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Dimensione Lavoro 2/2005 - AFI-IPL

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DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

2<br />

IMPRESSUM<br />

IMPRESSUMEdito da:<br />

<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> Istituto per la Promozione<br />

dei Lavoratori<br />

- Ente pubblico di studi, ricerche e<br />

formazione in materia di lavoro<br />

Via del Ronco, 5/B/7<br />

39100 BOLZANO<br />

Telefono: 0039–0471-413540<br />

Fax: 0039–0471-413549<br />

E-Mail: info@afi-ipl.org<br />

Internet: www.afi-ipl.org<br />

Registrato presso il tribunale di Bolzano<br />

no. 23/1996 s.t.<br />

Responsabile ai sensi della legge:<br />

Karl Gudauner<br />

Organizzazione e redazione:<br />

Konrad Walter<br />

Layout: Linotipia Colombo<br />

Stampa: Tipolitografia Alto Adige<br />

Bolzano<br />

La riproduzione parziale o totale<br />

del contenuto e la diffusione e utilizzazione<br />

dei dati, delle informazioni,<br />

delle tavole e dei grafici sono<br />

autorizzate soltanto con la citazione<br />

della fonte (editore, titolo e autore).<br />

INDICE<br />

• Messaggio di Luis Durnwalder, Presidente della Giunta Provinciale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3<br />

• Saluto di Luisa Gnecchi, Vicepresidente della Giunta Provinciale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4<br />

• Prefazione di Otto Saurer, Vicepresidente della Giunta Provinciale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5<br />

• Introduzione di Erich Achmüller, Presidente del Consiglio d’Istituto <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . . . . . 6<br />

• <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>: un obiettivo comune per tutte le organizzazioni dei lavoratori e delle<br />

lavoratrici di Christian Troger Presidente della Giunta <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7<br />

• L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> verso il futuro di Primo Schönsberg, Vicepresidente della Giunta <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . 8<br />

• Più competenza = maggior coinvolgimento di Karl Gudauner Direttore <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . 9<br />

• Il contributo della ricerca allo sviluppo regionale<br />

di Andrea Zeppa, Vicedirettore e responsabile per la ricerca <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12<br />

• Dall’idea di un centro di competenza alla fondazione dell’<strong>IPL</strong> –<strong>AFI</strong><br />

di Konrad Walter . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13<br />

• Gli antefatti e i primi anni dell’ <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> di Konrad Walter . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17<br />

• I sindacati hanno bisogni di ricerca e di formazione,<br />

intervista a Italo Ghirigato Presidente ACLI e già Vicedirettore dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . . . . . . . 24<br />

• I settori di attività dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26<br />

• L’osservatorio dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> sulla contrattazione decentrata<br />

di Mario Vittorio Giovannacci, collaboratore scientifico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27<br />

• Il ruolo della formazione nella modernizzazione delle relazioni sindacali<br />

di Werner Pramstrahler, collaboratore scientifico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28<br />

• La conciliazione di lavoro e famiglia nelle aziende<br />

di Silvia Vogliotti, collaboratrice scientifica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30<br />

• Rendere mercato e competizione compatibili con lo stato sociale<br />

di Prof. Andrea Fumagalli, Università di Pavia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32<br />

• Nuove sfide per i sindacati: internazionalizzazione, flessibilità, mobilitazione<br />

di Lore Hostasch, dirigente ÖGB . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34<br />

• Le/i presidente e componenti del Consiglio e della Giunta dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . . . . . . 36<br />

• Le collaboratrici e collaboratori dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> e i loro ambienti di attività . . . . . . . . . . . . . 38<br />

• Le pubblicazioni dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

3<br />

I migliori auguri per il Giubileo<br />

Il 1995 è stato un anno particolare per le lavoratrici e i lavoratori della nostra Provincia:<br />

con l’inizio dell’attività dell’Istituto per la Promozione dei Lavoratori (<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>) dal 1°<br />

gennaio 1995 questi, per la prima volta, hanno un partner univoco ed un sostegno per il<br />

„miglioramento della loro condizione dal punto di vista lavorativo, economico e sociale“. Oggi<br />

l’Istituto festeggia il suo primo decennio di attività.<br />

Voglio trasmettere il mio più cordiale saluto ed i migliori auguri per questo giubileo.<br />

In questa occasione così particolare il mio saluto va ai responsabili, alle organizzazioni costituenti,<br />

alle collaboratrici ed ai collaboratori. A mio parere si tratta di una felice ricorrenza, di<br />

cui andare orgogliosi, che merita di essere festeggiata e commemorata in modo particolare.<br />

La nascita dell’Istituto per la Promozione dei Lavorator, dieci anni fa, é stata, se vogliamo<br />

considerare il profondo cambiamento intervenuto nel mondo del lavoro, il passo giusto e allo<br />

stesso tempo anche una decisione lungimirante.<br />

In questi dieci anni l’Istituto ha continuamente ampliato e integrato il suo ambito di operatività,<br />

arrivando oggi a svolgere una gamma di attività molto ampia e variegata. Quest’ultima<br />

comprende settori estremamente importanti come la ricerca economica e sociale, l’analisi della<br />

contrattazione collettiva locale, l’elaborazione di studi e ricerche, la formazione delle lavoratrici<br />

e dei lavoratori e la redazione di pubblicazioni specialistiche.<br />

Attraverso l’ampliamento dei settori di attività l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ha dimostrato una grande responsabilità<br />

e oggi è un partner importantissimo e prezioso delle Organizzazioni Sindacali e delle<br />

Associazioni sociali.<br />

La Giunta provinciale ha creduto sin dall’inizio nell’Istituto, accordandogli la propria fiducia<br />

ed investendo nello stesso impegno e denaro, per permettergli di restare sempre al passo con i<br />

tempi, adeguandosi ai nuovi bisogni e alle nuove richieste.<br />

Quindi l’odierno compleanno dell’Istituto per la Promozione dei Lavoratori <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> sta a<br />

cuore a tutti coloro che si sentono legati al mondo del lavoro e, in particolare, al mondo delle lavoratrici<br />

e dei lavoratori della nostra Provincia, che credono nello sviluppo economico e sociale<br />

dell’Alto Adige.<br />

Affinché l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> possa continuare anche in futuro le attività ed i servizi offerti ai propri associati<br />

e, pertanto, continuare ad essere al servizio delle cittadine e dei cittadini altoatesini, auguro<br />

ai responsabili, organizzazioni costituenti, agli utenti e alle collaboratrici ed ai collaboratori<br />

un grande successo.<br />

Auguri a tutti per una proficua collaborazione!<br />

Luis Durnwalder<br />

Presidente della Provincia


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

4<br />

L’importante ruolo ricoperto dall’Istituto<br />

nella società locale<br />

L<br />

’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è forse l’unico esempio di Istituto di Ricerca e di Promozione di lavoratori e<br />

lavoratrici finanziato dall’ente pubblico e gestito autonomamente dalle Organizzazioni<br />

sindacali e associazioni sociali maggiormente rappresentative. La sua costituzione è stata<br />

una scommessa ed ha rappresentato sicuramente un’esperienza singolare; ero convinta di<br />

questo progetto fin dalla sua nascita e dopo dieci anni, non posso che confermare quella scelta<br />

come profondamente giusta.<br />

I più importanti principi ispiratori che hanno portato alla nascita ed allo sviluppo dell’<strong>IPL</strong>-<br />

<strong>AFI</strong> sono:<br />

• avere un Istituto di ricerca e formazione a disposizione delle parti sociali, utile per acquisire<br />

competenze, formazione e informazioni, valorizzare e qualificare la contrattazione collettiva<br />

a livello provinciale e aziendale;<br />

• avere un Istituto unico, non separato per gruppi linguistici e/o per filoni di pensiero sindacale,<br />

che avesse la capacità di produrre sinergie fra le varie componenti dell’associazionismo<br />

sindacale e sociale per favorirne la coesione, le strategie in tema di lavoro e sicurezza sociale;<br />

• avere una struttura di formazione, informazione e consultazione per i rappresentanti sindacali<br />

sui luoghi di lavoro di lavoratori e lavoratrici, mettendo a disposizione una banca dati<br />

sui contratti nazionali, provinciali e aziendali, testi contrattuali, disposizioni legislative nazionali<br />

tradotte in lingua tedesca;<br />

• avere un ente come l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> che si rivolga direttamente alle lavoratrici, ai lavoratori ed a<br />

tutti i cittadini interessati con il periodico “<strong>Dimensione</strong> lavoro – Dimension Arbeit”, con le<br />

Newsletter e con dispense specifiche;<br />

• infine avere un Istituto che ricopra un ruolo importante nella società locale, svolgendo autonomamente<br />

indagini e ricerche, preziosi lavori di sensibilizzazione sulle nuove povertà, sul<br />

problema dell’inflazione, dei prezzi, della casa, delle retribuzioni, delle pensioni, del lavoro irregolare,<br />

del bilancio provinciale, delle immigrazioni ecc. contribuendo in questo modo ad<br />

un’informazione pluralista e attenta alle esigenze dei ceti medio bassi, aumentando in questo<br />

modo non soltanto le conoscenze pratiche, ma anche il livello di possibile partecipazione di<br />

ogni lavoratore e lavoratrice.<br />

Festeggiando i 10 anni di attività dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> possiamo unanimamente convenire, che il<br />

lavoro svolto dall’Istituto fino ad oggi, ha risposto sicuramente alle aspettative che ci eravamo<br />

posti.<br />

Mi congratulo con le organizzazioni promotrici, i dirigenti e le dirigenti, i componenti e le componenti<br />

degli organi statutari, con le collaboratrici ed i collaboratori per il paziente lavoro<br />

svolto in questi dieci anni ed auguro alle protagoniste e ai protagonisti dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> altrettanto<br />

impegno per gli anni futuri, un lavoro utile e prezioso per tutta la comunità nella nostra<br />

Provincia.<br />

Il desiderio di leggere la realtà da più punti di vista richiede sempre conoscenza, capacità, sensibilità<br />

ed anche fantasia, complimenti e buon lavoro!<br />

Luisa Gnecchi<br />

Vicepresidente della Provincia<br />

Assessora al lavoro, innovazione, pari opportunità,<br />

cooperative, formazione professionale e scuola italiana


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

Per il rafforzamento della concertazione<br />

5<br />

L<br />

’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> festeggia il decennale dalla fondazione. Posso constatare con soddisfazione<br />

che non è più possibile pensare di farne a meno nel panorama politico-lavorativo dell’Alto<br />

Adige. Come assessore al lavoro, che all’epoca elaborò le basi legislative per la sua<br />

fondazione, so quanto sia stata lunga e faticosa la strada fino alla sua identificazione quale<br />

istituzione riconosciuta.<br />

Ero e sono un convinto sostenitore di una concertazione, in cui dei partners forti danno un contributo<br />

fondamentale per lo sviluppo economico e per un mondo lavorativo che funzioni. Così<br />

la costituzione dell’Istituto per la Promozione dei Lavoratori – quale corrispettivo dell’Istituto<br />

per lo sviluppo economico – che ha contribuito ad accompagnare ed a rafforzare il lavoro dei<br />

sindacati e delle associazioni sociali, era un mio particolare desiderio. In quell’occasione potei<br />

attingere alle proposte degli anni ’80 dei sindacati, soprattutto della SGB/CISL, che presero<br />

come modello la “Arbeiterkammer” in Austria guidata da rappresentanti eletti. Questo modello<br />

si dimostrò non essere realizzabile in Alto Adige; però il giuslavorista, in seguito il Ministro<br />

del <strong>Lavoro</strong> Tiziano Treu, nell’ambito di una legge per la promozione del mercato del lavoro,<br />

indicò la strada verso un ente di diritto pubblico, gestito dalle Organizzazioni Sindacali e dalle<br />

Associazioni sociali. La rappresentanza diretta dei lavoratori non fu possibile, però venne indirettamente<br />

garantita, in quanto il peso dei singoli sindacati si rispecchiò nella composizione<br />

degli organi statutari. Analogamente al Consiglio Camerale della Camera di Commercio, venne<br />

previsto un Consiglio d’Istituto, composto esclusivamente da rappresentanti dei lavoratori<br />

(sindacati e associazioni sociali).<br />

Quale promotore della legge provinciale del 12.11.1992, Nr.39 „Provvedimento per la promozione<br />

del mercato del lavoro“, che prevede la costituzione dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, volli consapevolmente<br />

regolare soltanto lo stretto necessario. I campi d’azione vennero delineati solo a grandi linee e<br />

persino gli organi e le prescrizioni riguardanti l’organizzazione e il modo d’operare dell’Istituto<br />

vennero delegati allo statuto. In questo modo si poterono evitare diverse obiezioni del Governo<br />

centrale – le Leggi provinciali, allora, erano ancora sottoposte al visto del Commissario del Governo.<br />

Questi non rinunciò a formulare un’annotazione critica sull’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, che però non<br />

portò al veto sulla norma. Quando, dieci anni fa, l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> iniziò la sua attività, i sindacati<br />

avevano idee differenti riguardo all’orientamento dell’Istituto. Tuttavia si era e si è d’accordo<br />

che una delle mete principali dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è di contribuire, attraverso numerose iniziative, al<br />

miglioramento della condizione delle lavoratrici e dei lavoratori sotto ogni aspetto, lavorativo,<br />

economico e sociale. Nella politica occupazionale, economica e formativa, la situazione locale<br />

ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale, sullo sfondo del globale e profondo cambiamento<br />

del mondo del lavoro. I continui mutamenti nell’economia e le innumerevoli sfide ai sistemi di<br />

sicurezza sociale, hanno reso la ricerca, lo studio, la consulenza e la formazione nel campo del<br />

lavoro attività di importanza fondamentale.<br />

Mi riempie di gioia e soddisfazione il fatto che l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> in questi dieci anni abbia colmato<br />

questa lacuna e che abbia operato per conto di tutte le Organizzazioni Sindacali, lavorando in<br />

modo unitario in un ambito che prima era raramente oggetto di studio.<br />

Sono lieto di esprimere la mia convinzione che l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, dopo questi anni fruttuosi, proseguirà<br />

nel cammino verso l’ulteriore affinamento e sviluppo del proprio profilo.<br />

Con i miei migliori auguri per il lavoro futuro dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>.<br />

Otto Saurer<br />

Vicepresidente della Provincia<br />

Assessore provinciale alla scuola e<br />

formazione professionale in lingua tedesca e università


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

6<br />

Le lavoratrici ed i lavoratori hanno bisogno<br />

di strumenti per la tutela dei loro interessi<br />

Con la creazione l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> si voleva mettere nelle mani delle lavoratrici e dei lavoratori<br />

uno strumento efficace per la tutela dei loro interessi, al pari di quello già a disposizione<br />

degli imprenditori attraverso la Camera di Commercio. Quale modello per il nuovo<br />

Istituto vennero prese le Camere del <strong>Lavoro</strong> dei paesi confinanti e, malgrado alcuni ostacoli derivanti<br />

da norme costituzionali, si perseverò nel portare avanti il progetto.<br />

La fase iniziale fu estremamente travagliata: le contrattazioni si configurarono difficili e, in relazione<br />

all’assegnazione degli organi statutari, minacciarono di fallire. A causa dei pochi collaboratori<br />

e dei mezzi limitati non si riuscì a soddisfare tutte le aspettative. Ebbero inizio numerosi<br />

progetti, ma molte delle iniziative, soprattutto nel campo della ricerca, si rivelarono più<br />

complesse e impegnative (in termini di tempo) di quanto previsto. L’importanza di non orientarsi<br />

in base ai desideri, ma di rimanere all’interno di ambiti predefiniti, fu un processo d’apprendimento<br />

per tutti. Insieme alle organizzazioni costitutive si pianificò una attività annuale<br />

realistica dei temi da trattare, con un preciso ordine di priorità. Attraverso il miglioramento<br />

dell’organizzazione e dei procedimenti si poté raggiungere un aumento della qualità e dell’efficienza<br />

interna.<br />

Ora, a dieci anni dalla nascita, si può affermare che gli sforzi sono stati ripagati. In questo periodo,<br />

nonostante le difficoltà, l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è riuscito ad assicurarsi una certa rinomanza pubblica<br />

come istituzione scientifica. Si è riusciti a formare collaboratrici e collaboratori competenti,<br />

sotto la cui direzione sono stati svolti una serie di studi riguardanti il lavoro e le condizioni di<br />

vita delle lavoratrici e dei lavoratori in Alto Adige, i cui risultati hanno trovato attenzione in<br />

ambito pubblico e che hanno rappresentato la base per importanti argomentazioni di sindacati<br />

e associazioni sociali. L’offerta di formazione venne elaborata in base al nuovo concetto di qualità,<br />

volta alla soddisfazione del cliente. Il know how elaborato dall’Istituto viene diffuso tramite<br />

adeguate pubblicazioni.<br />

Inoltre, deve essere posto in evidenza che, la prevista presenza, in seno all’Istituto, di tutti i sindacati<br />

e le associazioni sociali, si ripercuote positivamente sulla loro collaborazione. Ciò che è<br />

comune sta in primo piano, mentre ciò che divide viene accantonato.<br />

In questa occasione voglio complimentarmi e ringraziare tutte le consigliere e i consiglieri d’Istituto<br />

che si sono sinora succeduti.<br />

Sicuramente l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ha ancora numerosi compiti che lo aspettano. La “posizione pubblica”<br />

dell’Istituto va ulteriormente consolidata: le pubbliche relazioni e la diffusione dei materiali migliorate,<br />

i contatti con le organizzazioni costitutive ulteriormente rafforzati.<br />

In primo luogo, però, bisogna far comprendere ai vertici dell’amministrazione provinciale che<br />

sono necessarie delle risorse aggiuntive. Se l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> deve adempiere una funzione importante<br />

nel quadro delle parti sociali, allora devono venirgli assegnate le risorse necessarie affinché possa<br />

svolgere il proprio compito con la responsabilità dovuta.<br />

Una solida partnership sociale può essere attuata solamente qualora, non solo le imprenditrici e<br />

gli imprenditori, ma anche le lavoratrici e i lavoratori di questa Provincia dispongano degli<br />

strumenti adatti alla tutela dei loro interessi. Una partecipazione efficace di tutte le lavoratrici e<br />

i lavoratori all’assetto politico, economico e sociale è la migliore premessa per una pace sociale<br />

duratura. In questo senso auguro all’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> molto successo e un futuro brillante.<br />

Erich Achmüller<br />

Presidente del Consiglio d’Istituto


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>: un obiettivo comune per tutte le<br />

organizzazioni dei lavoratori e delle lavoratrici<br />

di Christian Troger<br />

Presidente della Giunta<br />

All’interno della società altoatesina,<br />

l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ha raggiunto tramite<br />

le sue ricerche e le iniziative<br />

formative, un valore socio-politico e<br />

il riconoscimento da parte delle lavoratrici<br />

e dei lavoratori quale Istituto pubblico<br />

di ricerca e formazione. Questo é il<br />

risultato di un lavoro minuzioso, faticoso<br />

e non sempre semplice nel campo<br />

formativo e scientifico che, anche in Alto<br />

Adige, ha permesso a “persone che<br />

sono all’oscuro” cioè in gran parte lavoratori<br />

e lavoratrici dipendenti, di ottenere<br />

una attenzione maggiore e più consona<br />

al loro peso nella società. Questo traguardo<br />

è da confermare anche per il futuro<br />

come obiettivo comune delle<br />

OO.SS. ASGB, CGIL/AGB, SGB/CI-<br />

SL ed UIL/SGK, ma anche delle associazioni<br />

sociali KVW e ACLI nonché la<br />

Ripartizione lavoro della Provincia Autonoma<br />

di Bolzano. Dal momento che<br />

anche in Alto Adige nello scorso decennio<br />

abbiamo potuto constatare una crescente<br />

apertura della forbice del benessere,<br />

con l’aumento della relativa povertà<br />

confermata da ricerche scientifiche dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />

e da indagini comuni tra l’Istituto<br />

e l’ASTAT (varie indagini sulla distribuzione<br />

dei redditi), ma anche da inchieste<br />

empiriche che coinvolsero migliaia<br />

di lavoratori e lavoratrici dipendenti<br />

di tutti e tre i gruppi linguistici.<br />

L’Istituto per la Promozione dei Lavoratori<br />

e delle Lavoratrici ha svolto inoltre<br />

ricerche in merito alle nuove questioni<br />

sociali come quella delle pari opportunità<br />

tra donne e uomini al posto di lavoro,<br />

della conciliazione tra famiglia e<br />

lavoro e del diritto alla formazione in<br />

Alto Adige. Le donne hanno raggiunto<br />

una sempre maggiore importanza nella<br />

società altoatesina con l’aumento della<br />

loro presenza nei posti di lavoro, anche<br />

7<br />

se permane tuttora una scarsa sensibilità<br />

e poca comprensione da parte di alcuni<br />

ambiti importanti dell’imprenditoria altoatesina<br />

e non.<br />

Dall’implementazione di criteri di qualità<br />

sociale nell’economia, nella politica<br />

e nella società altoatesina dipende anche<br />

lo sviluppo del peso del movimento<br />

operaio e sindacale in questa terra. Ed è<br />

da sottolineare che il movimento operaio<br />

ha contribuito in modo sostanziale<br />

alla crescita della democrazia economica<br />

e lo farà ancora negli anni a venire. A<br />

causa dei processi di cambiamento sempre<br />

più rapidi - risultato anche della globalizzazione<br />

economica - in futuro sarà<br />

indispensabile una migliore concertazione<br />

in ambito politico che avrà lo scopo<br />

di garantire uno sviluppo sostenibile,<br />

accettabile e largamente condiviso<br />

del territorio provinciale. Tante parti del<br />

mondo porranno sempre maggiori speranze<br />

sul modello europeo del welfare,<br />

basato su un’Europa allargata, in quanto<br />

si auspica una maggiore cooperazione<br />

tra nord e sud, ma anche tra est ed<br />

ovest per creare le basi più solidali e meno<br />

concorrenziali della convivenza a livello<br />

mondiale. Per una ulteriore valorizzazione<br />

dell’Istituto per la Promozione<br />

dei Lavoratori, nei prossimi dieci anni<br />

sarà auspicabile che lo stesso Istituto<br />

venga incaricato di produrre pareri vincolanti<br />

in merito alle proposte di legge<br />

del Consiglio e alle deliberazioni della<br />

Giunta provinciale in ambito socio-politico,<br />

con lo scopo di riuscire a sviluppare<br />

un futuro della Provincia caratterizzato<br />

dalla più ampia sostenibilità ecologica,<br />

sociale ed economica, anche dal momento<br />

che la consulta economica e sociale<br />

provinciale è stata abolita già oltre<br />

un decennio fa senza che venisse instaurata<br />

un’alternativa vincolante ad essa.


