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Il numero di Agosto-Settembre 2009 - Associazione Nazionale ...

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La Redazione risponde<br />

Beni abbandonati<br />

non compresi<br />

nei trattati.<br />

Di cosa si tratta?<br />

A cura dell’Avv.<br />

Vipsania Andreicich<br />

A pagina 5<br />

anno XV - n° 8-9<br />

<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

perio<strong>di</strong>co mensile dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> Venezia Giulia e Dalmazia<br />

Centro Stu<strong>di</strong> padre Flaminio Rocchi<br />

Poste Italiane SpA - Spe<strong>di</strong>zione in<br />

Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in<br />

L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma<br />

La storia e la scuola<br />

Aggiornare i testi e la <strong>di</strong>dattica.<br />

La richiesta della FederEsuli<br />

Non è nuova, anzi è dolorosamente<br />

antica, la questione dell’assenza,<br />

da grande parte della<br />

manualistica italiana, della «questione<br />

giuliana», cui in questi decenni<br />

sono state assegnate poche<br />

righe in conclusione del capitolo<br />

de<strong>di</strong>cato alla seconda guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />

Quando andava bene.<br />

Una mancanza, questa, che ha<br />

molteplici ragioni, <strong>di</strong> politica interna<br />

e <strong>di</strong> “opportunità” internazionali.<br />

La forte impronta data dal PCI <strong>di</strong> Togliatti alla Resistenza – al punto da<br />

oscurare quella non comunista –, il problema dei governi post-bellici <strong>di</strong><br />

inserire l’Italia nelle alleanze occidentali, la <strong>di</strong>ffidenza e l’incomprensione<br />

<strong>di</strong> alcune potenze alleate, hanno giocato un ruolo <strong>di</strong> primo piano nella<br />

progressiva emarginazione del confine orientale dalla coscienza pubblica e<br />

dai testi in uso nelle scuole.<br />

Tuttavia, non è stato sempre così. Chi abbia motivo <strong>di</strong> sfogliare la stampa<br />

quoti<strong>di</strong>ana e perio<strong>di</strong>ca dal 1945 ad almeno il 1954, facilmente può verificare<br />

quanto fosse presente agli animi la drammatica e angosciosa situazione<br />

della Venezia Giulia sotto l’occupazione jugoslava, e quanto acuta fosse<br />

l’attenzione per le trattative in corso alla conferenza della pace, fino a quel<br />

1947 che infranse tutte le <strong>di</strong>sperate speranze dei giuliani e dei dalmati, fossero<br />

o meno già esuli.<br />

<strong>di</strong> Patrizia C. Hansen (segue a pagina 2)<br />

La storia giuliano-dalmata<br />

sulla via della seta<br />

Si è svolto il 15 giugno a Tashkent, capitale della Repubblica<br />

dell’Uzbekistan, il seminario internazionale «Ju<strong>di</strong>cial and Legal Reform»<br />

organizzato dalla locale Procura della Repubblica in collaborazione con<br />

l’Institute for Stu<strong>di</strong>es of the Civil Society, il National Center on Human Rights,<br />

il Tashkent State Institute of Law. Do<strong>di</strong>ci giuristi da vari Paesi esteri (USA,<br />

Giappone, Russia, Francia, In<strong>di</strong>a, ed altri) sono stati invitati nella città<br />

centroasiatica per <strong>di</strong>scutere su importanti temi giuri<strong>di</strong>co-sociali.<br />

Per l’Italia era presente l’avv. Vittorio Giorgi, che ha esposto una relazione<br />

sull’istituto dell’Avvocatura in Italia, evidenziando aspetti normativi e<br />

pratici della professione forense. Due anni l’avv. Giorgi ha partecipato come<br />

osservatore internazionale alle elezioni presidenziali in Uzbekistan, per<br />

garantire la regolarità delle operazioni elettorali. Situata lungo l’antica Via<br />

della Seta, Tashkent conta oggi oltre due milioni <strong>di</strong> abitanti e, per i suoi<br />

2200 anni, a settembre ospiterà imponenti manifestazioni celebrative.<br />

L’avv. Giorgi è un appassionato della nostra storia, ha scritto <strong>di</strong>versi e<br />

approfon<strong>di</strong>ti articoli sulle nostre vicende e collabora attivamente anche alla<br />

nostra vita associativa. Nel corso della sua permanenza nella Repubblica<br />

dell’Uzbekistan, Giorgi ha fatto visita anche al Dipartimento <strong>di</strong> italianistica,<br />

incontrandone i docenti, parlando loro del suo impegno associazionistico<br />

e consegnando loro simpaticamente, come nella foto qui riprodotta, una<br />

copia <strong>di</strong> “Difesa”. La storia giuliana e dalmata sulla via della seta…<br />

Red.<br />

Samarcanda<br />

(Repubblica<br />

dell’Uzbekistan),<br />

Facoltà <strong>di</strong> Lingue<br />

straniere - Dipartimento<br />

<strong>di</strong> italiano: i docenti<br />

con il nostro mensile.<br />

A sin., l’avv. Vittorio<br />

Giorgi, “responsabile”<br />

<strong>di</strong> tanto lungo viaggio<br />

del nostro giornale…<br />

“èStoria” <strong>2009</strong>:<br />

the Eastern Border at the Gorizia Festival<br />

In english language to page 14<br />

«esHistoria» <strong>2009</strong>, el confín oriental<br />

en el festival de Gorizia<br />

En lengua española en la página 15<br />

Senato, mozione bipartisan per i <strong>di</strong>ritti degli Esuli<br />

<strong>Il</strong> Governo affronti i problemi<br />

degli esuli giuliano-dalmati<br />

Approvata dal Senato, all’unanimità,<br />

il 14 luglio, la mozione dei sen.<br />

Carlino (IDV), i quali hanno evidenziato<br />

Peterlini (UDC-SVP-Aut), Pittoni (LNP),<br />

Gasparri (PDL) ed altri, ma sottoscritta da<br />

le molteplici ragioni che militano a favore<br />

dell’assunzione degli impegni richie-<br />

rappresentanti <strong>di</strong> tutti i Gruppi, che richiama<br />

ed impegna il Governo ad attuare<br />

– nell’ambito delle trattative in cor-<br />

<strong>Il</strong> documento bipartisan richiama<br />

sti da parte del Governo.<br />

so <strong>di</strong> adesione della Croazia all’Unione<br />

anche l’attenzione dell’Esecutivo sul<br />

Europea – tutte le misure necessarie per<br />

gruppo nazionale italiano nei territori<br />

tutelare i <strong>di</strong>ritti degli Esuli giulianodalmati<br />

in or<strong>di</strong>ne alla restituzione <strong>di</strong> beni<br />

invita «a lavorare per il pieno rispetto<br />

ceduti dell’Istria e della Dalmazia e lo<br />

espropriati dal regime jugoslavo ai citta<strong>di</strong>ni<br />

italiani dopo la Seconda guerra mon-<br />

(nella foto) sui <strong>di</strong>ritti degli esuli comunità nazionale italiana residente<br />

Mozione bipartisan in Senato degli accor<strong>di</strong> italo-croati a tutela della<br />

<strong>di</strong>ale.<br />

nella Repubblica <strong>di</strong> Croazia, nel quadro<br />

«Considerato che permangono le attese degli esuli italiani<br />

dall’Istria, Fiume e Dalmazia» il documento raccomanda La mozione elabora i contenuti del lungo lavoro <strong>di</strong><br />

della normativa comunitaria sul rispetto delle minoranze».<br />

<strong>di</strong> «salvaguardare i <strong>di</strong>ritti degli italiani che hanno abbandonato<br />

i territori assegnati alla ex Jugoslavia; a proseguire, nel-<br />

seno al Tavolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento fortemente voluto dalle as-<br />

FedEsuli e ANVGD sulle istituzioni e sulle forze politiche in<br />

l’ambito del tavolo Governo-esuli, nella richiesta <strong>di</strong> una verifica<br />

<strong>di</strong> tutte le possibilità <strong>di</strong> restituzione <strong>di</strong> beni ad essi <strong>di</strong>battito promosso a Roma dall’ANVGD con i rappresentanti<br />

sociazioni degli Esuli giuliano-dalmati, e segue l’incontro-<br />

espropriati».<br />

<strong>di</strong> maggioranza ed opposizione, il 22 giugno scorso, sugli<br />

Un impegno fatto proprio dal Sottosegretario <strong>di</strong> Stato alla obblighi della Croazia nei confronti dei citta<strong>di</strong>ni italiani illegalmente<br />

espropriati dei beni e, più in generale, sui no<strong>di</strong> an-<br />

Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanar<strong>di</strong>, che, pur ribadendo<br />

il sostegno del Governo italiano all’integrazione europea<br />

della Croazia, ha rimarcato la necessità <strong>di</strong> risolvere pensioni, riscatto agevolato degli immobili, conservazione<br />

cora irrisolti: indennizzi per i beni abbandonati, anagrafe,<br />

alcune questioni ancora aperte, e sollevate da questa mozione.<br />

Analoghi interventi sono venuti dai senatori Camber e Temi, questi, sui quali FedEsuli e ANVGD attendono rispo-<br />

dei beni monumentali.<br />

Gasparri (PDL), Pegorer, Perduca, Blazina, Marinaro (PD), ste concrete.<br />

Indennizzi con<strong>di</strong>zionati<br />

dalla crisi economica<br />

Conferenza stampa<br />

della FederEsuli per fare il punto<br />

delle trattative con il Governo<br />

Frattini:<br />

«Zagabria nell’UE nel 2011»<br />

Riunito alla Farnesina il Comitato dei ministri Italia-Croazia<br />

Segue a pagina 5<br />

Sulla riunione dei ministri Italia-Croazia<br />

è pesata anche l’ombra del veto opposto<br />

dalla Slovenia all’ingresso <strong>di</strong> Zagabria<br />

nell’UE. <strong>Il</strong> comunicato della Farnesina,<br />

emesso al termine dell’incontro<br />

bilaterale, non ha fatto menzione della<br />

questione dei beni espropriati agli Esuli,<br />

citata invece dal quoti<strong>di</strong>ano “<strong>Il</strong> Piccolo”<br />

Una conferenza stampa della Federazione degli Esuli,<br />

il 18 giugno a Trieste, con interventi <strong>di</strong> Renzo Codarin,<br />

Lorenzo Rovis e Renzo de’Vidovich per approfon<strong>di</strong>re l’informazione<br />

sul recente Tavolo Governo-Esuli svoltosi a<br />

Roma l’11 giugno su iniziativa del Sottosegretario agli<br />

Esteri Gianni Letta.<br />

Aspettative in parte <strong>di</strong>sattese, soprattutto per quanto<br />

riguarda gli indennizzi, ma anche segnali che sciolgono<br />

no<strong>di</strong> fondamentali per il riconoscimento della storia dell’esodo<br />

e della realtà delle associazioni.<br />

«L’Italia fornisce un “forte e convinto”<br />

sostegno all’adesione della<br />

Croazia nell’UE entro i primi mesi<br />

del 2011. Lo ha detto il Ministro<br />

Franco Frattini, al termine della riunione<br />

del Comitato dei Ministri Italia-Croazia,<br />

a Villa Madama. Bisogna<br />

riprendere le trattative “in tempi<br />

rapi<strong>di</strong>ssimi” e mantenere fede al<br />

calendario attuale, che prevede la<br />

conclusione dei negoziati a fine<br />

2010, “un obiettivo ambizioso che<br />

l’Italia sosterrà”, ha puntualizzato<br />

il Ministro, sottolineando che il<br />

percorso della Croazia verso l’ UE<br />

non deve essere rallentato dal<br />

contenzioso con la Slovenia, perché<br />

“le regole europee devono avere<br />

un percorso autonomo e le questioni<br />

bilaterali non devono interferire<br />

con le adesioni”. […] <strong>Il</strong> Ministro degli Esteri croato<br />

Jandrokovic ha ringraziato l’Italia per il sostegno all’ingresso<br />

<strong>di</strong> Zagabria nell’UE, che sarebbe “importante per<br />

la pace e la stabilità” dell’intero sudest europeo, ed ha<br />

invitato la Slovenia a bloccare il contenzioso sui confini.<br />

Quin<strong>di</strong>, ha chiesto all’Italia <strong>di</strong> investire <strong>di</strong> più ed in <strong>di</strong>versi<br />

settori del proprio Paese».<br />

Questo, qui riprodotto in parte ma leggibile integralmente<br />

sul sito del MAE (www.esteri.it), il comunicato emesso<br />

dalla Farnesina a seguito dell’incontro<br />

Frattini- Jandrokovic. Per leggere<br />

della questione dei beni perduti<br />

dagli italiani bisogna tuttavia<br />

consultare le agenzie <strong>di</strong> stampa e<br />

l’articolo apparso su “<strong>Il</strong> Piccolo il 2<br />

luglio a firma <strong>di</strong> Mauro Manzin, nel<br />

quale a tale riguardo si legge: «Altro<br />

tema “caldo” affrontato ieri a<br />

Villa Madama il problema dei beni<br />

abbandonati dagli esuli istriani,<br />

fiumani e dalmati. “Esprimo grande<br />

fiducia nello sviluppo del <strong>di</strong>alogo<br />

bilaterale con la Croazia – <strong>di</strong>chiara<br />

Frattini – sempre però – precisa<br />

– riguardo a quei casi che non<br />

sono compresi nel Trattato <strong>di</strong><br />

Osimo e negli Accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma.<br />

Seguiremo – precisa ancora il ministro<br />

– con estrema attenzione il<br />

processo <strong>di</strong> denazionalizzazione in Croazia con un regolare<br />

scambio <strong>di</strong> informazioni». «Gran parte dei casi –<br />

gli fa eco Jandrokovic – è già stato risolto con Osimo e<br />

Roma. Certo c’è un <strong>numero</strong> <strong>di</strong> persone che non ricade in<br />

questa cornice e il tutto è all’esame della Corte suprema<br />

croata. Quello che posso garantire – conclude – è che le<br />

soluzioni che saranno prese dal mio Paese saranno conformi<br />

ai più elevati standard europei».<br />

Red.


2 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

continua dalla prima pagina<br />

La storia e la scuola<br />

Aggiornare i testi e la <strong>di</strong>dattica.<br />

La richiesta della FederEsuli<br />

Ed è utile ricordare come, in realtà, la «questione giuliana» sia stata<br />

presente nei manuali almeno sino agli anni Sessanta, come ha argomentato<br />

qualche anno ad<strong>di</strong>etro lo stu<strong>di</strong>oso Antonio Fares in un contributo apparso<br />

nella Biblioteca dell’Enciclope<strong>di</strong>a Italiana. Perché dunque il tema scomparve<br />

da allora in avanti? Anche questa domanda ha molte risposte. Un recente<br />

intervento del prof. Giuseppe Parlato è, nella sua sintesi, illuminante: «la<br />

storiografia ha […] risentito della politica e dell’ideologia […]».«Per un altro<br />

verso – prosegue lo storico – la ricerca storiografica fu con<strong>di</strong>zionata anche<br />

dalle autorità politiche […] che aiutarono gli Esuli dal punto <strong>di</strong> vista dell’inserimento<br />

[…] nella società italiana, a con<strong>di</strong>zione che tale questione rimanesse<br />

circoscritta […], che non <strong>di</strong>ventasse cioè un problema strettamente<br />

connesso con la definizione dell’identità nazionale […]».<br />

Se è vero, come è vero, che la “colpa” del fascismo ha pesato enormemente<br />

sulla sottomissione dell’Italia al Diktat del trattato <strong>di</strong> pace, offuscando<br />

il periodo <strong>di</strong> cobelligeranza, successivamente l’atteggiamento dell’intera Nazione<br />

verso gli sfortunati connazionali è stato negativamente con<strong>di</strong>zionato<br />

dalla propaganda togliattiana, che aveva interesse ad identificare i profughi<br />

con il fascismo. <strong>Il</strong> graduale passaggio ad un clima <strong>di</strong> monopolio culturale<br />

della sinistra <strong>di</strong> rigorosa ortodossia comunista e il ridotto interesse dei partiti<br />

<strong>di</strong> massa, anche <strong>di</strong> centro, per l’identità nazionale, hanno via via emarginato<br />

dal <strong>di</strong>battito e dall’istruzione pubblici le vicissitu<strong>di</strong>ni e le ragioni <strong>di</strong> una<br />

comunità fortunosamente sfuggita alla persecuzione, e il sistema della soppressione<br />

violenta come strumento intimidatorio esercitato dalle bande <strong>di</strong><br />

occupazione.<br />

E, in ultimo, ci sembra con<strong>di</strong>visibile l’analisi <strong>di</strong> Angelo Panebianco sul<br />

“Corriere della Sera” (La debole unità <strong>di</strong> un Paese, 26 luglio <strong>2009</strong>), laddove<br />

l’e<strong>di</strong>torialista rileva come i partiti tra<strong>di</strong>zionali (DC e PCI) fossero «il mastice in<br />

una fase storica, seguita alla <strong>di</strong>ttatura e alla sconfitta bellica, in cui l’ere<strong>di</strong>tà<br />

risorgimentale era stata seriamente lesionata e logorata sul piano politicosimbolico».<br />

In quanto, è bene ricordarlo, l’accidentato percorso delle genti<br />

giuliane e dalmate verso l’agognata unione con l’Italia affonda le sue ra<strong>di</strong>ci<br />

nel processo risorgimentale, dal quale l’irredentismo democratico e liberale<br />

attinse la sua linfa, fino agli istriani fratelli Stuparich, al triestino Slataper, al<br />

fiumano Burich.<br />

La scuola nell’agenda della FederEsuli<br />

Ora, accertato che la storiografia contemporanea ha iniziato a pagare<br />

il suo debito grazie ai ra<strong>di</strong>cali mutamenti politici avvenuti nell’intero continente<br />

europeo e alla <strong>di</strong>ssoluzione dei più ostili apparati ideologici, è tempo<br />

che il ripensamento sulla storia del Novecento giunga finalmente anche ai<br />

testi scolastici. Ha ragione Parlato, nel citato intervento, quando rammenta<br />

come questi libri «tendono a ripetere tesi già consolidate e le innovazione<br />

che la ricerca apporta alla comunità degli stu<strong>di</strong>osi raramente vengono recepite<br />

tempestivamente dai manuali», anche per la logica commerciale che<br />

connota l’e<strong>di</strong>toria scolastica e non, che sforna volentieri antologie ipertrofiche<br />

ma non aggiorna i contenuti, o li aggiorna seguendo mode e gusti transitori.<br />

Tanto è importante che la «questione giuliana» torni alla memoria e alla<br />

consapevolezza del Paese in questa controversa transizione verso un sistema<br />

che si vorrebbe federale. Per una somma <strong>di</strong> ragioni, tutte ben fondate, la<br />

FederEsuli ha inserito l’aggiornamento dei testi scolastici nell’agenda <strong>di</strong> confronto<br />

con il Governo, chiedendo espressamente per l’autunno un incontro<br />

con i responsabili del Ministero dell’Istruzione. Sul «Tavolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento»<br />

può già “pesare” favorevolmente una seria produzione storiografica<br />

che da <strong>di</strong>versi anni, in piena libertà come è giusto, affronta ed analizza quel<br />

dramma rimosso nel più ampio orizzonte europeo, nella cornice degli scontri<br />

fra totalitarismi e nazionalismi esasperati, nel quadro della guerra che ha<br />

sconvolto assetti statuali e antichi inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> popolazioni.<br />

Soltanto una ricerca storica <strong>di</strong> alto profilo può e deve impegnarsi in<br />

questo senso. Nessuno pensa, ovviamente, ad esigere o imporre una verità<br />

<strong>di</strong> Stato, propria dei regimi totalitari; ma un vero, serio impegno <strong>di</strong> lunga<br />

durata nel sensibilizzare autori, e<strong>di</strong>tori, <strong>di</strong>rigenti e docenti ad aggiornare le<br />

categorie concettuali e gli strumenti <strong>di</strong>dattici. Se la scuola dev’essere luogo<br />

<strong>di</strong> formazione del futuro citta<strong>di</strong>no, questi non può non essere posto in con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> conoscere la storia nella sua integrità, depurata dalle incrostazioni<br />

se<strong>di</strong>mentate nei decenni dai dogmatismi <strong>di</strong> opposte concezioni illiberali.<br />

Nuove linee-guida devono essere concepite e <strong>di</strong>ffuse a beneficio sì della<br />

memoria <strong>di</strong> quanti hanno patito violenze e ingiustizie irreparabili, ma anche<br />

della formazione degli italiani <strong>di</strong> domani, che siano intellettualmente liberi<br />

e consapevoli.<br />

Patrizia C. Hansen<br />

fatti e commenti<br />

La Resistenza giuliana nel nome del Tricolore.<br />

Finalmente si rende giustizia ai patrioti “<strong>di</strong>menticati”<br />

In occasione della recente presentazione,<br />

a Trieste, del volume La Resistenza<br />

patriottica a Trieste. 1943-1945,<br />

e<strong>di</strong>to dalla LEG <strong>di</strong> Gorizia e curato da<br />

Lino Felician, Fabio Forti, Vittorio<br />

Leschi e Stelio Spadaro e con un saggio<br />

<strong>di</strong> Marina Cattaruzza, il Presidente<br />

nazionale dell’ANVGD, Toth, ha<br />

emesso il comunicato che segue.<br />

<strong>Il</strong> volume, de<strong>di</strong>cato agli avvenimenti<br />

della Resistenza italiana nella<br />

Venezia Giulia, tra il 1943 e il 1945<br />

riguarda non solo Trieste, ma anche<br />

l’intera Venezia Giulia, e intende gettare<br />

luce, in particolare, sul 30 aprile<br />

1945, quando nel capoluogo giuliano<br />

ebbe luogo l’insurrezione armata contro<br />

l’occupatore tedesco, mentre cospicua<br />

parte della storiografia ufficiale<br />

ha invece, per decenni, avallato la tesi<br />

<strong>di</strong> una liberazione attribuita agli jugoslavi.<br />

L’iniziativa si deve al Corpo Volontari<br />

della Libertà <strong>di</strong> Trieste, che ha voluto<br />

così ricordare i patrioti e i Caduti<br />

che tentarono <strong>di</strong> salvare l’italianità<br />

della loro città da coloro che si presentarono<br />

nella veste ingannevole <strong>di</strong><br />

liberatori, con lo scopo <strong>di</strong> annettere<br />

l’intera regione alla Jugoslavia.<br />

__________________________<br />

Con la presentazione, nel capoluogo<br />

giuliano, del volume «La Resistenza<br />

patriottica a Trieste. 1943-1945»,<br />

alla cui stesura hanno partecipato<br />

eminenti storici e testimoni <strong>di</strong> quei<br />

drammatici eventi, si offre un determinante<br />

contributo alla conoscenza <strong>di</strong><br />

una Resistenza che ha pagato un tragico<br />

tributo all’occupazione della Venezia<br />

Giulia da parte dei partigiani<br />

comunisti <strong>di</strong> Tito ed è stata lungamente<br />

oscurata nei decenni successivi a<br />

causa del monopolio ideologico e<br />

dell’uso politico della storia: tanto più<br />

deprecabili quanto più hanno infierito<br />

sulla limpida volontà della popolazione<br />

italiana autoctona <strong>di</strong> rimanere fedele<br />

– con l’esodo – alla propria identità<br />

nazionale e <strong>di</strong> scegliere i valori<br />

della libertà e della democrazia in<br />

un’Italia alla cui ricostruzione ha generosamente<br />

contribuito.<br />

Viene finalmente fatta luce sull’insurrezione<br />

patriottica <strong>di</strong> Trieste del 30<br />

aprile 1945 ad opera del Corpo Volontari<br />

della Libertà. Insurrezione non<br />

isolata, se in altre città dell’Istria, come<br />

i giornali clandestini della Resistenza<br />

italiana repubblicana e cattolica riportavano,<br />

analoghi tentativi vennero subitaneamente<br />

repressi con feroce violenza<br />

dagli jugoslavi: il conclamato<br />

antifascismo celava malamente il <strong>di</strong>segno<br />

annessionistico dell’intera Venezia<br />

Giulia, sino all’Isonzo, ben prima<br />

<strong>di</strong> qualunque trattativa <strong>di</strong> pace.<br />

La ricerca storica offre oggi un contributo<br />

determinante alla giustizia che<br />

si deve alla verità dei fatti e ai protagonisti<br />

– singoli in<strong>di</strong>vidui e intere comunità<br />

profughe – e illumina il reale volto<br />

dell’occupazione jugoslava, intesa<br />

a eliminare, fisicamente e politicamente,<br />

gli antifascisti e patrioti italiani così<br />

come l’intera popolazione italiana in<br />

quanto tale, scomo<strong>di</strong> entrambi al progetto<br />

totalitario concepito da Tito in<br />

nome della libertà dei popoli.<br />

Roma, 8 luglio <strong>2009</strong><br />

On. Lucio Toth<br />

Cattaro, costituitasi la Comunità degli italiani<br />

per quattro secoli la città appartenne alla Serenissima<br />

Si è ufficialmente costituita a Cattaro<br />

Per oltre quattro secoli Cattaro ha<br />

(Kotor), nel Montenegro, la Comunità<br />

fatto parte della Repubblica <strong>di</strong> Venezia.<br />

<strong>Il</strong> suo incantevole centro storico e<br />

italiana. All’inaugurazione della sede<br />

ha partecipato il vice<strong>di</strong>rettore centrale<br />

l’operoso spirito della sua Comunità<br />

delle Relazioni internazionali della<br />

veneto-italiana oggi ne rendono una<br />

Regione Friuli Venezia Giulia, Giuseppe<br />

Napoli, che ha letto il messaggio <strong>di</strong><br />

Nel suo messaggio il presidente<br />

forte, luminosa testimonianza.<br />

saluto del presidente Renzo Tondo. La<br />

della Regione Renzo Tondo ha rilevato<br />

regione infatti, ha instaurato da tempo<br />

come «le tra<strong>di</strong>zioni storiche e culturali<br />

un contatto <strong>di</strong> collaborazione con la<br />

che legano l’Italia e il Friuli Venezia<br />

Comunità nell’ambito <strong>di</strong> un programma<br />

<strong>di</strong> cooperazione . Erano presenti<br />

del rapporto che si è creato con la no-<br />

Giulia al Montenegro stanno alla base<br />

alla cerimonia, con il presidente della<br />

stra Comunità degli italiani. Esse rappresentano<br />

un patrimonio <strong>di</strong> valori che<br />

neo costituita Comunità, Paolo<br />

Perugini, l’ambasciatore italiano a<br />

la nostra Regione, nell’ambito delle sue<br />

Podgorica, Francesco Barbanti; l’on.<br />

competenze, intende contribuire a preservare».<br />

Renzo de’ Vidovich (Fondazione Rustia<br />

Traine <strong>di</strong> Trieste); Giuseppe Napoli (ufficio<br />

Relazioni Internazionali Regione<br />

esteso le sue competenze su quel terri-<br />

Dal canto suo l’Unione Italiana ha<br />

Friuli Venezia Giulia); Gen. Elio<br />

L’ingresso<br />

torio, dopo averne constatato la «richiesta<br />

d’italianità»: l’organismo fornirà ab-<br />

Ricciar<strong>di</strong> (Dalmati Italiani nel Mondo), della Comunità degli Italiani<br />

