Kremmerz Giuliano - Segreti Di Ermetismo E Alchimia - Sito Mistero
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L’alkaest che dissolve nelle sue parti fondamentali questo sperma-mestruo è la tinctura solis, cioè la luce solare, il principio più alto, il Dio umanizzatore e realizzato nell’uomo. Traducendo: lo sperma prodotto dall’uomo è in rapporto di corrispondenze analogiche con l’uomo fisico, con l’uomo lunare e l’uomo mercuriale o mentale. La parte glutinosa appartiene al corpo fisico, il mercurio embrionale delle forme (spermatozoi) al corpo lunare, [in un passo della “Scienza dei Magi” Kremmerz ha scritto che l’adepto non è più in grado di generare, avendo distrutto la parte morflca del suo sperma] il mercurio puro o mercurio degli alchimisti al corpo mercuriale. Sommando: ASSIOMA 3 Tutto ciò che esiste (essere) si riproduce nel suo sperma nelle tre fasi, apparenti ed occulte, determinate in potenza (corpo), virtù (corpo lunare), spirito (corpo mercuriale). 119 Il concetto alchimico sgorga chiarissimo dai primi tre assiomi, poiché partendo dal concetto unitario, fondamento di tutte le scienze occulte o sacre, riduce tutto ciò che esiste alle diverse modificazioni dell’esistente. Se coloro che fanno professione di fede materialistica comprendessero le profondità dell’enunciato alchimico, si troverebbero nella verità annunziando che tutto è materia, nel senso però che tutto è spirito o efflatus o mentalità, virtuandosi dal primo mercurio. Se tutto è Uno, se l’Universo è l’Unità-sintesi, il limite sensista della materia e della mentalità scompare. Dove trovare questo limite? Come definirlo, come precisarlo, se non vi è cosa esistente che non contenga il proprio mercurio alchimico? Solamente l’errore materialista, come abbiamo visto trattando dell’anima, stabilisce il triangolo rovesciato del Ieve, cioè che la materia (esistente sensibile) sublimizza uno spirito di vita o di intelligenza (mercurio dei filosofi) e al momento in cui la materia si dissolve dal suo stato vitale, lo spirito cessa o come vita o come mentalità. Viceversa se cessa la vita non cessa la mentalità, dove esiste non si abbuia, ma secondo il suo peso specifico ricostituisce l’essere dissoluto. Per la materialità dell’osservazione zoologica, lo spirito non è che il fenomeno di aggruppamento di molecole sensibili all’osservazione ed è il fondamento sbagliato di tutta l’edificante concezione universale che stabilisce la falsità di tutte le scienze di osservazione che riguardano l’uomo, principio di tutta la medicina che cura il corpo fisico per procurare il prolungamento del fenomeno vitale o mentale nell’infermo. Se la medicina fosse conformata al sentimento contrario, immediatamente si muterebbe in scienza ieratica, pur non cessando di essere scienza sperimentale. La filosofia pitagorica, di origine iniziatica, stabilisce nel suo carattere di sviluppo delle forme tutto ciò che potrebbe essere base di rinnovellamento scientifico dell’arte terapica. Il fenomeno vita o il fenomeno mentalità, secondo la concezione materialistica, non è distrutto neanche apparentemente (vale a dire materialmente) con la morte dissolutiva delle forme se la forma ha raggiunto il massimo limite di sviluppo dal minimo al massimo e dal peggio al meglio, anzi il fenomeno ha, dissolvendosi o cessando, avuto il potere di moltiplicare se stesso. Un esempio semplicissimo. Una pianta che da frutto e seme. Nel seme le forme embrionali della pianta generatrice sono in potenza ed in virtù. Bruciate il fusto della pianta in un caminetto. Avrete distrutto il fenomeno della vita vegetativa nella pianta (individua) che avete bruciata, ma il fenomeno vita che la pianta distrutta da voi ha già ripetutamente o per moltiplicazione riprodotto nei suoi semi, voi non l’avete alterato, perché ogni seme della pianta distrutta (sperma) contiene in essenza e virtù il potere individuale della pianta che voi avete per un momento immaginata come un fenomeno della natura sensibile. 50
