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1° Rapporto “Indagini territoriali ambientali - GAL Venezia Orientale

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Programma Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto cofinanziato dalla Comunità Europea<br />

Fondo FEAOG - Sezione Orientamento<br />

Regione Veneto - Direzione Programmi Comunitari<br />

<strong>GAL</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Orientale</strong><br />

Soggetto capofila<br />

Comune di San Michele al Tagliamento<br />

Assessorato all'Ambiente<br />

Partners di progetto<br />

Provincia di <strong>Venezia</strong><br />

Settore alle Attività Produttive<br />

ed Agricotura<br />

Ass. For. del Veneto <strong>Orientale</strong><br />

1° <strong>Rapporto</strong> O.F.T.<br />

Organizzazione Forestale del Territorio<br />

Indagini<br />

<strong>territoriali</strong>/<strong>ambientali</strong><br />

Centro Italiano per la<br />

Riqualificazione Fluviale<br />

con la collaborazione<br />

scientifica<br />

Università di Padova<br />

Dipartimento TESAF<br />

Data:<br />

giugno 2004<br />

Coordinamento del progetto:<br />

Staff di progettazione:<br />

Dr.ssa Elena Agazia<br />

Paulownia Italia S.r.l.<br />

Ass. For. del Veneto <strong>Orientale</strong><br />

Università di Padova<br />

Dipartimento TESAF<br />

Dr. Cristian Bolzonella<br />

Dr. Sandro Di Bernardo


Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

INDICE<br />

1. INTRODUZIONE pag. 1<br />

2. IL COMUNE DI SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO pag. 2<br />

3. PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E NORMATIVE pag. 3<br />

4. LA VEGETAZIONE pag. 7<br />

4.1 La vegetazione ripariale pag. 7<br />

4.2 La vegetazione psammofila pag. 8<br />

4.3 La pineta litoranea pag. 10<br />

4.4 Gli alberi monumentali pag. 13<br />

5. IL PAESAGGIO AGRARIO pag. 15<br />

6. LE VALLI DA PESCA pag. 16<br />

7. LA BIODIVERSITÀ pag. 18<br />

7.1 Norme che tutelano e promuovono la biodiversità pag. 19<br />

7.2 Progetti che favoriscono la biodiversità pag. 21<br />

7.3 La tutela degli habitat pag. 25<br />

7.4 Zona di protezione speciale pag. 26<br />

8. RACCOLTA DI PROPOSTE RISOLUTIVE pag. 38<br />

9. PROBLEMATICHE AMBIENTALI RILEVATE pag. 43<br />

9.1 Rischi idraulici del Fiume Tagliamento pag. 43<br />

9.2 L’erosione del litorale pag. 43<br />

9.3 Tutela e miglioramento del paesaggio rurale pag. 44<br />

9.4 Ridotta sinergia tra organismi deputati alla pianificazione territoriale pag. 45<br />

9.5 Possibile aumento di impatto turistico pag. 45<br />

--------------------------<br />

ALLEGATI pag. 46<br />

FOTO DI TESTO pag. 50


Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

1. INTRODUZIONE<br />

Il presente documento è stato redatto dall’Associazione Forestale Veneto <strong>Orientale</strong> in<br />

collaborazione con l’Università di Padova – Dipartimento TESAF nell’ambito della Fase 0” di<br />

progetto che prevede lo svolgimento dell’analisi dello stato di fatto della situazione ambientale nel<br />

Comune di San Michele al Tagliamento.<br />

Sono stati raccolti gli strumenti di pianificazione territoriale presso i vari enti deputati alla gestione<br />

del territorio, sottoponendo ad un breve questionario presso i dirigenti degli stessi (Comune di<br />

San Michele al Tagliamento, Consorzio di Bonifica Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento,<br />

Servizi forestale Regione Veneto, Genio Civile, Arpav, Provincia di <strong>Venezia</strong> e Regione Veneto),<br />

al fine di individuare le peculiarità e le relative problematiche dell’area in esame.<br />

In allegato, si riporta la mappa del territorio (allegato n° 1) con segnalate le aree verdi ed i corsi<br />

d’acqua. Le aree verdi sono state individuate mediante fotointerpretazione delle foto aeree e<br />

rilievi in loco.<br />

La relazione si chiude riportando le fonti consultate (compresi i siti web) e le figure che via via<br />

vengono citate nel testo.<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

2. IL COMUNE DI SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO<br />

Il Comune di San Michele al Tagliamento rientra nella provincia di <strong>Venezia</strong>, confinando a nord<br />

con il comune di Morsano al Tagliamento (Ve), a sud con l’Adriatico, ad est con Ronchis,<br />

Latisana e Lignano Sabbiadoro (Udine) ed ad ovest con Fossalta di Portogruaro, Portogruaro e<br />

Caorle (<strong>Venezia</strong>). Il comune si estende su una superficie di 112,3 kmq.<br />

Nel passato questo territorio veniva attraversato dalla Via Annia: un’antica strada romana che<br />

collegava Roma e Aquileia. Il ritrovamento di numerosi reperti archeologici comprendenti<br />

frammenti ceramici, fa pensare ad un uso delle acque termali già al tempo degli antichi romani.<br />

Durante la dominazione Napoleonica, protratta tra il 1805 e il 1814, il fiume venne usato come<br />

confine ideale per dividere la Signoria della Latisana in due distinte municipalità: a sinistra<br />

Latisana e a destra San Michele, che diventò così un’entità amministrativa autonoma<br />

appartenente alla provincia di <strong>Venezia</strong>. Per questo motivo gli agglomerati di San Michele e San<br />

Giorgio, sino allora detti “ di Latisana”, presero l’appellativo rimasto fino ai giorni nostri, “al<br />

Tagliamento”.<br />

Il fiume, presente nello stemma comunale, è da sempre l’elemento portante nella storia del<br />

comune veneziano.<br />

Tutto il territorio è stato interessato a partire dal 1933 da numerosi interventi di bonifica effettuati<br />

con l’ausilio di otto idrovore e attraverso il lavoro di braccianti, comprendente 95 km di arginatura,<br />

162 km di canalizzazione, 70 km di strade.<br />

L’intervento trasformò la zona paludosa in terreno fertile, recuperando così dopo decenni di<br />

lavoro (circa a metà degli anni ’60) oltre 2.000 ha di terreni coltivabili.<br />

Il comune comprende le frazioni di Villanova della Cartera, Malafesta, San Mauro, Pozzi, San<br />

Giorgio, San Filippo, Cesarolo, Pradis, Prati Nuovi, Terzo Bacino, Marinella, Bevazzana e<br />

Bibione.<br />

Quest’ultima località dell’estensione di 30 Km 2 è uno dei più importanti poli balneari del Veneto,<br />

con un arenile che si estende per 10,4 Km. Bibione confina a est con la foce del fiume<br />

Tagliamento, a sud con il mare Adriatico, ad ovest con la bocca di comunicazione del sistema<br />

vallivo interno, (Porto Baseleghe), e a nord-ovest con il canale di Lugugnana delimitante le valli di<br />

Vallesina e Valgrande.<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

3. PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DEL COMUNE DI SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO<br />

(comprensorio di Bibione).<br />

I principali strumenti di pianificazione delle aree d’interesse ambientale sono: il Piano Territoriale<br />

Regionale di Coordinamento (PTRC), il Piano d’Area delle Lagune e dell’Area Litorale del Veneto<br />

<strong>Orientale</strong> (PALALVO) e il Piano Territoriale Provinciale (PTP).<br />

PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (PTRC)<br />

Approvato con provvedimento dal Consiglio Regionale n. 382 del 28 maggio 1992 è entrato in<br />

vigore alla fine dello stesso anno. Lo strumento tutela una superficie di interesse ambientale e<br />

paesaggistico pari a 1093,47 ha, costituita dalla zona della foce del Tagliamento, dalla zona del<br />

Porto di Basaleghe e dall’estesa area delle valli (Valle Grande e Vallesina) che collega i due<br />

estremi del territorio di Bibione.<br />

Le normative di tutela previste dal Piano (Norme Tecniche d’Attuazione) resteranno in vigore fino<br />

all’approvazione di un piano d’area specifico (PALALVO).<br />

Gli articoli più importanti sono l’art. 35 (individua le aree di tutela paesaggistica d’interesse<br />

regionale e competenza degli Enti locali), l’art. 21 (individua le zone umide) e l’art. 19 (ambito<br />

naturalistico di livello regionale).<br />

A breve verrà pubblicato il nuovo PTRC.<br />

PIANO D’AREA DELLE LAGUNE E DELL’AREA LITORALE DEL VENETO ORIENTALE (PALALVO)<br />

Adottato con delibera della Giunta Regionale n. 4057 del 3 novembre 1998, si propone come il<br />

Piano Ambientale previsto dal PTRC (art. 35 co. 2), a tutela delle aree d’interesse ambientale di<br />

Bibione (circa 1220 ha), della laguna di Caorle e della Valle Altanea. Articolato per sistemi, oltre a<br />

quelli tradizionali (ambientale-naturalistico; storico-culturale; relazionale), sono stati individuati<br />

altri quattro sistemi: luoghi dell’innovazione della nuova identità urbana e degli spazi aperti;<br />

sistema del benessere e dello sport; ambiti di tutela storico-naturalistici; interventi di recupero<br />

dell’ambiente lagunare costiero. Una delle novità introdotte dal Piano, è l’individuazione<br />

dell’ambito per il futuro Parco Interregionale del fiume Tagliamento, già tracciato limitatamente<br />

alla sponda friulana del fiume.<br />

Il Piano nell’attesa d’approvazione è scaduto nel novembre 2003, poiché dall’adozione fino alla<br />

sua entrata in vigore sono trascorsi più di cinque anni.<br />

PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE (PTP)<br />

Il Progetto preliminare di Piano Territoriale della Provincia di <strong>Venezia</strong>, adottato il 17 febbraio<br />

1999, tutela un’ampia superficie del territorio di Bibione (1201, 83 ha). Gran parte della superficie<br />

agricola e valliva relativa all’area di piano è definita dall’art. 34 degli Indirizzi per le Norme di<br />

Attuazione (I.N.d.A.) come “zona di rispetto ambientale”, ad eccezione delle aree urbanizzate e<br />

delle aree bonificate a nord di Bibione. Le zone di rispetto ambientale individuate dal PpPTP sono<br />

destinate all’agricoltura sostenibile e sono localizzate in aree contigue alle zone protette. In<br />

particolare, per la zona della foce del Tagliamento, il PpPTP prevede la redazione di un progetto<br />

ambientale da attuarsi in concertazione tra la Provincia, il Comune di San Michele al Tagliamento<br />

e la Regione Veneto. Attualmente il P.T.P. è scaduto.<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

P.A.I. PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO<br />

Il piano di assetto idrogeologico previsto dall’art. 17 della legge 183 del 18 maggio 1989 redatto a<br />

cura dell’autorità di bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta - Bacchiglione.<br />

Prevede la realizzazione di 3 casse di espansione della capacità complessiva di 30.000.000 di m 3<br />

nel tratto del fiume compreso tra il ponte di Pinzano ed il ponte di Degnano. Nel basso corso<br />

verranno effettuati interventi di ricalibratura dell’asta principale del fiume Tagliamento e<br />

sistemazione del canale scolmatore Cavrato per farvi transitare 1500 e 2500 m 3 /sec di acqua.<br />

Gli altri strumenti di pianificazione e salvaguardia del territorio sono: le Varianti Generali al P.R.G.<br />

Comprensorio di Bibione, la Variante al P.R.G. per le Zone Agricole e il Piano Particolareggiato<br />

Arenili.<br />

VARIANTI GENERALI AL P.R.G. COMPRENSORIO DI BIBIONE<br />

Le varianti sono state approvate con Decreto della Giunta Regionale del Veneto n. 938 del 26<br />

febbraio 1985, con l’obiettivo fondamentale di consolidare il ruolo turistico del territorio e di<br />

tutelare le aree d’interesse ambientale di Bibione (circa 1220 ha). Gli elementi di vincolo più<br />

importanti sono l’individuazione delle aree da sottoporre a vincolo speciale: zone a Parco fluviale,<br />

zone a Parco vallivo e zone a Parco urbano. Il PRG è sottoposto alle Norme Tecniche<br />

d’Attuazione di strumenti pianificatori di grado superiore (PTRC e PALALVO).<br />

VARIANTE AL P.R.G. PER LE ZONE AGRICOLE<br />

Approvata con delibera della Giunta Regionale 2009/2000 introduce norme a tutela delle zone<br />

agricole valide per una superficie di circa 1083 ha. Per il comprensorio di Bibione riconferma le<br />

aree a vincolo speciale del Parco fluviale del Tagliamento e del Parco lagunare – vallivo già<br />

individuate dal PRG.<br />

Classifica l’area degli Istriani e la palude delle Zumelle in sottozone agricole di protezione (tutela<br />

dei filari alberati, tutela dei fossi di interesse paesaggistico, salvaguardia e protezione delle motte<br />

interessate dalla presenza dei casoni da pesca).<br />

PIANO PARTICOLAREGGIATO ARENILI<br />

Il Piano Particolareggiato Arenili è efficace dal 1995. Lo strumento si pone a tutela dei cordoni<br />

dunosi naturali e delle aree boscate per una superficie di circa 1039 ettari. In base alla<br />

L.R.33/2002 per il Turismo è previsto un adeguamento secondo l’allegato S1 da parte del<br />

comune che dev’essere ancora fatto.<br />

PIANO PARTICOLAREGGIATO DELLA ZONA FLUVIALE DEL TAGLIAMENTO<br />

Il piano particolareggiato (P.P.) della zona fluviale del fiume Tagliamento interessa la parte del<br />

territorio comunale posta all’estremità orientale e sul confine con la Regione Friuli <strong>Venezia</strong> Giulia,<br />

individuata come “Zone a vincolo speciale”. Il P.P. precisa ed attua il P.R.C.G. vigente ai sensi<br />

dell’art. 8.1 delle Norme di attuazione dello stesso. Il P.P. prevede la suddivisione dell’area<br />

fluviale in 6 zone (zone di interesse naturalistico ambientale, zona di interesse a sviluppo fruitivo,<br />

zona di interesse agricolo a sviluppo socio economico e produttivo ambientale, zona di<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

rinaturalizzazione e ricomposizione ambientale, zona di rispetto, attrezzature e servizi. Per<br />

ciascuna zona sono specificati i confini, gli interventi da attuarsi e gli interventi vietati o consentiti<br />

previe autorizzazioni degli organi competenti.<br />

REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE<br />

Il territorio di Bibione è sottoposto al Regolamento di Polizia Rurale del Comune di San Michele al<br />

Tagliamento, approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 67 del 25 luglio 2001. Il<br />

Regolamento si applica nelle zone agricole del territorio comunale (indicate dal PRGC), nelle<br />

aree sottoposte a tutela ambientale e negli ambiti compresi all’interno del perimetro urbano<br />

interessati da attività di norma esercitate in ambito agricolo-rurale.<br />

VINCOLO PAESAGGISTICO<br />

Interessa quasi l’intero territorio di Bibione (Legge 8 agosto 1985 n. 431 e precedenti decreti<br />

ministeriali emanati ai sensi della Legge n. 1497/39). In Veneto la competenza sulla gestione del<br />

vincolo paesaggistico è stata delegata alle Province. Con l’entrata in vigore della Legge 8 agosto<br />

1985 n. 431 molte parti del territorio del Comune di S. Michele al T. sono state poste sotto il<br />

regime del vincolo paesaggistico (le aree ricoperte da boschi, le fasce limitrofe alle sponde fluviali<br />

e degli altri corsi d’acqua, le zone umide e i territori costieri).<br />

I progetti che ricadono all’interno del territorio vincolato devono essere vagliati e approvati dalla<br />

Commissione edilizia integrata, eventualmente con l’intervento della Soprintendenza dei beni<br />

Ambientali.<br />

VINCOLO IDROGEOLOGICO<br />

Il vincolo idrogeologico (R.D.L. 3276 30 dicembre 1923), interessa quasi la totalità del territorio di<br />

Bibione con l’esclusione delle zone vallive (Valle Grande e Vallesina) e di alcune aree di fascia<br />

litorale sulle quali vige il divieto di riduzione della superficie forestale.<br />

Il vincolo è di natura procedurale per cui è necessario ottenere un’opportuna autorizzazione<br />

(competenza regionale) per qualsiasi opera di trasformazione delle aree ricoperte da bosco.<br />

RIFERIMENTI NORMATIVI A LIVELLO COMUNITARIO<br />

DIRETTIVE HABITAT E UCCELLI<br />

In seguito all’approvazione della Direttiva n. 92/43/CEE del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat:<br />

conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatica), recepita in<br />

Italia con il DPR 8 settembre 1997 n. 357 (censimento delle aree nelle quali siano presenti habitat<br />

o specie prioritarie a livello europeo), con il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 3 aprile 2000,<br />

viene approvato l’elenco delle aree denominate pSIC (proposti Siti di Importanza Comunitaria) e<br />

ZPS (Zone di Protezione Speciale).<br />

Gran parte del comprensorio di Bibione (circa 1126 ha) è stata inserita nel pSIC denominato<br />

FOCE DEL TAGLIAMENTO e VALLI ARGINATE DI BIBIONE (individuato dalla sigla IT3250014),<br />

mentre la zona del porto di Baseleghe è stata inserita nel pSIC della LAGUNA DI CAORLE (sigla<br />

IT3250009).<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

La Regione Veneto ha recepito queste normative con DGR del 22 giugno 2001 n. 1662, con il<br />

quale sono stati approvati gli indirizzi di gestione dei SIC e delle ZPS. La delibera prevede che<br />

per ogni piano o progetto che interessi le zone SIC o ZPS e le aree ad esse limitrofe 1 , sia<br />

obbligatoria l’elaborazione di una Valutazione d’Incidenza (art. 6, co.3, Direttiva Habitat). Con<br />

l’approvazione della delibera del 4 ottobre 2002 vengono definite in dettaglio le modalità da<br />

seguire per l’elaborazione della Valutazione d’Incidenza.<br />

Con l’approvazione della DGR n. 448 del 21 febbraio 2003 (accorpamento di pSIC confinanti), i<br />

due sopraccitati pSIC sono stati riuniti in un nuovo pSIC denominato LAGUNA DI CAORLE –<br />

FOCE DEL TAGLIAMENTO (sigla IT3250033).<br />

Al presente, tutte queste aree sono state designate dall’Unione Europea zone SIC; inoltre ai<br />

sensi della Direttiva Uccelli (79/409/CEE), le stesse aree sono state riconosciute come Zone di<br />

Protezione Speciale (ZPS) sulla base di Important Birds Areas (IBA). Con approvazione della<br />

DGR n. 449 del 21 febbraio 2003 (revisione delle ZPS), parte del territorio di Bibione rientra nella<br />

Zona di Protezione Speciale VALLE VECCHIA – ZUMELLE – VALLI DI BIBIONE (sigla<br />

IT3250041).<br />

Tabella Riassuntiva dei Piani Territoriali Vigenti nelle Aree Ambientali del<br />

comprensorio bibionese<br />

Le superfici d’interesse ambientale presenti nel comprensorio di Bibione ricoprono circa ha. 1220;<br />

il territorio bibionese è interessato da una sovrapposizione di strumenti pianificatori, di<br />

conseguenza si devono ritenere operanti le normative più restrittive, ai sensi dell’art. 71 della<br />

