Bilancio sociale 2006

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“ Quali sono le resistenze delle donne nel denunciare chi le ha sottoposte a violenza? Quali metodi si possono adottare per superare tali resistenze? ” e sostenerla quando il suo giudizio è esatto le permetterà di aumentare la fi ducia in se stessa e accrescere la sua autostima. L’autonomia e l’autostima sono due elementi correlati. Più una donna in situazione di violenza riuscirà ad aumentare la sua autostima, più sarà in grado di vivere in maniera indipendente. L’aumento del grado di autonomia le permetterà di fare nuovi passi da sola e rinforzerà implicitamente anche la sua autostima”. Sabrina Di Blasi educatrice professionale team di GEA “Le donne che subiscono violenza spesso si assumono su di loro la responsabilità della violenza, perché nella nostra società vige un sistema di valori che attribuisce alla donna la responsabilità dell’armonia nella coppia e nella famiglia. A ciò va aggiunto l’isolamento sociale della donna soprattutto tra le popolazioni immigrate, perché in questa cultura una separazione da un uomo – e quindi dal suo contesto culturale – è profondamente disapprovata e quindi connessa ad una grande vergogna. Oltre a questo, si tratta comunque dell’uomo che hanno amato e del padre dei loro fi gli; esiste quindi un profondo legame emotivo che spesso è associato a ricordi positivi. Tante donne non vogliono far vivere ai loro fi gli la separazione dal padre o dalla situazione abituale. A ciò si aggiunge una situazione di insicurezza economica, come la dipendenza economica dal partner violento. Ma anche la profonda convinzione di non riuscire da sole nella vita. Una vita autonoma, indipendente, responsabile è per la maggior parte delle donne che hanno subito violenza quasi inimmaginabile e connessa a molta ansia. Gioca un ruolo anche il fatto che il maltrattatore non venga punito dalla legge, o non adeguatamente. E’ molto importante per l’operatrice essere a conoscenza di queste insicurezze e paure delle donne con vissuti di violenza, perché è su questo che si basa l’intervento dell’operatrice. Innanzitutto deve essere chiaro alla vittima che noi operatrici le diamo fi ducia e che le diamo il tempo di raccontare, mostrando comprensione per la sua esperienza e i suoi sentimenti. Nel caso in cui la vittima si senta responsabile (colpevole) del comportamento violento del partner, è necessario farle comprendere che la responsabilità di ciò è sempre del partner. Deve anche essere chiarito alla donna che i bambini hanno un’incredibile capacità di adattamento e quindi non soffrono tanto per la separazione, quanto più per il modo in cui i genitori gestiscono la separazione. Le donne sono anche stimolate da parte nostra a ricordarsi le loro capacità in modo che possano riscoprire le proprie forze a darvi valore. Nel caso in cui la vittima dimostri paure esistenziali e timori di tipo economico, riceve da noi – eventualmente con l’aiuto di un’operatrice di assistenza economica - informazioni circa possibilità di sostegno economico e di esenzione da spese o la si mette in contatto con qualche organizzazione di ricerca lavoro. Per ridurre le insicurezze circa i propri diritti, viene offerta una consulenza giuridica gratuita. Questi sono solo alcuni dei più importanti interventi. Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno comprensione per il fenomeno della violenza sulle donne e sui bambini perché questo è il presupposto per un cambiamento.” Silke Pfitscher, direttrice degli alloggi protetti di Bolzano. 120

i Servizi 2.5 Adulti Fig. 64 - Area Adulti - costi diretti e fonti di finanziamento - 2006 Area Adulti 2006 Euro 2.166.843 10% 3% Area sociopedagogica per adulti Euro 322.944 - 15% 2% 15% Centro ascolto donne Euro 185.465 - 9% 6% 22% 18% 9% Casa delle donne e alloggi protetti Euro 382. 458 - 18% Consultori familiari Euro 493.693- 22% Help for Job Euro 138.696 - 6% Sportello badanti Euro 35.000 - 2% Laboratorio riabil. per alcoldipendenti Euro 209.858 - 10% Servizio “a bassa soglia” per tossicodipendenti Euro 335.332 - 15% Alloggi di passaggio per tossicodipendenti Euro 63.397 - 3% Adulti 2.5 Finanziamento totale da parte della Provincia meno compartecipazione da parte degli utenti negli alloggi di passaggio di Euro 4.434 121

