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pet therapy e autostima a scuola - Ambulatorio Veterinario Bucci

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175<br />

PET THERAPY<br />

E AUTOSTIMA A SCUOLA<br />

di Giovanni <strong>Bucci</strong>, Franca Cicognani<br />

Parole come <strong>autostima</strong>, ottimismo, pensare positivo,<br />

autoefficacia sono diventate, al momento,<br />

anche in Italia, parole d’ordine che rappresentano<br />

la chiave per accedere alla felicità, al benessere e<br />

al successo. Non è quindi da meravigliarsi se, anche<br />

in ambiente scolastico, nonostante alcuni concetti<br />

fossero noti da tempo, viene oggi riservata<br />

sempre maggiore attenzione a questi as<strong>pet</strong>ti della<br />

personalità e alla loro ricaduta sulla vita scolastica<br />

degli alunni.<br />

Si riconosce che l’<strong>autostima</strong> può influire in maniera<br />

determinante sul successo scolastico del<br />

bambino e dell’adolescente e con sempre maggiore<br />

frequenza si assiste alla realizzazione di interventi<br />

volti a migliorare l’<strong>autostima</strong> di singoli alunni,<br />

individuati come elementi bisognosi di sostegno<br />

e/o di intere classi o della <strong>scuola</strong>, per produrre<br />

un positivo senso di appartenenza a un gruppo<br />

privilegiato.<br />

Con questo lavoro desideriamo esporre il nostro<br />

punto di vista sui legami fra <strong>pet</strong> <strong>therapy</strong> e <strong>autostima</strong><br />

scolastica, maturato attraverso un lavoro<br />

decennale di progettazione e realizzazione di corsi<br />

di zooantropologia applicata alla didattica, nelle<br />

classi del primo e secondo ciclo della provincia di<br />

Trento, e attività assistite da animali laddove si<br />

rendono indispensabili specifici interventi di ordine<br />

assistenziale.<br />

Da queste esperienze abbiamo tratto la convinzione<br />

che l’<strong>autostima</strong> è uno degli obiettivi educativi<br />

scolastici che maggiormente può essere influenzato<br />

dalla presenza di un animale a <strong>scuola</strong>.<br />

“………………<br />

……………………<br />

……………………………<br />

Noi riteniamo che un utilizzo consapevole, attento<br />

e finalizzato della relazione bambino-animale<br />

e della referenza animale debba essere considerato<br />

un “mezzo privilegiato” per agire sull’<strong>autostima</strong><br />

in ambito scolastico.<br />

Anche se qualunque progetto educativo, che<br />

preveda la presenza di un animale a <strong>scuola</strong>, può a<br />

volte produrre degli effetti sull’<strong>autostima</strong> degli studenti<br />

sfruttando l’as<strong>pet</strong>to emozionale della relazione<br />

bambino-animale ai fini dell’apprendimento,<br />

deve essere chiaro, e non essere sottovalutato, che<br />

interventi condotti con superficialità o improvvisazione,<br />

senza tenere conto degli as<strong>pet</strong>ti fondanti della<br />

zooantropologia e della didattica, pur potendo,<br />

in maniera del tutto casuale, produrre comunque<br />

effetti positivi sugli alunni più equilibrati e motivati,<br />

possono esporre i soggetti più deboli al rischio<br />

di un danno psicologico o fisico, arrivando non solo<br />

a vanificare l’intervento ma anche a danneggiare<br />

il progetto educativo globale della <strong>scuola</strong>.<br />

Dopo avere esaminato il termine <strong>autostima</strong> nei<br />

suoi as<strong>pet</strong>ti principali e nel contesto scolastico,<br />

esporremo le nostre osservazioni sul legame tra<br />

<strong>pet</strong> <strong>therapy</strong> e <strong>autostima</strong> scolastica illustrando nel<br />

contempo il nostro modo di progettare gli interventi<br />

nella <strong>scuola</strong>.<br />

IL CONCETTO DI AUTOSTIMA<br />

Lo studio psicologico del concetto di Sé e dell’<strong>autostima</strong><br />

ha una lunga storia di elaborazioni<br />

teoriche. Tra le prime definizioni di <strong>autostima</strong> ritroviamo<br />

quella elaborata da W. James: Autostima<br />

= Successo/As<strong>pet</strong>tative. L’<strong>autostima</strong> di una<br />

persona sarebbe quindi il risultato del confronto<br />

fra successi concretamente ottenuti e corrispon-


176 Nuove pros<strong>pet</strong>tive nelle attività e terapie assistite dagli animali<br />

Tabella 1<br />

Definizioni di <strong>autostima</strong><br />

Rapporto fra successo e as<strong>pet</strong>tative di una persona<br />

Rapporto fra i risultati reali e le as<strong>pet</strong>tative ideali di<br />

una persona o anche fra i successi ottenuti e le corrispondenti<br />

as<strong>pet</strong>tative<br />

Insieme di convincimenti circa i propri valori, la<br />

com<strong>pet</strong>enza e le capacità confrontate con quelle di<br />

altri<br />

Abilità dell’individuo di affrancarsi dalle avversità<br />

Autoefficacia: far fronte alle avversità indipendentemente<br />

o ottenendo l’assistenza di persone compatibili,<br />

resilienza<br />

Capacità di confrontarsi con gli stress ambientali<br />

senza perdere l’integrità personale e assumersi le<br />

proprie responsabilità<br />

Istintiva consapevolezza del proprio valore, soddisfazione<br />

di sé, fiducia nella propria capacità di<br />

eseguire un determinato lavoro<br />

Esperienza emozionale suscitata dalla realizzazione<br />

di azioni, da eventi, da comportamenti sostenuti<br />

e dettati dal sistema di valori che l’individuo si è<br />

dato e che la sua appartenenza culturale e la sua<br />

esperienza hanno contribuito a definire<br />

Corretta autopercezione o pieno riconoscimento<br />

dei propri valori o difetti<br />

Giudizio relativo a uno specifico ambito di vita<br />

(scolastico, sociale, lavorativo…)<br />

Schema comportamentale e cognitivo appreso, multidimensionale,<br />

riferito a vari contesti, che si basa<br />

sulla valutazione espressa dall’individuo delle esperienze<br />

e dei comportamenti passati, influenza i suoi<br />

comportamenti attuali e predice quelli futuri<br />

denti as<strong>pet</strong>tative. Tale definizione trascurava però<br />

di prendere in considerazione l’effetto dei fattori<br />

ambientali che contribuiscono a migliorare o a<br />

peggiorare le prestazioni di ogni individuo.<br />

Nel lungo dibattito fra comportamentisti e psicologi<br />

cognitivi, nel tentativo di descrivere l’essenza<br />

profonda dell’individuo, sono state formulate<br />

moltissime definizioni del concetto di Sé e di <strong>autostima</strong><br />

(vedi tabella 1).<br />

In questo contesto abbiamo cercato di utilizzare<br />

ed evidenziare le definizioni che a noi sono<br />

sembrate più adatte a questo lavoro (indirizzato<br />

prevalentemente a veterinari e quindi a non addetti<br />

ai lavori), considerando che approfondire<br />

questo argomento non rientrava comunque nei<br />

nostri scopi.<br />

L’<strong>autostima</strong> può anche essere definita come “la<br />

capacità di confrontarsi con gli stress ambientali<br />

senza perdere l’integrità personale e di assumersi<br />

la responsabilità delle proprie azioni”.<br />

La stima di sé comprende quindi: l’intima consapevolezza<br />

del proprio valore, la soddisfazione di<br />

Sé e la fiducia nella propria capacità di eseguire<br />

un determinato lavoro e può originare dal possesso<br />

di capacità personali innate o acquisite oppure<br />

dal possesso di caratteristiche più o meno apprezzabili<br />

e/o apprezzate da altri (vedi tabella 2).<br />

Se identifichiamo l’<strong>autostima</strong> con il giudizio di<br />

stima di Sé, cioè il fatto di apprezzarsi, piacersi, pensare<br />

di valere, la conseguenza probabilmente più<br />

importante della buona o della cattiva <strong>autostima</strong> riguarda<br />

l’umore: giudizi negativi severi, frequenti e<br />

generalizzati su di Sé portano a sentimenti di tipo<br />

negativo (sconforto, vergogna, colpa, ansia), mentre<br />

giudizi positivi frequenti e generalizzati su di Sé portano<br />

a sentimenti di entusiasmo, vitalità e serenità.<br />

Quando il livello di <strong>autostima</strong> è esageratamente<br />

alto il soggetto ha un’immagine di Sé grandiosa<br />

e onnipotente, mentre nel caso contrario ci troviamo<br />

di fronte alla più completa disistima.<br />

Un adeguato livello di <strong>autostima</strong> implica una<br />

personalità forte e ben strutturata, una sicurezza<br />

di base e un’autonomia psicologica.<br />

In termini generali si può dire che è estremamente difficile<br />

godere di una buona salute psicologica se si è privi di<br />

una buona <strong>autostima</strong> e il benessere, da essa derivato, è associato<br />

spesso con la disponibilità a raffigurarsi realistiche<br />

pros<strong>pet</strong>tive positive.<br />

L’<strong>autostima</strong> non va però intesa come un giudizio<br />

generale che riguarda il Sé globalmente, ma<br />

è piuttosto un giudizio relativo a uno specifico<br />

ambito di vita.<br />

Gli individui misurano il loro valore personale<br />

dal lavoro, dalla vita familiare, dalla vita sociale e di<br />

comunità e dalle attività del tempo libero. Un atleta<br />

può essere orgoglioso dei suoi risultati sportivi ma<br />

insoddisfatto delle sue capacità sociali; un professionista<br />

molto impegnato può avere un’alta stima di Sé<br />

per quanto riguarda il lavoro, non apprezzandosi<br />

nel contempo come genitore o come marito.


