che io e le mie pecorelle ci svegliamo<br />

e guardiamo in cielo: sono gli angeli con ali color oro, vesti<br />

color argento e la gialla aureola in testa che luccica nel buio <strong>del</strong>la<br />

notte. Cantano dal profondo <strong>del</strong> loro cuore e dicono di andare a<br />

Betlemme che è nato Gesù.<br />

Io prendo il mio armento: latte, lana, formaggi e parto come hanno<br />

detto gli angeli.<br />

Giunta alla grotta vedo Maria, Giuseppe e Gesù in una mangiatoia,<br />

corro ai loro piedi e mi metto in ginocchio davanti a Lui. Gesù ride e<br />

gioca con i capelli di Maria!<br />

Mi sento in pace e con tanta gioia dentro al cuore, che mi batte fortissimo.<br />

Alla fine metto ai piedini freddi <strong>del</strong> Bambino: latte, formaggi e<br />

un po’ di lana per coprirsi.<br />

Questa notte è davvero silenziosa!<br />

Il VIAGGIO DI ULISSE<br />

La lettura <strong>del</strong> libro “Ulisse e Argo” e l’accenno ai poemi omerici<br />

“L’Iliade” e “L’Odissea” in relazione allo studio <strong>del</strong>la storia greca, ci<br />

hanno affascinato e introdotto nell’avventura di Ulisse.<br />

Abbiamo giocato, cantato, riflettuto sul suo fantastico viaggio,<br />

cogliendo i passi più significativi:<br />

Ulisse ha scelto degli amici;<br />

le ragioni <strong>del</strong> suo viaggio si recuperano nel far memoria;<br />

il suo sguardo è fisso alla meta;<br />

siam fatti “per seguir virtute e conoscenza”.<br />

Testo: tu sei un compagno di Ulisse e gli sei accanto nel suo viaggio:<br />

racconta.<br />

“Bum, bum, bum… era il mio cuore che batteva fortissimo come un<br />

tamburo dentro il mio petto. Timoroso e pauroso per la battaglia imminente<br />

le mie mani sudate, impugnavano la spada e lo scudo… ebbene<br />

79


ero dentro la pancia di un cavallo di legno alto dieci metri posto<br />

davanti alle mura <strong>del</strong>la gloriosa città di Troia. Erano dieci anni che noi<br />

Greci tentavamo invano di espugnare la città senza successo. Troia era<br />

formidabile, invulnerabile nessuno l’aveva mai sconfitta.<br />

La sera precedente il mio comandante Ulisse si era diretto verso la<br />

nostra pattuglia per scegliere i soldati più forti, più valorosi, più temerari.<br />

Io ero fra loro, vista la mia grande esperienza, il mio coraggio e<br />

le vittorie ottenute.<br />

Provavo grande ammirazione per Ulisse, per le sue capacità, la sua<br />

intelligenza e la sua umanità: un grande uomo insomma!<br />

Bastava un suo sguardo di rassicurazione e mi sentivo un soldato<br />

invincibile, un uomo senza paura…<br />

E così quando, dentro il cavallo, urlò: “Tutti fuori, distruggete e<br />

conquistate la città!”, noi soldati ci calammo con le corde dalla pancia<br />

<strong>del</strong> cavallo che si trovava dentro le mura <strong>del</strong>la città di Troia.<br />

Mi si presentò una città dormiente, visto che era notte fonda, e noi<br />

soldati incominciammo la conquista.<br />

I soldati troiani, sorpresi e disorientati vennero annientati in poco<br />

tempo. Sporco di sangue <strong>del</strong> nemico, stanco, ansimante per la fatica di<br />

una guerra lunga dieci anni, sentivo forte il bisogno di ritornare a casa<br />

dalla mia famiglia: questo superava ogni difficoltà e moltiplicava le<br />

mie energie.<br />

La città era in fiamme, avevamo conquistato Troia.<br />

I Greci trionfarono ed io finalmente avrei potuto riabbracciare i<br />

miei cari”.<br />

80


CHICCHI DI CASE il favoloso viaggio di Alfonso Sgabuzzino<br />

Per introdurci al testo descrittivo <strong>del</strong>la casa, abbiamo utilizzato il<br />

viaggio di uno scrittore che ci ha portato a scoprire le case più impensabili<br />

e che forse ciascuno ha in fondo al cuore (Casa dei libri, Casa<br />

dalle mille e una porta, Casa da sogno, Casa di seta, Casa dei matti,<br />

Casa camaleonte, Castello di sabbia…).<br />

Testi:<br />

Dalla lettura “Chicchi di case”; immagina di entrare in una di quelle<br />

case: racconta;<br />

Inventa la casa dei tuoi sogni, descrivila, poi regalala ad Alfonso<br />

Sgabuzzino da inserire nel suo viaggio;<br />

Descrivo in modo simpatico la mia casa.<br />

“Mi ritrovo all’improvviso in una casetta tutta morbida. Non c’è<br />

nessuno. Passeggio un po’ lì dentro, vedo un grazioso lettuccio, è tutto<br />

morbido. Non riesco a capire di cosa sia fatto tutto questo. Sento un<br />

battito di ali. Mi spavento e così mi nascondo sotto al letto. Una farfalla<br />

entra e si siede sopra una sedia strana. Un trono! A un certo<br />

punto inizia a cercare qualcosa. Sto in silenzio, aspettando che la farfalla<br />

si giri per andare via, scappare. Ecco, lo sapevo, mi ha trovato.<br />

Uffa! Le chiedo chi sia e lei mi risponde in modo regale che è la farfalla<br />

regina. La farfalla Cloette. Io mi presento e dico che sono una<br />

bambina di nome Camilla. Le chiedo anche come ha fatto a trovarmi.<br />

Lei mi risponde che nella sua casetta di seta si vedono le impronte di<br />

chi passa. Così, dopo aver chiacchierato, diventiamo amiche. A un<br />

certo punto sento una voce chiamare Cloette e mi nascondo dietro di<br />

lei, dietro alle sue ali luccicanti e bellissime. Quella voce è di una farfallina<br />

che non dice “Cloette” ma “mamma”. Questo vuol dire che<br />

Cloette ha una figlia. La figlia le chiede se può venire a giocare con lei.<br />

Cloette va dicendomi che tornerà fra poco. Io intanto sono da sola e<br />

approfitto per osservare la casa. Ci sono tre stanze: il bagno, dove si<br />

truccano e si fanno belle le farfalle, una sala con cuscini rosa e azzurri<br />

morbidissimi e alla fine c’è la cameretta da letto. Il letto ha <strong>del</strong>le<br />

coperte fatte con foglie di ciliegio; è tutto così bello! Poi mi chiedo una<br />

cosa: ma la cucina dov’è? Dove mangiano le farfalle? Finalmente<br />

ritorna Cloette, così le faccio quella domanda (dove mangiano le farfalle?);<br />

lei non mi risponde e dice che mi devo stendere sul letto e chiudere<br />

gli occhi. Sento una voce, non è quella di Cloette. È di mia<br />

mamma che mi chiama perché devo andare a <strong>scuola</strong>. La Casa di seta<br />

è bellissima, però ho ancora una domanda in sospeso: dove mangiano<br />

le farfalle?”.<br />

81


IL VIAGGIO DELLA CROCE<br />

Lavoro tratto dal libro “La storia dei tre alberi”: il terzo albero,<br />

quello che diventerà una croce, la Croce di Gesù.<br />

Riflettiamo sulla parola “desiderio”.<br />

Lavoro tratto dalla poesia “La Tua Croce” di A. Tisselli: tra il legno<br />

verde, che è Dio e il legno secco, che siamo noi, c’è il legno <strong>del</strong>la Croce<br />

che ci salva.<br />

Letture tratte dal libro “La simpatia di Gesù”: i personaggi <strong>del</strong>la<br />

Passione.<br />

OCCORREVA CHE NASCESSI… io: una persona in cammino<br />

verso la Verità.<br />

Partendo dalla poesia “Occorreva che nascessi” di G. Laureano,<br />

abbiamo riflettuto sul valore <strong>del</strong>la vita di ogni persona, osservando noi<br />

e gli altri e soffermandoci sul volto e sullo sguardo.<br />

Testi:<br />

Quel sorriso ti è rimasto nel cuore… racconta.<br />

Descriviti usando tre immagini che in qualche modo ti assomigliano:<br />

una cosa, un animale, un ambiente.<br />

Descrivi la faccia più bella o più brutta che tu abbia mai visto.<br />

“Un sorriso che non ho mai smesso di ricordare è quello di C. C.<br />

Siamo diventate molto amiche perché è stato il sorriso l’uno <strong>del</strong>l’altra<br />

che ci ha colpito… Ci siamo conosciute alla <strong>scuola</strong> materna, sbattendo<br />

la testa l’una con l’altra, da quel momento abbiamo iniziato a frequentarci.<br />

Il suo inconfondibile viso presenta: una bocca sorridente<br />

che brilla come milioni di stelle; labbra sottili di un color rosa scuro;<br />

il naso è a patata e un po’schiacciato; degli occhi… non si capisce mai<br />

il colore, a volte sono verdi, ma anche azzurri e a volte anche verde<br />

82


acqua. I suoi capelli sono di un color marroncino e sembrano liane che<br />

scendono fino a metà schiena. Le sue guance sono di un “rossino<br />

rosa”, che molte volte arrossiscono per la timidezza; ha il doppio<br />

mento, ma a me non fa differenza. Alle sue piccole orecchie non sfugge<br />

niente! La Caty, tutte noi compagne la chiamiamo così, è una persona<br />

troppo allegra per essere triste, e se è triste è perché c’è qualcosa<br />

di veramente grave, oppure perché sua sorella la sta torturando!<br />

Cerca sempre di trovare il lato positivo <strong>del</strong>le cose e non si tira mai<br />

indietro. Il suo viso mi fa ricordare le cose belle <strong>del</strong>la vita; e quando<br />

sono triste per lei questo è un problema da risolvere così mi fa ridere<br />

e subito il mio morale ritorna a dieci. È gentile, simpatica e forte… ed<br />

è questo che esprime il suo viso!!!”.<br />

L’incontro col poeta Gianfranco Lauretano ci ha accompagnati nel<br />

FANTASTICO MONDO DELLA POESIA; con una bacchetta magica<br />

fatta di rime, suoni, metafore, paragoni, personificazioni… ci abbiamo<br />

provato anche noi e ci siamo sentiti “poeti”.<br />

Testi poetici:<br />

83


Primavera è…<br />

Amico mio caro…<br />

La notte è…<br />

La notte è…<br />

La notte è vestita di nero,<br />

come un mantello,<br />

che avvolge metà mondo,<br />

stati è città,<br />

avvolge tutti,<br />

belli e brutti,<br />

anche i papà!<br />

La notte è vestita di nero,<br />

e un gatto nero,<br />

che passa per la strada,<br />

se lo guardi,<br />

porta sfortuna.<br />

La notte è vestita di nero,<br />

e segue il sole,<br />

gli sta vicino,<br />

staccata di un pelino!<br />

L’amicizia è…<br />

L’amicizia è come un palloncino<br />

da riempire d’amore.<br />

L’amicizia è come un fiore<br />

che per sbocciare<br />

ha bisogno di calore.<br />

L’amicizia è come un fuoco<br />

che riscalda l’anima.<br />

L’amicizia è come il sole<br />

che illumina la vita.<br />

L’amicizia è come una strada<br />

che ti porta verso il cielo.<br />

Amica mia cara<br />

Tu che mi sei sempre stata vicina<br />

che ti facevi solo per me piccina<br />

solo tu riuscivi a farmi rallegrare<br />

84


e ogni giorno insieme a te potevo giocare<br />

perché tu come una farfalla<br />

mi rendevi una stella<br />

Pum pum faceva il mio cuore<br />

e tic – tac passavano le ore<br />

intanto io ti guardavo e sognavo;<br />

a te solo al mondo<br />

avrei detto il mio segreto profondo.<br />

MARCO POLO: un grande viaggiatore.<br />

Nel laboratorio di lettura le avventure di Marco Polo ci hanno condotti<br />

a scoprire nuovi mondi<br />

Il VIAGGIO DI SAN PAOLO<br />

La presentazione e la lettura <strong>del</strong> dipinto “Vocazione di san Paolo”<br />

di Caravaggio ci ha introdotti alla conoscenza <strong>del</strong>la vita di Paolo, <strong>del</strong>la<br />

sua conversione che lo ha condotto nel mondo a raccontare di Gesù e<br />

ci ha portati a riflettere sulla “missione” che ciascuno di noi deve oggi<br />

compiere.<br />

Tre canti hanno accompagnato e allietato tutto questo nostro percorso:<br />

“La strada” di C. Chieffo, “Kossa liba” canto africano, “Viaggerò<br />

per Te” canto <strong>del</strong> grest.<br />

In viaggio verso il nostro desiderio di SCOPRIRE, IMPARA-<br />

RE, CONOSCERE… i nostri laboratori.<br />

Chimica in cucina<br />

Siamo andati alla scoperta <strong>del</strong>le sostanze di uso quotidiano, <strong>del</strong>le<br />

loro proprietà ed interazioni. Dall’osservazione<br />

all’esplorazione sensoriale, discutendo<br />

insieme.<br />

85


Il meraviglioso mondo dei decompositori<br />

Come si trasforma la materia? Perché? Un’incalzante sequenza di<br />

esperimenti alla scoperta <strong>del</strong> mondo dei decompositori, con particolare<br />

attenzione al ciclo vitale dei leviti.<br />

A <strong>scuola</strong> di cucina<br />

Con l’aiuto dei cuochi <strong>del</strong>la Scuola di Ristorazione <strong>del</strong>la Romagna<br />

abbiamo degustato cibi preparati da noi con la curiosità e il piacere e di<br />

scoprirci grandi chef!!<br />

86


Uscita alla stamperia Pascucci di<br />

Gambettola<br />

Continuando il percorso alla scoperta<br />

di noi stessi e <strong>del</strong>le nostre radici, abbiamo<br />

verificato che il passato di ognuno è contenuto<br />

anche in una memoria collettiva.<br />

Laboratorio di Movimento<br />

Sonoro<br />

Con il Maestro Galvani abbiamo<br />

voluto rendere esperienza<br />

il connubio tra suono e movimento<br />

<strong>del</strong> corpo.<br />

Uscita didattica alle saline di Cervia<br />

Abbiamo compreso quale sia stata l’importanza <strong>del</strong> sale per la città<br />

di Cervia, visitando l’antica salina a conduzione artigianale Camillone:<br />

gli strumenti e gli antichi metodi di raccolta <strong>del</strong> sale.<br />

Le insegnanti tutor<br />

Vania Pederiva<br />

Piraccini Cristina<br />

Tisselli Simona<br />

Monica Boschetti<br />

Le insegnanti specialiste<br />

Nadia Marini<br />

Marina Meldoli<br />

87


Classi Quinte<br />

“Grandi viaggiatori<br />

tra la bellezza <strong>del</strong>la realtà<br />

e i desideri <strong>del</strong> cuore”


La strada percorsa dalle insegnanti e dai bambini in questo ultimo<br />

anno di <strong>scuola</strong> <strong>prima</strong>ria è stata <strong>del</strong>ineata come risposta ai precisi interrogativi<br />

che le maestre si sono poste nella programmazione iniziale:<br />

“Che cosa desideriamo, noi insegnanti, per i nostri bambini? Qual è il<br />

percorso più significativo per la loro crescita, anche in vista <strong>del</strong> “salto”<br />

che tra breve compiranno nella <strong>scuola</strong> secondaria?”. Così è iniziata la<br />

nostra avventura, il nostro viaggio tra bellezza e desideri.<br />

Il titolo <strong>del</strong> progetto annuale riassume tutti gli elementi importanti<br />

<strong>del</strong> percorso:<br />

“GRANDI VIAGGIATORI TRA LE BELLEZZE DELLA REALTÀ<br />

E I DESIDERI DEL CUORE”<br />

91


Tutte le discipline sono entrate in gioco, con modalità e tempi<br />

diversi, ma con gli stessi fini: imparare a guardare e a vedere lasciandosi<br />

attrarre da tutti i particolari <strong>del</strong>la realtà e imparare a individuare<br />

nella propria esperienza le tappe di crescita che portano alla conoscenza<br />

di sé in un cammino condiviso.<br />

Stupore<br />

L’azzurro infinito <strong>del</strong> giorno<br />

è come una seta ben tesa<br />

ma sulla serena distesa<br />

la luna già pensa al ritorno.<br />

Lo stagno risplende. Si tace<br />

La rana. Ma guizza un bagliore<br />

d’acceso smeraldo, di brace<br />

azzurra: il martin pescatore.<br />

E non sono triste. Ma sono<br />

stupito se guardo il giardino.<br />

Stupito di che? Non mi sono<br />

Sentito mai tanto bambino.<br />

G. Gozzano<br />

Il mondo: che meraviglia!<br />

92


Dopo aver letto la poesia “Stupore” di G. Gozzano, descrivi un momento<br />

in cui tu sei stato colpito dalla bellezza e hai provato stupore.<br />

• All’inizio di settembre io, la mia famiglia e dei miei amici abbiamo<br />

trascorso qualche giorno a Pozza di Fassa, nelle Dolomiti. Il sabato<br />

abbiamo fatto una gita che comprendeva una ferrata, cioè un sentiero<br />

difficile lungo il quale bisogna arrampicarsi con l’aiuto di corde<br />

di ferro, chiodi e gradini. Io e mio fratello Giovanni eravamo legati al<br />

babbo. La ferrata portava in cima a un monte che si chiama Roda di<br />

Vael. La salita è stata impegnativa e lunga, ma mi ha dato soddisfazione.<br />

Bisognava stare molto attenti perché il sentiero era scivoloso e<br />

ci si doveva fermare tutte le volte che si incontravano persone che<br />

scendevano. Sulla cima c’era una grande croce di ferro piena di sassi.<br />

Il paesaggio che si vedeva da lassù era spettacolare: si ammirava tutta<br />

la valle con le sue case, gli orti, le strade, il fiume e i boschi. Dall’altra<br />

parte si estendeva un grande campo da golf e si distingueva un lago<br />

circondato da alberi, il lago di Carezza. Ogni tanto spuntava il sole che<br />

illuminava il paesaggio. Di fronte a tanta bellezza ho provato felicità,<br />

stupore e soddisfazione. Ho ringraziato i miei genitori perché mi hanno<br />

fatto fare questa bellissima esperienza. Soprattutto ho ringraziato Dio<br />

perché ha creato le montagne e paesaggi affascinanti.<br />

• Tra tutte le meraviglie che ho potuto notare durante questo periodo<br />

estivo, ce n’è una che mi ha particolarmente sbalordito, ed è costituita<br />

da un incantevole fenomeno naturale che avviene molto raramente:<br />

l’eclissi di luna.<br />

Questa estate con i miei genitori ho trascorso una vacanza indimenticabile<br />

in Calabria.<br />

Durante la sosta a Matera, mentre passeggiavamo lungo il centro<br />

cittadino ho notato la piazza principale gremita di gente che scrutava<br />

e immortalava quella sconfinata volta celeste, dove si intravedeva la<br />

luna che stava per essere coperta da un altro corpo celeste.<br />

Quando ci siamo fermati davanti ad una balconata ho ammirato un<br />

panorama notturno spettacolare che rappresentava il centro storico di<br />

Matera, illuminato da lampioncini dai quali usciva una luce fioca che<br />

rendevano ancora più suggestivo quel momento, già eccezionale, che<br />

mi ha tanto colpito ed emozionato.<br />

Osservare quel bagliore argenteo che lentamente si oscurava, mi<br />

ha lasciato di stucco, e con occhi incantati rivolti verso il cielo, sono<br />

rimasto a contemplare quello spettacolo mozzafiato e meraviglioso,<br />

perché era la <strong>prima</strong> volta che potevo assistere ad un fenomeno naturale<br />

