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PROCEDURE DI MARCATURA ENDOSCOPICA - Sied

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<strong>PROCEDURE</strong> <strong>DI</strong> <strong>MARCATURA</strong><br />

<strong>ENDOSCOPICA</strong><br />

Pierluigi Consolo, Carmela Morace, Socrate Pallio, Gabriella Galluccio, Luigi Familiari, Carmelo Luigiano 1<br />

Dipartimento Clinico-Sperimentale di Medicina e Farmacologia, Università di Messina<br />

1<br />

U.O.C. di Gastroenterologia, ARNAS Garibaldi di Catania<br />

L’identificazione intraoperatoria delle lesioni<br />

precedentemente individuate durante l’esame<br />

endoscopico è spesso difficile, soprattutto in corso<br />

di chirurgia laparoscopica. Il metodo oggi più<br />

comunemente usato per l’individuazione intraoperatoria<br />

delle lesioni patologiche è la marcatura endoscopica<br />

che utilizza coloranti che, iniettati nella mucosa,<br />

consentono di visualizzare la sede di resezione,<br />

riducendo il rischio di resezioni non ottimali. In questa<br />

revisione vengono valutate le sostanze, le tecniche di<br />

iniezione, l’accuratezza, la sicurezza e pertanto il rischio<br />

di complicanze correlate a tale procedura.<br />

The intraoperative identification of the lesions<br />

previously identified during the endoscopic examination<br />

is often difficult, especially during laparoscopic<br />

surgery. The method most commonly used today for<br />

the intraoperative detection of pathological lesions is<br />

endoscopic marking that uses dyes which, injected<br />

into the mucosa, allow to display the seat of resection,<br />

thus reducing the risk of suboptimal resections. In this<br />

review we evaluate the substances used, injection<br />

techniques, the accuracy, safety, and therefore the risk<br />

of complications related to this procedure.<br />

Parole chiave: Tatuaggio endoscopico, tumori del<br />

colon, tumori del pancreas, inchiostro di china, SPOT<br />

Key words: Endoscopic tattooing, colonic neoplasms,<br />

pancreatic neoplasms, india ink, SPOT<br />

INTRODUZIONE<br />

L’identificazione intraoperatoria delle lesioni precedentemente<br />

individuate con l’endoscopia digestiva spesso è<br />

difficile, soprattutto durante la chirurgia laparoscopica,<br />

quindi in epoca di chirurgia sempre meno invasiva è indispensabile<br />

una corretta marcatura delle lesioni specie se<br />

di piccole dimensioni. La marcatura endoscopica delle lesioni,<br />

con l’esecuzione di un tatuaggio ottenuto mediante<br />

l’iniezione di sostanze coloranti a livello della mucosa, risulta<br />

la tecnica maggiormente effettuata e studiata, nonostante<br />

siano segnalate altre metodiche quali l’utilizzo<br />

delle clips metalliche e l’endoscopia intraoperatoria. Il colon<br />

è il distretto gastrointestinale maggiormente studiato<br />

in quanto più frequentemente coinvolto da lesioni che,<br />

spesso, risultando difficili da individuare con l’ispezione<br />

o la palpazione chirurgica, richiedono una più precisa localizzazione<br />

ai fini chirurgici, così da ridurre il rischio di<br />

resezioni di tratti intestinali errati. La marcatura mediante<br />

tatuaggio endoscopico, tuttavia, oltre che largamente utilizzata<br />

nelle lesioni del colon (1-13) è stata descritta anche<br />

a livello esofageo (14), gastrico (15-17), nel piccolo<br />

intestino (18) e, più recentemente, nel pancreas (19-25).<br />

COLON<br />

Il carcinoma colorettale rappresenta la terza causa di morte<br />

per neoplasia nella popolazione generale, pertanto lo<br />

screening per la prevenzione di tale tumore rappresenta<br />

una tappa importante per la individuazione di lesioni precancerose.<br />

Ad oggi la maggior parte di tali lesioni può essere<br />

trattata endoscopicamente tuttavia, in alcuni pazienti,<br />

si rende necessario il ricorso alla resezione chirurgica. La<br />

tecnica di tatuaggio endoscopico delle lesioni del colon è<br />

stata descritta per la prima volta nel 1975 (1) e, nel corso<br />

degli anni, è stato utilizzato anche per facilitare l’identificazione<br />

di lesioni mucose impercettibili, come le malformazioni<br />

arterovenose, le lesioni di Dieulafoy, o le sedi di<br />

pregressa resezione endoscopica di lesioni polipoidi e<br />

non, da identificare al momento di successivi controlli endoscopici<br />

(1,2,5).<br />

Agenti utilizzati<br />

Le sospensioni costituite da particelle di carbone sono<br />

le sostanze più comunemente utilizzate nelle tecniche di<br />

tatuaggio endoscopico. Sono stati usati diversi coloranti<br />

quali blu di metilene, indaco carminio, blu di toluidina, verde<br />

indocianina (VI) ma l’inchiostro di china (IC), uno dei primi<br />

agenti utilizzati per le tecniche di tatuaggio, rimane quello<br />

più diffuso in virtù della propria efficacia e sicurezza, quando<br />

comparato agli altri coloranti (1). In diversi studi animali,<br />

infatti, si è dimostrato che rispetto alle altre sostanze che<br />

vengono riassorbite dopo circa 24 ore dall’iniezione, l’inchiostro<br />

di china è visibile nella sede di iniezione per più di<br />

48 ore. L’IC è costituito da una sospensione colloidale di<br />

particelle di carbone diluite in una soluzione di sostanze organiche<br />

ed inorganiche usate come diluenti stabilizzanti e<br />

surfattanti. Alcune preparazioni di inchiostro di china contengono<br />

sostanze quali glicoletilene o fenoli che possono<br />

rendersi responsabili di reazioni infiammatorie localizzate.<br />

L’IC non sterile viene diluito con normale soluzione salina<br />

> Endoscopia pre-operatoria<br />

Giorn Ital End Dig 2012;35:205-208<br />

205


<strong>PROCEDURE</strong> <strong>DI</strong> <strong>MARCATURA</strong> <strong>ENDOSCOPICA</strong><br />