Pet <strong>therapy</strong> e <strong>autostima</strong> a <strong>scuola</strong> 177<br />

Tabella 2<br />

Fonti di <strong>autostima</strong><br />

Possesso capacità personali innate o acquisite (com<strong>pet</strong>enze personali)<br />

Giudizio personale<br />

La persona si sente orgogliosa quando raggiunge risultati<br />

che considera pregevoli.<br />

Un individuo è soddisfatto di Sé quando fa bene ciò<br />

che per lui è importante saper fare e, viceversa, è<br />

scontento di Sé quando non riesce a essere all’altezza<br />

del suo standard di merito.<br />

Un modo per mantenere alta l’<strong>autostima</strong> che deriva<br />

dalla com<strong>pet</strong>enza consiste nel coltivare le proprie capacità<br />

negli ambiti di vita a cui si dà personalmente<br />

importanza<br />

Giudizio altrui<br />

La persona si sente approvata per i risultati raggiunti.<br />

Spesso gli individui sono oggetto di critiche e disapprovazione<br />

perché non riescono a essere all’altezza<br />

degli ideali o degli standard di aspirazione imposti da<br />

altri.<br />

Se una persona fa propri degli standard troppo elevati,<br />

proposti o imposti da altri, condanna se stessa a<br />

una bassa <strong>autostima</strong>, poiché non riuscirà mai a essere<br />

abbastanza com<strong>pet</strong>ente<br />

Possesso di caratteristiche più o meno apprezzabili e/o apprezzate da altri<br />

