16.11.2014 Views

Gennaio - La Piazza Castel Madama

Gennaio - La Piazza Castel Madama

Gennaio - La Piazza Castel Madama

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Anno 5 - Numero 1 - <strong>Gennaio</strong> 2008<br />

Periodico dell’Associazione Culturale Albatros


Teatro<br />

3<br />

Cose Turche ... a <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

di Alessandra De Santis<br />

<strong>La</strong> frizzante commedia che ha intrattenuto i castellani durante le vacanze natalizie<br />

È stata messa in scena, con ben otto repliche la<br />

commedia in due atti “Cose…Turche” dal gruppo<br />

di recitazione amatoriale “Quelli che continuano”.<br />

Tutte le rappresentazioni si sono svolte presso<br />

il grazioso teatrino comunale che, sebbene piccolo,<br />

ha saputo accogliere i numerosi cittadini<br />

ansiosi di conoscere la nuova produzione artistica<br />

del gruppo castellano e desiderosi di una serata di<br />

svago e spensieratezza.<br />

Sin dall’inizio il divertimento è stato assicurato.<br />

<strong>La</strong> scena fissa non ha impedito il dipanarsi della<br />

trama tra lazzi e battute coinvolgendo il pubblico<br />

nella narrazione con risate e applausi. <strong>La</strong> storia,<br />

ambientata in un casinò d’oltralpe, vede cinque<br />

truffatori e ladri napoletani<br />

alle prese<br />

con una rapina alla<br />

cassaforte della casa<br />

da gioco. Il capo della<br />

banda, ben interpretato<br />

dal giovane<br />

Riccardo Nonni, ha<br />

progettato un macchinoso,<br />

ma ingegnoso<br />

colpo per nulla<br />

compreso dai suoi<br />

compagni che, non<br />

solo ignorano il piano,<br />

ma commettono<br />

errori e leggerezze tanto da generare comici<br />

equivoci ed il parziale fallimento del colpo. Il<br />

direttore del casinò (interpretato dall’attore ormai<br />

navigato Massimo Scardala) anch’egli napoletano,<br />

nonché truffatore, contribuisce al generale<br />

clima di confusione e di equivoco.<br />

Una vera “chicca” è stata la partecipazione di<br />

<strong>La</strong>ura Tatti nei panni di Marta, che ha saputo ben<br />

pennellare un personaggio caricaturale generando<br />

momenti di sana comicità.<br />

Buona la recitazione di tutti gli interpreti anche se<br />

– in qualche caso – l’uso del dialetto napoletano<br />

si è rivelato un po’ forzato. Giusto il ritmo e attenta<br />

la regia sempre curata dall’esperto Di Nardo.<br />

Alla conclusione della<br />

rappresentazione il<br />

regista ha ringraziato<br />

il pubblico e le autorità<br />

presenti, presentando<br />

il programma<br />

dell’associazione per<br />

il 2008.<br />

Questo vedrà<br />

la messa in scena<br />

di una nuova<br />

commedia musicale<br />

con musica e canzoni<br />

dal vivo per la<br />

prossima estate.


4 Società<br />

LE UNIONI CIVILI BOCCIATE<br />

AL COMUNE DI ROMA<br />

E SE PROVASSIMO A CASTEL MADAMA?<br />

a cura di Ivano Moreschini e Carla Santolamazza<br />

Nella seduta del 17 dicembre 2007 il Consiglio del Comune di Roma<br />

boccia il registro delle Unioni Civili facendo naufragare la delibera<br />

di iniziativa popolare. Il PD vota contro la sinistra spaccando la maggioranza<br />

in consiglio e si registra l’assenza del Sindaco Veltroni<br />

Ancora una volta una battaglia per l’affermazione<br />

dei diritti civili e della laicità dello stato si arena di<br />

fronte al mantenimento degli equilibri politici e<br />

all’influenza che la chiesa cattolica esercita in Italia<br />

e ancora di più a Roma. Ricordiamo che nel<br />

febbraio del 2007 il Consiglio dei Ministri vara un<br />

disegno di legge, noto con la sigla DICO, che<br />

significa “Diritti e doveri delle persone stabilmente<br />

COnviventi”, finalizzato al riconoscimento nell’ordinamento<br />

giuridico italiano di taluni diritti e<br />

doveri discendenti dai rapporti di “convivenza”<br />

registrati: sale immediatamente il tono del dibattito,<br />

i mass-media intavolano discussioni infinite,<br />

all’interno della stessa maggioranza di governo si<br />

delineano i vari distinguo, poi tutto tace. Nel frattempo,<br />

mentre l’iter legislativo è in corso, in<br />

molte città e regioni italiane sono approvati registri<br />

delle unioni civili, che per la maggior parte si<br />

rifanno alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione<br />

europea, approvata dal Consiglio d’Europa<br />

e pubblicata sulla Gazzetta europea, il cui articolo<br />

9 recita: “Diritto di sposarsi e di costituire una<br />

“<strong>La</strong> <strong>Piazza</strong>”<br />

Periodico dell’Associazione Culturale Albatros<br />

Vicolo Giustini, n. 10<br />

00024 <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> (Roma) - tel. 0774/449849<br />

Anno 5, n. 1 - <strong>Gennaio</strong> 2008<br />

Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04<br />

Direttore Responsabile: Rino Sciarretta<br />

Capo Redazione: Carla Santolamazza<br />

Redazione: Alessandra De Santis, Fausta Faccenna,<br />

Federico Chicca, Ivano Chicca, Ivano Moreschini,<br />

Ramona Pompili, Roberto Bontempi,<br />

Salvatore De Angelis<br />

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero<br />

Valentina Torella, Gualtiero Todini, Ivo Santolamazza,<br />

Fabio Moreschini, Maria Palma De Grossi, Maria<br />

Vittoria Falcone, Antonietta Marcelli, Amedeo Ciotti<br />

Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355<br />

Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis<br />

Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

Chiuso in redazione il 17/01/2008 - Tiratura 1.500 copie<br />

SOMMARIO<br />

• Cose Turche ... a <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> pag. 3<br />

• Le Unioni Civili » 4<br />

• Referendum » 8<br />

• Artigiani: l’Antico Pasticcione » 10<br />

• Notizie in breve » 14<br />

• A Tullio Piacente » 15<br />

• IX Comunità Montana » 16<br />

• In ... Forma » 19<br />

• Vicovaro » 23<br />

• Tivoli » 27<br />

• Tradizioni popolari » 29<br />

• <strong>La</strong> famiglia Garibaldi a Riofreddo » 30<br />

• Recensione » 32<br />

SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com<br />

E-mail: lapiazzaonline@virgilio.it<br />

LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ<br />

DALLE ORE 18 ALLE 20<br />

• Sport » 34<br />

• Mostra » 36<br />

• Musica » 38<br />

Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli


Società<br />

5<br />

famiglia. Il diritto di sposarsi e il diritto di costituire<br />

una famiglia sono garantiti secondo le leggi<br />

nazionali che ne disciplinano l’esercizio”. Viene<br />

dunque distinto il diritto di sposarsi dal diritto di<br />

costituire una famiglia, e anche se la scelta è<br />

rimessa alle leggi del singolo Stato, è comunque<br />

un riconoscimento molto più laico di quanto previsto<br />

dalla nostra Costituzione, che parla della<br />

famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.<br />

È chiaro che questo non è sufficiente a<br />

superare il dibattito italiano, in cui la Chiesa cattolica<br />

conta ovviamente molto più che in Germania<br />

o in Francia. Però serve a far capire che la famiglia<br />

è un concetto molto articolato, anche nell’Europa<br />

di cui si riempiono la bocca un po’ tutti.<br />

Anche a Roma il comitato promotore, dal 7 marzo<br />

al 7 giugno, raccoglie 10.260 firme per la proposta<br />

di una delibera di iniziativa popolare per l’istituzione<br />

del registro delle Unioni Civili, ma il Consiglio<br />

Comunale di Roma, nella seduta del 17<br />

dicembre, boccia tutte le proposte presenti all’Ordine<br />

del Giorno: la delibera sostitutiva redatta dal<br />

Vicesindaco Maria Pia Garavaglia; due mozioni<br />

da parte del PD; una mozione da parte dell’opposizione<br />

e la delibera di iniziativa popolare presentata<br />

dal Comitato Promotore. <strong>La</strong> seduta si svolge<br />

alla presenza di membri del Comitato Promotore,<br />

di giornalisti e associazioni, tra i banchi sono<br />

segue a pag. 7<br />

PROPONIAMO UNA DELIBERAZIONE CHE POTREBBE<br />

ESSERE APPROVATA DAL CONSIGLIO COMUNALE DI<br />

CASTEL MADAMA CON IL REGOLAMENTO PER LE<br />

UNIONI CIVILI; DI SEGUITO LA DELIBERA.<br />

DELIBERA:<br />

1) di approvare un regolamento comunale per unioni<br />

civili, nel testo allegato al presente atto per<br />

costituirne parte integrante e sostanziale<br />

REGOLAMENTO COMUNALE<br />

DELLE UNIONI CIVILI<br />

Art. 1 Istituzione del registro delle Unioni civili<br />

1. Il Registro è tenuto presso l’Ufficio di Stato Civile.<br />

L’Ufficio provvede alle registrazioni ed alle variazioni<br />

di cui agli articoli seguenti.<br />

2. L’iscrizione a tale registro consente l’accesso ai procedimenti,<br />

ai benefici e alle opportunità amministrative<br />

previste dalla normativa vigente.<br />

3. Il Registro non ha alcuna relazione o interferenza con<br />

i registri anagrafici e di stato civile o alcuna connessione<br />

con l’ordinamento anagrafico o di stato civile.<br />

Art. 2 Requisiti per l’iscrizione al registro<br />

1. L’iscrizione al registro può essere richiesta da due o<br />

più persone maggiorenni, anche dello stesso sesso,<br />

unite da reciproci vincoli affettivi che convivono stabilmente<br />

e si prestano assistenza e solidarietà materiale<br />

e morale, non legate da vincoli di matrimonio,<br />

parentela, affinità, adozione, affiliazione, tutela, curatela<br />

o amministrazione di sostegno, e che hanno<br />

dimora abituale nel Comune di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>.<br />

Art. 3 Documentazione richiesta per l’iscrizione al registro<br />

1. L’ufficio richiede agli interessati la documentazione<br />

(resa in carta libera) atta a comprovare la sussistenza<br />

dei requisiti prescritti e precisamente:<br />

a) domanda presentata congiuntamente dagli interessati;<br />

b) dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà nella<br />

quale, ognuno per proprio conto, dichiari la non sussistenza<br />

dei vincoli di cui al precedente Art. 2.<br />

Art. 4 Cancellazione dal registro<br />

1. L’unione cessa immediatamente tutti i suoi effetti e<br />

produce la cancellazione d’ufficio dal registro:<br />

a) quando venga accertato dall’Ufficio Comunale competente<br />

il venir meno della situazione di coabitazione<br />

o di dimora abituale nel Comune di <strong>Castel</strong><br />

<strong>Madama</strong> o della reciproca assistenza morale e/o<br />

materiale o di una delle condizioni di cui al precedente<br />

Art. 2;<br />

b) dietro richiesta di uno o entrambe le persone interessate<br />

previa verifica da parte dell’ufficio<br />

Comunale competente.<br />

Art. 5 Attestazione dell’iscrizione al registro<br />

1. Per i fini consentiti dalla legge e dalla normativa<br />

comunale l’Ufficio Comunale competente, a richiesta<br />

degli interessati, attesta l’iscrizione nel registro.