Legge 61/1985. La seguente tabella riporta per gli strumenti pianificatori precedentemente<br />

discussi l’area soggetta a tutela (ha). Per la descrizione particolareggiata (strumenti di tutela,<br />

normative vigenti specifiche, tipologia d’uso del suolo e delle singole aree individuate) si rimanda<br />

all’allegato n.13 “aree d’interesse ambientale nel territorio di Bibione – individuazione e analisi<br />

delle normative di salvaguardia vigenti”.<br />

Superficie<br />

PIANO TERRITORIALE<br />

interessata<br />

(ha)<br />

Piano territoriale regionale di coordinamento (P.T.R.C.) 1093,47<br />

Piano d’area delle lagune e dell’area litorale del veneto orientale (P.A.L.A.L.V.O.) 1220,35<br />

Piano territoriale provinciale (P.T.P.) 1201,83<br />

Piano regolatore generale - Bibione (P.R.G.) 1220,35<br />

Piano regolatore generale - zone agricole (P.R.G.) 1083,79<br />

Piano particolareggiato arenili (P.P.A.) 1039,97<br />

Regolamento politica rurale 1083,79<br />

Zone sottoposte a vincolo paesaggistico 1220,35<br />

Zone sottoposte a vincolo idrogeologico 1220,35<br />

Zone sottoposte alla direttiva habitat 1181,72<br />

Viabilità silvo pastorale - L.R. n°14 31 marzo 1992 1007,14<br />

1<br />

E' bene sottolineare che la valutazione d'incidenza si applica sia agli interventi che ricadono all'interno delle aree Natura<br />

2000 (o in siti proposti per diventarlo), sia a quelli che pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare ripercussioni<br />

sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito.<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

4. LA VEGETAZIONE DI SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO<br />

4.1 La Vegetazione Ripariale<br />

Nel comune di San Michele, una parte cospicua della vegetazione arborea è costituita da<br />

formazioni ripariali insediatesi lungo le sponde del fiume Tagliamento, e in antitesi alla uniforme<br />

zona di bonifica caratterizzata da colture intensive di mais, soia e frumento.<br />

La foresta alluvionale fluviale o bosco ripariale è un’area boscata che si estende lungo le sponde<br />

e nelle aree golenali adiacenti fino agli argini che separano le aree propriamente agricole,<br />

industriali e residenziali.<br />

Lembi di foresta ripariale di una certa estensione sono presenti nelle aree golenali, nella zona<br />

nord del comune (Allegato 1: rilievo vegetazionale). Lungo il corso del fiume è presente inoltre<br />

una fascia di rispetto minima della larghezza di 10 m (L.431 del 1985), coperta da una fitta<br />

vegetazione di salici e pioppi che tende a diradarsi proseguendo verso il mare, a causa<br />

dell’aumento della concentrazione salina. La salinità dapprima limita la presenza dei salici<br />

favorendo il pioppo bianco, in seguito, in prossimità della foce del fiume, provoca la sostituzione<br />

della formazione a favorendo l’insediamento della cannuccia palustre (Phragmites australis Cav.).<br />

Composizione<br />

La vegetazione fluviale è legata principalmente al regime delle acque che condiziona la genesi<br />

del suolo, la disponibilità idrica e l’apporto di sostanze nutritive.<br />

Il Tagliamento presenta forti variazioni di portata dipendenti dal regime pluviometrico di tipo<br />

equinoziale, con piene prevalenti durante il periodo autunno - primaverile e una elevata quantità<br />

di materiali solidi trasportati. L’alternarsi stagionale delle piene e delle magre influisce sul<br />

percorso delle acque condizionando anche le fitocenosi specializzatesi al seguito delle condizioni<br />

edafiche.<br />

Dai rilievi vegetazionali effettuati in loco, si è evidenziata una variabilità nella composizione<br />

floristica sia distanziandosi dal corso d’acqua verso l’entroterra, imputabile principalmente alle<br />

differenti situazioni di umidità del suolo, sia avvicinandosi alla foce, determinata dall’incremento<br />

della salinità dell’acqua.<br />

In alcune zone poste sottocorrente in cui la forza erosiva del flusso d’acqua è minore, è presente<br />

una fascia di vegetazione caratterizzata dalla presenza di salici arbustivi (Salix purpurea L., Salix<br />

triandra L. e altri) ed arborei (Salix alba L.) a portamento monoplano. La vegetazione arborea per<br />

lo più è assente a causa delle frequenti erosioni prodotte dalle piene. I salici non raggiungono<br />

stature considerevoli con radici tenaci e rami molto flessibili, e quelli arbustivi formano<br />

raggruppamenti floristicamente poveri ma molto fitti, in grado di aumentare il coefficiente di<br />

scabrezza dell’alveo e facilitare di conseguenza la deposizione del materiale fluitato dalla<br />

corrente.<br />

In molte zone sopracorrente, soggette ad erosione, si nota la mancanza della fascia a<br />

vegetazione arbustiva e la presenza di salici (Salix alba L.) e pioppi (Populus nigra L.) a<br />

portamento arboreo che fronteggiano direttamente l’acqua (fig. 1 e fig. 2).<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Distanziandosi sempre più dall’alveo del fiume si nota un incremento di salici (Salix alba L.) e<br />

pioppi (Populus nigra L., Populus alba L.) di grosse dimensioni con qualche ontano nero (Alnus<br />

glutinosa L.) e olmo campestre (Ulmus minor Miller). Spesso in questa zona i soggetti arborei si<br />

presentano con fusti coperti da edera (Hedera elix L.), un importante rifugio invernale per<br />

passeriformi e turdidi di piccole dimensioni (fig. 3).<br />

Nelle zone più alte, asciutte, non distanti dall’argine, aumenta la presenza della Robinia (Robinia<br />

pseudoacacia L.) e del Platano (Platanus hybrida Brot.), specie di sicura origine antropica con<br />

capacità di diffusione spontanea.<br />

Il lato interno dell’argine è ricoperto a tratti di vegetazione erbacea, falsa acacia (Amorpha<br />

fruticosa L.) (Fig. 4), canna palustre (Phragmites australis Cav.) (Fig. 5) e robinia (Robinia<br />

pseudacacia L.) (Fig. 6) che presentano spesso portamento arbustivo a seguito delle ceduazioni.<br />

Discendendo il Tagliamento verso la foce, si nota dapprima un incremento della presenza di<br />

pioppo bianco (Populus alba L.) e poi la sua completa sostituzione con canna palustre<br />

(Phragmites australis Cav., Fig. 7/8).<br />

Modalità gestione<br />

Il fiume, fino ad epoche recenti è stato visto come un collettore per il drenaggio del territorio dalle<br />

acque superficiali. Solo recentemente si è cominciato ad attribuire ai corsi d’acqua una valenza<br />

paesaggistica ed ecologica che mira a far riacquisire ai fiumi, attraverso il recupero dei loro<br />

caratteri naturali, le capacità omeostatiche (tornare all’equilibrio in conseguenza di un disturbo)<br />

correlate alla diversità ambientale e biologica. Tutto questo comporta quindi una diminuzione dei<br />

costi imputabili al controllo di un sistema ambientale lontano dal suo equilibrio.<br />

Il fiume deve essere visto come un sistema complesso che al fine di valorizzarne le diverse<br />

funzioni richiede un approccio globale ed integrato . Nella fase progettuale degli interventi oltre<br />

agli aspetti sociali e economici dovranno quindi essere valutati aspetti naturalistici e <strong>ambientali</strong>.<br />

La vegetazione ripariale va in linea di massima, sempre mantenuta e gestita. Nel caso specifico<br />

di San Michele al Tagliamento, una problematica rilevata in caso di piena è rappresentata<br />

dall’ostruzione più o meno ampia della luce dei cinque ponti lungo il fiume del territorio comunale.<br />

Risulta quindi importante una regolare ripulitura dei piloni dei ponti dal materiale accumulatosi ai<br />

piedi dopo ogni piena al fine di evitarne ripercussioni sulla stabilità dello stesso (Fig. 9).<br />

4.2 La Vegetazione Psammofila<br />

La spiaggia è un ambiente estremo, dominato dall’azione del mare e del vento con elevate<br />

temperature, substrati aridi e salini e scarsa o nulla capacità di trattenimento dell’acqua.<br />

Per questo motivo solo alcune specie pioniere riescono a sopravvivere grazie a particolari<br />

adattamenti: lunghe radici usate per l’ancoraggio e funzionali all’assorbimento, foglie convolute<br />

trasformate in spine ricoperte di peli limitanti la forte traspirazione, tessuti succulenti capaci di<br />

trattenere l’acqua.<br />

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Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Tracciando un ipotetico percorso dalla linea della battigia verso l’interno troviamo quindi una serie<br />

di fasce vegetali caratterizzate ciascuna da particolari specie.<br />

Inizialmente è presente la battigia afitoica, cioè priva di organismi vegetali a causa del continuo<br />

movimento delle onde che si infrangono su di essa e delle salinità elevata.<br />

Nella fascia più vicina al mare è presente la vegetazione sommersa costituita dalla zostera nana<br />

(Zostera noltii Hornemann) e dalla zostera marina (Zostera marina L.), le cui foglie morte si<br />

depositano sulla battigia. Addentrandoci troviamo il ravastrello marittimo (Cakile marittima Scop.)<br />

con fiori rosati e foglie succulenti, la salsola (Salsola kali L.) dal fusto succulento e la lappola<br />

italiana (Xanthium italicum L.) che caratterizzano l’associazione Salsolo kali-Cakiletum maritimae.<br />

Queste piante permettendo la formazione di piccole dune (fig. 10) embrionali favoriscono<br />

l’attecchimento di specie più esigenti come la gramigna delle spiagge (Agropyron junceum L.), il<br />

vilucchio marittimo (Calystegia soldanella L.) con fiori rosei e campanulati e lo zigolo delle sabbie<br />

(Cyperus kalli Forsskal) formanti l’associazione dell’Agropyretum.<br />

Avanzando verso l’interno si incontrano dune più alte, stabilizzate da sparto pungente<br />

(Ammophila littoralis Beauv) (fig. 11); questa graminacea infatti è in grado di creare barriere<br />

naturali con i suoi sviluppatissimi cespi di foglie basali, barriere capaci di bloccare la sabbia della<br />

battigia sollevata dal vento e sospinta verso l’interno.<br />

Insieme a questa graminacea, dominante l’associazione Echinophoro spinosae-Ammophiletum<br />

arenariae, sono sempre presenti la calcatreppola marittima (Eryngium maritimum L.) con le sue<br />

foglie coriacee e spinose, il finocchio litoraneo (Echinophora spinosa L.) e l’erba medica marina<br />

(Medicago marina L.) dalla fioritura estiva e formante dei bellissimi tappeti erbacei gialli.<br />

Avanzando verso la parte sommitale delle dune e verso il retroduna possiamo trovare i bubbolini<br />

(Silene vulgaris Moench), la silene conica (Silene conica L.), l’eliantemo maggiore<br />

(Helianthemum nummularia L.), la fumana (Fumama procumbens Dunal), l’enagra comune<br />

(Oenothera biennis L.) e l’ ambrosia marittima (Ambrosia maritima L.).<br />

Dove il suolo subisce un processo di decalcificazione per opera della pioggia viene colonizzato<br />

dal muschio Tortula ruralis Hedw e dalla vedovina delle spiaggie (Scabiosa argentea L.)<br />

caratterizzanti l’associazione del Tortulo-Scabiosetum.<br />

Avvicinandosi verso la pineta, il suolo diventa più stabile e accoglie cespugli di olivello spinoso<br />

(Hippophae rhamnoides L.) con le sue foglie di colore verde chiaro e biancastre, il ginepro<br />

(Juniperus communis L.), la fillirea (Phillyrea angustifolia L.), l’ asparago marittimo (Asparagus<br />

maritimus L.) e il caprifoglio etrusco (Lonicera etrusca L.). Questa macchia è essenziale per<br />

proteggere la pineta dai venti che soffiano dal mare e dall’azione abrasiva della sabbia.<br />

Nelle depressioni retrodunali, con falda affiorante e dove si ha il mescolamento dell’acqua dolce<br />

con quella salata troviamo la formazione Eriantho-Schoenetum nigricantis costituita dalla canna<br />

del Po (Erianthus ravennae L.), il giunco nero (Schoenus nigricans L.), il giunco marittimo<br />

(Juncus maritimus Lam.), il giunco minore (Holoschoenus romanus L.), il lino marittimo (Linum<br />

maritimus L.) e il grespino marittimo (Sonchus maritimus L.).<br />

Le bassure retrodunali, alimentata da acqua dolce e la torbiera alcalina sono ambienti ideali per<br />

la parnassia palustre (Parnassia palustris L.), la centaurea friulana (Centaurea forojulensis<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Kerner), il gladiolo palustre (Gladiolus palustris Gaud.) e l’eufrasia di Marchesetti (Euphrasia<br />

marchesetti Wettst).<br />

Nelle zone con umidità crescente si possono trovare l’apocino veneziano (Trachomitum venetum<br />

L.) ed il raro salice a foglie di rosmarino (Salix rosmarinifolia L.). Le paleodune sono invece<br />

colonizzate dal pino nero (Pinus nigra Arnold), dall’ erica carnicina (Erica erbacea L.), dal citiso<br />

purpureo (Chamaecytisus purpureus Bild) e dalla fillirea (Phillyrea angustifolia L.) insieme al lino<br />

delle fate (Stipa veneta Moraldo), considerata una preziosa specie endemica e colonizzatrice di<br />

dune fossili.<br />

4.3 La Pineta Litoranea<br />

Il litorale di Bibione è caratterizzato dalla presenza di una pineta collocata nella fascia<br />

retrodunale, formazione dovuta in gran parte ad un progetto di rimboschimento avvenuto lungo la<br />

fascia costiera del Veneto, iniziato negli anni ’30 e proseguito fin oltre il secondo dopoguerra. Lo<br />

scopo principale dell’operazione era di proteggere i retrostanti terreni agricoli recuperati con<br />

intense opere di bonifica, dall’aerosol marino e dai forti venti locali.<br />

Nel rimboschimento sono stati impiegati in percentuale maggiore il pino nero (Pinus nigra L.), il<br />

pino domestico (P. pinea L.) e il pino marittimo (P. pinaster L.); meno fortunato è stato l’impiego<br />

del pino d’Aleppo (P. halepensis Mill.) e del pino bruzio o paroliniano (P. brutia Ten.) poiché<br />

entrambe le specie soffrono particolarmente le gelate e la bora.<br />

La presenza del pino nero è ritenuta spontanea da molti specialisti, in particolare nell’area di<br />

Bibione; ciò potrebbe dipendere “dall’azione di trasporto esercitata dal Tagliamento, dei semi di<br />

pinete presenti nelle Prealpi Carniche” (Beguinot, 1941), considerando che la specie mostra<br />

particolari adattamenti alla zona costiera (dimensioni minori e chioma maggiormente espansa). I<br />

residui di una pineta di pino nero misto a leccio (Quercus ilex L.) sono stati documentati, in uno<br />

studio condotto sulle formazioni litoranee antecedente all’opera di rimboschimento, nell’area fra la<br />

destra della foce del Tagliamento e porto Baseleghe (Sperotto, 1928).<br />

Al presente, soprattutto a causa della diffusione e della continua pressione del turismo balneare,<br />

anche a Bibione si assiste ad un intensificarsi del processo d’urbanizzazione del territorio che<br />

minaccia l’ambiente naturale costiero.<br />

L’attuale estensione della pineta, considerando anche le porzioni “relitte” salvatesi dal processo<br />

d’urbanizzazione, è di poco inferiore ai 400 ettari 2 .<br />

La composizione<br />

Nuclei estesi e ben conservati di pineta sono presenti nella parte orientale presso l’area di foce<br />

del Tagliamento; l’ambiente è costituito da dune fossili ricoperte da pino nero, pino domestico,<br />

pino marittimo e leccio, quest’ultimo a portamento arboreo, arbustivo e in nuclei di rinnovazione.<br />

Si segnala la presenza d’esemplari di orniello (Fraxinus ornus L.), robinia (Robinia pseudoacacia<br />

L.) e roverella (Quercus pubescens Willd.).<br />

2<br />

Dato fornito dal Comune di San Michele al Tagliamento (confronta anche Michele Zanetti: “Boschi e alberi della pianura<br />

veneta orientale”, 1985)<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Il piano arbustivo è composto da rovo (Rubus fruticosus L.), Erica (Erica carnea L.), ginepro<br />

(Juniperus communis L.), ligustro (Ligustrum vulgare L.), asparago (Asparagus acutifolius L.),<br />

fillirea o ilatro comune (Phyllirea angustifolia L.), biancospino (Crataegus monogyna Jacq.) e<br />

scotano (Cotynus coggygria).<br />

Nelle bassure interdunali a falda superficiale sono stati osservati esemplari di ontano nero (Alnus<br />

glutinosa Vill.), frangola (Frangula alnus Miller), pioppo nero (Populus nigra L.), olmo campestre<br />

(Ulmus minor Miller), prugnolo (Prunus spinosa L.), pioppo bianco (Populus alba L.) e salici (Salix<br />

sp.).<br />

L’ambiente diviene più complesso assumendo notevole interesse e diversità ecologica più ci si<br />

avvicina all’area della foce: in questo punto la pineta viene a contatto con gli spazi aperti della<br />

golena fluviale e il paesaggio si caratterizza per la presenza del giuncheto (Juncus litoralis C.A.<br />

Mayer) e del canneto (Phragmites communis Trin.).<br />

Nei prati umidi a ridosso delle dune è possibile osservare inoltre, anche se ormai sempre più<br />

raramente, svariate specie d’orchidee alcune delle quali rarissime e che fungono da indicatori<br />

ecologici del buon livello di conservazione del territorio.<br />

Una seconda ampia porzione di territorio (circa 75 ha) con dune fossili ricoperte da pini è<br />

presente nella fascia più interna a sud di Val Grande e Vallesina; in quest’area il processo di<br />

sostituzione della pineta con le specie dell’orno-lecceta è ben manifesto.<br />

Sulle dune è insediata la lecceta (pura per circa 15 ha) che tende a prevalere sui pini (pino nero,<br />

domestico, marittimo e d’Aleppo); tra le latifoglie segnaliamo la presenza di roverella, orniello e<br />

carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.).<br />

Ampio è l’elenco delle specie erbacee distribuite nel sottobosco e nei prati umidi: gladiolo di<br />

palude (Gladiolus palustre L.), felce palustre (Thelipteris palustris Schott), fior di legna<br />

(Limodorum abortivum Sw.), primula farinosa (Primula farinosa L.), parnassia (Parnassia palustris<br />

L.), genziana germanica (Genziana germanica Willd.), ginestrella comune (Osyris alba L.).<br />

