Il numero di Agosto-Settembre 2009 - Associazione Nazionale ...
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La Redazione risponde<br />
Beni abbandonati<br />
non compresi<br />
nei trattati.<br />
Di cosa si tratta?<br />
A cura dell’Avv.<br />
Vipsania Andreicich<br />
A pagina 5<br />
anno XV - n° 8-9<br />
<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
perio<strong>di</strong>co mensile dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> Venezia Giulia e Dalmazia<br />
Centro Stu<strong>di</strong> padre Flaminio Rocchi<br />
Poste Italiane SpA - Spe<strong>di</strong>zione in<br />
Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in<br />
L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma<br />
La storia e la scuola<br />
Aggiornare i testi e la <strong>di</strong>dattica.<br />
La richiesta della FederEsuli<br />
Non è nuova, anzi è dolorosamente<br />
antica, la questione dell’assenza,<br />
da grande parte della<br />
manualistica italiana, della «questione<br />
giuliana», cui in questi decenni<br />
sono state assegnate poche<br />
righe in conclusione del capitolo<br />
de<strong>di</strong>cato alla seconda guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />
Quando andava bene.<br />
Una mancanza, questa, che ha<br />
molteplici ragioni, <strong>di</strong> politica interna<br />
e <strong>di</strong> “opportunità” internazionali.<br />
La forte impronta data dal PCI <strong>di</strong> Togliatti alla Resistenza – al punto da<br />
oscurare quella non comunista –, il problema dei governi post-bellici <strong>di</strong><br />
inserire l’Italia nelle alleanze occidentali, la <strong>di</strong>ffidenza e l’incomprensione<br />
<strong>di</strong> alcune potenze alleate, hanno giocato un ruolo <strong>di</strong> primo piano nella<br />
progressiva emarginazione del confine orientale dalla coscienza pubblica e<br />
dai testi in uso nelle scuole.<br />
Tuttavia, non è stato sempre così. Chi abbia motivo <strong>di</strong> sfogliare la stampa<br />
quoti<strong>di</strong>ana e perio<strong>di</strong>ca dal 1945 ad almeno il 1954, facilmente può verificare<br />
quanto fosse presente agli animi la drammatica e angosciosa situazione<br />
della Venezia Giulia sotto l’occupazione jugoslava, e quanto acuta fosse<br />
l’attenzione per le trattative in corso alla conferenza della pace, fino a quel<br />
1947 che infranse tutte le <strong>di</strong>sperate speranze dei giuliani e dei dalmati, fossero<br />
o meno già esuli.<br />
<strong>di</strong> Patrizia C. Hansen (segue a pagina 2)<br />
La storia giuliano-dalmata<br />
sulla via della seta<br />
Si è svolto il 15 giugno a Tashkent, capitale della Repubblica<br />
dell’Uzbekistan, il seminario internazionale «Ju<strong>di</strong>cial and Legal Reform»<br />
organizzato dalla locale Procura della Repubblica in collaborazione con<br />
l’Institute for Stu<strong>di</strong>es of the Civil Society, il National Center on Human Rights,<br />
il Tashkent State Institute of Law. Do<strong>di</strong>ci giuristi da vari Paesi esteri (USA,<br />
Giappone, Russia, Francia, In<strong>di</strong>a, ed altri) sono stati invitati nella città<br />
centroasiatica per <strong>di</strong>scutere su importanti temi giuri<strong>di</strong>co-sociali.<br />
Per l’Italia era presente l’avv. Vittorio Giorgi, che ha esposto una relazione<br />
sull’istituto dell’Avvocatura in Italia, evidenziando aspetti normativi e<br />
pratici della professione forense. Due anni l’avv. Giorgi ha partecipato come<br />
osservatore internazionale alle elezioni presidenziali in Uzbekistan, per<br />
garantire la regolarità delle operazioni elettorali. Situata lungo l’antica Via<br />
della Seta, Tashkent conta oggi oltre due milioni <strong>di</strong> abitanti e, per i suoi<br />
2200 anni, a settembre ospiterà imponenti manifestazioni celebrative.<br />
L’avv. Giorgi è un appassionato della nostra storia, ha scritto <strong>di</strong>versi e<br />
approfon<strong>di</strong>ti articoli sulle nostre vicende e collabora attivamente anche alla<br />
nostra vita associativa. Nel corso della sua permanenza nella Repubblica<br />
dell’Uzbekistan, Giorgi ha fatto visita anche al Dipartimento <strong>di</strong> italianistica,<br />
incontrandone i docenti, parlando loro del suo impegno associazionistico<br />
e consegnando loro simpaticamente, come nella foto qui riprodotta, una<br />
copia <strong>di</strong> “Difesa”. La storia giuliana e dalmata sulla via della seta…<br />
Red.<br />
Samarcanda<br />
(Repubblica<br />
dell’Uzbekistan),<br />
Facoltà <strong>di</strong> Lingue<br />
straniere - Dipartimento<br />
<strong>di</strong> italiano: i docenti<br />
con il nostro mensile.<br />
A sin., l’avv. Vittorio<br />
Giorgi, “responsabile”<br />
<strong>di</strong> tanto lungo viaggio<br />
del nostro giornale…<br />
“èStoria” <strong>2009</strong>:<br />
the Eastern Border at the Gorizia Festival<br />
In english language to page 14<br />
«esHistoria» <strong>2009</strong>, el confín oriental<br />
en el festival de Gorizia<br />
En lengua española en la página 15<br />
Senato, mozione bipartisan per i <strong>di</strong>ritti degli Esuli<br />
<strong>Il</strong> Governo affronti i problemi<br />
degli esuli giuliano-dalmati<br />
Approvata dal Senato, all’unanimità,<br />
il 14 luglio, la mozione dei sen.<br />
Carlino (IDV), i quali hanno evidenziato<br />
Peterlini (UDC-SVP-Aut), Pittoni (LNP),<br />
Gasparri (PDL) ed altri, ma sottoscritta da<br />
le molteplici ragioni che militano a favore<br />
dell’assunzione degli impegni richie-<br />
rappresentanti <strong>di</strong> tutti i Gruppi, che richiama<br />
ed impegna il Governo ad attuare<br />
– nell’ambito delle trattative in cor-<br />
<strong>Il</strong> documento bipartisan richiama<br />
sti da parte del Governo.<br />
so <strong>di</strong> adesione della Croazia all’Unione<br />
anche l’attenzione dell’Esecutivo sul<br />
Europea – tutte le misure necessarie per<br />
gruppo nazionale italiano nei territori<br />
tutelare i <strong>di</strong>ritti degli Esuli giulianodalmati<br />
in or<strong>di</strong>ne alla restituzione <strong>di</strong> beni<br />
invita «a lavorare per il pieno rispetto<br />
ceduti dell’Istria e della Dalmazia e lo<br />
espropriati dal regime jugoslavo ai citta<strong>di</strong>ni<br />
italiani dopo la Seconda guerra mon-<br />
(nella foto) sui <strong>di</strong>ritti degli esuli comunità nazionale italiana residente<br />
Mozione bipartisan in Senato degli accor<strong>di</strong> italo-croati a tutela della<br />
<strong>di</strong>ale.<br />
nella Repubblica <strong>di</strong> Croazia, nel quadro<br />
«Considerato che permangono le attese degli esuli italiani<br />
dall’Istria, Fiume e Dalmazia» il documento raccomanda La mozione elabora i contenuti del lungo lavoro <strong>di</strong><br />
della normativa comunitaria sul rispetto delle minoranze».<br />
<strong>di</strong> «salvaguardare i <strong>di</strong>ritti degli italiani che hanno abbandonato<br />
i territori assegnati alla ex Jugoslavia; a proseguire, nel-<br />
seno al Tavolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento fortemente voluto dalle as-<br />
FedEsuli e ANVGD sulle istituzioni e sulle forze politiche in<br />
l’ambito del tavolo Governo-esuli, nella richiesta <strong>di</strong> una verifica<br />
<strong>di</strong> tutte le possibilità <strong>di</strong> restituzione <strong>di</strong> beni ad essi <strong>di</strong>battito promosso a Roma dall’ANVGD con i rappresentanti<br />
sociazioni degli Esuli giuliano-dalmati, e segue l’incontro-<br />
espropriati».<br />
<strong>di</strong> maggioranza ed opposizione, il 22 giugno scorso, sugli<br />
Un impegno fatto proprio dal Sottosegretario <strong>di</strong> Stato alla obblighi della Croazia nei confronti dei citta<strong>di</strong>ni italiani illegalmente<br />
espropriati dei beni e, più in generale, sui no<strong>di</strong> an-<br />
Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanar<strong>di</strong>, che, pur ribadendo<br />
il sostegno del Governo italiano all’integrazione europea<br />
della Croazia, ha rimarcato la necessità <strong>di</strong> risolvere pensioni, riscatto agevolato degli immobili, conservazione<br />
cora irrisolti: indennizzi per i beni abbandonati, anagrafe,<br />
alcune questioni ancora aperte, e sollevate da questa mozione.<br />
Analoghi interventi sono venuti dai senatori Camber e Temi, questi, sui quali FedEsuli e ANVGD attendono rispo-<br />
dei beni monumentali.<br />
Gasparri (PDL), Pegorer, Perduca, Blazina, Marinaro (PD), ste concrete.<br />
Indennizzi con<strong>di</strong>zionati<br />
dalla crisi economica<br />
Conferenza stampa<br />
della FederEsuli per fare il punto<br />
delle trattative con il Governo<br />
Frattini:<br />
«Zagabria nell’UE nel 2011»<br />
Riunito alla Farnesina il Comitato dei ministri Italia-Croazia<br />
Segue a pagina 5<br />
Sulla riunione dei ministri Italia-Croazia<br />
è pesata anche l’ombra del veto opposto<br />
dalla Slovenia all’ingresso <strong>di</strong> Zagabria<br />
nell’UE. <strong>Il</strong> comunicato della Farnesina,<br />
emesso al termine dell’incontro<br />
bilaterale, non ha fatto menzione della<br />
questione dei beni espropriati agli Esuli,<br />
citata invece dal quoti<strong>di</strong>ano “<strong>Il</strong> Piccolo”<br />
Una conferenza stampa della Federazione degli Esuli,<br />
il 18 giugno a Trieste, con interventi <strong>di</strong> Renzo Codarin,<br />
Lorenzo Rovis e Renzo de’Vidovich per approfon<strong>di</strong>re l’informazione<br />
sul recente Tavolo Governo-Esuli svoltosi a<br />
Roma l’11 giugno su iniziativa del Sottosegretario agli<br />
Esteri Gianni Letta.<br />
Aspettative in parte <strong>di</strong>sattese, soprattutto per quanto<br />
riguarda gli indennizzi, ma anche segnali che sciolgono<br />
no<strong>di</strong> fondamentali per il riconoscimento della storia dell’esodo<br />
e della realtà delle associazioni.<br />
«L’Italia fornisce un “forte e convinto”<br />
sostegno all’adesione della<br />
Croazia nell’UE entro i primi mesi<br />
del 2011. Lo ha detto il Ministro<br />
Franco Frattini, al termine della riunione<br />
del Comitato dei Ministri Italia-Croazia,<br />
a Villa Madama. Bisogna<br />
riprendere le trattative “in tempi<br />
rapi<strong>di</strong>ssimi” e mantenere fede al<br />
calendario attuale, che prevede la<br />
conclusione dei negoziati a fine<br />
2010, “un obiettivo ambizioso che<br />
l’Italia sosterrà”, ha puntualizzato<br />
il Ministro, sottolineando che il<br />
percorso della Croazia verso l’ UE<br />
non deve essere rallentato dal<br />
contenzioso con la Slovenia, perché<br />
“le regole europee devono avere<br />
un percorso autonomo e le questioni<br />
bilaterali non devono interferire<br />
con le adesioni”. […] <strong>Il</strong> Ministro degli Esteri croato<br />
Jandrokovic ha ringraziato l’Italia per il sostegno all’ingresso<br />
<strong>di</strong> Zagabria nell’UE, che sarebbe “importante per<br />
la pace e la stabilità” dell’intero sudest europeo, ed ha<br />
invitato la Slovenia a bloccare il contenzioso sui confini.<br />
Quin<strong>di</strong>, ha chiesto all’Italia <strong>di</strong> investire <strong>di</strong> più ed in <strong>di</strong>versi<br />
settori del proprio Paese».<br />
Questo, qui riprodotto in parte ma leggibile integralmente<br />
sul sito del MAE (www.esteri.it), il comunicato emesso<br />
dalla Farnesina a seguito dell’incontro<br />
Frattini- Jandrokovic. Per leggere<br />
della questione dei beni perduti<br />
dagli italiani bisogna tuttavia<br />
consultare le agenzie <strong>di</strong> stampa e<br />
l’articolo apparso su “<strong>Il</strong> Piccolo il 2<br />
luglio a firma <strong>di</strong> Mauro Manzin, nel<br />
quale a tale riguardo si legge: «Altro<br />
tema “caldo” affrontato ieri a<br />
Villa Madama il problema dei beni<br />
abbandonati dagli esuli istriani,<br />
fiumani e dalmati. “Esprimo grande<br />
fiducia nello sviluppo del <strong>di</strong>alogo<br />
bilaterale con la Croazia – <strong>di</strong>chiara<br />
Frattini – sempre però – precisa<br />
– riguardo a quei casi che non<br />
sono compresi nel Trattato <strong>di</strong><br />
Osimo e negli Accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma.<br />
Seguiremo – precisa ancora il ministro<br />
– con estrema attenzione il<br />
processo <strong>di</strong> denazionalizzazione in Croazia con un regolare<br />
scambio <strong>di</strong> informazioni». «Gran parte dei casi –<br />
gli fa eco Jandrokovic – è già stato risolto con Osimo e<br />
Roma. Certo c’è un <strong>numero</strong> <strong>di</strong> persone che non ricade in<br />
questa cornice e il tutto è all’esame della Corte suprema<br />
croata. Quello che posso garantire – conclude – è che le<br />
soluzioni che saranno prese dal mio Paese saranno conformi<br />
ai più elevati standard europei».<br />
Red.
2 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
continua dalla prima pagina<br />
La storia e la scuola<br />
Aggiornare i testi e la <strong>di</strong>dattica.<br />
La richiesta della FederEsuli<br />
Ed è utile ricordare come, in realtà, la «questione giuliana» sia stata<br />
presente nei manuali almeno sino agli anni Sessanta, come ha argomentato<br />
qualche anno ad<strong>di</strong>etro lo stu<strong>di</strong>oso Antonio Fares in un contributo apparso<br />
nella Biblioteca dell’Enciclope<strong>di</strong>a Italiana. Perché dunque il tema scomparve<br />
da allora in avanti? Anche questa domanda ha molte risposte. Un recente<br />
intervento del prof. Giuseppe Parlato è, nella sua sintesi, illuminante: «la<br />
storiografia ha […] risentito della politica e dell’ideologia […]».«Per un altro<br />
verso – prosegue lo storico – la ricerca storiografica fu con<strong>di</strong>zionata anche<br />
dalle autorità politiche […] che aiutarono gli Esuli dal punto <strong>di</strong> vista dell’inserimento<br />
[…] nella società italiana, a con<strong>di</strong>zione che tale questione rimanesse<br />
circoscritta […], che non <strong>di</strong>ventasse cioè un problema strettamente<br />
connesso con la definizione dell’identità nazionale […]».<br />
Se è vero, come è vero, che la “colpa” del fascismo ha pesato enormemente<br />
sulla sottomissione dell’Italia al Diktat del trattato <strong>di</strong> pace, offuscando<br />
il periodo <strong>di</strong> cobelligeranza, successivamente l’atteggiamento dell’intera Nazione<br />
verso gli sfortunati connazionali è stato negativamente con<strong>di</strong>zionato<br />
dalla propaganda togliattiana, che aveva interesse ad identificare i profughi<br />
con il fascismo. <strong>Il</strong> graduale passaggio ad un clima <strong>di</strong> monopolio culturale<br />
della sinistra <strong>di</strong> rigorosa ortodossia comunista e il ridotto interesse dei partiti<br />
<strong>di</strong> massa, anche <strong>di</strong> centro, per l’identità nazionale, hanno via via emarginato<br />
dal <strong>di</strong>battito e dall’istruzione pubblici le vicissitu<strong>di</strong>ni e le ragioni <strong>di</strong> una<br />
comunità fortunosamente sfuggita alla persecuzione, e il sistema della soppressione<br />
violenta come strumento intimidatorio esercitato dalle bande <strong>di</strong><br />
occupazione.<br />
E, in ultimo, ci sembra con<strong>di</strong>visibile l’analisi <strong>di</strong> Angelo Panebianco sul<br />
“Corriere della Sera” (La debole unità <strong>di</strong> un Paese, 26 luglio <strong>2009</strong>), laddove<br />
l’e<strong>di</strong>torialista rileva come i partiti tra<strong>di</strong>zionali (DC e PCI) fossero «il mastice in<br />
una fase storica, seguita alla <strong>di</strong>ttatura e alla sconfitta bellica, in cui l’ere<strong>di</strong>tà<br />
risorgimentale era stata seriamente lesionata e logorata sul piano politicosimbolico».<br />
In quanto, è bene ricordarlo, l’accidentato percorso delle genti<br />
giuliane e dalmate verso l’agognata unione con l’Italia affonda le sue ra<strong>di</strong>ci<br />
nel processo risorgimentale, dal quale l’irredentismo democratico e liberale<br />
attinse la sua linfa, fino agli istriani fratelli Stuparich, al triestino Slataper, al<br />
fiumano Burich.<br />
La scuola nell’agenda della FederEsuli<br />
Ora, accertato che la storiografia contemporanea ha iniziato a pagare<br />
il suo debito grazie ai ra<strong>di</strong>cali mutamenti politici avvenuti nell’intero continente<br />
europeo e alla <strong>di</strong>ssoluzione dei più ostili apparati ideologici, è tempo<br />
che il ripensamento sulla storia del Novecento giunga finalmente anche ai<br />
testi scolastici. Ha ragione Parlato, nel citato intervento, quando rammenta<br />
come questi libri «tendono a ripetere tesi già consolidate e le innovazione<br />
che la ricerca apporta alla comunità degli stu<strong>di</strong>osi raramente vengono recepite<br />
tempestivamente dai manuali», anche per la logica commerciale che<br />
connota l’e<strong>di</strong>toria scolastica e non, che sforna volentieri antologie ipertrofiche<br />
ma non aggiorna i contenuti, o li aggiorna seguendo mode e gusti transitori.<br />
Tanto è importante che la «questione giuliana» torni alla memoria e alla<br />
consapevolezza del Paese in questa controversa transizione verso un sistema<br />
che si vorrebbe federale. Per una somma <strong>di</strong> ragioni, tutte ben fondate, la<br />
FederEsuli ha inserito l’aggiornamento dei testi scolastici nell’agenda <strong>di</strong> confronto<br />
con il Governo, chiedendo espressamente per l’autunno un incontro<br />
con i responsabili del Ministero dell’Istruzione. Sul «Tavolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento»<br />
può già “pesare” favorevolmente una seria produzione storiografica<br />
che da <strong>di</strong>versi anni, in piena libertà come è giusto, affronta ed analizza quel<br />
dramma rimosso nel più ampio orizzonte europeo, nella cornice degli scontri<br />
fra totalitarismi e nazionalismi esasperati, nel quadro della guerra che ha<br />
sconvolto assetti statuali e antichi inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> popolazioni.<br />
Soltanto una ricerca storica <strong>di</strong> alto profilo può e deve impegnarsi in<br />
questo senso. Nessuno pensa, ovviamente, ad esigere o imporre una verità<br />
<strong>di</strong> Stato, propria dei regimi totalitari; ma un vero, serio impegno <strong>di</strong> lunga<br />
durata nel sensibilizzare autori, e<strong>di</strong>tori, <strong>di</strong>rigenti e docenti ad aggiornare le<br />
categorie concettuali e gli strumenti <strong>di</strong>dattici. Se la scuola dev’essere luogo<br />
<strong>di</strong> formazione del futuro citta<strong>di</strong>no, questi non può non essere posto in con<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> conoscere la storia nella sua integrità, depurata dalle incrostazioni<br />
se<strong>di</strong>mentate nei decenni dai dogmatismi <strong>di</strong> opposte concezioni illiberali.<br />
Nuove linee-guida devono essere concepite e <strong>di</strong>ffuse a beneficio sì della<br />
memoria <strong>di</strong> quanti hanno patito violenze e ingiustizie irreparabili, ma anche<br />
della formazione degli italiani <strong>di</strong> domani, che siano intellettualmente liberi<br />
e consapevoli.<br />
Patrizia C. Hansen<br />
fatti e commenti<br />
La Resistenza giuliana nel nome del Tricolore.<br />
Finalmente si rende giustizia ai patrioti “<strong>di</strong>menticati”<br />
In occasione della recente presentazione,<br />
a Trieste, del volume La Resistenza<br />
patriottica a Trieste. 1943-1945,<br />
e<strong>di</strong>to dalla LEG <strong>di</strong> Gorizia e curato da<br />
Lino Felician, Fabio Forti, Vittorio<br />
Leschi e Stelio Spadaro e con un saggio<br />
<strong>di</strong> Marina Cattaruzza, il Presidente<br />
nazionale dell’ANVGD, Toth, ha<br />
emesso il comunicato che segue.<br />
<strong>Il</strong> volume, de<strong>di</strong>cato agli avvenimenti<br />
della Resistenza italiana nella<br />
Venezia Giulia, tra il 1943 e il 1945<br />
riguarda non solo Trieste, ma anche<br />
l’intera Venezia Giulia, e intende gettare<br />
luce, in particolare, sul 30 aprile<br />
1945, quando nel capoluogo giuliano<br />
ebbe luogo l’insurrezione armata contro<br />
l’occupatore tedesco, mentre cospicua<br />
parte della storiografia ufficiale<br />
ha invece, per decenni, avallato la tesi<br />
<strong>di</strong> una liberazione attribuita agli jugoslavi.<br />
L’iniziativa si deve al Corpo Volontari<br />
della Libertà <strong>di</strong> Trieste, che ha voluto<br />
così ricordare i patrioti e i Caduti<br />
che tentarono <strong>di</strong> salvare l’italianità<br />
della loro città da coloro che si presentarono<br />
nella veste ingannevole <strong>di</strong><br />
liberatori, con lo scopo <strong>di</strong> annettere<br />
l’intera regione alla Jugoslavia.<br />
__________________________<br />
Con la presentazione, nel capoluogo<br />
giuliano, del volume «La Resistenza<br />
patriottica a Trieste. 1943-1945»,<br />
alla cui stesura hanno partecipato<br />
eminenti storici e testimoni <strong>di</strong> quei<br />
drammatici eventi, si offre un determinante<br />
contributo alla conoscenza <strong>di</strong><br />
una Resistenza che ha pagato un tragico<br />
tributo all’occupazione della Venezia<br />
Giulia da parte dei partigiani<br />
comunisti <strong>di</strong> Tito ed è stata lungamente<br />
oscurata nei decenni successivi a<br />
causa del monopolio ideologico e<br />
dell’uso politico della storia: tanto più<br />
deprecabili quanto più hanno infierito<br />
sulla limpida volontà della popolazione<br />
italiana autoctona <strong>di</strong> rimanere fedele<br />
– con l’esodo – alla propria identità<br />
nazionale e <strong>di</strong> scegliere i valori<br />
della libertà e della democrazia in<br />
un’Italia alla cui ricostruzione ha generosamente<br />
contribuito.<br />
Viene finalmente fatta luce sull’insurrezione<br />
patriottica <strong>di</strong> Trieste del 30<br />
aprile 1945 ad opera del Corpo Volontari<br />
della Libertà. Insurrezione non<br />
isolata, se in altre città dell’Istria, come<br />
i giornali clandestini della Resistenza<br />
italiana repubblicana e cattolica riportavano,<br />
analoghi tentativi vennero subitaneamente<br />
repressi con feroce violenza<br />
dagli jugoslavi: il conclamato<br />
antifascismo celava malamente il <strong>di</strong>segno<br />
annessionistico dell’intera Venezia<br />
Giulia, sino all’Isonzo, ben prima<br />
<strong>di</strong> qualunque trattativa <strong>di</strong> pace.<br />
La ricerca storica offre oggi un contributo<br />
determinante alla giustizia che<br />
si deve alla verità dei fatti e ai protagonisti<br />
– singoli in<strong>di</strong>vidui e intere comunità<br />
profughe – e illumina il reale volto<br />
dell’occupazione jugoslava, intesa<br />
a eliminare, fisicamente e politicamente,<br />
gli antifascisti e patrioti italiani così<br />
come l’intera popolazione italiana in<br />
quanto tale, scomo<strong>di</strong> entrambi al progetto<br />
totalitario concepito da Tito in<br />
nome della libertà dei popoli.<br />
Roma, 8 luglio <strong>2009</strong><br />
On. Lucio Toth<br />
Cattaro, costituitasi la Comunità degli italiani<br />
per quattro secoli la città appartenne alla Serenissima<br />
Si è ufficialmente costituita a Cattaro<br />
Per oltre quattro secoli Cattaro ha<br />
(Kotor), nel Montenegro, la Comunità<br />
fatto parte della Repubblica <strong>di</strong> Venezia.<br />
<strong>Il</strong> suo incantevole centro storico e<br />
italiana. All’inaugurazione della sede<br />
ha partecipato il vice<strong>di</strong>rettore centrale<br />
l’operoso spirito della sua Comunità<br />