Società<br />

7<br />

UNO STRALCIO DELL’INTERVENTO DI VELTRONI SU REPUBBLICA<br />

“A Roma, dove l’altro giorno il Consiglio Comunale non è riuscito ad approvare nessun atto sul tema<br />

delle “Unioni civili”, ad essere sconfitto, vorrei dire a Miriam Mafai, non è stato il Partito democratico,<br />

che anzi, tutto insieme, ha cercato di offrire, attraverso un ordine del giorno coraggioso ed equilibrato,<br />

un terreno di confronto avanzato, serio e rispettoso di tutte le sensibilità. <strong>La</strong> sconfitta è stata<br />

un’altra. Vittima di integralismi e forzature di vario genere è stata la possibilità (reale) di far sì che la<br />

città di Roma chiedesse a voce alta al Parlamento di dare una risposta adeguata e moderna alle aspettative<br />

di tanta parte della società, impegnandosi, dal canto suo, a rafforzare tutti gli strumenti già esistenti<br />

(a legislazione vigente) contro le discriminazioni e per la tutela dei diritti delle persone, con il<br />

criterio della “famiglia anagrafica”. Per questo il gruppo del PD aveva presentato il suo ordine del giorno,<br />

che aveva esattamente lo scopo di non lasciare afasica su questo tema l’Aula Giulio Cesare”.<br />

seduti i deputati Angelo Bonelli e Paolo Cento dei<br />

Verdi; Vladimir Luxuria e Massimiliano Smeriglio<br />

di Rifondazione. Non è presente, invece, il<br />

sindaco Veltroni e il vicesindaco. Il suo staff spiega<br />

che il sindaco è in Abruzzo e che essendo questa<br />

un’iniziativa consiliare, non della giunta, è<br />

normale la sua assenza.<br />

Sulla piazza del Campidoglio si radunano alcune<br />

associazioni (l’UAAR, l’ARCIGAY, i NO VAT,<br />

l’AGEDO), i socialisti, i radicali, gli esponenti<br />

della nuova sinistra per manifestare a sostegno<br />

delle delibere. Non mancano la stampa e le televisioni,<br />

data l’importanza dell’avvenimento. Nell’aula<br />

Giulio Cesare inizia il dibattito molto acceso<br />

e si rischia ad un certo momento la sospensione<br />

della seduta, si susseguono gli interventi e le<br />

dichiarazioni di voto, ma una dopo l’altra vengono<br />

bocciate tutte le proposte, quella redatta da<br />

Maria Pia Garavaglia, che avrebbe dovuto sostituire<br />

quella popolare; due della maggioranza, di<br />

cui una del Sindaco Veltroni finalizzata a rinviare<br />

tutto alle decisioni del governo, una dell’opposizione<br />

ed infine quella di iniziativa popolare.<br />

ALCUNI COMMENTI E CONTESTAZIONI<br />

Vivaci le contestazioni contro la decisione del<br />

consiglio comunale e contro l’assenza del sindaco<br />

Veltroni. “No vatican” hanno scandito alcuni contestatori.<br />

Altri hanno sventolato la bandiera bianca<br />

e gialla della città del Vaticano e gridato slogan<br />

contro il consiglio troppo sensibile alle “ingerenze<br />

d’oltre Tevere”. Associazioni e rappresentanti<br />

della sinistra radicale hanno denunciato nei loro<br />

interventi la gravità della mancata approvazione e<br />

accusato il PD ed il Sindaco Veltroni di non essere<br />

stati capaci di difendere la laicità dello stato ed<br />

i diritti civili.<br />

A <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> cosa accadrebbe se ci fosse una<br />

proposta simile? Noi ne avanziamo una, con tanto<br />

di schema di delibera e regolamento. Lo facciamo<br />

pubblicamente, per sollevare un dibattito in materia.<br />

Ed auspichiamo interventi in merito di cittadini<br />

e consiglieri comunali.


8 Politica<br />

UN ALTRO REFERENDUM<br />

CONTRO LA CLASSE POLITICA?<br />

di Ivano Moreschini<br />

<strong>La</strong> politica italiana è in grande fermento. Nascono<br />

nuovi partiti, come il Partito Democratico, o il<br />

Partito della Libertà, oppure si formano aggregazioni,<br />

come <strong>La</strong> Sinistra-l’Arcobaleno. E tutto questo<br />

accade in un momento in cui la classe politica<br />

è ad un punto molto basso di popolarità presso l’opinione<br />

pubblica. Lo dimostra il numero altissimo<br />

di copie vendute da un libro come “<strong>La</strong> Casta” di<br />

Rizzo e Stella, che descrive fatti e misfatti dei<br />

cosiddetti costi della politica.<br />

Tutta questa agitazione del ceto politico, alimentata<br />

anche dal malumore dell’opinione pubblica,<br />

su cui i mass media soffiano volentieri, è però<br />

legata ad una scadenza che incombe: il referendum<br />

elettorale.<br />

Il 16 gennaio, infatti, la Corte Costituzionale<br />

dovrebbe dare il via libera al referendum sulla<br />

legge 270 del 2005, con la quale abbiamo votato<br />

per le politiche del 2006, e che ha mandato in pensione<br />

(almeno finora) il maggioritario inaugurato<br />

con le elezioni del 1994.<br />

I quesiti referendari li riassumiamo nella scheda a<br />

parte. Ad una prima lettura, sembrerebbero del<br />

tutto condivisibili: alzi la mano chi non è d’accordo<br />

sulla soglia di sbarramento al 4% ovvero<br />

all’8%, a parte i diretti interessati, cioè elettori,<br />

militanti e dirigenti dei partitini.<br />

In realtà però il quesito rende possibile un esito<br />

delle elezioni piuttosto singolare: cioè che il partito<br />

che ottiene più voti beneficia del premio di<br />

maggioranza che con la legge 270 del 2005 spetta<br />

invece alla coalizione. E tutto questo senza che sia<br />

previsto un minimo percentuale per ottenere il<br />

premio: si può essere il partito più grande anche<br />

con il 24%, come è avvenuto nel 2006 con Forza<br />

Italia (l’Ulivo prese il 31%, ma era presente solo<br />

alla Camera).<br />

Questo spiega il perché ci sia tutta questa fretta a<br />

far nascere nuovi partiti “a vocazione maggioritaria”:<br />

per chi prende il maggior numero di voti<br />

come lista singola, la posta in gioco è davvero<br />

alta. Però apre un interrogativo grande sulla<br />

democraticità del risultato che verrebbe fuori<br />

applicando questi criteri: molti commentatori sottolineano<br />

che la legge Acerbo del 1924, che permise<br />

la nascita del regime fascista, prevedeva<br />

almeno una soglia minima di voti al 25% per far<br />

scattare il premio di maggioranza.<br />

Forse il paragone è eccessivo e fuori luogo. Però<br />

rimane l’amarezza di vedere una classe dirigente<br />

che continua a tagliare con l’accetta nodi che invece<br />

richiederebbero pazienza e buona volontà. <strong>La</strong><br />

legge elettorale non è che un modo per coniugare<br />

rappresentanza ed efficienza di governo, attraverso


Politica<br />

9<br />

REFERENDUM ELETTORALE:<br />

I QUESITI<br />

Il 1° e il 2° quesito: premio di maggioranza<br />

alla lista più votata e innalzamento della<br />

soglia di sbarramento Le attuali leggi elettorali<br />

di Camera e Senato, modificate dalla legge<br />

270 del 2005, prevedono un sistema proporzionale<br />

con premio di maggioranza. Tale premio è<br />

attribuito su base nazionale alla Camera dei<br />

Deputati e su base regionale al Senato. Esso è<br />

attribuito alla “singola lista” o alla “coalizione<br />

di liste” che ottiene il maggior numero di voti.<br />

Il fatto che sia consentito alle liste di coalizzarsi<br />

per ottenere il premio ha fatto sì che, alle<br />

ultime elezioni, si siano formate due grandi<br />

coalizioni composte di numerosi partiti al proprio<br />

interno. Il 1° ed il 2° quesito (valevoli<br />

rispettivamente per la Camera dei Deputati e<br />

per il Senato) si propongono l’abrogazione del<br />

collegamento tra liste e della possibilità di<br />

attribuire il premio di maggioranza alle<br />

coalizioni di liste.<br />

In caso di esito positivo del referendum, la<br />

conseguenza è che il premio di maggioranza<br />

viene attribuito alla lista singola, e cioè al<br />

partito che ottiene più voti (e non più alla<br />

coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior<br />

numero di seggi.<br />

Un secondo effetto del referendum è il seguente:<br />

abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero<br />

anche innalzate le soglie di sbarramento.<br />

Per ottenere rappresentanza parlamentare, cioè,<br />

le liste debbono comunque raggiungere un consenso<br />

del 4 % alla Camera e 8 % al Senato.<br />

Il 3° quesito: abrogazione delle candidature<br />

multiple<br />

Un terzo quesito referendario colpisce un altro<br />

aspetto della legge 270 del 2005. Oggi la possibilità<br />

di candidature in più circoscrizioni dà un<br />

enorme potere al candidato eletto in più luoghi<br />

(il “plurieletto”). Questi, optando per uno dei<br />

vari seggi ottenuti, permette che i primi dei<br />

candidati “non eletti” della propria lista in<br />

quella circoscrizione gli subentrino nel seggio<br />

al quale rinunzia.<br />

AGENDA<br />

16 gennaio: <strong>La</strong> Corte Costituzionale si riunisce<br />

in camera di consiglio sulla ammissibilità dei<br />

quesiti referendari.<br />

Nel caso in cui i quesiti referendari vengano<br />

dichiarati ammissibili la votazione avverrà una<br />

domenica fra domenica 20 aprile e domenica<br />

15 giugno: Testo tratto, con modifiche, dal sito<br />

del comitato promotore<br />

www.referendumelettorale.org<br />

delle formule tecniche. Certo non è un gioco a<br />

somma zero: con qualsiasi ipotesi, sia esso sistema<br />

tedesco, spagnolo, francese, e chi più ne ha più ne<br />

metta, c’è sempre il partito che ci guadagna e quello<br />

che ci rimette. E quindi non si fa nulla. Ma il<br />

pericolo è proprio questo: che la gente vada a votare<br />

non per questo o quel sistema elettorale, ma contro<br />

una classe politica giudicata inadeguata a cambiare.<br />

Però è un film che abbiamo già visto più<br />

volte: e sappiamo anche come va a finire.<br />

Quale è la soluzione? Non è facile dirlo. Però<br />

l’impressione è che questi referendum siano<br />

ormai dei periodici lavacri, da dove ognuno di noi<br />

esce più bianco. Salvo poi rendersi conto che le<br />

soluzioni dei problemi che ci affliggono (evasione<br />

fiscale, prezzi alle stelle, poco lavoro, differenze<br />

nord-sud, sanità che non funziona, monnezza a<br />

Napoli e mille altri) sono note: però non si applicano.<br />

Possibile sia solo colpa della classe politica?


10 Mestieri<br />

Artigiani: l’Antico Pasticcione<br />

intervista di Ramona Pompili<br />

Come mai hai pensato di aprire un forno<br />

pasticceria?<br />

Sinceramente non posso dire che ho avuto<br />

questa passione sin da bambino, bensì è<br />

stato un amore cresciuto pian piano. Ho iniziato<br />

quasi per scherzo, tentando di riprodurre<br />

in casa soltanto alcuni tipi di biscotti,<br />

rubando le ricette di mia madre. In seguito,<br />

acquisita una certa esperienza, ho visto che<br />

riuscivo ad ottenere ottimi risultati e ho<br />

pensato ad un progetto ambizioso: aprire un<br />

vero e proprio laboratorio coinvolgendo<br />

delle professioniste del settore, alcune<br />

signore di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> che, con antiche<br />

ricette tramandate dalle loro nonne, hanno<br />

reso possibile il mio sogno. Creare dei deliziosi<br />

dolci tipici in un contesto produttivo<br />

più vasto. <strong>La</strong> mia accuratezza nel realizzare<br />

questi prodotti dolciari è quella di far<br />

riemergere la manualità di un tempo, con la<br />

base di prodotti per gli impasti semplici e<br />

privi di conservanti, contro una tendenza<br />

delle produzioni attuali basate sulla meccanizzazione.<br />

Il risultato sono dei dolci belli a<br />

vedersi, ma privi di sostanza.<br />

Hai frequentato dei corsi di specializzazione,<br />

vista l’ottima qualità dei tuoi dolci e la<br />

passione nel realizzarli?<br />

Come ti dicevo, non ho avuta nessuna precedente<br />

esperienza, anzi, sono partito da zero.<br />

Le mie maestre sono state le mamme e le<br />

nonne di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>. In particolar modo<br />

va un ringraziamento speciale a mia madre e<br />

alla signora Caterina, che mi hanno insegnato<br />

i segreti del vero dolce casereccio.<br />

Quali sono le specialità più apprezzate?<br />

Non so dire quale è il prodotto più richiesto.<br />

Sicuramente alcuni sono più apprezzati di<br />

altri, ma ognuno di loro trova il suo cliente<br />

affezionato.<br />

Come è composta la clientela del tuo negozio?<br />

Fortunatamente la mia clientela è composta<br />

da tutte le fasce di età. Questo sicura-


Mestieri<br />

11<br />

RICETTA DELLE CIAMBELLINE AL VINO<br />

Ingredienti<br />

Farina – vino bianco – olio di oliva – zucchero – lievito in polvere<br />

Dosi:<br />

1 litro di vino bianco – 0,7 di olio – gr. 800 di zucchero<br />

gr. 20 di lievito – farina QB<br />

Procedimento: amalgamare con cura tutti i prodotti in un’unica massa.<br />

Dividere l’impasto in medi tronchetti tondeggianti,<br />

per poi unirli ottenendo la forma della ciambella come nella foto sopra indicata.<br />

Adagiare della carta forno nel contenitore rettangolare dove verranno collocate per la cottura.<br />

Mettere nel forno caldo a media temperatura<br />

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?<br />

Nei progetti futuri c’è sicuramente l’intenzione<br />

di ampliare la produzione.<br />

Far degustare i nostri svariati prodotti in<br />

altre regioni, e chissà con un interscambio di<br />

tipicità locali, dare la possibilità a tanti di<br />

degustare le sane<br />

Una curiosità … perché il nome “Antico<br />

Pasticcione”?<br />

mente è dovuto anche alla genuinità dei<br />

nostri dolci. I più piccoli preferiscono i prodotti<br />

a base di cioccolata, le persone adulte<br />

scelgono tra la vasta gamma quelli con la<br />

frutta secca. Sono molto contento di vedere<br />

che i giovani si sono avvicinati ai prodotti<br />

tipici degustando sia quelli più semplici che<br />

i più complessi come le nostre famose<br />

“meringhe”.<br />

<strong>La</strong> risposta è data dal fatto che io non ho la<br />

presunzione di essere un vero “Pasticciere “,<br />

ma quella di un ragazzo che pasticciando in<br />

casa ha voluto riprendere le antiche ricette<br />

per riportare il sapore di un tempo.


