Dimensione Lavoro 2/2005 - AFI-IPL
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DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
2<br />
IMPRESSUM<br />
IMPRESSUMEdito da:<br />
<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> Istituto per la Promozione<br />
dei Lavoratori<br />
- Ente pubblico di studi, ricerche e<br />
formazione in materia di lavoro<br />
Via del Ronco, 5/B/7<br />
39100 BOLZANO<br />
Telefono: 0039–0471-413540<br />
Fax: 0039–0471-413549<br />
E-Mail: info@afi-ipl.org<br />
Internet: www.afi-ipl.org<br />
Registrato presso il tribunale di Bolzano<br />
no. 23/1996 s.t.<br />
Responsabile ai sensi della legge:<br />
Karl Gudauner<br />
Organizzazione e redazione:<br />
Konrad Walter<br />
Layout: Linotipia Colombo<br />
Stampa: Tipolitografia Alto Adige<br />
Bolzano<br />
La riproduzione parziale o totale<br />
del contenuto e la diffusione e utilizzazione<br />
dei dati, delle informazioni,<br />
delle tavole e dei grafici sono<br />
autorizzate soltanto con la citazione<br />
della fonte (editore, titolo e autore).<br />
INDICE<br />
• Messaggio di Luis Durnwalder, Presidente della Giunta Provinciale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3<br />
• Saluto di Luisa Gnecchi, Vicepresidente della Giunta Provinciale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4<br />
• Prefazione di Otto Saurer, Vicepresidente della Giunta Provinciale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5<br />
• Introduzione di Erich Achmüller, Presidente del Consiglio d’Istituto <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . . . . . 6<br />
• <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>: un obiettivo comune per tutte le organizzazioni dei lavoratori e delle<br />
lavoratrici di Christian Troger Presidente della Giunta <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7<br />
• L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> verso il futuro di Primo Schönsberg, Vicepresidente della Giunta <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . 8<br />
• Più competenza = maggior coinvolgimento di Karl Gudauner Direttore <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . 9<br />
• Il contributo della ricerca allo sviluppo regionale<br />
di Andrea Zeppa, Vicedirettore e responsabile per la ricerca <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12<br />
• Dall’idea di un centro di competenza alla fondazione dell’<strong>IPL</strong> –<strong>AFI</strong><br />
di Konrad Walter . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13<br />
• Gli antefatti e i primi anni dell’ <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> di Konrad Walter . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17<br />
• I sindacati hanno bisogni di ricerca e di formazione,<br />
intervista a Italo Ghirigato Presidente ACLI e già Vicedirettore dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . . . . . . . 24<br />
• I settori di attività dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26<br />
• L’osservatorio dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> sulla contrattazione decentrata<br />
di Mario Vittorio Giovannacci, collaboratore scientifico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27<br />
• Il ruolo della formazione nella modernizzazione delle relazioni sindacali<br />
di Werner Pramstrahler, collaboratore scientifico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28<br />
• La conciliazione di lavoro e famiglia nelle aziende<br />
di Silvia Vogliotti, collaboratrice scientifica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30<br />
• Rendere mercato e competizione compatibili con lo stato sociale<br />
di Prof. Andrea Fumagalli, Università di Pavia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32<br />
• Nuove sfide per i sindacati: internazionalizzazione, flessibilità, mobilitazione<br />
di Lore Hostasch, dirigente ÖGB . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34<br />
• Le/i presidente e componenti del Consiglio e della Giunta dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . . . . . . 36<br />
• Le collaboratrici e collaboratori dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> e i loro ambienti di attività . . . . . . . . . . . . . 38<br />
• Le pubblicazioni dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
3<br />
I migliori auguri per il Giubileo<br />
Il 1995 è stato un anno particolare per le lavoratrici e i lavoratori della nostra Provincia:<br />
con l’inizio dell’attività dell’Istituto per la Promozione dei Lavoratori (<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>) dal 1°<br />
gennaio 1995 questi, per la prima volta, hanno un partner univoco ed un sostegno per il<br />
„miglioramento della loro condizione dal punto di vista lavorativo, economico e sociale“. Oggi<br />
l’Istituto festeggia il suo primo decennio di attività.<br />
Voglio trasmettere il mio più cordiale saluto ed i migliori auguri per questo giubileo.<br />
In questa occasione così particolare il mio saluto va ai responsabili, alle organizzazioni costituenti,<br />
alle collaboratrici ed ai collaboratori. A mio parere si tratta di una felice ricorrenza, di<br />
cui andare orgogliosi, che merita di essere festeggiata e commemorata in modo particolare.<br />
La nascita dell’Istituto per la Promozione dei Lavorator, dieci anni fa, é stata, se vogliamo<br />
considerare il profondo cambiamento intervenuto nel mondo del lavoro, il passo giusto e allo<br />
stesso tempo anche una decisione lungimirante.<br />
In questi dieci anni l’Istituto ha continuamente ampliato e integrato il suo ambito di operatività,<br />
arrivando oggi a svolgere una gamma di attività molto ampia e variegata. Quest’ultima<br />
comprende settori estremamente importanti come la ricerca economica e sociale, l’analisi della<br />
contrattazione collettiva locale, l’elaborazione di studi e ricerche, la formazione delle lavoratrici<br />
e dei lavoratori e la redazione di pubblicazioni specialistiche.<br />
Attraverso l’ampliamento dei settori di attività l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ha dimostrato una grande responsabilità<br />
e oggi è un partner importantissimo e prezioso delle Organizzazioni Sindacali e delle<br />
Associazioni sociali.<br />
La Giunta provinciale ha creduto sin dall’inizio nell’Istituto, accordandogli la propria fiducia<br />
ed investendo nello stesso impegno e denaro, per permettergli di restare sempre al passo con i<br />
tempi, adeguandosi ai nuovi bisogni e alle nuove richieste.<br />
Quindi l’odierno compleanno dell’Istituto per la Promozione dei Lavoratori <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> sta a<br />
cuore a tutti coloro che si sentono legati al mondo del lavoro e, in particolare, al mondo delle lavoratrici<br />
e dei lavoratori della nostra Provincia, che credono nello sviluppo economico e sociale<br />
dell’Alto Adige.<br />
Affinché l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> possa continuare anche in futuro le attività ed i servizi offerti ai propri associati<br />
e, pertanto, continuare ad essere al servizio delle cittadine e dei cittadini altoatesini, auguro<br />
ai responsabili, organizzazioni costituenti, agli utenti e alle collaboratrici ed ai collaboratori<br />
un grande successo.<br />
Auguri a tutti per una proficua collaborazione!<br />
Luis Durnwalder<br />
Presidente della Provincia
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
4<br />
L’importante ruolo ricoperto dall’Istituto<br />
nella società locale<br />
L<br />
’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è forse l’unico esempio di Istituto di Ricerca e di Promozione di lavoratori e<br />
lavoratrici finanziato dall’ente pubblico e gestito autonomamente dalle Organizzazioni<br />
sindacali e associazioni sociali maggiormente rappresentative. La sua costituzione è stata<br />
una scommessa ed ha rappresentato sicuramente un’esperienza singolare; ero convinta di<br />
questo progetto fin dalla sua nascita e dopo dieci anni, non posso che confermare quella scelta<br />
come profondamente giusta.<br />
I più importanti principi ispiratori che hanno portato alla nascita ed allo sviluppo dell’<strong>IPL</strong>-<br />
<strong>AFI</strong> sono:<br />
• avere un Istituto di ricerca e formazione a disposizione delle parti sociali, utile per acquisire<br />
competenze, formazione e informazioni, valorizzare e qualificare la contrattazione collettiva<br />
a livello provinciale e aziendale;<br />
• avere un Istituto unico, non separato per gruppi linguistici e/o per filoni di pensiero sindacale,<br />
che avesse la capacità di produrre sinergie fra le varie componenti dell’associazionismo<br />
sindacale e sociale per favorirne la coesione, le strategie in tema di lavoro e sicurezza sociale;<br />
• avere una struttura di formazione, informazione e consultazione per i rappresentanti sindacali<br />
sui luoghi di lavoro di lavoratori e lavoratrici, mettendo a disposizione una banca dati<br />
sui contratti nazionali, provinciali e aziendali, testi contrattuali, disposizioni legislative nazionali<br />
tradotte in lingua tedesca;<br />
• avere un ente come l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> che si rivolga direttamente alle lavoratrici, ai lavoratori ed a<br />
tutti i cittadini interessati con il periodico “<strong>Dimensione</strong> lavoro – Dimension Arbeit”, con le<br />
Newsletter e con dispense specifiche;<br />
• infine avere un Istituto che ricopra un ruolo importante nella società locale, svolgendo autonomamente<br />
indagini e ricerche, preziosi lavori di sensibilizzazione sulle nuove povertà, sul<br />
problema dell’inflazione, dei prezzi, della casa, delle retribuzioni, delle pensioni, del lavoro irregolare,<br />
del bilancio provinciale, delle immigrazioni ecc. contribuendo in questo modo ad<br />
un’informazione pluralista e attenta alle esigenze dei ceti medio bassi, aumentando in questo<br />
modo non soltanto le conoscenze pratiche, ma anche il livello di possibile partecipazione di<br />
ogni lavoratore e lavoratrice.<br />
Festeggiando i 10 anni di attività dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> possiamo unanimamente convenire, che il<br />
lavoro svolto dall’Istituto fino ad oggi, ha risposto sicuramente alle aspettative che ci eravamo<br />
posti.<br />
Mi congratulo con le organizzazioni promotrici, i dirigenti e le dirigenti, i componenti e le componenti<br />
degli organi statutari, con le collaboratrici ed i collaboratori per il paziente lavoro<br />
svolto in questi dieci anni ed auguro alle protagoniste e ai protagonisti dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> altrettanto<br />
impegno per gli anni futuri, un lavoro utile e prezioso per tutta la comunità nella nostra<br />
Provincia.<br />
Il desiderio di leggere la realtà da più punti di vista richiede sempre conoscenza, capacità, sensibilità<br />
ed anche fantasia, complimenti e buon lavoro!<br />
Luisa Gnecchi<br />
Vicepresidente della Provincia<br />
Assessora al lavoro, innovazione, pari opportunità,<br />
cooperative, formazione professionale e scuola italiana
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
Per il rafforzamento della concertazione<br />
5<br />
L<br />
’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> festeggia il decennale dalla fondazione. Posso constatare con soddisfazione<br />
che non è più possibile pensare di farne a meno nel panorama politico-lavorativo dell’Alto<br />
Adige. Come assessore al lavoro, che all’epoca elaborò le basi legislative per la sua<br />
fondazione, so quanto sia stata lunga e faticosa la strada fino alla sua identificazione quale<br />
istituzione riconosciuta.<br />
Ero e sono un convinto sostenitore di una concertazione, in cui dei partners forti danno un contributo<br />
fondamentale per lo sviluppo economico e per un mondo lavorativo che funzioni. Così<br />
la costituzione dell’Istituto per la Promozione dei Lavoratori – quale corrispettivo dell’Istituto<br />
per lo sviluppo economico – che ha contribuito ad accompagnare ed a rafforzare il lavoro dei<br />
sindacati e delle associazioni sociali, era un mio particolare desiderio. In quell’occasione potei<br />
attingere alle proposte degli anni ’80 dei sindacati, soprattutto della SGB/CISL, che presero<br />
come modello la “Arbeiterkammer” in Austria guidata da rappresentanti eletti. Questo modello<br />
si dimostrò non essere realizzabile in Alto Adige; però il giuslavorista, in seguito il Ministro<br />
del <strong>Lavoro</strong> Tiziano Treu, nell’ambito di una legge per la promozione del mercato del lavoro,<br />
indicò la strada verso un ente di diritto pubblico, gestito dalle Organizzazioni Sindacali e dalle<br />
Associazioni sociali. La rappresentanza diretta dei lavoratori non fu possibile, però venne indirettamente<br />
garantita, in quanto il peso dei singoli sindacati si rispecchiò nella composizione<br />
degli organi statutari. Analogamente al Consiglio Camerale della Camera di Commercio, venne<br />
previsto un Consiglio d’Istituto, composto esclusivamente da rappresentanti dei lavoratori<br />
(sindacati e associazioni sociali).<br />
Quale promotore della legge provinciale del 12.11.1992, Nr.39 „Provvedimento per la promozione<br />
del mercato del lavoro“, che prevede la costituzione dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, volli consapevolmente<br />
regolare soltanto lo stretto necessario. I campi d’azione vennero delineati solo a grandi linee e<br />
persino gli organi e le prescrizioni riguardanti l’organizzazione e il modo d’operare dell’Istituto<br />
vennero delegati allo statuto. In questo modo si poterono evitare diverse obiezioni del Governo<br />
centrale – le Leggi provinciali, allora, erano ancora sottoposte al visto del Commissario del Governo.<br />
Questi non rinunciò a formulare un’annotazione critica sull’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, che però non<br />
portò al veto sulla norma. Quando, dieci anni fa, l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> iniziò la sua attività, i sindacati<br />
avevano idee differenti riguardo all’orientamento dell’Istituto. Tuttavia si era e si è d’accordo<br />
che una delle mete principali dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è di contribuire, attraverso numerose iniziative, al<br />
miglioramento della condizione delle lavoratrici e dei lavoratori sotto ogni aspetto, lavorativo,<br />
economico e sociale. Nella politica occupazionale, economica e formativa, la situazione locale<br />
ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale, sullo sfondo del globale e profondo cambiamento<br />
del mondo del lavoro. I continui mutamenti nell’economia e le innumerevoli sfide ai sistemi di<br />
sicurezza sociale, hanno reso la ricerca, lo studio, la consulenza e la formazione nel campo del<br />
lavoro attività di importanza fondamentale.<br />
Mi riempie di gioia e soddisfazione il fatto che l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> in questi dieci anni abbia colmato<br />
questa lacuna e che abbia operato per conto di tutte le Organizzazioni Sindacali, lavorando in<br />
modo unitario in un ambito che prima era raramente oggetto di studio.<br />
Sono lieto di esprimere la mia convinzione che l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, dopo questi anni fruttuosi, proseguirà<br />
nel cammino verso l’ulteriore affinamento e sviluppo del proprio profilo.<br />
Con i miei migliori auguri per il lavoro futuro dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>.<br />
Otto Saurer<br />
Vicepresidente della Provincia<br />
Assessore provinciale alla scuola e<br />
formazione professionale in lingua tedesca e università
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
6<br />
Le lavoratrici ed i lavoratori hanno bisogno<br />
di strumenti per la tutela dei loro interessi<br />
Con la creazione l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> si voleva mettere nelle mani delle lavoratrici e dei lavoratori<br />
uno strumento efficace per la tutela dei loro interessi, al pari di quello già a disposizione<br />
degli imprenditori attraverso la Camera di Commercio. Quale modello per il nuovo<br />
Istituto vennero prese le Camere del <strong>Lavoro</strong> dei paesi confinanti e, malgrado alcuni ostacoli derivanti<br />
da norme costituzionali, si perseverò nel portare avanti il progetto.<br />
La fase iniziale fu estremamente travagliata: le contrattazioni si configurarono difficili e, in relazione<br />
all’assegnazione degli organi statutari, minacciarono di fallire. A causa dei pochi collaboratori<br />
e dei mezzi limitati non si riuscì a soddisfare tutte le aspettative. Ebbero inizio numerosi<br />
progetti, ma molte delle iniziative, soprattutto nel campo della ricerca, si rivelarono più<br />
complesse e impegnative (in termini di tempo) di quanto previsto. L’importanza di non orientarsi<br />
in base ai desideri, ma di rimanere all’interno di ambiti predefiniti, fu un processo d’apprendimento<br />
per tutti. Insieme alle organizzazioni costitutive si pianificò una attività annuale<br />
realistica dei temi da trattare, con un preciso ordine di priorità. Attraverso il miglioramento<br />
dell’organizzazione e dei procedimenti si poté raggiungere un aumento della qualità e dell’efficienza<br />
interna.<br />
Ora, a dieci anni dalla nascita, si può affermare che gli sforzi sono stati ripagati. In questo periodo,<br />
nonostante le difficoltà, l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è riuscito ad assicurarsi una certa rinomanza pubblica<br />
come istituzione scientifica. Si è riusciti a formare collaboratrici e collaboratori competenti,<br />
sotto la cui direzione sono stati svolti una serie di studi riguardanti il lavoro e le condizioni di<br />
vita delle lavoratrici e dei lavoratori in Alto Adige, i cui risultati hanno trovato attenzione in<br />
ambito pubblico e che hanno rappresentato la base per importanti argomentazioni di sindacati<br />
e associazioni sociali. L’offerta di formazione venne elaborata in base al nuovo concetto di qualità,<br />
volta alla soddisfazione del cliente. Il know how elaborato dall’Istituto viene diffuso tramite<br />
adeguate pubblicazioni.<br />
Inoltre, deve essere posto in evidenza che, la prevista presenza, in seno all’Istituto, di tutti i sindacati<br />
e le associazioni sociali, si ripercuote positivamente sulla loro collaborazione. Ciò che è<br />
comune sta in primo piano, mentre ciò che divide viene accantonato.<br />
In questa occasione voglio complimentarmi e ringraziare tutte le consigliere e i consiglieri d’Istituto<br />
che si sono sinora succeduti.<br />
Sicuramente l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ha ancora numerosi compiti che lo aspettano. La “posizione pubblica”<br />
dell’Istituto va ulteriormente consolidata: le pubbliche relazioni e la diffusione dei materiali migliorate,<br />
i contatti con le organizzazioni costitutive ulteriormente rafforzati.<br />
In primo luogo, però, bisogna far comprendere ai vertici dell’amministrazione provinciale che<br />
sono necessarie delle risorse aggiuntive. Se l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> deve adempiere una funzione importante<br />
nel quadro delle parti sociali, allora devono venirgli assegnate le risorse necessarie affinché possa<br />
svolgere il proprio compito con la responsabilità dovuta.<br />
Una solida partnership sociale può essere attuata solamente qualora, non solo le imprenditrici e<br />
gli imprenditori, ma anche le lavoratrici e i lavoratori di questa Provincia dispongano degli<br />
strumenti adatti alla tutela dei loro interessi. Una partecipazione efficace di tutte le lavoratrici e<br />
i lavoratori all’assetto politico, economico e sociale è la migliore premessa per una pace sociale<br />
duratura. In questo senso auguro all’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> molto successo e un futuro brillante.<br />
Erich Achmüller<br />
Presidente del Consiglio d’Istituto
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>: un obiettivo comune per tutte le<br />
organizzazioni dei lavoratori e delle lavoratrici<br />
di Christian Troger<br />
Presidente della Giunta<br />
All’interno della società altoatesina,<br />
l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ha raggiunto tramite<br />
le sue ricerche e le iniziative<br />
formative, un valore socio-politico e<br />
il riconoscimento da parte delle lavoratrici<br />
e dei lavoratori quale Istituto pubblico<br />
di ricerca e formazione. Questo é il<br />
risultato di un lavoro minuzioso, faticoso<br />
e non sempre semplice nel campo<br />
formativo e scientifico che, anche in Alto<br />
Adige, ha permesso a “persone che<br />
sono all’oscuro” cioè in gran parte lavoratori<br />
e lavoratrici dipendenti, di ottenere<br />
una attenzione maggiore e più consona<br />
al loro peso nella società. Questo traguardo<br />
è da confermare anche per il futuro<br />
come obiettivo comune delle<br />
OO.SS. ASGB, CGIL/AGB, SGB/CI-<br />
SL ed UIL/SGK, ma anche delle associazioni<br />
sociali KVW e ACLI nonché la<br />
Ripartizione lavoro della Provincia Autonoma<br />
di Bolzano. Dal momento che<br />
anche in Alto Adige nello scorso decennio<br />
abbiamo potuto constatare una crescente<br />
apertura della forbice del benessere,<br />
con l’aumento della relativa povertà<br />
confermata da ricerche scientifiche dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />
e da indagini comuni tra l’Istituto<br />
e l’ASTAT (varie indagini sulla distribuzione<br />
dei redditi), ma anche da inchieste<br />
empiriche che coinvolsero migliaia<br />
di lavoratori e lavoratrici dipendenti<br />
di tutti e tre i gruppi linguistici.<br />
L’Istituto per la Promozione dei Lavoratori<br />
e delle Lavoratrici ha svolto inoltre<br />
ricerche in merito alle nuove questioni<br />
sociali come quella delle pari opportunità<br />
tra donne e uomini al posto di lavoro,<br />
della conciliazione tra famiglia e<br />
lavoro e del diritto alla formazione in<br />
Alto Adige. Le donne hanno raggiunto<br />
una sempre maggiore importanza nella<br />
società altoatesina con l’aumento della<br />
loro presenza nei posti di lavoro, anche<br />
7<br />
se permane tuttora una scarsa sensibilità<br />
e poca comprensione da parte di alcuni<br />
ambiti importanti dell’imprenditoria altoatesina<br />
e non.<br />
Dall’implementazione di criteri di qualità<br />
sociale nell’economia, nella politica<br />
e nella società altoatesina dipende anche<br />
lo sviluppo del peso del movimento<br />
operaio e sindacale in questa terra. Ed è<br />
da sottolineare che il movimento operaio<br />
ha contribuito in modo sostanziale<br />
alla crescita della democrazia economica<br />
e lo farà ancora negli anni a venire. A<br />
causa dei processi di cambiamento sempre<br />
più rapidi - risultato anche della globalizzazione<br />
economica - in futuro sarà<br />
indispensabile una migliore concertazione<br />
in ambito politico che avrà lo scopo<br />
di garantire uno sviluppo sostenibile,<br />
accettabile e largamente condiviso<br />
del territorio provinciale. Tante parti del<br />
mondo porranno sempre maggiori speranze<br />
sul modello europeo del welfare,<br />
basato su un’Europa allargata, in quanto<br />
si auspica una maggiore cooperazione<br />
tra nord e sud, ma anche tra est ed<br />
ovest per creare le basi più solidali e meno<br />
concorrenziali della convivenza a livello<br />
mondiale. Per una ulteriore valorizzazione<br />
dell’Istituto per la Promozione<br />
dei Lavoratori, nei prossimi dieci anni<br />
sarà auspicabile che lo stesso Istituto<br />
venga incaricato di produrre pareri vincolanti<br />
in merito alle proposte di legge<br />
del Consiglio e alle deliberazioni della<br />
Giunta provinciale in ambito socio-politico,<br />
con lo scopo di riuscire a sviluppare<br />
un futuro della Provincia caratterizzato<br />
dalla più ampia sostenibilità ecologica,<br />
sociale ed economica, anche dal momento<br />
che la consulta economica e sociale<br />
provinciale è stata abolita già oltre<br />
un decennio fa senza che venisse instaurata<br />
un’alternativa vincolante ad essa.
