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31 luglio 2013<br />

PAG. I e VII<br />

Il caso<br />

“Spazi per l’affetto al<strong>la</strong> Dozza”, l’appello del garante del<br />

carcere<br />

di Luigi Spezia<br />

COME impedire che un neonato entri in cel<strong>la</strong> con <strong>la</strong> madre? Come permettere a un<br />

bambino di far visita al padre detenuto senza quasi accorgersi del luogo di pena? La<br />

garante dei detenuti Elisabetta Laganà <strong>la</strong>ncia le sue proposte: «Al<strong>la</strong> Dozza bisogna<br />

favorire in ogni modo l’affettività». Per esempio con «spazi meno traumatici per i colloqui<br />

per figli e genitori».<br />

IN TEMPI di crisi, in cui non ci sono soldi per costruire nuove carceri più “umane”, per gli<br />

stessi motivi è difficile pensare a trasformare quelle esistenti. Farle diventare come quelle<br />

del<strong>la</strong> Svezia, dove manca <strong>la</strong> libertà ma nient’altro. Manca anche lo spazio per respirare, in<br />

un carcere sovraffol<strong>la</strong>to nato ai tempi del terrorismo e concepito per quei tempi duri.<br />

Laganà, nel<strong>la</strong> sua re<strong>la</strong>zione annuale a favore delle persone private del<strong>la</strong> libertà, fa<br />

un’analisi impietosa, che viene a cadere negli stessi giorni in cui si scopre che al<strong>la</strong> Dozza<br />

vive in cel<strong>la</strong> con <strong>la</strong> madre una neonata di due mesi, caso non nuovo nemmeno per<br />

Bologna. Partendo da qui, <strong>la</strong> garante afferma che «sarebbe auspicabile creare una rapida<br />

alternativa per le madri con bambini».<br />

Se ne par<strong>la</strong> da anni, forse una legge potrebbe cambiare le cose, come dice Massimo<br />

Ziccone, educatore del carcere, dove non è che siano molto contenti di tenere dei bambini.<br />

Il tentativo di creare aree il meno carcerarie possibili dove i parenti e soprattutto i bambini<br />

in visita possano incontrare i detenuti è una questione di cui al<strong>la</strong> Dozza si par<strong>la</strong>va già<br />

vent’anni fa, ma l’istituzione non ha in tutto questo tempo dato proprio risposte «svedesi»,<br />

se <strong>la</strong> garante scrive che vanno predisposti «spazi più neutri e meno traumatici per i<br />

colloqui per figli e genitori ». Madri con bambini ne entrano tanti nei giorni di colloquio al<strong>la</strong><br />

Dozza ed è deprimente anche soltanto vedere com’è <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> d’attesa accanto al cancello<br />

d’entrata. I tentativi dei vari (troppi) direttori che si sono avvicendati in questi vent’anni non<br />

hanno portato grandi cambiamenti.<br />

Non c’è solo il problema dell’affettività, in un carcere in cui in questi giorni gli agenti di<br />

polizia piangono <strong>la</strong> morte dello storico comandante, Sabatino De Bellis, andato da qualche<br />

anno in pensione. Manca il <strong>la</strong>voro, per esempio. Laganà chiede di aumentare i rapporti<br />

con le coop, le imprese e le fondazioni bancarie e invita il Comune a offrire <strong>la</strong>vori di<br />

pubblica utilità, come previsto da un accordo del 2012. E infine, nel criticare <strong>la</strong> politica<br />

«che non sembra capire l’insostenibile drammaticità del<strong>la</strong> situazione», suggerisce di<br />

organizzare un Consiglio comunale in carcere «per un confronto diretto».


