rapporto sull'evoluzione della radio - Prima Comunicazione
rapporto sull'evoluzione della radio - Prima Comunicazione
rapporto sull'evoluzione della radio - Prima Comunicazione
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
RAPPORTO FEDERCOMIN<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
A cura di ISIMM<br />
La collana dei “Rapporti Federcomin” è realizzata<br />
dall’ufficio Studi di Federcomin<br />
Maggio 2002
Rapporto Federcomin<br />
Indice<br />
Indice<br />
Pag.<br />
1. Radiofonia digitale e Internet come leve di sviluppo 7<br />
1.1 Radiofonia digitale e DAB 7<br />
1.2 Internet 12<br />
1.3 L’attuale stadio evolutivo dell’innovazione 21<br />
1.4 Lo stato del <strong>rapporto</strong> <strong>radio</strong> - Internet: analisi di alcuni<br />
casi europei 22<br />
1.4.1. Francia 23<br />
1.4.2. Regno Unito 25<br />
1.4.3. Spagna 28<br />
1.4.4. Germania 28<br />
1.4.5. Italia 29<br />
1.5 Radiofonia digitale e Internet: Considerazioni finali 34<br />
2. Parte Seconda:<br />
Caratteristiche del mercato <strong>radio</strong>fonico europeo 39<br />
2.1 La fase evolutiva <strong>della</strong> <strong>radio</strong> europea 39<br />
2.2 Spagna 48<br />
2.3 Francia 54<br />
2.4 Germania 61<br />
2.5 Regno Unito 68<br />
2.6 Italia 76<br />
2<br />
3
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
PREMESSA<br />
Questa ricerca si pone l’obiettivo di analizzare il panorama <strong>radio</strong>fonico nazionale<br />
ed europeo in un momento di cruciale importanza per il settore: il<br />
mercato attraversa infatti una fase di transizione verso il digitale e di confronto<br />
con le trasformazioni in atto sia nel mercato <strong>della</strong> comunicazione<br />
pubblicitaria sia nell’industria dell’intrattenimento.<br />
L’ipotesi di lavoro è che la transizione al digitale e l’ibridazione con Internet<br />
rappresentino un’occasione significativa per il settore <strong>radio</strong>fonico, per uscire<br />
da una condizione artigianale non ancora del tutto superata. Ciò vale in<br />
particolare per l’Italia, paese in cui le dimensioni d’impresa sono ancora tutto<br />
sommato modeste, e le caratteristiche degli operatori prevalentemente<br />
domestiche, con una scarsa incidenza in <strong>radio</strong> di quegli operatori transnazionali<br />
<strong>della</strong> comunicazione che al di là delle Alpi si sono integrati nel settore<br />
<strong>radio</strong>fonico.<br />
Una seconda e connessa ipotesi da verificare è che la migrazione digitale e<br />
la congenialità al <strong>rapporto</strong> con Internet, che la <strong>radio</strong> ha da subito dimostrato<br />
nella sua persistente flessibilità, costituiscano una buona opportunità per<br />
gruppi operanti nel campo dell’innovazione tecnologica e del network providing<br />
al fine di allargare la loro area di mercato e posizionarsi in settori e<br />
nicchie promettenti; mentre gli operatori del content providing potranno avvalersi<br />
<strong>della</strong> digitalizzazione <strong>radio</strong>fonica per una fornitura integrata di contenuti<br />
che sempre più hanno caratteristiche multicanale e multipiattaforma.<br />
La metodologia che abbiamo seguito ha individuato intanto cinque importanti<br />
aree europee da analizzare, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia,<br />
Spagna. Viene fornito nella prima parte un quadro di sintesi dell’attuale struttura<br />
dei mercati e delle loro dimensioni, considerando:<br />
- sia il lato <strong>della</strong> domanda: grado di penetrazione del mezzo, dimensione<br />
dell’audience, investimenti pubblicitari;<br />
- sia il lato dell’offerta: numero delle stazioni, caratteristiche delle imprese<br />
<strong>radio</strong>foniche, fatturati, etc.<br />
- le dinamiche evolutive registrate negli ultimi anni.<br />
In questo contesto, si è cercato di verificare la portata e l’importanza di alcuni<br />
fenomeni che sembrano contraddistinguere l’attuale fase:<br />
- la riscoperta <strong>della</strong> <strong>radio</strong> come importante mezzo di comunicazione pubblicitaria;<br />
- il crescente peso <strong>della</strong> <strong>radio</strong> nelle strategie di sviluppo multimediale e<br />
multicanale degli editori;<br />
- il <strong>rapporto</strong> con Internet come canale di relazione, che si affianca, quando<br />
non sostituisce, ai più tradizionali mezzi di interazione (come il telefono);<br />
- la concentrazione delle emittenti in gruppi nazionali o sovranazionali;<br />
4<br />
5
Rapporto Federcomin<br />
- la quotazione in borsa di emittenti <strong>radio</strong>foniche (il ricorso al mercato<br />
borsistico è una variabile significativa per lo sviluppo del comparto?).<br />
La seconda parte analizza più in dettaglio la complessa vicenda dello standard<br />
europeo DAB e traccia una sintesi dei rapporti attuali e prevedibili fra<br />
<strong>radio</strong> e Internet, compiendo una ricognizione comparata dei cinque mercati,<br />
anche in <strong>rapporto</strong> con gli Stati Uniti d’America che sono al momento l’esempio<br />
più corposo di interazione tra <strong>radio</strong> e Internet ma anche il più vivace<br />
avversario dello standard europeo DAB (almeno in una parte dei broadcaster,<br />
di quanto resta dell’industria manifatturiera e degli importatori dal<br />
Giappone).<br />
Nelle conclusioni è poi tracciata una sintesi di quanto analizzato nella desk<br />
research e in particolare vengono verificate, in senso largamente affermativo,<br />
le ipotesi di lavoro di partenza.<br />
1.RADIOFONIA DIGITALE E INTERNET<br />
COME LEVE DI SVILUPPO<br />
1.1 Radiofonia digitale e DAB<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Senza dubbio, il passaggio dalla <strong>radio</strong> analogica a quella digitale costituisce<br />
uno dei grandi temi del settore. L’adozione del formato digitale di trasmissione<br />
si inserisce nel generale contesto di innovazione tecnologica che caratterizza<br />
la fase attuale di evoluzione dei media, e come tale deve essere<br />
interpretato: il fenomeno di digitalizzazione domina anche il settore <strong>radio</strong>fonico,<br />
che nello scenario di convergenza tra le reti digitali deve continuare<br />
ad operare rinnovandosi.<br />
Una delle più promettenti tecnologie per lo sviluppo <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale è il<br />
DAB (Digital Audio Broadcasting), che ha origine europea ed è basato sullo<br />
Standard ETS 300401. Il sistema è stato sviluppato dal progetto Eureka<br />
147 1 , è in via di sperimentazione dalla fine degli anni ottanta ed è stato accettato<br />
dall’ETSI 2 nel 1995. In realtà il sistema digitale coinvolge tutti i tipi<br />
di diffusione del segnale, dalla trasmissione satellitare alla distribuzione via<br />
cavo, tuttavia una delle più interessanti applicazioni è il DAB-T (DAB terrestre),<br />
ovvero il suo impiego via etere, destinato a sostituire l’attuale segnale<br />
analogico diffuso dalle emittenti <strong>radio</strong>, in un processo di rinnovamento digitale<br />
parallelo a quello <strong>della</strong> televisione digitale (DVB-T). Il sistema di compressione<br />
digitale utilizzato è l’Mpeg Audio 1 Layer II e Mpeg Audio 2 Layer<br />
II, mentre la tecnica di codifica è MUSICAM, la stessa adottata nelle trasmissioni<br />
satellitari.<br />
Naturalmente, il DAB non è l’unico standard per la realizzazione <strong>della</strong> <strong>radio</strong><br />
digitale: negli Stati Uniti, ad esempio, il sistema europeo ha incontrato<br />
una decisa opposizione da parte degli operatori, e sono attualmente in via<br />
di sperimentazione altre tecnologie sicuramente meno impegnative ma anche<br />
dalle possibilità più limitate (IBOC- In-band on-channel, MMBS- Multimedia<br />
Broadcasting System, ecc.)<br />
I vantaggi che il Digital Audio Broadcasting sembra poter offrire alla <strong>radio</strong>fonia<br />
sono riassumibili in quattro punti cruciali:<br />
• Qualità: l’adozione del segnale digitale dovrebbe permettere di raggiungere<br />
una qualità elevatissima del suono (“CDlike quality”) ed elimina il<br />
problema del deterioramento del segnale che ha sempre afflitto la <strong>radio</strong>fonia.<br />
1<br />
Eureka 147 è un consorzio mondiale (composto in larga parte da paesi europei, ne fanno infatti<br />
parte paesi extra-europei come il Canada), al quale partecipano emittenti, gestori di reti,<br />
produttori di elettronica di consumo e istituti di ricerca.<br />
2<br />
European Telecommunications Standards Institute.<br />
6<br />
7
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
• Frequenze: la nuova tecnologia dovrebbe consentire uno sfruttamento<br />
razionale e sistematico delle frequenze elettromagnetiche disponibili, in<br />
quanto a parità di ampiezza di frequenza occupata, il segnale digitale<br />
permette di inviare molti più dati rispetto al sistema analogico. Secondo<br />
gli esperti, il <strong>rapporto</strong> tra le frequenze necessarie a fornire un servizio<br />
FM con buona copertura, e quelle necessarie per coprire lo stesso territorio<br />
tramite il sistema <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale è di cinque a uno. Questo<br />
vantaggio permetterebbe l’apertura di nuovi spazi per emittenti <strong>radio</strong>foniche,<br />
oltre che la razionalizzazione dell’allocazione tra le imprese<br />
esistenti.<br />
• Servizi aggiuntivi: la possibilità di trasmettere strisce di dati di vario genere<br />
permette l’ampliamento dei servizi <strong>radio</strong>fonici disponibili per gli<br />
ascoltatori, per i quali, oltre ai servizi audio, si aggiungono la trasmissione<br />
di testi, immagini, servizi informativi correlati al segnale <strong>radio</strong>fonico.<br />
Le applicazioni multimediali <strong>della</strong> trasmissione sono innumerevoli:<br />
tra le possibilità applicative si possono solo elencare alcuni esempi,<br />
come la fruizione di dati su cantanti e brani musicali, di giornali elettronici,<br />
la consultazione di mappe stradali e satellitari, le previsioni meteorologiche,<br />
le informazioni sul traffico e le informazioni turistiche, notiziari<br />
economici e giochi. Non casualmente, tra i dieci canali presenti<br />
nel multiplex inglese Digital One uno è di informazione economico-finanziaria<br />
(Bloomberg) ed un secondo di giochi (Cartoon Network). Con<br />
tecniche datacast si possono trasmettere anche contenuti web, come accade<br />
nel caso di sistemi come Psion Wavefinder, messo a punto dalla società<br />
inglese Psion, e che ha portato alla creazione di primi modelli di<br />
<strong>radio</strong> multimediale interattiva digitale su computer, come per il canale<br />
Digizone di Digital One.<br />
• Isofrequenza: il nuovo sistema permette di mantenere costante la modulazione<br />
di frequenza utilizzata per trasmettere su tutto il territorio nazionale.<br />
Tecnicamente, i diversi programmi e servizi possono essere trasmessi attraverso<br />
un unico canale di frequenza o “multiplex”, infatti, il sistema trasmissivo<br />
DAB trasporta un flusso numerico costituito dalla “multiplazione”<br />
di diversi servizi digitali. Le informazioni sono protette per evitare il deterioramento<br />
del segnale. Una caratteristica interessante del sistema è la possibilità<br />
di variare il “bit rate” che permette al multiplex di trasportare da 5<br />
a 6 programmi audio in modalità stereo di qualità elevata oppure fino a 20<br />
programmi mono di qualità bassa.<br />
L’impiego multimediale<br />
La possibilità di un impiego multimediale costituisce una delle principali attrattive<br />
del DAB 3 , dato che il settore <strong>radio</strong>fonico è sempre più interessato alle<br />
possibilità offerte dall’uso congiunto di più canali.<br />
Tra i servizi multimediali disponibili con il sistema DAB si possono elencare:<br />
• Programme Associated Data (Servizi associati ai programmi): ogni programma<br />
audio contiene uno spazio (PAD Channel) destinato alla trasmissione<br />
di dati ed informazioni multimediali (testo e immagini) associate<br />
al programma. Queste informazioni devono essere fruite attraverso<br />
lo schermo di un ricevitore digitale oppure via personal computer.<br />
• Independent Data Services (Servizi di trasmissione dati indipendenti): sono<br />
tutti i dati che possono essere trasmesse separatamente rispetto al<br />
programma audio. Questi dati possono essere trasmessi in più modi: in<br />
streaming, oppure in forma Packet data services, attraverso un “sottocanale”<br />
destinato alla trasmissione di questo tipo di dati.<br />
• Text Trasmission: si tratta invece <strong>della</strong> trasmissione di dati testuali che<br />
possono assumere diverse forme: il sistema Dynamic Label, simile all’RDS<br />
