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Nun è peccato

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DI GIGI VESIGNA<br />

[PERSONAGGI]<br />

Peppino Di Capri<br />

Settembre: Giuseppe Faiella, che tutti<br />

conoscono come Peppino Di Capri,<br />

compie mezzo secolo. Ma non <strong>è</strong> un<br />

compleanno anagrafico: i cinquant’anni riguardano<br />

la sua carriera incredibile, le sue<br />

canzoni che hanno conquistato il<br />

mondo: oggi le Tv messicane e<br />

quelle degli altri Paesi sudamericani<br />

le usano come colonna<br />

sonora del genere<br />

tv più amato da quelle<br />

Festeggia i cinquant’anni di carriera una delle voci più belle della canzone italiana<br />

SETTEMBRE 2008<br />

CANTI ANCORA?<br />

NUN È PECCATO<br />

Dal ’59 al ’64<br />

In soli cinque anni,<br />

successi come Voce ’e notte,<br />

Nessuno al mondo, Luna caprese,<br />

Let’s twist again,<br />

St. Tropez twist, Roberta<br />

Lo sapevate?<br />

Nel 1965, a 26 anni,<br />

ha partecipato come<br />

supporter all’unica e<br />

ormai mitica tournée<br />

in Italia dei Beatles<br />

Sanremo 2005<br />

Invitato al 55˚ Festival, canta<br />

La panchina, raggiungendo così<br />

la sua 15ma partecipazione<br />

parti, le soap opera e le telenovelas.<br />

La più gettonata<br />

<strong>è</strong> Champagne, da poco anche<br />

leitmotiv di una soap realizzata a<br />

Hong Kong. In Italia, intanto Le donne<br />

amano, la sua composizione più recente, <strong>è</strong><br />

la sigla di Capri, fiction giunta alla terza edizione.<br />

Anche se non lo ammetterà mai, tuttavia,<br />

Champagne non <strong>è</strong> certo la canzone prediletta<br />

da Peppino perché lui sa bene, ma il pubblico<br />

non l’ha mai sospettato, di non esserne<br />

l’autore. L’hanno scritta in<br />

tre, con lo pseudonimo Depsa<br />

(De Pasquale, Jodice e<br />

De Francia). Quest’ultimo<br />

l’ha addirittura incisa<br />

tentando una disperata<br />

quanto inutile concorrenza.<br />

Tutti considerano<br />

Peppino un interprete<br />

della melodia degli anni<br />

Cinquanta o un vessillifero<br />

della canzone confidenziale<br />

degli anni Sessanta. «In realtà, la<br />

mia anima <strong>è</strong> rimasta rock e a casa si<br />

ascolta solo musica così, arrivando persino al<br />

genere “metallica”. Il 27 luglio ho compiuto<br />

69 anni ma, pur rendendomi conto di non essere<br />

più un ragazzino, mi sento un trentenne e<br />

in certi giorni persino un ventenne con tutte le<br />

speranze intatte e la voglia di avere lo stesso<br />

successo dei tempi dell’esordio».<br />

Un esordio che il giovane Faiella affrontò<br />

a 5 anni: «Venivo da una famiglia che faceva<br />

musica. Papà suonava il violoncello, mio<br />

nonno il clarino. Io imparai prestissimo a<br />

strimpellare il piano e divenni una specie di<br />

<br />

A sinistra: il giorno<br />

del matrimonio con Roberta.<br />

Sotto: assieme a Mario Merola,<br />

negli anni Sessanta<br />

“<br />

Vengo da una famiglia<br />

che ha sempre<br />

amato la musica:<br />

mio nonno suonava<br />

il clarino e mio padre<br />

il violoncello<br />

”<br />

26 27<br />

CLUB3 CLUB3 SETTEMBRE 2008


[PERSONAGGI]<br />

“<br />

Da bambino mi<br />

sembrava di essere<br />

uno sciuscià, coi<br />

soldati americani<br />

da accompagnare<br />

nei locali, per vivere<br />

”<br />

<br />

star nei club off limits ai civili,<br />

perché frequentati solo<br />

dalle truppe americane di stanza<br />

a Napoli e che venivano anche<br />

a Capri. Suonavo le canzoni della tradizione<br />

napoletana, ma anche i pezzi di Glenn<br />

Miller, che aveva lanciato il boogie woogie<br />

con In the mood. Era il 1943 e ricordo che<br />

quando più tardi vidi Sciuscià, il capolavoro<br />

di Vittorio De Sica, mi identificai in quei “guagliuncelli”<br />

che prendevano per mano un soldato<br />

americano, meglio se di colore, e lo portavano<br />

a fare il giro dei locali dove si poteva bere<br />

un buon whisky. Ogni locale riconosceva al<br />

“portatore” una commissione. Così, senza<br />

che il soldato-vittima felice se ne accorgesse,<br />

ogni tanto avveniva un passaggio di consegne:<br />

subentravano un’altra mano e altri locali, ma<br />

nessuno s’<strong>è</strong> mai accorto che l’accompagnatore<br />

non era lo stesso. Io invece ero pagato, per<br />

quei tempi profumatamente, in Am Lire, la<br />

moneta d’occupazione delle truppe statunitensi:<br />

ricordo che ne avevano in tasca un rotolo<br />

intero e, al momento di pagarmi, prendevano<br />

le forbici e tagliavano dal mazzo le banconote<br />

del mio cachet».<br />

A Capri vive gran parte dell’anno con la<br />

moglie Giuliana Gagliardi, affermata biologa,<br />

Pietra Montecorvino e Peppino<br />

Di Capri cantano al Festival<br />

di Sanremo del 1992<br />

Stoppa, la prima moglie,<br />

una splendida mannequin –<br />

allora non era stata coniata la<br />