e viene reso sterile mediante trattamento in autoclave (20<br />

minuti a 110-121°C ad una pressione di 27.6 kPa) o passaggio<br />

attraverso un filtro batteriostatico Millipore.<br />

Sono state studiate diverse concentrazioni di IC, da quello<br />

non diluito e quelle preparate con diverse diluizioni con soluzione<br />

salina 1:10, 1:50, 1:100 ed 1:1000; sembra tuttavia<br />

che la migliore concentrazione, per quel che concerne soprattutto<br />

la sicurezza (incidenza di complicanze) e l’efficacia<br />

(corretta visualizzazione in corso di intervento o valutazione<br />

endoscopica fino a 5 mesi), sia quella diluita con soluzione<br />

salina 1:100 (26). Negli ultimi anni si è diffuso l’utilizzo<br />

di un’altra sostanza, lo SPOT, una sospensione sterile e<br />

biocompatibile contenente particelle di carbone altamente<br />

purificate che rappresenta, tra l’altro, l’unico colorante approvato<br />

dalla FDA americana a questo scopo.<br />

Tecnica<br />

Sono descritte due tecniche di marcatura endoscopica<br />

mediante tatuaggio, quella di iniezione diretta (ID) della<br />

sostanza ed un’altra che prevede la preliminare iniezione<br />

di soluzione salina (test con salina, TS). In entrambi i casi<br />

le sostanze vengono inoculate tramite un ago da iniezione<br />

introdotto attraverso il canale operativo dell’endoscopio.<br />

L’ago dovrebbe essere inserito nella parete colica con<br />

direzione obliqua rispetto alla parete del viscere, al fine di<br />

ridurre il rischio di penetrazione nella sierosa, con conseguente<br />

spandimento della sostanza a livello peritoneale. La<br />

tecnica dell’ID prevede che, una volta che la punta dell’ago<br />

è all’interno della sottomucosa, la sostanza venga iniettata<br />

direttamente fino a creare un ponfo, utilizzando un quanti-<br />

tativo totale di circa 0.5-1 ml (1). Al fine di evitare spandimenti<br />

di sostanza a livello peritoneale recentemente è stata<br />

introdotta la tecnica di iniezione previo TS. Questa tecnica<br />

può essere eseguita utilizzando uno o due aghi da iniezione.<br />

Nel primo caso, la soluzione salina viene prima iniettata<br />

nella sottomucosa fino a creare un ponfo, quindi la siringa<br />

contenente la soluzione salina viene sostituita da quella<br />

contenente IC, mentre l’ago è ancora inserito, con conseguente<br />

iniezione di 0.5-1 ml di sostanza seguita da nuova<br />

sostituzione con siringa contenente la soluzione salina che<br />

viene iniettata, in questa ultima fase, per eliminare il residuo<br />

di IC ancora presente nel catetere (4).<br />

Con la tecnica che utilizza i due aghi, la soluzione salina<br />