Rachele Denon Poggi (Centro Ricerche<br />

bonamenti a riviste e giornali, contribuirà<br />

a manifestazioni artistiche e cul-<br />

Culturali Dalmate <strong>di</strong> Spalato), avv. Vittorio<br />

Giorgi (URSE, Unione Regioni Storiche Europee), Bruno<br />

Giuseppe Moretto (Veneziani nel Mondo), Cavaliere<br />

d. a.<br />

turali e fornirà materiale per corsi d’italiano.<br />

Tonino Bortoletto, <strong>di</strong>rettore perio<strong>di</strong>co “Le Tre Venezie” e<br />

Franco Bongi, Console onorario d’Italia a Ragusa-<br />

Dubrovnik.<br />

Da sin.: Paolo Perugini, Vittorio Giorgi; Sergio<br />

Barbanti; Maria Grego Radulovic; Renzo de’ Vidovich<br />

Cattaro, la Torre dell’Orologio<br />

Croazia<br />

nell’UE,<br />

i tempi<br />

si allungano<br />

<strong>Il</strong> contenzioso sui confini marittimi<br />

con la Slovenia irrita l’Europa<br />

Sembra rinviata a data da definirsi<br />

l’adesione della Croazia all’Unione<br />

Europea: la prossima presidenza <strong>di</strong><br />

turno dei Ventisette (svedese) non intende<br />

proporre nuove me<strong>di</strong>azioni per<br />

tentare <strong>di</strong> <strong>di</strong>rimere i contrasti, apparentemente<br />

insanabili, fra Zagabria e<br />

Lubiana sulle linee <strong>di</strong> confine. Lo ha<br />

confermato il ministro degli Esteri svedese,<br />

Carl Bildt, illustrando ai giornalisti<br />

le linee guida dei prossimi sei mesi<br />

<strong>di</strong> lavoro dell’UE.<br />

Bildt ha riba<strong>di</strong>to che quella tra<br />

Croazia e Slovenia «è una <strong>di</strong>sputa<br />

bilaterale e la responsabilità è dei Paesi<br />

stessi, che non dovrebbero a nostro<br />

avviso bloccare i negoziati <strong>di</strong> accesso<br />

alla UE, ma <strong>di</strong> fatto è quanto avvenuto».<br />

Secondo il commissario all’allargamento,<br />

Olli Rehn, «è tempo che i<br />

due Paesi riflettano», per vedere poi<br />

«a un certo punto» questa riflessione<br />

quale risultato avrà prodotto.<br />

Già la presidenza ceca uscente<br />

aveva deciso <strong>di</strong> cancellare la conferenza<br />

<strong>di</strong> accesso della Croazia. «Nonostante<br />

i notevoli sforzi per facilitare<br />

una soluzione i negoziati <strong>di</strong> accesso<br />

della Croazia rimangono bloccati e<br />

nessun nuovo capitolo può essere formalmente<br />

aperto o chiuso», si legge<br />

in una nota emessa dalla presidenza<br />

UE.<br />

d.a


<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

Ricorrono quest’anno i cento anni<br />

dalla pubblicazione, il 5 febbraio, del<br />

Manifesto futurista <strong>di</strong> Filippo Tommaso<br />

Marinetti sulla “Gazzetta dell’Emilia”,<br />

ripreso qualche giorno dopo da altri<br />

quoti<strong>di</strong>ani italiani, tra i quali “L’Arena<br />

<strong>di</strong> Verona” e “<strong>Il</strong> Piccolo” <strong>di</strong> Trieste, e<br />

per finire su “Le Figaro” <strong>di</strong> Parigi, il 20<br />

febbraio, data <strong>di</strong>venuta in seguito quella<br />

“ufficiale” della nascita del movimento.<br />

Molte le iniziative assunte in<br />

Italia per celebrare la densa storia <strong>di</strong><br />

un’avanguar<strong>di</strong>a che ha segnato l’arte<br />

e il costume del primo Novecento e<br />

non soltanto nel nostro Paese, avendo<br />

raggiunto ed essendosi intrecciata con<br />

le nuove correnti europee, sino alla<br />

Russia. Mostre, convegni, pubblicazioni,<br />

performance teatrali hanno<br />

riproposto al grande pubblico opere e<br />

personaggi del Futurismo, che ha avuto<br />

vita lunga e si sud<strong>di</strong>vide convenzionalmente<br />

in un «primo» e in un «secondo»,<br />

senza tener conto dei molti<br />

epigoni.<br />

Molto meno noto, almeno sino ai<br />

più recenti saggi usciti (in particolare<br />

quelli <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>a Salaris), il contributo<br />

futurista all’Impresa <strong>di</strong> Fiume e, più in<br />

generale, il Futurismo giuliano, del<br />

quale il pittore dalmato Tullio Crali è<br />

stato uno dei più pregevoli esponenti.<br />

Proprio la presenza <strong>di</strong> Marinetti nella<br />

città adriatica desideriamo qui rievocare.<br />

Marinetti raggiunse d’Annunzio a<br />

Fiume nei giorni imme<strong>di</strong>atamente seguenti<br />

l’entrata del poeta con i suoi<br />

legionari, il 12 settembre 1919. Lo<br />

accompagnava Ferruccio Vecchi, capitano<br />

degli Ar<strong>di</strong>ti. Si era creata infatti,<br />

tra Futurismo ed ar<strong>di</strong>tismo una sorta<br />

<strong>di</strong> connubio politico-estetico: Ar<strong>di</strong>ti<br />

DIFESA ADRIATICA<br />

cultura e libri<br />

1909-<strong>2009</strong>, cent’anni <strong>di</strong> Futurismo<br />

Marinetti & Co. a Fiume<br />

(d’Annunzio permettendo)<br />

quali Mario Carli e Vecchi avevano<br />

aderito al movimento <strong>di</strong> Marinetti<br />

ed esaltato la comune carica “rivoluzionaria”.<br />

Per un verso, l’occasione fornita<br />

dall’Impresa dannunziana agli<br />

animosi esponenti futuristi permise<br />

una convergenza temporanea tra<br />

l’avanguar<strong>di</strong>a e il poeta già oggetto<br />

degli strali in quanto esponente <strong>di</strong><br />

una letteratura giu<strong>di</strong>cata decadente<br />

e intollerabile. E in effetti, qualche<br />

anno dopo, nel 1924, Marinetti<br />

avrebbe scritto: «[…] Artisticamente,<br />

il genio creatore <strong>di</strong> D’Annunzio<br />

conquistò Fiume italiana. In Fiume<br />

italiana, io provai il più acuto spasimo<br />

<strong>di</strong> gioia della mia vita […]».<br />

“La Vedetta d’Italia”, il quoti<strong>di</strong>ano<br />

<strong>di</strong> Fiume, de<strong>di</strong>cò, il 23 ottobre<br />

1919, una nota ai «futuristi a Fiume»,<br />

nella quale si leggeva tra l’altro:<br />

«[…] [I futuristi] sostengono che<br />

l’impresa dannunziana ha un carattere<br />

tipicamente futurista, cioè rivoluzionario<br />

[…]».<br />

Ma il soggiorno fiumano <strong>di</strong><br />

Marinetti e Vecchi fu molto breve: il<br />

30 settembre partirono alla volta <strong>di</strong><br />

Milano. Alcuni storici, suffragando<br />

l’ipotesi con una lettera <strong>di</strong> Marinetti e<br />

Vecchi a d’Annunzio, con la quale<br />

respingevano i sospetti <strong>di</strong> propaganda<br />

se<strong>di</strong>ziosa, hanno veduto in questi il più<br />

probabile motivo della loro subitanea<br />

partenza da Fiume.<br />

Sull’episo<strong>di</strong>o si è soffermato Emi-<br />

L’ingresso <strong>di</strong> Gabriele d’Annunzio a Fiume,<br />

il 12 settembre 1919, attraverso quella che<br />

sarebbe stata chiamata da allora Via della<br />

Santa Entrata. Si intravvede il poeta in<br />

pie<strong>di</strong> sulla sua Fiat Tipo 4, oggi conservata<br />

al Vittoriale degli Italiani<br />

lio Gentile (<strong>Il</strong> mito dello Stato nuovo,<br />

1982) che in proposito ha scritto: «[…]<br />

Numerosi futuristi […], raggiunsero<br />

D’Annunzio […]. Benjamin Cremieux<br />

notò che i futuristi avevano abbandonato<br />

la loro polemica anticlassicista<br />

contro D’Annunzio perché ora vedevano<br />

in lui un’autentica personalità<br />

futurista. […]<br />

Anche Marinetti andò a Fiume, forse<br />

con l’ambizione <strong>di</strong> ottenervi un<br />

posto <strong>di</strong> comando e con la speranza<br />

<strong>di</strong> organizzare un movimento repubblicano<br />

eversivo».<br />

Le speranze dei futuristi vennero<br />

comunque <strong>di</strong>sattese. A Marinetti subentrò,<br />

poco dopo, il futurista ed ar<strong>di</strong>to<br />

Mario Carli, giunto – stando alla<br />

cronaca della “Vedetta d’Italia” – il 13<br />

ottobre del ’19. «Dopo la partenza <strong>di</strong><br />

Marinetti e <strong>di</strong> Vecchi, essendo giunto<br />

tra noi Mario Carli, i futuristi si sono<br />

riuniti intorno a lui ed è stato imme<strong>di</strong>atamente<br />

fondato il Fascio Futurista<br />

fiumano. […] In una delle prossime<br />

ricorrenze vi sarà al Teatro Ver<strong>di</strong> una<br />

serata futurista». Al Fascio Futurista avevano<br />

aderito, tra gli altri, Cesare Cerati,<br />

con il quale Carli fondò a Fiume il perio<strong>di</strong>co<br />

“La Testa <strong>di</strong> Ferro”, «giornale<br />

del fiumanesimo».<br />

La serata cui “La Vedetta d’Italia”<br />

accennava si svolse, come ricorda<br />

Carli (Con D’Annunzio a Fiume,<br />

1920), il 27 ottobre l919 al Teatro Ver<strong>di</strong>.<br />

«Volete una prova che ar<strong>di</strong>tismo e<br />

futurismo sono termini affini, se non<br />

identici? […] Questi ar<strong>di</strong>ti che non fanno<br />

parte del movimento futurista […],<br />

3<br />

volendo fare una rappresentazione<br />

ar<strong>di</strong>ta, non hanno potuto scegliere<br />

se non del Teatro Futurista». Con<br />

queste parole Carli presentò al pubblico<br />

fiumano quella «nuova forma<br />

<strong>di</strong> arte, il “Teatro Sintetico<br />

Futurista”».<br />

La presenza <strong>di</strong> que1 gruppo <strong>di</strong><br />

futuristi, <strong>di</strong> «ar<strong>di</strong>ti-futuristi» non dovette<br />

certamente essere poco vivace:<br />

se Mario Carli affermava che<br />

«l’atmosfera che si vive attualmente<br />

è decisamente futurista», Giovanni<br />

Comisso ricordò decenni dopo<br />

che «i futuristi avevano l’abitu<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> salire sui tavolini dei caffé e con<br />

imagini [sic] sovrapposte esaltare<br />

l’Italia e D’Annunzio».<br />

«Pur non sottovalutando la carica<br />

emotiva presente – rimarcava<br />

Fer<strong>di</strong>nando Cordova (Ar<strong>di</strong>ti e legionari<br />

dannunziani, 1969) – bisogna<br />

riconoscere che essi non produssero<br />

risultati politici consistenti, anche<br />

se le notizie che alcuni ar<strong>di</strong>ti e<br />

futuristi avevano raggiunto Fiume poteva<br />

[…] contribuire a creare un certo<br />

clima <strong>di</strong> passione […]».<br />

L’Archivio Museo Storico <strong>di</strong> Fiume<br />

in Roma conserva una rarissima copia<br />

del «Manifesto degli artisti futuristi»,<br />

senza data, stampato a Fiume nello<br />

Stabilimento Tipografico “Minerva”,<br />

redatto, anche graficamente, nello stile<br />

dei testi futuristi, nel quale si rinvengono<br />

citazioni e allusioni a istituzioni<br />

e personaggi fiumani, anche una stu<strong>di</strong>osa<br />

del movimento d’avanguar<strong>di</strong>a<br />

come Clau<strong>di</strong>a Salaris esprime dubbi<br />

al riguardo.<br />

In ogni caso, il senso dell’accorrere<br />

<strong>di</strong> Marinetti nella «città <strong>di</strong> vita» ci<br />

sembra quello rilevato da storici autorevoli:<br />

per tanti seguire D’Annunzio a<br />

Fiume […] volle significare l’adesione<br />

allo spirito <strong>di</strong> innovazione e <strong>di</strong> rivoluzione,<br />

il rifiuto <strong>di</strong> un <strong>di</strong>fficile e problematico<br />

reinserimento nella società<br />

dopo la Grande Guerra, una società<br />

tanto <strong>di</strong>versa da quella cui il conflitto<br />

mon<strong>di</strong>ale li aveva abituati, ed anche<br />

una forma <strong>di</strong> protesta.<br />

Patrizia C. Hansen<br />

Tullio Crali (Igalo, 1910-Milano, 2000), <strong>di</strong> famiglia zaratina,<br />

nacque in un piccolo paese delle Bocche <strong>di</strong> Cattaro.<br />

Visse a Zara fino al 1922, quando con la famiglia si trasferì a Gorizia.<br />

Nel 1928 volò per la prima volta, e l’anno successivo nacque l’aeropittura<br />

futurista, alla quale ha de<strong>di</strong>cato tutta una pregevole serie <strong>di</strong> opere,<br />

una delle quali qui riprodotta<br />

Marinetti con altri legionari a Fiume nel 1919.<br />

A sin., con il pizzetto, Guido Keller, protagonista <strong>di</strong> eclatanti gesti<br />

<strong>di</strong>mostrativi nel corso della sua permanenza nella città adriatica<br />

Marinetti (a destra della foto)<br />

con l’ar<strong>di</strong>to Ferruccio Vecchi,<br />

Fiume 1919<br />

L’irredentismo in un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Marinetti


4 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

Con questa recensione inizia la sua<br />

collaborazione a “Difesa Adriatica” il<br />

prof. Fulvio Salimbeni, docente <strong>di</strong> Storia<br />

contemporanea nell’Università <strong>di</strong><br />

U<strong>di</strong>ne e presidente del Comitato <strong>di</strong><br />

Trieste e Gorizia dell’Istituto per la Storia<br />

del Risorgimento Italiano. Stu<strong>di</strong>oso<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>dattica e metodologia della storia,<br />

<strong>di</strong> storia della storiografia, dei rapporti<br />

tra Italia e Slavia nell’Otto e Novecento,<br />

è autore <strong>di</strong> <strong>numero</strong>si saggi<br />

sulla «questione giuliana» nel Novecento,<br />

inserita nella più ampia cornice<br />

della storia europea, delle sue tensioni<br />

e delle sue contrapposizioni<br />

epocali.<br />

Ringraziamo il prof. Salimbeni e<br />

volentieri pubblichiamo la sua recensione<br />

<strong>di</strong> questo volume, e<strong>di</strong>to dall’Istituto<br />

Giuliano <strong>di</strong> Storia, Cultura e Documentazione,<br />

che riconduce il lettore<br />

alle ra<strong>di</strong>ci del pensiero risorgimentale<br />

e del federalismo in Italia e alla<br />

figura sempre carismatica del grande<br />

sebenicense.<br />

<strong>Il</strong> bicentenario della nascita <strong>di</strong><br />

Niccolò Tommaseo (Sebenico, 1802)<br />

è stato celebrato con <strong>numero</strong>si convegni<br />

e con rie<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> scritti dell’illustre<br />

intellettuale dalmata. Se in Regione<br />

il comitato u<strong>di</strong>nese dell’ANVGD<br />

a suo tempo è stato il promotore <strong>di</strong><br />

valide iniziative in tal senso, anche a<br />

Trieste, per merito dell’e<strong>di</strong>trice<br />

Hammerle e <strong>di</strong> Fulvio Senar<strong>di</strong>, uno dei<br />

nostri migliori italianisti oggi attivi non<br />

solo a livello locale, non s’è stati da<br />

meno, dando alle stampe gli atti d’un<br />

interessante incontro storico-letterario.<br />

Ora è la volta dell’Istituto Giuliano<br />

<strong>di</strong> Storia, Cultura e Documentazione<br />

<strong>di</strong> contribuire alla valorizzazione<br />

della memoria <strong>di</strong> colui che è generalmente<br />

noto più che altro come autore<br />

d’un monumentale e tuttora<br />

insostituibile <strong>di</strong>zionario della lingua<br />

italiana, ma che è stato pure un fervente<br />

patriota, grande organizzatore <strong>di</strong><br />

cultura e inesausto scrittore e<br />

polemista. È <strong>di</strong> questi giorni, infatti, la<br />

pubblicazione , nella “Bibliotechina<br />

del Curioso”, <strong>di</strong> L’Italia e Pio IX, <strong>di</strong><br />

Alphonse de Lamartine, con traduzione<br />

e commento <strong>di</strong> Niccolò Tommaseo,<br />

a cura dello stesso Senar<strong>di</strong> (pp. 180, +<br />

6,00).<br />

Tale operazione e<strong>di</strong>toriale è doppiamente<br />

meritoria, perché, se da un<br />

lato rende <strong>di</strong> nuovo <strong>di</strong>sponibile un testo<br />

minore, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile reperibilità, dal<br />

momento che la maggior parte delle<br />

copie, conservate nella Biblioteca<br />

<strong>Nazionale</strong> <strong>di</strong> Firenze, era andata persa<br />

nell’alluvione del 1966, dall’altro<br />

offre pure al lettore un ampio, esauriente<br />

e aggiornato ritratto dello scrittore<br />

adriatico, dovuto alla perizia storica<br />

ed esegetica del curatore, già fat-<br />

Un raro esemplare <strong>di</strong> banconota emessa nel 1848<br />

dalla Repubblica Veneta <strong>di</strong> Manin e Tommaseo<br />

Niccolò Tommaseo, Alphonse de Lamartine e Pio IX<br />

Pubblicato da Fulvio Senar<strong>di</strong> un raro scritto minore dell’intellettuale dalmata,<br />

che getta altra luce sulle sue idealità risorgimentali<br />

tosi conoscere per la pregevole e<strong>di</strong>zione<br />

dei Racconti storici, nel 2004<br />

uscita per i tipi <strong>di</strong> Carocci.<br />

Nella documentata introduzione –<br />

conclusa dal parallelo profilo biografico<br />

del Tommaseo e del Lamartine –,<br />

infatti, il Senar<strong>di</strong> tratteggia con finezza<br />

il ruolo tommaseiano nella civiltà del<br />

Risorgimento, poi analizzandone le<br />

speranze e illusioni nei confronti del<br />

neoeletto Pio IX e le idealità politiche,<br />

imperniate sulla <strong>di</strong>ade libertà e<br />

federalismo e messe in concreto alla<br />

prova nell’esperienza rivoluzionaria<br />

del 1848-’49 alla guida, insieme con<br />

il Manin, della Repubblica Veneta,<br />

dove si <strong>di</strong>mostrò politico tutt’altro che<br />

sprovveduto.<br />

Tutto ciò si rinviene, in forma sintetica,<br />

nell’opuscolo in questione, definito<br />

(p. 13) «<strong>di</strong> teoria politica» – opportunamente<br />

messo a confronto con<br />

i coevi scritti, d’affine argomento, del<br />

Balbo, del Gioberti e dell’amico<br />

Rosmini –, occasionato, sul finire del<br />

1847, dal <strong>di</strong>scorso parlamentare del<br />

Lamartine, allora uno dei protagonisti<br />

della vita pubblica francese, sulla con<strong>di</strong>zione<br />

dell’Italia alla luce delle prospettive<br />

innovative suscitate dalle caute<br />

riforme del nuovo pontefice. Con<strong>di</strong>videndone<br />

l’impostazione, il Tommaseo<br />

lo ripropose nell’originale, accompagnato<br />

da una traduzione in italiano,<br />

anteponendovi pure alcune dense<br />

pagine d’analisi e simpatetico commento,<br />

dato il comune orientamento<br />

liberale cristiano.<br />

Oltre alla critica al permanere del<br />

dominio temporale della Chiesa, considerato<br />

un intralcio alla sua missione<br />

spirituale, nell’Avvertimento del traduttore<br />

ci si sofferma sul federalismo, tema<br />

ancor oggi d’attualità, ma certo non<br />

trattato con la serietà d’allora, ritenuto<br />

la soluzione migliore per la penisola,<br />

vista la sua secolare frammentazione<br />

politica, e la più idonea per il<br />

coinvolgimento attivo delle popolazioni<br />

nell’amministrazione del bene comune,<br />

in questo su posizioni non<br />

molto <strong>di</strong>scoste da quelle del repubblicano<br />

Cattaneo.<br />

Aver rimesso nel circuito culturale<br />

queste pagine <strong>di</strong>menticate non è, perciò,<br />

un mero esercizio <strong>di</strong> curiosità eru<strong>di</strong>ta,<br />

bensì un significativo apporto alla<br />

ragionata conoscenza <strong>di</strong> testi e d’autori<br />

<strong>di</strong> quel Risorgimento troppo spesso<br />

sommariamente liquidato senza<br />

intenderne la complessità e originalità<br />

nel contesto europeo.<br />

Fulvio Salimbeni<br />

Maturità <strong>2009</strong>, Svevo e gli altri<br />

La letteratura giuliana e l’analisi dell’uomo contemporaneo<br />

Sebenico, città natale <strong>di</strong> Tommaseo,<br />

in una cartolina a colori del primo decennio del Novecento<br />

Venezia, nella stampa Daniele Manin – liberato<br />

con Niccolò Tommaseo grazie all’insurrezione della città<br />

contro gli austriaci – proclama il 22 marzo 1848<br />

la Repubblica <strong>di</strong> San Marco, affidata ad un triumvirato<br />

Trionfo<br />

<strong>di</strong> Vittorio<br />

Emanuele II,<br />

allegoria<br />

La coscienza <strong>di</strong> Zeno <strong>di</strong> Italo Svevo<br />

è il tema letterario della maturità <strong>2009</strong>.<br />

Dunque l’autore triestino, esponente<br />

per eccellenza della narrativa giuliana<br />

che ha introdotto nella civiltà letteraria<br />

italiana del Novecento accenti e<br />

inquietu<strong>di</strong>ni peculiari e inconfon<strong>di</strong>bili,<br />

torna <strong>di</strong> attualità ed offre agli studenti<br />

il modo <strong>di</strong> riflettere su una sensibilità<br />

e una visione dell’esistenza <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria<br />

modernità e complessità<br />

introspettiva. Svevo, e con lui tutti gli<br />

altri gran<strong>di</strong> autori giuliani e dalmati del<br />

secolo appena trascorso, per primo ha<br />

posto al centro della sua pagina l’uomo<br />

contemporaneo con le sue tensioni<br />

e le sue profonde zone d’ombra,<br />

<strong>di</strong>viso se non lacerato tra il richiamo<br />

alla libera espressione dei suoi aneliti<br />

e dei suoi desideri profon<strong>di</strong> e il richia-<br />

mo sociale all’or<strong>di</strong>ne e alla tra<strong>di</strong>zione.<br />

Dopo Svevo molti altri scrittori italiani<br />

della Venezia Giulia e della<br />

Dalmazia hanno apportato un contributo<br />

determinante e preciso alla cultura<br />

nazionale. Da Giani e Carlo<br />

Stuparich a Fulvio Tomizza, da Enzo<br />

Bettiza ad Anna Maria Mori, da<br />

Umberto Saba a Marisa Ma<strong>di</strong>eri, da<br />

Scipio Slataper a Pier Antonio<br />

Quarantotti Gambini, da Umberto<br />

Saba ad Enrico Morovich e Franco<br />

Vegliani, tutti hanno declinato, ciascuno<br />

con accenti personalissimi, le inquietu<strong>di</strong>ni<br />

dell’anima <strong>di</strong> confine e i<br />

contrasti della storia, così acuti su una<br />

frontiera tanto peculiare.<br />

La letteratura giuliana, come hanno<br />

rilevato i migliori critici, può ben<br />

vantare <strong>di</strong> aver introdotto nel panorama<br />

italiano temi e situazioni <strong>di</strong> respiro<br />

europeo, grazie ad una concezione<br />

della letteratura come strumento <strong>di</strong><br />

analisi delle incrinature e delle aspirazioni<br />

dell’in<strong>di</strong>viduo moderno, ancora<br />

alla ricerca <strong>di</strong> un equilibrio interiore<br />

in uno spazio soggetto a ra<strong>di</strong>cali e rapi<strong>di</strong><br />

mutamenti.<br />

p.c.h.<br />

Tema privilegiato<br />

della letteratura giuliana,<br />

con l’introspezione<br />

psicologica, anche il mare,<br />

come in Pier Antonio<br />

Quarantotti Gambini<br />

e Franco Vegliani


<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

DIFESA ADRIATICA<br />

La Redazione risponde<br />

Beni abbandonati non compresi nei trattati. Di cosa si tratta?<br />

A cura dell’Avv.<br />

Vipsania Andreicich<br />

Ho appreso dai giornali che durante un incontro<br />

bilaterale tra il governo italiano ed il<br />

governo croato, il nostro ministro degli Esteri<br />

ha affermato che si dovrebbero riaprire le trattative<br />

tra Italia e Croazia in merito alla restituzione<br />

dei beni abbandonati dagli esuli riguardo<br />

ai beni che non sono compresi nel Trattato<br />

<strong>di</strong> Osimo e negli Accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma. Cosa si intende<br />

per beni non compresi nei trattati?<br />

Lettera firmata<br />

Nel 2001 veniva istituita presso il Ministero<br />

degli Affari Esteri la Commissione mista Ministero<br />

degli Affari Esteri-Federazione delle Associazioni<br />

degli Esuli istriani, fiumani e dalmati,<br />

alla quale fu dato mandato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le<br />

categorie <strong>di</strong> esuli i cui beni non sono contemplati<br />

dagli accor<strong>di</strong> internazionali stipulati tra<br />

Italia e Jugoslavia con riferimento ai territori italiani,<br />

ceduti con il Trattato <strong>di</strong> pace del 1947, ed<br />

alla Zona B del Territorio Libero <strong>di</strong> Trieste, ceduta<br />

con il Trattato <strong>di</strong> Osimo del 1975.<br />

Tra le categorie <strong>di</strong> beni non compresi nei<br />

trattati vi sono sicuramente i beni <strong>di</strong> coloro che<br />

si trovarono nell’impossibilità <strong>di</strong> optare per la<br />

citta<strong>di</strong>nanza italiana. Vi furono infatti non pochi<br />

casi in cui le autorità civili e militari jugoslave<br />

riservarono un trattamento vessatorio ai<br />

citta<strong>di</strong>ni italiani che avevano manifestato la volontà<br />

<strong>di</strong> optare. In molti altri casi le autorità<br />

jugoslave rifiutarono <strong>di</strong> accettare le istanze <strong>di</strong><br />

opzione in modo da far decadere i titolari del<br />

<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> presentare istanza nei termini. In altri<br />

