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30 luglio 2013<br />

Link: http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/07/30/news/a-modena-ventimi<strong>la</strong>sono-disoccupati-1.7505172<br />

A Modena ventimi<strong>la</strong> sono disoccupati<br />

Andati persi settemi<strong>la</strong> posti di <strong>la</strong>voro. In caduta tutti i settori: cali accentuati nel<br />

metalmeccanico e nel commercio<br />

di Felicia Buonomo<br />

Circa 20mi<strong>la</strong> disoccupati. Un numero imponente che par<strong>la</strong> di una crisi che non accenna a<br />

diminuire. Ad annunciare i dati (e<strong>la</strong>boratori dal<strong>la</strong> Provincia di Modena e presentati al<br />

sindacato) è <strong>la</strong> Cgil di Modena, che par<strong>la</strong> di un quadro preoccupante e <strong>la</strong>ncia un appello a<br />

trovare nuovi strumenti per salvare l'occupazione. I dati par<strong>la</strong>no chiaro: sono circa 20.000 i<br />

disoccupati nel<strong>la</strong> nostra provincia, registrati dall'Osservatorio sul mercato del <strong>la</strong>voro del<strong>la</strong><br />

Provincia di Modena fino al 30 giugno scorso, mentre si stima che dal 2012 siano andati<br />

persi circa 7000 posti di <strong>la</strong>voro. Nell'area del sisma invece, i posti di <strong>la</strong>voro persi da<br />

maggio 2012 ad oggi sono circa 700. E i numeri potrebbero essere ben più imponenti, se<br />

si considera che a questi 20.000 disoccupati, vanno aggiunti tutti gli “scoraggiati”, coloro<br />

che hanno smesso anche di attivarsi nel<strong>la</strong> ricerca di un'occupazione. Ad essere colpiti un<br />

po' tutti i settori del<strong>la</strong> nostra economia: una perdita accentuata per il metalmeccanico,<br />

sebbene sia il settore con prospettive più stabili; ca<strong>la</strong> il commercio, con un trend che non<br />

muterà per tutto il 2013; l'edilizia, che nel<strong>la</strong> prima fase post sisma aveva dato deboli<br />

segnali di ripresa, non ha poi visto il seguito di questa tendenza, a conferma di una<br />

ricostruzione che stenta a partire. Si conferma <strong>la</strong> crisi nei settori del tessile e del<strong>la</strong><br />

ceramica, che dal 2007 ad oggi hanno visto <strong>la</strong> perdita di 5mi<strong>la</strong> posti di <strong>la</strong>voro. «Si inserisce<br />

poi – afferma C<strong>la</strong>udio Riso, responsabile mercato del <strong>la</strong>voro del<strong>la</strong> Cgil di Modena – una<br />

preoccupante novità: per <strong>la</strong> prima volta si registra un calo degli addetti nell'industria<br />

alimentare. Che accompagnato a quanto accade nel settore del commercio, rende il<br />

quadro di una crisi e di un calo dei consumi». L'ultimo tassello di questo quadro riguarda<br />

poi le procedure di cassa integrazione per “crisi aziendale” o “procedura concorsuale”, che<br />

attualmente sono 136, coinvolgendo 6680 <strong>la</strong>voratori. Si tratta di procedure che andranno<br />

in scadenza nei prossimi mesi (le prime già a settembre) e per buona parte del 2014, con<br />

un picco tra marzo e aprile. «Buona parte dei <strong>la</strong>voratori coinvolti – aggiunge Riso – rischia<br />

<strong>la</strong> disoccupazione, andando quindi ad ingrossare i numeri già drammatici dei senza <strong>la</strong>voro.<br />

In questo contesto è urgente pensare a quali soluzioni ed interventi adottare per evitare<br />

una ulteriore emorragia di posti di <strong>la</strong>voro. In questo senso, nel riconfermare <strong>la</strong> nostra<br />

contrarietà a procedure che prevedano licenziamenti imposti, riteniamo che vada<br />

incoraggiato e perseguito l'utilizzo di strumenti finora poco applicati, a partire dai contratti<br />

di solidarietà per evitare tagli occupazionali. La situazione occupazionale è talmente<br />

pesante che riteniamo sia necessario che tutti i soggetti economici, sociali ed istituzionali<br />

del territorio abbiano il dovere di individuare modalità e strumenti, anche nuovi ed originali,<br />

che oltre a salvaguardare i posti di <strong>la</strong>voro, possano in prospettiva creare occupazione<br />

reale».

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