delle Relazioni internazionali della<br />
veneto-italiana oggi ne rendono una<br />
Regione Friuli Venezia Giulia, Giuseppe<br />
Napoli, che ha letto il messaggio <strong>di</strong><br />
Nel suo messaggio il presidente<br />
forte, luminosa testimonianza.<br />
saluto del presidente Renzo Tondo. La<br />
della Regione Renzo Tondo ha rilevato<br />
regione infatti, ha instaurato da tempo<br />
come «le tra<strong>di</strong>zioni storiche e culturali<br />
un contatto <strong>di</strong> collaborazione con la<br />
che legano l’Italia e il Friuli Venezia<br />
Comunità nell’ambito <strong>di</strong> un programma<br />
<strong>di</strong> cooperazione . Erano presenti<br />
del rapporto che si è creato con la no-<br />
Giulia al Montenegro stanno alla base<br />
alla cerimonia, con il presidente della<br />
stra Comunità degli italiani. Esse rappresentano<br />
un patrimonio <strong>di</strong> valori che<br />
neo costituita Comunità, Paolo<br />
Perugini, l’ambasciatore italiano a<br />
la nostra Regione, nell’ambito delle sue<br />
Podgorica, Francesco Barbanti; l’on.<br />
competenze, intende contribuire a preservare».<br />
Renzo de’ Vidovich (Fondazione Rustia<br />
Traine <strong>di</strong> Trieste); Giuseppe Napoli (ufficio<br />
Relazioni Internazionali Regione<br />
esteso le sue competenze su quel terri-<br />
Dal canto suo l’Unione Italiana ha<br />
Friuli Venezia Giulia); Gen. Elio<br />
L’ingresso<br />
torio, dopo averne constatato la «richiesta<br />
d’italianità»: l’organismo fornirà ab-<br />
Ricciar<strong>di</strong> (Dalmati Italiani nel Mondo), della Comunità degli Italiani<br />
Rachele Denon Poggi (Centro Ricerche<br />
bonamenti a riviste e giornali, contribuirà<br />
a manifestazioni artistiche e cul-<br />
Culturali Dalmate <strong>di</strong> Spalato), avv. Vittorio<br />
Giorgi (URSE, Unione Regioni Storiche Europee), Bruno<br />
Giuseppe Moretto (Veneziani nel Mondo), Cavaliere<br />
d. a.<br />
turali e fornirà materiale per corsi d’italiano.<br />
Tonino Bortoletto, <strong>di</strong>rettore perio<strong>di</strong>co “Le Tre Venezie” e<br />
Franco Bongi, Console onorario d’Italia a Ragusa-<br />
Dubrovnik.<br />
Da sin.: Paolo Perugini, Vittorio Giorgi; Sergio<br />
Barbanti; Maria Grego Radulovic; Renzo de’ Vidovich<br />
Cattaro, la Torre dell’Orologio<br />
Croazia<br />
nell’UE,<br />
i tempi<br />
si allungano<br />
<strong>Il</strong> contenzioso sui confini marittimi<br />
con la Slovenia irrita l’Europa<br />
Sembra rinviata a data da definirsi<br />
l’adesione della Croazia all’Unione<br />
Europea: la prossima presidenza <strong>di</strong><br />
turno dei Ventisette (svedese) non intende<br />
proporre nuove me<strong>di</strong>azioni per<br />
tentare <strong>di</strong> <strong>di</strong>rimere i contrasti, apparentemente<br />
insanabili, fra Zagabria e<br />
Lubiana sulle linee <strong>di</strong> confine. Lo ha<br />
confermato il ministro degli Esteri svedese,<br />
Carl Bildt, illustrando ai giornalisti<br />
le linee guida dei prossimi sei mesi<br />
<strong>di</strong> lavoro dell’UE.<br />
Bildt ha riba<strong>di</strong>to che quella tra<br />
Croazia e Slovenia «è una <strong>di</strong>sputa<br />
bilaterale e la responsabilità è dei Paesi<br />
stessi, che non dovrebbero a nostro<br />
avviso bloccare i negoziati <strong>di</strong> accesso<br />
alla UE, ma <strong>di</strong> fatto è quanto avvenuto».<br />
Secondo il commissario all’allargamento,<br />
Olli Rehn, «è tempo che i<br />
due Paesi riflettano», per vedere poi<br />
«a un certo punto» questa riflessione<br />
quale risultato avrà prodotto.<br />
Già la presidenza ceca uscente<br />
aveva deciso <strong>di</strong> cancellare la conferenza<br />
<strong>di</strong> accesso della Croazia. «Nonostante<br />
i notevoli sforzi per facilitare<br />
una soluzione i negoziati <strong>di</strong> accesso<br />
della Croazia rimangono bloccati e<br />
nessun nuovo capitolo può essere formalmente<br />
aperto o chiuso», si legge<br />
in una nota emessa dalla presidenza<br />
UE.<br />
d.a
<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
Ricorrono quest’anno i cento anni<br />
dalla pubblicazione, il 5 febbraio, del<br />
Manifesto futurista <strong>di</strong> Filippo Tommaso<br />
Marinetti sulla “Gazzetta dell’Emilia”,<br />
ripreso qualche giorno dopo da altri<br />
quoti<strong>di</strong>ani italiani, tra i quali “L’Arena<br />
<strong>di</strong> Verona” e “<strong>Il</strong> Piccolo” <strong>di</strong> Trieste, e<br />
per finire su “Le Figaro” <strong>di</strong> Parigi, il 20<br />
febbraio, data <strong>di</strong>venuta in seguito quella<br />
“ufficiale” della nascita del movimento.<br />
Molte le iniziative assunte in<br />
Italia per celebrare la densa storia <strong>di</strong><br />
un’avanguar<strong>di</strong>a che ha segnato l’arte<br />
e il costume del primo Novecento e<br />
non soltanto nel nostro Paese, avendo<br />
raggiunto ed essendosi intrecciata con<br />
le nuove correnti europee, sino alla<br />
Russia. Mostre, convegni, pubblicazioni,<br />
performance teatrali hanno<br />
riproposto al grande pubblico opere e<br />
personaggi del Futurismo, che ha avuto<br />
vita lunga e si sud<strong>di</strong>vide convenzionalmente<br />
in un «primo» e in un «secondo»,<br />
senza tener conto dei molti<br />
epigoni.<br />
Molto meno noto, almeno sino ai<br />
più recenti saggi usciti (in particolare<br />
quelli <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>a Salaris), il contributo<br />
futurista all’Impresa <strong>di</strong> Fiume e, più in<br />
generale, il Futurismo giuliano, del<br />
quale il pittore dalmato Tullio Crali è<br />
stato uno dei più pregevoli esponenti.<br />
Proprio la presenza <strong>di</strong> Marinetti nella<br />
città adriatica desideriamo qui rievocare.<br />
Marinetti raggiunse d’Annunzio a<br />
Fiume nei giorni imme<strong>di</strong>atamente seguenti<br />
l’entrata del poeta con i suoi<br />
legionari, il 12 settembre 1919. Lo<br />
accompagnava Ferruccio Vecchi, capitano<br />
degli Ar<strong>di</strong>ti. Si era creata infatti,<br />
tra Futurismo ed ar<strong>di</strong>tismo una sorta<br />
<strong>di</strong> connubio politico-estetico: Ar<strong>di</strong>ti<br />
DIFESA ADRIATICA<br />
cultura e libri<br />
1909-<strong>2009</strong>, cent’anni <strong>di</strong> Futurismo<br />
Marinetti & Co. a Fiume<br />
(d’Annunzio permettendo)<br />
quali Mario Carli e Vecchi avevano<br />
aderito al movimento <strong>di</strong> Marinetti<br />
ed esaltato la comune carica “rivoluzionaria”.<br />
Per un verso, l’occasione fornita<br />
dall’Impresa dannunziana agli<br />
animosi esponenti futuristi permise<br />
una convergenza temporanea tra<br />
l’avanguar<strong>di</strong>a e il poeta già oggetto<br />
degli strali in quanto esponente <strong>di</strong><br />
una letteratura giu<strong>di</strong>cata decadente<br />
e intollerabile. E in effetti, qualche<br />
anno dopo, nel 1924, Marinetti<br />
avrebbe scritto: «[…] Artisticamente,<br />
il genio creatore <strong>di</strong> D’Annunzio<br />
conquistò Fiume italiana. In Fiume<br />
italiana, io provai il più acuto spasimo<br />
<strong>di</strong> gioia della mia vita […]».<br />
“La Vedetta d’Italia”, il quoti<strong>di</strong>ano<br />
<strong>di</strong> Fiume, de<strong>di</strong>cò, il 23 ottobre<br />
1919, una nota ai «futuristi a Fiume»,<br />
nella quale si leggeva tra l’altro:<br />
«[…] [I futuristi] sostengono che<br />
l’impresa dannunziana ha un carattere<br />
tipicamente futurista, cioè rivoluzionario<br />
[…]».<br />
Ma il soggiorno fiumano <strong>di</strong><br />
Marinetti e Vecchi fu molto breve: il<br />
30 settembre partirono alla volta <strong>di</strong><br />
Milano. Alcuni storici, suffragando<br />
l’ipotesi con una lettera <strong>di</strong> Marinetti e<br />
Vecchi a d’Annunzio, con la quale<br />
respingevano i sospetti <strong>di</strong> propaganda<br />
se<strong>di</strong>ziosa, hanno veduto in questi il più<br />
probabile motivo della loro subitanea<br />
partenza da Fiume.<br />
Sull’episo<strong>di</strong>o si è soffermato Emi-<br />
L’ingresso <strong>di</strong> Gabriele d’Annunzio a Fiume,<br />
il 12 settembre 1919, attraverso quella che<br />
sarebbe stata chiamata da allora Via della<br />
Santa Entrata. Si intravvede il poeta in<br />
pie<strong>di</strong> sulla sua Fiat Tipo 4, oggi conservata<br />
al Vittoriale degli Italiani<br />
lio Gentile (<strong>Il</strong> mito dello Stato nuovo,<br />
1982) che in proposito ha scritto: «[…]<br />
Numerosi futuristi […], raggiunsero<br />
D’Annunzio […]. Benjamin Cremieux<br />
notò che i futuristi avevano abbandonato<br />
la loro polemica anticlassicista<br />
contro D’Annunzio perché ora vedevano<br />
in lui un’autentica personalità<br />
futurista. […]<br />
Anche Marinetti andò a Fiume, forse<br />
con l’ambizione <strong>di</strong> ottenervi un<br />
posto <strong>di</strong> comando e con la speranza<br />
<strong>di</strong> organizzare un movimento repubblicano<br />
eversivo».<br />
Le speranze dei futuristi vennero<br />
comunque <strong>di</strong>sattese. A Marinetti subentrò,<br />
poco dopo, il futurista ed ar<strong>di</strong>to<br />
Mario Carli, giunto – stando alla<br />
cronaca della “Vedetta d’Italia” – il 13<br />
ottobre del ’19. «Dopo la partenza <strong>di</strong><br />
Marinetti e <strong>di</strong> Vecchi, essendo giunto<br />
tra noi Mario Carli, i futuristi si sono<br />
riuniti intorno a lui ed è stato imme<strong>di</strong>atamente<br />
fondato il Fascio Futurista<br />
fiumano. […] In una delle prossime<br />
ricorrenze vi sarà al Teatro Ver<strong>di</strong> una<br />
serata futurista». Al Fascio Futurista avevano<br />
aderito, tra gli altri, Cesare Cerati,<br />
con il quale Carli fondò a Fiume il perio<strong>di</strong>co<br />
“La Testa <strong>di</strong> Ferro”, «giornale<br />
del fiumanesimo».<br />
La serata cui “La Vedetta d’Italia”<br />
accennava si svolse, come ricorda<br />
Carli (Con D’Annunzio a Fiume,<br />
1920), il 27 ottobre l919 al Teatro Ver<strong>di</strong>.<br />
«Volete una prova che ar<strong>di</strong>tismo e<br />
futurismo sono termini affini, se non<br />
identici? […] Questi ar<strong>di</strong>ti che non fanno<br />
parte del movimento futurista […],<br />
3<br />
volendo fare una rappresentazione<br />
ar<strong>di</strong>ta, non hanno potuto scegliere<br />
se non del Teatro Futurista». Con<br />
queste parole Carli presentò al pubblico<br />
fiumano quella «nuova forma<br />
<strong>di</strong> arte, il “Teatro Sintetico<br />
Futurista”».<br />
La presenza <strong>di</strong> que1 gruppo <strong>di</strong><br />
futuristi, <strong>di</strong> «ar<strong>di</strong>ti-futuristi» non dovette<br />
certamente essere poco vivace:<br />
se Mario Carli affermava che<br />
«l’atmosfera che si vive attualmente<br />
è decisamente futurista», Giovanni<br />
Comisso ricordò decenni dopo<br />
che «i futuristi avevano l’abitu<strong>di</strong>ne<br />
<strong>di</strong> salire sui tavolini dei caffé e con<br />
imagini [sic] sovrapposte esaltare<br />
l’Italia e D’Annunzio».<br />
«Pur non sottovalutando la carica<br />
emotiva presente – rimarcava<br />
Fer<strong>di</strong>nando Cordova (Ar<strong>di</strong>ti e legionari<br />
dannunziani, 1969) – bisogna<br />
riconoscere che essi non produssero<br />
risultati politici consistenti, anche<br />
se le notizie che alcuni ar<strong>di</strong>ti e<br />
futuristi avevano raggiunto Fiume poteva<br />
[…] contribuire a creare un certo<br />
clima <strong>di</strong> passione […]».<br />
L’Archivio Museo Storico <strong>di</strong> Fiume<br />
in Roma conserva una rarissima copia<br />
del «Manifesto degli artisti futuristi»,<br />
senza data, stampato a Fiume nello<br />
Stabilimento Tipografico “Minerva”,<br />
redatto, anche graficamente, nello stile<br />
dei testi futuristi, nel quale si rinvengono<br />
citazioni e allusioni a istituzioni<br />
e personaggi fiumani, anche una stu<strong>di</strong>osa<br />
del movimento d’avanguar<strong>di</strong>a<br />
come Clau<strong>di</strong>a Salaris esprime dubbi<br />
al riguardo.<br />
In ogni caso, il senso dell’accorrere<br />
<strong>di</strong> Marinetti nella «città <strong>di</strong> vita» ci<br />
sembra quello rilevato da storici autorevoli:<br />
per tanti seguire D’Annunzio a<br />
Fiume […] volle significare l’adesione<br />
allo spirito <strong>di</strong> innovazione e <strong>di</strong> rivoluzione,<br />
il rifiuto <strong>di</strong> un <strong>di</strong>fficile e problematico<br />
reinserimento nella società<br />
dopo la Grande Guerra, una società<br />
tanto <strong>di</strong>versa da quella cui il conflitto<br />
mon<strong>di</strong>ale li aveva abituati, ed anche<br />
una forma <strong>di</strong> protesta.<br />
Patrizia C. Hansen<br />
Tullio Crali (Igalo, 1910-Milano, 2000), <strong>di</strong> famiglia zaratina,<br />
nacque in un piccolo paese delle Bocche <strong>di</strong> Cattaro.<br />
Visse a Zara fino al 1922, quando con la famiglia si trasferì a Gorizia.<br />
Nel 1928 volò per la prima volta, e l’anno successivo nacque l’aeropittura<br />
futurista, alla quale ha de<strong>di</strong>cato tutta una pregevole serie <strong>di</strong> opere,<br />
una delle quali qui riprodotta<br />
Marinetti con altri legionari a Fiume nel 1919.<br />
A sin., con il pizzetto, Guido Keller, protagonista <strong>di</strong> eclatanti gesti<br />
<strong>di</strong>mostrativi nel corso della sua permanenza nella città adriatica<br />
Marinetti (a destra della foto)<br />
con l’ar<strong>di</strong>to Ferruccio Vecchi,<br />
Fiume 1919<br />
L’irredentismo in un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Marinetti
4 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
Con questa recensione inizia la sua<br />
collaborazione a “Difesa Adriatica” il<br />
prof. Fulvio Salimbeni, docente <strong>di</strong> Storia<br />
contemporanea nell’Università <strong>di</strong><br />
U<strong>di</strong>ne e presidente del Comitato <strong>di</strong><br />
Trieste e Gorizia dell’Istituto per la Storia<br />
del Risorgimento Italiano. Stu<strong>di</strong>oso<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>dattica e metodologia della storia,<br />
<strong>di</strong> storia della storiografia, dei rapporti<br />
tra Italia e Slavia nell’Otto e Novecento,<br />
è autore <strong>di</strong> <strong>numero</strong>si saggi<br />
sulla «questione giuliana» nel Novecento,<br />
inserita nella più ampia cornice<br />
della storia europea, delle sue tensioni<br />
e delle sue contrapposizioni<br />
epocali.<br />
Ringraziamo il prof. Salimbeni e<br />
volentieri pubblichiamo la sua recensione<br />
<strong>di</strong> questo volume, e<strong>di</strong>to dall’Istituto<br />
Giuliano <strong>di</strong> Storia, Cultura e Documentazione,<br />
che riconduce il lettore<br />
alle ra<strong>di</strong>ci del pensiero risorgimentale<br />
e del federalismo in Italia e alla<br />
figura sempre carismatica del grande<br />
sebenicense.<br />
<strong>Il</strong> bicentenario della nascita <strong>di</strong><br />
Niccolò Tommaseo (Sebenico, 1802)<br />
è stato celebrato con <strong>numero</strong>si convegni<br />
e con rie<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> scritti dell’illustre<br />
intellettuale dalmata. Se in Regione<br />
il comitato u<strong>di</strong>nese dell’ANVGD<br />
a suo tempo è stato il promotore <strong>di</strong><br />
valide iniziative in tal senso, anche a<br />
Trieste, per merito dell’e<strong>di</strong>trice<br />
Hammerle e <strong>di</strong> Fulvio Senar<strong>di</strong>, uno dei<br />
nostri migliori italianisti oggi attivi non<br />
solo a livello locale, non s’è stati da<br />
meno, dando alle stampe gli atti d’un<br />
interessante incontro storico-letterario.<br />
Ora è la volta dell’Istituto Giuliano<br />
<strong>di</strong> Storia, Cultura e Documentazione<br />
<strong>di</strong> contribuire alla valorizzazione<br />
della memoria <strong>di</strong> colui che è generalmente<br />
noto più che altro come autore<br />
d’un monumentale e tuttora<br />
insostituibile <strong>di</strong>zionario della lingua<br />
italiana, ma che è stato pure un fervente<br />
patriota, grande organizzatore <strong>di</strong><br />
cultura e inesausto scrittore e<br />
polemista. È <strong>di</strong> questi giorni, infatti, la<br />
pubblicazione , nella “Bibliotechina<br />
del Curioso”, <strong>di</strong> L’Italia e Pio IX, <strong>di</strong><br />
Alphonse de Lamartine, con traduzione<br />
e commento <strong>di</strong> Niccolò Tommaseo,<br />
a cura dello stesso Senar<strong>di</strong> (pp. 180, +<br />
6,00).<br />
Tale operazione e<strong>di</strong>toriale è doppiamente<br />
meritoria, perché, se da un<br />
lato rende <strong>di</strong> nuovo <strong>di</strong>sponibile un testo<br />
minore, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile reperibilità, dal<br />
momento che la maggior parte delle<br />
copie, conservate nella Biblioteca<br />
<strong>Nazionale</strong> <strong>di</strong> Firenze, era andata persa<br />
nell’alluvione del 1966, dall’altro<br />
offre pure al lettore un ampio, esauriente<br />
e aggiornato ritratto dello scrittore<br />
adriatico, dovuto alla perizia storica<br />
ed esegetica del curatore, già fat-<br />
Un raro esemplare <strong>di</strong> banconota emessa nel 1848<br />
dalla Repubblica Veneta <strong>di</strong> Manin e Tommaseo<br />
Niccolò Tommaseo, Alphonse de Lamartine e Pio IX<br />
Pubblicato da Fulvio Senar<strong>di</strong> un raro scritto minore dell’intellettuale dalmata,<br />
che getta altra luce sulle sue idealità risorgimentali<br />
tosi conoscere per la pregevole e<strong>di</strong>zione<br />
dei Racconti storici, nel 2004<br />
uscita per i tipi <strong>di</strong> Carocci.<br />
Nella documentata introduzione –<br />
conclusa dal parallelo profilo biografico<br />
del Tommaseo e del Lamartine –,<br />
infatti, il Senar<strong>di</strong> tratteggia con finezza<br />
il ruolo tommaseiano nella civiltà del<br />
Risorgimento, poi analizzandone le<br />
speranze e illusioni nei confronti del<br />
neoeletto Pio IX e le idealità politiche,<br />
imperniate sulla <strong>di</strong>ade libertà e<br />
federalismo e messe in concreto alla<br />
prova nell’esperienza rivoluzionaria<br />
del 1848-’49 alla guida, insieme con<br />
il Manin, della Repubblica Veneta,<br />
dove si <strong>di</strong>mostrò politico tutt’altro che<br />
sprovveduto.<br />
Tutto ciò si rinviene, in forma sintetica,<br />
nell’opuscolo in questione, definito<br />
(p. 13) «<strong>di</strong> teoria politica» – opportunamente<br />
messo a confronto con<br />
i coevi scritti, d’affine argomento, del<br />
Balbo, del Gioberti e dell’amico<br />
Rosmini –, occasionato, sul finire del<br />
1847, dal <strong>di</strong>scorso parlamentare del<br />
Lamartine, allora uno dei protagonisti<br />
della vita pubblica francese, sulla con<strong>di</strong>zione<br />
dell’Italia alla luce delle prospettive<br />
innovative suscitate dalle caute<br />
riforme del nuovo pontefice. Con<strong>di</strong>videndone<br />
l’impostazione, il Tommaseo<br />
lo ripropose nell’originale, accompagnato<br />
da una traduzione in italiano,<br />
anteponendovi pure alcune dense<br />
pagine d’analisi e simpatetico commento,<br />
dato il comune orientamento<br />
liberale cristiano.<br />
Oltre alla critica al permanere del<br />
dominio temporale della Chiesa, considerato<br />
un intralcio alla sua missione<br />
spirituale, nell’Avvertimento del traduttore<br />
ci si sofferma sul federalismo, tema<br />
ancor oggi d’attualità, ma certo non<br />
trattato con la serietà d’allora, ritenuto<br />
la soluzione migliore per la penisola,<br />
vista la sua secolare frammentazione<br />
politica, e la più idonea per il<br />
coinvolgimento attivo delle popolazioni<br />
nell’amministrazione del bene comune,<br />
in questo su posizioni non<br />
molto <strong>di</strong>scoste da quelle del repubblicano<br />
Cattaneo.<br />
Aver rimesso nel circuito culturale<br />
queste pagine <strong>di</strong>menticate non è, perciò,<br />
un mero esercizio <strong>di</strong> curiosità eru<strong>di</strong>ta,<br />
bensì un significativo apporto alla<br />
ragionata conoscenza <strong>di</strong> testi e d’autori<br />
<strong>di</strong> quel Risorgimento troppo spesso<br />
sommariamente liquidato senza<br />
intenderne la complessità e originalità<br />
nel contesto europeo.<br />
Fulvio Salimbeni<br />
Maturità <strong>2009</strong>, Svevo e gli altri<br />
La letteratura giuliana e l’analisi dell’uomo contemporaneo<br />
Sebenico, città natale <strong>di</strong> Tommaseo,<br />
in una cartolina a colori del primo decennio del Novecento<br />
Venezia, nella stampa Daniele Manin – liberato<br />
con Niccolò Tommaseo grazie all’insurrezione della città<br />
contro gli austriaci – proclama il 22 marzo 1848<br />
la Repubblica <strong>di</strong> San Marco, affidata ad un triumvirato<br />
Trionfo<br />
<strong>di</strong> Vittorio<br />
Emanuele II,<br />
allegoria<br />
La coscienza <strong>di</strong> Zeno <strong>di</strong> Italo Svevo<br />
è il tema letterario della maturità <strong>2009</strong>.<br />
Dunque l’autore triestino, esponente<br />
per eccellenza della narrativa giuliana<br />
che ha introdotto nella civiltà letteraria<br />
italiana del Novecento accenti e<br />
inquietu<strong>di</strong>ni peculiari e inconfon<strong>di</strong>bili,<br />
torna <strong>di</strong> attualità ed offre agli studenti<br />
il modo <strong>di</strong> riflettere su una sensibilità<br />
e una visione dell’esistenza <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria<br />
modernità e complessità<br />
introspettiva. Svevo, e con lui tutti gli<br />
altri gran<strong>di</strong> autori giuliani e dalmati del<br />
secolo appena trascorso, per primo ha<br />
posto al centro della sua pagina l’uomo<br />
contemporaneo con le sue tensioni<br />
e le sue profonde zone d’ombra,<br />
<strong>di</strong>viso se non lacerato tra il richiamo<br />
alla libera espressione dei suoi aneliti<br />
e dei suoi desideri profon<strong>di</strong> e il richia-<br />
mo sociale all’or<strong>di</strong>ne e alla tra<strong>di</strong>zione.<br />
Dopo Svevo molti altri scrittori italiani<br />
della Venezia Giulia e della<br />
Dalmazia hanno apportato un contributo<br />
determinante e preciso alla cultura<br />
nazionale. Da Giani e Carlo<br />
Stuparich a Fulvio Tomizza, da Enzo<br />
Bettiza ad Anna Maria Mori, da<br />
Umberto Saba a Marisa Ma<strong>di</strong>eri, da<br />
Scipio Slataper a Pier Antonio<br />
Quarantotti Gambini, da Umberto<br />
Saba ad Enrico Morovich e Franco<br />
Vegliani, tutti hanno declinato, ciascuno<br />
con accenti personalissimi, le inquietu<strong>di</strong>ni<br />
dell’anima <strong>di</strong> confine e i<br />
contrasti della storia, così acuti su una<br />
frontiera tanto peculiare.<br />
La letteratura giuliana, come hanno<br />
rilevato i migliori critici, può ben<br />
vantare <strong>di</strong> aver introdotto nel panorama<br />
italiano temi e situazioni <strong>di</strong> respiro<br />
europeo, grazie ad una concezione<br />
della letteratura come strumento <strong>di</strong><br />
analisi delle incrinature e delle aspirazioni<br />
dell’in<strong>di</strong>viduo moderno, ancora<br />
alla ricerca <strong>di</strong> un equilibrio interiore<br />
in uno spazio soggetto a ra<strong>di</strong>cali e rapi<strong>di</strong><br />
mutamenti.<br />
p.c.h.<br />
Tema privilegiato<br />
della letteratura giuliana,<br />
con l’introspezione<br />
psicologica, anche il mare,<br />
come in Pier Antonio<br />
Quarantotti Gambini<br />
e Franco Vegliani