per la <strong>radio</strong> FM, trasmette brevi messaggi (ID, titoli dei brani musicali),<br />
mentre il più avanzato ITTS (Interactive Text Transmission System)<br />
consente la trasmissione e la visualizzazione di testi più complessi<br />
ed adotta uno schermo più largo e a colori, oltre alla possibilità di effettuare<br />
scelte su un menu di opzioni (menu-driven operation). Esistono<br />
anche formati particolari, come il TMC (Traffic Message Channel), studiato<br />
per trasmettere informazioni sul traffico e stradali, che possono<br />
essere trasmessi su uno dei canali dedicati ai dati messi a disposizione<br />
dal DAB.<br />
La trasmissione dei dati si basa su uno specifico protocollo per il DAB, il<br />
MOT (Multimedia Object Transfer Protocol) sfruttando i diversi sistemi di<br />
trasmissione (Streaming, trasmissione a pacchetto e PAD). Via personal computer,<br />
è possibile, attraverso una specifica scheda DAB, utilizzare un browser<br />
per fruire delle funzionalità multimediali. A questi si possono aggiungere<br />
i servizi interattivi. E’ possibile realizzare il canale destinato al feedback<br />
con l’utente (e quindi ad una vera e propria interattività) utilizzando le reti<br />
GSM/GPRS, creando nuove possibilità di interazione con la telefonia mobile.<br />
In molti paesi d’Europa dove si prevede di utilizzare le reti terrestri (e non,<br />
quindi, la copertura satellitare), si progetta la nascita di “piattaforme nazionali<br />
DAB”, sulle quali trovano spazio i broadcaster pubblici e privati, l’industria<br />
dell’elettronica di consumo, i gestori di rete, le autorità e gli enti di<br />
regolamentazione. Solo attraverso la concertazione tra i vari attori del mercato<br />
sarà infatti possibile superare gli ostacoli che rallentano l’adozione del<br />
DAB, primo fra tutti, la definizione dello standard per i nuovi ricevitori.<br />
3<br />
Eureka 147, Digital Audio Broadcasting - Overview and Summary of the DAB System, World<br />
DAB Forum<br />
8<br />
9
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Il problema relativo all’affermazione <strong>della</strong> tecnologia <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale è<br />
complesso e coinvolge una numerosa serie di fattori. In realtà, lo standard<br />
europeo è in fase di sperimentazione 4 dalla fine degli anni ottanta, ma non<br />
ha ancora raggiunto in tutti i paesi dell’Unione Europea la diffusione che<br />
consentirebbe alla nuova tecnologia di affermarsi definitivamente.<br />
I fautori del DAB sottolineano che la tecnologia non ha significativi concorrenti,<br />
anche al di fuori dell’Europa 5 . Tuttavia, l’industria statunitense ha<br />
mantenuto una posizione scettica nei confronti dello standard europeo, preferendo<br />
esplorare altre possibilità. Al contrario, in Australia e Canada la sperimentazione<br />
del DAB è ad un buon punto ed esperimenti sono stati avviati<br />
in molti altri paesi extraeuropei 6 . In Europa, dove il primo servizio ufficiale<br />
DAB è nato nel 1995 in Inghilterra, in Germania e in Svezia, in alcuni<br />
paesi la nuova tecnologia si sta affermando come una realtà importante e<br />
significativa mentre in altri, malgrado la sperimentazione e l’ampliamento<br />
<strong>della</strong> copertura, il DAB ancora non supera la fase iniziale.<br />
Non a caso l’Aer 7 nella posizione ufficialmente assunta nel maggio 2001, afferma<br />
che la situazione dei diversi stati europei è troppo disuguale per poter<br />
realisticamente proporre stime attendibili sull’avvicendamento tecnologico<br />
per la <strong>radio</strong>fonia. Per fare fronte a questa situazione è indispensabile il<br />
coordinamento e l’intervento degli organi europei, senza i quali probabilmente<br />
non sarà possibile per la tecnologia superare gli ostacoli imposti dalla<br />
situazione attuale.<br />
Malgrado la nascita di consorzi (come il Club Italia, il consorzio Eureka 147,<br />
il World DAB Forum) con il preciso obiettivo di riunire e coordinare industria<br />
e istituzioni, in realtà la posizione dell’industria rimane cauta riguardo<br />
al digital broadcasting. Tra i fattori ancora di ostacolo all’adozione <strong>della</strong><br />
tecnologia, costituisce un freno significativo il finanziamento <strong>della</strong> rete a<br />
terra necessaria al nuovo sistema, che i broadcaster spesso non intendono<br />
sostenere. Inoltre, l’avvento <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale comporterebbe la perdita di<br />
valore delle reti in Fm, sul cui rinnovamento la <strong>radio</strong>fonia privata, ad esempio<br />
in Italia, ha molto investito nel corso degli anni novanta.<br />
Dal punto di vista dell’industria elettronica di consumo, la situazione non si<br />
presenta in modo incoraggiante: le aziende produttrici di ricevitori per la<br />
<strong>radio</strong> digitale continuano a produrre apparecchi di qualità ma il cui costo<br />
4<br />
Tra i paesi europei in cui sono attive sperimentazioni DAB: Belgio, Danimarca, Finlandia,<br />
Francia, Norvegia, Olanda, Polonia, Svezia, Svizzera, Ungheria.<br />
5<br />
Per la descrizione delle tecnologie: Ebu Technical Review, www.ebu.ch/trev_278-laven.pdf<br />
6<br />
Tra i paesi nei quali è in corso la sperimentazione del sistema si possono citare: Cina, Corea<br />
del Sud, India, Malesia, Messico,Singapore, Sudafrica e Turchia. In Hendy, David, Radio in<br />
the Global Age, Cambridge, Polity Press, 2000, p 50<br />
7<br />
L’Association Europeénne des <strong>radio</strong>s riunisce circa 4.500 operatori privati europei in nove<br />
paesi.<br />
elevato 8 impedisce la penetrazione del mercato, oltretutto senza garantire la<br />
copertura dei rivenditori, per cui in molti casi è impossibile per gli utenti<br />
europei anche reperire un ricevitore DAB presso le normali catene distributive.<br />
A giudizio di alcuni analisti non sono poche le conseguenze che la nuova<br />
tecnologia potrebbe comportare per il settore. L’avvento del digitale creerebbe<br />
innanzitutto le basi per un fondamentale cambiamento dell’ambiente<br />
competitivo del mercato: l’assegnazione delle licenze per gestire i multiplex<br />
crea nuove dinamiche competitive, aprendo il mercato all’entrata nel<br />
settore di soggetti esterni, tendenza confermata dai risultati delle prime assegnazioni<br />
di licenze per il DAB: in Germania, tra le licenze per la gestione<br />
dei multiplex assegnate, molte sono state destinate a gruppi di telecomunicazioni<br />
come Deutsche Telekom AG, oltre a nuove joint ventures tra imprese;<br />
in Gran Bretagna, la nascita del primo gestore di multiplex Digital One<br />
è partita dall’alleanza tra il gruppo <strong>radio</strong>fonico GWR ed il gestore di rete a<br />
banda larga NTL. Questo fenomeno, generalmente interpretato come una<br />
minaccia dagli operatori del settore <strong>radio</strong>fonico, può al contrario secondo<br />
alcuni essere inteso come un’opportunità per stabilire alleanze strategiche<br />
con nuovi operatori (ad esempio, appartenenti al settore delle telecomunicazioni)<br />
ed attrarre investimenti sul settore. Il contesto generale testimonierebbe<br />
infatti la presenza di numerosi operatori che manifestano l’intenzione<br />
di espandere la propria presenza nel mercato dei media ma che stentano<br />
a trovare spazio nel sistema tradizionale.<br />
Tra gli effetti che l’adozione <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale potrebbe causare all’interno<br />
del settore <strong>radio</strong>fonico, si possono individuare alcuni punti di particolare rilievo:<br />
• La trasformazione <strong>della</strong> <strong>radio</strong> in mezzo digitale potrebbe modificare l’equilibrio<br />
attualmente presente nella suddivisione del pubblico tra <strong>radio</strong>fonia<br />
pubblica e privata, grazie proprio all’effetto <strong>della</strong> digital migration<br />
9 , ovvero il passaggio al digitale, che creerebbe ulteriori opportunità<br />
di crescita per il settore privato (nei termini di un maggiore spazio e nuovi<br />
canali a disposizione e , di conseguenza, di creazione di valore per<br />
ascolti e pubblicità). Secondo molti osservatori, la possibilità di operare<br />
in ambiente digitale favorirebbe il passaggio di fasce di audience dalla<br />
<strong>radio</strong>fonia pubblica a quella privata, soprattutto in quei paesi (come<br />
la Gran Bretagna) nei quali il ruolo del settore pubblico è molto forte.<br />
• Un’altra variabile importante è costituita dagli effetti che la nuova of-<br />
8<br />
Il costo di un ricevitore DAB delle 16 marche attualmente presenti sul mercato supera abbondantemente<br />
i 500 Euro. In www.worlddab.org<br />
9<br />
AAVV, European Radio. Taking a bigger share of pie, Crédit Suisse First Boston, 1 Novembre<br />
2000<br />
10<br />
11
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
ferta digitale (molto più ampia e differenziata) potrà avere sull’audience.<br />
La differenziazione dell’offerta potrebbe condurre ad un processo di<br />
frammentazione dell’audience tra molti canali narrowcasting. Il principale<br />
timore manifestato dalle imprese è in questo caso la dispersione delle<br />
risorse pubblicitarie tra i molti operatori presenti. Questo problema<br />
deve secondi alcuni indurre a seria riflessione nello stabilire strategie e<br />
politiche di marketing da parte degli operatori esistenti. Non a caso, molti<br />
operatori <strong>radio</strong>fonici non caldeggiano particolarmente l’adozione del<br />
DAB probabilmente per timore di affrontare un mercato nel quale i vantaggi<br />
ed il valore acquisiti dalle emittenti esistenti potrebbe essere drasticamente<br />
ridotto.<br />
• Il modello basato sulla tecnologia DAB modificherebbe inoltre la struttura<br />
del settore, creando una entità nuova all’interno <strong>della</strong> filiera produttiva,<br />
ovvero la figura del gestore del multiplex, o canale di frequenza:<br />
in questo modo, come già accennato, l’avvento <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia digitale<br />
tenderebbe quindi a separare l’attività editoriale dalla gestione <strong>della</strong><br />
frequenza.<br />
• Tra le future applicazioni <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale una prospettiva interessante<br />
è quella rappresentata dalla realizzazione di forme di commercio<br />
elettronico (e-commerce) grazie alla trasmissione di contenuti Web, e di<br />
commercio attraverso telefonia mobile (m-commerce). La <strong>radio</strong> digitale<br />
potrebbe quindi costituire un secondo “accesso” ai servizi del commercio<br />
elettronico, affiancandosi in questa attività a Internet.<br />
Inoltre, la distribuzione digitale fornisce ai broadcaster <strong>radio</strong>fonici la possibilità<br />
di accedere a una porzione interessante del mercato pubblicitario.<br />
La tecnologia, infatti, permette di creare nuovi spazi sfruttando la capacità<br />
di trasmettere testi e immagini sui ricevitori digitali, che consentono di visualizzare<br />
banner pubblicitari, immagini, marchi di sponsorizzazioni e testi<br />
di messaggi pubblicitari. Possibilità di incrementare i ricavi pubblicitari<br />
nascerebbero anche dal maggiore spazio disponibile nel sistema DAB, in<br />
grado di trasmettere più canali in una sola frequenza.<br />
1.2 Internet<br />
Nel generale contesto di integrazione multimediale, la <strong>radio</strong> ha straordinarie<br />
possibilità di sviluppo. Questa tendenza è confermata dal generale andamento<br />
del mercato che vede la costante crescita del settore <strong>radio</strong>fonico e<br />
la crescente integrazione multimediale dei principali gruppi procedere di<br />
pari passo con l’emergere e l’adozione delle tecnologie digitali, intese come<br />
una vasta gamma di applicazioni ancora in parte da esplorare. In questo<br />
contesto, Internet tuttavia assume un ruolo di sicuro rilievo all’interno del-<br />
lo scenario <strong>radio</strong>fonico europeo, anche se il suo sviluppo è intrecciato con<br />
il generale processo di digitalizzazione e l’affermazione delle reti digitali.<br />
Le principali emittenti dei più importanti mercati (Gran Bretagna, Francia,<br />
Germania, Spagna ed Italia) hanno infatti adottato il nuovo mezzo in modo<br />
capillare, sfruttandone sia le possibilità tecnologiche per la distribuzione<br />
del segnale audio, sia gli strumenti di relazione con il pubblico-comunità<br />
<strong>radio</strong>fonico. In generale, si può affermare che l’adozione del nuovo canale,<br />
anche se ancora in una fase iniziale, ha ormai superato la fase del sito “vetrina”,<br />
di impianto promozionale e statico orizzontandosi ben presto su un<br />