Parigi, 10 agosto 1946.<br />

<strong>Il</strong> presidente del Consiglio, Alcide De<br />

Gasperi, parla alla Conferenza <strong>di</strong> pace<br />

(foto www.fondazionedegasperi.it-AMRDG)<br />

casi ancora le istanze vennero rigettate senza<br />

motivazione o con motivazioni false e<br />

pretestuose.<br />

Al mancato esercizio dell’opzione faceva<br />

seguito la per<strong>di</strong>ta della citta<strong>di</strong>nanza italiana,<br />

che costringeva migliaia <strong>di</strong> persone a tentare<br />

la fuga verso l’Italia.<br />

* * *<br />

Nel suo rapporto finale, la Commissione<br />

mista sopra in<strong>di</strong>cata, affermò che i criteri rilevanti<br />

per l’in<strong>di</strong>viduazione dei beni immobili<br />

non coperti dagli accor<strong>di</strong> bilaterali italo-jugoslavi<br />

sono i seguenti:<br />

a) la portata attuativa del Trattato <strong>di</strong> pace da<br />

parte degli accor<strong>di</strong> bilaterali italo-jugoslavi;<br />

b) il momento temporale della misura privativa<br />

del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> proprietà;<br />

continua dalla prima pagina<br />

Indennizzi con<strong>di</strong>zionati<br />

dalla crisi economica<br />

Conferenza stampa della FederEsuli<br />

per fare il punto delle trattative con il Governo<br />

Perché questa débacle sui risarcimenti<br />

dovuti agli esuli? Obiettivamente,<br />

la cifra necessaria a risolvere<br />

definitivamente la questione, rappresenta<br />

una meta irraggiungibile in<br />

questo momento per il Paese sul cui<br />

debito andrebbe a pesare. Si tratta<br />

ora – hanno spiegato gli esponenti<br />

della Federazione – <strong>di</strong> trovare altre<br />

vie ad una soluzione, intervenendo<br />

sui coefficienti in modo da abbassare<br />

il tetto dei mezzi necessari. Sulla<br />

questione, comunque, si svolgerà a<br />

data da destinarsi un tavolo apposito<br />

al fine <strong>di</strong> decidere una strategia<br />

che sod<strong>di</strong>sfi le aspettative.<br />

“<strong>Il</strong> <strong>di</strong>alogo con il Governo – ha<br />

affermato Codarin – ha raggiunto un<br />

alto livello d’intesa. La crisi in atto<br />

frena però il passo successivo, vale<br />

a <strong>di</strong>re il passaggio dalla volontà alla<br />

realizzazione concreta. Nella mole<br />

<strong>di</strong> questioni da risolvere, si pre<strong>di</strong>ligono<br />

quelle che non impegnano<br />

economicamente e questo vanifica<br />

i nostri sforzi per una definitiva soluzione<br />

del problema indennizzi”.<br />

Per quanto concerne invece l’attività<br />

presente e futura delle associazioni,<br />

l’aver in<strong>di</strong>viduato nella<br />

Legge 193 (e successivo<br />

rifinanziamento) una strada per il<br />

mantenimento della cultura e dell’identità<br />

<strong>di</strong> un popolo, rappresenta<br />

un impegno che il Governo intende<br />

mantenere visti anche i risultati<br />

raggiunti.<br />

Fa ben sperare anche la nuova<br />

politica adriatica dell’Italia che ha<br />

prodotto, a livello <strong>di</strong>plomatico, l’inserimento<br />

della questione<br />

“restituzioni” nei protocolli dei futuri<br />

incontri (inizio luglio) con la<br />

Croazia. […] Dopo Roma le associazioni<br />

avevano manifestato la loro<br />

sod<strong>di</strong>sfazione anche sulla copertura<br />

previdenziale delle persone che<br />

hanno sofferto internamento nei<br />

campi <strong>di</strong> concentramento jugoslavi,<br />

sul problema della citta<strong>di</strong>nanza<br />

e dei documenti anagrafici, sulla<br />

conservazione dei cimiteri italiani.<br />

Mentre particolare attenzione è<br />

stata rivolta alla esigenza <strong>di</strong> assicurare<br />

l’osservanza della normativa a<br />

tutela degli esuli nel passaggio delle<br />

case popolari dal demanio statale<br />

a quello dei comuni in tutte le<br />

regioni.<br />

È stato anche chiesto e concordato<br />

un incontro con il Ministero<br />

della Pubblica Istruzione, on.<br />

Gelmini, per coor<strong>di</strong>nare l’azione<br />

formativa nelle scuole sui temi del<br />

confine orientale e dell’Esodo<br />

giuliano dalmato. […] Quest’anno<br />

alla Federazione sono giunte quattrocento<br />

richieste da parte delle<br />

scuole <strong>di</strong> conferenze in quella data<br />

svolte da protagonisti o comunque<br />

persone in grado <strong>di</strong> raccontare o<br />

spiegare la vicenda dell’Adriatico<br />

orientale. Impossibile sostenere tale<br />

pressione, per cui si chiede che la<br />

parte fondamentale <strong>di</strong> tale storia<br />

entri nei libri <strong>di</strong> testo attraverso un<br />

percorso concordato e con<strong>di</strong>viso.<br />

L’incontro – la cui data non è ancora<br />

stata fissata – con il Ministro<br />

Gelmini servirà a gettare le basi <strong>di</strong><br />

una collaborazione con il mondo<br />

della scuola che dovrà essere equilibrato<br />

e rispettoso della verità storica.<br />

[…]<br />

(rtg - www.arcipelagoadriatico.it)<br />

c) lo status <strong>di</strong> optante per la citta<strong>di</strong>nanza<br />

italiana;<br />

d) la collocazione geografica del bene;<br />

e) la regolarità e la legittimità dei provve<strong>di</strong>menti<br />

ablativi;<br />

f) il rispetto delle liste dei beni <strong>di</strong> libera <strong>di</strong>sponibilità.<br />

Per quanto riguarda il punto a) gli accor<strong>di</strong><br />

attuativi del Trattato <strong>di</strong> pace sono serviti a <strong>di</strong>sciplinare<br />

quanto previsto nel trattato medesimo,<br />

lasciando pertanto non <strong>di</strong>sciplinato tutto ciò<br />

che nello stesso non era stato compreso.<br />

Per il punto b) l’allegato al Trattato <strong>di</strong> pace<br />

prevedeva che i beni, <strong>di</strong>ritti e interessi degli<br />

italiani residenti in modo permanente nei territori<br />

ceduti al momento della entrata in vigore<br />

del Trattato <strong>di</strong> pace non potevano essere incamerati<br />

e dovevano essere restituiti ai loro proprietari<br />

liberi dagli effetti <strong>di</strong> tutte le misure <strong>di</strong><br />

tale natura e <strong>di</strong> qualsiasi altra misura <strong>di</strong> trasferimento,<br />

<strong>di</strong> amministrazione forzata o <strong>di</strong> sequestro<br />

presa nel corso del periodo che si estendeva<br />

tra il 3 settembre 1943 e la data <strong>di</strong> entrata in<br />

vigore del Trattato.<br />

Per il punto c) i beni coperti dagli accor<strong>di</strong><br />

italo-jugoslavi sono esplicitamente quelli dei<br />

soggetti optanti, cioè dei soggetti che essendo<br />

citta<strong>di</strong>ni italiani hanno espressamente deciso<br />

<strong>di</strong> mantenere la citta<strong>di</strong>nanza italiana. Ne consegue<br />

che sono fuori dalla previsione convenzionale<br />

i beni dei soggetti non optanti.<br />

Per il d) Non sono compresi nei trattati tutti<br />

i beni che si trovano al <strong>di</strong> fuori dei territori<br />

espressamente in<strong>di</strong>cati come Zona B o Territori<br />

Ceduti.<br />

Per il punto e) vi sono una serie <strong>di</strong> casi in<br />

cui vi è stata una espropriazione irregolare o<br />

illegittima anche secondo la stessa legislazione<br />

jugoslava. Bisogna quin<strong>di</strong> ritenere esclusi<br />

dai trattati tutti casi dei beni ancora iscritti nei<br />

tavolati a favore degli stessi esodati o dei loro<br />

<strong>di</strong>scendenti.<br />

Per l’f) sono esclusi dai trattati e sono nella<br />

libera <strong>di</strong>sponibilità dei citta<strong>di</strong>ni italiani i beni<br />

compresi nella lista <strong>di</strong> cui all’allegato A del D.P.R.<br />

28 febbraio 1983 n. 255 (500 beni nei territori<br />

ceduti) e nell’allegato alla Legge 7 novembre<br />

1988 n. 518 (179 beni nella Zona B).<br />

Queste categorie <strong>di</strong> beni, non essendo comprese<br />

nei Trattati, potrebbero essere oggetto <strong>di</strong><br />

un nuovo accordo tra Italia e Croazia, potendone<br />

in tal modo auspicare la loro restituzione<br />

ai citta<strong>di</strong>ni italiani.<br />

Commissione per gli indennizzi,<br />

la sintesi delle sedute <strong>di</strong> giugno <strong>2009</strong><br />

Sono proseguite in giugno, presso<br />

il Ministero dell’Economia e delle Finanze,<br />

le sedute della “Commissione<br />

sugli indennizzi dei beni perduti”, che<br />

tratta sia i beni degli italiani <strong>di</strong> Istria e<br />

Dalmazia che quelli <strong>di</strong> altre zone già<br />

sotto la sovranità italiana o comunque<br />

detenuti da citta<strong>di</strong>ni italiani all’estero.<br />

Diamo <strong>di</strong> seguito una sintesi delle<br />

delibere.<br />

Seduta dell’11 giugno <strong>2009</strong><br />

Pos. 14390/TC<br />

Bioco Mismas<br />

concesso indennizzo<br />

Pos. 20505/TC<br />

Covacich<br />

concessa integrazione indennizzo<br />

Pos. 9558/TC<br />

Palma<br />

concessa integrazione indennizzo<br />

Pos. 20788/TC<br />

Velenich<br />

rinviata per approfon<strong>di</strong>menti<br />

Pos. 493/TC<br />

Bernabeo Wiltsch<br />

rinviata per approfon<strong>di</strong>menti<br />

Pos. 11382/TC<br />

Bonassin<br />

concessa integrazione indennizzo<br />

Pos.1119/TC<br />

Tinebra Nacinovich<br />

rinviata per approfon<strong>di</strong>menti<br />

Pos. 169/TC<br />

Mechis<br />

mo<strong>di</strong>ficata delibera indennizzo<br />

Pos. 12160/TC<br />

Bion<strong>di</strong><br />

mo<strong>di</strong>ficata delibera indennizzo<br />

Pos. 10882/TC<br />

Carli<br />

mo<strong>di</strong>ficata delibera indennizzo<br />

Pos. 11359/TC<br />

Preghelli<br />

respinta richiesta indennizzo<br />

Pos. 8317/TC<br />

Travan<br />

rinviata per approfon<strong>di</strong>menti<br />

Pos. 1125-1694/TC<br />

Zarattini<br />

concesso indennizzo integrativo<br />

Pos. 7399/TC<br />

Val<strong>di</strong>ni<br />

concesso<br />

avviamento commerciale<br />

Pos. 10743/TC<br />

Carpenetti<br />

concesso indennizzo integrativo<br />

Pos. 23642/TC<br />

Pislar<br />

respinta richiesta indennizzo<br />

Pos. 13776/TC<br />

Chersano<br />

rinviata per approfon<strong>di</strong>menti<br />

Pos. 6744/TC<br />

Bembi<br />

concessi indennizzo<br />

e avviamento commerciale<br />

Pos. 7633/TC<br />

Uicic<br />

rinviata per richiesta<br />

documentazione<br />

Pos. 14981/TC<br />

P.d.i.m.<br />

concesso<br />

avviamento commerciale<br />

Seduta del 23 giugno <strong>2009</strong><br />

Pos. 9475/ZB<br />

Crevatin<br />

concesso indennizzo<br />

Pos. 6386/ZB<br />

Papo<br />

in istruttoria<br />

per approfon<strong>di</strong>menti<br />

Pos. 8570/ZB<br />

Druscovich<br />

rettifica delibera<br />

concessione indennizzo<br />

Pos. 7039/ZB<br />

Burlini<br />

concesso indennizzo<br />

Pos. 5879/ZB<br />

Madalen<br />

concesso indennizzo<br />

Pos. 8538/ZB<br />

Pribaz<br />

concessi indennizzo<br />

e avviamento commerciale<br />

Pos. 4212-4213/ZB<br />

Tulli<br />

concessi indennizzo<br />

e avviamento commerciale<br />

Pos. 9967/ZB<br />

Norbedo<br />

concesso indennizzo,<br />

respinto<br />

avviamento commerciale<br />

Pos. 8747/ZB<br />

Grison<br />

concesso indennizzo<br />

Pos. 6064/TC<br />

Cantina Sociale<br />

concesso indennizzo<br />

5<br />

Ricor<strong>di</strong>amo che queste delibere<br />

non hanno nulla a che vedere con gli<br />

indennizzi della Legge 137/2001, ma<br />

sono pendenze precedenti legate alla<br />

concessione <strong>di</strong> avviamento commerciale,<br />

revisione <strong>di</strong> stima e alla identificazione<br />

degli ere<strong>di</strong> beneficiari.


6 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

dai comitati<br />

DELEGAZIONE<br />

DI BARLETTA<br />

<strong>Il</strong> 23 maggio scorso si è svolta a<br />

Corato presso la Sala “Enzo Grossi” la<br />

presentazione del libro Le Resistenze<br />

scomode, del prof. Antonio Giordano,<br />

introdotta da Giuseppe Caldarola, presidente<br />

dell’<strong>Associazione</strong> “Enzo Grossi”.<br />

Numerose le autorità presenti tra<br />

le quali il sindaco della città Luigi<br />

Perrone, l’assessore alla Cultura Francesco<br />

Caputo, il prof. Maurizio<br />

Caterino delegato provinciale <strong>di</strong> Bari<br />

dell’Istituto per la Guar<strong>di</strong>a d’Onore alle<br />

RR. TT. del Pantheon e rappresentante<br />

dell’Istituto “Nastro Azzurro” fra combattenti<br />

decorati al Valor Militare -<br />

gruppo <strong>di</strong> Corato, il dott.Tommaso<br />

Bucci Ispettore per l’Italia meri<strong>di</strong>onale<br />

dell’Istituto <strong>Nazionale</strong> Guar<strong>di</strong>a<br />

d’Onore alle RR. TT. del Pantheon nonché<br />

socio ANVGD. Ha partecipato anche<br />

il Delegato ANVGD per Barletta<br />

Giuseppe Dicuonzo.<br />

Interessante la relazione del prof.<br />

Giordano che nel suo saggio storico<br />

ha de<strong>di</strong>cato un capitolo alla trage<strong>di</strong>a<br />

delle foibe dal titolo L’agonia<br />

dell’italianità. I massacri <strong>di</strong> Tito e la trage<strong>di</strong>a<br />

delle Foibe. L’incontro si è aperto<br />

e si è concluso con le note dell’Inno<br />

<strong>Nazionale</strong> a suggello dell’onore alla<br />

Patria ed ai suoi eroi.<br />

G. D.<br />

COMITATO DI CREMONA<br />

Tutte le iniziative da gennaio <strong>2009</strong><br />

24 gennaio-4 febbraio <strong>2009</strong>:<br />

«Foibe/Esodo, una Storia negata»<br />

Mostra essenzialmente fotograficodocumentaria,<br />

questa, con un importante<br />

innesto storico postale. La parte<br />

principale era composta da cinquanta<br />

pannelli in cui veniva descritta la<br />

trage<strong>di</strong>a delle Foibe, l’esodo e la vita<br />

dei profughi nei centri <strong>di</strong> raccolta allestiti<br />

in Italia. Precedeva l’argomento<br />

una breve introduzione storica relativa<br />

alla presenza romana, veneziana e<br />

L’annullo postale impiegato da<br />

Poste Italiane per la manifestazione<br />

filatelica del 4 luglio a Crema<br />

italiana nel periodo precedente la<br />

Grande Guerra; un breve cenno alla<br />

questione fiumana e una <strong>di</strong>screta documentazione<br />

sul Territorio Libero <strong>di</strong><br />

Trieste. Concludeva la mostra fotografica<br />

un’ampia sezione de<strong>di</strong>cata a Norma<br />

Cossetto e alla Sua trage<strong>di</strong>a.<br />

La parte postale era articolata su<br />

tre collezioni: la posta in Istria e<br />

Dalmazia dal 1800 ai primi anni del<br />

Novecento: selezione <strong>di</strong> documenti<br />

del periodo tutti scritti in italiano a <strong>di</strong>mostrazione<br />

che la lingua e la cultura<br />

preminente era quella italiana; gli annulli<br />

del Giorno del Ricordo: collezione<br />

completa <strong>di</strong> tutti gli annulli impiegati<br />

in varie località italiane e dei francobolli<br />

emessi per il Giorno del Ricordo;<br />

la Venezia Giulia dal 1945 al 1947<br />

in periodo AMG: Zona A e Zona B.<br />

All’inaugurazione è intervenuta, fra<br />

gli altri, la signora Licia Cossetto, sorella<br />

<strong>di</strong> Norma. Sala gremita durante<br />

tutta la giornata del 24 gennaio, buona<br />

durante i restanti giorni <strong>di</strong> apertura.<br />

Da segnalare la visita del prefetto <strong>di</strong><br />

Cremona e <strong>di</strong> alcune classi delle scuole<br />

me<strong>di</strong>e e superiori. La mostra è stata<br />

organizzata dall’<strong>Associazione</strong><br />

Cremasca Cultura con il supporto della<br />

Società Filatelica Numismatica<br />

Dalmata.<br />

Mostra «Foibe/Esodo», una classe delle scuole superiori in visita<br />

alla mostra tenutasi a Crema a gennaio/febbraio <strong>2009</strong><br />

4-5 luglio <strong>2009</strong>: mostra filatelica<br />

e storico-postale «Zaraseicento»<br />

In occasione del VI centenario della<br />

De<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Zara alla Serenissima<br />

Repubblica <strong>di</strong> Venezia e della «Santa<br />

Intrada», cioè il giorno in cui Venezia<br />

entrava ufficialmente a Zara (31 luglio<br />

1409), la Società Filatelica<br />

Numismatica Dalmata, con il sostegno<br />

dell’ANVGD- Comitato <strong>di</strong> Cremona,<br />

ha organizzato una mostra filatelica e<br />

storico-postale in cui sono state presentate<br />

collezioni relative alla città e<br />

alla regione dalmata.<br />

L’esposizione era articolata su tre<br />

collezioni con un taglio fortemente<br />

<strong>di</strong>dattico, quin<strong>di</strong> adatta sia ad un pubblico<br />

filatelico esperto che ad un pubblico<br />

che si avvicinava per la prima<br />

volta a questo settore collezionistico.<br />

Queste le collezioni presentate: Un<br />

Saluto da Zara: rassegna <strong>di</strong> cartoline<br />

del periodo 1895-1943, dunque del<br />

periodo austriaco e italiano. La collezione<br />

venne presentata per la prima<br />

volta a Crema nel 2003; in seguito<br />

partecipò al secondo Campionato Italiano<br />

<strong>di</strong> Cartoline d’epoca (2006) ottenendo<br />

un buon risultato (81/100 il<br />

punteggio). Sempre nel 2006, grazie<br />

al contributo economico ottenuto dal<br />

Governo Italiano, è stato pubblicato a<br />

Roma un volume interamente de<strong>di</strong>cato<br />

alla collezione. La Prima Redenzione<br />

della Dalmazia: documenti postali<br />

relativi al periodo 1918-1923. La collezione<br />

è stata presentata a varie manifestazioni<br />

filateliche a concorso (Vasto,<br />

Trieste, San Colombano, Milano,<br />

Pescara, Lanciano) ottenendo sempre<br />

brillanti risultati fra i quali una medaglia<br />

d’argento grande alla finale del<br />

Campionato Italiano <strong>di</strong> Filatelia nel<br />

2007 (5° posto assoluto nella categoria<br />

“Un Quadro”). La posta in<br />

Dalmazia da Ceco Beppe a Tito: selezione<br />

<strong>di</strong> corrispondenze relative al<br />

periodo 1815-1950. La collezione viene<br />

presentata per la prima volta. Buona<br />

l’affluenza <strong>di</strong> pubblico, in gran parte<br />

Esuli provenienti anche dalle province<br />

limitrofe. Presente alla manifestazione<br />

anche il segretario della SFND,<br />

col. Carlo C. Cipriani da Roma.<br />

COMITATO DI FERRARA<br />

<strong>Il</strong> 2 aprile <strong>2009</strong>, a cura del Comitato<br />

Provinciale ferrarese dell’ANVGD,<br />

con il contributo <strong>di</strong> Provincia e Comune<br />

<strong>di</strong> Ferrara, alla presenza delle<br />

massime autorità civili e militari della<br />

Provincia e <strong>di</strong> Esuli Giuliano Dalmati,<br />

è stata scoperta una lapide nella centrale<br />

Via De Romei sul muro <strong>di</strong> cinta<br />

<strong>di</strong> Palazzo Pendaglia, ora sede dell’istituto<br />

Alberghiero “O.Vergani” per ricordare<br />

che quell’e<strong>di</strong>ficio, dal 1945 al<br />

1949, venne a<strong>di</strong>bito a «campo profughi»,<br />

in cui trovarono un primo asilo<br />

alcuni dei nostri connazionali che<br />

dovettero abbandonare le loro case in<br />

Istria, Fiume e Dalmazia. Particolarmente<br />

gra<strong>di</strong>ta la presenza dell’Istituto<br />

<strong>Nazionale</strong> del Nastro Azzurro, segno<br />

<strong>di</strong> vicinanza alle genti giuliane e<br />

dalmate e del Presidente del Comitato<br />

ANVGD <strong>di</strong> Bologna, Marino Segnan.<br />

COMITATO DI GORIZIA<br />

Nel giar<strong>di</strong>no della Comunità degli<br />

Italiani <strong>di</strong> Lussinpiccolo il vicepresidente<br />

della Giunta esecutiva Mariano<br />

L. Cherubini ha ricevuto il presidente<br />

del Comitato goriziano<br />

ANVGD, Rodolfo Ziberna accompagnato<br />

dalla segretaria-consigliera Di<strong>di</strong> Pasquali-Magnani,<br />

in visita nell’isola <strong>di</strong><br />

Lussino, come da consolidata tra<strong>di</strong>zione,<br />

con sessanta soci. Molti i temi trattati<br />

nel corso dell’incontro: Ziberna ha<br />

rilevato il grande interesse suscitato<br />

nella provincia <strong>di</strong> Gorizia per l’inaugurazione<br />

della sede ANVGD a<br />

Monfalcone con la presenza del sindaco<br />

<strong>di</strong> Gorizia, Ettore Romoli e <strong>di</strong><br />

Renzo Codarin presidente della Federazione<br />

degli Esuli giuliano-dalmati.<br />

Dal prossimo autunno detta sede con<br />

apertura bisettimanale ospiterà molti<br />

libri che trattano dell’esodo, delle foibe<br />

e del confine orientale. In questa<br />

occasione lo storico Raoul Pupo ha<br />

presentato il suo ultimo libro Naufraghi<br />

della pace. <strong>Il</strong> 1945, i profughi e le<br />

memorie <strong>di</strong>vise d’Europa.<br />

Cherubini e Ziberna hanno quin<strong>di</strong><br />

presentato brevemente il <strong>di</strong>fficile<br />

lavoro <strong>di</strong> Rosanna Turcinovich-<br />

Giuricin La giustizia secondo Maria -<br />

Pola 1947: la donna che sparò al generale<br />

briga<strong>di</strong>ere Robert W. De<br />

Winton. Una storia struggente quella<br />

<strong>di</strong> Maria Pasquinelli, la donna che uccise<br />

il generale inglese che doveva<br />

consegnare Pola agli jugoslavi.<br />

Nell’incontro Cherubini ha messo<br />

in rilievo il grande lavoro dalla locale<br />

Comunità degli Italiani, con notevoli<br />

<strong>di</strong>fficoltà, per aiutare i connazionali<br />

rimasti, i loro figli e nipoti a mantenere<br />

in vita le tra<strong>di</strong>zioni, la lingua e la<br />

cultura italiana. Centocinquanta sono<br />

i giovani che frequentano quest’anno<br />

i Corsi <strong>di</strong> italiano. A conclusione dell’incontro<br />

Mariano L. Cherubini, già<br />

presidente del Gruppo Giovanile<br />

Adriatico dell’ANVGD <strong>di</strong> Gorizia negli<br />

anni Sessanta, ha donato a Ziberna una<br />

raccolta foto-giornalistica relativa ai<br />

Ferrara, nella prima foto un momento della inaugurazione<br />

della lapide, alla presenza (da sin.) del vicesindaco <strong>di</strong> Ferrara<br />

Signora Rita Tagliati, don Pietro Predonzani figlo <strong>di</strong> Esuli<br />

da Umago d’Istria, il com.te Giorgio Zanar<strong>di</strong> presidente nazionale<br />

dell’Istitutodel Nastro Azzurro, il presidente del Comitato<br />

<strong>di</strong> Ferrara ANVGD Flavio Rabar, il presidente della Provincia<br />