Giudizio personale<br />

L’<strong>autostima</strong> deriva dal giudizio che la persona esprime<br />

su caratteristiche personali che ritiene importanti quali:<br />

l’as<strong>pet</strong>to fisico, lo status sociale, ecc.<br />

L’ambiente sociale e culturale in cui il soggetto si forma<br />

e vive è estremamente importante nella determinazione<br />

dei parametri attraverso cui l’individuo giudica<br />

se stesso.<br />

Il confronto continuo, per esempio, con modelli corporei<br />

proposti dalla pubblicità può condurre a giudizi negativi<br />

sul proprio as<strong>pet</strong>to, sulla propria statura o prestanza<br />

fisica, del tutto ingiustificati seguendo parametri<br />

basati sulla media degli individui<br />

Giudizio altrui<br />

Il senso di valore personale di ognuno di noi tende a<br />

riflettere le valutazioni ricevute da altri, in quanto persone<br />

ritenute importanti o in generale per giudizi basati<br />

su stereotipi culturali e/o sociali.<br />

Spesso le persone vengono classificate in gruppi apprezzati<br />

o disprezzati sulla base della loro etnia, della<br />

razza, dell’orientamento sessuale o delle loro caratteristiche<br />

fisiche e vengono trattate di conseguenza con<br />

l’atteggiamento dettato dallo stereotipo sociale e non<br />

da quello che meriterebbe la loro individualità.<br />

Nelle situazioni in cui viene dato rilievo allo stereotipo,<br />

le persone che possiedono attributi denigrati dalla<br />

società, e che accettano le valutazioni negative, avranno<br />

una bassa stima di sé indipendentemente dal loro<br />

talento<br />

L’analisi dei giudizi sul valore personale di un<br />

individuo relativi ad ambiti di vita specifici permette<br />

di evidenziare e differenziare le aree di <strong>autostima</strong><br />

e quelle di vulnerabilità e denigrazione di Sé.<br />

AUTOSTIMA NEI BAMBINI<br />

E NEGLI ADOLESCENTI<br />

Durante gli anni evolutivi, dalla nascita al diciottesimo<br />

anno circa, il sistema nervoso centrale<br />

viene modellato dall’ambiente, in quanto naturalmente<br />

il cervello tende a formarsi in conformità<br />

con gli stimoli che gli giungono dall’ambiente do-<br />

ve cresce. Una volta adulto, il cervello umano risulterà<br />

essere il più conforme possibile all’ambiente<br />

dove è cresciuto, cioè massimamente adattato a<br />

quell’ambiente.<br />

Si presume che l’<strong>autostima</strong> si sviluppi in un<br />

modo strutturato secondo i principi dell’apprendimento.<br />

I bambini agiscono entro il proprio ambiente<br />

familiare, scolastico e sociale andando incontro<br />

a una progressiva modificazione del comportamento.<br />

L’evoluzione del comportamento avviene<br />

sulla base dei successi e fallimenti, del modo<br />

in cui le persone che li circondano reagiscono alla<br />

loro presenza e al loro modo di agire, e in base al<br />

modo con cui queste persone condizionano i loro


178 Nuove pros<strong>pet</strong>tive nelle attività e terapie assistite dagli animali<br />

comportamenti e manifestano loro as<strong>pet</strong>tative diverse.<br />

Attraverso continui feedback ambientali, diretti<br />

e indiretti, i bambini apprendono schemi di risposta<br />

sia specifici sia generalizzati, che incorporano<br />

le loro passate esperienze e sono coerenti con esse.<br />

Possiamo quindi definire l’<strong>autostima</strong> come un<br />

comportamento appreso che si evolve nei contesti<br />

ambientali in cui i bambini e gli adolescenti si trovano<br />

ad agire.<br />

Gli studi teorici che hanno, tra l’altro, portato<br />

alla formulazione del Test di valutazione Multidimensionale<br />

dell’Autostima (TMA), evidenziano<br />

sei contesti con cui i bambini si confrontano per la<br />

maggior parte del tempo in cui interagiscono con<br />

l’ambiente (stato di veglia):<br />

- le relazioni interpersonali: relazioni con “altre<br />

persone” che possono essere a loro volta distinte<br />

in due gruppi: abituali, cioè persone<br />

che costituiscono l’ambito usuale di relazione<br />

del bambino (familiari, compagni di <strong>scuola</strong>,<br />

insegnanti, ecc.) e occasionali, cioè persone<br />

che attraverso una breve o inas<strong>pet</strong>tata relazione<br />

riescono comunque a modificare lo schema<br />

comportamentale del bambino. L’<strong>autostima</strong><br />

interpersonale dei ragazzi è influenzata<br />

dalle reazioni delle altre persone, dal grado in<br />

cui tali contatti avvengono in modo positivo<br />

e dalla loro capacità di raggiungere obiettivi<br />

attraverso interazioni sociali riuscite;<br />

- la com<strong>pet</strong>enza di controllo dell’ambiente: man mano<br />

che i ragazzi riescono o falliscono nei loro<br />

tentativi di risolvere problemi, raggiungere<br />

obiettivi, migliorare la loro qualità di vita, capiscono<br />

come gli altri reagiscono ai loro sforzi,<br />

valutano l’efficacia delle loro azioni e acquisiscono<br />

informazioni sulla loro com<strong>pet</strong>enza<br />

nei vari ambiti;<br />

- l’emotività: gli schemi di reazione emotiva, diversificati<br />

a seconda che i comportamenti precedenti<br />

siano stati apprezzati o disprezzati, diventano<br />

stabili con l’età e i ragazzi diventano<br />

capaci di conoscere, valutare, descrivere e<br />

controllare le proprie reazioni emotive;<br />

- il successo scolastico: la <strong>scuola</strong> occupa gran parte<br />

della giornata del ragazzo. Seguire le lezioni,<br />

fare i compiti, organizzare il lavoro, operare<br />

delle scelte riguardo alle attività scolastiche e<br />

sportive future, sono ambiti in cui il ragazzo<br />

acquisisce continuamente stimoli e valuta i<br />

suoi successi reali;<br />

- la vita familiare: la famiglia, intesa nel senso di<br />

individui da cui il ragazzo dipende per assistenza,<br />

educazione e sicurezza, costituisce il<br />

centro della vita del ragazzo;<br />

- il vissuto corporeo: poiché quello che gli altri vedono<br />

di noi è, per prima cosa, il nostro corpo.<br />

Il ragazzo, che è in continuo mutamento<br />

fisico, riceve sempre feedback diretti e indiretti<br />

sulla sua condizione corporea e fa continui<br />

confronti tra le sue caratteristiche fisiche e<br />

quelle altrui, costruendosi così l’<strong>autostima</strong><br />

corporea.<br />

Benché l’<strong>autostima</strong> legata a questi ambiti specifici<br />

venga acquisita in ciascuno dei contesti in cui<br />

l’individuo opera, queste autostime specifiche sono<br />

moderatamente intercorrelate. In sintesi le singole<br />

autostime che si sovrappongono rappresentano<br />

l’<strong>autostima</strong> globale.<br />

Il bambino descrive le sue esperienze emozionali<br />

positive, identificabili con l’<strong>autostima</strong>, con parole<br />

quali: essere fiero di sé, orgoglioso, sicuro,<br />

soddisfatto, sentirsi migliore, più serio, più cosciente,<br />

“diverso”, “se stesso”.<br />

Il bambino riconosce la fonte di questa <strong>autostima</strong><br />

sia in situazioni sociali, quali: il successo sportivo,<br />

l’aiuto offerto ad altri, il successo negli scambi<br />

e nelle interazioni sociali, nell’esibizione di abilità<br />

in pubblico (social skills); sia nella possibilità autoriflessiva:<br />

compiacimento per il buon esito nel<br />

compito, per l’affermazione di sé in termini di autonomia<br />

di giudizio e di comportamento, per fedeltà<br />

ai valori etici che ispirano la condotta di ciascuno.<br />

Sembra inoltre che nei maschi l’<strong>autostima</strong> venga<br />

elicitata soprattutto dal successo conseguito in<br />

situazioni pubbliche, confermato in termini di approvazione<br />

sociale, mentre nelle femmine da situazioni<br />

più intime e personali connesse alla propria<br />

autonoma autorealizzazione.<br />

PET RELATIONSHIP E AUTOSTIMA<br />

L’<strong>autostima</strong>, in quanto comportamento appreso,<br />

risente di tutte le variabili ambientali con cui il<br />

soggetto si trova a interagire.<br />

I rapporti con gli animali, siano essi occasionali<br />

(casuali o finalizzati) o stabili (animali di proprietà),<br />

rappresentano senza dubbio una variabile<br />

ambientale importante per i risvolti emotivi e culturali<br />

che comportano.


Pet <strong>therapy</strong> e <strong>autostima</strong> a <strong>scuola</strong> 179<br />

L’interazione con un animale può agire in ciascuno<br />

degli ambiti specifici, visti in precedenza, in<br />

cui l’<strong>autostima</strong> si costruisce e ciò è particolarmente<br />

evidente nei bambini e adolescenti.<br />

Riferendosi a questi ambiti specifici l’interazione<br />

con l’animale, purché corretta, riesce a influire<br />

positivamente su:<br />

- relazioni interpersonali: la presenza di un animale<br />

aumenta le occasioni di socializzazione fornendo<br />

un immediato pretesto e un buon argomento<br />

di conversazione; chiunque è in grado<br />

di riferire un’esperienza con un animale<br />

nel suo vissuto. Diminuisce inoltre lo stress<br />

da “estraneo”, infatti da studi condotti attraverso<br />

test di percezione tematica, è stato evidenziato<br />

che le persone accompagnate da animali<br />

sono percepite come più amichevoli, meno<br />

indisponenti, più felici. Di riflesso anche<br />

chi accompagna l’animale si sente all’interno<br />

di queste categorie. L’animale, spostando l’accento<br />

comunicativo sulla comunicazione non<br />

verbale, facilita i rapporti interpersonali anche<br />

in quei soggetti per cui l’espressione verbale<br />

è difficoltosa o problematica;<br />

- com<strong>pet</strong>enza di controllo dell’ambiente: l’introduzione<br />

di un animale in un ambiente, anche noto,<br />

comporta la necessità di modificare gli schemi<br />

motori che l’individuo utilizza abitualmente.<br />

L’interazione con l’animale determina un aumento<br />

delle attività di esplorazione fornendo<br />

motivazioni e criteri di valutazione dell’ambiente<br />

diversi da quelli umani, consentendo<br />

una conoscenza migliore e una gestione più<br />

efficace dell’ambiente stesso;<br />

- emotività: poiché l’animale non giudica e non<br />

valuta, anche la risposta emotiva è più libera.<br />

Notevolmente diversi sono i parametri per<br />

cui l’animale apprezza o disprezza i comportamenti<br />

umani; opportunità e convenienza lasciano<br />

spesso il posto a spontaneità e immediatezza<br />

anche nell’accettazione o nel rifiuto<br />

dell’interazione stessa;<br />

- successo scolastico: vedremo successivamente come<br />

la presenza di un animale a <strong>scuola</strong> possa<br />

favorire il successo scolastico;<br />

- vita familiare: in questo contesto la presenza di<br />

un animale, ben integrato, favorisce le relazioni<br />

tra familiari e costituisce per il ragazzo<br />

un ulteriore quanto diverso punto di riferimento<br />

emotivo. L’animale può aiutare a superare<br />

più facilmente eventuali distacchi, naturali<br />

o dovuti per esempio a trasferimenti o separazioni.<br />

Con l’animale il bambino può sperimentare<br />

sia il ruolo genitoriale che quello di<br />

educatore migliorando le proprie com<strong>pet</strong>enze<br />

di controllo dell’ambiente e delle emozioni.<br />

L’animale fornisce al bambino un protettore e<br />

un protetto contemporaneamente, lo educa<br />

alla diversità quotidianamente, lo fa sentire<br />

amato indipendentemente dalle proprie prestazioni;<br />

- vissuto corporeo: l’abitudine alla diversità, anche<br />

fisica, indotta dalla relazione con l’animale, riduce<br />

il confronto e la ricerca di omologazione<br />

anche per le caratteristiche fisiche.<br />

Per dovere di sintesi, ci siamo limitati a tratteggiare<br />

alcune delle più evidenti correlazioni fra <strong>pet</strong><br />

relationship e <strong>autostima</strong>, peraltro sufficienti a giustificare<br />

la convinzione che la relazione bambinoanimale<br />

abbia effetti positivi sull’<strong>autostima</strong>.<br />

AUTOSTIMA E SCUOLA<br />

L’<strong>autostima</strong> può essere letta come capacità dell’individuo<br />

di pensare di valere, di raffigurarsi realistiche<br />

pros<strong>pet</strong>tive positive, di affrontare in modo<br />

adeguato le difficoltà e quindi ottenere risultati apprezzabili<br />

in qualsiasi attività decida di intraprendere.<br />

Se si riflette su questo fatto, si può comprendere<br />

come una adeguata <strong>autostima</strong> consenta all’alunno<br />

di affrontare la <strong>scuola</strong> in modo sereno e ottenere<br />

risultati corrispondenti alle proprie as<strong>pet</strong>tative.<br />

Un eccesso di <strong>autostima</strong> può generare frustrazioni,<br />

mentre una carenza di <strong>autostima</strong> può<br />

condurre a evitare gli impegni e a rinforzare ulteriormente<br />

un “cattivo” concetto di sé.<br />

L’<strong>autostima</strong> scolastica, sviluppata attraverso i<br />

propri successi e fallimenti negli ambienti e nelle<br />

attività scolastiche, pur non coincidendo con le capacità<br />

e le modalità di apprendimento, è altamente<br />

predittiva della performance scolastica futura;<br />

questo modo di “vedersi” nella <strong>scuola</strong> finisce con<br />

l’essere una misura verosimile di come effettivamente<br />

si “sarà” a <strong>scuola</strong>.<br />

Bloom (1976) affermava che ai fini pratici il<br />

concetto di Sé scolastico è la più valida delle misure<br />

psicologiche nel predire il successo scolastico<br />

per il fatto che incide per almeno il 25% sulla variazione<br />

del rendimento scolastico.<br />

Poiché il bambino trascorre a <strong>scuola</strong> molte ore<br />

della sua giornata attiva, nell’<strong>autostima</strong> scolastica


180 Nuove pros<strong>pet</strong>tive nelle attività e terapie assistite dagli animali<br />

vengono coinvolti vari as<strong>pet</strong>ti dell’<strong>autostima</strong> globale<br />

