Medicina Preventiva Riabilitativa e Sociale Prof. Fabrizio Iecher ...

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15.11.2014 Views

esponsabilità nel determinare il comportamento quotidiano: Questo modello parte dal presupposto che le persone che chiedono aiuto siano irresponsabili e incapaci di prendere decisioni produttive: esse devono dunque adattarsi ad un sistema rigido, di regole e punizioni, che facilitino la loro rieducazione e socializzazione nei termini di una crescita progressiva. I membri della CT possono salire i gradini della scala gerarchica, fino a diventare membri dello staff. La differenza fondamentale tra le CT e gli istituzionalizzati psichiatrici è data dalla possibilità di affidarsi volontariamente alla Comunità Terapeutica. Una prima differenza rilevante tra le due impostazioni sta nella diversità delle condizioni in cui si trovano i soggetti ai quali si rivolgono le due esperienze comunitarie: nel primo caso si trattava di persone rinchiuse in ospedale psichiatrico in maniera coatta e la CT si presentava come un’ alternativa umana all’isolamento e alla mortificazione caratteristica della vita istituzionale. Nel secondo caso le persone (alcoolisti, tossicodipendenti) facevano una scelta e si affidavano volontariamente alla CT per essere aiutati in un luogo protetto. Si evidenziano delle differenze tra il modello Anglosassone e il modello USA: MODELLO ANGLOSASSONE MODELLO USA - tutti gli individui sono ugualmente responsabili - la responsabilità va conquistata - l’individuo è accettato nei suoi termini personali - è accettato nel momento che si adegua alle regole della Comunità - si realizza in quanto paziente - se si impegna farà parte dello staff Entrambe gli approcci realizzano una micro-società dove la vita e le conseguenti dinamiche di gruppo vengono utilizzate per l’analisi del comportamento individuale e per l’impostazione di un lavoro, basato sulla forza del gruppo che si propone di modificarlo. Non tutte le Comunità si definiscono “esplicitamente terapeutiche” (ET). Quelle ET si propongono come struttura che in tempi rigidamente stabili, all’interno di un programma terapeutico, preparano il rientro nella società circostante. Le Comunità non “esplicitamente terapeutiche” non prevedono programmi o fasi. Si propongono come modelli di vita alternativi a quella società che il tossico rifiuta; entrare in esse vuol dire aderire ad una scelta di vita: venire a farne parte significa accettare l’idea di vivere e lavorare insieme, all’interno di una microsocietà che contrappone i suoi valori a quelli prevalenti all’esterno e che non programma (in coerenza con questa filosofia) rientri vissuti come scopo del lavoro comunitario. Ciò può portare ad un’analisi critica della società circostante. Nelle Comunità ET c’è un’ammissione mediante selezione iniziale, allo scopo di valutare le motivazioni del tossicodipendente e nello stesso tempo stabilire un vero e proprio contratto 32

terapeutico. In questo tipo di Ct tutta la vita comunitaria è funzionale ai programmi terapeutici adottati, di conseguenza ciò che più differenzia e caratterizza le singole CT sono proprio i diversi approcci terapeutici e teorici. La persona è messa al corrente dei programmi e della loro durata (da 2° 4 anni). Chi entra deve operare una scelta consapevole e prendere l’impegno di portare a termine il lavoro che intraprende. Le procedure della scelta tendono a garantire che il programma venga completato utilmente. Pertanto sono presenti dei programmi terapeutici come per esempio nella Comunità “Progetto Uomo”. Nelle Comunità non ET l’ingresso dipende dalla disponibilità del momento. Il principio è che ognuno ha i propri tempi. Ciò che il tossicodipendente deve accettare non sono delle regole quanto una vera e propria filosofia di vita che determina l’organizzazione comunitaria. In linea teorica tutti possono entrare ed andar via in qualsiasi momento lo decidano. Differenze analoghe a queste si hanno nel momento della dimissione. Considerato come colui che ha compiuto un ciclo di esperienza, colui che esce dalla comunità ET lo fa con una cerimonia che sancisce ufficialmente i risultati raggiunti. Vissuto come colui che vuole ancora cambiare, chi esce dalla CT implicitamente terapeutica si pone come persona destinata a fondare e riproporre altrove la stessa esperienza vissuta all’interno della comunità. Una comunità esplicitamente terapeutica : il “Progetto Uomo” La persona che chiede aiuto viene accolta ma non subitaneamente: dovrà tornare in un giorno e ad un’ora precisa. E’ abituato a ottenere molte cose attraverso il suo sintomo e le sue promesse. Se tornerà sarà già iniziato un cambiamento. Il perno fondamentale è il concetto pedagogico della responsabilità. Si lavora sull’ipotesi che il tossicomane è stato fino a quel momento sottoposto a risposte eccessivamente comprensive (giustificazioniste) o eccessivamente chiuse (repressive). L’idea è di ridargli la convinzione che quanto ha fatto, fa o farà, dipende essenzialmente da lui. Il programma si sviluppa nei seguenti punti: 1. Il riconoscimento dell’impotenza di fronte alla droga e al conseguente riconoscimento del bisogno di aiuto; 2. Imparare a rapportarsi agli altri non mediante la debolezza, l’incapacità e la paura ma confrontandosi con i propri errori e con le loro conseguenze; si collegano le promozioni e i premi con il riconoscimento del comportamento responsabile: se per esempio una persona non svolge un compito (per esempio preparare il caffè dopo il pranzo) non gli si da la possibilità di recuperare nel qui ed ora della situazione, in quanto questo la farebbe sentire con “la coscienza a posto” e non capirebbe che una sua mancanza (preparare il caffè) può provocare disagio negli altri (mancanza di responsabilità); 33