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> verso il futuro<br />

8<br />

di Primo Schönsberg<br />

Vicepresidente della Giunta<br />

Gli anniversari servono, aiutano a<br />

fare bilanci ed a trarre valutazioni<br />

e sono utili, se oltre a valorizzare<br />

i successi, si riesce ad evidenziare i<br />

limiti e le aspettative non corrisposte. In<br />

questo esercizio è indispensabile farsi<br />

accompagnare dal rigore intellettuale di<br />

chi guarda al passato con l’intenzione di<br />

delineare il futuro.<br />

A mio avviso, per esperienza maturata<br />

come rappresentante delle ACLI e della<br />

SGB/CISL, ritengo che l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> abbia<br />

saputo corrispondere alle aspettative del<br />

legislatore, ritagliarsi uno spazio autonomo<br />

quale strumento indispensabile<br />

per tenere alto il confronto con le controparti<br />

pubbliche e private su temi delicati<br />

della vita.<br />

Più che del passato e del presente ritengo<br />

opportuno riflettere sul domani dell’Istituto.<br />

Questo risiede anche nella capacità<br />

delle organizzazioni portanti di<br />

ridefinire il patto fondativo, stabilire<br />

priorità condivise, delegando formalmente<br />

all’Istituto una parte dei propri<br />

compiti nel campo della educazione alla<br />

rappresentanza. Da subito risulta utile<br />

sviluppare la qualità dei processi decisionali<br />

ed operativi interni per tendere<br />

in tempi brevi alla certificazione degli<br />

stessi secondo standard internazionalmente<br />

riconosciuti.<br />

Obbiettivo che non può prescindere da<br />

un rafforzamento delle risorse umane<br />

dell’Istituto, oggi assolutamente inadeguate,<br />

a testimonianza del ruolo che la<br />

Giunta provinciale vuole confermare all’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />

nell’ambito delle politiche attive<br />

del lavoro.<br />

La riforma dello Statuto va messa in<br />

agenda e definita a breve per innalzare<br />

efficacia, tempestività d’azione e governo<br />

dell’Istituto a favore di un mondo di<br />

lavoro in profonda e continua trasformazione:<br />

i cambiamenti vanno dai riflessi<br />

delicati determinati dalla rivoluzione<br />

informatica ai processi d’internazionalizzazione<br />

dell’economia e a quelli<br />

migratori dal Sud al Nord del mondo.<br />

Sbaglia chi pensa che il sindacato accetti<br />

di svolgere solo una funzione notarile<br />

davanti alle crisi aziendali che si stanno<br />

susseguendo quale concreta conseguenza<br />

delle delocalizzazioni, spinte da un<br />

capitalismo miope alla ricerca del massimo<br />

profitto al costo minore.<br />

Anche la collocazione fisica dell’Istituto<br />

va ripensata; l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> va inserito a pieno<br />

titolo nel futuro Parco tecnologico.<br />

Questo per sottolineare come non esiste<br />

innovazione di processo o prodotto<br />

senza investimento sul capitale umano,<br />

nelle fabbriche e negli alberghi come<br />

nei magazzini e negli uffici. Propongo<br />

una riflessione coraggiosa sulla possibile<br />

evoluzione di <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> da Istituto dotato<br />

di personalità giuridica di diritto pubblico<br />

e sottoposto a vigilanza dalla<br />

Giunta a Fondazione.<br />

Cresce in molti la convinzione che il futuro<br />

sia carico di incognite e richieda fatiche<br />

interpretative a tutti. Anche al sindacato.<br />

Prioritario risulta evitare il rischio<br />

della marginalizzazione dovuta allo<br />

spessore culturale delle politiche liberiste<br />

che da un quarto di secolo attraversano<br />

il mondo ed hanno indebolito il<br />

principio di solidarietà. Ma anche pretendere<br />

un Welfare State locale più responsabile<br />

alla cui definizione le ricerche<br />

sviluppate dall’Istituto possono dare<br />

un contributo significativo.<br />

Con l’aiuto dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> dovremo saper<br />

proporre in Sudtirolo vie negoziali da<br />

condividere con chi rappresenta l’economia<br />

e le Istituzioni politiche, valorizzando<br />

anche la bilateralità. È indispensabile<br />

infatti dimostrare come nel terzo<br />

millennio è possibile coniugare la globalizzazione<br />

con lo sviluppo economico<br />

territoriale garantendo protezione e<br />

promozione del lavoro. Le donne e gli<br />

uomini ritratte da Pelizza da Volpedo<br />

nel celebre quadro “Quarto stato” hanno<br />

attraversato pagine terribili nella storia<br />

umana, raggiungendo altresì traguardi<br />

di emancipazione e tutela alle quali<br />

non è pensabile rinunciare.<br />

L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ha un buon passaporto per il<br />

futuro.


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

Più competenza = maggior coinvolgimento<br />

Il posizionamento dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> e gli obiettivi di sviluppo<br />

9<br />

di Karl Gudauner<br />

Direttore<br />

Dopo 10 anni di attività dell’I-<br />

PL-<strong>AFI</strong> la questione dello scopo<br />

di quest’Istituto è ancora<br />

al centro di un acceso dibattito tra le<br />

Organizzazioni Sindacali. Non si tratta<br />

solo di differenti approcci e concetti,<br />

ma della questione relativa alla guida<br />

politica dell’ente. Con questo contributo<br />

vorrei soffermarmi su alcuni<br />

aspetti strategici che riguardano il ruolo<br />

dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> e le sue prospettive di<br />

sviluppo, attorno alle quali dovrebbe<br />

essere ricercato un auspicabile consenso<br />

sulla conduzione dell’Istituto. L’I-<br />

PL-<strong>AFI</strong> rappresenta una grande opportunità<br />

a disposizione delle organizzazioni<br />

costituenti per promuovere il benessere<br />

delle lavoratrici e dei lavoratori,<br />

opportunità che andrebbe colta.<br />

1. IL CAMBIAMENTO DEI PARADIGMI<br />

DELL’AMMINISTRAZIONE<br />

Con la riforma della Costituzione è<br />

stato avviato uno sviluppo del quale<br />

l’Alto Adige, grazie alla sua Autonomia<br />

speciale, era già precursore: la decentralizzazione<br />

di numerose competenze<br />

alle regioni (e alle province autonome)<br />

non ha spostato solamente il<br />

potere decisionale politico, ma ha<br />

cambiato anche l’approccio alla gestione<br />

amministrativa. Un tempo le amministrazioni<br />

locali erano solamente<br />

organi esecutivi del potere dello Stato<br />

e dovevano occuparsi solo di mettere<br />

in pratica i contenuti, che venivano<br />

politicamente predefiniti a Roma. Ora<br />

esse devono prendere decisioni del cui<br />

contenuto sono direttamente responsabili,<br />

e stabilire “il che cosa” e “il perché”<br />

e non unicamente il “come” realizzare<br />

i propri compiti. In una tale situazione<br />

l’amministrazione locale ha<br />

bisogno di un sostegno competente<br />

per rispondere alle numerose istanze<br />

sostanziali e operative. L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, così<br />

come la Libera Università di Bolzano,<br />

l’EURAC o l’IRE, è un importante<br />

centro di competenze locale, che può<br />

adempiere il compito di svolgere specifiche<br />

analisi scientifiche e consulenze.<br />

Come ente autonomo dell’amministrazione<br />

provinciale all’Istituto venne<br />

affidato esattamente questo compito.<br />

Sta alle cariche politiche riconoscere<br />

l’importanza di questo suo ruolo ed<br />

utilizzarlo, assegnandogli, in futuro,<br />

incarichi ufficiali di ricerca, anziché ricorrendovi,<br />

come spesso finora, solo<br />

informalmente.<br />

2. IL CAMBIAMENTO DI PARADIGMI<br />

NELL’ATTIVITÀ DELLE ORGANIZZAZIONI<br />

SINDACALI<br />

I sindacati hanno ottenuto molti diritti<br />

per i lavoratori: la loro forza di mobilitazione<br />

è basata sull’impegno e sul<br />

sacrificio dei/delle numerosi/e funzionari/e,<br />

che furono in grado di mettere<br />

d’accordo le masse dei lavoratori dell’industria<br />

per ottenere giustizia salariale,<br />

cogestione e protezione sociale.<br />

Ancor oggi l’attrattività e la forza dei<br />

sindacati si fonda in gran parte sul carisma<br />

delle persone che conducono il<br />

movimento sindacale. Con l’ottenimento<br />

dei diritti fondamentali l’atmosfera<br />

di lotta sociale è andata svanendo.<br />

Gli obiettivi corporativi dei singoli<br />

gruppi sono tornati in primo piano. In<br />

questi tempi, in cui a causa della sempre<br />

maggiore deregulation neoliberale<br />

perfino i pilastri delle conquiste sindacali<br />

traballano, i sindacati fanno fatica<br />

a costruire una controstrategia. La deregulation<br />

ha cancellato i contorni di<br />

“classe” e la globalizzazione mette tutti<br />

contro tutti, paese contro paese, l’uno<br />

in concorrenza con l’altro. Tranne<br />

che in situazioni eccezionali, le deci-


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

10<br />

Funzionari e collaboratori e collaboratrici brindano all’anno nuovo dopo l’ultima<br />

riunione dell’anno 1998<br />

sioni quotidiane non vengono più prese<br />

sul campo, ma a tavolino, sulla base<br />

di argomentazioni empiriche: diventano<br />

decisivi dati e numeri, fatti e obiettivi<br />

fondati su considerazioni strettamente<br />

economiche (per la precisione,<br />

di economia aziendale a breve termine)<br />

che le imprese e le associazioni degli<br />

imprenditori apportano.<br />

A causa dei nuovi livelli di contrattazione,<br />

conforme all’ accordo tra Governo<br />

e parti sociali del luglio 1993, i<br />

sindacati operano particolarmente a livello<br />

locale, in quanto non agiscono<br />

più prevalentemente quali organi di<br />

controllo dell’esecuzione dei contratti<br />

collettivi nazionali, ma compaiono loro<br />

stessi come parti coinvolte nelle<br />

trattative. Non possono più contare<br />

solamente sulla loro forza di mobilitazione<br />

per migliorare le condizioni di<br />

lavoro, bensì devono sviluppare strategie<br />

orientate agli interessi dei singoli<br />

gruppi e cercare di capire i meccanismi<br />

dell’economia. Con l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> i sindacati<br />

altoatesini e le associazioni sociali<br />

hanno a disposizione una fonte di<br />

know-how in gestione autonoma a sostegno<br />

proprio di queste esigenze: l’elaborazione<br />

di dati, la verifica delle argomentazioni,<br />

l’analisi dei fatti decisivi<br />

per capire le condizioni delle lavoratrici<br />

e dei lavoratori nelle aziende e<br />

per tener in considerazione i loro bisogni<br />

a livello politico e amministrativo.<br />

Per poter sfruttare al meglio le risorse<br />

dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> c’è tuttavia bisogno all’interno<br />

dei sindacati di personale che<br />

si occupi del flusso delle informazioni<br />

necessarie, della scelta degli obiettivi e<br />

della realizzazione e trasformazione<br />

dei risultati delle ricerche.<br />

3. TRASPARENZA, VEICOLO DI DEMOCRAZIA<br />

Il sistema altoatesino è molto incentrato<br />

sulla politica. Ciò significa che le<br />

decisioni vengono prese soprattutto a<br />

livello politico e comunque nelle sfere<br />

più alte. Le amministrazioni rispecchiano<br />

questo sistema. Potere decisionale<br />

ed esclusività delle informazioni<br />

sono beni gestiti gelosamente. È vero<br />

che gerarchia e centralità portano efficienza,<br />

ma è altrettanto vero che esse<br />

devono però venire armonizzate con<br />

altrettanto preziosi beni quali la trasparenza<br />

e la condivisione, così come<br />

è uso in una democrazia ben sviluppata.<br />

Con la fondazione dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>,<br />

dell’EURAC e dell’Università, il tradizionale<br />

quadro della compagine istituzionale<br />

in Alto Adige è cambiato. Si<br />

aggiungono alcuni attori, il cui compito<br />

è quello di portare un contributo al<br />

dibattito, nell’interesse pubblico. L’incarico<br />

di ricerca dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è costituito<br />

soprattutto dal mettere in evidenza<br />

le richieste dei lavoratori e delle<br />

lavoratrici e, in generale, degli strati<br />

sociali piú deboli; quindi non si tratta<br />

solamente di un contributo relativo alla<br />

trasparenza dell’Amministrazione,<br />

ma anche alla dialettica socio-politica.<br />

Una ragguardevole parte delle strutture<br />

di rappresentanza delle datrici e dei<br />

datori di lavoro viene finanziata attraverso<br />

le tasse pagate da tutti i cittadini.<br />

In questo modo ogni associazione datoriale<br />

dispone di un efficiente apparato<br />

di relazioni con i massmedia, tramite<br />

il quale l’influsso sull’opinione pubblica<br />

viene costantemente potenziato,<br />

e di strutture di formazione in corso di<br />

forte espansione.<br />

Le Associazioni sindacali non dispongono<br />

di strutture altrettanto dotate.<br />

L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è stato fondato con l’obiet-


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

11<br />

tivo di creare un’analoga struttura di ricerca<br />

e formazione per le lavoratrici e i<br />

lavoratori. Per permettere all’Istituto di<br />

assolvere a tutti i compiti previsti, le<br />

organizzazioni costituenti devono impegnarsi<br />

per il suo potenziamento.<br />

4. EUROPA, NUOVA CORNICE DI<br />

RIFERIMENTO<br />

L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> fu concepito con un raggio<br />

d’azione limitato all’Alto Adige. Con<br />

l’avanzamento del processo di unificazione<br />

europeo e lo sviluppo della legislazione<br />

dell’UE, la normativa europea<br />

diventa sempre più la cornice di riferimento<br />

centrale.<br />

Per l’Istituto ciò sta a significare che,<br />

nell’ambito dell’attività di ricerca, sono<br />

necessari confronti extraregionali<br />

non solo con le altre regioni italiane,<br />

ma anche con altri territori, oltre i<br />

confini dello Stato. In un mondo globalizzato<br />

la ricerca è diventata generalmente<br />

un fenomeno di rete. Il posizionamento<br />

nella rete internazionale della<br />

ricerca è un obiettivo ambizioso che<br />

l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> potrà realizzare soltanto negli<br />

anni futuri, se le organizzazioni costituenti<br />

ed il legislatore altoatesino<br />

provvederanno a far sì che l’Istituto si<br />

consolidi quale ente di ricerca e sviluppi<br />

ulteriormente il proprio livello<br />

di qualità.<br />

5. SVILUPPO DELLA QUALITÀ A TUTTI I<br />

LIVELLI<br />

In questa prima fase si è trattato di<br />

mettere in piedi il progetto <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> e<br />

di dotarlo di compiti concreti, impratichire<br />

e rafforzare collaboratrici e collaboratori<br />

con competenze differenti,<br />

dare nuova responsabilità agli organi<br />

portanti, dirigere un Istituto, renderlo<br />

efficiente e creare una “sezione knowhow”<br />

attraente per le organizzazioni<br />

costituenti. A questo punto è necessario<br />

un nuovo sforzo per riuscire a migliorare<br />

la qualità del lavoro delle collaboratrici,<br />

dei collaboratori e degli organi<br />

statutari. Tutti assieme devono<br />

concorrere ad organizzare un gioco di<br />

squadra efficace, che si definisce “cultura<br />

organizzativa”, nel quale una chiara<br />

suddivisione dei compiti e relazioni<br />

all’insegna del rispetto, creano un clima<br />

di lavoro in cui operare in modo<br />

costruttivo e produttivo diventa<br />

un’ovvietà. L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ha sempre voluto<br />

operare al di sopra delle singole organizzazioni:<br />

l’affidamento degli organi<br />

statutari a organizzazioni così svariate<br />

ed a persone di diversi gruppi linguistici<br />

è stata una buona occasione<br />

per imparare ad operare in tal senso.<br />

Queste particolari condizioni istituzionali<br />

sono da tenere in considerazione<br />

anche quando si tratta di fare riflessioni<br />

sul futuro dell’Istituto. Solo chi riesce<br />

ad osservare l’attività dell’Istituto<br />

da un’ottica al di sopra delle organizzazioni,<br />

può cogliere il vero scopo sociale<br />

che l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> svolge per le lavoratrici<br />

ed i lavoratori e che dovrebbe<br />

rimanere sempre per tutti in primo<br />

piano.<br />

Gli autori del manuale „I diritti dei lavoratori<br />

e delle lavoratrici”, Walther Andreaus e<br />

Waltraud Wörndle, in occasione della<br />

presentazione della seconda edizione aggiornata<br />

nel 2002, assieme alla Vicepresidente della<br />

Provincia Luisa Gnecchi, il presidente <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />

Serafin Pramsohler ed il vicepresidente<br />

Salvatore Cavallo


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

12<br />

Il contributo della ricerca allo sviluppo regionale<br />

di Andrea Zeppa<br />

Vicedirettore e responsabile<br />

della ricerca<br />

Esiste la competitività delle regioni?<br />

La risposta non è scontata,<br />

dal momento che il concetto<br />

di competitività fa comunemente<br />

riferimento alle imprese, oppure agli<br />

stati nazionali. La centralità nazionale<br />

era fino a qualche decennio fa indiscussa,<br />

visto che l’indirizzo, l’attuazione<br />

ed il controllo delle politiche economiche,<br />

industriali e dell’istruzione<br />

erano di stretta competenza degli Stati.<br />

Pur all’interno di quadri istituzionali<br />

differenziati, questa situazione è mutata<br />

con lo spostamento di competenze<br />

di indirizzo e coordinamento verso<br />

l’Unione Europea ed il decentramento<br />

di competenze sullo sviluppo locale<br />

verso le regioni.<br />

All’interno di un’economia sempre<br />

più globalizzata e della cornice istituzionale<br />

europea le leve nazionali perdono<br />

efficacia ed aumenta l’importanza<br />

delle regioni nel favorire un ambiente<br />

e delle condizioni favorevoli alle<br />

crescita delle imprese e dell’occupazione.<br />

I fattori di competitività regionale si<br />

basano essenzialmente su due elementi:<br />

la capacità di creazione e di trasmissione<br />

della conoscenza e la valorizzazione<br />

delle risorse naturali e del capitale<br />

sociale e culturale presenti sul territorio.<br />

Questi fattori strategici richiedono<br />

il funzionamento di reti relazionali<br />

efficaci tra imprese, istituzioni e<br />

parti sociali. Per quanto riguarda la<br />

centralità della conoscenza nei moderni<br />

sistemi economici, va sottolineata<br />

l’importanza dell’Università e dei centri<br />

di ricerca per il territorio circostante.<br />

Essi producono conoscenza attraverso<br />

diversi canali; questa conoscenza<br />

deve avere ampie superfici di contatto<br />

con i soggetti economici locali in modo<br />

da potere essere immessa nelle attività<br />

produttive trasformandosi in competenze<br />

ed innovazione.<br />

Il primo e più evidente servizio delle<br />

istituzioni universitarie e di ricerca verso<br />

la comunità è la formazione delle<br />

risorse umane che rappresenteranno la<br />

sua futura classe dirigente. Ma il contributo<br />

di queste istituzioni può andare<br />

assai oltre. E’ importante che esse<br />

svolgano anche progetti di ricerca in<br />

stretta connessione con il territorio,<br />

pur non perdendo di vista il dibattito<br />

ed il contesto scientifico internazionale.<br />

Inoltre, università ed enti di ricerca<br />

devono allacciare contatti con le imprese<br />

e le associazioni di categoria, per<br />

diventare dei punti di riferimento del<br />

circuito della conoscenza, dei partner<br />

in grado di trasferire conoscenza e metodi<br />

al sistema delle imprese e delle<br />

istituzioni. Di più, esse sono anche la<br />

finestra che apre il territorio verso le<br />

esperienze più interessanti prodotte in<br />

giro per il mondo e possono diventare<br />

un polo di attrazione di imprese e persone<br />

su specifici campi di ricerca.<br />

La capacità di innovazione delle imprese<br />

locali può essere molto incrementata<br />

da contatti fecondi con il<br />

mondo della ricerca. Per innovazione<br />

non si intende solo quella tecnologica,<br />

ma anche quella organizzativa, istituzionale,<br />

nelle relazioni di lavoro, nei<br />

servizi alla comunità. In questo contesto<br />

si apre uno spazio di analisi di quale<br />

sia il ruolo del dialogo sociale e del<br />

confronto tra le parti sociali nel governo<br />

delle politiche di sviluppo locali; e<br />

ancora di quale sia il contributo del


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

13<br />

mondo del lavoro, sia in termini di<br />

strumenti regolativi sindacali, sia in<br />

termini di sistema professionale, a sostegno<br />

delle strategie di innovazione.<br />

La nostra Provincia ha bisogno di un<br />

sistema della ricerca integrato i cui<br />

esponenti siano radicati e riconosciuti<br />

nelle istituzioni e nei corpi economici<br />

e sociali della comunità. Un sistema<br />

integrato significa un sistema aperto a<br />

più soggetti, che collaborano e generano<br />

sinergie tra loro. Ogni ente potrà<br />

avere alcune linee di indirizzo politico<br />

e strategico peculiari, ma dovrà riconoscersi<br />

in un criterio ordinatore comune,<br />

che è quello della trasparenza<br />

del metodo scientifico, del confronto<br />

aperto sui risultati, della valutazione e<br />

del monitoraggio del loro impatto.<br />

Dall’idea di un centro di competenza<br />

alla fondazione dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />

Le premesse e i primi 10 anni<br />

di attività<br />

di Konrad Walter<br />

I PRIMI PASSI<br />

L’Istituto per la Promozione dei Lavoratori<br />

ha alle spalle ben dieci anni di<br />

attività al servizio delle lavoratrici e<br />

dei lavoratori, delle pensionate e dei<br />

pensionati, per i quali lo sviluppo sociale<br />

ed economico dell’Alto Adige<br />

rappresenta una priorità. Ma la storia<br />

dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> risale più indietro nel<br />

tempo: già nel 1978 l’Organizzazione<br />

Sindacale ASGB lanciò l’idea di una<br />

proposta di legge per l’istituzione di<br />

un ente pubblico che affiancasse i sindacati<br />

nella difesa dei diritti delle lavoratrici<br />

e dei lavoratori. Modello di riferimento<br />

erano le “Kammern für Arbeiter<br />

und Angestellte” in Austria, enti di<br />

diritto pubblico, fondate nel 1920 come<br />

pendant della Camera di commercio,<br />

ed enti dello stesso genere nel<br />

Saarland e in Lussemburgo.<br />

La proposta dell’ASGB incontrò il favore<br />

dell’allora assessore al lavoro, Otto<br />

Saurer. Su suo incarico nel luglio<br />

1982 il prof. Carlo Gessa di Roma<br />

produsse una relazione tecnico-giuridica<br />

sulla creazione di un ente di rappresentanza<br />

che facesse da contrappeso<br />

alla locale Camera di commercio. Venne<br />

presa in considerazione la possibilità<br />

di dargli la forma giuridica o di<br />

„Ente pararegionale“ o di una Azienda<br />

speciale. A causa della assenza di riferimenti<br />

giuridici nello Statuto di Autonomia<br />

nella perizia venne invece data<br />

la preferenza ad un „Ente di diritto<br />

privato di interesse pubblico“. Successivamente,<br />

nel settembre 1982, le Organizzazioni<br />

Sindacali CGIL/AGB,<br />

SGB/CISL e UIL/SGK si occuparono<br />

dell’argomento in un seminario comune.<br />

Nell’anno seguente il Consigliere<br />

provinciale Willi Erschbaumer (S.P.S)<br />

presentò una mozione in proposito,<br />

che però venne respinta dalla maggioranza.<br />

Una successiva relazione del giovane<br />

avvocato sudtirolese Guido Denicolò


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

14<br />

La delegazione dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> davanti al Brandenburger Tor di Berlino in occasione del viaggio di<br />

studio del 2001<br />

presentava come possibile la creazione<br />

di un ente pubblico sul modello della<br />

“Arbeiterkammer” austriaca, senza obbligo<br />

di adesione e con un’altra denominazione.<br />

Nel 1986 i sindacati CGIL/AGB e<br />

SGB/CISL tornarono sull’argomento,<br />

il primo presentando una proposta<br />

comprendente la definizione delle attività,<br />

della struttura gestionale e del finanziamento,<br />

il secondo con una dettagliata<br />

proposta di legge. Durante un<br />

seminario della SGB/CISL l’assessore<br />

Saurer sollecitò i sindacati e le associazioni<br />

sociali a presentare una proposta<br />

unitaria. Nel dicembre 1987 ebbe luogo<br />

un colloquio delle quattro Organizzazioni<br />

Sindacali con l’assessore;<br />

poco dopo l’associazione KVW invitò<br />

le Organizzazioni interessate a una<br />

consultazione sul tema. Da questo<br />

momento in poi ha avuto inizio l’utilizzo<br />

del termine „Arbeitsförderungsinstitut“.<br />

LE DISCUSSIONI GIUNSERO A CONCLUSIONE<br />

Con ciò la discussione giunse alla sua<br />

fase finale: sindacati, KVW e ACLI lavorarono<br />

ad una proposta unitaria relativamente<br />

all’assetto organizzativo<br />

dell’Istituto ed ad una proposta di legge<br />

provinciale. Nel novembre 1988 i<br />

risultati furono presentati all’assessore<br />

competente, il quale, nel giugno 1991,<br />

sottopose la relativa proposta di legge<br />

al Consiglio, dove la stessa incontrò<br />

alcune resistenze. Dopo l’apporto di<br />

alcune modifiche da parte della Giunta<br />

provinciale e ulteriori interventi dei<br />

sindacati, il 12 novembre 1992 la legge<br />

n. 39 (art. 40 – 44) che comprende la<br />

costituzione dell’Istituto per la Promozione<br />

dei Lavoratori venne approvata<br />

dal Consiglio e, il 19 luglio 1993 la<br />

Giunta approvò il relativo statuto.<br />

Finalmente, dopo una lunga fase di<br />

gestazione, la legge provinciale e lo<br />

statuto aprivano le porte al lavoro<br />

concreto, ma non tutti gli ostacoli erano<br />

superati: la definizione degli organi<br />

amministrativi e della direzione dell’Istituto<br />

si presentavano ancora come<br />

un problema complesso. Nell’assemblea<br />

costitutiva del 1° febbraio 1994<br />

presso l’Ufficio del lavoro di Bolzano,<br />

sotto la guida dell’assessore Saurer il<br />

Consiglio d’Istituto (il „parlamentino<br />

<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>“ con 22 membri), composto<br />

dalle sei Organizzazioni costituenti<br />

ASGB, CGIL/AGB, SGB/CISL, UIL/<br />

SGK, KVW e ACLI e da due rappresentanti<br />

della Giunta provinciale, elesse<br />

Walther Andreaus (ASGB) a proprio<br />

presidente. La Giunta d’Istituto e il<br />

suo presidente (Konrad Walter –<br />

CGIL/AGB), così come il suo sostituto<br />

(Guido Laconi – UIL/SGK) furono<br />

eletti soltanto dopo tre settimane di<br />

intense consultazioni. A metà mandato,<br />

quindi nel 1997, era prevista una<br />

rotazione tra presidente del Consiglio<br />

e presidente della Giunta.<br />

Nelle prime sedute la Giunta d’Istituto<br />

(il “governo dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>“ con otto<br />

membri) dovette occuparsi delle questioni<br />

più elementari: il reperimento<br />

degli uffici, il programma di lavoro, il<br />

preventivo di spesa, l’indizione dei<br />

concorsi per i posti di direttrice/direttore<br />

e della sostituta/del sostituto,<br />

nonché del personale.<br />

L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> COMINCIA CON L’ATTIVITÀ<br />

Nel gennaio 1995 si parte: l’amministrazione<br />

provinciale mise a disposizione<br />

gli uffici di via del Ronco a Bolzano,<br />

che comprendono anche una sala<br />

riunioni e una biblioteca. Il vicedirettore<br />

Italo Ghirigato il 2 gennaio<br />

poté finalmente entrare in servizio.<br />

Nell’aprile dello stesso anno il Consiglio<br />

d’Istituto scelse, fra le/i vari/e candidate/i<br />

alla funzione di direttore, Karl


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

15<br />

Gudauner, che il 1° giugno cominciò<br />

la propria attività. A ottobre seguirono<br />

le nomine di due collaboratrici, Christine<br />

dell’Antonio per l’amministrazione,<br />

e Evelina Telch per la segreteria,<br />

nonché quella del primo collaboratore<br />

scientifico Werner Pramstrahler. All’inizio<br />

del novembre 1995, con questo<br />

staff, l’Istituto venne presentato per la<br />

prima volta ai media, quasi in concomitanza<br />

con il primo convegno organizzato<br />

dall’Istituto sullo scottante tema<br />

dell’inflazione. In quel periodo,<br />

dopo lunghe discussioni, venne scelto<br />

il logo dell’Istituto e venne definita la<br />

configurazione del team di formazione<br />

con il compito di proporre le linee<br />

guida dell’attività formativa e di coordinare,<br />

insieme alle Organizzazioni<br />

Sindacali, il suo svolgimento.<br />

Nel dicembre del 1995 venne organizzato<br />

il primo viaggio-studi dell’<strong>IPL</strong>-<br />

<strong>AFI</strong> presso la Arbeiterkammer (Camera<br />

dei lavoratori) e il Berufsförderungsinstitut<br />

(Istituto di promozione dell’attività<br />

professionale) del Tirolo, dove i<br />

rappresentanti dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> e le collaboratrici/i<br />

collaboratori poterono trovare<br />

nuovi stimoli. Viaggi di questo genere<br />

divennero un’iniziativa annuale.<br />

Con il motto: “Non solo ricerca, ma<br />

anche promozione della ricerca” ben<br />

presto l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> istituì anche dei premi<br />

per la ricerca, che d’allora sono stati<br />

annualmente assegnati, in prevalenza<br />

a tesi di laurea sul mondo del lavoro<br />

in Alto Adige.<br />

CONSOLIDAMENTO DELLE RISORSE PERSONALI<br />

E MATERIALI<br />

Nel 1998 lo staff dei collaboratori e<br />

delle collaboratrici scientifici/che crebbe:<br />

furono inseriti i due economisti<br />

Silvia Vogliotti e Mario Vittorio Giovannacci.<br />

Per i successivi sette anni la<br />

situazione del personale laureato é rimasta<br />

di cinque unità, comprensive di<br />

direttore e vice.<br />

La prima pubblicazione interna dal titolo<br />

“<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong>-Dimension<br />

Arbeit” uscì nel dicembre 1998 e, successivamente,<br />

ne vennero presentate<br />

due edizioni all’anno.<br />

All’inizio del 1999, con la fine del<br />

mandato del Consiglio provinciale,<br />

terminò anche la reggenza degli organi<br />

dell’Istituto e le organizzazioni costituenti<br />

ridefinirono i membri del Consiglio<br />

ed elessero la nuova dirigenza: la<br />

Presidenza dell’Istituto, nella seduta<br />

del 27 aprile sotto la guida della nuova<br />

Assessora al lavoro Luisa Gnecchi venne<br />

assunta per la prima volta da una<br />

donna, Maria Sparber (KVW), mentre<br />

Egon Sanin (SGB/CISL) venne eletto<br />

Presidente della Giunta e Guido Laconi<br />

(UIL/SGK) venne nominato suo vice.<br />

Karl Gudauner mantenne il ruolo<br />

di Direttore e, al posto del vicedirettore<br />

uscente, subentrò l’economista Andrea<br />

Zeppa che iniziò il suo lavoro il 2<br />

agosto dello stesso anno.<br />

A febbraio 2002 si avvicendarono<br />

nuovamente nelle cariche: Presidente<br />

della Giunta divenne Serafin Pramsohler<br />

(ASGB), con Salvatore Cavallo<br />

(CGIL/AGB) come vice. Pochi mesi<br />

dopo, Erich Achmüller sostituì l’uscente<br />

Presidente del Consiglio d’Istituto<br />

Ingeburg Gurndin, che a sua volta<br />

aveva sostituito Maria Sparber (tutti<br />

aderenti al KVW). A questo periodo<br />

risale anche un’ accesa discussione sulla<br />

modifica dello Statuto dell’Istituto,<br />

non ancora approvata dal Consiglio<br />

d’Istituto.<br />

La delegazione dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> composta dall’allora presidente Egon Sanin, dal direttore Karl<br />

Gudauner e dal vicedirettore Andrea Zeppa negli uffici della Fondazione Corazzin di Venezia dopo<br />

la firma di un protocollo di collaborazione nel 2002


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

16<br />

Il parlamentare europeo Bruno Trentin con i partecipanti al viaggio di studio dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> del<br />

1999 a Bruxelles.<br />

VERSO NUOVI ORIZZONTI<br />

La variazione più recente negli organi<br />

dirigenti dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è intervenuta<br />

nel 2004. A Presidente del Consiglio è<br />

stato confermato Erich Achmüller e<br />

questa volta si è potuto definire nella<br />

stessa seduta anche il vertice della<br />

Giunta: Presidente Christian Troger<br />

(UIL/SGK) e Vicepresidente Primo<br />

Schönsberg (SGB/CISL).<br />

A fine marzo <strong>2005</strong>, in una delle ultime<br />

riunioni di questi dieci anni del Consiglio,<br />

si è discussa la nuova politica<br />

dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>: fra le altre cose si è trattato<br />

di seminari mirati allo sviluppo<br />

della qualità, di una Consulta tecnicoscientifica,<br />

di un gruppo di lavoro per<br />

il miglioramento del filone formazione<br />

concordemente all’accreditamento<br />

FSE ottenuto nell’estate 2004, della<br />

definizione di temi annuali e della intensificazione<br />

delle relazioni con le<br />

università.<br />

Ultimamente è partito un corso universitario<br />

bilingue dal titolo „<strong>Lavoro</strong> e<br />

sostenibilità. Esperto/a sociale“ in collaborazione<br />

con l’Università di Innsbruck<br />

e l’Ufficio provinciale per la<br />

formazione continua in lingua tedesca,<br />

programmato da lungo tempo e<br />

tarato su giovani collaboratrici/collaboratori<br />

dei sindacati e associazioni<br />

sociali che intendono qualificarsi, attraverso<br />

un corso biennale.<br />

ALCUNI NUMERI DEI PRIMI DIECI ANNI<br />

53 riunioni del Consiglio d’Istituto fino all’estate <strong>2005</strong>, in media 4-5 incontri all’anno<br />

180 riunioni della Giunta d’Istituto fino al 15 agosto <strong>2005</strong>, in media 15-16 all’anno<br />

9 sedute del team formazione fino al 1998, ne è prevista una ripresa<br />

3.800 libri presenti nella biblioteca<br />

72 tesi di laurea sul mondo del lavoro e sociale in Alto Adige<br />

15 tesi di laurea premiate<br />

102 pubblicazioni proprie e un gran numero di documenti interni<br />

78 corsi, seminari, workshop e percorsi formativi svolti<br />

16 convegni, in media tre all’anno<br />

10 viaggi di studio (l’ultimo nell’autunno <strong>2005</strong>)


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

17<br />

Gli antefatti e i primi anni dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>:<br />

Valutazioni e aspettative dei protagonisti<br />

di Konrad Walter<br />

L’aula gremita dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> in<br />

occasione di una conferenza stampa<br />

sulla contrattazione a livello locale<br />

Tirare le somme dopo 10, anzi 25<br />

anni, su un ente pubblico, gestito<br />

quasi esclusivamente da organizzazioni<br />

private, che nel mondo del<br />

lavoro delle volte agiscono in concorrenza<br />

fra di loro e sulla storia dalla sua<br />

nascita, necessariamente è un’impresa<br />

con moltepici sfumature, con opinioni<br />

in parte controverse, però anche per<br />

questi motivi interessante e anche di notevole<br />

aiuto per lo sviluppo futuro dell’Istituto<br />

per la Promozione dei Lavoratori.<br />

Le valutazioni e le prospettive sul futuro<br />

dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, espresse di seguito, sono<br />

state raccolte in colloqui con alcuni protagonisti<br />

che hanno seguito la „gestazione“<br />

o, negli ultimi dieci anni, hanno coperto<br />

importanti ruoli alla guida dell‘Istituto.<br />

IDEE E ASPETTATIVE DIFFERENTI<br />

„In Alto Adige esisteva uno squilibrio<br />

istituzionale e politico: gli imprenditori<br />

disponevano di un ente finanziato con<br />

mezzi pubblici, l’Istituto di Ricerca Economica<br />

e tramite questo avevano la possibilità<br />

di fare ricerche e di offrire servizi<br />

specifici. Un ente del genere mancava<br />

invece ai lavoratori“, puntualizza<br />

Guido Denicolò, giurista e negli anni<br />

80 consulente delle Organizzazioni Sindacali.<br />

Anche Josef Stricker, dagli anni<br />

70 impegnato in SGB/CISL con funzioni<br />

di rilievo e dal suo pensionamento<br />

collaboratore dell’associazione dei lavoratori<br />

cattolici KVW, condivide questo<br />

punto di vista. Da molti anni auspicava<br />

un ente forte „che potesse fare da<br />

contrappeso ad un’opinione pubblica<br />

prevalentemente influenzata dal mondo<br />

economico“. Questa richiesta ha trovato<br />

l’avvallo politico dell’ala sociale del partito<br />

di maggioranza, gli „Arbeitnehmer“<br />

nella Südtiroler Volkspartei.<br />

Secondo il suo segretario provinciale ed<br />

attuale consigliere provinciale Georg<br />

Pardeller il sindacato autonomo del<br />

mondo di lingua tedesca e ladina ASGB<br />

grazie ai contatti con il Sindacato austriaco<br />

ÖBG, già verso la fine degli anni<br />

70 ha trattato questa tematica. “Attraverso<br />

l’ÖBG abbiamo conosciuto il modello<br />

austriaco della „Sozialpartnerschaft“<br />

come ottimo strumento per incidere<br />

sulla politica e sulle iniziative legislative<br />

attraverso il dialogo tra le organizzazioni<br />

datoriali e sindacali. Frutto<br />

di questo modello di relazioni sindacali<br />

erano le „Arbeiterkammern“ (camere<br />

dei lavoratori), cioè enti pubblici con<br />

rappresentanti eletti direttamente dalle<br />

lavoratrici e dai lavoratori e finanziati<br />

tramite contributi obbligatori, ai quali<br />

sono state attribuite con legge delle funzioni<br />

specifiche.<br />

Di tutt’altra idea erano i sindacati in Italia<br />

che dopo l’esperienza con il sindacalismo<br />

fascista ritenevano la libertà e l’indipendenza<br />

dell’attività sindacale, così<br />

come anche sancita dall’art. 39 della<br />

Costituzione, un bene intangibile. „Le<br />

colleghe ed i colleghi di lingua italiana


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

18<br />

Martha Dichristin-Thaler e Monika Kompatscher si sono aggiudicate i premi di ricerca del 2003.<br />