dell’individuo, come le com<strong>pet</strong>enze di controllo<br />

dell’ambiente, la capacità di gestire relazioni<br />

interpersonali, il vissuto corporeo. Ognuno di<br />

questi as<strong>pet</strong>ti può contribuire in modo significativo<br />

a decidere del futuro scolastico dell’alunno.<br />

Un bambino che non si sente apprezzato da insegnanti<br />

e compagni, per una sua caratteristica fisica<br />

o per una sua incapacità relazionale, percepirà la<br />

<strong>scuola</strong> in maniera fortemente negativa, al di là<br />

delle sue reali capacità e andrà incontro a esperienze<br />

scolastiche fallimentari.<br />

È dimostrato che queste esperienze possono limitare<br />

le possibilità di sopravvivenza economica e<br />

di sicurezza nel mondo del lavoro di questi studenti.<br />

Esiste infatti un forte legame fra la storia dei<br />

successi e degli insuccessi scolastici di un individuo<br />

e lo sviluppo globale della sua personalità.<br />

In ambito scolastico sono stati fatti molti tentativi<br />

di migliorare le prestazioni migliorando prima<br />

l’<strong>autostima</strong>, ma con risultati abbastanza deludenti.<br />

Migliori risultati si sono ottenuti cercando di modificare<br />

e migliorare ogni singola prestazione, per<br />

fornire al ragazzo una valida e tangibile ragione<br />

per aumentare la propria <strong>autostima</strong>.<br />

COME FAVORIRE L’AUTOSTIMA<br />

IN AMBITO SCOLASTICO<br />

Poiché l’<strong>autostima</strong> deriva da fonti diverse, i<br />

metodi per favorirla sono molteplici.<br />

In accordo con quanto detto, per agire sull’<strong>autostima</strong><br />

scolastica sarà conveniente agire sulle prestazioni<br />

in ambito scolastico, tenendo presente che<br />

sul giudizio di positività di una prestazione possono<br />

influire diversi fattori: personali, ambientali e<br />

oggettivi. Un risultato ottimo per alcuni, è buono<br />

per altri, scadente per altri ancora a seconda degli<br />

standard fissati dal docente e dalla <strong>scuola</strong>, dalle<br />

as<strong>pet</strong>tative dell’alunno, da come si viene giudicati<br />

per quel livello di prestazione.<br />

È evidente che esistono differenze individuali e<br />

che esistono studenti con capacità limitate, ma è<br />

fondamentale ritenere, operando di conseguenza,<br />

che per aiutare uno studente a valutarsi più positivamente<br />

bisogna portarlo a conseguire maggiori<br />

successi.<br />

Per incentivare l’<strong>autostima</strong> in ambito scolastico<br />

possono essere utilizzate strategie rivolte al<br />

singolo individuo, legate a interventi individualizzati,<br />

e strategie collettive rivolte al gruppo classe.<br />

L’intervento collettivo può mirare a intervenire<br />

su aree di <strong>autostima</strong> individuali o a migliorare<br />

l’<strong>autostima</strong> globale del gruppo intesa come patrimonio<br />

collettivo.<br />

Gli interventi individualizzati sull’<strong>autostima</strong><br />

agiscono in due direzioni: una personale, adeguando<br />

le as<strong>pet</strong>tative non realistiche e/o aumentando<br />

il livello delle prestazioni, e una ambientale,<br />

rendendo accettate o accettabili le inevitabili<br />

differenze e quindi anche le prestazioni di livello<br />

inferiore.<br />

Per mutare le percezioni di inadeguatezza può<br />

essere utile chiarire e riformulare le as<strong>pet</strong>tative<br />

personali, soprattutto quando queste sono basate<br />

non sulle proprie capacità ma sul confronto con<br />

gli altri, oppure su standard ideali realmente troppo<br />

elevati. Gli studenti che si autodenigrano perché<br />

si giudicano sulla base di standard troppo elevati<br />

possono essere aiutati ad adottare standard<br />

più modesti.<br />

Il valore dell’intervento sull’<strong>autostima</strong> deriva non solo<br />

dal miglioramento del rendimento scolastico ma dall’aver<br />

portato lo studente a scoprire le sue capacità e caratteristiche<br />

e ad accettarle, poiché un’autoaccettazione positiva è un<br />

orientamento salutare per l’adattamento sociale ed emotivo<br />

dell’individuo.<br />

Nella <strong>scuola</strong>, nel corso degli anni, si è sviluppato<br />

un complesso discorso pedagogico e culturale<br />

diretto soprattutto a risolvere il problema del<br />

recupero delle diversità inteso come minorità. Il<br />

problema è far sì che lo studente non aggravi il<br />

suo ruolo di debole con comportamenti di passività,<br />

atti a difendersi dalla continua verifica di<br />

non riuscire ad apprendere, che producono col<br />

tempo difficoltà relazionali e affettive estremamente<br />

significative.<br />

Molta meno attenzione è riservata ai soggetti<br />

scolastici ad alta abilità in una o più aree disciplinari<br />

che spesso finiscono con il trovarsi anch’essi<br />

in carenza educativa, producendo problemi e<br />

conflitti all’interno delle classi (per esempio opposizione<br />

all’autorità, difficoltà nei rapporti insegnanti-alunni).<br />

Le strategie collettive per il recupero dell’<strong>autostima</strong><br />

sono in genere più mirate a questo secondo<br />

as<strong>pet</strong>to, ma di più difficile utilizzo.<br />

Nella tabella 3 riportiamo alcuni esempi di<br />

strategie individuali e collettive per il miglioramento<br />

dell’<strong>autostima</strong> a <strong>scuola</strong>.


Pet <strong>therapy</strong> e <strong>autostima</strong> a <strong>scuola</strong> 181<br />

Tabella 3<br />

Tecniche di miglioramento dell’<strong>autostima</strong> nella <strong>scuola</strong><br />

Istruzione<br />

Consiste nel trovare e utilizzare correttivi adatti a potenziare le capacità che possono favorire risultati positivi<br />

e, con essi, la soddisfazione di sé quando l’autosvalutazione trae origine dall’incom<strong>pet</strong>enza didattica e/o disciplinare<br />

e/o relazionale. Dal punto di vista sia educativo che didattico/disciplinare è possibile insegnare a<br />

qualsiasi bambino o adolescente modi di agire più efficaci<br />

Modeling (modellamento di comportamenti appropriati)<br />

STRATEGIE INDIVIDUALI<br />

Il modellamento consiste nel far apprendere un comportamento attraverso l’osservazione di un esempio appropriato.<br />

È una procedura molto efficace quando il modello gode di grande valore agli occhi degli osservatori.<br />

I comportamenti modellati possono essere mostrati con diverse metodologie sia dal vivo che con filmati<br />

ad hoc<br />

Shaping (modellaggio o rinforzamento di approssimazioni successive al comportamento adeguato)<br />

In questo processo le azioni del soggetto sono considerate su un continuum che presenta a un estremo il comportamento<br />

desiderato e all’altro il comportamento antitetico a quello desiderato; l’operatore determina in<br />

quale punto del continuum si situa il comportamento tipico del ragazzo. Viene rinforzato ogni comportamento<br />

che risulti essere di avvicinamento a quello desiderato. Il processo di rinforzamento procede fino a che il<br />

comportamento del ragazzo non arriva quasi a coincidere con quello desiderato. L’attenzione in questo caso<br />

è tutta centrata sulla scelta e sulla gestione dei vari rinforzi<br />

Modificazione dell’ambiente<br />

Presenta una vasta gamma di possibilità, dal modificare l’ambiente fisico, al modificare il comportamento degli<br />

altri che in quell’ambiente agiscono, fino all’estrema ratio di allontanare il ragazzo da quell’ambiente.<br />

L’autosvalutazione che dipende da giudizi sociali svilenti richiede un trattamento che riaffermi il valore della<br />

persona. Se l’autosvalutazione è la conseguenza di uno svilimento discriminatorio di attributi personali, può<br />

essere utile coltivare e incentivare un senso di orgoglio per tali attributi<br />

Giochi scolastici<br />

STRATEGIE COLLETTIVE<br />

Si attuano coinvolgendo il gruppo in attività che lo identificano distinguendolo da altri (organizzazione di<br />

s<strong>pet</strong>tacoli, mostre, conferenze, avvenimenti sportivi, ecc.)<br />

Esercizi collettivi basati sull’affettività<br />

Si tratta di strutturare situazioni dove non emerga la grinta individuale ma l’autoconsapevolezza che gli elementi<br />

per “vincere” non sono patrimonio della testa di qualcuno ma diffusi nel gruppo. In questa situazione<br />

deve emergere l’intelligenza emotiva che consente di percepire le emozioni nostre e altrui<br />