utilizzo più articolato del mezzo. La maggioranza delle emittenti non solo<br />
infatti è presente su Internet, ma offre in varie forme e gradi servizi diversi<br />
al pubblico.<br />
I vantaggi offerti dalla possibilità di trasmettere on line grazie a tecnologie<br />
di data streaming sono innegabili:<br />
• L’audience raggiungibile con Internet è praticamente illimitata e non<br />
condizionata da frontiere spaziali o nazionali di sorta.<br />
• Non è necessaria la concessione di alcuna licenza per poter trasmettere.<br />
Tradizionalmente, il broadcasting basato sulla trasmissione via etere ha<br />
incontrato sempre un limite insuperabile: la limitatezza dello spettro<br />
elettromagnetico. La questione dell’assegnazione delle frequenze continua<br />
a proporsi malgrado le innovazioni tecnologiche che promettono la<br />
disponibilità di più “spazio” elettromagnetico in futuro (grazie alla trasmissione<br />
digitale). Le frequenze continuano ad essere un bene pubblico<br />
scarso, allocato in base ad una precisa logica da parte dei diversi Stati<br />
a più soggetti. Quindi esse rappresentano tutt’oggi un limite ed un bene<br />
prezioso e richiesto dai media che su di esse fondano la propria attività.<br />
Di conseguenza, la possibilità di trasmettere su Internet senza alcun<br />
limite è stata fin dal principio una delle argomentazioni più forti a<br />
favore dell’uso <strong>della</strong> Rete da parte di mezzi come la televisione e la <strong>radio</strong>.<br />
Per le imprese <strong>radio</strong>foniche si aggiungono inoltre alcuni altri vantaggi: i costi<br />
di trasmissione sono bassi in confronto alla costruzione di una infrastruttura<br />
per la trasmissione via etere, o anche solamente alla sua gestione,<br />
e promettono, grazie alle innovazioni tecnologiche già realizzate, una qualità<br />
vicina allo standard CD (al contrario di quanto accaduto fino ad oggi per<br />
la trasmissione video) evitando il deterioramento del segnale che caratterizza<br />
la <strong>radio</strong>fonia via etere.<br />
La trasmissione streaming di dati audio ha comunque un costo costituito,<br />
oltre all’investimento iniziale in tecnologia, dalla necessità di pagare ai proprietari<br />
del software (<strong>della</strong> tecnologia) una licenza. Con il sistema “unicast”<br />
si realizza uno “stream” (una “stringa” di dati) per ciascun utente e per ogni<br />
12<br />
13
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
connessione realizzata: chi trasmette deve pagare un costo alla ditta proprietaria<br />
del software. Una seconda tecnologia è rappresentata dall’IP Multicast,<br />
che permette l’uso di uno stesso stream per più utenti. Nel prossimo<br />
futuro le innovazioni tecnologiche consentiranno di ridurre ulteriormente<br />
il costo <strong>della</strong> trasmissione audio on line: il sistema Multicast, che ha sostituito<br />
l’Unicast, permette di utilizzare uno stesso “stream” per trasmettere a<br />
più utenti, riducendo l’ampiezza di banda richiesta del 20% 10 , mentre si stanno<br />
realizzando notevoli miglioramenti anche riguardo alle tecniche di compressione.<br />
L’uso <strong>della</strong> Rete da parte <strong>della</strong> <strong>radio</strong><br />
L’adozione dei sistemi streaming ha comportato per la <strong>radio</strong>fonia una forma<br />
di applicazione “basica”, ovvero la riproposizione senza sostanziali distinzioni<br />
delle trasmissioni on air in tempo reale anche sul nuovo canale. Si<br />
è creduto, infatti, che i vantaggi garantiti dal nuovo sistema costituissero da<br />
soli un benefit tale da non richiedere ulteriori interventi sull’offerta.<br />
In realtà, l’offerta on line limitata alla trasmissione di genere broadcasting<br />
tradizionale è solo un stadio iniziale dello sfruttamento e dell’adozione <strong>della</strong><br />
Rete. Tuttavia, ad oggi la possibilità di trasmettere on line costituisce uno<br />
degli usi del canale web più comuni tra le emittenti europee.<br />
Riproposizione on line delle trasmissioni via etere<br />
Come già osservato si tratta dell’applicazione ormai più diffusa e“classica”<br />
delle tecnologie di streaming audio. Grazie alla possibilità offerte dai software<br />
di streaming, che hanno agevolato la fruizione audio in rete (ma ancora<br />
non il video, che incontra notevoli difficoltà, a causa delle ridotte capacità<br />
trasmissive dei sistemi basati sul cavo telefonico piuttosto che sulla banda<br />
larga) la possibilità di trasmettere, oltre che on air, attraverso Internet, ha<br />
conosciuto un’adozione sempre più vasta. A partire dal 1996, anno di nascita<br />
del primo software di data streaming, Real Audio, l’avvento di questa<br />
tecnologia ha rivoluzionato profondamente la fruizione <strong>della</strong> Rete. Attualmente,<br />
il miglioramento costante del sistema consente ai due principali fornitori<br />
di software (Microsoft/RealNertwork), di garantire un servizio non<br />
molto inferiore alla Cd Quality.<br />
Adottando la semplice riproduzione via Internet <strong>della</strong> programmazione on<br />
air, le imprese <strong>radio</strong>foniche utilizzano la Rete come un canale distributivo<br />
alternativo all’etere, i cui vantaggi si riducono unicamente alla mancanza di<br />
limiti dovuti alla frequenza e all’ampiezza dell’audience.<br />
Molti studi realizzati sull’audience rilevano, malgrado la diffusione delle tec-<br />
10<br />
Forrester Report, “Radio Tunes into the Web”, September 1998<br />
nologie streaming, una certa lentezza nella crescita degli ascolti on line per<br />
la <strong>radio</strong>fonia 11 . La ragione di questo rallentamento deve essere individuata<br />
nella tipologia di offerta presente su Internet, evidentemente incapace di incrementare<br />
il numero degli ascoltatori. I principali studi sul settore 12 confermano<br />
inoltre che gli utenti on line nutrono aspettative nei confronti <strong>della</strong><br />
<strong>radio</strong>fonia molto più ampie rispetto alla trasmissione del segnale via etere:<br />
chiedono infatti ai siti delle stazioni <strong>radio</strong> servizi aggiuntivi. Le caratteristiche<br />
richieste sono, tra l’altro, funzioni che permettono alle stazioni <strong>radio</strong>foniche<br />
di creare “valore aggiunto”. Secondo gli analisti 13 , la <strong>radio</strong>fonia<br />
sarebbe avvantaggiata nella raccolta di audience on line, ma sarebbe obbligata,<br />
per sfruttare questi vantaggi, a rivoluzionare la propria offerta via Internet,<br />
sfruttando il nuovo canale come strumento di comunicazione con il<br />
proprio pubblico, ma anche come canale distributivo di prodotti e servizi.<br />
Diverse altre considerazioni confermano come il solo “ascolto live” non sia<br />
un uso ottimale del nuovo canale. Genericamente, la possibilità di raggiungere<br />
il pubblico on line è stata indicata in tre tipi di segmenti: il primo coincidente<br />
con l’audience dell’emittente on air, il secondo costituito da pubblico<br />
al di fuori dell’area di trasmissione <strong>della</strong> stazione <strong>radio</strong>, il terzo composto<br />
dagli ascoltatori fedeli al canale ma momentaneamente lontani. Tuttavia,<br />
ad un’analisi più attenta, questi segmenti di pubblico risultano molto<br />
contenuti.<br />
• In primo luogo, la fruizione <strong>radio</strong>fonica è in genere più facile ed accessibile<br />
attraverso le onde elettromagnetiche che via PC. La capillare diffusione<br />
<strong>radio</strong>fonica sul territorio, che è garantita dalle sua caratteristiche<br />
di mezzo mobile e personale, oltre che dal supporto di scarso impegno<br />
economico, e rappresenta una copertura quasi esaustiva del pubblico,<br />
raggiunto in quasi tutti i momenti e gli spazi possibili. Queste caratteristiche<br />
dell’audience <strong>radio</strong>fonico riducono la fascia degli ascoltatori<br />
potenziali via Internet al segmento degli utenti lavoratori, che sul<br />
luogo di lavoro hanno ormai spesso una postazione Internet con collegamento<br />
a banda larga e per i quali è più accessibile l’ascolto on line di<br />
quello on air. Tuttavia, pur costituendo un segmento d’ascolto particolarmente<br />
pregiato, esso rimane marginale rispetto al complessivo ascolto<br />
<strong>radio</strong>fonico.<br />
• L’audio on line nega agli utenti uno dei benefit maggiori caratteristici<br />
11<br />
Arbitron Research/Edison Media, Internet. Streaming at a Crossroads, Usa, 2001<br />
12<br />
Arbitron Research/Edison Media, Radio Station Web Site Content: An In-Depth Look, Usa,<br />
2001<br />
13<br />
RTNDF, The America Radio News Audience Survey. Examining the Use, Perception and<br />
Future of Radio News, Radio and Television News Directors Foundation, Usa, autunno 2000,<br />
in www.rtnda.org<br />
14<br />
15
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
<strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia, ovvero la mobilità dell’ascolto, in grado, per mezzo di<br />
una tecnologia poco costosa e flessibile, di accompagnare l’ascoltatore<br />
nella maggior parte <strong>della</strong> vita quotidiana, dal viaggio in automobile, all’ascolto<br />
negli spazi pubblici e commerciali, all’ascolto individuale portatile,<br />
in treno o a piedi. Sebbene in futuro la situazione possa cambiare<br />
grazie all’evoluzione dell’“Internet mobile”, attualmente la fruizione<br />
<strong>radio</strong>fonica via etere, completamente gratuita, flessibile e di alta qualità,<br />
non sembra trovare un mezzo alternativo nella fruizione on line, legata<br />
al terminale e allo spazio fisico.<br />
• Si può inoltre osservare che attualmente, pur considerando l’alta fedeltà<br />
al canale dimostrata dal pubblico <strong>radio</strong>fonico “fuori sede”, anche l’audience<br />
non raggiungibile attraverso onde elettromagnetiche (e quindi al<br />
di fuori dell’area di competenza dell’emittente) è a sua volta ristretta, e<br />
le motivazioni stesse alla base dell’ascolto troppo deboli per poter sperare<br />
in un aumento sostanziale nel futuro. Si potrebbe inoltre considerare<br />
che la stessa utenza pubblicitaria dell’emittenza <strong>radio</strong>fonica nutre<br />
generalmente uno scarso interesse nei confronti di fasce di pubblico lontane<br />
dall’area di competenza dell’emittente (e dell’inserzionista).<br />
La definitiva affermazione <strong>della</strong> Rete come canale di distribuzione <strong>radio</strong>fonico<br />
deve passare dalla ricostruzione dell’offerta disponibile per l’utente, in<br />
grado di offrire plus significativi nell’ascolto attraverso la Rete. Il nuovo canale<br />
ha infatti peculiarità uniche che lo rendono non un semplice supporto,<br />
ma un “ambiente comunicativo” innovativo le cui caratteristiche rivestono<br />
grande interesse e per il quale la semplice riproduzione <strong>della</strong> programmazione<br />
on air non consente un reale sfruttamento delle opportunità offerte.<br />
La <strong>radio</strong>fonia e Internet sono fondati su modelli comunicativi (il modello<br />
broadcasting per la <strong>radio</strong>fonia e il modello “multicasting” per la Rete 14 ), che<br />
impongono l’elaborazione di strumenti e strategie d’offerta diversificati per<br />
l’una e per l’altro.<br />
Da queste considerazioni nasce la necessità, avvertita dalle emittenti <strong>radio</strong>foniche,<br />
di sperimentare ed adottare nuovi modelli di sviluppo in Rete,<br />
configurando la trasmissione on line come un primo step di un processo in<br />
piena evoluzione.<br />
La seconda fase di sviluppo dell’attività on line: la personalizzazione dell’ascolto<br />
e i servizi sonori<br />
La <strong>radio</strong>fonia è dunque alla ricerca di un modello di sviluppo innovativo e<br />
14<br />
Per multicasting si intende un modello comunicativo in grado di alternare e affiancare più tipologie<br />
comunicative, partendo dal modello uno-a-molti caratteristico del broadcasting, ma anche<br />
il modello interpersonale (uno - a - uno) e molti - a - molti.<br />
diverso da quello del broadcasting, che consenta di sfruttare appieno le possibilità<br />
offerte dalla nuova tecnologia. La <strong>radio</strong>, in questo senso, potrebbe<br />
trasformarsi in un erogatore di servizi sonori 15 , che comprendono un’ampia<br />
gamma di soluzioni e possibilità, in realtà ancora solo vagamente intuibili.<br />
Il mezzo <strong>radio</strong>fonico dovrà offrire “servizi” che abbiano elevato valore<br />
aggiunto per l’utente in modo da garantirne la fruizione. Grazie a queste opportunità,<br />
le emittenti adotteranno forme di weblistening, inteso come una<br />
modalità editoriale basata su diverse tecnologie e modalità di distribuzione<br />
e connessa strettamente alla Rete, capace di affiancare le caratteristiche del<br />