<strong>di</strong> Ferrara Pier Giorgio Dall’Acqua. Nella foto accanto alcuni<br />

dei presenti alla cerimonia. <strong>Il</strong> primo da sin. è Marino Segnan,<br />

presidente del Comitato ANVGD <strong>di</strong> Bologna<br />

«Veglioni dell’Esule» organizzati a<br />

Gorizia dall’anno 1948 al 1959.<br />

Tra<strong>di</strong>zionali manifestazioni, queste,<br />

indette nel tempo allo scopo <strong>di</strong> riunire<br />

annualmente tutti gli esuli<br />

giuliano-dalmati, in modo particolare<br />

quelli residenti nella fascia del confine<br />

orientale, ed anche per reperire i<br />

fon<strong>di</strong> necessari per i fini assistenziali<br />

del comitato isontino.<br />

Un incontro cor<strong>di</strong>alissimo quello<br />

<strong>di</strong> Lussinpiccolo che ha dato prova<br />

della grande amicizia che intercorre<br />

tra i sodalizi <strong>di</strong> Gorizia e quello<br />

lussignano.<br />

M.L.C.<br />

COMITATO DI IMPERIA<br />

Domenica 21 giugno gli Esuli raccolti<br />

nel Comitato guidato da Pietro<br />

Tommaso Chersola hanno ricordato i<br />

Cari defunti e San Vito, Patrono <strong>di</strong> Fiume.<br />

Questo il programma svolto. A<br />

Taggia (Imperia), la stessa domenica è<br />

stata celebrata una S. Messa nel Santuario<br />

della Madonna Miracolosa. È<br />

seguita, ad Arma <strong>di</strong> Taggia, una lieta<br />

riunione conviviale.<br />

COMITATO DI LATINA<br />

A corredo delle cronache già pervenuteci<br />

dal Comitato pontino, <strong>di</strong>amo<br />

notizia della commemorazione congiunta<br />

tenuta ad Aprilia (LT) il 22 febbraio<br />

<strong>2009</strong> in occasione del 66.mo<br />

anniversario della battaglia <strong>di</strong><br />

Nicolajewka e per il Giorno del Ricordo<br />

dei Martiri delle Foibe.<br />

Hanno partecipato alla cerimonia<br />

l’Unione <strong>Nazionale</strong> Italiana Reduci <strong>di</strong><br />

Russia (combattenti, reduci dalla prigionia,<br />

famigliari <strong>di</strong> Caduti e <strong>di</strong>spersi),<br />

le Associazioni d’Arma (<strong>di</strong> Alpini, Artiglieri,<br />

Finanzieri, Bersaglieri Carabinieri),<br />

orfani e vedove <strong>di</strong> guerra; nonché<br />

il Comitato ANVGD <strong>di</strong> Latina.<br />

Alle ore 9,45 sulla via Nettunense,<br />

è stato deposto un cuscino d’ Alloro<br />

presso il monumento della<br />

«Madonnina» realizzato dagli operai<br />

delle Ferrovie nel 1945 nel luogo dove<br />

furono raccolti e sud<strong>di</strong>visi per nazioni<br />

366 salme <strong>di</strong> Caduti, Italiani, tedeschi,<br />

inglesi, americani, australiani, polacchi,<br />

volontari del fronte <strong>di</strong> liberazione.<br />

Di seguito è stata celebrata una S.<br />

Messa solenne presso la Chiesa <strong>di</strong> San<br />

Michele Arcangelo con la presenza del


<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

DIFESA ADRIATICA<br />

dai comitati<br />

7<br />

coro UNIRR San Pietro in Formis.<br />

Le allocuzioni del sacerdote e dei<br />

vari rappresentanti <strong>di</strong> associazioni e<br />

d’arma, hanno evidenziato l’importanza<br />

del ricordo <strong>di</strong> tali tragici fatti.<br />

Per la festività dei Santi patroni delle<br />

città <strong>di</strong> origine, il Comitato pontino ha<br />

curato, il 15 giugno scorso, nella Chiesa<br />

dell’Immacolata <strong>di</strong> Latina, una cerimonia<br />

religiosa nella quale è stato<br />

ricordato anche il martire istriano Don<br />

Bonifacio. Ha letto la Preghiera dell’esule<br />

il vicepresidente del Comitato,<br />

Piero Simoneschi. I partecipanti si sono<br />

successivamente recati a rendere<br />

omaggio al Monumento ai martiri delle<br />

Foibe.<br />

COMITATO DI<br />

MONZA – BRIANZA<br />

Le prime iniziative<br />

del nuovo Comitato<br />

<strong>Il</strong> nuovo Comitato provinciale, la<br />

cui costituzione è stata ratificata il 23<br />

maggio dall’Esecutivo nazionale<br />

dell’ANVGD, ha esor<strong>di</strong>to in grande stile<br />

proponendosi come interlocutore importante<br />

delle istituzioni sul territorio.<br />

Affidato alla guida del giovane Lucia<br />

Arizzi, figlio <strong>di</strong> profughi zaratini, il<br />

Comitato ha tenuto la sua assemblea<br />

costituente il 24 gennaio scorso. Vi<br />

hanno partecipato l’assessore al<br />

Decentramento del Comune <strong>di</strong><br />

Monza, signora Lucia Arizzi – che ha<br />

trasmesso i saluti del sindaco Mariani<br />

e del vicesindaco Allevi –, l’avv. Sissy<br />

Corsi, presidente del Comitato ANVGD<br />

<strong>di</strong> Varese, Luciano Rubessa, presidente<br />

del Comitato ANVGD <strong>di</strong> Brescia e<br />

della Consulta lombarda, Gianantonio<br />

Godeas, il segretario del Rotaract<br />

“Club-Milano Leonardo da Vinci”, e<br />

qualificati rappresentanti dell’Arma dei<br />

Carabinieri e dell’<strong>Associazione</strong> nazionale<br />

Paracadutisti d’Italia.<br />

Nel corso dell’assemblea costituente<br />

hanno rivolto un caloroso saluto<br />

ai convenuti, oltre all’assessore Lucia<br />

Arizzi, l’avv. Sissy Corsi, che ha illustrato<br />

con competenza ed equilibrio,<br />

e suscitando vera emozione nei presenti,<br />

le tragiche vicende e le sofferenze<br />

dell’esodo ricorrendo anche a piccoli<br />

aneddoti familiari. In dono al giovane<br />

presidente Cerlienco la presidente<br />

del Comitato <strong>di</strong> Varese ha offerto il<br />

Presenziano, all’assemblea costituente del Comitato monzese,<br />

da sin. l’avv. Sissy Corsi, presidente Comitato ANVGD <strong>di</strong> Varese;<br />

la sig.a Lucia Arizzi, assessore del Comune;<br />

il presidente del Comitato, Pietro Cerlienco,<br />

e il dott. Luciano Rubessa, presidente Comitato ANVGD <strong>di</strong> Brescia<br />

Interesse ed emozione<br />

ha suscitato l’intervento dell’avv. Sissy Corsi<br />

Un’inquadratura<br />

dell’elegante sede<br />

del Comitato,<br />

con il Tricolore<br />

e la ban<strong>di</strong>era<br />

associativa<br />

<strong>Il</strong> giovane Direttivo del Comitato <strong>di</strong> Monza<br />

COMITATO DI LATINA<br />

In visita a Padre Katunarich, nel suo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Milano<br />

Aprilia (LT), 22 febbraio <strong>2009</strong>. Nella foto, il presidente ANVGD <strong>di</strong> Latina, Benito Pavazza,<br />

al centro con il fazzoletto tricolore al collo, con alti ufficiali<br />

presenti alla cerimonia religiosa in memoria dei martiri delle Foibe;<br />

Guido Brazzoduro, alla destra <strong>di</strong> Pietro Cerlienco,<br />

in visita <strong>di</strong> cortesia al Comitato


8 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

dai comitati<br />

volume La stampa e la memoria, nel<br />

quale sono raccolti articoli dal 1945<br />

al 1954, e che si è realizzato grazie<br />

alla collaborazione e al contributo del<br />

Comitato <strong>di</strong> Varese e l’lnsubria<br />

University Press. È seguito quin<strong>di</strong> l’intervento<br />

del dott. Rubessa, incentrato<br />

sulle ra<strong>di</strong>ci romane e veneziane<br />

dell’Istria e della Dalmazia, dalle quali<br />

<strong>di</strong>scende l’italianità in<strong>di</strong>scussa <strong>di</strong> quei<br />

territori.<br />

<strong>Il</strong> Direttivo del Comitato, composto<br />

da 5 consiglieri e 2 revisori dei conti,<br />

si è successivamente recato in visita,<br />

a Milano, a Padre Sergio Katunarich<br />

S. J., figura storica dell’esodo e animatore,<br />

per molti anni, <strong>di</strong> qualificate iniziative<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione storica e promotore<br />

instancabile del <strong>di</strong>alogo ebraico-cristiano.<br />

Così ne scrive Andrea Santarato,<br />

componente del Direttivo con delega<br />

ai rapporti con istituzioni e stampa:<br />

«Nato a Fiume nel 1923 è instancabile<br />

promotore tra l’altro <strong>di</strong> iniziative,<br />

convegni e pubblicazioni su Fiume,<br />

Istria e Dalmazia; ho avuto l’onore <strong>di</strong><br />

averlo come docente ai tempi dei miei<br />

stu<strong>di</strong> presso l’Istituto Leone XIII <strong>di</strong> Milano,<br />

mio padre ha collaborato con<br />

lui per alcuni anni, ha concelebrato le<br />

mie nozze.<br />

Per questa forte legame personale<br />

e per la sua preziosa figura <strong>di</strong> riferimento<br />

nell’ambito della Comunità<br />

degli Esuli, è stato importante per me<br />

e per i componenti del Direttivo ANVGD<br />

Monza-Brianza ricevere da lui la Sua<br />

Bene<strong>di</strong>zione».<br />

Tra le prime iniziative del Comitato,<br />

la visita alla Foiba <strong>di</strong> Basovizza,<br />

della quale daremo conto sul prossimo<br />

<strong>numero</strong> <strong>di</strong> “Difesa”.<br />

COMITATO DI ROMA<br />

«Benvenuta Croazia in Europa. E<br />

poi?»: questo il titolo del convegno<br />

promosso dal Comitato dell’ANVGD in<br />

collaborazione con la Provincia e<br />

svoltosi il 22 giugno scorso nella Sala<br />

Di Liegro <strong>di</strong> Palazzo Valentini.<br />

Nel corso dell’incontro si è parlato<br />

<strong>di</strong> restituzione dei beni espropriati<br />

e <strong>di</strong> indennizzi dei beni abbandonati<br />

dagli Esuli, oltre che della posizione<br />

storica della Croazia rispetto alle drammatiche<br />

vicende dei giuliano-dalmati.<br />

Sono intervenuti il sen. Maurizio<br />

Gasparri (capogruppo PDL al Senato),<br />

l’on. Luciano Violante in rappresentanza<br />

del PD, il presidente della Provincia<br />

<strong>di</strong> Roma Nicola Zingaretti e il<br />

presidente nazionale ANVGD on. Lucio<br />

Toth. I lavori sono stati introdotti e coor<strong>di</strong>nati<br />

da Oliviero Zoia, presidente<br />

del Comitato provinciale <strong>di</strong> Roma<br />

ANVGD. Presiedeva l’assessore alla Provincia<br />

<strong>di</strong> Roma, Clau<strong>di</strong>o Cecchini.<br />

In quella sede gli Esuli giulianodalmati<br />

della Capitale hanno espresso<br />

ferma e chiara la loro protesta per<br />

la scarsa <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong>mostrata fino<br />

ad oggi dalla Croazia sul problema<br />

della restituzione dei beni a suo tempo<br />

espropriati da Tito ai citta<strong>di</strong>ni italiani<br />

esodati. Si tratta <strong>di</strong> alcune migliaia<br />

<strong>di</strong> proprietà. «Chie<strong>di</strong>amo soltanto che<br />

ai citta<strong>di</strong>ni italiani che hanno lasciato<br />

la loro terra natale tra il 1945 e il 1954<br />

venga applicata la stessa legge che<br />

Zagabria applica ai citta<strong>di</strong>ni croati,<br />

senza <strong>di</strong>scriminazioni che la normativa<br />

comunitaria non tollera», ha detto<br />

tra l’altro il Presidente ANVGD, Toth.<br />

Dal canto suo Oliviero Zoia ha illustrato<br />

le attese degli Esuli per una<br />

soluzione che invocano da decenni.<br />

«I governi italiani del passato – ha detto<br />

uno degli Esuli presenti – hanno <strong>di</strong>sposto<br />

dei nostri beni negli interessi<br />

‘superiori’ del Paese, lasciandoli espropriare<br />

da Tito senza <strong>di</strong>rci nulla. Ora lo<br />

Stato italiano ne deve rispondere esercitando<br />

ogni pressione lecita sulla<br />

Croazia». Gasparri e Violante hanno<br />

assicurato in merito l’interessamento<br />

fattivo del Parlamento.<br />

COMITATO DI TORINO<br />

Dopo l’assemblea dei Soci, organizzata<br />

dal Comitato provinciale <strong>di</strong><br />

Torino, e il successivo incontro del<br />

nuovo Esecutivo provinciale, ecco le<br />

cariche triennali assegnate ai vertici<br />

locali:<br />

presidente Fulvio Aquilante ;<br />

vicepresidente Eugenio Maisani; consiglieri:<br />

Alessandro Altamura, Angelo<br />

Aquilante, Mario Biasiol, A. Maria<br />

Biasiol, Adriano Floredan, Mario Spada,<br />

Luciano Valenza, Antonio Vatta,<br />

Luigi Vatta, Lina Ventin; tesoriere Ireneo<br />

Giorgini; segretari Dario Delton e Antonio<br />

Pastrovicchio. A tutti l’augurio <strong>di</strong><br />

un proficuo lavoro nel capoluogo piemontese.<br />

COMITATO DI TRENTO<br />

<strong>Il</strong> Comitato ANVGD trentino organizza<br />

a Rovereto un incontro degli<br />

Esuli delle province limitrofe al Trentino<br />

per domenica 20 settembre <strong>2009</strong>. In<br />

linea <strong>di</strong> massima i Comitati Provinciali<br />

interessati potrebbero essere:<br />

Bolzano, Trento, Verona, Belluno, Brescia,<br />

Padova, comunque benvenuti<br />

quanti vorranno aderire all’iniziativa.<br />

La S. Messa si terrà all’interno della<br />

struttura d’accoglienza della Campana<br />

dei Caduti, quin<strong>di</strong> – dopo il saluto<br />

del Reggente della Campana – si<br />

andrà nel piazzale ove è posizionato<br />

il Sacro Bronzo che suonerà i cento<br />

rintocchi a memoria dei Caduti <strong>di</strong> tutte<br />

le guerre. Se possibile avremo l’accompagnamento<br />

<strong>di</strong> una corale alpina.<br />

I vari Comitati decideranno per<br />

tempo se fermarsi poi a Rovereto e visitare<br />

il Museo d’Arte Moderna (MART),<br />

o visitare il Museo Storico Italiano della<br />

Guerra, il più documentato d’Italia per<br />

la storia stessa <strong>di</strong> confine del territorio,<br />

o Casa Rosmini, oppure scegliere altre<br />

mete che potrebbero essere Trento<br />

- Bolzano o il Lago <strong>di</strong> Garda. <strong>Il</strong> pomeriggio<br />

offre un notevole ventaglio <strong>di</strong><br />

proposte, anche per la ristorazione.<br />

La Campana dei Caduti <strong>di</strong><br />

Rovereto è la più grande Campana al<br />

mondo funzionante, è stata voluta da<br />

un sacerdote e costruita con il bronzo<br />

dei cannoni donati da tutte le nazioni<br />

coinvolte nella prima guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />

Suona tutte le sere alle ore 20.00<br />

(d’inverno) ed alle 21.00 d’estate. A<br />

mezzogiorno in occasione <strong>di</strong> particolari<br />

visite.<br />

Per comunicare le adesioni, la presidente<br />

del Comitato ANVGD <strong>di</strong> Trento,<br />

Anna Maria Marcozzi Keller, deve essere<br />

contattata entro la fine <strong>di</strong> luglio<br />

da quanti vorranno partecipare, in<br />

modo da accordarsi sulle modalità<br />

nello svolgimento della giornata, ai<br />

seguenti recapiti:<br />

tel.e fax 0464.430 489,<br />

e-mail trento@anvgd.it<br />

COMITATO DI TRIESTE<br />

<strong>Il</strong> comitato provinciale ANVGD <strong>di</strong><br />

Trieste ha partecipato anche quest’anno<br />

alle manifestazioni che si tengono<br />

nel mese <strong>di</strong> giugno, a Borgo San<br />

Nazario, per festeggiare il patrono <strong>di</strong><br />

Capo<strong>di</strong>stria.<br />

Dal 18 al 22 giugno si sono<br />

succedute, organizzate dal Comune<br />

<strong>di</strong> Trieste, una serie <strong>di</strong> iniziative cui ha<br />

preso parte il Coro dell’<strong>Associazione</strong><br />

delle Comunità Istriane e la Banda<br />

musicale dell’ANVGD. Quattro giorni <strong>di</strong><br />

gare, mostre, feste, spettacoli e riti religiosi:<br />

<strong>di</strong> particolare interesse la Mostra<br />

fotografica «Borghi e paesi<br />

dell’Istria:ieri e oggi», e <strong>di</strong> notevole<br />

suggestione il rito sacro accompagnato<br />

dal Coro delle Comunità Istriane<br />

<strong>di</strong>retto da Davide Chersicla con Paolo<br />

Venier all’organo.<br />

Numerose le autorità intervenute,<br />

tra le quali il consigliere regionale Bruno<br />

Marini, l’assessore Paolo Rovis (in<br />

rappresentanza del sindaco Dipiazza)<br />

i consiglieri comunali Manuela<br />

Declich e Andrea Pellarini, il presidente<br />

della FederEsuli e del Comitato <strong>di</strong><br />

Trieste dell’ANVGD Renzo Codarin e il<br />

presidente delle Comunità Istriane,<br />

Lorenzo Rovis. Al termine del rito religioso<br />

il busto <strong>di</strong> S. Nazario è stato portato<br />

in processione nel borgo, accompagnato<br />

dalla banda guidata dal maestro<br />

Ernesto Beacovich.<br />

(fonte www.arcipelagoadriatico.it)<br />

Trieste, le celebrazioni per S. Nazario, patrono <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria.<br />

Con la fascia tricolore l’assessore Paolo Rovis (in rappresentanza<br />

del sindaco Dipiazza) e, ultimo a destra, il presidente<br />

della FedEsuli e vicepresidente nazionale ANVGD Renzo Codarin.<br />

Presente nella delegazione anche il presidente<br />

delle Comunità Istriane, Lorenzo Rovis<br />

(foto www.arcipelagoadriatico.it)<br />

Perio<strong>di</strong>co mensile dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> Venezia Giulia e Dalmazia<br />

Centro stu<strong>di</strong> padre Flaminio Rocchi<br />

Roma, Palazzo Valentini, sede della provincia.<br />

Qui si è tenuto il convegno promosso dal Comitato ANVGD<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Patrizia C. Hansen<br />

E<strong>di</strong>trice:<br />

ASSOCIAZIONE NAZIONALE<br />

VENEZIA GIULIA E DALMAZIA<br />

Via Leopoldo Serra, 32<br />

00153 Roma - 06.5816852<br />

Con il contributo della legge 72/2001<br />

Redazione e amministrazione<br />

Via Leopoldo Serra, 32<br />

00153 Roma<br />

Tel./Fax 06.5816852<br />

Grafica e impianti:<br />

CATERINI EDITORE (Roma)<br />

Servizi Integrati per l’E<strong>di</strong>toria e la Comunicazione<br />

Tel. 06.58332424 Fax 06.97255609<br />

E-mail: posta@caterinie<strong>di</strong>tore.com<br />

Abbonamenti:<br />

Annuo 30 euro<br />

Sostenitore 50 euro<br />

Solidarietà a piacere<br />

Estero omaggio<br />

Una copia 2 euro - Arretrati 3 euro<br />

C/c postale n° 32888000<br />

Intestato a “Difesa Adriatica”<br />

Autorizzazione del Tribunale <strong>di</strong> Roma<br />

n° 91/94 dell’11 marzo 1994<br />

Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento Postale <strong>di</strong> ROMA<br />

Stampa:<br />

Romana E<strong>di</strong>trice Srl - S. Cesareo (RM)<br />

Finito <strong>di</strong> stampare il 15 settembre <strong>2009</strong>


<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

Questione <strong>di</strong> nomi<br />

(e <strong>di</strong> origini)<br />

Gian Antonio Stella<br />

sull’anagrafe ignorante<br />

Gian Antonio Stella, firma prestigiosa del “Corriere della Sera”, insignito<br />

dall’ANVGD del Premio Giorno del Ricordo nel febbraio <strong>di</strong> quest’anno per il<br />

suo lungo impegno giornalistico a favore della memoria storica giulianodalmata,<br />

firma sul supplemento “Magazine” del 2 luglio scorso un bell’e<strong>di</strong>toriale<br />

dal titolo La ferita riaperta, che riproduciamo per l’evidente interesse<br />

che il tema riveste.<br />

<strong>Il</strong> signor Romano Cramer ha denunciato la ASL <strong>di</strong> Milano perché lo ha<br />

pugnalato. Direte che non è possibile. Che negli ospedali e nei laboratori le<br />

persone vengono curate, sia pure non sempre col massimo della de<strong>di</strong>zione<br />

e della perizia, e non ferite. Ma Cramer ha ragione: l’azienda sanitaria gli ha<br />

conficcato, burocraticamente, un coltello nel cuore.<br />

Tutto è nato dalla richiesta <strong>di</strong> un certificato <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà civile. Richiesta<br />

accolta, invali<strong>di</strong>tà riconosciuta. Sul documento però, denuncia Cramer, «il<br />

mio luogo <strong>di</strong> nascita era in<strong>di</strong>cato genericamente quale Croazia (estera)».<br />

Ma come, si è inalberato: se sono nato nel luglio del 1946 ad Albona, in<br />

quella che allora era ancora la provincia <strong>di</strong> Pola! Come osa un ufficio pubblico<br />

italiano non riconoscere l’italianità secolare <strong>di</strong> Pola?<br />

A molti italiani del tutto ignari della storia, quelli che chiamano Fiume<br />

col nome slavo <strong>di</strong> Rijeka e Lussinpiccolo col nome <strong>di</strong> Mali Losinj e Cittanova<br />

col nome <strong>di</strong> Novigrad, come fa perfino qualche guida turistica <strong>di</strong> case<br />

e<strong>di</strong>trice irrispettose del passato, il dettaglio sembrerà secondario.<br />

Cosa può mai importare a una persona se sulle sue carte sta scritto<br />

«nato in Croazia» o «nato in Slovenia» se oggi i luoghi in cui venne al<br />

mondo sono effettivamente in territorio sloveno o croato? Invece Romano<br />

Cramer ha ragione. Lo <strong>di</strong>ce la Legge 54 che nel febbraio 1989 chiuse la<br />

questione specificando subito, all’articolo 1, che «tutte le Amministrazioni<br />

dello Stato, parastato, degli enti locali e qualsiasi altro ufficio o ente, nel<br />

rilasciare attestazioni, <strong>di</strong>chiarazioni, documenti in genere a citta<strong>di</strong>ni italiani<br />

nati in comuni già sotto la sovranità italiana e oggi compresi nei territori<br />

ceduti ad altri Stati, ai sensi del trattato <strong>di</strong> pace con le potenze alleate e<br />

associate, quando deve essere in<strong>di</strong>cato il luogo <strong>di</strong> nascita dell’interessato,<br />

hanno l’obbligo <strong>di</strong> riportare unicamente il nome italiano del comune senza<br />

alcun riferimento allo Stato cui attualmente appartiene». Punto e fine.<br />

C’è tuttavia qualcosa <strong>di</strong> ancora più importante della legge: il rispetto per<br />

il passato. Non c’è più Tito, non c’è più il comunismo, non c’è più la Jugoslavia<br />

che nacque scatenando contro gli italiani una sanguinosa pulizia<br />

etnica. Siamo in Europa e vogliamo recuperare tutte le ragioni per stare<br />

insieme e sentirci fratelli. Ma la storia è storia. E il rispetto per il dolore <strong>di</strong> chi<br />

ha patito la cacciata dalla sua patria passa anche attraverso il rispetto <strong>di</strong> una<br />

