1° Rapporto âIndagini territoriali ambientali - GAL Venezia Orientale
1° Rapporto âIndagini territoriali ambientali - GAL Venezia Orientale
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Programma Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto cofinanziato dalla Comunità Europea<br />
Fondo FEAOG - Sezione Orientamento<br />
Regione Veneto - Direzione Programmi Comunitari<br />
<strong>GAL</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Orientale</strong><br />
Soggetto capofila<br />
Comune di San Michele al Tagliamento<br />
Assessorato all'Ambiente<br />
Partners di progetto<br />
Provincia di <strong>Venezia</strong><br />
Settore alle Attività Produttive<br />
ed Agricotura<br />
Ass. For. del Veneto <strong>Orientale</strong><br />
1° <strong>Rapporto</strong> O.F.T.<br />
Organizzazione Forestale del Territorio<br />
Indagini<br />
<strong>territoriali</strong>/<strong>ambientali</strong><br />
Centro Italiano per la<br />
Riqualificazione Fluviale<br />
con la collaborazione<br />
scientifica<br />
Università di Padova<br />
Dipartimento TESAF<br />
Data:<br />
giugno 2004<br />
Coordinamento del progetto:<br />
Staff di progettazione:<br />
Dr.ssa Elena Agazia<br />
Paulownia Italia S.r.l.<br />
Ass. For. del Veneto <strong>Orientale</strong><br />
Università di Padova<br />
Dipartimento TESAF<br />
Dr. Cristian Bolzonella<br />
Dr. Sandro Di Bernardo
Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
INDICE<br />
1. INTRODUZIONE pag. 1<br />
2. IL COMUNE DI SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO pag. 2<br />
3. PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E NORMATIVE pag. 3<br />
4. LA VEGETAZIONE pag. 7<br />
4.1 La vegetazione ripariale pag. 7<br />
4.2 La vegetazione psammofila pag. 8<br />
4.3 La pineta litoranea pag. 10<br />
4.4 Gli alberi monumentali pag. 13<br />
5. IL PAESAGGIO AGRARIO pag. 15<br />
6. LE VALLI DA PESCA pag. 16<br />
7. LA BIODIVERSITÀ pag. 18<br />
7.1 Norme che tutelano e promuovono la biodiversità pag. 19<br />
7.2 Progetti che favoriscono la biodiversità pag. 21<br />
7.3 La tutela degli habitat pag. 25<br />
7.4 Zona di protezione speciale pag. 26<br />
8. RACCOLTA DI PROPOSTE RISOLUTIVE pag. 38<br />
9. PROBLEMATICHE AMBIENTALI RILEVATE pag. 43<br />
9.1 Rischi idraulici del Fiume Tagliamento pag. 43<br />
9.2 L’erosione del litorale pag. 43<br />
9.3 Tutela e miglioramento del paesaggio rurale pag. 44<br />
9.4 Ridotta sinergia tra organismi deputati alla pianificazione territoriale pag. 45<br />
9.5 Possibile aumento di impatto turistico pag. 45<br />
--------------------------<br />
ALLEGATI pag. 46<br />
FOTO DI TESTO pag. 50
Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
1. INTRODUZIONE<br />
Il presente documento è stato redatto dall’Associazione Forestale Veneto <strong>Orientale</strong> in<br />
collaborazione con l’Università di Padova – Dipartimento TESAF nell’ambito della Fase 0” di<br />
progetto che prevede lo svolgimento dell’analisi dello stato di fatto della situazione ambientale nel<br />
Comune di San Michele al Tagliamento.<br />
Sono stati raccolti gli strumenti di pianificazione territoriale presso i vari enti deputati alla gestione<br />
del territorio, sottoponendo ad un breve questionario presso i dirigenti degli stessi (Comune di<br />
San Michele al Tagliamento, Consorzio di Bonifica Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento,<br />
Servizi forestale Regione Veneto, Genio Civile, Arpav, Provincia di <strong>Venezia</strong> e Regione Veneto),<br />
al fine di individuare le peculiarità e le relative problematiche dell’area in esame.<br />
In allegato, si riporta la mappa del territorio (allegato n° 1) con segnalate le aree verdi ed i corsi<br />
d’acqua. Le aree verdi sono state individuate mediante fotointerpretazione delle foto aeree e<br />
rilievi in loco.<br />
La relazione si chiude riportando le fonti consultate (compresi i siti web) e le figure che via via<br />
vengono citate nel testo.<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
2. IL COMUNE DI SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO<br />
Il Comune di San Michele al Tagliamento rientra nella provincia di <strong>Venezia</strong>, confinando a nord<br />
con il comune di Morsano al Tagliamento (Ve), a sud con l’Adriatico, ad est con Ronchis,<br />
Latisana e Lignano Sabbiadoro (Udine) ed ad ovest con Fossalta di Portogruaro, Portogruaro e<br />
Caorle (<strong>Venezia</strong>). Il comune si estende su una superficie di 112,3 kmq.<br />
Nel passato questo territorio veniva attraversato dalla Via Annia: un’antica strada romana che<br />
collegava Roma e Aquileia. Il ritrovamento di numerosi reperti archeologici comprendenti<br />
frammenti ceramici, fa pensare ad un uso delle acque termali già al tempo degli antichi romani.<br />
Durante la dominazione Napoleonica, protratta tra il 1805 e il 1814, il fiume venne usato come<br />
confine ideale per dividere la Signoria della Latisana in due distinte municipalità: a sinistra<br />
Latisana e a destra San Michele, che diventò così un’entità amministrativa autonoma<br />
appartenente alla provincia di <strong>Venezia</strong>. Per questo motivo gli agglomerati di San Michele e San<br />
Giorgio, sino allora detti “ di Latisana”, presero l’appellativo rimasto fino ai giorni nostri, “al<br />
Tagliamento”.<br />
Il fiume, presente nello stemma comunale, è da sempre l’elemento portante nella storia del<br />
comune veneziano.<br />
Tutto il territorio è stato interessato a partire dal 1933 da numerosi interventi di bonifica effettuati<br />
con l’ausilio di otto idrovore e attraverso il lavoro di braccianti, comprendente 95 km di arginatura,<br />
162 km di canalizzazione, 70 km di strade.<br />
L’intervento trasformò la zona paludosa in terreno fertile, recuperando così dopo decenni di<br />
lavoro (circa a metà degli anni ’60) oltre 2.000 ha di terreni coltivabili.<br />
Il comune comprende le frazioni di Villanova della Cartera, Malafesta, San Mauro, Pozzi, San<br />
Giorgio, San Filippo, Cesarolo, Pradis, Prati Nuovi, Terzo Bacino, Marinella, Bevazzana e<br />
Bibione.<br />
Quest’ultima località dell’estensione di 30 Km 2 è uno dei più importanti poli balneari del Veneto,<br />
con un arenile che si estende per 10,4 Km. Bibione confina a est con la foce del fiume<br />
Tagliamento, a sud con il mare Adriatico, ad ovest con la bocca di comunicazione del sistema<br />
vallivo interno, (Porto Baseleghe), e a nord-ovest con il canale di Lugugnana delimitante le valli di<br />
Vallesina e Valgrande.<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
3. PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DEL COMUNE DI SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO<br />
(comprensorio di Bibione).<br />
I principali strumenti di pianificazione delle aree d’interesse ambientale sono: il Piano Territoriale<br />
Regionale di Coordinamento (PTRC), il Piano d’Area delle Lagune e dell’Area Litorale del Veneto<br />
<strong>Orientale</strong> (PALALVO) e il Piano Territoriale Provinciale (PTP).<br />
PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (PTRC)<br />
Approvato con provvedimento dal Consiglio Regionale n. 382 del 28 maggio 1992 è entrato in<br />
vigore alla fine dello stesso anno. Lo strumento tutela una superficie di interesse ambientale e<br />
paesaggistico pari a 1093,47 ha, costituita dalla zona della foce del Tagliamento, dalla zona del<br />
Porto di Basaleghe e dall’estesa area delle valli (Valle Grande e Vallesina) che collega i due<br />
estremi del territorio di Bibione.<br />
Le normative di tutela previste dal Piano (Norme Tecniche d’Attuazione) resteranno in vigore fino<br />
all’approvazione di un piano d’area specifico (PALALVO).<br />
Gli articoli più importanti sono l’art. 35 (individua le aree di tutela paesaggistica d’interesse<br />
regionale e competenza degli Enti locali), l’art. 21 (individua le zone umide) e l’art. 19 (ambito<br />
naturalistico di livello regionale).<br />
A breve verrà pubblicato il nuovo PTRC.<br />
PIANO D’AREA DELLE LAGUNE E DELL’AREA LITORALE DEL VENETO ORIENTALE (PALALVO)<br />
Adottato con delibera della Giunta Regionale n. 4057 del 3 novembre 1998, si propone come il<br />
Piano Ambientale previsto dal PTRC (art. 35 co. 2), a tutela delle aree d’interesse ambientale di<br />
Bibione (circa 1220 ha), della laguna di Caorle e della Valle Altanea. Articolato per sistemi, oltre a<br />
quelli tradizionali (ambientale-naturalistico; storico-culturale; relazionale), sono stati individuati<br />
altri quattro sistemi: luoghi dell’innovazione della nuova identità urbana e degli spazi aperti;<br />
sistema del benessere e dello sport; ambiti di tutela storico-naturalistici; interventi di recupero<br />
dell’ambiente lagunare costiero. Una delle novità introdotte dal Piano, è l’individuazione<br />
dell’ambito per il futuro Parco Interregionale del fiume Tagliamento, già tracciato limitatamente<br />
alla sponda friulana del fiume.<br />
Il Piano nell’attesa d’approvazione è scaduto nel novembre 2003, poiché dall’adozione fino alla<br />
sua entrata in vigore sono trascorsi più di cinque anni.<br />
PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE (PTP)<br />
Il Progetto preliminare di Piano Territoriale della Provincia di <strong>Venezia</strong>, adottato il 17 febbraio<br />
1999, tutela un’ampia superficie del territorio di Bibione (1201, 83 ha). Gran parte della superficie<br />
agricola e valliva relativa all’area di piano è definita dall’art. 34 degli Indirizzi per le Norme di<br />
Attuazione (I.N.d.A.) come “zona di rispetto ambientale”, ad eccezione delle aree urbanizzate e<br />
delle aree bonificate a nord di Bibione. Le zone di rispetto ambientale individuate dal PpPTP sono<br />
destinate all’agricoltura sostenibile e sono localizzate in aree contigue alle zone protette. In<br />
particolare, per la zona della foce del Tagliamento, il PpPTP prevede la redazione di un progetto<br />
ambientale da attuarsi in concertazione tra la Provincia, il Comune di San Michele al Tagliamento<br />
e la Regione Veneto. Attualmente il P.T.P. è scaduto.<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
P.A.I. PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO<br />
Il piano di assetto idrogeologico previsto dall’art. 17 della legge 183 del 18 maggio 1989 redatto a<br />
cura dell’autorità di bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta - Bacchiglione.<br />
Prevede la realizzazione di 3 casse di espansione della capacità complessiva di 30.000.000 di m 3<br />
nel tratto del fiume compreso tra il ponte di Pinzano ed il ponte di Degnano. Nel basso corso<br />
verranno effettuati interventi di ricalibratura dell’asta principale del fiume Tagliamento e<br />
sistemazione del canale scolmatore Cavrato per farvi transitare 1500 e 2500 m 3 /sec di acqua.<br />
Gli altri strumenti di pianificazione e salvaguardia del territorio sono: le Varianti Generali al P.R.G.<br />
Comprensorio di Bibione, la Variante al P.R.G. per le Zone Agricole e il Piano Particolareggiato<br />
Arenili.<br />
VARIANTI GENERALI AL P.R.G. COMPRENSORIO DI BIBIONE<br />
Le varianti sono state approvate con Decreto della Giunta Regionale del Veneto n. 938 del 26<br />
febbraio 1985, con l’obiettivo fondamentale di consolidare il ruolo turistico del territorio e di<br />
tutelare le aree d’interesse ambientale di Bibione (circa 1220 ha). Gli elementi di vincolo più<br />
importanti sono l’individuazione delle aree da sottoporre a vincolo speciale: zone a Parco fluviale,<br />
zone a Parco vallivo e zone a Parco urbano. Il PRG è sottoposto alle Norme Tecniche<br />
d’Attuazione di strumenti pianificatori di grado superiore (PTRC e PALALVO).<br />
VARIANTE AL P.R.G. PER LE ZONE AGRICOLE<br />
Approvata con delibera della Giunta Regionale 2009/2000 introduce norme a tutela delle zone<br />
agricole valide per una superficie di circa 1083 ha. Per il comprensorio di Bibione riconferma le<br />
aree a vincolo speciale del Parco fluviale del Tagliamento e del Parco lagunare – vallivo già<br />
individuate dal PRG.<br />
Classifica l’area degli Istriani e la palude delle Zumelle in sottozone agricole di protezione (tutela<br />
dei filari alberati, tutela dei fossi di interesse paesaggistico, salvaguardia e protezione delle motte<br />
interessate dalla presenza dei casoni da pesca).<br />
PIANO PARTICOLAREGGIATO ARENILI<br />
Il Piano Particolareggiato Arenili è efficace dal 1995. Lo strumento si pone a tutela dei cordoni<br />
dunosi naturali e delle aree boscate per una superficie di circa 1039 ettari. In base alla<br />
L.R.33/2002 per il Turismo è previsto un adeguamento secondo l’allegato S1 da parte del<br />
comune che dev’essere ancora fatto.<br />
PIANO PARTICOLAREGGIATO DELLA ZONA FLUVIALE DEL TAGLIAMENTO<br />
Il piano particolareggiato (P.P.) della zona fluviale del fiume Tagliamento interessa la parte del<br />
territorio comunale posta all’estremità orientale e sul confine con la Regione Friuli <strong>Venezia</strong> Giulia,<br />
individuata come “Zone a vincolo speciale”. Il P.P. precisa ed attua il P.R.C.G. vigente ai sensi<br />
dell’art. 8.1 delle Norme di attuazione dello stesso. Il P.P. prevede la suddivisione dell’area<br />
fluviale in 6 zone (zone di interesse naturalistico ambientale, zona di interesse a sviluppo fruitivo,<br />
zona di interesse agricolo a sviluppo socio economico e produttivo ambientale, zona di<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
rinaturalizzazione e ricomposizione ambientale, zona di rispetto, attrezzature e servizi. Per<br />
ciascuna zona sono specificati i confini, gli interventi da attuarsi e gli interventi vietati o consentiti<br />
previe autorizzazioni degli organi competenti.<br />
REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE<br />
Il territorio di Bibione è sottoposto al Regolamento di Polizia Rurale del Comune di San Michele al<br />
Tagliamento, approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 67 del 25 luglio 2001. Il<br />
Regolamento si applica nelle zone agricole del territorio comunale (indicate dal PRGC), nelle<br />
aree sottoposte a tutela ambientale e negli ambiti compresi all’interno del perimetro urbano<br />
interessati da attività di norma esercitate in ambito agricolo-rurale.<br />
VINCOLO PAESAGGISTICO<br />
Interessa quasi l’intero territorio di Bibione (Legge 8 agosto 1985 n. 431 e precedenti decreti<br />
ministeriali emanati ai sensi della Legge n. 1497/39). In Veneto la competenza sulla gestione del<br />
vincolo paesaggistico è stata delegata alle Province. Con l’entrata in vigore della Legge 8 agosto<br />
1985 n. 431 molte parti del territorio del Comune di S. Michele al T. sono state poste sotto il<br />
regime del vincolo paesaggistico (le aree ricoperte da boschi, le fasce limitrofe alle sponde fluviali<br />
e degli altri corsi d’acqua, le zone umide e i territori costieri).<br />
I progetti che ricadono all’interno del territorio vincolato devono essere vagliati e approvati dalla<br />
Commissione edilizia integrata, eventualmente con l’intervento della Soprintendenza dei beni<br />
Ambientali.<br />
VINCOLO IDROGEOLOGICO<br />
Il vincolo idrogeologico (R.D.L. 3276 30 dicembre 1923), interessa quasi la totalità del territorio di<br />
Bibione con l’esclusione delle zone vallive (Valle Grande e Vallesina) e di alcune aree di fascia<br />
litorale sulle quali vige il divieto di riduzione della superficie forestale.<br />
Il vincolo è di natura procedurale per cui è necessario ottenere un’opportuna autorizzazione<br />
(competenza regionale) per qualsiasi opera di trasformazione delle aree ricoperte da bosco.<br />
RIFERIMENTI NORMATIVI A LIVELLO COMUNITARIO<br />
DIRETTIVE HABITAT E UCCELLI<br />
In seguito all’approvazione della Direttiva n. 92/43/CEE del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat:<br />
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatica), recepita in<br />
Italia con il DPR 8 settembre 1997 n. 357 (censimento delle aree nelle quali siano presenti habitat<br />
o specie prioritarie a livello europeo), con il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 3 aprile 2000,<br />
viene approvato l’elenco delle aree denominate pSIC (proposti Siti di Importanza Comunitaria) e<br />
ZPS (Zone di Protezione Speciale).<br />
Gran parte del comprensorio di Bibione (circa 1126 ha) è stata inserita nel pSIC denominato<br />
FOCE DEL TAGLIAMENTO e VALLI ARGINATE DI BIBIONE (individuato dalla sigla IT3250014),<br />
mentre la zona del porto di Baseleghe è stata inserita nel pSIC della LAGUNA DI CAORLE (sigla<br />
IT3250009).<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
La Regione Veneto ha recepito queste normative con DGR del 22 giugno 2001 n. 1662, con il<br />
quale sono stati approvati gli indirizzi di gestione dei SIC e delle ZPS. La delibera prevede che<br />
per ogni piano o progetto che interessi le zone SIC o ZPS e le aree ad esse limitrofe 1 , sia<br />
obbligatoria l’elaborazione di una Valutazione d’Incidenza (art. 6, co.3, Direttiva Habitat). Con<br />
l’approvazione della delibera del 4 ottobre 2002 vengono definite in dettaglio le modalità da<br />
seguire per l’elaborazione della Valutazione d’Incidenza.<br />
Con l’approvazione della DGR n. 448 del 21 febbraio 2003 (accorpamento di pSIC confinanti), i<br />
due sopraccitati pSIC sono stati riuniti in un nuovo pSIC denominato LAGUNA DI CAORLE –<br />
FOCE DEL TAGLIAMENTO (sigla IT3250033).<br />
Al presente, tutte queste aree sono state designate dall’Unione Europea zone SIC; inoltre ai<br />
sensi della Direttiva Uccelli (79/409/CEE), le stesse aree sono state riconosciute come Zone di<br />
Protezione Speciale (ZPS) sulla base di Important Birds Areas (IBA). Con approvazione della<br />
DGR n. 449 del 21 febbraio 2003 (revisione delle ZPS), parte del territorio di Bibione rientra nella<br />
Zona di Protezione Speciale VALLE VECCHIA – ZUMELLE – VALLI DI BIBIONE (sigla<br />
IT3250041).<br />
Tabella Riassuntiva dei Piani Territoriali Vigenti nelle Aree Ambientali del<br />
comprensorio bibionese<br />
Le superfici d’interesse ambientale presenti nel comprensorio di Bibione ricoprono circa ha. 1220;<br />
il territorio bibionese è interessato da una sovrapposizione di strumenti pianificatori, di<br />
