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aerre 5 - Comune di Arezzo

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PRIMO PIANO<br />

Le luci del sabato sera per<br />

Dove fanno e cosa fanno i giovani aretini il fine settimana. Le passeggiate per Corso Italia,<br />

<strong>di</strong>menticare i giorni <strong>di</strong> noia<br />

il “presi<strong>di</strong>o” <strong>di</strong> piazzetta San Michele. Poi gli under 16 a letto e gli altri in <strong>di</strong>scoteca<br />

Sabato ad <strong>Arezzo</strong>, ore 21. La folla aumenta con il passare<br />

dei minuti e si riversa in punti prescelti. L’ottanta per cento<br />

ha meno <strong>di</strong> 16 anni e non finirà la serata in <strong>di</strong>scoteca.<br />

Semmai chiede <strong>di</strong> poter usufruire <strong>di</strong> un momento <strong>di</strong> svago<br />

simile, un luogo dove ascoltare musica e ballare emulando<br />

quel 20 per cento che dopo il girovagare fra Corso, Portici<br />

e Informagiovani, sale su un auto e si <strong>di</strong>rige verso il locale<br />

più in voga e le ore piccole della notte. “Noi preferiamo<br />

incontrare i giovani sul loro terreno – sottolinea Roberto<br />

Norelli dell’associazione Dog. Esistono abitu<strong>di</strong>ni ed esigenze<br />

<strong>di</strong>stanti fra il minore <strong>di</strong> 16 anni che consuma la sua serata<br />

interagendo con gli amici per il Corso, riaccompagnato a<br />

casa dai genitori a orari ‘normali’, e chi invece dopo il Corso<br />

e il pub va in <strong>di</strong>scoteca dove entra in contatto con <strong>di</strong>namiche<br />

<strong>di</strong> gruppo che possono portare a fenomeni pericolosi legati al<br />

consumo <strong>di</strong> alcol o <strong>di</strong> droghe. Per non parlare del ritorno a<br />

casa che somiglia spesso a una scommessa con il destino”.<br />

Nel gazebo <strong>di</strong> Dog lavorano ogni sabato 6 persone ma non<br />

svolgono tutte lo stesso ruolo: ci sono operatori <strong>di</strong> strada<br />

formati e i cosiddetti peer educator addetti ad “agganciare”<br />

i giovani. San Michele non è stata scelta a caso. “Grazie ad<br />

una mappatura, è stato facile vedere che alle 9 del sabato sera,<br />

il grosso si aggira attorno a questa piazzetta anche se occorre<br />

fare alcune precisazioni. Ci sono itinerari consolidati, infatti,<br />

a seconda del periodo, scolastico o estivo. Finché le scuole<br />

restano aperte, i giovani che frequentano il centro vanno<br />

per il Corso ma anche ai Portici e all’Informagiovani per il<br />

<strong>di</strong>sco-taxi. Dopo la fine della scuola e a luglio, la ressa è al<br />

Prato. Cosa fanno nel loro girovagare? Parlano, attivano quella<br />

che nel gergo degli operatori <strong>di</strong> strada si chiama ‘educazione<br />

fra pari’, dove spesso poche parole co<strong>di</strong>ficate fanno passare<br />

i messaggi voluti, si procurano un pallone artigianale per<br />

dare quattro calci, cercano <strong>di</strong> socializzare, sono attratti dalla<br />

nostra presenza. Perché una cosa è certa, se siamo lì, non si<br />

verificano atti vandalici”.<br />

E sulla <strong>di</strong>ffusione del consumo <strong>di</strong> alcol e droghe? “Noi<br />

cerchiamo <strong>di</strong> fare informazione e prevenzione. La prevenzione<br />

è importante, infatti sperimentiamo sui ragazzi l’alcol test, ma<br />

ancor <strong>di</strong> più lo è l’informazione: il 75% sa che arrivare allo<br />

0,5 <strong>di</strong> tasso alcolimetro significa ritiro della patente, tuttavia<br />

solo il 20% sa come si raggiunge questa fati<strong>di</strong>ca soglia in cui<br />

non si è in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> guidare”.<br />

Dopo la mezzanotte il popolo nottambulo fa vita <strong>di</strong> pub,<br />

infine <strong>di</strong> <strong>di</strong>scoteca. È all’interno delle <strong>di</strong>scoteche che non è<br />

semplice verificare e prevenire abitu<strong>di</strong>ni dannose. Le pasticche<br />

<strong>di</strong> droga che i componenti <strong>di</strong> un gruppo qualsiasi <strong>di</strong> amici<br />

a turno spezzettano e mischiano ai cocktail or<strong>di</strong>nati al bar è<br />

uno degli esempi. La droga si trova nei locali o ad<strong>di</strong>rittura<br />

nelle scuole dove il sabato mattina è giorno <strong>di</strong> rifornimento<br />

per il weekend. L’alcol, poi, è sentito come un complemento<br />

naturale della nottata. “Ma non mancano iniziative che<br />

tendono a contenere l’abuso <strong>di</strong> sostanze: dal braccialetto<br />

del guidatore che si ‘sacrifica’ a vantaggio degli amici, sforzo<br />

che abbiniamo alla consegna <strong>di</strong> un biglietto omaggio come<br />

forma <strong>di</strong> incentivo, all’alcol test all’uscita dalla <strong>di</strong>scoteca e<br />

agli accor<strong>di</strong> con i gestori”.<br />

Per i giovani che da un’innocua passeggiata serale nel<br />

Corso arrivano ad alcol e droga? Le statistiche ci <strong>di</strong>cono<br />

che se nelle gran<strong>di</strong> città si comincia a provare tali sostanze<br />

a 12 anni, nella provincia l’età si “innalza” a 14, un limite<br />

non proprio pre-adolescenziale ma sempre preoccupante.<br />

“Chi ci cade, segue uno schema mentale dal suo punto <strong>di</strong><br />

vista assolutamente legittimo: i giovani vogliono <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no<br />

a qualcosa solo dopo averla provata”. Lo afferma Pierluigi<br />

Ricci dell’associazione I Care. Quando Dog, nel suo lavoro<br />

per strada, scova soggetti critici, I Care interviene offrendo<br />

sostegno e recupero. A giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> Pierluigi Ricci, “siamo<br />