<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
DIFESA ADRIATICA<br />
La Redazione risponde<br />
Beni abbandonati non compresi nei trattati. Di cosa si tratta?<br />
A cura dell’Avv.<br />
Vipsania Andreicich<br />
Ho appreso dai giornali che durante un incontro<br />
bilaterale tra il governo italiano ed il<br />
governo croato, il nostro ministro degli Esteri<br />
ha affermato che si dovrebbero riaprire le trattative<br />
tra Italia e Croazia in merito alla restituzione<br />
dei beni abbandonati dagli esuli riguardo<br />
ai beni che non sono compresi nel Trattato<br />
<strong>di</strong> Osimo e negli Accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma. Cosa si intende<br />
per beni non compresi nei trattati?<br />
Lettera firmata<br />
Nel 2001 veniva istituita presso il Ministero<br />
degli Affari Esteri la Commissione mista Ministero<br />
degli Affari Esteri-Federazione delle Associazioni<br />
degli Esuli istriani, fiumani e dalmati,<br />
alla quale fu dato mandato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le<br />
categorie <strong>di</strong> esuli i cui beni non sono contemplati<br />
dagli accor<strong>di</strong> internazionali stipulati tra<br />
Italia e Jugoslavia con riferimento ai territori italiani,<br />
ceduti con il Trattato <strong>di</strong> pace del 1947, ed<br />
alla Zona B del Territorio Libero <strong>di</strong> Trieste, ceduta<br />
con il Trattato <strong>di</strong> Osimo del 1975.<br />
Tra le categorie <strong>di</strong> beni non compresi nei<br />
trattati vi sono sicuramente i beni <strong>di</strong> coloro che<br />
si trovarono nell’impossibilità <strong>di</strong> optare per la<br />
citta<strong>di</strong>nanza italiana. Vi furono infatti non pochi<br />
casi in cui le autorità civili e militari jugoslave<br />
riservarono un trattamento vessatorio ai<br />
citta<strong>di</strong>ni italiani che avevano manifestato la volontà<br />
<strong>di</strong> optare. In molti altri casi le autorità<br />
jugoslave rifiutarono <strong>di</strong> accettare le istanze <strong>di</strong><br />
opzione in modo da far decadere i titolari del<br />
<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> presentare istanza nei termini. In altri<br />
Parigi, 10 agosto 1946.<br />
<strong>Il</strong> presidente del Consiglio, Alcide De<br />
Gasperi, parla alla Conferenza <strong>di</strong> pace<br />
(foto www.fondazionedegasperi.it-AMRDG)<br />
casi ancora le istanze vennero rigettate senza<br />
motivazione o con motivazioni false e<br />
pretestuose.<br />
Al mancato esercizio dell’opzione faceva<br />
seguito la per<strong>di</strong>ta della citta<strong>di</strong>nanza italiana,<br />
che costringeva migliaia <strong>di</strong> persone a tentare<br />
la fuga verso l’Italia.<br />
* * *<br />
Nel suo rapporto finale, la Commissione<br />
mista sopra in<strong>di</strong>cata, affermò che i criteri rilevanti<br />
per l’in<strong>di</strong>viduazione dei beni immobili<br />
non coperti dagli accor<strong>di</strong> bilaterali italo-jugoslavi<br />
sono i seguenti:<br />
a) la portata attuativa del Trattato <strong>di</strong> pace da<br />
parte degli accor<strong>di</strong> bilaterali italo-jugoslavi;<br />
b) il momento temporale della misura privativa<br />
del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> proprietà;<br />
continua dalla prima pagina<br />
Indennizzi con<strong>di</strong>zionati<br />
dalla crisi economica<br />
Conferenza stampa della FederEsuli<br />
per fare il punto delle trattative con il Governo<br />
Perché questa débacle sui risarcimenti<br />
dovuti agli esuli? Obiettivamente,<br />
la cifra necessaria a risolvere<br />
definitivamente la questione, rappresenta<br />
una meta irraggiungibile in<br />
questo momento per il Paese sul cui<br />
debito andrebbe a pesare. Si tratta<br />
ora – hanno spiegato gli esponenti<br />
della Federazione – <strong>di</strong> trovare altre<br />
vie ad una soluzione, intervenendo<br />
sui coefficienti in modo da abbassare<br />
il tetto dei mezzi necessari. Sulla<br />
questione, comunque, si svolgerà a<br />
data da destinarsi un tavolo apposito<br />
al fine <strong>di</strong> decidere una strategia<br />
che sod<strong>di</strong>sfi le aspettative.<br />
“<strong>Il</strong> <strong>di</strong>alogo con il Governo – ha<br />
affermato Codarin – ha raggiunto un<br />
alto livello d’intesa. La crisi in atto<br />
frena però il passo successivo, vale<br />
a <strong>di</strong>re il passaggio dalla volontà alla<br />
realizzazione concreta. Nella mole<br />
<strong>di</strong> questioni da risolvere, si pre<strong>di</strong>ligono<br />
quelle che non impegnano<br />
economicamente e questo vanifica<br />
i nostri sforzi per una definitiva soluzione<br />
del problema indennizzi”.<br />
Per quanto concerne invece l’attività<br />
presente e futura delle associazioni,<br />
l’aver in<strong>di</strong>viduato nella<br />
Legge 193 (e successivo<br />
rifinanziamento) una strada per il<br />
mantenimento della cultura e dell’identità<br />
<strong>di</strong> un popolo, rappresenta<br />
un impegno che il Governo intende<br />
mantenere visti anche i risultati<br />
raggiunti.<br />
Fa ben sperare anche la nuova<br />
politica adriatica dell’Italia che ha<br />
prodotto, a livello <strong>di</strong>plomatico, l’inserimento<br />
della questione<br />
“restituzioni” nei protocolli dei futuri<br />
incontri (inizio luglio) con la<br />
Croazia. […] Dopo Roma le associazioni<br />
avevano manifestato la loro<br />
sod<strong>di</strong>sfazione anche sulla copertura<br />
previdenziale delle persone che<br />
hanno sofferto internamento nei<br />
campi <strong>di</strong> concentramento jugoslavi,<br />
sul problema della citta<strong>di</strong>nanza<br />
e dei documenti anagrafici, sulla<br />
conservazione dei cimiteri italiani.<br />
Mentre particolare attenzione è<br />
stata rivolta alla esigenza <strong>di</strong> assicurare<br />
l’osservanza della normativa a<br />
tutela degli esuli nel passaggio delle<br />
case popolari dal demanio statale<br />
a quello dei comuni in tutte le<br />
regioni.<br />
È stato anche chiesto e concordato<br />
un incontro con il Ministero<br />
della Pubblica Istruzione, on.<br />
Gelmini, per coor<strong>di</strong>nare l’azione<br />
formativa nelle scuole sui temi del<br />
confine orientale e dell’Esodo<br />
giuliano dalmato. […] Quest’anno<br />
alla Federazione sono giunte quattrocento<br />
richieste da parte delle<br />
scuole <strong>di</strong> conferenze in quella data<br />
svolte da protagonisti o comunque<br />
persone in grado <strong>di</strong> raccontare o<br />
spiegare la vicenda dell’Adriatico<br />
orientale. Impossibile sostenere tale<br />
pressione, per cui si chiede che la<br />
parte fondamentale <strong>di</strong> tale storia<br />
entri nei libri <strong>di</strong> testo attraverso un<br />
percorso concordato e con<strong>di</strong>viso.<br />
L’incontro – la cui data non è ancora<br />
stata fissata – con il Ministro<br />
Gelmini servirà a gettare le basi <strong>di</strong><br />
una collaborazione con il mondo<br />
della scuola che dovrà essere equilibrato<br />
e rispettoso della verità storica.<br />
[…]<br />
(rtg - www.arcipelagoadriatico.it)<br />
c) lo status <strong>di</strong> optante per la citta<strong>di</strong>nanza<br />
italiana;<br />
d) la collocazione geografica del bene;<br />
e) la regolarità e la legittimità dei provve<strong>di</strong>menti<br />
ablativi;<br />
f) il rispetto delle liste dei beni <strong>di</strong> libera <strong>di</strong>sponibilità.<br />
Per quanto riguarda il punto a) gli accor<strong>di</strong><br />
attuativi del Trattato <strong>di</strong> pace sono serviti a <strong>di</strong>sciplinare<br />
quanto previsto nel trattato medesimo,<br />
lasciando pertanto non <strong>di</strong>sciplinato tutto ciò<br />
che nello stesso non era stato compreso.<br />
Per il punto b) l’allegato al Trattato <strong>di</strong> pace<br />
prevedeva che i beni, <strong>di</strong>ritti e interessi degli<br />
italiani residenti in modo permanente nei territori<br />
ceduti al momento della entrata in vigore<br />
del Trattato <strong>di</strong> pace non potevano essere incamerati<br />
e dovevano essere restituiti ai loro proprietari<br />
liberi dagli effetti <strong>di</strong> tutte le misure <strong>di</strong><br />
tale natura e <strong>di</strong> qualsiasi altra misura <strong>di</strong> trasferimento,<br />
<strong>di</strong> amministrazione forzata o <strong>di</strong> sequestro<br />
presa nel corso del periodo che si estendeva<br />
tra il 3 settembre 1943 e la data <strong>di</strong> entrata in<br />
vigore del Trattato.<br />
Per il punto c) i beni coperti dagli accor<strong>di</strong><br />
italo-jugoslavi sono esplicitamente quelli dei<br />
soggetti optanti, cioè dei soggetti che essendo<br />
citta<strong>di</strong>ni italiani hanno espressamente deciso<br />
<strong>di</strong> mantenere la citta<strong>di</strong>nanza italiana. Ne consegue<br />
che sono fuori dalla previsione convenzionale<br />
i beni dei soggetti non optanti.<br />
Per il d) Non sono compresi nei trattati tutti<br />
i beni che si trovano al <strong>di</strong> fuori dei territori<br />
espressamente in<strong>di</strong>cati come Zona B o Territori<br />
Ceduti.<br />
Per il punto e) vi sono una serie <strong>di</strong> casi in<br />
cui vi è stata una espropriazione irregolare o<br />
illegittima anche secondo la stessa legislazione<br />
jugoslava. Bisogna quin<strong>di</strong> ritenere esclusi<br />
dai trattati tutti casi dei beni ancora iscritti nei<br />
tavolati a favore degli stessi esodati o dei loro<br />
<strong>di</strong>scendenti.<br />
Per l’f) sono esclusi dai trattati e sono nella<br />
libera <strong>di</strong>sponibilità dei citta<strong>di</strong>ni italiani i beni<br />
compresi nella lista <strong>di</strong> cui all’allegato A del D.P.R.<br />
28 febbraio 1983 n. 255 (500 beni nei territori<br />
ceduti) e nell’allegato alla Legge 7 novembre<br />
1988 n. 518 (179 beni nella Zona B).<br />
Queste categorie <strong>di</strong> beni, non essendo comprese<br />
nei Trattati, potrebbero essere oggetto <strong>di</strong><br />
un nuovo accordo tra Italia e Croazia, potendone<br />
in tal modo auspicare la loro restituzione<br />
ai citta<strong>di</strong>ni italiani.<br />
Commissione per gli indennizzi,<br />
la sintesi delle sedute <strong>di</strong> giugno <strong>2009</strong><br />
Sono proseguite in giugno, presso<br />
il Ministero dell’Economia e delle Finanze,<br />
le sedute della “Commissione<br />
sugli indennizzi dei beni perduti”, che<br />
tratta sia i beni degli italiani <strong>di</strong> Istria e<br />
Dalmazia che quelli <strong>di</strong> altre zone già<br />
sotto la sovranità italiana o comunque<br />
detenuti da citta<strong>di</strong>ni italiani all’estero.<br />
Diamo <strong>di</strong> seguito una sintesi delle<br />
delibere.<br />
Seduta dell’11 giugno <strong>2009</strong><br />
Pos. 14390/TC<br />
Bioco Mismas<br />
concesso indennizzo<br />
Pos. 20505/TC<br />
Covacich<br />
concessa integrazione indennizzo<br />
Pos. 9558/TC<br />
Palma<br />
concessa integrazione indennizzo<br />
Pos. 20788/TC<br />
Velenich<br />
rinviata per approfon<strong>di</strong>menti<br />
Pos. 493/TC<br />
Bernabeo Wiltsch<br />
rinviata per approfon<strong>di</strong>menti<br />
Pos. 11382/TC<br />
Bonassin<br />
concessa integrazione indennizzo<br />
Pos.1119/TC<br />
Tinebra Nacinovich<br />
rinviata per approfon<strong>di</strong>menti<br />
Pos. 169/TC<br />
Mechis<br />
mo<strong>di</strong>ficata delibera indennizzo<br />
Pos. 12160/TC<br />
Bion<strong>di</strong><br />
mo<strong>di</strong>ficata delibera indennizzo<br />
Pos. 10882/TC<br />
Carli<br />
mo<strong>di</strong>ficata delibera indennizzo<br />
Pos. 11359/TC<br />
Preghelli<br />
respinta richiesta indennizzo<br />
Pos. 8317/TC<br />
Travan<br />
rinviata per approfon<strong>di</strong>menti<br />
Pos. 1125-1694/TC<br />
Zarattini<br />
concesso indennizzo integrativo<br />
Pos. 7399/TC<br />
Val<strong>di</strong>ni<br />
concesso<br />
avviamento commerciale<br />
Pos. 10743/TC<br />
Carpenetti<br />
concesso indennizzo integrativo<br />
Pos. 23642/TC<br />
Pislar<br />
respinta richiesta indennizzo<br />
Pos. 13776/TC<br />
Chersano<br />
rinviata per approfon<strong>di</strong>menti<br />
Pos. 6744/TC<br />
Bembi<br />
concessi indennizzo<br />
e avviamento commerciale<br />
Pos. 7633/TC<br />
Uicic<br />
rinviata per richiesta<br />
documentazione<br />
Pos. 14981/TC<br />
P.d.i.m.<br />
concesso<br />
avviamento commerciale<br />
Seduta del 23 giugno <strong>2009</strong><br />
Pos. 9475/ZB<br />
Crevatin<br />
concesso indennizzo<br />
Pos. 6386/ZB<br />
Papo<br />
in istruttoria<br />
per approfon<strong>di</strong>menti<br />
Pos. 8570/ZB<br />
Druscovich<br />
rettifica delibera<br />
concessione indennizzo<br />
Pos. 7039/ZB<br />
Burlini<br />
concesso indennizzo<br />
Pos. 5879/ZB<br />
Madalen<br />
concesso indennizzo<br />
Pos. 8538/ZB<br />
Pribaz<br />
concessi indennizzo<br />
e avviamento commerciale<br />
Pos. 4212-4213/ZB<br />
Tulli<br />
concessi indennizzo<br />
e avviamento commerciale<br />
Pos. 9967/ZB<br />
Norbedo<br />
concesso indennizzo,<br />
respinto<br />
avviamento commerciale<br />
Pos. 8747/ZB<br />
Grison<br />
concesso indennizzo<br />
Pos. 6064/TC<br />
Cantina Sociale<br />
concesso indennizzo<br />
5<br />
Ricor<strong>di</strong>amo che queste delibere<br />
non hanno nulla a che vedere con gli<br />
indennizzi della Legge 137/2001, ma<br />
sono pendenze precedenti legate alla<br />
concessione <strong>di</strong> avviamento commerciale,<br />
revisione <strong>di</strong> stima e alla identificazione<br />
degli ere<strong>di</strong> beneficiari.
6 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
dai comitati<br />
DELEGAZIONE<br />
DI BARLETTA<br />
<strong>Il</strong> 23 maggio scorso si è svolta a<br />
Corato presso la Sala “Enzo Grossi” la<br />
presentazione del libro Le Resistenze<br />
scomode, del prof. Antonio Giordano,<br />
introdotta da Giuseppe Caldarola, presidente<br />
dell’<strong>Associazione</strong> “Enzo Grossi”.<br />
Numerose le autorità presenti tra<br />
le quali il sindaco della città Luigi<br />
Perrone, l’assessore alla Cultura Francesco<br />
Caputo, il prof. Maurizio<br />
Caterino delegato provinciale <strong>di</strong> Bari<br />
dell’Istituto per la Guar<strong>di</strong>a d’Onore alle<br />
RR. TT. del Pantheon e rappresentante<br />
dell’Istituto “Nastro Azzurro” fra combattenti<br />
decorati al Valor Militare -<br />
gruppo <strong>di</strong> Corato, il dott.Tommaso<br />
Bucci Ispettore per l’Italia meri<strong>di</strong>onale<br />
dell’Istituto <strong>Nazionale</strong> Guar<strong>di</strong>a<br />
d’Onore alle RR. TT. del Pantheon nonché<br />
socio ANVGD. Ha partecipato anche<br />
il Delegato ANVGD per Barletta<br />
Giuseppe Dicuonzo.<br />
Interessante la relazione del prof.<br />
Giordano che nel suo saggio storico<br />
ha de<strong>di</strong>cato un capitolo alla trage<strong>di</strong>a<br />
delle foibe dal titolo L’agonia<br />
dell’italianità. I massacri <strong>di</strong> Tito e la trage<strong>di</strong>a<br />
delle Foibe. L’incontro si è aperto<br />
e si è concluso con le note dell’Inno<br />
<strong>Nazionale</strong> a suggello dell’onore alla<br />
Patria ed ai suoi eroi.<br />
G. D.<br />
COMITATO DI CREMONA<br />
Tutte le iniziative da gennaio <strong>2009</strong><br />
24 gennaio-4 febbraio <strong>2009</strong>:<br />
«Foibe/Esodo, una Storia negata»<br />
Mostra essenzialmente fotograficodocumentaria,<br />
questa, con un importante<br />
innesto storico postale. La parte<br />
principale era composta da cinquanta<br />
pannelli in cui veniva descritta la<br />
trage<strong>di</strong>a delle Foibe, l’esodo e la vita<br />
dei profughi nei centri <strong>di</strong> raccolta allestiti<br />
in Italia. Precedeva l’argomento<br />
una breve introduzione storica relativa<br />
alla presenza romana, veneziana e<br />
L’annullo postale impiegato da<br />
Poste Italiane per la manifestazione<br />
filatelica del 4 luglio a Crema<br />
italiana nel periodo precedente la<br />
Grande Guerra; un breve cenno alla<br />
questione fiumana e una <strong>di</strong>screta documentazione<br />
sul Territorio Libero <strong>di</strong><br />
Trieste. Concludeva la mostra fotografica<br />
un’ampia sezione de<strong>di</strong>cata a Norma<br />
Cossetto e alla Sua trage<strong>di</strong>a.<br />
La parte postale era articolata su<br />
tre collezioni: la posta in Istria e<br />
Dalmazia dal 1800 ai primi anni del<br />
Novecento: selezione <strong>di</strong> documenti<br />
del periodo tutti scritti in italiano a <strong>di</strong>mostrazione<br />
che la lingua e la cultura<br />
preminente era quella italiana; gli annulli<br />
del Giorno del Ricordo: collezione<br />
completa <strong>di</strong> tutti gli annulli impiegati<br />
in varie località italiane e dei francobolli<br />
emessi per il Giorno del Ricordo;<br />
la Venezia Giulia dal 1945 al 1947<br />
in periodo AMG: Zona A e Zona B.<br />
All’inaugurazione è intervenuta, fra<br />
gli altri, la signora Licia Cossetto, sorella<br />
<strong>di</strong> Norma. Sala gremita durante<br />
tutta la giornata del 24 gennaio, buona<br />
durante i restanti giorni <strong>di</strong> apertura.<br />
Da segnalare la visita del prefetto <strong>di</strong><br />
Cremona e <strong>di</strong> alcune classi delle scuole<br />
me<strong>di</strong>e e superiori. La mostra è stata<br />
organizzata dall’<strong>Associazione</strong><br />
Cremasca Cultura con il supporto della<br />
Società Filatelica Numismatica<br />
Dalmata.<br />
Mostra «Foibe/Esodo», una classe delle scuole superiori in visita<br />
alla mostra tenutasi a Crema a gennaio/febbraio <strong>2009</strong><br />
4-5 luglio <strong>2009</strong>: mostra filatelica<br />
e storico-postale «Zaraseicento»<br />
In occasione del VI centenario della<br />
De<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Zara alla Serenissima<br />
Repubblica <strong>di</strong> Venezia e della «Santa<br />
Intrada», cioè il giorno in cui Venezia<br />
entrava ufficialmente a Zara (31 luglio<br />
1409), la Società Filatelica<br />
Numismatica Dalmata, con il sostegno<br />
dell’ANVGD- Comitato <strong>di</strong> Cremona,<br />
ha organizzato una mostra filatelica e<br />
storico-postale in cui sono state presentate<br />
collezioni relative alla città e<br />
alla regione dalmata.<br />
L’esposizione era articolata su tre<br />
collezioni con un taglio fortemente<br />
<strong>di</strong>dattico, quin<strong>di</strong> adatta sia ad un pubblico<br />
filatelico esperto che ad un pubblico<br />
che si avvicinava per la prima<br />
volta a questo settore collezionistico.<br />
Queste le collezioni presentate: Un<br />
Saluto da Zara: rassegna <strong>di</strong> cartoline<br />
del periodo 1895-1943, dunque del<br />
periodo austriaco e italiano. La collezione<br />
venne presentata per la prima<br />
volta a Crema nel 2003; in seguito<br />
partecipò al secondo Campionato Italiano<br />
<strong>di</strong> Cartoline d’epoca (2006) ottenendo<br />
un buon risultato (81/100 il<br />
punteggio). Sempre nel 2006, grazie<br />
al contributo economico ottenuto dal<br />
Governo Italiano, è stato pubblicato a<br />
Roma un volume interamente de<strong>di</strong>cato<br />
alla collezione. La Prima Redenzione<br />
della Dalmazia: documenti postali<br />
relativi al periodo 1918-1923. La collezione<br />
è stata presentata a varie manifestazioni<br />
filateliche a concorso (Vasto,<br />
Trieste, San Colombano, Milano,<br />
Pescara, Lanciano) ottenendo sempre<br />
brillanti risultati fra i quali una medaglia<br />
d’argento grande alla finale del<br />
Campionato Italiano <strong>di</strong> Filatelia nel<br />
2007 (5° posto assoluto nella categoria<br />
“Un Quadro”). La posta in<br />
Dalmazia da Ceco Beppe a Tito: selezione<br />
<strong>di</strong> corrispondenze relative al<br />
periodo 1815-1950. La collezione viene<br />
presentata per la prima volta. Buona<br />
l’affluenza <strong>di</strong> pubblico, in gran parte<br />
Esuli provenienti anche dalle province<br />
limitrofe. Presente alla manifestazione<br />
anche il segretario della SFND,<br />
col. Carlo C. Cipriani da Roma.<br />
COMITATO DI FERRARA<br />
<strong>Il</strong> 2 aprile <strong>2009</strong>, a cura del Comitato<br />
Provinciale ferrarese dell’ANVGD,<br />
con il contributo <strong>di</strong> Provincia e Comune<br />
<strong>di</strong> Ferrara, alla presenza delle<br />
massime autorità civili e militari della<br />
Provincia e <strong>di</strong> Esuli Giuliano Dalmati,<br />
è stata scoperta una lapide nella centrale<br />
Via De Romei sul muro <strong>di</strong> cinta<br />
<strong>di</strong> Palazzo Pendaglia, ora sede dell’istituto<br />
Alberghiero “O.Vergani” per ricordare<br />
che quell’e<strong>di</strong>ficio, dal 1945 al<br />
1949, venne a<strong>di</strong>bito a «campo profughi»,<br />
in cui trovarono un primo asilo<br />
alcuni dei nostri connazionali che<br />
dovettero abbandonare le loro case in<br />
Istria, Fiume e Dalmazia. Particolarmente<br />
gra<strong>di</strong>ta la presenza dell’Istituto<br />
<strong>Nazionale</strong> del Nastro Azzurro, segno<br />
<strong>di</strong> vicinanza alle genti giuliane e<br />
dalmate e del Presidente del Comitato<br />
ANVGD <strong>di</strong> Bologna, Marino Segnan.<br />
COMITATO DI GORIZIA<br />
Nel giar<strong>di</strong>no della Comunità degli<br />
Italiani <strong>di</strong> Lussinpiccolo il vicepresidente<br />
della Giunta esecutiva Mariano<br />
L. Cherubini ha ricevuto il presidente<br />
del Comitato goriziano<br />
ANVGD, Rodolfo Ziberna accompagnato<br />
dalla segretaria-consigliera Di<strong>di</strong> Pasquali-Magnani,<br />
in visita nell’isola <strong>di</strong><br />
Lussino, come da consolidata tra<strong>di</strong>zione,<br />
con sessanta soci. Molti i temi trattati<br />
nel corso dell’incontro: Ziberna ha<br />
rilevato il grande interesse suscitato<br />
nella provincia <strong>di</strong> Gorizia per l’inaugurazione<br />
della sede ANVGD a<br />
Monfalcone con la presenza del sindaco<br />
<strong>di</strong> Gorizia, Ettore Romoli e <strong>di</strong><br />
Renzo Codarin presidente della Federazione<br />
degli Esuli giuliano-dalmati.<br />
Dal prossimo autunno detta sede con<br />
apertura bisettimanale ospiterà molti<br />
libri che trattano dell’esodo, delle foibe<br />
e del confine orientale. In questa<br />
occasione lo storico Raoul Pupo ha<br />
presentato il suo ultimo libro Naufraghi<br />
della pace. <strong>Il</strong> 1945, i profughi e le<br />
memorie <strong>di</strong>vise d’Europa.<br />
Cherubini e Ziberna hanno quin<strong>di</strong><br />
presentato brevemente il <strong>di</strong>fficile<br />
lavoro <strong>di</strong> Rosanna Turcinovich-<br />
Giuricin La giustizia secondo Maria -<br />
Pola 1947: la donna che sparò al generale<br />
briga<strong>di</strong>ere Robert W. De<br />
Winton. Una storia struggente quella<br />
<strong>di</strong> Maria Pasquinelli, la donna che uccise<br />
il generale inglese che doveva<br />
consegnare Pola agli jugoslavi.<br />
Nell’incontro Cherubini ha messo<br />
in rilievo il grande lavoro dalla locale<br />
Comunità degli Italiani, con notevoli<br />
<strong>di</strong>fficoltà, per aiutare i connazionali<br />
rimasti, i loro figli e nipoti a mantenere<br />
in vita le tra<strong>di</strong>zioni, la lingua e la<br />
cultura italiana. Centocinquanta sono<br />
i giovani che frequentano quest’anno<br />
i Corsi <strong>di</strong> italiano. A conclusione dell’incontro<br />
Mariano L. Cherubini, già<br />