conseguenza si devono ritenere operanti le normative più restrittive, ai sensi dell’art. 71 della<br />
Legge 61/1985. La seguente tabella riporta per gli strumenti pianificatori precedentemente<br />
discussi l’area soggetta a tutela (ha). Per la descrizione particolareggiata (strumenti di tutela,<br />
normative vigenti specifiche, tipologia d’uso del suolo e delle singole aree individuate) si rimanda<br />
all’allegato n.13 “aree d’interesse ambientale nel territorio di Bibione – individuazione e analisi<br />
delle normative di salvaguardia vigenti”.<br />
Superficie<br />
PIANO TERRITORIALE<br />
interessata<br />
(ha)<br />
Piano territoriale regionale di coordinamento (P.T.R.C.) 1093,47<br />
Piano d’area delle lagune e dell’area litorale del veneto orientale (P.A.L.A.L.V.O.) 1220,35<br />
Piano territoriale provinciale (P.T.P.) 1201,83<br />
Piano regolatore generale - Bibione (P.R.G.) 1220,35<br />
Piano regolatore generale - zone agricole (P.R.G.) 1083,79<br />
Piano particolareggiato arenili (P.P.A.) 1039,97<br />
Regolamento politica rurale 1083,79<br />
Zone sottoposte a vincolo paesaggistico 1220,35<br />
Zone sottoposte a vincolo idrogeologico 1220,35<br />
Zone sottoposte alla direttiva habitat 1181,72<br />
Viabilità silvo pastorale - L.R. n°14 31 marzo 1992 1007,14<br />
1<br />
E' bene sottolineare che la valutazione d'incidenza si applica sia agli interventi che ricadono all'interno delle aree Natura<br />
2000 (o in siti proposti per diventarlo), sia a quelli che pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare ripercussioni<br />
sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito.<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
4. LA VEGETAZIONE DI SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO<br />
4.1 La Vegetazione Ripariale<br />
Nel comune di San Michele, una parte cospicua della vegetazione arborea è costituita da<br />
formazioni ripariali insediatesi lungo le sponde del fiume Tagliamento, e in antitesi alla uniforme<br />
zona di bonifica caratterizzata da colture intensive di mais, soia e frumento.<br />
La foresta alluvionale fluviale o bosco ripariale è un’area boscata che si estende lungo le sponde<br />
e nelle aree golenali adiacenti fino agli argini che separano le aree propriamente agricole,<br />
industriali e residenziali.<br />
Lembi di foresta ripariale di una certa estensione sono presenti nelle aree golenali, nella zona<br />
nord del comune (Allegato 1: rilievo vegetazionale). Lungo il corso del fiume è presente inoltre<br />
una fascia di rispetto minima della larghezza di 10 m (L.431 del 1985), coperta da una fitta<br />
vegetazione di salici e pioppi che tende a diradarsi proseguendo verso il mare, a causa<br />
dell’aumento della concentrazione salina. La salinità dapprima limita la presenza dei salici<br />
favorendo il pioppo bianco, in seguito, in prossimità della foce del fiume, provoca la sostituzione<br />
della formazione a favorendo l’insediamento della cannuccia palustre (Phragmites australis Cav.).<br />
Composizione<br />
La vegetazione fluviale è legata principalmente al regime delle acque che condiziona la genesi<br />
del suolo, la disponibilità idrica e l’apporto di sostanze nutritive.<br />
Il Tagliamento presenta forti variazioni di portata dipendenti dal regime pluviometrico di tipo<br />
equinoziale, con piene prevalenti durante il periodo autunno - primaverile e una elevata quantità<br />
di materiali solidi trasportati. L’alternarsi stagionale delle piene e delle magre influisce sul<br />
percorso delle acque condizionando anche le fitocenosi specializzatesi al seguito delle condizioni<br />
edafiche.<br />
Dai rilievi vegetazionali effettuati in loco, si è evidenziata una variabilità nella composizione<br />
floristica sia distanziandosi dal corso d’acqua verso l’entroterra, imputabile principalmente alle<br />
differenti situazioni di umidità del suolo, sia avvicinandosi alla foce, determinata dall’incremento<br />
della salinità dell’acqua.<br />
In alcune zone poste sottocorrente in cui la forza erosiva del flusso d’acqua è minore, è presente<br />
una fascia di vegetazione caratterizzata dalla presenza di salici arbustivi (Salix purpurea L., Salix<br />
triandra L. e altri) ed arborei (Salix alba L.) a portamento monoplano. La vegetazione arborea per<br />
lo più è assente a causa delle frequenti erosioni prodotte dalle piene. I salici non raggiungono<br />
stature considerevoli con radici tenaci e rami molto flessibili, e quelli arbustivi formano<br />
raggruppamenti floristicamente poveri ma molto fitti, in grado di aumentare il coefficiente di<br />
scabrezza dell’alveo e facilitare di conseguenza la deposizione del materiale fluitato dalla<br />
corrente.<br />
In molte zone sopracorrente, soggette ad erosione, si nota la mancanza della fascia a<br />
vegetazione arbustiva e la presenza di salici (Salix alba L.) e pioppi (Populus nigra L.) a<br />
portamento arboreo che fronteggiano direttamente l’acqua (fig. 1 e fig. 2).<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Distanziandosi sempre più dall’alveo del fiume si nota un incremento di salici (Salix alba L.) e<br />
pioppi (Populus nigra L., Populus alba L.) di grosse dimensioni con qualche ontano nero (Alnus<br />
glutinosa L.) e olmo campestre (Ulmus minor Miller). Spesso in questa zona i soggetti arborei si<br />
presentano con fusti coperti da edera (Hedera elix L.), un importante rifugio invernale per<br />
passeriformi e turdidi di piccole dimensioni (fig. 3).<br />
Nelle zone più alte, asciutte, non distanti dall’argine, aumenta la presenza della Robinia (Robinia<br />
pseudoacacia L.) e del Platano (Platanus hybrida Brot.), specie di sicura origine antropica con<br />
capacità di diffusione spontanea.<br />
Il lato interno dell’argine è ricoperto a tratti di vegetazione erbacea, falsa acacia (Amorpha<br />
fruticosa L.) (Fig. 4), canna palustre (Phragmites australis Cav.) (Fig. 5) e robinia (Robinia<br />
pseudacacia L.) (Fig. 6) che presentano spesso portamento arbustivo a seguito delle ceduazioni.<br />
Discendendo il Tagliamento verso la foce, si nota dapprima un incremento della presenza di<br />
pioppo bianco (Populus alba L.) e poi la sua completa sostituzione con canna palustre<br />
(Phragmites australis Cav., Fig. 7/8).<br />
Modalità gestione<br />
Il fiume, fino ad epoche recenti è stato visto come un collettore per il drenaggio del territorio dalle<br />
acque superficiali. Solo recentemente si è cominciato ad attribuire ai corsi d’acqua una valenza<br />
paesaggistica ed ecologica che mira a far riacquisire ai fiumi, attraverso il recupero dei loro<br />
caratteri naturali, le capacità omeostatiche (tornare all’equilibrio in conseguenza di un disturbo)<br />
correlate alla diversità ambientale e biologica. Tutto questo comporta quindi una diminuzione dei<br />
costi imputabili al controllo di un sistema ambientale lontano dal suo equilibrio.<br />
Il fiume deve essere visto come un sistema complesso che al fine di valorizzarne le diverse<br />
funzioni richiede un approccio globale ed integrato . Nella fase progettuale degli interventi oltre<br />
agli aspetti sociali e economici dovranno quindi essere valutati aspetti naturalistici e <strong>ambientali</strong>.<br />
La vegetazione ripariale va in linea di massima, sempre mantenuta e gestita. Nel caso specifico<br />
di San Michele al Tagliamento, una problematica rilevata in caso di piena è rappresentata<br />
dall’ostruzione più o meno ampia della luce dei cinque ponti lungo il fiume del territorio comunale.<br />
Risulta quindi importante una regolare ripulitura dei piloni dei ponti dal materiale accumulatosi ai<br />
piedi dopo ogni piena al fine di evitarne ripercussioni sulla stabilità dello stesso (Fig. 9).<br />
4.2 La Vegetazione Psammofila<br />
La spiaggia è un ambiente estremo, dominato dall’azione del mare e del vento con elevate<br />
temperature, substrati aridi e salini e scarsa o nulla capacità di trattenimento dell’acqua.<br />
Per questo motivo solo alcune specie pioniere riescono a sopravvivere grazie a particolari<br />
adattamenti: lunghe radici usate per l’ancoraggio e funzionali all’assorbimento, foglie convolute<br />
trasformate in spine ricoperte di peli limitanti la forte traspirazione, tessuti succulenti capaci di<br />
trattenere l’acqua.<br />
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Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Tracciando un ipotetico percorso dalla linea della battigia verso l’interno troviamo quindi una serie<br />
di fasce vegetali caratterizzate ciascuna da particolari specie.<br />
Inizialmente è presente la battigia afitoica, cioè priva di organismi vegetali a causa del continuo<br />
movimento delle onde che si infrangono su di essa e delle salinità elevata.<br />
Nella fascia più vicina al mare è presente la vegetazione sommersa costituita dalla zostera nana<br />
(Zostera noltii Hornemann) e dalla zostera marina (Zostera marina L.), le cui foglie morte si<br />
depositano sulla battigia. Addentrandoci troviamo il ravastrello marittimo (Cakile marittima Scop.)<br />
con fiori rosati e foglie succulenti, la salsola (Salsola kali L.) dal fusto succulento e la lappola<br />
italiana (Xanthium italicum L.) che caratterizzano l’associazione Salsolo kali-Cakiletum maritimae.<br />
Queste piante permettendo la formazione di piccole dune (fig. 10) embrionali favoriscono<br />
l’attecchimento di specie più esigenti come la gramigna delle spiagge (Agropyron junceum L.), il<br />
vilucchio marittimo (Calystegia soldanella L.) con fiori rosei e campanulati e lo zigolo delle sabbie<br />
(Cyperus kalli Forsskal) formanti l’associazione dell’Agropyretum.<br />
Avanzando verso l’interno si incontrano dune più alte, stabilizzate da sparto pungente<br />
(Ammophila littoralis Beauv) (fig. 11); questa graminacea infatti è in grado di creare barriere<br />
naturali con i suoi sviluppatissimi cespi di foglie basali, barriere capaci di bloccare la sabbia della<br />
battigia sollevata dal vento e sospinta verso l’interno.<br />
Insieme a questa graminacea, dominante l’associazione Echinophoro spinosae-Ammophiletum<br />
arenariae, sono sempre presenti la calcatreppola marittima (Eryngium maritimum L.) con le sue<br />
foglie coriacee e spinose, il finocchio litoraneo (Echinophora spinosa L.) e l’erba medica marina<br />
(Medicago marina L.) dalla fioritura estiva e formante dei bellissimi tappeti erbacei gialli.<br />
Avanzando verso la parte sommitale delle dune e verso il retroduna possiamo trovare i bubbolini<br />
(Silene vulgaris Moench), la silene conica (Silene conica L.), l’eliantemo maggiore<br />
(Helianthemum nummularia L.), la fumana (Fumama procumbens Dunal), l’enagra comune<br />
(Oenothera biennis L.) e l’ ambrosia marittima (Ambrosia maritima L.).<br />
Dove il suolo subisce un processo di decalcificazione per opera della pioggia viene colonizzato<br />
dal muschio Tortula ruralis Hedw e dalla vedovina delle spiaggie (Scabiosa argentea L.)<br />
caratterizzanti l’associazione del Tortulo-Scabiosetum.<br />
Avvicinandosi verso la pineta, il suolo diventa più stabile e accoglie cespugli di olivello spinoso<br />
(Hippophae rhamnoides L.) con le sue foglie di colore verde chiaro e biancastre, il ginepro<br />
(Juniperus communis L.), la fillirea (Phillyrea angustifolia L.), l’ asparago marittimo (Asparagus<br />
maritimus L.) e il caprifoglio etrusco (Lonicera etrusca L.). Questa macchia è essenziale per<br />
proteggere la pineta dai venti che soffiano dal mare e dall’azione abrasiva della sabbia.<br />
Nelle depressioni retrodunali, con falda affiorante e dove si ha il mescolamento dell’acqua dolce<br />
con quella salata troviamo la formazione Eriantho-Schoenetum nigricantis costituita dalla canna<br />
del Po (Erianthus ravennae L.), il giunco nero (Schoenus nigricans L.), il giunco marittimo<br />
(Juncus maritimus Lam.), il giunco minore (Holoschoenus romanus L.), il lino marittimo (Linum<br />
maritimus L.) e il grespino marittimo (Sonchus maritimus L.).<br />
Le bassure retrodunali, alimentata da acqua dolce e la torbiera alcalina sono ambienti ideali per<br />
la parnassia palustre (Parnassia palustris L.), la centaurea friulana (Centaurea forojulensis<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Kerner), il gladiolo palustre (Gladiolus palustris Gaud.) e l’eufrasia di Marchesetti (Euphrasia<br />
marchesetti Wettst).<br />
Nelle zone con umidità crescente si possono trovare l’apocino veneziano (Trachomitum venetum<br />
L.) ed il raro salice a foglie di rosmarino (Salix rosmarinifolia L.). Le paleodune sono invece<br />
colonizzate dal pino nero (Pinus nigra Arnold), dall’ erica carnicina (Erica erbacea L.), dal citiso<br />
purpureo (Chamaecytisus purpureus Bild) e dalla fillirea (Phillyrea angustifolia L.) insieme al lino<br />
delle fate (Stipa veneta Moraldo), considerata una preziosa specie endemica e colonizzatrice di<br />
dune fossili.<br />
4.3 La Pineta Litoranea<br />
Il litorale di Bibione è caratterizzato dalla presenza di una pineta collocata nella fascia<br />
retrodunale, formazione dovuta in gran parte ad un progetto di rimboschimento avvenuto lungo la<br />
fascia costiera del Veneto, iniziato negli anni ’30 e proseguito fin oltre il secondo dopoguerra. Lo<br />
scopo principale dell’operazione era di proteggere i retrostanti terreni agricoli recuperati con<br />
intense opere di bonifica, dall’aerosol marino e dai forti venti locali.<br />
Nel rimboschimento sono stati impiegati in percentuale maggiore il pino nero (Pinus nigra L.), il<br />
pino domestico (P. pinea L.) e il pino marittimo (P. pinaster L.); meno fortunato è stato l’impiego<br />
del pino d’Aleppo (P. halepensis Mill.) e del pino bruzio o paroliniano (P. brutia Ten.) poiché<br />
entrambe le specie soffrono particolarmente le gelate e la bora.<br />
La presenza del pino nero è ritenuta spontanea da molti specialisti, in particolare nell’area di<br />
Bibione; ciò potrebbe dipendere “dall’azione di trasporto esercitata dal Tagliamento, dei semi di<br />
pinete presenti nelle Prealpi Carniche” (Beguinot, 1941), considerando che la specie mostra<br />
particolari adattamenti alla zona costiera (dimensioni minori e chioma maggiormente espansa). I<br />
residui di una pineta di pino nero misto a leccio (Quercus ilex L.) sono stati documentati, in uno<br />
studio condotto sulle formazioni litoranee antecedente all’opera di rimboschimento, nell’area fra la<br />
destra della foce del Tagliamento e porto Baseleghe (Sperotto, 1928).<br />
Al presente, soprattutto a causa della diffusione e della continua pressione del turismo balneare,<br />
anche a Bibione si assiste ad un intensificarsi del processo d’urbanizzazione del territorio che<br />
minaccia l’ambiente naturale costiero.<br />
L’attuale estensione della pineta, considerando anche le porzioni “relitte” salvatesi dal processo<br />
d’urbanizzazione, è di poco inferiore ai 400 ettari 2 .<br />
La composizione<br />
Nuclei estesi e ben conservati di pineta sono presenti nella parte orientale presso l’area di foce<br />
del Tagliamento; l’ambiente è costituito da dune fossili ricoperte da pino nero, pino domestico,<br />
pino marittimo e leccio, quest’ultimo a portamento arboreo, arbustivo e in nuclei di rinnovazione.<br />
Si segnala la presenza d’esemplari di orniello (Fraxinus ornus L.), robinia (Robinia pseudoacacia<br />
L.) e roverella (Quercus pubescens Willd.).<br />
2<br />
Dato fornito dal Comune di San Michele al Tagliamento (confronta anche Michele Zanetti: “Boschi e alberi della pianura<br />
veneta orientale”, 1985)<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Il piano arbustivo è composto da rovo (Rubus fruticosus L.), Erica (Erica carnea L.), ginepro<br />
(Juniperus communis L.), ligustro (Ligustrum vulgare L.), asparago (Asparagus acutifolius L.),<br />
fillirea o ilatro comune (Phyllirea angustifolia L.), biancospino (Crataegus monogyna Jacq.) e<br />
scotano (Cotynus coggygria).<br />
Nelle bassure interdunali a falda superficiale sono stati osservati esemplari di ontano nero (Alnus<br />
glutinosa Vill.), frangola (Frangula alnus Miller), pioppo nero (Populus nigra L.), olmo campestre<br />
(Ulmus minor Miller), prugnolo (Prunus spinosa L.), pioppo bianco (Populus alba L.) e salici (Salix<br />
sp.).<br />
L’ambiente diviene più complesso assumendo notevole interesse e diversità ecologica più ci si<br />
avvicina all’area della foce: in questo punto la pineta viene a contatto con gli spazi aperti della<br />
golena fluviale e il paesaggio si caratterizza per la presenza del giuncheto (Juncus litoralis C.A.<br />
Mayer) e del canneto (Phragmites communis Trin.).<br />
Nei prati umidi a ridosso delle dune è possibile osservare inoltre, anche se ormai sempre più<br />
raramente, svariate specie d’orchidee alcune delle quali rarissime e che fungono da indicatori<br />
ecologici del buon livello di conservazione del territorio.<br />
Una seconda ampia porzione di territorio (circa 75 ha) con dune fossili ricoperte da pini è<br />
presente nella fascia più interna a sud di Val Grande e Vallesina; in quest’area il processo di<br />
sostituzione della pineta con le specie dell’orno-lecceta è ben manifesto.<br />
Sulle dune è insediata la lecceta (pura per circa 15 ha) che tende a prevalere sui pini (pino nero,<br />
domestico, marittimo e d’Aleppo); tra le latifoglie segnaliamo la presenza di roverella, orniello e<br />
carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.).<br />
Ampio è l’elenco delle specie erbacee distribuite nel sottobosco e nei prati umidi: gladiolo di<br />
palude (Gladiolus palustre L.), felce palustre (Thelipteris palustris Schott), fior di legna<br />
(Limodorum abortivum Sw.), primula farinosa (Primula farinosa L.), parnassia (Parnassia palustris<br />
L.), genziana germanica (Genziana germanica Willd.), ginestrella comune (Osyris alba L.).<br />
Un terzo nucleo boschivo è quello di Bibione Pineda, collocato nel settore centro occidentale del<br />
territorio balneare, compreso tra le valli nord e Porto Baseleghe a ovest. La pineta a pino nero<br />
appartenente a proprietà private varie si estende per circa 225 ha: tale dato però merita conferma<br />
poiché l’area è stata fortemente interessata da un’intensa urbanizzazione e da processi di<br />