120) Nella concezione alchimica il separando acquista un valore di sensibilità materialista, e per lasciarlo comprendere a tutti mi trovo obbligato ad una seconda parentesi. L’uomo per l’assioma terzo si riproduce costantemente nel suo seme. Il seme umano trova le condizioni opportune di sviluppo nell’utero di una donna, riproduce l’essere fisico e, sotto certe condizioni riproduce apparentemente l’essere mentale. Osserviamo il fenomeno vita, riproduzione e morte con l’occhio del profano. L’uomo vive, si riproduce generando dei figli, muore, cioè cessa come fenomeno fisico e mentale sensibile e giacché non è ammesso che si debba credere in un ultrasensibile che l’uomo con le facoltà ordinarie non sente, non tocca, non vede, non assapora, non odora, per l’uomo tutto il fenomeno vita e mentalità, cesa con la morte. Se il materialista si permette il lusso di un po di poesia può arrivare a rivedere vivo nei figli il ricordo dell’uomo scomparso; più in là non si arriva, né logicamente si può pretendere un passo innanzi. Il cadavere si disgrega nelle sue molecole elementari. Ossa, carne, umori assorbiti nel gran fornello della terra vegetale si decompongono liberamente in gas, in sali, in altri speciali corpi chimici semplici. Del passaggio dell’uomo sulla terra non rimangono che le sue opere o per lo meno il nome nei registri dello Stato Civile. 121 Osserviamo lo stesso fenomeno vita, riproduzione e morte con l’occhio dell’uomo religioso e con quello che volgarmente si chiama spiritismo. Si nasce secondo la religione per diretta creazione di Dio (ciò simbolicamente è vero se Dio è l’Io superiore o Io solare, come si vedrà in seguito). Si vive e si viene spenti per diretta volontà dello stesso Dio. Dopo morto il tribunale divino giudica, premia o condanna. Quindi una vita infernale o paradisiaca di oltretomba. Da qui la credenza nell’anima dei morti, da cui spunta lo spiritismo volgare del secolo XIX, il quale presuppone l’incarnazione delle anime dopo un periodo di sosta inter-vitale o inter-umana, cioè tra vita umana e umana, tra incarnazione e incarnazione. Oltre di ciò ad un’esistenza luminosa dei disincarnati e ad una facile incarnazione di essi, lo spiritismo crede come atto di fede. 122 Ma la scienza ieratica ti dice con le parole di Izar Bne Escur: la natura visibile delle cose che si riproducono per visibile semenza ti insegna che ogni cosa ha una doppia vita: progressiva l’una e concentrativa l’altra. Tutte le cose nascono, sviluppano fino ad un apice determinante la massima vitalità, poi deperiscono (vita concentrativa) e muoiono. Questo passo si deve occultare ai profani sotto il velo del simbolismo. Che cosa è questo aumento e questa concentrazione di vita? Sono le quattro stagioni solari che la natura ci presenta in tutte le cose, come unico cammino, unica via, unica finalità e meta. Nella vita progressiva dalla nascita all’età adulta, le forme passano gradualmente dallo sviluppo iniziale (embrione) allo sviluppo effettivo (frutto) e da questo frutto il principio vitale (anima delle cose) piano piano, lentamente muta la sua espansione (vita espansiva) in concentrazione (vita concentrata) cioè si restringe o concentra nel seme di una vita nuova che è un successivo periodo di espansione. L’uomo come essere sensibile o come essere mentale non sfugge a questa legge generale delle cose. Perciò la sua vita di espansione dall’infanzia alla maturità e alla decrepitezza concentra tutta la vita in un embrione vitale. La morte è la maturazione della concentrazione: l’anima di un morto è il frutto maturato e concentrato nel suo seme, che contiene in virtù ed in potenza embrionale tutto il compendio della vita vissuta o delle vite precedentemente vissute. In termini più semplici, lo sperma fisico è di fronte all’uomo visibile (uomo fisico e mentale) ciò che l’anima è rispetto alla sua vita di essere fecondo. Così esistono due termini estremi di autoriproduzione: 51