presidente del Gruppo Giovanile<br />
Adriatico dell’ANVGD <strong>di</strong> Gorizia negli<br />
anni Sessanta, ha donato a Ziberna una<br />
raccolta foto-giornalistica relativa ai<br />
Ferrara, nella prima foto un momento della inaugurazione<br />
della lapide, alla presenza (da sin.) del vicesindaco <strong>di</strong> Ferrara<br />
Signora Rita Tagliati, don Pietro Predonzani figlo <strong>di</strong> Esuli<br />
da Umago d’Istria, il com.te Giorgio Zanar<strong>di</strong> presidente nazionale<br />
dell’Istitutodel Nastro Azzurro, il presidente del Comitato<br />
<strong>di</strong> Ferrara ANVGD Flavio Rabar, il presidente della Provincia<br />
<strong>di</strong> Ferrara Pier Giorgio Dall’Acqua. Nella foto accanto alcuni<br />
dei presenti alla cerimonia. <strong>Il</strong> primo da sin. è Marino Segnan,<br />
presidente del Comitato ANVGD <strong>di</strong> Bologna<br />
«Veglioni dell’Esule» organizzati a<br />
Gorizia dall’anno 1948 al 1959.<br />
Tra<strong>di</strong>zionali manifestazioni, queste,<br />
indette nel tempo allo scopo <strong>di</strong> riunire<br />
annualmente tutti gli esuli<br />
giuliano-dalmati, in modo particolare<br />
quelli residenti nella fascia del confine<br />
orientale, ed anche per reperire i<br />
fon<strong>di</strong> necessari per i fini assistenziali<br />
del comitato isontino.<br />
Un incontro cor<strong>di</strong>alissimo quello<br />
<strong>di</strong> Lussinpiccolo che ha dato prova<br />
della grande amicizia che intercorre<br />
tra i sodalizi <strong>di</strong> Gorizia e quello<br />
lussignano.<br />
M.L.C.<br />
COMITATO DI IMPERIA<br />
Domenica 21 giugno gli Esuli raccolti<br />
nel Comitato guidato da Pietro<br />
Tommaso Chersola hanno ricordato i<br />
Cari defunti e San Vito, Patrono <strong>di</strong> Fiume.<br />
Questo il programma svolto. A<br />
Taggia (Imperia), la stessa domenica è<br />
stata celebrata una S. Messa nel Santuario<br />
della Madonna Miracolosa. È<br />
seguita, ad Arma <strong>di</strong> Taggia, una lieta<br />
riunione conviviale.<br />
COMITATO DI LATINA<br />
A corredo delle cronache già pervenuteci<br />
dal Comitato pontino, <strong>di</strong>amo<br />
notizia della commemorazione congiunta<br />
tenuta ad Aprilia (LT) il 22 febbraio<br />
<strong>2009</strong> in occasione del 66.mo<br />
anniversario della battaglia <strong>di</strong><br />
Nicolajewka e per il Giorno del Ricordo<br />
dei Martiri delle Foibe.<br />
Hanno partecipato alla cerimonia<br />
l’Unione <strong>Nazionale</strong> Italiana Reduci <strong>di</strong><br />
Russia (combattenti, reduci dalla prigionia,<br />
famigliari <strong>di</strong> Caduti e <strong>di</strong>spersi),<br />
le Associazioni d’Arma (<strong>di</strong> Alpini, Artiglieri,<br />
Finanzieri, Bersaglieri Carabinieri),<br />
orfani e vedove <strong>di</strong> guerra; nonché<br />
il Comitato ANVGD <strong>di</strong> Latina.<br />
Alle ore 9,45 sulla via Nettunense,<br />
è stato deposto un cuscino d’ Alloro<br />
presso il monumento della<br />
«Madonnina» realizzato dagli operai<br />
delle Ferrovie nel 1945 nel luogo dove<br />
furono raccolti e sud<strong>di</strong>visi per nazioni<br />
366 salme <strong>di</strong> Caduti, Italiani, tedeschi,<br />
inglesi, americani, australiani, polacchi,<br />
volontari del fronte <strong>di</strong> liberazione.<br />
Di seguito è stata celebrata una S.<br />
Messa solenne presso la Chiesa <strong>di</strong> San<br />
Michele Arcangelo con la presenza del
<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
DIFESA ADRIATICA<br />
dai comitati<br />
7<br />
coro UNIRR San Pietro in Formis.<br />
Le allocuzioni del sacerdote e dei<br />
vari rappresentanti <strong>di</strong> associazioni e<br />
d’arma, hanno evidenziato l’importanza<br />
del ricordo <strong>di</strong> tali tragici fatti.<br />
Per la festività dei Santi patroni delle<br />
città <strong>di</strong> origine, il Comitato pontino ha<br />
curato, il 15 giugno scorso, nella Chiesa<br />
dell’Immacolata <strong>di</strong> Latina, una cerimonia<br />
religiosa nella quale è stato<br />
ricordato anche il martire istriano Don<br />
Bonifacio. Ha letto la Preghiera dell’esule<br />
il vicepresidente del Comitato,<br />
Piero Simoneschi. I partecipanti si sono<br />
successivamente recati a rendere<br />
omaggio al Monumento ai martiri delle<br />
Foibe.<br />
COMITATO DI<br />
MONZA – BRIANZA<br />
Le prime iniziative<br />
del nuovo Comitato<br />
<strong>Il</strong> nuovo Comitato provinciale, la<br />
cui costituzione è stata ratificata il 23<br />
maggio dall’Esecutivo nazionale<br />
dell’ANVGD, ha esor<strong>di</strong>to in grande stile<br />
proponendosi come interlocutore importante<br />
delle istituzioni sul territorio.<br />
Affidato alla guida del giovane Lucia<br />
Arizzi, figlio <strong>di</strong> profughi zaratini, il<br />
Comitato ha tenuto la sua assemblea<br />
costituente il 24 gennaio scorso. Vi<br />
hanno partecipato l’assessore al<br />
Decentramento del Comune <strong>di</strong><br />
Monza, signora Lucia Arizzi – che ha<br />
trasmesso i saluti del sindaco Mariani<br />
e del vicesindaco Allevi –, l’avv. Sissy<br />
Corsi, presidente del Comitato ANVGD<br />
<strong>di</strong> Varese, Luciano Rubessa, presidente<br />
del Comitato ANVGD <strong>di</strong> Brescia e<br />
della Consulta lombarda, Gianantonio<br />
Godeas, il segretario del Rotaract<br />
“Club-Milano Leonardo da Vinci”, e<br />
qualificati rappresentanti dell’Arma dei<br />
Carabinieri e dell’<strong>Associazione</strong> nazionale<br />
Paracadutisti d’Italia.<br />
Nel corso dell’assemblea costituente<br />
hanno rivolto un caloroso saluto<br />
ai convenuti, oltre all’assessore Lucia<br />
Arizzi, l’avv. Sissy Corsi, che ha illustrato<br />
con competenza ed equilibrio,<br />
e suscitando vera emozione nei presenti,<br />
le tragiche vicende e le sofferenze<br />
dell’esodo ricorrendo anche a piccoli<br />
aneddoti familiari. In dono al giovane<br />
presidente Cerlienco la presidente<br />
del Comitato <strong>di</strong> Varese ha offerto il<br />
Presenziano, all’assemblea costituente del Comitato monzese,<br />
da sin. l’avv. Sissy Corsi, presidente Comitato ANVGD <strong>di</strong> Varese;<br />
la sig.a Lucia Arizzi, assessore del Comune;<br />
il presidente del Comitato, Pietro Cerlienco,<br />
e il dott. Luciano Rubessa, presidente Comitato ANVGD <strong>di</strong> Brescia<br />
Interesse ed emozione<br />
ha suscitato l’intervento dell’avv. Sissy Corsi<br />
Un’inquadratura<br />
dell’elegante sede<br />
del Comitato,<br />
con il Tricolore<br />
e la ban<strong>di</strong>era<br />
associativa<br />
<strong>Il</strong> giovane Direttivo del Comitato <strong>di</strong> Monza<br />
COMITATO DI LATINA<br />
In visita a Padre Katunarich, nel suo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Milano<br />
Aprilia (LT), 22 febbraio <strong>2009</strong>. Nella foto, il presidente ANVGD <strong>di</strong> Latina, Benito Pavazza,<br />
al centro con il fazzoletto tricolore al collo, con alti ufficiali<br />
presenti alla cerimonia religiosa in memoria dei martiri delle Foibe;<br />
Guido Brazzoduro, alla destra <strong>di</strong> Pietro Cerlienco,<br />
in visita <strong>di</strong> cortesia al Comitato
8 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
dai comitati<br />
volume La stampa e la memoria, nel<br />
quale sono raccolti articoli dal 1945<br />
al 1954, e che si è realizzato grazie<br />
alla collaborazione e al contributo del<br />
Comitato <strong>di</strong> Varese e l’lnsubria<br />
University Press. È seguito quin<strong>di</strong> l’intervento<br />
del dott. Rubessa, incentrato<br />
sulle ra<strong>di</strong>ci romane e veneziane<br />
dell’Istria e della Dalmazia, dalle quali<br />
<strong>di</strong>scende l’italianità in<strong>di</strong>scussa <strong>di</strong> quei<br />
territori.<br />
<strong>Il</strong> Direttivo del Comitato, composto<br />
da 5 consiglieri e 2 revisori dei conti,<br />
si è successivamente recato in visita,<br />
a Milano, a Padre Sergio Katunarich<br />
S. J., figura storica dell’esodo e animatore,<br />
per molti anni, <strong>di</strong> qualificate iniziative<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione storica e promotore<br />
instancabile del <strong>di</strong>alogo ebraico-cristiano.<br />
Così ne scrive Andrea Santarato,<br />
componente del Direttivo con delega<br />
ai rapporti con istituzioni e stampa:<br />
«Nato a Fiume nel 1923 è instancabile<br />
promotore tra l’altro <strong>di</strong> iniziative,<br />
convegni e pubblicazioni su Fiume,<br />
Istria e Dalmazia; ho avuto l’onore <strong>di</strong><br />
averlo come docente ai tempi dei miei<br />
stu<strong>di</strong> presso l’Istituto Leone XIII <strong>di</strong> Milano,<br />
mio padre ha collaborato con<br />
lui per alcuni anni, ha concelebrato le<br />
mie nozze.<br />
Per questa forte legame personale<br />
e per la sua preziosa figura <strong>di</strong> riferimento<br />
nell’ambito della Comunità<br />
degli Esuli, è stato importante per me<br />
e per i componenti del Direttivo ANVGD<br />
Monza-Brianza ricevere da lui la Sua<br />
Bene<strong>di</strong>zione».<br />
Tra le prime iniziative del Comitato,<br />
la visita alla Foiba <strong>di</strong> Basovizza,<br />
della quale daremo conto sul prossimo<br />
<strong>numero</strong> <strong>di</strong> “Difesa”.<br />
COMITATO DI ROMA<br />
«Benvenuta Croazia in Europa. E<br />
poi?»: questo il titolo del convegno<br />
promosso dal Comitato dell’ANVGD in<br />
collaborazione con la Provincia e<br />
svoltosi il 22 giugno scorso nella Sala<br />
Di Liegro <strong>di</strong> Palazzo Valentini.<br />
Nel corso dell’incontro si è parlato<br />
<strong>di</strong> restituzione dei beni espropriati<br />
e <strong>di</strong> indennizzi dei beni abbandonati<br />
dagli Esuli, oltre che della posizione<br />
storica della Croazia rispetto alle drammatiche<br />
vicende dei giuliano-dalmati.<br />
Sono intervenuti il sen. Maurizio<br />
Gasparri (capogruppo PDL al Senato),<br />
l’on. Luciano Violante in rappresentanza<br />
del PD, il presidente della Provincia<br />
<strong>di</strong> Roma Nicola Zingaretti e il<br />
presidente nazionale ANVGD on. Lucio<br />
Toth. I lavori sono stati introdotti e coor<strong>di</strong>nati<br />
da Oliviero Zoia, presidente<br />
del Comitato provinciale <strong>di</strong> Roma<br />
ANVGD. Presiedeva l’assessore alla Provincia<br />
<strong>di</strong> Roma, Clau<strong>di</strong>o Cecchini.<br />
In quella sede gli Esuli giulianodalmati<br />
della Capitale hanno espresso<br />
ferma e chiara la loro protesta per<br />
la scarsa <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong>mostrata fino<br />
ad oggi dalla Croazia sul problema<br />
della restituzione dei beni a suo tempo<br />
espropriati da Tito ai citta<strong>di</strong>ni italiani<br />
esodati. Si tratta <strong>di</strong> alcune migliaia<br />
<strong>di</strong> proprietà. «Chie<strong>di</strong>amo soltanto che<br />
ai citta<strong>di</strong>ni italiani che hanno lasciato<br />
la loro terra natale tra il 1945 e il 1954<br />
venga applicata la stessa legge che<br />
Zagabria applica ai citta<strong>di</strong>ni croati,<br />
senza <strong>di</strong>scriminazioni che la normativa<br />
comunitaria non tollera», ha detto<br />
tra l’altro il Presidente ANVGD, Toth.<br />
Dal canto suo Oliviero Zoia ha illustrato<br />
le attese degli Esuli per una<br />
soluzione che invocano da decenni.<br />
«I governi italiani del passato – ha detto<br />
uno degli Esuli presenti – hanno <strong>di</strong>sposto<br />
dei nostri beni negli interessi<br />
‘superiori’ del Paese, lasciandoli espropriare<br />
da Tito senza <strong>di</strong>rci nulla. Ora lo<br />
Stato italiano ne deve rispondere esercitando<br />
ogni pressione lecita sulla<br />
Croazia». Gasparri e Violante hanno<br />
assicurato in merito l’interessamento<br />
fattivo del Parlamento.<br />
COMITATO DI TORINO<br />
Dopo l’assemblea dei Soci, organizzata<br />
dal Comitato provinciale <strong>di</strong><br />
Torino, e il successivo incontro del<br />
nuovo Esecutivo provinciale, ecco le<br />
cariche triennali assegnate ai vertici<br />
locali:<br />
presidente Fulvio Aquilante ;<br />
vicepresidente Eugenio Maisani; consiglieri:<br />
Alessandro Altamura, Angelo<br />
Aquilante, Mario Biasiol, A. Maria<br />
Biasiol, Adriano Floredan, Mario Spada,<br />
Luciano Valenza, Antonio Vatta,<br />
Luigi Vatta, Lina Ventin; tesoriere Ireneo<br />
Giorgini; segretari Dario Delton e Antonio<br />
Pastrovicchio. A tutti l’augurio <strong>di</strong><br />
un proficuo lavoro nel capoluogo piemontese.<br />
COMITATO DI TRENTO<br />
<strong>Il</strong> Comitato ANVGD trentino organizza<br />
a Rovereto un incontro degli<br />
Esuli delle province limitrofe al Trentino<br />
per domenica 20 settembre <strong>2009</strong>. In<br />
linea <strong>di</strong> massima i Comitati Provinciali<br />
interessati potrebbero essere:<br />
Bolzano, Trento, Verona, Belluno, Brescia,<br />
Padova, comunque benvenuti<br />
quanti vorranno aderire all’iniziativa.<br />
La S. Messa si terrà all’interno della<br />
struttura d’accoglienza della Campana<br />
dei Caduti, quin<strong>di</strong> – dopo il saluto<br />
del Reggente della Campana – si<br />
andrà nel piazzale ove è posizionato<br />
il Sacro Bronzo che suonerà i cento<br />
rintocchi a memoria dei Caduti <strong>di</strong> tutte<br />
le guerre. Se possibile avremo l’accompagnamento<br />
<strong>di</strong> una corale alpina.<br />
I vari Comitati decideranno per<br />
tempo se fermarsi poi a Rovereto e visitare<br />
il Museo d’Arte Moderna (MART),<br />
o visitare il Museo Storico Italiano della<br />
Guerra, il più documentato d’Italia per<br />
la storia stessa <strong>di</strong> confine del territorio,<br />
o Casa Rosmini, oppure scegliere altre<br />
mete che potrebbero essere Trento<br />
- Bolzano o il Lago <strong>di</strong> Garda. <strong>Il</strong> pomeriggio<br />
offre un notevole ventaglio <strong>di</strong><br />
proposte, anche per la ristorazione.<br />
La Campana dei Caduti <strong>di</strong><br />
Rovereto è la più grande Campana al<br />
mondo funzionante, è stata voluta da<br />
un sacerdote e costruita con il bronzo<br />
dei cannoni donati da tutte le nazioni<br />
coinvolte nella prima guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />
Suona tutte le sere alle ore 20.00<br />
(d’inverno) ed alle 21.00 d’estate. A<br />
mezzogiorno in occasione <strong>di</strong> particolari<br />
visite.<br />
Per comunicare le adesioni, la presidente<br />
del Comitato ANVGD <strong>di</strong> Trento,<br />
Anna Maria Marcozzi Keller, deve essere<br />
contattata entro la fine <strong>di</strong> luglio<br />
da quanti vorranno partecipare, in<br />
modo da accordarsi sulle modalità<br />
nello svolgimento della giornata, ai<br />
seguenti recapiti:<br />
tel.e fax 0464.430 489,<br />
e-mail trento@anvgd.it<br />
COMITATO DI TRIESTE<br />
<strong>Il</strong> comitato provinciale ANVGD <strong>di</strong><br />
Trieste ha partecipato anche quest’anno<br />
alle manifestazioni che si tengono<br />
nel mese <strong>di</strong> giugno, a Borgo San<br />
Nazario, per festeggiare il patrono <strong>di</strong><br />
Capo<strong>di</strong>stria.<br />
Dal 18 al 22 giugno si sono<br />
succedute, organizzate dal Comune<br />
<strong>di</strong> Trieste, una serie <strong>di</strong> iniziative cui ha<br />
preso parte il Coro dell’<strong>Associazione</strong><br />
delle Comunità Istriane e la Banda<br />
musicale dell’ANVGD. Quattro giorni <strong>di</strong><br />
gare, mostre, feste, spettacoli e riti religiosi:<br />
<strong>di</strong> particolare interesse la Mostra<br />
fotografica «Borghi e paesi<br />
dell’Istria:ieri e oggi», e <strong>di</strong> notevole<br />
suggestione il rito sacro accompagnato<br />
dal Coro delle Comunità Istriane<br />
<strong>di</strong>retto da Davide Chersicla con Paolo<br />
Venier all’organo.<br />
Numerose le autorità intervenute,<br />
tra le quali il consigliere regionale Bruno<br />
Marini, l’assessore Paolo Rovis (in<br />
rappresentanza del sindaco Dipiazza)<br />
i consiglieri comunali Manuela<br />
Declich e Andrea Pellarini, il presidente<br />
della FederEsuli e del Comitato <strong>di</strong><br />
Trieste dell’ANVGD Renzo Codarin e il<br />
presidente delle Comunità Istriane,<br />
Lorenzo Rovis. Al termine del rito religioso<br />
il busto <strong>di</strong> S. Nazario è stato portato<br />
in processione nel borgo, accompagnato<br />
dalla banda guidata dal maestro<br />
Ernesto Beacovich.<br />
(fonte www.arcipelagoadriatico.it)<br />
Trieste, le celebrazioni per S. Nazario, patrono <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria.<br />
Con la fascia tricolore l’assessore Paolo Rovis (in rappresentanza<br />
del sindaco Dipiazza) e, ultimo a destra, il presidente<br />
della FedEsuli e vicepresidente nazionale ANVGD Renzo Codarin.<br />
Presente nella delegazione anche il presidente<br />
delle Comunità Istriane, Lorenzo Rovis<br />
(foto www.arcipelagoadriatico.it)<br />
Perio<strong>di</strong>co mensile dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> Venezia Giulia e Dalmazia<br />
Centro stu<strong>di</strong> padre Flaminio Rocchi<br />
Roma, Palazzo Valentini, sede della provincia.<br />
Qui si è tenuto il convegno promosso dal Comitato ANVGD<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Patrizia C. Hansen<br />
E<strong>di</strong>trice:<br />
ASSOCIAZIONE NAZIONALE<br />
VENEZIA GIULIA E DALMAZIA<br />
Via Leopoldo Serra, 32<br />
00153 Roma - 06.5816852<br />
Con il contributo della legge 72/2001<br />
Redazione e amministrazione<br />
Via Leopoldo Serra, 32<br />
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Tel./Fax 06.5816852<br />
Grafica e impianti:<br />
CATERINI EDITORE (Roma)<br />
Servizi Integrati per l’E<strong>di</strong>toria e la Comunicazione<br />
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E-mail: posta@caterinie<strong>di</strong>tore.com<br />
Abbonamenti:<br />
Annuo 30 euro<br />
Sostenitore 50 euro<br />
Solidarietà a piacere<br />
Estero omaggio<br />
Una copia 2 euro - Arretrati 3 euro<br />
C/c postale n° 32888000<br />
Intestato a “Difesa Adriatica”<br />
Autorizzazione del Tribunale <strong>di</strong> Roma<br />
n° 91/94 dell’11 marzo 1994<br />
Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento Postale <strong>di</strong> ROMA<br />
Stampa:<br />
Romana E<strong>di</strong>trice Srl - S. Cesareo (RM)<br />
Finito <strong>di</strong> stampare il 15 settembre <strong>2009</strong>
<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
Questione <strong>di</strong> nomi<br />
(e <strong>di</strong> origini)<br />
Gian Antonio Stella<br />
sull’anagrafe ignorante<br />
Gian Antonio Stella, firma prestigiosa del “Corriere della Sera”, insignito<br />
dall’ANVGD del Premio Giorno del Ricordo nel febbraio <strong>di</strong> quest’anno per il<br />
suo lungo impegno giornalistico a favore della memoria storica giulianodalmata,<br />
firma sul supplemento “Magazine” del 2 luglio scorso un bell’e<strong>di</strong>toriale<br />
dal titolo La ferita riaperta, che riproduciamo per l’evidente interesse<br />
che il tema riveste.<br />
<strong>Il</strong> signor Romano Cramer ha denunciato la ASL <strong>di</strong> Milano perché lo ha<br />
pugnalato. Direte che non è possibile. Che negli ospedali e nei laboratori le<br />
persone vengono curate, sia pure non sempre col massimo della de<strong>di</strong>zione<br />
e della perizia, e non ferite. Ma Cramer ha ragione: l’azienda sanitaria gli ha<br />
conficcato, burocraticamente, un coltello nel cuore.<br />
Tutto è nato dalla richiesta <strong>di</strong> un certificato <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà civile. Richiesta<br />
accolta, invali<strong>di</strong>tà riconosciuta. Sul documento però, denuncia Cramer, «il<br />
mio luogo <strong>di</strong> nascita era in<strong>di</strong>cato genericamente quale Croazia (estera)».<br />
Ma come, si è inalberato: se sono nato nel luglio del 1946 ad Albona, in<br />
quella che allora era ancora la provincia <strong>di</strong> Pola! Come osa un ufficio pubblico<br />
italiano non riconoscere l’italianità secolare <strong>di</strong> Pola?<br />
A molti italiani del tutto ignari della storia, quelli che chiamano Fiume<br />
col nome slavo <strong>di</strong> Rijeka e Lussinpiccolo col nome <strong>di</strong> Mali Losinj e Cittanova<br />
col nome <strong>di</strong> Novigrad, come fa perfino qualche guida turistica <strong>di</strong> case<br />
e<strong>di</strong>trice irrispettose del passato, il dettaglio sembrerà secondario.<br />
Cosa può mai importare a una persona se sulle sue carte sta scritto<br />
«nato in Croazia» o «nato in Slovenia» se oggi i luoghi in cui venne al<br />
mondo sono effettivamente in territorio sloveno o croato? Invece Romano<br />
Cramer ha ragione. Lo <strong>di</strong>ce la Legge 54 che nel febbraio 1989 chiuse la<br />
questione specificando subito, all’articolo 1, che «tutte le Amministrazioni<br />
dello Stato, parastato, degli enti locali e qualsiasi altro ufficio o ente, nel<br />
rilasciare attestazioni, <strong>di</strong>chiarazioni, documenti in genere a citta<strong>di</strong>ni italiani<br />
nati in comuni già sotto la sovranità italiana e oggi compresi nei territori<br />
ceduti ad altri Stati, ai sensi del trattato <strong>di</strong> pace con le potenze alleate e<br />
associate, quando deve essere in<strong>di</strong>cato il luogo <strong>di</strong> nascita dell’interessato,<br />
hanno l’obbligo <strong>di</strong> riportare unicamente il nome italiano del comune senza<br />
alcun riferimento allo Stato cui attualmente appartiene». Punto e fine.<br />
C’è tuttavia qualcosa <strong>di</strong> ancora più importante della legge: il rispetto per<br />
il passato. Non c’è più Tito, non c’è più il comunismo, non c’è più la Jugoslavia<br />
che nacque scatenando contro gli italiani una sanguinosa pulizia<br />
etnica. Siamo in Europa e vogliamo recuperare tutte le ragioni per stare<br />
insieme e sentirci fratelli. Ma la storia è storia. E il rispetto per il dolore <strong>di</strong> chi<br />
ha patito la cacciata dalla sua patria passa anche attraverso il rispetto <strong>di</strong> una<br />
piccola regola burocratica.<br />
Gian Antonio Stella<br />
Ti sei iscritto all’ANVGD?<br />
Continua la campagna abbonamenti <strong>2009</strong><br />
Cosa aspetti? Noi Ti aspettiamo<br />
Rivolgiti ai nostri Comitati Provinciali<br />
o contatta la nostra Sede nazionale<br />
(tel. 06 5816852)<br />
L’abbonamento a Difesa Adriatica<br />
non equivale alla quota associativa<br />
DIFESA ADRIATICA<br />
ELARGIZIONI E ABBONAMENTI<br />
Questa rubrica riporta:<br />
- le elargizioni a “Difesa Adriatica”<br />
<strong>di</strong> importo superiore all’abbonamento<br />
or<strong>di</strong>nario;<br />
- le elargizioni <strong>di</strong>rette alla Sede nazionale<br />
ANVGD;<br />
- gli abbonamenti or<strong>di</strong>nari sottoscritti<br />
a “Difesa Adriatica”;<br />
All’interno <strong>di</strong> ogni gruppo, i nominativi<br />
sono elencati in or<strong>di</strong>ne<br />
alfabetico. In rispetto della normativa<br />
sulla privacy non vengono citate le<br />
località <strong>di</strong> residenza degli offerenti.<br />
Ringraziamo da queste pagine tutti<br />
coloro che, con il loro riconoscimento,<br />
ci inviano il segno del loro apprezzamento<br />
e del loro sostegno. Le offerte<br />
qui in<strong>di</strong>cate non comprendono le<br />
elargizioni ricevute dai singoli Comitati<br />
provinciali dell’ANVGD.<br />
ABBONAMENTI ORDINARI<br />
A “DIFESA ADRIATICA”<br />
(ccp 32888000)<br />