Un terzo nucleo boschivo è quello di Bibione Pineda, collocato nel settore centro occidentale del<br />

territorio balneare, compreso tra le valli nord e Porto Baseleghe a ovest. La pineta a pino nero<br />

appartenente a proprietà private varie si estende per circa 225 ha: tale dato però merita conferma<br />

poiché l’area è stata fortemente interessata da un’intensa urbanizzazione e da processi di<br />

alterazione del territorio (dissodamenti a scopo agrario, campeggi abusivi, discariche ecc.), con il<br />

conseguente taglio di ampie superfici di bosco.<br />

La pineta a pino nero dovuta in gran parte al rimboschimento artificiale, si alterna a piccoli nuclei<br />

puri di ontano nero che vegeta nelle depressioni dove sono migliori le condizioni di umidità del<br />

suolo. Dove è minore il disturbo antropico, si segnala un ricco sottobosco arbustivo ed erbaceo<br />

termofilo, caratterizzato dal viburno (Viburnum lantana L.), il crespino (Berberis vulgaris L.), il<br />

caprifoglio etrusco (Lonicera etrusca Savi), erica (Erica carnea L.) e numerose orchidee.<br />

Situazione attuale e modalità di gestione<br />

Come già accennato precedentemente, seppur con grado d’intensità variabile, a dipendere dallo<br />

stato di degrado, le attuali tendenze dinamiche naturali sono la progressiva e relativamente<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

rapida riduzione dell’aliquota dei pini a vantaggio del leccio. L’inesorabile scomparsa di queste<br />

formazioni dipende da molti fattori, tra questi i più importanti sono: l’elevata pressione antropica<br />

sul territorio, gli impianti spesso collocati in zone non adatte alle esigenze delle specie impiegate<br />

e la mancanza di cure colturali (soprattutto i mancati diradamenti a seguito dei rimboschimenti) e<br />

le avversità biotiche ed abiotiche.<br />

In riferimento allo stato vegetativo, gli stress che periodicamente interessano queste formazioni<br />

sono riferibili a danni da gelo invernale, che da una parte danneggiano i pini, dall’altra riducono la<br />

presenza del leccio (principalmente la rinnovazione).<br />

La parte distale delle chiome dei pini non di rado denotano disseccamenti e caduta anticipata<br />

degli aghi causati dell’aerosol marino (Fig. 12); le stesse chiome sono spesso ridotte per<br />

l’eccesso di densità degli impianti (Fig. 13).<br />

La rinnovazione naturale dei pini è scarsa o addirittura assente poiché il sottobosco si presenta<br />

invaso dalla vegetazione nitrofila (la cosiddetta “fase a rovo”) e dal leccio (fig. 14), in grado di<br />

diffondersi facilmente anche sotto copertura.<br />

Nelle aree dove la pineta è rada la situazione volge nettamente a favore del leccio, il quale è<br />

capace di insediarsi spontaneamente, di togliere spazio alla pineta e di innescare il processo di<br />

sostituzione.<br />

Per quanto riguarda i danni provocati da insetti sono stati segnalati sui pini focolai di infestazione<br />

da parte di coleotteri scolitidi (Tomicus piniperda L.), presso l’area di foce. Tra i defoliatori<br />

assume particolare importanza forestale il lepidottero tortricide Thaumetopoea pityocampa Denis<br />

et Schiff. (processionaria del pino); sulla base di recenti campagne di monitoraggio 3 compiute sul<br />

litorale veneto, è emerso che l’insetto è presente soprattutto su pino nero, sia nell’abitato di<br />

Bibione sia nelle pinete sopra descritte, in particolare presso le aree di proprietà privata. Nella<br />

zona della foce, lungo la strada bianca che conduce al faro sono stati osservati pochi nidi e quasi<br />

esclusivamente su pino nero; sul litorale i nidi sono presenti solo su pino nero anche se<br />

circondato da altre specie.<br />

Sui lecci sembra interessante segnalare la presenza dell’afide Phylloxera quercus Boyer de<br />

Fonscolombe (fillossera delle querce) (fig. 15), soprattutto sulla rinnovazione naturale e sui<br />

giovani esemplari utilizzati nei rimboschimenti, tuttavia gli attacchi sono stati notati anche su<br />

piante adulte.<br />

Per quanto riguarda gli interventi di gestione delle pinete bisogna considerare che: le azioni di<br />

diradamento non sono state fatte o sono state eseguite troppo tardi. Al presente, questo tipo di<br />

intervento non sembra attuabile per risolvere i problemi della pineta, poiché dopo una certa età i<br />

pini non sono più in grado di reagire (soprattutto il pino domestico). L’eccessiva densità della<br />

pineta produce una lettiera ricca di aghi che diviene molto difficile da aggredire; la rinnovazione<br />

naturale dei pini risulta perciò scarsa e inadeguata a causa dell’invasione delle specie nitrofile e<br />

del leccio, per cui la linea di gestione adottata dai Servizi Forestali nelle aree gestite è quella di<br />

3<br />

I dati sono stati ricavati da uno studio per il Servizio Fitopatologico del Veneto curato dal prof. Andrea Battisti e dal dott.<br />

Emiliano Buffo del Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali della Facoltà di Agraria di Padova<br />

(Agripolis), cui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti.<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

prevenire e limitare pericolose infestazioni di scolitidi, con l’eliminazione di piante morte o<br />

deperite allontanando i soggetti schiantati.<br />

Criticabili sono gli interventi proposti a carico delle specie invadenti il sottobosco (es. rovo),<br />

poiché la loro elevata capacità pollonifera rischia di rallentare ulteriormente il sistema; nelle zone<br />

dove si assiste a questa invasione conviene attendere che naturalmente avvenga il ripristino delle<br />

condizioni del suolo, lasciando il bosco all’evoluzione naturale. Andrà inoltre evitata l’eccessiva<br />

scopertura del suolo provocata da interventi di taglio sul piano dominante, proprio per evitare la<br />

veloce e invadente presenza delle specie sopraccitate.<br />

Considerando che la lecceta può tollerare la copertura dei pini per più di vent’anni, non sembrano<br />

necessari nel breve periodo interventi di agevolazione; nell’eventualità di accelerare<br />

l’insediamento del leccio e delle altre latifoglie arboree e arbustive, possono essere compiute<br />

delle piantagioni o come visto per il leccio anche delle sottopiantagioni. La semina è da<br />

sconsigliarsi visti gli insuccessi registrati precedentemente in ambienti simili, provocati<br />

dall’elevata utilizzazione dei semi da parte di roditori terragni.<br />

Considerando l’epoca degli interventi gestionali e il disturbo apportato alla macrofauna, sono da<br />

evitare lavori in bosco nel periodo di riproduzione, es. per il picchio rosso e l’upupa (marzomaggio);<br />

allo stesso scopo si deve cercare di favorire la presenza di alberi di grosse dimensioni o<br />

dotati di cavità, mantenendo macchie arbustive dense per proteggere l’avifauna dalle intemperie<br />

o per il riparo dal sole estivo.<br />

4.4 Alberi Monumentali a San Michele al Tagliamento 4<br />

A conclusione della rassegna sulle aree d’interesse ambientale del comune di S. Michele al T., è<br />

opportuno e corretto inserire un elenco degli alberi secolari che vegetano sparsi tra il capoluogo e<br />

le frazioni. Rileva M. Zanetti (2002) “la presenza d’individui arborei d’età secolare su un territorio<br />

assume significati molteplici ed interessanti, che vanno oltre all’aspetto paesaggistico e<br />

presentano implicazioni storiche, economiche, ecologiche, culturali e didattiche”.<br />

Partendo da Bibione si segnala la presenza di un gruppo di lecci (9 alberi, 150 anni) (Fig. 16),<br />

appartenenti un tempo all’antica lecceta del Mottaron dei Frati, visibili oggi presso il giardino del<br />

ristorante “ai Lecci”.<br />

In località Bevazzana sono presenti un gruppo e un filare di frassini (Fraxinus excelsior L.) (fig.<br />

17), costituiti rispettivamente da quattro e sette esemplari (età circa 100 anni). A Cesarolo è<br />

presente un pino d’Aleppo di circa 80 anni (Fig. 18) che emerge dalla deserta campagna ed è<br />

affiancato solo da un noce.<br />

Nell’abitato di S. Michele, all’interno della villa De Buoi-Vizzani sono presenti: un platano di 120<br />

anni (Platanus hybrida Brot.), quattro tigli di 80-100 anni (Tilia platyphyllos Scop.), una sequoia di<br />

100 anni (Sequoia sempervirens End.), mentre nel parco di villa Ivancich è presente un platano di<br />

100 anni.<br />

4<br />

Per la lettura delle schede, delle modalità tecniche e di raccolta dei dati si rimanda al volume “I grandi alberi della<br />

provincia di <strong>Venezia</strong>” AA.VV. Assessorato Attività Produttive Agricoltura e Alimentazione, Provincia di <strong>Venezia</strong> (2002).<br />

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Alla periferia del paese, vegetano un ippocastano di circa 100 anni (Aesculus hippocastanum L.),<br />

un gruppo di tre frassini di 130 anni e in località Le Frattine, nei pressi di una polla di risorgiva, un<br />

salice (Salix alba L.) di 100 anni.<br />

Gli alberi secolari sono tutelati dalla Legge Regionale n. 20 del 9 agosto 2002 dal titolo “Tutela e<br />

valorizzazione degli alberi monumentali”; l’elenco regionale degli alberi monumentali è istituito<br />

presso l’azienda regionale Veneto Agricoltura.<br />

Attualmente non è previsto alcun progetto o iniziativa di pubblicizzazione (a parte il volume citato<br />

nella nota) e valorizzazione degli alberi sopraindicati, come richiesto dall’art. 4 co.2 “al fine di<br />

divulgarne la conoscenza, il significato della tutela, nonché per migliorare il contesto territoriale e<br />

ambientale circostante”.<br />

Dato che, nel settore nord orientale della provincia di <strong>Venezia</strong> (comuni di Caorle, Eraclea,<br />

Portogruaro, S. Donà di Piave, Concordia Saggitaria ecc.) sono presenti decine d’alberi secolari<br />

(spesso collocati all’interno di ville) e data l’elevata vocazione turistica dell’area, potrebbe essere<br />

interessante prevedere un itinerario tematico degli alberi monumentali intercomunale, con il<br />

chiaro scopo di valorizzare al massimo questo patrimonio regionale.<br />

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5. IL PAESAGGIO AGRARIO<br />

La predominanza del settore primario in quest’area è storicamente consolidata e la sua<br />

importanza si nota anche nelle dirette conseguenze sull’assetto paesaggistico (fig. 19). Elementi<br />

peculiari della zona sono la frequenza e la regolarità delle canalizzazioni, l’assenza dell’elemento<br />

arboreo, le colture erbacee annuali e la diffusione delle grandi proprietà.<br />

La zona tra Livenza e Tagliamento a differenza di molte aree agricole limitrofe in cui era<br />

maggiore lo stimolo all’abbandono dei campi, non sono state interessate da fenomeni di<br />

polverizzazione aziendale e dalla diffusione del part–time in agricoltura; sono in atto invece<br />

significativi processi di espansione per l’aggregazione aziendale (vedi dati sotto riportati).<br />

Se si prende in considerazione l’utilizzo del suolo agricolo risulta evidente la netta prevalenza dei<br />

seminativi ed in particolar modo delle colture cerealicole (con prevalenza di mais e soia) che<br />

rappresentano le produzioni più consistenti mentre la produzione di foraggiere è limitata.<br />

La produzione orticola è molto praticata, soprattutto nella zona costiera, per ragioni di mercato<br />

(vicinanza con il mercato ortofrutticolo di Pordenone), per esigenze del mercato estivo nell’area<br />

turistica di Bibione e per ragioni geopedologiche (terreni sabbiosi). A testimonianza di un<br />

paesaggio che era molto diffuso nel secolo precedente, invece, si registrano molti prati e pascoli<br />

permanenti.<br />

Nel paesaggio agrario oggetto di indagine prevalgono i seguenti biotopi:<br />

- fosso e scoline agrarie: biotopo acquatico realizzato per la bonifica degli avvallamenti palustri<br />

interdunali e retrodunali; presenta scarsa diversità floristica, anche se si segnala la presenza di<br />

alcune specie interessanti. Gli alvei presentano andamenti generalmente rettilinei con derivazioni<br />

ortogonali di alvei minori. La natura del fondale di tipo melmoso, con spesso strato di materiale<br />

organico e regime idraulico stagionale (con massimi apporti nelle stagioni piovose). L’acqua è<br />

stagnante o debolmente corrente e presenta modesta o notevole torbidità.<br />

- appezzamenti a colture cerealicole e annuali: è il biotopo sicuramente più esteso nell’area<br />

comunale. Il paesaggio agrario è caratterizzato da ampie superfici coltivate; inoltre, con l’avvento<br />

dell’agricoltura meccanizzata è cominciato un rapido ridimensionamento del ruolo funzionale<br />

degli alberi tradizionalmente ospiti dei paesaggi agrari.<br />

*Numero Aziende, superficie totale e SAU :<br />

Popolazione a fine 2000: 11767 - Superficie (Km 2 ) : 112,28 - Aziende censite: 816 - Superficie totale : 7548 ha<br />

SAU (superficie agricola utilizzata): 6371 ha - Superficie media aziendale: 9,25 ha<br />

Composizione della SAU :<br />

Seminativi Colture permanenti Altro<br />

San Michele al T. 5957 ha 315 ha 96 ha<br />

La coltivazione della vite:<br />

San Michele al T.<br />

Aziende censite<br />

di cui CON VITE<br />

Numero Sup.Totale Numero Sup. a VITE<br />

Valore % su Tot Ha % su Tot<br />

816 7548 197 24 101 1<br />

Allevamento:<br />

Bovini Ovini e Caprini Equini Suini<br />

Aziende Nr. capi Aziende Nr.capi Aziende Nr.capi Aziende Nr.capi<br />

San Michele al T. 28 2887 7 16 12 181 93 698<br />

Fonte: dati del V° Censimento dell’Agricoltura 2000<br />

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6. LE VALLI E LA PESCA<br />

Le due grandi valli del comune di San Michele al Tagliamento sono Val Grande e Vallesina e<br />

costituiscono un’importante complesso vallivo arginato della superficie di circa 615 ettari, che<br />

confina a nord con la litoranea veneta e col canale di Lugugnana, ad est con la strada di San<br />

Michele al Tagliamento - Bibione e l’argine del fiume Tagliamento, a sud con il centro di Bibione e<br />

ad ovest con il porto Baseleghe.<br />

Il nome deriva dal latino “vallum” che significa argine o protezione. La valle da pesca è un’area<br />

lagunare separata dalla laguna aperta da una recinzione fissa costituita oggi da pali o argini nella<br />

quale si pratica la vallicoltura, una pratica di itticoltura estensiva.<br />

La valle da pesca è un’area artificializzata, creata a scopi produttivi, ma che mantiene elevati<br />

livelli di naturalità, contribuendo alla protezione dell’ambiente lagunare nelle quali la pesca ha<br />

sempre rappresentato una delle attività tipiche.<br />

Val Grande e Vallesina, contrariamente alle vicine valli delimitate entro specchi lagunari, sono<br />

entrambe ricavate tra le lame deltizie della foce del Tagliamento.<br />

In esse gli argini presentano la vegetazione tipica degli ambienti alofili di barena, e la biodiversità<br />

è alta, anche se modificata quantitativamente rispetto a quella originaria, grazie alla ricchezza<br />

delle catene trofiche largamente corrispondenti a quelle lagunari originarie, che sono la base per<br />

le specie ittiche allevate (anguille, branzini, orate).<br />

In queste aree, infatti, trovano un ambiente ottimale per la nidificazione, lo svernamento e<br />

l’approvvigionamento di cibo molti anatidi e uccelli acquatici che vengono in questi luoghi a<br />

svernare dal Nord Europa, ma anche altri uccelli che vivono stabilmente in questi ambienti, piccoli<br />

mammiferi e rettili.<br />

Nelle valli vengono allevati anguille (Anguilla anguilla), cefali (Mugil cephalus), branzini<br />

(Dicentrarchus labrax), orate (Sparus aurata), cefalame ed in minima parte carpe (Cyprinius<br />

carpio) e mazzancolle, ovvero tutte specie che riescono a tollerare ampie variazioni di salinità<br />

(eurialine).<br />

Le due valli di Bibione, inoltre, offrono condizioni ideali per la nidificazione di molti uccelli,<br />

soprattutto nei canneti degli ambienti di acqua dolce; vi si trovano specie nidificanti come il<br />

germano reale (Anas platyrhynchos), il falco di palude (Circus aeruginosus), la gallinella d’acqua<br />

(Gallinula chloropus), la folaga (Fulica atra), il fratino (Charadrius alexandrinus), la sterna (Sterna<br />

hirundo), il pendolino (Remiz pendulinus), l’airone rosso (Ardea purpurea), la Pettegola (Tringa<br />

totanus), la Nitticora (Nycticorax nictycorax).<br />

Altre specie sono solamente di passaggio durante i mesi invernali, come lo svasso maggiore e<br />

piccolo (Podiceps cristatus e P. nigricollis), l’airone bianco (Egretta alba) e diverse specie di<br />

anatidi.<br />

Oltre ai pesci e agli uccelli nelle valli da pesca sono presenti piccoli mammiferi come il topolino<br />

delle risaie (Micromys minutus), il toporagno d'acqua (Neomys fodiens), la puzzola (Mustela<br />

putorius), la faina (Martes foina), l’arvicola d’acqua (Arvicola terrestris), la donnola (Mustela<br />

nivalis) ed il riccio (Erinaceus europaeus).<br />

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Anche il biacco (Coluber viridiflavus) e le bisce d’acqua (Natrix natrix e N. tassellata) fanno la loro<br />

comparsa.<br />

La vegetazione emersa delle valli da pesca è quella tipica delle barene (Salicornia, Limonio,<br />

Puccinellia), anche se con associazioni e dominanze diverse. Le associazioni che si trovano in<br />

prevalenza nelle barene all’interno delle valli sono il Limonio – Puccinellietum palustris,<br />

caratterizzato da Puccinellia festuciformis , Limonium serotinum, e Juncus maritimus (negli<br />

ambienti meno alofili); e il Puccinellio – festuciformis – Arthrocnemum fruticosi, che presenta la<br />

Salicornia fruticosa, su suoli molto salati e aridi nel periodo estivo.<br />

La vegetazione sommersa è formata principalmente da due associazioni vegetali di fanerogame,<br />

che costituiscono una preziosa fonte di cibo per gli anatidi: quella a Zostera noltii, che si sviluppa<br />

nelle zone salmastre con un buon ricambio idrico, e quella a Ruppia maritima, presente in aree a<br />

minore salinità e a maggiore stabilità.<br />

Inoltre le valli da pesca, come tutti gli ambienti barenicoli e i canneti della laguna, costituiscono un<br />

sistema autodepurativo, e la loro interdizione ha privato la laguna del loro apporto depurativo.<br />

La pesca nelle valli rappresenta la continuità di una tradizione legata ancora più ai tempi della<br />

natura che a quelli umani, ricca di usanze e caratterizzata da un linguaggio proprio.<br />

Valle Grande e Vallesina hanno importante valenza paesaggistica; al loro interno si svolgono<br />

percorsi lungo strade sterrate ed argini, affiancati da peschiere e barene, che consentono di<br />

godere di ampie visuali panoramiche sugli specchi acquei.<br />

In particolare percorrendo Val Grande lungo il suo argine nord è possibile passare direttamente<br />

sull'argine del Tagliamento seguendo un tracciato suggestivo che porta il visitatore ad immergersi<br />

sempre più nell'ambiente naturale. Sulle dune di Val Grande e Vallesina, subentra come specie<br />

dominante il Leccio (Quercus ilex) che è una quercia sempreverde. La zona boscata di Val<br />