<strong>del</strong> genere.<br />

93


Durante questo momento così unico, quando la luna si è eclissata,<br />

ho provato stupore, perché non credevo che la natura fosse in grado di<br />

offrire eventi così straordinari da far rimanere con gli occhi puntati<br />

verso il cielo migliaia di persone.<br />

Quando sono rientrato in albergo ero esausto, ma ho ringraziato<br />

Dio per avermi fatto trascorrere una giornata così emozionante e<br />

gioiosa, insieme ai miei genitori.<br />

• Mi ricordo di aver provato stupore quando sono andata nel parco<br />

nazionale di Yosemite a vedere le sequoie. È ovvio che ho provato stupore,<br />

perché questi sono alberi giganti; quando sono arrivata in questo<br />

parco, ho visto una sequoia caduta, aveva 3200 anni e le ho fatto<br />

una foto; quando l’ho vista ho scoperto che l’albero era piu’ grande di<br />

me!!!<br />

Le sequoie di Yosemite si trovano nella localita’ di Mariposa Grove,<br />

e sono circondate da altri alberi, come il Cedro d’Incenso e il Pino<br />

Rosso. Nonostante questi alberi siano grandissimi, la sequoia è veramente<br />

gigantesca. La più grande che io ho visto si chiama Grizzly<br />

Giant, ogni ramo sembrava un altro albero.<br />

Mi è piaciuto molto andarci e spero di tornarci ancora.<br />

• Cara maestra, ho riletto la poesia “Stupore” e mi sono accorto<br />

che anch’io molte volte ho provato le stesse sensazioni <strong>del</strong> poeta, ed<br />

un’esperienza, in particolare, te la voglio raccontare.<br />

Era il mio decimo compleanno, eravamo sul monte Pincio, una<br />

montagna collegata col monte che sovrasta Perticara (l’Aquilone). Ero<br />

in compagnia dei miei amici: Matte, Franci, Gio, Lori (l’altro festeggiato)<br />

i miei genitori e le loro famiglie. Avevamo organizzato la giornata<br />

con un pranzo insieme nel bosco alla “capanna di Tonino”. Questa<br />

casetta è bellissima, si trova all’interno di un castagneto, è piccola,<br />

fatta di sassi, un tempo veniva usata come ripostiglio per gli attrezzi<br />

e le castagne; non più usata era crollata. Da qualche anno il cugino<br />

di mio babbo, Tonino, l’ha ristrutturata e l’ha resa un luogo perfetto<br />

per le “sbraciolate” fra amici. Nel pomeriggio siamo saliti quasi sulla<br />

vetta <strong>del</strong> monte: volevamo provare a far volare gli aquiloni che ci avevano<br />

regalato, ma non c’era vento sufficiente. Noi bambini abbiamo<br />

iniziato a catturare dei grilli che cantavano spensierati nel prato. Poi<br />

i nostri genitori hanno richiamato la nostra attenzione… che spettacolo!<br />

Da quel punto si vedeva tutta la riviera romagnola, da Riccione a<br />

Ravenna. Il cielo era così limpido che si vedeva l’orizzonte, quella<br />

linea che divide il cielo dal mare, il mare e la terra, i sogni dalla<br />

realtà…<br />

94


Eravamo in quattro e tutti siamo rimasti a bocca aperta.<br />

Provavo un senso di libertà infinito, mi veniva voglia di lanciarmi<br />

come un uccello e tuffarmi in mare per poi risalire volando sulla cima<br />

<strong>del</strong> monte.<br />

Mi è rimasto nel cuore quel paesaggio, guardandolo ho pensato:<br />

“Dio è proprio buono se crea queste cose meravigliose per noi, suoi<br />

figli, e ce le mette a disposizione”.<br />

• Ero in montagna per godermi una settimana di vacanza e di gioia<br />

insieme alla mia famiglia e ai miei amici. Un giorno andammo in macchina<br />

a vedere uno spettacolo davvero straordinario, più suggestivo di<br />

quelli che si vedono a teatro. Dopo aver fatto una passeggiata costeggiando<br />

un ruscello, giungemmo di fronte alle Cascate di Nardis. I miei<br />

occhi si incantavano davanti a tanta bellezza e, mentre mille spruzzi mi<br />

rinfrescavano il viso, io stavo con il naso all’insù per ammirare la<br />

caduta <strong>del</strong>l’acqua dalla cima <strong>del</strong>la montagna. Che rumore! Che fragore!<br />

Le mie orecchie erano tutto un frastuono. Giocai con le mie amiche,<br />

feci <strong>del</strong>le gare con il mio fratello Matteo: chi riusciva a tenere i<br />

piedi più a lungo nell’acqua gelata che scorreva fra le rocce, avrebbe<br />

vinto. Mi sembrava ancora di sentire le punte dei miei piedi intorpidite<br />

e ghiacciate! Mi divertii a saltare fra un sasso e l’altro e mi mantenni<br />

bene in equilibrio, mentre una mia amica cadde nell’acqua e si<br />

inzuppò tutta; un’altra ebbe il coraggio di fare il bagno di sua spontanea<br />

volontà. Cantammo insieme,seduti su <strong>del</strong>le rocce vicine, ed eravamo<br />

felici di essere in quel posto. Le montagne ci circondavano come un<br />

abbraccio, le cascate sembravano parlarci <strong>del</strong>la loro grandezza e<br />

potenza con quell’assordante rumoreggiare <strong>del</strong>le acque in continua<br />

caduta e noi rispondevamo con la nostra voce e con i canti, per esprimere<br />

la gratitudine nei confronti <strong>del</strong>la bellezza che si presentava ai<br />

nostri occhi. La mattina trascorse velocemente e presto giunse il<br />

momento di tornare in albergo. Prima di salutare le cascate, che sentivo<br />

come amiche, mi fermai un attimo e provai stupore nel guardarle,<br />

per tutta la loro meraviglia. Mi chiesi: - Perché non posso portarle con<br />

me? Chi le ha create? Perché si trovano qui? Forse perché io possa<br />

accorgermi <strong>del</strong>la loro bellezza? Pensai per un po’… mi dispiaceva<br />

allontanarmi da quelle cascate. Ero rimasta colpita, perché non avevo<br />

mai visto così da vicino quello spettacolo naturale. Ero stupita, meravigliata,<br />

e pian piano quelle cascate entrarono in me, nel silenzio <strong>del</strong><br />

mio cuore con tutto il loro fragore. Ho ancora un bellissimo ricordo di<br />

esse e davanti ai miei occhi un dipinto incantevole pieno di colori. In<br />

me entrò la musica <strong>del</strong>l’acqua che cadeva e quel suono si incise nel<br />

mio cuore.<br />

95


• Che momento meraviglioso quando sono arrivato al Contrin!<br />

A luglio sono andato in vacanza in montagna con i miei genitori e<br />

mio fratello.<br />

Un giorno abbiamo deciso di fare un’escursione fino al rifugio<br />

Contrin.<br />

La passeggiata partiva con una ripida salita in mezzo al bosco: che<br />

fatica! Avevo quasi voglia di tornare indietro.<br />

Poi siamo arrivati in cima alla montagna ed il sentiero si perdeva<br />

lungo un prato pieno di mucche e cavalli al pascolo.<br />

Le cime <strong>del</strong>le montagne intorno a noi troneggiavano sulla valle.<br />

Arrivati al primo rifugio il babbo ci ha proposto di arrivare al rifugio<br />

successivo: il Contrin, in cima ad un monte che si stagliava proprio di<br />

fronte a noi. Ero molto stanco, ma l’alternativa era rimanere solo nel<br />

rifugio, in mezzo alle mucche. Quindi sono partito ed ho proseguito la<br />

passeggiata. La salita era durissima, ma ormai la voglia di arrivare in<br />

cima alla montagna era troppo forte.<br />

Ad un certo punto, dietro una curva ci è apparso il Contrin. La<br />

nostra meta era raggiunta!<br />

Il rifugio era in mezzo ad una conca circondata da montagne, le<br />

rocce avevano sostituito il bosco, ed il mio cuore stanco si apriva alla<br />

gioia.<br />

Che stupore trovarmi in mezzo alle montagne, con l’aria limpida ed<br />

il cielo più azzurro <strong>del</strong> mare!<br />

Nel mio cuore rimarrà per sempre la gioia <strong>del</strong>la conquista <strong>del</strong>la<br />

meta e lo stupore per questo meraviglioso spettacolo che Dio ci ha<br />

donato.<br />

• Durante la scorsa estate sono stato in vacanza in Austria con la<br />

mia famiglia. Abbiamo visitato la Carinzia, che è una regione ricca di<br />

colline e di laghetti.<br />

Ci sono anche castelli e fortezze, spesso situati sulla cima <strong>del</strong>le colline.<br />

È stato proprio in una di queste fortezze che ho visto lo spettacolo<br />

più bello <strong>del</strong>la mia vita. Lì venivano allevati e addestrati uccelli rapaci<br />

come l’aquila reale, il gufo <strong>del</strong>le nevi e l’aquila di mare, quella con<br />

la testa bianca che è il simbolo degli Stati Uniti.<br />

I falconieri lasciavano liberi gli uccelli che quasi sempre tornavano<br />

a posarsi sul loro braccio coperto da un guantone di cuoio e ricevevano<br />

per premio un pezzetto di carne cruda. Ma un’aquila e un falco<br />

sono volati via molto lontano. Sarebbero ritornati presto a casa, perché<br />

questi uccelli non cambiano mai il loro nido.<br />

96


All’improvviso abbiamo visto comparire un puntino nel cielo sopra<br />

di noi e il falconiere spiegò che si trattava di un’aquila reale partita<br />

due giorni <strong>prima</strong> che ora tornava a casa. Prese allora un pezzo di<br />

carne, lo legò ad una corda e lo agitò sul prato per attirarlo. Dopo<br />

qualche giro con le ali tutte spiegate, l’aquila le chiuse di colpo e<br />

venne giù in picchiata, veloce come un missile e, quando fu ad un metro<br />

da terra, spalancò le ali. Per un istante che sembrò lunghissimo, si<br />

fermò sospesa nell’aria senza che si sentisse alcun suono. Mostrò gli<br />

artigli aperti per afferrare la preda e in quel momento il resto <strong>del</strong><br />

mondo mi sembrò scomparire di fronte a quell’essere così perfetto e<br />

potente, maestoso e quasi magico. Quante cose meravigliose doveva<br />

aver visto nei suoi voli nel cielo, e come sapeva giocare con l’aria!<br />

Mentre io pensavo a questo, l’aquila afferrò la preda e la colpì<br />

forte col suo becco giallo e, forse, in quel momento, anche lei si sentiva<br />

felice come me.<br />

• Io ho una passione per i cani, e adesso racconterò il momento in<br />

cui ho ricevuto Neve, la mia cagnolina.<br />

Il 5 Dicembre <strong>del</strong> 2006 io e la mia famiglia eravamo per il fine settimana<br />

a L’Aquila con una nostra amica. Saliti in macchina siamo<br />

andati al casello <strong>del</strong>l’ autostrada dove lì ci aspettava Franco, il signore<br />

che allevava e vendeva i cani di razza barboncino.<br />

Mi diede Neve in braccio e ci mettemmo in viaggio. Pensai che<br />

Neve sembrava molto impaurita perché non ci conosceva ed era triste<br />

perché non era più con la sua mamma e i suoi fratelli. Neve era piccola,<br />

aveva solo due mesi ed era bianca come un fiocco di neve con due<br />

occhietti neri e molto espressivi.<br />

Durante il viaggio cercai di consolarla facendole molte carezze e<br />

quando arrivammo a casa, Neve si mise dentro la cuccia che avevamo<br />

preparato per lei. In quel momento ho provat, tanto stupore, tanta felicità<br />

e tanta gioia, perché finalmente avevo un cane tutto mio come<br />

desideravo da tempo.<br />

Nel cuore mi è rimasto lo sguardo tenero di Neve quando mi ha<br />

guardata per la <strong>prima</strong> volta.<br />

• Quando ho visto qualcosa di veramente bello ero a Sicurtà, un<br />

parco grandissimo.<br />

C’era l’erba verde acceso che sembrava un tappeto e il cielo era<br />

terso e azzurro intenso. Al centro <strong>del</strong> parco c’era un laghetto coi pesci,<br />

e vicino c’erano dei fiori rossi, gialli, lilla e fucsia e dentro al laghetto<br />

c’erano <strong>del</strong>le ninfee. Se guardavi vicino a te trovavi un “recinto” di fiori,<br />

ho provato gioia e libertà nella vita. Ho provato stupore anche quan-<br />

97


do sono andata a Ortisei. Mentre facevamo una passeggiata, all’andata<br />

abbiamo visto alcuni cavalli selvaggi che non avevano padrone.<br />

Al ritorno una signora ci ha fermato e ci ha detto che poco più in<br />

là c’erano le marmotte. Esse non erano per niente spaventate, ma incuriosite;<br />

erano due cuccioli:<br />

uno era più grassottello, l’altro era più magro e lungo (questo però<br />

era più spaventato).<br />

Ho provato stupore qundo ho visto che non avevano paura.<br />

Ho provato stupore anche quando sono andata a Piscinas in Sardegna.<br />

Lì era deserto: c’erano cinque case, la maggior parte abbandonate.<br />

Quando siamo arrivati, l’hotel era circondato da “montagne”<br />

di sabbia. Li sopra c’erano i gigli selvatici; sulle dune ci abitavano i<br />

cervi, alla sera ne abbiamo visto uno e se andavi sulle dune trovavi i<br />

resti <strong>del</strong> loro mangiare le impronte e le tane. In riva al mare si trovavano<br />

<strong>del</strong>le conchiglie enormi e di grosso spessore, erano grandi quasi<br />

come una mano! Di fronte a tutte queste cose ho provato stupore!<br />

Nel cuore mi sono rimaste tante emozioni e il desiderio di tornare.<br />

• Un giorno ero in macchina col mio babbo e osservavo le nuvole.<br />

Stava arrivando brutto tempo e una parte <strong>del</strong>le nuvole era scura, mentre<br />

le altre erano bianch. Le nuvole bianche mi sembravano draghi e<br />

guerrieri, quella grossa e nera mi sembrava un uomo cattivo che stava<br />

trasformando il cielo da bianco a nero. Ho provato molta tensione, e<br />

più l’uomo nero avanzava, più paura avevo. Poi si mise a piovere, e<br />

draghi e guerrieri venivano sottomessi dall’uomo cattivo che diventava<br />

sempre più grande, e lo spazio <strong>del</strong> cielo sempre più piccolo. A quel<br />

punto mi sentii spacciato… quando all’improvviso sbucò il sole, proprio<br />

nel bel mezzo <strong>del</strong>l’uomo nero che cominciava a sparire. Questa v<br />

volta era lui a diventare piccolo, mentre il cielo diventava grande.<br />

La cosa che mi ha impressionato di più è stato l’uomo nero che<br />

diventava sempre più grande.<br />

Mi ricordo anche di quest’estate quando ero al mare con la mia<br />

famiglia. Io e il mio babbo nuotavamo fino agli scogli. Dato che siamo<br />

stati al mare tre settimane, ci siamo andati molte volte. Un giorno<br />

c’erano due bandiere rosse e quando siamo arrivati vicino agli scogli<br />

abbiamo visto <strong>del</strong>le onde alte più di quattro metri. Ci siamo presi paura<br />

e ce ne siamo andati al più presto. La cosa che mi ha stupito di più<br />

sono state quelle onde gigantesche: non ne avevo mai viste di così<br />

grosse, una ci aveva quasi travolto. Quella fu un’avventura indimenticabile!<br />

Voglio raccontare anche un’altra avventura vissuta quest’estate<br />

dai miei nonni a Selvapiana. Siamo andati con la mia famiglia per tre<br />

98


giorni. Il secondo giorno abbaiamo deciso di andare a fare una passeggiata<br />

sul Monte Comero. La mia sorellina era troppo piccola e restò<br />

coi nonni, mentre io, mio babbo e la mia mamma partimmo. Camminammo<br />

circa un’ora e mezza. Durante la passeggiata vidi tutto il<br />

paesaggio, mi resi conto che eravamo veramente molto in alto e ne fui<br />

stupito tantissimo!<br />

• Cinque anni fa, quando io avevo solo cinque anni appena compiuti<br />

è successo ciò che sto per raccontarvi.<br />

Un giorno, quando sono tornato dall’asilo, a casa c’era mia sorella<br />

Isabel appena nata e io, in quel momento, provai molto stupore.<br />

Entrai nella stanza e corsi ad abbracciare mia mamma Simona, poi<br />

guardai mia sorella. Mi ricordai <strong>del</strong> sogno che avevo fatto la notte<br />

<strong>prima</strong>: ero solo, spaventato e correvo lungo dei corridoi. All’ improvviso<br />

raggiunsi una stanza, dove c’era un bellissimo albero di Natale ed<br />

un fuoco acceso nel camino. Non c’era nessuno, quindi impaurito mi<br />

misi a piangere, poi mi ritrovai nella mansarda di casa e vidi un angelo…<br />

lui mi disse: “domani nascerà la tua sorellina, ricordati di amarla<br />

sempre”. Io gli risposi: “Va bene”.<br />

L’ Angelo mi guardò un’ ultima volta e poi scomparve.<br />

La mia sorellina “mi guardò” con gli occhi chiusi e io la baciai;<br />

quell’attimo mi parve lunghissimo.<br />

Infine cominciai a giocare vicino a lei, senza fare rumore e la<br />

nonna Isabella mi confessò che la notte <strong>prima</strong> aveva fatto un sogno<br />

quasi uguale al mio.<br />

Da allora non ho mai dimenticato il bel sogno e la faccina <strong>del</strong>la<br />

splendida Isabel che “beveva il latte” dalla mamma.<br />

• Ricordo con nostalgia quest’estate quando sono andata a San<br />

Virgilio di Marebbe, un paesino di montagna, con i miei genitori e<br />

alcuni amici. Loro alloggiavano nell’albergo “La Stoa”, mentre noi<br />

eravamo in camper. Avevamo parcheggiato in un’area di sosta. Appena<br />

arrivata mi sono precipitata fuori per osservare il paesaggio. Ho visto<br />

una staccionata e mi sono avviata verso quella direzione. Era bassa,<br />

marrone e fatta di legno. Mi sono sporta per guardare cosa c’era e…<br />

ho visto dei bellissimi monti, attraversati da seggiovie e ai piedi<br />

c’erano <strong>del</strong>le minuscole casine, con negozi, hotel, ristoranti, una chiesa…<br />

Ho provato una sensazione di fresco, pulito e mi sentivo come un’<br />

aquila nel cielo. Quando guardavo in basso vedevo dei triangoli.Mi è<br />

piaciuto anche quando sono salita sulla seggiovia. Sono passata sopra<br />

acase, prati e stradine. Una volta sulla cima ho percorso un sentiero.<br />

99


È stato faticoso perché era in salita, ma alla fine ne è valsa la pena perché<br />

siamo arrivati davanti ad un ghiacciaio. Era attraversato da un<br />

ruscello con <strong>del</strong>l’acqua gelida che toccandola ti faceva venire la pelle<br />

d’oca. Mi sono rimaste nel cuore le altezze <strong>del</strong>le montagne che potevi<br />

ammirare e i paesaggi intorno. Mi ha sbalordito il “mondo”, che sembra<br />

grande ma, visto dall’alto, ha altre proporzioni. Questo panorama<br />

mi ha trasmesso quiete e tranquillità.<br />

ITALIANO, LABORATORIO DI TEATRO, ARTE, ASTRONOMIA<br />

Partendo dalla lettura fatta in classe de “Il Piccolo Principe”, abbiamo<br />

iniziato il percorso legato ai desideri che ci stanno più a cuore: desiderio<br />

di compagnia, di felicità, di conoscere, partendo dai quali i bambini<br />

sono stati chiamati a muoversi in <strong>prima</strong> persona nel racconto, nella<br />

descrizione, nel testo e nel laboratorio teatrale condotto da Roberto<br />

Fabbri. Attraverso questo percorso i bambini hanno riscoperto e gustato<br />

maggiormente l’importanza <strong>del</strong>l’amicizia che sorregge e conforta<br />

nelle difficoltà. L’Open Day, momento conclusivo <strong>del</strong> laboratorio teatrale,<br />

ha permesso ad ogni alunno di trovare uno spazio che valorizzasse<br />

il proprio io all’interno di un lavoro condiviso.<br />

Nella <strong>prima</strong> parte <strong>del</strong>l’anno è stato proposto ai bambini lo studio<br />

<strong>del</strong>l’astronomia, affrontata in modo semplice ma affascinante. In arte<br />

gli alunni, guidati dall’insegnante, hanno interpretato in modo personale<br />

e creativo gli argomenti studiati in geografia astronomica, utiliz-<br />

100


zando diverse tecniche pittoriche. Il percorso proposto è stato intenso e<br />

a tratti faticoso, testimoniato da documentazioni precise, ma sempre<br />

sotto la guida <strong>del</strong>la realtà che ci offre la possibilità di scoprire, indagare,<br />

riconoscere e seguire ciò che c’è di buono e bello per ognuno.<br />

È passata un’ altra estate, siamo arrivati all’ ultimo anno di <strong>scuola</strong><br />

elementare. Quali sono i tuoi desideri per questo anno? In che<br />

modo la <strong>scuola</strong> può aiutarti a essere felice?<br />

Uno dei miei desideri è di rimanere amico per tutto questo anno e<br />

anche per i prossimi anni di <strong>scuola</strong> media con Giovanni e Leone (che<br />

molto probabilmente rimarranno nella mia <strong>scuola</strong>) e anche con Lorenzo<br />

R. e Lorenzo B. Un altro mio desiderio è di poter continuare la<br />

<strong>scuola</strong> media con il maggior numero possibile di amici <strong>del</strong>la mia classe.<br />

Se così non fosse, mi auguro, forse invano, di trovare amici come<br />

ho ora anche alle scuole medie.<br />

Vorrei anche diventare più amico di Gabriel, rispetto a come lo<br />

sono stato negli anni precedenti e andare d’ accordo con tutti i miei<br />

cari compagni. In questi anni la <strong>scuola</strong> mi ha reso felice facendomi<br />

conoscere tanti nuovi amici. Inoltre mi ha reso felice perché mi ha insegnato<br />

tante cose interessanti e sicuramente me ne insegnerà ancora<br />

moltissime. Sono felice perché, secondo me, ho avuto le due migliori<br />

maestre di Cesena: la maestra Enrica e la maestra Fabiola e altrettanto<br />

brave sono state la Lilli e Nadia, le mie insegnanti di ginnastica<br />

e inglese. Spero che le mie maestre con me e con i miei compagni si<br />

siano trovate bene e non siano diventate pazze! A volte alcuni bambini<br />

le hanno fatte arrabbiare e le hanno prese in giro, ma loro hanno continuato<br />

ugualmente ad aiutarci. Grazie a tutte!<br />

• Sono stati quattro anni molto duri, ma in un certo senso anche<br />

molto semplici. Ora che siamo arrivati al quinto ed ultimo anno mi<br />

aspetto di essere sempre più brava e sincera.<br />

I miei desideri sono molti, ma ce ne sono alcuni che mi stanno particolarmente<br />

a cuore: il primo è quello che i bambini nuovi <strong>del</strong>le classi<br />

prime e <strong>del</strong>le altre classi si trovino bene in questa <strong>scuola</strong>, soprattutto<br />

