Medicina Preventiva Riabilitativa e Sociale Prof. Fabrizio Iecher ...

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15.11.2014 Views

del settore socio-sanitario, la sospensione del consumo di bevande alcoliche durante la gravidanza (cfr Ceccanti M., Spagnolo P. A., Calducci G., 2007) 5 Trattamenti e Cura 5.1 L’evoluzione del concetto di alcolismo Sin dagli albori delle sue origini l’uomo si è sforzato sempre di capire e controllare il proprio comportamento e quello degli altri: prescrisse regole e sistemi di valori in base ai quali si comportava nella società, spiegò i fenomeni circostanti in modo a lui accessibile. Inizialmente ogni aspetto o fenomeno della vita a lui sconosciuto, così come ogni incognita nel comportamento, veniva spiegata attraverso forze o modelli soprannaturali, sostituiti successivamente con modelli moralistici, medici, ecc. Il più vecchio modello, quello ancora profondamente radicato nella società, che ha regolato per lungo tempo il consumo di alcol e i comportamenti ad esso legati, è stato quello moralistico. All’inizio, infatti, i problemi alcolcorrelati erano noti come problemi morali, una debolezza di carattere, un vizio, una perversione. Secondo il modello moralistico ogni consumo di alcol al di fuori di quelle che sono le norme del “bere accettabile socialmente” è da considerarsi infatti una deviazione, un fatto proibito e le persone che bevono non rispettando tali norme socialmente condivise sono sottoposte a sanzioni sociali. In queste persone nasce così un sentimento di colpa che le porta a logorarsi nel disperato tentativo di nascondere il fatto che bevono più del “normale”accettabile; si innesca così un circolo vizioso che porta queste persone a persistere nel bere nonostante le sanzioni; per questo modello non esistono cure se non l’astinenza. L’evoluzione sociale e lo sviluppo di alcuni rami scientifici della medicina hanno portato alla creazione di altri modelli come quelli medici che trattano l’alcolismo come malattia e i primi a difendere tale concetto furono gli Alcolisti Anonimi. Solamente dopo la seconda guerra mondiale il concetto di alcolismo venne gradualmente accettato come malattia grazie anche all’americano E.M. Jellinek che nel 1960 destò vivo interesse nel mondo scientifico internazionale con la pubblicazione del libro “The disease concept of alcoholism”(Jellinek E., 1960) in cui per la prima volta considerò l’alcolismo una malattia cronica scatenata da fattori predisponenti: costituzionali, psicologici e sociali. Il concetto medico dell’alcolismo mutò la relazione con l’alcolista e la sua famiglia, che in tal modo venivano accettati come gli altri malati; anche a loro si estese più o meno la protezione sociale e sanitaria. Tuttavia, se da una parte l’introduzione di tale concetto diede un grosso impulso allo sviluppo dell’alcologia nello stesso tempo, però, si rivelò uno ostacolo poichè medicalizzando e psichiatrizzando il problema dell’alcodipendenza si finiva per interessarsi solo delle sue 52

complicanze somatiche e psichiatriche e non veniva offerta né al paziente né alla sua famiglia una terapia efficace (cfr. Hudolin V., Corlito G., 1997). In Italia fino agli anni ’80 l’alcodipendenza era un problema fortemente sottovalutato se non addirittura negato. L’umile lavoro degli Alcolisti Anonimi (A.A.), la progressiva diffusione dei Club Alcolisti in Trattamento (CAT) a seguito del forte impulso di Vladimir Hudolin e della sua scuola, così come il lavoro di molte altre associazioni, ha consentito il varo della prima legge sull’alcol in Italia e la creazione di vari servizi pubblici, con la nascita, in particolare, di molte unità di algologia all’interno dei Ser.T (Servizi pubblici per le tossicodipendenze) o degli stessi reparti ospedalieri 18 . 5.2 Interventi terapeutici Nel trattare i problemi connessi all’uso di alcol è sempre opportuno distinguere tra comportamenti a rischio, problemi alcol-correlati e alcolismo in senso stretto. Nel primo caso prevalgono infatti interventi di informazione e prevenzione, improntati allo stile del counselling o del “brief intervention”, nel secondo a tali strumenti possono unirsi programmi di “riduzione del danno”, in particolare rivolte a specifiche tematiche, quali alcol e guida, alcol e lavoro, e via dicendo. Là dove invece si riscontra una situazione francamente patologica sono necessari strumenti terapeutici specifici che possono essere: terapia farmacologica (se e quando necessaria), psicoterapia, gruppi di auto-mutuo-aiuto. Nell’ambito dell’assistenza sanitaria primaria l’identificazione e l’intervento breve rappresentano un importante strumento per informare i pazienti sui rischi di un uso dannoso di alcol. L’individuazione dei soggetti che abusano di sostanze alcoliche è piuttosto difficile se non c’è ovviamente una valida collaborazione da parte dell’individuo e questo è ancor più vero nel caso degli alcolisti. Per questo motivo è necessario disporre di una metodologia diagnostica affidabile che permetta una diagnosi precoce di abuso e/o dipendenza da alcol e consenta una rapida e agevole identificazione delle patologie ad essa correlate. A livello europeo, sia l’Unione Europea, sia l’OMS hanno sottolineato, attraverso risoluzioni ufficiali adottate dagli Stati membri, la necessità di attività di promozione della salute per la popolazione generale e di prevenzione basata sulla diagnosi precoce di problemi alcolcorrelati indirizzate a quella categoria di individui definibili come “bevitori problematici”, soggetti non ancora dipendenti e che risultano suscettibili ad una riduzione delle abitudini di abuso a fronte di un breve colloquio (l’intervento breve) con il Medico di Medicina Generale ( MMG). Tale approccio è 18 http://www.gruppoabele.org 53