Grande è molto importante per la presenza dell’unica colonia spontanea di Leccio del Veneto<br />

<strong>Orientale</strong>. La lecceta ricopre una superficie di dune antiche che raggiungono, con i circa undici<br />

metri del "Motteron dei Frati", la massima altezza nell'intero litorale padano. Le dune boscate di<br />

Val Grande e Vallesina sovrastano due piccole lagune costiere, che, come sopra ricordato, sono<br />

ricchissime di avifauna acquatica migratoria e svernante.<br />

Entrambe le Valli sopradescritte sono comprese nella Zona di Protezione Speciale denominata<br />

VALLE VECCHIA – ZUMELLE – VALLI DI BIBIONE, identificata con il codice Bioitaly IT3250041, in<br />

accordo con la Direttiva 79/409/CEE (Uccelli).<br />

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7. LA BIODIVERSITA’<br />

Ogni essere vivente fa parte di un ampio ecosistema formato da terra, aria, acqua, vegetali,<br />

animali ed esseri umani, che viene detto biosfera.<br />

Possiamo definire ecosistema l’insieme di una comunità di esseri viventi vegetali ed animali (la<br />

biocenosi) e del suo luogo di vita (il biotopo). Un ecosistema ha dunque componenti: biotiche,<br />

cioè viventi (vegetali, animali, microrganismi) e abiotiche, cioè non viventi (suolo, acque, aria,<br />

ecc.).<br />

Schematicamente si può dire che la diversità biologica (o biodiversità) è costituita dall’insieme<br />

delle specie animali e vegetali, dal loro materiale genetico e dagli ecosistemi di cui esse fanno<br />

parte.<br />

La biodiversità ingloba quindi la diversità ecosistemica, quella di specie e quella genetica; essa è<br />

funzione del tempo (evoluzione) e dello spazio (distribuzione geografica).<br />

La diversità ecosistemica definisce il numero e l’abbondanza degli habitat, delle comunità<br />

biotiche e degli ecosistemi all’interno dei quali vivono e si evolvono i diversi organismi.<br />

La diversità di specie corrisponde al numero delle specie presenti in una determinata zona,<br />

tenendo conto che il termine specie indica l’insieme degli individui capaci di incrociarsi fra loro<br />

dando origine ad una prole feconda.<br />

La diversità genetica definisce la differenza dei geni all’interno della specie; essa corrisponde alla<br />

totalità dell’informazione genetica (che definisce le caratteristiche del soggetto) contenuta nei<br />

geni di tutti gli animali, vegetali e microrganismi che popolano la terra.<br />

La definizione della biodiversità data dalla Convenzione di Rio è la seguente:<br />

"per diversità biologica si intende la variabilità degli organismi viventi, degli ecosistemi terrestri,<br />

acquatici, e i complessi ecologici che essi costituiscono: la diversità biologica comprende la<br />

diversità intraspecifica, interspecifica e degli ecosistemi".<br />

Una definizione ancora più completa e precisa del termine è stata predisposta tre anni più tardi,<br />

nel 1995, nell'ambito del Global Biodiversity Assestment:<br />

"La biodiversità è definita come la totale diversità e variabilità dei viventi e dei sistemi di cui essi<br />

fanno parte. Ciò comprende tutto lo spettro di variazione e di variabilità tra sistemi e organismi, al<br />

livello bioregionale, di paesaggio, di ecosistema, di habitat, ai vari livelli degli organismi fino alle<br />

specie, alle popolazioni, e dagli individui, ai geni. Con ciò si intende anche il complesso insieme<br />

di relazioni funzionali e strutturali all'interno e tra questi differenti livelli di organizzazione, la loro<br />

origine ed evoluzione nello spazio e nel tempo, includendo l'azione umana".<br />

Dalle due definizioni emerge che la biodiversità è una questione complessa che rinvia a più livelli<br />

di organizzazioni dei viventi da quello dei geni a quello dei sistemi di ecosistemi comprendendo la<br />

diversità dell'azione dell'uomo.<br />

L'elenco (certamente parziale) che segue comprende una serie di fattori che influenzano o sono<br />

influenzati dalla diversità biologica:<br />

• l'evoluzione<br />

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• il clima<br />

• gli “accidenti” storici<br />

• il caso<br />

• le attività umane<br />

• il disturbo<br />

• le leggi della termodinamica<br />

• la competizione<br />

• la predazione<br />

• il grado di isolamento<br />

7.1 Norme che tutelano e promuovono la biodiversità<br />

La conservazione della natura e la tutela della biodiversità sono due obiettivi fondamentali, come<br />

indicato in numerosi documenti , protocolli di intesa o accordi internazionali, da cui derivano<br />

precisi impegni e norme vincolanti per gli Stati sottoscrittori.<br />

Per quanto attiene agli atti internazionali ed in particolare a quelli dell’Unione Europea , quelli di<br />

maggiore interesse sono :<br />

- la Convenzione di Ramsar (1971) sulle zone umide di importanza internazionale, specialmente<br />

come habitat di uccelli acquatici, e il relativo Protocollo di convenzione di Parigi (1982) ;<br />

- la Convenzione di Parigi (1972) sulla protezione dei beni culturali e del patrimonio naturale ;<br />

- la Convenzione di Berna (1979) sulla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale<br />

in Europa;<br />

- la Convenzione di Bonn (1979) sulla conservazione delle specie migratorie appartenenti alla<br />

fauna selvatica ;<br />

- la Convenzione di Rio de Janeiro del 1992 adottata dall’Italia con la Legge del 14 febbraio<br />

1994, n.124, “Ratifica ed esecuzione della convenzione sulla biodiversità , con annessi, fatta a<br />

Rio de Janeiro il 5 giugno 1992 ” ;<br />

- la Direttiva 79/409/CEE “Uccelli” per la protezione dell’avifauna selvatica successivamente<br />

modificata dalle Direttive 85/411/CEE e 91/244/CEE ;<br />

- la Direttiva 92/43/CEE ”Habitat” relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali,<br />

della flora e della fauna selvatica ;<br />

- Regolamento (CE) n. 349/2003 della Commissione del 25 febbraio2003, che sospende<br />

l'introduzione nella Comunità di esemplari di talune specie di fauna e flora selvatiche;<br />

- Regolamenti CEE 2157/92 e 307/97 sulla protezione delle foreste contro l’inquinamento<br />

atmosferico.<br />

Nel caso del paesaggio, l’Unione Europea, ha pubblicato, nel 1999, la “Lista di controllo” per<br />

sviluppare la gestione sostenibile del paesaggio.<br />

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Per quanto attiene al quadro Nazionale, i principali atti legislativi o normativi, a cui si deve fare<br />

riferimento, sono:<br />

- il DL 490/1999 “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e<br />

<strong>ambientali</strong>, a norma dell'articolo 1 della legge 8 ottobre, n. 352"<br />

- Legge 06.12.1991, n. 394. Legge Quadro sulle aree protette<br />

- Legge 11.02.1992, n. 157 inerente la protezione della fauna selvatica omeoterma;<br />

- la Delibera del CIPE del 16 marzo 1994: "Approvazione delle linee strategiche per l'attuazione<br />

della Convenzione di Rio de Janeiro e per la redazione del Piano nazionale sulla biodiversità";<br />

- DPR 8 settembre 1997, n. 357, Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE<br />

relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna<br />

selvatiche<br />

- il Disciplinare di produzione biologica (AIAB), conforme al Reg. CEE 2092 del 1991.<br />

- DM 3 settembre 2002. Linee guida per la gestione dei siti Natura 2000.<br />

- DM 3 aprile 2000. Elenco dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciali,<br />

individuati ai sensi delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE.<br />

- DPR 1 dicembre 2000, n. 425. Regolamento recante norme di attuazione della direttiva<br />

97/49/CE che modifica l'allegato I della direttiva 79/409/CEE, concernente la protezione degli<br />

uccelli selvatici.<br />

Alla citata normativa nazionale si aggiunge o si integra quella specifica della Regione Veneto<br />

(che direttamente o indirettamente coinvolgono la diversità biologica), di cui si citano i principali<br />

testi:<br />

- L.R. 15 novembre 1974, n. 53 - Norme per la tutela di alcune specie della fauna inferiore e<br />

della flora.<br />

- R.R. n. 7 del 5 agosto 1977 - Regolamento di esecuzione della legge regionale 15 novembre<br />

1974, n. 53 "Norme per la tutela di alcune specie della fauna inferiore e della flora"<br />

- L.R. n. 40 del 16 agosto 1984 - Nuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali<br />

regionali.<br />

- L.R. n. 50 del 9 dicembre 1993 - Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo<br />

venatorio<br />

- L.R. 13 del 02.05.2003 “Norme per la realizzazione di boschi nella Pianura Veneta”.- L.R. 23<br />

del 1996 “Disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati”.<br />

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- L.R. n. 20 del 9 agosto 2002 - Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali.<br />

- L.R. n. 19 del 28 aprile 1998 - Norme per la tutela delle risorse idrobiologiche e della fauna<br />

ittica e per la disciplina dell’esercizio della pesca nelle acque interne e marittime interne della<br />

Regione Veneto.<br />

- L.R. n. 7 del 1 marzo 2002 - Applicazione del regime di deroga previsto dall'articolo 9 della<br />

direttiva n. 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 concernente la conservazione degli uccelli<br />

selvatici.<br />

- L.R. n. 6 del 24 gennaio 1992 - Provvedimenti per la prevenzione ed estinzione degli incendi<br />

boschivi.<br />

- L.R. n. 33 del 18 aprile 1995 - Tutela del patrimonio genetico delle specie della flora legnosa<br />

indigena nel Veneto.<br />

- D.G.R. n. 2803 del 4 ottobre 2002 che ha approvato specifici documenti di indirizzo per la<br />

stesura della relazione di valutazione di incidenza.<br />

- L. R. n. 10 del 26 marzo 1999 - Disciplina dei contenuti e delle procedure di Valutazione di<br />

Impatto Ambientale.<br />

La Regione Veneto, in attuazione della direttiva 85/337/CEE e del decreto del Presidente della<br />

Repubblica 12 aprile 1996, disciplina con la presente legge le procedure di valutazione d’impatto<br />

ambientale anche per assicurare che, nei processi di formazione delle decisioni relative a progetti<br />

di impianti, opere o interventi individuati negli appositi allegati della presente legge, si perseguano<br />

gli obiettivi di tutela della salute e di miglioramento della qualità della vita umana, di<br />

conservazione della varietà della specie, dell’equilibrio dell’ecosistema e della sua capacità di<br />

riproduzione, in quanto risorse essenziali di vita, di garanzia della pluralità dell’uso delle risorse e<br />

della biodiversità.<br />

7.2 progetti che favoriscono la biodiversità<br />

La storia e la scienza hanno dimostrato che lo sfruttamento incontrollato o non correttamente<br />

pianificato delle risorse del pianeta è causa di alterazione degli ecosistemi. Occorre, quindi,<br />

necessariamente pianificare e gestire in modo responsabile e razionale il patrimonio ambientale<br />

per garantire la conservazione della vita sul nostro pianeta. Tale gestione deve far fronte ai<br />

problemi connessi alla conservazione delle specie già minacciate di estinzione, o che potrebbero<br />

esserlo nel futuro, tramite opportune misure quali l'istituzione di zone di protezione e di parchi<br />

naturali, la pianificazione di interventi di reintroduzione delle specie, la regolamentazione del<br />

prelievo venatorio e della presenza antropica sul territorio.<br />

Una delle principali minacce per la sopravvivenza di molte specie è l'alterazione, la perdita e la<br />

frammentazione dei loro habitat causata dai profondi cambiamenti del territorio condotti ad opera<br />

dell'uomo in conseguenza dell'esplosione demografica, dello sviluppo industriale, dell'estensione<br />

della rete dei trasporti e dell'industrializzazione dell'agricoltura. In particolare i maggiori<br />

cambiamenti dell'uso del suolo hanno riguardato l'aumento delle superfici per l'agricoltura e per<br />

l'allevamento, lo sviluppo delle aree urbane e commerciali, il disboscamento, l'ampliamento delle<br />

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reti stradali e delle relative infrastrutture, lo sviluppo della rete idrica e delle opere idrauliche e la<br />

costruzione di infrastrutture per le attività turistico-ricreative e sportive.<br />

In seguito a queste trasformazioni, gli ambienti naturali vengono alterati e parcellizzati e in<br />

qualche caso distrutti, causando la perdita e la frammentazione degli habitat. Se il concetto di<br />

perdita di habitat risulta intuitivo, il fenomeno della frammentazione va invece approfondito. Con<br />

questo termine si indica il processo di parcellizzazione di un territorio in sotto-aree tra loro<br />

parzialmente connesse o totalmente isolate, così che gli habitat adatti ad una specie risultano<br />

distribuiti sul territorio a ”macchia di leopardo” (è il caso della Pineta di Bibione nella zona<br />

urbanizzata, fig. 21). La frammentazione è dovuta sia alla perdita di habitat originari che alla<br />

costruzione di barriere (quali strade, linee elettriche, canali artificiali e infrastrutture turistiche) che<br />

impediscono il libero movimento degli animali all'interno del territorio.<br />

A questo scopo, un’attenta pianificazione territoriale ed in particolare la realizzazione di “corridoi<br />

ecologici” è senz’altro un modo per affrontare razionalmente il problema. Tuttavia, la presenza di<br />

infrastrutture, la crescente urbanizzazione o la pregiudiziale mancanza di habitat forestali da<br />

connettere sono talora insormontabili ostacoli a tali progetti.<br />

L’impianto di nuovi boschi da collegare “in rete” o con nuclei naturali preesistenti<br />

rappresenterebbe una soluzione da cercare con forte convinzione, specialmente dove il<br />

paesaggio agrario è gia “predisposto” ad essere ritessuto per la presenza di filari, di soggetti<br />

isolati o di gruppi di piante.<br />

Il restauro del paesaggio forestale dovrebbe anche imporsi all’attenzione del pianificatore come<br />

uno degli obiettivi prioritari nel contesto di una moderna agricoltura sostenibile.<br />

Tutto quanto appena descritto è previsto e favorito dalla legislazione comunitaria, regionale e<br />

provinciale.<br />

La rete ecologica “Natura 2000” è un progetto europeo che si propone come un sistema<br />

coordinato e coerente (appunto, una “rete”) di aree destinate alla conservazione della<br />

biodiversità; al loro interno si svolgono una serie di attività, tutte finalizzate al miglioramento delle<br />

conoscenze naturalistiche sul territorio, che vanno dalla realizzazione di check-list delle specie<br />

alla descrizione della trama vegetazionale del territorio, dalla realizzazione di banche dati sulla<br />

distribuzione delle specie all’avvio di progetti di monitoraggio sul patrimonio naturalistico, alla<br />

realizzazione di pubblicazioni e contributi scientifici e divulgativi.<br />

Come vedremo più avanti, nel comune di San Michele al Tagliamento sono presenti un Sito di<br />

Interesse Comunitario ed una Zona di Protezione Speciale.<br />

La Giunta Regionale con deliberazione 22 giugno 2001, n. 1662, ha formulato degli atti di<br />

indirizzo per l’applicazione della normativa comunitaria e statale in ordine ai siti di importanza<br />

comunitaria e alle zone di protezione speciale con particolare riferimento al tema della<br />

valutazione dell’incidenza di piani e progetti su habitat e specie di importanza comunitaria.<br />

Tali indicazioni sono state sviluppate e precisate con D.G.R. n. 2803 del 4 ottobre 2002 che, in<br />

attuazione della direttiva 92/43/CEE e del D.P.R. n. 357/97, ha approvato specifici documenti di<br />

indirizzo per la stesura della relazione di valutazione di incidenza e per la successiva verifica a<br />

livello regionale.<br />

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La Legge Regionale nr.13/2003 “Norme per la realizzazione di boschi nella pianura veneta” è un<br />

passo fondamentale verso un nuovo sistema di pianificazione del territorio planiziale veneto. In<br />

sintesi, essa prevede di favorire la realizzazione di boschi di pianura , al fine di:<br />

- migliorare la qualità dell'ambiente, dell'aria e dell'acqua nel territorio regionale;<br />

- fornire spazi naturali in aree verdi che consentano ai cittadini di svolgere attività ricreative e di<br />

rilassamento;<br />

- aumentare la sicurezza idraulica del territorio regionale interconnessa con la presenza di<br />

aree boscate;<br />

- ridurre gli effetti dell'inquinamento atmosferico e delle concentrazioni urbane;<br />

- incrementare la biodiversità negli ecosistemi di pianura favorendo la diffusione delle specie<br />

arboree ed arbustive autoctone.<br />

I destinatari dei contributi per gli interventi sono le amministrazioni pubbliche, i consorzi di<br />

bonifica, le fondazioni e le associazioni riconosciute e non riconosciute, non aventi carattere di<br />

impresa. Sono previsti interventi per l'impianto e il ripristino dei boschi di pianura, il recupero di<br />

aree degradate e di quelli periurbani ed infine per la divulgazione sull'utilità dei boschi.<br />

Il progetto provinciale denominato “rete ecologica” ha come obiettivi la ricostruzione di un modello<br />

di ecosistema e di paesaggio extraurbano ottimale, in cui siano ridotti gli impatti negativi legati<br />

alle attività umane e valorizzate le opportunità offerte da un approccio ecologicamente più<br />

corretto.<br />

I diffusi processi di antropizzazione del territorio hanno, infatti, generato una forte pressione sulla<br />

biodiversità, contribuendo alla sua riduzione. Uno degli scopi di tale “rete” è proprio il<br />

consolidamento degli obiettivi di tutela della biodiversità attraverso il sistema delle aree protette<br />

regionali e sub-regionali<br />

E’ importante ricordare che gli interventi di "rinaturalizzazione" richiedono forti e precise<br />

conoscenze sul patrimonio di diversità biologica sia reale che potenziale del territorio in cui ci si<br />

trova; richiede, inoltre, attente capacità progettuali e gestionali, basate non tanto su un approccio<br />

estetico e quantitativo, ma piuttosto sulla conoscenza:<br />

- del patrimonio floristico nativo originario, con riferimento particolare alle specie più fragili e meno<br />

competitive<br />

- della biologia delle diverse specie (es. tipo di disseminazione, efficienza riproduttiva)<br />

- sulle necessità ecologiche di ciascuna<br />

- sulla dinamica delle popolazioni<br />

- sulla capacità competitiva nella occupazione del territorio<br />

Indici di biodiversità<br />

Tra i tre tipi di biodiversità ricordati all’inizio quella che dà più notizie circa l'ecosistema che si sta<br />

indagando è la biodiversità delle specie.<br />

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Due delle componenti più importanti della diversità sono il numero di specie e l'equiripartizione<br />