31 luglio 2013<br />

PAG. 7<br />

Il caso. Una donna di 49 anni alle prese con l’ex compagno<br />

Lei, il presunto stalker e sei anni di denunce «Nessuno mi<br />

tute<strong>la</strong>»<br />

L'al<strong>la</strong>rme: devo finire come Silvia?<br />

di Alessandro Mantovani<br />

La mattina del 21 luglio ha trovato <strong>la</strong> serranda del negozio annerita, <strong>la</strong> vetrina bruciata e<br />

una finestra forzata. C'era una bottiglietta rovesciata, se conteneva liquido infiammabile ce<br />

lo dirà <strong>la</strong> polizia. La signora si è spaventata, anche perché aveva letto di Silvia<br />

Caramazza, uccisa a quanto pare da un compagno con un bel curriculum da (presunto)<br />

stalker e chiusa in un conge<strong>la</strong>tore: «Ho paura. Devono trovarti in un freezer o in un fosso<br />

perché qualcuno decida di tute<strong>la</strong>rti?».<br />

Ha 49 anni, un figlio alle medie e una storia violenta, finita qualche anno fa, con il padre di<br />

suo figlio. Più volte, dal 2006, ha denunciato percosse, telefonate anonime, minacce di<br />

morte, appostamenti, pedinamenti e perfino inseguimenti rocamboleschi, quasi sempre<br />

davanti al bambino che non è più un bambino ed è seguito dai servizi sociali. Anche il<br />

fuoco non è una novità. Sua sorel<strong>la</strong> cercava di protegger<strong>la</strong> e negli anni ha subito l'incendio<br />

di tre auto e pesanti danni nel suo negozio.<br />

«Mi ha fatto terra bruciata intorno, mia sorel<strong>la</strong> è un anno che non <strong>la</strong> vedo». Come il 21<br />

luglio, però, al momento dei fatti più gravi l'ex compagno del<strong>la</strong> signora non era in zona.<br />

«Non può essere stato lui, ma ha tante persone intorno...», questo il sospetto. Il resto non<br />

è un sospetto, ci sono tabu<strong>la</strong>ti, intercettazioni, testimonianze. «Vorrei che lo capissero<br />

anche le forze dell'ordine, hanno rivoltato <strong>la</strong> mia famiglia come un c<strong>la</strong>zino ma a lui non<br />

hanno fatto mai niente», dice <strong>la</strong> signora. Lui ha dieci anni più di lei, «fa l'artigiano ma<br />

<strong>la</strong>vora poco, vive di espedienti ma gira in Mercedes e in Porsche». Ha qualche piccolo<br />

lontano precedente penale e debiti col fisco, ma anche amicizie nelle forze di polizia. «Mi<br />

fa spiare», dice lei. «È <strong>la</strong> donna del<strong>la</strong> mia vita», dice lui alle assistenti sociali.<br />

La prima denuncia <strong>la</strong> signora l'ha fatta nel 2006 «ma poi le ritiravo — racconta — perché<br />

pensavo ancora di stare con lui, per il bene di mio figlio». Oggi non le ritira più e «mi sento<br />

in colpa — ha messo a verbale nel 2011 — per essermi innamorata di un uomo del<br />

genere». Ha perso anche diversi amici, a lungo ha preso ansiolitici e ora teme per il suo<br />

negozio. Anche l'ex moglie del suo ex subì un incendio ad opera di ignoti. «Finì al<strong>la</strong> Casa<br />

delle donne ma ritirò <strong>la</strong> denuncia».<br />

Invano l'avvocato Stefania Mannino ha sollecitato <strong>la</strong> pm Laura So<strong>la</strong> a chiedere il divieto di<br />

avvicinamento previsto dal<strong>la</strong> legge sullo stalking. La pm però procede per le vie ordinarie,<br />

anche in base al<strong>la</strong> controdenuncia in cui l'uomo <strong>la</strong>menta minacce e impedimenti a vedere<br />

il figlio. Dal 2010 è a giudizio per molestie, stalking e calunnia ma <strong>la</strong> prescrizione incombe.<br />

Un altro processo si trascina a Forlì e un altro ancora comincia a novembre per stalking.<br />

«Ma gli episodi più recenti ne restano fuori — osserva l'avvocato Mannino — e i<br />

procedimenti per gli incendi rimangono contro ignoti».