modello comunicativo di broadcasting a quelle dell’interattività e del modello<br />
comunicativo interpersonale. In questo senso, la riorganizzazione dell’offerta<br />
<strong>radio</strong>fonica è un passo decisivo per progettare, produrre e distribuire<br />
prodotti specificamente destinati all’ambiente comunicativo del Web.<br />
Una fase più evoluta nell’adozione <strong>della</strong> Rete da parte degli operatori <strong>radio</strong>fonici<br />
è costituita dalla realizzazione <strong>della</strong> “personalizzazione dell’ascolto”.<br />
All’interno di questa definizione possono essere raccolte un’ampia gamma<br />
di soluzioni e servizi ancora in larga parte inesplorati. Si tratta comunque<br />
di una fase ricca di possibilità applicative e già avviata dai principali<br />
soggetti <strong>radio</strong>fonici europei. In questo modo l’attenzione viene spostata dalla<br />
capacità trasmissiva del canale Internet e focalizzata al contrario su un<br />
secondo elemento: la capacità di offrire servizi audio diversificati rispetto<br />
alla trasmissione terrestre. Grazie a questa impostazione, si ampliano le modalità<br />
applicative del mezzo, così come le opportunità di incrementare e raggiungere<br />
nuovi segmenti di audience.<br />
Le tipologie di uso del webcasting sono numerose e spaziano su un’ampia<br />
gamma di modelli, che partono dal modello broadcasting fino a forme di<br />
fortissima personalizzazione dell’ascolto. Tra le tante possibili linee di sviluppo<br />
si possono elencare le più significative:<br />
• Riproposizione on line di materiale già trasmesso, come programmi, interviste<br />
oppure brani audio dedicati all’informazione (giornali orari, notizie<br />
sul tempo, traffico ecc.), Questa attività rappresenta già un passo<br />
avanti rispetto alla semplice trasmissione on line, perché l’utente ha l’opportunità<br />
di scegliere quando ascoltare determinati contenuti. Generalmente,<br />
è molto diffuso un modello che fa ampio uso dell’ascolto individuale<br />
di alcuni brani già trasmessi, inseriti però in un percorso/contesto<br />
editoriale predefinito dall’emittente, affiancato da altri contenuti e servizi.<br />
Inoltre, questo consente di sfruttare l’ampiezza dell’audience potenziale<br />
caratteristico di Internet e intercettare gli utenti che lavorano<br />
15<br />
Menduni, Enrico, Il mondo <strong>della</strong> <strong>radio</strong>, cit., pp. 217 sgg.; Richeri, Giuseppe, La Radio, in Gabriella<br />
Paci e Marialuisa Stazio (a cura di) Non Più e Non Ancora, Verso nuove realtà <strong>della</strong> comunicazione,<br />
Napoli, Cuen, 1993, pp. 35 sgg.<br />
16<br />
17
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
ad una postazione Internet e che non potrebbero essere raggiunti dalla<br />
<strong>radio</strong>fonia via etere.<br />
• Collocazione on line di materiale che non è stato impiegato on air: rappresenta<br />
un primo passo nella direzione <strong>della</strong> diversificazione concreta<br />
dell’attività (necessaria, come già osservato, alla valorizzazione dell’attività<br />
on line) e nella creazione di economie e sinergie produttive che possono<br />
rivelarsi interessanti per l’impresa <strong>radio</strong>fonica.<br />
• Costruzione di archivi sonori consultabili in vari gradi dall’utente: la costruzione<br />
e la gestione dell’archivio sonoro rappresentano un elemento<br />
strategico fondamentale dell’attività <strong>radio</strong>fonica on line. E’ possibile così<br />
gestire in modo ottimale l’offerta dei servizi audio e procedere ad una<br />
adeguata valorizzazione dei contenuti <strong>radio</strong>fonici. Come si può intuire,<br />
la grande disponibilità di contenuti, sia musicali che informativi raccolti<br />
nell’archivio sonoro di un’impresa <strong>radio</strong>fonica è ampiamente sfruttabile<br />
sul canale Internet. Questa opportunità è resa ancora più interessante<br />
dal fenomeno <strong>della</strong> convergenza digitale, che permette alle due diverse<br />
attività (Internet e <strong>radio</strong>) di usufruire dello stesso supporto, creando<br />
interessanti economie di varietà. I contenuti già in possesso dell’emittente<br />
<strong>radio</strong>fonica, in sostanza, possono essere utilizzati per ampliare e<br />
diversificare l’offerta sulla Rete. In più, la produzione realizzata sulla<br />
piattaforma digitale contribuisce ad attribuire nuova importanza all’archivio<br />
sonoro dell’impresa <strong>radio</strong>fonica. La gestione dell’archivio inteso<br />
come raccolta di prodotti costruiti su una unica piattaforma comune a<br />
molti mezzi, la piattaforma digitale, diviene un punto fondamentale nella<br />
creazione di valore dell’impresa.<br />
• Costruzione di database multimediali da correlare all’archivio audio: le sinergie<br />
create da Internet, “ambiente” comunicativo nel quale il testo, l’immagine<br />
ed il suono convivono, consentono all’impresa di gestire contenuti<br />
non solo sonori. Troveranno quindi collocazione materiali video, testi e<br />
immagini correlate al settore d’attività prescelto dall’emittente e la cui fruizione<br />
possibile attraverso la Rete costituirà un interessante benefit per gli<br />
utenti dei servizi sonori. Potranno essere sviluppate sezioni informative e<br />
anche forme di merchandising. Mutuando la definizione di marketing che<br />
distingue tra servizi centrali (o core), cioè servizi che costituiscono l’attività<br />
principale dell’impresa, e servizi periferici, attività cioè aggiuntive e<br />
collaterali, proprio la qualità dei secondi, i servizi aggiuntivi, potrebbe garantire<br />
la differenziazione dell’attività dell’impresa <strong>radio</strong>fonica e costituire<br />
sempre più un “plus” di grande valore per gli utenti.<br />
• Creazione di nuovi canali da fruire esclusivamente su Internet: in questo<br />
caso l’offerta si rinnova, creando “Web <strong>radio</strong>”, canali <strong>radio</strong>fonici on line<br />
attraverso cui ascoltare una programmazione alternativa rispetto a quella<br />
trasmessa via etere. I canali <strong>radio</strong> spesso rispondono a una precisa<br />
segmentazione <strong>radio</strong>fonica, in modo da realizzare offerte di narrowcasting<br />
nell’ambito di un progetto necessariamente più “generalista”: la<br />
creazione dei canali nasce dall’analisi delle esigenze specifiche <strong>della</strong> “comunità<br />
<strong>radio</strong>fonica” di riferimento.<br />
• Produzione di materiali per la fruizione on line: rappresenta una delle attività<br />
più avanzate. In questo modo, si producono materiali ad hoc destinati<br />
agli utenti on line, concludendo il processo di diversificazione delle<br />
attività avviato in precedenza. In questo caso, la Rete viene utilizzata<br />
come una modalità editoriale a sé stante, per la quale si costruisce un’offerta<br />
specifica e indipendente da quella del mezzo <strong>radio</strong>fonico.<br />
• Costruzione di playlist individuali, ovvero l’applicazione <strong>della</strong> <strong>radio</strong> on<br />
demand attraverso la Rete. La possibilità per l’utente di costruire una<br />
“<strong>radio</strong> personalizzata” è strettamente legata alla gestione degli archivi<br />
sonori, ed è senza dubbio una possibilità interessante, anche se forse non<br />
così determinante come si è creduto all’inizio dell’era Internet: in effetti,<br />
potrebbe rappresentare più un servizio secondario (magari da affiancare<br />
a canali tematici Internet only) piuttosto che una generale trasformazione<br />
<strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia. Il caso di evoluzione più accentuata del mezzo<br />
<strong>radio</strong>fonico vedrà l’utente confezionare palinsesti completamente personalizzati,<br />
da ascoltare attraverso Internet nel momento e nel luogo preferito.<br />
La scelta verrà realizzata accedendo direttamente all’archivio dell’emittente,<br />
che sarà quindi accessibile all’utenza: la formula adottata<br />
sarà simile al modello audio on demand.<br />
Il progetto editoriale dell’emittente influenza decisamente la realizzazione<br />
dell’offerta Internet, che adotta spesso politiche di espansione complementari<br />
rispetto al progetto <strong>radio</strong>fonico. Nel suo complesso, probabilmente, la<br />
produzione si trasformerà perché verrà progettata e realizzata per essere veicolata<br />
su più di un mezzo. Nello stesso processo verrà coinvolto il palinsesto,<br />
che subirà i cambiamenti imposti dalla filosofia produttiva tipica del<br />
webcasting. Un ruolo sempre più importante verrà ricoperto dal servizio di<br />
ricerca interno all’archivio. Quanto maggiore saranno la specializzazione e<br />
l’utilità degli strumenti di ricerca, maggiore sarà la funzionalità e la creazione<br />
di “valore” per l’utente. Di conseguenza, l’importanza e la raffinatezza<br />
del sistema, che si tratti di un motore di ricerca, di una directory, o meglio<br />
ancora, di una forma combinata dei due metodi, assume una rilevanza<br />
centrale per l’ottimizzazione del servizio.<br />
Il passaggio relativo alla vera e propria produzione multimediale destinata<br />
espressamente al consumo on line è in realtà una fase estremamente avanzata<br />
di uso <strong>della</strong> Rete, in gran parte non ancora raggiunta dalla maggioran-<br />
18<br />
19
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
za delle <strong>radio</strong> terrestri on line, mentre per quanto riguarda gli altri modelli<br />
applicativi esistono esempi e casi di adozione ormai piuttosto diffusi. E’ probabile<br />
che tutte queste attività implicheranno significative conseguenze sull’attività<br />
dell’impresa <strong>radio</strong>fonica tradizionale, dato che permetteranno di<br />
raggiungere alcuni importanti risultati: consentiranno infatti di ottimizzare<br />
le sinergie, valorizzare i contenuti raccolti nelle library delle emittenti <strong>radio</strong>foniche<br />
che tradizionalmente non hanno avuto grande impiego commerciale<br />
all’interno dell’industria <strong>radio</strong>fonica, e creare economie di scala<br />
che nascono dallo sfruttamento sistematico e differenziato delle risorse. La<br />
piattaforma produttiva comune rende infatti possibile la produzione di prodotti<br />
gestibili in più modi e su diversi supporti, e quindi un’accorta gestione<br />
dell’archivio contribuisce a creare sinergie più efficaci.<br />
Nell’era di Internet, l’archivio sonoro di ciascuna emittente diviene così uno<br />
strumento strategico fondamentale <strong>della</strong> gestione dell’impresa <strong>radio</strong>fonica.<br />
L’archivio si trasforma in un elemento “attivo” nella gestione, che assume<br />
anche una funzione di “frontiera” tra l’esterno e l’interno dell’organizzazione,<br />
grazie ai progetti di immissione del materiale audio on line in modo che<br />
sia anche accessibile al pubblico. I progetti di valorizzazione del contenuto<br />
così realizzabili permettono la reale ottimizzazione dell’offerta <strong>radio</strong>fonica.<br />
Servizi commerciali<br />
I servizi audio costituiscono una delle più interessanti prospettive di sviluppo<br />
per il settore <strong>radio</strong>fonico ma non rappresentano l’unica attività che è<br />
possibile gestire attraverso la Rete: i servizi commerciali potranno registrare<br />
un forte incremento per le imprese di comunicazione e tra queste, anche<br />
per la <strong>radio</strong>.<br />
L’impiego di Internet come canale distributivo permette infatti di affiancare<br />
ai “servizi sonori”, legati strettamente all’attività “core” dell’impresa <strong>radio</strong>fonica,<br />
attività di genere commerciale che possono costituire un interessante<br />
settore di espansione per l’industria <strong>radio</strong>fonica. In particolare, si tratta<br />
di servizi per mezzo dei quali è possibile sfruttare pienamente i vantaggi<br />
del nuovo canale, ovvero praticare un’attività di commercio elettronico. Altrettanto<br />
che per i servizi informativi collegati ai servizi musicali o sonori,<br />
la possibilità di offrire servizi commerciali on line al proprio pubblico potrebbe<br />
costituire una concreta possibilità di realizzare nuovi ricavi. Tra l’altro,<br />
alcuni dati rilevano un discreto interesse da parte del pubblico per l’attività<br />
commerciale svolta dalle <strong>radio</strong> su Internet, ad esempio nel mercato<br />
americano: secondo gli studi di Arbitron 16 metà degli utenti americani desidererebbe<br />
poter visitare un sito Web <strong>radio</strong>fonico per visionare prodotti ed<br />
eventualmente poter acquistare on line. In particolare, l’attività commerciale<br />
potrà concretizzarsi in più forme: attraverso il download di prodotti<br />