<strong>Il</strong> rinnovo degli abbonamenti si<br />
concentra maggiormente tra fine e inizio<br />
anno, quando i lettori ricevono<br />
insieme al giornale il bollettino postale<br />
precompilato. L’elenco comprende<br />
solo coloro che hanno versato la quota<br />
or<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> abbonamento.<br />
FEBBRAIO (segue dal <strong>numero</strong> precedente)<br />
Bencich Luciano, Benigni<br />
Giorgio, Bernardon Loretta, Bernetti<br />
Domenica, Bianco Romano, Bietti<br />
Romano, Binaghi Tullio, Blecich<br />
Liliana, Bogdanich Battista, Bonelli<br />
Giuseppina, Bonuccelli Fernanda,<br />
Borme Sergio, Bossi Bruna, Bottaccioli<br />
Mirella, Bozac Flavio, Bracco Eugenio,<br />
Bra<strong>di</strong>ni Marina, Bratti Giovanni,<br />
Bravarich Emilia, Broz Klaus, Bu<strong>di</strong>nis<br />
Livio, Cacciola Maria, Canciani<br />
Andrino, Casari Roberto, Casonato<br />
Miranda, Cattunar Giovanni, Cavallo<br />
Mario, Cerboncini Miranda, Cervai<br />
Eufemia, Chighine Liliana, Ciaccheri<br />
Andrea, Cociancich Ernesto, Colombo<br />
Fabris Giuseppina, Colombo<br />
Silvano, Colussi Fabio, Colussi Piero,<br />
Compri Vittorio, Corenich Renato,<br />
Colpo <strong>di</strong> scena a Zagabria, il primo<br />
ministro Ivo Sanader a sorpresa ha<br />
annunciato nelle scorse settimane le<br />
sue <strong>di</strong>missioni dall’incarico e l’abbandono<br />
definitivo della vita politica per<br />
ragioni strettamente personali. Sanader<br />
deteneva la carica <strong>di</strong> capo del governo<br />
da quasi sei anni, ed è stato alla<br />
guida dell’HDZ (conservatori <strong>di</strong> centodestra).<br />
Gli succede la fedele collaboratrice<br />
Jadranka Kosor, che avrà il compito<br />
<strong>di</strong> formare il nuovo governo, ed è<br />
già stata nominata presidente del partito<br />
al posto <strong>di</strong> Sanader. Laureata in<br />
giurisprudenza, da 15 anni in politica,<br />
la Kosor è la prima donna a capo<br />
<strong>di</strong> un governo croato. Parlando dei<br />
tempi <strong>di</strong> adesione della Croazia all’UE,<br />
il nuovo premier ha assicurato che il<br />
suo governo «non rinuncerà a nessun<br />
centimetro del nostro territorio, né in<br />
terra né in mare», con evidente riferimento<br />
al veto sloveno e al contenzioso<br />
con Lubiana per i confini marittimi.<br />
Coslovich Gioconda, Coslovich Sonia,<br />
Costantini Rota Licia, Costiera Sergio,<br />
Cozzi Franca, Crasti Silvana, Curecska<br />
Silvana, Cusino Clau<strong>di</strong>o, Cuzzi Giulio,<br />
Damiani Graziella, Dapretto Leonella,<br />
Daris Emilia, De Cleva Guido,<br />
Deghenghi Mario e Lia, Degrassi Dino,<br />
Dell’Arti Enrico, De Marchi Maria Luisa,<br />
Dessanti Mario, Detoni Giuseppina,<br />
Devescovi Attilio, Di Castri Linda,<br />
Di Meo Elsa, Dolenz Erica, Dorcich<br />
Miranda, Dorigo Giovanni, Dovesi<br />
Elena, Duiella Aldo, Duiella Guido,<br />
Dussizza Dal Mas Giovanna, Ermanni<br />
Clau<strong>di</strong>o, Eror Vanda, Fabris Silvia, Facchini<br />
Roberto, Facci Luigi, Falchi<br />
Gianna, Felicetti Alberto, Ferrarese<br />
Sergio, Fiorido Marino, Fiumani<br />
Volpini Daniela, Floredan Adriano,<br />
Fontanive Lucy, Fornasaro Umberto,<br />
Fossa Sergio, Franzelli Maria Luisa,<br />
Frotantaro Alberto, Gallessi Emilio,<br />
Gallovich Marcello, Gaspar<strong>di</strong>s Franco<br />
Enrico, Gasparini Banchieri Iole,<br />
Gatti Rosa, Gherdovich Sonia, Giacca<br />
Bruno, Giachin Silvana, Giacich<br />
Tullio, Giacomelli Edmondo,<br />
Giangreco Chiara, Giorgini Francesco,<br />
Giormani Virgilio, Giovannelli Francesca,<br />
Gironcoli Ielo Marcella, Gorlato<br />
Giorgio, Greblo Franco, Gropallo Carlo,<br />
Gropuzzo Alida Chessa, Grossi<br />
Enrico, Guagenti Paolo, Guetti Marta,<br />
Gui<strong>di</strong> Eugenio, Ivessa Li<strong>di</strong>a, Jankovits<br />
Enrico, Jurinich Salvatore, Koller<br />
Rodolfo, Labignan Bruno, Lagala Angelo,<br />
Libè Renato, Lion Laura ved.<br />
Lanza, Lizzi Renata, Locatelli Cesare,<br />
Lombar<strong>di</strong> Ottorino, Lori Ala<strong>di</strong>no,<br />
Lorini Giorgio, Lovich Miro, Lovrovich<br />
Rosetta e Mario, Malusà Domenico,<br />
Malusà Maria, Mamolo Maria,<br />
Maniglio Klemen Tullio, Manzin Tullia,<br />
Manzini Bruna, Maracich Renato,<br />
Maracich Stefano, Marini Franco,<br />
Marsich Paola, Martis Vitaliano,<br />
Matessich Giuseppe, Mattiassich Anna<br />
Maria, Medved Vla<strong>di</strong>miro, Meschini<br />
Stelio, Miani Mario, Mihich Manlio,<br />
Miotto Oscar, Miraglia maria, Mitis<br />
Laura, Moder Alice, Montella Maria<br />
Bianca ved. Visintini, Moscheni Clau<strong>di</strong>o,<br />
Musich Francesca, Mussap Lucio,<br />
Nel corso della conferenza stampa<br />
convocata da Sanader per annunciare<br />
il suo ritiro, alla domanda se il<br />
blocco della procedura <strong>di</strong> adesione<br />
dalla Croazia all’UE e il fallimento <strong>di</strong><br />
Bruxelles nella me<strong>di</strong>azione abbiano<br />
pesato sulla sua decisione, egli ha chiaramente<br />
risposto: «non posso <strong>di</strong>re <strong>di</strong><br />
no». Vinte le elezioni del 2003 l’ex<br />
primo ministro ha tentato <strong>di</strong> dare al<br />
suo partito il carattere <strong>di</strong> una forza<br />
conservatrice ma cautamente<br />
europeista, accelerando la creazione<br />
<strong>di</strong> un mercato libero e l’avvicinamento<br />
euroatlantico della Croazia, con<br />
caute aperture alla minoranza serba<br />
della Croazia, e con la stessa Belgrado,<br />
dopo le devastanti guerre degli anni<br />
Novanta. Due le fondamentali sfide del<br />
nuovo premier, l’Europa e la grave crisi<br />
economica, che incoraggia e alimenta<br />
le derive nazionalistiche e xenofobe<br />
<strong>di</strong> molta parte della società croata.<br />
«Per giustificare le <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong><br />
Sanader, che hanno lasciato tutti <strong>di</strong><br />
stucco – scrive Drago Hedl per “Osservatorio<br />
sui Balcani” – si parla della<br />
<strong>di</strong>fficile situazione del Paese, molto più<br />
seria <strong>di</strong> quanto l’opinione pubblica<br />
possa immaginare. <strong>Il</strong> tracollo del Pil,<br />
conseguenza <strong>di</strong>retta dell’esitazione <strong>di</strong><br />
Sanader a introdurre dure, ma necessarie,<br />
misure anti-recessione, hanno<br />
condotto il paese sull’orlo della bancarotta.<br />
Dal bilancio mancano 15 miliar<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> kune (circa 2 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro),<br />
e già si <strong>di</strong>ce che il Paese non abbia più<br />
sol<strong>di</strong> per pagare le pensioni e gli stipen<strong>di</strong><br />
dei <strong>di</strong>pendenti pubblici. Oltre a<br />
9<br />
Nardone Borghi Licia, Nuvolari<br />
Annamaria, Orselli Antonella,<br />
Ossoinack Anna, Ostrogovich<br />
Demaurizi Maria, Ottoli Nerina, Pakler<br />
Carlo, Pala<strong>di</strong>n Rita, Paliaga-Struggia,<br />
Pallavicini Antonio, Pancirolli Ezio,<br />
Panella Luigi, Papetti Franco, Paulini<br />
Madrussani Emilia, Pavan Marcella<br />
Tosetto, Pazzagli Magni Annarosa,<br />
Pechini Giuseppe, Pellegrini Giorgina<br />
Diviacco, Pellegrini Paolo, Pellis Cozza<br />
Luisa, Perini Fulvio, Persi Paoli Francesco,<br />
Persich Bruno, Petronio Guido,<br />
Pezzoli Paolo, Picot Arturo, Pieri Sergio,<br />
Pistan Nerina, Pizzinat Giovanni,<br />
Placenti Irma, Pollice Rocco, Poretti<br />
Michele, Prever Gianpiero, Pribetich<br />
Pietro, Pucar Paolo, Puxeddu Anna,<br />
Puzzer Patrizia, Quarantotto Marina,<br />
Radeticchio Nevia, Ran<strong>di</strong>ch Antonio-<br />
Ubaldo-Anita, Ratti Vidoli Paola, Rauni<br />
Andrea, Raze Ral<strong>di</strong> Stellia, Rismondo<br />
Ni<strong>di</strong>a, Ritschl Giuseppe, Rolli Giovanni,<br />
Roma Bruno, Romich Eugenio,<br />
Rossetti Cosulich Nora, Rossi Flavia,<br />
Rota Antonia, Rubinich Marino, Ruju<br />
Gianna, Sabatti Giovanni, Saitz Franco,<br />
Sandri Ubizzo Irma, Sanza Guido,<br />
Sarti Giuseppe, Scalembra Rita,<br />
Schlegl Aurea, Scialò Luciana, Segariol<br />
Devescovi Flora, Sepich Aldo, Sergi<br />
Ernesto, Sergi Sonia, Sivieri Arnaldo,<br />
Smilovich Nerina, Solis Francesco,<br />
Sossa Clau<strong>di</strong>o, Sponza Eufemia,<br />
Sponza Giovanni, Stancich Gigliola,<br />
Stipcevich Giovanni, Tarabocchia<br />
Mirella, Tecovich Antonio, Tiblias Aldo,<br />
Toffetti Dolores, Toffetti Lucilla, Tognon<br />
Loriana, Tolja Marlena, Tosolin Fabio,<br />
Trapani Ferruccio, Trentini Elvira,<br />
Udovicich Iginio, Uratoriu Edoardo,<br />
Urbinati Eugenia, Usmiani Marino,<br />
Valassi Aurelia Balbi, Valenti Bruno,<br />
Valenti Maria, Valvassori Giuseppe,<br />
Vecerina Fernando, Velenich Italo,<br />
Vellenich Silvana, Vidal Maristella,<br />
Vidossich Giorgio, Villio Vinicio,<br />
Viscovi Francesco, Visintin Renato, Vitelli<br />
Tafani Iolanda, Viti Sergio, Vittorelli<br />
Alma, Vlacancich Florio, Vladovich<br />
Rodolfo, Zago Italo, Zett Antonio,<br />
Zubin Arcida, Zupicich Marco,<br />
Zustovich Mariuccia.<br />
Zagabria, Sanader<br />
lascia a sorpresa il governo e il partito.<br />
Una donna il nuovo premier<br />
ciò, ha uno spaventoso debito estero<br />
<strong>di</strong> circa 40 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro, la cui estinzione<br />
torna ora in <strong>di</strong>scussione. In cima<br />
a tutto questo – prosegue l’analisi <strong>di</strong><br />
Hedl –, la Croazia non riesce a risolvere<br />
la questione del blocco sloveno<br />
ai negoziati <strong>di</strong> adesione all’UE.<br />
Sanader, secondo fonti a lui vicine, si<br />
sente completamente abbandonato da<br />
quelli che fino a ieri erano alleati croati,<br />
in primis Germania e Austria, i quali,<br />
a suo avviso, non hanno fatto nulla per<br />
aiutarlo. D’altro canto, da Bruxelles<br />
giungono voci <strong>di</strong> come l’UE sia delusa<br />
dalle lente riforme nella giustizia croata<br />
e dalla flebile lotta alla corruzione e al<br />
crimine organizzato».<br />
Red.
10 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
La sorella Paola: «non perdono»<br />
Trent’anni dalla morte del Ten. Col. Antonio Varisco<br />
L’alto ufficiale, zaratino, venne trucidato a Roma dalle Brigate Rosse<br />
Sono trascorsi 30 anni dalla feroce<br />
uccisione del Tenente Colonnello<br />
dei Carabinieri Antonio Varisco. A<br />
Roma una solenne cerimonia<br />
commemorativa in suo ricordo si è<br />
svolta il 13 luglio, nel luogo dove nel<br />
1979 cadde vittima <strong>di</strong> un agguato riven<strong>di</strong>cato<br />
dalle Brigate Rosse.<br />
Dopo gli onori militari, corone <strong>di</strong><br />
alloro sono state deposte, dal Generale<br />
<strong>di</strong> Divisione Enrico Di Napoli, vice<br />
comandante dell’Interregionale Carabinieri<br />
“Podgora”, da Mauro Cutrufo,<br />
vicesindaco della Capitale, dall’assessore<br />
agli Affari Istituzionali, Enti Locali<br />
e Sicurezza della Regione Lazio, Daniele<br />
Fichera e dall’Assessore alle Politiche<br />
della Sicurezza e Protezione<br />
civile della Provincia <strong>di</strong> Roma, Elio<br />
Paluzzi, ai pie<strong>di</strong> della stele che ricorda<br />
il tragico evento.<br />
Nel corso della cerimonia, a cui<br />
era presente la sorella del colonnello<br />
Varisco, Paola, è stata letta una biografia<br />
dell’Ufficiale nativo <strong>di</strong> Zara. La<br />
sua figura, come uomo e come Carabiniere,<br />
è stata quin<strong>di</strong> ricordata da<br />
Giorgio Santacroce, presidente della<br />
Corte <strong>di</strong> Appello <strong>di</strong> Roma.<br />
Alla cerimonia erano inoltre presenti<br />
Paolo De Fiore, presidente del<br />
Tribunale <strong>di</strong> Roma, il Prefetto <strong>di</strong> Roma<br />
Giuseppe Pecoraro, il Questore <strong>di</strong><br />
Roma Giuseppe Caruso, il Comandante<br />
provinciale dei Carabinieri <strong>di</strong> Roma,<br />
Gen. Vittorio Tomasone, i Comandanti<br />
regionale e provinciale della Guar<strong>di</strong>a<br />
<strong>di</strong> Finanza, Angelo Zaccagnino, il<br />
provve<strong>di</strong>tore regionale del Lazio dell’Amministrazione<br />
Penitenziaria, una<br />
delegazione della Polizia Municipale<br />
e una folta rappresentanza dell’<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Nazionale</strong> Carabinieri con il<br />
Generale Luigi Magliuolo, Ispettore<br />
regionale per il Lazio e componenti<br />
della Rappresentanza Militare.<br />
Così recitava il volantino che quel<br />
giorno riven<strong>di</strong>cò l’uccisione dell’alto<br />
ufficiale: « Un nucleo armato della<br />
nostra organizzazione ha giustiziato<br />
Antonio Varisco». <strong>Il</strong> volantino con la<br />
stella a cinque punte fu fatto ritrovare<br />
due giorni dopo l’agguato. ma già la<br />
mattina stessa, a due ore dall’omici<strong>di</strong>o,<br />
arrivò all’ANSA la riven<strong>di</strong>cazione<br />
delle Br: «Qui Brigate Rosse, abbiamo<br />
giustiziato noi il colonnello Antonio<br />
Varisco braccio destro del generale<br />
Dalla Chiesa».<br />
Varisco era il comandante del<br />
Nucleo carabinieri del Tribunale <strong>di</strong><br />
Roma. L’anno prima si era consumata<br />
la trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Aldo Moro. Antonio<br />
Varisco fu giustiziato alle 8,25 del<br />
mattino , mentre con la sua auto, solo,<br />
percorreva il lungotevere Arnaldo da<br />
Brescia, poco duistante dal centrale<br />
Piazzale Flaminio.<br />
<strong>Il</strong> ricordo della sorella Paola<br />
Lo ricorda così la sorella Paola:<br />
«Tonci era affettuoso con tutte noi sorelle,<br />
lui unico maschio tra cinque femmine».<br />
Paola è la sorella più piccola<br />
della famiglia Varisco, cinque figli, orfani<br />
<strong>di</strong> madre, che avevano lasciato la<br />
natìa Zara e si erano stabiliti a Roma.<br />
«Lui aveva un grande desiderio – ha<br />
<strong>di</strong>chiarato la signora Paola alla stampa<br />
– voleva tornare a Zara. Ripeteva<br />
spesso “quando andrò in pensione<br />
voglio prendere una barca, tornare a<br />
Zara». «Un gran <strong>di</strong>spiacere. Ancora<br />
più grande perché avrei voluto con<strong>di</strong>videre<br />
con lui più tempo. Ucciso in<br />
un modo così atroce. <strong>Il</strong> perdono quelli<br />
lì se lo scordano. Non con<strong>di</strong>vido chi<br />
parla <strong>di</strong> riconciliazione… Con chi con<br />
assassini mai pentiti?».<br />
<strong>Il</strong> Ten. Col. Varisco venne ucciso<br />
da un commando della cosiddetta<br />
Colonna romana delle Br. <strong>Il</strong> capo Antonio<br />
Savasta, dopo l’arresto, non ne<br />
chiarì tutta la <strong>di</strong>namica. <strong>Il</strong> nome <strong>di</strong><br />
Varisco era in una lista <strong>di</strong> «obiettivi»<br />
trovata nel covo <strong>di</strong> viale Giulio Cesare<br />
dove furono catturati Adriana Faranda<br />
e Valerio Morucci. <strong>Il</strong> colonnello Varisco<br />
aveva presenziato ai molti processi<br />
conto i brigatisti e i Nap. Fu insignito<br />
della Medaglia d’oro al Valore civile<br />
per la <strong>di</strong>fesa della collettività e delle<br />
istituzioni democratiche.<br />
«“Non vogliamo vendetta ma giustizia.<br />
Sei sempre più vivo con noi nella<br />
nostra Zara” fu l’omaggio <strong>di</strong> un profugo<br />
dalmata sul luogo dove cadde<br />
Varisco», ha ricordato sul quoti<strong>di</strong>ano<br />
“<strong>Il</strong> Tempo” del 12 luglio <strong>2009</strong> Maurizio<br />
Piccirilli nel suo servizio sulla triste<br />
ricorrenza. E i sentimenti si sono<br />
rinnovati oggi, a trent’anni da quel così<br />
tragico evento.<br />
Una targa a Brin<strong>di</strong>si<br />
Presso l’Istituto Commerciale<br />
“Guglielmo Marconi” <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si è stata<br />
scoperta, l’11 maggio scorso, una<br />
Targa in Sua memoria. Alla commossa<br />
cerimonia hanno preso parte Alfredo<br />
Mantovano, sottosegretario <strong>di</strong> Stato<br />
al Ministero degli Interni, le più alte<br />
autorità civili e militari della Puglia,<br />
<strong>di</strong>rigenti scolastici e docenti, una nutrita<br />
rappresentanza dei tanti ex compagni<br />
del liceo, i «Muli del Tommaseo».<br />
<strong>Il</strong> saluto <strong>di</strong> Mons. Ravignani alla Diocesi<br />
<strong>di</strong> Trieste. Gli succede Mons. Crepal<strong>di</strong><br />
È mons. Giampaolo Crepal<strong>di</strong>, sino<br />
ad ora Segretario del Pontificio Consiglio<br />
della Giustizia e della Pace, il nuovo<br />
Vescovo <strong>di</strong> Trieste. Succede a Mons.<br />
Eugenio Ravignani, esule da Pola –<br />
dove è nato il 30 <strong>di</strong>cembre 1932 – e<br />
or<strong>di</strong>nato sacerdote dal Vescovo Antonio<br />
Santin nel 1955.<br />
Nel suo messaggio <strong>di</strong> saluto ai triestini<br />
e alla Chiesa tergestina, Mons.<br />
Ravignani ha ricordato le qualità del<br />
suo successore, «vescovo <strong>di</strong> elevata<br />
cultura e <strong>di</strong> vasta e profonda esperienza<br />
maturata nel delicato servizio prestato<br />
alla Chiesa italiana prima e poi<br />
alla Santa Sede».<br />
Nell’occasione del suo congedo,<br />
l’<strong>Associazione</strong> delle Comunità<br />
Istriane e il suo presidente Lorenzo<br />
Rovis, hanno reso omaggio ad una<br />
personalità del mondo istriano ospitando<br />
un incontro con lo stesso Mons.<br />
Ravignani, le autorità civili e i vertici<br />
delle associazioni degli esuli presenti<br />
a Trieste. A salutare il Vescovo esule il<br />
Sindaco Roberto Dipiazza, gli assessori<br />
comunali Lobianco e Rovis, i rappresentanti<br />
delle Associazioni degli<br />
Esuli, Renzo Codarin per la FedEsuli,<br />
Guido Brazzoduro per i Fiumani,<br />
Renzo de’Vidovich per i Dalmati, e il<br />
prof. Lucio Delcaro presidente dell’IRCI.<br />
La cerimonia <strong>di</strong> saluto si è chiusa<br />
con un concerto del M.o Luigi Donorà,<br />
istriano, autore <strong>di</strong> musiche composte<br />
per la circostanza, interpretate dal duo<br />
Venier-Chersicla e dal coro delle Comunità<br />
Istriane.<br />
Mons. Crepal<strong>di</strong> è nato nel 1947<br />
in provincia <strong>di</strong> Rovigo, si è laureato in<br />
Filosofia all’Università <strong>di</strong> Bologna nel<br />
1979 e in Teologia presso la Pontificia<br />
Università Urbaniana nel 1984. Or<strong>di</strong>nato<br />
vescovo nel 2001 da Giovanni<br />
Paolo II, è membro del Consiglio della<br />
Pontificia Accademia delle Scienze<br />
Sociali. Nel suo primo messaggio alla<br />
comunità ecclesiale triestina il nuovo<br />
vescovo ha rivolto, tra l’altro, «un saluto<br />
particolare alla Chiese sorelle, alle<br />
comunità ecclesiali, ai fratelli della<br />
comunità ebraica, a tutte le comunità<br />
religiose». «Con tutti la Chiesa <strong>di</strong> Trieste<br />
saprà tessere la rete del <strong>di</strong>alogo<br />
ecumenico e interreligioso e della collaborazione<br />
amichevole nella comune<br />
tensione a perseguire il progresso<br />
spirituale e materiale della nostra amata<br />
città nello spirito della libertà, della<br />
giustizia, della verità e della solidarietà».<br />
Red.<br />
Roma, Quartiere Giuliano-Dalmato.<br />
Sulla facciata dell’Archivio Museo Storico <strong>di</strong> Fiume<br />
è apposta dal 1993 questa lapide<br />
che vuole ricordare la figura e il sacrificio del Col. Varisco<br />
(foto www. <strong>di</strong>gilander.libero.it/arup.it)<br />
Nel suo intervento il prefetto ha<br />
sottolineato il valore dell’iniziativa che,<br />
oltre ad onorare la memoria dell’ufficiale<br />
dell’Arma ed idealmente <strong>di</strong> tutte<br />
Notizie liete...<br />
<strong>Il</strong> sigillo <strong>di</strong> Trieste ad Aldo Clemente<br />
le vittime del terrorismo, costituisce<br />
una occasione importante per ricordare<br />
i drammatici anni Settanta ed<br />
Ottanta.<br />
Trieste, Sala Azzurra del Municipio.<br />
<strong>Il</strong> sindaco Roberto Dipiazza<br />
saluta l’ospite e i convenuti<br />
Trieste. <strong>Il</strong> sigillo della Città <strong>di</strong> San Giusto ad Aldo Clemente,<br />
consegnatogli dal sindaco Roberto Dipiazza nel<br />
corso <strong>di</strong> una cerimonia svoltasi in Municipio, alla presenza<br />
del presidente della FederEsuli, Renzo Codarin,<br />
e del presidente dell’<strong>Associazione</strong> Giuliani nel Mondo,<br />
Dario Locchi con il suo <strong>di</strong>rettivo. <strong>Il</strong> prestigioso riconoscimento<br />
vuole significare la gratitu<strong>di</strong>ne della comunità<br />
tergestina per l’impegno svolto nell’ambito dell’Opera<br />
<strong>Nazionale</strong> Orfani <strong>di</strong> Guerra, dell’assistenza ai profughi<br />
giuliani e dalmati, dell’Ente nazionale per i Rimpatriati e<br />
Profughi e, dal 1970 al 2007, in qualità <strong>di</strong> presidente dell’<strong>Associazione</strong> Triestini<br />
e Goriziani <strong>di</strong> Roma.<br />
Nella circostanza è stato ricordato anche il suo ruolo <strong>di</strong> segretario generale<br />
della sezione italiana dell’<strong>Associazione</strong> per lo stu<strong>di</strong>o del problema mon<strong>di</strong>ale<br />
dei rifugiati, organo consultivo della Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa,<br />
ricoperto dal 1965 al 2001, e <strong>di</strong> segretario provinciale dell’Opera nazionale<br />
Orfani <strong>di</strong> Guerra <strong>di</strong> Trieste, nel cui ambito egli ha promosso la creazione della<br />
scuola professionale e del collegio per orfani <strong>di</strong> guerra e il centro <strong>di</strong> prevenzione<br />
antitubercolare <strong>di</strong> Sappada.<br />
Nel consegnare ad Aldo Clemente il sigillo, il sindaco Dipiazza ha voluto<br />
rievocare il suo primo approccio con i problemi degli esuli: «ero con Renzo<br />
Codarin alle Noghere e quando mi ha<br />
detto <strong>di</strong> essere nato lì, nel campo profughi;<br />
mi si è spalancata una pagina <strong>di</strong> storia<br />
che non conoscevo, ecco perché in<br />
questi anni mi sono impegnato in questa<br />
amministrazione comunale nel doveroso<br />
ricordo dei drammi dell’esodo, che ora<br />
trova significativi e tangibili segni nel nuovo<br />
Centro <strong>di</strong> documentazione della Foiba<br />
<strong>di</strong> Basovizza, nel monumento realizzato<br />
alla memoria <strong>di</strong> Norma Cossetto, nel<br />
Museo della Civiltà Istriana in fase <strong>di</strong> allestimento<br />
in via Torino e presto anche con la collocazione (prevista per l’inizio<br />
del prossimo anno) della statua de<strong>di</strong>cata a mons. Antonio Santin davanti alla<br />
Chiesa greco ortodossa sulle Rive».<br />
* * *<br />
È nata Gaia!<br />
Giulio ed Ida Schvarcz con immensa gioia sono <strong>di</strong>ventati nonni della prima<br />
nipotina, Gaia, nata a Formia il 30 maggio <strong>2009</strong> dal figlio Giorgio e Gabriella<br />
Schvarcz.<br />
Dai nonni un entusiasta «benvenuta» e auguri fervi<strong>di</strong>ssimi.<br />
* * *<br />
Al ten. col. Marcello Rocchi la Croce<br />
al merito <strong>di</strong> Cavaliere della Repubblica<br />
Con vivo piacere il Comitato de L’Aquila comunica che l’amico ed associato<br />
Ten. Col. Marcello Rocchi è stato insignito della Croce al merito <strong>di</strong> Cavaliere<br />
della Repubblica e della Medaglia <strong>di</strong> S. Maurizio e Lazzaro per le sue particolari<br />
doti al servizio della Patria.<br />
Al caro Rocchi gli auguri più fraterni da parte della collettività giuliana e<br />
dalmata della Provincia de L’Aquila.
