Argingrosso off limits al calar del sole - Il Reporter
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il giorn<strong>al</strong>e <strong>del</strong> tuo quartiere<br />
IL CASO. I cittadini denunciano una situazione di disagio che va avanti da anni<br />
3<br />
Parco <strong>del</strong>l’<strong>Argingrosso</strong>, ma la notte no<br />
<strong>Il</strong> parco <strong>del</strong>l’<strong>Argingrosso</strong> <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tezza <strong>del</strong> viadotto <strong>del</strong>l’Indiano<br />
In passato l’area è stata riqu<strong>al</strong>ificata, ma <strong>al</strong>cuni problemi restano,<br />
soprattutto dopo il c<strong>al</strong>ar <strong>del</strong> <strong>sole</strong>. “La sera questa zona è<br />
<strong>off</strong> <strong>limits</strong>”, spiega un passante, riferendosi <strong>al</strong> continuo via vai<br />
di presenze ambigue poco lontano da orti soci<strong>al</strong>i e parco giochi<br />
Greta Braschi<br />
è<br />
una storia di lunga data quella dei traffici ambigui<br />
e <strong>del</strong> degrado <strong>al</strong> parco <strong>del</strong>l’<strong>Argingrosso</strong>.<br />
Una di quelle che, spesso, fanno <strong>al</strong>zare le<br />
sp<strong>al</strong>le con rassegnazione quando se ne sente<br />
parlare. La zona, va detto, rispetto a un decennio fa è<br />
irriconoscibile. La bonifica <strong>del</strong> parco e la sua riqu<strong>al</strong>ificazione<br />
hanno donato <strong>al</strong>la città un polmone verde di tutto<br />
rispetto. I prati ben tenuti, l’area giochi per bambini, la<br />
presenza degli orti soci<strong>al</strong>i, di un centro equestre e, poco<br />
distante, <strong>del</strong> golf club hanno riavvicinato i cittadini a un<br />
luogo prima di <strong>al</strong>lora abbandonato e dominato d<strong>al</strong>l’incuria.<br />
Ma i problemi non sono scomparsi <strong>del</strong> tutto, e il<br />
parco nasconde un volto “noir”. Poco lontano dagli orti<br />
e d<strong>al</strong> parco giochi, un andirivieni di presenze ambigue<br />
domina via <strong>del</strong>l’Isolotto, in particolare la zona <strong>al</strong> di<br />
sotto <strong>del</strong> Ponte <strong>al</strong>l’Indiano. I cittadini denunciano una<br />
situazione di disagio che va avanti da anni. “Veniamo<br />
qui quasi quotidianamente per portare a spasso il cane<br />
– racconta una coppia <strong>del</strong>l’Isolotto – e ogni volta vediamo<br />
strani traffici di persone che hanno tutta l’aria di<br />
essere giri di spaccio”. Al c<strong>al</strong>are <strong>del</strong> <strong>sole</strong> il parco si svuota.<br />
Non è un posto indicato per prendere il fresco nelle<br />
sere d’estate, così come per fare jogging <strong>al</strong> tramonto.<br />
“La sera questa zona è <strong>off</strong> <strong>limits</strong> – spiega Giovanni, che<br />
è solito frequentare il parco – più di una volta mi sono<br />
trovato di fronte uomini intenti a compiere atti inequivocabili<br />
sul cofano di una macchina”. I racconti dei passanti<br />
parlano in prev<strong>al</strong>enza di incontri “ravvicinati” tra<br />
uomini. “Queste cose – racconta Stefania – succedono<br />
anche durante il giorno, non sono una prerogativa notturna”.<br />
Stando a quanto dicono i frequentatori <strong>del</strong> parco,<br />
in passato vagheggiava persino lo spettro <strong>del</strong>la prostituzione<br />
minorile. A confermarlo è lo stesso Franco Trab<strong>al</strong>lesi,<br />
vicepresidente <strong>del</strong> Quartiere 4. “La situazione<br />
però è migliorata negli ultimi anni – precisa Trab<strong>al</strong>lesi<br />
– abbiamo cercato di circoscrivere il problema, sebbene<br />
sia difficilmente risolvibile, dato l’isolamento <strong>del</strong> parco<br />
e la sua dispersione, accentuata d<strong>al</strong>la passerella di collegamento<br />
tra le due sponde <strong>del</strong>l’Arno”. La collocazione<br />
di una sbarra, nel punto in cui via <strong>del</strong>l’Isolotto incontra<br />
via <strong>del</strong>le I<strong>sole</strong>, ha permesso di evitare il via vai di automobili.<br />
Ma i brutti giri continuano, indisturbati d<strong>al</strong> passaggio<br />
di ciclisti e motorini. “Forse un bar o un chiosco<br />
potrebbero fare da deterrente”, propone un passante. A<br />
guastare il panorama contribuisce la baraccopoli abusiva<br />
che si affaccia su via <strong>del</strong>le I<strong>sole</strong>, <strong>al</strong> di là degli orti<br />
soci<strong>al</strong>i. Baracche sgangherate, orti abusivi, pollai, cani.<br />
Tra queste catapecchie sorgeva anche un <strong>al</strong>levamento di<br />
cani abusivo, poi trasformato nel “Caniglio”. Qu<strong>al</strong>che<br />
anno fa, per eliminare gli abusi è intervenuto il Q4, con<br />
la collaborazione <strong>del</strong>la polizia. <strong>Il</strong> problema <strong>del</strong>le discariche<br />