alterazione del territorio (dissodamenti a scopo agrario, campeggi abusivi, discariche ecc.), con il<br />
conseguente taglio di ampie superfici di bosco.<br />
La pineta a pino nero dovuta in gran parte al rimboschimento artificiale, si alterna a piccoli nuclei<br />
puri di ontano nero che vegeta nelle depressioni dove sono migliori le condizioni di umidità del<br />
suolo. Dove è minore il disturbo antropico, si segnala un ricco sottobosco arbustivo ed erbaceo<br />
termofilo, caratterizzato dal viburno (Viburnum lantana L.), il crespino (Berberis vulgaris L.), il<br />
caprifoglio etrusco (Lonicera etrusca Savi), erica (Erica carnea L.) e numerose orchidee.<br />
Situazione attuale e modalità di gestione<br />
Come già accennato precedentemente, seppur con grado d’intensità variabile, a dipendere dallo<br />
stato di degrado, le attuali tendenze dinamiche naturali sono la progressiva e relativamente<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
rapida riduzione dell’aliquota dei pini a vantaggio del leccio. L’inesorabile scomparsa di queste<br />
formazioni dipende da molti fattori, tra questi i più importanti sono: l’elevata pressione antropica<br />
sul territorio, gli impianti spesso collocati in zone non adatte alle esigenze delle specie impiegate<br />
e la mancanza di cure colturali (soprattutto i mancati diradamenti a seguito dei rimboschimenti) e<br />
le avversità biotiche ed abiotiche.<br />
In riferimento allo stato vegetativo, gli stress che periodicamente interessano queste formazioni<br />
sono riferibili a danni da gelo invernale, che da una parte danneggiano i pini, dall’altra riducono la<br />
presenza del leccio (principalmente la rinnovazione).<br />
La parte distale delle chiome dei pini non di rado denotano disseccamenti e caduta anticipata<br />
degli aghi causati dell’aerosol marino (Fig. 12); le stesse chiome sono spesso ridotte per<br />
l’eccesso di densità degli impianti (Fig. 13).<br />
La rinnovazione naturale dei pini è scarsa o addirittura assente poiché il sottobosco si presenta<br />
invaso dalla vegetazione nitrofila (la cosiddetta “fase a rovo”) e dal leccio (fig. 14), in grado di<br />
diffondersi facilmente anche sotto copertura.<br />
Nelle aree dove la pineta è rada la situazione volge nettamente a favore del leccio, il quale è<br />
capace di insediarsi spontaneamente, di togliere spazio alla pineta e di innescare il processo di<br />
sostituzione.<br />
Per quanto riguarda i danni provocati da insetti sono stati segnalati sui pini focolai di infestazione<br />
da parte di coleotteri scolitidi (Tomicus piniperda L.), presso l’area di foce. Tra i defoliatori<br />
assume particolare importanza forestale il lepidottero tortricide Thaumetopoea pityocampa Denis<br />
et Schiff. (processionaria del pino); sulla base di recenti campagne di monitoraggio 3 compiute sul<br />
litorale veneto, è emerso che l’insetto è presente soprattutto su pino nero, sia nell’abitato di<br />
Bibione sia nelle pinete sopra descritte, in particolare presso le aree di proprietà privata. Nella<br />
zona della foce, lungo la strada bianca che conduce al faro sono stati osservati pochi nidi e quasi<br />
esclusivamente su pino nero; sul litorale i nidi sono presenti solo su pino nero anche se<br />
circondato da altre specie.<br />
Sui lecci sembra interessante segnalare la presenza dell’afide Phylloxera quercus Boyer de<br />
Fonscolombe (fillossera delle querce) (fig. 15), soprattutto sulla rinnovazione naturale e sui<br />
giovani esemplari utilizzati nei rimboschimenti, tuttavia gli attacchi sono stati notati anche su<br />
piante adulte.<br />
Per quanto riguarda gli interventi di gestione delle pinete bisogna considerare che: le azioni di<br />
diradamento non sono state fatte o sono state eseguite troppo tardi. Al presente, questo tipo di<br />
intervento non sembra attuabile per risolvere i problemi della pineta, poiché dopo una certa età i<br />
pini non sono più in grado di reagire (soprattutto il pino domestico). L’eccessiva densità della<br />
pineta produce una lettiera ricca di aghi che diviene molto difficile da aggredire; la rinnovazione<br />
naturale dei pini risulta perciò scarsa e inadeguata a causa dell’invasione delle specie nitrofile e<br />
del leccio, per cui la linea di gestione adottata dai Servizi Forestali nelle aree gestite è quella di<br />
3<br />
I dati sono stati ricavati da uno studio per il Servizio Fitopatologico del Veneto curato dal prof. Andrea Battisti e dal dott.<br />
Emiliano Buffo del Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali della Facoltà di Agraria di Padova<br />
(Agripolis), cui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti.<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
prevenire e limitare pericolose infestazioni di scolitidi, con l’eliminazione di piante morte o<br />
deperite allontanando i soggetti schiantati.<br />
Criticabili sono gli interventi proposti a carico delle specie invadenti il sottobosco (es. rovo),<br />
poiché la loro elevata capacità pollonifera rischia di rallentare ulteriormente il sistema; nelle zone<br />
dove si assiste a questa invasione conviene attendere che naturalmente avvenga il ripristino delle<br />
condizioni del suolo, lasciando il bosco all’evoluzione naturale. Andrà inoltre evitata l’eccessiva<br />
scopertura del suolo provocata da interventi di taglio sul piano dominante, proprio per evitare la<br />
veloce e invadente presenza delle specie sopraccitate.<br />
Considerando che la lecceta può tollerare la copertura dei pini per più di vent’anni, non sembrano<br />
necessari nel breve periodo interventi di agevolazione; nell’eventualità di accelerare<br />
l’insediamento del leccio e delle altre latifoglie arboree e arbustive, possono essere compiute<br />
delle piantagioni o come visto per il leccio anche delle sottopiantagioni. La semina è da<br />
sconsigliarsi visti gli insuccessi registrati precedentemente in ambienti simili, provocati<br />
dall’elevata utilizzazione dei semi da parte di roditori terragni.<br />
Considerando l’epoca degli interventi gestionali e il disturbo apportato alla macrofauna, sono da<br />
evitare lavori in bosco nel periodo di riproduzione, es. per il picchio rosso e l’upupa (marzomaggio);<br />
allo stesso scopo si deve cercare di favorire la presenza di alberi di grosse dimensioni o<br />
dotati di cavità, mantenendo macchie arbustive dense per proteggere l’avifauna dalle intemperie<br />
o per il riparo dal sole estivo.<br />
4.4 Alberi Monumentali a San Michele al Tagliamento 4<br />
A conclusione della rassegna sulle aree d’interesse ambientale del comune di S. Michele al T., è<br />
opportuno e corretto inserire un elenco degli alberi secolari che vegetano sparsi tra il capoluogo e<br />
le frazioni. Rileva M. Zanetti (2002) “la presenza d’individui arborei d’età secolare su un territorio<br />
assume significati molteplici ed interessanti, che vanno oltre all’aspetto paesaggistico e<br />
presentano implicazioni storiche, economiche, ecologiche, culturali e didattiche”.<br />
Partendo da Bibione si segnala la presenza di un gruppo di lecci (9 alberi, 150 anni) (Fig. 16),<br />
appartenenti un tempo all’antica lecceta del Mottaron dei Frati, visibili oggi presso il giardino del<br />
ristorante “ai Lecci”.<br />
In località Bevazzana sono presenti un gruppo e un filare di frassini (Fraxinus excelsior L.) (fig.<br />
17), costituiti rispettivamente da quattro e sette esemplari (età circa 100 anni). A Cesarolo è<br />
presente un pino d’Aleppo di circa 80 anni (Fig. 18) che emerge dalla deserta campagna ed è<br />
affiancato solo da un noce.<br />
Nell’abitato di S. Michele, all’interno della villa De Buoi-Vizzani sono presenti: un platano di 120<br />
anni (Platanus hybrida Brot.), quattro tigli di 80-100 anni (Tilia platyphyllos Scop.), una sequoia di<br />
100 anni (Sequoia sempervirens End.), mentre nel parco di villa Ivancich è presente un platano di<br />
100 anni.<br />
4<br />
Per la lettura delle schede, delle modalità tecniche e di raccolta dei dati si rimanda al volume “I grandi alberi della<br />
provincia di <strong>Venezia</strong>” AA.VV. Assessorato Attività Produttive Agricoltura e Alimentazione, Provincia di <strong>Venezia</strong> (2002).<br />
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Alla periferia del paese, vegetano un ippocastano di circa 100 anni (Aesculus hippocastanum L.),<br />
un gruppo di tre frassini di 130 anni e in località Le Frattine, nei pressi di una polla di risorgiva, un<br />
salice (Salix alba L.) di 100 anni.<br />
Gli alberi secolari sono tutelati dalla Legge Regionale n. 20 del 9 agosto 2002 dal titolo “Tutela e<br />
valorizzazione degli alberi monumentali”; l’elenco regionale degli alberi monumentali è istituito<br />
presso l’azienda regionale Veneto Agricoltura.<br />
Attualmente non è previsto alcun progetto o iniziativa di pubblicizzazione (a parte il volume citato<br />
nella nota) e valorizzazione degli alberi sopraindicati, come richiesto dall’art. 4 co.2 “al fine di<br />
divulgarne la conoscenza, il significato della tutela, nonché per migliorare il contesto territoriale e<br />
ambientale circostante”.<br />
Dato che, nel settore nord orientale della provincia di <strong>Venezia</strong> (comuni di Caorle, Eraclea,<br />
Portogruaro, S. Donà di Piave, Concordia Saggitaria ecc.) sono presenti decine d’alberi secolari<br />
(spesso collocati all’interno di ville) e data l’elevata vocazione turistica dell’area, potrebbe essere<br />
interessante prevedere un itinerario tematico degli alberi monumentali intercomunale, con il<br />
chiaro scopo di valorizzare al massimo questo patrimonio regionale.<br />
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5. IL PAESAGGIO AGRARIO<br />
La predominanza del settore primario in quest’area è storicamente consolidata e la sua<br />
importanza si nota anche nelle dirette conseguenze sull’assetto paesaggistico (fig. 19). Elementi<br />
peculiari della zona sono la frequenza e la regolarità delle canalizzazioni, l’assenza dell’elemento<br />
arboreo, le colture erbacee annuali e la diffusione delle grandi proprietà.<br />
La zona tra Livenza e Tagliamento a differenza di molte aree agricole limitrofe in cui era<br />
maggiore lo stimolo all’abbandono dei campi, non sono state interessate da fenomeni di<br />
polverizzazione aziendale e dalla diffusione del part–time in agricoltura; sono in atto invece<br />
significativi processi di espansione per l’aggregazione aziendale (vedi dati sotto riportati).<br />
Se si prende in considerazione l’utilizzo del suolo agricolo risulta evidente la netta prevalenza dei<br />
seminativi ed in particolar modo delle colture cerealicole (con prevalenza di mais e soia) che<br />
rappresentano le produzioni più consistenti mentre la produzione di foraggiere è limitata.<br />
La produzione orticola è molto praticata, soprattutto nella zona costiera, per ragioni di mercato<br />
(vicinanza con il mercato ortofrutticolo di Pordenone), per esigenze del mercato estivo nell’area<br />
turistica di Bibione e per ragioni geopedologiche (terreni sabbiosi). A testimonianza di un<br />
paesaggio che era molto diffuso nel secolo precedente, invece, si registrano molti prati e pascoli<br />
permanenti.<br />
Nel paesaggio agrario oggetto di indagine prevalgono i seguenti biotopi:<br />
- fosso e scoline agrarie: biotopo acquatico realizzato per la bonifica degli avvallamenti palustri<br />
interdunali e retrodunali; presenta scarsa diversità floristica, anche se si segnala la presenza di<br />
alcune specie interessanti. Gli alvei presentano andamenti generalmente rettilinei con derivazioni<br />
ortogonali di alvei minori. La natura del fondale di tipo melmoso, con spesso strato di materiale<br />
organico e regime idraulico stagionale (con massimi apporti nelle stagioni piovose). L’acqua è<br />
stagnante o debolmente corrente e presenta modesta o notevole torbidità.<br />
- appezzamenti a colture cerealicole e annuali: è il biotopo sicuramente più esteso nell’area<br />
comunale. Il paesaggio agrario è caratterizzato da ampie superfici coltivate; inoltre, con l’avvento<br />
dell’agricoltura meccanizzata è cominciato un rapido ridimensionamento del ruolo funzionale<br />
degli alberi tradizionalmente ospiti dei paesaggi agrari.<br />
*Numero Aziende, superficie totale e SAU :<br />
Popolazione a fine 2000: 11767 - Superficie (Km 2 ) : 112,28 - Aziende censite: 816 - Superficie totale : 7548 ha<br />
SAU (superficie agricola utilizzata): 6371 ha - Superficie media aziendale: 9,25 ha<br />
Composizione della SAU :<br />
Seminativi Colture permanenti Altro<br />
San Michele al T. 5957 ha 315 ha 96 ha<br />
La coltivazione della vite:<br />
San Michele al T.<br />
Aziende censite<br />
di cui CON VITE<br />
Numero Sup.Totale Numero Sup. a VITE<br />
Valore % su Tot Ha % su Tot<br />
816 7548 197 24 101 1<br />
Allevamento:<br />
Bovini Ovini e Caprini Equini Suini<br />
Aziende Nr. capi Aziende Nr.capi Aziende Nr.capi Aziende Nr.capi<br />
San Michele al T. 28 2887 7 16 12 181 93 698<br />
Fonte: dati del V° Censimento dell’Agricoltura 2000<br />
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6. LE VALLI E LA PESCA<br />
Le due grandi valli del comune di San Michele al Tagliamento sono Val Grande e Vallesina e<br />
costituiscono un’importante complesso vallivo arginato della superficie di circa 615 ettari, che<br />
confina a nord con la litoranea veneta e col canale di Lugugnana, ad est con la strada di San<br />
Michele al Tagliamento - Bibione e l’argine del fiume Tagliamento, a sud con il centro di Bibione e<br />
ad ovest con il porto Baseleghe.<br />
Il nome deriva dal latino “vallum” che significa argine o protezione. La valle da pesca è un’area<br />
lagunare separata dalla laguna aperta da una recinzione fissa costituita oggi da pali o argini nella<br />
quale si pratica la vallicoltura, una pratica di itticoltura estensiva.<br />
La valle da pesca è un’area artificializzata, creata a scopi produttivi, ma che mantiene elevati<br />
livelli di naturalità, contribuendo alla protezione dell’ambiente lagunare nelle quali la pesca ha<br />
sempre rappresentato una delle attività tipiche.<br />
Val Grande e Vallesina, contrariamente alle vicine valli delimitate entro specchi lagunari, sono<br />
entrambe ricavate tra le lame deltizie della foce del Tagliamento.<br />
In esse gli argini presentano la vegetazione tipica degli ambienti alofili di barena, e la biodiversità<br />
è alta, anche se modificata quantitativamente rispetto a quella originaria, grazie alla ricchezza<br />
delle catene trofiche largamente corrispondenti a quelle lagunari originarie, che sono la base per<br />
le specie ittiche allevate (anguille, branzini, orate).<br />
In queste aree, infatti, trovano un ambiente ottimale per la nidificazione, lo svernamento e<br />
l’approvvigionamento di cibo molti anatidi e uccelli acquatici che vengono in questi luoghi a<br />
svernare dal Nord Europa, ma anche altri uccelli che vivono stabilmente in questi ambienti, piccoli<br />
mammiferi e rettili.<br />
Nelle valli vengono allevati anguille (Anguilla anguilla), cefali (Mugil cephalus), branzini<br />
(Dicentrarchus labrax), orate (Sparus aurata), cefalame ed in minima parte carpe (Cyprinius<br />
carpio) e mazzancolle, ovvero tutte specie che riescono a tollerare ampie variazioni di salinità<br />
(eurialine).<br />
Le due valli di Bibione, inoltre, offrono condizioni ideali per la nidificazione di molti uccelli,<br />
soprattutto nei canneti degli ambienti di acqua dolce; vi si trovano specie nidificanti come il<br />
germano reale (Anas platyrhynchos), il falco di palude (Circus aeruginosus), la gallinella d’acqua<br />
(Gallinula chloropus), la folaga (Fulica atra), il fratino (Charadrius alexandrinus), la sterna (Sterna<br />
hirundo), il pendolino (Remiz pendulinus), l’airone rosso (Ardea purpurea), la Pettegola (Tringa<br />
totanus), la Nitticora (Nycticorax nictycorax).<br />
Altre specie sono solamente di passaggio durante i mesi invernali, come lo svasso maggiore e<br />
piccolo (Podiceps cristatus e P. nigricollis), l’airone bianco (Egretta alba) e diverse specie di<br />
anatidi.<br />
Oltre ai pesci e agli uccelli nelle valli da pesca sono presenti piccoli mammiferi come il topolino<br />
delle risaie (Micromys minutus), il toporagno d'acqua (Neomys fodiens), la puzzola (Mustela<br />
putorius), la faina (Martes foina), l’arvicola d’acqua (Arvicola terrestris), la donnola (Mustela<br />
nivalis) ed il riccio (Erinaceus europaeus).<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Anche il biacco (Coluber viridiflavus) e le bisce d’acqua (Natrix natrix e N. tassellata) fanno la loro<br />
comparsa.<br />
La vegetazione emersa delle valli da pesca è quella tipica delle barene (Salicornia, Limonio,<br />
Puccinellia), anche se con associazioni e dominanze diverse. Le associazioni che si trovano in<br />
prevalenza nelle barene all’interno delle valli sono il Limonio – Puccinellietum palustris,<br />
caratterizzato da Puccinellia festuciformis , Limonium serotinum, e Juncus maritimus (negli<br />
ambienti meno alofili); e il Puccinellio – festuciformis – Arthrocnemum fruticosi, che presenta la<br />
Salicornia fruticosa, su suoli molto salati e aridi nel periodo estivo.<br />
La vegetazione sommersa è formata principalmente da due associazioni vegetali di fanerogame,<br />
che costituiscono una preziosa fonte di cibo per gli anatidi: quella a Zostera noltii, che si sviluppa<br />
nelle zone salmastre con un buon ricambio idrico, e quella a Ruppia maritima, presente in aree a<br />
minore salinità e a maggiore stabilità.<br />
Inoltre le valli da pesca, come tutti gli ambienti barenicoli e i canneti della laguna, costituiscono un<br />
sistema autodepurativo, e la loro interdizione ha privato la laguna del loro apporto depurativo.<br />
La pesca nelle valli rappresenta la continuità di una tradizione legata ancora più ai tempi della<br />
natura che a quelli umani, ricca di usanze e caratterizzata da un linguaggio proprio.<br />
Valle Grande e Vallesina hanno importante valenza paesaggistica; al loro interno si svolgono<br />
percorsi lungo strade sterrate ed argini, affiancati da peschiere e barene, che consentono di<br />
godere di ampie visuali panoramiche sugli specchi acquei.<br />