musicali, e attraverso servizi di e-commerce per altre categorie merceologiche.<br />
1.3 L’attuale stadio evolutivo dell’innovazione<br />
In base ai dati forniti dal World DAB Forum (vedi tabella 1), ad oggi circa<br />
230 milioni di persone in tutto il mondo possono ricevere servizi di <strong>radio</strong> digitale.<br />
Secondo il consorzio, il sistema DAB sarebbe in fase operativa nella<br />
maggioranza dei paesi dell’Europa occidentale, con l’eccezione di alcune nazioni<br />
nelle quali il sistema è ancora in una fase pre-operativa o iniziale (come<br />
l’Italia).<br />
Cominciano ad essere presenti inoltre numerosi esempi di applicazione commerciale<br />
<strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale: per quanto riguarda l’Europa, il Regno Unito<br />
rappresenta senza dubbio il caso di maggiore evoluzione. In questo paese,<br />
infatti, caratterizzato da una forte spinta all’applicazione delle nuove tecnologie<br />
multimediali e digitali anche in altri settori, sono attivi ad oggi 167<br />
canali <strong>radio</strong>fonici digitali: tra questi, circa venti sono canali nazionali, mentre<br />
i restanti sono canali locali e regionali.<br />
Il Regno Unito è anche la nazione che ha registrato l’attività del primo operatore<br />
privato di <strong>radio</strong>fonia digitale, Digital One, che posseduto da Gwr e da<br />
Ntl, ha vinto la gara per l’assegnazione <strong>della</strong> licenza di gestione per il primo<br />
multiplex privato inglese. Tra i 20 canali nazionali, 10 appartengono al<br />
network commerciale, mentre gli altri sono stazioni <strong>della</strong> BBC. Il servizio<br />
pubblico inglese infatti è molto attivo nel settore <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia digitale.<br />
Il Regno Unito rappresenta nel contempo uno dei casi di più avanzato sfruttamento<br />
commerciale <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale: circa la metà dei canali esistenti<br />
trasmette unicamente in digitale ed offre agli ascoltatori servizi aggiuntivi<br />
distinti rispetto alle trasmissioni in Fm. Nel mercato inglese si assiste inoltre<br />
ad un primo fenomeno di specializzazione delle stazioni indotto dall’adozione<br />
<strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale: esempi interessanti sono Oneword, canale tematico<br />
digital only dedicato per un pubblico giovanile, che condivide l’impostazione<br />
con Prime time, però è indirizzato ad un segmento di pubblico<br />
più adulto, mentre a livello locale nascono canali musicali tematici (The<br />
Groove, Flix, 3C, The Arrow). Digizone, il servizio DAB messo a disposizione<br />
degli utenti da Digital One offre una gamma di servizi interattivi e contenuti<br />
collegati alle emittenti che trasmettono sul multiplex commerciale (giochi,<br />
notizie, informazioni collegate alla musica ecc.).<br />
16<br />
Si vedano a questo proposito Arbitron Reaserch/ Edison Media, Internet VI, streaming at a<br />
crossroads, Usa 2001 e Arbitron Research/Edison Media, Radio Station Web Site Content: An<br />
In-Depth Look, Usa, 2001<br />
20<br />
21
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Tabella 1 Diffusione del Digital Audio Broadcasting in alcuni principali mercati<br />
U.K. Francia Germania Spagna Italia Canada<br />
Copertura (%) 60 (BBC) 25 65 50 30 35<br />
80 (DO)<br />
Popolazione<br />
Raggiunta (Mln) 15 10<br />
Canali presenti 167 100+ 18 11 57<br />
Servizi Aggiuntivi Si Si Si No Si<br />
Fonte: World DAB Forum, 23 Gennaio 2002<br />
Attualmente, interessanti sperimentazioni di servizi DAB sono attivate anche<br />
in molti paesi extra-europei. In Canada, dove esistono 57 stazioni DAB<br />
in grado di raggiungere il 35% <strong>della</strong> popolazione, il Digital Radio Roll-Out<br />
Inc (DRRI), l’organizzazione che gestisce la piattaforma DAB canadese,<br />
sta operando al fine di creare sinergie virtuose con i diversi operatori del<br />
mercato: nel novembre 2001 ha raggiunto un accordo con General Motors,<br />
che vede la compagnia automobilistica impegnarsi nell’installazione di ricevitori<br />
DAB nelle vetture di propria produzione per il mercato canadese,<br />
mentre la società RadioShack distribuirà a partire dal 2002 un’ampia gamma<br />
di prodotti destinati alla fruizione del DAB (che vanno da “walkman”<br />
per la <strong>radio</strong> digitale a prodotti destinati alla fruizione via personal computer).<br />
Il DRRI programma inoltre di aumentare la copertura in alcune<br />
fondamentali aree <strong>della</strong> nazione, anche al di fuori delle principali aree metropolitane.<br />
1.4 Lo stato del <strong>rapporto</strong> <strong>radio</strong> - Internet: analisi di alcuni casi<br />
europei<br />
Come accennato precedentemente, la <strong>radio</strong>fonia ha ormai adottato il canale<br />
Internet in modo capillare e diffuso, e si appresta a vivere una nuova fase<br />
di applicazione del mezzo, alla ricerca di nuovi modelli di adozione. In<br />
realtà, già molti soggetti europei si orientano in questa direzione, permettendo<br />
già di individuare l’esistenza di alcuni modelli applicativi di maggiore<br />
diffusione. In generale, la tendenza vede le emittenti sviluppare servizi diversi<br />
in base al tipo di presenza on line prescelto: alcune emittenti scelgono<br />
di privilegiare la trasmissione e la personalizzazione dell’ascolto, e di conseguenza,<br />
la valorizzazione e la gestione dell’archivio sonoro. In altri casi,<br />
le emittenti si concentrano su un progetto web improntato al modello informativo,<br />
all’interno del quale assumono larga importanza la presenza di notiziari<br />
on line e di una redazione giornalistica, nella maggior parte dei casi<br />
collegata a quella on air. Infine, una terza linea evolutiva vede prediligere<br />
dalle emittenti un modello spiccatamente transazionale, incentrato sull’attività<br />
e l’offerta di servizi commerciali.<br />
Larga diffusione hanno gli strumenti tipici <strong>della</strong> funzione comunitaria del<br />
web, indifferentemente dalla tipologia di presenza on line adottata: infatti,<br />
la tendenza all’esaltazione <strong>della</strong> Rete come efficace strumento nella comunicazione<br />
interattiva con la comunità di riferimento, e di conseguenza, l’ottimizzazione<br />
<strong>della</strong> relazione con gli utenti-ascoltatori, costituisce una costante<br />
dello sviluppo delle strategie Internet in tutto il mercato europeo. In<br />
alcuni casi, l’uso del modello comunitario è pienamente consapevole, in altri<br />
appena accennato, ma è comunque presente, costituendo, tra l’altro, un<br />
elemento fondamentale di qualsiasi strategia di espansione on line, sia per<br />
quanto riguarda le emittenti orientate verso l’ascolto (i servizi audio) che per<br />
i soggetti <strong>radio</strong>fonici interessati all’erogazione di servizi commerciali o informativi.<br />
1.4.1. Francia<br />
Radio à la carte. Per “<strong>radio</strong> à la carte” si intendono le forme di distribuzione<br />
che consentono agli ascoltatori di costruire un palinsesto personale<br />
scegliendo tra un menù limitato di programmi o offerta musicale. Questo è<br />
il modello adottato ad esempio da Radio BFM. La <strong>radio</strong> francese, che fa riferimento<br />
a Media 9 e Bloomberg, è principalmente un’emittente di informazione,<br />
nata con l’intento di offrire informazione d’attualità con un taglio<br />
di qualità elevata (“toute l’actualité, un ton plus haut”). Come <strong>radio</strong> d’informazione,<br />
offre giornali <strong>radio</strong> ogni quarto d’ora, e approfondimenti sulla borsa<br />
ed i mercati due volte ogni ora. Dal punto di vista dello sviluppo tecnologico,<br />
Radio Bfm rappresenta un caso estremamente significativo di adozione<br />
delle nuove tecnologie: innanzitutto, la <strong>radio</strong> è la prima emittente francese<br />
completamente digitale ed è stata una delle prime ad investire nella tecnologia<br />
DAB.<br />
Radio BFM è presente on line con un portale (BFM BZ) completamente dedicato<br />
all’informazione ed ai servizi finanziari. Oltre a questo, Radio Bfm si<br />
distingue per l’offerta audio, che la caratterizza come un esempio di gestione<br />
innovativa degli archivi sonori. Radio Bfm, infatti, dedica gran parte del<br />
proprio progetto Internet alla possibilità di ascoltare on line parti <strong>della</strong> programmazione,<br />
mettendo a disposizione dell’utente ben quattro opzioni di<br />
ascolto diverse, con differenti gradi di personalizzazione.<br />
L’utente può ascoltare infatti la programmazione on air, ma può anche fruire<br />
<strong>della</strong> cosiddetta “<strong>radio</strong> à la carte”, che consente di scegliere prima tra diverse<br />
aree di interesse (attualità nazionale, attualità internazionale, sport<br />
ecc.), e poi selezionare, tra un numero definito di opzioni, la trasmissione<br />
di maggiore interesse. Le trasmissioni <strong>della</strong> sezione “à la carte”sono costantemente<br />
aggiornate, quasi in tempo reale, in modo che è sempre possibile<br />
ascoltare programmi del giorno stesso o del giorno precedente. Le pos-<br />
22<br />
23
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
sibilità di <strong>radio</strong> Bfm non si limitano alla <strong>radio</strong> a menù, che già di per sé arricchisce<br />
le possibilità di fruizione per l’utente: la <strong>radio</strong> permette, infatti, attraverso<br />
un particolare strumento di ricerca di selezionare negli archivi sonori<br />
(“archives sonores”) le trasmissioni di maggiore interesse, risalendo anche<br />
indietro nel tempo. L’utente può infatti selezionare il tema d’interesse<br />
(Actualité du jour, Société et médias, Sciences et nouvelles technologies, Actualité<br />
économique, Actualité politique), il periodo di riferimento (dal giorno<br />
prima ai tre mesi precedenti e senza limiti), indicare il giornalista che ha<br />
condotto il programma, e soprattutto, la parola chiave che individua il tema<br />
desiderato.<br />
Nel caso dell’emittente Europa 1 del gruppo Lagardére, è stata prescelta un<br />
impostazione piuttosto “classica”, basata sull’offerta informativa dell’emittente,<br />
con largo spazio dedicato all’informazione testuale. L’emittente offre<br />
l’ascolto live in diretta delle trasmissioni ma non consente forme di personalizzazione<br />
dell’ascolto.<br />
Il sito dell’emittente Rtl offre un’ampia integrazione multimediale dei contenuti,<br />
che viene però completamente gestita dall’editore, e non dall’utente.<br />
Infatti il progetto web non deroga all’utente la scelta dei contenuti attraverso<br />
l’accesso all’archivio sonoro, ma al contrario costruisce spazi multimediali<br />
all’interno di percorsi predeterminati dall’emittente stessa. Anche nell’adozione<br />
di nuove forme di erogazione personalizzata, esistono ulteriori<br />
differenze: in realtà, alcuni progetti si orientano verso un coinvolgimento<br />
pienamente attivo dell’utente alla costruzione di palinsesto o alla consultazione<br />
di archivi, mentre un’altra tendenza è rappresentata dagli editori che<br />
preferiscono mantenere il pieno controllo sui contenuti. In questo senso il<br />
ruolo dell’utente è ancora attivo (può comunque scegliere) ma non tanto<br />
quanto nel caso precedente. Attraverso il sito web Rtl offre agli utenti un’ampia<br />
gamma di servizi: oltre ai contenuti informativi, sono infatti presenti servizi<br />
come meteo, guida tv, guida all’euro, servizi finanziari. Sono presenti<br />
anche molti strumenti comunitari e relazionali: forum, chat, una selezione<br />
di newsgroup, oltre a più canali e forme di interazione tra lo staff <strong>della</strong> <strong>radio</strong><br />
e gli internauti. L’attività on line dell’emittente è suddivisa tra informazione,<br />
Sport, Muzik (Musica), e Loisirs (dove sono raccolti i contenuti ludici,<br />
i concorsi ecc.). Si deve inoltre ricordare anche che la francese Rtl fa parte<br />
di un gruppo <strong>radio</strong>fonico multimediale di dimensioni autenticamente europee,<br />
e questo influenza l’attività on line dell’emittente. In questo caso la<br />
<strong>radio</strong>, caratterizzata da un format generalista con una spiccata impostazione<br />
di light entertainment, offre soprattutto servizi comunitari e relazionali,<br />
preferendo dedicare uno spazio minore ai servizi audio.<br />
Il progetto on line di Nrj, che rappresenta uno dei gruppi di maggior importanza<br />
nel mercato francese, ha una consistente sezione comunitaria, nella<br />
quale sono raccolti gli strumenti di carattere relazionale: nell’area club<br />
sono infatti a disposizione un servizio di agenda, chat, forum, servizi di comunicazione<br />