piccola regola burocratica.<br />

Gian Antonio Stella<br />

Ti sei iscritto all’ANVGD?<br />

Continua la campagna abbonamenti <strong>2009</strong><br />

Cosa aspetti? Noi Ti aspettiamo<br />

Rivolgiti ai nostri Comitati Provinciali<br />

o contatta la nostra Sede nazionale<br />

(tel. 06 5816852)<br />

L’abbonamento a Difesa Adriatica<br />

non equivale alla quota associativa<br />

DIFESA ADRIATICA<br />

ELARGIZIONI E ABBONAMENTI<br />

Questa rubrica riporta:<br />

- le elargizioni a “Difesa Adriatica”<br />

<strong>di</strong> importo superiore all’abbonamento<br />

or<strong>di</strong>nario;<br />

- le elargizioni <strong>di</strong>rette alla Sede nazionale<br />

ANVGD;<br />

- gli abbonamenti or<strong>di</strong>nari sottoscritti<br />

a “Difesa Adriatica”;<br />

All’interno <strong>di</strong> ogni gruppo, i nominativi<br />

sono elencati in or<strong>di</strong>ne<br />

alfabetico. In rispetto della normativa<br />

sulla privacy non vengono citate le<br />

località <strong>di</strong> residenza degli offerenti.<br />

Ringraziamo da queste pagine tutti<br />

coloro che, con il loro riconoscimento,<br />

ci inviano il segno del loro apprezzamento<br />

e del loro sostegno. Le offerte<br />

qui in<strong>di</strong>cate non comprendono le<br />

elargizioni ricevute dai singoli Comitati<br />

provinciali dell’ANVGD.<br />

ABBONAMENTI ORDINARI<br />

A “DIFESA ADRIATICA”<br />

(ccp 32888000)<br />

<strong>Il</strong> rinnovo degli abbonamenti si<br />

concentra maggiormente tra fine e inizio<br />

anno, quando i lettori ricevono<br />

insieme al giornale il bollettino postale<br />

precompilato. L’elenco comprende<br />

solo coloro che hanno versato la quota<br />

or<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> abbonamento.<br />

FEBBRAIO (segue dal <strong>numero</strong> precedente)<br />

Bencich Luciano, Benigni<br />

Giorgio, Bernardon Loretta, Bernetti<br />

Domenica, Bianco Romano, Bietti<br />

Romano, Binaghi Tullio, Blecich<br />

Liliana, Bogdanich Battista, Bonelli<br />

Giuseppina, Bonuccelli Fernanda,<br />

Borme Sergio, Bossi Bruna, Bottaccioli<br />

Mirella, Bozac Flavio, Bracco Eugenio,<br />

Bra<strong>di</strong>ni Marina, Bratti Giovanni,<br />

Bravarich Emilia, Broz Klaus, Bu<strong>di</strong>nis<br />

Livio, Cacciola Maria, Canciani<br />

Andrino, Casari Roberto, Casonato<br />

Miranda, Cattunar Giovanni, Cavallo<br />

Mario, Cerboncini Miranda, Cervai<br />

Eufemia, Chighine Liliana, Ciaccheri<br />

Andrea, Cociancich Ernesto, Colombo<br />

Fabris Giuseppina, Colombo<br />

Silvano, Colussi Fabio, Colussi Piero,<br />

Compri Vittorio, Corenich Renato,<br />

Colpo <strong>di</strong> scena a Zagabria, il primo<br />

ministro Ivo Sanader a sorpresa ha<br />

annunciato nelle scorse settimane le<br />

sue <strong>di</strong>missioni dall’incarico e l’abbandono<br />

definitivo della vita politica per<br />

ragioni strettamente personali. Sanader<br />

deteneva la carica <strong>di</strong> capo del governo<br />

da quasi sei anni, ed è stato alla<br />

guida dell’HDZ (conservatori <strong>di</strong> centodestra).<br />

Gli succede la fedele collaboratrice<br />

Jadranka Kosor, che avrà il compito<br />

<strong>di</strong> formare il nuovo governo, ed è<br />

già stata nominata presidente del partito<br />

al posto <strong>di</strong> Sanader. Laureata in<br />

giurisprudenza, da 15 anni in politica,<br />

la Kosor è la prima donna a capo<br />

<strong>di</strong> un governo croato. Parlando dei<br />

tempi <strong>di</strong> adesione della Croazia all’UE,<br />

il nuovo premier ha assicurato che il<br />

suo governo «non rinuncerà a nessun<br />

centimetro del nostro territorio, né in<br />

terra né in mare», con evidente riferimento<br />

al veto sloveno e al contenzioso<br />

con Lubiana per i confini marittimi.<br />

Coslovich Gioconda, Coslovich Sonia,<br />

Costantini Rota Licia, Costiera Sergio,<br />

Cozzi Franca, Crasti Silvana, Curecska<br />

Silvana, Cusino Clau<strong>di</strong>o, Cuzzi Giulio,<br />

Damiani Graziella, Dapretto Leonella,<br />

Daris Emilia, De Cleva Guido,<br />

Deghenghi Mario e Lia, Degrassi Dino,<br />

Dell’Arti Enrico, De Marchi Maria Luisa,<br />

Dessanti Mario, Detoni Giuseppina,<br />

Devescovi Attilio, Di Castri Linda,<br />

Di Meo Elsa, Dolenz Erica, Dorcich<br />

Miranda, Dorigo Giovanni, Dovesi<br />

Elena, Duiella Aldo, Duiella Guido,<br />

Dussizza Dal Mas Giovanna, Ermanni<br />

Clau<strong>di</strong>o, Eror Vanda, Fabris Silvia, Facchini<br />

Roberto, Facci Luigi, Falchi<br />

Gianna, Felicetti Alberto, Ferrarese<br />

Sergio, Fiorido Marino, Fiumani<br />

Volpini Daniela, Floredan Adriano,<br />

Fontanive Lucy, Fornasaro Umberto,<br />

Fossa Sergio, Franzelli Maria Luisa,<br />

Frotantaro Alberto, Gallessi Emilio,<br />

Gallovich Marcello, Gaspar<strong>di</strong>s Franco<br />

Enrico, Gasparini Banchieri Iole,<br />

Gatti Rosa, Gherdovich Sonia, Giacca<br />

Bruno, Giachin Silvana, Giacich<br />

Tullio, Giacomelli Edmondo,<br />

Giangreco Chiara, Giorgini Francesco,<br />

Giormani Virgilio, Giovannelli Francesca,<br />

Gironcoli Ielo Marcella, Gorlato<br />

Giorgio, Greblo Franco, Gropallo Carlo,<br />

Gropuzzo Alida Chessa, Grossi<br />

Enrico, Guagenti Paolo, Guetti Marta,<br />

Gui<strong>di</strong> Eugenio, Ivessa Li<strong>di</strong>a, Jankovits<br />

Enrico, Jurinich Salvatore, Koller<br />

Rodolfo, Labignan Bruno, Lagala Angelo,<br />

Libè Renato, Lion Laura ved.<br />

Lanza, Lizzi Renata, Locatelli Cesare,<br />

Lombar<strong>di</strong> Ottorino, Lori Ala<strong>di</strong>no,<br />

Lorini Giorgio, Lovich Miro, Lovrovich<br />

Rosetta e Mario, Malusà Domenico,<br />

Malusà Maria, Mamolo Maria,<br />

Maniglio Klemen Tullio, Manzin Tullia,<br />

Manzini Bruna, Maracich Renato,<br />

Maracich Stefano, Marini Franco,<br />

Marsich Paola, Martis Vitaliano,<br />

Matessich Giuseppe, Mattiassich Anna<br />

Maria, Medved Vla<strong>di</strong>miro, Meschini<br />

Stelio, Miani Mario, Mihich Manlio,<br />

Miotto Oscar, Miraglia maria, Mitis<br />

Laura, Moder Alice, Montella Maria<br />

Bianca ved. Visintini, Moscheni Clau<strong>di</strong>o,<br />

Musich Francesca, Mussap Lucio,<br />

Nel corso della conferenza stampa<br />

convocata da Sanader per annunciare<br />

il suo ritiro, alla domanda se il<br />

blocco della procedura <strong>di</strong> adesione<br />

dalla Croazia all’UE e il fallimento <strong>di</strong><br />

Bruxelles nella me<strong>di</strong>azione abbiano<br />

pesato sulla sua decisione, egli ha chiaramente<br />

risposto: «non posso <strong>di</strong>re <strong>di</strong><br />

no». Vinte le elezioni del 2003 l’ex<br />

primo ministro ha tentato <strong>di</strong> dare al<br />

suo partito il carattere <strong>di</strong> una forza<br />

conservatrice ma cautamente<br />

europeista, accelerando la creazione<br />

<strong>di</strong> un mercato libero e l’avvicinamento<br />

euroatlantico della Croazia, con<br />

caute aperture alla minoranza serba<br />

della Croazia, e con la stessa Belgrado,<br />

dopo le devastanti guerre degli anni<br />

Novanta. Due le fondamentali sfide del<br />

nuovo premier, l’Europa e la grave crisi<br />

economica, che incoraggia e alimenta<br />

le derive nazionalistiche e xenofobe<br />

<strong>di</strong> molta parte della società croata.<br />

«Per giustificare le <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong><br />

Sanader, che hanno lasciato tutti <strong>di</strong><br />

stucco – scrive Drago Hedl per “Osservatorio<br />

sui Balcani” – si parla della<br />

<strong>di</strong>fficile situazione del Paese, molto più<br />

seria <strong>di</strong> quanto l’opinione pubblica<br />

possa immaginare. <strong>Il</strong> tracollo del Pil,<br />

conseguenza <strong>di</strong>retta dell’esitazione <strong>di</strong><br />

Sanader a introdurre dure, ma necessarie,<br />

misure anti-recessione, hanno<br />

condotto il paese sull’orlo della bancarotta.<br />

Dal bilancio mancano 15 miliar<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> kune (circa 2 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro),<br />

e già si <strong>di</strong>ce che il Paese non abbia più<br />

sol<strong>di</strong> per pagare le pensioni e gli stipen<strong>di</strong><br />

dei <strong>di</strong>pendenti pubblici. Oltre a<br />

9<br />

Nardone Borghi Licia, Nuvolari<br />

Annamaria, Orselli Antonella,<br />

Ossoinack Anna, Ostrogovich<br />

Demaurizi Maria, Ottoli Nerina, Pakler<br />

Carlo, Pala<strong>di</strong>n Rita, Paliaga-Struggia,<br />

Pallavicini Antonio, Pancirolli Ezio,<br />

Panella Luigi, Papetti Franco, Paulini<br />

Madrussani Emilia, Pavan Marcella<br />

Tosetto, Pazzagli Magni Annarosa,<br />

Pechini Giuseppe, Pellegrini Giorgina<br />

Diviacco, Pellegrini Paolo, Pellis Cozza<br />

Luisa, Perini Fulvio, Persi Paoli Francesco,<br />

Persich Bruno, Petronio Guido,<br />

Pezzoli Paolo, Picot Arturo, Pieri Sergio,<br />

Pistan Nerina, Pizzinat Giovanni,<br />

Placenti Irma, Pollice Rocco, Poretti<br />

Michele, Prever Gianpiero, Pribetich<br />

Pietro, Pucar Paolo, Puxeddu Anna,<br />

Puzzer Patrizia, Quarantotto Marina,<br />

Radeticchio Nevia, Ran<strong>di</strong>ch Antonio-<br />

Ubaldo-Anita, Ratti Vidoli Paola, Rauni<br />

Andrea, Raze Ral<strong>di</strong> Stellia, Rismondo<br />

Ni<strong>di</strong>a, Ritschl Giuseppe, Rolli Giovanni,<br />

Roma Bruno, Romich Eugenio,<br />

Rossetti Cosulich Nora, Rossi Flavia,<br />

Rota Antonia, Rubinich Marino, Ruju<br />

Gianna, Sabatti Giovanni, Saitz Franco,<br />

Sandri Ubizzo Irma, Sanza Guido,<br />

Sarti Giuseppe, Scalembra Rita,<br />

Schlegl Aurea, Scialò Luciana, Segariol<br />

Devescovi Flora, Sepich Aldo, Sergi<br />

Ernesto, Sergi Sonia, Sivieri Arnaldo,<br />

Smilovich Nerina, Solis Francesco,<br />

Sossa Clau<strong>di</strong>o, Sponza Eufemia,<br />

Sponza Giovanni, Stancich Gigliola,<br />

Stipcevich Giovanni, Tarabocchia<br />

Mirella, Tecovich Antonio, Tiblias Aldo,<br />

Toffetti Dolores, Toffetti Lucilla, Tognon<br />

Loriana, Tolja Marlena, Tosolin Fabio,<br />

Trapani Ferruccio, Trentini Elvira,<br />

Udovicich Iginio, Uratoriu Edoardo,<br />

Urbinati Eugenia, Usmiani Marino,<br />

Valassi Aurelia Balbi, Valenti Bruno,<br />

Valenti Maria, Valvassori Giuseppe,<br />

Vecerina Fernando, Velenich Italo,<br />

Vellenich Silvana, Vidal Maristella,<br />

Vidossich Giorgio, Villio Vinicio,<br />

Viscovi Francesco, Visintin Renato, Vitelli<br />

Tafani Iolanda, Viti Sergio, Vittorelli<br />

Alma, Vlacancich Florio, Vladovich<br />

Rodolfo, Zago Italo, Zett Antonio,<br />

Zubin Arcida, Zupicich Marco,<br />

Zustovich Mariuccia.<br />

Zagabria, Sanader<br />

lascia a sorpresa il governo e il partito.<br />

Una donna il nuovo premier<br />

ciò, ha uno spaventoso debito estero<br />

<strong>di</strong> circa 40 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro, la cui estinzione<br />

torna ora in <strong>di</strong>scussione. In cima<br />

a tutto questo – prosegue l’analisi <strong>di</strong><br />

Hedl –, la Croazia non riesce a risolvere<br />

la questione del blocco sloveno<br />

ai negoziati <strong>di</strong> adesione all’UE.<br />

Sanader, secondo fonti a lui vicine, si<br />

sente completamente abbandonato da<br />

quelli che fino a ieri erano alleati croati,<br />

in primis Germania e Austria, i quali,<br />

a suo avviso, non hanno fatto nulla per<br />

aiutarlo. D’altro canto, da Bruxelles<br />

giungono voci <strong>di</strong> come l’UE sia delusa<br />

dalle lente riforme nella giustizia croata<br />

e dalla flebile lotta alla corruzione e al<br />

crimine organizzato».<br />

Red.


10 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

La sorella Paola: «non perdono»<br />

Trent’anni dalla morte del Ten. Col. Antonio Varisco<br />

L’alto ufficiale, zaratino, venne trucidato a Roma dalle Brigate Rosse<br />

Sono trascorsi 30 anni dalla feroce<br />

uccisione del Tenente Colonnello<br />

dei Carabinieri Antonio Varisco. A<br />

Roma una solenne cerimonia<br />

commemorativa in suo ricordo si è<br />

svolta il 13 luglio, nel luogo dove nel<br />

1979 cadde vittima <strong>di</strong> un agguato riven<strong>di</strong>cato<br />

dalle Brigate Rosse.<br />

Dopo gli onori militari, corone <strong>di</strong><br />

alloro sono state deposte, dal Generale<br />

<strong>di</strong> Divisione Enrico Di Napoli, vice<br />

comandante dell’Interregionale Carabinieri<br />

“Podgora”, da Mauro Cutrufo,<br />

vicesindaco della Capitale, dall’assessore<br />

agli Affari Istituzionali, Enti Locali<br />

e Sicurezza della Regione Lazio, Daniele<br />

Fichera e dall’Assessore alle Politiche<br />

della Sicurezza e Protezione<br />

civile della Provincia <strong>di</strong> Roma, Elio<br />

Paluzzi, ai pie<strong>di</strong> della stele che ricorda<br />

il tragico evento.<br />

Nel corso della cerimonia, a cui<br />

era presente la sorella del colonnello<br />

Varisco, Paola, è stata letta una biografia<br />

dell’Ufficiale nativo <strong>di</strong> Zara. La<br />

sua figura, come uomo e come Carabiniere,<br />

è stata quin<strong>di</strong> ricordata da<br />

Giorgio Santacroce, presidente della<br />

Corte <strong>di</strong> Appello <strong>di</strong> Roma.<br />

Alla cerimonia erano inoltre presenti<br />

Paolo De Fiore, presidente del<br />

Tribunale <strong>di</strong> Roma, il Prefetto <strong>di</strong> Roma<br />

Giuseppe Pecoraro, il Questore <strong>di</strong><br />

Roma Giuseppe Caruso, il Comandante<br />

provinciale dei Carabinieri <strong>di</strong> Roma,<br />

Gen. Vittorio Tomasone, i Comandanti<br />

regionale e provinciale della Guar<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> Finanza, Angelo Zaccagnino, il<br />

provve<strong>di</strong>tore regionale del Lazio dell’Amministrazione<br />

Penitenziaria, una<br />

delegazione della Polizia Municipale<br />

e una folta rappresentanza dell’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Nazionale</strong> Carabinieri con il<br />

Generale Luigi Magliuolo, Ispettore<br />

regionale per il Lazio e componenti<br />

della Rappresentanza Militare.<br />

Così recitava il volantino che quel<br />

giorno riven<strong>di</strong>cò l’uccisione dell’alto<br />

ufficiale: « Un nucleo armato della<br />

nostra organizzazione ha giustiziato<br />

Antonio Varisco». <strong>Il</strong> volantino con la<br />

stella a cinque punte fu fatto ritrovare<br />

due giorni dopo l’agguato. ma già la<br />

mattina stessa, a due ore dall’omici<strong>di</strong>o,<br />

arrivò all’ANSA la riven<strong>di</strong>cazione<br />

delle Br: «Qui Brigate Rosse, abbiamo<br />

giustiziato noi il colonnello Antonio<br />

Varisco braccio destro del generale<br />

Dalla Chiesa».<br />

Varisco era il comandante del<br />

Nucleo carabinieri del Tribunale <strong>di</strong><br />

Roma. L’anno prima si era consumata<br />

la trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Aldo Moro. Antonio<br />

Varisco fu giustiziato alle 8,25 del<br />

mattino , mentre con la sua auto, solo,<br />

percorreva il lungotevere Arnaldo da<br />

Brescia, poco duistante dal centrale<br />

Piazzale Flaminio.<br />

<strong>Il</strong> ricordo della sorella Paola<br />

Lo ricorda così la sorella Paola:<br />

«Tonci era affettuoso con tutte noi sorelle,<br />

lui unico maschio tra cinque femmine».<br />

Paola è la sorella più piccola<br />

della famiglia Varisco, cinque figli, orfani<br />

<strong>di</strong> madre, che avevano lasciato la<br />

natìa Zara e si erano stabiliti a Roma.<br />

«Lui aveva un grande desiderio – ha<br />

<strong>di</strong>chiarato la signora Paola alla stampa<br />

– voleva tornare a Zara. Ripeteva<br />

spesso “quando andrò in pensione<br />

voglio prendere una barca, tornare a<br />

Zara». «Un gran <strong>di</strong>spiacere. Ancora<br />

più grande perché avrei voluto con<strong>di</strong>videre<br />

con lui più tempo. Ucciso in<br />

un modo così atroce. <strong>Il</strong> perdono quelli<br />

lì se lo scordano. Non con<strong>di</strong>vido chi<br />

parla <strong>di</strong> riconciliazione… Con chi con<br />

assassini mai pentiti?».<br />

<strong>Il</strong> Ten. Col. Varisco venne ucciso<br />

da un commando della cosiddetta<br />

Colonna romana delle Br. <strong>Il</strong> capo Antonio<br />

Savasta, dopo l’arresto, non ne<br />

chiarì tutta la <strong>di</strong>namica. <strong>Il</strong> nome <strong>di</strong><br />

Varisco era in una lista <strong>di</strong> «obiettivi»<br />

trovata nel covo <strong>di</strong> viale Giulio Cesare<br />

dove furono catturati Adriana Faranda<br />

e Valerio Morucci. <strong>Il</strong> colonnello Varisco<br />

aveva presenziato ai molti processi<br />

conto i brigatisti e i Nap. Fu insignito<br />

della Medaglia d’oro al Valore civile<br />

per la <strong>di</strong>fesa della collettività e delle<br />

istituzioni democratiche.<br />

«“Non vogliamo vendetta ma giustizia.<br />

Sei sempre più vivo con noi nella<br />

nostra Zara” fu l’omaggio <strong>di</strong> un profugo<br />

dalmata sul luogo dove cadde<br />

Varisco», ha ricordato sul quoti<strong>di</strong>ano<br />

“<strong>Il</strong> Tempo” del 12 luglio <strong>2009</strong> Maurizio<br />

Piccirilli nel suo servizio sulla triste<br />

ricorrenza. E i sentimenti si sono<br />

rinnovati oggi, a trent’anni da quel così<br />

tragico evento.<br />

Una targa a Brin<strong>di</strong>si<br />

Presso l’Istituto Commerciale<br />

“Guglielmo Marconi” <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si è stata<br />

scoperta, l’11 maggio scorso, una<br />

Targa in Sua memoria. Alla commossa<br />

cerimonia hanno preso parte Alfredo<br />

Mantovano, sottosegretario <strong>di</strong> Stato<br />

al Ministero degli Interni, le più alte<br />

autorità civili e militari della Puglia,<br />

<strong>di</strong>rigenti scolastici e docenti, una nutrita<br />

rappresentanza dei tanti ex compagni<br />

del liceo, i «Muli del Tommaseo».<br />

<strong>Il</strong> saluto <strong>di</strong> Mons. Ravignani alla Diocesi<br />

<strong>di</strong> Trieste. Gli succede Mons. Crepal<strong>di</strong><br />

È mons. Giampaolo Crepal<strong>di</strong>, sino<br />

ad ora Segretario del Pontificio Consiglio<br />

della Giustizia e della Pace, il nuovo<br />

Vescovo <strong>di</strong> Trieste. Succede a Mons.<br />

Eugenio Ravignani, esule da Pola –<br />

dove è nato il 30 <strong>di</strong>cembre 1932 – e<br />

or<strong>di</strong>nato sacerdote dal Vescovo Antonio<br />

Santin nel 1955.<br />

Nel suo messaggio <strong>di</strong> saluto ai triestini<br />

e alla Chiesa tergestina, Mons.<br />

Ravignani ha ricordato le qualità del<br />

suo successore, «vescovo <strong>di</strong> elevata<br />

cultura e <strong>di</strong> vasta e profonda esperienza<br />

maturata nel delicato servizio prestato<br />

alla Chiesa italiana prima e poi<br />

alla Santa Sede».<br />

Nell’occasione del suo congedo,<br />

l’<strong>Associazione</strong> delle Comunità<br />

Istriane e il suo presidente Lorenzo<br />

Rovis, hanno reso omaggio ad una<br />

personalità del mondo istriano ospitando<br />

un incontro con lo stesso Mons.<br />

Ravignani, le autorità civili e i vertici<br />

delle associazioni degli esuli presenti<br />

a Trieste. A salutare il Vescovo esule il<br />

Sindaco Roberto Dipiazza, gli assessori<br />

comunali Lobianco e Rovis, i rappresentanti<br />

delle Associazioni degli<br />

Esuli, Renzo Codarin per la FedEsuli,<br />

Guido Brazzoduro per i Fiumani,<br />

Renzo de’Vidovich per i Dalmati, e il<br />

prof. Lucio Delcaro presidente dell’IRCI.<br />

La cerimonia <strong>di</strong> saluto si è chiusa<br />

con un concerto del M.o Luigi Donorà,<br />

istriano, autore <strong>di</strong> musiche composte<br />

per la circostanza, interpretate dal duo<br />

Venier-Chersicla e dal coro delle Comunità<br />

Istriane.<br />

Mons. Crepal<strong>di</strong> è nato nel 1947<br />

in provincia <strong>di</strong> Rovigo, si è laureato in<br />

Filosofia all’Università <strong>di</strong> Bologna nel<br />

1979 e in Teologia presso la Pontificia<br />

Università Urbaniana nel 1984. Or<strong>di</strong>nato<br />

vescovo nel 2001 da Giovanni<br />

Paolo II, è membro del Consiglio della<br />

Pontificia Accademia delle Scienze<br />

Sociali. Nel suo primo messaggio alla<br />

comunità ecclesiale triestina il nuovo<br />

vescovo ha rivolto, tra l’altro, «un saluto<br />

particolare alla Chiese sorelle, alle<br />

comunità ecclesiali, ai fratelli della<br />

comunità ebraica, a tutte le comunità<br />

religiose». «Con tutti la Chiesa <strong>di</strong> Trieste<br />

saprà tessere la rete del <strong>di</strong>alogo<br />

ecumenico e interreligioso e della collaborazione<br />

amichevole nella comune<br />

tensione a perseguire il progresso<br />

spirituale e materiale della nostra amata<br />

città nello spirito della libertà, della<br />

giustizia, della verità e della solidarietà».<br />

Red.<br />

Roma, Quartiere Giuliano-Dalmato.<br />

Sulla facciata dell’Archivio Museo Storico <strong>di</strong> Fiume<br />

è apposta dal 1993 questa lapide<br />

che vuole ricordare la figura e il sacrificio del Col. Varisco<br />

(foto www. <strong>di</strong>gilander.libero.it/arup.it)<br />

Nel suo intervento il prefetto ha<br />

sottolineato il valore dell’iniziativa che,<br />

oltre ad onorare la memoria dell’ufficiale<br />

dell’Arma ed idealmente <strong>di</strong> tutte<br />

Notizie liete...<br />

<strong>Il</strong> sigillo <strong>di</strong> Trieste ad Aldo Clemente<br />

le vittime del terrorismo, costituisce<br />

una occasione importante per ricordare<br />

i drammatici anni Settanta ed<br />

Ottanta.<br />

Trieste, Sala Azzurra del Municipio.<br />

<strong>Il</strong> sindaco Roberto Dipiazza<br />

saluta l’ospite e i convenuti<br />

Trieste. <strong>Il</strong> sigillo della Città <strong>di</strong> San Giusto ad Aldo Clemente,<br />

consegnatogli dal sindaco Roberto Dipiazza nel<br />

corso <strong>di</strong> una cerimonia svoltasi in Municipio, alla presenza<br />

del presidente della FederEsuli, Renzo Codarin,<br />

e del presidente dell’<strong>Associazione</strong> Giuliani nel Mondo,<br />

Dario Locchi con il suo <strong>di</strong>rettivo. <strong>Il</strong> prestigioso riconoscimento<br />

vuole significare la gratitu<strong>di</strong>ne della comunità<br />

tergestina per l’impegno svolto nell’ambito dell’Opera<br />

<strong>Nazionale</strong> Orfani <strong>di</strong> Guerra, dell’assistenza ai profughi<br />

giuliani e dalmati, dell’Ente nazionale per i Rimpatriati e<br />

Profughi e, dal 1970 al 2007, in qualità <strong>di</strong> presidente dell’<strong>Associazione</strong> Triestini<br />

e Goriziani <strong>di</strong> Roma.<br />

Nella circostanza è stato ricordato anche il suo ruolo <strong>di</strong> segretario generale<br />

della sezione italiana dell’<strong>Associazione</strong> per lo stu<strong>di</strong>o del problema mon<strong>di</strong>ale<br />

dei rifugiati, organo consultivo della Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa,<br />

ricoperto dal 1965 al 2001, e <strong>di</strong> segretario provinciale dell’Opera nazionale<br />

Orfani <strong>di</strong> Guerra <strong>di</strong> Trieste, nel cui ambito egli ha promosso la creazione della<br />

scuola professionale e del collegio per orfani <strong>di</strong> guerra e il centro <strong>di</strong> prevenzione<br />

antitubercolare <strong>di</strong> Sappada.<br />

Nel consegnare ad Aldo Clemente il sigillo, il sindaco Dipiazza ha voluto<br />

rievocare il suo primo approccio con i problemi degli esuli: «ero con Renzo<br />

Codarin alle Noghere e quando mi ha<br />

detto <strong>di</strong> essere nato lì, nel campo profughi;<br />

mi si è spalancata una pagina <strong>di</strong> storia<br />

che non conoscevo, ecco perché in<br />

questi anni mi sono impegnato in questa<br />

amministrazione comunale nel doveroso<br />

ricordo dei drammi dell’esodo, che ora<br />

trova significativi e tangibili segni nel nuovo<br />

Centro <strong>di</strong> documentazione della Foiba<br />

<strong>di</strong> Basovizza, nel monumento realizzato<br />

alla memoria <strong>di</strong> Norma Cossetto, nel<br />

Museo della Civiltà Istriana in fase <strong>di</strong> allestimento<br />

in via Torino e presto anche con la collocazione (prevista per l’inizio<br />

del prossimo anno) della statua de<strong>di</strong>cata a mons. Antonio Santin davanti alla<br />

Chiesa greco ortodossa sulle Rive».<br />

* * *<br />

È nata Gaia!<br />

Giulio ed Ida Schvarcz con immensa gioia sono <strong>di</strong>ventati nonni della prima<br />

nipotina, Gaia, nata a Formia il 30 maggio <strong>2009</strong> dal figlio Giorgio e Gabriella<br />

Schvarcz.<br />

Dai nonni un entusiasta «benvenuta» e auguri fervi<strong>di</strong>ssimi.<br />

* * *<br />

Al ten. col. Marcello Rocchi la Croce<br />

al merito <strong>di</strong> Cavaliere della Repubblica<br />

Con vivo piacere il Comitato de L’Aquila comunica che l’amico ed associato<br />

Ten. Col. Marcello Rocchi è stato insignito della Croce al merito <strong>di</strong> Cavaliere<br />

della Repubblica e della Medaglia <strong>di</strong> S. Maurizio e Lazzaro per le sue particolari<br />

doti al servizio della Patria.<br />

Al caro Rocchi gli auguri più fraterni da parte della collettività giuliana e<br />

dalmata della Provincia de L’Aquila.