In particolare percorrendo Val Grande lungo il suo argine nord è possibile passare direttamente<br />
sull'argine del Tagliamento seguendo un tracciato suggestivo che porta il visitatore ad immergersi<br />
sempre più nell'ambiente naturale. Sulle dune di Val Grande e Vallesina, subentra come specie<br />
dominante il Leccio (Quercus ilex) che è una quercia sempreverde. La zona boscata di Val<br />
Grande è molto importante per la presenza dell’unica colonia spontanea di Leccio del Veneto<br />
<strong>Orientale</strong>. La lecceta ricopre una superficie di dune antiche che raggiungono, con i circa undici<br />
metri del "Motteron dei Frati", la massima altezza nell'intero litorale padano. Le dune boscate di<br />
Val Grande e Vallesina sovrastano due piccole lagune costiere, che, come sopra ricordato, sono<br />
ricchissime di avifauna acquatica migratoria e svernante.<br />
Entrambe le Valli sopradescritte sono comprese nella Zona di Protezione Speciale denominata<br />
VALLE VECCHIA – ZUMELLE – VALLI DI BIBIONE, identificata con il codice Bioitaly IT3250041, in<br />
accordo con la Direttiva 79/409/CEE (Uccelli).<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
7. LA BIODIVERSITA’<br />
Ogni essere vivente fa parte di un ampio ecosistema formato da terra, aria, acqua, vegetali,<br />
animali ed esseri umani, che viene detto biosfera.<br />
Possiamo definire ecosistema l’insieme di una comunità di esseri viventi vegetali ed animali (la<br />
biocenosi) e del suo luogo di vita (il biotopo). Un ecosistema ha dunque componenti: biotiche,<br />
cioè viventi (vegetali, animali, microrganismi) e abiotiche, cioè non viventi (suolo, acque, aria,<br />
ecc.).<br />
Schematicamente si può dire che la diversità biologica (o biodiversità) è costituita dall’insieme<br />
delle specie animali e vegetali, dal loro materiale genetico e dagli ecosistemi di cui esse fanno<br />
parte.<br />
La biodiversità ingloba quindi la diversità ecosistemica, quella di specie e quella genetica; essa è<br />
funzione del tempo (evoluzione) e dello spazio (distribuzione geografica).<br />
La diversità ecosistemica definisce il numero e l’abbondanza degli habitat, delle comunità<br />
biotiche e degli ecosistemi all’interno dei quali vivono e si evolvono i diversi organismi.<br />
La diversità di specie corrisponde al numero delle specie presenti in una determinata zona,<br />
tenendo conto che il termine specie indica l’insieme degli individui capaci di incrociarsi fra loro<br />
dando origine ad una prole feconda.<br />
La diversità genetica definisce la differenza dei geni all’interno della specie; essa corrisponde alla<br />
totalità dell’informazione genetica (che definisce le caratteristiche del soggetto) contenuta nei<br />
geni di tutti gli animali, vegetali e microrganismi che popolano la terra.<br />
La definizione della biodiversità data dalla Convenzione di Rio è la seguente:<br />
"per diversità biologica si intende la variabilità degli organismi viventi, degli ecosistemi terrestri,<br />
acquatici, e i complessi ecologici che essi costituiscono: la diversità biologica comprende la<br />
diversità intraspecifica, interspecifica e degli ecosistemi".<br />
Una definizione ancora più completa e precisa del termine è stata predisposta tre anni più tardi,<br />
nel 1995, nell'ambito del Global Biodiversity Assestment:<br />
"La biodiversità è definita come la totale diversità e variabilità dei viventi e dei sistemi di cui essi<br />
fanno parte. Ciò comprende tutto lo spettro di variazione e di variabilità tra sistemi e organismi, al<br />
livello bioregionale, di paesaggio, di ecosistema, di habitat, ai vari livelli degli organismi fino alle<br />
specie, alle popolazioni, e dagli individui, ai geni. Con ciò si intende anche il complesso insieme<br />
di relazioni funzionali e strutturali all'interno e tra questi differenti livelli di organizzazione, la loro<br />
origine ed evoluzione nello spazio e nel tempo, includendo l'azione umana".<br />
Dalle due definizioni emerge che la biodiversità è una questione complessa che rinvia a più livelli<br />
di organizzazioni dei viventi da quello dei geni a quello dei sistemi di ecosistemi comprendendo la<br />
diversità dell'azione dell'uomo.<br />
L'elenco (certamente parziale) che segue comprende una serie di fattori che influenzano o sono<br />
influenzati dalla diversità biologica:<br />
• l'evoluzione<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
• il clima<br />
• gli “accidenti” storici<br />
• il caso<br />
• le attività umane<br />
• il disturbo<br />
• le leggi della termodinamica<br />
• la competizione<br />
• la predazione<br />
• il grado di isolamento<br />
7.1 Norme che tutelano e promuovono la biodiversità<br />
La conservazione della natura e la tutela della biodiversità sono due obiettivi fondamentali, come<br />
indicato in numerosi documenti , protocolli di intesa o accordi internazionali, da cui derivano<br />
precisi impegni e norme vincolanti per gli Stati sottoscrittori.<br />
Per quanto attiene agli atti internazionali ed in particolare a quelli dell’Unione Europea , quelli di<br />
maggiore interesse sono :<br />
- la Convenzione di Ramsar (1971) sulle zone umide di importanza internazionale, specialmente<br />
come habitat di uccelli acquatici, e il relativo Protocollo di convenzione di Parigi (1982) ;<br />
- la Convenzione di Parigi (1972) sulla protezione dei beni culturali e del patrimonio naturale ;<br />
- la Convenzione di Berna (1979) sulla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale<br />
in Europa;<br />
- la Convenzione di Bonn (1979) sulla conservazione delle specie migratorie appartenenti alla<br />
fauna selvatica ;<br />
- la Convenzione di Rio de Janeiro del 1992 adottata dall’Italia con la Legge del 14 febbraio<br />
1994, n.124, “Ratifica ed esecuzione della convenzione sulla biodiversità , con annessi, fatta a<br />
Rio de Janeiro il 5 giugno 1992 ” ;<br />
- la Direttiva 79/409/CEE “Uccelli” per la protezione dell’avifauna selvatica successivamente<br />
modificata dalle Direttive 85/411/CEE e 91/244/CEE ;<br />
- la Direttiva 92/43/CEE ”Habitat” relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali,<br />
della flora e della fauna selvatica ;<br />
- Regolamento (CE) n. 349/2003 della Commissione del 25 febbraio2003, che sospende<br />
l'introduzione nella Comunità di esemplari di talune specie di fauna e flora selvatiche;<br />
- Regolamenti CEE 2157/92 e 307/97 sulla protezione delle foreste contro l’inquinamento<br />
atmosferico.<br />
Nel caso del paesaggio, l’Unione Europea, ha pubblicato, nel 1999, la “Lista di controllo” per<br />
sviluppare la gestione sostenibile del paesaggio.<br />
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Per quanto attiene al quadro Nazionale, i principali atti legislativi o normativi, a cui si deve fare<br />
riferimento, sono:<br />
- il DL 490/1999 “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e<br />
<strong>ambientali</strong>, a norma dell'articolo 1 della legge 8 ottobre, n. 352"<br />
- Legge 06.12.1991, n. 394. Legge Quadro sulle aree protette<br />
- Legge 11.02.1992, n. 157 inerente la protezione della fauna selvatica omeoterma;<br />
- la Delibera del CIPE del 16 marzo 1994: "Approvazione delle linee strategiche per l'attuazione<br />
della Convenzione di Rio de Janeiro e per la redazione del Piano nazionale sulla biodiversità";<br />
- DPR 8 settembre 1997, n. 357, Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE<br />
relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna<br />
selvatiche<br />
- il Disciplinare di produzione biologica (AIAB), conforme al Reg. CEE 2092 del 1991.<br />
- DM 3 settembre 2002. Linee guida per la gestione dei siti Natura 2000.<br />
- DM 3 aprile 2000. Elenco dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciali,<br />
individuati ai sensi delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE.<br />
- DPR 1 dicembre 2000, n. 425. Regolamento recante norme di attuazione della direttiva<br />
97/49/CE che modifica l'allegato I della direttiva 79/409/CEE, concernente la protezione degli<br />
uccelli selvatici.<br />
Alla citata normativa nazionale si aggiunge o si integra quella specifica della Regione Veneto<br />
(che direttamente o indirettamente coinvolgono la diversità biologica), di cui si citano i principali<br />
testi:<br />
- L.R. 15 novembre 1974, n. 53 - Norme per la tutela di alcune specie della fauna inferiore e<br />
della flora.<br />
- R.R. n. 7 del 5 agosto 1977 - Regolamento di esecuzione della legge regionale 15 novembre<br />
1974, n. 53 "Norme per la tutela di alcune specie della fauna inferiore e della flora"<br />
- L.R. n. 40 del 16 agosto 1984 - Nuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali<br />
regionali.<br />
- L.R. n. 50 del 9 dicembre 1993 - Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo<br />
venatorio<br />
- L.R. 13 del 02.05.2003 “Norme per la realizzazione di boschi nella Pianura Veneta”.- L.R. 23<br />
del 1996 “Disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati”.<br />
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- L.R. n. 20 del 9 agosto 2002 - Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali.<br />
- L.R. n. 19 del 28 aprile 1998 - Norme per la tutela delle risorse idrobiologiche e della fauna<br />
ittica e per la disciplina dell’esercizio della pesca nelle acque interne e marittime interne della<br />
Regione Veneto.<br />
- L.R. n. 7 del 1 marzo 2002 - Applicazione del regime di deroga previsto dall'articolo 9 della<br />
direttiva n. 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 concernente la conservazione degli uccelli<br />
selvatici.<br />
- L.R. n. 6 del 24 gennaio 1992 - Provvedimenti per la prevenzione ed estinzione degli incendi<br />
boschivi.<br />
- L.R. n. 33 del 18 aprile 1995 - Tutela del patrimonio genetico delle specie della flora legnosa<br />
indigena nel Veneto.<br />
- D.G.R. n. 2803 del 4 ottobre 2002 che ha approvato specifici documenti di indirizzo per la<br />
stesura della relazione di valutazione di incidenza.<br />
- L. R. n. 10 del 26 marzo 1999 - Disciplina dei contenuti e delle procedure di Valutazione di<br />
Impatto Ambientale.<br />
La Regione Veneto, in attuazione della direttiva 85/337/CEE e del decreto del Presidente della<br />
Repubblica 12 aprile 1996, disciplina con la presente legge le procedure di valutazione d’impatto<br />
ambientale anche per assicurare che, nei processi di formazione delle decisioni relative a progetti<br />
di impianti, opere o interventi individuati negli appositi allegati della presente legge, si perseguano<br />
gli obiettivi di tutela della salute e di miglioramento della qualità della vita umana, di<br />
conservazione della varietà della specie, dell’equilibrio dell’ecosistema e della sua capacità di<br />
riproduzione, in quanto risorse essenziali di vita, di garanzia della pluralità dell’uso delle risorse e<br />
della biodiversità.<br />
7.2 progetti che favoriscono la biodiversità<br />
La storia e la scienza hanno dimostrato che lo sfruttamento incontrollato o non correttamente<br />
pianificato delle risorse del pianeta è causa di alterazione degli ecosistemi. Occorre, quindi,<br />
necessariamente pianificare e gestire in modo responsabile e razionale il patrimonio ambientale<br />
per garantire la conservazione della vita sul nostro pianeta. Tale gestione deve far fronte ai<br />
problemi connessi alla conservazione delle specie già minacciate di estinzione, o che potrebbero<br />
esserlo nel futuro, tramite opportune misure quali l'istituzione di zone di protezione e di parchi<br />
naturali, la pianificazione di interventi di reintroduzione delle specie, la regolamentazione del<br />
prelievo venatorio e della presenza antropica sul territorio.<br />
Una delle principali minacce per la sopravvivenza di molte specie è l'alterazione, la perdita e la<br />
frammentazione dei loro habitat causata dai profondi cambiamenti del territorio condotti ad opera<br />
dell'uomo in conseguenza dell'esplosione demografica, dello sviluppo industriale, dell'estensione<br />
della rete dei trasporti e dell'industrializzazione dell'agricoltura. In particolare i maggiori<br />
cambiamenti dell'uso del suolo hanno riguardato l'aumento delle superfici per l'agricoltura e per<br />
l'allevamento, lo sviluppo delle aree urbane e commerciali, il disboscamento, l'ampliamento delle<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
reti stradali e delle relative infrastrutture, lo sviluppo della rete idrica e delle opere idrauliche e la<br />
costruzione di infrastrutture per le attività turistico-ricreative e sportive.<br />
In seguito a queste trasformazioni, gli ambienti naturali vengono alterati e parcellizzati e in<br />
qualche caso distrutti, causando la perdita e la frammentazione degli habitat. Se il concetto di<br />
perdita di habitat risulta intuitivo, il fenomeno della frammentazione va invece approfondito. Con<br />
questo termine si indica il processo di parcellizzazione di un territorio in sotto-aree tra loro<br />
parzialmente connesse o totalmente isolate, così che gli habitat adatti ad una specie risultano<br />
distribuiti sul territorio a ”macchia di leopardo” (è il caso della Pineta di Bibione nella zona<br />
urbanizzata, fig. 21). La frammentazione è dovuta sia alla perdita di habitat originari che alla<br />
costruzione di barriere (quali strade, linee elettriche, canali artificiali e infrastrutture turistiche) che<br />
impediscono il libero movimento degli animali all'interno del territorio.<br />
A questo scopo, un’attenta pianificazione territoriale ed in particolare la realizzazione di “corridoi<br />
ecologici” è senz’altro un modo per affrontare razionalmente il problema. Tuttavia, la presenza di<br />
infrastrutture, la crescente urbanizzazione o la pregiudiziale mancanza di habitat forestali da<br />
connettere sono talora insormontabili ostacoli a tali progetti.<br />
L’impianto di nuovi boschi da collegare “in rete” o con nuclei naturali preesistenti<br />
rappresenterebbe una soluzione da cercare con forte convinzione, specialmente dove il<br />
paesaggio agrario è gia “predisposto” ad essere ritessuto per la presenza di filari, di soggetti<br />
isolati o di gruppi di piante.<br />
Il restauro del paesaggio forestale dovrebbe anche imporsi all’attenzione del pianificatore come<br />
uno degli obiettivi prioritari nel contesto di una moderna agricoltura sostenibile.<br />
Tutto quanto appena descritto è previsto e favorito dalla legislazione comunitaria, regionale e<br />
provinciale.<br />
La rete ecologica “Natura 2000” è un progetto europeo che si propone come un sistema<br />
coordinato e coerente (appunto, una “rete”) di aree destinate alla conservazione della<br />
biodiversità; al loro interno si svolgono una serie di attività, tutte finalizzate al miglioramento delle<br />
conoscenze naturalistiche sul territorio, che vanno dalla realizzazione di check-list delle specie<br />
alla descrizione della trama vegetazionale del territorio, dalla realizzazione di banche dati sulla<br />
distribuzione delle specie all’avvio di progetti di monitoraggio sul patrimonio naturalistico, alla<br />
realizzazione di pubblicazioni e contributi scientifici e divulgativi.<br />
Come vedremo più avanti, nel comune di San Michele al Tagliamento sono presenti un Sito di<br />
Interesse Comunitario ed una Zona di Protezione Speciale.<br />
La Giunta Regionale con deliberazione 22 giugno 2001, n. 1662, ha formulato degli atti di<br />
indirizzo per l’applicazione della normativa comunitaria e statale in ordine ai siti di importanza<br />
comunitaria e alle zone di protezione speciale con particolare riferimento al tema della<br />
valutazione dell’incidenza di piani e progetti su habitat e specie di importanza comunitaria.<br />
Tali indicazioni sono state sviluppate e precisate con D.G.R. n. 2803 del 4 ottobre 2002 che, in<br />
attuazione della direttiva 92/43/CEE e del D.P.R. n. 357/97, ha approvato specifici documenti di<br />
indirizzo per la stesura della relazione di valutazione di incidenza e per la successiva verifica a<br />
livello regionale.<br />
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La Legge Regionale nr.13/2003 “Norme per la realizzazione di boschi nella pianura veneta” è un<br />
passo fondamentale verso un nuovo sistema di pianificazione del territorio planiziale veneto. In<br />
sintesi, essa prevede di favorire la realizzazione di boschi di pianura , al fine di:<br />
- migliorare la qualità dell'ambiente, dell'aria e dell'acqua nel territorio regionale;<br />
- fornire spazi naturali in aree verdi che consentano ai cittadini di svolgere attività ricreative e di<br />
rilassamento;<br />
- aumentare la sicurezza idraulica del territorio regionale interconnessa con la presenza di<br />
aree boscate;<br />
- ridurre gli effetti dell'inquinamento atmosferico e delle concentrazioni urbane;<br />
- incrementare la biodiversità negli ecosistemi di pianura favorendo la diffusione delle specie<br />
arboree ed arbustive autoctone.<br />
I destinatari dei contributi per gli interventi sono le amministrazioni pubbliche, i consorzi di<br />
bonifica, le fondazioni e le associazioni riconosciute e non riconosciute, non aventi carattere di<br />
impresa. Sono previsti interventi per l'impianto e il ripristino dei boschi di pianura, il recupero di<br />
aree degradate e di quelli periurbani ed infine per la divulgazione sull'utilità dei boschi.<br />
Il progetto provinciale denominato “rete ecologica” ha come obiettivi la ricostruzione di un modello<br />
di ecosistema e di paesaggio extraurbano ottimale, in cui siano ridotti gli impatti negativi legati<br />
alle attività umane e valorizzate le opportunità offerte da un approccio ecologicamente più<br />
corretto.<br />
I diffusi processi di antropizzazione del territorio hanno, infatti, generato una forte pressione sulla<br />
biodiversità, contribuendo alla sua riduzione. Uno degli scopi di tale “rete” è proprio il<br />
consolidamento degli obiettivi di tutela della biodiversità attraverso il sistema delle aree protette<br />
regionali e sub-regionali<br />
E’ importante ricordare che gli interventi di "rinaturalizzazione" richiedono forti e precise<br />
conoscenze sul patrimonio di diversità biologica sia reale che potenziale del territorio in cui ci si<br />