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lasciarlo comprendere a tutti mi trovo obbligato ad una seconda parentesi. L’uomo per l’assioma<br />
terzo si riproduce costantemente nel suo seme. Il seme umano trova le condizioni opportune di<br />
sviluppo nell’utero di una donna, riproduce l’essere fisico e, sotto certe condizioni riproduce<br />
apparentemente l’essere mentale. Osserviamo il fenomeno vita, riproduzione e morte con l’occhio<br />
del profano. L’uomo vive, si riproduce generando dei figli, muore, cioè cessa come fenomeno fisico<br />
e mentale sensibile e giacché non è ammesso che si debba credere in un ultrasensibile che l’uomo<br />
con le facoltà ordinarie non sente, non tocca, non vede, non assapora, non odora, per l’uomo tutto il<br />
fenomeno vita e mentalità, cesa con la morte.<br />
Se il materialista si permette il lusso di un po di poesia può arrivare a rivedere vivo nei figli il<br />
ricordo dell’uomo scomparso; più in là non si arriva, né logicamente si può pretendere un passo<br />
innanzi. Il cadavere si disgrega nelle sue molecole elementari. Ossa, carne, umori assorbiti nel gran<br />
fornello della terra vegetale si decompongono liberamente in gas, in sali, in altri speciali corpi<br />
chimici semplici. Del passaggio dell’uomo sulla terra non rimangono che le sue opere o per lo meno<br />
il nome nei registri dello Stato Civile.<br />
121 Osserviamo lo stesso fenomeno vita, riproduzione e morte con l’occhio dell’uomo religioso e<br />
con quello che volgarmente si chiama spiritismo. Si nasce secondo la religione per diretta creazione<br />
di <strong>Di</strong>o (ciò simbolicamente è vero se <strong>Di</strong>o è l’Io superiore o Io solare, come si vedrà in seguito). Si<br />
vive e si viene spenti per diretta volontà dello stesso <strong>Di</strong>o. Dopo morto il tribunale divino giudica,<br />
premia o condanna. Quindi una vita infernale o paradisiaca di oltretomba. Da qui la credenza<br />
nell’anima dei morti, da cui spunta lo spiritismo volgare del secolo XIX, il quale presuppone<br />
l’incarnazione delle anime dopo un periodo di sosta inter-vitale o inter-umana, cioè tra vita umana e<br />
umana, tra incarnazione e incarnazione. Oltre di ciò ad un’esistenza luminosa dei disincarnati e ad<br />
una facile incarnazione di essi, lo spiritismo crede come atto di fede.<br />
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riproducono per visibile semenza ti insegna che ogni cosa ha una doppia vita: progressiva l’una e<br />
concentrativa l’altra. Tutte le cose nascono, sviluppano fino ad un apice determinante la massima<br />
vitalità, poi deperiscono (vita concentrativa) e muoiono. Questo passo si deve occultare ai profani<br />
sotto il velo del simbolismo.<br />
Che cosa è questo aumento e questa concentrazione di vita? Sono le quattro stagioni solari che la<br />
natura ci presenta in tutte le cose, come unico cammino, unica via, unica finalità e meta. Nella vita<br />
progressiva dalla nascita all’età adulta, le forme passano gradualmente dallo sviluppo iniziale<br />
(embrione) allo sviluppo effettivo (frutto) e da questo frutto il principio vitale (anima delle cose)<br />
piano piano, lentamente muta la sua espansione (vita espansiva) in concentrazione (vita<br />
concentrata) cioè si restringe o concentra nel seme di una vita nuova che è un successivo periodo di<br />
espansione. L’uomo come essere sensibile o come essere mentale non sfugge a questa legge<br />
generale delle cose. Perciò la sua vita di espansione dall’infanzia alla maturità e alla decrepitezza<br />
concentra tutta la vita in un embrione vitale.<br />
La morte è la maturazione della concentrazione: l’anima di un morto è il frutto maturato e<br />
concentrato nel suo seme, che contiene in virtù ed in potenza embrionale tutto il compendio della<br />
vita vissuta o delle vite precedentemente vissute. In termini più semplici, lo sperma fisico è di<br />
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