viene prima iniettata per determinare il sollevamento della<br />

sottomucosa, quindi a questa fase segue la successiva<br />

puntura del ponfo con un altro ago contenente IC e la iniezione<br />

di 0.5-1 ml di sostanza (6).<br />

Per ottimizzare la localizzazione intraoperatoria è stata<br />

suggerita l’iniezione distribuita nei quattro-quadranti della<br />

circonferenza del colon. Questo aspetto tecnico è particolarmente<br />

importante in quanto facilita la localizzazione intraoperatoria<br />

che risulterebbe più difficoltosa se il tatuaggio<br />

venisse effettuato tramite iniezione esclusiva sul versante<br />

mesenterico o retroperitoneale del colon.<br />

Risultati e complicanze<br />

La sicurezza e l’efficacia del tatuaggio endoscopico del<br />

colon è stata valutata, in letteratura, su più di 1000 pazienti<br />

(Tabella 1), con una percentuale di complicanze severe<br />

variabile dallo 0.22 al 5.6% (1-13). Nelle varie casistiche<br />

Tabella 1: risultati dei lavori pubblicati sull’utilizzo del tatuaggio endoscopico nelle lesioni del colon<br />

Pierluigi Consolo et al > Tatuaggio endoscopico<br />

206 1<br />

Autore<br />

Indicazione<br />

Numero<br />

di casi<br />

Resezione<br />

chirurgica<br />

Metodo<br />

di iniezione<br />

Sostanza Spandimento Complicanze Visualizzazione<br />

Nizam et al (1) CP/P/C 447 NR ID IC NR 0.22% NR<br />

Shatz et al (2) CP 55 NE-FE ID IC --- --- 100%<br />

McArthur et al (3) C 50 RO: 50 ID IC --- --- 100%<br />

Fu et al (4) C 91 RL: 36<br />

RL: 55<br />

Askin et al (5) CP/C 113 RL: 6<br />

RO: 25<br />

NE-FE: 82<br />

ID<br />

TSI<br />

IC 8.3%<br />

1.8%<br />

5.6%<br />

---<br />

86%<br />

98%<br />

ID SPOT --- --- 100%<br />

Sawaki et al (6) CP 18 RO: 18 TSI IC --- --- 100%<br />

Feingold et al (7) C 50 RL: 50 ID SPOT --- --- 88%<br />

Arteaga-Gonzalez et al (8) C 21 RL: 21 TSI IC 14.3% --- 100%<br />

Cho et al (9) C 96 RL: 96 ID IC 6.2% 1% 98%<br />

Park et al (10) C 63 RL: 63 TSI SPOT 9.5% --- 98%<br />

Miyoshi et al (11) P/C 39 RL: 18 TSI VI 2.4% --- 93%<br />

RO: 21<br />

Hwang et al (12) C 20 RL: 20 TSI IC 5% --- 90%<br />

Conaghan et al (13) P/C 85 RL: 85 ID SPOT --- --- 77%<br />

C: Cancro<br />

CP: Cicatrice di polipectomia<br />

IC: Inchiostro di china<br />

ID: Iniezione diretta<br />

P: Polipi<br />

NE-FE: Non effettuata e sottoposti a follow-up endoscopico<br />

NR: Non riportato<br />

RL: Resezione laparoscopica<br />

RO: Resezione open<br />

TSI: Test con salina ed iniezione<br />

VI: Verde di indocianina


Tabella 2: risultati dei lavori pubblicati sull’utilizzo del tatuaggio ecoendoscopico nelle lesioni del pancreas<br />