Patrizia che è arrivata quest’anno nella nostra classe e che fino a<br />

questo momento si è trovata bene; il secondo desiderio è che mi possa<br />

trovare bene con i compagni; il terzo è quello di poter lavorare bene,<br />

il quarto è quello di affezionarmi sempre più alla mia amica Blanca,<br />

perchè con lei mi trovo benissimo e spero che questa amicizia vada<br />

avanti per sempre. L’ultimo desiderio è che la maestra Fabiola si trovi<br />

bene con la nostra classe. La <strong>scuola</strong> può aiutarmi ad essere felice con<br />

la compagnia dei compagni e <strong>del</strong>la maestra.<br />

101


In arte sto realizzando bellissime opere che verranno esposte in<br />

palestra, insieme a quelle dei miei compagni, il giorno <strong>del</strong>l’Open Day.<br />

Spiego quali soggetti sono rappresentati, con quali tecniche ho realizzato<br />

i miei disegni e quali sentimenti suscitano in me.<br />

• Quest’anno in arte ho realizzato molte opere che verranno esposte<br />

in palestra per l’Open Day. Il disegno che a me è piaciuto di più è<br />

stato “Icaro”, la riproduzione <strong>del</strong> quadro di Matisse. È stata l’opera<br />

che abbiamo curato maggiormente. A differenza degli altri disegni,<br />

Icaro era solo da colorare perché la sagoma era già stata fotocopiata<br />

sul foglio; a me disegnare a mano libera non riesce molto bene. L’ho<br />

colorata a matita evidenziando il punto che era stato realizzato nel centro<br />

<strong>del</strong> corpo di Icaro e che andava colorato di rosso perché è il cuore<br />

<strong>del</strong>l’uomo, dove sono racchiusi i nostri desideri. Ho usato una tonalità<br />

<strong>del</strong> colore <strong>del</strong> fuoco. Il corpo l’ho colorato di nero, semplicemente a<br />

matita. Le stelle di giallo, però gli ho steso attorno un po’ di porporina<br />

rossa per evidenziare la luce che emanano. Il cielo è di un blu molto<br />

intenso. Invece che colorare normalmente mi sono inventato una cosa:<br />

attorno a Icaro ho colorato di arancione un’aura a zig zag e per me la<br />

maestra Carla mi ha premiato proprio per questo particolare. Eseguire<br />

queste opere mi ha insegnato che se mi invento qualcosa di originale,<br />

posso ottenere buoni risultati ed essere molto soddisfatto <strong>del</strong> mio operato.<br />

• Il secondo disegno, svolto in classe, s’intitolava: “Il sole”. La gigantesca<br />

palla di fuoco che ci riscalda e ci irradia di energia è la nostra<br />

stella. La sua conoscenza l’abbiamo approfondita in astronomia.<br />

Per eseguire la mia opera ho dato un lieve ritocco al disegno eseguito<br />

con la matita con l’acquerello e ho dipinto il sole creando una<br />

luce molto evidente e luminosa con un’aurea dardeggiante come frecce<br />

di fuoco. Lo sfondo l’ho realizzato con un color celeste molto tenue.<br />

102


Alla fine ero soddisfatto <strong>del</strong>la mia opera, ma purtroppo si è lievemente<br />

rovinata, perché accidentalmente vi ho rovesciato sopra <strong>del</strong>l’acqua.<br />

• In arte ho colorato e realizzato dei disegni come quello che raffigura<br />

Icaro, il sole, la stella e le galassie. Quello che rappresenta la<br />

galassia per me è stato il più bello e divertente da fare, perché non ho<br />

usato le solite matite colorate ma il vinavil e le tempere. Mentre facevo<br />

questo disegno mi sentivo una stella che girava tutt’intorno come se ballasse.<br />

Per <strong>prima</strong> cosa ho preso un cartoncino, poi sopra ad esso ho disegnato,<br />

con il vinavil, una galassia. Sono partita dal centro andando in<br />

diagonale, perché doveva prendere una forma ovale, e attorno <strong>del</strong>le stelle,<br />

che io ho rappresentato con dei pallini in rilievo. Ho aspettato una<br />

settimana, perché si doveva asciugare, poi l’ho colorata con colori accesi<br />

ma anche sfumati. È stato molto divertente farlo e anche colorarlo.<br />

• L’opera che mi ha colpito di più è stata l’“Icaro” di Matisse. Il<br />

pittore ha rappresentato un uomo in modo semplice e stilizzato dipinto<br />

di nero; al centro spicca un pallino rosso: il cuore. Attorno ci sono stel-<br />

103


le di varie dimensioni e di forma irregolare. Sono tutte gialle e contrastano<br />

con il blu intenso <strong>del</strong> cielo. Io ho realizzato questo dipinto con la<br />

tecnica <strong>del</strong> puntinismo. È stato necessario un grande lavoro e tanta<br />

pazienza soprattutto per colorare il cielo. Mi sono resa conto di quanto<br />

fosse grande, di quanto fosse bello e lieve. L’aria ho pensato che<br />

potesse passare tra un puntino e l’altro. Mi è piaciuto dipingere il cielo<br />

con i puntini, perché fra i minuscoli spazi vuoti c’è quella parte di cielo<br />

che nessun pittore può rappresentare per la sua immensità. Le stelle<br />

gialle, invece, sembrano fiori che decorano la volta celeste. La cosa<br />

più bella che ho colorato però, è stato il cuore rosso: il punto centrale<br />

<strong>del</strong> dipinto. Quel cuore rappresenta il cuore di ogni uomo che deside-<br />

104


a la felicità. Anch’ io desidero cose grandi,desidero cose belle e, mentre<br />

facevo questo disegno, ho pensato che fosse un modo per esprimere<br />

quello che ho nel cuore: io voglio essere felice!<br />

105


Nel libro “Il Piccolo<br />

Principe” si parla<br />

<strong>del</strong>la rosa. Il Principe<br />

ne è responsabile perchè<br />

le vuole bene: è il<br />

suo amico.<br />

E tu, di chi ti senti<br />

responsabile? A chi<br />

vuoi bene? Di chi sei<br />

amico?<br />

• Io voglio molto<br />

bene a tutte le mie amiche, ma in particolare a una mia amica di nome<br />

Alice. Ci siamo conosciute al compleanno di una nostra amica e poi a<br />

ginnastica artistica. Alice ha un anno in più di me, però questa differenza<br />

per noi non conta molto perché l’età non è importante ma è il<br />

cuore che conta: se sei gentile, simpatica, generosa… Alice è venuta<br />

un giorno a casa mia e ha anche dormito da me. Quest’Estate siamo<br />

andate al mare insieme! Io, Alice e Martina abbiamo creato un diario<br />

con le foto che mostrano le giornate trascorse insieme. Abbiamo preso<br />

un mio vecchio diario e lo abbiamo riempito di foto, di scritte e di racconti.<br />

Adesso si trova a casa di Martina e circa ogni mese ce lo passiamo.<br />

Non vedo l’ora che sia oggi pomeriggio per incontrarla a ginnastica<br />

artistica. Sono molto affezionata a lei e abbiamo anche (quasi)<br />

gli stessi gusti. Entrambe possediamo un cane e due sorelle che hanno<br />

fatto il battesimo insieme. Mi ricordo che una volta, lei e Martina ci<br />

siamo recate a casa di Alice e ci siamo fatte i gavettoni. Dopo però<br />

c’eravamo bagnate tutte e così Alice ci ha dovuto prestare dei suoi<br />

vestiti. Quando mi trovo con lei mi sento felice e protetta. Le voglio<br />

molto bene!!!<br />

• Come il Piccolo Principe<br />

si sente responsabile <strong>del</strong> fiore,<br />

io mi sento responsabile di Agostino.<br />

La nostra amicizia è nata<br />

per la passione verso la stessa<br />

squadra: l’Inter.<br />

Da quel momento io e Ago<br />

abbiamo scoperto che avevamo<br />

molte altre cose in comune, ad<br />

106


esempio le poesie. Mi ricordo quando in terza abbiamo fatto una gita<br />

al mare, e io e lui rimanevamo indietro per osservare il mare e inventarci<br />

<strong>del</strong>le nuove poesie. In quarta io e Ago volevamo rafforzare la<br />

nostra amicizia, e abbiamo deciso che potevamo fare uno sport in<br />

comune: il rugby. Il rugby per noi non era solo uno sport, ma come una<br />

colla che ci teneva più uniti. Adesso siamo in quinta e intendiamo<br />

rafforzare la nostra amicizia ancora di più e così per sempre.<br />

“Quali sono i tuoi baobab? C’è qualcuno che ti aiuta a superare<br />

i tuoi difetti, accanto al quale ti senti più felice?”<br />

• Quando sono andata in montagna mi sono accorta di una cosa:<br />

non ero molto brava a camminare, cioè sì, so camminare, ma per me le<br />

gite in montagna sono troppo lunghe, non riesco sempre a camminare<br />

molto, però sono belle! Quindi faccio escursioni, però facendo un po’<br />

di pause.<br />

La seconda volta che ho trovato un mio“baobab” ero a casa di<br />

Blanca e dovevamo fare gli involtini, ed io non ero esageratamente<br />

brava, ma neanche una frana: vorrei soltanto migliorare.<br />

Un’altra volta ero nella palestra <strong>del</strong>la <strong>scuola</strong> e ho notato che giocando<br />

a pallavolo non ero molto sciolta, quindi anche qui vorrei solo<br />

migliorare un po’, perchè mi piace questo sport e quindi ci voglio provare.<br />

La quarta volta che mi sono accorta di un mio “baobab” ero a<br />

danza e stavo facendo le spaccate, ma non toccavo terra come alcune<br />

<strong>del</strong>le mie compagne. Così vorrei riprovarci e riuscirci. Un po’ di allenamento<br />

mi farebbe bene!<br />

In questi momenti c’è stato qualcuno che mi ha aiutata: sì, tutti!<br />

“A volte siamo chiamati a<br />

salutare <strong>del</strong>le persone amiche,<br />

le vediamo partire e noi le<br />

dobbiamo lasciare andare:<br />

proprio come l’aviatore deve<br />

salutare il Principe”.<br />

È capitata anche a te questa<br />

esperienza? Quando? Con<br />

chi? Racconta.<br />

107


• A volte siamo chiamati a salutare <strong>del</strong>le persone a cui siamo affezionati.<br />

A me è accaduto quest’ estate quando ho salutato mia sorella<br />

Beatrice che partiva per la Germania.<br />

Quel giorno mi sentivo turbato ed avevo la sensazione che non<br />

l’avrei più rivista.<br />

All’aeroporto le ho dato un bacio e l’ho stretta in un abbraccio fortissimo,<br />

e quando l’aereo è decollato stavo quasi per piangere: ero<br />

molto dispiaciuto. Beatrice quando è arrivata in Germania è stata<br />

ospitata da una famiglia gentilissima. Durante il giorno lavorava in un<br />

bar e quando poteva visitava alcune città (ha visto anche lo stadio <strong>del</strong><br />

Bayer Monaco!).<br />

Dopo tre settimane, finalmente è ritornata. Io con la mia famiglia<br />

e la nonna siamo andati a prenderla in aeroporto. Eravamo tutti emozionati,<br />

e quando l’abbiamo vista, le siamo corsi incontro e l’abbiamo<br />

abbracciata forte. La mamma, a pranzo, per farle festa, aveva preparato<br />

<strong>del</strong>le cose buonissime. Mia sorella ha portato regali a tutti quanti.<br />

Io ho ricevuto un pallone <strong>del</strong> Bayer Monaco ed una matita che ho<br />

regalato alla maestra. Alle altre due sorelle Beatrice ha regalato <strong>del</strong>le<br />

ballerine verdi, viola, gialle e degli orecchini. Non ricordo cosa ha<br />

portato alla mamma, al babbo e al mio fratello maggiore. Grazie alla<br />

mia sorellona ho riconquistato la felicità.<br />

• L’aviatore deve salutare il Piccolo Principe per farlo ritornare al<br />

suo pianeta. Questa cosa è successa anche a me.<br />

L’anno scorso, negli ultimi giorni di <strong>scuola</strong>, Chiara ci ha detto che<br />

ad Agosto sarebbe partita per Londra e ci sarebbe rimasta per cinque<br />

anni. Noi, all’inizio, non ci abbiamo creduto pensando che fosse uno<br />

scherzo ma, più tardi, ci disse che non era uno scherzo, che era la<br />

verità. Verso l’inizio di Agosto, Chiara, organizzò un “pigiama party”<br />

per salutarci <strong>prima</strong> di partire. Ci divertimmo un sacco a mangiare<br />

“schifezze”, a vedere film, a chiacchierare e a giocare. Ma ci divertimmo<br />

soprattutto a darci un punto di incontro e un orario per “vederci”<br />

la notte senza farci scoprire. Quando cercavamo di sveglire Chiara<br />

lei iniziava a parlar nel sonno dicendo: “No, voglio restare qui a<br />

Cesena, non voglio andare via...”. La mattina ci svegliammo presto da<br />

sole e Blanca ci disse che era rimasta sveglia fino alle quattro di notte.<br />

Conoscevo Chiara da sette anni ed eravamo buone Amiche fin dall’asilo<br />

e adesso un po’ mi manca, ma ci teniamo in contatto attraverso le<br />

e-mail. Ci ha invitate a Londra per andarla a trovare.<br />

Chiara era una chiacchierona nata, era anche simpatica, socievole,<br />

solare, fantasiosa e viveva 24 ore su 24 nel suo mondo. Certe volte<br />

108


era un piacere averla accanto, altre non era molto piacevole, se devo<br />

dire la verità.<br />

Però era fatta così e noi non ci potevamo fare niente, era diversa<br />

da tutti dentro, e quando la guardavi negli occhi ti suscitava gioia e<br />

allegria perché Chiara era questo.<br />

• Era un giorno d’ estate. Da sei mesi mio nonno aveva una malattia<br />

grave e poteva morire.<br />

Io ero al mare a giocare, invece mia mamma e mio babbo erano in<br />

ospedale dal nonno Nino, però io non lo sapevo. Dopo mangiato arrivarono<br />

mio papà e mia mamma, mangiarono, poi ritornammo al mare<br />

a giocare. Verso sera mia mamma mi abbracciò e mi disse: “Il nonno<br />

è andato dove <strong>prima</strong> o poi andremo tutti: da Gesù”. Io e mia sorella<br />

iniziammo a piangere e i miei genitori ci consolarono.<br />

Il giorno dopo ci fu il funerale a Faenza perché lui abitava lì.<br />

Con me e mia sorella c’era una nostra amica cara che ci accompagnò.<br />

Dentro la camera mortuaria ho visto il nonno per l’ ultima volta.<br />

Il nonno, <strong>prima</strong> di morire, disse a mia mamma che Lui voleva essere<br />

cremato e di non mettere foto perché chi lo andava a trovare se lo<br />

doveva ricordare come più piceva.<br />

In quel momento mi sono sentito molto triste perché il babbo di mia<br />

mamma, mio nonno, non c’era più; mi resterà sempre nel cuore.<br />

L’autore <strong>del</strong> “Piccolo Principe” scrive: “La mia casa nascondeva<br />

un segreto nel fondo <strong>del</strong> suo cuore…”.<br />

Con l’aiuto <strong>del</strong>le persone che ti vogliono bene prova a trovare e a<br />

descrivere il “tesoro” <strong>del</strong> tuo cuore, che è invisibile agli occhi.<br />

• Non è molto facile per me<br />

riuscire a spiegare il segreto <strong>del</strong><br />

mio cuore. Credo di essere un<br />

bambino abbastanza sensibile:<br />

quando mi arrabbio coi miei<br />

familiari o coi miei amici sono<br />

molto dispiaciuto e non sto<br />

bene finchè non faccio pace. Se<br />

ad esempio non riesco a chiarire<br />

le cose con mio fratello Luca<br />

o con qualcuno dei miei amici,<br />

109


la sera faccio fatica a prendere sonno e durante la notte mi sveglio<br />

spesso. A volte mi arrabbio con mio babbo o con mia mamma, soprattutto<br />

quando dicono di no a qualche mia richiesta: me ne vado sbattendo<br />

la porta e brontolando. Nonostante questo in fondo al cuore<br />

voglio loro molto bene, anche se a parole dico cose diverse. Spesso<br />

tengo nascosti dentro di me questi sentimenti che quindi sono invisibili<br />

agli occhi degli altri. Infine ho un grande desiderio in fondo al cuore<br />

che non ho mai detto a nessuno: vorrei rivedere il mio nonno materno<br />

Federico che è morto quando avevo quattro anni e mi piacerebbe tanto<br />

incontrare su questa terra il mio nonno paterno Emanuele e la mia<br />

nonna materna Elsa che non ho mai avuto la fortuna di conoscere.<br />

Mentre racconto questo segreto mi metto a piangere.<br />

• Caro diario vorrei fare <strong>del</strong>le riflessioni con te.<br />

Vorrei insieme a te capire e trovare il tesoro che c’è nel mio cuore.<br />

Per me il tesoro è la gioia che racchiudo dentro al cuore, il sentimento<br />

di amicizia e di affetto che sento per i miei amici.<br />

Credo di essere un bambino con cuore grande, e mi sento veramente<br />

bene ed in pace quando anche le persone care a me e vicine sono<br />

felici.<br />

Credo anche di avere dentro al cuore tanta generosità e sono fiero<br />

di me quando riesco ad aiutare i miei amici nei momenti difficili e<br />

anche quando dono qualcosa a persone povere e tristi.<br />

• Sono un bambino gioiso, gentile e sensibile e mi commuovo quando<br />

qualcuno piange e soffre, quando vedo persone sole e quando<br />

muoiono parenti.<br />

In questi momenti vorrei fare tante cose per loro perchè sento il<br />

desiderio di farlo nel cuore.<br />

A volte però nel mio cuore il tesoro si nasconde perchè sono io ad<br />

essere infelice, perchè le cose non vanno sempre come noi vorremmo<br />

soprattutto quando i genitori litigano.<br />

A volte invece questo bel tesoro rimane nascosto perchè è più facile,<br />

quando siamo in mezzo agli amici, far vedere ciò che siamo esternamente,<br />

per la fretta che sempre abbiamo e per le tante cose che<br />

vogliamo fare e avere.<br />

Quanto, invece, basterebbe un po’ di calma per lasciare parlare il<br />

cuore e far venir fuore quel grande tesoro che c’è in noi.<br />

• Con mia mamma e mio babbo ho riflettuto sui tesori <strong>del</strong> mio<br />

cuore. Loro mi hanno aiutato a scoprirli.<br />

110


Mia mamma mi ha detto che il mio cuore è colmo di bontà e io<br />

credo sia vero.<br />

Con mio babbo ho riflettuto sugli altri tesori: mi soffermo per pensare<br />

la cosa giusta da fare davanti alle difficoltà, cerco il maggior<br />

numero di amici, sono coscienzioso e altruista.<br />

Penso in effetti di essere buono e altruista, perché molte volte le<br />

persone mi ringraziano.<br />

Non credo certo di essere perfetto, ma cerco di fare <strong>del</strong> mio meglio,<br />

quando ci riesco.<br />

E non credere di essere perfetti secondo i miei genitori è un tesoro<br />

nel cuore!<br />

• Il tesoro che ho nel cuore riguarda principalmente l’amore per la<br />

vita e tutto quello che ne fa parte.<br />

Per me tutto è importante e vorrei aiutare gli altri il più possibile.<br />

Amo la natura e gli animali che per me oltre alla famiglia e agli amici<br />

sono speciali. Mi piace pensare che nel mondo le ingiustizie vengano eliminate<br />

e che non si uccidano gli animali per fare pellicce o esperimenti,<br />

ma solo il minimo indispensabile per garantire la vita agli uomini.<br />

Per ogni albero piantato ne vorrei piantare di più, farei tornare<br />

alcune foreste fitte come una volta e proibirei la caccia di animali in<br />

via di estinzione.<br />

Donerei molti soldi ai poveri (chiedendoli alle persone che potrebbero<br />

farne a meno)e farei smettere tutte le guerre <strong>del</strong> mondo. Non so<br />

come, ma ci proverei!<br />

Cercherei le medicine per le persone malate e in particolare per i<br />

bambini che vivono nei paesi sottosviluppati, perché ne muoiono tanti<br />

ogni giorno.<br />

Donerei una casa “decente” a tutte le famiglie che non se la possono<br />

permettere e garantirei ad esse l’ acqua e il cibo.<br />

Un giorno vorrei imparare a fare un lavoro che mi permettesse di<br />

stare in mezzo alla gente e ai bambini che avranno bisogno di me e, so<br />

anche che ce ne sono tanti.<br />

Farei di tutto per far capire alle persone che sprecano e che non<br />

hanno rispetto per la vita che le cose importanti a volte non si riescono<br />

a vedere, ma in realtà sono molto vicine a noi.<br />

Immagina di intraprendere un viaggio nello spazio. Descrivi la<br />

tua astronave, il viaggio, il pianeta su cui arrivi, gli incontri “speciali”e<br />

il tuo ritorno sulla Terra.<br />

111


• Oggi maestra ti voglio raccontare un viaggio che ho intrapreso<br />

nello spazio due anni fa. Prima di partire avevo preparato il cibo, le<br />

bevande, gli attrezzi per ogni emergenza e una tenda da campeggio.<br />

Sono andato a salutare i miei amici e gli ho promesso che gli avrei portato<br />

una foto ricordo a tutti quanti. La mia astronave si chiama “SS”<br />

che sta per “super sicura”.Sono entrato nell’astronave, ho sistemato le<br />

valigie e ho inserito la meta: Saturno. All’inizio ero un po’ teso, poi mi<br />

sono steso su un tappeto e mi sono tranquillizzato. Il viaggio poteva<br />

durare settimane. A metà <strong>del</strong> viaggio ho visto un’astronave che conteneva<br />

qualcosa e che improvvisamente ha lanciato un oggetto. Era un<br />

telecomando che diceva di spingere il pulsante verde e io l’ho spinto.<br />

C’era un messaggio: “Su Saturno c’è un villaggio dove abitano degli<br />

alieni molto pericolosi!”. Ero sbalordito e ho detto tra me e me: “ Non<br />

esistono gli alieni!” Poi andai a dormire. Alle sei <strong>del</strong>la mattina mi sono<br />

svegliato improvvisamente; eravamo fermi ed eravamo atterrati su<br />

Saturno. Ho subito scattato una foto al pianeta per i miei amici.<br />

Ricordai il messaggio e mi incamminai verso una luce abbagliante.<br />

Dal bagliore uscì un alieno: era di colore blu, parlava con dei segni e<br />

aveva cinque braccia, era una specie di mostro. Riuscii a decifrare il<br />

suo messaggio con il telecomando spaziale e diceva: “Un umano è al<br />

nostro villaggio, non ha più navicella e vuole tornare sulla terra”.<br />

Allora corsi al villaggio per salvare la persona: era Edoardo, un mio<br />

compagno di classe. Ero felice di rincontrare un mio amico. Allora in<br />

fretta ritornammo a SS e partimmo subito. Durante il viaggio abbiamo<br />

chiacchierato. Al ritorno andammo a salutare i nostri amici dicendo<br />

loro che era stata un’esperienza spettacolare.<br />

• Mi chiamo Emanuele, sono un astronauta e vi voglio raccontare<br />

il mio grande viaggio nello spazio. Un giorno decisi di andare a visitare<br />

i pianeti più lontani dal sole. Ero felicissimo e anche molto curioso<br />

di conoscere cose nuove nello spazio. Presi la mia astronave, era<br />

bellissima, molto grande, a forma di ciambella con tanti meccanismi<br />

fantastici e anche molto moderni. Uscii dalla Terra e mi immersi nello<br />

spazio. Era una cosa fantastica: si vedevano Marte, Giove, Saturno e<br />

tutti i pianeti <strong>del</strong> Sistema solare,tranne Plutone, e così decisi di andarlo<br />

a esplorare. Mi avvicinai, vidi esseri ghiacciati. Impaurito,stando<br />

dietro Nettuno, vidi che questi esseri erano più piccoli di un uomo,<br />

erano alti circa un metro e quaranta. Vidi anche che a livello tecnologico<br />

erano molto più avanzati di noi terrestri. Avevano navicelle velocissime<br />

e andavano tutte sulla Luna e ritornavano indietro. Riuscii a<br />

vedere che i pezzi <strong>del</strong>la Luna che avevano preso li trasformavano in...<br />

