Armi e Tiro (08/2013) - Bignami
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La copia “trainer” della Military & police, realizzata<br />
in collaborazione con Umarex-Walther, vanta<br />
costruzione curata e ottimo equilibrio: il percussore<br />
lanciato è stato sostituito con il cane interno,<br />
identica la disposizione delle sicure. Stabile al tiro,<br />
consente brucianti sequenze di tiro<br />
Testo e foto di Alain Della Savia<br />
Adesso possiamo dirlo: era ora! Finalmente<br />
la Smith & Wesson ha nel proprio catalogo<br />
una semiautomatica in calibro .22 lr in grado<br />
di competere in qualità e prezzo con le<br />
concorrenti. Anzi, il risultato del nostro test ha<br />
messo in luce affidabilità e controllo superiori alla<br />
media. È dai tempi del modello 41, uscito per la<br />
prima volta nel 1957 dagli stabilimenti di<br />
Springfield, che S&W non si fa notare nel campo<br />
delle semiauto in piccolo calibro, periodo in cui il<br />
polimero era ancora fantascienza. La serie 2206,<br />
prodotta all’inizio degli anni Novanta, non ha dato<br />
i risultati sperati, soprattutto in termini di affidabilità<br />
e nemmeno il successivo 22A ha raggiunto la<br />
notorietà del primo modello 41, ancora in produzione.<br />
Da sempre regina nel mondo dei revolver,<br />
ha riscosso il primo vero successo tra le semiautomatiche<br />
a percussione centrale con la M&P-9. La<br />
strada percorsa è quella giusta e allora perché non<br />
fare una versione in calibro .22 lr con le stesse<br />
caratteristiche della più potente? Per realizzare<br />
questo progetto, S&W si è avvalsa della collaborazione<br />
del colosso tedesco Umarex-Walther che,<br />
su licenza americana, ha prodotto negli stabilimenti<br />
di Ulm questo modello dalle finiture notevoli. I<br />
refrattari del polimero non potranno più dire che<br />
non c’è confronto con le pistole d’acciaio, perché<br />
rimarranno sorpresi dalla controllabilità di questa<br />
leggera .22 long rifle. Merito quindi a entrambe le<br />
aziende di aver creato, con questa unione di forze,<br />
una semiautomatica in grado di entrare in una fetta<br />
di mercato difficile, ma molto ricercata.<br />
In questo settore infatti si trovano da un lato pistole<br />
per tiro agonistico, a volte delicatissime e costose,<br />
mentre dall’altro tengono ancora testa alta le<br />
vecchie e gloriose Beretta 76. In mezzo ci sono<br />
tante pistole come Ruger, difficili da smontare,<br />
Browning, con qualche difetto di tenuta nel tempo,<br />
Walther e Sig, ostiche con gran parte delle munizioni<br />
subsoniche, Hammerli e Tanfoglio con caricatori<br />
di plastica che si usurano facilmente, eccetera.<br />
Non è facile tenere un prezzo basso per un<br />
cliente che vuole spendere poco puntando a una<br />
calibro .22 long rifle affidabile non da gara, che<br />
offra anche una certa garanzia di durata.<br />
OTTimA erg OnOmiA<br />
L’impugnatura non ha i dorsalini intercambiabili<br />
proposti dalla M&P-9 ma offre un’ergonomia eccezionale,<br />
con uno spessore di fusto di soli 26 mm.<br />
La scelta del caricatore in acciaio inox con elevatore<br />
in nylon è azzeccata: inutile fare una pistola<br />
eccezionale e caricatori scadenti; quest’ultimi contribuiscono<br />
ampiamente alla resistenza e affidabilità<br />
nel tempo e ne abbiamo le prove inconfutabili<br />
lavorando in un poligono che consuma letteralmente<br />
le povere armi in .22 lr con un impiego di oltre<br />
300.000 cartucce annue a percussione anulare. Il<br />
caricatore ha un bel pad di plastica che si integra<br />
bene nel fusto e contiene 12 colpi, tutti facilmente<br />
inseribili, senza sforzo nemmeno per gli ultimi,<br />
grazie al bottone di carico della molla posto sul<br />
lato sinistro. Come è noto, della M&P esiste una<br />
8/<strong>2013</strong> ARMI E TIRO<br />
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