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ISSN 1974-0301 - Rivista Vai

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no come formiche. E li segui, pian piano, da<br />

quell’unica strada che fa da collant ad una<br />

leggenda.<br />

VAi<br />

n°373<br />

La vigilia<br />

Suona la sveglia, colazione di latte caldo e<br />

panini. Le tute, tutti fatti su a più strati e sei<br />

pronto per affrontare il gelo. E' così che parte<br />

l'avventura Vasaloppet. Inventata da re<br />

Gustav Vasa nel 1922, 90 km che collegano<br />

Salen a Mora: un'idea a cui ti devi piano piano<br />

abituare. Parte alle otto. Li vedi che racchettano,<br />

in file da mille. Molti in silenzio.<br />

Tanti disciplinati. Sereni. Li chiamano i bisonti,<br />

non a caso. Ma sono diversi da quelli<br />

della Marcialonga. Più ovattati. Gutturali.<br />

Pronti via. La salita è subito un invito all'incubo.<br />

Qualcuno ci lascia le ... racchette. Altri<br />

si mettono lì in fila e con calma aspettano<br />

il turno, che prima o poi finisce e c'è tanta<br />

strada su e giu’ da fare nei boschi gelati prima<br />

di arrivare alla meta. I più forti se ne vanno<br />

di corsa, la liquidano in quattro ore e poco<br />

più, la faccenda. Son gli altri che diventano<br />

eroi, sfidando se stessi e il gelo. A piccole<br />

mete proseguono. Primo rifornimento ai<br />

23 km, si passa.<br />

Gli amici eroi<br />

Degli amici-eroi è Marcello Arbasino a condurre<br />

il gruppo. Ha fatto fondo da bambino<br />

a Busson. Da avvocato, ormai, va pazzo per<br />

la bicicletta. E si diverte a fare triathlon nei ritagli<br />

di tempo. Il fondo lo fa solo per la Vasa:<br />

un’idea che gli balena per la testa. La preparazione:<br />

due uscite lunghe a Cogne. Fra<br />

un’udienza e l’altra. La Marcialonga Ligth<br />

senza forzare (“ma perché non l’ho fatta tutta<br />

poi?”) ed eccolo qui, a tentare l'impresa.<br />

In Svezia. Lo vedi che scivola via nel bosco,<br />

sorride, la cuffia già zuppa di neve, capisci<br />

che è preso da quella follia. E’ in un sogno. Il<br />

suo sogno. Ma fatica. E gli piace. Si vede. La<br />

foto, non riesci a scattarla: hai freddo e intanto<br />

lui passa. Lo insegue Daniele Sparpaglioni,<br />

lo incalza sui binari un altro da imprese<br />

speciali: lo sport è diletto anche per lui che<br />

ha stretto amicizia con sfide importanti. Ne<br />

sceglie una alla volta. E' il turno della Vasa e<br />

ci crede. Poi Enrico Rossi, l’amico architetto.<br />

Quello meno convinto: correva a piedi.<br />

Adesso fa triathlon e preferisce gli<br />

sprint. Quasi mai messi gli sci di fondo.<br />

Ci aveva provato a Predazzo,<br />

quest'anno: rottura dello sci e maledizioni<br />

al fondo. Eppure è qui anche<br />

lui. Alla Vasa si presenta sorridente.<br />

Ci prova. Con Pasto, Marco Pastonesi:<br />

giornalista della Gazzetta,<br />

scrittore di passione sportiva, ex atleta<br />

vero (rugby, ciclismo, corsa a<br />

piedi: fra un Giro, un Tour de France,<br />

un libro e… altro). “La Vasa? Ci vengo!<br />

Obiettivo? Ci parto!” Più indietro solo loro a<br />

far coppia e sorridono. Ci prendono gusto.<br />

Più avanti sempre più avanti, non c'è un traguardo<br />

preciso. Scivolare a forza di braccia,<br />

qualcosa da inventare. Un'amicizia da costruire.<br />

Terzo rifornimento impronunciabile.<br />

Sono freschi, barretta e battute. A dopo impavidi<br />

amici. A metà, anzi di più, c'è un ritiro.<br />

E' Pasto che lascia suo malgrado. Gli rode<br />

e si vede. Sono pronta al recupero facile.<br />

E via in picchiata all’arrivo. Rossi prosegue<br />

solitario. C'è tanto da recuperare. Su Sparpa,<br />

su Marce che va. Ha perso tempo. Ha preso<br />

freddo. Ma anche Enrico vuole arrivare in<br />

fondo. I crampi, i binari da scovare nel buio.<br />

E' lenta la fila per Mora. Ci arrivi che tutto è<br />

fatto, pronto, finito (per molti ma non per<br />

tutti). In tribuna svedesi gelati applaudono a<br />

guanti sordi chi arriva. Grassi, vecchi, signore.<br />

Alle danesi dedicano coretti più accesi: di<br />

"dak dak" di "oiai oiai". E' folla sull'ultimo<br />

chilometro. Ci arrivi e senti l'impresa. Degli<br />

altri, di tutti quei matti. C'è Marce, arriva, è<br />

felice. L'abbraccio, la stretta di mano. Si<br />

cambia. Si aspetta. Viene buio. C'è Sparpa in<br />

arrivo. Pasto che scrive in sala stampa chiede<br />

informazioni su tutti. Poi Rossi ci avvisa: arrivo!<br />

E' l'ultimo eroe della Vasa. Al buio cerca<br />

i binari, le luci di Mora, la musica, lo schermo<br />

gigante. Un voce rimbalza sulla neve gelata:<br />

Enrico Rossi, Enrico Rossi from Italy. La Vasa<br />

è domata. Non chiedetegli perché l'ha fatto.<br />

Renata aveva ragione.<br />

Il Vademecum del fondista, ora anche on line:<br />

www.vademecumdelfondista.it<br />

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Sci di fondo<br />

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