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aerre 5 - Comune di Arezzo

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PRIMO PIANO<br />

Ogni giorno, ogni notte alla<br />

I giovani della “terra <strong>di</strong> mezzo”, né omologati né <strong>di</strong>sperati, raccontano pezzi della loro vita<br />

<strong>di</strong> quello che non ha ancora un nome. Con la noia per l’oggi e l’ansia per il domani ma<br />

ricerca dell’isola che non c’è<br />

tra il Corso, il centro giovani, la <strong>di</strong>scoteca. Lontano da ciò che non piace ed alla ricerca<br />

con la voglia, sempre e comunque, <strong>di</strong> non rimanere soli in un mondo che non capiscono<br />

“Domani? Sogni e speranze. Oggi: noia e incertezze”, sintesi<br />

estrema del modo <strong>di</strong> vivere e <strong>di</strong> sentire <strong>di</strong> due adolescenti non<br />

ancora maggiorenni che frequentano un “centro” giovani in<br />

un quartiere periferico della città.<br />

Marco e Nicoletta, un ragazzo e una ragazza con stili <strong>di</strong> vita<br />

<strong>di</strong>versi ma che sentono entrambi la mancanza <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong><br />

“alternativo”. Nicoletta ha quasi 17 anni e racconta: “io esco<br />

solo il sabato, non mi piace andare in <strong>di</strong>scoteca e nemmeno<br />

avanti e in<strong>di</strong>etro nel Corso perché dopo un po’ conosco ogni<br />

singola mattonella. Vorrei avere un centro in 'centro', un<br />

locale aperto e gratuito dove ascoltare musica, organizzare<br />

serate informative su vari temi, parlare <strong>di</strong> cosa ci piacerebbe<br />

fare e soprattutto sentirsi liberi <strong>di</strong> esprimerci”.<br />

Essere omologati è infatti un altro aspetto che i ragazzi<br />

“sentono” molto. Marco ha quasi 18 anni e racconta: “a me<br />

piace andare in <strong>di</strong>scoteca, ci vado tutti i venerdì e sabato ma<br />

è un modo <strong>di</strong> trascorrere le serate che a lungo andare <strong>di</strong>venta<br />

monotono, sempre i soliti posti, gestiti e frequentati dalle<br />

solite persone. Ad <strong>Arezzo</strong> manca qualcosa <strong>di</strong> alternativo,<br />

le persone sono omologate. Quando posso insieme ai miei<br />

amici an<strong>di</strong>amo a Firenze e ci rimaniamo tutta la notte, è una<br />

città in cui si respira un’altra aria, c’è una mentalità <strong>di</strong>versa e<br />

molti stili <strong>di</strong> vita: è un altro mondo”.<br />

E ad <strong>Arezzo</strong> cosa succede? Prosegue Marco: “a mezzanotte<br />

spariscono tutti dal centro, chi va in <strong>di</strong>scoteca, chi in<br />

qualche pub e chi a casa”. Quest’ultima è spesso l’alternativa<br />

<strong>di</strong> Nicoletta: “vado in centro perché è l’unico posto dove<br />

incontrare qualcuno che conosco ma spesso torno a casa<br />

anche prima dell’ora concordata con mia madre. Alcune<br />

sere poi sono davvero da <strong>di</strong>sperazione: passo il tempo in casa<br />

<strong>di</strong> amici e amiche, mi 'flippo' alla play station, ascoltiamo<br />

musica e qualche volta parliamo <strong>di</strong> attualità o <strong>di</strong> politica<br />

anche se non ci capisco molto”. Ci sono vari stili <strong>di</strong> vita tra gli<br />

adolescenti determinati principalmente da come ci si veste,<br />

da che musica si ascolta, dal modo <strong>di</strong> pensare: c’è una sorta<br />

<strong>di</strong> “inquadramento” dentro qualche schema sociale. Quello<br />

che salta maggiormente agli occhi è rappresentato dalle<br />

“sbarbine” per le ragazze e dagli “sbarbini” o “pottoncelli”<br />

per i ragazzi. Caratteristiche: moda, corpo, palestra. Lontane<br />

anni luce da Nicoletta che commenta: “c’è chi vive per<br />

questo e per la <strong>di</strong>scoteca. Io penso che ci si può <strong>di</strong>vertire<br />

in altro modo, io apprezzo le <strong>di</strong>fferenze e<br />

le persone che non hanno<br />

paura a <strong>di</strong>mostrarsi<br />

“<strong>di</strong>versi”. Essere<br />

presi in giro in questa società ti rovina, ti fa sentire emarginato,<br />

io ci penso cinque volte prima <strong>di</strong> fare una cosa”.<br />

Marco è più sicuro <strong>di</strong> sé: “non rinuncerei mai al mio carattere<br />

e al mio modo <strong>di</strong> pensare e <strong>di</strong> agire. Non mi annoio a stare<br />

da solo e il mio sogno è andare a Milano, avere più libertà e<br />

più opportunità”.<br />

Diversità tra la vita da single e quella <strong>di</strong> “coppia” non tanto<br />