112


asteroidi! Poi con le loro pistole super avanzate sparavano raggi contro<br />

la luna. Andai avanti piano piano senza farmi notare e vidi che a<br />

ogni raggio la luna, pezzo per pezzo, diventava come un asteroide e mi<br />

chiesi: “Ma perché farlo?”. Ebbi subito la risposta. Tornai verso<br />

Plutone, mi avvicinai lentamente, presi il mio binocolo e riuscii a vedere<br />

scritto in una lettera in perfetto italiano: “Lettera per la Terra:<br />

vogliamo far diventare la vostra Luna un asteroide di ghiaccio in modo<br />

che cada sul vostro pianeta, e voi non potrete fare niente”. Dovevo fare<br />

qualcosa, ma cosa? I raggi intanto si abbattevano sulla luna come<br />

fiocchi di neve. Provai ad andare su Plutone, sperando che i raggi non<br />

mi facessero diventare un ghiacciolo, atterrai; gli abitanti di Plutone<br />

erano scheletri ghiacciati, li salutai, ma loro non capirono perché non<br />

sapevano parlare la nostra lingua e interpretarono il mio comportamento<br />

come un insulto. Mi incominciarono a sparare, io fui velocissimo<br />

a rientrare nella mia navicella, l’accesi e vidi che pur essendo a<br />

distanza dagli scheletri li sciolsi;quindi intuii il loro punto debole: il<br />

calore! Mi inventai un piano: passai con la mia navicella su tutto<br />

Plutone e, visto che gli scheletri temevano il calore, si sciolsero tutti.<br />

Così salvai, per un pelo, la luna e la Terra. Capii così perché gli scheletri<br />

avevano scelto come loro dimora un pianeta così lontano dal sole.<br />

La luna riprese la sua forma originale e tutto tornò come <strong>prima</strong>. Per<br />

me fu un’esperienza indimenticabile!<br />

• Salve a tutti, io sono Arianna e sono un’astronauta. Sono appena<br />

partita nello spazio con un’astronave di ultima generazione. Questa è<br />

azzurra con fiori verdi sopra, ha anche un salotto con la tele, poi in una<br />

camera c’è un letto comodissimo dove io dormo. Sapete, dal 2008 ci<br />

siamo molto evoluti, certo ci son voluti 92 anni (siamo nel 2100) per<br />

inventare e creare questa astronave, però ne è valsa la pena. Nel frattempo<br />

abbiamo anche scoperto nuovi pianeti: Tecnologicworld, Pallamania,<br />

Fiorellandia, Naturacity e molti altri. Ma oggi vado a esplorare<br />

un nuovo pianeta. Sarò proprio io a dargli il nome e sono molto emozionata,<br />

sapete ho solo 25 anni e questo è il sogno <strong>del</strong>la mia vita. Certo,<br />

ci vuole molto per arrivarci però io, in questa navicella, sto comodissima<br />

e, se provo ad aprire le tendine <strong>del</strong>la finestra, si vedono le comete,<br />

degli asteroidi e dei meteoriti. In questo momento abbiamo sorpassato<br />

la Luna; il pianeta nuovo si trova poco lontano da quiì, dopo l’incrocio<br />

<strong>del</strong>la 5° stella subito a destra. Ora è notte ed è meglio dormire perchè<br />

domani arriveremo a destinazione. Mi sono scordata di dirvi che ho portato<br />

con me la mia pianta Bengiamin perchè è da quando ero piccola che<br />

l’ho, allora volevo che condividesse con me questo momento.<br />

113


Finalmente un altro giorno! Questa mattina è stata dura svegliarsi,<br />

comunque ho una bella notizia: siamo arrivati sul pianeta sconosciuto!<br />

Sono subito scesa e ho trovato un mare limpidissimo, non tanto<br />

profondo, ho già deciso il nome <strong>del</strong> pianeta: “Oceanocity”! Sono<br />

andata ad esprorarlo: più avanti c’era una spiaggetta con <strong>del</strong>le conchiglie<br />

bellissime e con una sabbia “morbida”. Mi sono messa il costume<br />

e la maschera e sono andata a nuotare. C’erano alghe di color<br />

verde brillante, <strong>del</strong>le spigole e tanti altri pesci rarissimi e allo stesso<br />

tempo bellissimi. Più in là andavo più l’acqua diventava profonda e<br />

rimaneva limpida.<br />

A un certo punto ho visto una cosa che sembrava una persona, ma,<br />

dopo essermi avvicinata, ho concluso che era un “alieno” con <strong>del</strong>le<br />

pinne, era molto colorato e sembrava buono, non cattivo. Non ha la<br />

faccia da “furbo” ma sembra simpatico. Lo saluto e lui ricambia il<br />

gesto, poi guardo l’orologio preoccupata perchè io dovrei tornare per<br />

una certa ora o mi danno per morta.Parlo un po’ con l’alieno (erano<br />

rimaste solo 2 ore),Giochiamo a strani giochi e lui mi racconta tutti i<br />

“pro e contro” di quel pianeta. È arrivata l’ora di andare, lui mi ferma<br />

e mi chiede altri 5 minuti perchè mi vuole presentare la sua famiglia di<br />

cui mi ha parlato. Dopo tutte le presentazioni e le descrizioni rapide<br />

<strong>del</strong> carattere di ciascuno, riparto per la Terra anche se con dispiacere.<br />

Il viaggio non è come l’andata: è più emozionante per diversi motivi.<br />

Quando arrivo tutti festeggiano, racconto chi ho incontrato e il pianeta<br />

visitato e dico, anzi affermo, il nome <strong>del</strong> nuovo pianta è Oceanocity!<br />

Abbiamo appena terminato la lettura de il “Piccolo Principe”.<br />

Cosa ti ha colpito di più nel libro? Da quale personaggio ti sei sentito<br />

più rappresentato? Perché? Cosa non avresti scritto? Cosa cambieresti?<br />

Racconta.<br />

• Nel libro “Il Piccolo Principe” mi ha colpito molto il serpente<br />

giallo e questo piccolo principe che vuole farsi mordere dall’animale.<br />

Dopo che il serpente lo ha morso lui, secondo me, era felice di ritornare<br />

sul suo pianeta e di vedere il suo fior, ed era triste perché ritornando<br />

in quella stella non poteva vedere molte volte i suoi amici (però<br />

li avrebbe portati sempre nel suo cuore). Mi ha colpito anche il re che,<br />

sempre da solo, si aspettava di essere obbedito: era la solitudine che lo<br />

aveva ridotto così. Questi due fatti erano molto strani e per questo li<br />

abbiamo “risolti” in classe. Mi sono sentito più rappresentato dalla<br />

volpe perché cercava sempre di farsi degli amici (quindi è socievole) e<br />

si caccia sempre nei guai come me: poche volte mi succede a <strong>scuola</strong><br />

114


ma, al di fuori di essa, succede spesso. Anche dal piccolo principe mi<br />

sento rappresentato, ma solo per due suoi aspetti: quello di essere<br />

curioso e quello di non rinunciare mai ad una domanda (solo poche<br />

volte rinuncio). Non avrei scritto la parte <strong>del</strong> geografo perché è l’unica<br />

che non mi sembra importante. Cambierei il finale perché preferisco le<br />

scene felici e anche perché la storia sembrava piuttosto allegra. Poi<br />

cambierei anche l’atteggiamento <strong>del</strong> vanitoso e cambierei anche<br />

l’ubriacone: cioè vorrei non farlo più bere. Il libro sottolinea i vari<br />

aspetti <strong>del</strong>la realtà. Secondo me il piccolo principe, l’aviatore e i componenti<br />

<strong>del</strong>la storia si sono ritrovati felici in Cielo!<br />

• Nel libro “Il Piccolo Principe” mi ha colpito molto il punto in cui<br />

il piccolo principe si separa dall’aviatore e si fa pungere da un serpente<br />

giallo <strong>del</strong> deserto per tornare nel suo pianeta ad occuparsi <strong>del</strong><br />

suo povero fiore, effimero.<br />

Esso aveva solo quattro piccole spine per difendersi dai predatori<br />

ed era molto vulnerabile.<br />

Il Piccolo Principe ha una grande responsabilità: salvare il povero<br />

fiore indifeso. Inoltre mi è piaciuta molto la frase che dice il Piccolo<br />

Principe: “L’essenziale è invisibile agli occhi”.<br />

Mi sono sentito maggiormente rappresentato dall’ aviatore, infatti,<br />

anch’io amo vivere molte avventure e mi piace anche “accudire qualcuno”(come<br />

lui fa con il Principe) più piccolo di me e, anch’io mi sono<br />

trovato in situazioni a volte difficili.<br />

Una di queste è stata durante la “caccia” degli Scout, quando<br />

dovevamo raggiungere un posto lontano dalla nostra tana. Ricordo che<br />

quel giorno faceva molto caldo e avevamo finito l’ acqua da parecchie<br />

ore e ormai, come fossimo in un deserto, noi ragazzi ci eravamo rassegnati;<br />

quando scorgemmo una fontana: la nostra salvezza!<br />

Corremmo velocissimi e bevemmo per molto tempo: per finire di<br />

bere tutti impiegammo un quarto d’ora.<br />

Proseguendo con la storia <strong>del</strong> “ Il Piccolo Principe” avrei cambiato<br />

il punto in cui il Principe abbandona la volpe, anche se per me<br />

lei rimarrà sempre nel suo cuore.<br />

Io avrei lasciato insieme per sempre la volpe ed il Piccolo Principe.<br />

Caro diario, sabato 22 novembre ho vissuto il mio ultimo Open<br />

Day nella <strong>scuola</strong> <strong>prima</strong>ria. Assieme ai miei compagni ho recitato “Il<br />

Piccolo Principe” davanti ai genitori, ai bambini <strong>del</strong>la materna e alla<br />

preside. Ora ti racconto come è andata, come mi ero preparato, cosa<br />

mi ha colpito e ciò che ho imparato da questa esperienza.<br />

115


• Sabato 22 Novembre sono arrivata a <strong>scuola</strong> di fretta, in bici, perchè<br />

ero agitata: era il giorno <strong>del</strong> nostro spettacolo. Avevamo iniziato a<br />

prepararlo all’inizio <strong>del</strong>l’anno scolastico.<br />

Mi sono divertita durante le prove, specialmente quando dovevamo<br />

fare la nostra parte, i fiori <strong>del</strong> deserto. Abbiamo imparato una canzone<br />

un po’ da bambini piccoli. Quando cantavamo e mimavamo la canzone<br />

ci sembrava di tornare indietro nel tempo, agli anni in cui frequentavamo<br />

la <strong>scuola</strong> materna.<br />

Il momento in cui dovevamo imparare le battute è stata il più semplice,<br />

invece quello più difficile è stato fare nostri i consigli che il regista,<br />

Roberto, ci dava, o quando ci faceva vedere come recitare.<br />

Quello appena trascorso è‘ stato l’ultimo Open Day vissuto nella<br />

<strong>scuola</strong> <strong>prima</strong>ria. Mi erano venute a vedere la mamma e la nonna, e<br />

tornando a casa hanno detto che lo spettacolo era stato bellissimo e<br />

divertente, specialmente nelle nostre prime scene.<br />

Il “Piccolo Principe” è stato uno spettacolo difficile da interpretare,<br />

come difficile è stato coglierne il significato durante la lettura in classe.<br />

Il giorno <strong>del</strong>lo spettacolo non è andato come mi immaginavo, anche perchè<br />

abbiamo avuto problemi tecnici riguardanti le musiche. I quarantacinque<br />

minuti <strong>del</strong>lo spettacolo sono passati velocissimi e ci siamo impegnati<br />

al massimo anche per rendere felici Roberto e le maestre.<br />

Le maestre si sono impegnate quanto noi, solo diversamente:<br />

hanno organizzato tutto lo scenario e molte altre cose. Tutte le mamme<br />

e i parenti si sono commossi, alcuni hanno pianto mentre altri si sono<br />

trattenuti.<br />

Oltre alle prove <strong>del</strong>le parti recitate abbiamo fatto anche quelle di<br />

canto con la maestra Cristina. Dovevamo provare due canzoni: quella<br />

che abbiamo cantato alla fine e quella di Gabriel in playback.<br />

Mi sono divertita durante tutte le fasi di preparazione <strong>del</strong>lo spettacolo<br />

e penso che si sia divertito anche il pubblico!<br />

• Sabato 22 Novembre io e i miei compagni di 5°B, insieme alla<br />

5°A, abbiamo recitato un bellissimo spettacolo.<br />

Per poterlo preparare abbiamo impiegato circa due mesi.<br />

Io interpretavo un geografo e la mia parte mi è piaciuta molto.<br />

Sinceramente mi ha colpito molto la parte finale <strong>del</strong>lo spettacolo. Alle<br />

ore 10 circa è iniziata la <strong>prima</strong> parte <strong>del</strong>lo spettacolo rappresentata<br />

dalla classe 5°A. È entrato in scena Agostino che interpretava il narratore<br />

e ha parlato brevemente dei due primi disegni <strong>del</strong>l’ aviatore: un<br />

boa che digerisce un elefante dal di dentro ed un boa che digerisce un<br />

elefante dal di fuori. Al termine tutti hanno applaudito.<br />

116


Successivamente<br />

sono entrati in scena<br />

l’aviatore, che era<br />

incappucciato con due<br />

occhiali neri sugli<br />

occhi e la faccia sporca,<br />

affiancato da quattro<br />

bambini. Questi lo<br />

hanno preso in giro e<br />

poi saltellando sono<br />

usciti e l’ aviatore ha<br />

cominciato a riparare il motore <strong>del</strong> suo aereo, che, un volta caduto dal<br />

cielo, in mezzo al deserto, si era rotto.<br />

Sul palcoscenico è entrato, poi, il Piccolo Principe che ha cominciato<br />

a saltare intorno all’aviatore e gli ha chiesto di disegnargli una<br />

pecora. Quest’ ultimo ha preso un foglio e una matita e si è messo a<br />

disegnare. I primi due tentativi non sono piaciuti al Principe, ma al<br />

terzo è stato contento. Terminati i disegni sono entrati in scena due<br />

narratori che hanno cominciato a discutere sui terribili semi <strong>del</strong> baobab<br />

che invadevano il pianeta de il Piccolo Principe. Allora il Principe<br />

fece disegnare all’ aviatore il baobab. Poi è giunto il tramonto e con<br />

esso le dame <strong>del</strong> tramonto che si sono esibite in un bellissimo ballo e<br />

dopo aver parlato <strong>del</strong> tramonto sono uscite di scena. La 5°A ha terminato<br />

la recita con l’ arrivo <strong>del</strong> fiore <strong>del</strong> Principe che lo saluto e piange<br />

perché il Principe è partito senza nemmeno salutarlo.<br />

In seguito vi è stato un susseguirsi di personaggi interpretati dagli<br />

alunni <strong>del</strong>la mia classe, la 5° B, che hanno <strong>del</strong>iziato il pubblico presente<br />

con le loro battute; sono intervenuti il re, il vanitoso, l’ ubriacone,<br />

quello stolto ed ingrato uomo d’ affari (che non ha ancora smesso<br />

di prendermi in giro) ed il lampionaio.<br />

Alla fine sono<br />

entrato in scena io,<br />

con un paio di occhiali<br />

da vista sul<br />

naso una lunga<br />

barba bianca, più<br />

che un geografo<br />

sembravo Babbo<br />

Natale!, dopo avere<br />

raccontato il<br />

mestiere dei geo-<br />

117


grafi sono uscito. A<br />

questo punto la scena<br />

si è spostata sulla<br />

Terra, dove il Principe<br />

ha incontrato il serpente<br />

che ha tentato di<br />

raccontargli un sacco<br />

di bugie e di avvelenarlo;<br />

fortunatamente<br />

il Principe è riuscito<br />

ad andarsene ed ha<br />

incontrato una volpe che gli ha spiegato il vero significato di come<br />

saper addomesticare. Così il Piccolo Principe è riuscito ad addomesticare<br />

la volpe. Subito dopo è entrato in scena il controllore che con<br />

grande simpatia ha fatto ridere il nostro pubblico, insieme al mercante<br />

che era entrato in scena insieme a lui. Si sono susseguite varie scenette<br />

con i fiori che ballano, il serpente che morde il Principe, ancora<br />

le dame <strong>del</strong> tramonto che hanno fatto indossare al Principe due ali… e<br />

la parte finale che mi è piaciuta moltissimo quando tutti “noi attori”<br />

siamo entrati in scena ed abbiamo salutato il pubblico con una bellissima<br />

canzone.<br />

Come i protagonisti de “Il Piccolo Principe” anch’io ho fatto un<br />

bel viaggio. Ho visto e scoperto cose interessanti.<br />

• Come i protagonisti de “Il Piccolo Principe” anch’io ho fatto un<br />

viaggio straordinario.<br />

Era un tranquillo venerdì d’inverno e d’un tratto arrivò mio babbo<br />

che urlò: “Domani si parte per la montagna!”. Infatti l’indomani si<br />

partì per Fai, un piccolo paesino al centro <strong>del</strong>le Dolomiti.<br />

Dopo quattro<br />

stressanti ore di<br />

viaggio ci stabilimmo<br />

nel hotel<br />

“Al Plaz”. Il giorno<br />

seguente mio<br />

babbo mi portò<br />

alla <strong>scuola</strong> di sci<br />

per imparare quella<br />

che lui chiama<br />

“passione di fami-<br />

118


glia”, cioè sciare.<br />

Prenotò un maestro<br />

che mi portò nella<br />

pista al campetto, ma,<br />

visto che non ero mai<br />

salito sulla seggiovia,<br />

non scesi all’arrivo,<br />

quindi dovetti rifarmi<br />

il ritorno e l’ andata,<br />

poi, finalmente, scesi e<br />

da lì iniziò la mia carriera<br />

sciistica: caddi cinque volte, poi quattro, poi tre, poi due, poi uno<br />

e infine, alla sesta prova potei andare nella pista azzurra.<br />

Quella sera mangiai come un orso: tagliatelle al cinghiale, vitello<br />

arrosto e tiramisù. Mi addormentai ancor <strong>prima</strong> di dire le preghierine.<br />