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> verso il futuro<br />
8<br />
di Primo Schönsberg<br />
Vicepresidente della Giunta<br />
Gli anniversari servono, aiutano a<br />
fare bilanci ed a trarre valutazioni<br />
e sono utili, se oltre a valorizzare<br />
i successi, si riesce ad evidenziare i<br />
limiti e le aspettative non corrisposte. In<br />
questo esercizio è indispensabile farsi<br />
accompagnare dal rigore intellettuale di<br />
chi guarda al passato con l’intenzione di<br />
delineare il futuro.<br />
A mio avviso, per esperienza maturata<br />
come rappresentante delle ACLI e della<br />
SGB/CISL, ritengo che l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> abbia<br />
saputo corrispondere alle aspettative del<br />
legislatore, ritagliarsi uno spazio autonomo<br />
quale strumento indispensabile<br />
per tenere alto il confronto con le controparti<br />
pubbliche e private su temi delicati<br />
della vita.<br />
Più che del passato e del presente ritengo<br />
opportuno riflettere sul domani dell’Istituto.<br />
Questo risiede anche nella capacità<br />
delle organizzazioni portanti di<br />
ridefinire il patto fondativo, stabilire<br />
priorità condivise, delegando formalmente<br />
all’Istituto una parte dei propri<br />
compiti nel campo della educazione alla<br />
rappresentanza. Da subito risulta utile<br />
sviluppare la qualità dei processi decisionali<br />
ed operativi interni per tendere<br />
in tempi brevi alla certificazione degli<br />
stessi secondo standard internazionalmente<br />
riconosciuti.<br />
Obbiettivo che non può prescindere da<br />
un rafforzamento delle risorse umane<br />
dell’Istituto, oggi assolutamente inadeguate,<br />
a testimonianza del ruolo che la<br />
Giunta provinciale vuole confermare all’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />
nell’ambito delle politiche attive<br />
del lavoro.<br />
La riforma dello Statuto va messa in<br />
agenda e definita a breve per innalzare<br />
efficacia, tempestività d’azione e governo<br />
dell’Istituto a favore di un mondo di<br />
lavoro in profonda e continua trasformazione:<br />
i cambiamenti vanno dai riflessi<br />
delicati determinati dalla rivoluzione<br />
informatica ai processi d’internazionalizzazione<br />
dell’economia e a quelli<br />
migratori dal Sud al Nord del mondo.<br />
Sbaglia chi pensa che il sindacato accetti<br />
di svolgere solo una funzione notarile<br />
davanti alle crisi aziendali che si stanno<br />
susseguendo quale concreta conseguenza<br />
delle delocalizzazioni, spinte da un<br />
capitalismo miope alla ricerca del massimo<br />
profitto al costo minore.<br />
Anche la collocazione fisica dell’Istituto<br />
va ripensata; l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> va inserito a pieno<br />
titolo nel futuro Parco tecnologico.<br />
Questo per sottolineare come non esiste<br />
innovazione di processo o prodotto<br />
senza investimento sul capitale umano,<br />
nelle fabbriche e negli alberghi come<br />
nei magazzini e negli uffici. Propongo<br />
una riflessione coraggiosa sulla possibile<br />
evoluzione di <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> da Istituto dotato<br />
di personalità giuridica di diritto pubblico<br />
e sottoposto a vigilanza dalla<br />
Giunta a Fondazione.<br />
Cresce in molti la convinzione che il futuro<br />
sia carico di incognite e richieda fatiche<br />
interpretative a tutti. Anche al sindacato.<br />
Prioritario risulta evitare il rischio<br />
della marginalizzazione dovuta allo<br />
spessore culturale delle politiche liberiste<br />
che da un quarto di secolo attraversano<br />
il mondo ed hanno indebolito il<br />
principio di solidarietà. Ma anche pretendere<br />
un Welfare State locale più responsabile<br />
alla cui definizione le ricerche<br />
sviluppate dall’Istituto possono dare<br />
un contributo significativo.<br />
Con l’aiuto dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> dovremo saper<br />
proporre in Sudtirolo vie negoziali da<br />
condividere con chi rappresenta l’economia<br />
e le Istituzioni politiche, valorizzando<br />
anche la bilateralità. È indispensabile<br />
infatti dimostrare come nel terzo<br />
millennio è possibile coniugare la globalizzazione<br />
con lo sviluppo economico<br />
territoriale garantendo protezione e<br />
promozione del lavoro. Le donne e gli<br />
uomini ritratte da Pelizza da Volpedo<br />
nel celebre quadro “Quarto stato” hanno<br />
attraversato pagine terribili nella storia<br />
umana, raggiungendo altresì traguardi<br />
di emancipazione e tutela alle quali<br />
non è pensabile rinunciare.<br />
L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ha un buon passaporto per il<br />
futuro.
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
Più competenza = maggior coinvolgimento<br />
Il posizionamento dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> e gli obiettivi di sviluppo<br />
9<br />
di Karl Gudauner<br />
Direttore<br />
Dopo 10 anni di attività dell’I-<br />
PL-<strong>AFI</strong> la questione dello scopo<br />
di quest’Istituto è ancora<br />
al centro di un acceso dibattito tra le<br />
Organizzazioni Sindacali. Non si tratta<br />
solo di differenti approcci e concetti,<br />
ma della questione relativa alla guida<br />
politica dell’ente. Con questo contributo<br />
vorrei soffermarmi su alcuni<br />
aspetti strategici che riguardano il ruolo<br />
dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> e le sue prospettive di<br />
sviluppo, attorno alle quali dovrebbe<br />
essere ricercato un auspicabile consenso<br />
sulla conduzione dell’Istituto. L’I-<br />
PL-<strong>AFI</strong> rappresenta una grande opportunità<br />
a disposizione delle organizzazioni<br />
costituenti per promuovere il benessere<br />
delle lavoratrici e dei lavoratori,<br />
opportunità che andrebbe colta.<br />
1. IL CAMBIAMENTO DEI PARADIGMI<br />
DELL’AMMINISTRAZIONE<br />
Con la riforma della Costituzione è<br />
stato avviato uno sviluppo del quale<br />
l’Alto Adige, grazie alla sua Autonomia<br />
speciale, era già precursore: la decentralizzazione<br />
di numerose competenze<br />
alle regioni (e alle province autonome)<br />
non ha spostato solamente il<br />
potere decisionale politico, ma ha<br />
cambiato anche l’approccio alla gestione<br />
amministrativa. Un tempo le amministrazioni<br />
locali erano solamente<br />
organi esecutivi del potere dello Stato<br />
e dovevano occuparsi solo di mettere<br />
in pratica i contenuti, che venivano<br />
politicamente predefiniti a Roma. Ora<br />
esse devono prendere decisioni del cui<br />
contenuto sono direttamente responsabili,<br />
e stabilire “il che cosa” e “il perché”<br />
e non unicamente il “come” realizzare<br />
i propri compiti. In una tale situazione<br />
l’amministrazione locale ha<br />
bisogno di un sostegno competente<br />
per rispondere alle numerose istanze<br />
sostanziali e operative. L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, così<br />
come la Libera Università di Bolzano,<br />
l’EURAC o l’IRE, è un importante<br />
centro di competenze locale, che può<br />
adempiere il compito di svolgere specifiche<br />
analisi scientifiche e consulenze.<br />
Come ente autonomo dell’amministrazione<br />
provinciale all’Istituto venne<br />
affidato esattamente questo compito.<br />
Sta alle cariche politiche riconoscere<br />
l’importanza di questo suo ruolo ed<br />
utilizzarlo, assegnandogli, in futuro,<br />
incarichi ufficiali di ricerca, anziché ricorrendovi,<br />
come spesso finora, solo<br />
informalmente.<br />
2. IL CAMBIAMENTO DI PARADIGMI<br />
NELL’ATTIVITÀ DELLE ORGANIZZAZIONI<br />
SINDACALI<br />
I sindacati hanno ottenuto molti diritti<br />
per i lavoratori: la loro forza di mobilitazione<br />
è basata sull’impegno e sul<br />
sacrificio dei/delle numerosi/e funzionari/e,<br />
che furono in grado di mettere<br />
d’accordo le masse dei lavoratori dell’industria<br />
per ottenere giustizia salariale,<br />
cogestione e protezione sociale.<br />
Ancor oggi l’attrattività e la forza dei<br />
sindacati si fonda in gran parte sul carisma<br />
delle persone che conducono il<br />
movimento sindacale. Con l’ottenimento<br />
dei diritti fondamentali l’atmosfera<br />
di lotta sociale è andata svanendo.<br />
Gli obiettivi corporativi dei singoli<br />
gruppi sono tornati in primo piano. In<br />
questi tempi, in cui a causa della sempre<br />
maggiore deregulation neoliberale<br />
perfino i pilastri delle conquiste sindacali<br />
traballano, i sindacati fanno fatica<br />
a costruire una controstrategia. La deregulation<br />
ha cancellato i contorni di<br />
“classe” e la globalizzazione mette tutti<br />
contro tutti, paese contro paese, l’uno<br />
in concorrenza con l’altro. Tranne<br />
che in situazioni eccezionali, le deci-
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
10<br />
Funzionari e collaboratori e collaboratrici brindano all’anno nuovo dopo l’ultima<br />
riunione dell’anno 1998<br />
sioni quotidiane non vengono più prese<br />
sul campo, ma a tavolino, sulla base<br />
di argomentazioni empiriche: diventano<br />
decisivi dati e numeri, fatti e obiettivi<br />
fondati su considerazioni strettamente<br />
economiche (per la precisione,<br />
di economia aziendale a breve termine)<br />
che le imprese e le associazioni degli<br />
imprenditori apportano.<br />
A causa dei nuovi livelli di contrattazione,<br />
conforme all’ accordo tra Governo<br />
e parti sociali del luglio 1993, i<br />
sindacati operano particolarmente a livello<br />
locale, in quanto non agiscono<br />
più prevalentemente quali organi di<br />
controllo dell’esecuzione dei contratti<br />
collettivi nazionali, ma compaiono loro<br />
stessi come parti coinvolte nelle<br />
trattative. Non possono più contare<br />
solamente sulla loro forza di mobilitazione<br />
per migliorare le condizioni di<br />
lavoro, bensì devono sviluppare strategie<br />
orientate agli interessi dei singoli<br />
gruppi e cercare di capire i meccanismi<br />
dell’economia. Con l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> i sindacati<br />
altoatesini e le associazioni sociali<br />
hanno a disposizione una fonte di<br />
know-how in gestione autonoma a sostegno<br />
proprio di queste esigenze: l’elaborazione<br />
di dati, la verifica delle argomentazioni,<br />
l’analisi dei fatti decisivi<br />
per capire le condizioni delle lavoratrici<br />
e dei lavoratori nelle aziende e<br />
per tener in considerazione i loro bisogni<br />
a livello politico e amministrativo.<br />
Per poter sfruttare al meglio le risorse<br />
dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> c’è tuttavia bisogno all’interno<br />
dei sindacati di personale che<br />
si occupi del flusso delle informazioni<br />
necessarie, della scelta degli obiettivi e<br />
della realizzazione e trasformazione<br />
dei risultati delle ricerche.<br />
3. TRASPARENZA, VEICOLO DI DEMOCRAZIA<br />
Il sistema altoatesino è molto incentrato<br />
sulla politica. Ciò significa che le<br />
decisioni vengono prese soprattutto a<br />
livello politico e comunque nelle sfere<br />
più alte. Le amministrazioni rispecchiano<br />
questo sistema. Potere decisionale<br />
ed esclusività delle informazioni<br />
sono beni gestiti gelosamente. È vero<br />
che gerarchia e centralità portano efficienza,<br />
ma è altrettanto vero che esse<br />
devono però venire armonizzate con<br />
altrettanto preziosi beni quali la trasparenza<br />
e la condivisione, così come<br />
è uso in una democrazia ben sviluppata.<br />
Con la fondazione dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>,<br />
dell’EURAC e dell’Università, il tradizionale<br />
quadro della compagine istituzionale<br />
in Alto Adige è cambiato. Si<br />
aggiungono alcuni attori, il cui compito<br />
è quello di portare un contributo al<br />
dibattito, nell’interesse pubblico. L’incarico<br />
di ricerca dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è costituito<br />
soprattutto dal mettere in evidenza<br />
le richieste dei lavoratori e delle<br />
lavoratrici e, in generale, degli strati<br />
sociali piú deboli; quindi non si tratta<br />
solamente di un contributo relativo alla<br />
trasparenza dell’Amministrazione,<br />
ma anche alla dialettica socio-politica.<br />
Una ragguardevole parte delle strutture<br />
di rappresentanza delle datrici e dei<br />
datori di lavoro viene finanziata attraverso<br />
le tasse pagate da tutti i cittadini.<br />
In questo modo ogni associazione datoriale<br />
dispone di un efficiente apparato<br />
di relazioni con i massmedia, tramite<br />
il quale l’influsso sull’opinione pubblica<br />
viene costantemente potenziato,<br />
e di strutture di formazione in corso di<br />
forte espansione.<br />
Le Associazioni sindacali non dispongono<br />
di strutture altrettanto dotate.<br />
L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è stato fondato con l’obiet-
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
11<br />
tivo di creare un’analoga struttura di ricerca<br />
e formazione per le lavoratrici e i<br />
lavoratori. Per permettere all’Istituto di<br />
assolvere a tutti i compiti previsti, le<br />
organizzazioni costituenti devono impegnarsi<br />
per il suo potenziamento.<br />
4. EUROPA, NUOVA CORNICE DI<br />
RIFERIMENTO<br />
L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> fu concepito con un raggio<br />
d’azione limitato all’Alto Adige. Con<br />
l’avanzamento del processo di unificazione<br />
europeo e lo sviluppo della legislazione<br />
dell’UE, la normativa europea<br />
diventa sempre più la cornice di riferimento<br />
centrale.<br />
Per l’Istituto ciò sta a significare che,<br />
nell’ambito dell’attività di ricerca, sono<br />
necessari confronti extraregionali<br />
non solo con le altre regioni italiane,<br />
ma anche con altri territori, oltre i<br />
confini dello Stato. In un mondo globalizzato<br />
la ricerca è diventata generalmente<br />
un fenomeno di rete. Il posizionamento<br />
nella rete internazionale della<br />
ricerca è un obiettivo ambizioso che<br />
l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> potrà realizzare soltanto negli<br />
anni futuri, se le organizzazioni costituenti<br />
ed il legislatore altoatesino<br />
provvederanno a far sì che l’Istituto si<br />
consolidi quale ente di ricerca e sviluppi<br />
ulteriormente il proprio livello<br />
di qualità.<br />
5. SVILUPPO DELLA QUALITÀ A TUTTI I<br />
LIVELLI<br />
In questa prima fase si è trattato di<br />
mettere in piedi il progetto <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> e<br />
di dotarlo di compiti concreti, impratichire<br />
e rafforzare collaboratrici e collaboratori<br />
con competenze differenti,<br />
dare nuova responsabilità agli organi<br />
portanti, dirigere un Istituto, renderlo<br />
efficiente e creare una “sezione knowhow”<br />
attraente per le organizzazioni<br />
costituenti. A questo punto è necessario<br />
un nuovo sforzo per riuscire a migliorare<br />
la qualità del lavoro delle collaboratrici,<br />
dei collaboratori e degli organi<br />
statutari. Tutti assieme devono<br />
concorrere ad organizzare un gioco di<br />
squadra efficace, che si definisce “cultura<br />
organizzativa”, nel quale una chiara<br />
suddivisione dei compiti e relazioni<br />
all’insegna del rispetto, creano un clima<br />
di lavoro in cui operare in modo<br />
costruttivo e produttivo diventa<br />
un’ovvietà. L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ha sempre voluto<br />
operare al di sopra delle singole organizzazioni:<br />
l’affidamento degli organi<br />
statutari a organizzazioni così svariate<br />
ed a persone di diversi gruppi linguistici<br />
è stata una buona occasione<br />
per imparare ad operare in tal senso.<br />
Queste particolari condizioni istituzionali<br />
sono da tenere in considerazione<br />
anche quando si tratta di fare riflessioni<br />
sul futuro dell’Istituto. Solo chi riesce<br />
ad osservare l’attività dell’Istituto<br />
da un’ottica al di sopra delle organizzazioni,<br />
può cogliere il vero scopo sociale<br />
che l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> svolge per le lavoratrici<br />
ed i lavoratori e che dovrebbe<br />
rimanere sempre per tutti in primo<br />
piano.<br />
Gli autori del manuale „I diritti dei lavoratori<br />
e delle lavoratrici”, Walther Andreaus e<br />
Waltraud Wörndle, in occasione della<br />
presentazione della seconda edizione aggiornata<br />
nel 2002, assieme alla Vicepresidente della<br />
Provincia Luisa Gnecchi, il presidente <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />
Serafin Pramsohler ed il vicepresidente<br />
Salvatore Cavallo
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
12<br />
Il contributo della ricerca allo sviluppo regionale<br />
di Andrea Zeppa<br />
Vicedirettore e responsabile<br />
della ricerca<br />
Esiste la competitività delle regioni?<br />
La risposta non è scontata,<br />
dal momento che il concetto<br />
di competitività fa comunemente<br />
riferimento alle imprese, oppure agli<br />
stati nazionali. La centralità nazionale<br />
era fino a qualche decennio fa indiscussa,<br />
visto che l’indirizzo, l’attuazione<br />
ed il controllo delle politiche economiche,<br />
industriali e dell’istruzione<br />
erano di stretta competenza degli Stati.<br />
Pur all’interno di quadri istituzionali<br />
differenziati, questa situazione è mutata<br />
con lo spostamento di competenze<br />
di indirizzo e coordinamento verso<br />
l’Unione Europea ed il decentramento<br />
di competenze sullo sviluppo locale<br />
verso le regioni.<br />
All’interno di un’economia sempre<br />
più globalizzata e della cornice istituzionale<br />
europea le leve nazionali perdono<br />
efficacia ed aumenta l’importanza<br />
delle regioni nel favorire un ambiente<br />
e delle condizioni favorevoli alle<br />
crescita delle imprese e dell’occupazione.<br />
I fattori di competitività regionale si<br />
basano essenzialmente su due elementi:<br />
la capacità di creazione e di trasmissione<br />
della conoscenza e la valorizzazione<br />
delle risorse naturali e del capitale<br />
sociale e culturale presenti sul territorio.<br />
Questi fattori strategici richiedono<br />
il funzionamento di reti relazionali<br />
efficaci tra imprese, istituzioni e<br />
parti sociali. Per quanto riguarda la<br />
centralità della conoscenza nei moderni<br />
sistemi economici, va sottolineata<br />
l’importanza dell’Università e dei centri<br />
di ricerca per il territorio circostante.<br />
Essi producono conoscenza attraverso<br />
diversi canali; questa conoscenza<br />
deve avere ampie superfici di contatto<br />
con i soggetti economici locali in modo<br />
da potere essere immessa nelle attività<br />
produttive trasformandosi in competenze<br />
ed innovazione.<br />
Il primo e più evidente servizio delle<br />
istituzioni universitarie e di ricerca verso<br />
la comunità è la formazione delle<br />
