Argingrosso off limits al calar del sole - Il Reporter
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4 Febbraio 2010 Isolotto • Legnaia • S<strong>off</strong>iano<br />
L’INCHIESTA. In costante aumento la presenza di cittadini immigrati nella circoscrizione<br />
<strong>Il</strong> giro <strong>del</strong> mondo in un quartiere<br />
<strong>Il</strong> 4 diventa sempre più multietnico<br />
Ann<strong>al</strong>isa Cecionesi<br />
<strong>Il</strong> quartiere 4 diventa sempre più multietnico, e<br />
così accanto <strong>al</strong>la famiglia Rossi ecco spuntare<br />
i signori Ibro e Garcia. La circoscrizione non è<br />
tra le zone di Firenze più popolate di cittadini<br />
stranieri, ma la loro presenza è in costante aumento.<br />
Se nel 2005 non arrivavano <strong>al</strong> 6% dei residenti,<br />
oggi stanno per raggiungere il 10%. Sono infatti più<br />
di 6mila, secondo quanto riferiscono i dati <strong>del</strong>l’Ufficio<br />
comun<strong>al</strong>e di Statistica, aggiornati <strong>al</strong> 31 dicembre<br />
2009. Al primo posto svettano i rumeni, con oltre<br />
mille presenze, seguiti da <strong>al</strong>banesi e peruviani. Ma è<br />
soprattutto la grande varietà di etnie a farla da padrona<br />
<strong>al</strong>l’Isolotto e dintorni. Le provenienze fanno il giro<br />
<strong>del</strong> mondo: d<strong>al</strong>la Moldavia <strong>al</strong> Brasile, d<strong>al</strong> Seneg<strong>al</strong><br />
<strong>al</strong>l’India, d<strong>al</strong>l’Ucraina <strong>al</strong>lo Sri Lanka. Una vivacità<br />
etnica evidenziata anche d<strong>al</strong>le associazioni straniere<br />
presenti nel quartiere. Ha sede in via Lega l’Associazione<br />
capoverdiana, in via <strong>del</strong>l’<strong>Argingrosso</strong> la comunità<br />
seneg<strong>al</strong>ese, in via Starnina l’associazione giapponese<br />
“Lailac”, mentre in via Pisana sono di stanza<br />
l’Associazione nazion<strong>al</strong>e It<strong>al</strong>o-Filippina “Giustizia e<br />
Diritto” e la comunità <strong>del</strong> Bangladesh. Se le etnie più<br />
frammentate e ben inserite nel contesto soci<strong>al</strong>e non<br />
destano preoccupazioni, diverso è il discorso per la<br />
comunità rom che risiede <strong>al</strong> campo <strong>del</strong> Poderaccio.<br />
L’isolamento prodotto da quello che appare come un<br />
ghetto suscita molte perplessità. Una situazione che<br />
gli stessi abitanti <strong>del</strong> campo vorrebbero superare. La<br />
permanenza nell’insediamento impone infatti regole<br />
comunitarie molto rigide. “Per chi vi abita – spiega<br />
Giuseppina Baffè, responsabile <strong>del</strong>l’Ufficio immigrati<br />
<strong>del</strong> Q4 – è un vero disagio psico-fisico. Basta<br />
L’invadenza commerci<strong>al</strong>e<br />
straniera non è ancora molto<br />
marcata, tranne negozi cinesi<br />
pensare <strong>al</strong>le donne, soprattutto quelle sposate, obbligate<br />
a coprirsi d<strong>al</strong>la testa ai piedi. Quando escono d<strong>al</strong><br />
campo sono <strong>al</strong>tre persone”. Oltre <strong>al</strong> disagio, ci sono<br />
esigenze di risparmio. Se <strong>al</strong> Poderaccio l’affitto ha<br />
un costo simbolico di 10 euro <strong>al</strong> mese, ben più s<strong>al</strong>ate<br />
sono le bollette <strong>del</strong>l’elettricità. L’abbandono <strong>del</strong> campo<br />
è però subordinato <strong>al</strong>l’accesso <strong>al</strong>le case popolari,<br />
le cui assegnazioni prevedono un tetto massimo di<br />
stranieri <strong>del</strong> 15%, oltre a regole d’ingresso piuttosto<br />
stringenti. Questo, assieme <strong>al</strong>l’<strong>off</strong>erta limitata di edilizia<br />
popolare, produce tempi biblici, con una media<br />
ENI HASA<br />
Studentessa, 17 anni<br />
OLOKSANDR HAYDUK<br />
Studente, 17 anni<br />
ANGELA LOZANO<br />
Operaia, 29 anni<br />
“D<strong>al</strong>l’Albania<br />
a qui senza<br />
grosse difficoltà”<br />
“In classe<br />
6 stranieri: è<br />
la norm<strong>al</strong>ità”<br />
“Ho messo su<br />
famiglia con<br />
un it<strong>al</strong>iano”<br />
“Sono di origine <strong>al</strong>banese ma abito qui da sette anni<br />
e non ho mai avuto grosse difficoltà. A volte capita di<br />
ricevere qu<strong>al</strong>che parola <strong>off</strong>ensiva, ma basta rispondere<br />
facendo capire che si tratta di un comportamento stupido.<br />
E’ più difficile per chi invece è solo e non conosce<br />
la lingua”<br />
“Vivo qui da tre anni ma non sono mai stato vittima di<br />
episodi di discriminazione per il fatto di essere ucraino.<br />
Sono ben integrato e ho la mia cerchia di amici misti,<br />
sia it<strong>al</strong>iani che stranieri, non fa differenza. Nella mia<br />
classe siamo in sei a non avere origini it<strong>al</strong>iane, è la norm<strong>al</strong>ità”<br />
“Io sono arrivata qui d<strong>al</strong> Perù sette anni fa. Mi sono<br />
inserita facilmente: ho trovato lavoro, ho messo su famiglia<br />
con un it<strong>al</strong>iano e quasi tutti i miei amici sono di<br />
qui. Penso che l’educazione conti più <strong>del</strong>la nazion<strong>al</strong>ità<br />
d’origine. Se una persona si dimostra affidabile, gli <strong>al</strong>tri<br />
lo saranno con lei”<br />
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