Il circolo del cinema<br />

LO STATO DELLE COSE<br />

<strong>Piazza</strong> Europa Unita, 1 - Mandela (Roma)<br />

mail@lostatodellecose.it<br />

PROGRAMMAZIONE DI FEBBRAIO<br />

01 - GUIDA PER RICONOSCERE I<br />

TUOI SANTI<br />

di Dito Montiel con Robert Downey Jr.<br />

e Shia <strong>La</strong>Bouf<br />

08 - THE PRESTIGE<br />

di Christopher Nolan con Hugh Jackman<br />

e Christian Bale<br />

15 - THE GOOD SHEPHERD<br />

di Robert De Niro con Matt Damon<br />

e Angelina Jolie<br />

22 - LA VIE EN ROSE<br />

di Olivier Dahan con Mario Cotillard<br />

e Gérard Depardieu<br />

29 - MARIE ANTOINETTE<br />

di Sofia Coppola con Kirsten Dunst<br />

e Jason Schwartzman


14<br />

NOTIZIE BREVI<br />

“QUELLI CHE CI HANNO PRECEDUTO”<br />

di Vincenzo Liberati<br />

Sabato 19 gennaio,<br />

nell’Aula Consiliare<br />

del Comune è stato<br />

presentato il nuovo<br />

libro del sacerdote<br />

francescano Vincenzo<br />

Liberati dal titolo<br />

“Quelli che ci hanno<br />

preceduto”. È un<br />

libro di ricordi che<br />

raccoglie testimonianze<br />

e notizie sulla<br />

vita e l’operato di tre<br />

vescovi francescani<br />

nati e cresciuti a<br />

<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> tra la fine dell’800 e la prima<br />

metà del ’900, Giacomo Alessandro Ghezzi e<br />

Antonio Maria Testa, l’Arcivescovo Francesco<br />

Sebastiano Pifferi e il sacerdote Ermenegildo<br />

Ghezzi. Per Vincenzo Liberati, nato nel 1925 a<br />

<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, questo è il terzo libro pubblicato.<br />

Sono intervenuti alla presentazione l’Assessore<br />

alla Cultura,Armando Pistoia; il Sindaco di <strong>Castel</strong><br />

<strong>Madama</strong>, Giuseppe Salinetti; il Ministro Provinciale<br />

dei Minori del <strong>La</strong>zio, Padre Mario Porcelli; il<br />

Vicario Provinciale, Padre Luciano De Giusti e<br />

l’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune<br />

di Tivoli,Alessandro Moreschini.<br />

GRUPPO DONATORI DI<br />

SANGUE CASTEL MADAMA<br />

Domenica 6 gennaio 2008, presso la Scuola<br />

Media si è effettuata la 31 a Donazione di<br />

Sangue in collaborazione con un equipe di<br />

medici dell’Ospedale Bambino Gesù di<br />

Roma.<br />

Sono state prelevate 67 sacche di sangue, si<br />

ringraziano i donatori per la loro disponibilità<br />

anche per la particolarità della giornata,<br />

l’appuntamento è per il 1° Giugno 2008.<br />

Cesare<br />

Borgese<br />

CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI<br />

Comune: 0774-45001<br />

Pro-Loco: 0774-449500<br />

Carabinieri: 0774-447002<br />

Vigili Urbani: 0774-447305<br />

Ospedale Tivoli: 0774-335086<br />

Farmacia: 0774-447001<br />

Vigili del Fuoco: 115<br />

Servizio Guardia Medica: 118<br />

Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938<br />

Protezione Civile: 0774-4500243<br />

Biblioteca Comunale: 0774-4500209<br />

U.S.L. RM/G - Tivoli<br />

Prenotazioni 800986868<br />

Angelina<br />

Santolamazza<br />

Amabili<br />

50° ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO<br />

Questo è il minimo per ringraziarvi<br />

di tutto quello che avete fatto per noi.<br />

Vi vogliamo un mondo di bene<br />

Michelangelo, Luigia e Franca


Ricordi<br />

15<br />

A TULLIO PIACENTE<br />

di Maria Palma De Grossi, Maria Vittoria Falcone e Antonietta Marcelli<br />

È questo un momento di dolore per la<br />

scomparsa di Tullio Piacente: un<br />

uomo che ha fornito un inestimabile<br />

apporto culturale alla Città di Tivoli e<br />

al Territorio, coltivando interessi e<br />

impegnandosi in attività molteplici,<br />

soprattutto attuando una quotidiana<br />

azione educatrice nei confronti dei<br />

giovani in qualità di Preside del Liceo<br />

Spallanzani di Tivoli da lui fortemente<br />

voluto e innalzato a livelli pregevoli.<br />

In questo momento ci piace rendergli<br />

omaggio in una maniera che lui<br />

avrebbe sicuramente apprezzato,<br />

con la nostalgia e l’affetto di vecchi<br />

alunni che da lui hanno molto appreso<br />

e che in buona misura gli sono<br />

debitori del proprio percorso di vita.<br />

Una lettera ci sembra il mezzo più semplice e affettuoso,<br />

una lettera idealmente firmata da quanti si riconoscono<br />

e si identificano in noi che scriviamo.<br />

Caro Professore,<br />

Cominciamo da quando non eri ancora divenuto Preside<br />

e per noi eri solo ed esclusivamente il nostro insegnante<br />

di Italiano e <strong>La</strong>tino: un insegnante moderno,<br />

aperto alle innovazioni, capace di anticipare un ’68<br />

ancora da venire o di viverlo con noi (apparteniamo, è<br />

evidente, a varie stagioni di vita, anche se siamo legate<br />

da un invisibile filo comune), rapportandoti con noi<br />

alunni in modo disinvolto e amichevole, conservando<br />

pur sempre l’autorevolezza dell’educatore. <strong>La</strong> tua arma<br />

vincente, e per così dire seduttiva, era il tuo sorriso<br />

Gita nella Villa di Orazio a Licenza<br />

Visita alla Villa di Adriano<br />

comunicativo, era la tua comprensione<br />

attenta, era la tua partecipazione<br />

sollecita… e poi la tua incommensurabile<br />

cultura: sapevi spiegare<br />

qualsiasi argomento in modo chiaro<br />

e approfondito, spaziando tra le<br />

discipline e trovando sempre una<br />

risposta convincente e corretta sia<br />

che si trattasse di contenuti critici e<br />

filologici ma anche storici e filosofici,<br />

scientifici, sociologici, culturali in<br />

senso lato. <strong>La</strong> letteratura contemporanea<br />

ti avvinceva e tu ce ne trasmettesti<br />

la passione inducendoci a leggere<br />

anche romanzi appena editi, cosa<br />

che facevamo volentieri salvo poi<br />

quella di doverci sobbarcare la fatica<br />

delle relazioni. Il cinema restava poi<br />

sempre la tua musa segreta e tu ce ne insegnasti una lettura<br />

che non era mera visione dello spettacolo, ma capacità<br />

di individuare messaggi e tecniche.<br />

E il teatro? Era il nostro ”sabato pomeriggio”: “Il berretto<br />

a sonagli”, “Così è se vi pare”, “Senilità”, “L’uomo dal<br />

fiore in bocca”…. Che emozione!<br />

<strong>La</strong> cultura non più fatto libresco ma sperimentazione e<br />

vita. Ci torna in mente il giorno in cui ci recammo nella<br />

Villa di Orazio a Licenza per declamare sul posto l’ode<br />

“Alla fonte Bandusia” apprezzandone la pregevolezza.<br />

E poi le feste! Eri sempre uno dei nostri!<br />

Conserviamo tante foto in cui sono fissati i ricordi<br />

memorabili.<br />

Passavano gli anni e molti di noi avevano brillantemente<br />

concluso il proprio percorso di studi.<br />

Divenisti Preside (allora non si diceva ancora Dirigente)<br />

ed eccoci di nuovo insieme.Ti stavi dedicando anima e<br />

corpo a questo Liceo Spallanzani, che è nato a tutti gli<br />

effetti come una tua creatura, e volevi attorno a te molti<br />

dei tuoi ex alunni, questa volta nella veste di insegnanti.<br />

Nel frattempo erano nati e crescevano i nostri figli e<br />

molti di loro avevano già incominciato a frequentare<br />

questa scuola. Anche loro ti sono debitori delle strade<br />

intraprese e percorse, anche per loro sei stato Maestro<br />

paziente e generoso, li hai consigliati, spronati e sostenuti,<br />

trovando il momento giusto per la parola opportuna.<br />

VA BENE…. Le cose da dire sarebbero ancora molte,<br />

VERO, ma è il momento dei saluti.<br />

Risentiamo ancora la tua voce e il tuo tipico intercalare<br />

(sopra evidenziato, come hai ben capito).<br />

Sarai sempre nei nostri cuori. Ciao, Professore.


16 Comunità Montana<br />

IX COMUNITÀ MONTANA<br />

a cura di Fausta Faccenna<br />

RIORDINO DELLE COMUNITÀ MONTANE<br />

<strong>La</strong> Legge finanziaria per il 2008 ha attribuito alle<br />

Regioni il compito di provvedere con proprie leggi<br />

ed entro il termine improrogabile del 30.06.2008 al<br />

riordino delle discipline delle Comunità Montane,<br />

in modo da ridurre la spesa corrente per il funzionamento<br />

delle Comunità Montane stesse per un<br />

importo pari almeno ad un terzo del fondo ordinario<br />

assegnato per l’anno 2007 all’insieme delle<br />

C.M. presenti nella regione. <strong>La</strong> Legge prevede<br />

anche che, in caso di mancata adozione da parte<br />

della Regione del riordino nei termini stabiliti verrebbero<br />

automaticamente soppresse tutte quelle<br />

comunità montane nelle quali più della metà dei<br />

comuni non sono situati per l’80 per cento della<br />

loro superficie al di sopra dei 500 metri di altitudine<br />

sopra il livello del mare e nei quali il dislivello<br />

tra la quota altimetrica inferiore e la superiore non<br />

è minore di 500 metri.<br />

Per questo il presidente Vittorio Mancini ha ritenuto<br />

di fondamentale importanza promuovere un confronto<br />

con i Sindaci dei Comuni appartenenti alla<br />

IX e X Comunità Montana del <strong>La</strong>zio e con il Presidente<br />

della X Comunità Montana. L’intento è quello<br />

di promuovere iniziative unitarie, per avviare un<br />

proficuo incontro tra i Comuni interessati e la<br />

Regione <strong>La</strong>zio, soprattutto all’interno del Consiglio<br />

delle Autonomie Locali ( CAL), per meglio tutelare<br />

il territorio in ordine ad eventuali esclusioni di<br />

Comuni che comporterebbero inevitabilmente una<br />

lacerazione dei rapporti socio-economici ed istituzionali<br />

ormai consolidati ed un ulteriore impoverimento<br />

dei nostri territori montani.<br />

UN ANNO DI ESCURSIONI SUI MONTI PRENESTINI<br />

15 ITINERARI DA SCOPRIRE<br />

Per far meglio conoscere ed apprezzare il valore degli ambienti prenestini,<br />

l’Associazione naturalistica “Orchidea” ha realizzato un programma di<br />

sviluppo turistico ambientale per l’anno 2008 attraverso 15 itinerari sui<br />

Monti Prenestini, per la cui realizzazione è stato chiesto il patrocinio dei<br />