risorse umane che rappresenteranno la<br />
sua futura classe dirigente. Ma il contributo<br />
di queste istituzioni può andare<br />
assai oltre. E’ importante che esse<br />
svolgano anche progetti di ricerca in<br />
stretta connessione con il territorio,<br />
pur non perdendo di vista il dibattito<br />
ed il contesto scientifico internazionale.<br />
Inoltre, università ed enti di ricerca<br />
devono allacciare contatti con le imprese<br />
e le associazioni di categoria, per<br />
diventare dei punti di riferimento del<br />
circuito della conoscenza, dei partner<br />
in grado di trasferire conoscenza e metodi<br />
al sistema delle imprese e delle<br />
istituzioni. Di più, esse sono anche la<br />
finestra che apre il territorio verso le<br />
esperienze più interessanti prodotte in<br />
giro per il mondo e possono diventare<br />
un polo di attrazione di imprese e persone<br />
su specifici campi di ricerca.<br />
La capacità di innovazione delle imprese<br />
locali può essere molto incrementata<br />
da contatti fecondi con il<br />
mondo della ricerca. Per innovazione<br />
non si intende solo quella tecnologica,<br />
ma anche quella organizzativa, istituzionale,<br />
nelle relazioni di lavoro, nei<br />
servizi alla comunità. In questo contesto<br />
si apre uno spazio di analisi di quale<br />
sia il ruolo del dialogo sociale e del<br />
confronto tra le parti sociali nel governo<br />
delle politiche di sviluppo locali; e<br />
ancora di quale sia il contributo del
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
13<br />
mondo del lavoro, sia in termini di<br />
strumenti regolativi sindacali, sia in<br />
termini di sistema professionale, a sostegno<br />
delle strategie di innovazione.<br />
La nostra Provincia ha bisogno di un<br />
sistema della ricerca integrato i cui<br />
esponenti siano radicati e riconosciuti<br />
nelle istituzioni e nei corpi economici<br />
e sociali della comunità. Un sistema<br />
integrato significa un sistema aperto a<br />
più soggetti, che collaborano e generano<br />
sinergie tra loro. Ogni ente potrà<br />
avere alcune linee di indirizzo politico<br />
e strategico peculiari, ma dovrà riconoscersi<br />
in un criterio ordinatore comune,<br />
che è quello della trasparenza<br />
del metodo scientifico, del confronto<br />
aperto sui risultati, della valutazione e<br />
del monitoraggio del loro impatto.<br />
Dall’idea di un centro di competenza<br />
alla fondazione dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />
Le premesse e i primi 10 anni<br />
di attività<br />
di Konrad Walter<br />
I PRIMI PASSI<br />
L’Istituto per la Promozione dei Lavoratori<br />
ha alle spalle ben dieci anni di<br />
attività al servizio delle lavoratrici e<br />
dei lavoratori, delle pensionate e dei<br />
pensionati, per i quali lo sviluppo sociale<br />
ed economico dell’Alto Adige<br />
rappresenta una priorità. Ma la storia<br />
dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> risale più indietro nel<br />
tempo: già nel 1978 l’Organizzazione<br />
Sindacale ASGB lanciò l’idea di una<br />
proposta di legge per l’istituzione di<br />
un ente pubblico che affiancasse i sindacati<br />
nella difesa dei diritti delle lavoratrici<br />
e dei lavoratori. Modello di riferimento<br />
erano le “Kammern für Arbeiter<br />
und Angestellte” in Austria, enti di<br />
diritto pubblico, fondate nel 1920 come<br />
pendant della Camera di commercio,<br />
ed enti dello stesso genere nel<br />
Saarland e in Lussemburgo.<br />
La proposta dell’ASGB incontrò il favore<br />
dell’allora assessore al lavoro, Otto<br />
Saurer. Su suo incarico nel luglio<br />
1982 il prof. Carlo Gessa di Roma<br />
produsse una relazione tecnico-giuridica<br />
sulla creazione di un ente di rappresentanza<br />
che facesse da contrappeso<br />
alla locale Camera di commercio. Venne<br />
presa in considerazione la possibilità<br />
di dargli la forma giuridica o di<br />
„Ente pararegionale“ o di una Azienda<br />
speciale. A causa della assenza di riferimenti<br />
giuridici nello Statuto di Autonomia<br />
nella perizia venne invece data<br />
la preferenza ad un „Ente di diritto<br />
privato di interesse pubblico“. Successivamente,<br />
nel settembre 1982, le Organizzazioni<br />
Sindacali CGIL/AGB,<br />
SGB/CISL e UIL/SGK si occuparono<br />
dell’argomento in un seminario comune.<br />
Nell’anno seguente il Consigliere<br />
provinciale Willi Erschbaumer (S.P.S)<br />
presentò una mozione in proposito,<br />
che però venne respinta dalla maggioranza.<br />
Una successiva relazione del giovane<br />
avvocato sudtirolese Guido Denicolò
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
14<br />
La delegazione dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> davanti al Brandenburger Tor di Berlino in occasione del viaggio di<br />
studio del 2001<br />
presentava come possibile la creazione<br />
di un ente pubblico sul modello della<br />
“Arbeiterkammer” austriaca, senza obbligo<br />
di adesione e con un’altra denominazione.<br />
Nel 1986 i sindacati CGIL/AGB e<br />
SGB/CISL tornarono sull’argomento,<br />
il primo presentando una proposta<br />
comprendente la definizione delle attività,<br />
della struttura gestionale e del finanziamento,<br />
il secondo con una dettagliata<br />
proposta di legge. Durante un<br />
seminario della SGB/CISL l’assessore<br />
Saurer sollecitò i sindacati e le associazioni<br />
sociali a presentare una proposta<br />
unitaria. Nel dicembre 1987 ebbe luogo<br />
un colloquio delle quattro Organizzazioni<br />
Sindacali con l’assessore;<br />
poco dopo l’associazione KVW invitò<br />
le Organizzazioni interessate a una<br />
consultazione sul tema. Da questo<br />
momento in poi ha avuto inizio l’utilizzo<br />
del termine „Arbeitsförderungsinstitut“.<br />
LE DISCUSSIONI GIUNSERO A CONCLUSIONE<br />
Con ciò la discussione giunse alla sua<br />
fase finale: sindacati, KVW e ACLI lavorarono<br />
ad una proposta unitaria relativamente<br />
all’assetto organizzativo<br />
dell’Istituto ed ad una proposta di legge<br />
provinciale. Nel novembre 1988 i<br />
risultati furono presentati all’assessore<br />
competente, il quale, nel giugno 1991,<br />
sottopose la relativa proposta di legge<br />
al Consiglio, dove la stessa incontrò<br />
alcune resistenze. Dopo l’apporto di<br />
alcune modifiche da parte della Giunta<br />
provinciale e ulteriori interventi dei<br />
sindacati, il 12 novembre 1992 la legge<br />
n. 39 (art. 40 – 44) che comprende la<br />
costituzione dell’Istituto per la Promozione<br />
dei Lavoratori venne approvata<br />
dal Consiglio e, il 19 luglio 1993 la<br />
Giunta approvò il relativo statuto.<br />
Finalmente, dopo una lunga fase di<br />
gestazione, la legge provinciale e lo<br />
statuto aprivano le porte al lavoro<br />
concreto, ma non tutti gli ostacoli erano<br />
superati: la definizione degli organi<br />
amministrativi e della direzione dell’Istituto<br />
si presentavano ancora come<br />
un problema complesso. Nell’assemblea<br />
costitutiva del 1° febbraio 1994<br />
presso l’Ufficio del lavoro di Bolzano,<br />
sotto la guida dell’assessore Saurer il<br />
Consiglio d’Istituto (il „parlamentino<br />
<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>“ con 22 membri), composto<br />
dalle sei Organizzazioni costituenti<br />
ASGB, CGIL/AGB, SGB/CISL, UIL/<br />
SGK, KVW e ACLI e da due rappresentanti<br />
della Giunta provinciale, elesse<br />
Walther Andreaus (ASGB) a proprio<br />
presidente. La Giunta d’Istituto e il<br />
suo presidente (Konrad Walter –<br />
CGIL/AGB), così come il suo sostituto<br />
(Guido Laconi – UIL/SGK) furono<br />
eletti soltanto dopo tre settimane di<br />
intense consultazioni. A metà mandato,<br />
quindi nel 1997, era prevista una<br />
rotazione tra presidente del Consiglio<br />
e presidente della Giunta.<br />
Nelle prime sedute la Giunta d’Istituto<br />
(il “governo dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>“ con otto<br />
membri) dovette occuparsi delle questioni<br />
più elementari: il reperimento<br />
degli uffici, il programma di lavoro, il<br />
preventivo di spesa, l’indizione dei<br />
concorsi per i posti di direttrice/direttore<br />
e della sostituta/del sostituto,<br />
nonché del personale.<br />
L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> COMINCIA CON L’ATTIVITÀ<br />
Nel gennaio 1995 si parte: l’amministrazione<br />
provinciale mise a disposizione<br />
gli uffici di via del Ronco a Bolzano,<br />
che comprendono anche una sala<br />
riunioni e una biblioteca. Il vicedirettore<br />
Italo Ghirigato il 2 gennaio<br />
poté finalmente entrare in servizio.<br />
Nell’aprile dello stesso anno il Consiglio<br />
d’Istituto scelse, fra le/i vari/e candidate/i<br />
alla funzione di direttore, Karl
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
15<br />
Gudauner, che il 1° giugno cominciò<br />
la propria attività. A ottobre seguirono<br />
le nomine di due collaboratrici, Christine<br />
dell’Antonio per l’amministrazione,<br />
e Evelina Telch per la segreteria,<br />
nonché quella del primo collaboratore<br />
scientifico Werner Pramstrahler. All’inizio<br />
del novembre 1995, con questo<br />
staff, l’Istituto venne presentato per la<br />
prima volta ai media, quasi in concomitanza<br />
con il primo convegno organizzato<br />
dall’Istituto sullo scottante tema<br />
dell’inflazione. In quel periodo,<br />
dopo lunghe discussioni, venne scelto<br />
il logo dell’Istituto e venne definita la<br />
configurazione del team di formazione<br />
con il compito di proporre le linee<br />
guida dell’attività formativa e di coordinare,<br />
insieme alle Organizzazioni<br />
Sindacali, il suo svolgimento.<br />
Nel dicembre del 1995 venne organizzato<br />
il primo viaggio-studi dell’<strong>IPL</strong>-<br />
<strong>AFI</strong> presso la Arbeiterkammer (Camera<br />
dei lavoratori) e il Berufsförderungsinstitut<br />
(Istituto di promozione dell’attività<br />
professionale) del Tirolo, dove i<br />
rappresentanti dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> e le collaboratrici/i<br />
collaboratori poterono trovare<br />
nuovi stimoli. Viaggi di questo genere<br />
divennero un’iniziativa annuale.<br />
Con il motto: “Non solo ricerca, ma<br />
anche promozione della ricerca” ben<br />
presto l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> istituì anche dei premi<br />
per la ricerca, che d’allora sono stati<br />
annualmente assegnati, in prevalenza<br />
a tesi di laurea sul mondo del lavoro<br />
in Alto Adige.<br />
CONSOLIDAMENTO DELLE RISORSE PERSONALI<br />
E MATERIALI<br />
Nel 1998 lo staff dei collaboratori e<br />
delle collaboratrici scientifici/che crebbe:<br />
furono inseriti i due economisti<br />
Silvia Vogliotti e Mario Vittorio Giovannacci.<br />
Per i successivi sette anni la<br />
situazione del personale laureato é rimasta<br />
di cinque unità, comprensive di<br />
direttore e vice.<br />
La prima pubblicazione interna dal titolo<br />
“<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong>-Dimension<br />
Arbeit” uscì nel dicembre 1998 e, successivamente,<br />
ne vennero presentate<br />
due edizioni all’anno.<br />
All’inizio del 1999, con la fine del<br />
mandato del Consiglio provinciale,<br />
terminò anche la reggenza degli organi<br />
dell’Istituto e le organizzazioni costituenti<br />
ridefinirono i membri del Consiglio<br />
ed elessero la nuova dirigenza: la<br />
Presidenza dell’Istituto, nella seduta<br />
del 27 aprile sotto la guida della nuova<br />
Assessora al lavoro Luisa Gnecchi venne<br />
assunta per la prima volta da una<br />
donna, Maria Sparber (KVW), mentre<br />
Egon Sanin (SGB/CISL) venne eletto<br />
Presidente della Giunta e Guido Laconi<br />
(UIL/SGK) venne nominato suo vice.<br />
Karl Gudauner mantenne il ruolo<br />
di Direttore e, al posto del vicedirettore<br />
uscente, subentrò l’economista Andrea<br />
Zeppa che iniziò il suo lavoro il 2<br />
agosto dello stesso anno.<br />
A febbraio 2002 si avvicendarono<br />
nuovamente nelle cariche: Presidente<br />
della Giunta divenne Serafin Pramsohler<br />
(ASGB), con Salvatore Cavallo<br />
(CGIL/AGB) come vice. Pochi mesi<br />
dopo, Erich Achmüller sostituì l’uscente<br />
Presidente del Consiglio d’Istituto<br />
Ingeburg Gurndin, che a sua volta<br />
aveva sostituito Maria Sparber (tutti<br />
aderenti al KVW). A questo periodo<br />
risale anche un’ accesa discussione sulla<br />
modifica dello Statuto dell’Istituto,<br />
non ancora approvata dal Consiglio<br />
d’Istituto.<br />
La delegazione dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> composta dall’allora presidente Egon Sanin, dal direttore Karl<br />
Gudauner e dal vicedirettore Andrea Zeppa negli uffici della Fondazione Corazzin di Venezia dopo<br />
la firma di un protocollo di collaborazione nel 2002
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
16<br />
Il parlamentare europeo Bruno Trentin con i partecipanti al viaggio di studio dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> del<br />
1999 a Bruxelles.<br />
VERSO NUOVI ORIZZONTI<br />
La variazione più recente negli organi<br />
dirigenti dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è intervenuta<br />
nel 2004. A Presidente del Consiglio è<br />
stato confermato Erich Achmüller e<br />
questa volta si è potuto definire nella<br />
stessa seduta anche il vertice della<br />
Giunta: Presidente Christian Troger<br />
(UIL/SGK) e Vicepresidente Primo<br />
Schönsberg (SGB/CISL).<br />
A fine marzo <strong>2005</strong>, in una delle ultime<br />
riunioni di questi dieci anni del Consiglio,<br />
si è discussa la nuova politica<br />
dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>: fra le altre cose si è trattato<br />
di seminari mirati allo sviluppo<br />
della qualità, di una Consulta tecnicoscientifica,<br />
di un gruppo di lavoro per<br />
il miglioramento del filone formazione<br />
concordemente all’accreditamento<br />
FSE ottenuto nell’estate 2004, della<br />
definizione di temi annuali e della intensificazione<br />
delle relazioni con le<br />
università.<br />
Ultimamente è partito un corso universitario<br />
bilingue dal titolo „<strong>Lavoro</strong> e<br />
sostenibilità. Esperto/a sociale“ in collaborazione<br />
con l’Università di Innsbruck<br />
e l’Ufficio provinciale per la<br />
formazione continua in lingua tedesca,<br />
programmato da lungo tempo e<br />
tarato su giovani collaboratrici/collaboratori<br />
dei sindacati e associazioni<br />
sociali che intendono qualificarsi, attraverso<br />
un corso biennale.<br />
ALCUNI NUMERI DEI PRIMI DIECI ANNI<br />
53 riunioni del Consiglio d’Istituto fino all’estate <strong>2005</strong>, in media 4-5 incontri all’anno<br />
180 riunioni della Giunta d’Istituto fino al 15 agosto <strong>2005</strong>, in media 15-16 all’anno<br />
9 sedute del team formazione fino al 1998, ne è prevista una ripresa<br />
3.800 libri presenti nella biblioteca<br />
72 tesi di laurea sul mondo del lavoro e sociale in Alto Adige<br />
15 tesi di laurea premiate<br />
102 pubblicazioni proprie e un gran numero di documenti interni<br />
78 corsi, seminari, workshop e percorsi formativi svolti<br />
16 convegni, in media tre all’anno<br />
10 viaggi di studio (l’ultimo nell’autunno <strong>2005</strong>)
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
17<br />
Gli antefatti e i primi anni dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>:<br />
Valutazioni e aspettative dei protagonisti<br />
di Konrad Walter<br />
L’aula gremita dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> in<br />
occasione di una conferenza stampa<br />
sulla contrattazione a livello locale<br />
Tirare le somme dopo 10, anzi 25<br />
anni, su un ente pubblico, gestito<br />
quasi esclusivamente da organizzazioni<br />
private, che nel mondo del<br />
lavoro delle volte agiscono in concorrenza<br />
fra di loro e sulla storia dalla sua<br />
nascita, necessariamente è un’impresa<br />
con moltepici sfumature, con opinioni<br />
in parte controverse, però anche per<br />
questi motivi interessante e anche di notevole<br />
aiuto per lo sviluppo futuro dell’Istituto<br />
per la Promozione dei Lavoratori.<br />
Le valutazioni e le prospettive sul futuro<br />
dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, espresse di seguito, sono<br />
state raccolte in colloqui con alcuni protagonisti<br />
che hanno seguito la „gestazione“<br />
o, negli ultimi dieci anni, hanno coperto<br />
importanti ruoli alla guida dell‘Istituto.<br />
IDEE E ASPETTATIVE DIFFERENTI<br />
„In Alto Adige esisteva uno squilibrio<br />
istituzionale e politico: gli imprenditori<br />
disponevano di un ente finanziato con<br />
mezzi pubblici, l’Istituto di Ricerca Economica<br />
e tramite questo avevano la possibilità<br />
di fare ricerche e di offrire servizi<br />
specifici. Un ente del genere mancava<br />
invece ai lavoratori“, puntualizza<br />
Guido Denicolò, giurista e negli anni<br />
80 consulente delle Organizzazioni Sindacali.<br />
Anche Josef Stricker, dagli anni<br />
70 impegnato in SGB/CISL con funzioni<br />
di rilievo e dal suo pensionamento<br />
collaboratore dell’associazione dei lavoratori<br />
cattolici KVW, condivide questo<br />
punto di vista. Da molti anni auspicava<br />
un ente forte „che potesse fare da<br />
contrappeso ad un’opinione pubblica<br />
prevalentemente influenzata dal mondo<br />
economico“. Questa richiesta ha trovato<br />
l’avvallo politico dell’ala sociale del partito<br />
di maggioranza, gli „Arbeitnehmer“<br />
nella Südtiroler Volkspartei.<br />
Secondo il suo segretario provinciale ed<br />
attuale consigliere provinciale Georg<br />
Pardeller il sindacato autonomo del<br />
mondo di lingua tedesca e ladina ASGB<br />
grazie ai contatti con il Sindacato austriaco<br />
ÖBG, già verso la fine degli anni<br />
70 ha trattato questa tematica. “Attraverso<br />
l’ÖBG abbiamo conosciuto il modello<br />
austriaco della „Sozialpartnerschaft“<br />
come ottimo strumento per incidere<br />
sulla politica e sulle iniziative legislative<br />
attraverso il dialogo tra le organizzazioni<br />
datoriali e sindacali. Frutto<br />
di questo modello di relazioni sindacali<br />
erano le „Arbeiterkammern“ (camere<br />
dei lavoratori), cioè enti pubblici con<br />
rappresentanti eletti direttamente dalle<br />
lavoratrici e dai lavoratori e finanziati<br />
tramite contributi obbligatori, ai quali<br />
sono state attribuite con legge delle funzioni<br />
specifiche.<br />
Di tutt’altra idea erano i sindacati in Italia<br />
che dopo l’esperienza con il sindacalismo<br />
fascista ritenevano la libertà e l’indipendenza<br />
dell’attività sindacale, così<br />
come anche sancita dall’art. 39 della<br />
Costituzione, un bene intangibile. „Le<br />
colleghe ed i colleghi di lingua italiana
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
18<br />
Martha Dichristin-Thaler e Monika Kompatscher si sono aggiudicate i premi di ricerca del 2003.<br />