<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
Dal nostro inviato nel tempo…<br />
La Libertas <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria<br />
Sorta nel 1888 per volontà <strong>di</strong> un<br />
gruppo <strong>di</strong> sportivi capo<strong>di</strong>striani,<br />
capitanati dall’irredentista Felice<br />
Bennati, la Libertas cominciò da subito<br />
a realizzare il suo programma <strong>di</strong><br />
ostruzionismo sportivo e politico all’Austria.<br />
Nella finale delle gare regionali<br />
del campionato adriatico in<br />
Skiff, 189-1892, i Leoni, guidati da<br />
Antonio Depangher, una volta superate<br />
le rivali, Hansa ed Eintracht, agitarono,<br />
per la prima volta, il Tricolore,<br />
suscitando le ire delle autorità austriache.<br />
Nel 1906 vi fu un importante innovazione<br />
all’interno del sodalizio. <strong>Il</strong><br />
Presidente <strong>di</strong> allora, De Manzini, decise<br />
<strong>di</strong> allargare la base societaria facendo<br />
partecipare alle attività sociali<br />
anche l’elemento operaio<br />
capo<strong>di</strong>striano che fino ad allora era<br />
stato sempre escluso. Nel 1907 in occasione<br />
dell’anniversario <strong>di</strong> Giuseppe<br />
Garibal<strong>di</strong>, la fanfara sociale, dopo una<br />
<strong>di</strong>mostrazione per le vie citta<strong>di</strong>ne, al<br />
ballo della Lega <strong>Nazionale</strong>, si presentò<br />
in <strong>di</strong>visa da Bersaglieri italiani. I provve<strong>di</strong>menti<br />
presi dalla polizia austriaca<br />
furono durissimi: arresti e processi per<br />
gran parte dei soci.<br />
Nel 1910 alle regate internazionali<br />
<strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria, in occasione della esposizione<br />
istriana, si aggiu<strong>di</strong>cava ben<br />
quattro primi premi. Nel 1912 vi una<br />
nuova sfida all’autorità austriaca: al<br />
ballo Pro <strong>Associazione</strong> italiana <strong>di</strong> beneficenza,<br />
sempre la fanfara sociale<br />
partecipò con la <strong>di</strong>visa degli Ascari.<br />
Anche questa volta, le autorità reagirono<br />
duramente con arresti e processi<br />
e sequestri. Sempre nello stesso<br />
anno, i cinque giovani capo<strong>di</strong>striani<br />
Renato Pecchiari, Francesco Babuder,<br />
Mario Fonda, Lauro Cherini ed Egi<strong>di</strong>o<br />
Parovel, i «Barruffanti», si iscrissero alla<br />
gara internazionale come equipaggio<br />
italiano e dopo aver vinto la gara sventolarono,<br />
come da tra<strong>di</strong>zione, festosamente<br />
il Tricolore. Nel 1913 la Libertas<br />
riportò ben 15 vittorie: 4 a Fiume, 3 a<br />
Portorose, 6 alle internazionali <strong>di</strong> Trieste<br />
e 2 a quelle <strong>di</strong> Como.<br />
Scoppiata la guerra, un centinaio<br />
<strong>di</strong> giovani soci riparò in Italia, mentre<br />
i pochi rimasti, circa una ventina, furono<br />
internati. <strong>Il</strong> 13 maggio 1915,<br />
Nazario Depangher, Giuseppe<br />
Deponte, Antonio Zetto, Piero Vascotto<br />
e Fanelli fuggirono a Venezia con la<br />
jole “Istria” e nel 1916 il gesto fu ripetuto<br />
dalla “Roma” “montata” da Antonio<br />
Divo, Nicolò Martina, Ludovico<br />
Divora e due soldati austriaci. Questa<br />
causò la <strong>di</strong>struzione delle imbarcazioni<br />
rimaste e l’incen<strong>di</strong>o della sede sociale.<br />
Al termine della guerra furono<br />
ben sette soci che si sacrificarono per<br />
la causa italiana: Nazario Sauro, Pio<br />
Riego Gambini, Ernesto<br />
Gramaticopolo, Angelo della Santa,<br />
Antonio Parovel, Virgilio Sansone e<br />
Vico Prodenzani.<br />
Tra il 1919 e il 1920 la Libertas vinse<br />
10 premi e due campionati a Lecco<br />
con l’“Otto” e a Pallanza nel 1921 nel<br />
“singolo” con Francesco Babuder.<br />
Negli anni seguenti, dopo un periodo<br />
<strong>di</strong> stasi, la Libertas tornò <strong>di</strong> nuovo alla<br />
vittoria a Portorose e a Trieste nel 1927.<br />
Sorgeva intanto ad Isola d’ Istria la<br />
Pullino ed iniziava una dura lotta che<br />
culminò a Stresa con la clamorosa vittoria<br />
dell’armo istriano formato da<br />
Vattovaz, Divora, Plazzer, Parovel e<br />
Scher che conquistò il titolo italiano<br />
battendo i campioni olimpici <strong>di</strong><br />
Amsterdam da cinque anni invincibili<br />
campioni su tutti i campi <strong>di</strong> regate<br />
europee. La Libertas, grazie a queste<br />
vittorie, riuscì a partecipare ai giochi<br />
<strong>di</strong> Los Angeles a Long Beach nel 1932.<br />
Qui i cinque ragazzi capo<strong>di</strong>striani gareggiarono<br />
nella categoria “quattro<br />
Sport giuliano<br />
con” e vinsero nettamente in batteria<br />
piegando nettamente i rivali tedeschi.<br />
E nel 1933 vinse per la terza volta<br />
il campionato juniores a Napoli e nel<br />
1934 conquistò tre primi premi alle<br />
regate regionali <strong>di</strong> Pola, tre alle nazionali<br />
<strong>di</strong> Trieste e una a Bellaggio con<br />
Vattovaz e Divora che rivinsero anche<br />
nel 1935.<br />
Alla fine degli anni Trenta sorsero<br />
accanto allo sport del remo altre sezioni<br />
sportive: nuoto, vela e calcio. L’attività<br />
sportiva del sodalizio terminò<br />
con lo scoppio della Seconda guerra<br />
mon<strong>di</strong>ale e nel 13 febbraio 1947, i<br />
miliziani <strong>di</strong> Tito irruppero nella sede<br />
del Circolo Canottieri “Libertas” <strong>di</strong><br />
Capo<strong>di</strong>stria: «Ammassarono tutte le<br />
nostre belle barche su un peschereccio,<br />
per trasferirle chissà dove», ricorda<br />
Giovanni Steffè. «Non ci demmo<br />
per vinti. Attraverso il ‘check-point’ che<br />
ci separava dalla ‘Zona A’ del ‘Territorio<br />
Libero <strong>di</strong> Trieste’, controllata dagli<br />
anglo-americani, io e Aldo (Tarlao) iniziammo<br />
una faticosa spola con Trieste;<br />
qui, grazie a un ‘2con’ prestatoci<br />
dal Dopolavoro Ferroviario e con un<br />
sacco <strong>di</strong> sabbia da 50 chili al posto<br />
DIFESA ADRIATICA<br />
La “Libertas” <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria<br />
e<br />
Una partita <strong>di</strong> calcio… incandescente<br />
Amsterdam, 1928. La “Pullino” <strong>di</strong> Isola d’Istria<br />
batte gli olimpionici olandesi e conquista la corona d’alloro<br />
(foto www.marcantoniocolonna.com)<br />
del timoniere, seguitammo gli allenamenti».<br />
Intanto a Capo<strong>di</strong>stria, il 24<br />
settembre, la sede della “Libertas” venne<br />
confiscata e ridotta a magazzino.<br />
«Ragione in più per continuare!». L’11<br />
luglio 1948 i due istriani (con il veneziano<br />
Alberto Ra<strong>di</strong>) si confermarono a<br />
Milano campioni d’Italia seniores e il<br />
25 partirono da Milano, alla volta <strong>di</strong><br />
Henley, dove trovarono una barca<br />
nuova, acquistata dal CONI. <strong>Il</strong> 5 agosto<br />
giunsero primi in batteria, davanti a<br />
Danimarca e Ungheria, poi il giorno<br />
7, nella III semifinale, eliminarono la<br />
Jugoslavia. Intanto la “Libertas” tentò,<br />
<strong>di</strong>speratamente, <strong>di</strong> sopravvivere in “esilio”<br />
a Trieste ma invano: alla fine degli<br />
anni ’50 essa fu costretta a cessare l’attività,<br />
ponendo fine a una straor<strong>di</strong>naria<br />
avventura iniziata nel lontano 1888.<br />
Una partita <strong>di</strong> calcio… incandescente<br />
Domenica 27 gennaio 1935<br />
Sta<strong>di</strong>o del Littorio, Pola, ore 14.00<br />
Le prime <strong>di</strong>eci giornate del campionato<br />
<strong>di</strong> Serie B, sono state veramente<br />
<strong>di</strong>fficili per il Grion Pola: 9 sconfitte<br />
(Padova, Cremonese, Atalanta,<br />
Baruffa in campo, nel lontano 1935,<br />
nonostante i convenevoli d’inizio…<br />
11<br />
L’emblema<br />
della Società canottieri<br />
“Libertas” <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria<br />
(foto www.raid.informare.it)<br />
Comense, Spal, Verona, Catanzarese,<br />
Perugia), una vittoria (Foggia) ed un<br />
pareggio (Vicenza). I tifosi hanno mostrato,<br />
nei mesi passati più volte, il loro<br />
malcontento verso la società, incapace,<br />
ai loro occhi <strong>di</strong> risolvere la <strong>di</strong>fficile<br />
situazione. Un segnale forte però è<br />
arrivato, lo scorso 6 gennaio, alla vigilia<br />
della partita contro il Modena,<br />
quando la <strong>di</strong>rigenza ha esonerato l’ungherese<br />
Gulyas ed ha affidato la panchina<br />
all’esperto giocatore Giorgio<br />
Cidri, ora anche allenatore. Da allora<br />
la reazione della squadra è stata positiva,<br />
tanto che sono arrivate due vittorie<br />
consecutive (Modena, L’Aquila) e<br />
una sconfitta (a Bari) che però non ha<br />
portato sconforto all’interno dello spogliatoio.<br />
C’è grande attesa, qui nello sta<strong>di</strong>o,<br />
per l’inizio della partita contro la fortissima<br />
Pistoiese, can<strong>di</strong>data quest’anno<br />
ad essere una delle protagoniste <strong>di</strong><br />
questo torneo cadetto. Da pochi minuti<br />
ci sono state comunicate le formazioni<br />
delle due squadre:<br />
Grion Pola: Cusmani, Vatta,<br />
Tomini, Brenco, Monti, Zannantoni,<br />
Curto, Bonivento, Polonio, Bucci,<br />
Luciani<br />
Pistoia: Spadoni, Minelli, Montanari,<br />
Puccini, Turchi, Cenci, Cavezzi,<br />
Trebbi, Panzeri, Mihalich, Melani.<br />
Ore 17.00, la partita. <strong>Il</strong> Grion ha<br />
confermato, per tutto il primo tempo,<br />
l’eccellente stato <strong>di</strong> forma mostrato già<br />
nelle ultime tre partite, che gli ha permesso,<br />
prima <strong>di</strong> schiacciare il Pistoia<br />
nella propria metà campo, poi <strong>di</strong> passare<br />
in vantaggio con Bucci al 30’ minuto<br />
del primo tempo. Nella ripresa,<br />
dopo un inizio stentato, che ha consentito<br />
al Pistoia <strong>di</strong> giungere al pareggio<br />
con Melani (50’), i nero-stellati,<br />
mostrando una ottima omogeneità in<br />
tutti i reparti, hanno continuato a dominare<br />
il gioco ed al 70’ sono passati<br />
in vantaggio con un incre<strong>di</strong>bile gol in<br />
acrobazia del centravanti Polonio. Ad<br />
un minuto dalla fine del match, l’arbitro<br />
ha fischiato, giustamente, al limite<br />
dell’area <strong>di</strong> rigore del Grion, una punizione<br />
in favore del Pistoia. La palla,<br />
calciata dal pistoiese Melani, viene<br />
parata dal portiere Cusmani, sulla linea<br />
<strong>di</strong> porta, ( a detta <strong>di</strong> tutti!) che la<br />
lancia imme<strong>di</strong>atamente a centrocampo.<br />
Dopo pochi istanti, l’ arbitro, improvvisamente<br />
ripensando all’azione<br />
precedente, ha fermato il gioco e concesso<br />
il gol al Pistoia in quanto, a suo<br />
giu<strong>di</strong>zio, la palla ha passato completamente<br />
la linea bianca della porta del<br />
Grion.<br />
La decisione apparsa a gran parte<br />
degli spettatori errata, ha provocato<br />
una forte reazione del pubblico, che<br />
ha iniziato a fischiare l’arbitro. Alcuni<br />
teppisti, non contenti, una volta superata<br />
la rete metallica che delimita il<br />
rettangolo <strong>di</strong> gioco, hanno aggre<strong>di</strong>to<br />
l’arbitro che, grazie al pronto intervento<br />
delle forze <strong>di</strong> polizia, è riuscito ad evitare<br />
il peggio: ricoverato per accertamenti<br />
se la caverà in <strong>di</strong>eci giorni. Due<br />
balor<strong>di</strong> sono stati imme<strong>di</strong>atamente<br />
arrestati e portati al comando. <strong>Il</strong> grave<br />
incidente ha impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> terminare la<br />
partita e ciò ha danneggiato la squadra<br />
polese che avrebbe sicuramente<br />
meritato la vittoria.<br />
Tre settimane dopo. In seguito alle<br />
dure decisioni prese della F.I.G.C., la<br />
<strong>di</strong>rigenza grionese ha comunicato la<br />
decisione prima <strong>di</strong> non giocare a Venezia<br />
e la settimana successiva <strong>di</strong> ritirare<br />
definitivamente la squadra dal<br />
campionato cadetto. Non si parla d’altro<br />
che del Grion nei bar nei caffè e<br />
nei circoli citta<strong>di</strong>ni. Unanime è la condanna<br />
alla violenza. La vicenda ha<br />
però rimesso in primo piano il problema<br />
dell’arbitraggio che incide sempre<br />
<strong>di</strong> più sull’intero campionato, giu<strong>di</strong>cato<br />
da molti a questo punto falsato. È<br />
da molto tempo che si <strong>di</strong>scute <strong>di</strong> questa<br />
questione ma non si riesce a trovare<br />
una soluzione. <strong>Il</strong> vero problema, qui<br />
si <strong>di</strong>ce, è l’incapacità dei <strong>di</strong>rettori <strong>di</strong><br />
gara che dovrebbero essere aiutati<br />
magari con l’aggiunta <strong>di</strong> un secondo<br />
arbitro. Verranno ascoltate queste richieste<br />
dalla F.I.G.C. per evitare gli stessi<br />
incidenti negli anni futuri?<br />
Giorgio Di Giuseppe
12 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
“<strong>Il</strong> Piccolo”<br />
2 giugno <strong>2009</strong><br />
Un <strong>di</strong>zionario degli artisti<br />
<strong>di</strong> Trieste, Istria e Dalmazia<br />
È uscita la quarta e<strong>di</strong>zione del Dizionario<br />
degli artisti <strong>di</strong> Trieste,<br />
dell’Isontino, dell’Istria e della<br />
Dalmazia (Hammerle E<strong>di</strong>tori, pagg.<br />
399, euro 48), curato […] da Clau<strong>di</strong>o<br />
H. Martelli, che da quarant’anni si<br />
occupa <strong>di</strong> critica e storia delle arti figurative.<br />
<strong>Il</strong> Dizionario raccoglie quasi<br />
duemila schede biografiche e critiche<br />
(con centinaia <strong>di</strong> illustrazioni) relative<br />
ai pittori, scultori, operatori delle arti<br />
visive, grafici e scenografi nati o attivi<br />
in queste terre, che hanno operato su<br />
un arco <strong>di</strong> tempo compreso tra il XII<br />
secolo e il 2008 […]. Un interesse<br />
<strong>di</strong>mostrato dalle centinaia <strong>di</strong> richieste<br />
<strong>di</strong> informazioni e comunicazioni che<br />
negli ultimi anni, complice Internet<br />
[…], sono giunte a Martelli e alla sua<br />
redazione (ha fondato e <strong>di</strong>rige la rivista<br />
mensile ”Trieste Artecultura” e il sito<br />
internet www.artecultura.it) da stu<strong>di</strong>osi<br />
e studenti, operatori culturali, musei e<br />
galleristi italiani e stranieri. […]<br />
(p.t.)<br />
Aise<br />
3 giugno <strong>2009</strong><br />
<strong>Il</strong> 22 settembre Leo Gullotta<br />
incontra gli Esuli a Roma<br />
Leo Gullotta, protagonista della<br />
fiction Rai sulle Foibe “<strong>Il</strong> cuore nel<br />
pozzo” nel ruolo <strong>di</strong> Don Bruno, reduce<br />
dai successi della stagione teatrale<br />
con <strong>Il</strong> piacere dell’onestà <strong>di</strong> Pirandello,<br />
sarà protagonista <strong>di</strong> un evento-spettacolo<br />
unico e straor<strong>di</strong>nario il prossimo<br />
22 settembre al Quartiere giulianodalmata<br />
<strong>di</strong> Roma, presso il Teatro San<br />
Marco, piazza Giuliani e Dalmati.<br />
L’attore <strong>di</strong> prosa Leo Gullotta,<br />
in scena a settembre<br />
al Teatro San Marco<br />
con i testi <strong>di</strong> Anna Maria Mori<br />
RASSEGNA<br />
La lettura teatrale <strong>di</strong> alcuni brani<br />
della scrittrice istriana Anna Maria<br />
Mori, tratti dai libri Bora e Nata in Istria,<br />
farà da sfondo una rievocazione storica<br />
voluta dallo stesso Gullotta, dopo<br />
l’assegnazione del Premio Internazionale<br />
del Giorno del Ricordo, e organizzata<br />
dalla sede centrale dell’<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Nazionale</strong> Venezia Giulia e<br />
Dalmazia, in collaborazione con la<br />
Bottega Teatrale San Marco.<br />
<strong>Il</strong> ricavato della serata sarà destinato<br />
ad un progetto <strong>di</strong> sostegno alle<br />
famiglie <strong>di</strong> origine giuliano-dalmata<br />
residenti a L’Aquila e colpite dal recente<br />
terremoto, anche in questo caso<br />
per espresso desiderio dell’attore. L’appuntamento<br />
è per le 21.00 <strong>di</strong> martedì<br />
22 settembre.<br />
“La Voce del Popolo”<br />
4 giugno <strong>2009</strong><br />
Rustico: amicizia più forte<br />
tra le due sponde<br />
Abbazia. <strong>Il</strong> tra<strong>di</strong>zionale ricevimento<br />
offerto dal console generale d’Italia<br />
a Fiume, Fulvio Rustico, in occasione<br />
della Festa della Repubblica Italiana<br />
nei bellissimi spazi <strong>di</strong> Villa Angiolina<br />
ha riunito anche quest’anno <strong>numero</strong>si<br />
personaggi <strong>di</strong> spicco della CNI e dell’amministrazione<br />
locale, rappresentanti<br />
della <strong>di</strong>plomazia e degli esuli.<br />
All’evento hanno preso parte l’ambasciatore<br />
della Repubblica Italiana a<br />
Zagabria, Alessandro Pignatti Morano<br />
<strong>di</strong> Custoza, il deputato al seggio specifico<br />
dell’etnia al Sabor e presidente<br />
dell’Unione Italiana, Furio Ra<strong>di</strong>n, il<br />
presidente della Giunta UI, Maurizio<br />
Tremul, il <strong>di</strong>rettore dell’Università Popolare<br />
<strong>di</strong> Trieste, Alessandro Rossit, sindaci,<br />
esponenti del Libero Comune <strong>di</strong><br />
Fiume in Esilio […].<br />
«Ciascuno <strong>di</strong> noi ha cercato <strong>di</strong> rendere<br />
l’Adriatico un mare d’unione»,<br />
ha ricordato Rustico, soffermandosi<br />
pure sull’ottima collaborazione con le<br />
istituzioni della CNI.<br />
«Qui ho trovato una comunità<br />
magnifica nella quale mi sono trovato<br />
come in famiglia. Assieme abbiamo<br />
lavorato sia a favore dei connazionali,<br />
sia per un’amicizia più forte tra le due<br />
sponde dell’Adriatico», ha sottolineato<br />
il console. […]<br />
Helena Labus<br />
“<strong>Il</strong> Piccolo”<br />
5 giugno <strong>2009</strong><br />
Dal Veneto<br />
centomila euro a Lussino<br />
Lussinpiccolo. La Regione Veneto<br />
dà una mano a Lussinpiccolo nella<br />
Abbazia, la Villa Angiolina, fatta e<strong>di</strong>ficare nel 1844<br />
dal patrizio fiumano Igino Scarpa<br />
ristrutturazione <strong>di</strong> Palazzo Quarnero,<br />
che ospiterà in via permanente<br />
l’Apoxyomenos o Apossiomene.<br />
Si tratta della statua bronzea del I<br />
secolo avanti Cristo scoperta una dozzina<br />
<strong>di</strong> anni fa sui fondali lussignani<br />
[…]. <strong>Il</strong> presidente della Regione Veneto<br />
Giancarlo Galan […] ha compiuto una<br />
breve visita a Lussinpiccolo, proprio<br />
per dare una tangibile <strong>di</strong>mostrazione<br />
<strong>di</strong> quanto la sua amministrazione abbia<br />
a cuore la salvaguar<strong>di</strong>a del patrimonio<br />
storico-culturale nelle tre regioni<br />
sul versante orientale dell’Adriatico,<br />
ovvero Istria, Quarnero e<br />
Dalmazia.<br />
Accompagnato da Diego<br />
Vecchiato, responsabile delle relazioni<br />
internazionali della giunta della<br />
Regione Veneto, il governatore Galan<br />
è stato accolto a Palazzo comunale dal<br />
sindaco Gari Cappelli, al quale ha fatto<br />
sapere che la sua amministrazione<br />
stanzierà 100 mila euro per i lavori <strong>di</strong><br />
riassetto <strong>di</strong> Palazzo Quarnero, un e<strong>di</strong>ficio<br />
bellissimo ma fatiscente, situato<br />
sulla riva.<br />
Sono mezzi derivanti dalla legge<br />
su valorizzazione e recupero del patrimonio<br />
storico, artistico e culturale<br />
<strong>di</strong> origine veneta. […]<br />
Va ricordato che grazie alla cosiddetta<br />
Legge Beggiato finora sono stati<br />
portati a termine o sono in corso <strong>di</strong><br />
realizzazione ben 300 progetti <strong>di</strong><br />
valorizzazione e recupero del patrimonio<br />
veneto ancora presente lungo la<br />
costa istro–quarnerino–dalmata. […]<br />
(a.m.)<br />
“La Voce del Popolo”<br />
6 giugno <strong>2009</strong><br />
Gli interventi al raduno<br />
della Mailing List Histria<br />
[…] alla Comunità degli Italiani <strong>di</strong><br />
Capo<strong>di</strong>stria, oltre alla premiazione dei<br />
vincitori del tra<strong>di</strong>zionale concorso letterario<br />
organizzato da questo gruppo<br />
si è svolta pure la IX e<strong>di</strong>zione del Raduno<br />
dei membri <strong>di</strong> Mailing List<br />
Histria, che coinvolge in Internet esuli<br />
e rimasti e loro simpatizzanti e sostenitori,<br />
e offre uno spazio nel mondo<br />
in rete a istriani, fiumani, quarnerini e<br />
dalmati […].<br />
A salutare i partecipanti è stato<br />
come sempre il coor<strong>di</strong>natore della ML<br />
HISTRIA Axel Famiglini, […] nipote <strong>di</strong><br />
esuli rovignesi e che ha presentato pure<br />
una sua relazione sulle iniziative compiute<br />
da MLH durante l’anno in corso.<br />
[…]<br />
Tra i presenti […] anche Giorgio<br />
Varisco, membro del Comitato esecutivo<br />
della FedEsuli, veneto <strong>di</strong> origine<br />
zaratina, intervenuto anche a nome<br />
dell’<strong>Associazione</strong> Dalmati Italiani nel<br />
Mondo. […]<br />
Varisco è poi intervenuto sul tema<br />
del Raduno «Memoria con<strong>di</strong>visa: una<br />
possibilità o un’utopia?». «Esprimo una<br />
speranza […]. Come oggi vengono<br />
premiati i giovani e bravi studenti<br />
sloveni, croati e montenegrini della<br />
minoranza italiana che stu<strong>di</strong>ano nelle<br />
scuole dove si insegna anche in italiano,<br />
così vorrei che domani potesse<br />
iniziare a Zara anche l’insegnamento<br />
dell’italiano. È <strong>di</strong> questi giorni la notizia<br />
che non si svolgeranno nell’anno<br />
scolastico <strong>2009</strong>-2010 i corsi <strong>di</strong> italiano<br />
all’asilo “Sunce” <strong>di</strong> Zadar, così<br />
come richiesti dall’Unione Italiana.<br />
“Non vogliamo essere accusati <strong>di</strong><br />
italianizzare i nostri bambini” <strong>di</strong>chiara<br />
la solerte <strong>di</strong>rettrice, <strong>di</strong>menticando<br />
che la cultura <strong>di</strong> una minoranza è universalmente<br />
riconosciuta in Europa e<br />
nel mondo libero e democratico come<br />
un arricchimento anche per la maggioranza.<br />
Concetto che dovrebbe essere ben<br />
noto e con<strong>di</strong>viso dalla classe <strong>di</strong>rigente<br />
<strong>di</strong> quella Croazia che chiede <strong>di</strong> entrare<br />
in Europa».<br />
“<strong>Il</strong> Giornale”<br />
9 giugno <strong>2009</strong><br />
L’Italia vista dalla ex Jugoslavia<br />
«L’Italia vista dagli altri». Questo il<br />
titolo del primo convegno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> sull’Italia<br />
mai organizzato nella ex Jugoslavia,<br />
che si terrà venerdì e sabato<br />
prossimi a Banja Luka, in Bosnia, e riunirà<br />
venti stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse nazionalità,<br />
fra i quali italiani, bosniaci, croati,<br />
serbi e sloveni. L’incontro è stato organizzato<br />
dal Dipartimento <strong>di</strong> lingua e<br />
letteratura italiana e lingue e letteratura<br />
serba dell’Università <strong>di</strong> Banja Luka,<br />
<strong>di</strong>retto dal professor Danilo Capasso,<br />
con il patrocinio dell’Ambasciata Italiana<br />
e il sostegno <strong>di</strong> <strong>numero</strong>si sponsor.<br />
[…]<br />
Questo appuntamento vuole anche<br />
essere un’occasione per fare il<br />
punto sulla visibilità internazionale<br />
della cultura italiana; per valutare attraverso<br />
quali aspetti si possa comprendere<br />
meglio il contributo italiano alla<br />
cultura europea in termini <strong>di</strong> storia<br />
delle idee, innovazioni letterarie e artistiche,<br />
miti, modelli, soggetti, temi;<br />
per verificare, infine, in che modo quel<br />
contributo abbia influenzato e influenzi<br />
l’immagine dell’Italia nel mondo.<br />
Banja Luka è stata scelta […] anche<br />
perché si trova al centro <strong>di</strong> una<br />
regione, quella dei Balcani, sulla quale<br />
l’Italia ha da molti secoli esercitato<br />
una grande influenza.<br />
Prima attraverso la Serenissima<br />
Repubblica <strong>di</strong> Venezia, che dominò<br />