Comuni di: Genazzano, San Vito Romano, Cave, Capranica<br />

Prenestina, Poli, San Gregorio Da Sassola, <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, Tivoli, Casape, Gallicano nel <strong>La</strong>zio.<br />

Calendario degli appuntamenti per i percorsi escursionistici che coincidono con le principali manifestazioni<br />

che si svolgono nei paesi predestini:<br />

PERCORSO<br />

20 <strong>Gennaio</strong> Festa di S. Antonio Abate Da Palestrina a Capranica Prenestina, lungo i sentieri di<br />

Pierluigi da Palestrina<br />

03 Febbraio Festa di S. Biagio Da S. Vito Romano a Capranica Prenestina, lungo il sentiero<br />

naturalistico del Fosso Ormoni<br />

27 Aprile Festa di S. Marco Da Genazzano per la Fossa Ampilla<br />

11 Maggio Festa di San Clemente Da Cave a C.S. Pietro Romano, per la valle delle Cannuccete<br />

25 Maggio I Sentieri della Storia Da Ciciliano a Guadagnalo, lungo le antiche vie degli<br />

Equi


Comunità Montana<br />

17<br />

14 e 15 Giugno I Sentieri della Storia Trekking “Sulle orme di Adriano da Preneste a Tibur”<br />

06 Luglio L’Infiorata di Genazzano Il monumento naturale “<strong>La</strong> Selva”<br />

10 Agosto Sagra dei ciammaruchigli Da Capranica Prenestina a Guadagnalo, sul percorso di<br />

cresta<br />

24 Agosto Festa di San Giacomo <strong>La</strong> grande traversata del versante nord da <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

a Ciciliano<br />

31 Agosto Festa di S. Egidio Da Genazzano a Rocca di Cave, lungo l’antico sentiero<br />

per la montagna<br />

28 Settembre Festa di S. Eustachio Da Poli al sito di interesse comunitario di Monte Guadagnalo<br />

12 Ottobre Festa di S. Francesco Da S. Vito Romano all’Eremo di San Francesco<br />

30 Ottobre Sagra della castagna Da Cave a Rocca di Cave per il versante sud - per la festa<br />

finale<br />

23 Novembre Sagra della mosciarella da Genazzano a Capranica Prenestina<br />

Per Informazioni e prenotazioni: tel.-cell. 333/1844979<br />

Sito web www.orchis.it<br />

FINANZIAMENTI A ENTI E ASSOCIAZIONI<br />

L’assessore alla Cultura, Giovanni Fabiani, per una corretta<br />

informazione ai cittadini, intende spiegare come<br />

vengono concessi dalla Comunità Montana i contributi<br />

ad Enti e Associazioni che ne facciano richiesta:<br />

– Il Presidente della IX Comunità Montana ha avuto<br />

stanziati per l’anno 2007, su capitolo di bilancio, complessivi<br />

17.000 Euro per la concessione di contributi a<br />

Enti e Associazioni dei 18 Comuni del comprensorio;<br />

finanziamenti concessi dal Presidente stesso, previo<br />

esame delle richieste presentate.<br />

Per l’anno 2007 questi contributi sono stati attribuiti<br />

nei mesi di Novembre e Dicembre; per <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

sono stati assegnati complessivi 2.800 Euro per più<br />

associazioni.<br />

Va precisato che le richieste di concessione di contributo<br />

erano di molto superiori alle disponibilità di bilancio<br />

e pertanto alcune di esse non sono state, purtroppo,<br />

soddisfatte.<br />

Infiorata di Genazzano<br />

IX COMUNITÀ MONTANA<br />

Sede: Via Acquaregna n. 90 - Tivoli<br />

tel. 0774-314712-3 - fax 0774-330915<br />

www.comunitamontanativoli.org


Scuola<br />

19


20 Scuola


Scuola<br />

21


22 Scuola


Vicovaro<br />

23<br />

VIII PREMIO ARTE<br />

MARCANTONIO SABELLICO<br />

di Roberto Bontempi<br />

Ecco i vincitori<br />

Domenica 6 gennaio, presso la ex chiesa di Santa<br />

Maria delle Grazie, è andata in archivio anche<br />

l’ottava edizione del Premio Arte Marcantonio<br />

Sbellico, concorso di poesia e pittura finanziato<br />

dalla Regione <strong>La</strong>zio e con il patrocinio, tra gli<br />

altri, della città di Venezia e della Biblioteca marciana.<br />

Abbiamo già parlato delle difficoltà economiche<br />

di questa edizione che, nonostante tutto,<br />

grazie alla volontà dell’assessore Coccia e alla<br />

collaborazione di Alessandra Zibellini, si è conclusa<br />

nel segno della continuità in attesa di tempi<br />

migliori.<br />

Sabato 22 dicembre, giorno dell’inaugurazione<br />

della mostra, è stato presentato anche il catalogo<br />

del Premio Arte relativo alle edizioni 2005 e 2006,<br />

attraverso il quale è possibile rivivere un po’ dei<br />

momenti più significativi delle ultime due edizioni<br />

grazie alle immagini delle iniziative e alle opere<br />

partecipanti, e l’opuscolo “Vicovaro: la storia, i<br />

personaggi, i luoghi”, una sorta di Vicovaro in pillole<br />

curato da Alberto Crielesi. Sono inoltre stati<br />

ristampati i volumi “Da Vicovaro a Venezia” e “Le<br />

poesie del Sabellico” di Giovanni Rita e “Marcantonio<br />

Sabellico giovani” curato da Gianni Boattini<br />

e Margherita Dante. All’ultimo momento è stato<br />

organizzato anche un delizioso concerto per flauto<br />

e chitarra di Massimo Lupi e Fabio De Portu.<br />

Sabato 5 gennaio<br />

è stato organizzato<br />

un incontro<br />

con la poesia di<br />

Anselmo Testi,<br />

validissimo<br />

poeta castellano<br />

vincitore della<br />

sezione poesia del Premio Arte Sabellico dello<br />

scorso anno. <strong>La</strong> voce recitante è stata quella di<br />

Alessandra Zibellini.<br />

<strong>La</strong> domenica dell’epifania è stata dedicata alle<br />

premiazioni delle due sezioni in gara: poesia e<br />

pittura. Otto i poeti partecipanti, dieci i pittori.<br />

Nella sezione pittura ha vinto il primo premio<br />

Rossana Jaccheo; secondo posto per Pietro Esposito;<br />

terza piazza per Massimo Baffoni. Nella<br />

sezione poesia il primo premio se lo è aggiudicato<br />

(ebbene si) l’autore di questo articolo con una<br />

poesia dal titolo “Di notte parla, il mare”. Al<br />

secondo posto si è piazzata Anna Santarelli con<br />

“Umanesimo”. Terzo posto per Piero Bonanni<br />

autore de “<strong>La</strong> civetta”.<br />

<strong>La</strong> serata si è conclusa con un gustosissimo concerto<br />

di musica medievale e rinascimentale tenuto<br />

da Carlo Gizzi e i Nova carmina che ha posto fine<br />

alla ottava edizione del Premio Arte, in attesa di<br />

una spumeggiante nona…


24 Vicovaro<br />

INTERVISTA AL SINDACO THOMAS<br />

di Roberto Bontempi<br />

“Raccolta differenziata e gran parte del centro sportivo pronti nel 2008”<br />

“<strong>La</strong> difficoltà più grande di questi anni? Tenere unita la coalizione”<br />