Sessioni di studio a piccoli gruppi<br />

In gruppi ben strutturati ogni individuo può far valere le sue specificità, l’ascolto deve essere più importante<br />

dell’intervento, i contrasti devono essere fonti di cambiamento. Le relazioni che si stabiliscono devono essere<br />

produttive per tutti


182 Nuove pros<strong>pet</strong>tive nelle attività e terapie assistite dagli animali<br />

PET THERAPY<br />

E AUTOSTIMA A SCUOLA<br />

Le strategie volte a incentivare l’<strong>autostima</strong> in ambito<br />

scolastico, come abbiamo già visto, possono<br />

essere suddivise in individuali e collettive.<br />

Interventi rivolti al singolo individuo, realizzati<br />

attraverso la <strong>pet</strong> <strong>therapy</strong>, sono frequenti e relativamente<br />

semplici da realizzare in ambito familiare o<br />

in situazioni operative in cui sia possibile lavorare<br />

a livello individuale. Interventi individuali di <strong>pet</strong><br />

<strong>therapy</strong>, condotti esclusivamente all’interno della<br />

struttura scolastica, sono però di difficile e onerosa<br />

realizzazione.<br />

Per incentivare l’<strong>autostima</strong> attraverso strategie<br />

collettive, la referenza animale, ben utilizzata, può<br />

offrire evidenti vantaggi ris<strong>pet</strong>to ad altre forme di<br />

intervento che finiscono spesso per utilizzare contenuti<br />

che si avvicinano o identificano con alcune<br />

materie scolastiche. Musicoterapia e danzaterapia<br />

per esempio possono indurre una reazione di evitamento<br />

con diminuzione dell’<strong>autostima</strong> in quei<br />

soggetti convinti di possedere capacità limitate in<br />

quegli ambiti specifici.<br />

Abbiamo già sottolineato che l’<strong>autostima</strong> deriva<br />

anche dalle com<strong>pet</strong>enze personali e dal successo<br />

che consegue dal loro utilizzo e dunque fra gli<br />

obiettivi degli interventi scolastici mirati ad aumentare<br />

l’<strong>autostima</strong> deve essere incluso il miglioramento<br />

dei processi che favoriscono l’apprendimento.<br />

Vi sono as<strong>pet</strong>ti dell’apprendimento che possono<br />

essere favoriti dalla sola presenza fisica di un<br />

animale in classe, indipendentemente dal contenuto<br />

disciplinare del progetto educativo svolto, ris<strong>pet</strong>to<br />

a una normale lezione.<br />

Dalle nostre esperienze è emerso che la presenza<br />

di un animale in classe:<br />

- è una esperienza motivante: la curiosità destata<br />

dalla presenza dell’animale, la familiarità<br />

legata a una situazione a molti nota ma<br />

anche così diversa e imprevedibile, riesce ad<br />

agire su attenzione e motivazione. Gli insegnanti<br />

evidenziano che nelle attività svolte<br />

con animali in classe si riduce drasticamente<br />

il numero di richieste per uscire dall’aula e<br />

che la capacità di attenzione degli alunni supera<br />

abbondantemente quella delle normali<br />

situazioni di insegnamento. La presenza dell’animale<br />

aiuta a incanalare l’attenzione e<br />

può essere utilizzata per far acquisire agli<br />

alunni la consapevolezza del legame motivazione-attenzione;<br />

- è un’esperienza che coinvolge l’alunno in<br />

modo personale: la situazione di novità, di<br />

esperienza da trasmettere o di paura da vincere,<br />

la rende una situazione emozionalmente<br />

forte e quindi favorente l’apprendimento<br />

e la memorizzazione delle nozioni<br />

trasmesse;<br />

- gli stimoli sono integrabili con la situazione<br />

conoscitiva degli alunni: nei test somministrati<br />

agli alunni durante i nostri corsi il<br />

93% di essi afferma di aver letto almeno un<br />

libro sugli animali e il 100% dichiara comunque<br />

di aver avuto informazioni sugli<br />

animali da varie fonti. Non mancano quindi<br />

numerosi legami con la matrice cognitiva<br />

dell’alunno;<br />

- gli stimoli vengono percepiti come “significativi”:<br />

gli alunni che hanno una organizzazione<br />

cognitiva a livello di schemi sensorio-motori<br />

non percepiscono come “stimolante” uno stimolo<br />

puramente verbale. La presenza in aula<br />

di un animale stimola la gestualità e la comunicazione<br />

consentendo a tutti di esprimersi e<br />

di registrare l’esperienza;<br />

- gli stimoli si dimostrano funzionali a bisogni<br />

profondi: per i bambini e per gli adolescenti<br />

è semplice considerare l’animale come estensione<br />

di loro stessi e usarlo per esprimere<br />

sentimenti o dubbi che non oserebbero fare<br />

in linea diretta: per esempio tutto quello che<br />

riguarda la sfera affettiva e sessuale (sono<br />

frequenti le domande del tipo: i cani fanno<br />

amicizia fra loro?, i cani sentono dolore per<br />

la perdita di un amico?, può un cane di una<br />

razza mettere incinta una cagna di un’altra<br />

razza ?, ecc.);<br />

- la situazione ambientale è percepita come “rilassante”:<br />

la presenza dell’animale colora l’atmosfera<br />

dell’aula di allegria e tranquillità. Nei<br />

test somministrati agli alunni durante i nostri<br />

corsi il 100% degli alunni afferma che agli<br />

animali piace giocare e che con loro è possibile<br />

scherzare e ridere, non si offendono mai;<br />

- la situazione è percepita come positivamente<br />

operativa: l’animale fa sentire gli alunni più<br />

sicuri e più fiduciosi di poter capire e riuscire.<br />

Non è il caso di aver paura di sbagliare,<br />

l’animale non sarà mai critico verso difficoltà<br />

ed errori.


Pet <strong>therapy</strong> e <strong>autostima</strong> a <strong>scuola</strong> 183<br />

Tutte le osservazioni elencate, se lette secondo<br />

Frabboni e la sua teoria dei “saperi caldi e<br />

freddi”, ci possono aiutare a comprendere anche<br />

come la presenza fisica dell’animale in classe<br />

possa migliorare la memorizzazione e l’utilizzo<br />

delle nozioni offerte durante le lezioni, con un<br />

conseguente aumento delle aree di <strong>autostima</strong><br />

correlate.<br />

Frabboni chiama:<br />

- saperi freddi: i saperi indiretti, separati dalla<br />

concretezza della realtà, non correlati con le<br />

conoscenze precedenti (per esempio ai bambini<br />

vengono spiegate le funzioni dei vari<br />

apparati del corpo e poi viene loro chiesto<br />

di descrivere il percorso dell’acqua nell’organismo.<br />

La domanda ha lo scopo di “leggere”<br />

la rappresentazione che essi hanno del<br />

loro corpo e come questa venga influenzata<br />

dalle nozioni somministrate. Molti alunni<br />

tendono a rappresentare l’organismo come<br />

un tubo rispondendo che l’acqua entra dalla<br />

bocca, va nello stomaco…, ed esce dal sedere<br />

(Questa conclusione mostra chiaramente<br />

un divario tra conoscenze scolastiche ed<br />

esperienza quotidiana);<br />

- saperi caldi: le conoscenze dirette, problematiche,<br />

mobili, colte in tempo reale con<br />

linguaggi familiari, corporei, a contatto con<br />

la realtà e che vanno quindi a costruire un<br />

bagaglio culturale integrandosi perfettamente<br />

con le conoscenze pregresse dei ragazzi.<br />

In un processo di apprendimento, l’informazione<br />

viene assunta e utilizzata per operare;<br />

se si rivela funzionale al cambiamento (permette<br />

di attuarlo, lo facilita, lo rende meno gravoso)<br />

essa viene memorizzata ed entra a far parte<br />

delle com<strong>pet</strong>enze della persona con un preciso<br />

riferimento operativo. Se non si rivela funzionale<br />

viene accantonata e col tempo dimenticata<br />

e rimossa.<br />

Si ha apprendimento quando la nuova<br />

informazione-esperienza, inizialmente estranea<br />

al soggetto, si inserisce organicamente nel suo<br />

pensiero personale e, verificata sul piano dell’efficacia,<br />

diventa capacità. Se la conoscenza<br />

rimane a livello di informazione resta estranea<br />

al pensiero personale (o lo deforma o ne resta<br />

deformata) e non si ha apprendimento. Il sapere<br />

sugli animali trasmesso dalla <strong>scuola</strong> sembra<br />

frequentemente relegato in un settore colto,<br />

canonico, “scolastico“ dal quale si attinge<br />

solo per il “maestro/professore”, ma che non è<br />

funzionale al vivere quotidiano. Il sapere<br />

“spontaneo” e il sapere “formale” possono trovare<br />

un luogo di incontro ricco di elementi di<br />

continuità nelle esperienze condotte con animali.<br />

Quanto sopra espresso, se da una lato evidenzia<br />

quanto possa essere preziosa la presenza<br />

di un animale in classe da un punto di vista didattico,<br />

ci aiuta anche a capire perché, a livello<br />

scolastico ed educativo, vengano spesso confusi<br />

con la <strong>pet</strong> <strong>therapy</strong> interventi, più o meno improvvisati,<br />

