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VAi<br />
n°373<br />
Vasaloppet:<br />
non dimenticherò mai<br />
Da Salen a Mora, novanta chilometri a tecnica classica<br />
di Luciana Rota<br />
Me ne aveva parlato una donna e<br />
avevo capito bene. Renata mi<br />
aveva sussurrato un giorno della<br />
Vasaloppet. Lo aveva fatto qualche anno fa.<br />
Alla Marcialonga. Poche parole, nel suo stile,<br />
e una luce negli occhi che si accendeva. E<br />
parlava da sola... Me la ero immaginata, con<br />
uno dei suoi travestimenti da uomo, per tentare<br />
una sfida d’altri tempi. Per uomini e non<br />
per tutti. Già. Adesso credo di avere capito<br />
meglio.<br />
Sci di fondo<br />
18<br />
Non dimenticherò mai la quiete della zona<br />
di partenza la sera prima della gara. La bolgia<br />
infernale della prima salita dove incolonnati<br />
come dannati attendevamo che<br />
quattro angioloni con le trombe in bocca ci<br />
autorizzassero a passare.<br />
Quel povero signore scivolato dopo 100<br />
metri e travolto dalla massa. Il cartello 88<br />
km al traguardo dopo quaranta minuti.<br />
La fila silenziosa di atleti, ognuno con la sua<br />
impresa nella testa, gli spazi di neve sconfinati<br />
solcati dalle motoslitte degli organizzatori,<br />
un cane raggomitolato a bordo pista<br />
con lo sguardo rivolto altrove, le discese<br />
belle, lunghe e i ristori dove ti aspettavi<br />
di tutto ma trovavi solo liquidi e qualche<br />
Non dimenticherò mai<br />
tozzo di pane.<br />
Il cartello dei 30 km all'arrivo che mi ha fatto<br />
pensare di essere a buon punto mentre<br />
ero ancora in alto mare.<br />
Un ragazzotto robusto che saltavo in salita<br />
e puntualmente mi recuperava nei falsopiani<br />
con vigorose bracciate, vecchi, tanti<br />
vecchi, veloci, donne, tante donne, veloci.<br />
La discesa finale prima di Mora, la lunga fila<br />
di quelli che già avevano finito da un pezzo<br />
la gara, il rush finale, il buio che cala, gli<br />
arrivi degli amici, l'abbraccio di chi mi<br />
aspettava congelata, il freddo dell'attesa,<br />
la puzza del pub vicino all'arrivo, la sensazione<br />
di aver concluso un'avventura vittorioso,<br />
anche se solo 8.700 e passa ...<br />
L’arrivo<br />
A Salen ti senti come su un panettone ben<br />
farcito di Natale. Morbidissimo, tutto zucchero<br />
a velo, con una casetta qua e là - di<br />
marzapane colorato - finestre senza tende e<br />
lucine rosse che ti dicono che qualcuno, lì<br />
dentro, se ne sta lì al caldo, a sorseggiare the<br />
alla cannella, morsicchiando biscotti fatti in<br />
casa. La spesa, quelli lì, la fanno con la slitta.<br />
Anche di questi tempi. I bambini, quelli lì<br />
(beati) escono sul bob, scivolano prima di<br />
correre. E di camminare. E sciano. Dalla mattina<br />
alla sera. In verticale o in orizzontale. Poca<br />
differenza. Basta scivolare. Ecco che stai<br />
per raggiungere la Vasaloppet. Non fai in<br />
tempo a capire dove sei finito, dopo 400 km<br />
di strada infinita e ghiacciata, dall'aereoporto<br />
di Stoccolma, che arriva la vigilia della<br />
"gara". La vigilia è una spesa improvvisata<br />
al market del panettone Salen, con la verdura<br />
finta ben organizzata. Spesa per una cena<br />
da improvvisare - chi c'è c'è - in una casa di<br />
legno aperta: a chi passa di lì, e non per caso,<br />
per essere vicino alla partenza la mattina<br />
dopo un po' meno all'alba. Per incolonnarsi<br />
in fretta fra i quindicimila della Vasa. Salmone<br />
e pasta all'italiana, verdura per mettersi a<br />
posto la coscienza, poi cioccolato svedese<br />
come dessert.<br />
Tutto infarcito da qualche birra bionda, prima<br />
del sonno che tarda ad arrivare. Mentre<br />
in corridoio li senti, i giovani svedesi che sciolinano<br />
a colpi di phon e cucinano un improbabile<br />
piatto di tagliatelle ai funghi. I più accorti<br />
sono già lì, alla partenza. Molti molti altri<br />
avranno una notte corta. E le quattro del<br />
mattino da tirare per iniziare la marcia verso<br />
la colonna dei bisonti. Quelli che partono,<br />
che arrivano a fiotte, tutti insieme e non capisci<br />
come. Proprio lì in quel posto lontano<br />
dal mondo. Quelli che seguono. E li guardano<br />
partire, dietro a rami ghiacciati, avanza-