l’Istria e la Dalmazia e che intrattenne<br />
stretti rapporti con tutti gli Stati che<br />
confinavano con i suoi posse<strong>di</strong>menti<br />
adriatici, poi attraverso le suggestioni<br />
che il nostro Risorgimento accese in<br />
Serbia, che sognava <strong>di</strong> ripetere in quella<br />
che sarebbe <strong>di</strong>ventata la Jugoslavia<br />
l’exploit realizzato nel nostro Stivale<br />
dal Piemonte sabaudo e dal movimento<br />
per l’unità nazionale, e infine attraverso<br />
il Regno d’Italia, sempre attento<br />
alle questioni balcaniche che potevano<br />
mettere in <strong>di</strong>fficoltà le due potenze<br />
che vi si confrontavano, l’impero<br />
austroungarico e l’ottomano. […]<br />
Vincenzo Pricolo<br />
La scrittrice e giornalista istriana Anna Maria Mori<br />
Lo splen<strong>di</strong>do bronzo rinvenuto<br />
nelle acque antistanti Lussino,<br />
statua romana del I secolo a.C.,<br />
copia <strong>di</strong> un’originale greco<br />
del IV sec. a.C.<br />
Capo<strong>di</strong>stria, palazzo<br />
gotico-veneziano del XIV sec.<br />
Nella città istriana<br />
si è svolto il IX raduno<br />
della Mailing List Histria<br />
ANSA/ ANSAMed<br />
16 giugno <strong>2009</strong><br />
Mantica: avvicinare Adriatico a UE<br />
Avvicinare all’Unione Europea<br />
quei Paesi dell’area adriatica che ancora<br />
non ne fanno parte. È questo, secondo<br />
il sottosegretario agli Esteri Alfredo<br />
Mantica, un «grande obiettivo<br />
dell’Italia», che presiede per quest’anno<br />
l’Iniziativa Adriatico Ionica (IAI).<br />
Dell’Iniziativa fanno parte […] «otto<br />
Paesi: Italia, Grecia e Slovenia sono<br />
nella UE; la Croazia è in procinto <strong>di</strong><br />
entrare e speriamo che ciò avvenga il<br />
più presto possibile; aspettiamo l’Albania,<br />
che con il Kosovo rappresenta<br />
un punto <strong>di</strong> riferimento e stabilità nell’area<br />
balcanica; siamo a fianco dei<br />
Paesi che vogliono cominciare il percorso<br />
<strong>di</strong> avvicinamento come<br />
Montenegro e Bosnia Erzegovina».<br />
[…]<br />
«Portare i Paesi adriatici in Europa<br />
significa portare standard europei in<br />
quell’area». […]
<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
DIFESA ADRIATICA<br />
13<br />
“<strong>Il</strong> Piccolo”<br />
21 giugno <strong>2009</strong><br />
Rovigno: inaugurata<br />
biblioteca italiana<br />
In concomitanza con la presentazione<br />
del libro sulla storia della Comunità<br />
nazionale italiana, al Centro<br />
<strong>di</strong> Ricerche Storiche dell’Unione italiana<br />
è stato inaugurato un nuovo e<strong>di</strong>ficio<br />
a <strong>di</strong>sposizione dell’istituzione<br />
scientifica. Si tratta <strong>di</strong> Casa Albertini,<br />
che <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> 60 metri quadrati <strong>di</strong><br />
superficie complessiva sud<strong>di</strong>visa in tre<br />
piani. […] Interessante notare che Casa<br />
Albertini ha ricevuto il nome dall’ultima<br />
famiglia rovignese che vi ha abitato.<br />
All’immobile è stato attribuito anche<br />
l’appellativo <strong>di</strong> «Cappella Sistina»<br />
per la forma a cupola della cisterna<br />
nella quale sono stati esposti due <strong>di</strong>segni<br />
eseguiti da Giuseppe Rieger nel<br />
1850 e che rappresentano tutta la costa<br />
da Trieste alle Bocche <strong>di</strong> Cattaro<br />
nonché 30 carte realizzate dalla Marina<br />
da guerra austriaca. Nel corso<br />
della ristrutturazione è venuta alla luce<br />
una vasca battesimale della chiesetta<br />
de<strong>di</strong>cata ai santi Cosma e Damiano,<br />
restaurata anch’essa […].<br />
Casa Albertini, […] accoglie l’archivio<br />
dei documenti storici dell’UI e<br />
della vecchia UIIF […] il primo e il<br />
secondo piano accolgono la biblioteca<br />
storica mentre nel cortile antistante<br />
è stata collocata la vera <strong>di</strong> pozzo della<br />
famiglia Albertini. In questo punto,<br />
come spiegato da Giovanni Radossi,<br />
si pensa <strong>di</strong> collocare una statua in bronzo<br />
ispirata all’esodo.<br />
(p.r.)<br />
“<strong>Il</strong> Piccolo”<br />
22 giugno <strong>2009</strong><br />
Lubiana:<br />
italiano parificato allo sloveno<br />
Tutte le associazioni che hanno<br />
sede nei territori nazionalmente misti,<br />
dove accanto allo sloveno sono lingue<br />
ufficiali anche l’italiano, […] l’ungherese,<br />
dovranno avere una denominazione<br />
bilingue. È la soluzione suggerita<br />
dalla Commissione per le nazionalità<br />
del Parlamento sloveno, […]<br />
dopo che la Corte costituzionale, su<br />
ricorso del deputato italiano Roberto<br />
Battelli, lo scorso settembre aveva giu<strong>di</strong>cato<br />
anticostituzionale l’articolo 10<br />
della Legge. La norma contestata da<br />
Battelli, e <strong>di</strong> cui ora si sta <strong>di</strong>scutendo,<br />
imponeva la denominazione in lingua<br />
slovena delle Associazioni delle minoranze<br />
tollerandone soltanto la traduzione<br />
in italiano ovvero ungherese<br />
nei territori dove queste due minoranze<br />
sono tra<strong>di</strong>zionalmente presenti. La<br />
soluzione proposta ora […] alla fine<br />
<strong>di</strong> giugno sarà al vaglio del Comitato<br />
Interni della Camera <strong>di</strong> Stato prima del<br />
voto in aula […]. Nei territori nazionalmente<br />
misti, pertanto, se questa<br />
mo<strong>di</strong>fica sarà approvata, tutte le associazioni<br />
avranno il nome scritto in<br />
entrambe le lingue. «È una buona soluzione<br />
<strong>di</strong> compromesso, che salvaguar<strong>di</strong>a<br />
la parità tra le lingue<br />
minoritarie e la lingua slovena», ha<br />
commentato a fine riunione Roberto<br />
Battelli. […]<br />
In particolare, secondo i giu<strong>di</strong>ci,<br />
in questi territori la lingua minoritaria<br />
non può essere considerata lingua straniera<br />
né può essere concessa solo<br />
come semplice traduzione dallo<br />
sloveno. […]<br />
“<strong>Il</strong> Giornale <strong>di</strong> Sicilia”<br />
23 giugno <strong>2009</strong><br />
A Taormina “L’altra storia”,<br />
il cortometraggio sulle Foibe<br />
Si è conclusa la 55ma e<strong>di</strong>zione<br />
della rassegna cinematografica<br />
«Taormina Film Festival».<br />
[…] Nella sezione Nice (New<br />
Italian Cinema Events), de<strong>di</strong>cata ai<br />
cortometraggi realizzati da registi siciliani,<br />
è stato […]in concorso il nisseno<br />
RASSEGNA<br />
Aldo Rapè. «L‘altra storia» è il titolo<br />
del cortometraggio scritto e <strong>di</strong>retto<br />
dallo stesso regista nisseno e dal<br />
pugliese Nicola Vero, autoprodotto<br />
dalla compagnia teatrale «Prima Quinta»<br />
in collaborazione con la «Move<br />
Movie» <strong>di</strong> Roma e con il Comune <strong>di</strong><br />
Palo del Colle, in provincia <strong>di</strong> Bari,<br />
dove sono state girate le scene. <strong>Il</strong><br />
cortometraggio narra la tragica vicenda<br />
delle foibe.<br />
La storia, troppo spesso <strong>di</strong>menticata,<br />
delle migliaia <strong>di</strong> persone, principalmente<br />
italiani, torturate e uccise a<br />
Trieste e nell‘Istria degli anni ‘45 e gettate,<br />
spesso ancora vive, nelle voragini,<br />
le foibe appunto, dell‘altopiano<br />
carsico. Al centro dei toccante racconto,<br />
la ricerca della conoscenza e il<br />
bisogno della memoria narrata attraverso<br />
lo sguardo e il racconto <strong>di</strong> Giuseppe,<br />
il bambino protagonista della<br />
storia. […]<br />
“La Voce d’Italia”<br />
5 luglio <strong>2009</strong><br />
Stesse ra<strong>di</strong>ci, nuovo millennio<br />
[…] Nel 2004 l’<strong>Associazione</strong><br />
Giuliani nel Mondo ha inaugurato a<br />
Roma la mostra «Con le nostre ra<strong>di</strong>ci<br />
nel nuovo millennio» che dopo aver<br />
toccato Australia, Sud Africa, Canada,<br />
Stati Uniti e Cile, fra gli altri, è arrivata<br />
ora nella Galleria Giotto del Centro<br />
Italiano-Venezuelano <strong>di</strong> Caracas, ultima<br />
tappa prima della chiusura in Brasile.<br />
La mostra […] è tra gli eventi promossi<br />
all’interno del VI Festival Italiano,<br />
kermesse organizzata da Ambasciata<br />
d’Italia, Istituto Italiano per il<br />
Commercio estero, Camera <strong>di</strong> commercio<br />
venezuelano-italiana. A comporla,<br />
una serie <strong>di</strong> pannelli che riproducono<br />
fotografie e documenti originali<br />
articolando i quattro percorsi dell’esposizione<br />
[…]. Bellissimo lo scatto<br />
in bianco e nero della nave<br />
Castelverde che, proprio nel ‘54, lasciava<br />
il molo <strong>di</strong> Trieste e una folla in<br />
lacrime che salutava i cari in partenza.<br />
[…]<br />
«Quella giuliana è un’emigrazione<br />
motivata dalle travagliate vicende<br />
storico politiche che hanno travolto il<br />
territorio più che per mere motivazioni<br />
economiche. Fino al 1954 – ci spiega<br />
il Presidente Locchi – Trieste viveva<br />
una profonda incertezza, <strong>di</strong>visa com’era<br />
tra il controllo alleato e jugoslavo.<br />
[…] Senza contare la trage<strong>di</strong>a delle<br />
foibe e l’esodo dei sopravvissuti<br />
[…]». Oltre a questo aspetto, che fa<br />
unica in Italia l’emigrazione giuliana,<br />
il fatto che oggi non esista un territorio<br />
<strong>di</strong> riferimento. Come ci <strong>di</strong>ce Locchi,<br />
questi italiani “tornano a casa e trovano<br />
un territorio straniero, ra<strong>di</strong>calmente<br />
<strong>di</strong>verso, e gente sconosciuta. L’origine,<br />
che è venuta a mancare, oggi siamo<br />
noi come associazione». […]<br />
Per informazioni sull’<strong>Associazione</strong><br />
giuliani nel mondo,<br />
www.giulianinelmondo.com.<br />
www.anvgd.it<br />
7 luglio <strong>2009</strong><br />
Due« muli» zaratini<br />
sempre giovani<br />
<strong>Il</strong> famoso Ottavio Missoni (anni 88)<br />
e il meno famoso Armando Maburzio<br />
(76) sono iscritti alla società <strong>di</strong> nuoto<br />
Europa Sporting <strong>di</strong> Roma, categoria<br />
Master allenata dal prof. Roberto Migliori.<br />
Due giovani «muli» dalmati mai<br />
domi, che hanno partecipato ai campionati<br />
italiani <strong>di</strong> nuoto Master svoltisi<br />
a Riccione dal 23 al 28 giugno conquistando,<br />
Missoni l’oro sui 50 dorso,<br />
Maburzio il bronzo per i 400 s. l. Per<br />
l’esattezza Missoni è ascritto alla categoria<br />
Master M-85, Maburzio alla cat.<br />
Master M-75.<br />
Memori entrambi della giovinezza<br />
trascorsa nell’amatissima terra natìa,<br />
sono oggi più <strong>di</strong> allora agonisticamente<br />
competitivi, come <strong>di</strong>mostra la bella<br />
foto qui accanto. E portano nel cuore,<br />
e in ogni loro attività, lo straripante<br />
amore per la loro Dalmazia.<br />
Ora sperano <strong>di</strong> “arruolare” anche<br />
il grande fiumano Abdon Pamich per<br />
formare un bel trio <strong>di</strong> indomita tempra,<br />
innata nelle genti giuliane e<br />
dalmate.<br />
Apcom<br />
8 luglio <strong>2009</strong><br />
Italiani <strong>di</strong> Croazia:<br />
Kosor, un’incognita<br />
L’inatteso quanto repentino cambio<br />
al vertice del governo <strong>di</strong> Zagabria<br />
con l’ad<strong>di</strong>o a Ivo Sanader e la nomina<br />
a premier <strong>di</strong> Jadranka Kosor, non poteva<br />
non avere suscitare dubbi e timori<br />
in Istria, Fiume e Dalmazia, dove è<br />
concentrata gran parte della nostra<br />
minoranza. «La Kosor per noi è un’incognita.<br />
Sanader per la minoranza italiana<br />
rappresentava in qualche modo<br />
una garanzia. Aveva la forza e l’autorevolezza<br />
per poter imporre al partito<br />
anche decisioni scomode […]» spiega<br />
ad APCOM Maurizio Tremul, presidente<br />
dell’Unione italiana […].<br />
«Con Sanader abbiamo stretto un<br />
accordo sulle minoranze su vari punti:<br />
scuola, bilinguismo, finanziamenti,<br />
doppio voto e esenzione del pagamento<br />
dell’Iva per gli aiuti che arrivano dall’Italia»,<br />
<strong>di</strong>ce Tremul, che sottolinea<br />
come dal neo-premier sia giunto un<br />
impegno <strong>di</strong> massima a «confermare i<br />
medesimi accor<strong>di</strong>». […]<br />
Caracas, il VI Festival Italiano<br />
(qui riprodotto il logo<br />
della manifestazione)<br />
ha ospitato tra gli eventi<br />
la mostra Con le nostre ra<strong>di</strong>ci<br />
nel nuovo millennio<br />
Ottavio Missoni e il fraterno amico Armando Maburzio,<br />
entrambi con la ban<strong>di</strong>era dalmata al collo, sul po<strong>di</strong>o dei campionati<br />
italiani <strong>di</strong> nuoto Master, svoltisi a Riccione in giugno<br />
Ostia (Roma), Via del Mare, 1959, la «trenta chilometri su strada»:<br />
il traguardo conteso tra Abdon Pamich (a destra<br />
con il <strong>numero</strong> 2) e Giuseppe Dordoni (foto Famiglia Dordoni)<br />
www.tarantosera.com<br />
11 luglio <strong>2009</strong><br />
Anche a Taranto un piazzale<br />
alle Vittime delle Foibe<br />
Cambia la toponomastica in città<br />
[…] A Porta Napoli ora c’è il piazzale<br />
“Vittime delle Foibe”, tra via Napoli,<br />
vico del Ponte e vicolo dei Calefati.<br />
[…] Tra via Lucania e viale Virgilio, un<br />
piazzale intitolato al sottotenente<br />
Umberto Mayer, eroe tarantino della<br />
Prima Guerra Mon<strong>di</strong>ale, caduto al<br />
fronte a Monfalcone, mentre cercava<br />
<strong>di</strong> catturare mitragliatrici nemiche.<br />
L’omaggio<br />
tricolore<br />
alle vittime<br />
delle Foibe.<br />
Anche a Taranto<br />
un piazzale<br />
de<strong>di</strong>cato<br />
alla Memoria
14 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
“èStoria” <strong>2009</strong>: the Eastern<br />
Border at the Gorizia Festival<br />
The <strong>2009</strong> e<strong>di</strong>tion of “èStoria”, an<br />
international festival which took place<br />
in Gorizia from the 22 nd to the 24 th of<br />
May, was a showcase of historians,<br />
experts, writers, journalists, artists, and<br />
Italian and foreign witnesses to the past,<br />
all involved in public debates and<br />
<strong>di</strong>scussions. Three days of meetings,<br />
debates, conferences, interviews, and<br />
lessons on the theme of “Patria”<br />
(“Homeland”). There was much<br />
reflection on the historical,<br />
geopolitical, anthropological, and<br />
social aspects that tie human<br />
communities to their places of origin,<br />
and the implications of terms such as<br />
identity, citizenship, and nationality.<br />
The debate entitled, “A Broken<br />
History: The Italians of the Eastern<br />
Coast of the Adriatic” was the place to<br />
be for the topic of Venezia-Giulia and<br />
Dalmatia . Participants included<br />
Corrado Belci, Piero Delbello, Anita<br />
Forlani, Egi<strong>di</strong>o Ivetic, Roberto Spazzali<br />
and Lucio Toth. The reflections were<br />
all ample, as were the prospectives laid<br />
out by each of the participants. The<br />
main threads <strong>di</strong>scussed the Italians<br />
who had been forced into exile, as well<br />
as those left behind under the Yugoslav<br />
regime.<br />
The well-rounded debate gave<br />
voice to the bringing together of the<br />
exile and still-native communities in<br />
Istria , the Quarner Gulf region, and<br />
Dalmatia, as well as the renewal of<br />
Italian culture in those areas, now that<br />
the low point of the 1980s has been<br />
surpassed. The role of the new<br />
generations was also considered,<br />
especially in terms of how they view<br />
their own identity and roots: Professor<br />
Spazzali expressed his wishes that they<br />
could formulate a kind of “homeland<br />
of the spirit”. The professor went on to<br />
say that the Yugoslav regime not only<br />
changed the ethnic make-up of the<br />
region, but it also gave, as inheritance,<br />
the Roman and Venetian cultural<br />
heritage to people who have no idea<br />
whence it comes.<br />
Toth: “It is time<br />
for historical recognition”<br />
For this reason, added Lucio Toth,<br />
the ANVGD national president, it is<br />
vital that the Italian roots not be<br />
forgotten, from Gorizia down to the<br />
Cattaro, along the entire Dalmatian<br />
coast. He noted the importance not<br />
only of defen<strong>di</strong>ng the Italian culture of<br />
these regions, but of nurturing it. He<br />
said that the tie between exile<br />
communities and those who remained<br />
behind should be that of underlining<br />
Valle d’Istria, in the 15th century<br />
the gothic-renaissance castle was<br />
transformed into a palace for the<br />
Soardo-Bembo family. In the<br />
photo, there are two side towers<br />
under which opens the old burgh’s<br />
entrance gate, on top of which<br />
sits the Lion of Saint Mark<br />
Istria and the city of Pola in the Tabula Peutingeriana, a 13th century<br />
copy of a Roman map that illustrated the Empire’s military road<br />
network. The copy takes its name from the humanist and ancient<br />
historian Konrad Peutinger. On the right the city of Ravenna is in<strong>di</strong>cated<br />
Italian culture and defen<strong>di</strong>ng it. He<br />
added that “Today’s Europe is<br />
undergoing massive migratory influxes<br />
in unexpected proportions from other<br />
continents. Europe’s cities will have to<br />
solve problems of integration of people<br />
whose cultural values are very <strong>di</strong>fferent<br />
from our own. With humility and<br />
realism, the multicultural living of our<br />
regions must be addressed, and the<br />
common roots of historical groups<br />
(Slovenian, Croatian, and Italian) must<br />
be underlined.<br />
“If we desire respect from other<br />
groups, we need to show respect for<br />
them: it is a reciprocal relationship. For<br />
the Slovenes of the Julian Alps and the<br />
coast, the relationship with Italy has<br />
often been seen as a David and Goliath<br />
complex: The colossus, tens of millions<br />
strong, wants to bash its strength against<br />
the Alps, and snuff out the identity of<br />
the weaker. But at the same time, the<br />
Italians saw the Austrian empire, and<br />
then Yugoslavia, come to the region as<br />
stronger countries, threatening to snuff<br />
them out, too, and from a region where<br />
they themselves were the natives. The<br />
<strong>di</strong>fference being that the fascist regime<br />
failed in its attempt to force<br />
assimilation, while the Yugoslav<br />
communist regime managed to carry<br />
out its policy of ethnic cleansing,<br />
achieving, nearly completely, its goal<br />
of wiping out the Italian community.”<br />
Toth concluded that “it is not the time<br />
for reclaim territories, but it is time for<br />
the young generations to understand,<br />
to recognize, History in its real form,<br />
since these events came about with a<br />
high cost in bloodshed, pain, sacrifice,<br />
and exile. A living example is in the<br />
third-generation exiles, who, through<br />
the “Giuliani nel Mondo” (“Julians in<br />
the World”) association look up their<br />
roots in Istria and Dalmatia. The<br />
essence of Roman and Latina culture<br />
are civitas,polis, law and civic and<br />
cultural values in their entirety, and are<br />
<strong>di</strong>fferent than the concept of ethnicity<br />
which is prevalently genetic in nature.”<br />
Professor Egi<strong>di</strong>o Ivetic <strong>di</strong>dn’t hide<br />
the <strong>di</strong>fficulties that the “left-behind”<br />
Italians face today. “The old Croatian<br />
and Slovenian cultures of the Kingdom<br />
of Yugoslavia, and that of the successive<br />
Yugoslav Federation, always<br />
presented themselves as the antithesis<br />
of Italian culture. This was the case<br />
even though these Slavic groups owe<br />
a large part of their formation and<br />
identity to Roman and Venetian culture.”<br />
Anita Forlani, writer and publicist,<br />
member of the Dignano community,<br />
underlined forcefully the important<br />
functions carried out by the Italian<br />
communities, which, for years, Italy<br />
<strong>di</strong>dn’t adequately sustain.<br />
Sergio Tazzer, host of the RAI ra<strong>di</strong>o<br />
program “East-West”, closed the<br />
debate.<br />
Ed.<br />
Ragusa <strong>di</strong> Dalmazia (today, Dubrovnik), part of the splen<strong>di</strong>d façade of<br />
the Sponza palace, built between 1515 and 1522, in a style of transition<br />
between gothic and renaissance. Today it houses the historical archive<br />
of the ancient Republic, also known as Saint Blaise<br />
A photo of the exodus of the Italian citizens of Pola, ceded to Yugoslavia<br />
in the 1947 peace treaty. On the left there can be seen the arches of<br />
the Roman amphitheatre. (Photo courtesy of ANVGD Archive, Rome.)<br />
At the debate in Gorizia, the need was <strong>di</strong>scussed of reconstituting the<br />
historical memory of the tragic events that impacted Venezia-Giulia<br />
at the closing of the Second World War. Roma)<br />
Bettiza:<br />
Communism destroyed itself<br />
1989, his new book<br />
on the end of ideologies<br />
The Trieste daily “<strong>Il</strong> Piccolo” of May 20th<br />
featured an article by Alessandro Mezzena<br />
Lona, in which the journalist interviewed Enzo<br />
Bettiza: the title was “Bettiza: It was<br />
communism that killed itself”. The interview<br />
coincided with the publication of his new book,<br />
1989, de<strong>di</strong>cated to the events which brought<br />
about the collapse of the Berlin Wall and the<br />
end of 20 th Century ideologies. Bettiza is a Dalmatian writer and journalist<br />
who was born in Spalato. The book 1989 closes a three-part series de<strong>di</strong>cated<br />
to the collapse of totalitarian systems. We publish here some significant<br />
passages from the Mezzena Lona interview.<br />
(…) Enzo Bettiza, born in Spalato in 1927, harbors no doubts: the Berlin<br />
Wall would have collapsed even without Solidarnosc, even without Pope<br />
John Paul II and Reagan. He states this theory in his new book, “1989: the<br />
end of the 1900s” (…) published by Mondadori (…) “It was communism<br />
that killed communism,” he explained, “and I can state this, because I was<br />
close enough to see it happen. The entire apparatus, from the war economy<br />
to the gulags, the secret police, the collectivization that brought about such<br />
unrest in the countryside: all of it, at a certain point, began to unravel.”<br />
But wasn’t there a detonator that caused the USSR to implode?<br />
“Without a doubt, the beginning of the end is tied to the Soviet Red<br />
Army’s downfall in Afghanistan. Also, the insurrection of the Solidarity trade<br />
union against the communists, in Poland.”<br />
Legend says that it was all merit of Pope John Paul II.<br />
“The pope, Lech Walesa, and Reagan helped in a minimal way. Little<br />
shoulder shoves, of small consequence, that accelerated the process of selfdestruction<br />
that was already present, and had been for some time, in the<br />
make-up of communism.”<br />
Was the beginning of the end to be seen in the Budapest of 1956, and<br />
the Prague of 1968?<br />
“Absolutely. This is the reason that I wanted the book’s focal point to be<br />
the Berlin Wall. The long death rattle of communism began in Hungary and<br />
continued on in Czechoslovakia, as I <strong>di</strong>scussed in my previous two books in<br />
this series.” (…)<br />
And now, what survives of the old communist regime?<br />
“The old bureaucracy survives. Totalitarian power doesn’t have the rigid<br />
control over culture and society that it once had. In a nutshell, the old history<br />
of the Kuomintang is repeating itself. It is not true that China was a model of<br />
democracy in Chang Kai Shek’s time. The party that was in power was<br />
undoubtedly <strong>di</strong>ctatorial, sustained by Moscow, although it had a liberal<br />
economy.”<br />
And what about the Italian communists?<br />
“Enrico Berlinguer, in an interview with Giampaolo Pansa, admitted that<br />
he felt more secure under the NATO umbrella, than he would under the<br />
Warsaw Pact. And yet, the Italian communists were not able to anticipate, if<br />
not extremely briefly, that which developed into Gorbachev’s perestroika.”<br />