Nella foto sono riprese assieme al presidente Serafin Pramsohler<br />
in gran parte non conoscevano enti sindacali<br />
di diritto pubblico, perché in Italia<br />
non esistevano. Anche i gruppi nel<br />
movimento sindacale che agivano in<br />
base alle idee della lotta di classe erano<br />
scettici di fronte ad un Istituto da gestire<br />
insieme alle altre organizzazioni e<br />
l’Amministrazione provinciale. La questione<br />
toccava l’assetto politico di potere:<br />
come si potrà essere sicuri rispetto alla<br />
Giunta provinciale, che l‘<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> potesse<br />
essere veramente indipendente ed<br />
essere legato al sindacato?“, così Anton<br />
Auer, per un lungo periodo dirigente<br />
sindacale della UIL/SGK, spiega questo<br />
punto di vista. Solo verso il 1980 quando<br />
nacque l’ARGE ALP SINDACALE<br />
anche i sindacati confederali, attraverso<br />
il contatto con l’ÖGB, conobbero il<br />
modello delle „Arbeiterkammern“ e impararono<br />
ad apprezzare i servizi offerti e<br />
le ricerche scientifiche svolte.<br />
Konrad Walter, negli anni 90 segretario<br />
provinciale della CGIL/AGB e primo<br />
presidente della Giunta dell‘<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>,<br />
analizza: „I sindacati in Alto Adige sono<br />
abbastanza deboli, perché manca<br />
una forte tradizione, perché le imprese<br />
sono molto piccole e perché per un lungo<br />
periodo hanno prevalso i conflitti etnici<br />
su quelli sociali. Per questo motivo<br />
la leadership delle organizzazioni dei lavoratori<br />
e delle lavoratrici ed i rappresentanti<br />
sindacali hanno bisogno di una<br />
preparazione intellettuale migliore, che<br />
aiuti a rappresentare ed informare meglio<br />
le lavoratrici ed i lavoratori“. Albert<br />
Zuech, che negli anni 80 e 90 diresse il<br />
gruppo di lavoro del KVW che trattava<br />
i problemi del mondo del lavoro, ritiene<br />
che il ruolo dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è quello di<br />
rivolgersi a tutte le lavoratrici ed a tutti i<br />
lavoratori e non solo alle Organizzazioni<br />
Sindacali.<br />
Serafin Pramsohler, esponente ASGB<br />
e come tale dall’inizio componente della<br />
Giunta <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> della quale è stato<br />
anche il presidente, arriva ad una conclusione<br />
disincantata: „Gli orientamenti<br />
erano differenti; credo che i sindacati a<br />
tutt’oggi non abbiano ancora in testa<br />
un’ idea chiara di dove vogliano approdare<br />
con l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> e quali siano gli<br />
obiettivi di fondo.“<br />
Sullo sfondo di tutti questi ragionamenti,<br />
basati sulle diverse esperienze delle<br />
persone interpellate, diventa chiaro, che<br />
le aspettative riguardo all’Istituto, differenziate,<br />
e talvolta - addirittura contrapposte<br />
– almeno nella prima fase– si collocano<br />
su due livelli: quello della politica<br />
sindacale (dove si fronteggiano da<br />
una parte il modello della concertazionee<br />
dall’altra il modello della contrapposizione<br />
in completa indipendenza) e<br />
quello dei gruppi target ai quali indirizzare<br />
l’attività (una parte vede l’Istituto<br />
come strumento per sindacati e associazioni<br />
sociali – altri come strumento a<br />
favore di tutte le lavoratrici/tutti i lavoratori).<br />
DIFFICOLTÀ GIURIDICHE E TECNICHE<br />
Dall’inizio dell’attività le difficoltà non<br />
emergevano solo nella ricerca di far<br />
convergere le diverse aspettative, ma anche<br />
nel superamento di ostacoli di tipo<br />
politico, giuridico e tecnico. „La difficoltà<br />
maggiore era quella di trovare la<br />
volontà politica di mettere in piedi una<br />
tale istituzione. Con il sostegno degli<br />
„Arbeitnehmer“ nella SVP e con la volontà<br />
comune dei sindacati, infine, riuscimmo<br />
a creare questa volontà a livello<br />
politico“, constata Georg Pardeller.<br />
Anche Albert Zuech ricorda gli ostacoli<br />
esistenti prima della nascita dell‘Istituto:<br />
„La parte imprenditoriale e certi ambienti<br />
politici sono intervenuti contro il<br />
progetto.“<br />
Guido Denicolò, „l’architetto giuridico<br />
dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>“, parla invece dei problemi
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
19<br />
Albert Zuech ha contribuito alla costruzione<br />
dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ...<br />
giuridici: „Per primo il modello di rappresentanza<br />
così come esiste nelle „Arbeiterkammern“<br />
non era trasferibile... Il<br />
secondo problema era: in che ambito e<br />
in che forma il legislatore provinciale<br />
poteva attivarsi in merito? Era chiaro fin<br />
dall’inizio che l’Istituto doveva essere<br />
un’iniziativa provinciale e che doveva<br />
essere istituito con legge provinciale. Ma<br />
quali erano le prerogative e quali i limiti<br />
da considerare?“<br />
Dal punto di vista dell’Amministrazione<br />
provinciale Helmuth Sinn, direttore<br />
della ripartizione lavoro e componente<br />
del Consiglio d’Istituto e di Giunta fin<br />
dall’inizio, commenta: „L’Amministrazione<br />
provinciale aveva dei dubbi di tipo<br />
costituzionale nel promuovere un<br />
istituto che costituisse il pendant della<br />
Camera di commercio. Ci si chiedeva in<br />
particolare come rappresentare adeguatamente<br />
il mondo del lavoro all’interno<br />
dell’Istituto (unicamente attingendo dai<br />
soli sindacati o includendo anche le associazioni<br />
sociali) e se fosse legittimo dal<br />
punto di vista giuridico far eleggere i<br />
componenti degli organi direttamente<br />
dai lavoratori e dalle lavoratrici.<br />
Ma anche le Organizzazioni Sindacali<br />
avevano dei problemi ad accettare l’Istituto<br />
fin dall’inizio. Josef Stricker ricorda:<br />
„La realizzazione risultò una faccenda<br />
faticosissima... Una parte del sindacato<br />
era molto miope e non era in grado<br />
di vedere oltre il proprio naso. Nella parte<br />
italiana del sindacato ed anche nell’A-<br />
SGB c’erano delle correnti che vedevano<br />
l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> con molta diffidenza, perché<br />
temevano una restrizione dei campi<br />
di attività dei sindacati, che avrebbero<br />
dovuto rinunciare ad una parte della<br />
propria sovranità a favore di un’ Istituto<br />
che era ancora poco conosciuto. Si verificarono<br />
inoltre scontri al momento della<br />
costituzione degli organi statutari e<br />
dell’elezione dei presidenti nonché dell’assunzione<br />
del personale.“<br />
Konrad Walter riassume: „Forse all’inizio<br />
si sono analizzate troppo poco le varie<br />
aspettative delle singole organizzazioni,<br />
dei gruppi linguistici, in parte anche<br />
delle singole persone. Di conseguenza<br />
non si è tenuto conto sufficientemente<br />
degli obiettivi fondamentali delle varie<br />
organizzazioni costituenti. Questa lacuna<br />
ha provocato tensioni ed insinuazioni<br />
reciproche, il che, chiaramente, ha rallentato<br />
lo sviluppo dell’Istituto.“<br />
... come anche Sepp Stricker per lunghi anni<br />
sindacalista del SGB/CISL<br />
LE ATTIVITÀ E LA COOPERAZIONE<br />
Considerando le risorse limitate il ventaglio<br />
delle attività dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> decise<br />
dal Consiglio d’Istituto e programmate<br />
dalla Giunta è piuttosto ampio. Come<br />
vengono valutati i risultati? Anche rispetto<br />
a questa domanda le opinioni<br />
non sono univoche. Serafin Pramsohler,<br />
per esempio, annota criticamente:<br />
„Negli anni passati sono state fatte cose<br />
molto positive, ma anche tante altre che<br />
sono costate molto e rispetto alle quali<br />
ci si deve chiedere, se le lavoratrici ed i<br />
lavoratori nelle aziende veramente ne<br />
hanno tratto vantaggio e se i funzionari<br />
sindacali hanno potuto usarle. Penso a<br />
varie indagini che hanno analizzato dati<br />
che avevano tre, quattro, cinque o sei<br />
anni, o dove si aveva la testa fra le nuvole...<br />
Vorrei, che il livello sia abbassato,<br />
di modo che la gente nelle aziende ne<br />
capisca qualcosa... Ma sono stati svolti<br />
anche dei lavori molto buoni e semplici,<br />
per es. la traduzione di contratti collettivi.<br />
Non sarebbe un compito dell’I-<br />
PL-<strong>AFI</strong>, ma se non venissero tradotti<br />
dall’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, i delegati sindacali di lingua<br />
tedesca non potrebbero disporre di<br />
contratti nella loro lingua.“<br />
Anton v. Hartungen, per lunghi anni<br />
attivista e ultimamente segretario provinciale<br />
della SGB/CISL, non è così categorico:<br />
„Il peso della formazione delle/dei<br />
rappresentanti sindacali aziendali<br />
e delle/dei dirigenti sindacali si è spostato<br />
nel tempo. Anche l’attività di informazione<br />
è stata valutata in modo differente,<br />
per es. per quanto riguarda la traduzione<br />
di contratti collettivi e materiale<br />
informativo in lingua tedesca. Nell’ambito<br />
della ricerca i progetti sono stati<br />
scelti secondo tematiche correnti; non<br />
ci sono stati grandi diverbi... Certi lavori,<br />
in particolar modo i rapporti su ricer-
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
20<br />
Markus Perkmann , Andrea Zeppa e Mario Giovannacci (da destra) sono gli autori dello studio<br />
sull’organizzazione del lavoro presentata nel 2001.<br />
che scientifiche, erano di un livello molto<br />
superiore alle conoscenze dei sindacati.<br />
D’altro canto l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> tramite le<br />
ricerche empiriche ha dato un sostegno<br />
scientifico alle idee della parte sindacale.<br />
L’Istituto, in un certo senso, ha la<br />
funzione di avanguardia e non sempre i<br />
sindacati hanno saputo recepire ed implementare<br />
i risultati.“<br />
Konrad Walter, invece, esprime un’esigenza<br />
a tutt’oggi non soddisfatta: „ Per<br />
me era da sempre un obiettivo prioritario<br />
avere un Istituto comune che diventasse<br />
anche un portavoce comune delle<br />
organizzazioni del mondo del lavoro ed<br />
esercitasse un effetto unificatore nella<br />
elaborazione delle prospettive e strategie.“<br />
Helmuth Sinn, nel suo ruolo di rappresentante<br />
dell’amministrazione provinciale,<br />
ha sempre “cercato di assicurare,<br />
che il ruolo dell’Istituto rimanesse distinto<br />
da quello dell’Osservatorio del lavoro,<br />
collocato presso la Ripartizione lavoro,<br />
ed anche che determinati progetti<br />
fossero svolti in cooperazione con l’amministrazione<br />
provinciale.“<br />
La cooperazione è indispensabile per il<br />
funzionamento di un organismo. Nel<br />
caso dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> gli attori coinvolti sono<br />
molteplici: le sei organizzazioni costituenti,<br />
rappresentati secondo la loro<br />
importanza, l’Amministrazione provinciale,<br />
i due organi statutari con le loro<br />
differenti competenze e lo staff dell’I-<br />
PL-<strong>AFI</strong>. Come vedono gli interlocutori<br />
quest’intreccio? Quasi unanimemente<br />
viene constatato un miglioramento della<br />
collaborazione nel corso degli anni.<br />
Salvatore Cavallo della CGIL/AGB risponde:<br />
„Si, c’erano dei conflitti, ma in<br />
fin dei conti sono stati appianati; il clima<br />
è migliorato.“ Guido Laconi ne<br />
menziona anche i motivi: „La situazione<br />
è migliorata parecchio nel corso degli<br />
anni, non a causa della sensibilità accresciuta<br />
dei sindacati, ma a causa di un<br />
miglioramento della qualità dei collaboratori<br />
dell’<strong>AFI</strong>/<strong>IPL</strong>. L’Istituto è riuscito<br />
ad ottenere una certa indipendenza dai<br />
sindacati. Grazie al buon lavoro svolto<br />
dall’Istituto sono diminuiti anche i conflitti<br />
all’interno degli organi statutari.“<br />
Anton v. Hartungen constata che ci sono<br />
state delle fasi differenziate: „La situazione<br />
divenne critica al momento<br />
dell’elezione degli organi statutari. Di<br />
tali tensioni né ha risentito anche la collaborazione<br />
all’interno degli organi. Dopo<br />
queste fasi di scontro, però, quasi<br />
sempre si è potuto ristabilire il consenso.“<br />
Albert Zuech sottolinea il ruolo<br />
svolto dal KVW in tali circostanze:<br />
„Non è andato tutto bene, ma si può essere<br />
soddisfatti. Come esponenti del<br />
KVW abbiamo sempre cercato di giungere<br />
al consenso tra le Organizzazioni<br />
Sindacali, almeno quando si trattava<br />
della rappresentanza di interessi comuni<br />
dei lavoratori e delle lavoratrici.“<br />
Un interlocutore che non ha seguito l’I-<br />
PL-<strong>AFI</strong> dalla sua nascita e non è mai<br />
stato componente degli organi, il direttore<br />
del KVW Werner Atz, si esprime<br />
positivamente sul rapporto tra la sua organizzazione<br />
e l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>: „La collaborazione<br />
tra la nostra associazione e l’<strong>IPL</strong>-<br />
<strong>AFI</strong> ha funzionato sempre molto bene,<br />
in parte tramite i nostri rappresentanti<br />
negli organi statutari, in parte per merito<br />
degli incontri con il direttore e vicedirettore<br />
dell’Istituto, dove abbiamo discusso<br />
del programma che in larga parte<br />
rispecchia le nostre idee. Le nostre esigenze<br />
vengono accolte sempre molto<br />
volentieri e anche realizzate prontamente.“<br />
Georg Pardeller la pensa diversamente:<br />
„Come ASGB abbiamo avuto, fin dall’inizio,<br />
certe difficoltà, perché non siamo<br />
riusciti ad imporre la nostra richiesta<br />
di indire elezioni del Consiglio d’Istituto<br />
tra tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori<br />
dipendenti. Anche successivamente<br />
le nostre proposte raramente sono<br />
state accolte; i sindacati confederali
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
21<br />
erano dominanti. Per questi motivi l’A-<br />
SGB non si è dimostrato più di tanto<br />
interessato alle vicende dell’Istituto.“<br />
Salvatore Cavallo accenna a forme interessanti<br />
di collaborazione: „Sono le<br />
stesse categorie sindacali come quelle<br />
dell’agricoltura e dell’energia che chiedono<br />
all’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> di fare specifiche indagini<br />
nel loro settore e che partecipano al<br />
progetto di ricerca. Questo naturalmente<br />
accende l’interesse per le attività dell’Istituto.“<br />
Secondo Konrad Walter col passare del<br />
tempo la collaborazione è andata via<br />
via migliorando : „Prima della nascita<br />
dell’Istituto solo poche persone provenienti<br />
dalle future organizzazioni costituenti<br />
si sono occupate della materia;<br />
per i più il senso e gli obiettivi del progetto<br />
non erano chiari. Dall’altro canto<br />
anche l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> non ha cercato il contatto<br />
stretto con le singole organizzazioni<br />
nelle loro ramificazioni, con i rappresentanti<br />
aziendali e le attiviste/gli attivisti.<br />
Così l’Istituto è rimasto un corpo<br />
Partecipanti di un corso per RSU del settore agroalimentare con il relatore Klaus Reider<br />
estraneo per una parte del mondo sindacale.<br />
Ma oggi l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è conosciuto<br />
da una buona parte della popolazione<br />
anche perché è presente in misura crescente<br />
nei media di informazione.“<br />
Come rappresentante dei componenti<br />
di lingua italiana degli organi statutari<br />
che sono in minoranza, Salvatore Cavallo<br />
dice: „Io credo che all’interno dell’Istituto<br />
adesso ci sia una buona collaborazione<br />
tra i gruppi linguistici. Non<br />
ho mai avuto problemi di spazio all’interno<br />
dell’Istituto, non ho mai sentito la<br />
predominanza del gruppo di lingua tedesca;<br />
all’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> mi sento a casa mia.“<br />
Anton Auer ricorda un settore particolare<br />
nelle attività dell’Istituto svolto in<br />
cooperazione con altre istituzioni: „Nel<br />
corso degli anni si è aggiunto un nuovo<br />
ambito di attività, la connessione tra lavoro<br />
ed ecologia con l’obiettivo di uno<br />
sviluppo sostenibile nella nostra società.<br />
L‘<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ospita il Social Innovation<br />
Center (SIC) dove si svolgono progetti<br />
di informazione e formazione e si raccoglie<br />
la rispettiva documentazione.<br />
SIC è un progetto di cooperazione con<br />
l‘associazione Ecolnet sotto il simbolo<br />
del girasole, in cui sono coinvolti anche<br />
amministrazioni pubbliche e varie associazioni<br />
private in Italia e all‘estero. L’idea<br />
è di Arno Teutsch. SIC è un crocevia<br />
tra varie esperienze sull’innovazione<br />
sociale in Alto Adige. Un progetto è per<br />
es. „local – global – buon lavoro“.<br />
I FRUTTI DEGLI SFORZI<br />
Quasi tutti gli interlocutori hanno risposto<br />
positivamente alla domanda cruciale:<br />
„ I risultati sono all’altezza degli<br />
sforzi compiuti?“<br />
„Ho l’impressione che nell’opinione<br />
pubblica l’attività dell‘<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> sia troppo<br />
poco presente, ma so, che si lavora<br />
molto bene. Presumo che gli studi vengano<br />
utilizzati anche a livello politico.<br />
Da questo punto di vista certamente ne<br />
è valsa la pena“, dichiara Guido Denicolò,<br />
che non segue più l’attività dell’Istituto<br />
da vicino.<br />
Josef Stricker afferma: „Gli sforzi hanno<br />
portato dei frutti, eccome! Ma bisogna<br />
anche dire, che le fatiche compiute<br />
furono enormi“, punto di vista che condivide<br />
anche Georg Pardeller: „L’impegno<br />
ha valso ampiamente la pena.<br />
l‘<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è un importante istituzione a<br />
favore dei lavoratori e delle lavoratrici e<br />
su questo non c’è alcun dubbio. È stato<br />
svolto un gran lavoro; è stata ultimata<br />
una serie di progetti utili al mondo del<br />
lavoro. Dall’altra parte sono stati tralasciati<br />
progetti che sarebbero stati altrettanto<br />
importanti.“<br />
Un apprezzamento giunge anche dall’esterno,<br />
per es. da parte del KVW, a nome<br />
del quale parla Werner Atz: „I risultati<br />
del lavoro dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> sono spesso<br />
utili, perché sostengono scientificamen-
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
22<br />
te le nostre tesi e richieste“, ed anche<br />
Albert Zuech: „Gli sforzi, certamente,<br />
sono valsi la pena. Dai lavori sono scaturiti<br />
importanti risultati scientifici, per<br />
es. sulla situazione dei redditi che hanno<br />
provocato accesi dibattiti. Giustamente,<br />
qualche volta bisogna polarizzare<br />
le posizioni nella discussione per catturare<br />
l’attenzione.“<br />
Infine anche Helmuth Sinn, al quale<br />