Nella foto sono riprese assieme al presidente Serafin Pramsohler<br />

in gran parte non conoscevano enti sindacali<br />

di diritto pubblico, perché in Italia<br />

non esistevano. Anche i gruppi nel<br />

movimento sindacale che agivano in<br />

base alle idee della lotta di classe erano<br />

scettici di fronte ad un Istituto da gestire<br />

insieme alle altre organizzazioni e<br />

l’Amministrazione provinciale. La questione<br />

toccava l’assetto politico di potere:<br />

come si potrà essere sicuri rispetto alla<br />

Giunta provinciale, che l‘<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> potesse<br />

essere veramente indipendente ed<br />

essere legato al sindacato?“, così Anton<br />

Auer, per un lungo periodo dirigente<br />

sindacale della UIL/SGK, spiega questo<br />

punto di vista. Solo verso il 1980 quando<br />

nacque l’ARGE ALP SINDACALE<br />

anche i sindacati confederali, attraverso<br />

il contatto con l’ÖGB, conobbero il<br />

modello delle „Arbeiterkammern“ e impararono<br />

ad apprezzare i servizi offerti e<br />

le ricerche scientifiche svolte.<br />

Konrad Walter, negli anni 90 segretario<br />

provinciale della CGIL/AGB e primo<br />

presidente della Giunta dell‘<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>,<br />

analizza: „I sindacati in Alto Adige sono<br />

abbastanza deboli, perché manca<br />

una forte tradizione, perché le imprese<br />

sono molto piccole e perché per un lungo<br />

periodo hanno prevalso i conflitti etnici<br />

su quelli sociali. Per questo motivo<br />

la leadership delle organizzazioni dei lavoratori<br />

e delle lavoratrici ed i rappresentanti<br />

sindacali hanno bisogno di una<br />

preparazione intellettuale migliore, che<br />

aiuti a rappresentare ed informare meglio<br />

le lavoratrici ed i lavoratori“. Albert<br />

Zuech, che negli anni 80 e 90 diresse il<br />

gruppo di lavoro del KVW che trattava<br />

i problemi del mondo del lavoro, ritiene<br />

che il ruolo dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è quello di<br />

rivolgersi a tutte le lavoratrici ed a tutti i<br />

lavoratori e non solo alle Organizzazioni<br />

Sindacali.<br />

Serafin Pramsohler, esponente ASGB<br />

e come tale dall’inizio componente della<br />

Giunta <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> della quale è stato<br />

anche il presidente, arriva ad una conclusione<br />

disincantata: „Gli orientamenti<br />

erano differenti; credo che i sindacati a<br />

tutt’oggi non abbiano ancora in testa<br />

un’ idea chiara di dove vogliano approdare<br />

con l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> e quali siano gli<br />

obiettivi di fondo.“<br />

Sullo sfondo di tutti questi ragionamenti,<br />

basati sulle diverse esperienze delle<br />

persone interpellate, diventa chiaro, che<br />

le aspettative riguardo all’Istituto, differenziate,<br />

e talvolta - addirittura contrapposte<br />

– almeno nella prima fase– si collocano<br />

su due livelli: quello della politica<br />

sindacale (dove si fronteggiano da<br />

una parte il modello della concertazionee<br />

dall’altra il modello della contrapposizione<br />

in completa indipendenza) e<br />

quello dei gruppi target ai quali indirizzare<br />

l’attività (una parte vede l’Istituto<br />

come strumento per sindacati e associazioni<br />

sociali – altri come strumento a<br />

favore di tutte le lavoratrici/tutti i lavoratori).<br />

DIFFICOLTÀ GIURIDICHE E TECNICHE<br />

Dall’inizio dell’attività le difficoltà non<br />

emergevano solo nella ricerca di far<br />

convergere le diverse aspettative, ma anche<br />

nel superamento di ostacoli di tipo<br />

politico, giuridico e tecnico. „La difficoltà<br />

maggiore era quella di trovare la<br />

volontà politica di mettere in piedi una<br />

tale istituzione. Con il sostegno degli<br />

„Arbeitnehmer“ nella SVP e con la volontà<br />

comune dei sindacati, infine, riuscimmo<br />

a creare questa volontà a livello<br />

politico“, constata Georg Pardeller.<br />

Anche Albert Zuech ricorda gli ostacoli<br />

esistenti prima della nascita dell‘Istituto:<br />

„La parte imprenditoriale e certi ambienti<br />

politici sono intervenuti contro il<br />

progetto.“<br />

Guido Denicolò, „l’architetto giuridico<br />

dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>“, parla invece dei problemi


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

19<br />

Albert Zuech ha contribuito alla costruzione<br />

dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ...<br />

giuridici: „Per primo il modello di rappresentanza<br />

così come esiste nelle „Arbeiterkammern“<br />

non era trasferibile... Il<br />

secondo problema era: in che ambito e<br />

in che forma il legislatore provinciale<br />

poteva attivarsi in merito? Era chiaro fin<br />

dall’inizio che l’Istituto doveva essere<br />

un’iniziativa provinciale e che doveva<br />

essere istituito con legge provinciale. Ma<br />

quali erano le prerogative e quali i limiti<br />

da considerare?“<br />

Dal punto di vista dell’Amministrazione<br />

provinciale Helmuth Sinn, direttore<br />

della ripartizione lavoro e componente<br />

del Consiglio d’Istituto e di Giunta fin<br />

dall’inizio, commenta: „L’Amministrazione<br />

provinciale aveva dei dubbi di tipo<br />

costituzionale nel promuovere un<br />

istituto che costituisse il pendant della<br />

Camera di commercio. Ci si chiedeva in<br />

particolare come rappresentare adeguatamente<br />

il mondo del lavoro all’interno<br />

dell’Istituto (unicamente attingendo dai<br />

soli sindacati o includendo anche le associazioni<br />

sociali) e se fosse legittimo dal<br />

punto di vista giuridico far eleggere i<br />

componenti degli organi direttamente<br />

dai lavoratori e dalle lavoratrici.<br />

Ma anche le Organizzazioni Sindacali<br />

avevano dei problemi ad accettare l’Istituto<br />

fin dall’inizio. Josef Stricker ricorda:<br />

„La realizzazione risultò una faccenda<br />

faticosissima... Una parte del sindacato<br />

era molto miope e non era in grado<br />

di vedere oltre il proprio naso. Nella parte<br />

italiana del sindacato ed anche nell’A-<br />

SGB c’erano delle correnti che vedevano<br />

l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> con molta diffidenza, perché<br />

temevano una restrizione dei campi<br />

di attività dei sindacati, che avrebbero<br />

dovuto rinunciare ad una parte della<br />

propria sovranità a favore di un’ Istituto<br />

che era ancora poco conosciuto. Si verificarono<br />

inoltre scontri al momento della<br />

costituzione degli organi statutari e<br />

dell’elezione dei presidenti nonché dell’assunzione<br />

del personale.“<br />

Konrad Walter riassume: „Forse all’inizio<br />

si sono analizzate troppo poco le varie<br />

aspettative delle singole organizzazioni,<br />

dei gruppi linguistici, in parte anche<br />

delle singole persone. Di conseguenza<br />

non si è tenuto conto sufficientemente<br />

degli obiettivi fondamentali delle varie<br />

organizzazioni costituenti. Questa lacuna<br />

ha provocato tensioni ed insinuazioni<br />

reciproche, il che, chiaramente, ha rallentato<br />

lo sviluppo dell’Istituto.“<br />

... come anche Sepp Stricker per lunghi anni<br />

sindacalista del SGB/CISL<br />

LE ATTIVITÀ E LA COOPERAZIONE<br />

Considerando le risorse limitate il ventaglio<br />

delle attività dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> decise<br />

dal Consiglio d’Istituto e programmate<br />

dalla Giunta è piuttosto ampio. Come<br />

vengono valutati i risultati? Anche rispetto<br />

a questa domanda le opinioni<br />

non sono univoche. Serafin Pramsohler,<br />

per esempio, annota criticamente:<br />

„Negli anni passati sono state fatte cose<br />

molto positive, ma anche tante altre che<br />

sono costate molto e rispetto alle quali<br />

ci si deve chiedere, se le lavoratrici ed i<br />

lavoratori nelle aziende veramente ne<br />

hanno tratto vantaggio e se i funzionari<br />

sindacali hanno potuto usarle. Penso a<br />

varie indagini che hanno analizzato dati<br />

che avevano tre, quattro, cinque o sei<br />

anni, o dove si aveva la testa fra le nuvole...<br />

Vorrei, che il livello sia abbassato,<br />

di modo che la gente nelle aziende ne<br />

capisca qualcosa... Ma sono stati svolti<br />

anche dei lavori molto buoni e semplici,<br />

per es. la traduzione di contratti collettivi.<br />

Non sarebbe un compito dell’I-<br />

PL-<strong>AFI</strong>, ma se non venissero tradotti<br />

dall’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, i delegati sindacali di lingua<br />

tedesca non potrebbero disporre di<br />

contratti nella loro lingua.“<br />

Anton v. Hartungen, per lunghi anni<br />

attivista e ultimamente segretario provinciale<br />

della SGB/CISL, non è così categorico:<br />

„Il peso della formazione delle/dei<br />

rappresentanti sindacali aziendali<br />

e delle/dei dirigenti sindacali si è spostato<br />

nel tempo. Anche l’attività di informazione<br />

è stata valutata in modo differente,<br />

per es. per quanto riguarda la traduzione<br />

di contratti collettivi e materiale<br />

informativo in lingua tedesca. Nell’ambito<br />

della ricerca i progetti sono stati<br />

scelti secondo tematiche correnti; non<br />

ci sono stati grandi diverbi... Certi lavori,<br />

in particolar modo i rapporti su ricer-


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

20<br />

Markus Perkmann , Andrea Zeppa e Mario Giovannacci (da destra) sono gli autori dello studio<br />

sull’organizzazione del lavoro presentata nel 2001.<br />

che scientifiche, erano di un livello molto<br />

superiore alle conoscenze dei sindacati.<br />

D’altro canto l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> tramite le<br />

ricerche empiriche ha dato un sostegno<br />

scientifico alle idee della parte sindacale.<br />

L’Istituto, in un certo senso, ha la<br />

funzione di avanguardia e non sempre i<br />

sindacati hanno saputo recepire ed implementare<br />

i risultati.“<br />

Konrad Walter, invece, esprime un’esigenza<br />

a tutt’oggi non soddisfatta: „ Per<br />

me era da sempre un obiettivo prioritario<br />

avere un Istituto comune che diventasse<br />

anche un portavoce comune delle<br />

organizzazioni del mondo del lavoro ed<br />

esercitasse un effetto unificatore nella<br />

elaborazione delle prospettive e strategie.“<br />

Helmuth Sinn, nel suo ruolo di rappresentante<br />

dell’amministrazione provinciale,<br />

ha sempre “cercato di assicurare,<br />

che il ruolo dell’Istituto rimanesse distinto<br />

da quello dell’Osservatorio del lavoro,<br />

collocato presso la Ripartizione lavoro,<br />

ed anche che determinati progetti<br />

fossero svolti in cooperazione con l’amministrazione<br />

provinciale.“<br />

La cooperazione è indispensabile per il<br />

funzionamento di un organismo. Nel<br />

caso dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> gli attori coinvolti sono<br />

molteplici: le sei organizzazioni costituenti,<br />

rappresentati secondo la loro<br />

importanza, l’Amministrazione provinciale,<br />

i due organi statutari con le loro<br />

differenti competenze e lo staff dell’I-<br />

PL-<strong>AFI</strong>. Come vedono gli interlocutori<br />

quest’intreccio? Quasi unanimemente<br />

viene constatato un miglioramento della<br />

collaborazione nel corso degli anni.<br />

Salvatore Cavallo della CGIL/AGB risponde:<br />

„Si, c’erano dei conflitti, ma in<br />

fin dei conti sono stati appianati; il clima<br />

è migliorato.“ Guido Laconi ne<br />

menziona anche i motivi: „La situazione<br />

è migliorata parecchio nel corso degli<br />

anni, non a causa della sensibilità accresciuta<br />

dei sindacati, ma a causa di un<br />

miglioramento della qualità dei collaboratori<br />

dell’<strong>AFI</strong>/<strong>IPL</strong>. L’Istituto è riuscito<br />

ad ottenere una certa indipendenza dai<br />

sindacati. Grazie al buon lavoro svolto<br />

dall’Istituto sono diminuiti anche i conflitti<br />

all’interno degli organi statutari.“<br />

Anton v. Hartungen constata che ci sono<br />

state delle fasi differenziate: „La situazione<br />

divenne critica al momento<br />

dell’elezione degli organi statutari. Di<br />

tali tensioni né ha risentito anche la collaborazione<br />

all’interno degli organi. Dopo<br />

queste fasi di scontro, però, quasi<br />

sempre si è potuto ristabilire il consenso.“<br />

Albert Zuech sottolinea il ruolo<br />

svolto dal KVW in tali circostanze:<br />

„Non è andato tutto bene, ma si può essere<br />

soddisfatti. Come esponenti del<br />

KVW abbiamo sempre cercato di giungere<br />

al consenso tra le Organizzazioni<br />

Sindacali, almeno quando si trattava<br />

della rappresentanza di interessi comuni<br />

dei lavoratori e delle lavoratrici.“<br />

Un interlocutore che non ha seguito l’I-<br />

PL-<strong>AFI</strong> dalla sua nascita e non è mai<br />

stato componente degli organi, il direttore<br />

del KVW Werner Atz, si esprime<br />

positivamente sul rapporto tra la sua organizzazione<br />

e l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>: „La collaborazione<br />

tra la nostra associazione e l’<strong>IPL</strong>-<br />

<strong>AFI</strong> ha funzionato sempre molto bene,<br />

in parte tramite i nostri rappresentanti<br />

negli organi statutari, in parte per merito<br />

degli incontri con il direttore e vicedirettore<br />

dell’Istituto, dove abbiamo discusso<br />

del programma che in larga parte<br />

rispecchia le nostre idee. Le nostre esigenze<br />

vengono accolte sempre molto<br />

volentieri e anche realizzate prontamente.“<br />

Georg Pardeller la pensa diversamente:<br />

„Come ASGB abbiamo avuto, fin dall’inizio,<br />

certe difficoltà, perché non siamo<br />

riusciti ad imporre la nostra richiesta<br />

di indire elezioni del Consiglio d’Istituto<br />

tra tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori<br />

dipendenti. Anche successivamente<br />

le nostre proposte raramente sono<br />

state accolte; i sindacati confederali


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

21<br />

erano dominanti. Per questi motivi l’A-<br />

SGB non si è dimostrato più di tanto<br />

interessato alle vicende dell’Istituto.“<br />

Salvatore Cavallo accenna a forme interessanti<br />

di collaborazione: „Sono le<br />

stesse categorie sindacali come quelle<br />

dell’agricoltura e dell’energia che chiedono<br />

all’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> di fare specifiche indagini<br />

nel loro settore e che partecipano al<br />

progetto di ricerca. Questo naturalmente<br />

accende l’interesse per le attività dell’Istituto.“<br />

Secondo Konrad Walter col passare del<br />

tempo la collaborazione è andata via<br />

via migliorando : „Prima della nascita<br />

dell’Istituto solo poche persone provenienti<br />

dalle future organizzazioni costituenti<br />

si sono occupate della materia;<br />

per i più il senso e gli obiettivi del progetto<br />

non erano chiari. Dall’altro canto<br />

anche l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> non ha cercato il contatto<br />

stretto con le singole organizzazioni<br />

nelle loro ramificazioni, con i rappresentanti<br />

aziendali e le attiviste/gli attivisti.<br />

Così l’Istituto è rimasto un corpo<br />

Partecipanti di un corso per RSU del settore agroalimentare con il relatore Klaus Reider<br />

estraneo per una parte del mondo sindacale.<br />

Ma oggi l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è conosciuto<br />

da una buona parte della popolazione<br />

anche perché è presente in misura crescente<br />

nei media di informazione.“<br />

Come rappresentante dei componenti<br />

di lingua italiana degli organi statutari<br />

che sono in minoranza, Salvatore Cavallo<br />

dice: „Io credo che all’interno dell’Istituto<br />

adesso ci sia una buona collaborazione<br />

tra i gruppi linguistici. Non<br />

ho mai avuto problemi di spazio all’interno<br />

dell’Istituto, non ho mai sentito la<br />

predominanza del gruppo di lingua tedesca;<br />

all’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> mi sento a casa mia.“<br />

Anton Auer ricorda un settore particolare<br />

nelle attività dell’Istituto svolto in<br />

cooperazione con altre istituzioni: „Nel<br />

corso degli anni si è aggiunto un nuovo<br />

ambito di attività, la connessione tra lavoro<br />

ed ecologia con l’obiettivo di uno<br />

sviluppo sostenibile nella nostra società.<br />

L‘<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ospita il Social Innovation<br />