Il giorno dell’Epifania abbiamo avvicinato il<br />

primo cittadino di Vicovaro, Thomas, e raccolto<br />

una lunga intervista di inizio anno in cui il sindaco<br />

spazia dal campo sportivo, alla scuola,<br />

all’immigrazione, ad un bilancio di questi otto<br />

anni di amministrazione…<br />

Allora sindaco, iniziamo da una questione<br />

annosa: i lavori del campo sportivo. C’è un<br />

ritardo che lei stesso definisce “colossale” e i<br />

cittadini vogliono capire di chi è la colpa, quali<br />

problemi ci sono, e se non sia davvero possibile<br />

realizzare un lavoro rispettando i tempi.<br />

Prima faccio un discorso generale. Quando si<br />

intraprende un lavoro pubblico perché arriva un<br />

finanziamento accade sempre che i tempi del suo<br />

stanziamento, i costi a cui il finanziamento è sottoposto<br />

in termini di professionisti, ecc, il ritardo<br />

con cui il finanziamento stesso realmente giunge a<br />

destinazione fanno si che, per esempio, quando<br />

viene stanziato 100, in realtà arriva 30-40, e parliamo,<br />

ovviamente, di opere trasparenti.<br />

Nel caso specifico, con il centro sportivo si è<br />

voluta fare un’opera grande senza accontentarsi<br />

di piccoli rifacimenti parziali partendo da un vecchio<br />

finanziamento risalente addirittura al 1990<br />

per la sistemazione di strutture già esistenti (e che<br />

ci ha dunque impedito di realizzare una struttura<br />

in altra sede). Lungo il percorso abbiamo avuto<br />

difficoltà con le ditte che si sono succedute, lentezze<br />

con la Regione, con il tecnico responsabile<br />

del progetto… ci siamo trovati in ritardo con<br />

tutto, abbiamo dovuto fare delle cause… Per cui<br />

io come sindaco ho delle grandi responsabilità<br />

per non essere riuscito a finire nei tempi previsti<br />

quest’opera, ma, senza giustificarmi, esistono<br />

alcune difficoltà “burocratiche” davvero insormontabili.<br />

Io auguro a me stesso e alla cittadinanza<br />

che nel più breve tempo possibile, nel giro di<br />

un anno, la gran parte dei lavori vengano completati<br />

dal momento che ormai gli ostacoli burocratici<br />

sono risolti.<br />

Il problema dei rifiuti è d’attualità visto anche<br />

quello che succede a Napoli. È dal gennaio 2006<br />

che a Vicovaro si parla della raccolta differenziata<br />

porta a porta. Può fare un po’ di chiarezza<br />

su questo argomento?<br />

<strong>La</strong> raccolta differenziata è l’unica risposta al<br />

grave problema dell’immondizia, di questo sono<br />

convinto. Abbiamo fatto un investimento, forse<br />

prematuro per la capacità organizzativa di una<br />

grossa società esperta come l’AMA servizi: siamo<br />

il terzo comune del <strong>La</strong>zio. Il grosso problema,<br />

però, è stato che l’isola ecologica, il luogo dove<br />

deve essere radunato il rifiuto differenziato raccolto,<br />

non era ancora pronta. Il completamento<br />

dovrebbe certamente avvenire nel corso di questo<br />

anno anche perché c’è stato un grosso aiuto da<br />

parte della Comunità Montana grazie a fondi<br />

europei. Nell’ambito del 2008, se non ci sono altri<br />

inconvenienti, la raccolta differenziata dovrà iniziare<br />

inequivocabilmente, non c’è altra soluzione.<br />

Oltre all’aspetto organizzativo però, che spetta<br />

all’Unione dei Comuni e alle istituzioni, il problema<br />

dei rifiuti rientra anche nel rispetto che ogni<br />

singolo cittadino ha nei confronti del proprio<br />

paese. Questo non toglie ovviamente le responsabilità<br />

delle istituzioni: ci siamo attivati in tal senso<br />

e la raccolta differenziata porterà il nostro Comune<br />

ad essere una punta di diamante in tutto il<br />

<strong>La</strong>zio. Sono sicuro che ci arriviamo.<br />

<strong>La</strong> sistemazione della scuola elementare. Anche<br />

lì ritardi nella consegna dei lavori ma comunque<br />

ora tutto si è risolto. So che c’è un altro<br />

finanziamento…<br />

Si, un terzo finanziamento che arriverà in cassa<br />

nel giro di un anno, prevede lavori solo all’interno:<br />

impianti elettrici, riscaldamento, finestre,<br />

illuminazione, ecc. Contiamo di terminare i lavori<br />

in pochi mesi dal momento in cui arriveranno i<br />

soldi. Tutto sommato, comunque per un lavoro<br />

pubblico, siamo stati nei tempi… Credo che il<br />

problema principale della scuola, oltre a quello<br />

dell’estetica, sia costruire un rapporto positivo<br />

con i genitori per dare ai nostri figli un’educazio-


Vicovaro<br />

25<br />

Vivo questo incarico con molta apprensione,<br />

seguendo tutto, in modo coinvolgente e con molta<br />

onestà. Ringrazio i vicovaresi che hanno capito<br />

questo e non hanno mai preteso niente da me in<br />

termini di favoritismi. Spero di non averli troppo<br />

delusi. <strong>La</strong> più grossa difficoltà che ho incontrata,<br />

per un non politico come me, è stata tenere l’equilibrio<br />

tra le varie forze politiche che compongono<br />

la mia coalizione.<br />

ne e un istruzione all’altezza dei tempi… Scuola<br />

e famiglie devono essere unite nella lotta, ad<br />

esempio, alla droga, il cui consumo è in continuo<br />

aumento, senza chiudere gli occhi di fronte a questi<br />

problemi.<br />

Lei è sindaco di Vicovaro da quasi otto anni e<br />

conosce bene i vicovaresi anche per il suo lavoro<br />

di medico di base. Ci dica un pregio e un<br />

difetto dei suoi cittadini e faccia un piccolo<br />

bilancio della sua attività.<br />

Un difetto grande è l’incapacità di una vita collettiva<br />

a fronte, ed è il pregio, di una capacità umana<br />

e individuale molto spiccata. Certo il degrado,<br />

qualche atto vandalico avvilisce… però il problema<br />

può risolversi. Un’altra contraddizione curiosa<br />

riguarda la questione immigrazione: tutti affittano<br />

case agli immigrati romeni, spesso con costi<br />

eccessivi, poi molti si lamentano della presenza di<br />

tanti cittadini romeni. In tal senso inoltre la scuola<br />

è incapace di creare solidarietà e integrazione.<br />

Un’incapacità che mi sembra, e lo dico con affetto,<br />

riguardi anche la chiesa locale che non riesce<br />

ad intervenire positivamente su questo problema.<br />

Il fatto che persone che professano una religione<br />

diversa non hanno un punto di ritrovo si ripercuote<br />

su noi stessi: loro rimangono compressi ed isolati<br />

e questo ci viene contro. Faccio un esempio: la<br />

popolazione vicovarese si è stabilizzata sui 4000<br />

abitanti. I figli che nascono sono soprattutto romeni.<br />

Nel giro di trent’anni saranno alla pari: cosa ci<br />

potranno restituire se non siamo stati capaci di<br />

creare una coesistenza positiva?<br />

Per quanto riguarda un bilancio sull’esperienza da<br />

sindaco, dico che è stata educativa dal punto di<br />

vista umano e diversa da quella di medico di base.<br />

Ultimi obiettivi da realizzare prima che scada il<br />

mandato?<br />

Un obiettivo è il miglioramento della viabilità: c’è<br />

già un progetto che riguarda via santa Maria e la<br />

nuova uscita sulla Tiburtina. Poi il rifacimento di<br />

via Roma. Stiamo cercando di fare tutte le strade<br />

con un unico appalto per evitare problemi. È chiaro,<br />

però, che una viabilità interna migliore comporta<br />

anche più rischi per gli incidenti che, per<br />

ora, non sono un problema che abbiamo dovuto<br />

affrontare...<br />

Nel 2009 scadrà il suo ultimo mandato. Che farà<br />

Thomas: resterà nella politica vicovarese o tenterà<br />

un “salto” in organismi sovra-comunali?<br />

Non ho lo spirito del politico. Senza imporre, se<br />

potrò mettere a disposizione la mia esperienza lo<br />

farò volentieri convinto che il rispetto per i cittadini<br />

è la cosa più importante. Per il resto se il PD<br />

diventerà davvero una cosa diversa potrebbe<br />

anche affascinarmi e metterò il mio tempo a<br />

disposizione con molto piacere, se invece il PD<br />

diventerà solo uno dei tanti partiti non credo di<br />

avere le capacità né l’interesse di mettermi in<br />

discussione da “politico”.<br />

Ci sono già possibili successori per il centrosinistra<br />

vicovarese?<br />

Io ce li ho in mente ma non li dirò per tenere la<br />

coalizione unita, ma sono sicuro che ci sono<br />

molte forze nei giovani e la capacità di assumersi<br />

la responsabilità dell’amministrazione. I giovani<br />

politici oggi sono molto preparati e possono<br />

farlo. Ci vuole sacrificio e onestà, e la capacità di<br />

prendere soluzioni senza coinvolgimenti precostituiti<br />

ma con una testa libera. […] Comunque<br />

l’esperienza negativa dell’amministrazione Crosta,<br />

non per ragioni politiche ma per l’assenza di<br />

un sindaco che non vive in paese, è un’esperienza<br />

da non ripetere più. Meglio una persona apparentemente<br />

meno qualificata ma che vive i problemi<br />

piuttosto che un genio che si cala a<br />

intervallo nella nostra realtà.


26 Mandela<br />

L’EUCALIPTO<br />

di Roberto Bontempi<br />

Compie dieci anni il ristorante-pizzeria di Mandela<br />

Nato nel 1997 da un’idea di Tiziana Coroni e della<br />

sua famiglia, il ristorante-pizzeria "L’Eucalipto"<br />

di Mandela è una realtà nel panorama della ristorazione<br />

locale.<br />

<strong>La</strong> cordialità tipica della gestione familiare unita<br />

agli ampi spazi fanno dell’Eucalipto un luogo<br />

ideale per l’organizzazione di banchetti e cerimonie:<br />

due ampie sale che possono ospitare circa<br />

duecentocinquanta coperti, sono arricchite da uno<br />

splendido giardino all’inglese con piscina.<br />

L’Eucalipto offre menu personalizzati per cerimonie,<br />

pesce fresco su ordinazione e carne alla brace<br />

il tutto bagnato da<br />

un’ampia scelta di<br />

vini. Tonnarelli alla<br />

maliziosa e spaghetti<br />

all’Eucalipto<br />

sono le specialità<br />

della casa, piatti<br />

preparati con cura<br />

e sapienza.<br />

L’Eucalipto è anche<br />

pizzeria con<br />

forno a legna.<br />

L’Eucalipto vi a-<br />

spetta tutti i giorni,<br />

lunedì escluso.


Tivoli<br />

27<br />

Consultorio di Tivoli:<br />

realtà o semplice illusione?<br />

di Valentina Torella<br />

A ridosso<br />

degli anni ’70<br />

molti furono i<br />

movimenti<br />

femministi in tutta<br />

Europa, e anche a<br />

Tivoli questi ultimi<br />

ebbero una storia<br />

importante e<br />

anche una durata<br />

assai consistente.<br />

<strong>La</strong> più rilevante<br />

“sommossa”<br />

femminile fu<br />

l’occupazione di<br />

uno stabile da<br />

parte di donne<br />

aderenti a movimenti politici e associazioni<br />

affinché si istituisse a Tivoli il consultorio<br />

familiare; questo significava avere, per<br />

l’universo femminile, uno spazio<br />

totalmente proprio sia per la cura del corpo<br />

che della mente e riscattare la dignità di un<br />

sesso considerato da molti fin troppo<br />

debole e sottomesso. E tuttora bisogna<br />

andare avanti e perseguire il proprio<br />

obiettivo essendo questo stato svilito e<br />

frustrato nelle sue funzioni principali;<br />

dapprima un edificio fatiscente in un posto<br />

sbagliato (alle A.S.L.), ora addirittura<br />

spostato per essere trasferito in quel di<br />

Villa Adriana, in una sede sicuramente<br />

poco adeguata. Infatti nella nuova<br />

collocazione, operatrici fin troppo<br />

competenti<br />

devono fare<br />

quotidianamente<br />

i conti con<br />

un’affluenza fin<br />

troppo copiosa e<br />

complessa che<br />

affolla locali<br />

carenti di una sala<br />

d’attesa e perfino<br />

di una sala di<br />

preparazione al<br />

parto, senza<br />

contare che<br />

necessiterebbe<br />

un mediatore<br />

culturale per<br />

render meglio comprensibile il pensiero di<br />

donne di svariate nazionalità che non<br />

parlano bene la lingua italiana.<br />

Pertanto sarebbe ora di trovare una sede<br />

dignitosa per il consultorio di Tivoli e,<br />

perché no, di istituire anche un Ufficio per<br />

le Pari Opportunità, poiché è proprio<br />

questo il luogo in cui si difendono i diritti<br />

delle donne. Ora, però, fortunatamente,<br />

qualcuno ha deciso di dare voce a questo<br />

problema; si tratta dell’Assessore al<br />

Bilancio Antonio Picarazzi che, mostrando<br />

di essere interessato a ciò, ha stanziato<br />

per il consultorio 12.000,00 euro,<br />

assumendosi la responsabilità di trovare a<br />

breve anche una sede più adeguata.<br />

Le donne ringraziano!.


Tradizioni popolari<br />

29<br />

Letteratura popolare - Favole, racconti, barzellette<br />

selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini<br />

Dalla tesi sulle “Tradizioni Popolari a <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, 1949” di Vittorio Todini<br />

L’ultimo capitolo della 2 a parte, dedicata alla<br />

“Letteratura Popolare” (Favole, racconti, barzellette)<br />

è anche il capitolo che chiude la ponderosa<br />

Tesi di Vittorio sulle tradizioni popolari a <strong>Castel</strong><br />

<strong>Madama</strong> (254 pagine!). I testi, naturalmente in<br />

dialetto castellano, sono preceduti da alcune<br />

riflessioni di Vittorio, riportate qui di seguito, che<br />

fanno perno su una desolata constatazione: “Il<br />

capitolo, che credevo potesse presentarsi come il<br />

più ampio ed interessante, si riduce ad essere di<br />

una povertà che impressiona. Pare incredibile che<br />

in pochi anni il susseguirsi vertiginoso degli avvenimenti<br />

abbia potuto dare – con il concorso della<br />

accresciuta istruzione – quel gran colpo alle tradizioni”,<br />

che prestigiosi studiosi – annota Vittorio –<br />

avevano escluso.<br />

Quindi, l’esposizione così prosegue: “Il nonno<br />

alla sera, con la pipa in bocca e le mani incrociate<br />

sul seno, se ne sta seduto in disparte e in silenzio;<br />

i nipotini sono fuori, al cinematografo, o, se pur<br />

restano in casa, non provano nessun gusto a sentire<br />

le ‘fanfaluche’; anzi, vorrebbero che il nonno si<br />

interessasse ai giornaletti a colori ed ai romanzi di<br />

Salgari che li mandano in visibilio. Le occupazioni<br />

e gli affari, le preoccupazioni e l’ansia per il<br />

domani sempre incerto, hanno, dal canto loro,<br />

bandita quella serenità, che permetteva un tempo<br />

alla famiglia di riunirsi dopo cena attorno al focolare...<br />

I nonni non raccontano più...<br />

<strong>La</strong> poesia<br />

abbandona a<br />

poco a poco<br />

questo mondo<br />

di calcoli e di<br />

macchine, di<br />

egoismi e di<br />

freddi<br />

ragionamenti.<br />

Tutti coloro<br />

che ho<br />

avvicinato,<br />

nelle continue<br />

interrogazioni,<br />

ricordano che<br />

le fanfaluche<br />

erano belle,<br />

ma scuotono<br />

la testa e rispondono con un sospiro: E chi se nne<br />

recorda più?”.<br />

Bene. (Mica tanto...). Cominciamo allora con un<br />

racconto, <strong>La</strong> cavalla de Franciscu meju, imperniato<br />

sul tema della dabbenagine, che già agli albori<br />

della letteratura italiana ha caratterizzato l’opera di<br />

grandi scrittori, come il Boccaccio che nel Decameròn<br />

ha disegnato personaggi indelebili.<br />

Il racconto comincia così:<br />

“Ce stéa ‘na giovenotta, che je jéa appedi unu che<br />

però no je jéa a génitu e gnu vòze. Doppu, ce ‘nne<br />

j ‘n’aru che tenea ‘n po’ più de robba e cich’e<br />

quatrini; e vistu gnu refiutà.<br />

Ma, doppu pocu témpu che s’eranu spusati, viju<br />

se morze; allora, ju primu, che ancora ce pennéa,<br />

j’addimannà se se ju voléa spusà.<br />

Mo’ vella, pe’ no’ remanì sòla pe’ tutta la vita,<br />

accunzintì; ‘n po’de robba la tenea essa, caleccosa<br />

cell’avea lassata ju primu maritu, caleccos’aru<br />

cell’avea portata ju sicunnu e cucì se lla passeanu<br />

‘n c’è malacciu.<br />

Ju maritu jea tutte le dì fòre co’ la cavalla e<br />

revenea sempre a mizzudì pe’ magnà.<br />

Un giorno – prosegue la fanfaluca, che per non<br />

stancarvi parafrasiamo per un po’ – a quel paesino<br />

si incontrò a passare un poveretto proprio male in<br />

arnese, vestito con abiti strappati e una barba<br />

lunga, lunga. Bussa alla porta della donna, che al<br />

vederlo si sentì male per la compassione e gli<br />

domandò da dove venisse... (il seguito alla prossima).