personale (interazione con telefonia mobile, posta elettronica,<br />
possibilità di costruire un sito Internet personalizzato), strumenti editoriali<br />
come la newsletter del canale. Sono numerosi inoltre i servizi a disposizione<br />
dell’utente, come la possibilità di scaricare browser dell’emittente in<br />
3 D, un traduttore automatico, un ampio spazio dedicato ai giochi. Meno<br />
articolata invece la sezione dedicata all’ascolto on line, che consente sia l’ascolto<br />
live delle trasmissioni, sia la possibilità di scaricare estratti musicali<br />
in MP3, ma che non offre vere e proprie forme di ascolto personalizzato, né<br />
di valorizzazione dei contenuti sonori.<br />
France Info, il canale informativo di Radio France, conferma nel proprio<br />
progetto on line l’impostazione che caratterizza l’attività Internet dei gruppi<br />
pubblici europei, ovvero la spiccata impostazione “sonora” basata su archivi<br />
audio aperti all’utente, e sull’ampia gamma di contenuti disponibili on<br />
line. L’emittente informativa, offre all’utente infatti la possibilità di ascoltare,<br />
oltre alle trasmissioni in diretta, l’ultimo notiziario, l’intervista del giorno,<br />
ecc. Nell’area Chroniques è invece possibile ascoltare l’ultima edizione<br />
di ogni trasmissione, suddivise in sezioni per argomento (Culture, Multimédia,<br />
Monde, Economie, Régions ecc.), mentre nell’area Micro-<strong>radio</strong>s viene proposto<br />
un interessante esempio di archivio tematico: i materiali delle trasmissioni<br />
vengono infatti riorganizzati in base al tema, permettendo così all’utente<br />
di accedere a dei veri e propri “menu” tematici. Il sito offre inoltre<br />
molti servizi a carattere informativo: come La Bourse, Le metéo, Info Route<br />
ecc. Particolarmente interessanti i servizi a carattere multimediale, come<br />
Audiotel, che consente di ascoltare alcune trasmissioni attraverso telefonia<br />
fissa e mobile, e l’Infobarre, servizio di aggiornamento informativo costante<br />
via Pc che non necessita del collegamento ad un sito Internet, ma può essere<br />
scaricato sulla postazione e fruito attraverso un collegamento continuato<br />
alla Rete.<br />
1.4.2. Regno Unito<br />
Capital Radio, uno dei più importanti gruppi <strong>radio</strong>fonici privati del mercato<br />
anglosassone, ha inserito tra gli obiettivi strategici <strong>della</strong> propria attività<br />
quello di creare la “Radio with the buy it button 17 ”, ovvero l’ambizione<br />
di creare un’emittente la cui attività sia fortemente caratterizzata dall’attività<br />
di e-commerce. Nel documento di presentazione dell’attività <strong>radio</strong>fonica,<br />
la divisione “Interact” di Capital Radio dichiara di aspirare ad essere la<br />
comunità webmusicale leader nel Regno Unito. Data la crescita registrata<br />
nel settore <strong>radio</strong>fonico, le possibilità offerte dal commercio elettronico non<br />
sono solamente futuribili, ma concretamente realizzabili, anche se pesantemente<br />
condizionate dalle difficoltà incontrate dall’e-commerce nella sua<br />
definitiva affermazione, tra le quali, non ultime, le difficoltà connesse alla<br />
sicurezza dei sistemi di pagamento.<br />
17<br />
Capital Radio Plc, Annual report and Accounts 2000.<br />
24<br />
25
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Il progetto sviluppato da Capital Radio prevede l’integrazione delle funzionalità<br />
commerciali all’interno dello spazio <strong>radio</strong>fonico, in modo che la <strong>radio</strong><br />
su Internet si presenti come un soggetto commerciale oltre che di intrattenimento.<br />
Grazie all’integrazione delle attività il gruppo inglese intende<br />
intercettare i segmenti di consumatori maggiormente portati all’acquisto<br />
di impulso, per i quali l’inserimento delle proposte commerciali in un ambiente<br />
ludico costituisce una forte attrattiva, come viene affermato del documento<br />
di presentazione stesso del gruppo:<br />
“There are strong synergies between <strong>radio</strong> and the internet, and we are investing<br />
in our own music sites as a source of future advertising and e-commerce<br />
revenue streams. Our objective is to create the UK's leading on-line music<br />
community, providing a personalised music environment where people can listen<br />
to music, read about it and buy it. We will continue to look at ways of developing<br />
further music based entertainment products.” 18<br />
Al contrario di Radio Bfm, Capital Fm predilige un format completamente<br />
dedicato all’intrattenimento, e, contestualmente, la scelta di sviluppo su Internet<br />
è profondamente diversa. Se, infatti, Radio Bfm è caratterizzata da<br />
una strategia di sviluppo in Rete fortemente basata sui modelli di fruizione<br />
e distribuzione dei contenuti informativi <strong>della</strong> <strong>radio</strong>, Capital Fm invece adotta<br />
un modello prevalentemente ludico e commerciale, con l’intento dichiarato<br />
di creare un ambiente comunicativo ricco e variegato, dove l’utente possa,<br />
contemporaneamente, ascoltare la <strong>radio</strong>, giocare, ricevere informazioni<br />
e fruire di altre forme di intrattenimento e, infine, comprare scegliendo tra<br />
le diverse opzioni disponibili.<br />
Si rivela di notevole interesse, inoltre, la scelta di creare, per la realizzazione<br />
del progetto, una divisione indipendente (Capital Interact) con lo<br />
specifico compito di sviluppare progetti on line per Capital Fm e per le altre<br />
emittenti del gruppo oltre che per terzi. Capital Interact 19 ha come specifico<br />
obiettivo, come accennato, la costruzione di una <strong>radio</strong> con “il pulsante<br />
per comprare”, per la quale la strategia commerciale è assolutamente<br />
integrata nell’attività <strong>radio</strong>fonica, sfruttando anche le caratteristiche dell’acquisto<br />
su Internet (spesso “acquisto d’impulso” e basato anche sulla<br />
gradevolezza e utilità del sito). L’integrazione tra le diverse funzioni assolte<br />
dal sito avviene all’interno dello spazio comunicativo Web, nel quale<br />
i servizi e gli spazi commerciali sono alternati a quelli dedicati all’attività<br />
<strong>radio</strong>fonica, agli ambienti ludici e dedicati alla musica. Nella stessa<br />
homepage di Capital Fm i diversi servizi vengono offerti come un insieme<br />
17<br />
“Business Overview” in www.capital<strong>radio</strong>.plc.uk/content/plc/strategy.html<br />
19<br />
Capital Interact opera creando prodotti multimediali per i propri siti, realizzati attraverso<br />
partnership con altri operatori Web. Tra i partner di Capital Interactive: another.com (sito di<br />
posta elettronica con un target molto giovanile), BeMe.com (sito di una rivista femminile),<br />
darkerthanblue.com (sito autorevole di musica R&B)<br />
omogeneo e solo in un secondo momento è possibile accedere alle singole<br />
sezioni.<br />
BBC Radio<br />
La presenza on line del gruppo pubblico inglese è sicuramente uno dei casi<br />
di più vasta ed articolata attività on line dello scenario europeo. Il gruppo<br />
multimediale, infatti, mette a disposizione dell’utente la possibilità, attraverso<br />
un portale dedicato al settore <strong>radio</strong>fonico, di accedere direttamente<br />
all’ascolto live delle trasmissioni di tutti i canali <strong>radio</strong>fonici, oltre a informazioni<br />
testuali e sui programmi, garantendo nel contempo una stretta connessione<br />
con la <strong>radio</strong>fonia digitale.<br />
I singoli canali articolano ulteriormente l’offerta di servizi audio. BBC 1, ad<br />
esempio, offre la possibilità di ascoltare on demand un’ampia selezione di<br />
contenuti audio trasmessi nelle singole aree di programmazione (dalle News<br />
a Urban, Alternative, Chart), oltre all’ascolto on line di numerosi documentari<br />
sonori realizzati dall’emittente. Si deve notare che, tuttavia, malgrado<br />
la spiccata tendenza ad esaltare i contenuti audio delle emittenti, il sito ha<br />
comunque una forte impronta comunitaria, ed una decisa tendenza all’interattività<br />
(presenza di chat, bacheche per messaggi, concorsi).<br />
Anche BBC 3, il canale culturale dedicato alla musica classica e jazz, offre<br />
un percorso fruitivo di grande interesse sia sotto il punto di vista dei contenuti<br />
che da quello dei servizi offerti. Il terzo canale BBC impiega infatti la<br />
Rete come uno strumento per valorizzare l’ampiezza e la qualità dei contenuti<br />
trasmessi, confermando l’importante funzione che Internet può svolgere<br />
nel contesto di un’emittente tematica. In questo caso i servizi audio sono<br />
ampiamente integrati nella struttura editoriale del canale, oltre che offerti<br />
sotto forma di archivio sonoro delle precedenti migliori registrazioni.<br />
Il sito, suddiviso in diverse sezioni di interesse culturale (Classical; Jazz;<br />
World Music; New Music per l’aspetto musicale) consente la fruizione di più<br />
materiali audio: brani e registrazioni dal vivo, interviste realizzate con i compositori,<br />
ecc. Anche nel caso di BBC 3 non vengono trascurati gli aspetti relazionali<br />
del sito, che offre una selezione di giochi on line, alcuni forum di<br />
discussione, approfondimenti e spunti culturali (Ideas and Culture).<br />
Leggermente diversa l’impostazione adottata da BBC 2, il canale più ascoltato<br />
nel Regno Unito, emittente generalista improntata al light entertainment:<br />
in questo caso, coerentemente con l’impostazione editoriale, vengono esaltati<br />
gli aspetti relazionali del sito web, piuttosto che i servizi audio, attraverso<br />
molti strumenti di interazione e forme di intrattenimento. Sono presenti<br />
chat, spazi di interazione con i singoli conduttori dei programmi, quiz,<br />
informazioni correlate ai contenuti musicali trasmessi on air, molte informazioni<br />
sulla <strong>radio</strong> e la programmazione. Sono offerte anche alcune forme<br />
di ascolto personalizzato, che prevedono la scelta per l’utente all’interno di<br />
una selezione predisposta di brani. In generale, il progetto web di BBC 2 è<br />
impostato sul modello generalmente adottato dalle emittenti private generaliste,<br />
più che su quello tipico <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia pubblica.<br />
26<br />
27
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
1.4.3. Spagna<br />
Nel mercato spagnolo i tre principali gruppi privati sono presenti su Internet,<br />
manifestando nei diversi progetti on line una discreta coerenza con i<br />
singoli progetti editoriali delle emittenti:<br />
Cadena Ser, l’emittente del gruppo editoriale Prisa, dedica grande spazio<br />
all’informazione, e mette a disposizione dell’utente breking news aggiornate<br />
oltre ad approfondimenti, speciali, inchieste. La stazione garantisce un<br />
servizio di trasmissione in diretta (audio live) <strong>della</strong> programmazione on air<br />
attraverso il sito Internet<br />
Oltre a questo servizio di broadcasting, Cadena Ser offre all’utente un’interessante<br />
gamma di servizi audio on demand: è possibile, infatti, ascoltare<br />
una selezione dei più importanti documenti sonori trasmessi. L’offerta di<br />
servizi audio è raccolta ed organizzata in una “Fonoteca” nella quale sono<br />
raccolte, di settimana in settimana, molti dei materiali trasmessi, che è possibile<br />
ascoltare e votare per eleggere i migliori brani. Inoltre, suddivise in diverse<br />
sezioni (per area o programma) sono raccolti materiali audio significativi<br />
per ciascuna area. Il sito dell’emittente offre inoltre un’ampia area comunitaria<br />
con chat, forum, concorsi, possibilità di interagire con lo staff,<br />
sondaggi.<br />
Anche nel caso di Onda Cero, l’identità editoriale dell’emittente influenza<br />
la scelta <strong>della</strong> presenza on line da adottare. L’impresa, controllata dal gruppo<br />
di telecomunicazioni Telefonica, offre molti servizi streaming, tra i quali<br />
la possibilità di ascoltare brani di materiale trasmesso e soprattutto le notizie<br />
in versione audio. L’area dedicata alle forme di personalizzazione è particolarmente<br />
sviluppata, infatti è possibile ascoltare tre canali: Onda Cero<br />
Radio, attraverso cui ascoltare in diretta le trasmissioni <strong>radio</strong>foniche, il canale<br />
Onda Cero Musica, attraverso cui viene trasmessa una programmazione<br />
pop, ed in infine un canale Onda Cero International, che trasmette programmi<br />
in lingua straniera. Il servizio si basa su tecnologia del gruppo di riferimento<br />
Telefonica, e si appoggia ad una <strong>radio</strong> Internet only, Akamai. Anche<br />
in questo caso largo spazio è dedicato all’informazione giornalistica, sia<br />