in cui in aula gli animali vengono utilizzati<br />

da un mero punto di vista performativo,<br />

affidando al caso e alla “bontà” dell’animale il<br />

raggiungimento di un qualsivoglia obiettivo individuato<br />

poi a posteriori.<br />

Le esperienze con gli animali possono rivelarsi<br />

anche disastrose se affrontate da persone senza la<br />

necessaria preparazione ed esperienza. Evoluzioni<br />

spesso impreviste o tragiche, dal punto di vista<br />

emozionale-educativo, possono essere diretta conseguenza:<br />

- della leggerezza con cui alcuni libri di testo<br />

propongono esperienze che coinvolgono gli<br />

animali, senza specificare con precisione<br />

obiettivi, condizioni ambientali e strumentazione<br />

necessari per un esito positivo;<br />

- della inadeguatezza della preparazione in<br />

campo igienico-sanitario, zooantropologico ed<br />

etologico di maestri e insegnanti;<br />

- della scarsa considerazione rivolta alle sensibilità<br />

e reattività di animali posti in condizioni<br />

ambientali a loro sconosciute.<br />

Esempi diseducativi che possono essere riportati<br />

sono: allestimento di un acquario o di un terrario<br />

e successiva morte di tutti gli animali, nascita<br />

da un’incubatrice di pulcini senza che ne sia<br />

stata prevista una successiva destinazione; morso<br />

o graffio da animale domestico non adeguatamente<br />

addestrato.<br />

Se vogliamo che i nostri interventi non si limitino<br />

a cogliere solo alcune delle possibilità offerte<br />

dalla referenza animale, che tutto si svolga<br />

in un clima sereno e sicuro con il fine di raggiungere<br />

obiettivi educativi, didattici e disciplinari<br />

certi e stabili nel tempo, occorre fondare il<br />

lavoro su una attenta progettazione. Riportiamo<br />

in tabella 4 i criteri di progettazione da noi ritenuti<br />

essenziali.


184 Nuove pros<strong>pet</strong>tive nelle attività e terapie assistite dagli animali<br />

Tabella 4<br />

Criteri di progettazione dei corsi<br />

Precisa individuazione degli obiettivi educativi, didattici<br />

e disciplinari e attenta formulazione delle<br />

unità didattiche<br />

Attenta e adeguata collocazione nel contesto didattico<br />

che preveda il consolidamento, a lungo termine,<br />

degli apprendimenti<br />

Equipe formata da professionisti muniti di una comune<br />

piattaforma di conoscenze in campo zooantropologico<br />

Scelta di animali dotati di caratteristiche fisiologiche<br />

e comportamentali compatibili con gli obiettivi<br />

del progetto, in buono stato di salute psicofisico-funzionale<br />

e opportunamente addestrati<br />

Strutturazione dell’intervento in modo da prevedere,<br />

a fronte di una breve durata, un forte impatto<br />

emotivo<br />

Garanzia per ogni alunno di poter godere di un<br />

corretta relazione con l’animale sotto la guida e la<br />

sorveglianza di una persona esperta<br />

Valutazione a breve e lungo termine dei risultati del<br />

corso e degli elaborati prodotti<br />

LA PROGETTAZIONE<br />

DEGLI INTERVENTI<br />

I nostri interventi nella <strong>scuola</strong> sono progettati<br />

per alunni normodotati e strutturati seguendo un<br />

preciso schema di progettazione articolato in 7<br />

punti:<br />

1) incontro con l’insegnante responsabile dei progetti di<br />

educazione alla salute della <strong>scuola</strong> e gli insegnanti che seguiranno<br />

gli alunni durante il corso. Riteniamo che<br />

qualsiasi progetto, per essere produttivo, non possa<br />

essere inserito con leggerezza in un qualunque<br />

curricolo, ma debba avere una adeguata collocazione<br />

in un contesto didattico che preveda il consolidamento,<br />

a lungo termine, degli apprendimenti<br />

avvenuti negli incontri con i membri dell’équipe di<br />

lavoro. La <strong>scuola</strong> deve assicurare il coinvolgimento<br />

e la collaborazione degli insegnanti della classe e<br />

dei membri dei consigli di classe interessati. Vengono<br />

sempre suggeriti degli incontri di preparazione<br />

per predisporre le necessarie condizioni affin-<br />

ché: siano chiare e condivise le motivazioni della<br />

richiesta del corso e gli insegnanti siano in possesso<br />

delle conoscenze necessarie e disponibili a continuare<br />

il lavoro sui temi del corso anche in altri<br />

contesti. Gli insegnanti devono impegnarsi a valorizzare<br />

le esperienze individuali degli alunni con gli<br />

animali, precedenti e successive al corso, e ad aiutare<br />

a trasferire l’attenzione e la considerazione che<br />

gli alunni mostrano spontaneamente all’animale<br />

nel rapporto con gli altri. Nel curricolo scolastico<br />

dovranno essere anche inserite e affrontate le tematiche<br />

riguardanti la protezione e tutela degli animali,<br />

in quanto anelli più deboli della catena sociale,<br />

con il fine di stimolare i ragazzi a trasferire tali<br />

concetti nel rapporto inter-umano. È essenziale anche<br />

che la <strong>scuola</strong> provveda a comunicare per iscritto<br />

ai genitori degli alunni l’effettuazione del corso,<br />

le sue finalità e il periodo di svolgimento, fornisca<br />

numeri e recapiti delle figure professionali coinvolte<br />

e richieda l’autorizzazione firmata alla partecipazione<br />

al corso e soprattutto all’utilizzo da parte sia<br />

della <strong>scuola</strong> che dell’équipe degli elaborati degli<br />

alunni. Il materiale raccolto può essere utilizzato in<br />

modi e contesti diversi a seconda del professionista<br />

che lo valuta e dello scopo per il quale si effettua la<br />

valutazione (per esempio ricerca statistica, valutazione<br />

psicologica del soggetto, ecc.); in particolare<br />

l’utilizzo a scopo clinico degli elaborati da parte<br />

dello psicologo e/o del medico pediatra devono<br />

sottostare a quanto previsto dalla Legge sulla tutela<br />

dei minori, dalla Legge sulla privacy e dalla<br />

Legge sul segreto professionale;<br />

2) individuazione dei soggetti cui il progetto è destinato,<br />

durata del corso, tempi e modi di attuazione. Potranno<br />

essere scelte classi intere o gruppi di alunni di<br />

diverse classi. Agli incontri caratterizzati dalla presenza<br />

di animali riteniamo essenziale prevedere<br />

dei gruppi costituiti al massimo da 12 bambini per<br />

poter assicurare a tutti la possibilità di interagire e<br />

intervenire. Il corso dovrà essere collocato nel periodo<br />

dell’anno più consono agli obiettivi e ai collegamenti<br />

con lo svolgimento del programma scolastico.<br />

L’esperienza ci ha insegnato che lo svolgimento<br />

nel periodo iniziale dell’anno scolastico risulta<br />

più proficuo quando fra gli obiettivi del progetto<br />

sono inseriti l’accoglienza e l’affezione alla<br />

struttura scolastica e la formazione di un reale<br />

gruppo classe, mentre lo svolgimento nel periodo<br />

intermedio-finale risulta particolarmente indicato<br />

per migliorare eventuali situazioni di socializzazione<br />

difficile e di autosvalutazione;


Pet <strong>therapy</strong> e <strong>autostima</strong> a <strong>scuola</strong> 185<br />