30 Cultura<br />

LA FAMIGLIA GARIBALDI A RIOFREDDO<br />

di Amedeo Ciotti<br />

Continuiamo la pubblicazione di alcuni stralci del libro di Amedeo Ciotti: “Sulle tracce di Garibaldi-Studi<br />

sul Risorgimento in Val d’Aniene ”, in vista della presentazione pubblica che si dovrebbe tenere nel marzo<br />

prossimo. In questo brano un breve ritratto dei rapporti della famiglia Garibaldi con Riofreddo.<br />

Ricciotti e Costanza<br />

Il vecchio Ambulatorio di Riofreddo<br />

Dopo la fugace apparizione di Giuseppe Garibaldi<br />

nel 1849 e i rapidi passaggi delle colonne garibaldine<br />

nel 1867, tra Riofreddo ed un ramo della<br />

famiglia Garibaldi, dal 1888, si stabilì un rapporto<br />

destinato a non interrompersi. <strong>La</strong> ferrovia Roma<br />

Pescara, il primo tronco Roma – Tivoli - Mandela<br />

fu aperto nel 1887, favorì l’arrivo dei turisti nella<br />

zona. L’anno successivo fu aperto il secondo tronco<br />

fino a Sulmona ed entrò in esercizio anche la<br />

stazione di Riofreddo, dove, nel centro abitato,<br />

proprio nell’agosto del 1888, Ricciotti Garibaldi e<br />

la moglie Harriet Constance Hopcraft scelsero di<br />

trascorrere la villeggiatura con i loro otto figli<br />

viventi (Constance Rose, Annita Italia, Giuseppe<br />

Raimondo, Ricciotti J. Menotti, Sante, Bruno,<br />

Costante). <strong>La</strong> località evidentemente piacque tanto<br />

a quel ramo della famiglia Garibaldi che nel 1891<br />

Ricciotti acquistò un terreno già dotato di stalle<br />

che furono subito ristrutturate. Dopo il fallimento<br />

imprenditoriale e politico di Ricciotti ed il coinvolgimento<br />

dei fratelli Garibaldi nello scandalo della<br />

Banca Romana, Ricciotti e Constance, dovendosi<br />

allontanare da Roma, decisero di trasferirsi nella<br />

proprietà di Riofreddo. Purtroppo per la famiglia i<br />

rovesci economici e finanziari non erano una novità.<br />

Nel 1874 Garibaldi, dopo il fallimento del genero<br />

Stefano Canzio, per evitare quello del figlio<br />

Menotti, che non aveva saputo ben gestire l’attività<br />

industriale in cui si era messo, chiese ed ottenne<br />

un mutuo al Banco di Napoli ma fu costretto ad<br />

ipotecare Caprera. I tre, tanto bravi e valorosi sui<br />

campi di battaglia, furono altrettanto sprovveduti<br />

nel campo degli affari: insomma per vedere un<br />

Garibaldi imprenditore di successo bisognerà<br />

aspettare l’affermazione e l’apprezzamento che<br />

Sante, ottenne dal suo lavoro in Francia, dove fu<br />

costretto ad espatriare nel 1925. L’opera che gli<br />

dette maggior fama, come costruttore, fu lo stadio<br />

di Bordeaux, inaugurato in occasione della prima<br />

partita dei campionati del mondo di calcio del<br />

1938. Combattente nel primo conflitto mondiale<br />

come volontario nella Legione garibaldina, come i<br />

suoi fratelli, prima sul fronte francese e poi su<br />

quello italiano, Sante non dimenticò le motivazioni<br />

dell’interventismo democratico. Per lui la tradizione<br />

garibaldina doveva, in ogni caso, essere<br />

mantenuta entro l’alveo della democrazia riformista<br />

ed europeista. Nel 1938 fondò le legioni garibaldine<br />

in Francia. Nel 1943 i suoi ideali politici<br />

gli costarono l’arresto, il carcere e la deportazione<br />

nel campo di Dachau; fu liberato nel 1945 e dopo<br />

un breve periodo trascorso in Italia a Riofreddo,<br />

dove sarebbe voluto tornare per più lunghi soggiorni,<br />

rientrò in Francia alla fine del 1945, dove


Cultura<br />

31<br />

Plastico del palazzo Garibaldi sede del Museo delle Culture di Riofreddo<br />

per le sofferenze patite durante la prigionia morì<br />

nella città di a Cauderan il 4 luglio 1946.<br />

Dal 1897 Ricciotti e la sua famiglia tornarono a<br />

Roma per trascorrervi i mesi più freddi dell’anno,<br />

dal 1898 intorno alle antiche stalle, dove erano<br />

nati Ezio (1894) e Giuseppina (1895), cominciò la<br />

costruzione della villa, che, per la sua architettura,<br />

fu detta castello. Anche dopo la morte di Ricciotti,<br />

avvenuta sicuramente a Roma il 17 luglio 1924,<br />

la villa rimase il luogo d’incontro, degli affetti<br />

familiari e dei ricordi per tutti i componenti della<br />

famiglia. Giuseppina si sposerà qualche anno<br />

dopo la morte del padre e si trasferirà definitivamente<br />

negli Stati Uniti come Giuseppe, che vi farà<br />

un lungo soggiorno di quindici anni. Ricciotti<br />

Junior aveva i suoi problemi, Sante era in Francia,<br />

Menotti, ufficiale dell’esercito, prestava servizio a<br />

Massaia. Infine Ezio, che fu podestà di Riofreddo<br />

e generale della milizia, poco si occupò della casa;<br />

così ne ebbero cura la Signora Constance Garibaldi<br />

e le figlie Rosa e Annita. Dopo la loro morte,<br />

per vicissitudini ereditarie, fu lasciata in abbandono<br />

ed era quasi fatiscente quando i discendenti di<br />

Sante decisero di donare una parte della villa al<br />

Comune che così ne poté eseguire il restauro con<br />

fondi della Regione <strong>La</strong>zio e dell’Unione Europea.<br />

Riofreddo: il museo<br />

Riofreddo: il museo<br />

<strong>La</strong> villa fu poi destinata a sede del Museo delle<br />

Culture con una sezione dedicata alla famiglia<br />

fondatrice, dove si trova un centro di documentazione<br />

ed il Fondo Sante Garibaldi. Nella piccola<br />

parte rimasta proprietà della figlia di Sante, Annita<br />

Garibaldi Jallet, ha sede l’Associazione Nazionale<br />

Veterani e Reduci Garibaldini sezione di<br />

Riofreddo, alla quale mi onoro di appartenere.<br />

Ospita incontri, concerti di musica classica, conferenze<br />

e giornate di studio.<br />

È ancora ben viva negli abitanti del luogo la<br />

memoria delle tre donne, vuoi perché vissero più a<br />

lungo a Riofreddo ma soprattutto perché si dedicarono<br />

ad opere di assistenza, Costanza riattivò<br />

l’antico ospedale, che si chiamò ambulatorio<br />

“Costanza Garibaldi”, e si racconta che convinse i<br />

primari degli ospedali romani a raggiungerla per<br />

visitare e curare i malati, le due figlie si impegnarono<br />

molto per aiutare la popolazione, in particolare<br />

nel difficile periodo del secondo conflitto<br />

mondiale. Finché ne ebbero le energie tennero<br />

aperto l’ambulatorio e c’è ancora chi ricorda di<br />

averle incontrate in treno quando viaggiavano per<br />

raggiungere Avezzano o Roma per procurare il<br />

necessario per curare i malati.