31 luglio 2013<br />

PAG. 11<br />

Al centro di ascolto nelle due giornate bollenti per Ausl e Cup<br />

Anziani soli: mille chiamate<br />

di M.O.<br />

QUASI MILLE telefonate in due giorni, un caso di allerta sanitaria e uno di monitoraggio<br />

straordinario. Sono i dati del<strong>la</strong> prima attivazione del piano ‘Mais’ (Monitoraggio anziani in<br />

solitudine) di quest’estate, partito per le due giornate infuocate del 26 e del 29 luglio.<br />

Un servizio che nei periodi di allerta caldo incrementa quello già predisposto dall’Ausl in<br />

col<strong>la</strong>borazione con Cup 2000 con il un numero verde 800562110 del call center a cui<br />

possono rivolgersi per tutta l’estate, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18.30 e il sabato dalle<br />

8 alle 13, gli anziani in difficoltà perché soli o in situazioni di fragilità sociale.<br />

NELLE SCORSE giornate di allerta il piano speciale ha attivato l’affiancamento di otto<br />

volontari ai dieci dipendenti che <strong>la</strong>vorano nel call center, in modo che le persone<br />

considerate più ‘a rischio’ sono state contattate direttamente dagli operatori per control<strong>la</strong>re<br />

le loro condizioni di salute. Il personale in supporto proviene dal mondo del volontariato<br />

del<strong>la</strong> Croce Rossa, dalle associazioni Anteas e Auser.<br />

Il piano potrebbe partire anche in occasione del<strong>la</strong> nuova ondata di caldo prevista per il<br />

prossimo fine settimana.


30 luglio 2013<br />

Link: http://www.agenzia.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/442798/Piano-antirazzismo-<br />

Kyenge-Tempi-brevi-anche-se-con-poche-risorse<br />

Piano antirazzismo. Kyenge: "Tempi brevi anche se con poche<br />

risorse"<br />

L'intervento del<strong>la</strong> ministra per l'Integrazione al primo incontro del gruppo di <strong>la</strong>voro<br />

per <strong>la</strong> definizione del piano in corso a Roma. "Presenteremo il piano al Consiglio dei<br />

ministri per permeare tutte le altre politiche"<br />

di Giovanni Augello<br />

ROMA - "L'approvazione di un piano nazionale contro il razzismo, oltre a costituire una<br />

priorità del mio mandato, rappresenta <strong>la</strong> risposta ferma delle istituzioni e del<strong>la</strong> società<br />

civile al<strong>la</strong> recrudescenza del fenomeno razzista al quale stiamo assistendo non solo nel<br />

nostro Paese, ma anche nel contesto europeo". Così <strong>la</strong> ministra per l'Integrazione, Cécile<br />

Kyenge, durante il primo incontro del Gruppo di <strong>la</strong>voro per <strong>la</strong> definizione del Piano<br />

nazionale d'azione contro il razzismo, <strong>la</strong> xenofobia e l'intolleranza 2013-2015 in corso<br />

presso <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> polifunzionale del<strong>la</strong> presidenza del Consiglio dei ministri. Un incontro che,<br />

oltre al<strong>la</strong> vice ministra del Welfare, con delega alle Pari opportunità, Maria Cecilia Guerra e<br />

al direttore generale dell'Unar, Marco De Giorgi, vede <strong>la</strong> partecipazione di circa un<br />

centinaio di associazioni italiane impegnate sul tema riunite per discutere del piano.<br />

Piano oggi più che mai necessario a causa di "un razzismo, forse di pochi e <strong>la</strong>tente, che<br />

un Paese deve sapere affrontare - ha spiegato Kyenge -, con <strong>la</strong> prevenzione, <strong>la</strong><br />

sensibilizzazione, l'informazione ma anche con sanzioni per chi compie atti razzisti. L'Italia<br />

in questo momento è vittima di una chiusura verso il mondo e verso le differenze. Una<br />

chiusura che è indice di ignoranza o forse di insicurezza, ma è una condizione che<br />

dobbiamo affrontare con forza perché siamo profondamente convinti che le differenze<br />

portino ricchezza. Siamo consapevoli che solo nel rispetto dei diritti si potrà creare un<br />

Paese in cui ognuno abbia <strong>la</strong> propria opportunità secondo i propri meriti".<br />

Un piano d'azione che, assicura <strong>la</strong> ministra Kyenge, dovrà essere attuato rapidamente. "Il<br />

piano dovrà essere realizzato in tempi brevi - ha affermato Kyenge - e non dovrà costituire<br />

una mera dichiarazione di intenti, anche se le risorse sono limitate". Per Kyenge, inoltre,<br />

neanche le poche risorse a disposizione devono costituire un ostacolo per l'attuazione del<br />

piano. "Quando si par<strong>la</strong> del<strong>la</strong> risibilità delle risorse economiche non vuole essere un<br />

mettere le mani avanti, facendo presente che senza risorse si può far poco - ha precisato<br />

