DOSSIER SEGRETI ERMETISMO ALCHIMIA - Esolibri
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innanzi che cosa sia il concetto dell’Androgino, ho detto che cosa bisogna intendere<br />
scientificamente per Eva. Ora Eva indicò all’Adamo il dolcissimo sapore del frutto e gli disse:<br />
mangiane, perché sarai simile a Dio. Dio aveva detto: non mangiarne. Il serpente invece, in<br />
contraddizione di lui aveva aggiunto: non vuole che tu ne mangi perché lo eguaglieresti in potenza.<br />
[Nello sperma è presente la potenza creatrice divina]<br />
Adamo ne mangiò. Il testo volgare della Genesi dice o vuol far dire che Adamo appena mangiatone,<br />
sentì in sé il peccato della disobbedienza e cominciò a fuggire la faccia del Signore e a tremare al<br />
suo cospetto. Qui la narrazione si imbroglia. Due Cherubini, con le spade fiammeggianti lo<br />
espellono dal Paradiso Terrestre e lo condannano al lavoro senza speranza di rigenerarsi.... ma gli<br />
Ebrei ed il Profetismo ebreo promisero la rigenerazione con la venuta del Messia, dell’Emmanuel<br />
dell’Agnus Dei, il Cristo che i cristiani accettano e che gli Ebrei ripudiano come tale. E’ il concetto<br />
sacrificale che si impone. Il sacrificio dell’Agnus indiano, e quello della messa cattolica tramandano<br />
e perpetuano lo stesso segreto. Turbe di devoti assistono ogni giorno al solenne e grandioso mistero.<br />
Turbe di preti ignoranti e poveri di spirito recitano ogni mattina il vangelo e ripetono<br />
simbolicamente l’operazione che in altri termini è esposta nella Genesi. Fedeli e sacerdoti sono<br />
condannati a non capire, diversamente per fatalità il secreto sarebbe profanato e la faccia del mondo<br />
cangiata.<br />
I Misteri pagani ripetevano lo stesso insegnamento occultandolo ai profani, e più tardi quando il<br />
cristianesimo sorgeva sulla profanazione stessa del secreto, per rivelarlo alle turbe e per por fine alla<br />
rivoluzione che produsse il disastro dell’Impero e del Paganesimo, di cui gli stessi volgari non si<br />
danno conto nella loro critica cieca; le sette che accennavano alla separazione Gnostici, Manichei,<br />
Ariani erano in possesso della Chiave dell’Arcano.<br />
Nella storia della Chiesa i monaci e i preterelli leggono che Atanasio lottò contro gli Ariani: l’eresia<br />
ariana aveva per fondamento la non divinità del Cristo. Ario era a parte del secreto iniziatico. Nel<br />
Cristo vedeva il corpo lunare della manifestazione mercuriale divina. Aveva ragione per i soli<br />
iniziati. Atanasio, invece, che come molti scribi e dottori della prima Chiesa, ignorò la verità<br />
radicale della forma e dell’enunciato ariano, non poteva passarlo per buono e la turba che non sa,<br />
che non riflette, che si suggestiona in base ai vaneggiamenti dell’umano ragionare seguì gli Atanasi<br />
e i loro simili tutti santi e beati e perfetti a modo loro.<br />
Altre sette lo interpretarono in un senso magico inferiore, ma pur vero, come i Marconiti, e l’orgia<br />
innanzi alla virtuale incessione del Cristianesimo sembrò un rimasuglio dei Misteri pagani e non<br />
una verità. Quando la chiesa cattolica, perdute le chiavi della scienza, cangiò i suoi preti in macellai,<br />
chi ebbe tradizione e memoria del secreto tacque e solamente con l’ingegnosa manifestazione o<br />
rivelazione alchimica, si riuscì a tramandare in iscritto il secreto che non fu mai perduto e che non si<br />
sa chi fosse il primo a trovare. Ho chiamato l’alchimia una ingegnosa rivelazione, e questa<br />
irriverente manifestazione del nostro pensiero, sarà in apparenza accettata dal novizio, imbevuto<br />
delle frottole che sull’alchimia si scrivono nella nostra epoca, come una meravigliosa affermazione<br />
negativa, tanto più stupefacente, per quanto è consacrata in un manoscritto iniziatico.<br />
Ma appunto per ciò egli deve aver caso di uscire dal labirinto delle volgarità che sugli alchimisti ha<br />
concetti tanto limitati ed insulsi che dopo quanto diremo non hanno ragione di essere ripetuti. I preti<br />
macellai dell’inquisizione, bestie da tiro, preposti come condottieri dell’umanità per castigo della<br />
Provvidenza universale che niente compie senza ragione sublime, tra le ruote dei martirii, le forche,<br />
e gli auto da fè, pur sentendosi e conservandosi ferocissimi guardiani dell’integrità e del diritto di<br />
disporre e dogmatizzare sulle leggi dello spirito, ebbero sempre in culto la ricchezza, la pecunia, e il<br />
simbolo dell’uno e dell’altro: l’oro.