Aumenta di ora in ora il numero delle vittime ... - Paolo Attivissimo

PI - SPED. IN A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, COMMA 1, DCB VERONA
ANNO XXI - ISSN 1594 -123X
LEFT + ALTERNATIVE PER IL SOCIALISMO EURO 13
AVVENIMENTI N. 2 16 gennaio 2009 3 EURO
fuori mille
Aumenta di ora in ora
il numero delle vittime
palestinesi. Hamas è pronta
ad accettare la risoluzione
dell’Onu. Ma con la fine
della pace tramonta il mito
di due Stati per due popoli.
In esclusiva le interviste con il leader
di Hamas, Osama Hamdan,
e Abdel Bari Al Atwan, direttore
del principale giornale arabo
GIUSTIZIA Le verità di Vigna e Scarpinato DIBATTITO È partito il quotidiano
LAVORO Cgil: non c’è accordo che tenga MOSTRA Picasso sovversivo a Parigi

D&R
domanda
e risposta
Paolo Attivissimo
Giornalista informatico ribattezzatosi
“il disinformatico”,
autore di numerosi libri
su internet e nuove tecnologie,
raccoglie dal 2002 sul
suo sito “attivissimo.net”
piccole e grandi bufale che
circolano sulla Rete. Lo abbiamo
interpellato in merito
alla recente accusa rivolta al
colosso Google di inquinare il
pianeta e sul ruolo del web
nel mondo dell’informazione.
Che idea si è fatto
sulla questione?
È come prendersela con chi
butta una cartaccia, mentre
un camion scarica un intero
carico di rifiuti. Anche il fisico
di Harvard che ha pubblicato
l’indagine ha fatto dei passi indietro,
dicendo che il suo è un
calcolo indicativo sui motori di
ricerca in generale.
Il fatto è che risulta più facile
focalizzarsi su bersagli facili e
riconoscibili come Google, invece
di prendersela con chi inquina
veramente o con i nostri
stessi comportamenti.
Ce la prendiamo con l’informatica
per salvare noi stessi?
È facile scaricare la responsabilità
su multinazionali e imprese
monopolistiche. Ci dispensa
da certi comportamenti
corretti che andrebbero osservati,
come spegnere il
computer o il monitor durante
la notte per risparmiare energia.
Non dimentichiamo poi
che se non esistessero motori
come Google, saremmo costretti
a spostarci fisicamente
per fare le nostre ricerche,
prendendo bus e automobili,
ben più inquinanti di un click.
Ultimamente sono tante
le notizie ambientali che
circolano in Rete. Bisogna
essere vigili?
L’ambiente è un tema delicato
su cui non pesa tanto l’informazione
in sé, ma l’emozione.
Basta pensare agli appelli sulla
caccia ai delfini delle Fær
Øer, 1.000 esemplari uccisi
ogni anno che ci fanno dimenticare
la mattanza quotidiana
dei tonni. Certe immagini
hanno il potere di colpire, sul
web come negli altri media.
Internet però si distingue in
meglio perché, a differenza
dei canali tradizionali, offre
siti specializzati con dati oggettivi
per documentarsi sull’ambiente.
Non trova che ultimamente
la Rete sia demonizzata con
una certa facilità?
Le brutte notizie hanno le
gambe più lunghe. E poi c’è
poca comprensione dei meccanismi
di internet da parte
dei giornalisti. Esiste una generazione
che tarda ad aggiornarsi,
che vede il web con
la stessa paura con cui chi
ferrava i cavalli guardava le
automobili. Il settore del giornalismo
stenta a rinnovarsi e
considera internet come un
nemico, non come una risorsa.
Nel Regno Unito, ad esempio,
hanno capito che la Rete
fa ormai parte della vita quotidiana,
mentre in Italia è ancora
un oggetto misterioso, o
peggio un giocattolo.
Diego Carmignani ©Tachus
il graffio di ezechiele
di Sergio Nazzaro
Trenta centesimi al giorno. Così la
Rai combatte la concorrenza. Ricordando
che alla fine dei conti 100
euro e rotti all’anno corrispondono
a soli 30 centesimi al giorno. Per cosa? Lasciamo
stare le convinzioni della tv di Stato
di offrire un grande servizio. Sono 30 centesimi
al giorno di squallore, noia e pochezza.
Certo, ci sono trasmissioni sante come “Un
mondo a colori”, “Tg Mediterraneo”, anche
“Le falde del Kilimangiaro” quando non diventa
solo ossequio alla figura di Licia Colò,
oppure “Per un pungo di libri” e pochissime
altre. All’influenza non si sottrae quasi nessuno.
Con l’accappatoio addosso e le pantofole,
pascolo per casa nei primissimi giorni
dell’anno e tra uno starnuto e una bestemmia
per il mal di schiena accendo la tv, perché ho
bisogno di compagnia. Ma è veramente così
poca cosa la nostra televisione nazionale?
Così insopportabilmente noiosa? Nulla di
nulla e più nulla. Nell’accappatoio rimpiango
di non avere la satellitare, i canali tematici
pieni di documentari e immagini che fanno
ragionare e sognare. No, mi tocca la Rai. Ora,
non che Mediaset splenda. Ahimè, non la pago
e quindi non mi urta il portafoglio. E poi,
pago il canone e non c’è un concorso in Rai.
Cosa c’entra? Nulla, ma la mia amica Celeste
è stata licenziata poco prima di Natale e riassunta
poco dopo. Lavora per la Rai. Funziona
così da precari. Alla Rai dicono che il canone
li sostiene, che è il più basso d’Europa. Infatti
uno dei più cari è quello della Svizzera. Ad
avercela una televisione come quella svizzera!
Invece noi abbiamo “Agro Docce”, cioè
Agro Dolce, romanzo popolare televisivo. Ma
stiamo scherzando? Recitato malissimo, girato
peggio e ce lo propinano in prima serata.
Chissà quali magagne dietro, soldi della Regione
Sicilia dati a Minoli. Con tutti i guai
che ha, la Sicilia finanzia una soap. Ma cosa
succede in questo Paese? Nessun tipo di programmazione
culturale, solo tette e culi, Raffaella
Carrà e Tiziano Ferro che tocca le tette
dell’Arcuri: scusate ma fate schifo, e non per
le tette dell’Arcuri. Pagherò l’abbonamento
Rai, ma voglio che i miei 30 centesimi al giorno
vadano a Celeste, come integrazione. E
togliete qualcosa ai super pagati giornalisti
dei Tg: perché loro possono comprarsi case da
un milione di euro e un precario nemmeno un
telefonino a rate?
left2, 16 gennaio 2009 u9