32 Recensione<br />

COSTANTINO KAVAFIS<br />

POETA ALESSANDRINO<br />

di Ivano Moreschini<br />

Nel tempo un po’ rallentato delle feste natalizie,<br />

tornano a volte in mente alcuni versi, poeti forse<br />

poco conosciuti che può essere interessante<br />

segnalare sul nostro piccolo giornale.<br />

A me è capitato di riprendere in mano un libro di<br />

Costantino Kavafis, un autore dei primi del novecento,<br />

poco noto, ma ormai considerato un classico<br />

della poesia contemporanea. Nato ad Alessandria<br />

d’Egitto nel 1863, è figlio di un ricco<br />

commerciante della comunità greca alessandrina.<br />

Trascorre la sua infanzia tra Alessandria e l’Inghilterra,<br />

e perde il padre ad appena sette anni. <strong>La</strong><br />

morte del padre porterà alla decadenza economica<br />

della famiglia, che lo costringerà ad un lavoro da<br />

impiegato pubblico. Importante il suo soggiorno<br />

triennale a Costantinopoli. Il resto della vita lo trascorse<br />

ad Alessandria d’Egitto, fino alla sua<br />

morte, avvenuta nel 1933. I cenni biografici non<br />

sono mai superflui, ma nel caso di Kavafis sono<br />

davvero essenziali per comprendere il suo percorso<br />

poetico. A cominciare dalla lingua in cui scrive:<br />

un greco combattuto tra la lingua classica ed il<br />

demotico, che diede origine ad “un caotico universo<br />

linguistico”, intraducibile. <strong>La</strong> definizione è<br />

di Pier Paolo Pasolini, grande ammiratore di<br />

Kavafis, soprattutto per quella parte dell’opera<br />

poetica dedicata alle sue amorose passioni omosessuali.<br />

Si tratta di versi molto belli e delicati, che<br />

ne fanno un autore di culto nell’universo gay,<br />

come è facile capire navigando sul web. Ma questo<br />

tema non è l’unico di Kavafis, anche se si inserisce<br />

in modo perfetto nel suo canzoniere. L’universo<br />

poetico di questo autore ruota attorno ad<br />

una rivisitazione della cultura greca, nella sua tradizione<br />

ellenistica, propriamente alessandrina. È<br />

Alessandria d’Egitto, infatti, la protagonista del<br />

suo canzoniere, in un disegno che si dilata nel<br />

tempo, e rende vive le storie della passata grandezza<br />

della città, forse anche per reazione alle<br />

miserie del presente. L’Alessandria del tempo di<br />

Kavafis è una città in decadenza, tra la fine dell’ottocento<br />

e la prima guerra mondiale, dopo un<br />

breve periodo di fulgore economico legato all’apertura<br />

del canale di Suez. Può sembrare paradossale,<br />

ma tutta l’area d’influenza culturale greca<br />

risente della crisi dell’impero ottomano, nonché<br />

della pressione coloniale della politica delle grandi<br />

potenze europee. <strong>La</strong> Costantinopoli della giovinezza<br />

di Kavafis, che ospitava una fiorente comunità<br />

greca, subirà un’involuzione con la Turchia<br />

Kemalista, precipitata per difendere l’integrità<br />

dello Stato dopo la prima guerra mondiale in un<br />

nazionalismo che spazzerà via l’antica tolleranza<br />

dell’impero turco verso le comunità straniere<br />

(greche, armene, ebree). Kavafis disegna invece<br />

un’Alessandria piena dei Macedoni, dell’Egitto<br />

dei Tolomei, di Bisanzio, delle province dell’impero<br />

bizantino. Una koinè ellenistica del tutto<br />

fuori dal tempo, che pure sembra palpitare, ed<br />

oggi, a distanza di quasi un secolo, è ancora un<br />

universo capace di definire una diversa identità di


Recensione<br />

33<br />

quella città, di quell’area. In questo viaggio a<br />

ritroso nel tempo, allora, dove emergono tanti personaggi<br />

del passato, come Marco Antonio che<br />

perde Alessandria (nella poesia Il dio abbandona<br />

Antonio), Giuliano l’Apostata combattuto tra la<br />

religione cristiana ed il paganesimo, scultori antichi,<br />

filosofi alessandrini, Cleopatra e suo figlio<br />

Cesarione, le invocazioni ad Apollo, il Dio del<br />

sole , sono inserite in modo perfetto le sue liriche<br />

dedicate alla bellezza maschile, agli amori perduti,<br />

che tanta eco avranno anche nella poesia italiana,<br />

da Pasolini a Sandro Penna. Non perché<br />

mostrano la lontananza tra l’antica grandezza e la<br />

miseria presente, ma anzi perché completano il<br />

quadro di un mondo intriso di nostalgia per l’antico,<br />

in cui il paganesimo non è stato del tutto sconfitto<br />

dalla parola e dalla morale cristiana, ma convive<br />

sotterraneamente con essa, culture entrambe<br />

figlie della contaminazione tra Grecia ed Oriente.<br />

<strong>La</strong> miseria vera rimane nascosta, mai citata: è la<br />

miseria economica e culturale della città, di una<br />

civiltà intera decaduta ma comunque tanto amata,<br />

che disegna il tono complessivo dolente del canzoniere<br />

di Kavafis. Anche se non c’è un io narrante<br />

si sente la presenza di chi scrive, è latente il<br />

paragone delle grandezze antiche con il presente.<br />

E si chiude il libro pensando che i mondi immaginari,<br />

forse, sono più veri del mondo reale.<br />

Che aspettiamo, raccolti nella piazza?<br />

Oggi arrivano i barbari.<br />

Perché mai tanta inerzia nel Senato?<br />

E perché i senatori siedono e non fan leggi?<br />

Oggi arrivano i barbari.<br />

Che leggi devon fare i senatori?<br />

Quando verranno le faranno i barbari.<br />

Perché l’imperatore s’è levato<br />

così per tempo e sta, solenne, in trono,<br />

alla porta maggiore, incoronato?<br />

Oggi arrivano i barbari<br />

L’imperatore aspetta di ricevere<br />

il loro capo. E anzi ha già disposto<br />

l’offerta d’una pergamena. E là<br />

gli ha scritto molti titoli ed epiteti.<br />

Perché i nostri due consoli e i pretori<br />

sono usciti stamani in toga rossa?<br />

Perché i bracciali con tante ametiste,<br />

gli anelli con gli splendidi smeraldi luccicanti?<br />

ASPETTANDO I BARBARI<br />

Perché brandire le preziose mazze<br />

coi bei ceselli tutti d’oro e argento?<br />

Oggi arrivano i barbari,<br />

e questa roba fa impressione ai barbari.<br />

Perché i valenti oratori non vengono<br />

a snocciolare i loro discorsi, come sempre?<br />

Oggi arrivano i barbari:<br />

sdegnano la retorica e le arringhe.<br />

Perché d’un tratto questo smarrimento<br />

ansioso? (I volti come si son fatti seri!)<br />

Perché rapidamente le strade e piazze<br />

si svuotano, e ritornano tutti a casa perplessi?<br />

S’è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.<br />

Taluni sono giunti dai confini,<br />

han detto che di barbari non ce ne sono più.<br />

E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?<br />

Era una soluzione, quella gente.<br />

(Tratto da Poesie, Oscar Mondadori editori, Milano, 1961. Traduzione di Filippo Maria Pantani.)


34 Sport<br />

SPORT METROPOLITANI<br />

di Ivo Santolamazza<br />

Mountain bike, corsa, kayak, arrampicata. Diverse<br />

specialità compongono la “gara-avventura”<br />

urbana che si svolge in città utilizzando strade,<br />

strutture, palazzi. In Gran Bretagna, Svezia e Norvegia<br />

la metropoli si trasforma in una grande palestra.<br />

Si organizzano sfide multi-sport urbane in cui<br />

si gareggia a squadre, con diversi livelli di difficoltà<br />

e tipi di prove. Vi partecipano sia principianti<br />

che atleti allenati.<br />

A Sydney, in Australia, alcuni sportivi si affrontano<br />

in una corsa in giacca e cravatta. Un altro<br />

esempio di gara metropolitana è il ciclismo su<br />

scala, dai percorsi di montagna alla discesa di una<br />

scala in mountain bike. Sempre in città si pratica<br />

anche la scalata tra le case, un’arrampicata tra le<br />

architetture della metropoli. Quest’ultima è una<br />

delle prove delle “Rat Race”, le corse dei ratti,<br />

gare che prevedono diverse<br />

competizioni sportive<br />

urbane, organizzate nelle<br />

città britanniche di Edimburgo,<br />

Bristol e Manchester.<br />

In queste manifestazioni,<br />

che stanno ad<br />

indicare forse la scalata al<br />

successo o la concorrenza<br />

sfrenata, squadre di tre persone gareggiano in un<br />

percorso a più sport con corsa, orientamento urbano,<br />

bicicletta, kayak in fiumi, canali e porti delle<br />

città, arrampicata su palazzi. A Edimburgo il percorso<br />

è di 90 km, di cui 65 in sella alla bici, 20 a<br />

piedi e 5 in kayak. A Manchester gli scalatori<br />

esperti si cimentano in dieci diverse scalate di<br />

ponti e edifici, come un grattacielo alto 100 metri.<br />

A Stoccolma, in Svezia, l’analoga “North Face<br />

City Challenge” è attiva già da molti anni con più<br />

di 140 squadre partecipanti in ogni edizione. Tra<br />

le attività, oltre a quelle già citate, una gara notturna<br />

su rollerblade, pattini in linea, nel centro di<br />

Stoccolma e la scalata della cupola Globe Arena<br />

per 120 metri in salita e poi in discesa.<br />

È stato trasferito<br />

dai verdi campi<br />

all’asfalto anche il<br />

golf. L’urban golf<br />

si pratica in strade<br />

poco trafficate,<br />

parcheggi o aree<br />

industriali. Tecnica<br />

e mazze sono le stesse del golf tradizionale ma la<br />

pallina è più morbida per non fare danni. Al posto<br />

delle buche ci sono bersagli da colpire o raggiungere,<br />

come cestini, pali, idranti. A Londra esiste<br />

un vero e proprio torneo. In Italia c’è stata una<br />

sfida a Siena, il “We Golf”, dove l’obiettivo era<br />

far arrivare la pallina in <strong>Piazza</strong> del Campo con il<br />

minor numero possibile di colpi.<br />

Si trasferisce sul cemento persino la corsa con le<br />

slitte trainate dai cani. L’Urban Iditarod<br />

è la versione metropolitana<br />

della celebre corsa<br />

che si tiene in Alaska,<br />

l’Iditarod. In città Usa<br />

come San Fancisco o<br />

Portland si organizza<br />

una parodia, con carrelli<br />

del supermercato<br />

al posto delle slitte e<br />

corridori umani al posto<br />

dei cani.<br />

Le città, da New York a Roma, sono anche la cornice<br />

per corse e maratone. Ma c’è anche chi ha<br />

pensato di vivacizzare la corsa mescolandola con<br />

la caccia al tesoro: è l’Urban<br />

Challenge, in cui bisogna<br />

raggiungere dodici punti<br />

sparsi in città. Per individuarli<br />

si devono risolvere<br />

indovinelli, è ammesso<br />

l’aiuto di un team di supporto<br />

che consulta internet<br />

o enciclopedie e per muoversi<br />

si va a piedi o su mezzi<br />

pubblici. Le gare sono diffuse dagli Usa al Canada,<br />

al Sudafrica. A Milano una caccia al tesoro è<br />

organizzata dall’azienda trasporti Atm e ci si<br />

muove con i mezzi pubblici, si superano prove<br />

come orientamento, individuazione di luoghi,<br />

reperimento di oggetti, quiz.<br />

Nell’ambiente urbano nascono nuovi sport come<br />

il parkour che usa strutture architettoniche per<br />

creare percorsi a ostacoli, superandole con salti e<br />

acrobazie. Poi c’è lo skateboard, che nasce nelle<br />

strade e sfrutta ogni elemento del passaggio urbano:<br />

muretti, scalinate e corrimani, rampe e marciapiedi.<br />

Ed ora più che mai, grazie a questi sportivi<br />

che hanno preso l’affermazione alla lettera, possiamo<br />

dire che la città sia una giungla.


Sport<br />

35<br />

Gruppo Ciclistico Gino Garofolo 1998<br />

di Ivo Santolamazza<br />

Inaugurazione della nuova sede del gruppo ciclistico di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

Domenica 16 dicembre, oltre ad un grande numero<br />

di concittadini, anche il Sindaco e molte figure<br />

dell’amministrazione comunale di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

hanno partecipato all’incontro. Presenti anche il<br />

giornalista Giovanni Maialetti del Corriere <strong>La</strong>ziale<br />

e il ciclista ex professionista Leandro Fioroni.<br />

Il Gruppo Ciclistico nasce dopo la scomparsa del<br />

concittadino Gino Garofolo e ne prende il nome.<br />

Dalla vecchia sede di via S. Sebastiano si trasferisce<br />

ora in via S. Anna al civico 10. Il Presidente<br />

Luigi Chicca, euforico nel promuovere questo<br />

sport, cercherà di far capire sempre più il sacrificio<br />

e le emozioni del ciclismo, attività spesso bistrattata<br />

e oscurata da altri sport in voga più pubblicizzati.<br />

Il direttivo si completa con il vicepresidente<br />

Michele Sciarretta ed una schiera di consiglieri e<br />

collaboratori.<br />

A sostenere il ciclismo castellano vi è un gruppo di<br />

30 atleti che non partecipano a competizioni agonistiche<br />

ma perlopiù alla pratica ciclo-turistica a<br />

livello amatoriale.<br />

Per il 2008 il Gruppo Ciclistico intende partecipare<br />

a vari granfondi tra cui Novecolli di Cesenatico, un<br />

granfondo internazionale che ospita 11000 atleti.<br />

A giugno il Gruppo si impegnerà nel promuovere<br />

“la giornata della memoria dei caduti di Collesiccu”.<br />

Mentre a novembre, in occasione della manifestazione<br />

“Oliolive”, si organizzerà una gara<br />

nazionale di ciclocross dove potremo vedere in<br />

azione anche il nostro campione castellano Maria<br />

Domenico Salviani.<br />

L’intento dei ciclisti che si occupano di queste iniziative<br />

è quello di cercare di invogliare i concittadini<br />

a praticare questo sport e di coinvolgerli a<br />

partecipare alle varie iniziative che partono dalle<br />

passeggiate in bicicletta intorno a <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>,<br />

Sambuci, Vicovaro e terminano in festa o in<br />

momenti di ristoro in compagnia.<br />

Purtroppo non ci sono dei veri e propri corsi di<br />

ciclismo per principianti, ma qualsiasi ragazzo o<br />

adulto volesse avvicinarsi a questo bello sport,<br />

alla mountainbike o alla bicicletta da strada, può<br />

senza dubbio partecipare alle iniziative suddette o<br />

comunque chiedere informazioni al “Gruppo<br />

Ciclistico Gino Garofolo 1998” dove otterrà maggiori<br />

delucidazioni.<br />

Non ci resta che fare un grande in bocca al lupo a<br />

questa associazione e alla nuova sede, con l’augurio<br />

di crescere sempre più e conquistare nuovi<br />

“traguardi”.


36 Mostra<br />

GAUGUIN IN MOSTRA AL VITTORIANO di Ivo Santolamazza<br />

Dal 6 ottobre 2007 al 3 febbraio 2008, il Complesso del Vittoriano di Roma ospita la mostra “Paul Gauguin,<br />

artista di mito e sogno”. Presenti circa 150 opere tra oli, disegni, sculture e ceramiche che documentano il percorso<br />

umano ed artistico del grande Maestro, evidenziando il suo sognante vagheggiare un’Età dell’Oro, i<br />

richiami alla cultura e alla tradizione, le<br />

innovazioni del suo linguaggio pittorico<br />

unite ad un esotismo colto ed eclettico.<br />

E sebbene Roma non sia mai stata visitata<br />

dal grande artista francese, l’esposizione<br />

del Vittoriano sottolinea invece il<br />

suo profondo legame con la città eterna,<br />

emerso da una rilettura critica di dipinti<br />

e di materiali di archivio compiuta<br />

dallo storico dell’arte americano<br />

Stephen Eisenman in collaborazione con<br />

Richard Brettel. L’anelito ai miti del passato, le fascinazioni del presente primitivo, troverebbero, secondo il<br />

curatore della mostra, le loro radici nelle antiche vestigia di Roma, capitale di un impero sconfinato, i cui echi<br />

tornano ad ispirare Gauguin persino nelle atmosfere tropicali della Polinesia.<br />

I capolavori in mostra provengono da importanti musei pubblici e prestigiose collezioni private di tutto il<br />

mondo, tra cui spiccano il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, la National Gallery of Art di Washington<br />

e la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, ripercorrono l’intero cammino della vita e dell’opera del pittore<br />

da cui traspare la costante ricerca di una sorta di mitico Eden, il sogno di un luogo remoto sospeso nel<br />

tempo in cui regna una pace perfetta e un’abbondanza felice.<br />

CANOVA E LA VENERE VINCITRICE di Ivo Santolamazza<br />

L’arte sublime di Antonio Canova e la “villa più bella del mondo”, come egli stesso amava definire la Galleria<br />

Borghese, per una monografica ambientata nel luogo tanto caro allo scultore nel 250° anniversario della sua<br />

nascita e nel bicentenario della Paolina Borghese Bonaparte come Venere Vincitrice. A Roma dal 18 ottobre<br />

2007 al 3 febbraio 2008. <strong>Piazza</strong>le Scipione Borghese, 5.<br />

Canova e la Venere Vincitrice, esposizione curata da Anna Coliva e Fernando<br />