Di mattina andai a sciare con i miei genitori e feci una pista rossa<br />

chiamata “Cacciatori 1”.<br />

La cosa che mi è piaciuta di più di questa vacanza, oltre sciare,<br />

sono state le montagne: mi veniva voglia di scalare quel mare reso<br />

bianco dal gelido inverno.<br />

• Anch’io come il Piccolo Principe ho fatto un bel viaggio, sono<br />

andata in Sicilia, a Palermo, con Lisa, Anna e i miei genitori. Appena<br />

arrivati abbiamo prenotato l’albergo, abbiamo appoggiato le valigie e<br />

siamo andati a visitare la città. Il primo giorno siamo andati a Segesta<br />

per ammirare le varie tappe <strong>del</strong> percorso all’aperto. Abbiamo osservato<br />

templi distrutti dalle battaglie svolte. In lontananza abbiamo visto<br />

un tempio intatto. Abbiamo cominciato a correre e siamo giunti al tempio<br />

che eravamo distrutti. Da quell’altura si vedeva tutto il panorama<br />

e perfino il mare. Era ricco di colori, proprio come nell’antichità. Di<br />

questo luogo mi<br />

sono particolarmente<br />

piaciute due<br />

cose: il tetto perché<br />

era fatto di<br />

colori accesi e<br />

belli, e il pavimento<br />

perché era di<br />

mattonelle di vetro<br />

ed erano trasparenti.<br />

Questo tem-<br />

119


pio è riuscito a sopravvivere alle battaglie. È stato meraviglioso visitare<br />

quel luogo anche se con fatica. Per vedere le cose belle bisogna<br />

fare tanta fatica!<br />

• Anch’io come il Piccolo Principe ho conosciuto nuovi luoghi e in<br />

particolare mi ha affascinato il viaggio a Parigi. Mi sono recata lì con<br />

il camper, accompagnata dalla mia famiglia. Arrivarci è stato faticoso<br />

ma alla fine ne è valsa la pena! Appena arrivata a Parigi non ci credevo<br />

di essere lì. Sono giunta alla meta alla sera e perciò ho dovuto<br />

aspettare tutta la notte <strong>prima</strong> di uscire per ammirare il paesaggio. Il<br />

giorno seguente mi sono recata a Disneyland-Paris, il grande parco<br />

dei divertimenti. Mi ricordo che quella giornata è stata unica e non la<br />

scorderò mai perché ho scattato <strong>del</strong>le foto con i personaggi Disney: il<br />

mago Merlino, Topolino, Minnie, Pluto, Paperino e tanti altri inoltre<br />

ho visto molti giochi anche se non li ho fatti tutti perché alcuni erano<br />

troppo pericolosi per me. In particolare mi ricordo un gioco in cui<br />

dovevi stare seduta in una barca, e lei ti portava a fare un giro di<br />

un’immensa sala dove erano rappresentate con dei bambini quasi tutte<br />

le nazioni <strong>del</strong> mondo come: Cina, la Germania, l’Italia, la Svizzera…<br />

Quel gioco è stato molto bello e affascinante. Il giorno seguente mi<br />

sono recata a Parigi: ho visto la torre Eiffel. Mio papà mi ha scattato<br />

una foto con essa dietro. Era notte e quindi la torre era illuminata.<br />

Prendeva un colore dorato e mi ricordo che se alzavo la testa mi sembrava<br />

di essere un uccello svolazzare nel cielo. Quel viaggio è stato<br />

molto interessante e mi sono divertita molto!<br />

Descrivi un luogo al quale sei particolarmente affezionato e dove<br />

ti piace trascorrere momenti belli in compagnia <strong>del</strong>le persone a te<br />

care. Soffermati sulla descrizione <strong>del</strong> paesaggio e racconta che cosa<br />

ami fare in quel luogo.<br />

• Il mio luogo preferito è il giardino davanti a casa mia, perché è<br />

ricco di bianco ora, visto che vi sono le margherite. Però di una cosa<br />

mi rammarico: dopo averle sfiorate non posso toccarmi gli occhi a<br />

causa <strong>del</strong>l’allergia.<br />

Dal mio giardino vedo montagne innevate in questo periodo. Scruto<br />

l’Abbazia <strong>del</strong> Monte. In questo luogo vi sono tanti giochi tra cui il più<br />

bello è la capanna di legno, costruita dai falegnami che ha chiamato il<br />

comune. Essa è abbastanza alta ma io ci riesco sempre a salire. In<br />

mezzo al giardino vi è una collinetta con al centro un albero che fa fiori<br />

rosa. Vi è anche l’erba verde smeraldo, che alla sera è umida e bagna-<br />

120


ticcia. Vi sono tanti fiori, tra i quali quelli che mi piacciono di più sono<br />

gli occhi di Maria, di colore blu. A ovest vi è l’orto <strong>del</strong> contadino che<br />

possedeva anche la terra dove adesso ci sono le case. Nel mezzo <strong>del</strong>l’orto<br />

sono disposti alberi per quasi sette file. Allontanandosi vi è una<br />

strada stretta che finisce con una casa. Un po’ <strong>prima</strong> c’è il pollaio dove<br />

vi sono: le galline, i capretti e le mucche. Nel giardino ci sono tantissimi<br />

alberi ed ognuno fa fiori diversi. In questo posto mi piace giocare a<br />

tantissime cose. Ad esempio: a calcio con i miei vicini di casa e il papà,<br />

a racchettoni con il babbo di un mio vicino di casa. La cosa più bella<br />

che si vede da questo giardino è il tramonto: sembra dipinto da un pittore<br />

famoso, con tantissimi colori: il rosso, il giallo come la sabbia e<br />

l’arancione come la buccia di un mandarino; è uno spettacolo di colori.<br />

Poi, con l’aria che mi scompiglia i capelli, mi fa ricordare le sere<br />

d’estate calde. Questo è e sarà sempre il mio luogo preferito.<br />

• Quasi tutte le domeniche vado a casa dei miei nonni in campagna,<br />

fra le colline. La casa dei miei nonni è come una casa medioevale,<br />

perché esternamente è fatta in mattoni grigi, all’interno il pavimento<br />

è in legno e c’è un camino molto bello e grande. La casa è formata<br />

da: due bagni, tre camere da letto, una sala con al centro <strong>del</strong> soffitto<br />

un grande lampadario e una cantina che contiene le botti <strong>del</strong> vino.<br />

Nella casa dei miei nonni quando vengono i miei cugini ci facciamo un<br />

bagno in piscina, giochiamo a nascondino, e, con tutti i colori <strong>del</strong>la<br />

campagna, a “strega comanda colori”.<br />

Il paesaggio è formato da colline verdissime, da un insieme di peschi<br />

e albicocchi che in <strong>prima</strong>vera fanno dei fiori fantastici. Mi ricordo<br />

quando mia mamma mi faceva il frappè con il latte e le fragole.<br />

C’è anche un paesino piccolo con <strong>del</strong>le cose piccoline e con un<br />

cimitero dove riposano i genitori dei miei nonni in santa pace, che per<br />

me sarebbero i miei bisnonni. Fra le colline io e mia sorella ci ruzzoliamo<br />

giù da una ripida discesa ed è molto bello perché ruzzoliamo<br />

velocissimamente.<br />

Certe volte io e mia cugina andiamo in aperta campagna, in un<br />

campo di gelsomini. Allora ci tuffiamo in mezzo ai gelsomini: è molto<br />

bello, perché con il vento calmo che ci passa fra i capelli, il canticchio<br />

degli uccellini e il profumo dei pini e dei gelsomini, quasi quasi ci<br />

addormentiamo. Quando mangio dai miei nonni, mio babbo <strong>del</strong>le volte<br />

cuoce per pranzo la carne alla brace e tutti gli facciamo i complimenti,<br />

perché gli viene buonissima.<br />

Le domeniche in compagnia dei miei cugini e di mia sorella sono<br />

bellissime, perché mi rilasso e mi sento libera!<br />

121


“Ho fatto un viaggio in un luogo dove ho trascorso giorni indimenticabili<br />

e di cui provo ancora nostalgia”.<br />

• Sono molto eccitata, perché presto andrò in Sardegna con la mia<br />

famiglia. Partirò oggi pomeriggio! Corro subito nella mia stanza e inizio<br />

a fare le valigie.<br />

Dopo un po’ di tempo sento la voce di mio babbo che mi chiama:<br />

“È ora di partire!”.<br />

Prendo il giubbotto, la valigia e “scivolo” “di sotto. Entro in macchina<br />

e partiamo. Dopo cinque ore di viaggio, arriviamo in un grandissimo<br />

porto. È tutto buio ma, fortunatamente, ci sono i lampioni.<br />

Esco dalla macchina per prendere un po’d’aria fresca. La cosa più terrorizzante<br />

è il mare, tutto scuro, ma tranquillo. Rientro in macchina e<br />

mi addormento. Quando mi sveglio siamo su una nave. Mi guardo<br />

attorno: è grandissima. Salgo al piano superiore. Da qui si vede il<br />

porto che abbiamo appena abbandonato. Il mare è limpido e cristallino.<br />

Dopo ore e ore mi rimetto a dormire. Quando mi risveglio, le coste<br />

non si vedono più. Quattro, cinque, sei, sette ore di nave, finalmente<br />

siamo arrivati! Scendiamo nei garage dove vi sono le macchine, usciamo,<br />

e cominciamo a girare per la città. Infine arriviamo alla casa. Ci<br />

sistemiamo, poi andiamo alla spiaggia portandoci lo zainetto con<br />

merenda e telo. Giunti al mare iniziamo a costruire castelli e a giocare<br />

con l’acqua, poi ci stendiamo sotto il sole per asciugarci. Tornati<br />

vedo dalla mia finestra che il sole sta calando dietro le nuvole, come<br />

se si dovesse nascondere da qualcuno. Mi lavo, mi asciugo e poi mangiamo<br />

gli spaghetti al pomodoro o al granchio. Giriamo per i negozi<br />

di San Teodoro, il posto in cui ci troviamo, vediamo che, la maggior<br />

parte dei negozi vendono manufatti di sughero; di legno molto pregiato.<br />

Questa lavorazione mi ha colpito perché non sapevo che in questa<br />

città si facessero molti lavoretti artigianali. Un’altra cosa che mi ha<br />

colpito particolarmente è stato come facevano a costruirli.<br />

Acquistiamo due statuine per i nonni e le nonne. Tornando indietro<br />

vediamo un pittore all’opera, si chiama Salvatore Spano. Andiamo a<br />

casa a dormire perché è tardi. Per colazione andiamo i un bar. Mia<br />

mamma subito dopo ha proposto di andare a visitare i Nuraghi, costruzioni<br />

fatte con sassi sovrapposi e di forma rotonda. Tornati a casa<br />

siamo stanchi, ma felici. Ho nostalgia di quel mare limpido, dove ogni<br />

giorno facevo il bagno, <strong>del</strong>la casa dove abitavo e dl sole, che ogni mattina<br />

ci “ spiava “ e ci riscaldava con i suoi raggi.<br />

122


• Fra tutti i viaggi che ho fatto ce n’è uno che non dimenticherò<br />

mai, perché è stato bello e divertente.<br />

Sono andato a Stresa sul lago Maggiore invitato dai genitori di<br />

Alberto.<br />

C’erano anche la sorella di Alberto, che si chiama Vittoria, con le<br />

sue amiche, Alice e Greta.<br />

Vi devo dire che il viaggio in sette persone è veramente bello perché<br />

sembrava di essere ad una gita scolastica.<br />

Abbiamo cantato, abbiamo riso, e l’autostrada da Bologna a<br />

Milano è volata via in un attimo.<br />

Era l’inizio <strong>del</strong>l’estate quando siamo arrivati al camping <strong>del</strong> lago.<br />

Sono rimasto incantato dai monti altissimi che circondano l’acqua<br />

in mezzo al verde <strong>del</strong>le foreste.<br />

In riva c’era anche una bella spiaggia formata da detriti che sono<br />

caduti da vecchi ghiacciai.<br />

La sabbia era fine come quella <strong>del</strong> nostro mare. I turisti tedeschi e<br />

svizzeri riuscivano a fare il bagno anche se l’acqua era freddissima<br />

perché proveniente dalle nevi <strong>del</strong>le Alpi.<br />

Alberto ed io abbiamo preferito tuffarci nella grande piscina con<br />

scivoli e onde.<br />

Dormivamo nei bungalow e la sera ci riunivamo nel salone per<br />

cenare.<br />

Insieme sedevamo in una grande e allegra tavolata.<br />

Siamo andati in barca a vela.<br />

È stato stupendo, perché scivolare tra le onde <strong>del</strong> lago è bellissimo!<br />

Quando sopraggiunge la notte il lago si tinge di nero e fa un po’ di<br />

paura, ma tutt’intorno alle rive le luci dei paesi vicini si accendono e<br />

brillano sul lago.<br />

Ora la vacanza è terminata, sulla strada <strong>del</strong> ritorno mi torna in<br />

mente il verde dei monti, il blu <strong>del</strong> lago e i profumi di quel posto incantato.<br />

Fra le vacanze e i viaggi che ho fatto, ne ricordo uno in particolare:<br />

quello in Umbria, a Gubbio.<br />

Un giorno <strong>del</strong>lo scorso Agosto partimmo per l’Umbria.<br />

La mamma e il babbo avevano deciso di portarmi, insieme a mio<br />

fratello, poiché in quella città girano le scene di un telefilm che io amo<br />

molto: “Don Matteo”, interpretato da Terence Hill.<br />

123


Partimmo in auto verso le dieci <strong>del</strong>la mattina e, lungo il tragitto,<br />

facemmo dei giochi per far passare più in fretta il tempo.<br />

Dopo molti chilometri arrivammo, ed era già ora di pranzo, così<br />

andammo in un piccolo ristorante vicino alla Basilica di Sant Ubaldo<br />

che visitammo dopo pranzo.<br />

Il ristorante aveva anche un terrazzo panoramico, dove si vedeva<br />

uno spettacolo molto bello.<br />

Entrati nella Basilica ci fermammo a vedere i Ceri, che sono tre<br />

grandi pinnacoli ornati da stemmi e ornamenti e portati a spalla per le<br />

vie di Gubbio durante la festa dei Ceri.<br />

Poi, entrati in città, parcheggiammo la macchina in un luogo posto<br />

davanti a un teatro romano. A piedi andammo al Palazzo dei Consoli.<br />

Per arrivarci salimmo scale e strade e ogni tanto ci fermavamo ad<br />

osservare il panorama con case antiche, piccoli negozietti e torri.<br />

Quando arrivammo nella piazza <strong>del</strong> Palazzo dei Consoli, io ero un<br />

po’ stanco, ma contento, poiché riconobbi il luogo dove, nella fiction,<br />

c’è la caserma dei Carabinieri e mi venivano in mente alcune scene.<br />

Lì davanti c’era il bar di un albergo e, entrati a prendere un gelato,<br />

vidi appese <strong>del</strong>le immagini di alcuni attori e il barista mi disse che<br />

durante le riprese alloggiavano lì.<br />

Dopo aver fatto alcune foto scendemmo verso la Chiesa di S.<br />

Giovanni Battista e la visitammo, poiché nello sceneggiato, Don<br />

Matteo, è il parroco di quella chiesa.<br />

Ormai era sera e, <strong>prima</strong> di partire, visitammo un teatro romano che<br />

aveva due ordini di archi. Io ero stanco, per cui salii in macchina e<br />

partimmo per tornare a casa.<br />

Di quel luogo ricordo la campagna, le strette vie e gli antichi palazzi.<br />

È stata per me una bella esperienza e, se voglio rivedere quei luoghi,<br />

prendo uno dei miei DVD e la riguardo appassionato.<br />

• Fra le vacanze che ho fatto ce n’è una che mi è rimasta nel cuore<br />

e che non dimenticherò mai, ed è stato quando il 1° Settembre <strong>del</strong>l’anno<br />

scorso sono andata in Grecia con la mia famiglia e la mia migliore<br />

amica Nicol e i suoi famigliari. Arrivati a destinazione ci siamo diretti<br />

in un albergo. Entrati ci siamo diretti alla reception dove una segretaria<br />

ci ha spiegato dov’era la nostra camera, dove si pranzava, dov’era il<br />

mare… Nell’appartamento c’erano tre stanze lussuosissime con al piano<br />

superiore un mini terrazzo con vista mare (e tramonto): che bello!<br />

Poi io e Nicol ci siamo messe immediatamente il costume, siamo<br />

uscite dalle camere e siamo andate a fare un bagno in piscina, anche<br />

se alle 17.30 non era l’ora migliore per fare il bagno. Dopo una<br />

124


mezz’oretta ci sono venute a chiamare le nostre mamme per andarci a<br />

preparare per la cena. C’erano <strong>del</strong>le cose gustosissime e una bevanda<br />

stranissima che sapeva di mele; io avevo preso un piatto di spaghetti<br />

al ragù, un po’ di pesce, <strong>del</strong>l’insalata e da bere la Coca-Cola.<br />

Dopo aver mangiato siamo andati a fare una passeggiata sulla riva<br />

<strong>del</strong> mare con un cane che ci seguiva. Alla mattina, dopo aver fatto<br />

colazione, abbiamo noleggiato una jeep a otto posti per andare in una<br />

spiaggia più bella di quella <strong>del</strong> nostro villaggio e andare a visitare un<br />

tempio antichissimo. Quando siamo arrivati in spiaggia non abbiamo<br />

fatto subito il bagno, ma abbiamo preso <strong>del</strong>le moto d’acqua che andavano<br />

fortissimo e ci siamo diretti verso il largo. Dopo aver riconsegnato<br />

le moto, io, Nicol e mio babbo ci siamo messi le maschere e le<br />

pinne e siamo andati in acqua: c’erano dei pesci grandissimi e di tanti<br />

colori e, quando eravamo andati vicino agli scogli, una murena stava<br />

per attaccare la mia amica Nicol. Poi, verso tardo pomeriggio, ci<br />

siamo diretti in un museo affacciato sul mare con un sacco di stanze,<br />

con colonne mezze intatte e sul pavimento c’erano <strong>del</strong>le scritte greche<br />

fatte con il mosaico, mia sorella l’aveva pure ripreso da quanto era<br />

bello. Però non posso raccontarvi altre cose, perché ci metterei troppo<br />

tempo, ma vi dico che mi manca molto quel tramonto sul mare e la mia<br />

amica Nicol che non vedo da un bel pezzo!<br />

Descrivi un luogo al quale sei particolarmente affezionato e dove<br />

ti piace trascorrere momenti belli in compagnia <strong>del</strong>le persone a te<br />

care. Soffermati sulla descrizione <strong>del</strong> paesaggio e racconta che cosa<br />

ami fare in quel luogo.<br />

• In questa stagione il luogo dove mi piace trascorrere il tempo<br />

libero è la mia casa a Montereale. Il paesaggio è bellissimo:le colline<br />

verdi assomigliano all’impasto <strong>del</strong>la pizza appena lievitato,mentre dietro<br />

le colline si vedono le montagne assomiglianti a matite bianche,<br />

perché spesso sono ricoperte da un velo di neve. Poi si riesce a scorgere<br />

una collina altissima, con <strong>del</strong>le parabole satellitari e con una<br />

scritta molto grande:”Hollywood”. A volte si vedono anche le macchine<br />

e i camion che girano per le strade;si vedono i campanili e le case.<br />

A me piace giocare in libertà,a pallavolo,a tennis,a calcio… e ai miei<br />

fratelli pure. Ci sono tantissimi alberi: peri, peschi, ulivi, ciliegi, e noi<br />

d’estate raccogliamo i loro frutti. I colori che si vedono nei boschi sono<br />

bellissimi: tutti i verdi sono diversi, tutti gli alberi anche: altissimi,<br />

bassissimi, altri sono di altezza media. S’intravedono anche i susini<br />

selvatici,che, quando tira il vento, si lasciano dietro tutti i fiorellini<br />

125


osa che a me piacciono tanto! Faccio tante “esplorazioni”. C’è una<br />

stradina dove spesso ci sono i cinghiali, perciò io e i miei fratelli la<br />

chiamiamo “la stradina dei cinghiali”, dove a me e ai miei fratelli<br />

piace tanto andare a spaventare i piccoli cinghiali. A me non piace<br />

tanto fare ciò, ma pur di stare insieme ai miei fratelli ci vado. D’estate<br />

io, i miei cugini e Giacomo emiche prendiamo la pompa <strong>del</strong>l’acqua e<br />

ci spruzziamo a vicenda. Di questo gioco c’è anche un aspetto che a<br />

tutti noi non piace tanto: l’acqua è freddissima! Quando giunge il tramonto<br />

io mi stendo sull’erba e lo osservo. I colori sono bellissimi, sembrano<br />

i disegni con la porporina che fa il mio amico Edoardo. I suoi<br />

colori sono :il rosso, l’arancione,il giallino,l’azzurro-blu e il violetto…<br />

poi, dopo un po’ di tempo, cambiano,restano solo l’azzurro ed il violetto.<br />

Che spettacolo!! Alla sera il cielo si riempie di stelle. Dopo mangiato<br />

ci mettiamo tutti sull’amaca ad osservarle e proviamo a creare<br />

nuove figure e a trovarne di già esistenti. Io sono molto affezionata a<br />

questo luogo e non smetterò mai di esserlo!!<br />

Osservo la bellezza <strong>del</strong>le stagioni, dei paesaggi, esprimo e racconto<br />

il mio stupore in versi e con il disegno.<br />

“Danza di foglie”<br />

126


San Martino<br />

La nebbia agli irti colli<br />

piovigginando sale,<br />

e sotto il maestrale<br />

urla e biancheggia il mar;<br />

ma per le vie <strong>del</strong> borgo<br />

dal ribollir de’ tini<br />

va l’aspro odor de i vini<br />

l’anime a rallegrar.<br />

Gira su’ ceppi accesi<br />

lo spiedo scoppiettando:<br />

sta il cacciator fischiando<br />

su l’uscio a rimirar<br />

tra le rossastre nubi<br />

stormi d’uccelli neri,<br />

com’esuli pensieri,<br />

nel vespero migrar.<br />

GIOSUÈ CARDUCCI<br />

D’Inverno<br />

Il sole è quasi spento:<br />

pallido, dietro un mare<br />

di folta nebbia, appare<br />

come un disco d’argento.<br />

Sommersa è la città tutta in<br />

quell’onda<br />

cheta, bianchiccia, gelida, profonda…<br />

Il sole ecco s’è spento<br />

pallido, nella sera.<br />

La nebbia è più leggera:<br />

or la dirada il vento.<br />

PIETRO MASTRI<br />

Inverno<br />

La neve,<br />

come panna montata,<br />

ricopre il paesaggio<br />

rendendolo un velo leggero<br />

e soffice.<br />

127


Gli alberi spogli<br />

ricoperti dalla neve<br />

sembrano scheletri infreddoliti<br />

e piangendo impauriti,<br />

dal cupo cielo nero,<br />

si chiudono a cupola<br />

per affrontare<br />

un gelido inverno.<br />

Palla di Fuoco<br />

sorge piano piano<br />

portando nel cielo<br />

un piccolo bagliore luminoso.<br />

La stagione Inverno<br />

Il sole non abbaglia più,<br />

agli occhi di colui<br />

che lo guarda<br />

è come una talpa<br />

che sta andando in letargo piano piano.<br />

Le foglie rannicchiate<br />

ai piedi degli alberi,<br />

cullate dal vento,<br />

sono bambini<br />

appena nati<br />

nella loro dolce culla.<br />

La neve<br />

Il cielo in inverno<br />

è come una palla di vetro<br />

con dentro la neve,<br />

e se la scuoti<br />

scende giù<br />

come pallini di polistirolo.<br />

128


Arriva l’Inverno<br />

La natura si è fermata,<br />

è arrivato il grande stregone <strong>del</strong>l’inverno.<br />

Gli alberi scheletriti e spogli<br />

aprono le loro braccia<br />

annunciandoci che l’inverno<br />

è alle porte.<br />

Le nuvole,<br />

come il fumo nei camini,<br />

ricoprono il cielo<br />

e rendono le giornate<br />

tristi e uggiose.<br />

La neve<br />

La neve cade quieta<br />

scendendo sulla città<br />

e forma un lenzuolo.<br />

I bambini<br />

nel parco<br />

si tirano palle di neve<br />

e fanno pupazzi.<br />

Alcuni bambini<br />

vorrebbero rimanere<br />

ma il freddo<br />

punge come un ago.<br />

La bellezza <strong>del</strong>l’inverno<br />

Il cielo non è più azzurro come d’estate,<br />

è ricoperto di nuvole fuligginose.<br />

Vedo colline imbiancate di neve<br />

e dal cielo cade qualche goccia di pioggia.<br />

129


130


STORIA E RELIGIONE<br />

In Storia dall’antica Grecia ci siamo avvicinati sempre più alla<br />

penisola italica, alle nostre radici, quindi. Man mano che ciò accadeva,<br />

abbiamo sentito crescere dentro di noi il desiderio di scoprire e conoscere<br />

l’origine <strong>del</strong>la nostra civiltà: chi siamo? Da dove veniamo?<br />

