Bilancio sociale 2006
Bilancio sociale 2006 Bilancio sociale 2006
Inclusione sociale 2.8 Sempre più frequentemente, nella vita di un nucleo familiare, può insorgere una situazione improvvisa che può incidere negativamente sulle condizioni educative, di vita di una persona. Spesso è il naturale evolversi della vita quotidiana che genera situazioni di disagio, anche lieve, ma comunque potenzialmente pericoloso, quando non è avvertito o non è seguito con metodo e professionalità. Nell’attuale società occidentale l´essere “marginato” riguarda un numero sempre maggiore di persone, uomini, donne, minori, adulti, persone sane o ammalate. Si pensi alle volte in cui i minori sono lasciati soli per molte ore al giorno, in casa o per strada, da genitori troppo impegnati nel loro lavoro; ai momenti in cui diffi coltà anche non gravi, interne alla coppia, infl uiscono sui fi gli, condizionandone la serenità e la sicurezza affettiva; ai casi di carente integrazione di bambini che provengono da altre realtà nazionali o straniere; a minori appartenenti a nuclei coinvolti dai problemi della dipendenza. Vi sono poi situazioni di crisi più nella vita degli adulti, come ad esempio confl itti in famiglia che possono portare alla distruzione dei legami familiari, la rottura dei rapporti sociali, la perdita del lavoro, la perdita della salute, debolezze e dipendenze, diffi coltà oggettive di sopravvivenza, guerre, persecuzioni. Questi sono tutti elementi che portano le persone ad uscire dal gruppo sociale, ad essere emarginate o ad emarginarsi, a fuggire dal proprio paese: persone che un tempo erano parte della società diventano così individui anonimi, soli, danno fastidio, sono inutili, hanno bisogno di aiuto, di cibo, di casa, di rifugio. Tutte queste circostanze, fortunatamente, non sono sempre destinate a cronicizzarsi o a deteriorarsi progressivamente; alle volte vengono superate sia pure con prevedibili sofferenze da parte dell’individuo, spesso però sono la condizione duratura e remota sulla quale si innestano, poi, occasionali episodi scatenanti che fanno divenire il disagio medio -lieve, un disagio grave e decisivo nella vita della persona. Il Piano del settore Inclusione Sociale, la cui elaborazione è terminata, è in fase di approvazione: esso prevede una serie di interventi a favore di questa fascia di popolazione nelle sue diverse tipologie, nonché una rete di collaborazione ben strutturata tra i diversi enti ed associazioni che in qualche modo sono coinvolti nella materia. Il servizio preposto con funzioni di regia, di coordinamento e di sostegno allo sviluppo del piano medesimo è il Servizio di Integrazione Sociale (S.I.S.) che dispone di un’equipe di operatori specializzati nelle diverse branchie dell’area dell’inclusione sociale. Tutte le situazioni di emarginazione sociale vengono seguite dal Servizio Integrazione Sociale (S.I.S.), che è coordinato dal distretto Centro – Piani – Rencio, pur essendo rivolto a tutta la città. Le altre forme di disagio rimangono invece in capo all’area socio-pedagogica di ciascun distretto, in base a dove il cittadino abita. Il S.I.S. segue quindi: • minori stranieri non accompagnati (vedi capitolo area minori); • persone e famiglie senza dimora; • nomadi (Sinti e Rom); • richiedenti asilo/profughi. 152
i Servizi 2.8 Inclusione sociale “Ritengo che, ad un anno e mezzo dalla sua istituzionalizzazione, il Servizio Integrazione Sociale abbia occupato un ruolo importante e attivo per il coordinamento del settore del disagio sociale cittadino. L’obiettivo principale per cui è nato - costituire un servizio sovradistrettuale che offrisse agli utenti una concreta possibilità di crescita e di raggiungimento dell’autonomia fornendo loro strumenti e servizi - é stato raggiunto sia in termini di qualità sia di soddisfazione degli utenti coinvolti. Mi preme sottolineare come l’aver creato una porta unica di ingresso e di accoglienza per il target di riferimento del servizio – che, ricordo, è a disposizione dei cittadini extracomunitari, dei profughi, dei nomadi, dei senza dimora e dei minori stranieri non accompagnati – ha permesso di avere una più ampia visione di problemi e fenomeni, ha contribuito alla costituzione di percorsi di autonomia per gli utenti, ha facilitato il fondamentale lavoro di rete con gli enti preposti, ha fornito utili informazioni per scelte strategiche importanti. Per fare un esempio, una persona senza dimora, può essere ‘agganciata’ sulla strada dal servizio della Ass. Volontarius convenzionato con l’ASSB. Può entrare quindi in una Casa d’Ospitalità (come quella di viale Trento gestita dalla Caritas) dove vengono soddisfatti tutti i bisogni primari, viene curato l’ascolto e si fa un bilancio di competenze per l’inserimento lavorativo. Quando la persona ottiene un lavoro, dalla Casa d’Ospitalità può passare agli alloggi di 2° livello della Casa Conte Forni, affi dati alla gestione dell’associazione San Vincenzo, e qui si cerca di fornire un accompagnamento pedagogico e di training abitativo anche per garantire il mantenimento del lavoro. Il merito dei risultati raggiunti – considerata anche la delicatezza dell’ambito di azione – va sicuramente attribuito alla dedizione, alla professionalità e al costante impegno degli operatori del Servizio Integrazione Sociale e dei diversi partner.” Alberto Conci, Coordinatore SIS e Direttore Distretto Centro Piani Rencio “ In termini di efficacia quale ricadute positive ha avuto la costituzione del Servizio di Integrazione Sociale sull’utenza in stato di disagio della città di Bolzano? ” 2.8 Persone e famiglie senza dimora Inclusione sociale Il Piano Sociale per la qualità della vita evidenzia come una percentuale molto signifi cativa di fruitori di servizi per senza fi ssa dimora sia originaria di fuori provincia: una gran parte di questi sono stranieri, ma una parte risultano essere cittadini italiani residenti in altre regioni italiane. Questi servizi svolgono dunque una funzione attrattiva per fasce di utenza che provengono da fuori provincia. 153
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‘agganciata’ sulla strada dal servizio della Ass. Volontarius convenzionato<br />
con l’ASSB. Può entrare quindi in una Casa d’Ospitalità (come quella di<br />
viale Trento gestita dalla Caritas) dove vengono soddisfatti tutti i bisogni<br />
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affi dati alla gestione dell’associazione San Vincenzo, e qui si cerca di<br />
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Alberto Conci, Coordinatore SIS e Direttore Distretto Centro<br />
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