Mazzocca, e organizzata da Mondomostre, è la seconda rassegna del programma<br />

espositivo Dieci grandi mostre, messo a punto dal Soprintendente<br />

Speciale per il Polo Museale Romano Claudio Strinati e dalla direttrice della<br />

Galleria Borghese Anna Coliva.<br />

<strong>La</strong> mostra intende illustrare da una parte le complesse relazioni tra<br />

Canova, il principe Camillo Borghese e la famiglia Bonaparte, per la quale<br />

egli elaborò la particolare tipologia del ritratto divinizzato in scultura, di<br />

Immagine: Antonio Canova. Paolina<br />

Bonaparte Borghese. Marmo. Roma,<br />

Galleria Borghese.<br />

cui ci si propone di presentare altri esempi da confrontare con quello di<br />

Paolina come Venere Vincitrice. Dall’altra si vuole ripercorrerne la carriera<br />

seguendo, attraverso oltre cinquanta opere provenienti dai più grandi<br />

musei del mondo, la continua rielaborazione, dalla fine degli anni Ottanta<br />

del Settecento, del tema di Venere: oltre ai grandi marmi, disegni, tempere, monocromi, dipinti, bozzetti<br />

in creta e terracotta per un esempio eloquente del metodo di lavoro di Canova, identificato come il “classico<br />

moderno”.<br />

<strong>La</strong> figura della dea della bellezza, associata ad Adone, ad Amore, alle Grazie, ad Apollo, a Paride, a Elena, o<br />

elaborata in modo autonomo, consente un itinerario molto puntuale all’interno della poetica del Canova<br />

interprete del fascino dell’antico e dei valori della mitologia pagana. <strong>La</strong> stessa Paolina Borghese Bonaparte<br />

come Venere Vincitrice si colloca come lo straordinario esito di un lungo percorso creativo. Tra le opere in<br />

mostra saranno presenti sedici dei suoi grandi marmi tra cui le Tre Grazie dall’Ermitage di San Pietroburgo,<br />

Amore e Psiche stanti dal Louvre di Parigi e per la prima volta in Italia la serie completa degli Amorini.


Mostra<br />

37<br />

BERNINI PITTORE di Ivo Santolamazza<br />

Nell’appena restaurato Palazzo Barberini in via delle Quattro Fontane 13 a Roma, dal 19 ottobre 2007 al 20 gennaio<br />

2008 saranno riuniti per la prima volta tutti i meravigliosi quadri dipinti da Gian Lorenzo Bernini.<br />

<strong>La</strong> mostra svela un volto nascosto di questo grandissimo artista, creatore di un linguaggio<br />

figurativo – il Barocco – capace di dominare l’intera Europa per quasi due<br />

secoli e di imporsi poi all’immaginario collettivo come una categoria dello spirito.<br />

Tutti conoscono le sue statue più celebri come l’Apollo e Dafne di Villa Borghese e i<br />

capolavori di architettura che crearono la Roma moderna, basti pensare al Colonnato<br />

di <strong>Piazza</strong> San Pietro e allo stesso Palazzo Barberini, la reggia barocca nata dal genio<br />

berniniano. Ma Bernini era anche un pittore e, come pittore, lavorava solo per se stesso,<br />

senza committente e senza dover rispettare le esigenze e le aspettative di quella<br />

stessa società che lo acclamava come il genio del suo tempo. Bernini pittore fu soprattutto<br />

un ritrattista. Innanzitutto di se stesso. Egli seppe usare il suo tempo privato e la<br />

sua libertà per condurre un’implacabile e spietata indagine del proprio volto e della<br />

propria anima: proprio per arrivare a quella verità che la maggior parte degli altri artisti<br />

cercava di nascondere.<br />

Nella mostra di Palazzo Barberini saranno esposti i suoi dipinti autografi accompagnati<br />

dall’ardente busto di Costanza Bonarelli, da dodici disegni e da altre sette tele. Non<br />

conosciamo quasi mai il nome delle persone di cui Bernini ha voluto fissare per sempre<br />

sulla tela proprio l’inconfondibile individualità. È come se alla galleria dei ritratti<br />

di marmo da lui stesso dedicati ai personaggi pubblici e ai potenti della Roma papale,<br />

Immagine: Gian Lorenzo Bernini.<br />

David con la testa di Golia, 1623 circa.<br />

Olio su tela, Dim: 73x65 cm. Roma,<br />

Galleria Nazionale d’arte antica di<br />

Palazzo Barberini.<br />

Bernini volesse affiancare, come pittore, un’altra galleria: questa volta fatta di volti anonimi, ma non meno profondamente<br />

vivi, umani, singoli ed irripetibili. Ed è in questa sensibilità, moderna e borghese, verso l’uomo che il Bernini<br />

pittore si rivela più moderno dello scultore. Nella pur stupefacente varietà di registri del Seicento artistico romano<br />

pareva infatti che mancasse un artista capace di guardare alla dolente ed insieme esaltante realtà della condizione umana<br />

con occhi paragonabili a quelli di Velázquez o di Rembrandt. Ed era proprio Bernini, ma Bernini pittore.<br />

POP ART! di Ivo Santolamazza<br />

Immagine: Peter Phillips Custom Painting No. 5, 1965.<br />

Acrilico su tela. Zurigo, Galerie Bruno Bischofberger.<br />

Nascita, trionfo e declino della Pop Art nelle Scuderie del Quirinale.A Roma, dal 26 ottobre 2007 al 27 gennaio 2008,<br />

la mostra “Pop Art 1956-1968”, curata da Walter Guadagnini, è una carrellata attraverso oltre 100 opere di una cinquantina<br />

di artisti che intende raccontare uno dei movimenti che hanno fatto la storia dell’arte e del costume della<br />

seconda metà del XX secolo, in ogni parte del mondo occidentale.<br />

Dipinti, sculture, collages, combine paintings, persino le bandiere tanto care<br />

alla tradizione americana, tutto è servito a questi artisti per narrare, interpretare,<br />

illustrare, esaltare, criticare la società dei consumi e delle comunicazioni<br />

di massa, i riti e i miti del loro tempo, che ogni giorno di più risulta<br />

essere l’anticipazione del nostro. Artisti americani e inglesi, francesi, italiani,<br />

tedeschi, spagnoli, superstar della scena artistica e delle aste contemporanee<br />

come Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Robert Rauschenberg; figure<br />

leggendarie come quelle di Ray Johnson, Richard Hamilton, Peter Blake;<br />

artisti celebri ai tempi e oggi caduti (spesso ingiustamente) nell’oblio, i centri<br />

come New York, Londra, Parigi, Roma, ma anche le “periferie” come<br />

Nizza, Valencia, Dusseldorf. <strong>La</strong> Pop Art è Marilyn ripetuta infinite volte, è<br />

Elvis Presley, i Beatles, i Rolling Stones, Brigitte Bardot e Virna Lisi, è il logo<br />

della Coca Cola o della Esso, ma è anche l’assassinio di JF Kennedy, è l’astronauta<br />

visto come incarnazione contemporanea del mito di Icaro; sono le pin up che ostentano il corpo e il suo erotismo,<br />

è il ritratto di Sal Mineo nudo lungo undici metri ma sono anche fisici frammentati, volti anonimi di quello che<br />

un celebre saggio del periodo definiva l’uomo a una dimensione, è il fumetto, l’illustrazione, la pubblicità, la quotidianità.Tutto<br />

questo è la Pop Art. E questo vuole restituire la mostra odierna attraverso un percorso non cronologico<br />

ma tematico, nel quale sia possibile per il visitatore ritrovare lo spirito degli anni che hanno visto nascere le opere e al<br />

tempo stesso le ragioni di una riflessione, a cinquant’anni di distanza, su di un fenomeno ben lungi dall’avere esaurito<br />

la sua carica comunicativa.<br />

Una esposizione non nostalgica e che non costruisce retorica, che diverte ma fa riflettere, che sprigiona energia nelle<br />

immagini di artisti che sono gli ultimi eredi della grande tradizione realista e insieme i primi rappresentanti di un’arte<br />

destinata a contaminarsi sempre più con le realtà rappresentate dai mezzi di comunicazione di massa, con il nuovo<br />

ruolo e il nuovo utilizzo dell’immagine, anche di quella artistica, all’interno della società contemporanea.


38 Musica<br />

DARWIN-Banco del Mutuo Soccorso (1972)<br />

di Fabio Moreschini<br />

Il Banco del Mutuo Soccorso è assieme a “Le Orme”<br />

e alla “Premiata Forneria Marconi” uno dei gruppi<br />

rock-progressive più influenti della scena musicale<br />

italiana. Questo album è il loro secondo lavoro, ed è<br />

considerato assieme a “Banco del Mutuo Soccorso” (il<br />

disco d’esordio) il loro lavoro migliore.<br />

L’obiettivo che il Banco si è posto con la pubblicazione<br />

di questo album è quello di ripercorrere musicalmente<br />

l’intero arco dell’evoluzione umana attraverso sette<br />

tracce.<br />

L’evoluzione: è una suite, cioè un pezzo molto lungo e<br />

composto di più movimenti. L’introduzione, lenta e<br />

malinconica, sfocia presto in un bellissimo pezzo di<br />

tastiera dove la voce di Di Giacomo trova giusto spazio.<br />

Vale la pena aprire una piccola parentesi sulla voce del<br />

cantante (a mio parere una delle più belle voci italiane di<br />

sempre): in questo album diventa un vero e proprio<br />

strumento solistico oltre che un tramite per il testo.<br />

Nella canzone si alternano moltissimi momenti musicali<br />

diversi, soprattutto nella seconda parte. Bellissimi<br />

sono i crescendo, come quelli al minuto 4:26, quasi dei<br />

climax musicali. Nella seconda parte della canzone si<br />

sale ulteriormente di livello: il pezzo è più ritmato,<br />

riparte con un feel molto elettronico su cui va a sovrapporsi<br />

una struttura dal sapore jazz, nelle aperture sembra<br />

quasi di sentire i Pink Floyd del periodo psichedelico,<br />

compaiono scambi solistici tra gli strumenti, mentre<br />

Di Giacomo ci racconta l’inizio della specie umana, che<br />

ha origine non divina, bensì terrena.<br />

<strong>La</strong> conquista della posizione eretta: brano dall’introduzione<br />

strumentale molto lunga, in cui le tastiere e il pianoforte<br />

la fanno da padrone, scandendo l’alternarsi di<br />

tratti più inquietanti ed altri invece più allegri. I suoni<br />

sono maestosi, a indicare il raggiungimento dell’obiettivo<br />

umano di staccarsi dal ruolo di bestia, legata alla terra<br />

perché non può vedere il cielo.<br />

<strong>La</strong> danza dei grandi rettili: pezzo interamente strumentale,<br />

che lascia quantomeno sorpresi: chi si aspetterebbe<br />

un pezzo jazz a fare da base per una danza tribale di<br />

lucertoloni? Molto forte l’influenza rock e quella neoclassica.<br />

Cento mani cento occhi: il pezzo salta sopra le righe da<br />

subito, con ritmiche veloci e spezzate, che danno un<br />

senso d’urgenza. Eccezionale la naturalezza con cui la<br />

musica evolve da un’atmosfera a un’altra, con il basso e<br />

la tastiera che si rifanno fortemente ai Deep Purple.<br />

L’evoluzione umana è arrivata all’aggregazione dei singoli<br />

in tribù, le cento mani e i cento occhi sono quelli<br />

del branco.<br />

750.000 anni fa...l’Amore?<br />

Immaginate di tornare indietro nel tempo e di assistere a<br />

una scena d’amore: vedendo l’uomo assomigliare a una<br />

scimmia probabilmente ci chiederemmo quando è nato<br />

l’amore come sentimento staccato dal sesso. Quello che<br />

la canzone prova a fare è farci immedesimare in un uomo<br />

del tempo, che spiando la sua amata si rende conto che i<br />

suoi desideri verso di lei verrebbero certamente fraintesi.<br />

Il pezzo di piano e la voce sono a dir poco eccezionali,<br />

peccato per la parte centrale del brano, che ci risveglia<br />

dalla bellissima atmosfera creatasi.<br />

Ed ora io domando tempo al tempo,ed egli mi risponde...non<br />

ne ho!!! : un pezzo dal sapore fortemente folkloristico.E’<br />

una rassegnata invettiva contro il tempo<br />

che passa,contro la morte che si avvicina inesorabilmente<br />

per tutti,contro l’imposizione arbitraria che ci è stata<br />

fatta:quella di essere esseri pensanti, ma tuttavia destinati<br />

alla morte.<br />

L’album è riuscitissimo, qualche parte un po’ troppo<br />

prolissa,ma comunque il risultato finale è ottimo.Molto<br />

bella la narrazione per immagini<br />

Voto: 8.5

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!