(eveness).<br />

La prima cosa da fare per studiare questa biodiversità è cercare di fare un inventario delle specie<br />

presenti, riconoscendole e contandole (va notato che la semplice attribuzione di questo numero<br />

ad un ecosistema richiede numerosi rilievi floristici e faunistici in campo e/o, nel caso la stagione<br />

non li consenta, un’accurata ricerca bibliografica).<br />

Inoltre, spesso è necessario contare anche gli individui per ogni specie (anche questa operazione<br />

richiede uno sforzo notevolissimo, ovvero la raccolta di un campione di organismi<br />

sufficientemente rappresentativo di tutte le specie della comunità), poiché esiste un altro aspetto<br />

della biodiversità che influenza profondamente il funzionamento degli ecosistemi: si tratta del<br />

grado di ripartizione degli organismi tra le specie (equiripartizione o eveness); infatti, è dimostrato<br />

che un aumento della diversità biologica, sia come maggior numero di specie sia come maggior<br />

equilibrio nei rapporti di dominanza, può modificare la capacità di sfruttare le risorse disponibili.<br />

Una volta contate le specie e gli individui per specie, si possono calcolare vari indici che<br />

misurano la diversità biologica, di cui il più usato è l'H' di Shannon-Wiener.<br />

Questo indice misura la quantità di informazione relativa alle specie presenti nel campione.<br />

Questa espressione rappresenta la quantità media di informazione per individuo, secondo un<br />

criterio per cui ogni individuo di una specie, una volta identificato, ha un contenuto di<br />

informazione tanto più rilevante quanto più la specie è rara.<br />

Se una comunità ha bassa ricchezza di specie ed è fortemente dominata da una di queste,<br />

l’identità di una selezione casuale di un individuo ha un basso grado di incertezza e il valore di H<br />

che ne deriva è basso.<br />

In una comunità con elevata ricchezza di specie ed equipartizione, c’è un elevato grado di<br />

incertezza associato all’identità di scelta casuale di un individuo o di una specie cresciuta in un<br />

punto scelto a caso.<br />

Questo indice ha dato prova di essere un robusto indice di diversità (ovviamente, come sopra<br />

ricordato, il suo valore è influenzato dalla ricchezza di specie e dall’evennes).<br />

Un altro indice utilizzato è quello di Simpson che misura la probabilità che due individui scelti a<br />

caso dal campione appartengano alla stessa specie; il valore di questo indice varia da 0 a 1 (0<br />

rappresenta infinità biodiversità, mentre 1 biodiversità nulla).<br />

Dall’indice di Simpson si può ricavare l’indice di biodiversità di Simpson che rappresenta la<br />

probabilità che due individui scelti a caso dal campione appartengano a specie differenti.<br />

E’ importante ricordare che per il calcolo di questi indici, dopo avere raccolto un campione di<br />

organismi appartenenti ad una certa comunità, bisogna assicurarsi che la raccolta sia stata fatta<br />

in maniera corretta, cioè senza privilegiare particolari zone dell'ecosistema o particolari specie.<br />

Avremo perciò un insieme di N organismi che sono stati classificati in S categorie (specie).<br />

In questo lavoro ci si è limitati all’elencazione delle specie presenti nella varietà di ambienti del<br />

Comune di San Michele al Tagliamento in modo da potersi avvicinare al dato ricchezza di specie<br />

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(numero di specie) e poter così segnalare quelle presenti negli allegati delle aree “Natura 2000”<br />

(SIC e ZPS) e le “Altre specie importanti di Flora e Fauna”.<br />

7.3 La tutela degli habitat<br />

È importante tenere presente che le specie non solo si sono evolute nel corso di milioni di anni,<br />

ma si sono coevolute, ovvero si sono adattate reciprocamente in maniera da coesistere all'interno<br />

di determinati territori caratterizzati da specifiche condizioni fisiche, chimiche, climatiche,<br />

vegetazionali. L'introduzione di specie alloctone, quindi, rappresenta sempre un pericolo.<br />

La nozione di biodiversità non si identifica solo con il problema della protezione delle specie<br />

vegetali e animali rare o in via di estinzione e la tutela del mezzo in cui vivono, e neppure con il<br />

numero e la diffusione delle specie. Il concetto di biodiversità proietta il problema molto di là dalla<br />

protezione di singole specie o di biotopi, interessa gli ecosistemi e il loro funzionamento e include<br />

i processi coevolutivi tra le parti che li costituiscono. Ecosistemi diversi danno luogo a forme di<br />

vita, culture e habitat diversi, la coevoluzione dei quali determina la conservazione della<br />

biodiversità.<br />

La distruzione o l’alterazione di habitat rappresenta la principale minaccia per la conservazione<br />

della biodiversità.<br />

Solitamente i maggiori livelli di biodiversità si concentrano in situazioni dinamiche e lungo<br />

l’interfaccia tra habitat diversi; infatti, un ecosistema stabile è generalmente meno ricco di un<br />

ecosistema in trasformazione. Per conservare la biodiversità, dunque, può essere necessario<br />

conservare l’instabilità e le situazioni di ecotono (con questo nome si indicano le aree di<br />

transizione tra ecosistemi differenti, come gli ambienti di riva o le aree arbustive tra i boschi o le<br />

praterie o i coltivi). Questi ambienti, infatti, possiedono caratteristiche proprie e molte specie<br />

vegetali ed animali si associano regolarmente ad esse.<br />

Nel Comune di San Michele al Tagliamento sono stati individuati 1 SIC e 1 ZPS. Va detto che<br />

l'individuazione dei siti di importanza comunitaria avviene attraverso una serie di criteri, tra questi<br />

il principale riguarda la presenza di specie di uccelli dell'allegato I della Direttiva Uccelli e/o<br />

Habitat e specie animali e vegetali degli allegati I e II della Direttiva 92/43/CEE.<br />

La Direttiva habitat ed il progetto Bioitaly hanno permesso la costruzione di una banca dati<br />

(banca dati Natura 2000) contenente moltissime informazioni sui siti selezionati, in particolare<br />

informazioni sulle specie e sugli habitat presenti.<br />

Per quanto riguarda le specie il data-base prevede la raccolta di dati relativi a piante vascolari,<br />

anfibi, rettili, uccelli, mammiferi, pesci ed invertebrati.<br />

Zona identificata come SIC<br />

Per le sue particolari caratteristiche, lungo il corso del fiume Tagliamento sono stati individuati 3<br />

Siti di importanza comunitaria (SIC), entro i quali gli Stati membri della Unione Europea, in base<br />

alla già menzionata direttiva "Habitat" del 1992, devono "contribuire a salvaguardare la<br />

biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna<br />

selvatiche".<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Due SIC si trovano nel territorio del Friuli <strong>Venezia</strong> Giulia (Greto del Tagliamento, Valle del medio<br />

Tagliamento), uno in Veneto, nel Comune di San Michele al Tagliamento e Caorle (denominato<br />

LAGUNA DI CAORLE - FOCE DEL TAGLIAMENTO ed individuato da Bioitaly con il codice B IT 3250033<br />

(che accorpa gli ex IT 3250009, IT 3250014).<br />

Questo sito si presenta come un mosaico di ambienti costituiti da sistemi dunosi antichi e recenti,<br />

con numerose bassure umide ed acquitrini, valli arginate ed ambienti di foce.<br />

In particolare la zona litoranea è caratterizzata da frammenti della serie psammofila, da dune<br />

consolidate e da popolamenti di Pinus nigra var. austriaca e Pinus pinea con elevata presenza di<br />

elementi mediterranei; nelle radure sono presenti discrete formazioni a Juniperus communis e<br />

bassure interdunali di cenosi igrofile. Gli spazi acquei vallivi e di foce, invece, sono popolati da<br />

vegetazione alofita di fondale e di barena.<br />

Il particolare interesse naturalistico di questo sito è caratterizzato dalla molteplicità delle tipologie<br />

vegetazionali a dalla presenza di elementi floristici di notevole valore.<br />

Inoltre, include l’unica pineta della fascia litoranea veneta a Pino nero; è sito di nidificazioni, di<br />

rifugio e di passo ed è sede di zoocenosi e fitocenosi con caratteri esclusivi.<br />

In Veneto unico sito per Testudo hermanni (fig. 22), probabilmente autoctona.<br />

La Testudo hermanni presenta carapace fortemente convesso e negli adulti arriva fino a 20 cm.<br />

Le squame cornee sono grosse ed il guscio assume colorazioni giallastre, arancioni, verdastre<br />

con pigmentazioni scure sovrapposte. Il capo e gli arti sono di color verde-giallastro. Sulla punta<br />

della coda è presente un astuccio corneo, mentre ai lati di questa mancano i classici speroni<br />

presenti invece in altre specie. Sono presenti inoltre due caratteristiche lamine sopracaudali.<br />

Nella zona della foce di San Michele al Tagliamento è stata segnalata la sua presenza nelle dune<br />

fossili e boscate, viene perciò considerata come un relitto faunistico.<br />

Tra le cause di vulnerabilità si ricordano la frequentazione turistico-ricreativa che provoca<br />

calpestio e altera la vegetazione dunale, l’espansione degli insediamenti residenziali e turistici ed<br />

anche l’inquinamento delle acque.<br />

Una descrizione più dettagliata è possibile trovarla nella scheda dell’area SIC in questione, che al<br />

suo interno annovera anche le liste delle specie floro-faunistiche presenti, specificando se sono<br />

presenti negli Allegati della Direttiva 92/43/CEE (Habitat).<br />

7.4 Zona di Protezione Speciale (ZPS)<br />

Nel Comune di San Michele al Tagliamento si trova anche una porzione della Zona di Protezione<br />

Speciale denominata VALLE VECCHIA – ZUMELLE – VALLI DI BIBIONE, identificata con il codice<br />

Bioitaly IT3250041, in accordo con la Direttiva 79/409/CEE (Uccelli).<br />

Si tratta di un’area di notevole importanza per lo svernamento e la migrazione dell'avifauna legata<br />

alle zone umide. Durante la stagione migratoria e nei mesi invernali, nelle valli da pesca si<br />

concentrano la quasi totalità delle folaghe e degli anatidi di tutto il comprensorio lagunare. Gli<br />

ambienti di canneto offrono siti di nidificazione per numerose specie di ardeidi, come l'airone<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

rosso, la garzetta e la nitticora, per il raro falco di palude e per numerosi passeriformi. Inoltre,<br />

sono segnalate presenze di tipi e sintipi endemici, nonché di specie ed associazioni rare e<br />

minacciate.<br />

La zona valliva bonificata che si trova alle spalle della zona litoranea e che comprende, tra i vari<br />

ambienti, anche sistemi dunosi di antica formazione, ha determinato l’inclusione di questa<br />

porzione del Comune di San Michele al Tagliamento.<br />

Anche per questa Zona è possibile trovare una descrizione più dettagliata nella scheda relativa ai<br />

siti “Natura 2000” in questione, che al suo interno annovera anche le liste delle specie florofaunistiche<br />

presenti, specificando se sono presenti negli Allegati della Direttiva Comunitaria<br />

“Uccelli”.<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Lista specie floro-faunistiche presenti nel comune di San Michele al Tagliamento 5<br />

5 Queste liste di specie sono state compilate consultando una parte della bibliografia disponibile sul litorale Veneto, in<br />

particolare quello bibionese, e sul fiume Tagliamento, relativamente al suo basso corso. Nella lista delle specie erbacee<br />

sono inserite specie dei vari ambienti (pineta, prato umido, prato arido, duna e retroduna, battigia, ecc). I dati per le specie<br />

macrofungine sono stati forniti da Livio Lorenzon del Gruppo micologico della Marca Trevigiana P.A. Saccardo di<br />

Spresiano (TV). Per l’individuazione delle specie elencate negli allegati delle Direttive Habitat ed Uccelli ci si è riferiti a<br />

quelle presenti nelle schede delle aree SIC e ZPS gentilmente concesse dalla Regione Veneto.<br />

INDICATORI AMBIENTALI<br />

Gli indicatori sono ormai strumenti sempre più utilizzati nelle relazioni <strong>ambientali</strong> a carattere internazionale e nazionale.<br />

L’indicatore si riferisce ad un parametro o una specie (chimica, fisica o biologica) avente una stretta relazione con un<br />

fenomeno ambientale, in grado di fornire informazioni sulle caratteristiche dell’evento nella sua globalità, nonostante ne<br />

rappresenti solo una parte. Funzione principale dell’indicatore è la rappresentazione sintetica dei problemi indagati in<br />

modo però da conservare il contenuto informativo dell’analisi. La scelta e l’uso di un particolare indicatore sono<br />

strettamente collegati allo scopo che si vuole raggiungere. La generale tendenza a livello internazionale è quella di<br />

classificare gli indicatori in base allo schema Pressione Stato Risposta (PSR), che si basa sul concetto di causa/effetto e<br />

prevede lo sviluppo di una serie di indicatori <strong>ambientali</strong> suddivisi in:<br />

- indicatori di pressione ambientale: le diverse attività umane che costituiscono fonti di pressione sui vari comparti<br />

<strong>ambientali</strong>;<br />

- indicatori di stato: la qualità dell’ambiente attuale e le sue alterazioni;<br />

- indicatori di risposta: si riferiscono alle misure prese dalla società per migliorare lo stato dell’ambiente.<br />

Qui di seguito si fa riferimento ad alcuni Indicatori relativi alla biodiversità elaborati dall’OCSE e dall’ANPA.<br />

La Biodiversità a livello di specie.<br />

Indicatori di stato:<br />

Specie minacciate di estinzione sul totale di numero di specie. In cui le specie si possono attribuire alle seguenti<br />

categorie: - Specie estinte; - Specie minacciate di estinzione; - Specie vulnerabili; - Specie rare; - Specie a status<br />

indeterminato<br />

Numero di specie protette da legislazione nazionale ed internazionale.<br />

Stato di conservazione delle specie migratrici.<br />

Biodiversità per specie.<br />

Condizione e trend di alcune specie e gruppo di specie.<br />

Numero di specie di vertebrati protette.<br />

Numero di specie naturalizzate diventate invasive.<br />

La situazione delle Foreste.<br />

Alcuni indicatori (di stato) potrebbero essere:<br />

Percentuale di foreste degradate o in situazione di disturbo rispetto al totale.<br />

Percentuale dell'area riforestata con successo in rapporto all'area utilizzata (inclusa rinnovazione naturale).<br />

Percentuale delle foreste protette in rapporto all'area forestata.<br />

Funzione delle foreste.<br />

Nel territorio di San Michele al Tagliamento si possono segnalare in tal senso: la funzione turistico-ricreativa; la funzione<br />

paesistica; la funzione protettiva; la funzione di fissazione del carbonio<br />

Gli Incendi boschivi.<br />

Indicatori di pressione:<br />

Incendi : numero degli eventi ed area incendiate .<br />

Indicatori di impatto:<br />

Numero annuo di incendi per classe di superficie.<br />

Percentuale di superficie boscata percorsa annualmente da incendi.<br />

Superficie media percorsa per ogni incendio boschivo.<br />

Numero di incendi interessanti territori vincolati.<br />

La situazione delle aree protette e della diversità a livello ecosistemico.<br />

Indicatori di risposta:<br />

Percentuale di aree protette.<br />

Stato di attuazione delle direttive UE “Habitat” e “Uccelli”.<br />

Indicatori di stato:<br />

Distribuzione delle principali tipologie di habitat sul territorio comunale.<br />

Gli indicatori sopra menzionati sono esemplificativi di quelli che possono essere utilizzati. Il processo di raccolta ed<br />

elaborazione dei dati necessari richiede comunque un lavoro ad hoc proprio sulla biodiversità e sulle altre categorie di<br />

indicatori.<br />

[Fonti: Del Favero, Biodiversità e indicatori nei tipi forestali del Veneto, M.Gatto e R.Casagrandi<br />

Dispense del corso di Ecologia,2003 ; Scarsi, 1998 ;Waite, 2000.<br />

<strong>Rapporto</strong> sullo stato dell’ambiente della provincia di Padova.<br />

Flora e fauna della pianura veneta orientale nr.4, Osservazioni di campagna 2001.<br />

Associazione naturalistica sandonatese, Osservatorio floro-faunistico veneto orientale, Provincia di <strong>Venezia</strong>].<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

La dotazione floro-faunistica del mosaico di ambienti sopra descritti costituisce una componente<br />

particolare della biodiversità dell’area, caratterizzata complessivamente da un livello elevato che<br />

comprende anche elementi di particolare rarità. 6<br />

La gestione sostenibile della biodiversità nei termini definiti dalla Convenzione di Rio richiede la<br />

conoscenza dei diversi livelli di organizzazione dei sistemi viventi e delle interazioni virtuose o<br />

problematiche tra gruppi sociali e componenti ecosistemiche.<br />

Purtroppo tali conoscenze sono limitate; in genere, se è buona la conoscenza relativa ai<br />

vertebrati e alle piante superiori lo stesso non può dirsi per molti altri gruppi di organismi meno<br />

appariscenti e visibili.<br />

Legenda simbologia utilizzata:<br />

* - specie presente negli Allegati della Direttiva 92/43/CEE (Habitat).<br />

# - specie presente negli Allegati della Direttiva 79/409/CEE (Uccelli).<br />

§ - Altre specie importanti di Flora e Fauna per “Natura 2000”.<br />

Lista specie vegetazione arborea ed arbustiva<br />

Acer campestre (acero campestre)<br />

Ailanthus altissima (ailanto)<br />

Alnus glutinosa (ontano nero)<br />

Alnus incana (ontano bianco)<br />

Amorpha fruticosa (falso indaco)<br />

Berberis vulgaris (crespino)<br />

Corylus avellana (nocciolo)<br />

Cornus mas (corniolo)<br />

Cornus sanguinea (sanguinella)<br />

Cotinus coggygria (scotano)<br />

Crataegus monogyna (biancospino)<br />

Erica carnea (erica carnicina) §<br />

Fraxinus ornus (orniello)<br />

Hippophae rhamnoides (olivello spinoso)<br />

Juniperus communis (ginepro comune)<br />

Ligustrum vulgare (ligustrello)<br />

Lonicera japonica (caprifoglio giapponese)<br />

Ostrya carpinifolia (carpino nero)<br />

Phyllirea angustifolia (ilatro comune) §<br />

Pinus brutia (pino paroliniano)<br />

Pinus halepensis (pino d’Aleppo)<br />

Pinus nigra var. austriaca (pino nero)<br />

Pinus pinaster (pino marittimo)<br />

Pinus pinea (pino domestico)<br />

Pittosporum tobira (pittosporo)<br />

Platanus acerifolia (platano comune)<br />

Populus alba (pioppo bianco)<br />

Populus nigra (pioppo nero)<br />

Populus x ibrida (pioppo ibrido euramericano)<br />

Prunus spinosa (prugnolo)<br />

Pyracantha coccinea (piracanta)<br />

6<br />

Visto il periodo dello studio è stato possibile effettuare in minima parte i rilievi floristici e soprattutto per le piante con<br />

portamento arboreo ed arbustivo; perciò le successive liste non sono esaustive di tutte le specie presenti nel territorio<br />

comunale di San Michele al Tagliamento.<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Quercus ilex (leccio) §<br />

