Bilancio sociale 2006

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“ Quali sono gli aspetti educativi - pedagogici sviluppati dagli educatori degli asili nido nel rapporto con i bambini? ” “Nei primi anni di vita, i bambini strutturano modi e forme di conoscenze, apprendono a interagire con il mondo fi sico e sociale all’interno di un processo di elaborazione attiva (tratto dal regolamento asili nido) e sono certamente anni fondamentali. L’opera dell’educatore al nido è delicata, ma può essere estremamente importante se il suo scopo non sarà solo quello di curare il bambino in assenza della madre, di offrirgli un ambiente confortevole, di farlo vivere con coetanei ma, di favorire un legame valido e strutturante tra genitore e fi glio. La terminologia ancora spesso in uso ha per lungo tempo mantenuto una presunta e non giustifi cata separazione tra i diversi momenti della giornata di un bambino al nido indicando con il termine attività tutte le situazioni di gioco o di proposte dell’adulto, e, con il termine routine tutte quelle situazioni (cambio, pasto) che ripetendosi sempre simili scandiscono regolarmente la giornata del bambino. Ma è proprio vero che esiste questa distinzione? Forse è davvero diffi cile e rischioso defi nire cosa è attività e soprattutto cosa non lo è per un bambino piccolo. Le più importanti attività spesso sono proprio le cosiddette routine, poiché costituiscono momenti ed esperienze particolarmente pregnanti e signifi cative per il bambino, per il coinvolgimento massiccio, per l’intensità di sensazioni e sentimenti che attivano, per l’intensità e l’empatia di rapporto con l’adulto, per l’importanza che rivestono rispetto al suo benessere fi sico e quindi psicologico, per l’importanza che queste esperienze hanno nella costruzione, identifi cazione di sé. Pensiamo a quelle situazioni della sua quotidianità quali cambio, sonno ma anche la separazione e il ricongiungimento con il genitore dove il bambino “costruisce” attivamente se stesso ed in cui è ampiamente coinvolto sul piano cognitivo oltre che affettivo e sociale. Pensando alle “attività” come a momenti che offrono esperienze adatte ad aprire processi di conoscenza e alle routine come a momenti che le consolidano. Ricostruire questa “ UNICITA’ ” signifi ca dare integrità e completezza agli interventi degli educatori, superando le ABITUDINI. Ritengo che l’educatore debba riconoscere e ritrovare concretamente una continuità di intervento nelle diverse situazioni, riconoscere il” lavoro” del bambino al nido, il proprio lavoro e il ruolo di adulto che consente, favorisce, accetta, risponde, rinforza, struttura le modalità di intervento. Favorire l’instaurarsi di piccole” abitudini “è un delicato e, a volte, vorrei dire raffi nato compito affi dato agli operatori del nido. Quello che deve rimanere immutato nel succedersi dei momenti vissuti al nido è la consapevolezza del contesto complessivo di una giornata , in modo coerente con i pensieri dell’educatore. Il compito principale dell’educatore rimane in ogni momento quello di osservare, analizzare e valutare le potenzialità delle singole situazioni il relazione ai bisogni dei singoli bambini, del gruppo e dei genitori per individuare interventi conseguenti.” Roberta Passoni, educatrice e coordinatrice asilo nido Via Parma 10 80

i Servizi 2.3 Prima infanzia L’istituzione delle microstrutture cambia lo scenario dei servizi alla prima infanzia sul territorio cittadino e cerca di dare risposta ad alcune problematicità che erano state individuate dal Piano Sociale per la Qualità della Vita 2004-2006: 1. l’insuffi ciente capacità ricettiva nelle strutture riservate a bambini dai 0 ai 3 anni rispetto al fabbisogno e alla dislocazione non omogenea dei servizi sul territorio; 2. la non ancora del tutto soddisfacente fl essibilità nella risposta dei servizi esistenti e predisposizione di nuove forme di intervento. Le microstrutture, che sono gestite da cooperative sociali, contribuiranno ora a dare risposta a queste problematicità, ma il loro ingresso nel panorama dei servizi alla prima infanzia rende necessaria la costruzione di un sistema integrato di servizi per poter offrire alle famiglie la possibilità di scelta nell’ambito di un sistema effi ciente. Se l’idea di predisporre un’unica graduatoria di accesso agli asili nido dell’ASSB e alle microstrutture è stata abbandonata, sta invece proseguendo il confronto tecnico-politico sulla concertazione dei criteri di accesso. Attraverso la costituzione di un gruppo permanente sulla qualità (composta da rappresentanti dell’ASSB e delle cooperative che gestiscono le microstrutture), verrà realizzato un piano di comunicazione per consentire una scelta consapevole da parte delle famiglie e verranno programmate azioni di monitoraggio e di valutazione della qualità del servizio erogato, al fi ne di poter esercitare la funzione di controllo e di valutazione è attribuita all’ente pubblico in un’ottica di tutela dell’utenza del servizio. Sul territorio cittadino, oltre agli asili nido pubblici, alle microstrutture ed al servizio Tagesmutter esistono 2 asili nell’ambito delle imprese locali gestiti dal privato sociale (cd. Asili aziendali). La differenza rispetto alle altre tipologie consiste sia nel fi nanziamento del servizio che in parte è coperto dalla stessa impresa, sia nel fatto che i posti sono riservati ai fi gli dei dipendenti della medesima impresa. Il Comune e l’ASSB non svolgono, attualmente, alcun ruolo nella gestione e/o fi nanziamento di tali servizi. 2.3 “Il passaggio della responsabilità, o meglio regia, di tutto il settore sia pubblico sia privato all’ASSB eccetto il servizio Tagesmutter ancora in capo alla Provincia, per i genitori signifi cherà innanzitutto maggior chiarezza rispetto alle diverse tipologie di offerta di servizi alla prima infanzia. Sarà cura, infatti, dell’ASSB coordinare la realizzazione di un piano di comunicazione che dovrà indicare in modo preciso cosa e come vengono offerti i diversi servizi in termini di orari, spazi, tariffe e progetto pedagogico. Aumenterà quindi la possibilità di scelta da parte dei genitori, sempre compatibilmente con la disponibilità dei posti che verrà però gestita attraverso criteri d’accesso che si baseranno sul reale bisogno delle famiglie; verrà cioè esplorata la situazione familiare, lavorativa e sociale della famiglia per consentire equità nell’accesso ai servizi alla prima infanzia. In un’ottica di tutela dell’utenza, e quindi dei bambini e dei loro genitori, verranno inoltre messe in atto azioni di monitoraggio e di valutazione della qualità del servizio erogato in esecuzione a quanto indicato dal Piano sociale qualità della vita e dal Piano di settore prima infanzia; ciò avverrà contemporaneamente alla costituzione di un gruppo di lavoro permanente sulla qualità composto da rappresentanze sia del pubblico sia del privato. Un tale “laboratorio” permanente avrà di certo una più che positiva ricaduta sui bambini e le loro famiglie poiché “ Che cosa significherà concretamente per i genitori il passaggio delle microstrutture sotto la responsabilità dell’ASSB? ” Prima infanzia 81