Did they perhaps wait for the USSR to destroy itself?<br />
“They always remained under the Soviet Union’s pull. They waited for<br />
the USSR to make the first move. They should have anticipated some moves,<br />
changing party name, slogans, their way of playing the political game. Maybe<br />
they should have strengthened their ties to Bettino Craxi, who had offered<br />
them his hand.” (…)<br />
Is that a mistake that the Left is still paying for, today?<br />
“No doubt about it. The extremely weak historical compromise between<br />
communists and Catholics failed. And today, still, the Left is searching for its<br />
own identity.” (…)<br />
Alessandro Mezzena Lona<br />
(“<strong>Il</strong> Piccolo”, May 20th, <strong>2009</strong>)<br />
(traduzioni <strong>di</strong> Lorie Simicich Ballarin)
<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
DIFESA ADRIATICA<br />
«esHistoria» <strong>2009</strong>, el confín<br />
oriental en el festival de Gorizia<br />
La e<strong>di</strong>ción <strong>2009</strong> de «esHistoria »,<br />
festival internacional que ha llegado<br />
en Gorizia a su quinta e<strong>di</strong>ción del 22<br />
al 24 de mayo, ha visto confrontarse<br />
delante de un atento publico<br />
historiadores y estu<strong>di</strong>osos, escritores y<br />
perio<strong>di</strong>stas, artistas y testimonios del<br />
pasado, italianos y extranjeros. Tres<br />
días de encuentros, debates,<br />
conferencias, entrevistas, lecciones,<br />
sobre el tema «Patrias», para<br />
reflexionar sobre aspectos históricos,<br />
geopolíticos, antropológicos y sociales<br />
que vinculan las comunidades<br />
humanas a los lugares de origen y para<br />
examinar los significados y las<br />
implicaciones de términos como<br />
identidad, ciudadanía, nacionalidad.<br />
Las vicisitudes de la Venecia Giulia<br />
y Dalmazia han tenido espacio en el<br />
tablero de «esHistoria » <strong>2009</strong> gracias<br />
al debate titulado «Una historia<br />
partida: los italianos de la costa oriental<br />
del Adriático» al que han tomado parte<br />
Corrado Belci, Piero Delbello, Anita<br />
Forlani, Egi<strong>di</strong>o Ivetic, Roberto Spazzali<br />
y Lucio Toth. La reflexión ha sido amplia,<br />
como amplias y <strong>di</strong>versas las<br />
perspectivas delineadas por cada<br />
relator. En evidencia el éxodo de la<br />
población italiana y la con<strong>di</strong>ción de<br />
subalternidad y de constricción en la<br />
que se encontraron aquellos que se<br />
quedaron bajo el nuevo régimen<br />
yugoslavo.<br />
Un debate muy completo, que ha<br />
hecho resaltar tanto el acercamiento<br />
entre desterrados y comunidades<br />
italianas en Istria, Quarnero y<br />
Dalmazia, como el retomar de la cultura<br />
italiana en el Adriático oriental<br />
superado el grave declinar registrado<br />
en los años ochenta. Ha salido a la<br />
luz también el papel de las nuevas<br />
generaciones que, en ambas partes del<br />
mar, piensan hoy en las propias raíces:<br />
lo que, ha deseado el prof. Spazzali,<br />
pueda servir para reconstruir una «patria<br />
del espíritu». Spazzali ha<br />
subrayado como la Yugoslavia de Tito<br />
ha perseguido dos objetivos: alejar de<br />
los territorios de antiguo asentamiento<br />
la población de origen latino-veneto<br />
y favorecer la inmigración a las costas<br />
istrianas y dalmatas de las regiones<br />
yugoslavas continentales, de modo de<br />
desnaturalizar completamente la<br />
composición étnica de las regiones<br />
alto-adriáticas. «Estas poblaciones – ha<br />
<strong>di</strong>cho el prof. Spazzali – han tenido<br />
en herencia monumentos e historia<br />
romano-veneta sin conocer ni siquiera<br />
la proveniencia».<br />
Toth: «es tiempo<br />
de reconocimiento<br />
de verdades históricas»<br />
Por esta razón, ha exhortado Lucio<br />
Toth (presidente nacional ANVGD) es<br />
La ciudad istriana de Pirano, de planta urbanística y arquitectónica<br />
exquisitamente veneciana, a la par de los otros centros urbanos de la<br />
península adriática. Aquí nació en el 1692 el compositor Giuseppe Tartini<br />
Dignano, Istria. Dos elegantes<br />
ventanas góticas venecianas<br />
in<strong>di</strong>spensable que «no se olviden las<br />
raíces latinas de aquella franja de<br />
italianidad que va desde Gorizia a las<br />
Bocche <strong>di</strong> Cattaro», y que más «que<br />
defender se alimente la cultura italiana»<br />
en esas tierras. Ha recordado por<br />
tanto como las relaciones entre<br />
desterrados y comunidades italianas<br />
más allá del confín converjan en la<br />
defensa de la cultura italiana en Istria,<br />
Fiume y Dalmazia: es «necesario<br />
defender la italianidad que queda<br />
todavía y alimentar en los jóvenes la<br />
unión entre los que residen en otros<br />
Países del mundo y los que se han<br />
quedado» ha aña<strong>di</strong>do Toth, que ha<br />
continuado: «La Europa de hoy esta<br />
afrontando flujos migratorios de<br />
proporciones inesperadas de otros<br />
continentes. Las ciudades europeas<br />
tendrán que resolver problemas de<br />
integración de miles de personas con<br />
culturas lejanas y valores <strong>di</strong>stintos de<br />
los nuestros. En este cuadro se deben<br />
ver de nuevo con humildad y realismo<br />
las perspectivas de convivencia<br />
en los territorios plurales del Alto<br />
Adriático de culturas seculares como<br />
la italiana, eslovena y croata que tienen<br />
raíces comunes.<br />
«Hace falta respeto recíproco en<br />
el momento en el que pe<strong>di</strong>mos al otro<br />
el reconocer nuestro punto de vista y<br />
tomamos acto del suyo. Para el pueblo<br />
esloveno de los Alpes Giulios y del<br />
Litoral el Estado italiano unitario ha<br />
sido visto con el complejo de David y<br />
Goliat: es decir como un coloso de<br />
decenas de millones de habitantes que<br />
lo quería aplastar contra los Alpes,<br />
privándolo de su identidad. Pero del<br />
mismo modo – ha proseguido el presidente<br />
ANVGD – los italianos de<br />
Venecia Giulia y de Dalmazia han visto<br />
primero el imperio austriaco y<br />
después Yugoslavia como grandes<br />
Países que incumbían sobre ellos,<br />
amenazando con echarlos de una<br />
franja de tierra donde se sentían<br />
autóctonos. La <strong>di</strong>ferencia es que el<br />
régimen fascista fracasó en su intento<br />
de asimilación forzada mientras el<br />
régimen comunista yugoslavo tuvo<br />
éxito en su operación de limpieza<br />
étnica, llegando casi a borrar la<br />
presencia italiana». Y ha concluido:<br />
«no es tiempo de reivin<strong>di</strong>caciones<br />
étnicas territoriales, sino de<br />
reconocimiento de verdades históricas<br />
que los jóvenes tienen que saber<br />
porque han costado dolores y<br />
sacrificios, éxodos y sangre. Un<br />
ejemplo viviente es constituido por los<br />
<strong>numero</strong>sos jóvenes de la tercera<br />
generación de los desterrados que a<br />
través de la asociación “Giuliani nel<br />
mondo” cada año van en busca de<br />
sus raíces a Istria, a Fiume y a<br />
Dalmazia. La esencia de la cultura<br />
romana y latina son civitas, polis, ley<br />
y valores civiles y culturales en su<br />
totalidad son <strong>di</strong>versos del concepto de<br />
etnia legado a elementos<br />
preferentemente genéticos».<br />
El prof. Egi<strong>di</strong>o Ivetic no ha<br />
escon<strong>di</strong>do las <strong>di</strong>ficultades que tocan<br />
hoy a los italianos «permanecidos»:<br />
«La vieja cultura croata y eslovena del<br />
Reino de Yugoslavia y la sucesiva de<br />
la Federativa yugoslava se presentaban<br />
como antitéticas a la italiana, a pesar<br />
de la función que la romanidad y la<br />
venecianidad habían ejercitado en el<br />
nacimiento y la constitución de estas<br />
culturas nacionales». Anita Forlani,<br />
escritora y publicista, exponente de la<br />
Comunidad nacional italiana de<br />
Dignano, ha subrayado con fuerza la<br />
función desarrollada por las<br />
Comunidades italianas de la que la<br />
misma Italia por mucho tiempo no se<br />
ha ocupado adecuadamente.<br />
Sergio Tazzer, organizador de la<br />
transmisión ra<strong>di</strong>ofónica RAI «Est-<br />
Ovest» ha terminado el encuentro.<br />
Red.<br />
15<br />
Capo<strong>di</strong>stria, las elegantes cresterías<br />
del Palacio Pretorio (mitad del siglo<br />
XV), e<strong>di</strong>ficio del que la fachada esta<br />
adornada con siete arcadas y<br />
conserva cuatro escudos de<br />
corregidores venetos. En la época<br />
me<strong>di</strong>eval fue libre municipio, desde<br />
1278 a 1797 perteneció a la<br />
Republica de Venecia<br />
Bettiza: el comunismo<br />
se ha autodestruido<br />
1989, su nuevo ensayo sobre<br />
el fin de las de las ideologías<br />
En el <strong>di</strong>ario “<strong>Il</strong> Piccolo” del 20 de mayo ha aparecido una entrevista de<br />
Alessandro Mezzena Lona a Enzo Bettiza, titulada Bettiza: «El comunismo<br />
se ha matado a sí mismo». La entrevista se ha publicado con ocasión de la<br />
salida en librería del nuevo ensayo del escritor y perio<strong>di</strong>sta dalmata (Bettiza<br />
ha nacido en Spalato), 1989, de<strong>di</strong>cado a los eventos que han conducido a<br />
la caída del muro de Berlín y de las ideologías del Novecientos.<br />
Con 1989 Bettiza cierra un tríptico, de<strong>di</strong>cado a la caída de los sistemas<br />
totalitarios. Reportamos algunos pasajes significativos de la entrevista de<br />
Mezzena Lona.<br />
[…] Enzo Bettiza, nacido en Spalato, en 1927, no tiene dudas: el Muro<br />
de Berlín habría caído sin Solidarnosc, sin Papa Wojtyla y sin Reagan. Y lo<br />
<strong>di</strong>ce con gran convicción en su nuevo libro «1989. El final del Novecientos»<br />
[…] publicado por Mondadori. […] «Ha sido el mismo comunismo el que<br />
ha matado al comunismo – explica Enzo Bettiza –. Y yo lo puedo decir<br />
porque lo he visto de cerca. Todo el aparato levantado, desde la economía<br />
de guerra a los gulag, a la policía secreta, a la colectivización que ha<br />
provocado desastres sobretodo en los campos, a un cierto punto se ha<br />
deshecho».<br />
Pero ¿Habrá habido un detonador que ha hecho explotar a la Urss?<br />
«Seguramente el inicio del fin esta unido al deshacerse la Armada Roja<br />
en Afganistán. Pero también a la insurrección del sin<strong>di</strong>cato Solidarnosc en<br />
Polonia contra el régimen comunista».<br />
La leyenda <strong>di</strong>ce que ha sido todo merito de Papa Wojtyla.<br />
«Lo del Papa, lo de Walesa, lo de Reagan, han sido ayu<strong>di</strong>tas. Pequeños<br />
golpes, no determinantes, que han acelerado el proceso de autodestrucción<br />
ya presente en el cuerpo del comunismo».<br />
¿Han sido el inicio del fin Budapest 1956, Praga 1968?<br />
«Absolutamente si. Por esto he querido de<strong>di</strong>car este libro a la caída del<br />
Muro de Berlín. La larga agonía del comunismo ha iniciado en Hungría y ha<br />
continuado en Checoslovaquia, como he contado en los otros dos ensayos<br />
de la trilogía». […]<br />
¿Ahora qué sobrevive del viejo régimen comunista?<br />
«Sobrevive la burocracia comunista. El poder totalitario no tiene ya el<br />
control rígido sobre la cultura, sobre la sociedad. Se esta repitiendo la historia<br />
del Kuomintang. No es que en tiempo de Chiang Kai Shek China fuera un<br />
modelo de democracia. El partido en el poder era indudablemente <strong>di</strong>ctatorial,<br />
sostenido por Moscú, pero con una economía libre».<br />
¿Y los comunistas italianos?<br />
«Enrico Berlinguer, en una entrevista a Giampaolo Pansa, había admitido<br />
sentirse más tranquilo bajo la sombra de la Nato que bajo el Pacto de Varsovia.<br />
Y aun así los comunistas italianos no han sabido anticipar, ni siquiera de un<br />
poco, la que después ha sido la perestroika de Gorbachov».<br />
¿Han esperado que la Urss se destruyera sola?<br />
«Se han quedado siempre arrastras de Moscú. Esperando que fueran los<br />
soviéticos los que <strong>di</strong>eran el primer paso. Sin embargo habrían tenido que<br />
anticiparse. Cambiar el nombre del partido, los slogans, su modo de hacer<br />
política. Quizás cogiendo al vuelo la mano exten<strong>di</strong>da de Bettino Craxi».<br />
[…]<br />
¿La izquierda paga todavía aquel error?<br />
«No cabe duda. El debilísimo compromiso histórico entre comunistas y<br />
católicos no ha funcionado. Y hasta hoy la izquierda esta buscando una<br />
identidad propia». […]<br />
Alessandro Mezzena Lona<br />
(“<strong>Il</strong> Piccolo”, 20 mayo <strong>2009</strong>)<br />
Portole, pequeño centro urbano en Istria. Casas abandonadas hace más<br />
de 60 años por la población italiana huida del régimen comunista de Tito<br />
En el 2004, en el 50º aniversario<br />
del Memorandum de Londres que<br />
asignaba del Territorio Libre de<br />
Trieste una Zona <strong>di</strong>cha ‘A’ a Italia<br />
y la <strong>di</strong>cha ‘B’ a Yugoslavia,<br />
Eslovenia ha imprimido este<br />
mapa, que in<strong>di</strong>caba las dos<br />
Zonas instituidas por el acuerdo.<br />
De notar el uso exclusivo de los<br />
topónimos eslovenos para in<strong>di</strong>car<br />
las ciudades de denominación<br />
histórica italiana<br />
(Traduzioni <strong>di</strong> Marta Cobian)<br />
Belgrado,<br />
25 de mayo <strong>2009</strong>.<br />
Un nostálgico<br />
del <strong>di</strong>ctador yugoslavo<br />
Josip Broz Tito en el<br />
día del aniversario<br />
del nacimiento.<br />
La Yugoslavia<br />
comunista<br />
le sobrevivió 11 años,<br />
desintegrándose así<br />
como ha suce<strong>di</strong>do<br />
a los regimenes<br />
totalitarios<br />
del este europeo
16 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2009</strong><br />
Medaglia d’Oro ai Carabinieri<br />
per il confine orientale<br />
16 giugno <strong>2009</strong><br />
In occasione del 195° anniversario<br />
della fondazione dei Carabinieri,<br />
la Ban<strong>di</strong>era dell’Arma è stata decorata<br />
della Medaglia d’Oro al Merito Civile<br />
perché «dopo l’8 settembre 1943 lungo<br />
il confine nord orientale, l’Arma dei<br />
Carabinieri offriva un’esemplare prova<br />
<strong>di</strong> tenace abnegazione nell’alleviare<br />
le sofferenze delle popolazioni italiane<br />
dell’Istria, della Dalmazia e delle<br />
province <strong>di</strong> Trieste e Gorizia, dalla<br />
violenza <strong>di</strong> preponderanti forze ostili<br />
che riven<strong>di</strong>cavano la sovranità su quei<br />
territori. Nel drammatico sviluppo degli<br />
eventi, che comportarono la morte<br />
e l’esodo <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> italiani, oltre<br />
250 carabinieri immolarono la propria<br />
vita nella <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> quei martoriati territori.<br />
Confine nord orientale, 1943 -<br />
1947».<br />
Gorizia: intitolazione<br />
a Licurgo Olivi<br />
17 giugno <strong>2009</strong><br />
<strong>Il</strong> Comune <strong>di</strong> Gorizia ha organizzato<br />
per venerdì 19 giugno alle 15.30<br />
la cerimonia <strong>di</strong> scopertura della targa<br />
identificante la Scalinata intitolata a<br />
Licurgo Olivi, in via Goldoni (angolo<br />
via Parini), alla presenza dell’On. Stefania<br />
Craxi, Sottosegretario agli Affari<br />
Esteri. Alla cerimonia sarà presente una<br />
rappresentanza dell’ANVGD.<br />
Licurgo Olivi, nato a Bagnolo in<br />
Piano (Reggio Emilia) nel 1897, si trasferisce<br />
a Gorizia con la famiglia nei<br />
primi anni Venti. Componente del CLN<br />
<strong>di</strong> Gorizia, in rappresentanza del Partito<br />
Socialista, viene arrestato il 5 maggio<br />
1945 dalle truppe titine e deportato<br />
in Jugoslavia. Da allora, nonostante<br />
<strong>di</strong>verse segnalazioni, <strong>di</strong> Olivi non si<br />
ha più notizia alcuna.<br />
Sondaggi sulle foibe a confronto:<br />
14mln in più <strong>di</strong> italiani consapevoli<br />
18 giugno <strong>2009</strong><br />
Era il 1996 quando Datame<strong>di</strong>a, per<br />
conto del Tg2 Dossier, <strong>di</strong>ffondeva il suo<br />
sondaggio fra gli italiani sulla conoscenza<br />
della parola «Foibe». Poi venne<br />
l’istituzione del Giorno del Ricordo<br />
e il sondaggio gestito da Ferrari Nasi<br />
& Grisantelli per conto della ANVGD. E<br />
poi ancora il sondaggio <strong>di</strong> quest’anno<br />
dell’Istituto Alan Normann, voluto dal<br />
CDM <strong>di</strong> Trieste e dai Comitati ANVGD <strong>di</strong><br />
Trieste e Gorizia. […] <strong>Il</strong> dato più evidente<br />
è anche il più confortante: in<br />
questi ultimi anni 14 milioni <strong>di</strong> italiani<br />
sono passati dalla ignoranza più totale<br />
del significato della parola «Foibe»<br />
ad una presa <strong>di</strong> coscienza reale e concreta<br />
su una realtà storica così dolorosa<br />
per la nostra comunità nazionale.<br />
I meriti <strong>di</strong> questo percorso culturale<br />
vanno sicuramente ascritti a più soggetti:<br />
la legge istitutiva del Giorno del<br />
Ricordo, la fiction RAI sulle Foibe, le<br />
associazioni degli Esuli che svolgono<br />
le loro attività <strong>di</strong>vulgative grazie ai<br />
finanziamenti <strong>di</strong> una normativa ad<br />
hoc, le leggi regionali <strong>di</strong> sostegno alla<br />
conservazione culturale, la vitalità del-<br />
La rubrica <strong>di</strong> “Difesa”<br />
www.anvgd.it<br />
La Ban<strong>di</strong>era<br />
dell’Arma insignita<br />
<strong>di</strong> Medaglia d’Oro<br />
al Merito civile<br />
per l’opera pro<strong>di</strong>gata<br />
tra il 1943 e il 1947<br />
in favore<br />
della popolazione italiana<br />
nel durissimo contesto<br />
dell’occupazione<br />
jugoslava<br />
Gorizia, 1950. <strong>Il</strong> confine con la Jugoslavia (foto Life)<br />
la ANVGD che su tutto il territorio nazionale<br />
riesce ad accre<strong>di</strong>tarsi nel tessuto<br />
sociale con grande considerazione.<br />
Pur essendo – tutto ciò – motivo <strong>di</strong><br />
sod<strong>di</strong>sfazione, appare comunque<br />
chiaro che il cammino è ancora lungo<br />
e l’impegno dovrà essere faticoso e<br />
costante per arrivare ad una<br />
con<strong>di</strong>visione veramente completa <strong>di</strong><br />
queste vicende. […]<br />
(fonte Sede nazionale ANVGD)<br />
Venerdì 26 giugno<br />
si apre a Montegrotto Terme (PD)<br />
il 47° Raduno dei Fiumani<br />
25 giugno <strong>2009</strong><br />
<strong>Il</strong> primo atto ufficiale sarà alle 10.00<br />
con la posa <strong>di</strong> una corona al cippo<br />
commemorativo <strong>di</strong> Norma Cossetto,<br />
in località Duecarrare. Nel pomeriggio<br />
seguirà una escursione in battello<br />
sul Brenta e la visita a due ville venete.<br />
[…] Sabato 27 alle 10.30 è prevista la<br />
posa <strong>di</strong> una corona al Monumento ai<br />
Caduti in Montegrotto Terme. Alle<br />
15.30 il Consiglio comunale del Libero<br />
Comune <strong>di</strong> Fiume in Esilio. la presentazione<br />
<strong>di</strong> un libro, la consegna <strong>di</strong><br />
riconoscimenti ad alcune autorità.<br />
Domenica 28 […] l’Assemblea<br />
generale. Sul prossimo <strong>numero</strong> <strong>di</strong> “Difesa”<br />
la cronaca del Raduno.<br />
In alto:<br />
Raduno dei fiumani<br />
a Montegrotto Terme.<br />
Una parte dei partecipanti<br />
rendono omaggio<br />
in Piazza Due Carrare<br />
alla memoria<br />
<strong>di</strong> Norma Cossetto<br />
Nella foto<br />
in basso:<br />
Mario Stalzer<br />
e Italia Giacca<br />
(foto<br />
www.arcipelagoadriatico.it)<br />
Sito ANVGD: 300mila pagine<br />
visitate in un anno<br />
1° luglio <strong>2009</strong><br />
[…] Ecco i dati <strong>di</strong> rilevazione statistica<br />
del nostro sito internet per il<br />
mese appena trascorso.<br />
Anche giugno si chiude con un<br />
trend ampiamente positivo. Le visite<br />
al sito sono state 5.821 e i visitatori<br />
2.150, in entrambi i casi con un aumento<br />
del 79% rispetto a giugno dell’anno<br />
scorso. Le pagine visualizzate<br />
sono state 21.898 (+60%). Andando<br />
a verificare il trend degli ultimi 12 mesi<br />
solari, il nostro sito raggiunge e<br />
supera a giugno 2 importanti traguar<strong>di</strong>:<br />
30.000 visitatori (per circa 68.000<br />
visite) e 300.000 pagine visualizzate<br />
in un anno.<br />
Tornando ai dati del solo giugno,<br />
sono 33 le nazioni da cui gli utenti si<br />
sono collegati per visitare il nostro sito.<br />
Tra le prime: Italia, Croazia, Australia,<br />
Slovenia, Usa, Canada, Germania,<br />
Uruguay, Regno Unito, Svezia. Tra le<br />
località italiane più “affezionate” a giugno:<br />
Roma, Milano, U<strong>di</strong>ne, Torino,<br />
Padova, Genova, Napoli, Trieste,<br />
Firenze, Venezia.<br />
Filatelia: da Crema<br />
si guarda alla Dalmazia<br />
2 luglio <strong>2009</strong><br />
Se l’emissione per i sei secoli trascorsi<br />
dalla de<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Zara a Venezia<br />
appare, oramai, improbabile, non<br />
mancano le iniziative alternative.<br />
Come la mostra “Zaraseicento”, in programma<br />
a Crema (Cremona) […] A firmarla<br />
è la Società filatelica<br />
numismatica dalmata, che si è avvalsa<br />
del materiale messo a <strong>di</strong>sposizione<br />
soprattutto da Stefano Domenighini,<br />
coa<strong>di</strong>uvato da altri specialisti.<br />
Tre le collezioni in mostra. La prima,<br />
intitolata “Un saluto da Zara”, propone<br />
una selezione <strong>di</strong> cartoline locali<br />
e<strong>di</strong>te tra il 1894 e il 1940, permettendo<br />
<strong>di</strong> avvicinarsi alla città e alle sue<br />
caratteristiche prima che venisse <strong>di</strong>strutta<br />
dai bombardamenti del 1943-<br />
1944. Segue “La prima redenzione<br />
della Dalmazia: 1918-1923”, che ricostruisce<br />
le vicende nel momento in<br />
cui il territorio venne spartito fra l’Italia<br />
e la futura Jugoslavia, proponendo<br />
documenti postali relativi all’area.<br />
<strong>Il</strong> percorso si chiude con “Storia<br />
postale dalmata: 1815-1945”. <strong>Il</strong>lustra<br />
l’evoluzione del servizio postale durante<br />
il periodo austriaco, postbellico<br />
(1918-1923) e italiano, non trascurando<br />
l’occupazione tedesca e la prima<br />
fase jugoslava. <strong>Il</strong> 4 luglio verrà impiegato<br />
un annullo speciale.<br />
(fonte vaccari.it)<br />
Giallo filatelico<br />
sulla ex Jugoslavia<br />
2 luglio <strong>2009</strong><br />
Un salto in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> quasi vent’anni:<br />
l’annullo postale che celebra i Giochi<br />
del Me<strong>di</strong>terraneo, promosso dalla<br />
Filanxanum <strong>2009</strong> con la <strong>di</strong>citura «La<br />
cultura dei Paesi partecipanti», riproduce<br />
erroneamente una carta politica<br />
dei Paesi che si affacciano sul Mare<br />
nostrum antecedente la separazione<br />
della Jugoslavia (si veda qui la foto<br />
www.vaccari.news).<br />
Sono infatti sei gli Stati riconosciuti<br />
a livello internazionale in cui è <strong>di</strong>visa<br />
oggi la federazione fondata dopo la<br />
Seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, e cinque <strong>di</strong><br />
questi partecipano a Pescara <strong>2009</strong>:<br />
Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia e<br />
Montenegro. <strong>Il</strong> sesto, la Macedonia,<br />
sarà invece ammesso a partire dalla<br />
prossima e<strong>di</strong>zione della competizione.<br />
L’annullo postale invece, che tra<br />
l’altro riproduce solo la parte più occidentale<br />
del Me<strong>di</strong>terraneo e non<br />
evidenzia neanche Paesi più piccoli<br />
quali Monaco o Andorra, omaggia uno<br />
Stato che non esiste più, e che pertanto<br />
non partecipa ai Giochi del Me<strong>di</strong>terraneo.<br />
Non è la prima volta che filatelia e<br />
numismatica scivolano sulla geografia.<br />
[…].<br />
(fonte lanciano.it su segnalazione<br />
<strong>di</strong> Ferruccio Calegari)<br />
Cartolina <strong>di</strong> franchigia<br />
affrancata con annullo<br />
della Posta Militare,<br />
a firma <strong>di</strong> Paolo Anfossi<br />
generale comandante<br />
della Brigata Gaeta<br />
in Dalmazia, la cui presenza<br />
è confermata<br />
sino al marzo 1921