Medicina Preventiva Riabilitativa e Sociale Prof. Fabrizio Iecher ...
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e) Sono previste apposite forme di tutela nei confronti delle persone affette da cecità totale o parziale e da sordomutismo. f) Altri benefici Sono, altresì, previsti altre forme di provvidenza in favore degli invalidi, come, ad esempio, le cure fisioterapiche e riabilitative (se riconducibili all’infermità invalidante riconosciuta), le cure termali, le agevolazioni per disabili non deambulanti erogati dalle Ferrovie dello Stato (posti riservati, agevolazioni nella prenotazione, …), agevolazioni per la tessera dei mezzi pubblici, trasporto scolastico gratuito, esenzione dalle tasse scolastiche (per invalidi con invalidità maggiore del 66%), elevazione del limite massimo per l’accesso ai pubblici concorsi, concessione di indulto (sconto di pena pari a 3 anni per i soggetti con invalidità permanente di almeno al 71%), contrassegno speciale per il parcheggio, abbattimento delle barriere architettoniche. g) collocamento al lavoro Infine, in attuazione dei precetti costituzionali di cui agli artt. 35, commi 1 e 2 (“La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori…”) e 38, comma 3 (“Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale”), è prevista dalla legge 68/1999 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili) una particolare disciplina per l’avviamento al lavoro per coloro che presentano un certo grado di invalidità. In particolare, il “collocamento mirato” è un metodo di avviamento al lavoro dei disabili che, partendo dalla valutazione delle capacità residue, progetta un percorso personalizzato e predispone gli strumenti per acquisire la formazione professionale che permetta di giungere a un inserimento lavorativo. Ciò impone ai datori di lavoro, sia pubblici che privati, esercenti qualsiasi attività, che abbiano alle loro dipendenze più di 15 operai o impiegati di assumere una certa percentuale di invalidi (c.d. “quota di riserva”) La legge quadro sull’handicap In taluni casi, l’invalidità può tradursi in una condizione di handicap. Secondo la definizione che ne viene data dalla legge n. 104 del 5 febbraio 1992, “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”, la persona handicappata è chi presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione 74
Pertanto, l’ordinamento offre a tali soggetti in difficoltà mezzi, servizi, sussidi e personale tecnico al fine di agevolare il raggiungimento di una condizione di libertà personale ed un’effettiva integrazione della persona con handicap nel tessuto sociale e nel mondo del lavoro. La normativa che ha consentito un riordino dell’intera materia è la già citata legge 104 del 1992: di particolare rilevanza è la previsione che, a differenza dei benefici in materia di invalidità, le garanzie previste dal legislatore in favore del persone con handicap siano estese anche agli stranieri ed agli apolidi residenti, domiciliati o aventi stabile dimora nel territorio italiano. Al fine di ottenere i benefici previsti, è previsto l’accertamento dello stato di handicap che viene effettuato, previa domanda dell’interessato, dalla Commissione medica della ASL che è composta oltre che da personale medico, anche da un operatore sociale (psicologo, sociologo o assistente sociale), il cui compito è quello di analizzare il quadro di riferimento socio-culturale. La valutazione dell’handicap non è commisurata a tabelle, come avviene per l’invalidità, in quanto nel caso dell’handicap è necessario valutare la natura e l’entità dello svantaggio sociale al fine di suggerire gli interventi necessari per eliminarlo. Le principali prestazioni assistenziali cui ha diritto il portatore di handicap sono: il diritto all’integrazione scolastica e lavorativa; il diritto alla piena integrazione nella vita sociale; il diritto ad avere un aiuto personale per lo svolgimento delle attività quotidiane se non autosufficiente; il diritto a risiedere in particolari comunità-alloggio e centri sociali riabilitativi; diritto all’assistenza specialistica, il diritto alla riserva di alloggi da parte dei Comuni; il diritto di ottenere dal Comune appositi spazi per parcheggiare la propria auto o permessi speciali per accedere in zone a traffico limitato; diritto di portare in detrazione dal reddito complessivo le spese mediche e di assistenza. Da ultimo, il codice penale prevede sanzioni più severe nel caso di delitti riguardanti la libertà sessuale che siano commessi nei confronti dei soggetti portatori di handicap. La valutazione penalistica dei “falsi invalidi civili” Nel corso degli anni, anche a causa di una certa elasticità delle norme che regolano la materia dell’invalidità civile, che lascia un ampio margine di discrezionalità al valutatore, si sono verificate delle “storture valutative” che hanno dato origine ad un fenomeno, oggi ridimensionato, dei c.d. falsi invalidi. Tale fenomeno è stato oggetto di numerose indagini giudiziarie e processi penali, nonché oggetto di studio da parte di un’apposita Commissione ministeriale. Tale fenomeno, oltre a destare allarme nell’opinione pubblica, ha prodotto gravi conseguenze economiche e sociali, tra cui l’avviamento al lavoro di un gran numero di disoccupati spesso affetti 75
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Pertanto, l’ordinamento offre a tali soggetti in difficoltà mezzi, servizi, sussidi e personale tecnico<br />
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integrazione della persona con handicap nel tessuto sociale e nel mondo del lavoro.<br />
La normativa che ha consentito un riordino dell’intera materia è la già citata legge 104 del 1992: di<br />
particolare rilevanza è la previsione che, a differenza dei benefici in materia di invalidità, le<br />
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Al fine di ottenere i benefici previsti, è previsto l’accertamento dello stato di handicap che viene<br />
effettuato, previa domanda dell’interessato, dalla Commissione medica della ASL che è composta<br />
oltre che da personale medico, anche da un operatore sociale (psicologo, sociologo o assistente<br />
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La valutazione dell’handicap non è commisurata a tabelle, come avviene per l’invalidità, in quanto<br />
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Le principali prestazioni assistenziali cui ha diritto il portatore di handicap sono: il diritto<br />
all’integrazione scolastica e lavorativa; il diritto alla piena integrazione nella vita sociale; il diritto<br />
ad avere un aiuto personale per lo svolgimento delle attività quotidiane se non autosufficiente; il<br />
diritto a risiedere in particolari comunità-alloggio e centri sociali riabilitativi; diritto all’assistenza<br />
specialistica, il diritto alla riserva di alloggi da parte dei Comuni; il diritto di ottenere dal Comune<br />
appositi spazi per parcheggiare la propria auto o permessi speciali per accedere in zone a traffico<br />
limitato; diritto di portare in detrazione dal reddito complessivo le spese mediche e di assistenza.<br />
Da ultimo, il codice penale prevede sanzioni più severe nel caso di delitti riguardanti la libertà<br />
sessuale che siano commessi nei confronti dei soggetti portatori di handicap.<br />
La valutazione penalistica dei “falsi invalidi civili”<br />
Nel corso degli anni, anche a causa di una certa elasticità delle norme che regolano la materia<br />
dell’invalidità civile, che lascia un ampio margine di discrezionalità al valutatore, si sono verificate<br />
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falsi invalidi. Tale fenomeno è stato oggetto di numerose indagini giudiziarie e processi penali,<br />
nonché oggetto di studio da parte di un’apposita Commissione ministeriale.<br />
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