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Quali sono gli aspetti<br />

educativi - pedagogici<br />

sviluppati dagli educatori<br />

degli asili nido nel rapporto<br />

con i bambini?<br />

”<br />

“Nei primi anni di vita, i bambini strutturano modi e forme di conoscenze,<br />

apprendono a interagire con il mondo fi sico e <strong>sociale</strong> all’interno di un<br />

processo di elaborazione attiva (tratto dal regolamento asili nido) e<br />

sono certamente anni fondamentali.<br />

L’opera dell’educatore al nido è delicata, ma può essere estremamente<br />

importante se il suo scopo non sarà solo quello di curare il bambino in<br />

assenza della madre, di offrirgli un ambiente confortevole, di farlo vivere<br />

con coetanei ma, di favorire un legame valido e strutturante tra genitore<br />

e fi glio. La terminologia ancora spesso in uso ha per lungo tempo<br />

mantenuto una presunta e non giustifi cata separazione tra i diversi<br />

momenti della giornata di un bambino al nido indicando con il termine<br />

attività tutte le situazioni di gioco o di proposte dell’adulto, e, con il<br />

termine routine tutte quelle situazioni (cambio, pasto) che ripetendosi<br />

sempre simili scandiscono regolarmente la giornata del bambino.<br />

Ma è proprio vero che esiste questa distinzione?<br />

Forse è davvero diffi cile e rischioso defi nire cosa è attività e soprattutto<br />

cosa non lo è per un bambino piccolo. Le più importanti attività spesso<br />

sono proprio le cosiddette routine, poiché costituiscono momenti ed<br />

esperienze particolarmente pregnanti e signifi cative per il bambino, per<br />

il coinvolgimento massiccio, per l’intensità di sensazioni e sentimenti<br />

che attivano, per l’intensità e l’empatia di rapporto con l’adulto, per<br />

l’importanza che rivestono rispetto al suo benessere fi sico e quindi<br />

psicologico, per l’importanza che queste esperienze hanno nella<br />

costruzione, identifi cazione di sé.<br />

Pensiamo a quelle situazioni della sua quotidianità quali cambio, sonno<br />

ma anche la separazione e il ricongiungimento con il genitore dove<br />

il bambino “costruisce” attivamente se stesso ed in cui è ampiamente<br />

coinvolto sul piano cognitivo oltre che affettivo e <strong>sociale</strong>.<br />

Pensando alle “attività” come a momenti che offrono esperienze adatte<br />

ad aprire processi di conoscenza e alle routine come a momenti che le<br />

consolidano. Ricostruire questa “ UNICITA’ ” signifi ca dare integrità e<br />

completezza agli interventi degli educatori, superando le ABITUDINI.<br />

Ritengo che l’educatore debba riconoscere e ritrovare concretamente<br />

una continuità di intervento nelle diverse situazioni, riconoscere il”<br />

lavoro” del bambino al nido, il proprio lavoro e il ruolo di adulto che<br />

consente, favorisce, accetta, risponde, rinforza, struttura le modalità di<br />

intervento. Favorire l’instaurarsi di piccole” abitudini “è un delicato e, a<br />

volte, vorrei dire raffi nato compito affi dato agli operatori del nido.<br />

Quello che deve rimanere immutato nel succedersi dei momenti vissuti<br />

al nido è la consapevolezza del contesto complessivo di una giornata ,<br />

in modo coerente con i pensieri dell’educatore.<br />

Il compito principale dell’educatore rimane in ogni momento quello di<br />

osservare, analizzare e valutare le potenzialità delle singole situazioni<br />

il relazione ai bisogni dei singoli bambini, del gruppo e dei genitori per<br />

individuare interventi conseguenti.”<br />

Roberta Passoni, educatrice e coordinatrice asilo nido Via<br />

Parma 10<br />

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