Center (SIC) dove si svolgono progetti<br />

di informazione e formazione e si raccoglie<br />

la rispettiva documentazione.<br />

SIC è un progetto di cooperazione con<br />

l‘associazione Ecolnet sotto il simbolo<br />

del girasole, in cui sono coinvolti anche<br />

amministrazioni pubbliche e varie associazioni<br />

private in Italia e all‘estero. L’idea<br />

è di Arno Teutsch. SIC è un crocevia<br />

tra varie esperienze sull’innovazione<br />

sociale in Alto Adige. Un progetto è per<br />

es. „local – global – buon lavoro“.<br />

I FRUTTI DEGLI SFORZI<br />

Quasi tutti gli interlocutori hanno risposto<br />

positivamente alla domanda cruciale:<br />

„ I risultati sono all’altezza degli<br />

sforzi compiuti?“<br />

„Ho l’impressione che nell’opinione<br />

pubblica l’attività dell‘<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> sia troppo<br />

poco presente, ma so, che si lavora<br />

molto bene. Presumo che gli studi vengano<br />

utilizzati anche a livello politico.<br />

Da questo punto di vista certamente ne<br />

è valsa la pena“, dichiara Guido Denicolò,<br />

che non segue più l’attività dell’Istituto<br />

da vicino.<br />

Josef Stricker afferma: „Gli sforzi hanno<br />

portato dei frutti, eccome! Ma bisogna<br />

anche dire, che le fatiche compiute<br />

furono enormi“, punto di vista che condivide<br />

anche Georg Pardeller: „L’impegno<br />

ha valso ampiamente la pena.<br />

l‘<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è un importante istituzione a<br />

favore dei lavoratori e delle lavoratrici e<br />

su questo non c’è alcun dubbio. È stato<br />

svolto un gran lavoro; è stata ultimata<br />

una serie di progetti utili al mondo del<br />

lavoro. Dall’altra parte sono stati tralasciati<br />

progetti che sarebbero stati altrettanto<br />

importanti.“<br />

Un apprezzamento giunge anche dall’esterno,<br />

per es. da parte del KVW, a nome<br />

del quale parla Werner Atz: „I risultati<br />

del lavoro dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> sono spesso<br />

utili, perché sostengono scientificamen-


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

22<br />

te le nostre tesi e richieste“, ed anche<br />

Albert Zuech: „Gli sforzi, certamente,<br />

sono valsi la pena. Dai lavori sono scaturiti<br />

importanti risultati scientifici, per<br />

es. sulla situazione dei redditi che hanno<br />

provocato accesi dibattiti. Giustamente,<br />

qualche volta bisogna polarizzare<br />

le posizioni nella discussione per catturare<br />

l’attenzione.“<br />

Infine anche Helmuth Sinn, al quale<br />

come rappresentante della Provincia<br />

Autonoma nella Giunta dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />

compete anche una funzione di controllo,<br />

apprezza l’attività dell‘Istituto:<br />

„Credo che gli sforzi abbiano portato<br />

dei frutti, in particolar modo in questi<br />

ultimi anni. Secondo me è necessario<br />

rafforzare la funzione di rappresentanza.<br />

Nel campo della ricerca scientifica è<br />

stato fatto molto, sono state affrontate<br />

tematiche controverse che hanno portato<br />

con sé vantaggi per le lavoratrici e i<br />

lavoratori. L’Istituto è sempre più conosciuto<br />

ed anche questo è importante.<br />

Penso che sia diventato un partner richiesto,<br />

non solo in Alto Adige ma anche<br />

da parte di organizzazioni fuori<br />

provincia.”<br />

Guido Laconi propone una riflessione<br />

ad ampio raggio: „La legge che ha istituito<br />

l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è stata, secondo me, una<br />

delle migliori leggi in materia di lavoro<br />

in questa Provincia. Credo che vada rivendicata<br />

come grande successo delle<br />

Organizzazioni Sindacali. Questo successo<br />

potrà essere incrementato, se ci<br />

sarà la capacità da parte dei sindacati<br />

non solo di difendere questo Istituto,<br />

ma di consolidarne l’autonomia, di ottenere<br />

ulteriori risorse, di poter sviluppare<br />

delle collaborazioni con altre istituzioni<br />

come l’Università, l’Accademia<br />

europea e la Camera di commercio.“<br />

Anton v. Hartungen sottolinea il ruolo<br />

dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> per il mondo del lavoro e<br />

del sindacato: „L’Istituto ha saputo dare,<br />

indirettamente, nuovi impulsi al lavoro<br />

unitario tra le Organizzazioni sindacali;<br />

infatti tante volte dobbiamo confrontarci<br />

concretamente con progetti comuni.<br />

La varietà vince: RSU del metalmeccanico e relatore Andrea Zeppa dopo una giornata di corso<br />

Qualche volta tramite l‘<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> siamo<br />

riusciti ad elaborare posizioni comuni<br />

su alcune tematiche. Questi 10 anni di<br />

attività dell’Istituto complessivamente<br />

sono stati molto importanti per le confederazioni<br />

sindacali, ma ancora di più<br />

per le lavoratrici e i lavoratori.“<br />

COME ANDARE AVANTI?<br />

Abbiamo sentito che la fondazione è<br />

stata apprezzata da tutte le parti in causa,<br />

anche se in parte criticando parte dei<br />

lavori svolti. Vediamo, infine, i ragionamenti<br />

sul futuro, sulla via da percorrere<br />

ancora – possibilmente unitariamente –<br />

e sul peso da dare ai vari settori d’attività.<br />

Anton v. Hartungen - interviene:<br />

„Un po’ l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> sta ancora al margine.<br />

Politicamente è voluto, ma non fa<br />

ancora parte della società civile a pieno<br />

titolo. Qualche volta i risultati dei lavoro<br />

vengono riconosciuti, ma in generale<br />

l’Istituto dovrebbe occupare un ruolo<br />

più importante nella comunità provinciale,<br />

per es. nell’elaborazione di proposte<br />

di legge nel settore lavoro e negli affari<br />

sociali, svolgendo delle analisi e<br />

producendo dei pareri. Anche la collaborazione<br />

con la Libera Università e<br />

con l’Accademia Europea è da costruire<br />

o intensificare, evitando in questo modo<br />

i doppioni. Per una valorizzazione<br />

in questo senso ci vogliono ancora risorse<br />

finanziarie e personali, nonché<br />

una sede più adeguata. In questo modo<br />

potrebbe essere formato per es. un gruppo<br />

di ricerca sul futuro dell’Alto Adige,<br />

sulle questioni della competitività territoriale,<br />

sullo sviluppo industriale, sul<br />

marketing per l’economia, anche per incarico<br />

della Giunta provinciale e in collaborazione<br />

con altri istituti scientifici.”<br />

Per l’ASGB parla Georg Pardeller: „L’I-<br />

PL-<strong>AFI</strong> dovrebbe prendere posizione rispetto<br />

a tematiche cruciali per lo svilup-


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

23<br />

Nell’anno 2001 l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ha dedicato un convegno al futuro del welfare che ha destato grande<br />

interesse<br />

po, per es. in merito alla legge sull’apprendistato,<br />

alle politiche a favore delle<br />

famiglie, all’integrazione dei lavoratori<br />

stranieri ed al loro rapporto concorrenziale<br />

con le forze di lavoro autoctone<br />

infine anche rispetto alla previdenza in<br />

materia di lungodegenza, che infatti<br />

non è un‘assicurazione. Sulla base dei<br />

risultati delle ricerche si può dare ampia<br />

informazione alla cittadinanza, permettendo<br />

ai sindacati di intervenire unitariamente<br />

e non in modo diviso. L’<strong>IPL</strong>-<br />

<strong>AFI</strong> deve servire a tutti i lavoratori in<br />

Alto Adige, affinché non siano sempre<br />

loro a essere emarginati e deve adoperarsi<br />

sostenendo ed affiancando tutti i<br />

sindacati, non solo uno o l’altro. Se le<br />

Organizzazioni Sindacali e i lavoratori e<br />

le lavoratrici collaborassero con maggior<br />

vigore, si potrebbe ottenere molto di<br />

più. Certamente c’è bisogno anche di<br />

mezzi adeguati per poter svolgere un<br />

buon lavoro. L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> deve raggiungere<br />

una posizione più importante; attualmente<br />

è ancora sconosciuto a tanti lavoratori.<br />

Manca l‘unità. Con l’Istituto si<br />

potrebbero certamente raggiungere traguardi<br />

prestigiosi, ma per questo andrebbe<br />

sviluppato e all’interno servirebbe<br />

maggiore consenso.“<br />

Helmuth Sinn: „Bisogna cercare di far<br />

convergere i sindacati e le associazioni<br />

sociali su linee unitarie, cioè di far progredire<br />

l’unità sindacale, non necessariamente<br />

per arrivare ad un sindacato unico,<br />

ma almeno per presentarsi unitariamente,<br />

prendere posizioni comuni e<br />

presentare proposte unitarie, di modo<br />

che diventi palese che tutte le Organizzazioni<br />

sostengono le stesse idee in specifiche<br />

materie. Forse serve più chiarezza<br />

quando si discute sulle priorità o sui servizi<br />

da offrire ai sindacati ed associazioni<br />

sociali oppure sui servizi per le lavoratrici<br />

e i lavoratori. Fino ad oggi sono stati<br />

fatti entrambi. Ma si dovrebbe ragionare<br />

meglio sulla direzione da prendere.“<br />

In merito alle attività formative le posizioni<br />

dei rappresentanti sindacali sono<br />

differenti.<br />

Serafin Pramsohler spiega: „In materia<br />

di formazione bisogna andare cauti. L’I-<br />

PL-<strong>AFI</strong> non può essere un surrogato del<br />

sindacato unico, che manca. Nell’attività<br />

formativa bisogna essere sensibili nella<br />

scelta dei relatori e dei contenuti, perché<br />

nessuna organizzazione abbia qualcosa<br />

da eccepire. Certe tematiche è meglio<br />

non affrontarle. La programmazione va<br />

fatta insieme, perché tutti i sindacati si<br />

sentano coinvolti e collaborino attivamente.“<br />

Guido Laconi: “Nell’ambito della formazione<br />

vedo il ruolo dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> in<br />

primo luogo nel far accrescere la preparazione<br />

culturale delle e degli attivisti<br />

sindacali, per es. sulla gestione delle<br />

aziende, sulla tecnologia e sull’economia.<br />

L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> potrebbe fare di più anche<br />

per i/le rappresentanti sindacali nelle<br />

aziende, ma la premessa è la disponibilità<br />

delle singole organizzazioni a lasciare<br />

effettivamente autonomia all’Istituto.“<br />

L’impressione tratta da questi colloqui,<br />

che in questa sede non possono, per<br />

motivi di spazio, essere riportati integralmente,<br />

è che si pensa che l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />

abbia ancora molte potenzialità di sviluppo.<br />

Per ora tra i protagonisti non esiste<br />

un’opinione univoca sulla direzione<br />

di sviluppo, ma emerge un sostanziale<br />

accordo sull’utilità dell’Istituto e sulla<br />

necessità del suo futuro sviluppo. Questa<br />

strada, senza dubbio, sarà ancora accompagnata<br />

da dibattiti, da fatiche, ma<br />

anche da successi.


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

24<br />

I sindacati hanno bisogno di ricerca e di formazione<br />

Intervista a Italo Ghirigato, presidente ACLI e già vicedirettore dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />

<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong>:<br />

Italo Ghirigato:<br />

<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong>:<br />

Italo Ghirigato:<br />

<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong>:<br />

Italo Ghirigato:<br />

Quali erano l’idea iniziale ed i bisogni,<br />

che hanno portato alla fondazione dell’<br />

<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong>?<br />

L’Istituto è stato fondato con l’intento di sostenere<br />

le associazioni sindacali nell’attività di<br />

ricerca e di formazione. Per questo motivo<br />

l’amministrazione provinciale ha messo a disposizione<br />

personale e finanziamenti. L’Istituto<br />

si formò in una fase, di crescente fabbisogno<br />

di ricerca e di formazione. Si era infatti agli<br />

inizi degli anni ‘90 ed in Italia si era in piena<br />

rivoluzione nei rapporti industriali, basti ricordare<br />

l’accordo del luglio 1993, che ha radicalmente<br />

cambiato le regole delle attività dei<br />

sindacati e dei consigli di fabbrica. Poiché si<br />

necessitava di nuove conoscenze in campo di<br />

bilanci aziendali, nuove tecnologie, e dell’organizzazione<br />

del lavoro per la contrattazione<br />

decentrata all’interno delle aziende, si avvertì la necessità di strumenti di analisi e di abilità<br />

di contrattazione.<br />

Quali furono le maggiori difficoltà giuridiche e tecniche?<br />

I Sindacati erano divisi anche a livello ideologico. Alcuni vedevano di buon occhio che i Sindacati<br />

fossero sostenuti da un Istituto di emanazione provinciale, altri temevano di perdere la<br />

loro indipendenza. Poi si aggiunsero differenze a carattere etnico; per il ASGB non fu facile<br />

immaginarsi un ente interetnico. A tutto ciò si sommarono ben presto anche problemi di natura<br />

giuridica. Ricordo di essermi recato dall’ex Ministro del <strong>Lavoro</strong> Tiziano Treu assieme a Josef<br />

Stricker, per convincerlo che l’<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong> non era in contrasto con le norme costituzionali. In<br />

collaborazione con Guido Denicoló abbiamo elaborato un disegno di legge provinciale conforme.<br />

All’inizio abbiamo avuto pure problemi di tipo amministrativo. Quando assunsi l’incarico<br />

di Vicedirettore, non c’era nulla, nessun ufficio, neppure la normativa che regolava il mio<br />

stipendio, avevamo pure difficoltà a trovare un direttore e dipendenti dell’Istituto. Per sei mesi<br />

fui l’unico impiegato.<br />

Le Organizzazioni promotrici dell’Istituto hanno tenuto in sufficiente considerazione<br />

le attività dell’Istituto dall’inizio in poi?<br />

I tre sindacati confederali lo hanno fatto, la partecipazione alle manifestazioni culturali ed anche<br />

la collaborazione ai progetti di ricerca fu buona, veramente la partecipazione non fu particolarmente<br />

intensa. Ci furono solo singole persone che si lasciarono entusiasmare dall’Istituto,<br />

dal momento che un ente come <strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong> non apparteneva alla cultura sindacale in Italia.<br />

Una più intensa partecipazione si ebbe un pó più tardi soprattutto con la partecipazione ai<br />

corsi dell’Istituto. I sindacalisti /le sindacaliste italiani/e parteciparono più numerosi di quelli<br />

di lingua tedesca, specialmente ai corsi di comunicazione, molto importanti per le loro attività,<br />

ma anche ai corsi più specifici quali i corsi su come condurre le trattative, corsi sui bilanci<br />

aziendali, sui premi di risultato e sulle relazioni industriali.


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

25<br />

<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong>:<br />

Italo Ghirigato:<br />

<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong>:<br />

Italo Ghirigato:<br />

A tutt’oggi è da notare che l’<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong> non ha ancora avuto né un Direttore né un Presidente<br />

di Istituto o di Giunta di lingua italiana. La mentalità che il maggior gruppo etnico in Alto<br />

Adige debba ricoprire le cariche di vertice è molto diffusa.<br />

Dal Suo punto di vista gli sforzi degli inizi sono valsi la pena?<br />

In ogni caso! La ricerca, la formazione e l’aggiornamento sono sempre più importanti. Nonostante<br />

le critiche l’<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong> si è conquistato un suo ruolo, è conosciuto dalle Istituzioni e dalle<br />

organizzazioni sindacali; forse qualcosa in più si potrebbe fare, come ad esempio curare i rapporti<br />

con l’Università, aspetto questo già caldeggiato da parte sindacale. Ciò che non mi è riuscito<br />

fare nei tre anni in cui facevo parte del consiglio dell’università, fu di stringere più intense<br />

relazioni tra il mondo accademico ed i sindacati. A questo riguardo i sindacati altoatesini sono<br />

ancora troppo poco sensibili.<br />

Le attuali attività dell’<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong> sono veramente quelle che Lei si era immaginate originariamente?<br />

Quello che oggi ancora manca è uno stretto legame tra le strategie sindacali e le attività dell’Istituto.<br />

C’è inoltre da dire che le attività di formazione dell’<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong> sono negli ultimi anni in<br />

diminuzione invece di aumentare. L’Istituto potrebbe rappresentare un potente alleato dei sindacati<br />

in questo ambito. Questi sono i punti critici, però naturalmente ci sono altrettanti<br />

aspetti positivi. Qualcuno si è anche augurato un riavvicinamento dei sindacati proprio grazie<br />

all’<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong>.<br />

Purtroppo l’<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong> non è riuscito ad assumere una forza propulsiva volta al raggiungimento<br />

dell’unità sindacale.<br />

Pilastri dell’azione sindacale:<br />

alcune RSU delle Acciaierie<br />

Valbruna durante un corso<br />

nella primavera del 2003


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

26<br />

I settori di attività dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />

RICERCHE ED ANALISI<br />

Gli argomenti salienti della ricerca sono:<br />

la situazione retributiva delle lavoratrici<br />

e dei lavoratori in Alto Adige, l’analisi<br />

del bilancio provinciale, la contrattazione<br />

decentrata, l’analisi dei bilanci<br />

aziendali, la formazione continua<br />

delle lavoratrici e dei lavoratori, la rilevazione<br />

del fabbisogno formativo e professionale<br />

(progetto Monitor - FSE), la<br />

conciliazione famiglia e lavoro, i lavori<br />

atipici, il clima di lavoro nelle aziende<br />

altoatesine. I risultati delle ricerche sono<br />

stati, in gran parte, pubblicati (vedi oltre<br />

lista pubblicazioni).<br />

FORMAZIONE<br />

L’attività di formazione continua dell’I-<br />

PL-<strong>AFI</strong> si rivolge alle donne e agli uomini<br />

nelle rappresentanze sindacali unitarie,<br />

nei sindacati e nelle associazioni<br />

sociali, affrontando i temi del mondo<br />

del lavoro, ma approfondendo anche<br />

competenze personali come la comunicazione<br />

e le pubbliche relazioni. Le attività<br />

formative si svolgono in una sala<br />

corsi dotata con moderne attrezzature<br />

audiovisive.<br />

Per lo studio individuale è a disposizione<br />

una biblioteca specializzata sui seguenti<br />

temi: lavoro, economia, formazione,<br />

scienza, organizzazione aziendale,<br />

sindacati, donne, ecc., nonché una<br />

raccolta di riviste specializzate e sindacali<br />

in lingua tedesca e italiana, sia nazionali,<br />

che estere.<br />

L’attività di formazione e l’esperienza<br />

acquisibile sul campo viene completata<br />

attraverso i viaggi studio, che vengono<br />

organizzati annualmente. Sinora sono<br />

state svolte visite tra l’altro presso la<br />

“Bundesarbeiterkammer”, l’Accademia<br />

sociale e la Confederazione sindacale a<br />

Vienna, ove i partecipanti sono stati accolti<br />

dalle più alte cariche. Altri viaggi<br />

sono stati effettuati presso le istituzioni<br />

UE di Bruxelles, gli istituti di ricerca dei<br />

sindacati a Roma, l’Organizzazione Internazionale<br />

del <strong>Lavoro</strong> a Ginevra e i<br />

sindacati, le agenzie del lavoro e le organizzazioni<br />

di formazione professionale<br />

di Bucarest. Naturalmente tali viaggi sono<br />

anche l’occasione per sviluppare<br />

partnership finalizzate alla realizzazione<br />

di progetti di ricerca e cooperazione.<br />

INFORMAZIONE E CONSULENZA<br />

Attraverso il proprio sito Internet, costantemente<br />

aggiornato, l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è in<br />

grado di offrire svariate informazioni<br />

(nel 2004 sono stati superati i 230.000<br />

contatti). Inoltre, a richiesta, l’Istituto invia<br />

agli interessati una newsletter elettronica.<br />

L’attività dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è documentata<br />

in oltre 100 proprie pubblicazioni,<br />

fra le quali manuali, edizioni periodiche<br />

del ”Calendario apprendisti” e il giornale<br />

„<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong>“ (vedi oltre lista<br />

pubblicazioni). Gli innumerevoli libri<br />

della ricca biblioteca specialistica sono a<br />

disposizione anche per il prestito.<br />

L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> organizza convegni su vari temi<br />

di interesse pubblico. Nel 2004 l’Istituto<br />

ha promosso una campagna d’informazione<br />

su vasta scala contro la sottocontribuzione<br />

pensionistica attraverso<br />

un convegno, spot radiofonici, manifesti,<br />

volantini, depliant e comunicati.<br />

In materia di bilanci aziendali, contratti<br />

collettivi locali, accordi aziendali, piani<br />

specifici della provincia e disegni di legge<br />

provinciali viene offerta la consulenza<br />

ai sindacali, alle associazioni sociali e<br />

ai rappresentanti sindacali aziendali.<br />

Nella primavera 1997 è stata organizzata<br />

a Merano e Brunico, in concomitanza<br />

di seminari informativi, la mostra<br />

“Tempi moderni – tempi sani” sul tema<br />

della sicurezza sul lavoro.<br />

Il corso per le RSU del pubblico impiego si è concluso a Firenze al Centro Studi della CISL<br />

nell’autunno del 2003<br />

SOCIAL INNOVATION CENTER SIC<br />

Presso l’Istituto è insediata una struttura<br />

che si occupa del nesso tra lavoro, ambiente,<br />

sostenibilità ed ecologia. Per gli<br />

interessati è a disposizione una raccolta<br />

di materiale sul sito www.sic.ines.org.