<strong>di</strong> fronte a un nuovo Sessantotto, se per tale s’intende<br />

la richiesta <strong>di</strong> relazioni sociali <strong>di</strong>verse che sale da questo<br />

mondo. Un po’ come 40 anni fa. Ed è sulla relazione che<br />

si gioca molto del futuro dei nostri ragazzi: innanzitutto la<br />

relazione tra <strong>di</strong> essi e noi operatori. I ragazzi hanno come<br />

un sesto senso per coglierne la profon<strong>di</strong>tà. Esserci, da parte<br />

nostra, è fondamentale. Il gioco relazionale, in secondo<br />

luogo, corre ovviamente fra i giovani stessi: se non riescono<br />

a sentirsi ‘normali’ nel gruppo frequentato, se colgono una<br />

loro ‘<strong>di</strong>versità’, si sentono subito non accettati. Rischiano<br />

così <strong>di</strong> cercare una <strong>di</strong>rezione dove esserlo, che può assumere<br />

l’aspetto anche dello spacciatore. Ma <strong>di</strong> fronte all’instaurarsi<br />

<strong>di</strong> questa spirale, sono spesso gli strumenti ‘istituzionali’<br />

che <strong>di</strong>fettano. Perché prima <strong>di</strong> mettere un ragazzo <strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci<br />

anni in un Sert o in un Ceis bisogna dargli altre 10 chance”.<br />

Oggi appare “normale” il cellulare a 8 anni, il motorino a<br />

14, l’automobile a 18 e si è “<strong>di</strong>versi” se non si hanno questi<br />

DOG<br />

L’Associazione “D.O.G. – Dentro l’Orizzonte Giovanile”,<br />

nasce nel marzo 1998, a seguito <strong>di</strong> un corso <strong>di</strong> formazione<br />

professionale per Operatori <strong>di</strong> Strada della durata <strong>di</strong> 600<br />

ore promosso dalla Provincia <strong>di</strong> <strong>Arezzo</strong> – Obbiettivo 3<br />

Fondo Sociale Europeo. L’Operatore <strong>di</strong> Strada è una figura<br />

professionale appartenente all’area socio-educativa che opera in<br />

attività <strong>di</strong> prevenzione, i cui interventi possono riguardare un<br />

target comprendente la popolazione giovanile, i frequentatori<br />

<strong>di</strong> eventi musicali, persone con comportamenti a rischio o<br />

devianti, senza fissa <strong>di</strong>mora, donne vittime <strong>di</strong> tratta a scopo <strong>di</strong><br />

sfruttamento sessuale. Nasce dalla necessità <strong>di</strong> comprendere<br />

sia la cultura della strada che quella istituzionale, per poter<br />

svolgere un’azione <strong>di</strong> riconnessione e me<strong>di</strong>azione relazionale<br />

tra le due. Rappresenta quin<strong>di</strong>, un “punto <strong>di</strong> vista privilegiato”<br />

attraverso il quale analizzare e poi affrontare le situazioni, un<br />

sensore sociale che occupa uno spazio interme<strong>di</strong>o agendo<br />

sulla quoti<strong>di</strong>anità. Attualmente si possono contare 25<br />

iscritti provenienti nella maggior parte dei casi dai successivi<br />

corsi <strong>di</strong> formazione per Operatori <strong>di</strong> Strada supportati da<br />

figure professionali quali educatori professionali, psicologi,<br />

pedagogisti, animatori, volontari, infermieri qualificati, ecc.<br />

tre status-symbol al momento giusto. “A farsi sentire meno<br />

accettati, può contribuire una bocciatura: è un passaggio<br />

molto delicato questo, perché un abbandono o comunque<br />

un insuccesso scolastico in genere nascondono anche altri<br />

tipi <strong>di</strong> problemi, familiari o economici”. Sempre trattando<br />

<strong>di</strong> accettazione sociale, Pierluigi traccia una <strong>di</strong>versità tra il<br />

consumo <strong>di</strong> droga degli anni Settanta e <strong>di</strong> oggi: “bucarsi era<br />

un gesto ‘contro’, il tossico era chi portava all’esasperazione la<br />

sua critica al mondo in cui viveva. Adesso consumare droghe<br />

è un gesto ‘per’, per stare nella società, per essere accolti in<br />

un gruppo”. Ci sono soluzioni? “Certo, molto più <strong>di</strong>etro<br />

l’angolo <strong>di</strong> quello che si pensa”, rispondono unanimemente<br />

Norelli e Ricci. “Fare rete fra istituzioni, scuole e operatori<br />

qualificati; partire sempre dai bisogni dei ragazzi prima <strong>di</strong><br />

dare ricette sul da farsi; andare nei luoghi del <strong>di</strong>vertimento<br />

e fare prevenzione. In città, poi, servono spazi maggiori che<br />

siano alternative valide per il tempo libero e offrano momenti<br />

<strong>di</strong> scambio. E non <strong>di</strong>mentichiamo che potrebbero essere<br />

spesi meglio i sol<strong>di</strong> pubblici. A volte finanziano campagne<br />

pubblicitarie che pretendono <strong>di</strong> essere preventive ma lasciano<br />

le cose esattamente come prima”. (mc)<br />

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