3) individuazione degli obiettivi del progetto. Riteniamo<br />

utile distinguere obiettivi educativi (per<br />

esempio rinforzare nei ragazzi sentimenti positivi<br />

di sé, sviluppare atteggiamenti positivi nei<br />

confronti dell’apprendimento, prevenire lo sviluppo<br />

di comportamenti antisociali e a rischio,<br />

ecc.), obiettivi didattici (per esempio favorire<br />

l’attivazione di processi di scelta consapevoli e<br />

autonomi, migliorare la capacità di osservazione,<br />

ecc.), obiettivi emendativi-assistenziali con<br />

interventi specifici su situazioni con deficit di <strong>autostima</strong><br />

e obiettivi disciplinari (per esempio arricchimento<br />

delle nozioni di anatomia e fisiologia<br />

comparate);<br />

4) individuazione dell’équipe di lavoro. In genere<br />

abbiamo sempre previsto la presenza di un insegnante<br />

esperto in zooantropologia ed educazione<br />

alla salute, di un veterinario e di uno psicologo,<br />

e, in qualche caso, di un pediatra. Un insegnante<br />

con una buona conoscenza della zooantropologia<br />

applicata è indispensabile, con funzioni<br />

di consulenza nella progettazione degli interventi<br />

e di coordinatore per assicurare coerenza<br />

con il Piano dell’Offerta Formativa della <strong>scuola</strong><br />

e una adeguata collocazione nel contesto didattico.<br />

Un veterinario, che non solo conosca la<br />

zooantropologia applicata ma che sia anche in<br />

possesso di un’adeguata sensibilità e preparazione<br />

in campo didattico, cui saranno affidati, singolarmente<br />

o in copresenza, gli incontri che prevedono<br />

la presenza in aula di animali. Egli dovrà<br />

essere garante anche della correttezza del<br />

rapporto bambino-animale che si svilupperà durante<br />

le lezioni, dell’efficacia educativa di questo<br />

rapporto, della sicurezza igienico-sanitaria, dell’opportuno<br />

addestramento degli animali coinvolti<br />

e della tutela del loro benessere. Uno psicologo<br />

in quanto figura essenziale per affrontare<br />

al meglio tutte le problematiche emotive e psicologiche<br />

legate allo sviluppo del bambino e dell’adolescente.<br />

A questo professionista viene affidata<br />

anche la valutazione dell’efficacia del corso<br />

riguardo agli obiettivi non disciplinari del corso.<br />

Un pediatra in quanto rappresenta il professionista<br />

più adatto ad affrontare i quesiti inerenti le<br />

tematiche in ambito medico e igienico-sanitario<br />

legate all’età dello sviluppo;<br />

5) progettazione delle unità didattiche. La progettazione<br />

delle UD avviene sulla base degli obiettivi,<br />

educativi, didattici e disciplinari stabiliti,<br />

del numero di ore di lezione e delle com<strong>pet</strong>enze<br />

specifiche di ciascun componente dell’équipe<br />

di lavoro. Ogni as<strong>pet</strong>to deve essere attentamente<br />

valutato al fine di cogliere tutte le valenze offerte<br />

dalla referenza animale (Marchesini,<br />

2000);<br />

6) progettazione dei test di ingresso e di uscita. I nostri<br />

test di ingresso sono costituiti per la maggior<br />

parte da quesiti a scelta multipla, aperta, in modo<br />

da privilegiare semplicità e immediatezza nella<br />

compilazione e la facile tabulazione delle risposte.<br />

Ogni domanda è elaborata con lo scopo di raccogliere<br />

gli elementi necessari a tarare il livello e i<br />

contenuti degli incontri e a valutare eventuali disagi<br />

dell’alunno riguardo all’argomento trattato.<br />

Alla fine del test l’alunno viene invitato a realizzare<br />

un disegno sull’argomento del corso e a scriverne<br />

il titolo. Il test viene somministrato dall’insegnante<br />

responsabile per la classe in modo da<br />

salvaguardare il più possibile spontaneità e individualità<br />

nella esecuzione. Il test dovrà anche permettere<br />

di individuare eventuali alunni allergici<br />

agli animali utilizzati nel corso per poter adottare<br />

le opportune precauzioni o soluzioni (cambio di<br />

animale quando possibile, mascherina con filtro<br />

adatto, cambio di aula, ecc.). Il test di uscita è<br />

strutturato in forma aperta (mappa) e realizzato<br />

con i seguenti obiettivi: far riflettere gli alunni<br />

sulle lezioni svolte, evidenziare gli as<strong>pet</strong>ti positivi<br />

e quindi l’accoglienza riservata dagli alunni al<br />

corso, segnalare gli as<strong>pet</strong>ti negativi o di disagio<br />

del corso al fine di migliorarlo, scoprire eventuali<br />

ulteriori bisogni di qualche alunno, fare emergere<br />

atteggiamenti o convinzioni individuali particolari<br />

e raccogliere eventuali curiosità e/o interrogativi<br />

rimasti ancora senza risposta. Viene inoltre<br />

chiesto a ogni alunno di fare un altro disegno con<br />

titolo, a piacere, sulle cose imparate durante il<br />

corso. Sia il test di ingresso che il test d’uscita riportano,<br />

in calce al foglio, i ringraziamenti per<br />

aver lavorato con l’équipe e i saluti con un arrivederci<br />

a presto;<br />

7) valutazione dei risultati del corso e degli elaborati.<br />

Distinguiamo una valutazione degli elaborati<br />

individuale, immediata e congiunta fra equipe di<br />

lavoro e insegnanti con particolare riguardo al<br />

confronto fra i disegni effettuati all’inizio e alla<br />

fine del corso e dell’impatto emotivo del corso,<br />

ritenendolo un possibile valido indicatore dell’apprendimento.<br />

Altre forme di verifica individuale,<br />

sia orali che scritte (prove oggettive, interrogazioni<br />

o altro), possono essere effettuate


186 Nuove pros<strong>pet</strong>tive nelle attività e terapie assistite dagli animali<br />

Tabella 5<br />

Esempi di altri corsi che hanno evidenziato effetto<br />

nell’incrementare l’<strong>autostima</strong><br />

“E adesso? Resto o scappo?…”<br />

Dal ruolo di osservatore passivo verso la<br />

capacità: di essere d’aiuto, di agire in prima<br />

persona e di assumersi delle responsabilità<br />

Corso basato sulla didattica zooantropologica finalizzato<br />

a incentivare l’iniziativa personale e la cooperazione<br />

responsabile<br />

L’educazione sessuale del bambino attraverso<br />

lo studio degli animali<br />

Corso basato sulla didattica zooantropologica finalizzato<br />

all’educazione sessuale nelle scuole<br />

DIRE, FARE, MANGIARE<br />

L’educazione alimentare del bambino attraverso<br />

lo studio degli animali: un approccio<br />

zooantropologico<br />

Un mondo di Amici<br />

Corso basato sulla didattica zooantropologica finalizzato<br />

a incentivare la curiosità e l’amore verso il<br />

prossimo, gli animali e la natura<br />

dagli insegnanti riguardo agli obiettivi didattici e<br />

disciplinari del corso. La valutazione a lungo<br />

termine degli obiettivi educativi viene demandata<br />

agli insegnanti della classe. Nella nostra esperienza<br />

tale valutazione è sempre risultata positiva,<br />

infatti i progetti continuano a essere richiesti<br />

e attivati nelle scuole in cui sono stati proposti.<br />

Poiché i nostri progetti sono sempre stati attivati<br />

in una zona che, per caratteristiche geografiche<br />

e sociali, presenta scuole “piccole” in cui la presenza<br />

di classi parallele è rara, non è mai stato<br />

possibile creare le condizioni per trasformare gli<br />

interventi in protocolli di ricerca e validare i dati<br />

raccolti con criteri riconosciuti nelle scienze<br />

comportamentali applicate o biomediche o psicosociali.<br />

Nelle nostre prime esperienze (1991-92) alcuni<br />

di questi punti non erano ancora ben definiti<br />

e in particolare non era prevista una équipe di<br />

lavoro allargata oltre la coppia veterinario-insegnante.<br />

Con il diversificarsi delle esperienze, tra<br />

cui l’organizzazione di un corso di aggiornamento<br />

per insegnanti (1998-99), e delle richieste del-<br />

le scuole per ambiti educativi diversi e anche delicati<br />

come l’educazione sessuale e l’educazione<br />

alimentare, la necessità di altre com<strong>pet</strong>enze/figure<br />

professionali è risultata evidente. I buoni risultati<br />

ottenuti con l’équipe allargata hanno avuto<br />

come conseguenza un arricchimento e una<br />

riformulazione dei corsi iniziali.<br />

Anche in altri corsi da noi svolti in cui l’<strong>autostima</strong><br />

non era un obiettivo educativo esplicito<br />

(vedi per esempio tabella 5), risultava comunque<br />

sempre evidente, secondo quanto comunicatoci<br />

dai docenti, un incremento di essa, in<br />

particolare per quegli alunni i cui “risultati”,<br />

nell’attività didattica quotidiana, erano scarsi<br />

e/o discontinui in assenza di specifici deficit di<br />

apprendimento.<br />

Il progetto attuale del corso finalizzato al miglioramento<br />

dell’<strong>autostima</strong> dal titolo: “Meglio<br />

dire… io oppure… io ?” viene presentato nella<br />

tabella 6.<br />

Le unità didattiche di questo corso affidate al<br />

veterinario prevedono in aula di volta in volta: 2<br />

cani, 1 gatto e dei piccoli animali da voliera, gabbia<br />

e acquario e sono così strutturate:<br />

- conoscenza dell’animale: attraverso una carrellata<br />

di diapositive su cani e gatti di razze diverse<br />

e meticci, vengono affrontati i concetti<br />

di specie, razza, selezione naturale e selezione<br />

operata dall’uomo, significato dell’addomesticamento,<br />

intelligenza e sensibilità<br />

degli animali. Ogni diapositiva, opportunamente<br />

scelta, viene accompagnata dal racconto<br />

della storia della razza dell’animale e<br />

da un commento sulle caratteristiche<br />

morfologiche e comportamentali che la contraddistinguono,<br />

specificando i motivi che<br />

hanno guidato l’uomo nella sua selezione<br />

(sono incluse anche diapositive dei 2 cani<br />

presenti in aula);<br />

- conoscenza del cane: attraverso la simulazione<br />

di una visita veterinaria vengono illustrati il<br />

corretto approccio con il cane e alcune nozioni<br />

sul suo linguaggio, dando a ogni alunno<br />

la possibilità di interagire personalmente<br />

con l’animale e di compiere, per imitazione,<br />

una visita. Nell’animale la morfologia, per<br />

selezione, è strettamente correlata alla funzione<br />

e questo permette di affrontare, nel<br />

percorso di conoscenza anatomica, anche il<br />

significato delle differenze individuali di<br />

ogni alunno;