terapeutico. In questo tipo di Ct tutta la vita comunitaria è funzionale ai programmi terapeutici<br />

adottati, di conseguenza ciò che più differenzia e caratterizza le singole CT sono proprio i diversi<br />

approcci terapeutici e teorici. La persona è messa al corrente dei programmi e della loro durata (da<br />

2° 4 anni). Chi entra deve operare una scelta consapevole e prendere l’impegno di portare a termine<br />

il lavoro che intraprende. Le procedure della scelta tendono a garantire che il programma venga<br />

completato utilmente. Pertanto sono presenti dei programmi terapeutici come per esempio nella<br />

Comunità “Progetto Uomo”. Nelle Comunità non ET l’ingresso dipende dalla disponibilità del<br />

momento. Il principio è che ognuno ha i propri tempi. Ciò che il tossicodipendente deve accettare<br />

non sono delle regole quanto una vera e propria filosofia di vita che determina l’organizzazione<br />

comunitaria. In linea teorica tutti possono entrare ed andar via in qualsiasi momento lo decidano.<br />

Differenze analoghe a queste si hanno nel momento della dimissione. Considerato come colui che<br />

ha compiuto un ciclo di esperienza, colui che esce dalla comunità ET lo fa con una cerimonia che<br />

sancisce ufficialmente i risultati raggiunti. Vissuto come colui che vuole ancora cambiare, chi esce<br />

dalla CT implicitamente terapeutica si pone come persona destinata a fondare e riproporre altrove la<br />

stessa esperienza vissuta all’interno della comunità.<br />

Una comunità esplicitamente terapeutica : il “Progetto Uomo”<br />

La persona che chiede aiuto viene accolta ma non subitaneamente: dovrà tornare in un giorno e ad<br />

un’ora precisa. E’ abituato a ottenere molte cose attraverso il suo sintomo e le sue promesse. Se<br />

tornerà sarà già iniziato un cambiamento. Il perno fondamentale è il concetto pedagogico della<br />

responsabilità. Si lavora sull’ipotesi che il tossicomane è stato fino a quel momento sottoposto a<br />

risposte eccessivamente comprensive (giustificazioniste) o eccessivamente chiuse (repressive).<br />

L’idea è di ridargli la convinzione che quanto ha fatto, fa o farà, dipende essenzialmente da lui. Il<br />

programma si sviluppa nei seguenti punti:<br />

1. Il riconoscimento dell’impotenza di fronte alla droga e al conseguente riconoscimento del<br />

bisogno di aiuto;<br />

2. Imparare a rapportarsi agli altri non mediante la debolezza, l’incapacità e la paura ma<br />

confrontandosi con i propri errori e con le loro conseguenze; si collegano le promozioni e i<br />

premi con il riconoscimento del comportamento responsabile: se per esempio una persona<br />

non svolge un compito (per esempio preparare il caffè dopo il pranzo) non gli si da la<br />

possibilità di recuperare nel qui ed ora della situazione, in quanto questo la farebbe sentire<br />

con “la coscienza a posto” e non capirebbe che una sua mancanza (preparare il caffè) può<br />

provocare disagio negli altri (mancanza di responsabilità);<br />

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