Con queste e altre domande abbiamo atteso con trepidazione e<br />

curiosità lo studio degli antichi Romani.<br />

In un primo momento abbiamo cercato le loro tracce nel territorio<br />

vicino a noi, visitando la “Domus <strong>del</strong> chirurgo” a Rimini. Ci siamo<br />

addentrati nel cuore dalla città, l’abbiamo attraversata camminando su<br />

“pietre antiche” impregnate di storia. Abbiamo osservato le fonti materiali<br />

a noi pervenute e abbiamo cercato di capire come vivevano e come<br />

erano organizzati i Romani, tracciando similitudini tra la loro e la<br />

nostra forma di governo.<br />

Ci siamo lentamente sentiti parte di questo popolo così antico ma<br />

anche così profondamente presente nella nostra quotidianità e nelle<br />

nostre tradizioni.<br />

131


Parallelamente in religione abbiamo studiato la nascita <strong>del</strong><br />

Cristianesimo, <strong>del</strong>la Chiesa e la diffusione <strong>del</strong> Vangelo. Abbiamo conosciuto<br />

la persona, i viaggi e l’opera di evangelizzazione di S.Paolo, che<br />

ci ha aiutati ad entrare sempre di più nel cuore <strong>del</strong>la fede e <strong>del</strong>la chiesa,<br />

fino a raggiungere la massima partecipazione e condivisione con la<br />

gita finale vissuta a Roma: dinnanzi alla basilica di San Pietro, alla<br />

Chiesa di San Paolo fuori le Mura e alle Catacombe di S. Sebastiano<br />

non abbiamo potuto trattenere un profondo sentimento di gratitudine<br />

per la nostra appartenenza al grande popolo cristiano. Di fronte ai<br />

monumenti e alle imponenti chiese abbiamo avvertito la nostra piccolezza,<br />

ma anche il nostro bisogno di aderire alla Verità tutta intera.<br />

Essa si è fatta presente attraverso la conoscenza <strong>del</strong>la realtà, e questo<br />

viaggio che abbiamo compiuto insieme ci ha portato ad assaporare<br />

la soddisfazione <strong>del</strong>l’imparare e a provare il gusto <strong>del</strong> viaggio.<br />

“Sono un legionario romano. Di ritorno dalla vittoria contro la<br />

flotta cartaginese alle isole Egadi, vi racconto come sono andati i<br />

fatti”.<br />

• Sono Marco, un legionario romano. Di solito vivo in un paesino<br />

poco distante da Roma. Prima di arruolarmi nell’esercito facevo il fabbro<br />

e preparavo le armi per i soldati. Questo mestiere mi è tornato utile<br />

in guerra, perchè ho riparato le armi rotte durante i combattimenti.<br />

Sono appena arrivato a Roma, di ritorno dalla gloriosa battaglia<br />

<strong>del</strong>le isole Egadi. Siamo stati accolti da una folla festante che ci ha<br />

acclamato come eroi: ce lo meritavamo dopo tanti anni di battaglie<br />

contro Cartagine!<br />

Questa città, che aveva colonie anche in Sicilia, era diventata troppo<br />

potente sul Mediterraneo, per questo noi, che volevamo espandere<br />

i nostri traffici commerciali anche sul mare, siamo stati costretti ad iniziare<br />

la guerra punica.<br />

Dato che i Cartaginesi avevano una flotta molto forte, noi Romani<br />

abbiamo costruito molte navi. Mentre gli operai le costruivano,noi soldati<br />

ci allenavamo a combattere sulla spiaggia, perchè le nostre navi<br />

sarebbero state dotate di un ponte levatoio, il corvo, con un gancio che<br />

si doveva attaccare alle navi nemiche e permetterci di andare all’arrembaggio.<br />

Dopo una dura sconfitta in Africa, attaccammo i Cartaginesi in<br />

mare, presso le isole Egadi con la nostra flotta di centoventi navi e<br />

numerosi uomini. Io mi trovavo nella nave dove c’era il console.<br />

132


La battaglia iniziò, gli arcieri e i veliti scagliarono tutte le loro<br />

frecce e le loro lance.<br />

Ad un certo punto il console gridò: “Abbassate i corvi!”; così<br />

agganciammo le navi nemiche. Io saltai sul ponte ed entrai in una nave<br />

cartaginese: uccisi molti uomini. Ad un certo punto, mentre stavo lottando<br />

contro i Cartaginesi, un mio compagno mi gridò: “Marco, abbassati!”.<br />

Io mi abbassai e una lancia mi sfiorò la testa danneggiando<br />

l’elmo. Devo la vita a questo mio compagno di guerra. Alla fine abbiamo<br />

vinto: noi abbiamo perso trenta navi, mentre i cartaginesi ne<br />

hanno perse cinquanta e altre settanta le abbiamo catturate. Abbiamo<br />

preso anche numerosi uomini. Sicuramente questa battaglia ci porterà<br />

alla conquista <strong>del</strong>la Sicilia e a fare pagare un’ enorme cifra in oro ai<br />

Cartaginesi per ripagare le spese sostenute per la guerra.<br />

133


Momenti, emozioni, piccoli ricordi… di un’esperienza indimenticabile!<br />

“Ho appena trascorso due giorni a Roma con una splendida compagnia<br />

di amici: le mitiche quinte!<br />

Sono entrato nel cuore <strong>del</strong>la Storia e <strong>del</strong>la Chiesa… ho provato<br />

sensazioni ed emozioni così profonde che resteranno scritte dentro di<br />

me per molto tempo, e che mi accompagneranno verso la nuova<br />

avventura che mi aspetta: la <strong>scuola</strong> media”.<br />

• Mercoledì 29 aprile io, con le classi quinte, sono andato a Roma<br />

due giorni.<br />

Quando mi sono svegliato ero eccitato e un po’ stanco. Mio fratello<br />

era contentissimo ed è andato subito a fare colazione, come se avesse<br />

fretta.<br />

Dopo essermi lavato, ho controllato che ci fosse tutto nella valigia<br />

e sono sceso in cucina a prendere dei panini.<br />

Poi ho salutato la nonna e mia mamma, perché mi ha accompagnato<br />

solo il babbo.<br />

Mentre andavo a <strong>scuola</strong> ho pensato a cosa avremmo fatto in pullman<br />

e a Roma.<br />

Ho guardato fuori dal finestrino ed era buio, le strade deserte e non<br />

si sentiva nessun rumore. Il cielo era blu con pochissime stelle e un po’<br />

di nuvole. Quando sono arrivato a <strong>scuola</strong> ho incontrato Giovanni e<br />

l’ho salutato.<br />

Dopodichè ho messo le valigie nel pullman, ho salutato mio babbo<br />

e sono andato a parlare con Filippo F. e Giovanni.<br />

Siamo partiti un po’ dopo l’orario previsto perché la preside era in<br />

ritardo. Finalmente siamo saliti in pullman. Io stavo vicino a Matteo.<br />

All’inizio mi sono riposato e ho guardato fuori dal finestrino e ho<br />

visto tutti i genitori, un po’ preoccupati, che salutavano i loro figli.<br />

Dopo io, Matteo G. e Michele N. abbiamo giocato a “testa o<br />

coda”. Purtroppo, durante il viaggio, ci siamo fermati più <strong>del</strong> previsto<br />

perché qualcuno stava male.<br />

Ho ascoltato un po’ di musica, ma quando ci stavamo annoiando le<br />

maestre ci hanno fatto vedere un film divertente.<br />

Il viaggio è stato bello.<br />

Quando siamo entrati a Roma la preside ci ha spiegato tante cose<br />

che si vedevano dal finestrino.<br />

Arrivati alla meta, l’autista ci ha scaricati davanti all’Altare <strong>del</strong>la<br />

Patria dove, anche lì, la preside ci ha spiegato che cosa rappresentavano<br />

<strong>del</strong>le cartine su un muro.<br />

134


Poi ci siamo avviati per andare al Colosseo e ci siamo divisi in due<br />

gruppi. C’era tanta fila, ma valeva la pena aspettare.<br />

Io non ero mai stato dentro al Colosseo e quando sono entrato mi<br />

sono trovato davanti un enorme e spettacolare monumento.<br />

Ho fatto tante foto senza però trascurare quello che diceva la<br />

guida, perché era interessantissimo.<br />

La cosa detta che mi è piaciuta di più è stata l’origine <strong>del</strong> nome.<br />

Dopo essere usciti ci siamo diretti al Foro romano dove abbiamo<br />

visto tre archi e tantissime altre cose spettacolari.<br />

La guida, oltre a sapere tantissime cose, le raccontava benissimo.<br />

Nel Foro sono rimasti tanti monumenti, sia interi che rovinati.<br />

La cosa che mi ha maggiormente colpito è stato l’arco di Costantino.<br />

Dopo aver visitato anche il Foro siamo andati in pullman per<br />

andare a vedere le Catacombe. Erano le Catacombe di San Sebastiano.<br />

All’interno le Catacombe erano buie e strette con tombe di vario<br />

tipo. La nostra guida era un maschio ed era simpatica. Ci ha spiegato<br />

tante cose.<br />

Quando siamo usciti siamo andati in pullman.<br />

Eravamo tutti stanchi.<br />

L’albergo era bellissimo, circondato da un grande prato dove si<br />

poteva correre e giocare.<br />

Abbiamo preso le valigie e siamo entrati in albergo.<br />

Ci hanno spiegato le regole e poi ci hanno consegnato la chiave.<br />

I miei compagni di camera erano eccitati, ma io no.<br />

Facevano confusione e io ho cercato di calmarli.<br />

I miei compagni erano: Paolo, Matteo, Filippo F.<br />

Dopo aver disfatto le valigie e dopo esserci lavati siamo scesi e<br />

siamo andati fuori.<br />

Abbiamo fatto una partita a doge ball, 5A contro 5B.<br />

Poi siamo andati a cenare e dopo ci siamo recati in un salone a giocare<br />

ai quiz.<br />

Dopo quel bel momento siamo andati nelle camere e dopo un po’ ci<br />

siamo messi a dormire.<br />

Il giorno dopo ci hanno svegliati le maestre e dopo esserci cambiati<br />

e lavati abbiamo fatto colazione.<br />

Poi abbiamo preparato le valigie e siamo usciti a metterle in pullman.<br />

Giovedì mattina siamo andati a San Pietro dove abbiamo visitato<br />

le tombe dei papi e la basilica.<br />

Dopo due ore siamo andati a prendere i souvenir.<br />

Alle 12:30 siamo andati a San Paolo fuori le Mura. Lì abbiamo<br />

pranzato e abbiamo visitato quella splendida Chiesa.<br />

135


Prima di visitarla abbiamo giocato tutti al gioco che facciamo di<br />

solito, cioè “strega impalata”.<br />

È stato uno dei momenti più belli perché eravamo uniti tutti e questo<br />

mi è piaciuto moltissimo.<br />

Poi siamo saliti in pullman per il viaggio di ritorno durante il quale<br />

abbiamo visto due film.<br />

Il viaggio è durato otto ore perché dovevamo cambiare autista e<br />

perché c’era tanto traffico.<br />

Quando sono arrivato a <strong>scuola</strong> ero soddisfatto e contento di avere<br />

intrapreso il viaggio più bello fatto alle elementari.<br />

• Dopo tanta attesa è arrivata la gita a Roma. Siamo partiti alle 6<br />

da <strong>scuola</strong>. Tutti eravamo molto contenti, in pullman abbiamo ascoltato<br />

la musica e giocato: barzellette, indovinelli; abbiamo visto anche un<br />

film. Dopo tante ore di viaggio, finalmente siamo arrivati, erano le<br />

136


12:30. Subito abbiamo visitato il Colosseo. Una guida ci ha raccontato<br />

che questo monumento fu iniziato dall’imperatore Vespasiano nel 72<br />

d.c e fu concluso da suo figlio Tito nel 80 d.c. Il suo vero nome era<br />

“Anfiteatro Flavio”. All’interno <strong>del</strong> Colosseo si svolgevano i giochi <strong>del</strong><br />

circo come le battaglie fra uomini e bestie. Su questo ci avevano raccontato<br />

che se il pubblico drizzava il pollice verso l’ alto la bestia era<br />

salva, ma se il pollice era rivolto verso il basso quest’ultimo doveva<br />

morire. Un particolare che mi ha colpito è stato che il Colosseo aveva<br />

tre ordini di arcate: doriche, ioniche e corinzie. Nel Colosseo anche<br />

adesso si svolge la Via Crucis guidata dal Papa. Usciti dal Colosseo<br />

abbiamo pranzato e poi ci siamo incamminati verso il Foro Romano.<br />

Qui ciò che mi ha colpito è stato la casa <strong>del</strong>le Vestali, la guida ci ha<br />

raccontato che secondo la tradizione risale all’ età di Numa Pompilio<br />

che vi depose gli oggetti portati da Enea e gli antichi romani credevano<br />

che la conservazione di questi oggetti difendesse la sorte <strong>del</strong>la città.<br />

Abbiamo visto anche il posto dove le Vestali avevano il compito di tenere<br />

il fuoco acceso. Nel tardo pomeriggio abbiamo visitato le catacombe<br />

di S. Sebastiano. Erano bellissime: c’erano tombe grandi che erano<br />

di famiglia, tombe normali di persona adulta e tombe piccole di bambino.<br />

In alcune tombe c’erano dei simboli come l’ancora, simbolo <strong>del</strong>la<br />

salvezza, o la colomba, simbolo <strong>del</strong>l’ anima nella pace divina. Quello<br />

che mi ha colpito di più è ciò che Malik (la guida) ci ha detto sul pesce<br />

che in greco si dice IXTHYC (ichtùs) che disposte verticalmente formano<br />

un acrostico: Iesùs Christos Theòu Uiòs Sòter = Gesù Cristo<br />

Figlio di Dio Salvatore. Dopo questa visita siamo entrati nella Chiesa<br />

di S. Sebastiano e ci hanno spiegato tutti i suoi simboli.<br />

Alle 19 circa siamo arrivati in albergo, io ero in camera con<br />

Matteo, Nicola e Gabriel. Alle 20 abbiamo cenato, io ho mangiato<br />

molto bene, alla sera abbiamo fatto il quiz organizzato da me e Giovanni;<br />

alle 23 dovevamo andare a letto.<br />

Il giorno dopo abbiamo fatto colazione alle 7 e siamo partiti subito<br />

per andare alla Basilica di S. Pietro. Appena siamo arrivati in<br />

Piazza abbiamo visitato l’Obelisco, poi siamo entrati in Chiesa: è bellissima<br />

e grandissima. Poi ci siamo recati alle Sacre Grotte Vaticane,<br />

mi ha colpito molto la tomba di Giovanni Paolo II che non avevo mai<br />

visto. Usciti dalle grotte abbiamo finito di visitare la Basilica. Dopo<br />

questa visita siamo andati a comprare i souvenir, io ho comprato la<br />

lupa e un soldatino. Più tardi siamo ripartiti e siamo andati a pranzare<br />

nel “parchetto” di fronte alla Chiesa di S. Paolo fuori le mura, era<br />

pieno di zingari. Dopo aver pranzato siamo entrati in Chiesa. Mi ha<br />

colpito molto la raffigurazione di tutti i Papi nei muri. Prima di uscire<br />

137


dalla Chiesa, abbiamo fatto una preghiera davanti alla tomba di S.<br />

Paolo. Questa era l’ultima tappa <strong>del</strong> nostro viaggio. Al ritorno abbiamo<br />

guardato un film e siamo tornati verso le 23 perché c’era molto<br />

traffico e dovevamo fare il cambio di autista.<br />

Ringrazio tutte le maestre e la Preside per questa bellissima gita<br />

che ci hanno regalato. Mi sono divertito moltissimo. Questi due giorni<br />

mi rimarranno sempre nel cuore!<br />

• Io, insieme ai miei amici di 5A e 5B, ho trascorso dei momenti<br />

indimenticabili a Roma.<br />

Il giorno <strong>del</strong>la partenza, quando mi sono svegliato alle cinque <strong>del</strong><br />

mattino, ero ancora assonnato e avevo gli occhi chiusi, ma ero emozionatissimo,<br />

perché dovevo partire per la gita che aspettavo dalla<br />

<strong>prima</strong> elementare: “la gita a Roma di due giorni”.<br />

A casa <strong>prima</strong> di uscire, ho messo le ultime cose nello zaino, ho preparato<br />

lo zainetto con le merende il pranzo al sacco, ho fatto colazione,<br />

mi sono lavato bene i denti e il viso, ho salutato i miei familiari con<br />

un abbraccio caloroso e insieme al nonno mi sono incamminato verso<br />

il pullman.<br />

Camminando vedevo il cielo ancora blu con dei puntini dorati<br />

sparsi qua e là che sembravano perle di una collana molto preziosa.<br />

Le cime degli alberi, a causa <strong>del</strong> buio, sembravano degli sbuffi di<br />

fumo che uscivano dal camino di una casa.<br />

La strada era deserta, i marciapiedi erano vuoti e il paesaggio<br />

aveva un aspetto un po’ tenebroso.<br />

Quando sono arrivato a <strong>scuola</strong> ho salutato tutti i miei amici,<br />

maschi e femmine; Ago mi ha dato anche una cicca per il viaggio.<br />

Prima di partire mi sono messo a chiacchierare di tennis e di calcio<br />

con Miki, Neri, Ago e Pracca. Io sedevo nei posti in fondo al pullman<br />

con Riccardo, Elena, Benedetta, Alberto, Filo, e Giulio.<br />

Insieme ci siamo divertiti moltissimo: ci facevamo le foto a vicenda,<br />

ascoltavamo l’I Pod, facevamo gli indovinelli agli amici che sedevano<br />

davanti e ci raccontavamo i fatti che ci erano capitati.<br />

Guardando fuori dal finestrino vedevo il paesaggio che cambiava:<br />

in Toscana gli Appennini erano tutti spogli con qualche margherita qua<br />

e là, in Umbria era tutto verde con tanti prati e colline.<br />

Arrivati a Roma siamo andati al Colosseo.<br />

Prima di entrare ci siamo divisi in gruppi.<br />

La guida ci ha accompagnato e ci ha spiegato che il Colosseo,<br />

all’inizio, era un teatro dove si svolgevano anche battaglie navali grazie<br />

ad un torrente che veniva deviato dal Tevere.<br />

138


• Terminato il giro ci siamo incamminati verso il Foro romano dove<br />

abbiamo visto la curia e degli archi di trionfo.<br />

Dopo aver mangiato siamo andati alle Catacombe di San<br />

Sebastiano.<br />

C’erano tante tombe di cristiani e di pagani.<br />

Nelle tombe dei cristiani era disegnata una colomba o un’ancora:<br />

Nella chiesa di San Sebastiano sono rimasto colpito dalle impronte<br />

di San Paolo.<br />

Dopo aver passato una divertente notte in albergo, la mattina dopo<br />

siamo andati a visitare la Basilica di San Pietro, la chiesa più grande<br />

<strong>del</strong> mondo.<br />

Siamo andati anche alla chiesa di San Paolo fuori le mura dove<br />

c’erano gli affreschi di tutti i Papi, da San Pietro a Benedetto XVI.<br />

Al ritorno ero contento perché avevo visto con i miei occhi tutto<br />

quello che avevo letto e sognato nel libro di storia.<br />

Roma è bella!<br />

Alle 5:40 ha suonato la mia sveglia e tutti ci siamo alzati, ho fatto<br />

colazione, mi sono vestito, ho lavato i denti e sono partito per arrivare<br />

a <strong>scuola</strong> ad aspettare il pullman. Io, Ruffino e Nicola siamo stati i<br />

primi ad arrivare. Siamo partiti con il pullman salutando i genitori. A<br />

metà viaggio alcuni di noi purtroppo hanno “vomitato”. Durante il<br />

viaggio parlavamo,giocavamo e ascoltavamo la musica su mp3. Arrivati<br />

a Roma ci siamo fermati al “Colosseo”, dove grazie ad una<br />

guida abbiamo appreso nuove cose. A me è piaciuto molto visitarlo<br />

perché ho visto i posti dove vivevano gli anichi romani, leoni, gladiatori…<br />

