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Medicina Preventiva Riabilitativa e Sociale Prof. Fabrizio Iecher ...

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trasformazione sociale, o quando la “pressione” della produzione diventa eccessiva come accadde<br />

in Inghilterra nell’800 con la “epidemia del gin” e come forse sta accadendo attualmente con la<br />

globalizzazione dei consumi ed il cambiamento, specie tra i giovani, dei modelli del bere<br />

tradizionali (cfr Cibin M., 2000). D’altra parte le opportunità di consumo per i giovani sono<br />

aumentate sia in termini di prodotti (designer drinks, alcolpops, ready to drink) sia di opportunità<br />

(Happy Hour, Free Drink, Wine Bar, etc.). L’aggressività delle case produttrici di alcolici, infatti,<br />

nel tentativo di conquistare ulteriori fasce di mercato - immissione di nuovi prodotti particolarmente<br />

sedutivi, campagne pubblicitarie che mirano ad associare l’alcol ai modelli di vita desiderati - ha<br />

notevolmente contribuito a far sì che l’uso problematico si estenda in particolare tra i giovani.<br />

Nella Dichiarazione sui Giovani e Alcol adottata a Stoccolma nel 2001 si afferma: “La<br />

globalizzazione dei mezzi di comunicazione e dei mercati sta delineando in maniera sempre più<br />

crescente le percezioni, le scelte e i comportamenti dei giovani. Attualmente, molti giovani<br />

dispongono di maggiori opportunità e mezzi di commercializzazione, divenuti maggiormente<br />

aggressivi riguardo i prodotti di consumo e le sostanze stupefacenti”. Negli ultimi anni il consumo<br />

di alcol tra i giovani si è così allontanato dal cosiddetto “modello mediterraneo” del bere,<br />

improntato alla moderazione e all’associazione del consumo di vino ai pasti, assumendo sempre di<br />

più le vesti di binge drinking, bere per ubriacarsi, tipico dei Paesi del Nord Europa, aumentando<br />

notevolmente i rischi di problemi alcolcorrelati. Nel modello mediterraneo essendo i livelli di<br />

intossicazione continuativi ma relativamente contenuti, prevalgono i disturbi organici cronici e le<br />

problematiche familiari e lavorative, mentre sono più rari i casi problemi di conclamata<br />

antisocialità, rissosità, e le loro conseguenze giudiziarie in maggiore evidenza nei Paesi Nordici. Se<br />

si considera il modo di bere in relazione all’età i dati nel nostro paese mettono in luce una<br />

compresenza dei due modelli ovvero il bere tradizionale è affiancato da episodi di intossicazione<br />

acuta periodica ed “isolata” e l’alcol diventa sempre più frequentemente la sostanza di<br />

“iniziazione”, facendo spesso da sostanza “ponte” per la diffusione degli stupefacenti illegali tra gli<br />

adolescenti.<br />

Da un punto di vista epidemiologico e di analisi del fenomeno 15 , dallo studio European School<br />

Survey Project on Alcohol and other Drugs ( ESPAD) 16 condotto nel 2003, si estrapola che<br />

nonostante i giovani italiani (15-16enni) siano tra quelli che in Europa presentano le più basse<br />

prevalenze di episodi di ubriachezza, tale tendenza mostra un incremento nel corso degli ultimi<br />

15 http://www.solidarietasociale.gov.it/NR/rdonlyres/C66E1369-891C-4B9D-9A45-<br />

1C99487DE156/0/Monitoraggioevalutazionedelledocumentazioninazionali.doc<br />

16 http://www.espad.org/documents/Espad/ESPAD_reports/The_2003_ESPAD_report.pdf<br />

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