per ciò che viene fatto quanto per il modo in cui viene fatto.<br />

“Sono stato fidanzato due anni – ricorda Marco – e ho<br />

perso gran parte delle amicizie che avevo prima perché le<br />

conoscenze cambiano e si intrecciano. Avere una ragazza ti<br />

fa sentire meno solo, c’è qualcuno con cui con<strong>di</strong>videre i tuoi<br />

pensieri e il tuo tempo”.<br />

Nicoletta non si sbilancia sui suoi rapporti e racconta della<br />

sua migliore amica che “da quando si è fidanzata è <strong>di</strong>ventata<br />

un fantasma. Ci sentiamo soprattutto quando non c’è il<br />

suo ragazzo che stu<strong>di</strong>a fuori <strong>Arezzo</strong> ma gli altri giorni ha<br />

cambiato giro <strong>di</strong> amicizie e passa il suo tempo in un altro<br />

paese e con altre persone”.<br />

Gusti e abitu<strong>di</strong>ni: qui la <strong>di</strong>versità tra Nicoletta e Marco salta<br />

maggiormente agli occhi. Lei legge molto, preferisce libri<br />

scritti in prima persona “tipo <strong>di</strong>ario”, alla televisione guarda<br />

film che prende a noleggio e non ama molto i programmi<br />

che vanno in onda con qualche eccezione per Zelig e Blob.<br />

Marco: “da 10 anni non compro un libro, o<strong>di</strong>o il calcio,<br />

non amo lo tv, guardo i telegiornali la sera a cena con la mia<br />

famiglia e <strong>di</strong>scutiamo molto <strong>di</strong> politica. La mattina vado al<br />

bar a fare colazione e leggo solo la cronaca locale per sapere le<br />

notizie <strong>di</strong> <strong>Arezzo</strong>”. E per quanto riguarda le prospettive per il<br />

futuro un parere comune sulla scuola: “ci an<strong>di</strong>amo volentieri,<br />

ci <strong>di</strong>vertiamo, non siamo 'secchioni' ma per il futuro c’è<br />

ansia”. Le Università costano molto soprattutto quelle fuori<br />

<strong>Arezzo</strong> e per Nicoletta che ama l’arte e la definisce parte<br />

fondamentale della sua vita “per andare a Firenze dovrei fare<br />

la pendolare e, siccome ho l’esperienza <strong>di</strong> mio padre che si<br />

sposta per lavoro, credo che non ce la farei mai. Trovare una<br />

casa nemmeno a parlarne: sono spese che, unite ai libri e a<br />

tutto il resto, peserebbero troppo in famiglia”.<br />

Difficile fare programmi certi per il futuro perché, sostiene<br />

Marco, “le prospettive non sono rosee e vedo le <strong>di</strong>fficoltà che<br />

hanno i miei amici ad inserirsi nel mondo del lavoro. Tante<br />

domande ai centri per l’impiego e le risposte ce ne sono<br />

davvero poche. Io comunque vorrei fare il commercialista”.<br />

(ab)<br />

I Care<br />

L’Associazione I Care <strong>di</strong> <strong>Arezzo</strong> è nata <strong>di</strong>eci anni<br />

fa con lo scopo <strong>di</strong> promuovere azioni a favore dei<br />

giovani. Dopo il primo Centro Giovanile ed alcuni<br />

interventi nelle scuole della città, con i primi giovani<br />

coinvolti vennero creati il Centro per bambini <strong>di</strong><br />

Tortaia denominato: “Ciak .. si gira”, i campi solari,<br />

le feste e le iniziative <strong>di</strong> “Bambinando” e una serie<br />

<strong>di</strong> servizi agli anziani con il progetto: “Una persona<br />

insieme agli altri”.<br />

La filosofia nel tempo è rimasta quella <strong>di</strong> pensare ai<br />

giovani come ad una risorsa. Si tratta a volte <strong>di</strong> un<br />

mondo <strong>di</strong>fficile da interpretare, ma non per questo<br />

vuoto e senza niente da dare. L’Associazione<br />

ha sempre privilegiato le iniziative tese a creare<br />

<strong>di</strong>alogo e coinvolgimento <strong>di</strong>retto e che avessero lo<br />

spessore della proposta educativa.<br />

Sono nati così - anche insieme alle istituzioni<br />

e ad altre associazioni - centri giovanili tra cui il<br />

“CentroDentro” in Pescaiola, altri percorsi nelle<br />

scuole e tutta una serie <strong>di</strong> occasioni <strong>di</strong> incontro e<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo come “Sinergiovani”, “Alò, percorsi nel<br />

mondo dei giovani”, “I circoli <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o” ed “Happy<br />

Street”. Per offrire un aiuto a quei giovani che si<br />

trovano in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio è stato attivato,<br />

insieme al Centro <strong>di</strong> Solidarietà, un nuovo progetto<br />

denominato “il Circolino” al quale possono accedere<br />

famiglie e ragazzi per ricevere ascolto e consulenza,<br />

ma anche per intraprendere un percorso strutturato<br />

alla ricerca <strong>di</strong> stili <strong>di</strong> vita sereni e costruttivi.<br />

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