Quercus pubescens (roverella)<br />

Quercus robur (farnia)<br />

Robinia pseudoacacia (robinia)<br />

Rosa sempervirens (rosa di San Giovanni)<br />

Rubus ssp. (rovo)<br />

Salix alba (salice bianco)<br />

Salix daphnoides (salice glauco)<br />

Salix elaeagnos (salice ripariolo)<br />

Salix purpurea (salice rosso)<br />

Salix rosmarinifolia (salice a foglia di rosmarino) §<br />

Salix trianda (salice da ceste)<br />

Tamarix gallica (tamerice)<br />

Tilia cordata (tiglio selvatico)<br />

Ulmus minor (olmo campestre)<br />

Viburnum lantana (lantana)<br />

Sono elencate 46 specie di cui 3 importanti per la rete “Natura 2000”.<br />

Lista specie vegetazione erbacea<br />

Anacamptis pyramidalis (orchide)<br />

Anthericum ramosus (lilioasfodelo minore)<br />

Asparagus acutifolius (asparago pungente) §<br />

Carex humilis (carice minore)<br />

Cistus incanus (cisto rosso) §<br />

Clematis flammula (clematide fiammola) §<br />

Epilobium dodonaei (ramerino di fiume)<br />

Epipactis palustris (elleborina palustre) §<br />

Equisetum arvense (equiseto)<br />

Euphorbia cyparissias (erba cipressina)<br />

Genista tintoria (ginestra minore)<br />

Gentiana pneumonanthe (genziana mettimborsa)§<br />

Gladiolus paluster (gladiolo di palude)<br />

Globularia punctata (vedovella dei prati)<br />

Hedera helix (edera)<br />

Limodorum abortivum (fior di legna) §<br />

Lythrum salicaria (salcerella)<br />

Lonicera etrusca santi (caprifoglio etrusco) §<br />

Neottia nidus-avis (nido d’uccello) §<br />

Ophrys araneola (ofride di Tommasini)<br />

Osyris alba (ginestrella)<br />

Plantago altissima (piantaggine palustre) §<br />

Primula farinosa (Primula farinosa) §<br />

Rubia peregrina (Robbia pellegrina) §<br />

Samolus valerandi (lino acquatico)<br />

Senecio paludosus (senecione palustre)<br />

Smilax aspera (Salsapariglia) §<br />

Thelipteris palustris (Felce palustre)<br />

Tofieldia calyculata (Tajola comune) §<br />

Valeriana dioica (valeriana palustre)<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

VEGETAZIONE PSAMMOFILA<br />

Arundo donax (canna domestica)<br />

Agropyrum junceum (gramigna delle spiagge)<br />

Ammophila littoralis (sparto pungente)<br />

Bolboschoenus maritimus (lisca marittima)<br />

Cakile marittima (ravastrello marittimo)<br />

Calystegia soldanella (convolvolo delle spiagge)<br />

Echinophora spinosa (finocchio litorale spinoso)<br />

Eryngium maritimun (eringio marittimo)<br />

Euphorbia peplis (euforbia delle spiagge)<br />

Medicago marina (erba medica marina)<br />

Oenothera biennis (enagra)<br />

Phleum arenarium (codolina delle spiagge)<br />

Phragmites australis (cannuccia di palude)<br />

Salsola kali (salsola erba cali)<br />

Scabiosa argentea (vedovina delle spiagge) §<br />

Sparganium erectum (coltellaccio)<br />

Tortula ruralis (muschio delle spiagge)<br />

Typha latifolia (tifa)<br />

Trachomitum venetum (apocino veneto) §<br />

Tragus racemosus (lappola)<br />

Xanthium italicum (nappola italiana)<br />

AREE RETRODUNALI E DUNE FOSSILI<br />

Artemisia caerulescens (assenzio marittimo) §<br />

Arthrocnenum fruticosum (salicornia frutticosa)<br />

Epipactis atrorubens (elleborina violacea)<br />

Erianthus ravannae (canna del Po)<br />

Euphrasia marchesetti (eufrasia di Marchesetti)*<br />

Gladiolus palustris (gladiolo palustre)<br />

Inula crithmoides (erba bacicci)<br />

Juncus acutus (giunco acuto)<br />

Limonium serotinum (limonio comune)<br />

Parnassia palustris (parnassia)<br />

Salicornia veneta (salicornia veneta)*<br />

Schoenus nigricans (giunco nero comune)<br />

Stipa veneta (lino delle fate) §<br />

Sono riportate 67 specie di cui 2 incluse negli allegati delle Direttiva “Habitat” e 19<br />

importanti per la rete “Natura 2000”.<br />

Liste specie Faunistiche<br />

Uccelli<br />

AMBIENTE RURALE E GOLENALE<br />

Accipiter gentilis (astore)<br />

Accipiter nisus (sparviere)<br />

Aegithalos caudatus (codibugnolo)<br />

Alauda arvensis (allodola)<br />

Alcedo atthis (martin pescatore) #<br />

Asio flammeus (gufo di palude) #<br />

Asio otus (gufo comune)<br />

Athene noctua (civetta)<br />

Buteo buteo (poiana)<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Calandrella brachydactyla (calandrella) #<br />

Caprimulgus europaeus (succiacapre) #<br />

Cettia cetti (usignolo di fiume)<br />

Ciconia ciconia (cicogna bianca) #<br />

Circus aeroginosus (falco di palude) #<br />

Circus cyaneus (albanella reale) #<br />

Circus pygargus (albanella minore) #<br />

Columba palumbus (colombaccio)<br />

Corvus corone cornix (cornacchia grigia)<br />

Corvus frugilegus (corvo comune)<br />

Corvus monedula (taccola)<br />

Coturnix coturnix (quaglia)<br />

Cuculus canorus (cuculo)<br />

Emberiza cia (zigolo muciatto)<br />

Emberiza citrinella (zigolo giallo)<br />

Erithacus rubecola (pettirosso)<br />

Falco columbarius (smeriglio) #<br />

Falco tinninculus (gheppio)<br />

Falco vespertinus (falco cuculo)<br />

Ficedula hypoleuca (balia nera)<br />

Fringilla coelebs (fringuello)<br />

Galerida cristata (cappellaccia)<br />

Garrulus glandarius (ghiandaia)<br />

Hirundo rustica (rondine)<br />

Ixobrychus minutus (tarabusino) #<br />

Jynx torquilla (torcicollo)<br />

Lanius collurio (averla piccola) #<br />

Luscinia megarhyncos (usignolo)<br />

Merops apiaster (gruccione)<br />

Miliaria calandra (strillozzo)<br />

Motacilla alba (ballerina bianca)<br />

Motacilla cinerea (ballerina gialla)<br />

Motacilla flava (cutrettola)<br />

Muscicapa striata (pigliamosche)<br />

Oriolus oriolus (rigogolo)<br />

Otus scops (assiolo)<br />

Parus major (cinciallegra)<br />

Passer montanus (passera mattugia)<br />

Phasianus colchicus (fagiano)<br />

Philloscopus sp. (luì)<br />

Phoenicorus ochruros (codirosso spazzacamino)<br />

Phoenicorus phoenicorus (codirosso)<br />

Pica pica (gazza)<br />

Picoides major (picchio rosso maggiore)<br />

Picus viridis (picchio verde)<br />

Prunella modularis (passera scopaiola)<br />

Regolus regolus (regolo)<br />

Remiz pendulinus (pendolino)<br />

Saxicola torquata (saltimpalo)<br />

Scolopax rusticola (beccaccia)<br />

Serinus serinus (verzellino)<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Streptopelia decaocto(tortora dal collare orientale)<br />

Streptopelia turtur (tortora selvatica)<br />

Sturnus vulgaris (storno)<br />

Sylvia atricapilla (capinera)<br />

Sylvia communis (sterpazzola)<br />

Troglodytes troglodytes (scricciolo)<br />

Turdus merula (merlo)<br />

Turdus philomelos (tordo sassello)<br />

Turdus viscivorus (tordela)<br />

Upupa epops (upupa)<br />

AMBIENTE ACQUATICO<br />

Acrocephalus scirpaceus (cannaiola)<br />

Acrocephalus arundinaceus (cannareccione)<br />

Acrocephalus schoenobaenus (forapaglie)<br />

Anas acuta (codone)<br />

Anas platyrhynchos (germano reale)<br />

Anser albifrons (oca lombardella)<br />

Anser anser (oca selvatica)<br />

Anser fabalis (oca granaiola)<br />

Ardea cinerea (airone cenerino)<br />

Aythya ferina (moriglione)<br />

Aythya fuligola (moretta)<br />

Aythya marila (moretta grigia)<br />

Aquila clanga (aquila anatraia maggiore) #<br />

Ardea purpurea (airone rosso) #<br />

Ardeola ralloides (sgarza ciuffetto) #<br />

Botaurus stellaris (tarabuso) #<br />

Calidris alba (piovanello tridattilo)<br />

Calidris alpina (piovanello pancianera)<br />

Calidris canutus (piovanello maggiore)<br />

Calidris ferruginea (piovanello)<br />

Calidris minuta (gambecchio)<br />

Carduelis cannabina (fanello)<br />

Charadrius alexandrinus (fratino)<br />

Charadrius dubius (corriere piccolo)<br />

Chlydonias niger (mignattaio) #<br />

Chlydonias hybridus (mignattino piombato) #<br />

Ciconia ciconia (cicogna bianca) #<br />

Ciconia nigra (cicogna nera) #<br />

Coracias garrulus (ghiandaia marina) #<br />

Cygnus bewickii (cigno minore) §<br />

Cygnus cygnus (cigno selvatico) #<br />

Cygnus olor (cigno reale)<br />

Egretta alba (airone bianco maggiore) #<br />

Egretta garzetta (garzetta) #<br />

Fulica atra (folaga)<br />

Gallinago gallinago (beccaccino)<br />

Gallinula chloropus (gallinella d’acqua)<br />

Gavia arctica (strolaga mezzana) #<br />

Gavia stellata (strolaga minore) #<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Glareola pratincola (pernice di mare) #<br />

Haematopus ostralegus (beccaccia di mare)<br />

Haliaeetus albicilla (aquila di mare) #<br />

Himantopus himantopus (cavaliere d’Italia) #<br />

Larus cachinnas (gabbiano reale mediterraneo)<br />

Larus canus (gavina)<br />

Larus melanocephalus (gabbiano corallino) #<br />

Larus ridibundus (gabbiano comune)<br />

Limosa lapponica (pittima minore)<br />

Limosa limosa (pittima reale)<br />

Netta rufina (fistione turco)<br />

Numenius arquata (chiurlo maggiore)<br />

Numenius phaeopus (chiurlo piccolo)<br />

Nycticorax nycticorax (nitticora) #<br />

Phalacrocorax carbo (cormorano)<br />

Phalacrocorax pygmeus (marangone minore) #<br />

Plataea leucorodia (spatola) #<br />

Pluvialis squatarola (pivieressa)<br />

Podiceps nigricollis (svasso piccolo)<br />

Podiceps cristatus (svasso maggiore)<br />

Porzana parva (schiribilla) #<br />

Porzana porzana (voltolino) #<br />

Recurvirostra avosetta (avocetta) #<br />

Sterna albifrons (fraticello) #<br />

Sterna caspia (sterna maggiore) #<br />

Sterna hirundo (sterna comune) #<br />

Sterna sandvicensis (beccapesci) #<br />

Tadorna ferruginea (casarca) #<br />

Tadorna tadorna (volpoca)<br />

Trachybaptus ruficollis (tuffetto)<br />

Tringa hypoleucos (piro-piro piccolo)<br />

Tringa nebularia (pantana)<br />

Sono elencate 141 specie (considerando le specie nidificanti, regolari ed irregolari, le specie la<br />

cui nidificazione è solo supposta e le “migratrici-svernanti”) di cui 40 comprese negli allegati della<br />

direttiva “Uccelli” e 1 specie importante per la rete “Natura 2000”.<br />

Anfibi e rettili<br />

Bufo bufo (rospo comune)<br />

Bufo viridis (rospo smeraldino)<br />

Coluber viridiflavus (biacco)<br />

Elaphe longissima (saettone) §<br />

Coronella austriaca (colubro liscio)<br />

Emys orbicularis (tartaruga palustre) *<br />

Hyla intermedia (raganella italiana)<br />

Lacerta viridis (ramarro)<br />

Natrix natrix (biscia dal collare)<br />

Natrix tassellata (biscia tassellata)<br />

Podarcis muralis (lucertola muraiola)<br />

Podarcis sicula (lucertola campestre)<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Rana dalmatina (rana agile)<br />

Rana latastei (rana di lataste) *<br />

Rana synklepton esculenta (rana verde)<br />

Testudo hermanni (testuggine di Hermann) *<br />

Vipera aspis (vipera comune) §<br />

Sono elencate 17 specie di cui 3 comprese nell’allegato della direttiva “Habitat” e 2 importanti per<br />

la rete “Natura 2000”.<br />

Mammiferi<br />

Arvicola terrestris (arvicola d’acqua)<br />

Capreolus capreolus (capriolo)<br />

Dama dama (daino)<br />

Erinaceus europeus (riccio)<br />

Lepus europaeus (lepre)<br />

Martes foina (faina)<br />

Meles meles (tasso)<br />

Microtus savii (arvicola del Savi)<br />

Mustela nivalis (donnola)<br />

Mustela putorius (puzzola) §<br />

Mycromys minutus (topolino delle risaie)<br />

Myocastor coypus (nutria)<br />

Neomys anomalus (toporagno acquatico di Miller)<br />

Rattus norvegicus (ratto delle chiaviche)<br />

Sciurus vulgaris (scoiattolo)<br />

Sorex arunci (toporagno)<br />

Sus scrofa (cinghiale)<br />

Talpa europea (talpa)<br />

Vulpes vulpes (volpe)<br />

Sono elencate 20 specie di cui 1 importante per la “Rete Natura 2000”.<br />

Lista specie ittiche<br />

Acipenser sturio (storione comune)<br />

Acipenser naccarii (storione cobice)<br />

Albumus albumus (alborella)<br />

Alosa fallax (cheppia)<br />

Anguilla anguilla (anguilla)<br />

Aphanius fasciatus (nono)<br />

Barbus barbus plebejus (barbo)<br />

Chondrostoma toxostoma (naso occidentale)<br />

Cottus gobio (scazzone)<br />

Cyprinus carpio (carpa)<br />

Dicentrarchus labrax (spigola)<br />

Exos lucius (luccio)<br />

Gasterosteus aculeatus (spinarello)<br />

Lampetra zanandreai (lampedra padana)<br />

Leuciscus cephalus (cavedano)<br />

Knipowitschia panizzai (ghiozzetto lagunare) *<br />

Mugil cephalus (cefalo)<br />

Padogobius martensi<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Petromyzon marinus (lampreda di mare dal corpo anguilliforme)<br />

Phoxinus phoxinus (sanguinerola)<br />

Platichys flesus luscus (passera)<br />

Potamoschistus canestrinii (ghiozzetto cenerino) *<br />

Rutilus aula (triotto)<br />

Salmo trutta trutta (trota fario)<br />

Salmo trutta marmoratus (trota marmorata)<br />

Scardinius erythrophtalmus (scardola)<br />

Thymallus thymallus (temolo)<br />

Tinca tinca (tinca)<br />

Sono elencate 28 specie di cui 2 comprese nell’allegato della direttiva “Habitat” .<br />

Lista specie macrofunghi più comuni nella pineta di Bibione<br />

Agrocybe aegerita<br />

Amanita pantherina<br />

Amanita phalloides<br />

Auricolaria auricola judae<br />

Chroogomphus rutilus<br />

Clathrus ruber<br />

Collybia butyracea<br />

Coprinus picaceus<br />

Flammulina velutipes<br />

Helvella crispa<br />

Helvella lacunosa<br />

Helvella spadicea<br />

Hypholoma fasciculare<br />

Inocybe sp.<br />

Lactarius atlanticus<br />

lactarius chrysorrheus<br />

Lactarius vinosus<br />

Leccinum sp.<br />

Lepista nuda<br />

Lepista sordida<br />

Melanoleuca sp.<br />

Morchella esculenta var. vulgaris<br />

Mycena seynii<br />

Omphalina pyxidata<br />

Rhyzopogon vulgaris<br />

Russula sanguinea<br />

Russula sardonia<br />

Russula torulosa<br />

Schyzophyllum commune<br />

Suillus collinitus<br />

Trametes versicolor<br />

Tricholoma popolinum<br />

Tricholoma sulphureum<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Tulustoma brumale<br />

Volvariella gloiocephala<br />

Sono elencate 35 specie di macrofunghi presenti nella pineta di Bibione.<br />

E’ importante ricordare che la biodiversità a livello di specie non può limitarsi all'individuazione<br />

del numero di specie presenti all'interno del territorio esaminato, ma risulta di fondamentale<br />

importanza la localizzazione delle specie individuate, il numero di individui presenti (abbondanza<br />

per singola specie) e l'andamento nel tempo di questi parametri.<br />

In relazione all’Orno-lecceta di Valle Grande a Bibione, si riportano una serie di dati estrapolati<br />

dal libro “Biodiversità e indicatori nei tipi forestali del Veneto”:<br />

BIODIVERSITÀ<br />

unità nel territorio<br />

diffusione: rara<br />

distribuzione: molto frazionata<br />

contaminazione attiva: bassa<br />

contaminazione passiva: alta<br />

PREGIO NATURALISTICO<br />

pregio floristico e vegetazionale<br />

indicatore pregio floristico: 2<br />

specie pregiate: Limodorum abortivum, Osyris alba, Phillyrea angustifolia, Rosa sempervirens,<br />

Stipa veneta, Trachomitum venetum<br />

pregio vegetazionale: alto<br />

PREGIO CROMATICO<br />

indicatore pregio cromatico: 3,57<br />

specie con pregio cromatico: Amorpha fruticosa, Berberis vulgaris, Cornus sanguinea, Crataegus<br />

monogyna, Fraxinus ornus, Prunus spinosa, Pyracantha coccinea, Robinia pseudacacia,<br />

Viburnum lantana<br />

SUSCETTIVITÀ ALLE CALAMITÀ NATURALI<br />

INCENDI<br />

potenziale pirologico: 25/medio alto<br />

modelli di combustibile: n.d.<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

8. RACCOLTA DI PROPOSTE RISOLUTIVE<br />

Servizi Forestali Regionali di <strong>Venezia</strong> e Treviso<br />

PROGETTO LIFE “ AZIONI CONCERTATE PER LA SALVAGUARDIA DEL LITORALE VENETO” (Fase operativa<br />

dal 02.01.2004 al 31.12.2006).<br />

Il progetto di massima è già stato approvato e nei prossimi mesi avranno inizio degli interventi a<br />

livello locale realizzati a cura dei Servizi Forestali Regionali di <strong>Venezia</strong> e Treviso e di Padova e<br />

Rovigo, con la partecipazione di Veneto Agricoltura.<br />

Sono previsti prevalentemente interventi sul territorio atti a recuperare gli errori compiuti nelle<br />

gestioni passate. L’azione concertata ha lo scopo di fare in modo che i diversi Enti operino con gli<br />

stessi obiettivi ed agiscano seguendo linee guida conformi.<br />

Consorzio di Bonifica “Pianura Veneta dal Livenza al Tagliamento “<br />

Dall’indagine è emerso che negli ultimi anni non sono stati effettuati interventi nel territorio<br />

comunale di San Michele al Tagliamento, poiché il Consorzio è intervenuto prevalentemente su<br />

progetti inerenti l’area di “Valle Vecchia” (Caorle).<br />

Nel prossimo futuro comunque sono stati ipotizzati progetti relativi al Progetto LIFE “Fasce<br />