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

L’Osservatorio <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> sulla contrattazione<br />

decentrata<br />

di Mario Vittorio Giovannacci<br />

Collaboratore scientifico<br />

L’osservatorio dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> consente<br />

ormai da sette anni di analizzare<br />

aspetti quantitativi e qualitativi<br />

della contrattazione di secondo livello<br />

attraverso la raccolta sistematica e<br />

costante degli accordi aziendali e territoriali<br />

stipulati in Alto Adige.<br />

L’idea di istituire osservatori territoriali<br />

sulla contrattazione di secondo livello<br />

nasce all’indomani della stipula dell’accordo<br />

interconfederale del luglio 1993.<br />

Con esso veniva di fatto affidata alla<br />

contrattazione collettiva nazionale la<br />

funzione di salvaguardia del potere d’acquisto,<br />

mentre al livello aziendale e/o<br />

territoriale sarebbe spettata una funzione<br />

redistributiva della produttività.<br />

L’Osservatorio nasce nel 1998 in seguito<br />

alla prima indagine sui premi di risultato<br />

nelle aziende altoatesine. Il suo scopo<br />

era quello di indagare sui meccanismi<br />

contrattuali che regolano la distribuzione<br />

della produttività in azienda.<br />

In quella occasione venne fatta una prima<br />

grande raccolta dei contratti aziendali<br />

stipulati nelle imprese principali industriali<br />

altoatesine. L’obbiettivo dell’Osservatorio<br />

è stato sin dall’inizio<br />

quello di avere come riferimento l’intera<br />

popolazione delle aziende altoatesine,<br />

nonostante le difficoltà derivanti da<br />

una accentuata dispersione sul territorio<br />

delle varie unità produttive. Per tale motivo<br />

la raccolta dei contratti avviene<br />

principalmente presso i sindacati di categoria<br />

anche se di estrema importanza<br />

risulta anche la collaborazione con le<br />

imprese, con le associazioni datoriali<br />

nonché con la Ripartizione <strong>Lavoro</strong>.<br />

Grazie ad un costante aggiornamento,<br />

oggi l’Osservatorio può contare su 411<br />

accordi aziendali stipulati dal 1996 al<br />

2004 in 158 imprese altoatesine. Vanno<br />

aggiunti i 57 accordi territoriali che interessano<br />

complessivamente 19 settori<br />

(e/o subsettori).<br />

IL SISTEMA INFORMATICO DI CLASSIFICAZIONE<br />

Nel 2002 l’Osservatorio si è dotato di<br />

un sistema informatico di classificazione<br />

dei contratti e delle materie negoziate.<br />

Essendo stato costruito con riferimento<br />

alle peculiarità e specificità del<br />

nostro territorio, tale strumento consente<br />

un’attenta analisi delle relazioni industriali<br />

locali. Il programma offre la possibilità<br />

di realizzare un’analisi diretta ed<br />

immediata del contenuto dell’archivio e<br />

di consultare in tal modo solo i contratti<br />

desiderati. Nella funzione di ricerca risulta<br />

infatti possibile selezionare una<br />

specifica azienda, uno specifico settore,<br />

il periodo di riferimento e/o le singole<br />

materie contrattuali oggetto di analisi.<br />

Con riferimento ai contenuti contrattuali,<br />

il software è stato costruito su nove<br />

“aree tematiche” che identificano gli<br />

27<br />

argomenti contrattati: retribuzioni, relazioni<br />

sindacali, orario di lavoro, ambiente<br />

e sicurezza, formazione, ecc. La<br />

classificazione informatica delle materie,<br />

ma anche dell’impresa coinvolta,<br />

costituisce un patrimonio informativo<br />

che consente dettagliate analisi, attraverso<br />

report statistici e ricerche per parole<br />

chiave.<br />

Grazie al software è stata possibile l’elaborazione<br />

di diverse analisi quantitative<br />

e qualitative che si sono tradotte in diversi<br />

rapporti di ricerca sulla contrattazione<br />

aziendale e territoriale in Alto<br />

Adige.<br />

L’ATTIVITÀ DI RICERCA E DI CONSULENZA<br />

DELL’OSSERVATORIO<br />

Quanti sono le lavoratrici ed i lavoratori<br />

interessati da un accordo aziendale?<br />

Quali materie vengono disciplinate?<br />

Quanti dipendenti percepiscono una retribuzione<br />

integrativa territoriale? E a<br />

quanto ammonta? L’attività di ricerca<br />

dell’Osservatorio cerca di dare una risposta<br />

a queste ed altre domande.<br />

Parallelamente a queste attività di raccolta,<br />

riclassificazione e ricerca si è affermata<br />

anche un’attività di consulenza alle<br />

Organizzazioni Sindacali in occasione<br />

dei rinnovi contrattuali, specie per le<br />

parti inerenti la negoziazione dei premi<br />

di risultato, ovvero di quella parte variabile<br />

della retribuzione e legata all’andamento<br />

economico dell’azienda. Tali<br />

consulenze si basano su un’attenta analisi<br />

dei bilanci aziendali ma soprattutto<br />

su un patrimonio di conoscenza reso<br />

possibile proprio dall’accentramento<br />

nell’Osservatorio <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> delle diverse<br />

esperienze negoziali.<br />

LE PROSPETTIVE<br />

Il Protocollo dell’93, pur istituzionalizzando<br />

due livelli contrattuali (nazionale


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

28<br />

ed aziendale/territoriale), attribuiva al<br />

contratto nazionale (CCNL) un ruolo<br />

decisivo nella stabilizzazione delle dinamiche<br />

retributive a fini antinflazionistici.<br />

In altre parole, esso diveniva strumento<br />

indispensabile per moderare la<br />

crescita salariale, affinché una crescita<br />

della domanda non si traducesse automaticamente<br />

in una crescita dei prezzi.<br />

Si trattava quindi di un percorso obbligato<br />

per raggiungere il traguardo della<br />

stabilità monetaria richiesto dall’Europa.<br />

Tuttavia, una volta raggiunto l’obbiettivo<br />

dell’Unione monetaria lo scenario<br />

si è completamente modificato.<br />

Oggi l’obbiettivo è quello di rilanciare i<br />

consumi messi in crisi dall’aumento del<br />

costo della vita.<br />

In tale contesto cresce l’importanza che<br />

viene attribuita alla contrattazione delle<br />

retribuzioni integrative aziendali e territoriali.<br />

Agganciare le retribuzioni alla<br />

produttività aziendale e territoriale è di<br />

estrema importanza per le parti sociali.<br />

Ai lavoratori viene garantita una redistribuzione<br />

dei guadagni di produttività<br />

e redditività realizzati in azienda e/o sul<br />

territorio mentre alle aziende viene consentita<br />

una certa flessibilità salariale in<br />

funzione della congiuntura economica<br />

aziendale e/o territoriale.<br />

In un periodo di richieste di tutela del<br />

potere d’acquisto da parte delle lavoratrici<br />

e dei lavoratori e di contenimento<br />

dei costi da parte delle aziende, un salario<br />

integrativo variabile può consentire<br />

un rilancio dei consumi senza determinare<br />

spinte inflazionistiche, in quanto le<br />

maggiorazioni retributive risultano legate<br />

alla capacità stessa che le imprese<br />

hanno di rispondere ad un aumento<br />

della domanda.<br />

Il ruolo della formazione nella modernizzazione<br />

delle relazioni sindacali<br />

di Werner Pramstrahler<br />

Collaboratore scientifico<br />

Negli anni passati si è delineato<br />

il fulcro dell’attività formativa<br />

dell’Istituto: le relazioni<br />

sindacali, i rapporti tra sindacati e associazioni<br />

datoriali, nonché, in parte,<br />

la politica. A livello locale, in particolar<br />

modo, un ruolo fondamentale viene<br />

svolto dalle relazioni contrattuali e<br />

tripartitiche. Sono i modelli decisionali<br />

creati in loco, che definiscono sempre<br />

di più la qualità della vita e del lavoro.<br />

Come emerso dalle indagini e<br />

dalle ricerche dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, il mondo<br />

del lavoro in Alto Adige é toccato da<br />

un profondo cambiamento, che si distingue<br />

dalle tendenze europee per<br />

quanto riguarda la prospettiva temporale,<br />

ma gli si avvicina per quanto riguarda<br />

la direzione e l’intensità: tempi<br />

e organizzazione del lavoro vengono<br />

destrutturati, le richieste cambiano<br />

massicciamente, imprese ed aziende<br />

sottostanno permanentemente a processi<br />

di destrutturazione e ristrutturazione<br />

aziendale.<br />

Per questi motivi le relazioni tripartitiche<br />

hanno bisogno di un adeguamento<br />

continuo per restare al passo con i<br />

tempi. In particolare, a livello locale,<br />

non si tratta più di conflitti di distribuzione<br />

delle ricchezze e dell’esercizio<br />

di condizionamenti politici, bensì della<br />

creazione di condizioni territoriali<br />

incentivanti, ponendo l’attenzione sul<br />

capitale sociale ed ecologico del territorio,<br />

compito questo, comune a tutte<br />

le parti sociali. Ciò vale anche per le<br />

contrattazioni contrattuali. La necessaria<br />

modernizzazione ed innovazione<br />

dell’economia e la complessità cre-


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

29<br />

scente nel mondo del lavoro rendono<br />

chiaro che il loro ruolo non può più<br />

essere relegato a quello del mantenimento<br />

della “pace sociale”. A titolo di<br />

esempio il rapporto del Gruppo di alto<br />

livello sulle relazioni industriali di<br />

fronte al cambiamento dell’Unione<br />

Europea definisce criteri di qualitá per<br />

le relazioni sindacali, che in futuro dovranno<br />

permettere di misurare il loro<br />

contributo nei seguenti campi di sviluppo:<br />

• coesione sociale, competitività e sviluppo<br />

economico continuo e socialmente<br />

compatibile;<br />

• creazione di occupazione qualitativamente<br />

ambiziosa, incentivando<br />

l’occupabilità ed evitando il deficit<br />

di qualificazione;<br />

• realizzazione della pari opportunità;<br />

• coinvolgimento delle lavoratrici/dei<br />

lavoratori nei processi decisionali<br />

aziendali.<br />

QUALI COMPETENZE SERVONO ALLE/AI<br />

RAPPRESENTANTI DELLE FORZE DI LAVORO?<br />

È evidente che la qualità delle relazioni<br />

sindacali è strettamente legata al<br />

grado di formazione e qualificazione<br />

delle rappresentanze collettive.<br />

Questo vale in particolar modo per le<br />

organizzazioni delle lavoratrici/dei lavoratori<br />

che assumono un atteggiamento<br />

difensivo nei confronti della<br />

concorrenzialità territoriale, della globalizzazione<br />

dell’economia internazionale,<br />

dei nuovi modelli di organizzazione<br />

aziendale e dei grandi mutamenti<br />

intervenuti nella cultura delle lavoratrici/dei<br />

lavoratori. Per le/i sindacaliste/i<br />

diventa fondamentale la connessione<br />

tra le competenze di integrazione<br />

sociale e le competenze basate sulle<br />

conoscenze specializzate – anche a<br />

causa della progressiva „deideologizzazione“<br />

dei conflitti d’interesse. Ciò significa,<br />

tanto più in un’epoca nella<br />

quale la collocazione degli interessi<br />

non é chiara a priori e sottostà a repentini<br />

cambiamenti, che non bastano<br />

più le capacità puramente tecniche, p.<br />

es. quelle sul diritto del lavoro e sociale.<br />

C’è bisogno di qualifiche particolari:<br />

i sindacati e i loro organi di rappresentanza<br />

devono, a tutti i livelli, essere<br />

in grado:<br />

• di accogliere ed esprimere gli interessi,<br />

• di collocarli in un vasto progetto<br />

strategico,<br />

• di corroborare i dati ed i fatti,<br />

• di difendere la propria posizione in<br />

un dibattito pubblico e modificarla<br />

se necessario,<br />

• di far valere gli interessi e di valutare<br />

le conseguenze delle decisioni prese.<br />

LE PROSPETTIVE DELLA FORMAZIONE<br />

CONTINUA<br />

Allo scopo di sostenere i sindacati e le<br />

associazioni sociali nella loro funzione<br />

nella contrattazione e, con ciò, contribuire<br />

alla modernizzazione delle relazioni<br />

sindacali a livello locale l’<strong>IPL</strong>-<br />

<strong>AFI</strong> offre attività di formazione in<br />

molteplici forme:<br />

• corsi per gli organi di rappresentanza<br />

sindacale e dei lavoratori e lavoratrici<br />

nelle aziende (in primo luogo<br />

RSU): definizione del ruolo e dei<br />

compiti, rafforzamento delle competenze<br />

comunicative;<br />

• percorsi formativi: è un campo<br />

nuovo dell’Istituto. Da poco si sta<br />

svolgendo il corso „<strong>Lavoro</strong> e sostenibilità<br />

per futuri esperti/e sociali di<br />

processi sostenibili“;<br />

• seminari specifici e convegni: dibattiti<br />

in materie di attualità con<br />

esperti, informazione dell’opinione<br />

pubblica sui recenti sviluppi in una<br />

determinata materia.<br />

L’impegno per la formazione continua<br />

(in base al principio dell’apprendimento<br />

lungo tutto l’arco della vita) non<br />

deve, però, suscitare illusioni. Sarebbe<br />

riduttivo guardare alla formazione<br />

continua come soluzione ai problemi<br />

imminenti: il sapere da solo non può<br />

garantire la realizzazione di qualcosa.<br />

La formazione può avere senso se contribuisce<br />

alla definizione del problema,<br />

se fornisce le risorse per la gestione<br />

del cambiamento e rafforza la capacità<br />

di orientamento delle persone, in<br />

presenza di un’evoluzione continua.<br />

Per questi motivi lo sforzo che l’<strong>IPL</strong>-<br />

<strong>AFI</strong> dedica alla formazione degli adulti,<br />

in termini sia di risorse umane che<br />

finanziarie, ha un senso solamente:<br />

• se, in base alla domanda verificata,<br />

gli viene assegnato un incarico<br />

esplicito;<br />

• se, insieme alle organizzazioni costituenti<br />

dell’Istituto, vengono sviluppati<br />

profili ed obiettivi altrettanto<br />

chiari;<br />

• se la formazione è connessa con le<br />

attività di ricerca svolte dall’<strong>IPL</strong>-<br />

<strong>AFI</strong>;<br />

• se la formazione viene offerta in forme<br />

didattiche variegate;<br />

• se la formazione è accompagnata da<br />

iniziative di supporto (manuali<br />

ecc.).


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

30<br />

La conciliazione di lavoro e famiglia nelle aziende<br />

Le diverse sfaccettature di un eminente problema sociale<br />

di Silvia Vogliotti<br />

Collaboratrice scientifica<br />

Grazie a diversi progetti (quali<br />

BEST, EQUAL, e gli studi sull’immigrazione,<br />

sulla distribuzione<br />

dei redditi e sulla conciliazione<br />

tra famiglia e lavoro) e alla collaborazione<br />

in vari ambiti riguardanti la parità<br />

tra uomo e donna e le problematiche<br />

Gender (l’iniziativa “Rete Donne e<br />

lavoro”, il Comitato Provinciale pari<br />

opportunità) l’<strong>IPL</strong>/<strong>AFI</strong> si è occupato<br />

intensamente del ruolo ricoperto delle<br />

donne nel mercato del lavoro ed ha<br />

messo in luce le loro chances ed i loro<br />

problemi di integrazione. Alla base di<br />

ciò sta l’idea di fondo dell’uguale trattamento<br />

della donna nel mercato del<br />

lavoro e dell’uguaglianza dell’uomo rispetto<br />

alla sua partecipazione alle incombenze<br />

familiari. In questo breve<br />

contributo saranno esaminati alcuni<br />

aspetti centrali di questa idea di fondo,<br />

che dovrebbero essere divulgati<br />

nelle aziende altoatesine con maggior<br />

convinzione e consapevolezza.<br />

CRESCENTE BISOGNO DI FLESSIBILITÀ<br />

Uno dei problemi più importanti da<br />

affrontare di pari passo con l’implementazione<br />

di nuovi modelli organizzativi<br />

in azienda è, come conferma<br />

l’indagine condotta dall’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> nel<br />

<strong>2005</strong> tra i lavoratori e le lavoratrici in<br />

Alto Adige, quello della conciliazione<br />

tra lavoro e famiglia, ossia di coniugare<br />

al meglio le esigenze produttive e di<br />

mercato con quelle individuali e familiari<br />

dei /delle dipendenti. Le crescenti<br />

esigenze di flessibilità inducono le<br />

aziende a trovare soluzioni organizzative<br />

e di modulazione degli orari sempre<br />

più flessibili. Innovando il sistema<br />

organizzativo riescono a rispondere alle<br />

sollecitazioni di un mercato sempre<br />

più globale ed interdipendente, caratterizzato<br />

da una concorrenza sempre<br />

maggiore e da clienti che richiedono<br />

prodotti e servizi su misura e in tempi<br />

molto brevi. Il primo campo, dove la<br />

flessibilità agisce, è quello delle risorse<br />

umane. Le aziende fanno bene, quindi,<br />

a coinvolgere in questi processi di<br />

modernizzazione e di sviluppo i propri<br />

dipendenti, valorizzando al meglio<br />

il potenziale lavorativo, maschile e<br />

femminile, e riconoscendo e rafforzando<br />

le competenze che permettano di<br />

gestire nuovi ruoli in contesti sempre<br />

più complessi e mutevoli.<br />

L’IMPORTANZA DEL BENESSERE PERSONALE<br />

La conciliazione tra lavoro e famiglia è<br />

una problematica individuale, ma assume<br />

una valenza collettiva di fronte<br />

alle regolamentazioni contrattuali ed<br />

aziendali che ne definiscono le condizioni.<br />

Come testimoniano i recenti<br />

CCNL tra le parti sociali ed all’interno<br />

delle aziende aumenta la consapevolezza<br />

del fatto che il “benessere personale”<br />

dei propri lavoratori e lavoratrici<br />

assume un ruolo determinante<br />

per la loro performance professionale.<br />

Il lavoratore e la lavoratrice che, anche<br />

con l’aiuto dell’azienda, hanno trovato<br />

soluzioni soddisfacenti per la gestione<br />

quotidiana delle incombenze<br />

della vita famigliare, contribuiscono<br />

meglio allo sviluppo e alla produttività<br />

dell’impresa.<br />

IL VANTAGGIO COMPETITIVO DELL’AZIENDA<br />

Il vantaggio competitivo di un’azienda<br />

risiede, quindi, anche nella capacità di<br />

disporre, organizzare e motivare le risorse<br />

umane occupate in azienda. La<br />

conciliazione di lavoro e famiglia è un<br />

fenomeno che investe, quindi, vari<br />

ambiti aziendali, dall’organizzazione


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

31<br />

interna del lavoro alle competenze,<br />

dalle politiche aziendali agli aspetti<br />

contrattuali. Conciliare significa, pertanto,<br />

agire su molteplici variabili interne<br />

all’azienda.<br />

VERIFICARE LO STATUS QUO<br />

In ogni azienda bisogna, quindi, fare<br />

una fotografia dello status quo in tema<br />

di organizzazione del lavoro e di cultura<br />

conciliativa. La più importante<br />

area investita dalla problematica della<br />

conciliazione è quella degli orari di lavoro<br />

e dell’organizzazione all’interno<br />

dell’azienda. Il primo passo consiste,<br />

quindi, nel rappresentare la situazione<br />

all’interno dell’azienda dal punto di<br />

vista degli orari dei dipendenti, delle<br />

modalità di lavoro, della distribuzione<br />

del lavoro in termini sia temporali che<br />

di carichi di lavoro. Ovviamente non è<br />

sufficiente arrivare a dipingere un quadro<br />

della situazione di fatto presente<br />

in azienda. Si tratta di individuare ipotesi<br />

organizzative che coniughino in<br />

modo più soddisfacente le esigenze<br />

delle lavoratrici, dei lavoratori e dell’azienda.<br />

Va quindi sviluppato un concetto<br />

(Leitbild) per lo sviluppo organizzativo<br />

nell’ottica conciliativa, composto<br />

da momenti diversi e misure differenti.<br />

CONCILIAZIONE COME FATTORE CULTURALE<br />

La conciliazione tra lavoro e famiglia è<br />

anche un fattore culturale, nel momento<br />

in cui l’imprenditore e il<br />

management aziendale tengono in dovuto<br />

conto le esigenze familiari dei<br />

propri dipendenti e valorizzano il personale<br />

inserito nella propria organizzazione<br />

con una politica aziendale che<br />

favorisca il persistere dei due impegni,<br />

lavorativi e familiari, cercando di armonizzarli<br />

il più possibile. È anche<br />

una cultura che si preoccupa di considerare<br />

la conciliazione tra lavoro e famiglia<br />

non solo una problematica (e<br />

un fardello) delle donne, ma anche degli<br />

uomini, in quanto partner e in<br />

quanto padri. Per la diffusione della<br />

conciliazione a due vie (anche per gli<br />

uomini) va quindi promossa una cultura<br />

della condivisione del lavoro, con<br />

maggiore partecipazione e coinvolgimento<br />

degli uomini al lavoro non retribuito<br />

(di cura e di famiglia), per una<br />

sua migliore distribuzione all’interno<br />

del nucleo familiare.<br />

Negli anni è aumentato considerevolmente<br />

il numero delle donne che entrano<br />

a far parte attiva del mercato del<br />

lavoro: un vero e proprio boom lo si è<br />

potuto registrare nella seconda metà<br />

degli anni novanta, ma a tuttoggi la<br />

tendenza ad una maggiore partecipazione<br />

della donne al mercato del lavoro<br />

ha assunto una certa stabilità. Il fenomeno<br />

ha assunto quindi dimensioni<br />

tali che è necessario tenerne conto<br />

non soltanto a livello aziendale, ma<br />

sono indispensabili delle misure mirate<br />

a livello di politiche del lavoro, di<br />

interventi per la famiglia, di tutela sociale<br />

ed in generale nell’organizzazione<br />

dei tempi di vita e di lavoro (trasporti,<br />

orari degli asili nido e delle<br />

scuole materne, orari delle scuole e degli<br />

uffici ecc.). La società nel suo complesso<br />

deve rendersi conto delle sua responsabilità<br />

per la famiglia, garantendole<br />

gli spazi necessari per la crescita e<br />

tutelando i suoi interessi durante l’arco<br />

della vita.<br />

Nei colloqui con le organizzazioni portanti<br />

vengono discusse le priorità per il programma<br />

di attività dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>. Nella foto: la<br />

presidente del KVW Maria Kusstatscher ed il<br />

direttore del KVW Werner Atz con il presidente<br />

<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> Christian Troger, il direttore Karl<br />