come rappresentante della Provincia<br />
Autonoma nella Giunta dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />
compete anche una funzione di controllo,<br />
apprezza l’attività dell‘Istituto:<br />
„Credo che gli sforzi abbiano portato<br />
dei frutti, in particolar modo in questi<br />
ultimi anni. Secondo me è necessario<br />
rafforzare la funzione di rappresentanza.<br />
Nel campo della ricerca scientifica è<br />
stato fatto molto, sono state affrontate<br />
tematiche controverse che hanno portato<br />
con sé vantaggi per le lavoratrici e i<br />
lavoratori. L’Istituto è sempre più conosciuto<br />
ed anche questo è importante.<br />
Penso che sia diventato un partner richiesto,<br />
non solo in Alto Adige ma anche<br />
da parte di organizzazioni fuori<br />
provincia.”<br />
Guido Laconi propone una riflessione<br />
ad ampio raggio: „La legge che ha istituito<br />
l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è stata, secondo me, una<br />
delle migliori leggi in materia di lavoro<br />
in questa Provincia. Credo che vada rivendicata<br />
come grande successo delle<br />
Organizzazioni Sindacali. Questo successo<br />
potrà essere incrementato, se ci<br />
sarà la capacità da parte dei sindacati<br />
non solo di difendere questo Istituto,<br />
ma di consolidarne l’autonomia, di ottenere<br />
ulteriori risorse, di poter sviluppare<br />
delle collaborazioni con altre istituzioni<br />
come l’Università, l’Accademia<br />
europea e la Camera di commercio.“<br />
Anton v. Hartungen sottolinea il ruolo<br />
dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> per il mondo del lavoro e<br />
del sindacato: „L’Istituto ha saputo dare,<br />
indirettamente, nuovi impulsi al lavoro<br />
unitario tra le Organizzazioni sindacali;<br />
infatti tante volte dobbiamo confrontarci<br />
concretamente con progetti comuni.<br />
La varietà vince: RSU del metalmeccanico e relatore Andrea Zeppa dopo una giornata di corso<br />
Qualche volta tramite l‘<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> siamo<br />
riusciti ad elaborare posizioni comuni<br />
su alcune tematiche. Questi 10 anni di<br />
attività dell’Istituto complessivamente<br />
sono stati molto importanti per le confederazioni<br />
sindacali, ma ancora di più<br />
per le lavoratrici e i lavoratori.“<br />
COME ANDARE AVANTI?<br />
Abbiamo sentito che la fondazione è<br />
stata apprezzata da tutte le parti in causa,<br />
anche se in parte criticando parte dei<br />
lavori svolti. Vediamo, infine, i ragionamenti<br />
sul futuro, sulla via da percorrere<br />
ancora – possibilmente unitariamente –<br />
e sul peso da dare ai vari settori d’attività.<br />
Anton v. Hartungen - interviene:<br />
„Un po’ l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> sta ancora al margine.<br />
Politicamente è voluto, ma non fa<br />
ancora parte della società civile a pieno<br />
titolo. Qualche volta i risultati dei lavoro<br />
vengono riconosciuti, ma in generale<br />
l’Istituto dovrebbe occupare un ruolo<br />
più importante nella comunità provinciale,<br />
per es. nell’elaborazione di proposte<br />
di legge nel settore lavoro e negli affari<br />
sociali, svolgendo delle analisi e<br />
producendo dei pareri. Anche la collaborazione<br />
con la Libera Università e<br />
con l’Accademia Europea è da costruire<br />
o intensificare, evitando in questo modo<br />
i doppioni. Per una valorizzazione<br />
in questo senso ci vogliono ancora risorse<br />
finanziarie e personali, nonché<br />
una sede più adeguata. In questo modo<br />
potrebbe essere formato per es. un gruppo<br />
di ricerca sul futuro dell’Alto Adige,<br />
sulle questioni della competitività territoriale,<br />
sullo sviluppo industriale, sul<br />
marketing per l’economia, anche per incarico<br />
della Giunta provinciale e in collaborazione<br />
con altri istituti scientifici.”<br />
Per l’ASGB parla Georg Pardeller: „L’I-<br />
PL-<strong>AFI</strong> dovrebbe prendere posizione rispetto<br />
a tematiche cruciali per lo svilup-
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
23<br />
Nell’anno 2001 l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> ha dedicato un convegno al futuro del welfare che ha destato grande<br />
interesse<br />
po, per es. in merito alla legge sull’apprendistato,<br />
alle politiche a favore delle<br />
famiglie, all’integrazione dei lavoratori<br />
stranieri ed al loro rapporto concorrenziale<br />
con le forze di lavoro autoctone<br />
infine anche rispetto alla previdenza in<br />
materia di lungodegenza, che infatti<br />
non è un‘assicurazione. Sulla base dei<br />
risultati delle ricerche si può dare ampia<br />
informazione alla cittadinanza, permettendo<br />
ai sindacati di intervenire unitariamente<br />
e non in modo diviso. L’<strong>IPL</strong>-<br />
<strong>AFI</strong> deve servire a tutti i lavoratori in<br />
Alto Adige, affinché non siano sempre<br />
loro a essere emarginati e deve adoperarsi<br />
sostenendo ed affiancando tutti i<br />
sindacati, non solo uno o l’altro. Se le<br />
Organizzazioni Sindacali e i lavoratori e<br />
le lavoratrici collaborassero con maggior<br />
vigore, si potrebbe ottenere molto di<br />
più. Certamente c’è bisogno anche di<br />
mezzi adeguati per poter svolgere un<br />
buon lavoro. L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> deve raggiungere<br />
una posizione più importante; attualmente<br />
è ancora sconosciuto a tanti lavoratori.<br />
Manca l‘unità. Con l’Istituto si<br />
potrebbero certamente raggiungere traguardi<br />
prestigiosi, ma per questo andrebbe<br />
sviluppato e all’interno servirebbe<br />
maggiore consenso.“<br />
Helmuth Sinn: „Bisogna cercare di far<br />
convergere i sindacati e le associazioni<br />
sociali su linee unitarie, cioè di far progredire<br />
l’unità sindacale, non necessariamente<br />
per arrivare ad un sindacato unico,<br />
ma almeno per presentarsi unitariamente,<br />
prendere posizioni comuni e<br />
presentare proposte unitarie, di modo<br />
che diventi palese che tutte le Organizzazioni<br />
sostengono le stesse idee in specifiche<br />
materie. Forse serve più chiarezza<br />
quando si discute sulle priorità o sui servizi<br />
da offrire ai sindacati ed associazioni<br />
sociali oppure sui servizi per le lavoratrici<br />
e i lavoratori. Fino ad oggi sono stati<br />
fatti entrambi. Ma si dovrebbe ragionare<br />
meglio sulla direzione da prendere.“<br />
In merito alle attività formative le posizioni<br />
dei rappresentanti sindacali sono<br />
differenti.<br />
Serafin Pramsohler spiega: „In materia<br />
di formazione bisogna andare cauti. L’I-<br />
PL-<strong>AFI</strong> non può essere un surrogato del<br />
sindacato unico, che manca. Nell’attività<br />
formativa bisogna essere sensibili nella<br />
scelta dei relatori e dei contenuti, perché<br />
nessuna organizzazione abbia qualcosa<br />
da eccepire. Certe tematiche è meglio<br />
non affrontarle. La programmazione va<br />
fatta insieme, perché tutti i sindacati si<br />
sentano coinvolti e collaborino attivamente.“<br />
Guido Laconi: “Nell’ambito della formazione<br />
vedo il ruolo dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> in<br />
primo luogo nel far accrescere la preparazione<br />
culturale delle e degli attivisti<br />
sindacali, per es. sulla gestione delle<br />
aziende, sulla tecnologia e sull’economia.<br />
L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> potrebbe fare di più anche<br />
per i/le rappresentanti sindacali nelle<br />
aziende, ma la premessa è la disponibilità<br />
delle singole organizzazioni a lasciare<br />
effettivamente autonomia all’Istituto.“<br />
L’impressione tratta da questi colloqui,<br />
che in questa sede non possono, per<br />
motivi di spazio, essere riportati integralmente,<br />
è che si pensa che l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />
abbia ancora molte potenzialità di sviluppo.<br />
Per ora tra i protagonisti non esiste<br />
un’opinione univoca sulla direzione<br />
di sviluppo, ma emerge un sostanziale<br />
accordo sull’utilità dell’Istituto e sulla<br />
necessità del suo futuro sviluppo. Questa<br />
strada, senza dubbio, sarà ancora accompagnata<br />
da dibattiti, da fatiche, ma<br />
anche da successi.
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
24<br />
I sindacati hanno bisogno di ricerca e di formazione<br />
Intervista a Italo Ghirigato, presidente ACLI e già vicedirettore dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />
<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong>:<br />
Italo Ghirigato:<br />
<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong>:<br />
Italo Ghirigato:<br />
<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong>:<br />
Italo Ghirigato:<br />
Quali erano l’idea iniziale ed i bisogni,<br />
che hanno portato alla fondazione dell’<br />
<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong>?<br />
L’Istituto è stato fondato con l’intento di sostenere<br />
le associazioni sindacali nell’attività di<br />
ricerca e di formazione. Per questo motivo<br />
l’amministrazione provinciale ha messo a disposizione<br />
personale e finanziamenti. L’Istituto<br />
si formò in una fase, di crescente fabbisogno<br />
di ricerca e di formazione. Si era infatti agli<br />
inizi degli anni ‘90 ed in Italia si era in piena<br />
rivoluzione nei rapporti industriali, basti ricordare<br />
l’accordo del luglio 1993, che ha radicalmente<br />
cambiato le regole delle attività dei<br />
sindacati e dei consigli di fabbrica. Poiché si<br />
necessitava di nuove conoscenze in campo di<br />
bilanci aziendali, nuove tecnologie, e dell’organizzazione<br />
del lavoro per la contrattazione<br />
decentrata all’interno delle aziende, si avvertì la necessità di strumenti di analisi e di abilità<br />
di contrattazione.<br />
Quali furono le maggiori difficoltà giuridiche e tecniche?<br />
I Sindacati erano divisi anche a livello ideologico. Alcuni vedevano di buon occhio che i Sindacati<br />
fossero sostenuti da un Istituto di emanazione provinciale, altri temevano di perdere la<br />
loro indipendenza. Poi si aggiunsero differenze a carattere etnico; per il ASGB non fu facile<br />
immaginarsi un ente interetnico. A tutto ciò si sommarono ben presto anche problemi di natura<br />
giuridica. Ricordo di essermi recato dall’ex Ministro del <strong>Lavoro</strong> Tiziano Treu assieme a Josef<br />
Stricker, per convincerlo che l’<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong> non era in contrasto con le norme costituzionali. In<br />
collaborazione con Guido Denicoló abbiamo elaborato un disegno di legge provinciale conforme.<br />
All’inizio abbiamo avuto pure problemi di tipo amministrativo. Quando assunsi l’incarico<br />
di Vicedirettore, non c’era nulla, nessun ufficio, neppure la normativa che regolava il mio<br />
stipendio, avevamo pure difficoltà a trovare un direttore e dipendenti dell’Istituto. Per sei mesi<br />
fui l’unico impiegato.<br />
Le Organizzazioni promotrici dell’Istituto hanno tenuto in sufficiente considerazione<br />
le attività dell’Istituto dall’inizio in poi?<br />
I tre sindacati confederali lo hanno fatto, la partecipazione alle manifestazioni culturali ed anche<br />
la collaborazione ai progetti di ricerca fu buona, veramente la partecipazione non fu particolarmente<br />
intensa. Ci furono solo singole persone che si lasciarono entusiasmare dall’Istituto,<br />
dal momento che un ente come <strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong> non apparteneva alla cultura sindacale in Italia.<br />
Una più intensa partecipazione si ebbe un pó più tardi soprattutto con la partecipazione ai<br />
corsi dell’Istituto. I sindacalisti /le sindacaliste italiani/e parteciparono più numerosi di quelli<br />
di lingua tedesca, specialmente ai corsi di comunicazione, molto importanti per le loro attività,<br />
ma anche ai corsi più specifici quali i corsi su come condurre le trattative, corsi sui bilanci<br />
aziendali, sui premi di risultato e sulle relazioni industriali.
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
25<br />
<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong>:<br />
Italo Ghirigato:<br />
<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong>:<br />
Italo Ghirigato:<br />
A tutt’oggi è da notare che l’<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong> non ha ancora avuto né un Direttore né un Presidente<br />
di Istituto o di Giunta di lingua italiana. La mentalità che il maggior gruppo etnico in Alto<br />
Adige debba ricoprire le cariche di vertice è molto diffusa.<br />
Dal Suo punto di vista gli sforzi degli inizi sono valsi la pena?<br />
In ogni caso! La ricerca, la formazione e l’aggiornamento sono sempre più importanti. Nonostante<br />
le critiche l’<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong> si è conquistato un suo ruolo, è conosciuto dalle Istituzioni e dalle<br />
organizzazioni sindacali; forse qualcosa in più si potrebbe fare, come ad esempio curare i rapporti<br />
con l’Università, aspetto questo già caldeggiato da parte sindacale. Ciò che non mi è riuscito<br />
fare nei tre anni in cui facevo parte del consiglio dell’università, fu di stringere più intense<br />
relazioni tra il mondo accademico ed i sindacati. A questo riguardo i sindacati altoatesini sono<br />
ancora troppo poco sensibili.<br />
Le attuali attività dell’<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong> sono veramente quelle che Lei si era immaginate originariamente?<br />
Quello che oggi ancora manca è uno stretto legame tra le strategie sindacali e le attività dell’Istituto.<br />
C’è inoltre da dire che le attività di formazione dell’<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong> sono negli ultimi anni in<br />
diminuzione invece di aumentare. L’Istituto potrebbe rappresentare un potente alleato dei sindacati<br />
in questo ambito. Questi sono i punti critici, però naturalmente ci sono altrettanti<br />
aspetti positivi. Qualcuno si è anche augurato un riavvicinamento dei sindacati proprio grazie<br />
all’<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong>.<br />
Purtroppo l’<strong>AFI</strong>-<strong>IPL</strong> non è riuscito ad assumere una forza propulsiva volta al raggiungimento<br />
dell’unità sindacale.<br />
Pilastri dell’azione sindacale:<br />
alcune RSU delle Acciaierie<br />
Valbruna durante un corso<br />
nella primavera del 2003
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
26<br />
I settori di attività dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />
RICERCHE ED ANALISI<br />
Gli argomenti salienti della ricerca sono:<br />
la situazione retributiva delle lavoratrici<br />
e dei lavoratori in Alto Adige, l’analisi<br />
del bilancio provinciale, la contrattazione<br />
decentrata, l’analisi dei bilanci<br />
aziendali, la formazione continua<br />
delle lavoratrici e dei lavoratori, la rilevazione<br />
del fabbisogno formativo e professionale<br />
(progetto Monitor - FSE), la<br />
conciliazione famiglia e lavoro, i lavori<br />
atipici, il clima di lavoro nelle aziende<br />
altoatesine. I risultati delle ricerche sono<br />
stati, in gran parte, pubblicati (vedi oltre<br />
lista pubblicazioni).<br />
FORMAZIONE<br />
L’attività di formazione continua dell’I-<br />
PL-<strong>AFI</strong> si rivolge alle donne e agli uomini<br />
nelle rappresentanze sindacali unitarie,<br />
nei sindacati e nelle associazioni<br />
sociali, affrontando i temi del mondo<br />
del lavoro, ma approfondendo anche<br />
competenze personali come la comunicazione<br />
e le pubbliche relazioni. Le attività<br />
formative si svolgono in una sala<br />
corsi dotata con moderne attrezzature<br />
audiovisive.<br />
Per lo studio individuale è a disposizione<br />
una biblioteca specializzata sui seguenti<br />
temi: lavoro, economia, formazione,<br />
scienza, organizzazione aziendale,<br />
sindacati, donne, ecc., nonché una<br />
raccolta di riviste specializzate e sindacali<br />
in lingua tedesca e italiana, sia nazionali,<br />
che estere.<br />
L’attività di formazione e l’esperienza<br />
acquisibile sul campo viene completata<br />
attraverso i viaggi studio, che vengono<br />
organizzati annualmente. Sinora sono<br />
state svolte visite tra l’altro presso la<br />
“Bundesarbeiterkammer”, l’Accademia<br />
sociale e la Confederazione sindacale a<br />
Vienna, ove i partecipanti sono stati accolti<br />
dalle più alte cariche. Altri viaggi<br />
sono stati effettuati presso le istituzioni<br />
UE di Bruxelles, gli istituti di ricerca dei<br />
sindacati a Roma, l’Organizzazione Internazionale<br />
del <strong>Lavoro</strong> a Ginevra e i<br />
sindacati, le agenzie del lavoro e le organizzazioni<br />
di formazione professionale<br />
di Bucarest. Naturalmente tali viaggi sono<br />
anche l’occasione per sviluppare<br />
partnership finalizzate alla realizzazione<br />
di progetti di ricerca e cooperazione.<br />
INFORMAZIONE E CONSULENZA<br />
Attraverso il proprio sito Internet, costantemente<br />
aggiornato, l’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è in<br />
grado di offrire svariate informazioni<br />
(nel 2004 sono stati superati i 230.000<br />
contatti). Inoltre, a richiesta, l’Istituto invia<br />
agli interessati una newsletter elettronica.<br />
L’attività dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> è documentata<br />
in oltre 100 proprie pubblicazioni,<br />
fra le quali manuali, edizioni periodiche<br />
del ”Calendario apprendisti” e il giornale<br />
„<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong>“ (vedi oltre lista<br />
pubblicazioni). Gli innumerevoli libri<br />
della ricca biblioteca specialistica sono a<br />
disposizione anche per il prestito.<br />
L’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> organizza convegni su vari temi<br />
di interesse pubblico. Nel 2004 l’Istituto<br />
ha promosso una campagna d’informazione<br />
su vasta scala contro la sottocontribuzione<br />
pensionistica attraverso<br />
un convegno, spot radiofonici, manifesti,<br />
volantini, depliant e comunicati.<br />
In materia di bilanci aziendali, contratti<br />
collettivi locali, accordi aziendali, piani<br />
specifici della provincia e disegni di legge<br />
provinciali viene offerta la consulenza<br />
ai sindacali, alle associazioni sociali e<br />
ai rappresentanti sindacali aziendali.<br />
Nella primavera 1997 è stata organizzata<br />
a Merano e Brunico, in concomitanza<br />
di seminari informativi, la mostra<br />
“Tempi moderni – tempi sani” sul tema<br />
della sicurezza sul lavoro.<br />
Il corso per le RSU del pubblico impiego si è concluso a Firenze al Centro Studi della CISL<br />
nell’autunno del 2003<br />
SOCIAL INNOVATION CENTER SIC<br />
Presso l’Istituto è insediata una struttura<br />
che si occupa del nesso tra lavoro, ambiente,<br />
sostenibilità ed ecologia. Per gli<br />
interessati è a disposizione una raccolta<br />
di materiale sul sito www.sic.ines.org.