Tampone Boscate in ambiente agricolo” e all’impianto di boschi di pianura seguendo le linee<br />

guida della Legge Regionale nr.13/2003 “Norme per la realizzazione di boschi nella pianura<br />

veneta”.<br />

Genio Civile di <strong>Venezia</strong> (Ufficio distaccato di Portogruaro)<br />

Nella seconda metà degli anni Ottanta il Magistrato alle Acque di <strong>Venezia</strong> ha dato avvio ai lavori<br />

di ricalibratura del tratto del basso Tagliamento, atti a risolvere situazioni di carenza strutturale e<br />

di rischio idraulico.<br />

Da pochi anni è il Genio Civile di <strong>Venezia</strong> ad occuparsi del fiume Tagliamento: oltre all’ordinaria<br />

manutenzione, sono previsti nel prossimo futuro interventi atti a ridurre l’erosione spondale del<br />

fiume Tagliamento, in particolare nei tratti in cui si formano erosioni lontane dalla sponda e<br />

creano scavi a notevole profondità.<br />

Altri interventi per limitare l’erosione sono previsti nel canale scolmatore Cavrato per i quali sono<br />

stati già stanziati finanziamenti.<br />

Provincia di <strong>Venezia</strong><br />

La pianificazione della Provincia di <strong>Venezia</strong> al presente si concentra sulla costituzione di una<br />

“rete ecologica provinciale” che ha lo scopo di costituire una dorsale ecologica che attraversi tutto<br />

il territorio.<br />

Per quanto riguarda questo progetto è da poco scaduto il bando per il quale potranno accedere ai<br />

finanziamenti tutti gli imprenditori agricoli singoli od associati che abbiano diritto a condurre la<br />

superficie oggetto d’intervento per un periodo di almeno 10 anni consecutivi.<br />

L’intervento di nuovo impianto dovrà riguardare una superficie compresa fra 2.500 e 10.000 m 2<br />

interessata per il 50% dalla messa a dimora d’alberi e arbusti e per il 50% da un prato polifita.<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Le aree naturali dovranno sorgere lungo quella che diventerà la linea d’appoggio per un corridoio<br />

ecologico che passi attraverso l’intero territorio provinciale, dall’area meridionale fino al<br />

Tagliamento, denominata “dorsale ecologica principale.<br />

Nel bando è pubblicato anche l’elenco delle specie arboree e arbustive che dovranno essere<br />

utilizzate: si va dall’acero campestre al carpino bianco, dal pioppo alla farnia, dal corniolo al<br />

nocciolo, dal salice alla rosa canina, soltanto per citarne alcuni.<br />

Per quanto riguarda il comune di San Michele al Tagliamento sono giunte alla Provincia circa una<br />

decina di domande per ricevere il finanziamento atto a realizzare nuove aree naturali che<br />

combinino boschi e prati. La partenza della fase operativa è prevista a circa metà marzo0 del<br />

2004.<br />

Comune di San Michele al Tagliamento<br />

PROGETTO: UN ALBERO PER OGNI NUOVO NATO<br />

Il progetto voluto dall’Amministrazione Comunale (Assessorato ai Lavori Pubblici, all’Ambiente e<br />

Difesa del Territorio) del Comune di S.Michele al T., iniziato nel 1993 è tutt’ora in corso d’opera.<br />

Il piano si rifà alla legge n. 113 del 29 gennaio 1992: obbligo per il comune di residenza di porre a<br />

dimora un albero per ogni neonato a seguito della registrazione anagrafica. Con tale normativa si<br />

fa carico ai comuni di piantare un albero per ogni nuovo nato iscritto nel comune di residenza dei<br />

genitori. La legge precisa che “spetta ai comuni l’onere di provvedere l’individuazione delle aree<br />

da destinare all’impianto, la preparazione del terreno, l’apertura delle buche, la manutenzione e la<br />

creazione di percorsi didattici” (eventualmente utilizzando le aree demaniali con il conseguente<br />

vincolo del verde pubblico vedi allegato n° ).<br />

Gli obiettivi della legge più importanti sono perciò la sensibilizzazione delle nuove generazioni al<br />

tema dell’ambiente e del paesaggio, il miglioramento delle qualità della vita nei centri urbani,<br />

l’aumento del patrimonio del verde pubblico.<br />

L’Amministrazione Comunale ha individuato delle aree in ogni frazione del comune entro cui<br />

piantare gli alberi, uno per ogni bambino nato dal 1993 ad oggi.<br />

Le aree individuate (allegato n. x) come “parchi” si trovano a: Villanova della Cartera (via Toti),<br />

S.Giorgio al Tagliamento (via Dote), S.Michele al T. (via De Amicis), Cesarolo (via Conciliazione),<br />

Bibione (via del Sagittario).<br />

Sono state utilizzate nell’intervento le seguenti specie: Acer pseudoplatanus L., Acer campestris<br />

L, Carpinus betulus L., Celtis australis L., Fagus selvatica L., Fagus sylvatica var. purpurea,<br />

Fraxinus excelsior L., Fraxinus ornus L., Populus nigra var. italica, Prunus pado L., Quercus robur<br />

L., Tilia cordata Miller e Ulmus carpinifolia.<br />

Al presente, il progetto è stato realizzato solo nelle aree di Villanova (dove sono state piantate<br />

circa 50 alberi) e Bibione (circa 270 alberi); nell’area di S.Giorgio al T., il finanziamento è stato<br />

stanziato ma il progetto non è stato portato a termine poiché i privati non hanno accettato l’offerta<br />

d’indennizzo (esproprio per cause di pubblica utilità).<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

RIMBOSCHIMENTO COMPENSATIVO<br />

In tre aree del comprensorio di Bibione, all’interno della zona urbanizzata (lungo via Baseleghe),<br />

sono stati effettuati degli interventi di rimboschimento compensativo sulla linea della Legge<br />

Forestale Regionale 52/1978 che prevede nel caso di una riduzione della superficie forestale, la<br />

destinazione a bosco di almeno altrettanta superficie (art. 15).<br />

Le lottizzazioni C2-1 e l’area attigua al centro sportivo sono state rimboschite dal Comune per<br />

compensazione a seguito di un incendio.<br />

L’area nei pressi del Camping Tridente (Bosco Canoro) invece è il risultato di un intervento<br />

compiuto dai Servizi Forestali Regionali di <strong>Venezia</strong> e Treviso e da privati cittadini.<br />

PROGETTO DI CERTIFICAZIONE EMAS PER IL POLO TURISTICO DI BIBIONE<br />

Per preservare le caratteristiche uniche, presenti a Bibione e favorire allo stesso tempo lo<br />

sviluppo turistico nel comune, è nato il bisogno di introdurre un sistema integrato di gestione<br />

territoriale il cui compito è quello di pianificare tutte le azione necessarie per il mantenimento<br />

ambientale – territoriale, mettendo in atto una serie di procedure per la riduzione di eventuali<br />

impatti <strong>ambientali</strong>. E’ stato ricercato un sistema di riconoscimento che non fosse di<br />

autocerticazione, ma che fosse di super partes, il più oggettivo possibile.<br />

Dal 2002 è stato perciò scelto per l’intero territorio di Bibione un Sistema di Verifica e Gestione<br />

Ambientale secondo il Regolamento Europeo EMAS (Environmental Management and Audit<br />

Scheme).<br />

Questo marchio EMAS (concesso in base al regolamento Europeo 761/2001) viene riconosciuto<br />

da un ente di certificazione internazionale, indipendente, accreditato e professionale attraverso<br />

una serie di norme, standard di riferimento aventi il compito di realizzare e valutare la corretta<br />

gestione ambientale. E’ importante sottolineare come la Registrazione EMAS non fosse mai stata<br />

rilasciata ad un territorio, né ad un polo turistico. La Commissione Europea ha, infatti, definito<br />

Bibione come riferimento di eccellenza in Europa per l’efficienza ambientale ed il turismo<br />

sostenibile.<br />

Nella sua fase iniziale questo progetto è stato contraddistinto da una “Pre – Analisi Ambientale<br />

Iniziale” condotta dal CESQA (Centro Studi Qualità Ambiente) dell’Università di Padova che ha<br />

rilevato le caratteristiche <strong>ambientali</strong> del territorio, numero e tipologia dei servizi ed attività presenti<br />

e procedure <strong>ambientali</strong> gia esistenti nel territorio.<br />

Importante è ricordare come in questa analisi iniziale siano stati valutati il parere dei cittadini,<br />

turisti, degli operatori e dei soggetti istituzionali attraverso un sistema comunicativo informativo e<br />

di indagine di "customer satisfaction ambientale" utilizzando specifici questionari contenenti una<br />

cinquantina di domande.<br />

L’applicazione del Regolamento EMAS a Bibione ha preso ufficialmente avvio con la firma del<br />

“protocollo d’intesa” il 19 giugno 2000. Hanno partecipato alla sottoscrizione il Ministero<br />

dell’Ambiente, il Ministero dell’Industria Commercio e Artigianato, la Sezione EMAS Italia del<br />

Comitato per l’Ecolabel e l’ Ecoaudit, l’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente,<br />

l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Veneto, l’Assessorato all’Ambiente e<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

l’Assessorato al Turismo della Regione Veneto e della Provincia di <strong>Venezia</strong>, dalla Camera di<br />

Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura di <strong>Venezia</strong> ed infine la maggioranza degli<br />

operatori locali.<br />

Questi Enti hanno in seguito nominato un Comitato Esecutore costituito da qualificati tecnici<br />

<strong>ambientali</strong> aventi il compito di creare questo sistema gestionale ambientale.<br />

Dopo la redazione dello Studio di Fattibilità approvato dal Comitato EMAS Italia per<br />

l’identificazione e valutazione delle fasi operative del progetto, è stata realizzata un’ analisi<br />

ambientale iniziale dell’intero territorio comprendente dati <strong>ambientali</strong> basati su campionamenti del<br />

sottosuolo, suolo, acqua ed aria. Sono state individuate tutte le diverse attività svolte e i relativi<br />

impatti <strong>ambientali</strong>, inoltre sono state prese in considerazioni tutte le normative <strong>ambientali</strong> già<br />

esistenti attuate dal Comune e da tutti quei soggetti locali aderenti al progetto.<br />

Questa analisi ha portato la compilazione del “Manuale e delle procedure del Sistema di Gestione<br />

Ambientale” e ha soprattutto permesso al Comune di definire una Politica Ambientale e di<br />

conseguenza un Programma di Miglioramento Ambientale attraverso l’applicazione del<br />

Regolamento EMAS contenente non solo tutti i traguardi e gli obiettivi di miglioramento, ma<br />

anche tutte le risorse e le azioni specifiche necessarie per il loro raggiungimento secondo delle<br />

precise scadenza fissate.<br />

Analogamente anche tutte le organizzazioni ed i singoli operatori aderenti al progetto, hanno<br />

realizzato il proprio programma ambientale concorrendo perciò in maniera attiva alla<br />

realizzazione del Programma Ambientale del Polo Turistico di Bibione.<br />

Questo sistema di Gestione Ambientale condiviso (SGA) ha dato origine ad una struttura<br />

piramidale riguardante l’assegnazione delle responsabilità e del sistema informativo di questo<br />

progetto, dove al vertice troviamo il Comune di San Michele al Tagliamento mentre nei vari livelli<br />

sottostanti le varie associazioni di categoria, le varie organizzazioni aderenti, gli operatori<br />

economici ed infine gli abitanti ed i turisti.<br />

La realizzazione degli obiettivi prefissati e la corretta attivazione del Sistema di Gestione<br />

Ambientale sono state verificate attraverso verifiche periodiche (audit) da parte di ispettori esterni<br />

in tutte le strutture ed organizzazioni coinvolte.<br />

Per questa certificazione ambientale non è stata scelta la norma internazionale ISO 14001 sia<br />

perché EMAS attribuisce una maggior importanza alla comunicazione e divulgazione con il<br />

pubblico attraverso la redazione della Dichiarazione Ambientale in cui sono descritte tutte le<br />

prestazioni <strong>ambientali</strong> del sito, sia perché si è voluto nel progetto la presenza di istituzioni<br />

pubbliche che potessero consentire dei rapporti efficaci con i vari organismi pubblici scelti per la<br />

tutela ambientale.<br />

Ricordiamo che la convalida di questa Dichiarazione ambientale da parte del Verificatore<br />

Ambientale e del Comitato EMAS hanno costituito la parte finale del percorso di applicazione del<br />

regolamento europeo EMAS al polo turistico di Bibione.<br />

Tra le molteplici opere di valorizzazione rientranti in questo progetto da parte dell’<br />

Amministrazione comunale ricordiamo:<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

- protezione delle linea di costa contro l’erosione con avvio di studi atti a preservarla.<br />

- progetto “duna difesa mare” comprendente sia consolidamento delle dune esistenti con specie<br />

vegetali della macchia mediterranea, sia creazione ex novo di dune.<br />

- tutela del verde boschivo comprendente rimboschimenti compensativi con specie vegetali<br />

autoctone come lecci, olmi, querce ed ontani.<br />

- costituzione del verde urbano utilizzando solo specie tipiche della macchia mediterranea.<br />

- campagna informativa e di sensibilizzazione ambientale non solo nelle scuole, ma per tutti i<br />

cittadini e i turisti.<br />

Bibione può quindi essere considerata in campo europeo all’avanguardia per la sua innovativa<br />

politica ambientale e per la gestione eco-consapevole del suo territorio.<br />

Questo progetto oltre a garantire un costante miglioramento ambientale determinato da una<br />

partecipazione attiva e sempre maggiore di tutti i soggetti operanti a vario livello e titolo in questa<br />

località, ha avuto effetti positivi anche sull’economia della cittadina attraverso la creazione di<br />

nuovi posti di lavoro.<br />

Nell’ambito di questa certificazione è previsto per il futuro la valorizzazione di un’area verde di<br />

proprietà comunale situata nei pressi del complesso termale.<br />

“PARCO” FLUVIALE DEL FIUME TAGLIAMENTO<br />

Questo progetto prevede la realizzazione di una pista ciclabile che segue l’arginatura del fiume<br />

Tagliamento. Lo scopo è quello di rendere fruibile l’argine del fiume con un percorso didattico -<br />

naturalistico che preveda anche aree di sosta. La progettazione è inserita in un piano generale la<br />

cui realizzazione avverrà per stralci; attualmente è in fase di realizzazione il primo stralcio che<br />

dall’azienda “Ai Cavalli” porterà fino a Bibione.<br />

A.R.P.A.V.<br />

PROGETTO: FRUIZIONE EDUCATIVA DI AREE NATURALI DELLA REGIONE VENETO<br />

Il progetto prevede la formulazione di proposte di educazione ambientale in aree della Regione<br />

Veneto ad elevato valore naturalistico, quali alcuni siti SIC e ZPS tra cui l’area SIC Laguna di<br />

Caorle – foce del Tagliamento e aree minori ugualmente importanti per la continuità della rete<br />

ecologica, ma non soggette ad alcuna forma di protezione. L’obiettivo del progetto è di diffondere<br />

la responsabilità per conservare e tramandare alle future generazioni il patrimonio naturale, gli<br />

elementi del paesaggio umano, la cultura e le tradizioni. Il progetto attualmente è in fase di<br />

stampa.<br />

Per la compilazione di queste pagine che riassumono sommariamente i progetti attuati e previsti<br />

nel territorio comunale di San Michele al Tagliamento sono stati contattati attraverso interviste<br />

alcuni rappresentanti degli Enti sopraccitati. E’ nostro desiderio ringraziare: il dott. Paulon del<br />

Consorzio di Bonifica, il dott. Casasola e l’assessore Boldarin del Comune di San Michele al<br />

Tagliamento, la dott.ssa Dal Cin e il dott. Dalla Zuanna dei Servizi Forestali Regionali, l’arch.<br />

Gaggio del Genio Civile di <strong>Venezia</strong>, il dott.. Gattolin e il dott. Favretto della Provincia di <strong>Venezia</strong>,<br />

la dott.ssa De Rossi dell’ARPAV, il geom. Manfrin e il geom. Scarpa della Regione Veneto.<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

9. PROBLEMATICHE AMBIENTALI RILEVATE<br />

9.1 Rischi idraulici del fiume Tagliamento<br />

Il fiume Tagliamento ha subito nel tempo profonde modifiche causate dall’uomo, basti pensare<br />

che anticamente sfociava in un delta trasformato oggi in estuario pensile.<br />

La sua sezione trasversale è stata sempre più ridotta e ciò comporta in diversi tratti un aumento<br />

della capacità di trasporto della corrente con conseguente problemi derivanti da eccessivo<br />

abbassamento dell’alveo.<br />

Le aree golenali oltre ad essere state notevolmente ridotte sono intensamente coltivate e la<br />

vegetazione ripariale è molto limitata. Nei suoli deforestati le acque defluiscono quasi<br />

completamente, mentre nel caso di suoli boscati il coefficiente di deflusso si riduce notevolmente<br />

poiché gran parte delle acque si infiltrano, evaporano e traspirano attraverso le piante. E’ bene<br />

quindi incentivare gli interventi di ripristino delle aree golenali e rinaturalizzare le golene esistenti<br />

al fine di aumentare la naturale capacità di ritenzione idrica ed aumentare la capacità di<br />

laminazione abbassando il rischio idraulico. Tali interventi avranno inoltre ripercussioni positive<br />

sulla biodiversità e sulla qualità delle acque.<br />

Il piano di bacino del fiume Tagliamento riporta in sintesi le seguenti criticità idrauliche:<br />

- discontinuità degli argini in corrispondenza del ponte ferroviario a Latisana, le cui strutture<br />

sono sensibilmente più basse della sommità arginale<br />

- effetto di sbarramento dello stesso ponte al transito dei tronchi durante gli eventi di piena<br />

- ridotta portata del fiume Tagliamento a valle dell’incile Cavrato. La portata dopo questo punto<br />

si riduce a 3500 m 3 /sec (1500 m 3 /sec nel Tagliamento + 2000 m 3 /sec nel canale Cavrato). Se ne<br />

deduce che in caso di evento di piena centennale, si determina in corrispondenza di Cesarolo<br />

una eccedenza di portata di circa 1.000 m 3 /sec.<br />

9.2 L’erosione del litorale<br />

Recenti studi fanno notare che per la parte emersa della foce del Tagliamento si assiste ad una<br />

situazione in continua evoluzione caratterizzata da un’alternanza di accrescimenti e arretramenti<br />

per il litorale di Bibione; il bilancio è però negativo nel periodo 1983 – 1997, poiché si è<br />

manifestata una forte erosione concentrata nell’area orientale del litorale, non compensata dal<br />

corrispondente avanzamento nel tratto occidentale.<br />

La particolare gravità dell’erosione in questa porzione di litorale porta a classificare la zona fra i<br />

punti più critici del litorale Veneto.<br />

Per fronteggiare questo fenomeno il Genio Civile alle Opere Marittime di <strong>Venezia</strong> ha effettuato<br />

degli interventi nell’anno 1975 realizzando delle scogliere a mare, successivamente (nel 1984 e<br />

nel 1997) il Genio Civile Regionale è intervenuto con lavori analoghi in altre posizioni del litorale.<br />

Scopo di tali opere era di fornire protezione d’emergenza per il sistema di dune, per la pineta di<br />

destra Tagliamento e per il faro, funzione che tali interventi hanno realizzato.<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