<strong>la</strong> ministra -. Credo, invece, che molto si possa fare anche senza tante risorse finanziarie,<br />

con il semplice coordinamento delle iniziative. Sicuramente sarà necessario trovare fondi e<br />

mi impegnerò a farlo".<br />

Per Kyenge, uno dei punti fondamentali del piano è quello di "non esser rivolto solo agli<br />

stranieri, arrivati quasi a 5 milioni, ma anche ai cittadini italiani di origine straniera.


Seconde e terze generazioni che stanno acquisendo un peso sociale sempre più rilevante<br />

in Italia. Ritengo importante l'ampliamento del target dei destinatari perché non vale<br />

sempre il binomio concettuale razzismo-immigrazione, ma si deve tenere conto del<strong>la</strong><br />

fotografia attuale del<strong>la</strong> nostra società". Piano che, afferma Kyenge, influenzerà tutte le<br />

politiche del nostro Paese. "Il piano verrà presentato al Consiglio dei ministri - ha spiegato<br />

<strong>la</strong> ministra - per permeare di politiche antidiscriminatorie tutte le politiche del governo, in<br />

modo tale che ogni qual volta si devono attuare politiche si dovrà tener conto di quanto<br />

previsto in questo piano".


30 luglio 2013<br />

Link: http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/07/30/news/a-modena-ventimi<strong>la</strong>sono-disoccupati-1.7505172<br />

A Modena ventimi<strong>la</strong> sono disoccupati<br />

Andati persi settemi<strong>la</strong> posti di <strong>la</strong>voro. In caduta tutti i settori: cali accentuati nel<br />

metalmeccanico e nel commercio<br />

di Felicia Buonomo<br />

Circa 20mi<strong>la</strong> disoccupati. Un numero imponente che par<strong>la</strong> di una crisi che non accenna a<br />

diminuire. Ad annunciare i dati (e<strong>la</strong>boratori dal<strong>la</strong> Provincia di Modena e presentati al<br />

sindacato) è <strong>la</strong> Cgil di Modena, che par<strong>la</strong> di un quadro preoccupante e <strong>la</strong>ncia un appello a<br />

trovare nuovi strumenti per salvare l'occupazione. I dati par<strong>la</strong>no chiaro: sono circa 20.000 i<br />

disoccupati nel<strong>la</strong> nostra provincia, registrati dall'Osservatorio sul mercato del <strong>la</strong>voro del<strong>la</strong><br />

Provincia di Modena fino al 30 giugno scorso, mentre si stima che dal 2012 siano andati<br />

persi circa 7000 posti di <strong>la</strong>voro. Nell'area del sisma invece, i posti di <strong>la</strong>voro persi da<br />

maggio 2012 ad oggi sono circa 700. E i numeri potrebbero essere ben più imponenti, se<br />

si considera che a questi 20.000 disoccupati, vanno aggiunti tutti gli “scoraggiati”, coloro<br />

che hanno smesso anche di attivarsi nel<strong>la</strong> ricerca di un'occupazione. Ad essere colpiti un<br />

po' tutti i settori del<strong>la</strong> nostra economia: una perdita accentuata per il metalmeccanico,<br />

sebbene sia il settore con prospettive più stabili; ca<strong>la</strong> il commercio, con un trend che non<br />

muterà per tutto il 2013; l'edilizia, che nel<strong>la</strong> prima fase post sisma aveva dato deboli<br />

segnali di ripresa, non ha poi visto il seguito di questa tendenza, a conferma di una<br />

ricostruzione che stenta a partire. Si conferma <strong>la</strong> crisi nei settori del tessile e del<strong>la</strong><br />

ceramica, che dal 2007 ad oggi hanno visto <strong>la</strong> perdita di 5mi<strong>la</strong> posti di <strong>la</strong>voro. «Si inserisce<br />

poi – afferma C<strong>la</strong>udio Riso, responsabile mercato del <strong>la</strong>voro del<strong>la</strong> Cgil di Modena – una<br />