Autore<br />

Numero<br />

di casi<br />

Resezione<br />

chirurgica<br />

Dimensioni<br />

della lesione (cm)<br />

Sostanza Complicanze Visualizzazione<br />

Gress et al (19) 1 RO 1.9 IC --- 100%<br />

Ashida et al (20) 1 RO 1.05 VI --- 100%<br />

Farrell et al (21) 1 RL 0.5 SPOT --- 100%<br />

Lennon et al (22) 13 RL 1.3 (media) SPOT --- 100%<br />

Newman et al (23) 10 RL 0.7 (mediana) SPOT --- 100%<br />

Zografos et al (24) 1 RL 1.9 BM --- 100%<br />

Rodriguez et al (25) 1 RL 0.9 SPOT --- 100%<br />

BM: Blu di metilene<br />

IC: Inchiostro di china<br />

RO: Resezione open<br />

RL: Resezione laparoscopica<br />

VI: Verde di indocianina<br />

riportate, il tatuaggio in corso di intervento chirurgico o<br />

di esame colonscopico di controllo è stato correttamente<br />

visualizzato mediamente nel 94% dei pazienti, con percentuali<br />

di spandimento intraperitoneale della sostanza<br />

che vanno dallo 0% al 14.3% (2-13).<br />

Sono stati riportati in letteratura anche delle rarissime<br />

complicanze correlate all’utilizzo del tatuaggio endoscopico,<br />

quali peritoniti focali, ematomi infetti, formazione di<br />

ascessi, aderenze post-operatorie e disseminazione tumorale<br />

(27-30).<br />

Recentemente, inoltre, i risultati di uno studio retrospettivo<br />

hanno messo in evidenza l’importante rilevanza del<br />

tatuaggio delle neoplasie che, migliorando l’adeguatezza<br />

ed aumentando il numero dei linfonodi resecati e recuperati<br />

in corso di intervento chirurgico, ha consentito una<br />

corretta ed efficace stadiazione anatomo-patologica del<br />

tumore (31). Tale vantaggio indiretto del tatuaggio sembra<br />

essere riconducibile al meccanismo di eliminazione della<br />

sostanza stessa che, dopo l’iniezione, viene drenata dal<br />

sistema linfatico determinando, pertanto, la colorazione<br />

dei linfonodi che drenano quel distretto colico interessato<br />

dalla neoplasia. I risultati hanno infatti dimostrato che,<br />

nei pazienti sottoposti a tatuaggio endoscopico, il numero<br />

medio di linfonodi resecati ed esaminati istologicamente<br />

era maggiore (23 vs 19, P = 0.03) rispetto ai pazienti non<br />

sottoposti a tale procedura, e che nell’87.1% dei pazienti<br />

tatuati sono stati resecati ed esaminati un adeguato numero<br />

di linfonodi (≥ 12 nodi) rispetto al 72.3% dei non<br />

tatuati (P = 0.02) (31).<br />

ESOFAGO, STOMACO E PICCOLO INTESTINO<br />

L’IC è stato utilizzato per la marcatura delle lesioni esofagee<br />

ed in particolare per l’individuazione di mucosa di Barrett<br />

(14). In uno studio prospettico, 19 pazienti affetti da esofago<br />

di Barrett sono stati sottoposti a marcatura mediante<br />

l’iniezione di IC nella parte più prossimale della giunzione<br />

squamocellulare al fine di monitorarne l’evoluzione nel<br />

tempo; non è stata riscontrata alcuna complicanza correlata<br />

alla tecnica del tatuaggio ed in tutti i 15 pazienti rimasti<br />

nello studio si osservava una buona visualizzazione<br />

e la persistenza del tatuaggio a distanza di 36 mesi (14).<br />

Nello stomaco l’utilizzo del tatuaggio endoscopico è stata<br />

descritta per la marcatura delle sedi di mucosa sottoposte<br />