“<br />

Quali sono le resistenze<br />

delle donne nel denunciare<br />

chi le ha sottoposte<br />

a violenza? Quali metodi<br />

si possono adottare per<br />

superare tali resistenze?<br />

”<br />

e sostenerla quando il suo giudizio è esatto le permetterà di aumentare<br />

la fi ducia in se stessa e accrescere la sua autostima. L’autonomia e<br />

l’autostima sono due elementi correlati. Più una donna in situazione di<br />

violenza riuscirà ad aumentare la sua autostima, più sarà in grado di<br />

vivere in maniera indipendente. L’aumento del grado di autonomia le<br />

permetterà di fare nuovi passi da sola e rinforzerà implicitamente anche<br />

la sua autostima”.<br />

Sabrina Di Blasi educatrice professionale team di GEA<br />

“Le donne che subiscono violenza spesso si assumono su di loro la<br />

responsabilità della violenza, perché nella nostra società vige un sistema<br />

di valori che attribuisce alla donna la responsabilità dell’armonia nella<br />

coppia e nella famiglia. A ciò va aggiunto l’isolamento <strong>sociale</strong> della<br />

donna soprattutto tra le popolazioni immigrate, perché in questa cultura<br />

una separazione da un uomo – e quindi dal suo contesto culturale<br />

– è profondamente disapprovata e quindi connessa ad una grande<br />

vergogna. Oltre a questo, si tratta comunque dell’uomo che hanno amato<br />

e del padre dei loro fi gli; esiste quindi un profondo legame emotivo che<br />

spesso è associato a ricordi positivi. Tante donne non vogliono far vivere<br />

ai loro fi gli la separazione dal padre o dalla situazione abituale. A ciò si<br />

aggiunge una situazione di insicurezza economica, come la dipendenza<br />

economica dal partner violento. Ma anche la profonda convinzione di non<br />

riuscire da sole nella vita. Una vita autonoma, indipendente, responsabile<br />

è per la maggior parte delle donne che hanno subito violenza quasi<br />

inimmaginabile e connessa a molta ansia. Gioca un ruolo anche il fatto<br />

che il maltrattatore non venga punito dalla legge, o non adeguatamente.<br />

E’ molto importante per l’operatrice essere a conoscenza di queste<br />

insicurezze e paure delle donne con vissuti di violenza, perché è su<br />

questo che si basa l’intervento dell’operatrice. Innanzitutto deve essere<br />

chiaro alla vittima che noi operatrici le diamo fi ducia e che le diamo il<br />

tempo di raccontare, mostrando comprensione per la sua esperienza e<br />

i suoi sentimenti.<br />

Nel caso in cui la vittima si senta responsabile (colpevole) del<br />

comportamento violento del partner, è necessario farle comprendere che<br />

la responsabilità di ciò è sempre del partner. Deve anche essere chiarito<br />

alla donna che i bambini hanno un’incredibile capacità di adattamento e<br />

quindi non soffrono tanto per la separazione, quanto più per il modo in cui<br />

i genitori gestiscono la separazione. Le donne sono anche stimolate da<br />

parte nostra a ricordarsi le loro capacità in modo che possano riscoprire<br />

le proprie forze a darvi valore. Nel caso in cui la vittima dimostri paure<br />

esistenziali e timori di tipo economico, riceve da noi – eventualmente<br />

con l’aiuto di un’operatrice di assistenza economica - informazioni circa<br />

possibilità di sostegno economico e di esenzione da spese o la si mette<br />

in contatto con qualche organizzazione di ricerca lavoro. Per ridurre le<br />

insicurezze circa i propri diritti, viene offerta una consulenza giuridica<br />

gratuita. Questi sono solo alcuni dei più importanti interventi.<br />

Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno comprensione per il<br />

fenomeno della violenza sulle donne e sui bambini perché questo è il<br />

presupposto per un cambiamento.”<br />

Silke Pfitscher, direttrice degli alloggi protetti di Bolzano.<br />

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