<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

Dal nostro inviato nel tempo…<br />

La Libertas <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria<br />

Sorta nel 1888 per volontà <strong>di</strong> un<br />

gruppo <strong>di</strong> sportivi capo<strong>di</strong>striani,<br />

capitanati dall’irredentista Felice<br />

Bennati, la Libertas cominciò da subito<br />

a realizzare il suo programma <strong>di</strong><br />

ostruzionismo sportivo e politico all’Austria.<br />

Nella finale delle gare regionali<br />

del campionato adriatico in<br />

Skiff, 189-1892, i Leoni, guidati da<br />

Antonio Depangher, una volta superate<br />

le rivali, Hansa ed Eintracht, agitarono,<br />

per la prima volta, il Tricolore,<br />

suscitando le ire delle autorità austriache.<br />

Nel 1906 vi fu un importante innovazione<br />

all’interno del sodalizio. <strong>Il</strong><br />

Presidente <strong>di</strong> allora, De Manzini, decise<br />

<strong>di</strong> allargare la base societaria facendo<br />

partecipare alle attività sociali<br />

anche l’elemento operaio<br />

capo<strong>di</strong>striano che fino ad allora era<br />

stato sempre escluso. Nel 1907 in occasione<br />

dell’anniversario <strong>di</strong> Giuseppe<br />

Garibal<strong>di</strong>, la fanfara sociale, dopo una<br />

<strong>di</strong>mostrazione per le vie citta<strong>di</strong>ne, al<br />

ballo della Lega <strong>Nazionale</strong>, si presentò<br />

in <strong>di</strong>visa da Bersaglieri italiani. I provve<strong>di</strong>menti<br />

presi dalla polizia austriaca<br />

furono durissimi: arresti e processi per<br />

gran parte dei soci.<br />

Nel 1910 alle regate internazionali<br />

<strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria, in occasione della esposizione<br />

istriana, si aggiu<strong>di</strong>cava ben<br />

quattro primi premi. Nel 1912 vi una<br />

nuova sfida all’autorità austriaca: al<br />

ballo Pro <strong>Associazione</strong> italiana <strong>di</strong> beneficenza,<br />

sempre la fanfara sociale<br />

partecipò con la <strong>di</strong>visa degli Ascari.<br />

Anche questa volta, le autorità reagirono<br />

duramente con arresti e processi<br />

e sequestri. Sempre nello stesso<br />

anno, i cinque giovani capo<strong>di</strong>striani<br />

Renato Pecchiari, Francesco Babuder,<br />

Mario Fonda, Lauro Cherini ed Egi<strong>di</strong>o<br />

Parovel, i «Barruffanti», si iscrissero alla<br />

gara internazionale come equipaggio<br />

italiano e dopo aver vinto la gara sventolarono,<br />

come da tra<strong>di</strong>zione, festosamente<br />

il Tricolore. Nel 1913 la Libertas<br />

riportò ben 15 vittorie: 4 a Fiume, 3 a<br />

Portorose, 6 alle internazionali <strong>di</strong> Trieste<br />

e 2 a quelle <strong>di</strong> Como.<br />

Scoppiata la guerra, un centinaio<br />

<strong>di</strong> giovani soci riparò in Italia, mentre<br />

i pochi rimasti, circa una ventina, furono<br />

internati. <strong>Il</strong> 13 maggio 1915,<br />

Nazario Depangher, Giuseppe<br />

Deponte, Antonio Zetto, Piero Vascotto<br />

e Fanelli fuggirono a Venezia con la<br />

jole “Istria” e nel 1916 il gesto fu ripetuto<br />

dalla “Roma” “montata” da Antonio<br />

Divo, Nicolò Martina, Ludovico<br />

Divora e due soldati austriaci. Questa<br />

causò la <strong>di</strong>struzione delle imbarcazioni<br />

rimaste e l’incen<strong>di</strong>o della sede sociale.<br />

Al termine della guerra furono<br />

ben sette soci che si sacrificarono per<br />

la causa italiana: Nazario Sauro, Pio<br />

Riego Gambini, Ernesto<br />

Gramaticopolo, Angelo della Santa,<br />

Antonio Parovel, Virgilio Sansone e<br />

Vico Prodenzani.<br />

Tra il 1919 e il 1920 la Libertas vinse<br />

10 premi e due campionati a Lecco<br />

con l’“Otto” e a Pallanza nel 1921 nel<br />

“singolo” con Francesco Babuder.<br />

Negli anni seguenti, dopo un periodo<br />

<strong>di</strong> stasi, la Libertas tornò <strong>di</strong> nuovo alla<br />

vittoria a Portorose e a Trieste nel 1927.<br />

Sorgeva intanto ad Isola d’ Istria la<br />

Pullino ed iniziava una dura lotta che<br />

culminò a Stresa con la clamorosa vittoria<br />

dell’armo istriano formato da<br />

Vattovaz, Divora, Plazzer, Parovel e<br />

Scher che conquistò il titolo italiano<br />

battendo i campioni olimpici <strong>di</strong><br />

Amsterdam da cinque anni invincibili<br />

campioni su tutti i campi <strong>di</strong> regate<br />

europee. La Libertas, grazie a queste<br />

vittorie, riuscì a partecipare ai giochi<br />

<strong>di</strong> Los Angeles a Long Beach nel 1932.<br />

Qui i cinque ragazzi capo<strong>di</strong>striani gareggiarono<br />

nella categoria “quattro<br />

Sport giuliano<br />

con” e vinsero nettamente in batteria<br />

piegando nettamente i rivali tedeschi.<br />

E nel 1933 vinse per la terza volta<br />

il campionato juniores a Napoli e nel<br />

1934 conquistò tre primi premi alle<br />

regate regionali <strong>di</strong> Pola, tre alle nazionali<br />

<strong>di</strong> Trieste e una a Bellaggio con<br />

Vattovaz e Divora che rivinsero anche<br />

nel 1935.<br />

Alla fine degli anni Trenta sorsero<br />

accanto allo sport del remo altre sezioni<br />

sportive: nuoto, vela e calcio. L’attività<br />

sportiva del sodalizio terminò<br />

con lo scoppio della Seconda guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale e nel 13 febbraio 1947, i<br />

miliziani <strong>di</strong> Tito irruppero nella sede<br />

del Circolo Canottieri “Libertas” <strong>di</strong><br />

Capo<strong>di</strong>stria: «Ammassarono tutte le<br />

nostre belle barche su un peschereccio,<br />

per trasferirle chissà dove», ricorda<br />

Giovanni Steffè. «Non ci demmo<br />

per vinti. Attraverso il ‘check-point’ che<br />

ci separava dalla ‘Zona A’ del ‘Territorio<br />

Libero <strong>di</strong> Trieste’, controllata dagli<br />

anglo-americani, io e Aldo (Tarlao) iniziammo<br />

una faticosa spola con Trieste;<br />

qui, grazie a un ‘2con’ prestatoci<br />

dal Dopolavoro Ferroviario e con un<br />

sacco <strong>di</strong> sabbia da 50 chili al posto<br />

DIFESA ADRIATICA<br />

La “Libertas” <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria<br />

e<br />

Una partita <strong>di</strong> calcio… incandescente<br />

Amsterdam, 1928. La “Pullino” <strong>di</strong> Isola d’Istria<br />

batte gli olimpionici olandesi e conquista la corona d’alloro<br />

(foto www.marcantoniocolonna.com)<br />

del timoniere, seguitammo gli allenamenti».<br />

Intanto a Capo<strong>di</strong>stria, il 24<br />

settembre, la sede della “Libertas” venne<br />

confiscata e ridotta a magazzino.<br />

«Ragione in più per continuare!». L’11<br />

luglio 1948 i due istriani (con il veneziano<br />

Alberto Ra<strong>di</strong>) si confermarono a<br />

Milano campioni d’Italia seniores e il<br />

25 partirono da Milano, alla volta <strong>di</strong><br />

Henley, dove trovarono una barca<br />

nuova, acquistata dal CONI. <strong>Il</strong> 5 agosto<br />

giunsero primi in batteria, davanti a<br />

Danimarca e Ungheria, poi il giorno<br />

7, nella III semifinale, eliminarono la<br />

Jugoslavia. Intanto la “Libertas” tentò,<br />

<strong>di</strong>speratamente, <strong>di</strong> sopravvivere in “esilio”<br />

a Trieste ma invano: alla fine degli<br />

anni ’50 essa fu costretta a cessare l’attività,<br />

ponendo fine a una straor<strong>di</strong>naria<br />

avventura iniziata nel lontano 1888.<br />

Una partita <strong>di</strong> calcio… incandescente<br />

Domenica 27 gennaio 1935<br />

Sta<strong>di</strong>o del Littorio, Pola, ore 14.00<br />

Le prime <strong>di</strong>eci giornate del campionato<br />

<strong>di</strong> Serie B, sono state veramente<br />

<strong>di</strong>fficili per il Grion Pola: 9 sconfitte<br />

(Padova, Cremonese, Atalanta,<br />

Baruffa in campo, nel lontano 1935,<br />

nonostante i convenevoli d’inizio…<br />

11<br />

L’emblema<br />

della Società canottieri<br />

“Libertas” <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria<br />

(foto www.raid.informare.it)<br />

Comense, Spal, Verona, Catanzarese,<br />

Perugia), una vittoria (Foggia) ed un<br />

pareggio (Vicenza). I tifosi hanno mostrato,<br />

nei mesi passati più volte, il loro<br />

malcontento verso la società, incapace,<br />

ai loro occhi <strong>di</strong> risolvere la <strong>di</strong>fficile<br />

situazione. Un segnale forte però è<br />

arrivato, lo scorso 6 gennaio, alla vigilia<br />

della partita contro il Modena,<br />

quando la <strong>di</strong>rigenza ha esonerato l’ungherese<br />

Gulyas ed ha affidato la panchina<br />

all’esperto giocatore Giorgio<br />

Cidri, ora anche allenatore. Da allora<br />

la reazione della squadra è stata positiva,<br />

tanto che sono arrivate due vittorie<br />

consecutive (Modena, L’Aquila) e<br />

una sconfitta (a Bari) che però non ha<br />

portato sconforto all’interno dello spogliatoio.<br />

C’è grande attesa, qui nello sta<strong>di</strong>o,<br />

per l’inizio della partita contro la fortissima<br />

Pistoiese, can<strong>di</strong>data quest’anno<br />

ad essere una delle protagoniste <strong>di</strong><br />

questo torneo cadetto. Da pochi minuti<br />

ci sono state comunicate le formazioni<br />

delle due squadre:<br />

Grion Pola: Cusmani, Vatta,<br />

Tomini, Brenco, Monti, Zannantoni,<br />

Curto, Bonivento, Polonio, Bucci,<br />

Luciani<br />

Pistoia: Spadoni, Minelli, Montanari,<br />

Puccini, Turchi, Cenci, Cavezzi,<br />

Trebbi, Panzeri, Mihalich, Melani.<br />

Ore 17.00, la partita. <strong>Il</strong> Grion ha<br />

confermato, per tutto il primo tempo,<br />

l’eccellente stato <strong>di</strong> forma mostrato già<br />

nelle ultime tre partite, che gli ha permesso,<br />

prima <strong>di</strong> schiacciare il Pistoia<br />

nella propria metà campo, poi <strong>di</strong> passare<br />

in vantaggio con Bucci al 30’ minuto<br />

del primo tempo. Nella ripresa,<br />

dopo un inizio stentato, che ha consentito<br />

al Pistoia <strong>di</strong> giungere al pareggio<br />

con Melani (50’), i nero-stellati,<br />

mostrando una ottima omogeneità in<br />

tutti i reparti, hanno continuato a dominare<br />

il gioco ed al 70’ sono passati<br />

in vantaggio con un incre<strong>di</strong>bile gol in<br />

acrobazia del centravanti Polonio. Ad<br />

un minuto dalla fine del match, l’arbitro<br />

ha fischiato, giustamente, al limite<br />

dell’area <strong>di</strong> rigore del Grion, una punizione<br />

in favore del Pistoia. La palla,<br />

calciata dal pistoiese Melani, viene<br />

parata dal portiere Cusmani, sulla linea<br />

<strong>di</strong> porta, ( a detta <strong>di</strong> tutti!) che la<br />

lancia imme<strong>di</strong>atamente a centrocampo.<br />

Dopo pochi istanti, l’ arbitro, improvvisamente<br />

ripensando all’azione<br />

precedente, ha fermato il gioco e concesso<br />

il gol al Pistoia in quanto, a suo<br />

giu<strong>di</strong>zio, la palla ha passato completamente<br />

la linea bianca della porta del<br />

Grion.<br />

La decisione apparsa a gran parte<br />

degli spettatori errata, ha provocato<br />

una forte reazione del pubblico, che<br />

ha iniziato a fischiare l’arbitro. Alcuni<br />

teppisti, non contenti, una volta superata<br />

la rete metallica che delimita il<br />

rettangolo <strong>di</strong> gioco, hanno aggre<strong>di</strong>to<br />

l’arbitro che, grazie al pronto intervento<br />

delle forze <strong>di</strong> polizia, è riuscito ad evitare<br />

il peggio: ricoverato per accertamenti<br />

se la caverà in <strong>di</strong>eci giorni. Due<br />

balor<strong>di</strong> sono stati imme<strong>di</strong>atamente<br />

arrestati e portati al comando. <strong>Il</strong> grave<br />

incidente ha impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> terminare la<br />

partita e ciò ha danneggiato la squadra<br />

polese che avrebbe sicuramente<br />

meritato la vittoria.<br />

Tre settimane dopo. In seguito alle<br />

dure decisioni prese della F.I.G.C., la<br />

<strong>di</strong>rigenza grionese ha comunicato la<br />

decisione prima <strong>di</strong> non giocare a Venezia<br />

e la settimana successiva <strong>di</strong> ritirare<br />

definitivamente la squadra dal<br />

campionato cadetto. Non si parla d’altro<br />

che del Grion nei bar nei caffè e<br />

nei circoli citta<strong>di</strong>ni. Unanime è la condanna<br />

alla violenza. La vicenda ha<br />

però rimesso in primo piano il problema<br />

dell’arbitraggio che incide sempre<br />

<strong>di</strong> più sull’intero campionato, giu<strong>di</strong>cato<br />

da molti a questo punto falsato. È<br />

da molto tempo che si <strong>di</strong>scute <strong>di</strong> questa<br />

questione ma non si riesce a trovare<br />

una soluzione. <strong>Il</strong> vero problema, qui<br />

si <strong>di</strong>ce, è l’incapacità dei <strong>di</strong>rettori <strong>di</strong><br />

gara che dovrebbero essere aiutati<br />

magari con l’aggiunta <strong>di</strong> un secondo<br />

arbitro. Verranno ascoltate queste richieste<br />

dalla F.I.G.C. per evitare gli stessi<br />

incidenti negli anni futuri?<br />

Giorgio Di Giuseppe


12 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

“<strong>Il</strong> Piccolo”<br />

2 giugno <strong>2009</strong><br />

Un <strong>di</strong>zionario degli artisti<br />

<strong>di</strong> Trieste, Istria e Dalmazia<br />

È uscita la quarta e<strong>di</strong>zione del Dizionario<br />

degli artisti <strong>di</strong> Trieste,<br />

dell’Isontino, dell’Istria e della<br />

Dalmazia (Hammerle E<strong>di</strong>tori, pagg.<br />

399, euro 48), curato […] da Clau<strong>di</strong>o<br />

H. Martelli, che da quarant’anni si<br />

occupa <strong>di</strong> critica e storia delle arti figurative.<br />

<strong>Il</strong> Dizionario raccoglie quasi<br />

duemila schede biografiche e critiche<br />

(con centinaia <strong>di</strong> illustrazioni) relative<br />

ai pittori, scultori, operatori delle arti<br />

visive, grafici e scenografi nati o attivi<br />

in queste terre, che hanno operato su<br />

un arco <strong>di</strong> tempo compreso tra il XII<br />

secolo e il 2008 […]. Un interesse<br />

<strong>di</strong>mostrato dalle centinaia <strong>di</strong> richieste<br />

<strong>di</strong> informazioni e comunicazioni che<br />

negli ultimi anni, complice Internet<br />

[…], sono giunte a Martelli e alla sua<br />

redazione (ha fondato e <strong>di</strong>rige la rivista<br />

mensile ”Trieste Artecultura” e il sito<br />

internet www.artecultura.it) da stu<strong>di</strong>osi<br />

e studenti, operatori culturali, musei e<br />

galleristi italiani e stranieri. […]<br />

(p.t.)<br />

Aise<br />

3 giugno <strong>2009</strong><br />

<strong>Il</strong> 22 settembre Leo Gullotta<br />

incontra gli Esuli a Roma<br />

Leo Gullotta, protagonista della<br />

fiction Rai sulle Foibe “<strong>Il</strong> cuore nel<br />

pozzo” nel ruolo <strong>di</strong> Don Bruno, reduce<br />

dai successi della stagione teatrale<br />

con <strong>Il</strong> piacere dell’onestà <strong>di</strong> Pirandello,<br />

sarà protagonista <strong>di</strong> un evento-spettacolo<br />

unico e straor<strong>di</strong>nario il prossimo<br />

22 settembre al Quartiere giulianodalmata<br />

<strong>di</strong> Roma, presso il Teatro San<br />

Marco, piazza Giuliani e Dalmati.<br />

L’attore <strong>di</strong> prosa Leo Gullotta,<br />

in scena a settembre<br />

al Teatro San Marco<br />

con i testi <strong>di</strong> Anna Maria Mori<br />

RASSEGNA<br />

La lettura teatrale <strong>di</strong> alcuni brani<br />

della scrittrice istriana Anna Maria<br />

Mori, tratti dai libri Bora e Nata in Istria,<br />

farà da sfondo una rievocazione storica<br />

voluta dallo stesso Gullotta, dopo<br />

l’assegnazione del Premio Internazionale<br />

del Giorno del Ricordo, e organizzata<br />

dalla sede centrale dell’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Nazionale</strong> Venezia Giulia e<br />

Dalmazia, in collaborazione con la<br />

Bottega Teatrale San Marco.<br />

<strong>Il</strong> ricavato della serata sarà destinato<br />

ad un progetto <strong>di</strong> sostegno alle<br />

famiglie <strong>di</strong> origine giuliano-dalmata<br />

residenti a L’Aquila e colpite dal recente<br />

terremoto, anche in questo caso<br />

per espresso desiderio dell’attore. L’appuntamento<br />

è per le 21.00 <strong>di</strong> martedì<br />

22 settembre.<br />

“La Voce del Popolo”<br />

4 giugno <strong>2009</strong><br />

Rustico: amicizia più forte<br />

tra le due sponde<br />

Abbazia. <strong>Il</strong> tra<strong>di</strong>zionale ricevimento<br />

offerto dal console generale d’Italia<br />

a Fiume, Fulvio Rustico, in occasione<br />

della Festa della Repubblica Italiana<br />

nei bellissimi spazi <strong>di</strong> Villa Angiolina<br />

ha riunito anche quest’anno <strong>numero</strong>si<br />

personaggi <strong>di</strong> spicco della CNI e dell’amministrazione<br />

locale, rappresentanti<br />

della <strong>di</strong>plomazia e degli esuli.<br />

All’evento hanno preso parte l’ambasciatore<br />

della Repubblica Italiana a<br />

Zagabria, Alessandro Pignatti Morano<br />

<strong>di</strong> Custoza, il deputato al seggio specifico<br />

dell’etnia al Sabor e presidente<br />

dell’Unione Italiana, Furio Ra<strong>di</strong>n, il<br />

presidente della Giunta UI, Maurizio<br />

Tremul, il <strong>di</strong>rettore dell’Università Popolare<br />

<strong>di</strong> Trieste, Alessandro Rossit, sindaci,<br />

esponenti del Libero Comune <strong>di</strong><br />

Fiume in Esilio […].<br />

«Ciascuno <strong>di</strong> noi ha cercato <strong>di</strong> rendere<br />

l’Adriatico un mare d’unione»,<br />

ha ricordato Rustico, soffermandosi<br />

pure sull’ottima collaborazione con le<br />

istituzioni della CNI.<br />

«Qui ho trovato una comunità<br />

magnifica nella quale mi sono trovato<br />

come in famiglia. Assieme abbiamo<br />

lavorato sia a favore dei connazionali,<br />

sia per un’amicizia più forte tra le due<br />

sponde dell’Adriatico», ha sottolineato<br />

il console. […]<br />

Helena Labus<br />

“<strong>Il</strong> Piccolo”<br />

5 giugno <strong>2009</strong><br />

Dal Veneto<br />

centomila euro a Lussino<br />

Lussinpiccolo. La Regione Veneto<br />

dà una mano a Lussinpiccolo nella<br />

Abbazia, la Villa Angiolina, fatta e<strong>di</strong>ficare nel 1844<br />

dal patrizio fiumano Igino Scarpa<br />

ristrutturazione <strong>di</strong> Palazzo Quarnero,<br />

che ospiterà in via permanente<br />

l’Apoxyomenos o Apossiomene.<br />

Si tratta della statua bronzea del I<br />

secolo avanti Cristo scoperta una dozzina<br />

<strong>di</strong> anni fa sui fondali lussignani<br />

[…]. <strong>Il</strong> presidente della Regione Veneto<br />

Giancarlo Galan […] ha compiuto una<br />

breve visita a Lussinpiccolo, proprio<br />

per dare una tangibile <strong>di</strong>mostrazione<br />

<strong>di</strong> quanto la sua amministrazione abbia<br />

a cuore la salvaguar<strong>di</strong>a del patrimonio<br />

storico-culturale nelle tre regioni<br />

sul versante orientale dell’Adriatico,<br />

ovvero Istria, Quarnero e<br />

Dalmazia.<br />

Accompagnato da Diego<br />

Vecchiato, responsabile delle relazioni<br />

internazionali della giunta della<br />

Regione Veneto, il governatore Galan<br />

è stato accolto a Palazzo comunale dal<br />

sindaco Gari Cappelli, al quale ha fatto<br />

sapere che la sua amministrazione<br />

stanzierà 100 mila euro per i lavori <strong>di</strong><br />

riassetto <strong>di</strong> Palazzo Quarnero, un e<strong>di</strong>ficio<br />

bellissimo ma fatiscente, situato<br />

sulla riva.<br />

Sono mezzi derivanti dalla legge<br />

su valorizzazione e recupero del patrimonio<br />

storico, artistico e culturale<br />

<strong>di</strong> origine veneta. […]<br />

Va ricordato che grazie alla cosiddetta<br />

Legge Beggiato finora sono stati<br />

portati a termine o sono in corso <strong>di</strong><br />

realizzazione ben 300 progetti <strong>di</strong><br />

valorizzazione e recupero del patrimonio<br />

veneto ancora presente lungo la<br />

costa istro–quarnerino–dalmata. […]<br />

(a.m.)<br />

“La Voce del Popolo”<br />

6 giugno <strong>2009</strong><br />

Gli interventi al raduno<br />

della Mailing List Histria<br />

[…] alla Comunità degli Italiani <strong>di</strong><br />

Capo<strong>di</strong>stria, oltre alla premiazione dei<br />

vincitori del tra<strong>di</strong>zionale concorso letterario<br />

organizzato da questo gruppo<br />

si è svolta pure la IX e<strong>di</strong>zione del Raduno<br />

dei membri <strong>di</strong> Mailing List<br />

Histria, che coinvolge in Internet esuli<br />

e rimasti e loro simpatizzanti e sostenitori,<br />

e offre uno spazio nel mondo<br />

in rete a istriani, fiumani, quarnerini e<br />

dalmati […].<br />

A salutare i partecipanti è stato<br />

come sempre il coor<strong>di</strong>natore della ML<br />

HISTRIA Axel Famiglini, […] nipote <strong>di</strong><br />

esuli rovignesi e che ha presentato pure<br />

una sua relazione sulle iniziative compiute<br />

da MLH durante l’anno in corso.<br />

[…]<br />

Tra i presenti […] anche Giorgio<br />

Varisco, membro del Comitato esecutivo<br />

della FedEsuli, veneto <strong>di</strong> origine<br />

zaratina, intervenuto anche a nome<br />

dell’<strong>Associazione</strong> Dalmati Italiani nel<br />

Mondo. […]<br />

Varisco è poi intervenuto sul tema<br />

del Raduno «Memoria con<strong>di</strong>visa: una<br />

possibilità o un’utopia?». «Esprimo una<br />

speranza […]. Come oggi vengono<br />

premiati i giovani e bravi studenti<br />

sloveni, croati e montenegrini della<br />

minoranza italiana che stu<strong>di</strong>ano nelle<br />

scuole dove si insegna anche in italiano,<br />

così vorrei che domani potesse<br />

iniziare a Zara anche l’insegnamento<br />

dell’italiano. È <strong>di</strong> questi giorni la notizia<br />

che non si svolgeranno nell’anno<br />

scolastico <strong>2009</strong>-2010 i corsi <strong>di</strong> italiano<br />

all’asilo “Sunce” <strong>di</strong> Zadar, così<br />

come richiesti dall’Unione Italiana.<br />

“Non vogliamo essere accusati <strong>di</strong><br />

italianizzare i nostri bambini” <strong>di</strong>chiara<br />

la solerte <strong>di</strong>rettrice, <strong>di</strong>menticando<br />

che la cultura <strong>di</strong> una minoranza è universalmente<br />

riconosciuta in Europa e<br />

nel mondo libero e democratico come<br />

un arricchimento anche per la maggioranza.<br />

Concetto che dovrebbe essere ben<br />

noto e con<strong>di</strong>viso dalla classe <strong>di</strong>rigente<br />

<strong>di</strong> quella Croazia che chiede <strong>di</strong> entrare<br />

in Europa».<br />

“<strong>Il</strong> Giornale”<br />

9 giugno <strong>2009</strong><br />

L’Italia vista dalla ex Jugoslavia<br />

«L’Italia vista dagli altri». Questo il<br />

titolo del primo convegno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> sull’Italia<br />

mai organizzato nella ex Jugoslavia,<br />

che si terrà venerdì e sabato<br />

prossimi a Banja Luka, in Bosnia, e riunirà<br />

venti stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse nazionalità,<br />

fra i quali italiani, bosniaci, croati,<br />

serbi e sloveni. L’incontro è stato organizzato<br />

dal Dipartimento <strong>di</strong> lingua e<br />

letteratura italiana e lingue e letteratura<br />

serba dell’Università <strong>di</strong> Banja Luka,<br />

<strong>di</strong>retto dal professor Danilo Capasso,<br />

con il patrocinio dell’Ambasciata Italiana<br />

e il sostegno <strong>di</strong> <strong>numero</strong>si sponsor.<br />

[…]<br />

Questo appuntamento vuole anche<br />

essere un’occasione per fare il<br />

punto sulla visibilità internazionale<br />

della cultura italiana; per valutare attraverso<br />

quali aspetti si possa comprendere<br />

meglio il contributo italiano alla<br />

cultura europea in termini <strong>di</strong> storia<br />

delle idee, innovazioni letterarie e artistiche,<br />

miti, modelli, soggetti, temi;<br />

per verificare, infine, in che modo quel<br />

contributo abbia influenzato e influenzi<br />

l’immagine dell’Italia nel mondo.<br />

Banja Luka è stata scelta […] anche<br />

perché si trova al centro <strong>di</strong> una<br />

regione, quella dei Balcani, sulla quale<br />

l’Italia ha da molti secoli esercitato<br />

una grande influenza.<br />

Prima attraverso la Serenissima<br />

Repubblica <strong>di</strong> Venezia, che dominò<br />

l’Istria e la Dalmazia e che intrattenne<br />

stretti rapporti con tutti gli Stati che<br />

confinavano con i suoi posse<strong>di</strong>menti<br />

adriatici, poi attraverso le suggestioni<br />

che il nostro Risorgimento accese in<br />

Serbia, che sognava <strong>di</strong> ripetere in quella<br />

che sarebbe <strong>di</strong>ventata la Jugoslavia<br />

l’exploit realizzato nel nostro Stivale<br />

dal Piemonte sabaudo e dal movimento<br />

per l’unità nazionale, e infine attraverso<br />

il Regno d’Italia, sempre attento<br />

alle questioni balcaniche che potevano<br />

mettere in <strong>di</strong>fficoltà le due potenze<br />

che vi si confrontavano, l’impero<br />

austroungarico e l’ottomano. […]<br />

Vincenzo Pricolo<br />

La scrittrice e giornalista istriana Anna Maria Mori<br />

Lo splen<strong>di</strong>do bronzo rinvenuto<br />

nelle acque antistanti Lussino,<br />

statua romana del I secolo a.C.,<br />

copia <strong>di</strong> un’originale greco<br />

del IV sec. a.C.<br />

Capo<strong>di</strong>stria, palazzo<br />

gotico-veneziano del XIV sec.<br />

Nella città istriana<br />

si è svolto il IX raduno<br />

della Mailing List Histria<br />

ANSA/ ANSAMed<br />

16 giugno <strong>2009</strong><br />

Mantica: avvicinare Adriatico a UE<br />

Avvicinare all’Unione Europea<br />

quei Paesi dell’area adriatica che ancora<br />

non ne fanno parte. È questo, secondo<br />

il sottosegretario agli Esteri Alfredo<br />

Mantica, un «grande obiettivo<br />

dell’Italia», che presiede per quest’anno<br />

l’Iniziativa Adriatico Ionica (IAI).<br />

Dell’Iniziativa fanno parte […] «otto<br />

Paesi: Italia, Grecia e Slovenia sono<br />

nella UE; la Croazia è in procinto <strong>di</strong><br />

entrare e speriamo che ciò avvenga il<br />

più presto possibile; aspettiamo l’Albania,<br />

che con il Kosovo rappresenta<br />

un punto <strong>di</strong> riferimento e stabilità nell’area<br />

balcanica; siamo a fianco dei<br />

Paesi che vogliono cominciare il percorso<br />

<strong>di</strong> avvicinamento come<br />

Montenegro e Bosnia Erzegovina».<br />

[…]<br />

«Portare i Paesi adriatici in Europa<br />

significa portare standard europei in<br />

quell’area». […]