preoccupante novità: per <strong>la</strong> prima volta si registra un calo degli addetti nell'industria<br />

alimentare. Che accompagnato a quanto accade nel settore del commercio, rende il<br />

quadro di una crisi e di un calo dei consumi». L'ultimo tassello di questo quadro riguarda<br />

poi le procedure di cassa integrazione per “crisi aziendale” o “procedura concorsuale”, che<br />

attualmente sono 136, coinvolgendo 6680 <strong>la</strong>voratori. Si tratta di procedure che andranno<br />

in scadenza nei prossimi mesi (le prime già a settembre) e per buona parte del 2014, con<br />

un picco tra marzo e aprile. «Buona parte dei <strong>la</strong>voratori coinvolti – aggiunge Riso – rischia<br />

<strong>la</strong> disoccupazione, andando quindi ad ingrossare i numeri già drammatici dei senza <strong>la</strong>voro.<br />

In questo contesto è urgente pensare a quali soluzioni ed interventi adottare per evitare<br />

una ulteriore emorragia di posti di <strong>la</strong>voro. In questo senso, nel riconfermare <strong>la</strong> nostra<br />

contrarietà a procedure che prevedano licenziamenti imposti, riteniamo che vada<br />

incoraggiato e perseguito l'utilizzo di strumenti finora poco applicati, a partire dai contratti<br />

di solidarietà per evitare tagli occupazionali. La situazione occupazionale è talmente<br />

pesante che riteniamo sia necessario che tutti i soggetti economici, sociali ed istituzionali<br />

del territorio abbiano il dovere di individuare modalità e strumenti, anche nuovi ed originali,<br />

che oltre a salvaguardare i posti di <strong>la</strong>voro, possano in prospettiva creare occupazione<br />

reale».


31 luglio 2013<br />

Link: http://<strong>la</strong>nuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2013/07/31/news/lui-non-cambiera-mai-locapite-che-ho-paura-1.7507132<br />

«Lui non cambierà mai, lo capite che ho paura?»<br />

Ieri lo stalker ha patteggiato per <strong>la</strong> quarta volta, l’incubo è cominciato tre anni fa Ha<br />

promesso di risarcire <strong>la</strong> perseguitata, umiliata anche con foto oscene<br />

di Alessandra Mura<br />

«Ma lo volete capire che ho paura? Non ci credo che cambierà, mi ha minacciata perfino<br />

appena uscito dal tribunale». La ragazza, una biondina minuta, non riesce a trattenere le<br />

<strong>la</strong>crime e <strong>la</strong> rabbia. Ha appena saputo che l’uomo che <strong>la</strong> perseguita da tre anni,<br />

svergognando<strong>la</strong> con immagini e fotomontaggi affissi un po’ dappertutto nel paese in cui<br />

abita, ha ottenuto per <strong>la</strong> quarta volta il patteggiamento: dieci mesi di pena, nessuna<br />

provvisionale, ma l’impegno messo a verbale davanti al giudice di risarcire <strong>la</strong> vittima e<br />

ravvedersi. Di quel ravvedimento, però, <strong>la</strong> ragazza non si fida per niente. E lo ha gridato,<br />

quasi, ieri nell’au<strong>la</strong> di tribunale, dove sperava in un dibattimento in cui raccontare <strong>la</strong> sua<br />

disperazione, mostrare i certificati medici che le hanno diagnosticato un grave stato<br />

ansioso, chiamare a testimoniare le persone che hanno assistito al deterioramento del<strong>la</strong><br />

sua esistenza. Tre anni fa aveva ancora una vita normale. Poi l’incontro, su un social<br />

network, di quello che diventerà il suo stalker: Stefano Ferranti, 50 anni, impiegato in<br />

un’azienda del Ferrarese. L’amicizia da virtuale diventa personale, i due si frequentano per<br />

un po’, poi lei decide di interrompere il rapporto, e come si legge ormai con drammatica<br />

monotonia, comincia il solito copione: lui <strong>la</strong> segue, le telefona di continuo, <strong>la</strong> tempesta di<br />

sms, diventa sempre più insistente e aggressivo. Prima denuncia e primo processo; che si<br />

tiene a Modena, perché lei vive nel<strong>la</strong> Bassa Modenese. È il giugno del 2011 e Ferranti<br />

