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PIANO DI ZONA DEL DISTRETTO F2 Comune capofila CERVETERI

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Il privato sociale, nell’ambito degli impegni assunti con i Piani di Zona e nel<br />

clima di collaborazione interistituzionale creatosi nel distretto, in questi anni si è<br />

impegnato ad arricchire l’offerta dei servizi e dei progetti a livello locale.<br />

Possiamo così elencare i servizi e le strutture avviate dal privato sociale:<br />

- Casa Elisa, fattoria sociale della Coop.va Casa <strong>Comune</strong> 2000, a Ladispoli;<br />

- La casa dell’autonomia della Coop.va Solidarietà, a Cerveteri;<br />

- La casa dell’autonomia delle coop.ve CASSIAVASS a Ladispoli;<br />

- Il centro servizi della Coop.va Casa <strong>Comune</strong> 2000, presso il mercato di<br />

Ladispoli;<br />

- La casa famiglia della Coop.va Goletta, utilizzata anche per laboratori<br />

dell’area della disabilità.<br />

Per ultima in ordine temporale, ma di particolare importanza per il soggetto<br />

promotore, rappresentato dalla Associazione dei familiari dei ragazzi disabili, “NUOVE<br />

FRONTIERE”, è la struttura denominata il “Parco degli angeli” particolarmente<br />

interessante per la capacità di coinvolgimento nel progetto delle imprese “profit” del<br />

territorio e per la dimostrazione concreta che gli utenti possono contribuire in prima<br />

persona e con iniziative di qualità alla rete dei servizi locali.<br />

Nel territorio di Ladispoli opera infine la Coop.va Progetto 96 che gestisce due<br />

strutture residenziali di cui una è un gruppo appartamento per disabili, convenzionato<br />

con alcune ASL di Roma.<br />

Le criticità che tuttora si rilevano riguardano prioritariamente la necessità di<br />

implementare la residenzialità: molti dei ragazzi disabili hanno genitori anziani e per<br />

loro è indispensabile cominciare a realizzare case-famiglia dove possano andare a<br />

vivere autonomamente con il sostegno di operatori qualificati.<br />

Ma la mancanza di una unità operativa stabile della ASLRMF, composta da più<br />

figure professionali referente della disabilità adulta, è il problema centrale con il quale<br />

la rete dei progetti e dei servizi messa in campo a volte rischia di non raggiungere i<br />

propri obiettivi, mancando un interlocutore multispecialistico che accompagni la<br />

famiglia lungo tutto l’arco della vita del disabile, aiutandola, insieme agli operatori dei<br />

servizi man mano coinvolti, ad individuare gli obiettivi evolutivi più adeguati, le attività<br />

riabilitative e le terapie più idonee.<br />

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