<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

DIFESA ADRIATICA<br />

13<br />

“<strong>Il</strong> Piccolo”<br />

21 giugno <strong>2009</strong><br />

Rovigno: inaugurata<br />

biblioteca italiana<br />

In concomitanza con la presentazione<br />

del libro sulla storia della Comunità<br />

nazionale italiana, al Centro<br />

<strong>di</strong> Ricerche Storiche dell’Unione italiana<br />

è stato inaugurato un nuovo e<strong>di</strong>ficio<br />

a <strong>di</strong>sposizione dell’istituzione<br />

scientifica. Si tratta <strong>di</strong> Casa Albertini,<br />

che <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> 60 metri quadrati <strong>di</strong><br />

superficie complessiva sud<strong>di</strong>visa in tre<br />

piani. […] Interessante notare che Casa<br />

Albertini ha ricevuto il nome dall’ultima<br />

famiglia rovignese che vi ha abitato.<br />

All’immobile è stato attribuito anche<br />

l’appellativo <strong>di</strong> «Cappella Sistina»<br />

per la forma a cupola della cisterna<br />

nella quale sono stati esposti due <strong>di</strong>segni<br />

eseguiti da Giuseppe Rieger nel<br />

1850 e che rappresentano tutta la costa<br />

da Trieste alle Bocche <strong>di</strong> Cattaro<br />

nonché 30 carte realizzate dalla Marina<br />

da guerra austriaca. Nel corso<br />

della ristrutturazione è venuta alla luce<br />

una vasca battesimale della chiesetta<br />

de<strong>di</strong>cata ai santi Cosma e Damiano,<br />

restaurata anch’essa […].<br />

Casa Albertini, […] accoglie l’archivio<br />

dei documenti storici dell’UI e<br />

della vecchia UIIF […] il primo e il<br />

secondo piano accolgono la biblioteca<br />

storica mentre nel cortile antistante<br />

è stata collocata la vera <strong>di</strong> pozzo della<br />

famiglia Albertini. In questo punto,<br />

come spiegato da Giovanni Radossi,<br />

si pensa <strong>di</strong> collocare una statua in bronzo<br />

ispirata all’esodo.<br />

(p.r.)<br />

“<strong>Il</strong> Piccolo”<br />

22 giugno <strong>2009</strong><br />

Lubiana:<br />

italiano parificato allo sloveno<br />

Tutte le associazioni che hanno<br />

sede nei territori nazionalmente misti,<br />

dove accanto allo sloveno sono lingue<br />

ufficiali anche l’italiano, […] l’ungherese,<br />

dovranno avere una denominazione<br />

bilingue. È la soluzione suggerita<br />

dalla Commissione per le nazionalità<br />

del Parlamento sloveno, […]<br />

dopo che la Corte costituzionale, su<br />

ricorso del deputato italiano Roberto<br />

Battelli, lo scorso settembre aveva giu<strong>di</strong>cato<br />

anticostituzionale l’articolo 10<br />

della Legge. La norma contestata da<br />

Battelli, e <strong>di</strong> cui ora si sta <strong>di</strong>scutendo,<br />

imponeva la denominazione in lingua<br />

slovena delle Associazioni delle minoranze<br />

tollerandone soltanto la traduzione<br />

in italiano ovvero ungherese<br />

nei territori dove queste due minoranze<br />

sono tra<strong>di</strong>zionalmente presenti. La<br />

soluzione proposta ora […] alla fine<br />

<strong>di</strong> giugno sarà al vaglio del Comitato<br />

Interni della Camera <strong>di</strong> Stato prima del<br />

voto in aula […]. Nei territori nazionalmente<br />

misti, pertanto, se questa<br />

mo<strong>di</strong>fica sarà approvata, tutte le associazioni<br />

avranno il nome scritto in<br />

entrambe le lingue. «È una buona soluzione<br />

<strong>di</strong> compromesso, che salvaguar<strong>di</strong>a<br />

la parità tra le lingue<br />

minoritarie e la lingua slovena», ha<br />

commentato a fine riunione Roberto<br />

Battelli. […]<br />

In particolare, secondo i giu<strong>di</strong>ci,<br />

in questi territori la lingua minoritaria<br />

non può essere considerata lingua straniera<br />

né può essere concessa solo<br />

come semplice traduzione dallo<br />

sloveno. […]<br />

“<strong>Il</strong> Giornale <strong>di</strong> Sicilia”<br />

23 giugno <strong>2009</strong><br />

A Taormina “L’altra storia”,<br />

il cortometraggio sulle Foibe<br />

Si è conclusa la 55ma e<strong>di</strong>zione<br />

della rassegna cinematografica<br />

«Taormina Film Festival».<br />

[…] Nella sezione Nice (New<br />

Italian Cinema Events), de<strong>di</strong>cata ai<br />

cortometraggi realizzati da registi siciliani,<br />

è stato […]in concorso il nisseno<br />

RASSEGNA<br />

Aldo Rapè. «L‘altra storia» è il titolo<br />

del cortometraggio scritto e <strong>di</strong>retto<br />

dallo stesso regista nisseno e dal<br />

pugliese Nicola Vero, autoprodotto<br />

dalla compagnia teatrale «Prima Quinta»<br />

in collaborazione con la «Move<br />

Movie» <strong>di</strong> Roma e con il Comune <strong>di</strong><br />

Palo del Colle, in provincia <strong>di</strong> Bari,<br />

dove sono state girate le scene. <strong>Il</strong><br />

cortometraggio narra la tragica vicenda<br />

delle foibe.<br />

La storia, troppo spesso <strong>di</strong>menticata,<br />

delle migliaia <strong>di</strong> persone, principalmente<br />

italiani, torturate e uccise a<br />

Trieste e nell‘Istria degli anni ‘45 e gettate,<br />

spesso ancora vive, nelle voragini,<br />

le foibe appunto, dell‘altopiano<br />

carsico. Al centro dei toccante racconto,<br />

la ricerca della conoscenza e il<br />

bisogno della memoria narrata attraverso<br />

lo sguardo e il racconto <strong>di</strong> Giuseppe,<br />

il bambino protagonista della<br />

storia. […]<br />

“La Voce d’Italia”<br />

5 luglio <strong>2009</strong><br />

Stesse ra<strong>di</strong>ci, nuovo millennio<br />

[…] Nel 2004 l’<strong>Associazione</strong><br />

Giuliani nel Mondo ha inaugurato a<br />

Roma la mostra «Con le nostre ra<strong>di</strong>ci<br />

nel nuovo millennio» che dopo aver<br />

toccato Australia, Sud Africa, Canada,<br />

Stati Uniti e Cile, fra gli altri, è arrivata<br />

ora nella Galleria Giotto del Centro<br />

Italiano-Venezuelano <strong>di</strong> Caracas, ultima<br />

tappa prima della chiusura in Brasile.<br />

La mostra […] è tra gli eventi promossi<br />

all’interno del VI Festival Italiano,<br />

kermesse organizzata da Ambasciata<br />

d’Italia, Istituto Italiano per il<br />

Commercio estero, Camera <strong>di</strong> commercio<br />

venezuelano-italiana. A comporla,<br />

una serie <strong>di</strong> pannelli che riproducono<br />

fotografie e documenti originali<br />

articolando i quattro percorsi dell’esposizione<br />

[…]. Bellissimo lo scatto<br />

in bianco e nero della nave<br />

Castelverde che, proprio nel ‘54, lasciava<br />

il molo <strong>di</strong> Trieste e una folla in<br />

lacrime che salutava i cari in partenza.<br />

[…]<br />

«Quella giuliana è un’emigrazione<br />

motivata dalle travagliate vicende<br />

storico politiche che hanno travolto il<br />

territorio più che per mere motivazioni<br />

economiche. Fino al 1954 – ci spiega<br />

il Presidente Locchi – Trieste viveva<br />

una profonda incertezza, <strong>di</strong>visa com’era<br />

tra il controllo alleato e jugoslavo.<br />

[…] Senza contare la trage<strong>di</strong>a delle<br />

foibe e l’esodo dei sopravvissuti<br />

[…]». Oltre a questo aspetto, che fa<br />

unica in Italia l’emigrazione giuliana,<br />

il fatto che oggi non esista un territorio<br />

<strong>di</strong> riferimento. Come ci <strong>di</strong>ce Locchi,<br />

questi italiani “tornano a casa e trovano<br />

un territorio straniero, ra<strong>di</strong>calmente<br />

<strong>di</strong>verso, e gente sconosciuta. L’origine,<br />

che è venuta a mancare, oggi siamo<br />

noi come associazione». […]<br />

Per informazioni sull’<strong>Associazione</strong><br />

giuliani nel mondo,<br />

www.giulianinelmondo.com.<br />

www.anvgd.it<br />

7 luglio <strong>2009</strong><br />

Due« muli» zaratini<br />

sempre giovani<br />

<strong>Il</strong> famoso Ottavio Missoni (anni 88)<br />

e il meno famoso Armando Maburzio<br />

(76) sono iscritti alla società <strong>di</strong> nuoto<br />

Europa Sporting <strong>di</strong> Roma, categoria<br />

Master allenata dal prof. Roberto Migliori.<br />

Due giovani «muli» dalmati mai<br />

domi, che hanno partecipato ai campionati<br />

italiani <strong>di</strong> nuoto Master svoltisi<br />

a Riccione dal 23 al 28 giugno conquistando,<br />

Missoni l’oro sui 50 dorso,<br />

Maburzio il bronzo per i 400 s. l. Per<br />

l’esattezza Missoni è ascritto alla categoria<br />

Master M-85, Maburzio alla cat.<br />

Master M-75.<br />

Memori entrambi della giovinezza<br />

trascorsa nell’amatissima terra natìa,<br />

sono oggi più <strong>di</strong> allora agonisticamente<br />

competitivi, come <strong>di</strong>mostra la bella<br />

foto qui accanto. E portano nel cuore,<br />

e in ogni loro attività, lo straripante<br />

amore per la loro Dalmazia.<br />

Ora sperano <strong>di</strong> “arruolare” anche<br />

il grande fiumano Abdon Pamich per<br />

formare un bel trio <strong>di</strong> indomita tempra,<br />

innata nelle genti giuliane e<br />

dalmate.<br />

Apcom<br />

8 luglio <strong>2009</strong><br />

Italiani <strong>di</strong> Croazia:<br />

Kosor, un’incognita<br />

L’inatteso quanto repentino cambio<br />

al vertice del governo <strong>di</strong> Zagabria<br />

con l’ad<strong>di</strong>o a Ivo Sanader e la nomina<br />

a premier <strong>di</strong> Jadranka Kosor, non poteva<br />

non avere suscitare dubbi e timori<br />

in Istria, Fiume e Dalmazia, dove è<br />

concentrata gran parte della nostra<br />

minoranza. «La Kosor per noi è un’incognita.<br />

Sanader per la minoranza italiana<br />

rappresentava in qualche modo<br />

una garanzia. Aveva la forza e l’autorevolezza<br />

per poter imporre al partito<br />

anche decisioni scomode […]» spiega<br />

ad APCOM Maurizio Tremul, presidente<br />

dell’Unione italiana […].<br />

«Con Sanader abbiamo stretto un<br />

accordo sulle minoranze su vari punti:<br />

scuola, bilinguismo, finanziamenti,<br />

doppio voto e esenzione del pagamento<br />

dell’Iva per gli aiuti che arrivano dall’Italia»,<br />

<strong>di</strong>ce Tremul, che sottolinea<br />

come dal neo-premier sia giunto un<br />

impegno <strong>di</strong> massima a «confermare i<br />

medesimi accor<strong>di</strong>». […]<br />

Caracas, il VI Festival Italiano<br />

(qui riprodotto il logo<br />

della manifestazione)<br />

ha ospitato tra gli eventi<br />

la mostra Con le nostre ra<strong>di</strong>ci<br />

nel nuovo millennio<br />

Ottavio Missoni e il fraterno amico Armando Maburzio,<br />

entrambi con la ban<strong>di</strong>era dalmata al collo, sul po<strong>di</strong>o dei campionati<br />

italiani <strong>di</strong> nuoto Master, svoltisi a Riccione in giugno<br />

Ostia (Roma), Via del Mare, 1959, la «trenta chilometri su strada»:<br />

il traguardo conteso tra Abdon Pamich (a destra<br />

con il <strong>numero</strong> 2) e Giuseppe Dordoni (foto Famiglia Dordoni)<br />

www.tarantosera.com<br />

11 luglio <strong>2009</strong><br />

Anche a Taranto un piazzale<br />

alle Vittime delle Foibe<br />

Cambia la toponomastica in città<br />

[…] A Porta Napoli ora c’è il piazzale<br />

“Vittime delle Foibe”, tra via Napoli,<br />

vico del Ponte e vicolo dei Calefati.<br />

[…] Tra via Lucania e viale Virgilio, un<br />

piazzale intitolato al sottotenente<br />

Umberto Mayer, eroe tarantino della<br />

Prima Guerra Mon<strong>di</strong>ale, caduto al<br />

fronte a Monfalcone, mentre cercava<br />

<strong>di</strong> catturare mitragliatrici nemiche.<br />

L’omaggio<br />

tricolore<br />

alle vittime<br />

delle Foibe.<br />

Anche a Taranto<br />

un piazzale<br />

de<strong>di</strong>cato<br />

alla Memoria


14 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

“èStoria” <strong>2009</strong>: the Eastern<br />

Border at the Gorizia Festival<br />

The <strong>2009</strong> e<strong>di</strong>tion of “èStoria”, an<br />

international festival which took place<br />

in Gorizia from the 22 nd to the 24 th of<br />

May, was a showcase of historians,<br />

experts, writers, journalists, artists, and<br />

Italian and foreign witnesses to the past,<br />

all involved in public debates and<br />

<strong>di</strong>scussions. Three days of meetings,<br />

debates, conferences, interviews, and<br />

lessons on the theme of “Patria”<br />

(“Homeland”). There was much<br />

reflection on the historical,<br />

geopolitical, anthropological, and<br />

social aspects that tie human<br />

communities to their places of origin,<br />

and the implications of terms such as<br />

identity, citizenship, and nationality.<br />

The debate entitled, “A Broken<br />

History: The Italians of the Eastern<br />

Coast of the Adriatic” was the place to<br />

be for the topic of Venezia-Giulia and<br />

Dalmatia . Participants included<br />

Corrado Belci, Piero Delbello, Anita<br />

Forlani, Egi<strong>di</strong>o Ivetic, Roberto Spazzali<br />

and Lucio Toth. The reflections were<br />

all ample, as were the prospectives laid<br />

out by each of the participants. The<br />

main threads <strong>di</strong>scussed the Italians<br />

who had been forced into exile, as well<br />

as those left behind under the Yugoslav<br />

regime.<br />

The well-rounded debate gave<br />

voice to the bringing together of the<br />

exile and still-native communities in<br />

Istria , the Quarner Gulf region, and<br />

Dalmatia, as well as the renewal of<br />

Italian culture in those areas, now that<br />

the low point of the 1980s has been<br />

surpassed. The role of the new<br />

generations was also considered,<br />

especially in terms of how they view<br />

their own identity and roots: Professor<br />

Spazzali expressed his wishes that they<br />

could formulate a kind of “homeland<br />

of the spirit”. The professor went on to<br />

say that the Yugoslav regime not only<br />

changed the ethnic make-up of the<br />

region, but it also gave, as inheritance,<br />

the Roman and Venetian cultural<br />

heritage to people who have no idea<br />

whence it comes.<br />

Toth: “It is time<br />

for historical recognition”<br />

For this reason, added Lucio Toth,<br />

the ANVGD national president, it is<br />

vital that the Italian roots not be<br />

forgotten, from Gorizia down to the<br />

Cattaro, along the entire Dalmatian<br />

coast. He noted the importance not<br />

only of defen<strong>di</strong>ng the Italian culture of<br />

these regions, but of nurturing it. He<br />

said that the tie between exile<br />

communities and those who remained<br />

behind should be that of underlining<br />

Valle d’Istria, in the 15th century<br />

the gothic-renaissance castle was<br />

transformed into a palace for the<br />

Soardo-Bembo family. In the<br />

photo, there are two side towers<br />

under which opens the old burgh’s<br />

entrance gate, on top of which<br />

sits the Lion of Saint Mark<br />

Istria and the city of Pola in the Tabula Peutingeriana, a 13th century<br />

copy of a Roman map that illustrated the Empire’s military road<br />

network. The copy takes its name from the humanist and ancient<br />

historian Konrad Peutinger. On the right the city of Ravenna is in<strong>di</strong>cated<br />

Italian culture and defen<strong>di</strong>ng it. He<br />

added that “Today’s Europe is<br />

undergoing massive migratory influxes<br />

in unexpected proportions from other<br />

continents. Europe’s cities will have to<br />

solve problems of integration of people<br />

whose cultural values are very <strong>di</strong>fferent<br />

from our own. With humility and<br />

realism, the multicultural living of our<br />

regions must be addressed, and the<br />

common roots of historical groups<br />

(Slovenian, Croatian, and Italian) must<br />

be underlined.<br />

“If we desire respect from other<br />

groups, we need to show respect for<br />

them: it is a reciprocal relationship. For<br />

the Slovenes of the Julian Alps and the<br />

coast, the relationship with Italy has<br />

often been seen as a David and Goliath<br />

complex: The colossus, tens of millions<br />

strong, wants to bash its strength against<br />

the Alps, and snuff out the identity of<br />

the weaker. But at the same time, the<br />

Italians saw the Austrian empire, and<br />

then Yugoslavia, come to the region as<br />

stronger countries, threatening to snuff<br />

them out, too, and from a region where<br />

they themselves were the natives. The<br />

<strong>di</strong>fference being that the fascist regime<br />

failed in its attempt to force<br />

assimilation, while the Yugoslav<br />

communist regime managed to carry<br />

out its policy of ethnic cleansing,<br />

achieving, nearly completely, its goal<br />

of wiping out the Italian community.”<br />

Toth concluded that “it is not the time<br />

for reclaim territories, but it is time for<br />

the young generations to understand,<br />

to recognize, History in its real form,<br />

since these events came about with a<br />

high cost in bloodshed, pain, sacrifice,<br />

and exile. A living example is in the<br />

third-generation exiles, who, through<br />

the “Giuliani nel Mondo” (“Julians in<br />

the World”) association look up their<br />

roots in Istria and Dalmatia. The<br />

essence of Roman and Latina culture<br />

are civitas,polis, law and civic and<br />

cultural values in their entirety, and are<br />

<strong>di</strong>fferent than the concept of ethnicity<br />

which is prevalently genetic in nature.”<br />

Professor Egi<strong>di</strong>o Ivetic <strong>di</strong>dn’t hide<br />

the <strong>di</strong>fficulties that the “left-behind”<br />

Italians face today. “The old Croatian<br />

and Slovenian cultures of the Kingdom<br />

of Yugoslavia, and that of the successive<br />

Yugoslav Federation, always<br />

presented themselves as the antithesis<br />

of Italian culture. This was the case<br />

even though these Slavic groups owe<br />

a large part of their formation and<br />

identity to Roman and Venetian culture.”<br />

Anita Forlani, writer and publicist,<br />

member of the Dignano community,<br />

underlined forcefully the important<br />

functions carried out by the Italian<br />

communities, which, for years, Italy<br />

<strong>di</strong>dn’t adequately sustain.<br />

Sergio Tazzer, host of the RAI ra<strong>di</strong>o<br />

program “East-West”, closed the<br />

debate.<br />

Ed.<br />

Ragusa <strong>di</strong> Dalmazia (today, Dubrovnik), part of the splen<strong>di</strong>d façade of<br />

the Sponza palace, built between 1515 and 1522, in a style of transition<br />

between gothic and renaissance. Today it houses the historical archive<br />

of the ancient Republic, also known as Saint Blaise<br />

A photo of the exodus of the Italian citizens of Pola, ceded to Yugoslavia<br />

in the 1947 peace treaty. On the left there can be seen the arches of<br />

the Roman amphitheatre. (Photo courtesy of ANVGD Archive, Rome.)<br />

At the debate in Gorizia, the need was <strong>di</strong>scussed of reconstituting the<br />

historical memory of the tragic events that impacted Venezia-Giulia<br />

at the closing of the Second World War. Roma)<br />

Bettiza:<br />

Communism destroyed itself<br />

1989, his new book<br />

on the end of ideologies<br />

The Trieste daily “<strong>Il</strong> Piccolo” of May 20th<br />

featured an article by Alessandro Mezzena<br />

Lona, in which the journalist interviewed Enzo<br />

Bettiza: the title was “Bettiza: It was<br />

communism that killed itself”. The interview<br />

coincided with the publication of his new book,<br />

1989, de<strong>di</strong>cated to the events which brought<br />

about the collapse of the Berlin Wall and the<br />

end of 20 th Century ideologies. Bettiza is a Dalmatian writer and journalist<br />

who was born in Spalato. The book 1989 closes a three-part series de<strong>di</strong>cated<br />

to the collapse of totalitarian systems. We publish here some significant<br />

passages from the Mezzena Lona interview.<br />

(…) Enzo Bettiza, born in Spalato in 1927, harbors no doubts: the Berlin<br />

Wall would have collapsed even without Solidarnosc, even without Pope<br />

John Paul II and Reagan. He states this theory in his new book, “1989: the<br />

end of the 1900s” (…) published by Mondadori (…) “It was communism<br />

that killed communism,” he explained, “and I can state this, because I was<br />

close enough to see it happen. The entire apparatus, from the war economy<br />

to the gulags, the secret police, the collectivization that brought about such<br />

unrest in the countryside: all of it, at a certain point, began to unravel.”<br />

But wasn’t there a detonator that caused the USSR to implode?<br />

“Without a doubt, the beginning of the end is tied to the Soviet Red<br />

Army’s downfall in Afghanistan. Also, the insurrection of the Solidarity trade<br />

union against the communists, in Poland.”<br />

Legend says that it was all merit of Pope John Paul II.<br />

“The pope, Lech Walesa, and Reagan helped in a minimal way. Little<br />

shoulder shoves, of small consequence, that accelerated the process of selfdestruction<br />

that was already present, and had been for some time, in the<br />

make-up of communism.”<br />

Was the beginning of the end to be seen in the Budapest of 1956, and<br />

the Prague of 1968?<br />

“Absolutely. This is the reason that I wanted the book’s focal point to be<br />

the Berlin Wall. The long death rattle of communism began in Hungary and<br />

continued on in Czechoslovakia, as I <strong>di</strong>scussed in my previous two books in<br />

this series.” (…)<br />

And now, what survives of the old communist regime?<br />

“The old bureaucracy survives. Totalitarian power doesn’t have the rigid<br />

control over culture and society that it once had. In a nutshell, the old history<br />

of the Kuomintang is repeating itself. It is not true that China was a model of<br />

democracy in Chang Kai Shek’s time. The party that was in power was<br />

undoubtedly <strong>di</strong>ctatorial, sustained by Moscow, although it had a liberal<br />

economy.”<br />

And what about the Italian communists?<br />

“Enrico Berlinguer, in an interview with Giampaolo Pansa, admitted that<br />

he felt more secure under the NATO umbrella, than he would under the<br />

Warsaw Pact. And yet, the Italian communists were not able to anticipate, if<br />

not extremely briefly, that which developed into Gorbachev’s perestroika.”<br />

Did they perhaps wait for the USSR to destroy itself?<br />

“They always remained under the Soviet Union’s pull. They waited for<br />

the USSR to make the first move. They should have anticipated some moves,<br />

changing party name, slogans, their way of playing the political game. Maybe<br />

they should have strengthened their ties to Bettino Craxi, who had offered<br />

them his hand.” (…)<br />

Is that a mistake that the Left is still paying for, today?<br />

“No doubt about it. The extremely weak historical compromise between<br />

communists and Catholics failed. And today, still, the Left is searching for its<br />

own identity.” (…)<br />

Alessandro Mezzena Lona<br />

(“<strong>Il</strong> Piccolo”, May 20th, <strong>2009</strong>)<br />

(traduzioni <strong>di</strong> Lorie Simicich Ballarin)