Gudauner, il vicedirettore Andrea Zeppa


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

32<br />

Rendere mercato e competizione compatibili<br />

con lo stato sociale<br />

di Prof. Andrea Fumagalli<br />

Professore all’Università di Pavia<br />

Facoltà di Economia<br />

Per affrontare il tema in questione è<br />

necessario riflettere sui fattori di<br />

competitività che oggi sono rilevanti.<br />

Numerosi sono stati infatti i cambiamenti<br />

di carattere strutturale che hanno<br />

interessato il paradigma produttivo e<br />

tecnologico negli ultimi trent’anni e<br />

quindi gli stessi fattori di competitività.<br />

Non è questa la sede per svolgere un’analisi<br />

approfondita: ci limitiamo dunque<br />

ad elencarli per sommi capi:<br />

• Le tecnologie dominanti erano nel<br />

dopoguerra caratterizzate dal meccanicismo<br />

e da un’elevata automazione,<br />

che di per sé comportava un’elevata<br />

rigidità nella produzione standardizzata<br />

in serie e nell’organizzazione del<br />

lavoro (fondata sul lavoro manuale,<br />

maschile, subordinato, alienante, con<br />

contratto a tempo indeterminato); oggi<br />

la natura delle tecnologie sono basate<br />

sulla comunicazione linguistica e<br />

relazionale, richiedono adeguata formazione<br />

professionale, sono flessibili<br />

e il ruolo della conoscenza è sempre<br />

più nevralgico.<br />

• La produzione si è via via trasformata<br />

da materiale a immateriale, basata sulla<br />

gestione logistica, di comando (tecnologico<br />

e finanziario) e di organizzazione<br />

con lo sviluppo dei rapporti di<br />

fornitura che si estendono nel territorio,<br />

più o meno limitrofo.<br />

• I mercati finanziari hanno acquistato<br />

sempre più rilevanza nella gestione<br />

dei flussi monetari tra i paesi e nella<br />

funzione di finanziamento dell’attività<br />

sia innovativa che speculativa.<br />

In una parola, il capitalismo industrialefordista<br />

si è trasformato in capitalismo<br />

cognitivo-flessibile. Le determinanti della<br />

produttività hanno in parte abbandonato<br />

le economie di scala statiche, basate<br />

sulle dimensioni di impianto, per interessare<br />

sempre più i processi dinamici<br />

di apprendimento e la diffusione della<br />

conoscenza e delle competenze.<br />

Tali trasformazioni hanno, ovviamente,<br />

modificato i fattori di competitività.<br />

Quest’ultima, nel capitalismo cognitivo<br />

si definisce su due livelli diversi:<br />

il primo riguarda il contenuto cognitivo<br />

dell’attività produttiva, ovvero la presenza<br />

di elementi immateriali (conoscenza,<br />

apprendimento, relazionalità).<br />

Maggiore è il contenuto di conoscenza<br />

e maggiore è il ruolo svolto dalle attività<br />

di relazioni e scambio sociale che sta alla<br />

base del contenuto di conoscenza e<br />

di apprendimento, maggiore è lo sfruttamento<br />

delle economie dinamiche di<br />

scala e quindi la capacità di generare valore<br />

aggiunto. I prodotti ad alto contenuto<br />

cognitivo stanno al capitalismo<br />

cognitivo come le produzioni ad alta intensità<br />

di capitale stanno al capitalismo<br />

industriale-fordista. Per di più, come già<br />

in parte avveniva nel sistema taylorista,<br />

la competitività di prezzo non rappresenta<br />

più l’unica strategia di mercato<br />

per aumentare le proprie quote di mercato.<br />

In un contesto di produzione sempre<br />

più immateriale, i fattori competitivi<br />

hanno sempre più a che fare con il contenuto<br />

immaginifico dei beni, ovvero<br />

con i fattori qualitativi e semiotici che<br />

sempre più sono incorporati nella forma<br />

merce. Di fatto la merce non rappresenta<br />

l’obiettivo diretto della valorizzazione<br />

e del consumo ma è piuttosto<br />

strumentale al messaggio di stile di vita<br />

e di immaginario, che il suo consumo<br />

induce ed apre;<br />

il secondo fattore di competizione è il<br />

contenuto innovativo del prodotto e<br />

quindi la possibilità di aprire nuovi spa-


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

33<br />

zi di mercato. Anche in questo caso come<br />

in quello precedente il contenuto di<br />

conoscenza è per forza elevato. Il grado<br />

di innovatività dipende dalle caratteristiche<br />

del paradigma tecnologico dominante.<br />

Quello attuale è centrato sulle<br />

tecnologie linguistico-comunicative, da<br />

un lato, e sui prodotti bioeconomici,<br />

dall’altro. Per questi ultimi si intendono<br />

tutte quelle produzioni che nei diversi<br />

settori economici trattano materiale vivente<br />

(biotecnologie, biogenetica, bioagricolture,<br />

sino alla prevenzione delle<br />

malattie e alla medicina biosperimentale).<br />

Entrambe queste categorie di beni sono<br />

una mistura di merci fisiche e di servizi<br />

immateriali, quali linguaggio, semiotica,<br />

bioproduzioni, che interessano trasversalmente<br />

vari settori, dall’agricoltura al<br />

settore alimentare, dalla meccanica di<br />

precisione alle nanotecnologie, dalla logistica<br />

spaziale ai sistemi di puntamento<br />

e di comunicazione per usi militari, e<br />

via dicendo. Sono i settori, che sono<br />

collocati sulla cosiddetta “frontiera tecnologica”.<br />

La competizione di immagine e la competizione<br />

tecnologica sono quindi oggi<br />

i fattori che meglio sfruttano le economie<br />

dinamiche di apprendimento e di<br />

conoscenza e che più derivano dalla divisione<br />

cognitiva del lavoro. Mai come<br />

oggi, la competitività è fondata sullo<br />

sfruttamento a più alto valore aggiunto<br />

del general intellect.<br />

In un tale contesto, l’Italia mostra un<br />

preoccupante ritardo. La nostra classe<br />

imprenditoriale e le politiche industriali<br />

sono ancora ancorate alla competizione<br />

di prezzo, non più in grado di reggere<br />

l’urto della concorrenza a basso costo<br />

dei paesi emergenti del sud-est asiatico<br />

(Cina in testa) e dell’America latina.<br />

Ma per far volgere in positivo questa<br />

realtà non è sufficiente impostare delle<br />

politiche industriali ed innovative in<br />

grado di migliorare il contenuto cognitivo<br />

della nostra produzione terziaria e<br />

industriale. E’ necessario qualcosa di<br />

più.<br />

Negli anni ’70, decade contrassegnata<br />

da aspri conflitti sociali, la fuoriuscita<br />

dalla crisi della grande impresa e lo sviluppo<br />

delle nuove organizzazioni produttive<br />

distrettuali e di piccola impresa<br />

sono stati resi possibile proprio in quanto<br />

risposta alla tensione sociale e di<br />

cambiamento imposta dall’agire della<br />

dinamica conflittuale e sindacale. Non è<br />

un caso che la capacità competitiva dell’Italia<br />

a metà degli anni ’80 risultasse di<br />

gran lunga superiore a quella riscontrabile<br />

alla fine degli anni ’60, termine del<br />

miracolo economico e dell’espansione<br />

industriale del dopoguerra. Tale risultato<br />

era stato reso possibile grazie alla<br />

spinta innovativa e di cambiamento sociale,<br />

impersonificata nel rifiuto del lavoro<br />

salariato e della stretta gerarchia disciplinare<br />

di fabbrica, che aveva contraddistinto<br />

parte della generazione di<br />

quegli anni, mettendo in modo un processo<br />

virtuoso, pur con tutte le contraddizioni,<br />

verso sperimentazioni di nuovi<br />

orizzonti di organizzazione produttiva.<br />

Credo che oggi, nel contesto di accumulazione<br />

immateriale e cognitiva, dove<br />

la libera circolazione dell’informazione<br />

e del sapere (sempre più negata e imbavagliata<br />

da riforme regressive dell’università<br />

e dalla diffusione repressiva dei<br />

diritti di proprietà intellettuale) sono le<br />

variabili basi da cui può scaturire un<br />

nuovo modello di produzione, sia più<br />

che mai necessario aprire una stagione<br />

di conflittualità che sia in grado di spingere<br />

il sistema delle imprese a fuoriuscire<br />

da una gestione familistica della produzione,<br />

da miopi strategie di breve periodo<br />

volte esclusivamente a ridurre i<br />

costi e quasi mai ad ampliare le quote<br />

di mercato.<br />

La spinta della dialettica conflittuale<br />

non può comunque prescindere da una<br />

profonda riforma del sistema di welfare.<br />

La possibilità per i lavoratori di sviluppare<br />

capacità di apprendimento, conoscenza<br />

e competenze non dipende sicuramente<br />

dalla diffusione di forme di<br />

flessibilità e precarietà del lavoro. Cionondimeno,<br />

non è possibile pensare<br />

che la precarizzazione del lavoro possa<br />

essere eliminata con il ritorno a contratti<br />

di lavoro a tempo indeterminato. La<br />

mobilità e la flessibilità del lavoro sono<br />

una ricchezza se e solo se non sono accompagnati<br />

da instabilità e ricattablità<br />

reddituale. L’opzione di flexicurity, che<br />

si sta sperimentando in alcuni paesi<br />

scandinavi può rappresentare un punto<br />

di riferimento, purché vi sia una struttura<br />

di welfare in grado di garantire una<br />

continuità di reddito a prescindere dalla<br />

prestazione lavorativa.<br />

Il ultima analisi, il più elevato grado di<br />

produttività e di competitività è raggiungibile<br />

se viene sancito non il semplice<br />

diritto al lavoro, ma piuttosto il diritto<br />

di scelta del lavoro. E condizione<br />

perché tale scelta sia praticabile è che<br />

venga sancito un inalienabile e incondizionato<br />

diritto individuale al reddito.<br />

E’ possibile un accordo tra le parti sociali<br />

su questi punti? Al momento, sicuramente<br />

no, per arretratezza di entrambe.<br />

Ma forse la rinascita di una stagione<br />

conflittuale può aiutare a muoversi in<br />

tale direzione.


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

Nuove sfide per i sindacati:<br />

34<br />

internazionalizzazione, flessibilità, mobilitazione<br />

di Lore Hostasch<br />

Dirigente sindacale del sindacato del<br />

terziario ÖGB, precedentemente<br />

Presidente Nazionale delle<br />

Arbeiterkammern e componente del<br />

Governo austriaco<br />

“La dignità dell’uomo é inviolabile”<br />

(dalla Dichiarazione dei<br />

diritti dell’uomo delle Nazioni<br />

Unite). Questo diritto costituisce la<br />

base della democrazia in Europa. Tutti<br />

lo riconoscono, ma la dignità dell’uomo<br />

é stata ferita e ciò avviene sempre più<br />

spesso. L’economia neoliberale sta sottraendo<br />

alle donne ed agli uomini la libertà<br />

e l’autodeterminazione. Vengono<br />

ridotti sempre di più a meri mezzi di<br />

produzione e privati della privacy. I loro<br />

costi non devono superare i ricavi. La<br />

decurtazione di prestazioni sociali, gli attacchi<br />

ai diritti sindacali dei lavoratori, la<br />

privatizzazione delle infrastrutture e dei<br />

servizi pubblici non sono una conseguenza<br />

di qualche diritto naturale, ma<br />

voluti politicamente e derivanti da determinate<br />

ideologie.<br />

Il neoliberalismo non si rivolge solo<br />

contro i sistemi di sicurezza solidale, ma<br />

anche contro i loro difensori. Le organizzazioni<br />

con obiettivi sociali come i<br />

sindacati, in questa logica di ideologia<br />

neoliberale, sono corpi estranei in quanto<br />

disturbano l’ordine “naturale” dei<br />

mercati.<br />

Attualmente ci stiamo avvicinando, anche<br />

in Europa, ad una divisione della società<br />

come la conosciamo dall’esempio<br />

spaventoso negli Stati Uniti. Chi ha<br />

mezzi finanziari riesce a comprare medicine<br />

efficaci, a finanziare scuole migliori<br />

per i propri figli e riesce ad accantonare<br />

più mezzi per la propria pensione. In<br />

questo modo viene cementata la situazione<br />

dominante per quanto riguarda<br />

proprietà e potere. Questa diventerà<br />

realtà anche dalle nostre parti se non remiamo<br />

contro.<br />

I sindacati si battono per delle regole che<br />

garantiscano gli interessi della società civile<br />

e un’economia in grado di soddisfare<br />

le esigenze di tutti. Tutto questo ha<br />

rinforzato, nei tempi, i sindacati; nell’epoca<br />

del neoliberalismo, tali organizzazioni<br />

saranno ancora indispensabili.<br />

IL SINDACATO SA MOBILITARE: LA DIMENSIONE<br />

INTERNAZIONALE<br />

La globalizzazione é diventata la preminente<br />

parola d’ordine nella lotta per la<br />

suddivisione dei beni e viene usata anche<br />

come pretesto per il dumping salariale<br />

e sociale. La concorrenzialità tra territori<br />

diventa lo strumento per spostare<br />

gli assetti di potere e di distribuzione e<br />

costituisce la leva per l’abbattimento dello<br />

stato sociale.<br />

La globalizzazione non é solo un’ideologia.<br />

Con la liberalizzazione forzata del<br />

commercio, l’apertura vasta dei mercati<br />

del capitale e l’accresciuto potere delle<br />

multinazionali sta aumentando il rischio<br />

considerevole della riduzione dei diritti<br />

economico-sociali acquisiti. Non si tratta<br />

di fuggire alla globalizzazione, ma di<br />

affrontarla e gestirla politicamente. Il<br />

mostro non é la globalizzazione, ma la<br />

rinuncia alla sua gestione politica.<br />

La globalizzazione neoliberale é riuscita<br />

ad evitare che la politica ponga delle barriere<br />

all’economia. Oggigiorno gli accordi<br />

economici multilaterali, in gran parte,<br />

puntano ad imporre delle regole agli Stati<br />

ed a fornire diritti per le multinazionali<br />

contro le autorità statali.<br />

La globalizzazione ha bisogno di un indirizzo<br />

sociale e democratico, i mercati<br />

globali devono rispettare regole e istituzioni<br />

globali. Perciò dobbiamo fare il<br />

possibile per poter utilizzare gli spazi esistenti<br />

in Europa:<br />

• rafforzare il ruolo creativo dei sindacati<br />

e delle parti sociali;<br />

• i sindacati devono tentare, a livello nazionale,<br />

europeo ed internazionale, di


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

35<br />

diventare forza costruttiva come anche<br />

forza oppositrice. Perciò ai sindacati, a<br />

tutti i livelli, serve un indirizzo internazionale<br />

chiaro.<br />

Stiamo vivendo la perdita delle istituzioni<br />

temporali della società industriale. Si<br />

sviluppano nuove idee di benessere nella<br />

gestione dei tempi di lavoro. Ciò rende<br />

necessario presentare proposte in merito<br />

alle politiche del tempo di lavoro e<br />

di promuovere esperimenti innovativi e<br />

legalmente tutelati. La riduzione dei<br />

tempi di lavoro, integrata da una politica<br />

dei tempi creativi con l’obiettivo di<br />

aumentare la sicurezza dell’occupazione<br />

ed il tempo libero adeguato per la vita<br />

nella società civile, rimane in evidenza,<br />

necessita varietà di idee e coraggio.<br />

Auspico tanti modelli innovativi in materia<br />

di gestione dei tempi di lavoro.<br />

Non cediamo nel dibattito su questo tema<br />

sindacale cruciale a chi vuole la deregulation,<br />

ma promuoviamo progetti ed<br />

esperimenti basati sulla base delle nostre<br />

idee:<br />

• modelli di settimane con quattro giorni<br />

lavorativi,<br />

• riduzione di ore straordinarie abituali,<br />

congedo formativo,<br />

• periodi sabbatici (distacchi non retribuiti),<br />

• modelli di prepensionamento,<br />

• regole per il tempo parziale.<br />

stabile. Proprio la globalizzazione chiede<br />

non la riduzione, ma la promozione dello<br />

stato sociale. Welfare e sicurezza sociale<br />

devono rimanere temi centrali dell’impegno<br />

sindacale.<br />

A livello aziendale la gestione e l’innovazione<br />

occupano il primo piano. I rappresentanti<br />

sindacali vengono sballottati<br />

tra presunte necessità dell’impresa e le richieste<br />

dei colleghi di lavoro. Come sindacati<br />

abbiamo il compito di assistere i<br />

rappresentanti durante le fasi ed i processi<br />

difficili, di supportarli nel costituire<br />

gruppi, di accompagnarli nelle trattative<br />

aziendali, attivamente o dietro le quinte,<br />

e di sostenerli nell’organizzazione di<br />

una forza di contrappeso. Questo lavoro<br />

si sposta sempre di più a livello internazionale,<br />

soprattutto a livello di grandi<br />

gruppi raramente abbiamo a che fare<br />

con imprese nazionali.<br />

Una maggiore internazionalizzazione e<br />

questioni sempre più complesse a livello<br />

aziendale e di grandi gruppi richiedono<br />

una rielaborazione delle nostre politiche<br />

formative. Accanto all’insegnamento<br />

delle basi del diritto del lavoro e dei<br />

contratti collettivi, l’attenzione si concentra<br />

sullo sviluppo delle strategie, il lavoro<br />

in gruppi e l’implementazione appropriata<br />

a livello aziendale. L’obiettivo<br />

dell’attività formativa consiste nel costruire<br />

una forza di contrasto, nella sperimentazione<br />

del nuovo, nella concessione<br />

e promozione di modelli non convenzionali.<br />

Servono condizioni cornice<br />

che possano assicurare una formazione<br />

che corrisponda alle esigenze quotidiane<br />

e sia indirizzata alla mobilitazione delle/dei<br />

delegati sindacali e sindacalisti.<br />

STRATEGIE DI LOTTA<br />

Le idee neoliberali hanno tanto successo,<br />

perché pare mancassero le alternative.<br />

Ciò rappresenta la sfida per il sindacato.<br />

Tocca a noi dimostrare che non é<br />

più possibile finanziare lo stato sociale e<br />

che la disoccupazione e la povertà non<br />

sono fenomeni inevitabili.<br />

La mia opinione ed il mio suggerimento<br />

per il futuro sono perciò: più azione e<br />

più contestazione pubblicamente riconoscibile,<br />

se vogliamo fermare lo spettro<br />

neoliberale! Non dobbiamo arrivare<br />

ogni volta a una manifestazione di massa;<br />

i sindacati dovranno tenersi aperta la<br />

strada ad una strategia flessibile. Evitiamo<br />

un atteggiamento out-out: o contrattare,<br />

o lottare. Si possono fare tutt’e due<br />

le cose contemporaneamente.<br />

STATO SOCIALE<br />

Una rete di sicurezza sociale funzionante<br />

é una prerogativa fondamentale per<br />

una vita libera e per le molteplici opportunità<br />

di gestione della propria vita. Ciò<br />

può funzionare nel miglior modo possibile<br />

se le donne e gli uomini non sono<br />

esposti, senza tutela e completamente in<br />

balia dei mercati. La flessibilizzazione e<br />

l’esposizione ai cambiamenti sociali richiedono<br />

più che mai una rete sociale<br />

Il vicepresidente<br />

dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, Guido<br />

Laconi consegna<br />

all’europarlamentare<br />

Bruno Trentin un<br />

libro sull’Alto Adige<br />

in occasione di uno<br />

scambio di idee sul<br />

futuro dell’Europa a<br />

Bruxelles nel 1999


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

LE/I PRESIDENTI DEL CONSIGLIO D’ISTITUTO<br />

Walther Andreaus (ASGB; 1.2.1994 – 24.4.1997)<br />

Konrad Walter (CGIL/AGB; 25.4.1997 – 27.4.1999)<br />

Maria Sparber (KVW; 27.4.1999 – 6.2.2002)<br />

Ingeburg Gurndin (KVW; 7.2.2002 – 3.9.2002)<br />

Erich Achmüller (KVW; dal 4.9.2002)<br />

36<br />

Le/i presidenti ed i componenti<br />

del Consiglio e della Giunta dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />

I PRESIDENTI DELLA GIUNTA D‘ISTITUTO<br />

Konrad Walter (CGIL/AGB; 23.2.1994 - 24.4.1997)<br />

Walther Andreaus (ASGB; 25.4.1997 - 16.5.1999)<br />

Egon Sanin (SGB/CISL; 17.5.1999 – 6.2.2002<br />

Vicepresidente Guido Laconi (UIL/SGK; 23.2.1994 - 6.2.2002)<br />

Serafin Pramsohler (ASGB; 7.2.2002 – 7.6.2004)<br />

Vicepresidente Salvatore Cavallo (CGIL/AGB; 7.2.2002 - 7.6.2004)<br />

Christian Troger (UIL/SGK; dal 8.6.2004)<br />

Vicepresidente Primo Schönsberg (SGB/CISL; dal 8.6.2004)<br />

COMPONENTI DELLA GIUNTA D‘ISTITUTO<br />

1. periodo di mandato (23.2.1994 – 16.5.1999)<br />

Günther Crepaz, Serafin Pramsohler (ASGB), Josef Stricker (SGB/CISL),<br />

Konrad Walter, Luisa Gnecchi (il 20.1.1999 sostituita da Carlo Bertorelle<br />

(CGIL/AGB), Guido Laconi (UIL/SGK), Albert Zuech (KVW), Helmuth<br />

Sinn (Amministrazione provinciale)<br />

2. periodo di mandato (17.2.1999 – 7.6.2004)<br />

Walther Andreaus (il 18.11.2003 sostituito da Margherita Pedrazza),<br />

Serafin Pramsohler (ASGB), Vincenzo Capellupo (il 22.1.2002 sostituito<br />

da Salvatore Cavallo), Alfred Ebner (CGIL/AGB), Guido Laconi<br />

(UIL/SGK), Egon Sanin (SGB/CISL), Helmuth Sinn (Amministrazione provinciale),<br />

Albert Zuech (il 4.9.2002 sostituito da Herbert Schatzer) (KVW)<br />

3. periodo di mandato (dal 8.6.2004)<br />

Primo Schönsberg (SGB/CISL), Christian Troger (UIL/SGK), Salvatore<br />

Cavallo, Alfred Ebner (CGIL/AGB), Serafin Pramsohler, Margherita Pedrazza<br />

(ASGB), Herbert Schatzer (KVW), Helmuth Sinn (Amministrazione<br />

provinciale)<br />

Konrad Walter<br />

Walther Andreaus<br />

Salvatore Cavallo<br />

Maria Sparber


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

37<br />

Guido Laconi<br />

Egon Sanin<br />

Serafin Pramsohler<br />

Ingeburg Gurndin<br />

COMPONENTI DEL CONSIGLIO D‘ISTITUTO<br />

1. periodo di mandato (1.2.1994 - 26.4.1999)<br />

Georg Pardeller, Walther Andreaus, Werner Blaas, Günther Crepaz, Serafin<br />

Pramsohler (ASGB), Josef Stricker, Giuseppe Giordano, Bruno Falcomatà,<br />

Guido Denicolò (nominato, ma incompatibile, il 30.6.1994 sostituito<br />

da Klaus Reider (SGB/CISL), Konrad Walter, Thomas Benedikter, Luisa<br />

Gnecchi, Franco Mugliari (il 19.2.1996 sostituito da Carlo Bertorelle)<br />

(CGIL/AGB), Hubert Sparer (il 7.6.1996 sostituito da Arnold Teutsch),<br />

Guido Laconi, Heidi Wachtler (il 22.7.1996 sostituita da Veronika Meraner)<br />

(UIL/SGK), Maria Sparber, Oswald Bortolotti, Albert Zuech<br />

(KVW), Renato De Fina (il 22.1.1996 sostituito da Primo Schönsberg)<br />

(ACLI), Helmuth Sinn, Dr. Ulrich Runggaldier (Amministrazione provinciale)<br />

2. periodo di mandato (27.4.1999 - 7.6.2004)<br />

Georg Pardeller, Walther Andreaus (il 18.11.2003 sostituito da Margherita<br />

Pedrazza), Werner Blaas, Serafin Pramsohler, Marianne Musner<br />

(ASGB), Alfred Ebner, Harald Wenter (il 23.6.2003 sostituito da Ulrike<br />

Bauhofer), Vincenzo Capellupo (il 17.12.2001 sostituito da Salvatore<br />

Cavallo), Francesco Bertoncello (CGIL/AGB), Egon Sanin, Anton v. Hartungen,<br />

Renzo Rampazzo, Barbara Cadamuro (il 6.6.2002 sostituita da<br />

Primo Schönsberg) (SGB/CISL), Christian Troger, Guido Laconi, Arno<br />

Teutsch (SGK/UIL), Albert Zuech (il 3.6.2002 sostituito da Erich Achmüller),<br />

Maria Sparber (il 18.7.2001 sostituita da Ingeburg Gurndin, il<br />

3.6.2002 sostituita da Herbert Schatzer), Notburga Moser (il 14.3.<br />

1999 sostituita da Florian Ebner, il 3.6.2002 sostituito da Josef<br />

Bernhardt) (KVW), Primo Schönsberg (il 6.6.2002 sostituito da Carlo<br />

Gobetti) (ACLI), Berta Linter, Helmuth Sinn (Amministrazione provinciale)<br />

3. periodo di mandato (dal 8.6.2004)<br />

Margherita Pedrazza, Werner Blaas, Marianne Mussner, Serafin Pramsohler,<br />

Christian Egger (ASGB), Francesco Bertoncello, Salvatore Cavallo,<br />

Alfred Ebner, Ulrike Bauhofer (CGIL/AGB), Michele Buonerba, Agnes<br />

Haller, Anton v. Hartungen, Primo Schönsberg (SGB/CISL), Toni Serafini,<br />

Arno Teutsch, Christian Troger (UIL/SGK), Erich Achmüller, Josef Bernhart,<br />

Herbert Schatzer (KVW), Carlo Gobetti (sostituito dal 6.9.<strong>2005</strong> da<br />

Gianni Armani) (ACLI), Günther Andergassen, Helmuth Sinn (Amministrazione<br />

provinciale).


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

38<br />

Collaboratrici e collaboratori dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />

ed i loro ambiti di attività<br />

DIRETTORE<br />

Karl Gudauner (elezione 4.4.1995, inizio attività 1.6.1995)<br />

VICEDIRETTORI<br />

Italo Ghirigato (elezione 20.10.1994, inizio attività 2.1.1995, fine attività 31.12.1998)<br />

Andrea Zeppa (elezione 15.6.1999, inizio attività 2.8.1999)<br />

COLLABORATRICI/COLLABORATORI E I LORO CAMPI DI ATTIVITÀ (aggiornato al <strong>2005</strong>)<br />

Karl Gudauner, giurista: direttore, rapporti con le organizzazioni costitutive e gli organi statutari,<br />

pubblicazioni<br />

Andrea Zeppa, economista: vicedirettore, responsabile del reparto economia e politiche sociali,<br />

mercato del lavoro e ricerche sui redditi<br />

Werner Pramstrahler, laureato in scienze politiche: formazione continua, ricerca di scienze politiche,<br />

relazioni sindacali<br />

Mario Vittorio Giovannacci, economista: osservatorio sulla contrattazione collettiva locale, ricerca economica,<br />

consulenza sulla contrattazione aziendale e sui bilanci aziendali, attività formativa<br />

Silvia Vogliotti, economista; responsabile biblioteca, ricerche sul mercato del lavoro ed economica,<br />

conciliazione lavoro e famiglia (in congedo per maternità)<br />

Maria Magnago, giurista: sostituisce Silvia Vogliotti durante il congedo per maternità<br />

Christine Dell’Antonio: contabilità, amministrazione, fisco<br />

Evelina Telch: segreteria, documentazione, organizzazione dell’attività formativa<br />

Brunhilde Maier-Wiedenhofer: segreteria, documentazione, gestione biblioteca<br />

Collaboratori e collaboratrici esterni/e e stagisti: collaborazione alle ricerche ed alla<br />

documentazione


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

39<br />

Le pubblicazioni dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />

La documentazione della ricerca<br />

- L’inflazione in Alto Adige – Cause e<br />

possibili rimedi (Italo Ghirigato; 1-<br />

1995)<br />

- La politica formativa dell’Istituto per<br />

la Promozione dei Lavoratori (Italo<br />

Ghirigato/Werner Pramstrahler; 2-<br />

1996, nuova edizione 1998)<br />

- La contrattazione aziendale in Alto<br />

Adige (Annalisa Sallustio/Monika<br />

Gasser; 3-1996)<br />

- Il ricorso alle liste di mobilità in Provincia<br />

di Bolzano 1991-1995 (Rudi<br />

Bertagnolli; 4-1996)<br />

- Distribuzione funzionale e sviluppo<br />

delle retribuzioni in Alto Adige<br />

1980-93 – con due fascicoli di dati<br />

statistici (Apollis; 5-1997)<br />

- Le Rappresentanze Sindacali Unitarie<br />

in Alto Adige. Statisticazione e<br />

rilevazione del fabbisogno formativo<br />

di una nuova struttura sindacale<br />

(Sergio Mucci; 6-1997)<br />

- La contrattazione aziendale nazionale<br />

in Alto Adige (Rudi Bertagnolli;<br />

7-1997)<br />

- Prezzi, mercato abitativo e politiche<br />

della casa in Provincia di Bolzano<br />

(Elena Maggioni/Peter Morello/<br />

Francesco Sbetti; 8-1997)<br />

- Inflazione e potere d’acquisto in Alto<br />

Adige. Le cause di carattere nazionale<br />

ed il peso dei fattori locali:<br />

analisi storica e comparata (Maurizio<br />

Carpita/Rudi Bertagnolli;<br />

9-1998)<br />

- I premi di risultato nelle aziende altoatesine<br />

(Mario Vittorio Giovannacci;<br />

10-1998)<br />

- Lavoratori immigrati in Alto Adige.<br />

Situazione e sviluppo occupazionale<br />

(Nora Lonardi/Adel Jabbar/Studio<br />

Res; 11-1999)<br />

- Tra inerzia e innovazione. Immagini<br />

del cambiamento organizzativo<br />

bancario (Manuela Nocker; 12-<br />

1999)<br />

- L’Alto Adige come sede industriale.<br />

Innovazione, competitività ed il<br />

ruolo della forza lavoro) Alexander<br />

Ebner/Markus Perkmann; 13-<br />

1999)<br />

- Prezzi, mercato abitativo e politiche<br />

della casa in Alto Adige (Sistema<br />

OHG; 14-1999)<br />

- La contrattazione collettiva nel turismo.<br />

Analisi comparata delle leggi<br />

e dei contratti collettivi: Alto Adige<br />

e Tirolo a confronto (Mario Vittorio<br />

Giovannacci/Werner Pramstrahler;<br />

15-2000)<br />

- L’autonomia impositiva dei Comuni<br />

altoatesini: il ruolo dell’ICI (Andrea<br />

Zeppa/Silvia Vogliotti; 16-2001)<br />

- La retribuzione nel settore privato in<br />

Alto Adige 1995-1995 (Andrea<br />

Zeppa/Silvia Vogliotti; 17-2001)<br />

- La flessibilità organizzativa nell’industria<br />

altoatesina. L’innovazione<br />

organizzativa tra strategie aziendali<br />

e partecipazione dei lavoratori<br />

(Markus Perkmann/Andrea Zeppa/Mario<br />

Vittorio Giovannacci;<br />

18-2001)<br />

- La formazione continua in Alto Adige:<br />

Obiettivi, strumenti e risorse<br />

(Helmut Hell/Mario Marcone/Andrea<br />

Zeppa; 19-2002)<br />

- L’evoluzione del sistema contrattuale.<br />

Prospettive per la politica salariale<br />

locale (Werner Pramstrahler/Andrea<br />

Zeppa; 20-2002)<br />

- Forme di lavoro flessibili e atipiche.<br />

Analisi quantitativa e implicazioni<br />

sociali (Andrea Zeppa/Liliana<br />

Emer; 21-2003)<br />

- La contrattazione nel settore metalmeccanico<br />

(Mario Vittorio Giovannacci;<br />

22-2003)<br />

- Maternità e lavoro. Una ricerca sulle<br />

neo mamme dimesse in Alto Adige<br />

(Silvia Vogliotti/Erika Pighin;<br />

23-2003)<br />

- Retribuzioni contrattuali e costo del<br />

lavoro nel settore delle costruzioni<br />

(Rudi Bertagnolli/Petra Guggenberger-Sappl/Andrea<br />

Zeppa; 24-2004)<br />

- Distribuzione funzionale del reddito<br />

e struttura economica in Alto Adige.<br />

Un’analisi comparativa (Lorenzo Birindelli/Rudi<br />

Bertagnolli; 25-2004)<br />

- La contrattazione integrativa nel<br />

commercio (Mario Vittorio Giovannacci;<br />

26-2004)<br />

- Le condizioni di lavoro nei magazzini<br />

di frutta dell’Alto Adige. Uno<br />

studio esplorativo (Barbara Pircher/Werner<br />

Pramstrahler; 27-<br />

2004)<br />

- Rapporto sul mercato del lavoro<br />

sommerso in Alto Adige (Melanie<br />

Roberts/Andrea Zeppa; 28-<strong>2005</strong>)<br />

Pubblicazioni varie<br />

- Opuscolo di presentazione dell’<strong>IPL</strong>-<br />

<strong>AFI</strong> (1996, nuove edizioni 1999 e<br />

2004)


DIMENSI NE<br />

LAVORO<br />

40<br />

- Le prestazioni di disoccupazione<br />

non agricola (Augusto Manzini;<br />

1998)<br />

- La finanza e il bilancio della Provincia<br />

Autonoma di Bolzano (Stefano<br />

Fidenti; 1998)<br />

- La città del sole (Arno Teutsch;<br />

1999)<br />

- <strong>Lavoro</strong> ed economia, società e sindacato<br />

in Alto Adige (Thomas Benedikter;<br />

2001)<br />

- L’attuazione della riforma del trasporto<br />

pubblico locale in Alto Adige<br />

(Sintesi del convegno; 2001)<br />

- L’autonomia tributaria in Alto Adige.<br />

Analisi della possibile evoluzione<br />

delle entrate provinciali a seguito<br />

della riforma fiscale nazionale<br />

(Maria Grazia Zorzi; 2002)<br />

- Le pensioni INPS in Alto Adige (Silvia<br />

Vogliotti; 2003)<br />

- Il rapporto di lavoro alle dipendenze<br />

della Provincia Autonoma di Bolzano<br />

(Carmine Russo; 2004)<br />

- Della tua pensione (Helmuth Renzler/Lidia<br />

Canins; 2004)<br />

- Il settore nonprofit nella Provincia<br />

Autonoma di Bolzano. Studio dei<br />

rapporti di lavoro nell’ambito delle<br />

organizzazioni nonprofit (Daniele<br />

Simonato; <strong>2005</strong>)<br />

- Il Sindacato nei suoi aspetti giuslavoristici,<br />

previdenziali e fiscali (Maria<br />

Ledonne Scumaci/Sonja Boetti<br />

Palazzi/Georg Innerhofer; <strong>2005</strong>)<br />

- Vari contratti collettivi nazionali e<br />

manuali in lingua tedesca<br />

Pubblicazioni in cooperazione<br />

- Manuale: Il rappresentante dei lavoratori<br />

per la sicurezza, i compiti,<br />

le funzioni, gli strumenti (2004; in<br />

collaborazione con INAIL e INAS/<br />

SINDNOVA)<br />

- Progetto EQUAL – „Gender Competency“<br />

in collaborazione con ILO,<br />

EBK, CONSIS, Comune di Bolzano,<br />

Comprensorio Burgraviato, Chiron<br />

- La disciplina degli orari di lavoro<br />

nel settore del commercio (Giorgio<br />

Bolego; 2004)<br />

- I bisogni di conciliazione tra lavoro<br />

e famiglia nel settore del commercio<br />

in Provincia di Bolzano (Barbara<br />

Pircher/Silvia Vogliotti; 2004)<br />

- Linee guida per la conciliazione di<br />

lavoro e famiglia nelle aziende (Silvia<br />

Vogliotti; 2004)<br />

- Nuove forme di erogazione di servizi<br />

alla famiglia e flessibilità dell’orario<br />

di lavoro e di apertura: bisogni<br />

e problematiche del commercio<br />

(Silvia Vogliotti/Barbara Pircher;<br />

2004)<br />

- Potere e magia dei campi creativi<br />

(Arno Teutsch, Silvana Martuscelli;<br />

2003)<br />

- Progetto FSE „Monitor“ in collaborazione<br />

con ZTM/CTM, CESOS, RSO<br />

- La rilevazione dei fabbisogni professionali<br />

e formativi (2001)<br />

- Indagine sui fabbisogni professionali<br />

per i servizi alle imprese nel settore<br />

manifatturiero artigiano (2003)<br />

- Indagine sui fabbisogni professionali<br />

per i servizi alle imprese nel settore<br />

manifatturiero industriale (2003)<br />

- Indagine sui fabbisogni professionali<br />

per i servizi alle imprese nel settore<br />

turistico ricettivo (2003)<br />

- I fabbisogni professionali e formativi<br />

nell’area “Marketing e vendite”<br />

(2003)<br />

- I fabbisogni professionali e formativi<br />

nell’area „Informatica“ (2003)<br />

- Indagine sui fabbisogni professionali<br />

nella filiera dell’ambiente in Provincia<br />

di Bolzano (2004)<br />

- I fabbisogni professionali e formativi<br />

nell’area „produzione nell’industria<br />

meccanica“ (2004)<br />

- I fabbisogni professionali e formativi<br />

nell’area “Promozione Turistica”<br />

(2004)<br />

Periodici<br />

- Agenda degli apprendisti (autori<br />

vari; dal 1994 ad oggi, edizione<br />

annuale)<br />

- Periodico “<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong> - Dimension<br />

Arbeit“ (dal 1999 due edizioni<br />

annuali)<br />

- Newsletter: Indagine sui lavoratori<br />

e sulle lavoratrici dipendenti (edizioni:<br />

2003: 7, 2004: 5, <strong>2005</strong>: 4)<br />

Documenti interni<br />

- Materiali formativi, analisi di bilanci<br />

aziendali, contrattazione collettiva,<br />

situazione del reddito, documentazione<br />

di convegni ecc.

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