patteggia una prima volta. Ma gli episodi continuano e si sovrappongono, così si arriva a<br />

un secondo processo, sempre al Tribunale di Modena, nel novembre dello stesso anno:<br />

all’uomo viene riconosciuta <strong>la</strong> continuazione (stessa vittima, stesso reato) e patteggia una<br />

seconda volta: nessun risarcimento. Ma le traversie giudiziarie non lo piegano, anzi, lo<br />

inducono a nuove forme di persecuzione che al<strong>la</strong> ragazza si estendono a suo nuovo<br />

compagno, ai familiari di lei e a quelli del fidanzato. Ferranti alza il tiro, e passa alle<br />

fotografie, in alcuni casi fotomontaggi osceni che attacca dappertutto nel paese del<strong>la</strong><br />

coppia, trasferita nel frattempo nel Ferrarese a causa del terremoto. Le foto compaiono<br />

ovunque, anche nel<strong>la</strong> ditta in cui <strong>la</strong>vora il fidanzato. Ed è proprio davanti al<strong>la</strong> ditta che<br />

l’uomo viene colto in f<strong>la</strong>grante dai carabinieri, a cui <strong>la</strong> donna si era rivolta per l’ennesima<br />

denuncia. È il gennaio del 2012: l’uomo viene arrestato e processato per direttissima,<br />

stavolta a Ferrara: un altro patteggiamento. Appena uscito dall’au<strong>la</strong> del tribunale manda<br />

al<strong>la</strong> donna un sms: “Adesso vedrai cosa succede”. E tutto ricomincia come prima - anche<br />

con bigliettini cartacei quando <strong>la</strong> coppia cambia numero di cellu<strong>la</strong>re - e fiocca un’altra<br />

denuncia. Le indagini portano il pm Savino a chiedere e ottenere dal gip Marini <strong>la</strong> custodia<br />

caute<strong>la</strong>re in carcere per Ferranti, che viene eseguita nel gennaio di quest’anno. Fino<br />

all’epilogo di ieri, quando Ferranti ottiene il quarto patteggiamento che porta il conto a 2<br />

anni e 8 mesi. «In carcere avrà modo di ravvedersi», ha assicurato il giudice Giorgi al<strong>la</strong><br />

vittima. Ma lei ha <strong>la</strong>sciato il tribunale tutt’altro che convinta.


30 luglio 2013<br />

Link: http://www.riminitoday.it/cronaca/segregata-minacciata-e-costretta-a-prostituirsigratis-arrestato-l-aguzzino.html<br />

Segregata, minacciata e costretta a prostituirsi 'gratis':<br />

arrestato l'aguzzino<br />

I militari, giunti sul posto, hanno constatato che <strong>la</strong> donna, da mesi, era tenuta<br />

segregata in casa da un cittadino rumeno e obbligata a prostituirsi sotto ripetute<br />

minacce. La ragazza era inoltre costretta a versare l'intero incasso al proprio<br />

aguzzino<br />

Alle ore 23.00 di lunedì i Carabinieri di Riccione si sono portati presso <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> “Bingo” di<br />

Viale D’Annunzio dove era stata segna<strong>la</strong>ta una ragazza ungherese in evidente stato di<br />

agitazione. I militari, giunti sul posto, hanno constatato che <strong>la</strong> donna, da mesi, era tenuta<br />

segregata in casa da un cittadino rumeno e obbligata a prostituirsi sotto ripetute minacce.<br />

La ragazza era inoltre costretta a versare l’intero incasso al proprio aguzzino rimanendo<br />

dunque in balia di quest’ultimo.<br />

I militari hanno così fatto irruzione nell'appartamento indicato dal<strong>la</strong> vittima ed hanno<br />

trovato A.I.S., 40enne rumeno pregiudicato, mentre tentava di fuggire dal<strong>la</strong> finestra. La<br />

perquisizione personale e domiciliare ha permesso di rinvenire scatole di preservativi,<br />

coltelli, denaro contante, oltre 15 telefoni cellu<strong>la</strong>ri con re<strong>la</strong>tive sim e agende dove erano<br />

state appuntate le prestazioni sessuali. Il tutto è stato sottoposto a sequestro. Indagini in<br />

corso.

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