Pet <strong>therapy</strong> e <strong>autostima</strong> a <strong>scuola</strong> 187<br />

Tabella 6<br />

Progetto del corso: “Meglio dire… io oppure… io ?”<br />

Corso basato sulla didattica zooantropologica finalizzato a incentivare l’autoidentificazione,<br />

l’autovalutazione e l’<strong>autostima</strong><br />

Autori ed équipe:<br />

Giovanni <strong>Bucci</strong>, Medico <strong>Veterinario</strong><br />

Massimiliano Deflorian, Psicologo<br />

Franca Cicognani, Insegnante<br />

Destinatari del corso<br />

Il corso è rivolto agli alunni del primo anno del secondo ciclo della <strong>scuola</strong> media inferiore; la scelta degli obiettivi<br />

sarà fatta in coerenza ai curricula formativi già svolti in ogni classe.<br />

Obiettivi educativi<br />

1. Condurre l’alunno a riscoprire la propria individualità fisica come ricchezza cui attingere per l’affermazione di sé<br />

2. Affermare e migliorare negli alunni la consapevolezza di avere, a differenza degli animali, capacità intellettive<br />

tali da superare, con una adeguata progettualità, i limiti imposti dalle caratteristiche fisiche individuali<br />

3. Riconoscere l’individualità come risorsa basilare del gruppo che vive ed evolve sulla ricchezza data dalla comunione<br />

delle doti di ognuno<br />

4. Rinforzare nei ragazzi sentimenti positivi di sé<br />

5. Prevenire lo sviluppo di comportamenti antisociali e a rischio<br />

6. Favorire la nascita di sentimenti positivi e ris<strong>pet</strong>tosi verso gli animali e in genere verso ogni essere vivente e<br />

attenuare la diffidenza verso la diversità<br />

Obiettivi didattici<br />

1. Sviluppare atteggiamenti positivi nei confronti dell’apprendimento<br />

2. Migliorare la capacità di osservazione e descrizione<br />

3. Favorire l’attivazione di processi di scelta consapevoli e autonomi<br />

Obiettivi disciplinari<br />

1. Ripasso e arricchimento delle nozioni di anatomia del corpo umano e introduzione all’anatomia comparata<br />

2. Arricchimento del vocabolario scientifico<br />

3. Introduzione e spiegazione dei concetti di genere, specie, razza, meticcio e ibrido<br />

4. Introduzione e spiegazione dei concetti di evoluzione e di selezione naturale e artificiale<br />

Com<strong>pet</strong>enze veterinario + 2 cani, 1 gatto e piccoli animali da voliera, gabbia e acquario<br />

- Conoscenza dell’animale (con diapositive); concetti di specie, razza, selezione naturale e selezione operata<br />

dall’uomo, significato dell’addomesticamento, intelligenza e sensibilità degli animali<br />

- Conoscenza del cane attraverso la simulazione di una visita veterinaria (anatomia e fisiologia comparate, corretto<br />

approccio con il cane e alcune nozioni sul suo linguaggio)<br />

- Conoscenza del gatto attraverso la simulazione di una visita veterinaria (anatomia e fisiologia comparate, corretto<br />

approccio con il gatto e alcune nozioni sul suo linguaggio)<br />

- La convivenza e la comunicazione fra specie e razze diverse; i segnali universali (pericolo, paura, cibo, ecc.).<br />

L’amicizia e la cooperazione fra specie diverse<br />

- Conoscenza con altri piccoli animali portati dagli alunni e durante la lezione l’alunno proprietario veste, assieme<br />

al veterinario, i panni dell’esperto per rispondere alle domande dei compagni<br />

- Autovisita e autoaiuto<br />

Com<strong>pet</strong>enze Psicologo<br />

- I livelli della motivazione (i riflessi, gli istinti e le pulsioni)<br />

- La personalità e le influenze esercitate dall’ambiente (il carattere e il temperamento)<br />

- Il branco-il gruppo (le reazioni, le relazioni e l’influenza del gruppo), mobbing e bullismo<br />

- Autoefficacia e fiducia nelle proprie capacità (il ruolo delle esperienze positive)<br />

- La percezione di controllo e il concetto di sé<br />

- Autoefficacia e comportamenti a rischio: il ruolo delle convinzioni ottimistiche su di sé nella scelta di comportamenti<br />

a rischio (fumo, alcool, cibo, droga, comportamenti sessuali, ecc.)


188 Nuove pros<strong>pet</strong>tive nelle attività e terapie assistite dagli animali<br />

- conoscenza del gatto: attraverso la simulazione di<br />

una visita veterinaria vengono ripresi e ripassati<br />

i concetti di anatomia e fisiologia introdotti<br />

con il cane. Viene ripreso il vocabolario tecnico<br />

con l’aggiunta di nuovi termini. Vengono<br />

inoltre illustrati il corretto approccio con il gatto<br />

e alcune nozioni sul suo linguaggio;<br />

- convivenza e comunicazione fra specie e razze diverse:<br />

i segnali universali (pericolo, paura, cibo,<br />

ecc.), l’amicizia e la cooperazione fra specie<br />

diverse;<br />

- conoscenza con altri piccoli animali portati dagli alunni:<br />

durante la lezione l’alunno proprietario veste,<br />

assieme al veterinario, i panni dell’esperto per<br />

rispondere alle domande dei compagni. Ogni<br />

piccolo animale richiede, per la sua cura, un<br />

patrimonio di abilità e conoscenze strettamente<br />

legato alla peculiarità della specie.<br />

Le lezioni con il veterinario si concludono con<br />

una “autovisita” in cui l’alunno ri<strong>pet</strong>e i gesti fatti<br />

sul cane (compresa l’auscultazione del cuore) su<br />

sé stesso e individuato un “problema” cerca di<br />

trovare una soluzione (self-help).<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Bandura A., L’autoefficacia. Teoria e applicazioni, Erickson,<br />

Trento 2000.<br />

Beck A.M., Riflessi del possesso di un animale da compagnia sulla salute<br />

ed il comportamento degli esseri umani, in AA VV, Problemi<br />

comportamentali nei piccoli animali, Edizioni SCIVAC, Cremona<br />

1993.<br />

Bloom B.S., Human Characteristics and School Learning, Mc-<br />

GrawHill, New York 1976.<br />

Boggi Cavallo P., D’Urso V., Autostima ed egopoiesi, Quaderni<br />

del Dipartimento di Scienze dell’Educazione, Università<br />

di Salerno, III, 1/2, 1993, pp. 39-49.<br />

Bracken B.A., Test di valutazione dell’<strong>autostima</strong>, Erickson, Trento<br />

2000.<br />

Frabboni F., Scuola e ambiente, Mondadori, Milano 1980.<br />

Frabboni F., OPPI documenti, 63, 64, 1994.<br />

Friedman E., Quali benefici possono portare gli animali da compagnia<br />

sulla salute umana e come evolverà la <strong>pet</strong>-<strong>therapy</strong>? In “SISCA<br />

Observer”, 1, 1997.<br />

Marchesini R., Lineamenti di zooantropologia, Calderini Edagricole,<br />

Bologna 2000.<br />

Miceli M., L’<strong>autostima</strong>, Il Mulino, Bologna 1998.<br />

Montagner H., Il bambino, l’animale, la <strong>scuola</strong>, Alberto Perdisa<br />

Editore, Bologna 2001.<br />

Quaglino G.P., Psicodinamica della vita organizzativa, Cortina,<br />

Milano 1996.

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