Ho visto che molte pietre erano ricoperte di muschio perché là<br />

sotto c’era molto umido. Arrivati all’uscita <strong>del</strong> “Colosseo” andammo<br />

al Foro Romano e abbiamo visto l’arco di Tito, la casa di Augusto, il<br />

Cam pidoglio, molte chiese tra cui una in particolare molto grande ma<br />

un po’ distrutta, archi tra cui quello di Tiberio…<br />

La cosa che mi ha colpito di più è stato il modo di conservazione<br />

degli edifici. Più tardi dopo aver fatto merenda ci siamo diretti alle<br />

“Catacombe di S.Sebastiano”. Io avevo molta paura assieme a Filippo<br />

perché sapevamo che c’erano dei vicoli molto stretti, mancanza di aria.<br />

Entrati dentro le “Catacombe” io e Filippo siamo rimasti su perché<br />

avevamo un po’ di paura. La fortuna è stata che la preside nel frattempo<br />

è stata lì a spiegarci tante cose sulle “Catacombe” e altre cose su<br />

altri palazzi e, edifici Romani. Arrivati nel pullman ci dirigemmo verso<br />

l’albergo. Giunti a destinazione portammo le valigie in camera, ci<br />

cambiammo e andammo a cena.<br />

139


• Tornati nelle camere, dopo cena ed i giochi che abbiamo fatto in<br />

salotto, cercammo di dormire perché i nostri vicini e Ruffino facevano<br />

molto rumore. Io, Bisulli e Davide ci addormentammo circa all’una<br />

ma Ruffino verso le due e le tre. Alla mattina dopo, più tardi facemmo<br />

colazione poi mettemmo le valigie dentro il pullman e partimmo per<br />

andare a Piazza S.Pietro, nel centro di Roma. Arrivati, la preside<br />

ci ha spiegato la storia di un obelisco nel centro <strong>del</strong>la piazza abbiamo<br />

fatto la fila per entrare, siamo andati a vedere le tombe dei papi:di<br />

Callisto,Papa Giovanni…<br />

La più importante fu quella di S. Pietro. Vedimmo tante statue, quadri<br />

e incisioni. Più tardi ci fermammo presso la chiesa di S. Paolo fuori<br />

le mura, lì vidi tutta una serie di papi dall’inizio alla fine e le loro foto;<br />

mi colpirono molto le catenuccie di S. Paolo e anche una croce che si<br />

dice che un po’ di anni fa abbia compiuto dei miracoli importanti. Poi<br />

verso le tre <strong>del</strong> pomeriggio siamo partiti per ritornare a Cesena. Il<br />

viaggio fu un po’ “mosso” ma per fortuna questa volta non aveva “vomitato”<br />

nessuno. La cosa che mi è piaciuta di più è stato il Colosseo<br />

per la sua immensità e bellezza. Io in tutta questa gita ho provato gioia,<br />

felicità e la cosa più importante cioè la voglia di chiedere ed imparare.<br />

Ringrazio tutte le maestre e la preside per questa bella gita.<br />

140


• Finalmente era arrivato il momento <strong>del</strong>la partenza, ed io, anzichè<br />

essere stanco per aver dormito poco, ero sveglio come un grillo, perché<br />

ero emozionato.<br />

Prima di partire mi sono lavato i denti, la faccia, mi sono pettinato<br />

i capelli e ho scritto un biglietto di saluto ai miei fratelli che dormivano<br />

ancora, poi partii.<br />

Durante il viaggio in macchina avevo notato che mia mamma<br />

aveva preso la strada più lunga, anche se lei mi rispose di no. Infatti si<br />

era diretta alla stazione.<br />

Appena le dissi che dovevamo andare davanti alla <strong>scuola</strong>, lei si<br />

diresse subito lì e arrivammo in tempo.<br />

Giunto notai subito che gran parte dei miei amici era già lì e non<br />

feci altro che salutarli e decidere con chi stare nel pullman.<br />

All’inizio dovevo stare vicino ad Alberto Renzi, con davanti Ago e<br />

Pracca.<br />

Ma alla fine mi spostavo sempre non avevo mai un posto fisso.<br />

Durante il viaggio ho ascoltato l’I Pod e ho e ho guardato “l’Era<br />

Glaciale”.<br />

Il primo luogo che abbiamo visitato è stato il Colosseo, un monumento<br />

che non ero mai riuscito a visitare, è una costruzione bellissima.<br />

Grazie alla guida, poi, sono riuscito a capire molte più cose di<br />

quante ne potessi immaginare.<br />

Il Colosseo è una costruzione mastodontica, di forma ovale e ha tre<br />

piani.<br />

Questa costruzione è come un circo megagalattico che attira ancora<br />

oggi la gente, non solo per le azioni che venivano svolte all’interno<br />

duemila anni, ma perché è una costruzione splendida.<br />

Il Colosseo è sempre illuminato, perché la sua bellezza non può far<br />

altro che attirare i raggi <strong>del</strong> sole.<br />

Dopo il Colosseo siamo andati a visitare il Foro romano; all’interno<br />

di esso c’era il Tempio <strong>del</strong>le vestali dove la guida ci ha spiegato<br />

cose molto interessanti. Dopo il Foro siamo andati alle Catacombe.<br />

Molti erano intimoriti, ma io più che intimorito ero attirato da<br />

come chilometri e chilometri di strada decorati nei minimi particolari.<br />

Usciti, erano più o meno le 18:00, ci siamo diretti verso gli alloggi.<br />

Io ero in camera con Pracca e Ago e la sera ci siamo divertiti tantissimo.<br />

Al risveglio siamo andati a fare colazione per poi ripartire.<br />

Ci siamo diretti verso la Basilca di S. Pietro, e nel tragitto siamo<br />

riusciti ad ammirare l’Isola Tiberina che dai colori sembrava un diamante<br />

che riflettere la luce <strong>del</strong> sole.<br />

141


Appena arrivati la preside ha cominciato a raccontarci tantissime<br />

cose, la Basilica era bellissima, piena di particolari adornati con affreschi.<br />

Finita la visita abbiamo deciso di recarci alla chiesa di S. Paolo<br />

fuori le mura.<br />

Prima di entrare ci siamo fermati nel prato a pranzare, poi abbiamo<br />

giocato a rincorrerci.<br />

Entrati, fortunatamente non c’era nessuno, quindi abbiamo potuto<br />

ammirare la chiesa con più facilità.<br />

Una cosa che ha attirato particolarmente la mia attenzione è stato<br />

il mosaico: una cosa talmente raffinata che non so come descriverla.<br />

Usciti ci siamo avviati al pullman che ci ha riportati a casa.<br />

Questa gita per me è stata indimenticabile, non solo per le cose<br />

visitate, ma anche perché gli amici mi hanno sempre sostenuto.<br />

Grazie maestra per avermi donato una gita così.<br />

• Mercoledì mattina alle 6:00 siamo partiti dalla nostra <strong>scuola</strong> per<br />

arrivare a Roma.<br />

Nel viaggio ci siamo fermati per andare in bagno e per un altro po’<br />

di colazione. Dopo, quando siamo ripartiti, Emanuele, uno studente<br />

<strong>del</strong>la VA ha vomitato per tre volte, ma non molto gravemente.<br />

Per un’ora abbiamo guardato il film “L’Era Glaciale”, poi abbiamo<br />

viaggiato per molto altro tempo.<br />

Arrivati a Roma siamo andati al Colosseo dove una guida ci ha<br />

raccontato <strong>del</strong>le cose molto interessanti. Ci ha detto che il Colosseo si<br />

chiama anche Anfiteatro Flavio e che il nome Colosseo deriva dalla<br />

statua colossale a cui era vicino.<br />

• Poi siamo andati a vedere un arco <strong>del</strong>l’imperatore Costantino, il<br />

primo fra tutti ad essere cristiano.<br />

La guida ha detto che aveva vinto una battaglia perché aveva<br />

dipinto una croce su ogni scudo dei suoi soldati.<br />

Come ultima meta, con lei, abbiamo visto degli antichi paesaggi<br />

romani. Dopodichè abbiamo fatto pranzo e a seguire siamo partiti con<br />

il pullman per <strong>del</strong>le catacombe.<br />

All’inizio abbiamo comprato dei souvenir ad un negozio e poi<br />

siamo andati sottoterra, a visitare tali catacombe. Lì abbiamo visto dei<br />

simboli cristiani, iscrizioni coi nomi dei defunti e le loro caratteristiche<br />

e molto altro ancora. È stata un’esperienza bellissima!<br />

A seguire siamo andati in albergo, dove ci hanno assegnato le stanze.<br />

Io ero insieme a Giovanni e Alberto; abbiamo deciso, appena arrivati,<br />

in quali letti dormire.<br />

142


C’erano due letti a pochi metri dalla porta e uno molto lontano, in<br />

un angolo. Giovanni ha scelto il letto a sinistra fra i due vicini alla<br />

porta, Alberto il destro e io il letto più lontano. Poi siamo scesi e abbiamo<br />

giocato a Dodgeball. Le squadre erano: 5A vs 5B. Purtroppo non<br />

siamo riusciti a finirla ma stava vincendo la 5A.<br />

Poi abbiamo cenato, il primo erano dei tortelli al pomodoro, il<br />

secondo cotolette con il puré e l’insalata, infine la frutta era a scelta.<br />

Prima di andare a letto abbiamo fatto un quiz: la mia squadra ha<br />

vinto con un vantaggio di 5 punti.<br />

Poi siamo andati in camera e le maestre ci hanno detto che potevamo<br />

chiacchierare, giocare o fare altro fino alle 23:00.<br />

Noi (io, Giovanni e Alberto) abbiamo fatto le docce e giocato<br />

all’impiccato. Poi siamo andati a dormire.<br />

La mattina seguente abbiamo mangiato per colazione moltissime<br />

cose, poi abbiamo fatto le valigie; l’albergo ci ha dato il pranzo al<br />

sacco e siamo andati ad una chiesa molto bella (S. Pietro).<br />

Mi ricordo in particolare una cappella con parti d’oro (S. Paolo).<br />

Quando siamo usciti abbiamo fatto il pranzo su un prato, poi<br />

abbiamo giocato a strega impalata. Prima avevamo anche comprato<br />

altri souvenir.<br />

Durante il viaggio abbiamo visto i film “Shrek” e “Tu la conosci<br />

Claudia?”. Infine abbiamo fatto una sosta per la merenda e siamo<br />

ripartiti.<br />

Alle 23:00 circa siamo arrivati a Cesena.<br />

Mi sono piaciute molto le catacombe e la chiesa e ho provato molta<br />

felicità, dato che era la mia <strong>prima</strong> gita con la <strong>scuola</strong> in cui abbiamo<br />

dormito una notte.<br />

Non ho avuto particolari impressioni, ma mi rimarrà per sempre<br />

come ricordo prezioso ogni singolo momento vissuto in questa gita!<br />

143


Concorso di Primavera:<br />

“DIPINGI LA BELLEZZA DELLA PRIMAVERA”<br />

I bambini <strong>del</strong>le quinte hanno partecipato al concorso “Dipingi la<br />

bellezza <strong>del</strong>la <strong>prima</strong>vera!”.<br />

Hanno osservato e colto ciò che <strong>del</strong>la natura, in <strong>prima</strong>vera, li colpiva<br />

di più, e hanno rappresentato con il disegno: il cielo, il prato, gli<br />

alberi, e tanti altri particolari belli.<br />

“Caro diario, sta arrivando la <strong>prima</strong>vera: le giornate sono più<br />

lunghe, l’aria è più calda, il sole è più luminoso.<br />

Anche io mi sento diversa, più grande, qualche volta non mi riconosco,<br />

qualche volta mi vedo con altri occhi...”<br />

• Caro diario,<br />

era martedi’3 Marzo e c’era ancora quell’aria fredda legata all’inverno,oggi<br />

invece,sabato 14 Marzo si sente la brezza frescolina <strong>del</strong>la<br />

Primavera.<br />

Questa mattina mi sono svegliata e guardando gli alberi ho capito<br />

che non erano più spogli, ma verdi con alcuni fiorellini.<br />

Venendo a <strong>scuola</strong>, ho guardato il cielo e non ho visto le solite nuvole<br />

grigie, ma il sole, che ha fatto anche salire la temperatura.<br />

E poi in Primavera ci sono anche dei vantaggi: puoi andare fuori<br />

a giocare con gli amici,andare a fare una passeggiata... cose che<br />

d’inverno non puoi fare.<br />

Ora io mi sento diversa: tempo fa ero più “dura”, di ghiaccio,ora<br />

invece mi sento più libera e felice.<br />

144


La Primavera è la mia stagione preferita, perchè colora il mondo<br />

che noi facciamo diventare brutto.<br />

Forse anche noi dovremmo apprezzare il mondo come lo apprezza<br />

la Primavera, perchè Dio ha creato questa meraviglia per noi e forse<br />

anche noi ora dovremmo fare qualcosa per lui e apprezzare le cose che<br />

ci vengono donate.<br />

La Primavera per me non sarà mai tristezza, anzi, è la gioia più<br />

infinita che una persona possa avere.<br />

Ora posso veramente capire che la <strong>scuola</strong> sta quasi per finire,ma il<br />

tempo passa cosi’ velocemente che non ci accorgeremo di niente.<br />

Le stagioni calde sono le mie preferite e vorrei ringraziarle dandogli<br />

un bacio!<br />

• Caro diario,<br />

sta arrivando la <strong>prima</strong>vera.<br />

A me questo periodo piace moltissimo, soprattutto perché gli alberi<br />

cominciano a fiorire, e il profumo dei fiori inizia a volare nell’aria e<br />

gli uccelli iniziano a cantare.<br />

Questo momento mi piace anche perché c’è pace e allegria, tutti<br />

sono spensierati, sereni, l’aria è più leggera e più profumata e tutto è<br />

colorato con colori vivaci.<br />

La <strong>prima</strong>vera è bella anche perché i prati fioriscono e portano allegria<br />

alle persone malinconiche.<br />

Gli animali escono dalle loro tane,e vanno in giro per i boschi e per<br />

le montagne, le rondini tornano dal loro lungo viaggio con la solita<br />

formazione a “V”.<br />

Il cielo e la terra sembrano dipinti il cielo azzurro i fiori rosa; a<br />

questo punto quasi sempre mi dico: “Come vorrei non fare i miei doveri<br />

oggi!!”.<br />

Però oltre a questo la <strong>prima</strong>vera mi dà energia, voglia di correre<br />

per i prati, di giocare insieme alle mie amiche, di fare cose spericolate,<br />

di non fermarmi mai.<br />

Questa stagione è strana perché un giorno c’è il sole l’altro piove<br />

a dirotto.<br />

La <strong>prima</strong>vera mi piace perché mi ricorda quando ero piccola e<br />

spensierata senza preoccupazioni.<br />

EVVIVA LA PRIMAVERA!!!!<br />

145


Una bella giornata di <strong>prima</strong>vera<br />

• Durante questo mese ho trascorso una giornata all’aperto che<br />

ora descrivo.<br />

È quasi sera e gli uccellini, tornati vittoriosi dalla ricerca di vermi,<br />

raggiungono il nido per sfamare i loro piccoli. La rocca maestosa<br />

copre il tramonto di mille colori diversi e, a valle, le margherite si<br />

chiudono. Tutti gli animali rientrano nelle loro tane e l’aria tiepida<br />

diventa piano piano più fresca; le nuvole diventano sempre più nere e<br />

la luna prende il posto <strong>del</strong> sole. È notte e se non fosse per i lampioni<br />

non si vedrebbe più niente.<br />

I ragazzini <strong>del</strong>lo skatepark tornano a casa, mentre i negozi chiudono<br />

uno ad uno. Non si sente niente, silenzio. Il fruscio che fanno i fili<br />

d’erba sotto i miei piedi è subito portato via dal vento che soffia piano<br />

piano. Le lucciole prendono a luccicare come tante lampadine viventi<br />

e i turisti tornano a casa per riscaldarsi.<br />

Poi l’aria si fa più tiepida; le nuvole si riscoprono bianche e il sole<br />

torna al suo posto.<br />

I pipistrelli si addormentano mentre la natura si risveglia. I fiori si<br />

aprono pronti a ricevere il calore <strong>del</strong> cielo e <strong>del</strong> sole, mentre la gente<br />

piano piano fa rivivere la città.<br />

È stata una giornata indimenticabile e lo sarà per sempre.<br />

• Lunedì 6 aprile abbiamo fatto la Via Crucis assieme a tutta la<br />

<strong>scuola</strong> e quando abbiamo finito abbiamo fatto un concorso di disegno:<br />

dovevamo disegnare la Primavera.<br />

Quel giorno c’era un sole cocente che illuminava tutte le piante dal<br />

colore verde acceso.<br />

Io non ho disegnato proprio la Primavera ma mi sono accorta dei<br />

cambiamenti che sono avvenuti questo mese: le piante non erano più<br />

spoglie, ma ricche di foglie, il cielo non era più grigio, ma con un sole<br />

cocente... Ogni albero aveva colori diversi: ce ne erano alcuni con le<br />

foglie rosse, alcuni con fiori gialli e rossi, altri azzurri, altri ancora<br />

viola e blu... La Primavera è una stagione molto gioiosa e piena di<br />

conforto. La Primavera fa nascere la natura, la cresce, la nutre ed ha<br />

sempre un posto dove farla vivere, come: la valle, il bosco, la pianura,<br />

la montagna...<br />

La Primavera ama gli animali, lei li fa vivere noi invece li compriamo<br />

e due giorni dopo li lasciamo per strada: non siamo buoni<br />

padroni. Se prendiamo un impegno dobbiamo portarlo avanti, è questo<br />

che dobbiamo imparare dalla Primavera.<br />

Grazie Primavera che sei venuta qui da noi, grazie che ci hai salvato<br />

dal male, grazie per essere la gioia di ogni momento.<br />

146


“MAESTRO PER UN GIORNO”<br />

Nel secondo quadrimestre i bambini <strong>del</strong>le quinte hanno vissuto in<br />

palestra un’esperienza stupenda, dove ognuno, con emozione, ha potuto<br />

condurre una lezione.<br />

Con grinta ed estro ogni alunno è stato “maestro per un giorno”. Gli<br />

alunni, turnandosi, hanno progettato e guidato i compagni. Le attività<br />

sono state varie, ben accolte dagli amici; le regole sono sempre state<br />

rispettate, assicurando così la bellezza <strong>del</strong>la lezione.<br />

147


Le insegnanti di classe<br />

Maria Elena Campana<br />

Carla Gasperoni<br />

Fabiola Orlati<br />

Le insegnanti specialiste<br />

Elisabetta Bazzocchi<br />

Nadia Marini<br />

148


Concorso di <strong>prima</strong>vera


“Dipingi la bellezza <strong>del</strong>la natura”<br />

Le classi terze, quarte e quinte hanno partecipato con entusiasmo al<br />

concorso di pittura che si è svolto lungo i sentieri <strong>del</strong>la Madonna <strong>del</strong><br />

Monte, dopo la Via Crucis.<br />

Con album da disegno, matita e colori sembravamo dei veri pittori!<br />

Ci siamo seduti su un bel prato fiorito di margherite e non-ti-scordar-di-me<br />

e dopo aver osservato con incanto e meraviglia gli alberi di<br />

pesco e di ciliegio selvatico che ci circondavano, abbiamo trasferito sul<br />

foglio da disegno tutta la bellezza che, in quel momento, la natura ci ha<br />

regalato.<br />

Tutto intorno sapeva di <strong>prima</strong>vera…!<br />

Il cielo era terso; un fresco e leggero venticello muoveva di tanto in<br />

tanto l’erba e i fiorellini e faceva vibrare le tenere foglioline degli alberi;<br />

alcuni petali bianchi e rosa volteggiavano leggeri nell’aria come<br />

fiocchi di neve emanando un <strong>del</strong>icato profumo… Solo il canto degli<br />

uccellini e le voci di noi bambini hanno infranto il mostrarsi silenzioso<br />

<strong>del</strong>la natura.<br />

I disegni più belli sono stati premiati dalla preside con coloratissime<br />

e buonissime uova di Pasqua!<br />

Che soddisfazione!... siamo stati veramente bravi e le maestre sono<br />

state contente ed entusiaste di noi.<br />

151


Vita d’Istituto


OPEN DAY<br />

22 novembre 2008<br />

155


156<br />

PRESEPE VIVENTE<br />

22 dicembre 2008


BENEDIZIONE PASQUALE<br />

DEL VESCOVO ANTONIO<br />

1 aprile 2009<br />

157


158<br />

VIA CRUCIS VERSO L’ABBAZIA DEL MONTE<br />

6 aprile 2009


Foto di classe


1 A<br />

1 B


1 C<br />

2 A


2 B<br />

2 C


3 A<br />

3 B


3 C<br />

4 A


4 B<br />

4 C


5 A<br />

5 B


Scuola <strong>del</strong>l’infanzia<br />

“Voglio abbracciare il mare”