definizione top model – sposata<br />

nel 1961. Il loro fu uno di quei matrimoni<br />

che si usano definire “del secolo”, a Focette,<br />

in Versilia. C’era il mondo intero ad assistere<br />

a quelle nozze e mai si sarebbe pensato<br />

che quella coppia che univa talento e bellezza<br />

non sarebbe durata. Finì nel 1978, lasciando<br />

però a futura memoria una canzone indimenticabile,<br />

Roberta, che Peppino, inizialmente innamoratissimo,<br />

aveva dedicato alla moglie.<br />

Quella melodia, proposta dalla voce particolare<br />

di Peppino, che i critici definivano tonsillare<br />

o adenoidea, <strong>è</strong> ancora oggi tra le più richieste<br />

nel suo repertorio ma quando fu lanciata,<br />

nel 1963, provocò una frenesia collettiva<br />

e il nome Roberta fu quello più usato per battezzare<br />

le bimbe nate quell’anno. Roberta era<br />

davvero uno splendore. Come mai finì, solo<br />

dieci anni dopo, quello che sembrava essere<br />

il matrimonio perfetto?<br />

«Era un periodo in cui le cose non giravano<br />

nel verso giusto. Io frequentavo sempre<br />

più spesso i casinò, ero pieno di debiti e<br />

l’umore non mi consentiva di essere brillante<br />

come mia moglie avrebbe voluto. Basta feste,<br />

Sto preparando una grande festa televisiva in due<br />

A New York nel 2005,<br />

in una performance<br />

per la comunità italiana<br />

ta in una storia di cronaca nera: non c’entrava<br />

niente ma aveva amicizie pericolose. Una sera,<br />

ricordo, mi telefonò invitando me e un<br />

paio di colleghi all’inaugurazione di un locale<br />

in centro Milano, che l’aveva<br />

ingaggiata per fare pubbliche<br />

relazioni. Quando ci presentò<br />

il titolare del locale capimmo<br />

di trovarci di fronte a uno dei<br />

più importanti esponenti della<br />

mafia americana: Joe Adonis,<br />

al quale Hollywood ha dedicato<br />

più di un film. Roberta,<br />

naturalmente, non sapeva<br />

neanche chi fosse.<br />

Tornando a Peppino, l’interprete<br />

di <strong>Nun</strong> <strong>è</strong> <strong>peccato</strong>, Nessuno<br />

al mondo, prestatagli da<br />

Pat Boone e diventata una hit<br />

mondiale, Voce ’e notte, Malatia,<br />

Luna caprese, ha scritto più di cinquecento<br />

canzoni, ha inciso novanta 45 giri in<br />

soli due anni, il 1968-69, ha lanciato il twist<br />

in Italia, precedendone di sei mesi l’arrivo,<br />

con Let’s twist again di Chubby Cracker, e<br />

con la dirompente St. Tropez twist. Ha vinto<br />

due volte il Festival di Sanremo. Non sei appagato,<br />

Peppino?<br />

“<br />

Non mi sento<br />

appagato. In questo<br />

campo, chi dice di<br />

esserlo vuol dire che<br />

ha esaurito la vena<br />

creativa<br />

”<br />

puntate a cui parteciperanno i miei amici più cari<br />

in una villa che ricorda quelle fantasmagoriche<br />

della California: troneggia sul golfo con<br />

una piscina a picco sul mare che se soffri di<br />

vertigini può anche fartele venire. Da Giuliana<br />

ha avuto due figli, Edoardo e Dario. Il<br />

primo ha 27 anni, il secondo 21. Studiano<br />

musica e recitazione, quindi sono rimasti<br />

nell’area artistica del padre. Ma Peppino ha<br />

anche un terzo figlio, Igor, che ha 37 anni e vive<br />

a Palma de Majorca. È figlio di Roberta<br />

basta vita mondana. E questo a Roberta non<br />

andava giù. Lei era fatta per apparire ed essere<br />

ammirata. Comunque non rimpiango nulla.<br />

Oggi con Giuliana sono felice; lei <strong>è</strong> dolce,<br />

sempre serena. Ci siamo sposati nel 1978 e siamo<br />

una coppia felice. A lei, per precauzione<br />

non ho mai dedicato una canzone».<br />

Tanto per raccontare com’era Roberta,<br />

estroversa e anche parecchio ingenua nei confronti<br />

del mondo reale, anni dopo fu coinvol-<br />

«Mai usare questo termine per un artista.<br />

Essere appagato spesso significa che la vena si<br />

<strong>è</strong> esaurita. Io ho ancora un sacco di cose da fare.<br />

E sto preparando una festa televisiva, spero<br />

in due puntate, dove arriveranno tutti gli<br />

amici che ho».<br />

Tranquillo sempre, come se fosse in siesta,<br />

ha lasciato che la natura imbiancasse i<br />

suoi capelli e sta benissimo con quell’argento<br />

in testa. L’ho conosciuto a Milano quando<br />

girava per night cantando e ballando il twist.<br />

Ci siamo rivisti spesso nel corso del tempo.<br />

Ma ho di lui un ricordo speciale. Un giorno, a<br />

Un disco per l’estate, a Saint Vincent, indossava<br />

un cardigan coloratissimo, a strisce orizzontali.<br />

«Che bello», osservai. Lui se lo tolse e mi<br />

costrinse ad accettarlo come regalo. Quando<br />

lo provai, mi accorsi che era un cardigan da<br />

donna, coi bottoni a sinistra. Peccato. Ma no,<br />

Peppino... <strong>Nun</strong> <strong>è</strong> <strong>peccato</strong> e ancora grazie! <br />

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29<br />

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