testuale che audio.<br />
Cadena Cope, il gruppo che fa riferimento alla società Radio Popular di proprietà<br />
<strong>della</strong> conferenza episcopale spagnola, adotta un modello di presenza<br />
caratterizzato da un’impostazione giornalistica classica, nel quale la pagina<br />
principale è impostata sul notiziario e sulle breaking news. E’ disponibile l’ascolto<br />
live delle trasmissioni (Real Audio e Media player), mentre alcune forme<br />
di personalizzazione dell’ascolto sono presenti nelle singole aree dei programmi,<br />
dove vengono integrate contenuti testuali e audio.<br />
1.4.4. Germania<br />
Nel mercato tedesco larga importanza è rivestita dalle <strong>radio</strong> regionali, che<br />
raccolgono porzioni importanti dell’audience e delle risorse. Antenne Bayern<br />
è un esempio rappresentativo di questo settore <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia tedesca. L’emittente<br />
bavarese è presente su Internet con un sito articolato, nel quale trovano<br />
spazio l’ascolto on line (in un’area denominata Web<strong>radio</strong>), l’area commerciale<br />
(Antenne e-shopCenter) e quella comunitaria, (Antenne club).<br />
L’emittente esalta l’aspetto comunitario e relazionale, oltre a realizzare un<br />
adeguato sfruttamento delle le possibilità legate ai servizi commerciali on<br />
line, piuttosto che privilegiare l’aspetto dei servizi audio, registrando la presenza<br />
di un buon servizio di ascolto live, ma la completa assenza di forme<br />
di personalizzazione dell’ascolto. Un esempio <strong>della</strong> forte vocazione commerciale<br />
data al sito è rappresentanta dal link che consente di collegarsi direttamente<br />
dall’ID dei brani in onda alla sezione commerciale di acquisto<br />
on line dei cd del sito.<br />
104,6 Rtl Berlins Hit e Rtl Oldiesender, due delle emittenti gestite dal<br />
gruppo europeo Rtl in Germania offrono agli utenti siti caratterizzati dall’adozione<br />
del modello di presenza on line tipico <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia commerciale,<br />
sia pure declinato in differente modo a causa del diverso progetto editoriale<br />
all’origine. Nel primo caso, una hit <strong>radio</strong> destinata ad un pubblico<br />
giovanile, la presenza on line ha infatti caratteristiche ludiche e spiccatamente<br />
comunitarie (con presenza di chat, sondaggi e diversi servizi accessibili<br />
dietro registrazione), mentre nel secondo caso, l’emittente di Oldies<br />
destinata ad un pubblico più adulto adotta un modello più sobrio e discreto,<br />
caratterizzato dalla presenza di alcuni servizi collaterali (come un ampio<br />
spazio dedicato alle previsioni del tempo, o varie forme di interazione<br />
tra la <strong>radio</strong> e gli utenti, come ad esempio la possibilità di inviare auguri di<br />
compleanno attraverso la rete che verranno poi letti durante la trasmissione).<br />
Tuttavia le due emittenti sono accomunate da una scarsa attenzione alle<br />
possibilità trasmissive e di servizi audio (l’unica forma di ascolto presente<br />
è quello live) e da una adozione <strong>della</strong> Rete essenzialmente come interfaccia<br />
e strumento relazionale.<br />
JazzRadio, <strong>radio</strong> tematica dell’area berlinese, è come la maggior parte delle<br />
<strong>radio</strong> tedesche ricevibile via satellite e via cavo. Data la diffusione di queste<br />
due tecnologie distributive, in realtà l’audience dell’emittente è molto più<br />
vasta <strong>della</strong> regione locale. La <strong>radio</strong> ha un’impostazione tematica dedicata al<br />
Jazz Mainstream, ed offre anche on line un’ampia selezione di contenuti testuali,<br />
audio e video, adottando un modello di presenza on line caratterizzato<br />
da una forte integrazione multimediale dei contenuti.<br />
1.4.5. Italia<br />
Anche nel caso <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia italiana si è assistito ad un rapido processo<br />
di aggiornamento dell’attività Internet delle emittenti, passate da un modello<br />
di presenza puramente promozionale ad una attività articolata ed in linea<br />
con il progetto e l’identità editoriale di ciascuna emittente. Nel 2002, infat-<br />
28<br />
29
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
ti la totalità delle <strong>radio</strong> nazionali è on line e permette l’ascolto streaming delle<br />
frequenze anche attraverso la Rete. Inoltre, sono sempre più diffusi modelli<br />
più evoluti di presenza on line, con un uso piuttosto diffuso di servizi<br />
audio e forme di personalizzazione dell’ascolto. Oltre alla personalizzazione<br />
dell’ascolto on line ed alle prime forme di canali web<strong>radio</strong> e on demand,<br />
è presente inoltre un approccio “comunitario” alla attività on line, testimoniato<br />
dall’ampio uso di strumenti community come chat e forum, la creazione<br />
di club e l’offerta di servizi interattivi e di comunicazione personale.<br />
Tra le emittenti italiane, si possono citare alcuni casi significativi. Radio<br />
Deejay, ad esempio, che fa parte del gruppo Espresso ed è la seconda <strong>radio</strong><br />
nazionale italiana, seconda solo a Rai Uno, sfrutta le sinergie realizzabili<br />
con la Internet company del gruppo, Kataweb, offrendo numerosi servizi, sia<br />
audio che di altro genere. In particolare, l’emittente offre l’ascolto di quattro<br />
canali Internet only costruiti a partire dai programmi di maggiore successo<br />
dell’emittente, e caratterizzati ognuno per un’impostazione musicale/editoriale<br />
diversa (ma sempre coerente con l’impostazione editoriale dell’emittente),<br />
la possibilità di ascoltare on demand una selezione delle trasmissioni<br />
(Dj Set) e le interviste realizzate (materiali inseriti nell’area destinata<br />
a ciascuna emittente).<br />
Il progetto on line dell’emittente Music & News Rtl 102,5 è caratterizzato<br />
dalla personalizzazione del sito in base ad alcune scelte predisposte che l’utente<br />
può selezionare (Rtl, Hich tech, Music, News) dopo la registrazione. Si<br />
tratta di un tentativo interessante nella prospettiva <strong>della</strong> personalizzazione<br />
del canale e in direzione narrowcasting dell’attività <strong>radio</strong>fonica. Dal punto<br />
di vista dei servizi audio, Rtl 102,5 offre agli utenti la possibilità, oltre all’ascolto<br />
live, di fruire di una selezione di materiali audio, tra i quali le interviste<br />
realizzate agli artisti (e consultare il relativo archivio), l’ultimo giornale<br />
<strong>radio</strong> trasmesso e bollettini di tempo e traffico. Interessante è anche l’esperimento<br />
di integrazione multimediale con il canale televisivo satellitare<br />
Hit Channel, presente con un proprio sito improntato all’interattività con gli<br />
utenti.<br />
Dal punto di vista <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia pubblica, Radio Rai offre agli utenti Internet<br />
una presenza articolata e particolarmente ricca, espressa sia attraverso<br />
i siti dei singoli canali, sia attraverso uno specifico portale <strong>radio</strong>fonico<br />
che assembla e riorganizza i materiali offerti dalle tre reti <strong>radio</strong>foniche e<br />
dagli altri servizi <strong>radio</strong> (come Iso<strong>radio</strong>). Nella sua organizzazione generale,<br />
l’attività on line del gruppo pubblico si avvicina per molti aspetti alle scelte<br />
effettuate dalla divisione <strong>radio</strong>fonica di BBC Radio, ed è in sintonia con le<br />
principali caratteristiche espresse di broadcaster pubblici europei: ovvero<br />
dimostra una spiccata attenzione alla personalizzazione dell’ascolto ed alla<br />
valorizzazione degli archivi sonori.<br />
Il sito di Radio Uno rispecchia l’identità dell’emittente pubblica, attraverso<br />
spazi di approfondimento legati a ciascun programma, ed un aggiornamento<br />
informativo costante. Il progetto Web di Radio Uno sottolinea infatti le ca-<br />
ratteristiche di autorevolezza e informatività dell’emittente, attraverso l’adozione<br />
di una grafica essenziale e sobria, e ampi spazi dedicati all’informazione.<br />
In più, la <strong>radio</strong> offre forme di interazione tra il pubblico e le redazioni<br />
dei diversi programmi (che in alcuni casi, come per il “Baco del Millennio”,<br />
sono a disposizione forum per gli ascoltatori, e per “Radio anch’io”,<br />
un club degli ascoltatori). Le trasmissioni, suddivise tra programmi di approfondimento<br />
(“oltre le notizie”), di pubblica utilità (“dalla parte dei cittadini”)<br />
e rotocalchi settimanali, hanno un proprio articolato spazio Internet,<br />
spesso veri e propri siti “dedicati”.<br />
La possibilità di ascoltare on line le trasmissioni di Radio Tre e, soprattutto,<br />
l’accesso agli archivi sonori dei programmi realizzati dall’emittente costituiscono<br />
per gli utenti le opportunità di maggiore valore. Da sempre, le<br />
trasmissioni di Radio Tre sono caratterizzate da contenuti di alto livello culturale,<br />
tanto da rendere spesso difficile una fruizione continuata allo stesso<br />
livello di attenzione da parte degli ascoltatori. Come osservato, i servizi offerti<br />
dal sito di Radio Tre sono molteplici e l’impianto del sito si avvicina<br />
molto al concetto di “servizio sonoro” che potrebbe caratterizzare l’evoluzione<br />
futura <strong>della</strong> <strong>radio</strong>: sono infatti presenti contenuti d’archivio, come<br />
spezzoni dei “Teatri Sonori” raccolti e mandati in onda da Rai Tre, l’ascolto<br />
di brani letterari all’interno di alcune trasmissioni (come Esercizi di Memoria),<br />
o alcuni brani musicali. In futuro, le potenzialità dell’immissione in Rete<br />
dei contenuti propri di Radio Tre (per non parlare dello sfruttamento delle<br />
sinergie con il gruppo Rai) potrebbero garantire un grande sviluppo nella<br />
direzione dei “servizi sonori” e quindi permettere all’emittente pubblica<br />
di raggiungere il segmento di riferimento con efficacia mai realizzata in precedenza.<br />
L’organizzazione, invece, prevede una formula piuttosto “classica” caratterizzata<br />
da grafica verticale, e nella quale il sito è strutturato in diverse aree<br />
tematiche di interesse per il pubblico <strong>della</strong> <strong>radio</strong> tra le quali: Arte, Musica,<br />
Scienze, Teatro, Libri. All’interno di ciascuna area è possibile accedere a più<br />
generi di contenuti (audio, video, testuali). La ricchezza del materiale disponibile<br />
è sicuramente uno dei tratti caratterizzanti del sito. Allo stesso<br />
tempo, è possibile accedere in modo indipendente alle aree destinate ai singoli<br />
programmi attraverso lo spazio dedicato al palinsesto; è possibile inoltre<br />
per l’utente usufruire dei servizi di streaming live o accedere agli archivi,<br />
sia audio che di materiale video.<br />
30<br />
31
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Tabella comparativa dei casi europei<br />
Dalla tabella comparativa realizzata riassumendo l’analisi condotta sui casi<br />
europei (tabella 2), è possibile trarre alcune considerazioni. In primo luogo,<br />
dall’analisi comparata emerge come l’impiego di tecnologie di streaming<br />
per la trasmissione live via Internet sia ormai un uso ampiamente diffuso (è<br />
infatti presente in tutti i casi presi in considerazione) indipendentemente<br />
dal modello specifico di presenza on line adottato.<br />
Un secondo elemento degno di attenzione è la diffusione sempre maggiore<br />
di forme di personalizzazione dell’ascolto, anche se in questo caso può essere<br />
ipotizzato un legame tra il modello adottato e l’articolazione di questo<br />
tipo di servizi. I servizi audio offerti (e tra questi si può includere anche la<br />
presenza di un archivio sonoro accessibile per l’utente e l’erogazione di audio<br />
on demand) hanno in genere maggiore spazio nei siti <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia<br />
pubblica, mentre nel caso <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia privata essi sono maggiormente<br />
contestualizzati all’interno di un percorso editoriale (caratterizzato da una<br />
forte integrazione multimediali tra i contenuti audio, video testuali ecc.).<br />
E’ ancora poco impiegato lo strumento dei canali tematici web <strong>radio</strong>, generalmente<br />
adottati da gruppi multimediali di grandi dimensioni.<br />
Larga diffusione hanno invece i servizi di comunità (forum, chat, club, ma<br />
anche servizi di comunicazione personale ecc.) soprattutto nel settore <strong>della</strong><br />
<strong>radio</strong>fonia privata, maggiormente interessata alle possibilità relazionali del<br />