VOGLIO ABBRACCIARE IL MARE<br />

PERCORSO REALIZZATO<br />

DAI BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA<br />

“I bambini amano soltanto le cose vere”<br />

Il percorso di quest’anno è stato un viaggio dentro una meravigliosa<br />

realtà tutta nuova e ricca da scoprire, in cui i bambini, seguendo il<br />

cammino di gocciolina, dalla sorgente al mare, hanno potuto toccar con<br />

mano tutti gli ambienti che il fiume incontra nel suo tragitto: la montagna,<br />

la campagna, la città, il mare.<br />

Attraverso le uscite didattiche, le letture di fiabe, la ricostruzione<br />

<strong>del</strong>le esperienze vissute negli angoli gioco con cui hanno catturato e<br />

fermato tra le pareti <strong>del</strong>l’aula ogni piccolo pezzetto di mondo esplorato<br />

e conquistato con gli occhi e con il cuore, i bambini sono arrivati alla<br />

mèta ed ora si sentono tutti un po’ più grandi, un po’ più forti e consapevoli,<br />

pronti per il salto alla sezione successiva o alla <strong>scuola</strong> <strong>prima</strong>ria.<br />

Ci hanno fatto capire che amano la realtà attraverso i loro occhi, le<br />

domande e le risposte cercate, il loro gioco esplorativo, le esperienze<br />

vissute nei laboratori, il loro desiderio di raccontare a casa e di condividere<br />

con i genitori quanto scoperto e appreso.<br />

Semplicemente il nostro sguardo e il nostro intento hanno puntato<br />

ad un unico obiettivo formativo:<br />

scoprire che il mondo è per noi, è per loro, è bello ed è frutto di un<br />

gesto d’amore, di un Padre buono e generoso che è origine di tutto, ci<br />

tiene per mano e ci accompagna nel nostro cammino.<br />

È Lui la nostra sorgente ed è Lui il nostro mare.<br />

IN UN ANGOLO… UN PEZZETTO DI MONDO<br />

Mossi dalla consapevolezza che il mondo è uno scrigno pieno di<br />

meraviglie , abbiamo cercato di portarle dentro le aule dopo averle scoperte,<br />

ricreandole negli angoli-gioco. Abbiamo cominciato a “dar<br />

forma” cercando di lavorare assieme ai bambini. Ognuno si è sentito<br />

protagonista e ha portato il proprio contributo, riuscendo a mo<strong>del</strong>lare in<br />

modo straordinario ciò che lo sguardo era riuscito a catturare con il<br />

cuore.<br />

“Se faccio, capisco” di Bruner è una massima universale: solo se il<br />

bambino interagisce con qualcosa e ne fa esperienza può dire di averla<br />

davvero appresa. Quindi negli angoli <strong>del</strong> gioco simbolico ognuno ha<br />

171


avuto la possibilità di fare nuovi apprendimenti che hanno spaziato dal<br />

piano cognitivo, motorio, relazionale, fino a quello affettivo.<br />

Ai bambini abbiamo cercato di far capire che la vita è più bella se<br />

la scopriamo insieme, ma è loro dovere renderla migliore con la loro<br />

intelligenza e il loro lavoro!<br />

Emanuela Casali<br />

172


TANTE ESPERIENZE… TANTE SCOPERTE!<br />

Sezione dei piccoli<br />

Il progetto di quest’anno: “Voglio abbracciare il mare” ha previsto<br />

un percorso ricco di esperienze, di sperimentazioni e di osservazioni…<br />

ALL’INIZIO…<br />

All’inizio <strong>del</strong>l’anno scolastico i nostri piccoli si sono trovati ad<br />

affrontare una nuova esperienza, in un ambiente diverso, nel quale sono<br />

stati chiamati a condividere un modo di vivere di una comunità più<br />

ampia di quella <strong>del</strong>la loro casa.<br />

Come favorire allora un inserimento positivo? Abbiamo puntato<br />

l’attenzione soprattutto su: un’accurata organizzazione degli spazi;<br />

l’angolo <strong>del</strong>le costruzioni, <strong>del</strong>la cucina, di lettura e <strong>del</strong>le presenze. La<br />

valorizzazione <strong>del</strong> gioco, libero o guidato e strutturato nel grande e piccolo<br />

gruppo e gioco libero ha favorito relazione attraverso scambi, confronti<br />

e comunicazione.<br />

173


… POI È INIZIATA UNA GRANDE AVVENTURA: QUANTE<br />

SCOPERTE!<br />

A poco, a poco ci siamo ritrovati protagonisti di una grande avventura:<br />

un mondo pieno di meraviglie ci aspettava!<br />

Abbiamo scoperto il magico mondo dei colori tramite la storia<br />

<strong>del</strong>l’Uccello mangiacolore che ci ha fatto divertire con le magie dei<br />

colori <strong>prima</strong>ri e secondari; è stato bellissimo realizzare combinazioni,<br />

sfumature e accoppiamenti!<br />

I SEGRETI DELL’ACQUA<br />

Finalmente insieme nel laboratorio di scienze a conoscere le caratteristiche<br />

e le proprietà <strong>del</strong>l’acqua, la sua importanza nella vita quotidiana,<br />

per l’ambiente e per gli animali acquatici.<br />

Dopo un approccio libero con l’acqua abbiamo scoperto le sue<br />

caratteristiche: la trasparenza, la solubilità e il galleggiamento.<br />

Per scoprire la trasparenza abbiamo posizionato alcune vaschette<br />

d’acqua sui tavolini <strong>del</strong>la nostra aula, trasformata in laboratorio, e<br />

abbiamo messo a disposizione alcuni oggetti. Abbiamo proposto ai<br />

bambini di immergerli chiedendo se si vedevano, e la stessa prova<br />

l’abbiamo fatta con le manine, facendole muovere.<br />

“Si vedono i giocattoli immersi?”.<br />

174


“E le mani nella vaschetta?”.<br />

Abbiamo distribuito anche un bicchiere di plastica trasparente che<br />

abbiamo riempito e vuotato con l’acqua e nel quale abbiamo immerso<br />

le nostre dita. Versando, poi , nelle vaschette, alcune gocce di tempera<br />

, cosa è successo? Abbiamo scoperto che… l’acqua è trasparente e<br />

incolore ma prende il colore <strong>del</strong>le sostanze che versiamo”.<br />

175


NEL MAGICO MONDO DELLE FIABE<br />

Il nostro cammino è continuato nel laboratorio di lettura: siamo<br />

entrati nel magico mondo di Pollicino, dei due “topolini di campagna e<br />

di città” e <strong>del</strong> “pesciolino Arcobaleno”. Com’è bella la maestra quando<br />

legge!<br />

TUTTI IN FILA!<br />

Nel laboratorio di psicomotricità ci siamo divertiti un mondo: tra<br />

corse, danze, capriole, salti… abbiamo scoperto che il nostro corpo è<br />

un grande tesoro perché sente, si muove e ha un cuore che batte.<br />

176


GLI OCCHI DELLE INSEGNANTI HANNO VISTO…<br />

Progressivamente imparando a vivere la vita di sezione, con i suoi<br />

ritmi e i suoi spazi, i bambini hanno scoperto gli amici, le maestre e<br />

aperto i loro occhi e il loro cuore alle tante scoperte.<br />

Abbiamo notato ad esempio che nonostante l’acqua sia un elemento<br />

familiare per i bambini e con il quale si trovano a contatto ogni giorno,<br />

è poco conosciuto ed osservato.<br />

Gli esperimenti oltre a divertire ed incuriosire hanno stimolato<br />

l’osservazione, la sperimentazione e l’apprendimento.<br />

Questo elemento semplice è diventato veicolo di sensazioni ed<br />

emozioni nuove ed ha coinvolto tutti i bambini, i quali si sono messi in<br />

gioco senza timore scoprendo spontaneamente “le magie <strong>del</strong>l’acqua”,<br />

compagna <strong>del</strong>la vita.<br />

Ora ci sembrano tutti cresciuti e pronti per il passo successivo.<br />

Sezione mezzani<br />

UN ANNO VISSUTO INTENSAMENTE<br />

Nel percorso di quest’anno la gocciolina curiosa (che rappresenta<br />

ciascun bambino) ha accompagnato i nostri alunni alla scoperta <strong>del</strong>la<br />

realtà, facendo loro gustare le meraviglie <strong>del</strong> creato.<br />

La <strong>prima</strong> uscita è stata ad Alfero, quella seguente alle sorgenti <strong>del</strong><br />

Tevere.<br />

177


E poi le altre in città, in municipio, dove abbiamo conosciuto il sindaco,<br />

in campagna, a Ca’ de Fabar, dove siamo saliti sul trattore<br />

Tutte le esperienze hanno fatto “toccar con mano” ai bambini che<br />

la natura è bella e buona, stimolando in loro le curiosità e le domande<br />

di significato che ognuno ha in sé.<br />

178


TUTTI ALL’OPERA! CHE SPETTACOLO, I BAMBINI!<br />

Al ritorno a <strong>scuola</strong>, dopo la gita al Fumaiolo, è nato il desiderio di<br />

rivivere l’esperienza vissuta. Ma come potevamo ricreare quello spettacolo<br />

magnifico che è la natura? Non era facile, tuttavia ciò che contava<br />

non era tanto farlo uguale (l’esito) ma come arrivarci (il percorso).<br />

Abbiamo preso un cartone molto grande, lo abbiamo colorato, piegato<br />

e messo sopra a dei tavolini , ma non era completo: mancava qualcosa.<br />

Guardando la foto <strong>del</strong> Fumaiolo abbiamo cercato di “alzare” la<br />

montagna con carta di giornale accartocciata (beh inizialmente sembrava<br />

una discarica).<br />

Poi sono serviti molta carta tipo scottex e molta colla vinilica e,<br />

strato dopo strato,<br />

il nostro operato<br />

ha preso le sembianze<br />

di una<br />

montagna. Non è<br />

stato un lavoro<br />

semplice e neppure<br />

veloce, ha richiesto<br />

tempo e<br />

molta pazienza.<br />

Giorno dopo giorno<br />

la montagna<br />

cresceva. Infine<br />

l’abbiamo colorata, creato la sorgente con la carta stagnola, abbiamo<br />

disegnato e attaccato gli animali <strong>del</strong> bosco. Dopo tanto lavoro il monte<br />

Fumaiolo era finito. Che spettacolo!<br />

179


NELLA MONTAGNA… NASCE GESÙ<br />

La cosa più misteriosa e inaspettata è stata quando, a Natale, abbiamo<br />

deciso di costruire il presepe in sezione.<br />

Dove potevamo farlo? – Nella montagna! – ha risposto qualcuno.<br />

– Allora la tagliamo!<br />

Così proprio lì, nel luogo che a loro è più familiare: la sezione, dove<br />

precedentemente era stata vissuta un’esperienza viva ricreando la montagna,<br />

si è calata la Rivelazione.<br />

180<br />

GLI OCCHI DEGLI INSEGNANTI<br />

L’esperienza che abbiamo fatto ci ha permesso veramente di “far<br />

abbracciare” il mare ai nostri bambini. Certo è impossibile abbracciare<br />

il mare ma è possibile giocare, guardare, festeggiare, mangiare, toccare<br />

le cose con lo sguardo spalancato a Qualcosa di più grande di noi che<br />

non riusciamo a possedere ma c’è e lo si percepisce nella bellezza <strong>del</strong>la<br />

realtà che ci circonda. Vivendo da protagonisti le esperienze proposte<br />

si è acceso nei nostri bambini lo stupore e si è animato intensamente il<br />

desiderio di sapere, che ha preso corpo in tutto ciò che hanno fatto.<br />

Questo è ciò che abbiamo colto in quest’anno meraviglioso nei<br />

nostri piccoli alunni e tanto altro ancora si potrebbe raccontare. Ciò che<br />

più conta nel nostro lavoro non è tanto il sapere le cose o cercare di<br />

spiegare tutto, ma il permanere nel reale e nell’esperienza e partire da<br />

ciò che di più bello ha da offrirci.


Sezione grandi<br />

IL SIGNOR ACQUA,<br />

COMPAGNO DI MERAVIGLIOSE AVVENTURE!<br />

Il Signor Acqua è una gocciolina stanca di restare sola, che decide<br />

di partire alla ricerca di nuovi amici con cui giocare, a guidare il viaggio<br />

di questo nostro anno scolastico. È grazie alla curiosità dei nostri<br />

bambini, alla loro capacità e voglia di sperimentare il mondo, che ci<br />

siamo incamminati verso l’esplorazione <strong>del</strong> reale, affinché attraverso il<br />

gioco, potessero acquisire conoscenze: il sapere si consolida meglio se<br />

le azioni sono volute, accettate compiute… da veri protagonisti!<br />

Ecco allora che si è aperta per noi una magica avventura che ci ha<br />

portati alla scoperta degli ambienti naturali:<br />

– la montagna con la sorgente, luogo in cui nasce il Signor Acqua;<br />

– la campagna con i suoi profumi, ed i suoi colori,<br />

– la città con i suoi palazzi, i monumenti e le nostre abitazioni;<br />

– ed infine il grande mare, orizzonte <strong>del</strong> nostro sguardo e traguardo<br />

di entusiasmanti esperienze.<br />

181


Il Signor Acqua ci ha guidati fino al Monte Fumaiolo, dove insieme<br />

agli amici e agli insegnanti abbiamo scoperto la sorgente <strong>del</strong> fiume,<br />

passeggiato in mezzo al bosco ed osservato la natura intorno a noi.<br />

Una volta tornati in sezione, grazie alla rielaborazione <strong>del</strong>l’esperienza<br />

vissuta abbiamo costruito il “nostro Monte Fumaiolo”. Così<br />

abbiamo trasformato una parte <strong>del</strong>le parete <strong>del</strong>la nostra aula in montagna:<br />

un bel sentiero realizzato con la carta vellutina, il bosco di faggi e<br />

quello di abeti costruiti con carta, colori e forbici, così come il rifugio<br />

dove abbiamo pranzato ed il monumento che simboleggia la nascita <strong>del</strong><br />

fiume. Tanta carta argentata si è trasformata nel fiume Tevere che da<br />

piccolo corso d’acqua diviene più grande e si prepara per scendere a<br />

valle.<br />

Infine ogni bambino sul cartoncino ha disegnato se stesso poi con<br />

colla e forbici ha costruito un “burattino” con il quale giocare a rivivere<br />

la bella giornata trascorsa insieme in montagna. La stessa cosa<br />

abbiamo fatto per gli animali che abbiamo scoperto vivere in quei<br />

boschi.<br />

182


GLI OCCHI DELLE INSEGNANTI<br />

I bambini attraverso questo percorso hanno vissuto un’esperienza<br />

che è stata per loro fonte di ricchezza in quanto occasione di incontro<br />

con l’altro e la realtà. Inoltre attraverso la fantasia, ogni bambino ha<br />

potuto creare nuove storie, scegliendo come protagonista se stesso, gli<br />

amici e gli animali conosciuti nel bosco, sul “nostro Monte Fumaiolo”.<br />

Ci sembrano cresciuti, oltre che sul piano affettivo e relazionale,<br />

anche rispetto al linguaggio e all’espressività; sono stati protagonisti<br />

nelle recite, nel progetto continuità infanzia-<strong>prima</strong>ria, nei laboratori di<br />

scienze e di psicomotricità; ciascuno è intervenuto in modo attivo, prediligendo<br />

un proprio canale espressivo; ciascuno è cresciuto mostrando<br />

sicurezza e apertura, segni di un desiderio naturale di slancio verso<br />

una nuova grande avventura<br />

In bocca al lupo!<br />

La <strong>scuola</strong> <strong>prima</strong>ria vi aspetta!<br />

183


DA NON DIMENTICARE…<br />

… I MOMENTI PIÙ BELLI VISSUTI INSIEME<br />

Gli angeli custodi<br />

Il Natale<br />

La visita <strong>del</strong> Vescovo<br />

Il Carnevale<br />

184


PROGETTO DI CONTINUITÀ<br />

TRA SCUOLA DELL’INFANZIA E PRIMARIA:<br />

(a cura di Fabiola Orlati)<br />

“Il tesoro che c’è in me”<br />

I ragazzi <strong>del</strong>le quinte, aderendo con curiosità ed impegno alla proposta<br />

fatta dalle insegnanti, dimostrando fiducia negli adulti che li guidano<br />

e li accompagnano nel loro cammino di crescita, hanno vissuto il<br />

progetto di continuità, affiancando i bambini <strong>del</strong>la sezione dei grandi e<br />

i nuovi iscritti alla <strong>scuola</strong> <strong>prima</strong>ria.<br />

Questo progetto è nato dall’intenzione di creare un dialogo tra le<br />

scuole, pianificando attività dirette e concrete volte a favorire il passaggio<br />

dei bambini da un ordine scolastico all’altro.<br />

Queste “esperienze ponte” hanno agevolato la conoscenza e la collaborazione<br />

fra alunni e docenti di scuole diverse, con lo scopo di<br />

accompagnare e accogliere gli allievi nel <strong>del</strong>icato passaggio, garantendo<br />

la coerenza <strong>del</strong> percorso formativo.<br />

Il progetto è stato articolato in tre momenti d’incontro.<br />

1) I ragazzi di quinta hanno invitato i bambini più piccoli all’Open<br />

Day <strong>del</strong>la <strong>scuola</strong> <strong>prima</strong>ria con una lettera personalizzata. I nuovi ospiti,<br />

accompagnati dai loro genitori, hanno assistito allo spettacolo “Il<br />

Piccolo Principe” rappresentato per loro ed hanno visitato la <strong>scuola</strong>. In<br />

questa occasione è stato lanciato il progetto di continuità.<br />

185


2) In un secondo momento l’esperto Roberto Fabbri ha coinvolto<br />

gli alunni di quinta e i nuovi iscritti in una splendida avventura vissuta<br />

insieme a un personaggio <strong>del</strong>le fiabe: Peter Pan. Tutti hanno affrontato<br />

<strong>del</strong>le prove di coraggio per prepararsi al salto dal trampolino verso<br />

“l’isola che c’è”.<br />

3) I bambini hanno incontrato ancora le future maestre e i compagni<br />

tutor in un momento particolare in cui è stata letta loro una storia<br />

accompagnata da musica e tante domande… Al termine di questo<br />

momento c’è stato un grande saluto: un arrivederci al giorno <strong>del</strong>la festa<br />

di fine anno, dove le future prime saranno accolte nel grande girotondo<br />

FSC e riceveranno in dono la mascotte, che li accompagnerà in<br />

Prima elementare e possiamo ben dirlo… siamo già amici!!<br />

186


GLI OCCHI DELLE INSEGNANTI…<br />

Il percorso ha aiutato sia i bambini <strong>del</strong>la <strong>scuola</strong> <strong>del</strong>l’infanzia a sentirsi<br />

già parte <strong>del</strong>la grande famiglia <strong>del</strong>la <strong>scuola</strong>, i ragazzi di quinta a<br />

riflettere sul grande salto che presto anch’essi saranno chiamati a fare<br />

verso la <strong>scuola</strong> media. La vicinanza con bambini più grandi ha anche<br />

guidato ad una consapevolezza dei passi che i nostri piccoli compieranno<br />

nei prossimi cinque anni di <strong>scuola</strong>, a rendersi conto <strong>del</strong>le belle<br />

esperienze che li aspetteranno e <strong>del</strong> tesoro che, racchiuso nel loro<br />

cuore, potrà diventare per ciascuno occasione di slancio e di conquista.<br />

Gli insegnanti<br />

Argenta Alessandra<br />

Daniela Onofri<br />

Cinzia Baldacci<br />

Alberto Braschi<br />

Elisa Vitali<br />

Elisa Alessandri<br />

Erika Cangini<br />

187


188<br />

LE TRE SEZIONI: FOTO DI GRUPPO


I N D I C E<br />

Introduzione p. 3<br />

Classi Prime “Una finestra sul mondo” 5<br />

Classi Seconde “Il segreto di Pinocchio:<br />

burattino o bambino vero?” 17<br />

Classi Terze<br />

“Noi, protagonisti <strong>del</strong> mondo,<br />

in cammino tra passato, presente e futuro” 47<br />

Classi Quarte “È bella la strada per chi cammina” 69<br />

Classi Quinte<br />

“Grandi viaggiatori tra la bellezza<br />

<strong>del</strong>la realtà e i desideri <strong>del</strong> cuore” 89<br />

Concorso <strong>prima</strong>vera 149<br />

Vita d’Istituto 153<br />

Foto di classe 159<br />

Scuola <strong>del</strong>l’infanzia 169<br />

189


Finito di stampare nella Stilgraf di Cesena<br />

nel mese di maggio 2009

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