a prelievi bioptici, come metodica per il follow-up longitudinale<br />

della gastrite atrofica e delle lesioni precancerose<br />

(15) e per l’individuazione intraoperatoria di piccole lesioni<br />

vascolari sanguinanti o di piccole neoplasie da sottoporre<br />

a resezione laparoscopica (16,17).<br />

Il tatuaggio endoscopico è stato inoltre utilizzato durante<br />

l’enteroscopia per marcare l’estensione dell’ispezione<br />

anterograda ai fini dell’identificazione del sito durante una<br />

successiva enteroscopia retrograda (18).<br />

PANCREAS<br />

La marcatura endoscopica delle piccole lesioni neoplastiche<br />

pancreatiche al fine di favorirne la localizzazione<br />

intraoperatoria e la corretta resezione chirurgica, è stata<br />

descritta per la prima volte nel 2002 (19). La tecnica<br />

consiste nell’individuazione ecoendoscopica (EUS) di<br />

queste piccole lesioni, di solito localizzate nella regione<br />

del corpo/coda, e nella successiva marcatura mediante<br />

l’iniezione in sede anteriore, cioè verso la testa, di una<br />

piccola quantità di colorante, utilizzando un ago da aspirazione<br />

sottile da 22 gauge. Sono state utilizzate diverse<br />

sostanze come l’IC, il VI, lo SPOT ed anche il blu di metilene,<br />

in quantitativi di 1-5 ml (19-25). La marcatura con<br />

EUS è stata effettuata sia per tumori resecati in open<br />

che in laparoscopia ed attualmente, in letteratura, sono<br />

riportati 28 casi di marcatura endoscopica scevri da alcun<br />

tipo di complicanza e con una corretta individuazione<br />

intraoperatoria del tatuaggio nel 100% dei pazienti<br />

(Tabella 2) (19-25).<br />

TAKE HOME MESSAGE<br />

La diluizione ottimale dell’inchiostro di china con<br />

soluzione salina è di 1:100.<br />

Il miglior metodo per effettuare un tatuaggio endoscopico<br />

è quello dell’iniezione con il “test di<br />

soluzione salina” perché previene lo spandimento<br />

della sostanza a livello peritoneale.<br />

Per ottimizzare la localizzazione intraoperatoria<br />

delle lesioni del colon l’iniezione va effettuata nei<br />

quattro quadranti della circonferenza.<br />

Il tatuaggio ecoendo-guidato delle piccole lesioni<br />

del corpo/coda del pancreas da sottoporre ad<br />

intervento laparoscopico favorisce la corretta resezione<br />

chirurgica.<br />

LUNEDì Giorn Ital 2 OTTOBRE End Dig 2012;35:205-208<br />

- I SESSIONE<br />

207 15


<strong>PROCEDURE</strong> <strong>DI</strong> <strong>MARCATURA</strong> <strong>ENDOSCOPICA</strong><br />

Pierluigi Consolo et al > Tatuaggio endoscopico<br />

CONCLUSIONI<br />

Il tatuaggio endoscopico è un metodo efficace e sicuro per<br />

favorire l’individuazione di lesioni intraluminali del tratto digestivo<br />

ed anche di piccole lesioni pancreatiche in corso di<br />

intervento chirurgico, ma anche per il follow-up delle lesioni<br />

resecate endoscopicamente.<br />

Corrispondenza<br />

Pierluigi Consolo<br />

U.O. di Endoscopia Digestiva<br />

Policlinico Universitario “G. Martino”<br />

Via Consolare Valeria, 1 - 98100 Messina<br />

Tel. e Fax + 39 090 2212294<br />

e-mail: pconsolo@unime.it<br />

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