Medicina Preventiva Riabilitativa e Sociale Prof. Fabrizio Iecher ...

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15.11.2014 Views

“dipendenze relative al gioco”. Notevoli spazi e iniziative sono dedicate alla prevenzione nelle scuole. Studi recenti hanno dimostrato che l’informazione portata nelle Scuole ad opera di professionisti esterni è molto meno incisiva di quella effettuata dagli insegnanti. Il dare informazioni sulle sostanze sembra stimolare la curiosità ad un loro utilizzo; maggiore prevenzione risulta essere correlata alla possibilità di discutere sulle modalità, convinzioni e vissuti degli adolescenti rispetto al significato e al perché dell’utilizzo di una sostanza. Le nuove sostanze in uso tra i giovani: Ecstasy, Ketamina, Ket, Vitamina K o LSD (acido lisergico chiamato in gergo “acido”), sono tutte eccitanti e spesso vengono integrate da alcol ed hascisc e consumate per lo più da giovani compresi tra i 15 e i 25 anni, in luoghi “rituali”come le discoteche, sale giochi e “rave” con musica techno. Per molti giovani la sostanza stupefacente è a carattere prestazionale, non può mancare, pena la caduta del divertimento. Il tempo libero è basato sull’intensità, del tutto e subito, sull’esagerazione. Nella problematica della dipendenza esiste un disagio sommerso, ovvero coloro che pur vivendo situazioni problematiche non accedono ad alcun servizio pubblico o privato, come per esempio gli emarginati o i giovani consumatori di nuove sostanze, integrati nella società, raggiungibili solo nei luoghi di consumo e di divertimento. La prevenzione è mirata a tre livelli: - primaria – informazioni corrette ed adeguate sulle sostanze che circolano negli ambienti sottolineando il pericolo di uso e abuso; - secondaria – diffusione tra i gruppi di consumatori saltuari ed abituali, delle norme di riduzione dei rischi e delle modalità di soccorso; - terziaria – individuazione di strategie di intervento e di accoglienza rivolte al disagio legato all’abuso di MDMA e delle altre sostanze psicoattive. Il DSM-IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali dell’American Psychiatric Association) definisce i termini di abuso e dipendenza che si manifestano in una o più delle seguenti condizioni (abuso): 1. incapacità di adempiere ai principali compiti connessi con il lavoro, la scuola e la casa; 2. ricorrente uso della sostanza in situazioni fisicamente rischiose; 3. ricorrenti problemi legali, sociali e interpersonali correlati alla sostanza. La dipendenza è caratterizzata da: - Tolleranza (bisogno di dosi sempre più elevate); - astinenza - la sostanza è assunta per periodi prolungati; - desiderio persistente di ridurre o controllare l’uso della sostanza; 36

- dispendio di tempo e denaro per procurarsi la sostanza; - riduzione dell’attività sociali, lavorative e ricreative; - uso continuativo della sostanza nonostante la consapevolezza di avere un problema persistente, di natura fisica o psicologica, verosimilmente causato o esacerbato dalla sosstanza. L’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti rappresentano anche la causa diretta o indiretta delle tre principali cause di morte degli adolescenti: incidenti stradali, omicidio e suicidio. Producono inoltre fallimento scolastico, carcerazione e perdita del posto di lavoro. L’assunzione di sostanze sembra essere correlata alla limitata tolleranza che il soggetto ha alle frustrazioni. ********* Per quanto riguarda le strutture deputate alla riabilitazione (Dipartimento di Salute Mentale – DSM–, Centro di Salute Mentale –CSM–, Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura –SPDC–, Servizio di Neuropsichiatria Infantile, Day Hospital, Ambulatori, Centro Diurno –CD–, Strutture Residenziali –SR–, Gruppi di lavoro), le figure sanitarie e sociali incaricate dell’assistenza alle persone con disturbi psichici (psichiatra, neuropsichiatra infantile, pedagogista, educatore, animatore, infermiere, assistente sociale, operatore socio-sanitario), nonché per quanto riguarda gli interventi socio-assistenziali e sanitari a favore delle persone con problematiche psichiche e la presa in carico del servizio sociale anche ai fini del reinserimento, si rinvia per eventuali approfondimenti alla letteratura specializzata. BIBLIOGRAFIA - Alderighi M., I luoghi della salute mentale, in “I quaderni Psichiatria il ruolo dell’infermiere nell’area della salute mentale”, IPASVI, 2002 - American Psychiatric Association, DSM- IV-TR, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, IV Edizione - Cancrini L., Quei temerari sulle macchine volanti, ED. NIS, 1986 - Ciambrello C., Cantelmi T., Pasini A., Infermieristica clinica in igiene mentale, Ed. Ambrosiana, 2001 - Cozza M., La malattia mentale, in “I quaderni Psichiatria il ruolo dell’infermiere nell’area della salute mentale”, IPASVI, 2002 - Panizzi R, Manuale dell’operatore socio-sanitario, II Ed., Piccin 37

- dispendio di tempo e denaro per procurarsi la sostanza;<br />

- riduzione dell’attività sociali, lavorative e ricreative;<br />

- uso continuativo della sostanza nonostante la consapevolezza di avere un problema persistente, di<br />

natura fisica o psicologica, verosimilmente causato o esacerbato dalla sosstanza.<br />

L’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti rappresentano anche la causa diretta o indiretta delle tre<br />

principali cause di morte degli adolescenti: incidenti stradali, omicidio e suicidio. Producono inoltre<br />

fallimento scolastico, carcerazione e perdita del posto di lavoro. L’assunzione di sostanze sembra<br />

essere correlata alla limitata tolleranza che il soggetto ha alle frustrazioni.<br />

*********<br />

Per quanto riguarda le strutture deputate alla riabilitazione (Dipartimento di Salute Mentale –<br />

DSM–, Centro di Salute Mentale –CSM–, Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura –SPDC–,<br />

Servizio di Neuropsichiatria Infantile, Day Hospital, Ambulatori, Centro Diurno –CD–, Strutture<br />

Residenziali –SR–, Gruppi di lavoro), le figure sanitarie e sociali incaricate dell’assistenza alle<br />

persone con disturbi psichici (psichiatra, neuropsichiatra infantile, pedagogista, educatore,<br />

animatore, infermiere, assistente sociale, operatore socio-sanitario), nonché per quanto riguarda<br />

gli interventi socio-assistenziali e sanitari a favore delle persone con problematiche psichiche e la<br />

presa in carico del servizio sociale anche ai fini del reinserimento, si rinvia per eventuali<br />

approfondimenti alla letteratura specializzata.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

- Alderighi M., I luoghi della salute mentale, in “I quaderni Psichiatria il ruolo dell’infermiere<br />

nell’area della salute mentale”, IPASVI, 2002<br />

- American Psychiatric Association, DSM- IV-TR, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi<br />

mentali, IV Edizione<br />

- Cancrini L., Quei temerari sulle macchine volanti, ED. NIS, 1986<br />

- Ciambrello C., Cantelmi T., Pasini A., Infermieristica clinica in igiene mentale, Ed. Ambrosiana,<br />

2001<br />

- Cozza M., La malattia mentale, in “I quaderni Psichiatria il ruolo dell’infermiere nell’area della<br />

salute mentale”, IPASVI, 2002<br />

- Panizzi R, Manuale dell’operatore socio-sanitario, II Ed., Piccin<br />

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