complicanze somatiche e psichiatriche e non veniva offerta né al paziente né alla sua famiglia una<br />

terapia efficace (cfr. Hudolin V., Corlito G., 1997).<br />

In Italia fino agli anni ’80 l’alcodipendenza era un problema fortemente sottovalutato se non<br />

addirittura negato. L’umile lavoro degli Alcolisti Anonimi (A.A.), la progressiva diffusione dei<br />

Club Alcolisti in Trattamento (CAT) a seguito del forte impulso di Vladimir Hudolin e della sua<br />

scuola, così come il lavoro di molte altre associazioni, ha consentito il varo della prima legge<br />

sull’alcol in Italia e la creazione di vari servizi pubblici, con la nascita, in particolare, di molte unità<br />

di algologia all’interno dei Ser.T (Servizi pubblici per le tossicodipendenze) o degli stessi reparti<br />

ospedalieri 18 .<br />

5.2 Interventi terapeutici<br />

Nel trattare i problemi connessi all’uso di alcol è sempre opportuno distinguere tra<br />

comportamenti a rischio, problemi alcol-correlati e alcolismo in senso stretto. Nel primo caso<br />

prevalgono infatti interventi di informazione e prevenzione, improntati allo stile del counselling o<br />

del “brief intervention”, nel secondo a tali strumenti possono unirsi programmi di “riduzione del<br />

danno”, in particolare rivolte a specifiche tematiche, quali alcol e guida, alcol e lavoro, e via<br />

dicendo. Là dove invece si riscontra una situazione francamente patologica sono necessari strumenti<br />

terapeutici specifici che possono essere: terapia farmacologica (se e quando necessaria),<br />

psicoterapia, gruppi di auto-mutuo-aiuto.<br />

Nell’ambito dell’assistenza sanitaria primaria l’identificazione e l’intervento breve rappresentano<br />

un importante strumento per informare i pazienti sui rischi di un uso dannoso di alcol.<br />

L’individuazione dei soggetti che abusano di sostanze alcoliche è piuttosto difficile se non c’è<br />

ovviamente una valida collaborazione da parte dell’individuo e questo è ancor più vero nel caso<br />

degli alcolisti. Per questo motivo è necessario disporre di una metodologia diagnostica affidabile<br />

che permetta una diagnosi precoce di abuso e/o dipendenza da alcol e consenta una rapida e agevole<br />

identificazione delle patologie ad essa correlate.<br />

A livello europeo, sia l’Unione Europea, sia l’OMS hanno sottolineato, attraverso risoluzioni<br />

ufficiali adottate dagli Stati membri, la necessità di attività di promozione della salute per la<br />

popolazione generale e di prevenzione basata sulla diagnosi precoce di problemi alcolcorrelati<br />

indirizzate a quella categoria di individui definibili come “bevitori problematici”, soggetti non<br />

ancora dipendenti e che risultano suscettibili ad una riduzione delle abitudini di abuso a fronte di un<br />

breve colloquio (l’intervento breve) con il Medico di <strong>Medicina</strong> Generale ( MMG). Tale approccio è<br />

18 http://www.gruppoabele.org<br />

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