Introduzione generale alla dinastia Yuan 元 - Studium

L’ambasceria di Giovanni de’ Marignolli nelle fonti cinesi
Tutta la storia della Cina è segnata dagli sforzi compiuti dai cinesi per dotarsi di
una cavalleria pari a quella dei loro avversari, che potevano mobilitare con
facilità un gran numero di cavalieri, sovente montati su cavalli più veloci o più
forti. Grossi e forti quelli degli abitanti delle regioni più occidentali ed erano
proprio questi che i cinesi ammiravano di più.
Tra i doni portati dall’ambasceria di Marignolli, vi era un cavallo napoletano,
possente, che impressionò molto i mongoli e i cinesi di corte. Così ne scrive un
funzionario cinese, Jie Xisi:
Benché sia il Cielo a fare miracoli
solo le stelle elargiscono i buoni cavalli.
Ne è nato uno nell'Estremo Occidente:
un destriero divino, difficile da descrivere a parole,
che quelli là non hanno osato tenere per sé.
Sono venuti fino a corte a dircelo, mediante molti
interpreti […]
L'imperatore andò a riceverli nel cortile anteriore,
l'ambasciatore si inchinò e rivolgendosi a lui disse:
"Lo stato tributario di Fulang,
sito negli estremi confini dell'Oceano occidentale
e convertito alla (Vostra) civiltà, presenta tributo
e si affida quindi alla (Vostra) Santa Onniscenza".
L'imperatore acconsentì benignamente,
apprezzando tanta sincerità,
e accolse (il cavallo) nella reggia
per osservarlo con tutta tranquillità.
…Sembrerebbe, a leggere le parole di Jie, che
l’Europa, impressionata dalla magnificenza
dell’impero mongolo, stesse lì lì per convertirsi!