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Dall’Associazione N U M E R O 6 6 Inventario del contenitore. Nel contenitore dovranno trovare posto i tori provati (di linea carne e di linea allevamento) che saranno stati preventivamente acquistati in funzione delle proprie vacche e degli obiettivi prefissi. Non dovrà mancare inoltre un 20-25% di seme di tori in Prova di progenie. È evidente la necessità di sapere esattamente in ogni momento quante dosi si hanno a disposizione, di quali tori e la loro collocazione nel contenitore. Al riguardo, molti recapiti forniscono degli schemi che rappresentano la mappa del contenitore: tale mappa andrà accuratamente compilata, eventualmente anche riportando il colore della paillette, e aggiornata all’atto del rifornimento del seme. La scelta del toro da impiegare sulla bovina che sta andando in calore va effettuata “a tavolino” e la mappa ci consentirà di individuare la dose prescelta a “colpo sicuro”. All’interno del contenitore, inoltre, il colore della paillette ci aiuterà ad individuare il toro desiderato, ma un cartellino con il nome del toro infilato nel gobelet ci potrà essere di ulteriore aiuto. L’aggiornamento delle quantità anche all’atto di ogni utilizzazione consentirà di mantenere aggiornata la situazione della nostra piccola riserva aziendale di seme. Prelevamento della dose È inutile dire che sono assolutamente da evitare tutte quelle operazioni che comportano una estrazione della paillette dall’azoto liquido, se non per la sua effettiva utilizzazione. Mai togliere la paillette dall’azoto per leggere il nome del toro e poi rimetterla dentro! Avendo individuato attraverso la mappa la posizione nel cestello della paillette desiderata, si porta il cestello stesso nel collo del contenitore e si procede al prelevamento della dose prescelta. Detta operazione non richiederà più di qualche secondo, dopodichè il cestello va immediatamente reimmerso nel contenitore. Attenzione a non andare ad effettuare la fecondazione dimenticando il cestello nel collo del contenitore perché la temperatura del collo non è quella dell’interno ma è via via più elevata man mano che si sale verso l’imboccatura: ciò potrebbe provocare lo scongelamento delle paillettes con danni irreversibili al seme rimasto nel cestello. Un livello di azoto troppo basso nel contenitore rende questa operazione ancora più delicata perché potrebbe non esserci sufficiente azoto nei gobelets a proteggere il seme quando questo viene sollevato nel collo del contenitore. Le stesse considerazioni valgono quando si trasferisce il seme da un contenitore ad un altro: occorre porre i contenitori uno a fianco all’altro e completare il trasferimento il più rapidamente possibile. Le conseguenze di una non corretta esecuzione delle operazioni (ripetute eventualmente ad ogni prelevamento di una dose) possono avere conseguenze più o meno ingenti e sicuramente irreversibili sulle dosi rimaste nel contenitore, con un conseguente calo di fertilità. Queste poche considerazioni ed i consigli che si è ritenuto di dare possono sembrare assolutamente ovvi e non degni di risalto, ma osservando talvolta l’esecuzione di alcune operazioni in azienda, si rileva che non sempre il seme viene maneggiato con la cura necessaria. Nei prossimi numeri della rivista cercheremo di esaminare alcuni degli altri innumerevoli aspetti correlati ad una buona riuscita degli interventi fecondativi nelle aziende di Piemontese.
OTTOBRE 2002 Studi e Ricerche Rilievi di macellazione Uno studio sui dati Compral La cooperativa Compral di Cuneo ci ha gentilmente fornito i dati di macellazione relativi a circa 1.000 vitelloni tutti rigorosamente iscritti al Libro Genealogico dell’Anaborapi. Dato il favorevole momento che sta attraversando il mercato della razza Piemontese ci è sembrato interessante procedere all’elaborazione di questi dati per fornire informazioni più approfondite sulla situazione direttamente al macello dei vitelloni Piemontesi. La prima elaborazione si riferisce alle medie di IGM, (inteso come incremento medio giornaliero), peso al macello, età e resa al macello. Trattandosi di soggetti iscritti al Libro Genealogico si è potuto facilmente risalire al peso alla nascita e calcolarne l’IGM che viene ottenuto da: peso al macello-peso alla nascita/giorni di vita. Come si può osservare nella tabella 1 il peso medio alla Tabella 1 - Dati vitelloni Compral IGM kg/g Peso macello kg Età gg Resa % MEDIA 1,042 598 541 66,7 DEVIAZIONE STANDARD 0,151 55,6 78,1 1,9 MIN 0,612 372 308 57,2 MAX 1,638 820 1263 73,2 macellazione dei soggetti è di 598 kg che rientra ancora nei canoni di uniformità richiesti dal mercato; l’età media dei soggetti è, invece, piuttosto alta arrivando a quasi 18 mesi. Torna forse utile sottolineare che uno degli obiettivi della selezione genetica della Piemontese è la precocità intesa come sviluppo delle masse muscolari (circa 550 kg) e raggiungimento della conformazione da macello in tempi brevi (circa 15-16 mesi). A questo proposito riportiamo i dati del Centro Genetico dell’Anaborapi (tabella 2) dove vengono allevati fino ad 11 mesi di età i vitelli che diventeranno i futuri riproduttori per la F.A. A questi vitelli viene somministrata una razione un po’ diversa rispetto a quella di un normale ingrasso aziendale in quanto l’obiettivo del Centro Genetico non è quello di produrre animali da macello bensì da riproduzione e quindi è bene che non siano ingrassati eccessivamente. Nonostante la razione meno “spinta” l’IGM del Centro Genetico è superiore a quello riscontrato in popolazione e riportato in tabella 1. Ciò va a riprova del fatto che la Piemontese ha delle potenzialità le quali possono essere valorizzate migliorando le condizioni aziendali, velo- 7
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