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Medicina Preventiva Riabilitativa e Sociale Prof. Fabrizio Iecher ...

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Alcolisti Anonimi è una associazione di volontariato nata nel 1935 ad Akron negli Stati Uniti<br />

dall'incontro di Bill Willson, un alcolista divenuto astinente, con Bob Smith, alcolista inveterato a<br />

cui il primo offrì un aiuto. Si resero conto che il legame che si instaurava tra un alcolista astinente e<br />

i bevitori, attraverso la condivisione dell’esperienza, rappresentava un valido aiuto per rimanere<br />

sobri. Dopo qualche anno gli AA dagli Stati Uniti si diffusero in tutto il mondo. In Italia il primo<br />

gruppo si costituì nel 1972, ed oggi i gruppi sono circa 450. Secondo gli AA l’alcolismo è una<br />

malattia incurabile, il suo decorso può, infatti, essere arrestato ma non risolto. All’interno<br />

dell’organismo dell’alcolista l’alcol fa scattare una compulsione sia fisica che psichica<br />

caratterizzata dall’”ossessione” del bere, per cui ad un primo bicchiere ne seguiranno certamente<br />

altri fino alla perdita completa del controllo. I problemi vengono affrontati attraverso un gruppo<br />

auto-gestito che organizza riunioni con frequenza libera, dove ci si scambia esperienze e si mette in<br />

pratica il programma di recupero, noto col nome di “metodo dei dodici passi” ovvero le tappe<br />

fondamentali verso la sobrietà. Per essere membri degli AA l’unica condizione richiesta è il<br />

desiderio di smettere di bere. Non ci sono altre restrizioni di nessun tipo, né sociali, né di “razza” o<br />

sessuali o religiose. L’organizzazione è fondamentalmente un gruppo di autosostegno, né politico e<br />

né religioso. Come dice il nome stesso l'associazione garantisce l'anonimato, perciò in caso lo si<br />

voglia si può evitare di rivelare la propria identità. L’esperienza dei gruppi AA ha portato negli anni<br />

alla nascita di un’altra associazione per i familiari e gli amici degli alcolisti, gruppi di persone<br />

accomunate non dalla dipendenza dall’alcol ma dai continui tentativi o dall’ossessione di<br />

controllare il comportamento alcolico del proprio familiare o amico/a; essi trovano attraverso<br />

l’associazione denominata Al-Anon/Alateen la possibilità di condividere le proprie esperienze e<br />

sofferenze, nonchè il sostegno, la forza e la speranza necessari ad affrontare un’esistenza divenuta<br />

insopportabile a causa del bere di una persona cara, indipendentemente dal fatto che quest’ultima<br />

frequenti gli AA o abbia o meno intrapreso un qualsivoglia trattamento terapeutico. Durante la<br />

frequentazioni di questi gruppi ai partecipanti viene suggerita una maggiore attenzione verso se<br />

stessi che abbia come conseguenza il minore investimento affettivo verso l’alcolista. In tal modo<br />

l’alcolista potrà essere indirettamente influenzato dal comportamento del familiare divenuto meno<br />

reattivo o conflittuale nei confronti del bere. In alcuni ospedali l’amministrazione sanitaria crea le<br />

condizioni affinché i degenti affetti da alcolismo possano incontrare i membri di AA, anche<br />

attraverso riunioni aperte al personale sanitario, creando il giusto aggancio che permetterà ai<br />

pazienti, una volta dimessi, di continuare la frequentazione dei gruppi. Anche i servizi territoriali<br />

inviano ad AA pazienti che essi continuano comunque a seguire, a volte invitando gli stessi membri<br />

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