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
L’Osservatorio <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> sulla contrattazione<br />
decentrata<br />
di Mario Vittorio Giovannacci<br />
Collaboratore scientifico<br />
L’osservatorio dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> consente<br />
ormai da sette anni di analizzare<br />
aspetti quantitativi e qualitativi<br />
della contrattazione di secondo livello<br />
attraverso la raccolta sistematica e<br />
costante degli accordi aziendali e territoriali<br />
stipulati in Alto Adige.<br />
L’idea di istituire osservatori territoriali<br />
sulla contrattazione di secondo livello<br />
nasce all’indomani della stipula dell’accordo<br />
interconfederale del luglio 1993.<br />
Con esso veniva di fatto affidata alla<br />
contrattazione collettiva nazionale la<br />
funzione di salvaguardia del potere d’acquisto,<br />
mentre al livello aziendale e/o<br />
territoriale sarebbe spettata una funzione<br />
redistributiva della produttività.<br />
L’Osservatorio nasce nel 1998 in seguito<br />
alla prima indagine sui premi di risultato<br />
nelle aziende altoatesine. Il suo scopo<br />
era quello di indagare sui meccanismi<br />
contrattuali che regolano la distribuzione<br />
della produttività in azienda.<br />
In quella occasione venne fatta una prima<br />
grande raccolta dei contratti aziendali<br />
stipulati nelle imprese principali industriali<br />
altoatesine. L’obbiettivo dell’Osservatorio<br />
è stato sin dall’inizio<br />
quello di avere come riferimento l’intera<br />
popolazione delle aziende altoatesine,<br />
nonostante le difficoltà derivanti da<br />
una accentuata dispersione sul territorio<br />
delle varie unità produttive. Per tale motivo<br />
la raccolta dei contratti avviene<br />
principalmente presso i sindacati di categoria<br />
anche se di estrema importanza<br />
risulta anche la collaborazione con le<br />
imprese, con le associazioni datoriali<br />
nonché con la Ripartizione <strong>Lavoro</strong>.<br />
Grazie ad un costante aggiornamento,<br />
oggi l’Osservatorio può contare su 411<br />
accordi aziendali stipulati dal 1996 al<br />
2004 in 158 imprese altoatesine. Vanno<br />
aggiunti i 57 accordi territoriali che interessano<br />
complessivamente 19 settori<br />
(e/o subsettori).<br />
IL SISTEMA INFORMATICO DI CLASSIFICAZIONE<br />
Nel 2002 l’Osservatorio si è dotato di<br />
un sistema informatico di classificazione<br />
dei contratti e delle materie negoziate.<br />
Essendo stato costruito con riferimento<br />
alle peculiarità e specificità del<br />
nostro territorio, tale strumento consente<br />
un’attenta analisi delle relazioni industriali<br />
locali. Il programma offre la possibilità<br />
di realizzare un’analisi diretta ed<br />
immediata del contenuto dell’archivio e<br />
di consultare in tal modo solo i contratti<br />
desiderati. Nella funzione di ricerca risulta<br />
infatti possibile selezionare una<br />
specifica azienda, uno specifico settore,<br />
il periodo di riferimento e/o le singole<br />
materie contrattuali oggetto di analisi.<br />
Con riferimento ai contenuti contrattuali,<br />
il software è stato costruito su nove<br />
“aree tematiche” che identificano gli<br />
27<br />
argomenti contrattati: retribuzioni, relazioni<br />
sindacali, orario di lavoro, ambiente<br />
e sicurezza, formazione, ecc. La<br />
classificazione informatica delle materie,<br />
ma anche dell’impresa coinvolta,<br />
costituisce un patrimonio informativo<br />
che consente dettagliate analisi, attraverso<br />
report statistici e ricerche per parole<br />
chiave.<br />
Grazie al software è stata possibile l’elaborazione<br />
di diverse analisi quantitative<br />
e qualitative che si sono tradotte in diversi<br />
rapporti di ricerca sulla contrattazione<br />
aziendale e territoriale in Alto<br />
Adige.<br />
L’ATTIVITÀ DI RICERCA E DI CONSULENZA<br />
DELL’OSSERVATORIO<br />
Quanti sono le lavoratrici ed i lavoratori<br />
interessati da un accordo aziendale?<br />
Quali materie vengono disciplinate?<br />
Quanti dipendenti percepiscono una retribuzione<br />
integrativa territoriale? E a<br />
quanto ammonta? L’attività di ricerca<br />
dell’Osservatorio cerca di dare una risposta<br />
a queste ed altre domande.<br />
Parallelamente a queste attività di raccolta,<br />
riclassificazione e ricerca si è affermata<br />
anche un’attività di consulenza alle<br />
Organizzazioni Sindacali in occasione<br />
dei rinnovi contrattuali, specie per le<br />
parti inerenti la negoziazione dei premi<br />
di risultato, ovvero di quella parte variabile<br />
della retribuzione e legata all’andamento<br />
economico dell’azienda. Tali<br />
consulenze si basano su un’attenta analisi<br />
dei bilanci aziendali ma soprattutto<br />
su un patrimonio di conoscenza reso<br />
possibile proprio dall’accentramento<br />
nell’Osservatorio <strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> delle diverse<br />
esperienze negoziali.<br />
LE PROSPETTIVE<br />
Il Protocollo dell’93, pur istituzionalizzando<br />
due livelli contrattuali (nazionale
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
28<br />
ed aziendale/territoriale), attribuiva al<br />
contratto nazionale (CCNL) un ruolo<br />
decisivo nella stabilizzazione delle dinamiche<br />
retributive a fini antinflazionistici.<br />
In altre parole, esso diveniva strumento<br />
indispensabile per moderare la<br />
crescita salariale, affinché una crescita<br />
della domanda non si traducesse automaticamente<br />
in una crescita dei prezzi.<br />
Si trattava quindi di un percorso obbligato<br />
per raggiungere il traguardo della<br />
stabilità monetaria richiesto dall’Europa.<br />
Tuttavia, una volta raggiunto l’obbiettivo<br />
dell’Unione monetaria lo scenario<br />
si è completamente modificato.<br />
Oggi l’obbiettivo è quello di rilanciare i<br />
consumi messi in crisi dall’aumento del<br />
costo della vita.<br />
In tale contesto cresce l’importanza che<br />
viene attribuita alla contrattazione delle<br />
retribuzioni integrative aziendali e territoriali.<br />
Agganciare le retribuzioni alla<br />
produttività aziendale e territoriale è di<br />
estrema importanza per le parti sociali.<br />
Ai lavoratori viene garantita una redistribuzione<br />
dei guadagni di produttività<br />
e redditività realizzati in azienda e/o sul<br />
territorio mentre alle aziende viene consentita<br />
una certa flessibilità salariale in<br />
funzione della congiuntura economica<br />
aziendale e/o territoriale.<br />
In un periodo di richieste di tutela del<br />
potere d’acquisto da parte delle lavoratrici<br />
e dei lavoratori e di contenimento<br />
dei costi da parte delle aziende, un salario<br />
integrativo variabile può consentire<br />
un rilancio dei consumi senza determinare<br />
spinte inflazionistiche, in quanto le<br />
maggiorazioni retributive risultano legate<br />
alla capacità stessa che le imprese<br />
hanno di rispondere ad un aumento<br />
della domanda.<br />
Il ruolo della formazione nella modernizzazione<br />
delle relazioni sindacali<br />
di Werner Pramstrahler<br />
Collaboratore scientifico<br />
Negli anni passati si è delineato<br />
il fulcro dell’attività formativa<br />
dell’Istituto: le relazioni<br />
sindacali, i rapporti tra sindacati e associazioni<br />
datoriali, nonché, in parte,<br />
la politica. A livello locale, in particolar<br />
modo, un ruolo fondamentale viene<br />
svolto dalle relazioni contrattuali e<br />
tripartitiche. Sono i modelli decisionali<br />
creati in loco, che definiscono sempre<br />
di più la qualità della vita e del lavoro.<br />
Come emerso dalle indagini e<br />
dalle ricerche dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, il mondo<br />
del lavoro in Alto Adige é toccato da<br />
un profondo cambiamento, che si distingue<br />
dalle tendenze europee per<br />
quanto riguarda la prospettiva temporale,<br />
ma gli si avvicina per quanto riguarda<br />
la direzione e l’intensità: tempi<br />
e organizzazione del lavoro vengono<br />
destrutturati, le richieste cambiano<br />
massicciamente, imprese ed aziende<br />
sottostanno permanentemente a processi<br />
di destrutturazione e ristrutturazione<br />
aziendale.<br />
Per questi motivi le relazioni tripartitiche<br />
hanno bisogno di un adeguamento<br />
continuo per restare al passo con i<br />
tempi. In particolare, a livello locale,<br />
non si tratta più di conflitti di distribuzione<br />
delle ricchezze e dell’esercizio<br />
di condizionamenti politici, bensì della<br />
creazione di condizioni territoriali<br />
incentivanti, ponendo l’attenzione sul<br />
capitale sociale ed ecologico del territorio,<br />
compito questo, comune a tutte<br />
le parti sociali. Ciò vale anche per le<br />
contrattazioni contrattuali. La necessaria<br />
modernizzazione ed innovazione<br />
dell’economia e la complessità cre-
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
29<br />
scente nel mondo del lavoro rendono<br />
chiaro che il loro ruolo non può più<br />
essere relegato a quello del mantenimento<br />
della “pace sociale”. A titolo di<br />
esempio il rapporto del Gruppo di alto<br />
livello sulle relazioni industriali di<br />
fronte al cambiamento dell’Unione<br />
Europea definisce criteri di qualitá per<br />
le relazioni sindacali, che in futuro dovranno<br />
permettere di misurare il loro<br />
contributo nei seguenti campi di sviluppo:<br />
• coesione sociale, competitività e sviluppo<br />
economico continuo e socialmente<br />
compatibile;<br />
• creazione di occupazione qualitativamente<br />
ambiziosa, incentivando<br />
l’occupabilità ed evitando il deficit<br />
di qualificazione;<br />
• realizzazione della pari opportunità;<br />
• coinvolgimento delle lavoratrici/dei<br />
lavoratori nei processi decisionali<br />
aziendali.<br />
QUALI COMPETENZE SERVONO ALLE/AI<br />
RAPPRESENTANTI DELLE FORZE DI LAVORO?<br />
È evidente che la qualità delle relazioni<br />
sindacali è strettamente legata al<br />
grado di formazione e qualificazione<br />
delle rappresentanze collettive.<br />
Questo vale in particolar modo per le<br />
organizzazioni delle lavoratrici/dei lavoratori<br />
che assumono un atteggiamento<br />
difensivo nei confronti della<br />
concorrenzialità territoriale, della globalizzazione<br />
dell’economia internazionale,<br />
dei nuovi modelli di organizzazione<br />
aziendale e dei grandi mutamenti<br />
intervenuti nella cultura delle lavoratrici/dei<br />
lavoratori. Per le/i sindacaliste/i<br />
diventa fondamentale la connessione<br />
tra le competenze di integrazione<br />
sociale e le competenze basate sulle<br />
conoscenze specializzate – anche a<br />
causa della progressiva „deideologizzazione“<br />
dei conflitti d’interesse. Ciò significa,<br />
tanto più in un’epoca nella<br />
quale la collocazione degli interessi<br />
non é chiara a priori e sottostà a repentini<br />
cambiamenti, che non bastano<br />
più le capacità puramente tecniche, p.<br />
es. quelle sul diritto del lavoro e sociale.<br />
C’è bisogno di qualifiche particolari:<br />
i sindacati e i loro organi di rappresentanza<br />
devono, a tutti i livelli, essere<br />
in grado:<br />
• di accogliere ed esprimere gli interessi,<br />
• di collocarli in un vasto progetto<br />
strategico,<br />
• di corroborare i dati ed i fatti,<br />
• di difendere la propria posizione in<br />
un dibattito pubblico e modificarla<br />
se necessario,<br />
• di far valere gli interessi e di valutare<br />
le conseguenze delle decisioni prese.<br />
LE PROSPETTIVE DELLA FORMAZIONE<br />
CONTINUA<br />
Allo scopo di sostenere i sindacati e le<br />
associazioni sociali nella loro funzione<br />
nella contrattazione e, con ciò, contribuire<br />
alla modernizzazione delle relazioni<br />
sindacali a livello locale l’<strong>IPL</strong>-<br />
<strong>AFI</strong> offre attività di formazione in<br />
molteplici forme:<br />
• corsi per gli organi di rappresentanza<br />
sindacale e dei lavoratori e lavoratrici<br />
nelle aziende (in primo luogo<br />
RSU): definizione del ruolo e dei<br />
compiti, rafforzamento delle competenze<br />
comunicative;<br />
• percorsi formativi: è un campo<br />
nuovo dell’Istituto. Da poco si sta<br />
svolgendo il corso „<strong>Lavoro</strong> e sostenibilità<br />
per futuri esperti/e sociali di<br />
processi sostenibili“;<br />
• seminari specifici e convegni: dibattiti<br />
in materie di attualità con<br />
esperti, informazione dell’opinione<br />
pubblica sui recenti sviluppi in una<br />
determinata materia.<br />
L’impegno per la formazione continua<br />
(in base al principio dell’apprendimento<br />
lungo tutto l’arco della vita) non<br />
deve, però, suscitare illusioni. Sarebbe<br />
riduttivo guardare alla formazione<br />
continua come soluzione ai problemi<br />
imminenti: il sapere da solo non può<br />
garantire la realizzazione di qualcosa.<br />
La formazione può avere senso se contribuisce<br />
alla definizione del problema,<br />
se fornisce le risorse per la gestione<br />
del cambiamento e rafforza la capacità<br />
di orientamento delle persone, in<br />
presenza di un’evoluzione continua.<br />
Per questi motivi lo sforzo che l’<strong>IPL</strong>-<br />
<strong>AFI</strong> dedica alla formazione degli adulti,<br />
in termini sia di risorse umane che<br />
finanziarie, ha un senso solamente:<br />
• se, in base alla domanda verificata,<br />
gli viene assegnato un incarico<br />
esplicito;<br />
• se, insieme alle organizzazioni costituenti<br />
dell’Istituto, vengono sviluppati<br />
profili ed obiettivi altrettanto<br />
chiari;<br />
• se la formazione è connessa con le<br />
attività di ricerca svolte dall’<strong>IPL</strong>-<br />
<strong>AFI</strong>;<br />
• se la formazione viene offerta in forme<br />
didattiche variegate;<br />
• se la formazione è accompagnata da<br />
iniziative di supporto (manuali<br />
ecc.).
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
30<br />
La conciliazione di lavoro e famiglia nelle aziende<br />
Le diverse sfaccettature di un eminente problema sociale<br />
di Silvia Vogliotti<br />
Collaboratrice scientifica<br />
Grazie a diversi progetti (quali<br />
BEST, EQUAL, e gli studi sull’immigrazione,<br />
sulla distribuzione<br />
dei redditi e sulla conciliazione<br />
tra famiglia e lavoro) e alla collaborazione<br />
in vari ambiti riguardanti la parità<br />
tra uomo e donna e le problematiche<br />
Gender (l’iniziativa “Rete Donne e<br />
lavoro”, il Comitato Provinciale pari<br />
opportunità) l’<strong>IPL</strong>/<strong>AFI</strong> si è occupato<br />
intensamente del ruolo ricoperto delle<br />
donne nel mercato del lavoro ed ha<br />
messo in luce le loro chances ed i loro<br />
problemi di integrazione. Alla base di<br />
ciò sta l’idea di fondo dell’uguale trattamento<br />
della donna nel mercato del<br />
lavoro e dell’uguaglianza dell’uomo rispetto<br />
alla sua partecipazione alle incombenze<br />
familiari. In questo breve<br />
contributo saranno esaminati alcuni<br />
aspetti centrali di questa idea di fondo,<br />
che dovrebbero essere divulgati<br />
nelle aziende altoatesine con maggior<br />
convinzione e consapevolezza.<br />
CRESCENTE BISOGNO DI FLESSIBILITÀ<br />
Uno dei problemi più importanti da<br />
affrontare di pari passo con l’implementazione<br />
di nuovi modelli organizzativi<br />
in azienda è, come conferma<br />
l’indagine condotta dall’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> nel<br />
<strong>2005</strong> tra i lavoratori e le lavoratrici in<br />
Alto Adige, quello della conciliazione<br />
tra lavoro e famiglia, ossia di coniugare<br />
al meglio le esigenze produttive e di<br />
mercato con quelle individuali e familiari<br />
dei /delle dipendenti. Le crescenti<br />
esigenze di flessibilità inducono le<br />
aziende a trovare soluzioni organizzative<br />
e di modulazione degli orari sempre<br />
più flessibili. Innovando il sistema<br />
organizzativo riescono a rispondere alle<br />
sollecitazioni di un mercato sempre<br />
più globale ed interdipendente, caratterizzato<br />
da una concorrenza sempre<br />
maggiore e da clienti che richiedono<br />
prodotti e servizi su misura e in tempi<br />
molto brevi. Il primo campo, dove la<br />
flessibilità agisce, è quello delle risorse<br />
umane. Le aziende fanno bene, quindi,<br />
a coinvolgere in questi processi di<br />
modernizzazione e di sviluppo i propri<br />
dipendenti, valorizzando al meglio<br />
il potenziale lavorativo, maschile e<br />
femminile, e riconoscendo e rafforzando<br />
le competenze che permettano di<br />
gestire nuovi ruoli in contesti sempre<br />
più complessi e mutevoli.<br />
L’IMPORTANZA DEL BENESSERE PERSONALE<br />
La conciliazione tra lavoro e famiglia è<br />
una problematica individuale, ma assume<br />
una valenza collettiva di fronte<br />
alle regolamentazioni contrattuali ed<br />
aziendali che ne definiscono le condizioni.<br />
Come testimoniano i recenti<br />
CCNL tra le parti sociali ed all’interno<br />
delle aziende aumenta la consapevolezza<br />
del fatto che il “benessere personale”<br />
dei propri lavoratori e lavoratrici<br />
assume un ruolo determinante<br />
per la loro performance professionale.<br />
Il lavoratore e la lavoratrice che, anche<br />
con l’aiuto dell’azienda, hanno trovato<br />
soluzioni soddisfacenti per la gestione<br />
quotidiana delle incombenze<br />
della vita famigliare, contribuiscono<br />
meglio allo sviluppo e alla produttività<br />
dell’impresa.<br />
IL VANTAGGIO COMPETITIVO DELL’AZIENDA<br />
Il vantaggio competitivo di un’azienda<br />
risiede, quindi, anche nella capacità di<br />
disporre, organizzare e motivare le risorse<br />
umane occupate in azienda. La<br />
conciliazione di lavoro e famiglia è un<br />
fenomeno che investe, quindi, vari<br />
ambiti aziendali, dall’organizzazione
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
31<br />
interna del lavoro alle competenze,<br />
dalle politiche aziendali agli aspetti<br />
contrattuali. Conciliare significa, pertanto,<br />
agire su molteplici variabili interne<br />
all’azienda.<br />
VERIFICARE LO STATUS QUO<br />
In ogni azienda bisogna, quindi, fare<br />
una fotografia dello status quo in tema<br />
di organizzazione del lavoro e di cultura<br />
conciliativa. La più importante<br />
area investita dalla problematica della<br />
conciliazione è quella degli orari di lavoro<br />