<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

DIFESA ADRIATICA<br />

«esHistoria» <strong>2009</strong>, el confín<br />

oriental en el festival de Gorizia<br />

La e<strong>di</strong>ción <strong>2009</strong> de «esHistoria »,<br />

festival internacional que ha llegado<br />

en Gorizia a su quinta e<strong>di</strong>ción del 22<br />

al 24 de mayo, ha visto confrontarse<br />

delante de un atento publico<br />

historiadores y estu<strong>di</strong>osos, escritores y<br />

perio<strong>di</strong>stas, artistas y testimonios del<br />

pasado, italianos y extranjeros. Tres<br />

días de encuentros, debates,<br />

conferencias, entrevistas, lecciones,<br />

sobre el tema «Patrias», para<br />

reflexionar sobre aspectos históricos,<br />

geopolíticos, antropológicos y sociales<br />

que vinculan las comunidades<br />

humanas a los lugares de origen y para<br />

examinar los significados y las<br />

implicaciones de términos como<br />

identidad, ciudadanía, nacionalidad.<br />

Las vicisitudes de la Venecia Giulia<br />

y Dalmazia han tenido espacio en el<br />

tablero de «esHistoria » <strong>2009</strong> gracias<br />

al debate titulado «Una historia<br />

partida: los italianos de la costa oriental<br />

del Adriático» al que han tomado parte<br />

Corrado Belci, Piero Delbello, Anita<br />

Forlani, Egi<strong>di</strong>o Ivetic, Roberto Spazzali<br />

y Lucio Toth. La reflexión ha sido amplia,<br />

como amplias y <strong>di</strong>versas las<br />

perspectivas delineadas por cada<br />

relator. En evidencia el éxodo de la<br />

población italiana y la con<strong>di</strong>ción de<br />

subalternidad y de constricción en la<br />

que se encontraron aquellos que se<br />

quedaron bajo el nuevo régimen<br />

yugoslavo.<br />

Un debate muy completo, que ha<br />

hecho resaltar tanto el acercamiento<br />

entre desterrados y comunidades<br />

italianas en Istria, Quarnero y<br />

Dalmazia, como el retomar de la cultura<br />

italiana en el Adriático oriental<br />

superado el grave declinar registrado<br />

en los años ochenta. Ha salido a la<br />

luz también el papel de las nuevas<br />

generaciones que, en ambas partes del<br />

mar, piensan hoy en las propias raíces:<br />

lo que, ha deseado el prof. Spazzali,<br />

pueda servir para reconstruir una «patria<br />

del espíritu». Spazzali ha<br />

subrayado como la Yugoslavia de Tito<br />

ha perseguido dos objetivos: alejar de<br />

los territorios de antiguo asentamiento<br />

la población de origen latino-veneto<br />

y favorecer la inmigración a las costas<br />

istrianas y dalmatas de las regiones<br />

yugoslavas continentales, de modo de<br />

desnaturalizar completamente la<br />

composición étnica de las regiones<br />

alto-adriáticas. «Estas poblaciones – ha<br />

<strong>di</strong>cho el prof. Spazzali – han tenido<br />

en herencia monumentos e historia<br />

romano-veneta sin conocer ni siquiera<br />

la proveniencia».<br />

Toth: «es tiempo<br />

de reconocimiento<br />

de verdades históricas»<br />

Por esta razón, ha exhortado Lucio<br />

Toth (presidente nacional ANVGD) es<br />

La ciudad istriana de Pirano, de planta urbanística y arquitectónica<br />

exquisitamente veneciana, a la par de los otros centros urbanos de la<br />

península adriática. Aquí nació en el 1692 el compositor Giuseppe Tartini<br />

Dignano, Istria. Dos elegantes<br />

ventanas góticas venecianas<br />

in<strong>di</strong>spensable que «no se olviden las<br />

raíces latinas de aquella franja de<br />

italianidad que va desde Gorizia a las<br />

Bocche <strong>di</strong> Cattaro», y que más «que<br />

defender se alimente la cultura italiana»<br />

en esas tierras. Ha recordado por<br />

tanto como las relaciones entre<br />

desterrados y comunidades italianas<br />

más allá del confín converjan en la<br />

defensa de la cultura italiana en Istria,<br />

Fiume y Dalmazia: es «necesario<br />

defender la italianidad que queda<br />

todavía y alimentar en los jóvenes la<br />

unión entre los que residen en otros<br />

Países del mundo y los que se han<br />

quedado» ha aña<strong>di</strong>do Toth, que ha<br />

continuado: «La Europa de hoy esta<br />

afrontando flujos migratorios de<br />

proporciones inesperadas de otros<br />

continentes. Las ciudades europeas<br />

tendrán que resolver problemas de<br />

integración de miles de personas con<br />

culturas lejanas y valores <strong>di</strong>stintos de<br />

los nuestros. En este cuadro se deben<br />

ver de nuevo con humildad y realismo<br />

las perspectivas de convivencia<br />

en los territorios plurales del Alto<br />

Adriático de culturas seculares como<br />

la italiana, eslovena y croata que tienen<br />

raíces comunes.<br />

«Hace falta respeto recíproco en<br />

el momento en el que pe<strong>di</strong>mos al otro<br />

el reconocer nuestro punto de vista y<br />

tomamos acto del suyo. Para el pueblo<br />

esloveno de los Alpes Giulios y del<br />

Litoral el Estado italiano unitario ha<br />

sido visto con el complejo de David y<br />

Goliat: es decir como un coloso de<br />

decenas de millones de habitantes que<br />

lo quería aplastar contra los Alpes,<br />

privándolo de su identidad. Pero del<br />

mismo modo – ha proseguido el presidente<br />

ANVGD – los italianos de<br />

Venecia Giulia y de Dalmazia han visto<br />

primero el imperio austriaco y<br />

después Yugoslavia como grandes<br />

Países que incumbían sobre ellos,<br />

amenazando con echarlos de una<br />

franja de tierra donde se sentían<br />

autóctonos. La <strong>di</strong>ferencia es que el<br />

régimen fascista fracasó en su intento<br />

de asimilación forzada mientras el<br />

régimen comunista yugoslavo tuvo<br />

éxito en su operación de limpieza<br />

étnica, llegando casi a borrar la<br />

presencia italiana». Y ha concluido:<br />

«no es tiempo de reivin<strong>di</strong>caciones<br />

étnicas territoriales, sino de<br />

reconocimiento de verdades históricas<br />

que los jóvenes tienen que saber<br />

porque han costado dolores y<br />

sacrificios, éxodos y sangre. Un<br />

ejemplo viviente es constituido por los<br />

<strong>numero</strong>sos jóvenes de la tercera<br />

generación de los desterrados que a<br />

través de la asociación “Giuliani nel<br />

mondo” cada año van en busca de<br />

sus raíces a Istria, a Fiume y a<br />

Dalmazia. La esencia de la cultura<br />

romana y latina son civitas, polis, ley<br />

y valores civiles y culturales en su<br />

totalidad son <strong>di</strong>versos del concepto de<br />

etnia legado a elementos<br />

preferentemente genéticos».<br />

El prof. Egi<strong>di</strong>o Ivetic no ha<br />

escon<strong>di</strong>do las <strong>di</strong>ficultades que tocan<br />

hoy a los italianos «permanecidos»:<br />

«La vieja cultura croata y eslovena del<br />

Reino de Yugoslavia y la sucesiva de<br />

la Federativa yugoslava se presentaban<br />

como antitéticas a la italiana, a pesar<br />

de la función que la romanidad y la<br />

venecianidad habían ejercitado en el<br />

nacimiento y la constitución de estas<br />

culturas nacionales». Anita Forlani,<br />

escritora y publicista, exponente de la<br />

Comunidad nacional italiana de<br />

Dignano, ha subrayado con fuerza la<br />

función desarrollada por las<br />

Comunidades italianas de la que la<br />

misma Italia por mucho tiempo no se<br />

ha ocupado adecuadamente.<br />

Sergio Tazzer, organizador de la<br />

transmisión ra<strong>di</strong>ofónica RAI «Est-<br />

Ovest» ha terminado el encuentro.<br />

Red.<br />

15<br />

Capo<strong>di</strong>stria, las elegantes cresterías<br />

del Palacio Pretorio (mitad del siglo<br />

XV), e<strong>di</strong>ficio del que la fachada esta<br />

adornada con siete arcadas y<br />

conserva cuatro escudos de<br />

corregidores venetos. En la época<br />

me<strong>di</strong>eval fue libre municipio, desde<br />

1278 a 1797 perteneció a la<br />

Republica de Venecia<br />

Bettiza: el comunismo<br />

se ha autodestruido<br />

1989, su nuevo ensayo sobre<br />

el fin de las de las ideologías<br />

En el <strong>di</strong>ario “<strong>Il</strong> Piccolo” del 20 de mayo ha aparecido una entrevista de<br />

Alessandro Mezzena Lona a Enzo Bettiza, titulada Bettiza: «El comunismo<br />

se ha matado a sí mismo». La entrevista se ha publicado con ocasión de la<br />

salida en librería del nuevo ensayo del escritor y perio<strong>di</strong>sta dalmata (Bettiza<br />

ha nacido en Spalato), 1989, de<strong>di</strong>cado a los eventos que han conducido a<br />

la caída del muro de Berlín y de las ideologías del Novecientos.<br />

Con 1989 Bettiza cierra un tríptico, de<strong>di</strong>cado a la caída de los sistemas<br />

totalitarios. Reportamos algunos pasajes significativos de la entrevista de<br />

Mezzena Lona.<br />

[…] Enzo Bettiza, nacido en Spalato, en 1927, no tiene dudas: el Muro<br />

de Berlín habría caído sin Solidarnosc, sin Papa Wojtyla y sin Reagan. Y lo<br />

<strong>di</strong>ce con gran convicción en su nuevo libro «1989. El final del Novecientos»<br />

[…] publicado por Mondadori. […] «Ha sido el mismo comunismo el que<br />

ha matado al comunismo – explica Enzo Bettiza –. Y yo lo puedo decir<br />

porque lo he visto de cerca. Todo el aparato levantado, desde la economía<br />

de guerra a los gulag, a la policía secreta, a la colectivización que ha<br />

provocado desastres sobretodo en los campos, a un cierto punto se ha<br />

deshecho».<br />

Pero ¿Habrá habido un detonador que ha hecho explotar a la Urss?<br />

«Seguramente el inicio del fin esta unido al deshacerse la Armada Roja<br />

en Afganistán. Pero también a la insurrección del sin<strong>di</strong>cato Solidarnosc en<br />

Polonia contra el régimen comunista».<br />

La leyenda <strong>di</strong>ce que ha sido todo merito de Papa Wojtyla.<br />

«Lo del Papa, lo de Walesa, lo de Reagan, han sido ayu<strong>di</strong>tas. Pequeños<br />

golpes, no determinantes, que han acelerado el proceso de autodestrucción<br />

ya presente en el cuerpo del comunismo».<br />

¿Han sido el inicio del fin Budapest 1956, Praga 1968?<br />

«Absolutamente si. Por esto he querido de<strong>di</strong>car este libro a la caída del<br />

Muro de Berlín. La larga agonía del comunismo ha iniciado en Hungría y ha<br />

continuado en Checoslovaquia, como he contado en los otros dos ensayos<br />

de la trilogía». […]<br />

¿Ahora qué sobrevive del viejo régimen comunista?<br />

«Sobrevive la burocracia comunista. El poder totalitario no tiene ya el<br />

control rígido sobre la cultura, sobre la sociedad. Se esta repitiendo la historia<br />

del Kuomintang. No es que en tiempo de Chiang Kai Shek China fuera un<br />

modelo de democracia. El partido en el poder era indudablemente <strong>di</strong>ctatorial,<br />

sostenido por Moscú, pero con una economía libre».<br />

¿Y los comunistas italianos?<br />

«Enrico Berlinguer, en una entrevista a Giampaolo Pansa, había admitido<br />

sentirse más tranquilo bajo la sombra de la Nato que bajo el Pacto de Varsovia.<br />

Y aun así los comunistas italianos no han sabido anticipar, ni siquiera de un<br />

poco, la que después ha sido la perestroika de Gorbachov».<br />

¿Han esperado que la Urss se destruyera sola?<br />

«Se han quedado siempre arrastras de Moscú. Esperando que fueran los<br />

soviéticos los que <strong>di</strong>eran el primer paso. Sin embargo habrían tenido que<br />

anticiparse. Cambiar el nombre del partido, los slogans, su modo de hacer<br />

política. Quizás cogiendo al vuelo la mano exten<strong>di</strong>da de Bettino Craxi».<br />

[…]<br />

¿La izquierda paga todavía aquel error?<br />

«No cabe duda. El debilísimo compromiso histórico entre comunistas y<br />

católicos no ha funcionado. Y hasta hoy la izquierda esta buscando una<br />

identidad propia». […]<br />

Alessandro Mezzena Lona<br />

(“<strong>Il</strong> Piccolo”, 20 mayo <strong>2009</strong>)<br />

Portole, pequeño centro urbano en Istria. Casas abandonadas hace más<br />

de 60 años por la población italiana huida del régimen comunista de Tito<br />

En el 2004, en el 50º aniversario<br />

del Memorandum de Londres que<br />

asignaba del Territorio Libre de<br />

Trieste una Zona <strong>di</strong>cha ‘A’ a Italia<br />

y la <strong>di</strong>cha ‘B’ a Yugoslavia,<br />

Eslovenia ha imprimido este<br />

mapa, que in<strong>di</strong>caba las dos<br />

Zonas instituidas por el acuerdo.<br />

De notar el uso exclusivo de los<br />

topónimos eslovenos para in<strong>di</strong>car<br />

las ciudades de denominación<br />

histórica italiana<br />

(Traduzioni <strong>di</strong> Marta Cobian)<br />

Belgrado,<br />

25 de mayo <strong>2009</strong>.<br />

Un nostálgico<br />

del <strong>di</strong>ctador yugoslavo<br />

Josip Broz Tito en el<br />

día del aniversario<br />

del nacimiento.<br />

La Yugoslavia<br />

comunista<br />

le sobrevivió 11 años,<br />

desintegrándose así<br />

como ha suce<strong>di</strong>do<br />

a los regimenes<br />

totalitarios<br />

del este europeo


16 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />

Medaglia d’Oro ai Carabinieri<br />

per il confine orientale<br />

16 giugno <strong>2009</strong><br />

In occasione del 195° anniversario<br />

della fondazione dei Carabinieri,<br />

la Ban<strong>di</strong>era dell’Arma è stata decorata<br />

della Medaglia d’Oro al Merito Civile<br />

perché «dopo l’8 settembre 1943 lungo<br />

il confine nord orientale, l’Arma dei<br />

Carabinieri offriva un’esemplare prova<br />

<strong>di</strong> tenace abnegazione nell’alleviare<br />

le sofferenze delle popolazioni italiane<br />

dell’Istria, della Dalmazia e delle<br />

province <strong>di</strong> Trieste e Gorizia, dalla<br />

violenza <strong>di</strong> preponderanti forze ostili<br />

che riven<strong>di</strong>cavano la sovranità su quei<br />

territori. Nel drammatico sviluppo degli<br />

eventi, che comportarono la morte<br />

e l’esodo <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> italiani, oltre<br />

250 carabinieri immolarono la propria<br />

vita nella <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> quei martoriati territori.<br />

Confine nord orientale, 1943 -<br />

1947».<br />

Gorizia: intitolazione<br />

a Licurgo Olivi<br />

17 giugno <strong>2009</strong><br />

<strong>Il</strong> Comune <strong>di</strong> Gorizia ha organizzato<br />

per venerdì 19 giugno alle 15.30<br />

la cerimonia <strong>di</strong> scopertura della targa<br />

identificante la Scalinata intitolata a<br />

Licurgo Olivi, in via Goldoni (angolo<br />

via Parini), alla presenza dell’On. Stefania<br />

Craxi, Sottosegretario agli Affari<br />

Esteri. Alla cerimonia sarà presente una<br />

rappresentanza dell’ANVGD.<br />

Licurgo Olivi, nato a Bagnolo in<br />

Piano (Reggio Emilia) nel 1897, si trasferisce<br />

a Gorizia con la famiglia nei<br />

primi anni Venti. Componente del CLN<br />

<strong>di</strong> Gorizia, in rappresentanza del Partito<br />

Socialista, viene arrestato il 5 maggio<br />

1945 dalle truppe titine e deportato<br />

in Jugoslavia. Da allora, nonostante<br />

<strong>di</strong>verse segnalazioni, <strong>di</strong> Olivi non si<br />

ha più notizia alcuna.<br />

Sondaggi sulle foibe a confronto:<br />

14mln in più <strong>di</strong> italiani consapevoli<br />

18 giugno <strong>2009</strong><br />

Era il 1996 quando Datame<strong>di</strong>a, per<br />

conto del Tg2 Dossier, <strong>di</strong>ffondeva il suo<br />

sondaggio fra gli italiani sulla conoscenza<br />

della parola «Foibe». Poi venne<br />

l’istituzione del Giorno del Ricordo<br />

e il sondaggio gestito da Ferrari Nasi<br />

& Grisantelli per conto della ANVGD. E<br />

poi ancora il sondaggio <strong>di</strong> quest’anno<br />

dell’Istituto Alan Normann, voluto dal<br />

CDM <strong>di</strong> Trieste e dai Comitati ANVGD <strong>di</strong><br />

Trieste e Gorizia. […] <strong>Il</strong> dato più evidente<br />

è anche il più confortante: in<br />

questi ultimi anni 14 milioni <strong>di</strong> italiani<br />

sono passati dalla ignoranza più totale<br />

del significato della parola «Foibe»<br />

ad una presa <strong>di</strong> coscienza reale e concreta<br />

su una realtà storica così dolorosa<br />

per la nostra comunità nazionale.<br />

I meriti <strong>di</strong> questo percorso culturale<br />

vanno sicuramente ascritti a più soggetti:<br />

la legge istitutiva del Giorno del<br />

Ricordo, la fiction RAI sulle Foibe, le<br />

associazioni degli Esuli che svolgono<br />

le loro attività <strong>di</strong>vulgative grazie ai<br />

finanziamenti <strong>di</strong> una normativa ad<br />

hoc, le leggi regionali <strong>di</strong> sostegno alla<br />

conservazione culturale, la vitalità del-<br />

La rubrica <strong>di</strong> “Difesa”<br />

www.anvgd.it<br />

La Ban<strong>di</strong>era<br />

dell’Arma insignita<br />

<strong>di</strong> Medaglia d’Oro<br />

al Merito civile<br />

per l’opera pro<strong>di</strong>gata<br />

tra il 1943 e il 1947<br />

in favore<br />

della popolazione italiana<br />

nel durissimo contesto<br />

dell’occupazione<br />

jugoslava<br />

Gorizia, 1950. <strong>Il</strong> confine con la Jugoslavia (foto Life)<br />

la ANVGD che su tutto il territorio nazionale<br />

riesce ad accre<strong>di</strong>tarsi nel tessuto<br />

sociale con grande considerazione.<br />

Pur essendo – tutto ciò – motivo <strong>di</strong><br />

sod<strong>di</strong>sfazione, appare comunque<br />

chiaro che il cammino è ancora lungo<br />

e l’impegno dovrà essere faticoso e<br />

costante per arrivare ad una<br />

con<strong>di</strong>visione veramente completa <strong>di</strong><br />

queste vicende. […]<br />

(fonte Sede nazionale ANVGD)<br />

Venerdì 26 giugno<br />

si apre a Montegrotto Terme (PD)<br />

il 47° Raduno dei Fiumani<br />

25 giugno <strong>2009</strong><br />

<strong>Il</strong> primo atto ufficiale sarà alle 10.00<br />

con la posa <strong>di</strong> una corona al cippo<br />

commemorativo <strong>di</strong> Norma Cossetto,<br />

in località Duecarrare. Nel pomeriggio<br />

seguirà una escursione in battello<br />

sul Brenta e la visita a due ville venete.<br />

[…] Sabato 27 alle 10.30 è prevista la<br />

posa <strong>di</strong> una corona al Monumento ai<br />

Caduti in Montegrotto Terme. Alle<br />

15.30 il Consiglio comunale del Libero<br />

Comune <strong>di</strong> Fiume in Esilio. la presentazione<br />

<strong>di</strong> un libro, la consegna <strong>di</strong><br />

riconoscimenti ad alcune autorità.<br />

Domenica 28 […] l’Assemblea<br />

generale. Sul prossimo <strong>numero</strong> <strong>di</strong> “Difesa”<br />

la cronaca del Raduno.<br />

In alto:<br />

Raduno dei fiumani<br />

a Montegrotto Terme.<br />

Una parte dei partecipanti<br />

rendono omaggio<br />

in Piazza Due Carrare<br />

alla memoria<br />

<strong>di</strong> Norma Cossetto<br />

Nella foto<br />

in basso:<br />

Mario Stalzer<br />

e Italia Giacca<br />

(foto<br />

www.arcipelagoadriatico.it)<br />

Sito ANVGD: 300mila pagine<br />

visitate in un anno<br />

1° luglio <strong>2009</strong><br />

[…] Ecco i dati <strong>di</strong> rilevazione statistica<br />

del nostro sito internet per il<br />

mese appena trascorso.<br />

Anche giugno si chiude con un<br />

trend ampiamente positivo. Le visite<br />

al sito sono state 5.821 e i visitatori<br />

2.150, in entrambi i casi con un aumento<br />

del 79% rispetto a giugno dell’anno<br />

scorso. Le pagine visualizzate<br />

sono state 21.898 (+60%). Andando<br />

a verificare il trend degli ultimi 12 mesi<br />

solari, il nostro sito raggiunge e<br />

supera a giugno 2 importanti traguar<strong>di</strong>:<br />

30.000 visitatori (per circa 68.000<br />

visite) e 300.000 pagine visualizzate<br />

in un anno.<br />

Tornando ai dati del solo giugno,<br />

sono 33 le nazioni da cui gli utenti si<br />

sono collegati per visitare il nostro sito.<br />

Tra le prime: Italia, Croazia, Australia,<br />

Slovenia, Usa, Canada, Germania,<br />

Uruguay, Regno Unito, Svezia. Tra le<br />

località italiane più “affezionate” a giugno:<br />

Roma, Milano, U<strong>di</strong>ne, Torino,<br />

Padova, Genova, Napoli, Trieste,<br />

Firenze, Venezia.<br />

Filatelia: da Crema<br />

si guarda alla Dalmazia<br />

2 luglio <strong>2009</strong><br />

Se l’emissione per i sei secoli trascorsi<br />

dalla de<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Zara a Venezia<br />

appare, oramai, improbabile, non<br />

mancano le iniziative alternative.<br />

Come la mostra “Zaraseicento”, in programma<br />

a Crema (Cremona) […] A firmarla<br />

è la Società filatelica<br />

numismatica dalmata, che si è avvalsa<br />

del materiale messo a <strong>di</strong>sposizione<br />

soprattutto da Stefano Domenighini,<br />

coa<strong>di</strong>uvato da altri specialisti.<br />

Tre le collezioni in mostra. La prima,<br />

intitolata “Un saluto da Zara”, propone<br />

una selezione <strong>di</strong> cartoline locali<br />

e<strong>di</strong>te tra il 1894 e il 1940, permettendo<br />

<strong>di</strong> avvicinarsi alla città e alle sue<br />

caratteristiche prima che venisse <strong>di</strong>strutta<br />

dai bombardamenti del 1943-<br />

1944. Segue “La prima redenzione<br />

della Dalmazia: 1918-1923”, che ricostruisce<br />

le vicende nel momento in<br />

cui il territorio venne spartito fra l’Italia<br />

e la futura Jugoslavia, proponendo<br />

documenti postali relativi all’area.<br />

<strong>Il</strong> percorso si chiude con “Storia<br />

postale dalmata: 1815-1945”. <strong>Il</strong>lustra<br />

l’evoluzione del servizio postale durante<br />

il periodo austriaco, postbellico<br />

(1918-1923) e italiano, non trascurando<br />

l’occupazione tedesca e la prima<br />

fase jugoslava. <strong>Il</strong> 4 luglio verrà impiegato<br />

un annullo speciale.<br />

(fonte vaccari.it)<br />

Giallo filatelico<br />

sulla ex Jugoslavia<br />

2 luglio <strong>2009</strong><br />

Un salto in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> quasi vent’anni:<br />

l’annullo postale che celebra i Giochi<br />

del Me<strong>di</strong>terraneo, promosso dalla<br />

Filanxanum <strong>2009</strong> con la <strong>di</strong>citura «La<br />

cultura dei Paesi partecipanti», riproduce<br />

erroneamente una carta politica<br />

dei Paesi che si affacciano sul Mare<br />

nostrum antecedente la separazione<br />

della Jugoslavia (si veda qui la foto<br />

www.vaccari.news).<br />

Sono infatti sei gli Stati riconosciuti<br />

a livello internazionale in cui è <strong>di</strong>visa<br />

oggi la federazione fondata dopo la<br />

Seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, e cinque <strong>di</strong><br />

questi partecipano a Pescara <strong>2009</strong>:<br />

Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia e<br />

Montenegro. <strong>Il</strong> sesto, la Macedonia,<br />

sarà invece ammesso a partire dalla<br />

prossima e<strong>di</strong>zione della competizione.<br />

L’annullo postale invece, che tra<br />

l’altro riproduce solo la parte più occidentale<br />

del Me<strong>di</strong>terraneo e non<br />

evidenzia neanche Paesi più piccoli<br />

quali Monaco o Andorra, omaggia uno<br />

Stato che non esiste più, e che pertanto<br />

non partecipa ai Giochi del Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Non è la prima volta che filatelia e<br />

numismatica scivolano sulla geografia.<br />

[…].<br />

(fonte lanciano.it su segnalazione<br />

<strong>di</strong> Ferruccio Calegari)<br />

Cartolina <strong>di</strong> franchigia<br />

affrancata con annullo<br />

della Posta Militare,<br />

a firma <strong>di</strong> Paolo Anfossi<br />

generale comandante<br />

della Brigata Gaeta<br />

in Dalmazia, la cui presenza<br />

è confermata<br />

sino al marzo 1921

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