trova; richiede, inoltre, attente capacità progettuali e gestionali, basate non tanto su un approccio<br />
estetico e quantitativo, ma piuttosto sulla conoscenza:<br />
- del patrimonio floristico nativo originario, con riferimento particolare alle specie più fragili e meno<br />
competitive<br />
- della biologia delle diverse specie (es. tipo di disseminazione, efficienza riproduttiva)<br />
- sulle necessità ecologiche di ciascuna<br />
- sulla dinamica delle popolazioni<br />
- sulla capacità competitiva nella occupazione del territorio<br />
Indici di biodiversità<br />
Tra i tre tipi di biodiversità ricordati all’inizio quella che dà più notizie circa l'ecosistema che si sta<br />
indagando è la biodiversità delle specie.<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Due delle componenti più importanti della diversità sono il numero di specie e l'equiripartizione<br />
(eveness).<br />
La prima cosa da fare per studiare questa biodiversità è cercare di fare un inventario delle specie<br />
presenti, riconoscendole e contandole (va notato che la semplice attribuzione di questo numero<br />
ad un ecosistema richiede numerosi rilievi floristici e faunistici in campo e/o, nel caso la stagione<br />
non li consenta, un’accurata ricerca bibliografica).<br />
Inoltre, spesso è necessario contare anche gli individui per ogni specie (anche questa operazione<br />
richiede uno sforzo notevolissimo, ovvero la raccolta di un campione di organismi<br />
sufficientemente rappresentativo di tutte le specie della comunità), poiché esiste un altro aspetto<br />
della biodiversità che influenza profondamente il funzionamento degli ecosistemi: si tratta del<br />
grado di ripartizione degli organismi tra le specie (equiripartizione o eveness); infatti, è dimostrato<br />
che un aumento della diversità biologica, sia come maggior numero di specie sia come maggior<br />
equilibrio nei rapporti di dominanza, può modificare la capacità di sfruttare le risorse disponibili.<br />
Una volta contate le specie e gli individui per specie, si possono calcolare vari indici che<br />
misurano la diversità biologica, di cui il più usato è l'H' di Shannon-Wiener.<br />
Questo indice misura la quantità di informazione relativa alle specie presenti nel campione.<br />
Questa espressione rappresenta la quantità media di informazione per individuo, secondo un<br />
criterio per cui ogni individuo di una specie, una volta identificato, ha un contenuto di<br />
informazione tanto più rilevante quanto più la specie è rara.<br />
Se una comunità ha bassa ricchezza di specie ed è fortemente dominata da una di queste,<br />
l’identità di una selezione casuale di un individuo ha un basso grado di incertezza e il valore di H<br />
che ne deriva è basso.<br />
In una comunità con elevata ricchezza di specie ed equipartizione, c’è un elevato grado di<br />
incertezza associato all’identità di scelta casuale di un individuo o di una specie cresciuta in un<br />
punto scelto a caso.<br />
Questo indice ha dato prova di essere un robusto indice di diversità (ovviamente, come sopra<br />
ricordato, il suo valore è influenzato dalla ricchezza di specie e dall’evennes).<br />
Un altro indice utilizzato è quello di Simpson che misura la probabilità che due individui scelti a<br />
caso dal campione appartengano alla stessa specie; il valore di questo indice varia da 0 a 1 (0<br />
rappresenta infinità biodiversità, mentre 1 biodiversità nulla).<br />
Dall’indice di Simpson si può ricavare l’indice di biodiversità di Simpson che rappresenta la<br />
probabilità che due individui scelti a caso dal campione appartengano a specie differenti.<br />
E’ importante ricordare che per il calcolo di questi indici, dopo avere raccolto un campione di<br />
organismi appartenenti ad una certa comunità, bisogna assicurarsi che la raccolta sia stata fatta<br />
in maniera corretta, cioè senza privilegiare particolari zone dell'ecosistema o particolari specie.<br />
Avremo perciò un insieme di N organismi che sono stati classificati in S categorie (specie).<br />
In questo lavoro ci si è limitati all’elencazione delle specie presenti nella varietà di ambienti del<br />
Comune di San Michele al Tagliamento in modo da potersi avvicinare al dato ricchezza di specie<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
(numero di specie) e poter così segnalare quelle presenti negli allegati delle aree “Natura 2000”<br />
(SIC e ZPS) e le “Altre specie importanti di Flora e Fauna”.<br />
7.3 La tutela degli habitat<br />
È importante tenere presente che le specie non solo si sono evolute nel corso di milioni di anni,<br />
ma si sono coevolute, ovvero si sono adattate reciprocamente in maniera da coesistere all'interno<br />
di determinati territori caratterizzati da specifiche condizioni fisiche, chimiche, climatiche,<br />
vegetazionali. L'introduzione di specie alloctone, quindi, rappresenta sempre un pericolo.<br />
La nozione di biodiversità non si identifica solo con il problema della protezione delle specie<br />
vegetali e animali rare o in via di estinzione e la tutela del mezzo in cui vivono, e neppure con il<br />
numero e la diffusione delle specie. Il concetto di biodiversità proietta il problema molto di là dalla<br />
protezione di singole specie o di biotopi, interessa gli ecosistemi e il loro funzionamento e include<br />
i processi coevolutivi tra le parti che li costituiscono. Ecosistemi diversi danno luogo a forme di<br />
vita, culture e habitat diversi, la coevoluzione dei quali determina la conservazione della<br />
biodiversità.<br />
La distruzione o l’alterazione di habitat rappresenta la principale minaccia per la conservazione<br />
della biodiversità.<br />
Solitamente i maggiori livelli di biodiversità si concentrano in situazioni dinamiche e lungo<br />
l’interfaccia tra habitat diversi; infatti, un ecosistema stabile è generalmente meno ricco di un<br />
ecosistema in trasformazione. Per conservare la biodiversità, dunque, può essere necessario<br />
conservare l’instabilità e le situazioni di ecotono (con questo nome si indicano le aree di<br />
transizione tra ecosistemi differenti, come gli ambienti di riva o le aree arbustive tra i boschi o le<br />
praterie o i coltivi). Questi ambienti, infatti, possiedono caratteristiche proprie e molte specie<br />
vegetali ed animali si associano regolarmente ad esse.<br />
Nel Comune di San Michele al Tagliamento sono stati individuati 1 SIC e 1 ZPS. Va detto che<br />
l'individuazione dei siti di importanza comunitaria avviene attraverso una serie di criteri, tra questi<br />
il principale riguarda la presenza di specie di uccelli dell'allegato I della Direttiva Uccelli e/o<br />
Habitat e specie animali e vegetali degli allegati I e II della Direttiva 92/43/CEE.<br />
La Direttiva habitat ed il progetto Bioitaly hanno permesso la costruzione di una banca dati<br />
(banca dati Natura 2000) contenente moltissime informazioni sui siti selezionati, in particolare<br />
informazioni sulle specie e sugli habitat presenti.<br />
Per quanto riguarda le specie il data-base prevede la raccolta di dati relativi a piante vascolari,<br />
anfibi, rettili, uccelli, mammiferi, pesci ed invertebrati.<br />
Zona identificata come SIC<br />
Per le sue particolari caratteristiche, lungo il corso del fiume Tagliamento sono stati individuati 3<br />
Siti di importanza comunitaria (SIC), entro i quali gli Stati membri della Unione Europea, in base<br />
alla già menzionata direttiva "Habitat" del 1992, devono "contribuire a salvaguardare la<br />
biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna<br />
selvatiche".<br />
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Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Due SIC si trovano nel territorio del Friuli <strong>Venezia</strong> Giulia (Greto del Tagliamento, Valle del medio<br />
Tagliamento), uno in Veneto, nel Comune di San Michele al Tagliamento e Caorle (denominato<br />
LAGUNA DI CAORLE - FOCE DEL TAGLIAMENTO ed individuato da Bioitaly con il codice B IT 3250033<br />
(che accorpa gli ex IT 3250009, IT 3250014).<br />
Questo sito si presenta come un mosaico di ambienti costituiti da sistemi dunosi antichi e recenti,<br />
con numerose bassure umide ed acquitrini, valli arginate ed ambienti di foce.<br />
In particolare la zona litoranea è caratterizzata da frammenti della serie psammofila, da dune<br />
consolidate e da popolamenti di Pinus nigra var. austriaca e Pinus pinea con elevata presenza di<br />
elementi mediterranei; nelle radure sono presenti discrete formazioni a Juniperus communis e<br />
bassure interdunali di cenosi igrofile. Gli spazi acquei vallivi e di foce, invece, sono popolati da<br />
vegetazione alofita di fondale e di barena.<br />
Il particolare interesse naturalistico di questo sito è caratterizzato dalla molteplicità delle tipologie<br />
vegetazionali a dalla presenza di elementi floristici di notevole valore.<br />
Inoltre, include l’unica pineta della fascia litoranea veneta a Pino nero; è sito di nidificazioni, di<br />
rifugio e di passo ed è sede di zoocenosi e fitocenosi con caratteri esclusivi.<br />
In Veneto unico sito per Testudo hermanni (fig. 22), probabilmente autoctona.<br />
La Testudo hermanni presenta carapace fortemente convesso e negli adulti arriva fino a 20 cm.<br />
Le squame cornee sono grosse ed il guscio assume colorazioni giallastre, arancioni, verdastre<br />
con pigmentazioni scure sovrapposte. Il capo e gli arti sono di color verde-giallastro. Sulla punta<br />
della coda è presente un astuccio corneo, mentre ai lati di questa mancano i classici speroni<br />
presenti invece in altre specie. Sono presenti inoltre due caratteristiche lamine sopracaudali.<br />
Nella zona della foce di San Michele al Tagliamento è stata segnalata la sua presenza nelle dune<br />
fossili e boscate, viene perciò considerata come un relitto faunistico.<br />
Tra le cause di vulnerabilità si ricordano la frequentazione turistico-ricreativa che provoca<br />
calpestio e altera la vegetazione dunale, l’espansione degli insediamenti residenziali e turistici ed<br />
anche l’inquinamento delle acque.<br />
Una descrizione più dettagliata è possibile trovarla nella scheda dell’area SIC in questione, che al<br />
suo interno annovera anche le liste delle specie floro-faunistiche presenti, specificando se sono<br />
presenti negli Allegati della Direttiva 92/43/CEE (Habitat).<br />
7.4 Zona di Protezione Speciale (ZPS)<br />
Nel Comune di San Michele al Tagliamento si trova anche una porzione della Zona di Protezione<br />
Speciale denominata VALLE VECCHIA – ZUMELLE – VALLI DI BIBIONE, identificata con il codice<br />
Bioitaly IT3250041, in accordo con la Direttiva 79/409/CEE (Uccelli).<br />
Si tratta di un’area di notevole importanza per lo svernamento e la migrazione dell'avifauna legata<br />
alle zone umide. Durante la stagione migratoria e nei mesi invernali, nelle valli da pesca si<br />
concentrano la quasi totalità delle folaghe e degli anatidi di tutto il comprensorio lagunare. Gli<br />
ambienti di canneto offrono siti di nidificazione per numerose specie di ardeidi, come l'airone<br />
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Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
rosso, la garzetta e la nitticora, per il raro falco di palude e per numerosi passeriformi. Inoltre,<br />
sono segnalate presenze di tipi e sintipi endemici, nonché di specie ed associazioni rare e<br />
minacciate.<br />
La zona valliva bonificata che si trova alle spalle della zona litoranea e che comprende, tra i vari<br />
ambienti, anche sistemi dunosi di antica formazione, ha determinato l’inclusione di questa<br />
porzione del Comune di San Michele al Tagliamento.<br />
Anche per questa Zona è possibile trovare una descrizione più dettagliata nella scheda relativa ai<br />
siti “Natura 2000” in questione, che al suo interno annovera anche le liste delle specie florofaunistiche<br />
presenti, specificando se sono presenti negli Allegati della Direttiva Comunitaria<br />
“Uccelli”.<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Lista specie floro-faunistiche presenti nel comune di San Michele al Tagliamento 5<br />
5 Queste liste di specie sono state compilate consultando una parte della bibliografia disponibile sul litorale Veneto, in<br />
particolare quello bibionese, e sul fiume Tagliamento, relativamente al suo basso corso. Nella lista delle specie erbacee<br />
sono inserite specie dei vari ambienti (pineta, prato umido, prato arido, duna e retroduna, battigia, ecc). I dati per le specie<br />
macrofungine sono stati forniti da Livio Lorenzon del Gruppo micologico della Marca Trevigiana P.A. Saccardo di<br />
Spresiano (TV). Per l’individuazione delle specie elencate negli allegati delle Direttive Habitat ed Uccelli ci si è riferiti a<br />
quelle presenti nelle schede delle aree SIC e ZPS gentilmente concesse dalla Regione Veneto.<br />
INDICATORI AMBIENTALI<br />
Gli indicatori sono ormai strumenti sempre più utilizzati nelle relazioni <strong>ambientali</strong> a carattere internazionale e nazionale.<br />
L’indicatore si riferisce ad un parametro o una specie (chimica, fisica o biologica) avente una stretta relazione con un<br />
fenomeno ambientale, in grado di fornire informazioni sulle caratteristiche dell’evento nella sua globalità, nonostante ne<br />
rappresenti solo una parte. Funzione principale dell’indicatore è la rappresentazione sintetica dei problemi indagati in<br />
modo però da conservare il contenuto informativo dell’analisi. La scelta e l’uso di un particolare indicatore sono<br />
strettamente collegati allo scopo che si vuole raggiungere. La generale tendenza a livello internazionale è quella di<br />
classificare gli indicatori in base allo schema Pressione Stato Risposta (PSR), che si basa sul concetto di causa/effetto e<br />
prevede lo sviluppo di una serie di indicatori <strong>ambientali</strong> suddivisi in:<br />
- indicatori di pressione ambientale: le diverse attività umane che costituiscono fonti di pressione sui vari comparti<br />
<strong>ambientali</strong>;<br />
- indicatori di stato: la qualità dell’ambiente attuale e le sue alterazioni;<br />
- indicatori di risposta: si riferiscono alle misure prese dalla società per migliorare lo stato dell’ambiente.<br />
Qui di seguito si fa riferimento ad alcuni Indicatori relativi alla biodiversità elaborati dall’OCSE e dall’ANPA.<br />
La Biodiversità a livello di specie.<br />
Indicatori di stato:<br />
Specie minacciate di estinzione sul totale di numero di specie. In cui le specie si possono attribuire alle seguenti<br />
categorie: - Specie estinte; - Specie minacciate di estinzione; - Specie vulnerabili; - Specie rare; - Specie a status<br />
indeterminato<br />
Numero di specie protette da legislazione nazionale ed internazionale.<br />
Stato di conservazione delle specie migratrici.<br />
Biodiversità per specie.<br />
Condizione e trend di alcune specie e gruppo di specie.<br />
Numero di specie di vertebrati protette.<br />
Numero di specie naturalizzate diventate invasive.<br />
La situazione delle Foreste.<br />
Alcuni indicatori (di stato) potrebbero essere:<br />
Percentuale di foreste degradate o in situazione di disturbo rispetto al totale.<br />
Percentuale dell'area riforestata con successo in rapporto all'area utilizzata (inclusa rinnovazione naturale).<br />
Percentuale delle foreste protette in rapporto all'area forestata.<br />
Funzione delle foreste.<br />
Nel territorio di San Michele al Tagliamento si possono segnalare in tal senso: la funzione turistico-ricreativa; la funzione<br />
paesistica; la funzione protettiva; la funzione di fissazione del carbonio<br />
Gli Incendi boschivi.<br />
Indicatori di pressione:<br />
Incendi : numero degli eventi ed area incendiate .<br />
Indicatori di impatto:<br />
Numero annuo di incendi per classe di superficie.<br />
Percentuale di superficie boscata percorsa annualmente da incendi.<br />
Superficie media percorsa per ogni incendio boschivo.<br />
Numero di incendi interessanti territori vincolati.<br />
La situazione delle aree protette e della diversità a livello ecosistemico.<br />
Indicatori di risposta:<br />
Percentuale di aree protette.<br />
Stato di attuazione delle direttive UE “Habitat” e “Uccelli”.<br />
Indicatori di stato:<br />
Distribuzione delle principali tipologie di habitat sul territorio comunale.<br />
Gli indicatori sopra menzionati sono esemplificativi di quelli che possono essere utilizzati. Il processo di raccolta ed<br />
elaborazione dei dati necessari richiede comunque un lavoro ad hoc proprio sulla biodiversità e sulle altre categorie di<br />
indicatori.<br />
[Fonti: Del Favero, Biodiversità e indicatori nei tipi forestali del Veneto, M.Gatto e R.Casagrandi<br />
Dispense del corso di Ecologia,2003 ; Scarsi, 1998 ;Waite, 2000.<br />
<strong>Rapporto</strong> sullo stato dell’ambiente della provincia di Padova.<br />
Flora e fauna della pianura veneta orientale nr.4, Osservazioni di campagna 2001.<br />
Associazione naturalistica sandonatese, Osservatorio floro-faunistico veneto orientale, Provincia di <strong>Venezia</strong>].<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
La dotazione floro-faunistica del mosaico di ambienti sopra descritti costituisce una componente<br />
particolare della biodiversità dell’area, caratterizzata complessivamente da un livello elevato che<br />
comprende anche elementi di particolare rarità. 6<br />
La gestione sostenibile della biodiversità nei termini definiti dalla Convenzione di Rio richiede la<br />
conoscenza dei diversi livelli di organizzazione dei sistemi viventi e delle interazioni virtuose o<br />
problematiche tra gruppi sociali e componenti ecosistemiche.<br />
Purtroppo tali conoscenze sono limitate; in genere, se è buona la conoscenza relativa ai<br />
vertebrati e alle piante superiori lo stesso non può dirsi per molti altri gruppi di organismi meno<br />
appariscenti e visibili.<br />
Legenda simbologia utilizzata:<br />
* - specie presente negli Allegati della Direttiva 92/43/CEE (Habitat).<br />
# - specie presente negli Allegati della Direttiva 79/409/CEE (Uccelli).<br />
§ - Altre specie importanti di Flora e Fauna per “Natura 2000”.<br />