e dell’organizzazione all’interno<br />
dell’azienda. Il primo passo consiste,<br />
quindi, nel rappresentare la situazione<br />
all’interno dell’azienda dal punto di<br />
vista degli orari dei dipendenti, delle<br />
modalità di lavoro, della distribuzione<br />
del lavoro in termini sia temporali che<br />
di carichi di lavoro. Ovviamente non è<br />
sufficiente arrivare a dipingere un quadro<br />
della situazione di fatto presente<br />
in azienda. Si tratta di individuare ipotesi<br />
organizzative che coniughino in<br />
modo più soddisfacente le esigenze<br />
delle lavoratrici, dei lavoratori e dell’azienda.<br />
Va quindi sviluppato un concetto<br />
(Leitbild) per lo sviluppo organizzativo<br />
nell’ottica conciliativa, composto<br />
da momenti diversi e misure differenti.<br />
CONCILIAZIONE COME FATTORE CULTURALE<br />
La conciliazione tra lavoro e famiglia è<br />
anche un fattore culturale, nel momento<br />
in cui l’imprenditore e il<br />
management aziendale tengono in dovuto<br />
conto le esigenze familiari dei<br />
propri dipendenti e valorizzano il personale<br />
inserito nella propria organizzazione<br />
con una politica aziendale che<br />
favorisca il persistere dei due impegni,<br />
lavorativi e familiari, cercando di armonizzarli<br />
il più possibile. È anche<br />
una cultura che si preoccupa di considerare<br />
la conciliazione tra lavoro e famiglia<br />
non solo una problematica (e<br />
un fardello) delle donne, ma anche degli<br />
uomini, in quanto partner e in<br />
quanto padri. Per la diffusione della<br />
conciliazione a due vie (anche per gli<br />
uomini) va quindi promossa una cultura<br />
della condivisione del lavoro, con<br />
maggiore partecipazione e coinvolgimento<br />
degli uomini al lavoro non retribuito<br />
(di cura e di famiglia), per una<br />
sua migliore distribuzione all’interno<br />
del nucleo familiare.<br />
Negli anni è aumentato considerevolmente<br />
il numero delle donne che entrano<br />
a far parte attiva del mercato del<br />
lavoro: un vero e proprio boom lo si è<br />
potuto registrare nella seconda metà<br />
degli anni novanta, ma a tuttoggi la<br />
tendenza ad una maggiore partecipazione<br />
della donne al mercato del lavoro<br />
ha assunto una certa stabilità. Il fenomeno<br />
ha assunto quindi dimensioni<br />
tali che è necessario tenerne conto<br />
non soltanto a livello aziendale, ma<br />
sono indispensabili delle misure mirate<br />
a livello di politiche del lavoro, di<br />
interventi per la famiglia, di tutela sociale<br />
ed in generale nell’organizzazione<br />
dei tempi di vita e di lavoro (trasporti,<br />
orari degli asili nido e delle<br />
scuole materne, orari delle scuole e degli<br />
uffici ecc.). La società nel suo complesso<br />
deve rendersi conto delle sua responsabilità<br />
per la famiglia, garantendole<br />
gli spazi necessari per la crescita e<br />
tutelando i suoi interessi durante l’arco<br />
della vita.<br />
Nei colloqui con le organizzazioni portanti<br />
vengono discusse le priorità per il programma<br />
di attività dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>. Nella foto: la<br />
presidente del KVW Maria Kusstatscher ed il<br />
direttore del KVW Werner Atz con il presidente<br />
<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong> Christian Troger, il direttore Karl<br />
Gudauner, il vicedirettore Andrea Zeppa
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
32<br />
Rendere mercato e competizione compatibili<br />
con lo stato sociale<br />
di Prof. Andrea Fumagalli<br />
Professore all’Università di Pavia<br />
Facoltà di Economia<br />
Per affrontare il tema in questione è<br />
necessario riflettere sui fattori di<br />
competitività che oggi sono rilevanti.<br />
Numerosi sono stati infatti i cambiamenti<br />
di carattere strutturale che hanno<br />
interessato il paradigma produttivo e<br />
tecnologico negli ultimi trent’anni e<br />
quindi gli stessi fattori di competitività.<br />
Non è questa la sede per svolgere un’analisi<br />
approfondita: ci limitiamo dunque<br />
ad elencarli per sommi capi:<br />
• Le tecnologie dominanti erano nel<br />
dopoguerra caratterizzate dal meccanicismo<br />
e da un’elevata automazione,<br />
che di per sé comportava un’elevata<br />
rigidità nella produzione standardizzata<br />
in serie e nell’organizzazione del<br />
lavoro (fondata sul lavoro manuale,<br />
maschile, subordinato, alienante, con<br />
contratto a tempo indeterminato); oggi<br />
la natura delle tecnologie sono basate<br />
sulla comunicazione linguistica e<br />
relazionale, richiedono adeguata formazione<br />
professionale, sono flessibili<br />
e il ruolo della conoscenza è sempre<br />
più nevralgico.<br />
• La produzione si è via via trasformata<br />
da materiale a immateriale, basata sulla<br />
gestione logistica, di comando (tecnologico<br />
e finanziario) e di organizzazione<br />
con lo sviluppo dei rapporti di<br />
fornitura che si estendono nel territorio,<br />
più o meno limitrofo.<br />
• I mercati finanziari hanno acquistato<br />
sempre più rilevanza nella gestione<br />
dei flussi monetari tra i paesi e nella<br />
funzione di finanziamento dell’attività<br />
sia innovativa che speculativa.<br />
In una parola, il capitalismo industrialefordista<br />
si è trasformato in capitalismo<br />
cognitivo-flessibile. Le determinanti della<br />
produttività hanno in parte abbandonato<br />
le economie di scala statiche, basate<br />
sulle dimensioni di impianto, per interessare<br />
sempre più i processi dinamici<br />
di apprendimento e la diffusione della<br />
conoscenza e delle competenze.<br />
Tali trasformazioni hanno, ovviamente,<br />
modificato i fattori di competitività.<br />
Quest’ultima, nel capitalismo cognitivo<br />
si definisce su due livelli diversi:<br />
il primo riguarda il contenuto cognitivo<br />
dell’attività produttiva, ovvero la presenza<br />
di elementi immateriali (conoscenza,<br />
apprendimento, relazionalità).<br />
Maggiore è il contenuto di conoscenza<br />
e maggiore è il ruolo svolto dalle attività<br />
di relazioni e scambio sociale che sta alla<br />
base del contenuto di conoscenza e<br />
di apprendimento, maggiore è lo sfruttamento<br />
delle economie dinamiche di<br />
scala e quindi la capacità di generare valore<br />
aggiunto. I prodotti ad alto contenuto<br />
cognitivo stanno al capitalismo<br />
cognitivo come le produzioni ad alta intensità<br />
di capitale stanno al capitalismo<br />
industriale-fordista. Per di più, come già<br />
in parte avveniva nel sistema taylorista,<br />
la competitività di prezzo non rappresenta<br />
più l’unica strategia di mercato<br />
per aumentare le proprie quote di mercato.<br />
In un contesto di produzione sempre<br />
più immateriale, i fattori competitivi<br />
hanno sempre più a che fare con il contenuto<br />
immaginifico dei beni, ovvero<br />
con i fattori qualitativi e semiotici che<br />
sempre più sono incorporati nella forma<br />
merce. Di fatto la merce non rappresenta<br />
l’obiettivo diretto della valorizzazione<br />
e del consumo ma è piuttosto<br />
strumentale al messaggio di stile di vita<br />
e di immaginario, che il suo consumo<br />
induce ed apre;<br />
il secondo fattore di competizione è il<br />
contenuto innovativo del prodotto e<br />
quindi la possibilità di aprire nuovi spa-
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
33<br />
zi di mercato. Anche in questo caso come<br />
in quello precedente il contenuto di<br />
conoscenza è per forza elevato. Il grado<br />
di innovatività dipende dalle caratteristiche<br />
del paradigma tecnologico dominante.<br />
Quello attuale è centrato sulle<br />
tecnologie linguistico-comunicative, da<br />
un lato, e sui prodotti bioeconomici,<br />
dall’altro. Per questi ultimi si intendono<br />
tutte quelle produzioni che nei diversi<br />
settori economici trattano materiale vivente<br />
(biotecnologie, biogenetica, bioagricolture,<br />
sino alla prevenzione delle<br />
malattie e alla medicina biosperimentale).<br />
Entrambe queste categorie di beni sono<br />
una mistura di merci fisiche e di servizi<br />
immateriali, quali linguaggio, semiotica,<br />
bioproduzioni, che interessano trasversalmente<br />
vari settori, dall’agricoltura al<br />
settore alimentare, dalla meccanica di<br />
precisione alle nanotecnologie, dalla logistica<br />
spaziale ai sistemi di puntamento<br />
e di comunicazione per usi militari, e<br />
via dicendo. Sono i settori, che sono<br />
collocati sulla cosiddetta “frontiera tecnologica”.<br />
La competizione di immagine e la competizione<br />
tecnologica sono quindi oggi<br />
i fattori che meglio sfruttano le economie<br />
dinamiche di apprendimento e di<br />
conoscenza e che più derivano dalla divisione<br />
cognitiva del lavoro. Mai come<br />
oggi, la competitività è fondata sullo<br />
sfruttamento a più alto valore aggiunto<br />
del general intellect.<br />
In un tale contesto, l’Italia mostra un<br />
preoccupante ritardo. La nostra classe<br />
imprenditoriale e le politiche industriali<br />
sono ancora ancorate alla competizione<br />
di prezzo, non più in grado di reggere<br />
l’urto della concorrenza a basso costo<br />
dei paesi emergenti del sud-est asiatico<br />
(Cina in testa) e dell’America latina.<br />
Ma per far volgere in positivo questa<br />
realtà non è sufficiente impostare delle<br />
politiche industriali ed innovative in<br />
grado di migliorare il contenuto cognitivo<br />
della nostra produzione terziaria e<br />
industriale. E’ necessario qualcosa di<br />
più.<br />
Negli anni ’70, decade contrassegnata<br />
da aspri conflitti sociali, la fuoriuscita<br />
dalla crisi della grande impresa e lo sviluppo<br />
delle nuove organizzazioni produttive<br />
distrettuali e di piccola impresa<br />
sono stati resi possibile proprio in quanto<br />
risposta alla tensione sociale e di<br />
cambiamento imposta dall’agire della<br />
dinamica conflittuale e sindacale. Non è<br />
un caso che la capacità competitiva dell’Italia<br />
a metà degli anni ’80 risultasse di<br />
gran lunga superiore a quella riscontrabile<br />
alla fine degli anni ’60, termine del<br />
miracolo economico e dell’espansione<br />
industriale del dopoguerra. Tale risultato<br />
era stato reso possibile grazie alla<br />
spinta innovativa e di cambiamento sociale,<br />
impersonificata nel rifiuto del lavoro<br />
salariato e della stretta gerarchia disciplinare<br />
di fabbrica, che aveva contraddistinto<br />
parte della generazione di<br />
quegli anni, mettendo in modo un processo<br />
virtuoso, pur con tutte le contraddizioni,<br />
verso sperimentazioni di nuovi<br />
orizzonti di organizzazione produttiva.<br />
Credo che oggi, nel contesto di accumulazione<br />
immateriale e cognitiva, dove<br />
la libera circolazione dell’informazione<br />
e del sapere (sempre più negata e imbavagliata<br />
da riforme regressive dell’università<br />
e dalla diffusione repressiva dei<br />
diritti di proprietà intellettuale) sono le<br />
variabili basi da cui può scaturire un<br />
nuovo modello di produzione, sia più<br />
che mai necessario aprire una stagione<br />
di conflittualità che sia in grado di spingere<br />
il sistema delle imprese a fuoriuscire<br />
da una gestione familistica della produzione,<br />
da miopi strategie di breve periodo<br />
volte esclusivamente a ridurre i<br />
costi e quasi mai ad ampliare le quote<br />
di mercato.<br />
La spinta della dialettica conflittuale<br />
non può comunque prescindere da una<br />
profonda riforma del sistema di welfare.<br />
La possibilità per i lavoratori di sviluppare<br />
capacità di apprendimento, conoscenza<br />
e competenze non dipende sicuramente<br />
dalla diffusione di forme di<br />
flessibilità e precarietà del lavoro. Cionondimeno,<br />
non è possibile pensare<br />
che la precarizzazione del lavoro possa<br />
essere eliminata con il ritorno a contratti<br />
di lavoro a tempo indeterminato. La<br />
mobilità e la flessibilità del lavoro sono<br />
una ricchezza se e solo se non sono accompagnati<br />
da instabilità e ricattablità<br />
reddituale. L’opzione di flexicurity, che<br />
si sta sperimentando in alcuni paesi<br />
scandinavi può rappresentare un punto<br />
di riferimento, purché vi sia una struttura<br />
di welfare in grado di garantire una<br />
continuità di reddito a prescindere dalla<br />
prestazione lavorativa.<br />
Il ultima analisi, il più elevato grado di<br />
produttività e di competitività è raggiungibile<br />
se viene sancito non il semplice<br />
diritto al lavoro, ma piuttosto il diritto<br />
di scelta del lavoro. E condizione<br />
perché tale scelta sia praticabile è che<br />
venga sancito un inalienabile e incondizionato<br />
diritto individuale al reddito.<br />
E’ possibile un accordo tra le parti sociali<br />
su questi punti? Al momento, sicuramente<br />
no, per arretratezza di entrambe.<br />
Ma forse la rinascita di una stagione<br />
conflittuale può aiutare a muoversi in<br />
tale direzione.
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
Nuove sfide per i sindacati:<br />
34<br />
internazionalizzazione, flessibilità, mobilitazione<br />
di Lore Hostasch<br />
Dirigente sindacale del sindacato del<br />
terziario ÖGB, precedentemente<br />
Presidente Nazionale delle<br />
Arbeiterkammern e componente del<br />
Governo austriaco<br />
“La dignità dell’uomo é inviolabile”<br />
(dalla Dichiarazione dei<br />
diritti dell’uomo delle Nazioni<br />
Unite). Questo diritto costituisce la<br />
base della democrazia in Europa. Tutti<br />
lo riconoscono, ma la dignità dell’uomo<br />
é stata ferita e ciò avviene sempre più<br />
spesso. L’economia neoliberale sta sottraendo<br />
alle donne ed agli uomini la libertà<br />
e l’autodeterminazione. Vengono<br />
ridotti sempre di più a meri mezzi di<br />
produzione e privati della privacy. I loro<br />
costi non devono superare i ricavi. La<br />
decurtazione di prestazioni sociali, gli attacchi<br />
ai diritti sindacali dei lavoratori, la<br />
privatizzazione delle infrastrutture e dei<br />
servizi pubblici non sono una conseguenza<br />
di qualche diritto naturale, ma<br />
voluti politicamente e derivanti da determinate<br />
ideologie.<br />
Il neoliberalismo non si rivolge solo<br />
contro i sistemi di sicurezza solidale, ma<br />
anche contro i loro difensori. Le organizzazioni<br />
con obiettivi sociali come i<br />
sindacati, in questa logica di ideologia<br />
neoliberale, sono corpi estranei in quanto<br />
disturbano l’ordine “naturale” dei<br />
mercati.<br />
Attualmente ci stiamo avvicinando, anche<br />
in Europa, ad una divisione della società<br />
come la conosciamo dall’esempio<br />
spaventoso negli Stati Uniti. Chi ha<br />
mezzi finanziari riesce a comprare medicine<br />
efficaci, a finanziare scuole migliori<br />
per i propri figli e riesce ad accantonare<br />
più mezzi per la propria pensione. In<br />
questo modo viene cementata la situazione<br />
dominante per quanto riguarda<br />
proprietà e potere. Questa diventerà<br />
realtà anche dalle nostre parti se non remiamo<br />
contro.<br />
I sindacati si battono per delle regole che<br />
garantiscano gli interessi della società civile<br />
e un’economia in grado di soddisfare<br />
le esigenze di tutti. Tutto questo ha<br />
rinforzato, nei tempi, i sindacati; nell’epoca<br />
del neoliberalismo, tali organizzazioni<br />
saranno ancora indispensabili.<br />
IL SINDACATO SA MOBILITARE: LA DIMENSIONE<br />
INTERNAZIONALE<br />
La globalizzazione é diventata la preminente<br />
parola d’ordine nella lotta per la<br />
suddivisione dei beni e viene usata anche<br />
come pretesto per il dumping salariale<br />
e sociale. La concorrenzialità tra territori<br />
diventa lo strumento per spostare<br />
gli assetti di potere e di distribuzione e<br />
costituisce la leva per l’abbattimento dello<br />
stato sociale.<br />
La globalizzazione non é solo un’ideologia.<br />
Con la liberalizzazione forzata del<br />
commercio, l’apertura vasta dei mercati<br />
del capitale e l’accresciuto potere delle<br />
multinazionali sta aumentando il rischio<br />
considerevole della riduzione dei diritti<br />
economico-sociali acquisiti. Non si tratta<br />
di fuggire alla globalizzazione, ma di<br />
affrontarla e gestirla politicamente. Il<br />
mostro non é la globalizzazione, ma la<br />
rinuncia alla sua gestione politica.<br />
La globalizzazione neoliberale é riuscita<br />
ad evitare che la politica ponga delle barriere<br />
all’economia. Oggigiorno gli accordi<br />
economici multilaterali, in gran parte,<br />
puntano ad imporre delle regole agli Stati<br />
ed a fornire diritti per le multinazionali<br />
contro le autorità statali.<br />
La globalizzazione ha bisogno di un indirizzo<br />
sociale e democratico, i mercati<br />
globali devono rispettare regole e istituzioni<br />
globali. Perciò dobbiamo fare il<br />
possibile per poter utilizzare gli spazi esistenti<br />
in Europa:<br />
• rafforzare il ruolo creativo dei sindacati<br />
e delle parti sociali;<br />
• i sindacati devono tentare, a livello nazionale,<br />
europeo ed internazionale, di
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
35<br />
diventare forza costruttiva come anche<br />
forza oppositrice. Perciò ai sindacati, a<br />
tutti i livelli, serve un indirizzo internazionale<br />
chiaro.<br />
Stiamo vivendo la perdita delle istituzioni<br />
temporali della società industriale. Si<br />
sviluppano nuove idee di benessere nella<br />
gestione dei tempi di lavoro. Ciò rende<br />
necessario presentare proposte in merito<br />
alle politiche del tempo di lavoro e<br />
di promuovere esperimenti innovativi e<br />
legalmente tutelati. La riduzione dei<br />
tempi di lavoro, integrata da una politica<br />
dei tempi creativi con l’obiettivo di<br />
aumentare la sicurezza dell’occupazione<br />
ed il tempo libero adeguato per la vita<br />
nella società civile, rimane in evidenza,<br />
necessita varietà di idee e coraggio.<br />
Auspico tanti modelli innovativi in materia<br />
di gestione dei tempi di lavoro.<br />
Non cediamo nel dibattito su questo tema<br />
sindacale cruciale a chi vuole la deregulation,<br />
ma promuoviamo progetti ed<br />
esperimenti basati sulla base delle nostre<br />
idee:<br />
• modelli di settimane con quattro giorni<br />
lavorativi,<br />
• riduzione di ore straordinarie abituali,<br />
congedo formativo,<br />