abusive è stato risolto, ma resta quello <strong>del</strong> cattivo<br />
I brutti giri continuano.<br />
Forse un bar o un chiosco<br />
potrebbero fare da deterrente<br />
stato dei manufatti. “Le sistemazioni – spiega Trab<strong>al</strong>lesi<br />
- sono molto ingarbugliate, è difficile stabilire chi ha<br />
preso possesso degli appezzamenti di terra, il che complica<br />
le operazioni di sgombero da parte <strong>del</strong> proprietario<br />
<strong>del</strong> terreno”. Un aiuto potrebbe però giungere d<strong>al</strong>la<br />
re<strong>al</strong>izzazione <strong>del</strong> progetto di Publiacqua, un sistema di<br />
incan<strong>al</strong>amento <strong>del</strong>le acque di scarico collegato <strong>al</strong> depuratore<br />
di San Colombano. “L’ultimo tratto <strong>del</strong>le tubature<br />
– conclude Trab<strong>al</strong>lesi – verrà posto proprio nell’area<br />
dove è sorta la baraccopoli. Ci auspichiamo quindi che<br />
l’avvio dei lavori possa portare <strong>al</strong>lo smantellamento <strong>del</strong>le<br />
baracche”.<br />
IL “CANIGLIO”. Nato <strong>al</strong> posto di un <strong>al</strong>levamento abusivo<br />
Un canile “speci<strong>al</strong>e”<br />
<strong>al</strong>l’ombra <strong>del</strong> viadotto<br />
A scoprirlo sono<br />
stati due giovani:<br />
ci siamo trovati<br />
davanti a un orrore<br />
Mentre a Ugnano si lavora per<br />
costruire il nuovo canile comun<strong>al</strong>e,<br />
<strong>al</strong>l’<strong>Argingrosso</strong> esiste già<br />
un canile un po’ speci<strong>al</strong>e. E’ il “Caniglio”,<br />
nascosto d<strong>al</strong>le baracche,<br />
<strong>al</strong>l’ombra <strong>del</strong> Ponte <strong>al</strong>l’Indiano. E’<br />
nato quattro anni fa <strong>al</strong> posto di un<br />
<strong>al</strong>levamento abusivo di cani da caccia.<br />
A scoprirlo sono stati Claudia e<br />
Domenico, colpiti d<strong>al</strong>la vista di una<br />
baraccopoli piena di cani <strong>al</strong> di sotto<br />
<strong>del</strong> viadotto. “Così siamo andati a<br />
vedere – racconta Claudia – e ci siamo<br />
trovati di fronte a un vero orrore:<br />
ottanta cani in condizioni igieniche<br />
spaventose, molti dei qu<strong>al</strong>i seriamente<br />
m<strong>al</strong>ati, <strong>al</strong>tri già morti. Per<br />
essere venduti venivano fatti accoppiare<br />
tra loro, dando <strong>al</strong>la luce cuccioli<br />
con gravi deficit fisici”. Questa<br />
giovane coppia ha scelto di non<br />
voltare lo sguardo, di rimboccarsi le<br />
maniche e di prendersi cura di questi<br />
anim<strong>al</strong>i. Ha ristrutturato l’ambiente,<br />
curato i cani, sterilizzato le<br />
femmine, dato in adozione molti<br />
anim<strong>al</strong>i, tra cui <strong>al</strong>cuni conigli e <strong>del</strong>le<br />
cavie. Oggi restano 23 cani, <strong>al</strong>cuni<br />
dei qu<strong>al</strong>i compromessi psicologicamente<br />
da anni di incuria e m<strong>al</strong>trattamenti.<br />
Claudia e Domenico hanno<br />
fatto sempre tutto con le proprie<br />
mani (e con le proprie tasche), grazie<br />
<strong>al</strong>l’aiuto di <strong>al</strong>cuni volontari. Al<br />
canile mancano l’acqua e l’elettricità,<br />
e ogni giorno spuntano nuove<br />
spese veterinarie. Ma il vero problema<br />
fino a ieri era trovare una nuova<br />
collocazione. <strong>Il</strong> canile sorge infatti<br />
su un terreno occupato abusivamente.<br />
Claudia e Domenico hanno così<br />
chiesto aiuto <strong>al</strong>le autorità comun<strong>al</strong>i.<br />
Dopo un’attesa s<strong>off</strong>erta, ecco arrivare<br />
la buona notizia: il via libera<br />
per la costruzione <strong>del</strong> nuovo canile<br />
nei pressi <strong>del</strong>l’Accademia Cinofila<br />
situata <strong>al</strong> Poderaccio. Servono i permessi,<br />
perché tutto sia in regola, e<br />
25mila euro per le casette, le tettoie,<br />
le recinzioni, i lavori e tutto ciò che<br />
serve per poter ricostruire il Caniglio.<br />
I volontari, il cui unico scopo<br />
è quello di dare una vita dignitosa<br />
ai cani rimasti, senza accettarne di<br />
nuovi, ce la stanno mettendo tutta<br />
per raccogliere fondi e materi<strong>al</strong>e.<br />
Hanno dato vita a un blog (www.<br />
caniglio.blogspot.com), ideato la<br />
“lista nozze” per contribuire attraverso<br />
apposite quote <strong>al</strong> nuovo canile,<br />
l’adozione a distanza e la rottamazione<br />
di vecchie coperte. “Forse<br />
inizi<strong>al</strong>mente abbiamo sottov<strong>al</strong>utato<br />
il problema – spiega Claudia - pensando<br />
di riuscire a dare in adozione<br />
tutti gli anim<strong>al</strong>i nel giro di pochi<br />
anni, anche con la collaborazione<br />
<strong>del</strong>le istituzioni. E’ stato più difficile<br />
<strong>del</strong> previsto, ma adesso siamo felicissimi<br />
per poter dare a questi cani<br />
una casa dignitosa”. /A.C.