Lista specie vegetazione arborea ed arbustiva<br />
Acer campestre (acero campestre)<br />
Ailanthus altissima (ailanto)<br />
Alnus glutinosa (ontano nero)<br />
Alnus incana (ontano bianco)<br />
Amorpha fruticosa (falso indaco)<br />
Berberis vulgaris (crespino)<br />
Corylus avellana (nocciolo)<br />
Cornus mas (corniolo)<br />
Cornus sanguinea (sanguinella)<br />
Cotinus coggygria (scotano)<br />
Crataegus monogyna (biancospino)<br />
Erica carnea (erica carnicina) §<br />
Fraxinus ornus (orniello)<br />
Hippophae rhamnoides (olivello spinoso)<br />
Juniperus communis (ginepro comune)<br />
Ligustrum vulgare (ligustrello)<br />
Lonicera japonica (caprifoglio giapponese)<br />
Ostrya carpinifolia (carpino nero)<br />
Phyllirea angustifolia (ilatro comune) §<br />
Pinus brutia (pino paroliniano)<br />
Pinus halepensis (pino d’Aleppo)<br />
Pinus nigra var. austriaca (pino nero)<br />
Pinus pinaster (pino marittimo)<br />
Pinus pinea (pino domestico)<br />
Pittosporum tobira (pittosporo)<br />
Platanus acerifolia (platano comune)<br />
Populus alba (pioppo bianco)<br />
Populus nigra (pioppo nero)<br />
Populus x ibrida (pioppo ibrido euramericano)<br />
Prunus spinosa (prugnolo)<br />
Pyracantha coccinea (piracanta)<br />
6<br />
Visto il periodo dello studio è stato possibile effettuare in minima parte i rilievi floristici e soprattutto per le piante con<br />
portamento arboreo ed arbustivo; perciò le successive liste non sono esaustive di tutte le specie presenti nel territorio<br />
comunale di San Michele al Tagliamento.<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Quercus ilex (leccio) §<br />
Quercus pubescens (roverella)<br />
Quercus robur (farnia)<br />
Robinia pseudoacacia (robinia)<br />
Rosa sempervirens (rosa di San Giovanni)<br />
Rubus ssp. (rovo)<br />
Salix alba (salice bianco)<br />
Salix daphnoides (salice glauco)<br />
Salix elaeagnos (salice ripariolo)<br />
Salix purpurea (salice rosso)<br />
Salix rosmarinifolia (salice a foglia di rosmarino) §<br />
Salix trianda (salice da ceste)<br />
Tamarix gallica (tamerice)<br />
Tilia cordata (tiglio selvatico)<br />
Ulmus minor (olmo campestre)<br />
Viburnum lantana (lantana)<br />
Sono elencate 46 specie di cui 3 importanti per la rete “Natura 2000”.<br />
Lista specie vegetazione erbacea<br />
Anacamptis pyramidalis (orchide)<br />
Anthericum ramosus (lilioasfodelo minore)<br />
Asparagus acutifolius (asparago pungente) §<br />
Carex humilis (carice minore)<br />
Cistus incanus (cisto rosso) §<br />
Clematis flammula (clematide fiammola) §<br />
Epilobium dodonaei (ramerino di fiume)<br />
Epipactis palustris (elleborina palustre) §<br />
Equisetum arvense (equiseto)<br />
Euphorbia cyparissias (erba cipressina)<br />
Genista tintoria (ginestra minore)<br />
Gentiana pneumonanthe (genziana mettimborsa)§<br />
Gladiolus paluster (gladiolo di palude)<br />
Globularia punctata (vedovella dei prati)<br />
Hedera helix (edera)<br />
Limodorum abortivum (fior di legna) §<br />
Lythrum salicaria (salcerella)<br />
Lonicera etrusca santi (caprifoglio etrusco) §<br />
Neottia nidus-avis (nido d’uccello) §<br />
Ophrys araneola (ofride di Tommasini)<br />
Osyris alba (ginestrella)<br />
Plantago altissima (piantaggine palustre) §<br />
Primula farinosa (Primula farinosa) §<br />
Rubia peregrina (Robbia pellegrina) §<br />
Samolus valerandi (lino acquatico)<br />
Senecio paludosus (senecione palustre)<br />
Smilax aspera (Salsapariglia) §<br />
Thelipteris palustris (Felce palustre)<br />
Tofieldia calyculata (Tajola comune) §<br />
Valeriana dioica (valeriana palustre)<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
VEGETAZIONE PSAMMOFILA<br />
Arundo donax (canna domestica)<br />
Agropyrum junceum (gramigna delle spiagge)<br />
Ammophila littoralis (sparto pungente)<br />
Bolboschoenus maritimus (lisca marittima)<br />
Cakile marittima (ravastrello marittimo)<br />
Calystegia soldanella (convolvolo delle spiagge)<br />
Echinophora spinosa (finocchio litorale spinoso)<br />
Eryngium maritimun (eringio marittimo)<br />
Euphorbia peplis (euforbia delle spiagge)<br />
Medicago marina (erba medica marina)<br />
Oenothera biennis (enagra)<br />
Phleum arenarium (codolina delle spiagge)<br />
Phragmites australis (cannuccia di palude)<br />
Salsola kali (salsola erba cali)<br />
Scabiosa argentea (vedovina delle spiagge) §<br />
Sparganium erectum (coltellaccio)<br />
Tortula ruralis (muschio delle spiagge)<br />
Typha latifolia (tifa)<br />
Trachomitum venetum (apocino veneto) §<br />
Tragus racemosus (lappola)<br />
Xanthium italicum (nappola italiana)<br />
AREE RETRODUNALI E DUNE FOSSILI<br />
Artemisia caerulescens (assenzio marittimo) §<br />
Arthrocnenum fruticosum (salicornia frutticosa)<br />
Epipactis atrorubens (elleborina violacea)<br />
Erianthus ravannae (canna del Po)<br />
Euphrasia marchesetti (eufrasia di Marchesetti)*<br />
Gladiolus palustris (gladiolo palustre)<br />
Inula crithmoides (erba bacicci)<br />
Juncus acutus (giunco acuto)<br />
Limonium serotinum (limonio comune)<br />
Parnassia palustris (parnassia)<br />
Salicornia veneta (salicornia veneta)*<br />
Schoenus nigricans (giunco nero comune)<br />
Stipa veneta (lino delle fate) §<br />
Sono riportate 67 specie di cui 2 incluse negli allegati delle Direttiva “Habitat” e 19<br />
importanti per la rete “Natura 2000”.<br />
Liste specie Faunistiche<br />
Uccelli<br />
AMBIENTE RURALE E GOLENALE<br />
Accipiter gentilis (astore)<br />
Accipiter nisus (sparviere)<br />
Aegithalos caudatus (codibugnolo)<br />
Alauda arvensis (allodola)<br />
Alcedo atthis (martin pescatore) #<br />
Asio flammeus (gufo di palude) #<br />
Asio otus (gufo comune)<br />
Athene noctua (civetta)<br />
Buteo buteo (poiana)<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Calandrella brachydactyla (calandrella) #<br />
Caprimulgus europaeus (succiacapre) #<br />
Cettia cetti (usignolo di fiume)<br />
Ciconia ciconia (cicogna bianca) #<br />
Circus aeroginosus (falco di palude) #<br />
Circus cyaneus (albanella reale) #<br />
Circus pygargus (albanella minore) #<br />
Columba palumbus (colombaccio)<br />
Corvus corone cornix (cornacchia grigia)<br />
Corvus frugilegus (corvo comune)<br />
Corvus monedula (taccola)<br />
Coturnix coturnix (quaglia)<br />
Cuculus canorus (cuculo)<br />
Emberiza cia (zigolo muciatto)<br />
Emberiza citrinella (zigolo giallo)<br />
Erithacus rubecola (pettirosso)<br />
Falco columbarius (smeriglio) #<br />
Falco tinninculus (gheppio)<br />
Falco vespertinus (falco cuculo)<br />
Ficedula hypoleuca (balia nera)<br />
Fringilla coelebs (fringuello)<br />
Galerida cristata (cappellaccia)<br />
Garrulus glandarius (ghiandaia)<br />
Hirundo rustica (rondine)<br />
Ixobrychus minutus (tarabusino) #<br />
Jynx torquilla (torcicollo)<br />
Lanius collurio (averla piccola) #<br />
Luscinia megarhyncos (usignolo)<br />
Merops apiaster (gruccione)<br />
Miliaria calandra (strillozzo)<br />
Motacilla alba (ballerina bianca)<br />
Motacilla cinerea (ballerina gialla)<br />
Motacilla flava (cutrettola)<br />
Muscicapa striata (pigliamosche)<br />
Oriolus oriolus (rigogolo)<br />
Otus scops (assiolo)<br />
Parus major (cinciallegra)<br />
Passer montanus (passera mattugia)<br />
Phasianus colchicus (fagiano)<br />
Philloscopus sp. (luì)<br />
Phoenicorus ochruros (codirosso spazzacamino)<br />
Phoenicorus phoenicorus (codirosso)<br />
Pica pica (gazza)<br />
Picoides major (picchio rosso maggiore)<br />
Picus viridis (picchio verde)<br />
Prunella modularis (passera scopaiola)<br />
Regolus regolus (regolo)<br />
Remiz pendulinus (pendolino)<br />
Saxicola torquata (saltimpalo)<br />
Scolopax rusticola (beccaccia)<br />
Serinus serinus (verzellino)<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Streptopelia decaocto(tortora dal collare orientale)<br />
Streptopelia turtur (tortora selvatica)<br />
Sturnus vulgaris (storno)<br />
Sylvia atricapilla (capinera)<br />
Sylvia communis (sterpazzola)<br />
Troglodytes troglodytes (scricciolo)<br />
Turdus merula (merlo)<br />
Turdus philomelos (tordo sassello)<br />
Turdus viscivorus (tordela)<br />
Upupa epops (upupa)<br />
AMBIENTE ACQUATICO<br />
Acrocephalus scirpaceus (cannaiola)<br />
Acrocephalus arundinaceus (cannareccione)<br />
Acrocephalus schoenobaenus (forapaglie)<br />
Anas acuta (codone)<br />
Anas platyrhynchos (germano reale)<br />
Anser albifrons (oca lombardella)<br />
Anser anser (oca selvatica)<br />
Anser fabalis (oca granaiola)<br />
Ardea cinerea (airone cenerino)<br />
Aythya ferina (moriglione)<br />
Aythya fuligola (moretta)<br />
Aythya marila (moretta grigia)<br />
Aquila clanga (aquila anatraia maggiore) #<br />
Ardea purpurea (airone rosso) #<br />
Ardeola ralloides (sgarza ciuffetto) #<br />
Botaurus stellaris (tarabuso) #<br />
Calidris alba (piovanello tridattilo)<br />
Calidris alpina (piovanello pancianera)<br />
Calidris canutus (piovanello maggiore)<br />
Calidris ferruginea (piovanello)<br />
Calidris minuta (gambecchio)<br />
Carduelis cannabina (fanello)<br />
Charadrius alexandrinus (fratino)<br />
Charadrius dubius (corriere piccolo)<br />
Chlydonias niger (mignattaio) #<br />
Chlydonias hybridus (mignattino piombato) #<br />
Ciconia ciconia (cicogna bianca) #<br />
Ciconia nigra (cicogna nera) #<br />
Coracias garrulus (ghiandaia marina) #<br />
Cygnus bewickii (cigno minore) §<br />
Cygnus cygnus (cigno selvatico) #<br />
Cygnus olor (cigno reale)<br />
Egretta alba (airone bianco maggiore) #<br />
Egretta garzetta (garzetta) #<br />
Fulica atra (folaga)<br />
Gallinago gallinago (beccaccino)<br />
Gallinula chloropus (gallinella d’acqua)<br />
Gavia arctica (strolaga mezzana) #<br />
Gavia stellata (strolaga minore) #<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Glareola pratincola (pernice di mare) #<br />
Haematopus ostralegus (beccaccia di mare)<br />
Haliaeetus albicilla (aquila di mare) #<br />
Himantopus himantopus (cavaliere d’Italia) #<br />
Larus cachinnas (gabbiano reale mediterraneo)<br />
Larus canus (gavina)<br />
Larus melanocephalus (gabbiano corallino) #<br />
Larus ridibundus (gabbiano comune)<br />
Limosa lapponica (pittima minore)<br />
Limosa limosa (pittima reale)<br />
Netta rufina (fistione turco)<br />
Numenius arquata (chiurlo maggiore)<br />
Numenius phaeopus (chiurlo piccolo)<br />
Nycticorax nycticorax (nitticora) #<br />
Phalacrocorax carbo (cormorano)<br />
Phalacrocorax pygmeus (marangone minore) #<br />
Plataea leucorodia (spatola) #<br />
Pluvialis squatarola (pivieressa)<br />
Podiceps nigricollis (svasso piccolo)<br />
Podiceps cristatus (svasso maggiore)<br />
Porzana parva (schiribilla) #<br />
Porzana porzana (voltolino) #<br />
Recurvirostra avosetta (avocetta) #<br />
Sterna albifrons (fraticello) #<br />
Sterna caspia (sterna maggiore) #<br />
Sterna hirundo (sterna comune) #<br />
Sterna sandvicensis (beccapesci) #<br />
Tadorna ferruginea (casarca) #<br />
Tadorna tadorna (volpoca)<br />
Trachybaptus ruficollis (tuffetto)<br />
Tringa hypoleucos (piro-piro piccolo)<br />
Tringa nebularia (pantana)<br />
Sono elencate 141 specie (considerando le specie nidificanti, regolari ed irregolari, le specie la<br />
cui nidificazione è solo supposta e le “migratrici-svernanti”) di cui 40 comprese negli allegati della<br />
direttiva “Uccelli” e 1 specie importante per la rete “Natura 2000”.<br />
Anfibi e rettili<br />
Bufo bufo (rospo comune)<br />
Bufo viridis (rospo smeraldino)<br />
Coluber viridiflavus (biacco)<br />
Elaphe longissima (saettone) §<br />
Coronella austriaca (colubro liscio)<br />
Emys orbicularis (tartaruga palustre) *<br />
Hyla intermedia (raganella italiana)<br />
Lacerta viridis (ramarro)<br />
Natrix natrix (biscia dal collare)<br />
Natrix tassellata (biscia tassellata)<br />
Podarcis muralis (lucertola muraiola)<br />
Podarcis sicula (lucertola campestre)<br />
34
Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Rana dalmatina (rana agile)<br />
Rana latastei (rana di lataste) *<br />
Rana synklepton esculenta (rana verde)<br />
Testudo hermanni (testuggine di Hermann) *<br />
Vipera aspis (vipera comune) §<br />
Sono elencate 17 specie di cui 3 comprese nell’allegato della direttiva “Habitat” e 2 importanti per<br />
la rete “Natura 2000”.<br />
Mammiferi<br />
Arvicola terrestris (arvicola d’acqua)<br />
Capreolus capreolus (capriolo)<br />
Dama dama (daino)<br />
Erinaceus europeus (riccio)<br />
Lepus europaeus (lepre)<br />
Martes foina (faina)<br />
Meles meles (tasso)<br />
Microtus savii (arvicola del Savi)<br />
Mustela nivalis (donnola)<br />
Mustela putorius (puzzola) §<br />
Mycromys minutus (topolino delle risaie)<br />
Myocastor coypus (nutria)<br />
Neomys anomalus (toporagno acquatico di Miller)<br />
Rattus norvegicus (ratto delle chiaviche)<br />
Sciurus vulgaris (scoiattolo)<br />
Sorex arunci (toporagno)<br />
Sus scrofa (cinghiale)<br />
Talpa europea (talpa)<br />
Vulpes vulpes (volpe)<br />
Sono elencate 20 specie di cui 1 importante per la “Rete Natura 2000”.<br />
Lista specie ittiche<br />
Acipenser sturio (storione comune)<br />
Acipenser naccarii (storione cobice)<br />
Albumus albumus (alborella)<br />
Alosa fallax (cheppia)<br />
Anguilla anguilla (anguilla)<br />
Aphanius fasciatus (nono)<br />
Barbus barbus plebejus (barbo)<br />
Chondrostoma toxostoma (naso occidentale)<br />
Cottus gobio (scazzone)<br />
Cyprinus carpio (carpa)<br />
Dicentrarchus labrax (spigola)<br />
Exos lucius (luccio)<br />
Gasterosteus aculeatus (spinarello)<br />
Lampetra zanandreai (lampedra padana)<br />
Leuciscus cephalus (cavedano)<br />
Knipowitschia panizzai (ghiozzetto lagunare) *<br />
Mugil cephalus (cefalo)<br />
Padogobius martensi<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Petromyzon marinus (lampreda di mare dal corpo anguilliforme)<br />
Phoxinus phoxinus (sanguinerola)<br />
Platichys flesus luscus (passera)<br />
Potamoschistus canestrinii (ghiozzetto cenerino) *<br />
Rutilus aula (triotto)<br />
Salmo trutta trutta (trota fario)<br />
Salmo trutta marmoratus (trota marmorata)<br />
Scardinius erythrophtalmus (scardola)<br />
Thymallus thymallus (temolo)<br />
Tinca tinca (tinca)<br />
Sono elencate 28 specie di cui 2 comprese nell’allegato della direttiva “Habitat” .<br />
Lista specie macrofunghi più comuni nella pineta di Bibione<br />
Agrocybe aegerita<br />
Amanita pantherina<br />
Amanita phalloides<br />
Auricolaria auricola judae<br />
Chroogomphus rutilus<br />
Clathrus ruber<br />
Collybia butyracea<br />
Coprinus picaceus<br />
Flammulina velutipes<br />
Helvella crispa<br />
Helvella lacunosa<br />
Helvella spadicea<br />
Hypholoma fasciculare<br />
Inocybe sp.<br />
Lactarius atlanticus<br />
lactarius chrysorrheus<br />
Lactarius vinosus<br />
Leccinum sp.<br />
Lepista nuda<br />
Lepista sordida<br />
Melanoleuca sp.<br />
Morchella esculenta var. vulgaris<br />
Mycena seynii<br />
Omphalina pyxidata<br />
Rhyzopogon vulgaris<br />
Russula sanguinea<br />
Russula sardonia<br />
Russula torulosa<br />
Schyzophyllum commune<br />
Suillus collinitus<br />
Trametes versicolor<br />
Tricholoma popolinum<br />
Tricholoma sulphureum<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Tulustoma brumale<br />
Volvariella gloiocephala<br />
Sono elencate 35 specie di macrofunghi presenti nella pineta di Bibione.<br />
E’ importante ricordare che la biodiversità a livello di specie non può limitarsi all'individuazione<br />
del numero di specie presenti all'interno del territorio esaminato, ma risulta di fondamentale<br />
importanza la localizzazione delle specie individuate, il numero di individui presenti (abbondanza<br />
per singola specie) e l'andamento nel tempo di questi parametri.<br />
In relazione all’Orno-lecceta di Valle Grande a Bibione, si riportano una serie di dati estrapolati<br />
dal libro “Biodiversità e indicatori nei tipi forestali del Veneto”:<br />
BIODIVERSITÀ<br />
unità nel territorio<br />
diffusione: rara<br />
distribuzione: molto frazionata<br />
contaminazione attiva: bassa<br />
contaminazione passiva: alta<br />
PREGIO NATURALISTICO<br />
pregio floristico e vegetazionale<br />
indicatore pregio floristico: 2<br />
specie pregiate: Limodorum abortivum, Osyris alba, Phillyrea angustifolia, Rosa sempervirens,<br />
Stipa veneta, Trachomitum venetum<br />
pregio vegetazionale: alto<br />
PREGIO CROMATICO<br />
indicatore pregio cromatico: 3,57<br />
specie con pregio cromatico: Amorpha fruticosa, Berberis vulgaris, Cornus sanguinea, Crataegus<br />
monogyna, Fraxinus ornus, Prunus spinosa, Pyracantha coccinea, Robinia pseudacacia,<br />
Viburnum lantana<br />
SUSCETTIVITÀ ALLE CALAMITÀ NATURALI<br />
INCENDI<br />
potenziale pirologico: 25/medio alto<br />
modelli di combustibile: n.d.<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
8. RACCOLTA DI PROPOSTE RISOLUTIVE<br />
Servizi Forestali Regionali di <strong>Venezia</strong> e Treviso<br />
PROGETTO LIFE “ AZIONI CONCERTATE PER LA SALVAGUARDIA DEL LITORALE VENETO” (Fase operativa<br />
dal 02.01.2004 al 31.12.2006).<br />
Il progetto di massima è già stato approvato e nei prossimi mesi avranno inizio degli interventi a<br />
livello locale realizzati a cura dei Servizi Forestali Regionali di <strong>Venezia</strong> e Treviso e di Padova e<br />
Rovigo, con la partecipazione di Veneto Agricoltura.<br />
Sono previsti prevalentemente interventi sul territorio atti a recuperare gli errori compiuti nelle<br />
gestioni passate. L’azione concertata ha lo scopo di fare in modo che i diversi Enti operino con gli<br />
stessi obiettivi ed agiscano seguendo linee guida conformi.<br />
Consorzio di Bonifica “Pianura Veneta dal Livenza al Tagliamento “<br />
Dall’indagine è emerso che negli ultimi anni non sono stati effettuati interventi nel territorio<br />
comunale di San Michele al Tagliamento, poiché il Consorzio è intervenuto prevalentemente su<br />
progetti inerenti l’area di “Valle Vecchia” (Caorle).<br />
Nel prossimo futuro comunque sono stati ipotizzati progetti relativi al Progetto LIFE “Fasce<br />
Tampone Boscate in ambiente agricolo” e all’impianto di boschi di pianura seguendo le linee<br />
guida della Legge Regionale nr.13/2003 “Norme per la realizzazione di boschi nella pianura<br />
veneta”.<br />
Genio Civile di <strong>Venezia</strong> (Ufficio distaccato di Portogruaro)<br />