• periodi sabbatici (distacchi non retribuiti),<br />
• modelli di prepensionamento,<br />
• regole per il tempo parziale.<br />
stabile. Proprio la globalizzazione chiede<br />
non la riduzione, ma la promozione dello<br />
stato sociale. Welfare e sicurezza sociale<br />
devono rimanere temi centrali dell’impegno<br />
sindacale.<br />
A livello aziendale la gestione e l’innovazione<br />
occupano il primo piano. I rappresentanti<br />
sindacali vengono sballottati<br />
tra presunte necessità dell’impresa e le richieste<br />
dei colleghi di lavoro. Come sindacati<br />
abbiamo il compito di assistere i<br />
rappresentanti durante le fasi ed i processi<br />
difficili, di supportarli nel costituire<br />
gruppi, di accompagnarli nelle trattative<br />
aziendali, attivamente o dietro le quinte,<br />
e di sostenerli nell’organizzazione di<br />
una forza di contrappeso. Questo lavoro<br />
si sposta sempre di più a livello internazionale,<br />
soprattutto a livello di grandi<br />
gruppi raramente abbiamo a che fare<br />
con imprese nazionali.<br />
Una maggiore internazionalizzazione e<br />
questioni sempre più complesse a livello<br />
aziendale e di grandi gruppi richiedono<br />
una rielaborazione delle nostre politiche<br />
formative. Accanto all’insegnamento<br />
delle basi del diritto del lavoro e dei<br />
contratti collettivi, l’attenzione si concentra<br />
sullo sviluppo delle strategie, il lavoro<br />
in gruppi e l’implementazione appropriata<br />
a livello aziendale. L’obiettivo<br />
dell’attività formativa consiste nel costruire<br />
una forza di contrasto, nella sperimentazione<br />
del nuovo, nella concessione<br />
e promozione di modelli non convenzionali.<br />
Servono condizioni cornice<br />
che possano assicurare una formazione<br />
che corrisponda alle esigenze quotidiane<br />
e sia indirizzata alla mobilitazione delle/dei<br />
delegati sindacali e sindacalisti.<br />
STRATEGIE DI LOTTA<br />
Le idee neoliberali hanno tanto successo,<br />
perché pare mancassero le alternative.<br />
Ciò rappresenta la sfida per il sindacato.<br />
Tocca a noi dimostrare che non é<br />
più possibile finanziare lo stato sociale e<br />
che la disoccupazione e la povertà non<br />
sono fenomeni inevitabili.<br />
La mia opinione ed il mio suggerimento<br />
per il futuro sono perciò: più azione e<br />
più contestazione pubblicamente riconoscibile,<br />
se vogliamo fermare lo spettro<br />
neoliberale! Non dobbiamo arrivare<br />
ogni volta a una manifestazione di massa;<br />
i sindacati dovranno tenersi aperta la<br />
strada ad una strategia flessibile. Evitiamo<br />
un atteggiamento out-out: o contrattare,<br />
o lottare. Si possono fare tutt’e due<br />
le cose contemporaneamente.<br />
STATO SOCIALE<br />
Una rete di sicurezza sociale funzionante<br />
é una prerogativa fondamentale per<br />
una vita libera e per le molteplici opportunità<br />
di gestione della propria vita. Ciò<br />
può funzionare nel miglior modo possibile<br />
se le donne e gli uomini non sono<br />
esposti, senza tutela e completamente in<br />
balia dei mercati. La flessibilizzazione e<br />
l’esposizione ai cambiamenti sociali richiedono<br />
più che mai una rete sociale<br />
Il vicepresidente<br />
dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong>, Guido<br />
Laconi consegna<br />
all’europarlamentare<br />
Bruno Trentin un<br />
libro sull’Alto Adige<br />
in occasione di uno<br />
scambio di idee sul<br />
futuro dell’Europa a<br />
Bruxelles nel 1999
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
LE/I PRESIDENTI DEL CONSIGLIO D’ISTITUTO<br />
Walther Andreaus (ASGB; 1.2.1994 – 24.4.1997)<br />
Konrad Walter (CGIL/AGB; 25.4.1997 – 27.4.1999)<br />
Maria Sparber (KVW; 27.4.1999 – 6.2.2002)<br />
Ingeburg Gurndin (KVW; 7.2.2002 – 3.9.2002)<br />
Erich Achmüller (KVW; dal 4.9.2002)<br />
36<br />
Le/i presidenti ed i componenti<br />
del Consiglio e della Giunta dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />
I PRESIDENTI DELLA GIUNTA D‘ISTITUTO<br />
Konrad Walter (CGIL/AGB; 23.2.1994 - 24.4.1997)<br />
Walther Andreaus (ASGB; 25.4.1997 - 16.5.1999)<br />
Egon Sanin (SGB/CISL; 17.5.1999 – 6.2.2002<br />
Vicepresidente Guido Laconi (UIL/SGK; 23.2.1994 - 6.2.2002)<br />
Serafin Pramsohler (ASGB; 7.2.2002 – 7.6.2004)<br />
Vicepresidente Salvatore Cavallo (CGIL/AGB; 7.2.2002 - 7.6.2004)<br />
Christian Troger (UIL/SGK; dal 8.6.2004)<br />
Vicepresidente Primo Schönsberg (SGB/CISL; dal 8.6.2004)<br />
COMPONENTI DELLA GIUNTA D‘ISTITUTO<br />
1. periodo di mandato (23.2.1994 – 16.5.1999)<br />
Günther Crepaz, Serafin Pramsohler (ASGB), Josef Stricker (SGB/CISL),<br />
Konrad Walter, Luisa Gnecchi (il 20.1.1999 sostituita da Carlo Bertorelle<br />
(CGIL/AGB), Guido Laconi (UIL/SGK), Albert Zuech (KVW), Helmuth<br />
Sinn (Amministrazione provinciale)<br />
2. periodo di mandato (17.2.1999 – 7.6.2004)<br />
Walther Andreaus (il 18.11.2003 sostituito da Margherita Pedrazza),<br />
Serafin Pramsohler (ASGB), Vincenzo Capellupo (il 22.1.2002 sostituito<br />
da Salvatore Cavallo), Alfred Ebner (CGIL/AGB), Guido Laconi<br />
(UIL/SGK), Egon Sanin (SGB/CISL), Helmuth Sinn (Amministrazione provinciale),<br />
Albert Zuech (il 4.9.2002 sostituito da Herbert Schatzer) (KVW)<br />
3. periodo di mandato (dal 8.6.2004)<br />
Primo Schönsberg (SGB/CISL), Christian Troger (UIL/SGK), Salvatore<br />
Cavallo, Alfred Ebner (CGIL/AGB), Serafin Pramsohler, Margherita Pedrazza<br />
(ASGB), Herbert Schatzer (KVW), Helmuth Sinn (Amministrazione<br />
provinciale)<br />
Konrad Walter<br />
Walther Andreaus<br />
Salvatore Cavallo<br />
Maria Sparber
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
37<br />
Guido Laconi<br />
Egon Sanin<br />
Serafin Pramsohler<br />
Ingeburg Gurndin<br />
COMPONENTI DEL CONSIGLIO D‘ISTITUTO<br />
1. periodo di mandato (1.2.1994 - 26.4.1999)<br />
Georg Pardeller, Walther Andreaus, Werner Blaas, Günther Crepaz, Serafin<br />
Pramsohler (ASGB), Josef Stricker, Giuseppe Giordano, Bruno Falcomatà,<br />
Guido Denicolò (nominato, ma incompatibile, il 30.6.1994 sostituito<br />
da Klaus Reider (SGB/CISL), Konrad Walter, Thomas Benedikter, Luisa<br />
Gnecchi, Franco Mugliari (il 19.2.1996 sostituito da Carlo Bertorelle)<br />
(CGIL/AGB), Hubert Sparer (il 7.6.1996 sostituito da Arnold Teutsch),<br />
Guido Laconi, Heidi Wachtler (il 22.7.1996 sostituita da Veronika Meraner)<br />
(UIL/SGK), Maria Sparber, Oswald Bortolotti, Albert Zuech<br />
(KVW), Renato De Fina (il 22.1.1996 sostituito da Primo Schönsberg)<br />
(ACLI), Helmuth Sinn, Dr. Ulrich Runggaldier (Amministrazione provinciale)<br />
2. periodo di mandato (27.4.1999 - 7.6.2004)<br />
Georg Pardeller, Walther Andreaus (il 18.11.2003 sostituito da Margherita<br />
Pedrazza), Werner Blaas, Serafin Pramsohler, Marianne Musner<br />
(ASGB), Alfred Ebner, Harald Wenter (il 23.6.2003 sostituito da Ulrike<br />
Bauhofer), Vincenzo Capellupo (il 17.12.2001 sostituito da Salvatore<br />
Cavallo), Francesco Bertoncello (CGIL/AGB), Egon Sanin, Anton v. Hartungen,<br />
Renzo Rampazzo, Barbara Cadamuro (il 6.6.2002 sostituita da<br />
Primo Schönsberg) (SGB/CISL), Christian Troger, Guido Laconi, Arno<br />
Teutsch (SGK/UIL), Albert Zuech (il 3.6.2002 sostituito da Erich Achmüller),<br />
Maria Sparber (il 18.7.2001 sostituita da Ingeburg Gurndin, il<br />
3.6.2002 sostituita da Herbert Schatzer), Notburga Moser (il 14.3.<br />
1999 sostituita da Florian Ebner, il 3.6.2002 sostituito da Josef<br />
Bernhardt) (KVW), Primo Schönsberg (il 6.6.2002 sostituito da Carlo<br />
Gobetti) (ACLI), Berta Linter, Helmuth Sinn (Amministrazione provinciale)<br />
3. periodo di mandato (dal 8.6.2004)<br />
Margherita Pedrazza, Werner Blaas, Marianne Mussner, Serafin Pramsohler,<br />
Christian Egger (ASGB), Francesco Bertoncello, Salvatore Cavallo,<br />
Alfred Ebner, Ulrike Bauhofer (CGIL/AGB), Michele Buonerba, Agnes<br />
Haller, Anton v. Hartungen, Primo Schönsberg (SGB/CISL), Toni Serafini,<br />
Arno Teutsch, Christian Troger (UIL/SGK), Erich Achmüller, Josef Bernhart,<br />
Herbert Schatzer (KVW), Carlo Gobetti (sostituito dal 6.9.<strong>2005</strong> da<br />
Gianni Armani) (ACLI), Günther Andergassen, Helmuth Sinn (Amministrazione<br />
provinciale).
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
38<br />
Collaboratrici e collaboratori dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />
ed i loro ambiti di attività<br />
DIRETTORE<br />
Karl Gudauner (elezione 4.4.1995, inizio attività 1.6.1995)<br />
VICEDIRETTORI<br />
Italo Ghirigato (elezione 20.10.1994, inizio attività 2.1.1995, fine attività 31.12.1998)<br />
Andrea Zeppa (elezione 15.6.1999, inizio attività 2.8.1999)<br />
COLLABORATRICI/COLLABORATORI E I LORO CAMPI DI ATTIVITÀ (aggiornato al <strong>2005</strong>)<br />
Karl Gudauner, giurista: direttore, rapporti con le organizzazioni costitutive e gli organi statutari,<br />
pubblicazioni<br />
Andrea Zeppa, economista: vicedirettore, responsabile del reparto economia e politiche sociali,<br />
mercato del lavoro e ricerche sui redditi<br />
Werner Pramstrahler, laureato in scienze politiche: formazione continua, ricerca di scienze politiche,<br />
relazioni sindacali<br />
Mario Vittorio Giovannacci, economista: osservatorio sulla contrattazione collettiva locale, ricerca economica,<br />
consulenza sulla contrattazione aziendale e sui bilanci aziendali, attività formativa<br />
Silvia Vogliotti, economista; responsabile biblioteca, ricerche sul mercato del lavoro ed economica,<br />
conciliazione lavoro e famiglia (in congedo per maternità)<br />
Maria Magnago, giurista: sostituisce Silvia Vogliotti durante il congedo per maternità<br />
Christine Dell’Antonio: contabilità, amministrazione, fisco<br />
Evelina Telch: segreteria, documentazione, organizzazione dell’attività formativa<br />
Brunhilde Maier-Wiedenhofer: segreteria, documentazione, gestione biblioteca<br />
Collaboratori e collaboratrici esterni/e e stagisti: collaborazione alle ricerche ed alla<br />
documentazione
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
39<br />
Le pubblicazioni dell’<strong>IPL</strong>-<strong>AFI</strong><br />
La documentazione della ricerca<br />
- L’inflazione in Alto Adige – Cause e<br />
possibili rimedi (Italo Ghirigato; 1-<br />
1995)<br />
- La politica formativa dell’Istituto per<br />
la Promozione dei Lavoratori (Italo<br />
Ghirigato/Werner Pramstrahler; 2-<br />
1996, nuova edizione 1998)<br />
- La contrattazione aziendale in Alto<br />
Adige (Annalisa Sallustio/Monika<br />
Gasser; 3-1996)<br />
- Il ricorso alle liste di mobilità in Provincia<br />
di Bolzano 1991-1995 (Rudi<br />
Bertagnolli; 4-1996)<br />
- Distribuzione funzionale e sviluppo<br />
delle retribuzioni in Alto Adige<br />
1980-93 – con due fascicoli di dati<br />
statistici (Apollis; 5-1997)<br />
- Le Rappresentanze Sindacali Unitarie<br />
in Alto Adige. Statisticazione e<br />
rilevazione del fabbisogno formativo<br />
di una nuova struttura sindacale<br />
(Sergio Mucci; 6-1997)<br />
- La contrattazione aziendale nazionale<br />
in Alto Adige (Rudi Bertagnolli;<br />
7-1997)<br />
- Prezzi, mercato abitativo e politiche<br />
della casa in Provincia di Bolzano<br />
(Elena Maggioni/Peter Morello/<br />
Francesco Sbetti; 8-1997)<br />
- Inflazione e potere d’acquisto in Alto<br />
Adige. Le cause di carattere nazionale<br />
ed il peso dei fattori locali:<br />
analisi storica e comparata (Maurizio<br />
Carpita/Rudi Bertagnolli;<br />
9-1998)<br />
- I premi di risultato nelle aziende altoatesine<br />
(Mario Vittorio Giovannacci;<br />
10-1998)<br />
- Lavoratori immigrati in Alto Adige.<br />
Situazione e sviluppo occupazionale<br />
(Nora Lonardi/Adel Jabbar/Studio<br />
Res; 11-1999)<br />
- Tra inerzia e innovazione. Immagini<br />
del cambiamento organizzativo<br />
bancario (Manuela Nocker; 12-<br />
1999)<br />
- L’Alto Adige come sede industriale.<br />
Innovazione, competitività ed il<br />
ruolo della forza lavoro) Alexander<br />
Ebner/Markus Perkmann; 13-<br />
1999)<br />
- Prezzi, mercato abitativo e politiche<br />
della casa in Alto Adige (Sistema<br />
OHG; 14-1999)<br />
- La contrattazione collettiva nel turismo.<br />
Analisi comparata delle leggi<br />
e dei contratti collettivi: Alto Adige<br />
e Tirolo a confronto (Mario Vittorio<br />
Giovannacci/Werner Pramstrahler;<br />
15-2000)<br />
- L’autonomia impositiva dei Comuni<br />
altoatesini: il ruolo dell’ICI (Andrea<br />
Zeppa/Silvia Vogliotti; 16-2001)<br />
- La retribuzione nel settore privato in<br />
Alto Adige 1995-1995 (Andrea<br />
Zeppa/Silvia Vogliotti; 17-2001)<br />
- La flessibilità organizzativa nell’industria<br />
altoatesina. L’innovazione<br />
organizzativa tra strategie aziendali<br />
e partecipazione dei lavoratori<br />
(Markus Perkmann/Andrea Zeppa/Mario<br />
Vittorio Giovannacci;<br />
18-2001)<br />
- La formazione continua in Alto Adige:<br />
Obiettivi, strumenti e risorse<br />
(Helmut Hell/Mario Marcone/Andrea<br />
Zeppa; 19-2002)<br />
- L’evoluzione del sistema contrattuale.<br />
Prospettive per la politica salariale<br />
locale (Werner Pramstrahler/Andrea<br />
Zeppa; 20-2002)<br />
- Forme di lavoro flessibili e atipiche.<br />
Analisi quantitativa e implicazioni<br />
sociali (Andrea Zeppa/Liliana<br />
Emer; 21-2003)<br />
- La contrattazione nel settore metalmeccanico<br />
(Mario Vittorio Giovannacci;<br />
22-2003)<br />
- Maternità e lavoro. Una ricerca sulle<br />
neo mamme dimesse in Alto Adige<br />
(Silvia Vogliotti/Erika Pighin;<br />
23-2003)<br />
- Retribuzioni contrattuali e costo del<br />
lavoro nel settore delle costruzioni<br />
(Rudi Bertagnolli/Petra Guggenberger-Sappl/Andrea<br />
Zeppa; 24-2004)<br />
- Distribuzione funzionale del reddito<br />
e struttura economica in Alto Adige.<br />
Un’analisi comparativa (Lorenzo Birindelli/Rudi<br />
Bertagnolli; 25-2004)<br />
- La contrattazione integrativa nel<br />
commercio (Mario Vittorio Giovannacci;<br />
26-2004)<br />
- Le condizioni di lavoro nei magazzini<br />
di frutta dell’Alto Adige. Uno<br />
studio esplorativo (Barbara Pircher/Werner<br />
Pramstrahler; 27-<br />
2004)<br />
- Rapporto sul mercato del lavoro<br />
sommerso in Alto Adige (Melanie<br />
Roberts/Andrea Zeppa; 28-<strong>2005</strong>)<br />
Pubblicazioni varie<br />
- Opuscolo di presentazione dell’<strong>IPL</strong>-<br />
<strong>AFI</strong> (1996, nuove edizioni 1999 e<br />
2004)
DIMENSI NE<br />
LAVORO<br />
40<br />
- Le prestazioni di disoccupazione<br />
non agricola (Augusto Manzini;<br />
1998)<br />
- La finanza e il bilancio della Provincia<br />
Autonoma di Bolzano (Stefano<br />
Fidenti; 1998)<br />
- La città del sole (Arno Teutsch;<br />
1999)<br />
- <strong>Lavoro</strong> ed economia, società e sindacato<br />
in Alto Adige (Thomas Benedikter;<br />
2001)<br />
- L’attuazione della riforma del trasporto<br />
pubblico locale in Alto Adige<br />
(Sintesi del convegno; 2001)<br />
- L’autonomia tributaria in Alto Adige.<br />
Analisi della possibile evoluzione<br />
delle entrate provinciali a seguito<br />
della riforma fiscale nazionale<br />
(Maria Grazia Zorzi; 2002)<br />
- Le pensioni INPS in Alto Adige (Silvia<br />
Vogliotti; 2003)<br />
- Il rapporto di lavoro alle dipendenze<br />
della Provincia Autonoma di Bolzano<br />
(Carmine Russo; 2004)<br />
- Della tua pensione (Helmuth Renzler/Lidia<br />
Canins; 2004)<br />
- Il settore nonprofit nella Provincia<br />
Autonoma di Bolzano. Studio dei<br />
rapporti di lavoro nell’ambito delle<br />
organizzazioni nonprofit (Daniele<br />
Simonato; <strong>2005</strong>)<br />
- Il Sindacato nei suoi aspetti giuslavoristici,<br />
previdenziali e fiscali (Maria<br />
Ledonne Scumaci/Sonja Boetti<br />
Palazzi/Georg Innerhofer; <strong>2005</strong>)<br />
- Vari contratti collettivi nazionali e<br />
manuali in lingua tedesca<br />
Pubblicazioni in cooperazione<br />
- Manuale: Il rappresentante dei lavoratori<br />
per la sicurezza, i compiti,<br />
le funzioni, gli strumenti (2004; in<br />
collaborazione con INAIL e INAS/<br />
SINDNOVA)<br />
- Progetto EQUAL – „Gender Competency“<br />
in collaborazione con ILO,<br />
EBK, CONSIS, Comune di Bolzano,<br />
Comprensorio Burgraviato, Chiron<br />
- La disciplina degli orari di lavoro<br />
nel settore del commercio (Giorgio<br />
Bolego; 2004)<br />
- I bisogni di conciliazione tra lavoro<br />
e famiglia nel settore del commercio<br />
in Provincia di Bolzano (Barbara<br />
Pircher/Silvia Vogliotti; 2004)<br />
- Linee guida per la conciliazione di<br />
lavoro e famiglia nelle aziende (Silvia<br />
Vogliotti; 2004)<br />
- Nuove forme di erogazione di servizi<br />
alla famiglia e flessibilità dell’orario<br />
di lavoro e di apertura: bisogni<br />
e problematiche del commercio<br />
(Silvia Vogliotti/Barbara Pircher;<br />
2004)<br />
- Potere e magia dei campi creativi<br />
(Arno Teutsch, Silvana Martuscelli;<br />
2003)<br />
- Progetto FSE „Monitor“ in collaborazione<br />
con ZTM/CTM, CESOS, RSO<br />
- La rilevazione dei fabbisogni professionali<br />
e formativi (2001)<br />
- Indagine sui fabbisogni professionali<br />
per i servizi alle imprese nel settore<br />
manifatturiero artigiano (2003)<br />
- Indagine sui fabbisogni professionali<br />
per i servizi alle imprese nel settore<br />
manifatturiero industriale (2003)<br />
- Indagine sui fabbisogni professionali<br />
per i servizi alle imprese nel settore<br />
turistico ricettivo (2003)<br />
- I fabbisogni professionali e formativi<br />
nell’area “Marketing e vendite”<br />
(2003)<br />
- I fabbisogni professionali e formativi<br />
nell’area „Informatica“ (2003)<br />
- Indagine sui fabbisogni professionali<br />
nella filiera dell’ambiente in Provincia<br />
di Bolzano (2004)<br />
- I fabbisogni professionali e formativi<br />
nell’area „produzione nell’industria<br />
meccanica“ (2004)<br />
- I fabbisogni professionali e formativi<br />
nell’area “Promozione Turistica”<br />
(2004)<br />
Periodici<br />
- Agenda degli apprendisti (autori<br />
vari; dal 1994 ad oggi, edizione<br />
annuale)<br />
- Periodico “<strong>Dimensione</strong> <strong>Lavoro</strong> - Dimension<br />
Arbeit“ (dal 1999 due edizioni<br />
annuali)<br />
- Newsletter: Indagine sui lavoratori<br />
e sulle lavoratrici dipendenti (edizioni:<br />
2003: 7, 2004: 5, <strong>2005</strong>: 4)<br />
Documenti interni<br />
- Materiali formativi, analisi di bilanci<br />
aziendali, contrattazione collettiva,<br />
situazione del reddito, documentazione<br />
di convegni ecc.