Argingrosso off limits al calar del sole - Il Reporter
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8 Febbraio 2010 Isolotto • Legnaia • S<strong>off</strong>iano<br />
MESTIERI DI OGGI E DI IERI. Armati di ago e filo e “aiutati” d<strong>al</strong> periodo, i sarti <strong>del</strong> Q4 resistono<br />
Quelle botteghe dove si “ricuce” la crisi<br />
In tempi di austerity come quelli attu<strong>al</strong>i, <strong>al</strong>l’abito su misura<br />
in molti preferiscono tenere in vita i vestiti che hanno. Così,<br />
le attività sopravvivono grazie a rammendi e aggiustamenti<br />
Michele Fioraso<br />
Armati di ago e filo e<br />
aiutati d<strong>al</strong>la crisi, i sarti<br />
<strong>del</strong> quartiere resistono.<br />
Tra Isolotto e Legnaia<br />
sono rimaste poche botteghe, che<br />
per lo più sopravvivono grazie a<br />
rammendi e aggiustamenti di capi<br />
di abbigliamento: in tempi di au-<br />
Elena Guidotti di “Ago e filo”<br />
sterity come quelli attu<strong>al</strong>i, <strong>al</strong>l’abito<br />
su misura si preferisce tenere in<br />
vita i vestiti che si hanno. Da poco<br />
più di un anno, in via Torcicoda,<br />
cuore <strong>del</strong>l’Isolotto, ha aperto bottega<br />
il 55enne rumeno Vasile Sac<strong>al</strong>eanu.<br />
In un it<strong>al</strong>iano semplice<br />
racconta la sua storia: “Ho fatto<br />
sempre questo lavoro, da 40 anni -<br />
dice - ho iniziato frequentando la<br />
scuola profession<strong>al</strong>e quando ero<br />
quindicenne, in Romania”. Vasile<br />
vive in It<strong>al</strong>ia da quattro anni e<br />
mezzo: dopo sei mesi a Torino, è<br />
venuto a Firenze e per due anni<br />
ha lavorato a casa cucendo orli e<br />
maniche per i negozi <strong>del</strong> centro.<br />
Poi la decisione di mettersi in<br />
proprio: “Faccio tutto – dice con<br />
orgoglio – misure e sartoria uomo<br />
e donna, lavoro e riparo pelle e<br />
pellicceria”. Per re<strong>al</strong>izzare un abito<br />
su misura, con st<strong>off</strong>a portata d<strong>al</strong><br />
cliente, Sac<strong>al</strong>eanu fa pagare 600<br />
euro: “Ma con la crisi non li chiede<br />
nessuno – racconta – la gente<br />
preferisce riparare i vestiti che<br />
ha”. Ugu<strong>al</strong>mente esperta in tutte<br />
le possibili branche <strong>del</strong>l’arte sartori<strong>al</strong>e<br />
è la p<strong>al</strong>ermitana Giovanna<br />
di Maggio, che da 25 anni lavora<br />
nella sua bottega di via <strong>del</strong> Bronzino,<br />
ma che vanta ben 40 anni di<br />
esperienza: messa a bottega in una<br />
sartoria quando aveva 12 anni, ha<br />
imparato tutti i segreti <strong>del</strong> mestiere.<br />
“Spesso ho copiato abiti di <strong>al</strong>ta<br />
moda per certi clienti – ricorda –<br />
Vasile Sac<strong>al</strong>eanu<br />
ma adesso la gente cerca meno la<br />
qu<strong>al</strong>ità: tutti comprano ai centri<br />
commerci<strong>al</strong>i o dai cinesi”. Infatti<br />
si tira avanti con le riparazioni:<br />
“La vendita è ferma e su misura<br />
non chiedono più nulla”. Ma la signora<br />
di Maggio è contenta così:<br />
“Da bambina sognavo di lavorare<br />
nella moda, ma a quella carriera ti<br />
devi dedicare completamente, ci<br />
vogliono tempo e sacrifici – racconta<br />
– io ho preferito un lavoro<br />
tranquillo e una famiglia”. Ed è<br />
una questione di famiglia anche<br />
la storia di “Ago e filo” in via Pisana,<br />
che d<strong>al</strong> 1986 è speci<strong>al</strong>izzato<br />
in riparazioni e rimessa a mo<strong>del</strong>lo<br />
di capi d’abbigliamento: d<strong>al</strong> 2004<br />
Fiorella Guidotti ha ceduto le redini<br />
<strong>al</strong>la figlia Elena, che si divide<br />
il lavoro con due dipendenti. “Non<br />
facciamo faville, abbiamo avuto<br />
momenti migliori – dice Elena<br />
– ma per noi rimane importante<br />
<strong>off</strong>rire un buon servizio: di questi<br />
tempi il cliente arriva da tutta la<br />
città ed è attento”. Cioè “si informa,<br />
chiede se v<strong>al</strong>e la pena di riparare,<br />
ascolta il consiglio”. Mentre<br />
la madre ha iniziato con una scuola<br />
di sartoria, Elena è “cresciuta in<br />
casa” e ha “deciso da sola di portare<br />
avanti” la bottega materna. E<br />
il lavoro non manca.<br />
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