Nella seconda metà degli anni Ottanta il Magistrato alle Acque di <strong>Venezia</strong> ha dato avvio ai lavori<br />
di ricalibratura del tratto del basso Tagliamento, atti a risolvere situazioni di carenza strutturale e<br />
di rischio idraulico.<br />
Da pochi anni è il Genio Civile di <strong>Venezia</strong> ad occuparsi del fiume Tagliamento: oltre all’ordinaria<br />
manutenzione, sono previsti nel prossimo futuro interventi atti a ridurre l’erosione spondale del<br />
fiume Tagliamento, in particolare nei tratti in cui si formano erosioni lontane dalla sponda e<br />
creano scavi a notevole profondità.<br />
Altri interventi per limitare l’erosione sono previsti nel canale scolmatore Cavrato per i quali sono<br />
stati già stanziati finanziamenti.<br />
Provincia di <strong>Venezia</strong><br />
La pianificazione della Provincia di <strong>Venezia</strong> al presente si concentra sulla costituzione di una<br />
“rete ecologica provinciale” che ha lo scopo di costituire una dorsale ecologica che attraversi tutto<br />
il territorio.<br />
Per quanto riguarda questo progetto è da poco scaduto il bando per il quale potranno accedere ai<br />
finanziamenti tutti gli imprenditori agricoli singoli od associati che abbiano diritto a condurre la<br />
superficie oggetto d’intervento per un periodo di almeno 10 anni consecutivi.<br />
L’intervento di nuovo impianto dovrà riguardare una superficie compresa fra 2.500 e 10.000 m 2<br />
interessata per il 50% dalla messa a dimora d’alberi e arbusti e per il 50% da un prato polifita.<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Le aree naturali dovranno sorgere lungo quella che diventerà la linea d’appoggio per un corridoio<br />
ecologico che passi attraverso l’intero territorio provinciale, dall’area meridionale fino al<br />
Tagliamento, denominata “dorsale ecologica principale.<br />
Nel bando è pubblicato anche l’elenco delle specie arboree e arbustive che dovranno essere<br />
utilizzate: si va dall’acero campestre al carpino bianco, dal pioppo alla farnia, dal corniolo al<br />
nocciolo, dal salice alla rosa canina, soltanto per citarne alcuni.<br />
Per quanto riguarda il comune di San Michele al Tagliamento sono giunte alla Provincia circa una<br />
decina di domande per ricevere il finanziamento atto a realizzare nuove aree naturali che<br />
combinino boschi e prati. La partenza della fase operativa è prevista a circa metà marzo0 del<br />
2004.<br />
Comune di San Michele al Tagliamento<br />
PROGETTO: UN ALBERO PER OGNI NUOVO NATO<br />
Il progetto voluto dall’Amministrazione Comunale (Assessorato ai Lavori Pubblici, all’Ambiente e<br />
Difesa del Territorio) del Comune di S.Michele al T., iniziato nel 1993 è tutt’ora in corso d’opera.<br />
Il piano si rifà alla legge n. 113 del 29 gennaio 1992: obbligo per il comune di residenza di porre a<br />
dimora un albero per ogni neonato a seguito della registrazione anagrafica. Con tale normativa si<br />
fa carico ai comuni di piantare un albero per ogni nuovo nato iscritto nel comune di residenza dei<br />
genitori. La legge precisa che “spetta ai comuni l’onere di provvedere l’individuazione delle aree<br />
da destinare all’impianto, la preparazione del terreno, l’apertura delle buche, la manutenzione e la<br />
creazione di percorsi didattici” (eventualmente utilizzando le aree demaniali con il conseguente<br />
vincolo del verde pubblico vedi allegato n° ).<br />
Gli obiettivi della legge più importanti sono perciò la sensibilizzazione delle nuove generazioni al<br />
tema dell’ambiente e del paesaggio, il miglioramento delle qualità della vita nei centri urbani,<br />
l’aumento del patrimonio del verde pubblico.<br />
L’Amministrazione Comunale ha individuato delle aree in ogni frazione del comune entro cui<br />
piantare gli alberi, uno per ogni bambino nato dal 1993 ad oggi.<br />
Le aree individuate (allegato n. x) come “parchi” si trovano a: Villanova della Cartera (via Toti),<br />
S.Giorgio al Tagliamento (via Dote), S.Michele al T. (via De Amicis), Cesarolo (via Conciliazione),<br />
Bibione (via del Sagittario).<br />
Sono state utilizzate nell’intervento le seguenti specie: Acer pseudoplatanus L., Acer campestris<br />
L, Carpinus betulus L., Celtis australis L., Fagus selvatica L., Fagus sylvatica var. purpurea,<br />
Fraxinus excelsior L., Fraxinus ornus L., Populus nigra var. italica, Prunus pado L., Quercus robur<br />
L., Tilia cordata Miller e Ulmus carpinifolia.<br />
Al presente, il progetto è stato realizzato solo nelle aree di Villanova (dove sono state piantate<br />
circa 50 alberi) e Bibione (circa 270 alberi); nell’area di S.Giorgio al T., il finanziamento è stato<br />
stanziato ma il progetto non è stato portato a termine poiché i privati non hanno accettato l’offerta<br />
d’indennizzo (esproprio per cause di pubblica utilità).<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
RIMBOSCHIMENTO COMPENSATIVO<br />
In tre aree del comprensorio di Bibione, all’interno della zona urbanizzata (lungo via Baseleghe),<br />
sono stati effettuati degli interventi di rimboschimento compensativo sulla linea della Legge<br />
Forestale Regionale 52/1978 che prevede nel caso di una riduzione della superficie forestale, la<br />
destinazione a bosco di almeno altrettanta superficie (art. 15).<br />
Le lottizzazioni C2-1 e l’area attigua al centro sportivo sono state rimboschite dal Comune per<br />
compensazione a seguito di un incendio.<br />
L’area nei pressi del Camping Tridente (Bosco Canoro) invece è il risultato di un intervento<br />
compiuto dai Servizi Forestali Regionali di <strong>Venezia</strong> e Treviso e da privati cittadini.<br />
PROGETTO DI CERTIFICAZIONE EMAS PER IL POLO TURISTICO DI BIBIONE<br />
Per preservare le caratteristiche uniche, presenti a Bibione e favorire allo stesso tempo lo<br />
sviluppo turistico nel comune, è nato il bisogno di introdurre un sistema integrato di gestione<br />
territoriale il cui compito è quello di pianificare tutte le azione necessarie per il mantenimento<br />
ambientale – territoriale, mettendo in atto una serie di procedure per la riduzione di eventuali<br />
impatti <strong>ambientali</strong>. E’ stato ricercato un sistema di riconoscimento che non fosse di<br />
autocerticazione, ma che fosse di super partes, il più oggettivo possibile.<br />
Dal 2002 è stato perciò scelto per l’intero territorio di Bibione un Sistema di Verifica e Gestione<br />
Ambientale secondo il Regolamento Europeo EMAS (Environmental Management and Audit<br />
Scheme).<br />
Questo marchio EMAS (concesso in base al regolamento Europeo 761/2001) viene riconosciuto<br />
da un ente di certificazione internazionale, indipendente, accreditato e professionale attraverso<br />
una serie di norme, standard di riferimento aventi il compito di realizzare e valutare la corretta<br />
gestione ambientale. E’ importante sottolineare come la Registrazione EMAS non fosse mai stata<br />
rilasciata ad un territorio, né ad un polo turistico. La Commissione Europea ha, infatti, definito<br />
Bibione come riferimento di eccellenza in Europa per l’efficienza ambientale ed il turismo<br />
sostenibile.<br />
Nella sua fase iniziale questo progetto è stato contraddistinto da una “Pre – Analisi Ambientale<br />
Iniziale” condotta dal CESQA (Centro Studi Qualità Ambiente) dell’Università di Padova che ha<br />
rilevato le caratteristiche <strong>ambientali</strong> del territorio, numero e tipologia dei servizi ed attività presenti<br />
e procedure <strong>ambientali</strong> gia esistenti nel territorio.<br />
Importante è ricordare come in questa analisi iniziale siano stati valutati il parere dei cittadini,<br />
turisti, degli operatori e dei soggetti istituzionali attraverso un sistema comunicativo informativo e<br />
di indagine di "customer satisfaction ambientale" utilizzando specifici questionari contenenti una<br />
cinquantina di domande.<br />
L’applicazione del Regolamento EMAS a Bibione ha preso ufficialmente avvio con la firma del<br />
“protocollo d’intesa” il 19 giugno 2000. Hanno partecipato alla sottoscrizione il Ministero<br />
dell’Ambiente, il Ministero dell’Industria Commercio e Artigianato, la Sezione EMAS Italia del<br />
Comitato per l’Ecolabel e l’ Ecoaudit, l’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente,<br />
l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Veneto, l’Assessorato all’Ambiente e<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
l’Assessorato al Turismo della Regione Veneto e della Provincia di <strong>Venezia</strong>, dalla Camera di<br />
Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura di <strong>Venezia</strong> ed infine la maggioranza degli<br />
operatori locali.<br />
Questi Enti hanno in seguito nominato un Comitato Esecutore costituito da qualificati tecnici<br />
<strong>ambientali</strong> aventi il compito di creare questo sistema gestionale ambientale.<br />
Dopo la redazione dello Studio di Fattibilità approvato dal Comitato EMAS Italia per<br />
l’identificazione e valutazione delle fasi operative del progetto, è stata realizzata un’ analisi<br />
ambientale iniziale dell’intero territorio comprendente dati <strong>ambientali</strong> basati su campionamenti del<br />
sottosuolo, suolo, acqua ed aria. Sono state individuate tutte le diverse attività svolte e i relativi<br />
impatti <strong>ambientali</strong>, inoltre sono state prese in considerazioni tutte le normative <strong>ambientali</strong> già<br />
esistenti attuate dal Comune e da tutti quei soggetti locali aderenti al progetto.<br />
Questa analisi ha portato la compilazione del “Manuale e delle procedure del Sistema di Gestione<br />
Ambientale” e ha soprattutto permesso al Comune di definire una Politica Ambientale e di<br />
conseguenza un Programma di Miglioramento Ambientale attraverso l’applicazione del<br />
Regolamento EMAS contenente non solo tutti i traguardi e gli obiettivi di miglioramento, ma<br />
anche tutte le risorse e le azioni specifiche necessarie per il loro raggiungimento secondo delle<br />
precise scadenza fissate.<br />
Analogamente anche tutte le organizzazioni ed i singoli operatori aderenti al progetto, hanno<br />
realizzato il proprio programma ambientale concorrendo perciò in maniera attiva alla<br />
realizzazione del Programma Ambientale del Polo Turistico di Bibione.<br />
Questo sistema di Gestione Ambientale condiviso (SGA) ha dato origine ad una struttura<br />
piramidale riguardante l’assegnazione delle responsabilità e del sistema informativo di questo<br />
progetto, dove al vertice troviamo il Comune di San Michele al Tagliamento mentre nei vari livelli<br />
sottostanti le varie associazioni di categoria, le varie organizzazioni aderenti, gli operatori<br />
economici ed infine gli abitanti ed i turisti.<br />
La realizzazione degli obiettivi prefissati e la corretta attivazione del Sistema di Gestione<br />
Ambientale sono state verificate attraverso verifiche periodiche (audit) da parte di ispettori esterni<br />
in tutte le strutture ed organizzazioni coinvolte.<br />
Per questa certificazione ambientale non è stata scelta la norma internazionale ISO 14001 sia<br />
perché EMAS attribuisce una maggior importanza alla comunicazione e divulgazione con il<br />
pubblico attraverso la redazione della Dichiarazione Ambientale in cui sono descritte tutte le<br />
prestazioni <strong>ambientali</strong> del sito, sia perché si è voluto nel progetto la presenza di istituzioni<br />
pubbliche che potessero consentire dei rapporti efficaci con i vari organismi pubblici scelti per la<br />
tutela ambientale.<br />
Ricordiamo che la convalida di questa Dichiarazione ambientale da parte del Verificatore<br />
Ambientale e del Comitato EMAS hanno costituito la parte finale del percorso di applicazione del<br />
regolamento europeo EMAS al polo turistico di Bibione.<br />
Tra le molteplici opere di valorizzazione rientranti in questo progetto da parte dell’<br />
Amministrazione comunale ricordiamo:<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
- protezione delle linea di costa contro l’erosione con avvio di studi atti a preservarla.<br />
- progetto “duna difesa mare” comprendente sia consolidamento delle dune esistenti con specie<br />
vegetali della macchia mediterranea, sia creazione ex novo di dune.<br />
- tutela del verde boschivo comprendente rimboschimenti compensativi con specie vegetali<br />
autoctone come lecci, olmi, querce ed ontani.<br />
- costituzione del verde urbano utilizzando solo specie tipiche della macchia mediterranea.<br />
- campagna informativa e di sensibilizzazione ambientale non solo nelle scuole, ma per tutti i<br />
cittadini e i turisti.<br />
Bibione può quindi essere considerata in campo europeo all’avanguardia per la sua innovativa<br />
politica ambientale e per la gestione eco-consapevole del suo territorio.<br />
Questo progetto oltre a garantire un costante miglioramento ambientale determinato da una<br />
partecipazione attiva e sempre maggiore di tutti i soggetti operanti a vario livello e titolo in questa<br />
località, ha avuto effetti positivi anche sull’economia della cittadina attraverso la creazione di<br />
nuovi posti di lavoro.<br />
Nell’ambito di questa certificazione è previsto per il futuro la valorizzazione di un’area verde di<br />
proprietà comunale situata nei pressi del complesso termale.<br />
“PARCO” FLUVIALE DEL FIUME TAGLIAMENTO<br />
Questo progetto prevede la realizzazione di una pista ciclabile che segue l’arginatura del fiume<br />
Tagliamento. Lo scopo è quello di rendere fruibile l’argine del fiume con un percorso didattico -<br />
naturalistico che preveda anche aree di sosta. La progettazione è inserita in un piano generale la<br />
cui realizzazione avverrà per stralci; attualmente è in fase di realizzazione il primo stralcio che<br />
dall’azienda “Ai Cavalli” porterà fino a Bibione.<br />
A.R.P.A.V.<br />
PROGETTO: FRUIZIONE EDUCATIVA DI AREE NATURALI DELLA REGIONE VENETO<br />
Il progetto prevede la formulazione di proposte di educazione ambientale in aree della Regione<br />
Veneto ad elevato valore naturalistico, quali alcuni siti SIC e ZPS tra cui l’area SIC Laguna di<br />
Caorle – foce del Tagliamento e aree minori ugualmente importanti per la continuità della rete<br />
ecologica, ma non soggette ad alcuna forma di protezione. L’obiettivo del progetto è di diffondere<br />
la responsabilità per conservare e tramandare alle future generazioni il patrimonio naturale, gli<br />
elementi del paesaggio umano, la cultura e le tradizioni. Il progetto attualmente è in fase di<br />
stampa.<br />
Per la compilazione di queste pagine che riassumono sommariamente i progetti attuati e previsti<br />
nel territorio comunale di San Michele al Tagliamento sono stati contattati attraverso interviste<br />
alcuni rappresentanti degli Enti sopraccitati. E’ nostro desiderio ringraziare: il dott. Paulon del<br />
Consorzio di Bonifica, il dott. Casasola e l’assessore Boldarin del Comune di San Michele al<br />
Tagliamento, la dott.ssa Dal Cin e il dott. Dalla Zuanna dei Servizi Forestali Regionali, l’arch.<br />
Gaggio del Genio Civile di <strong>Venezia</strong>, il dott.. Gattolin e il dott. Favretto della Provincia di <strong>Venezia</strong>,<br />
la dott.ssa De Rossi dell’ARPAV, il geom. Manfrin e il geom. Scarpa della Regione Veneto.<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
9. PROBLEMATICHE AMBIENTALI RILEVATE<br />
9.1 Rischi idraulici del fiume Tagliamento<br />
Il fiume Tagliamento ha subito nel tempo profonde modifiche causate dall’uomo, basti pensare<br />
che anticamente sfociava in un delta trasformato oggi in estuario pensile.<br />
La sua sezione trasversale è stata sempre più ridotta e ciò comporta in diversi tratti un aumento<br />
della capacità di trasporto della corrente con conseguente problemi derivanti da eccessivo<br />
abbassamento dell’alveo.<br />
Le aree golenali oltre ad essere state notevolmente ridotte sono intensamente coltivate e la<br />
vegetazione ripariale è molto limitata. Nei suoli deforestati le acque defluiscono quasi<br />
completamente, mentre nel caso di suoli boscati il coefficiente di deflusso si riduce notevolmente<br />
poiché gran parte delle acque si infiltrano, evaporano e traspirano attraverso le piante. E’ bene<br />
quindi incentivare gli interventi di ripristino delle aree golenali e rinaturalizzare le golene esistenti<br />
al fine di aumentare la naturale capacità di ritenzione idrica ed aumentare la capacità di<br />
laminazione abbassando il rischio idraulico. Tali interventi avranno inoltre ripercussioni positive<br />
sulla biodiversità e sulla qualità delle acque.<br />
Il piano di bacino del fiume Tagliamento riporta in sintesi le seguenti criticità idrauliche:<br />
- discontinuità degli argini in corrispondenza del ponte ferroviario a Latisana, le cui strutture<br />
sono sensibilmente più basse della sommità arginale<br />
- effetto di sbarramento dello stesso ponte al transito dei tronchi durante gli eventi di piena<br />
- ridotta portata del fiume Tagliamento a valle dell’incile Cavrato. La portata dopo questo punto<br />
si riduce a 3500 m 3 /sec (1500 m 3 /sec nel Tagliamento + 2000 m 3 /sec nel canale Cavrato). Se ne<br />
deduce che in caso di evento di piena centennale, si determina in corrispondenza di Cesarolo<br />
una eccedenza di portata di circa 1.000 m 3 /sec.<br />
9.2 L’erosione del litorale<br />
Recenti studi fanno notare che per la parte emersa della foce del Tagliamento si assiste ad una<br />
situazione in continua evoluzione caratterizzata da un’alternanza di accrescimenti e arretramenti<br />
per il litorale di Bibione; il bilancio è però negativo nel periodo 1983 – 1997, poiché si è<br />
manifestata una forte erosione concentrata nell’area orientale del litorale, non compensata dal<br />
corrispondente avanzamento nel tratto occidentale.<br />
La particolare gravità dell’erosione in questa porzione di litorale porta a classificare la zona fra i<br />
punti più critici del litorale Veneto.<br />
Per fronteggiare questo fenomeno il Genio Civile alle Opere Marittime di <strong>Venezia</strong> ha effettuato<br />
degli interventi nell’anno 1975 realizzando delle scogliere a mare, successivamente (nel 1984 e<br />
nel 1997) il Genio Civile Regionale è intervenuto con lavori analoghi in altre posizioni del litorale.<br />