La spiaggia a est del faro invece, è stata sottoposta a continua erosione, processo che si è spinto<br />

fino all’imboccatura della “Lama del Revelino”, biotopo di notevole interesse e di grande<br />

suggestione estetica.<br />

La causa principale del fenomeno erosivo va individuata nella riduzione degli apporti di sedimenti<br />

fluviali al litorale avvenuta negli ultimi decenni.<br />

La causa di questi ridotti apporti di sedimenti fluviali va ricercata prima di tutto nel generalizzato<br />

fenomeno di riduzione del trasporto solido, attribuito agli interventi sui bacini idrografici e sui corsi<br />

d’acqua, quali ad esempio la sistemazione montana per la stabilizzazione di torrenti e versanti,<br />

bacini di invaso per il controllo delle piene o l’estrazione di sabbia in alveo.<br />

Questa diminuzione del sedimento fluviale può essere dovuta anche all’utilizzo dello scolmatore<br />

Cavrato, che ha il compito di convogliare una parte del sedimento nella laguna di Baseleghe e al<br />

canale di accesso alla foce del Tagliamento.<br />

Per la salvaguardia del litorale bibionese, dunque, sono fondamentali il controllo del regime<br />

idraulico e sedimentologico del fiume ed il controllo delle estrazioni di sabbia dall’alveo; inoltre è<br />

importante avere il controllo di quanto avviene alla foce, facendo in modo che i sedimenti<br />

depositati nel canale d’accesso non vengano dispersi o destinati ad altre utilizzazioni (come<br />

avvenuto nel passato) e che vengano restituiti al trasporto costiero.<br />

Di fondamentale importanza sarà la continuazione dell’opera di monitoraggio per la valutazione<br />

delle variazione della superficie emersa e dei volumi di spiaggia.<br />

[Fonte: M.Zanetti, La foce del Tagliamento]<br />

9.3 Tutela e miglioramento del paesaggio rurale<br />

Il paesaggio rurale del comune di San Michele al Tagliamento s’identifica quasi del tutto con i<br />

territori di bonifica; l’insieme ad oggi, costituisce un’immagine sostanzialmente piatta, con<br />

presenza di grandi spazi aperti, diffusa uniformità e quasi completa assenza dell’elemento<br />

arboreo.<br />

Da questa sintetica analisi, sembra emergere l’esigenza di sostenere una serie d’interventi mirati<br />

alla salvaguardia e allo sviluppo del paesaggio rurale; l’obiettivo potrebbe essere raggiunto<br />

valutando progetti che prevedano il ripristino e la valorizzazione nonché il miglioramento di quelli<br />

che sono gli elementi caratteristici dell’ambiente agricolo quali, a titolo d’esempio, le siepi ed i<br />

filari campestri, i graticci di rami, i boschetti ecc..<br />

Recentemente sono state approvate (maggio 2003) dalla Regione Veneto due leggi, la n. 13 e la<br />

n. 14, che hanno principalmente l’obiettivo d’incentivare e di promuovere l’incremento delle<br />

superfici arborate in pianura e la produzione di biomasse in ambito agricolo e inoltre<br />

rappresentano dei possibili strumenti di finanziamento per gli scopi accennati sopra.<br />

Più in particolare la L.R. 13/2003 “Norme per la realizzazione di boschi nella Pianura Veneta”<br />

prevede l’erogazione di contributi per la realizzazione di due tipologie d’intervento: la<br />

realizzazione e l’ampliamento di boschi di pianura e periurbani, la divulgazione e la<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

comunicazione sulla loro utilità nel migliorare la qualità della vita. I destinatari dei contributi per<br />

l’impianto di boschi sono le amministrazioni pubbliche, i consorzi di bonifica, le fondazioni e le<br />

associazioni riconosciute e non riconosciute, non aventi carattere d’impresa.<br />

La L.R. 14/2003 “Interventi agro-forestali per la produzione di biomasse” promuove la filiera<br />

agricoltura-legno-energia e sostiene l'incremento delle superfici arborate mediante la conversione<br />

dei terreni agricoli alla produzione di materiale legnoso. Possono accedere ai benefici della<br />

presente legge tutti i soggetti che hanno titolo a coltivare un terreno agrario ubicato nel territorio<br />

della Regione Veneto.<br />

La superficie minima d'intervento è di tremila metri quadrati in corpo unico, fino ad un massimo di<br />

40 mila metri quadrati per soggetto beneficiario e per una sola azienda; la durata minima<br />

dell’impegno colturale è di quattro anni.<br />

La Regione Veneto concede contributi per l'impianto di colture legnose finalizzato alla produzione<br />

di biomassa per usi energetici, per fibra oppure per assortimenti da lavoro; sono ammessi a<br />

contributo gli impianti specializzati eseguiti con specie adatte alla produzione di biomassa.<br />

Infine, sembra utile ricordare anche il Progetto LIFE 99/ENV/IT/000083 “Impiego di fasce<br />

tampone boscate in ambiente agricolo” 7 : si tratta d’impianti lineari (mono o plurifilari) di<br />

vegetazione arborea e/o arbustiva collocati in prossimità dei corsi d’acqua (scoline, fossi, canali,<br />

fiumi) e in grado di contenere il carico d’inquinanti provenienti dai campi coltivati che percolano<br />

verso i corpi idrici. Il ruolo di queste formazioni lineari (siepi) non si limiterebbe alla sola<br />

protezione della qualità delle acque, ma andrebbe ad integrarsi con una più ampia strategia di<br />

tutela dell’ambiente comprendente l’incremento della biodiversità, il ripristino del paesaggio e la<br />

riqualificazione degli ambiti fluviali.<br />

9.4 Ridotta sinergia tra gli organismi deputati alla pianificazione territoriale<br />

Dai colloqui avuti con i rappresentati dei vari enti adibiti alla pianificazione territoriale, è emerso<br />

come i momenti di confronto e dibattito siano limitati. Spesso gli strumenti di pianificazione si<br />

sovrappongono creando problemi nell’ interpretazione e in certi casi conflittualità. (Vedi<br />

pianificazione territoriale e normative a pag. 3).<br />

9.5 Possibile aumento impatto turistico<br />

Bibione ha registrato negli ultimi anni un forte aumento degli afflussi turistici. La località si<br />

contraddistingue dagli altri centri balneari del Nord - Est Italia per la conservazione di un raro<br />

ambiente di notevole valore naturalistico che va sicuramente tutelato e potenziato. Per riuscire a<br />

mantenere un turismo “sostenibile” è importante non incorrere dagli errori fatti nelle altre località<br />

balneari caratterizzate da un generale degrado imputabile ad un eccessivo “uso” del patrimonio<br />

naturale e culturale, ma dovrà puntare sulla valorizzazione e promozione del turismo naturalistico<br />

la cui richiesta sta sempre più aumentando.<br />

7<br />

Per i dettagli del progetto si rimanda alla pubblicazione “Fasce tampone boscate in ambiente agricolo”, Veneto<br />

Agricoltura 2002.<br />

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ALLEGATI<br />

CARTOGRAFIA<br />

- 1) Cartografia aree verdi del territorio comunale di San Michele al Tagliamento su<br />

supporto informatico.<br />

- 2) Cartografia cartacea del PTRC “Ambito per la istituzione di parchi e riserve naturali ed<br />

archeologiche e di aree di tutela paesaggistica”.<br />

NORMATIVE E STRUMENTI PIANIFICATORI<br />

- 3) Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC).<br />

adottato 23/12/1986 approvato 13/12/1991<br />

- 4) Relazione e Norme di attuazione del “Piano d’Area delle Lagune e del Veneto <strong>Orientale</strong>”<br />

(PALALVO) .<br />

Adottato 1998 scadenza novembre 2003<br />

- 5) Piano Territoriale Provinciale (PTP).<br />

adottato 17/02/1999<br />

scaduto<br />

- 6) Regolamento di Polizia Rurale del Comune di San Michele al Tagliamento.<br />

approvato 25/07/91<br />

- 7) Piano di bacino del fiume Tagliamento: Piano stralcio per la sicurezza idraulica<br />

del medio e basso corso, 1995.<br />

- 8) Piano particolareggiato della zona fluviale del Tagliamento, 1998.<br />

- 9) Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), 1995.<br />

- 10) Piano di Sviluppo Rurale (Estratto: Descrizione delle Misure previste dal PSR) 2000 e<br />

Tabella riassuntiva Bandi contributi 2004 del PSR.<br />

- 11) Piano di Sviluppo Locale “dal Sile al Tagliamento”, 2003.<br />

- 12) Normative:<br />

- Legge 431 dell’ 8 agosto1985 (Legge Galasso).<br />

- Direttiva 92/43/CEE (Habitat).<br />

- Direttiva 79/409/CEE (Uccelli).<br />

- Delibere nr. 2 del 01.08.2002 e nr. 7 del 18.12.2001dell’Autorità di bacino dei fiumi<br />

Isonzo, Livenza, Tagliamento, Piave, Brenta - Bacchiglione.<br />

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STUDI E DOCUMENTI RELATIVI AL TERRITORIO COMUNALE DI SAN MICHELE AL<br />

TAGLIAMENTO<br />

- 13) Relazione “Aree di interesse ambientale nel territorio di Bibione - Individuazione e analisi<br />

delle normative di salvaguardia vigenti”.<br />

- 14) Relazione “Tagliamento fiume d’Europa”.<br />

- 15) La qualità delle acque del fiume Tagliamento, 2003.<br />

- 16) Scheda SIC IT3250033 e Scheda ZPS IT3250041.<br />

- 17) Atlante dei vincoli paesaggistici della Provincia di <strong>Venezia</strong>, 1991.<br />

RASSEGNA STAMPA<br />

Si allegano articoli di giornali trovati “on line” riportanti notizie relative al Comune di San Michele<br />

al Tagliamento e il comprensorio di Bibione; molti di questi articoli fanno riferimento all’iter di<br />

discussione del P.A.L.A.L.V.O. ed alle dichiarazioni delle parti “pro e contro” il Piano Ambientale<br />

delle Lagune e delle Aree Litorali del Veneto <strong>Orientale</strong>.<br />

ALTRI ALLEGATI<br />

I seguenti allegati sono reperibili presso il Comune di San Michele al Tagliamento:<br />

- Indagine idrogeologica del territorio provinciale di <strong>Venezia</strong>, 2000<br />

- Indagine sulle acque sotterranee del portogruarese, 2000<br />

- Studio geoambientale del territorio provinciale di <strong>Venezia</strong>, 2003<br />

- <strong>Rapporto</strong> sugli Indicatori <strong>ambientali</strong> del Veneto, 2002<br />

- Sintesi operativa della valorizzazione territoriale operata dal comune, curata dall’Assessore<br />

all’Urbanistica Luca Michelutto<br />

- Estratto del Piano di Riordino Forestale del Comune di San Michele al Tagliamento, 2003<br />

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SITI “WEB” CONSULTATI<br />

Piano Territoriale Regionale di Coordinamento del Veneto (Norme di Attuazione)<br />

http://brezza.iuav.it/apu/maplex.cgi<br />

PTP: relazione Programmatica<br />

http://pianificazione.provincia.venezia.it/UocPT/ptpdoc/documenti/Relazione%20Programmatica.p<br />

df<br />

PAI (Piano di assetto idrogeologico)<br />

http://www.adbve.it/Documenti/piani/Tagliamento/tagliamento.pdf<br />

PSR (Piano Sviluppo rurale)<br />

http://www.regione.veneto.it/Economia/Agricoltura+e+Foreste/Piano+di+Sviluppo+Rurale/<br />

Progetto di Sviluppo Locale Iniziativa Comunitaria Leader Plus: “ Dal Sile al Tagliamento” <strong>GAL</strong><br />

<strong>Venezia</strong> <strong>Orientale</strong> http://www.vegal.net/documenti/dal_sile_al_tagliamento.pdf<br />

Direttiva Habitat 92/43/CEE): http://europa.eu.int/comm/environment/nature/habdirit.htm<br />

Direttiva uccelli 79/409/CEE: http://romaonline.it/lipu/79409CEE.htm<br />

Legge 8 Agosto 1985, n.431 (Galasso): http://www.geologi.it/leggi/l-431-85.htm<br />

Delibera N.2 Seduta 01.08.20 “Modifica delle misure di salvaguardia finalizzate alla definizione<br />

della portata di rispetto per il fiume Tagliamento”<br />

http.//www.adbve.it/Documenti/DELIBERE_CI/DEL02/Del02.html<br />

http://www.gruppo183.org/autoritadibacino/download/acquatagliamento.pdf<br />

Delibera N.7 Seduta 18.12.2001 “Adozione misure di salvaguardia finalizzate alla definizione di<br />

portata di rispetto”: http.//www.adbve.it/Documenti/DELIBERE_CI/DEL01/Del07.html<br />

Documento: “Tagliamento Fiume D’Europa : Il problema delle casse di espansione”. WWF<br />

http://www.rivernet.org/tagliamento/fichierdocetpdf/fiumeeuropa.pdf<br />

Piano di Bacino del Fiume Tagliamento – Piano di Stralcio per la sicurezza idraulica del medio e<br />

basso corso: http://www.adbve.it/Documenti/piani/Tagliamento/tagliamento.pdf<br />

Fruizione educativa di aree naturali della regione veneto (SIC e ZPS)<br />

http://www.arpa.veneto.it/eduamb/htm/aree_naturali.asp<br />

ALTRI SITI CONSULTATI:<br />

www.pensemaravee.it/SPECIALI/tagliamentowwf.pdf<br />

www.istitutoveneto.it/venezia/divulgazione/ valli/valli_pesca.php<br />

www.istat.it/Censimenti/Agricoltur/<br />

www.dsa.unipr.it/~stefano/programma/Biodiversita.html<br />

www.tagliamento.org/<br />

www.arpa.veneto.it/<br />

www.padovanet.it/infoambiente/padova21/rsa/rsa_5_3.pdf<br />

www.regione.veneto.it/<br />

www.expofairs.com/prisma/2002_02/pagina_050.pdf<br />

www.bibione.com/vetrina/italiano/pineta/indice.htx?(o.categoria)=19<br />

www.europa.eu.int/scadplus/leg/it/lvb/l28076.htm<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

RASSEGNA STAMPA<br />

Euromeeting 2002 Turismo Toscana Relatori: Luca Michelutto “Applicazione Regolamento<br />

EMAS per il Polo Turistico di Bibione”<br />

http://www.rete.toscana.it/sett/turismo/relatori_euromeeting_2002/11_michelutto.pdf<br />

Raccolta articoli sul P.A.L.A.L.V.O. + “Documento del Comitato difesa territorio Bibione San<br />

Michele al Tagliamento sul PALALVO”<br />

http://www.agenziacaorle.it/iframe-lagunare/dispense_doc/docubibione.htm<br />

www.parcolagunarevenetorientale.it<br />

Il bacino Idrografico per la gestione dell’Acqua: La Pianificazione di Bacino.<br />

http://www.edilio.it/news/pdf/WWF2.pdf<br />

Turismo: Veneto, Bibione Seconda Spiaggia d’Italia<br />

http://www.adnkronos.com/news/prod/bolletti/storia/2003/novembre/turnov1.htm<br />

Gazzetta Ufficiale n.128 del 04-06-1998 : Deliberazione 15 aprile 1998. Legge 4 dicembre 1993,<br />

n.493, art 12. “Medio e Basso bacino del Tagliamento: Adozione misure di salvaguardia”<br />

http://gazzette.comune.jesi.an.it/128/5.htm<br />

La Regione propone PRUSST per il Veneto <strong>Orientale</strong><br />

http://turismo.regione.veneto.it/stampa/1446-99.html<br />

Relazione semestrale al 31 Dicembre 2001 : L’area del Patto Territoriale<br />

http://www.patevo.it/patto_territoriale/relsemestrale.htm<br />

Patti Territoriali: http://www.patevo.it/pdf/P_Verde.PDF<br />

Nuovo e Vecchi turismo WWF, articolo contro il PALALVO<br />

http://www.wwf.it/Veneto/p_difesa.asp<br />

PALALVO: interrogazione alla Commissione CEE: http://www.wwf.it/ambiente/rassegna/184.pdf<br />

Salviamo la foce del Tagliamento<br />

http://www.focetagliamento.netanday.it/htm<br />

http://www.ciaociao.com/wwf/faro/faro-it0.htm<br />

Percorsi naturalistici principali da Bilione: http://www.hoteldagigi.it/natura.htm<br />

Tagliamento a rischio d'estinzione: http://www.radicalifvg.it/Tagliamento.html<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Cap. 4.1 La vegetazione ripariale<br />

Figura 1. Salici e pioppi a portamento arboreo in<br />

prossimità dell’alveo<br />

Figura 2. Esempio di salice arboreo (Salix alba L.)<br />

sradicato con ricaccio di polloni.<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Cap. 4.1 La vegetazione ripariale<br />

Figura 3. Vegetazione ripariale arborea ricoperta da edera<br />

Figura 4. Argine colonizzato da Amorpha<br />

fruticosa<br />

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Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Cap. 4.1 La vegetazione ripariale<br />

Figura 6. Argine colonizzato da Robinia<br />

Figura 5. Argine ricoperto da vegetazione<br />

palustre<br />

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Programma regionale Leader Plus (2000-2006)<br />

Progetto O.F.T. “Organizzazione Forestale del Territorio”<br />

INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Cap. 4.1 La vegetazione ripariale<br />

Figura 7. Vegetazione ripariale e palustre con radi<br />

esemplari arborei<br />

Figura 8.<br />

palustre<br />

Intero argine colonizzato da canna<br />

Figura 9. Materiale fluitato con l’ultima piena accumulatosi ai piedi dei piloni<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Cap. 4.2 La vegetazione psammofila<br />

Figura 10. Vegetazione delle dune recenti a<br />

ridosso della pineta<br />

Figura 11. Cespugli di Ammophila littoralis su<br />

duna spianata da intervento antropico<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Cap. 4.3 La pineta litoranea<br />

Figura 12. A sinistra della foto sono visibili i danni<br />

provocati alle chiome dei pini dall’azione di<br />

smeriglio dei venti marini<br />

Figura 13. L’eccesso di densità degli impianti<br />

provoca la riduzione delle chiome e l’accumulo di<br />

lettiere acide<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Cap. 4.3 La pineta litoranea<br />

Figura 14. Nei punti più radi della pineta si assiste<br />

all’entrata del rovo e del leccio<br />

Figura 15. Foglie di leccio attaccate dall’afide<br />

Phylloxera quercus<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Cap. 4.4 Gli alberi monumentali<br />

Figura 16. Esemplare di leccio secolare a Bibione,<br />

età stimata 150 anni<br />

Figura 17. Veduta invernale del filare dei sette<br />

frassini a Bevazzana, età stimata 100 anni<br />

Figura 18. Il pino d’Aleppo monumentale di<br />

Cesarolo, età stimata 80 anni<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Cap. 5. IL PAESAGGIO AGRARIO<br />

Figura 19. Caratteristico paesaggio agrario<br />

Cap. 6. LE VALLI DA PESCA<br />

Figura 20. Foto aerea delle valli di Bibione: Val Grande e Vallesina<br />

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INDAGINI TERRITORIALI AMBIENTALI<br />

Cap. 7. LA BIODIVERSITÀ<br />

Figura 21. Urbanizzazione nella pineta<br />

Figura 22. Esemplare di Testudo hermanni<br />

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