Scopo di tali opere era di fornire protezione d’emergenza per il sistema di dune, per la pineta di<br />
destra Tagliamento e per il faro, funzione che tali interventi hanno realizzato.<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
La spiaggia a est del faro invece, è stata sottoposta a continua erosione, processo che si è spinto<br />
fino all’imboccatura della “Lama del Revelino”, biotopo di notevole interesse e di grande<br />
suggestione estetica.<br />
La causa principale del fenomeno erosivo va individuata nella riduzione degli apporti di sedimenti<br />
fluviali al litorale avvenuta negli ultimi decenni.<br />
La causa di questi ridotti apporti di sedimenti fluviali va ricercata prima di tutto nel generalizzato<br />
fenomeno di riduzione del trasporto solido, attribuito agli interventi sui bacini idrografici e sui corsi<br />
d’acqua, quali ad esempio la sistemazione montana per la stabilizzazione di torrenti e versanti,<br />
bacini di invaso per il controllo delle piene o l’estrazione di sabbia in alveo.<br />
Questa diminuzione del sedimento fluviale può essere dovuta anche all’utilizzo dello scolmatore<br />
Cavrato, che ha il compito di convogliare una parte del sedimento nella laguna di Baseleghe e al<br />
canale di accesso alla foce del Tagliamento.<br />
Per la salvaguardia del litorale bibionese, dunque, sono fondamentali il controllo del regime<br />
idraulico e sedimentologico del fiume ed il controllo delle estrazioni di sabbia dall’alveo; inoltre è<br />
importante avere il controllo di quanto avviene alla foce, facendo in modo che i sedimenti<br />
depositati nel canale d’accesso non vengano dispersi o destinati ad altre utilizzazioni (come<br />
avvenuto nel passato) e che vengano restituiti al trasporto costiero.<br />
Di fondamentale importanza sarà la continuazione dell’opera di monitoraggio per la valutazione<br />
delle variazione della superficie emersa e dei volumi di spiaggia.<br />
[Fonte: M.Zanetti, La foce del Tagliamento]<br />
9.3 Tutela e miglioramento del paesaggio rurale<br />
Il paesaggio rurale del comune di San Michele al Tagliamento s’identifica quasi del tutto con i<br />
territori di bonifica; l’insieme ad oggi, costituisce un’immagine sostanzialmente piatta, con<br />
presenza di grandi spazi aperti, diffusa uniformità e quasi completa assenza dell’elemento<br />
arboreo.<br />
Da questa sintetica analisi, sembra emergere l’esigenza di sostenere una serie d’interventi mirati<br />
alla salvaguardia e allo sviluppo del paesaggio rurale; l’obiettivo potrebbe essere raggiunto<br />
valutando progetti che prevedano il ripristino e la valorizzazione nonché il miglioramento di quelli<br />
che sono gli elementi caratteristici dell’ambiente agricolo quali, a titolo d’esempio, le siepi ed i<br />
filari campestri, i graticci di rami, i boschetti ecc..<br />
Recentemente sono state approvate (maggio 2003) dalla Regione Veneto due leggi, la n. 13 e la<br />
n. 14, che hanno principalmente l’obiettivo d’incentivare e di promuovere l’incremento delle<br />
superfici arborate in pianura e la produzione di biomasse in ambito agricolo e inoltre<br />
rappresentano dei possibili strumenti di finanziamento per gli scopi accennati sopra.<br />
Più in particolare la L.R. 13/2003 “Norme per la realizzazione di boschi nella Pianura Veneta”<br />
prevede l’erogazione di contributi per la realizzazione di due tipologie d’intervento: la<br />
realizzazione e l’ampliamento di boschi di pianura e periurbani, la divulgazione e la<br />
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Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
comunicazione sulla loro utilità nel migliorare la qualità della vita. I destinatari dei contributi per<br />
l’impianto di boschi sono le amministrazioni pubbliche, i consorzi di bonifica, le fondazioni e le<br />
associazioni riconosciute e non riconosciute, non aventi carattere d’impresa.<br />
La L.R. 14/2003 “Interventi agro-forestali per la produzione di biomasse” promuove la filiera<br />
agricoltura-legno-energia e sostiene l'incremento delle superfici arborate mediante la conversione<br />
dei terreni agricoli alla produzione di materiale legnoso. Possono accedere ai benefici della<br />
presente legge tutti i soggetti che hanno titolo a coltivare un terreno agrario ubicato nel territorio<br />
della Regione Veneto.<br />
La superficie minima d'intervento è di tremila metri quadrati in corpo unico, fino ad un massimo di<br />
40 mila metri quadrati per soggetto beneficiario e per una sola azienda; la durata minima<br />
dell’impegno colturale è di quattro anni.<br />
La Regione Veneto concede contributi per l'impianto di colture legnose finalizzato alla produzione<br />
di biomassa per usi energetici, per fibra oppure per assortimenti da lavoro; sono ammessi a<br />
contributo gli impianti specializzati eseguiti con specie adatte alla produzione di biomassa.<br />
Infine, sembra utile ricordare anche il Progetto LIFE 99/ENV/IT/000083 “Impiego di fasce<br />
tampone boscate in ambiente agricolo” 7 : si tratta d’impianti lineari (mono o plurifilari) di<br />
vegetazione arborea e/o arbustiva collocati in prossimità dei corsi d’acqua (scoline, fossi, canali,<br />
fiumi) e in grado di contenere il carico d’inquinanti provenienti dai campi coltivati che percolano<br />
verso i corpi idrici. Il ruolo di queste formazioni lineari (siepi) non si limiterebbe alla sola<br />
protezione della qualità delle acque, ma andrebbe ad integrarsi con una più ampia strategia di<br />
tutela dell’ambiente comprendente l’incremento della biodiversità, il ripristino del paesaggio e la<br />
riqualificazione degli ambiti fluviali.<br />
9.4 Ridotta sinergia tra gli organismi deputati alla pianificazione territoriale<br />
Dai colloqui avuti con i rappresentati dei vari enti adibiti alla pianificazione territoriale, è emerso<br />
come i momenti di confronto e dibattito siano limitati. Spesso gli strumenti di pianificazione si<br />
sovrappongono creando problemi nell’ interpretazione e in certi casi conflittualità. (Vedi<br />
pianificazione territoriale e normative a pag. 3).<br />
9.5 Possibile aumento impatto turistico<br />
Bibione ha registrato negli ultimi anni un forte aumento degli afflussi turistici. La località si<br />
contraddistingue dagli altri centri balneari del Nord - Est Italia per la conservazione di un raro<br />
ambiente di notevole valore naturalistico che va sicuramente tutelato e potenziato. Per riuscire a<br />
mantenere un turismo “sostenibile” è importante non incorrere dagli errori fatti nelle altre località<br />
balneari caratterizzate da un generale degrado imputabile ad un eccessivo “uso” del patrimonio<br />
naturale e culturale, ma dovrà puntare sulla valorizzazione e promozione del turismo naturalistico<br />
la cui richiesta sta sempre più aumentando.<br />
7<br />
Per i dettagli del progetto si rimanda alla pubblicazione “Fasce tampone boscate in ambiente agricolo”, Veneto<br />
Agricoltura 2002.<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
ALLEGATI<br />
CARTOGRAFIA<br />
- 1) Cartografia aree verdi del territorio comunale di San Michele al Tagliamento su<br />
supporto informatico.<br />
- 2) Cartografia cartacea del PTRC “Ambito per la istituzione di parchi e riserve naturali ed<br />
archeologiche e di aree di tutela paesaggistica”.<br />
NORMATIVE E STRUMENTI PIANIFICATORI<br />
- 3) Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC).<br />
adottato 23/12/1986 approvato 13/12/1991<br />
- 4) Relazione e Norme di attuazione del “Piano d’Area delle Lagune e del Veneto <strong>Orientale</strong>”<br />
(PALALVO) .<br />
Adottato 1998 scadenza novembre 2003<br />
- 5) Piano Territoriale Provinciale (PTP).<br />
adottato 17/02/1999<br />
scaduto<br />
- 6) Regolamento di Polizia Rurale del Comune di San Michele al Tagliamento.<br />
approvato 25/07/91<br />
- 7) Piano di bacino del fiume Tagliamento: Piano stralcio per la sicurezza idraulica<br />
del medio e basso corso, 1995.<br />
- 8) Piano particolareggiato della zona fluviale del Tagliamento, 1998.<br />
- 9) Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), 1995.<br />
- 10) Piano di Sviluppo Rurale (Estratto: Descrizione delle Misure previste dal PSR) 2000 e<br />
Tabella riassuntiva Bandi contributi 2004 del PSR.<br />
- 11) Piano di Sviluppo Locale “dal Sile al Tagliamento”, 2003.<br />
- 12) Normative:<br />
- Legge 431 dell’ 8 agosto1985 (Legge Galasso).<br />
- Direttiva 92/43/CEE (Habitat).<br />
- Direttiva 79/409/CEE (Uccelli).<br />
- Delibere nr. 2 del 01.08.2002 e nr. 7 del 18.12.2001dell’Autorità di bacino dei fiumi<br />
Isonzo, Livenza, Tagliamento, Piave, Brenta - Bacchiglione.<br />
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Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
STUDI E DOCUMENTI RELATIVI AL TERRITORIO COMUNALE DI SAN MICHELE AL<br />
TAGLIAMENTO<br />
- 13) Relazione “Aree di interesse ambientale nel territorio di Bibione - Individuazione e analisi<br />
delle normative di salvaguardia vigenti”.<br />
- 14) Relazione “Tagliamento fiume d’Europa”.<br />
- 15) La qualità delle acque del fiume Tagliamento, 2003.<br />
- 16) Scheda SIC IT3250033 e Scheda ZPS IT3250041.<br />
- 17) Atlante dei vincoli paesaggistici della Provincia di <strong>Venezia</strong>, 1991.<br />
RASSEGNA STAMPA<br />
Si allegano articoli di giornali trovati “on line” riportanti notizie relative al Comune di San Michele<br />
al Tagliamento e il comprensorio di Bibione; molti di questi articoli fanno riferimento all’iter di<br />
discussione del P.A.L.A.L.V.O. ed alle dichiarazioni delle parti “pro e contro” il Piano Ambientale<br />
delle Lagune e delle Aree Litorali del Veneto <strong>Orientale</strong>.<br />
ALTRI ALLEGATI<br />
I seguenti allegati sono reperibili presso il Comune di San Michele al Tagliamento:<br />
- Indagine idrogeologica del territorio provinciale di <strong>Venezia</strong>, 2000<br />
- Indagine sulle acque sotterranee del portogruarese, 2000<br />
- Studio geoambientale del territorio provinciale di <strong>Venezia</strong>, 2003<br />
- <strong>Rapporto</strong> sugli Indicatori <strong>ambientali</strong> del Veneto, 2002<br />
- Sintesi operativa della valorizzazione territoriale operata dal comune, curata dall’Assessore<br />
all’Urbanistica Luca Michelutto<br />
- Estratto del Piano di Riordino Forestale del Comune di San Michele al Tagliamento, 2003<br />
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Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
SITI “WEB” CONSULTATI<br />
Piano Territoriale Regionale di Coordinamento del Veneto (Norme di Attuazione)<br />
http://brezza.iuav.it/apu/maplex.cgi<br />
PTP: relazione Programmatica<br />
http://pianificazione.provincia.venezia.it/UocPT/ptpdoc/documenti/Relazione%20Programmatica.p<br />
df<br />
PAI (Piano di assetto idrogeologico)<br />
http://www.adbve.it/Documenti/piani/Tagliamento/tagliamento.pdf<br />
PSR (Piano Sviluppo rurale)<br />
http://www.regione.veneto.it/Economia/Agricoltura+e+Foreste/Piano+di+Sviluppo+Rurale/<br />
Progetto di Sviluppo Locale Iniziativa Comunitaria Leader Plus: “ Dal Sile al Tagliamento” <strong>GAL</strong><br />
<strong>Venezia</strong> <strong>Orientale</strong> http://www.vegal.net/documenti/dal_sile_al_tagliamento.pdf<br />
Direttiva Habitat 92/43/CEE): http://europa.eu.int/comm/environment/nature/habdirit.htm<br />
Direttiva uccelli 79/409/CEE: http://romaonline.it/lipu/79409CEE.htm<br />
Legge 8 Agosto 1985, n.431 (Galasso): http://www.geologi.it/leggi/l-431-85.htm<br />
Delibera N.2 Seduta 01.08.20 “Modifica delle misure di salvaguardia finalizzate alla definizione<br />
della portata di rispetto per il fiume Tagliamento”<br />
http.//www.adbve.it/Documenti/DELIBERE_CI/DEL02/Del02.html<br />
http://www.gruppo183.org/autoritadibacino/download/acquatagliamento.pdf<br />
Delibera N.7 Seduta 18.12.2001 “Adozione misure di salvaguardia finalizzate alla definizione di<br />
portata di rispetto”: http.//www.adbve.it/Documenti/DELIBERE_CI/DEL01/Del07.html<br />
Documento: “Tagliamento Fiume D’Europa : Il problema delle casse di espansione”. WWF<br />
http://www.rivernet.org/tagliamento/fichierdocetpdf/fiumeeuropa.pdf<br />
Piano di Bacino del Fiume Tagliamento – Piano di Stralcio per la sicurezza idraulica del medio e<br />
basso corso: http://www.adbve.it/Documenti/piani/Tagliamento/tagliamento.pdf<br />
Fruizione educativa di aree naturali della regione veneto (SIC e ZPS)<br />
http://www.arpa.veneto.it/eduamb/htm/aree_naturali.asp<br />
ALTRI SITI CONSULTATI:<br />
www.pensemaravee.it/SPECIALI/tagliamentowwf.pdf<br />
www.istitutoveneto.it/venezia/divulgazione/ valli/valli_pesca.php<br />
www.istat.it/Censimenti/Agricoltur/<br />
www.dsa.unipr.it/~stefano/programma/Biodiversita.html<br />
www.tagliamento.org/<br />
www.arpa.veneto.it/<br />
www.padovanet.it/infoambiente/padova21/rsa/rsa_5_3.pdf<br />
www.regione.veneto.it/<br />
www.expofairs.com/prisma/2002_02/pagina_050.pdf<br />
www.bibione.com/vetrina/italiano/pineta/indice.htx?(o.categoria)=19<br />
www.europa.eu.int/scadplus/leg/it/lvb/l28076.htm<br />
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Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
RASSEGNA STAMPA<br />
Euromeeting 2002 Turismo Toscana Relatori: Luca Michelutto “Applicazione Regolamento<br />
EMAS per il Polo Turistico di Bibione”<br />
http://www.rete.toscana.it/sett/turismo/relatori_euromeeting_2002/11_michelutto.pdf<br />
Raccolta articoli sul P.A.L.A.L.V.O. + “Documento del Comitato difesa territorio Bibione San<br />
Michele al Tagliamento sul PALALVO”<br />
http://www.agenziacaorle.it/iframe-lagunare/dispense_doc/docubibione.htm<br />
www.parcolagunarevenetorientale.it<br />
Il bacino Idrografico per la gestione dell’Acqua: La Pianificazione di Bacino.<br />
http://www.edilio.it/news/pdf/WWF2.pdf<br />
Turismo: Veneto, Bibione Seconda Spiaggia d’Italia<br />
http://www.adnkronos.com/news/prod/bolletti/storia/2003/novembre/turnov1.htm<br />
Gazzetta Ufficiale n.128 del 04-06-1998 : Deliberazione 15 aprile 1998. Legge 4 dicembre 1993,<br />
n.493, art 12. “Medio e Basso bacino del Tagliamento: Adozione misure di salvaguardia”<br />
http://gazzette.comune.jesi.an.it/128/5.htm<br />
La Regione propone PRUSST per il Veneto <strong>Orientale</strong><br />
http://turismo.regione.veneto.it/stampa/1446-99.html<br />
Relazione semestrale al 31 Dicembre 2001 : L’area del Patto Territoriale<br />
http://www.patevo.it/patto_territoriale/relsemestrale.htm<br />
Patti Territoriali: http://www.patevo.it/pdf/P_Verde.PDF<br />
Nuovo e Vecchi turismo WWF, articolo contro il PALALVO<br />
http://www.wwf.it/Veneto/p_difesa.asp<br />
PALALVO: interrogazione alla Commissione CEE: http://www.wwf.it/ambiente/rassegna/184.pdf<br />
Salviamo la foce del Tagliamento<br />
http://www.focetagliamento.netanday.it/htm<br />
http://www.ciaociao.com/wwf/faro/faro-it0.htm<br />
Percorsi naturalistici principali da Bilione: http://www.hoteldagigi.it/natura.htm<br />
Tagliamento a rischio d'estinzione: http://www.radicalifvg.it/Tagliamento.html<br />
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Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Cap. 4.1 La vegetazione ripariale<br />
Figura 1. Salici e pioppi a portamento arboreo in<br />
prossimità dell’alveo<br />
Figura 2. Esempio di salice arboreo (Salix alba L.)<br />
sradicato con ricaccio di polloni.<br />
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Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Cap. 4.1 La vegetazione ripariale<br />
Figura 3. Vegetazione ripariale arborea ricoperta da edera<br />
Figura 4. Argine colonizzato da Amorpha<br />
fruticosa<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Cap. 4.1 La vegetazione ripariale<br />
Figura 6. Argine colonizzato da Robinia<br />
Figura 5. Argine ricoperto da vegetazione<br />
palustre<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Cap. 4.1 La vegetazione ripariale<br />
Figura 7. Vegetazione ripariale e palustre con radi<br />
esemplari arborei<br />
Figura 8.<br />
palustre<br />
Intero argine colonizzato da canna<br />
Figura 9. Materiale fluitato con l’ultima piena accumulatosi ai piedi dei piloni<br />
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Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Cap. 4.2 La vegetazione psammofila<br />
Figura 10. Vegetazione delle dune recenti a<br />
ridosso della pineta<br />
Figura 11. Cespugli di Ammophila littoralis su<br />
duna spianata da intervento antropico<br />
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Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Cap. 4.3 La pineta litoranea<br />
Figura 12. A sinistra della foto sono visibili i danni<br />
provocati alle chiome dei pini dall’azione di<br />
smeriglio dei venti marini<br />
Figura 13. L’eccesso di densità degli impianti<br />
provoca la riduzione delle chiome e l’accumulo di<br />
lettiere acide<br />
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Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Cap. 4.3 La pineta litoranea<br />
Figura 14. Nei punti più radi della pineta si assiste<br />
all’entrata del rovo e del leccio<br />
Figura 15. Foglie di leccio attaccate dall’afide<br />
Phylloxera quercus<br />
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Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Cap. 4.4 Gli alberi monumentali<br />
Figura 16. Esemplare di leccio secolare a Bibione,<br />
età stimata 150 anni<br />
Figura 17. Veduta invernale del filare dei sette<br />
frassini a Bevazzana, età stimata 100 anni<br />
Figura 18. Il pino d’Aleppo monumentale di<br />
Cesarolo, età stimata 80 anni<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Cap. 5. IL PAESAGGIO AGRARIO<br />
Figura 19. Caratteristico paesaggio agrario<br />
Cap. 6. LE VALLI DA PESCA<br />
Figura 20. Foto aerea delle valli di Bibione: Val Grande e Vallesina<br />
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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />
Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />
INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />
Cap. 7. LA BIODIVERSITÀ<br />
Figura 21. Urbanizzazione nella pineta<br />
Figura 22. Esemplare di Testudo hermanni<br />
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