nuovo mezzo rispetto alla <strong>radio</strong> di servizio pubblico. L’aspetto transazionale<br />
<strong>della</strong> Rete rappresenta invece un genere di attività ancora poco diffuso,<br />
anche se in alcuni mercati esistono esempi molto articolati di servizi commerciali<br />
ed informativi (come Capital FM in Gran Bretagna, ma anche Rtl<br />
e BFM Bz in Francia ed Antenne Bayern in Germania).<br />
In generale, l’adozione dei diversi modelli di presenza on line risponde a precisi<br />
criteri di segmentazione del mercato e risposta ai bisogni dell’utenza, e<br />
testimonia l’adozione del nuovo mezzo con una marcata coerenza al progetto<br />
editoriale alle spalle dell’emittente <strong>radio</strong>fonica. In alcuni casi, la Rete<br />
è utilizzata per esaltare le caratteristiche dell’emittente e rafforzarne il posizionamento<br />
sul mercato, mentre in altri rappresenta uno strumento per<br />
differenziare l’offerta e tentare di intercettare nuovi segmenti di pubblico.<br />
Tabella 2: Tabella comparativa dei casi europei<br />
Tipologia Ascolto Ascolto Integrazione On Archivio Canali Servizi Area<br />
di live personalizzato multimediale demand sonoro di comunità commerciale<br />
emittente contenuti<br />
95.8 Capital Fm Musicale Si No ** No No No ** **<br />
BBC1 Musicale Si *** ** * * No ** No<br />
BBC2 Generalista Si * * * * No ** No<br />
BBC3 Tematica Si *** *** * ** No ** No<br />
Onda Cero Musicale Si * ** ** * ** * No<br />
Cadena Ser Generalista Si ** ** * ** No * No<br />
Cadena Cope Generalista Si * * No No No * No<br />
Rtl Generalista Si * ** No No No *** ***<br />
France Info Informazione Si *** ** *** *** No * No<br />
Bfm Informazione Si *** *** *** *** No * *<br />
NRI Musicale Si * ** No No *** *<br />
Antenne Bayem Musicale Si No ** No No No ** ***<br />
JazzRadioFm Tematica Si ** *** ** * No * No<br />
Rtl-Dieddiesender Musicale Si No * No No No * No<br />
104,6Rtl Berlins Hit Musicale Si * * * No No ** **<br />
Radio Rai (portale) Si *** ** ** *** * * No<br />
Radio Uno Generalista Si *** ** * *** No ** No<br />
Radio Rai 3 Tematica Si *** ** ** *** No * No<br />
Radio Deejay Musicale Si ** * * *** *** *<br />
Rtl 102,5 Generalista/ Si ** ** * * * ** No<br />
Musicale<br />
32<br />
33
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
1.5 Radiofonia digitale e Internet: Considerazioni finali<br />
Il passaggio che la <strong>radio</strong> sta compiendo verso il digitale è largamente attuato,<br />
anche attraverso la computerizzazione degli studi e <strong>della</strong> messa in onda,<br />
e rappresenta una transizione irreversibile. Il DAB (Digital audio broadcasting)<br />
rappresenta a tutt’oggi la soluzione tecnologica più efficace ed è prevedibile<br />
la definitiva affermazione <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale, anche avvalendosi<br />
<strong>della</strong> portata simbolica <strong>della</strong> data del passaggio del broadcasting dall’analogico<br />
al digitale stabilita nel 2006 dalla Federal Communications Commission<br />
americana, ma anche dal legislatore italiano con la legge 66/2001 votata<br />
in forma plebiscitaria dal Parlamento. Allo stato poco più di una scadenza<br />
formale, di cui però saprebbe un grave errore sottovalutare la forza<br />
simbolica.<br />
Se questo passaggio è irreversibile, il fatto che esso avvenga in standard DAB<br />
è probabile ma non certo: potrebbero aversi compromessi sui vari standard,<br />
magari con un tavolo di contrattazione fra industrie produttrice in margine<br />
al MPEG (Moving Picture Experts Group), al quale si devono i più importanti<br />
standard digitali video e audio, a cominciare da Mp 3. A favore di una<br />
certa cautela militano le lentezze delle industrie manifatturiere nel lancio in<br />
grande stile dei ricevitori e soprattutto la scarsa determinazione nel perseguire<br />
l’obiettivo <strong>della</strong> miniaturizzazione dei ricevitori digitali, fondamentale<br />
se si vuole che la <strong>radio</strong> digitale abbia la stessa ampia gamma di usi sociali<br />
di quella portatile analogica.<br />
Una certa cautela va anche posta nel considerare certa l’affermazione delle<br />
“piattaforme nazionali DAB”, forme di concertazione da content providers<br />
concorrenti che condividono uno standard. Tali forme di concertazione, indispensabili<br />
per l’avvio del progetto, potrebbero però incappare nelle normative<br />
antitrust, essendo considerate un cartello, o infrangersi sugli scogli<br />
<strong>della</strong> competizione. Poiché la non definitiva affermazione dello standard richiede<br />
qualche tutela (e le piattaforme lo sono) alle associazioni dei soggetti<br />
in gioco e alle istituzioni <strong>della</strong> politica è richiesto un maggiore interessamento;<br />
un esempio negativo è il fallimento delle trattative a suo tempo intavolate<br />
per un'unica piattaforma digitale televisiva italiana, con il risultato<br />
di averne due, incapaci di raggiungere il punto di pareggio e destinate volenti<br />
o nolenti a qualche forma di fusione.<br />
Con tutte queste cautele è tuttavia indispensabile attrezzarsi alla nuova trasmissione<br />
digitale. Essa grazie alla compressione permetterà di trasmettere<br />
fino a 6 canali su una sola frequenza e quindi potrà diffondere, oltre alla<br />
musica e al parlato, dati di vario tipo (immagini fisse, disegni, testi): notizie<br />
e quotazioni di borsa durante il giornale <strong>radio</strong>, informazioni sul traffico, la<br />
foto di un cantante o la copertina del disco mentre sta suonando, oppure i<br />
testi di una canzone. Non esiste oggi nessuna esperienza valida di questa<br />
creazione di contenuti in ambito <strong>radio</strong>fonico e tali capacità andranno affinate<br />
in senso trasversale (operatori multimediali) mentre l’università e il si-<br />
stema formativo complessivamente non appaiono all’altezza del compito.<br />
La straordinaria diffusione di Internet mostra tutti i limiti di adattamento<br />
dei media unidirezionali e principalmente <strong>della</strong> televisione, quando alla comunicazione<br />
broadcasting, unidirezionale e discendente, vengono contrapposti<br />
il principio e l'etica <strong>della</strong> interattività e <strong>della</strong> connessione. Mentre l’interazione<br />
<strong>della</strong> televisione con la rete è ancora cauta e difficile, la <strong>radio</strong> al<br />
contrario attraversa una nuova e straordinaria ibridazione.<br />
La <strong>radio</strong> è favorita dall’agilità dei file MP 3 (per diversi anni ancora trasmettere<br />
per via telematica un file audio sarà assai più semplice ed economico<br />
di un file audiovisivo), e dei software che dal 1996 (il primo è stato<br />
RealAudio) permettono di ascoltare un file audio dal proprio computer senza<br />
la necessità di scaricare (download) il file per intero prima di farlo eseguire.<br />
Questo processo, chiamato streaming, permette di ricevere dati in un<br />
flusso continuo, praticamente in tempo reale.<br />
Sarebbe tuttavia un errore circoscrivere questa congenialità fra <strong>radio</strong> e Internet<br />
solo agli aspetti tecnologici (i limiti dello streaming video presto o tardi<br />
saranno superati). Essa riguarda piuttosto la forte sovrapposizione del<br />
proprio pubblico (giovane e abituato alla connessione e all’interattività) con<br />
quello <strong>della</strong> rete. Il computer si allea naturalmente con i mezzi che sono<br />
pronti a superare la distanza tra la comunicazione di massa e quella punto<br />
a punto, e che non si accontentano di una comunicazione unidirezionale, e<br />
la <strong>radio</strong> aveva già superato la unidirezionalità alleandosi con il telefono e<br />
poi con il cellulare, diventando un questo senso un mezzo personale e interattivo,<br />
mobile, portatile.<br />
Inoltre una Internet <strong>radio</strong> non richiede licenze, frequenze su cui trasmettere<br />
o autorizzazioni, evitando complicazioni burocratiche, costi e censure,<br />
tasse e visite fiscali, e può essere ascoltata in diretta in tutto il mondo a costi<br />
bassissimi. Con Internet si supera ogni frontiera, come nell'esperienza di<br />
B 92, la <strong>radio</strong> serba che il regime cercò di mettere a tacere e che ha proseguito<br />
le sue trasmissioni su Internet, aggirando la censura.<br />
Fortunatamente, non tutte le <strong>radio</strong> sono in questa situazione estrema, anche<br />
se la loro grande diffusione nel Terzo e Quarto mondo e nei luoghi più<br />
martoriati dai conflitti dovrebbe farci riflettere, come indica un recente <strong>rapporto</strong><br />
<strong>della</strong> Fondazione Rockfeller. 20 Per gran parte delle <strong>radio</strong> trasmettere<br />
anche in Internet significa espandere le proprie possibilità espressive, ampliare<br />
il proprio bacino di ricezione, rafforzare il <strong>rapporto</strong> con gli ascoltatori.<br />
Oltre trasmettere la <strong>radio</strong> in tutto in mondo, Internet la rende visibile,<br />
le permette di elencare le proprie frequenze, di scaricare materiali audio,<br />
diffondere foto dei suoi personaggi, organizzare chat e concorsi fra gli ascoltatori.<br />
Alcuni dei software con cui si può ascoltare la <strong>radio</strong> dal PC hanno la<br />
20<br />
A. Gumucio Dagron, Making Waves: Stories of Partecipatory communication for social change,<br />
New York, The Rockfeller Foundation, 2001.<br />
34<br />
35
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
forma di un frontalino di auto<strong>radio</strong>: è un omaggio alla nostalgia, un tributo<br />
ironico al medium auditivo che è mobile per eccellenza; ora è possibile<br />
muoversi e navigare, senza lasciare il proprio computer.<br />
Si diffonderanno sempre più programmi <strong>radio</strong>fonici che nascono con una<br />
interazione triangolare Internet - <strong>radio</strong> - telefono cellulare, cercando di archiviare<br />
la distinzione fra comunicazione personale e comunicazione di massa<br />
e di ibridare a livello del linguaggio espressivo i materiali audio e quelli<br />
di provenienza telematica. Intanto l'introduzione dell’e-mail e dei Sms nei<br />
rapporti con gli ascoltatori sta cambiando il linguaggio dei disc jockey e il<br />
loro contatto col pubblico; tecniche come la web cam collocata nello studio<br />
<strong>della</strong> <strong>radio</strong> e accessibile dal sito Internet forzano le caratteristiche <strong>della</strong> <strong>radio</strong>,<br />
facendola assomigliare a un reality show, mentre le emittenti si stanno<br />
rendendo conto di quanto sia poco produttivo portare nella televisione in<br />
chiaro i loro programmi e personaggi. La via da battere è piuttosto quella<br />
dei “contenuti multipiattaforma”, con eventi dal vivo, trasmissioni broadcast,<br />
streaming sul web, archivi testuali sempre in rete, collegamenti continui<br />
e bidirezionali via e-mail, cellulare, Sms. È in corso dunque una intensa<br />
esplorazione di nuovi formati; non tutti avranno successo ma tutti vanno<br />
verso una piena digitalizzazione e la moltiplicazione dei livelli di fruizione.<br />
In particolare per quanto riguarda la tecnologia cellulare, al largo successo<br />
degli Sms si contrappone una situazione di attesa per quello che riguarda la<br />
fruizione <strong>della</strong> musica tramite il cellulare. Si ha l’impressione che i tecnologi<br />
non si siano soffermati a sufficienza sull’uso sociale del mezzo. In particolare<br />
il cellulare ha una modalità di apertura su domanda (il trillo <strong>della</strong><br />
suoneria) non a caso oggetto di una vivace personalizzazione (vibrazioni,<br />
sonerie particolari che ammiccano a testi musicali a vario titolo celebri e capaci<br />
di connotare, come una cravatta, il proprietario); generalmente è chiuso;<br />
non avrebbe senso, allo stato attuale del suo design, usarlo come una fonte<br />
continua di informazioni sonore, mentre si passeggia. L’impressione è che<br />
al momento la messaggistica (anche da parte delle emittenti e dei providers)<br />
sia una strada più seguita.<br />
Un’altra direzione che ha preso l’interazione fra <strong>radio</strong> ed Internet è la “Music<br />
on demand”, cioè la diffusione di canali audio tematici digitali. Nelle<br />
abitazioni questi sono già offerti, senza particolare successo, dalle piattaforme<br />
televisive digitali; la tiepidezza del pubblico si spiega con la modalità<br />
di fruizioni, rigidamente domestica e attraverso il televisore, il che sembra<br />
un controsenso e probabilmente lo è. In molti portali Internet sono disponibili<br />
decine di canali tematici con un motore di ricerca che permette all'ascoltatore<br />
la creazione di una propria playlist scelta in un elenco di migliaia<br />
di titoli.<br />
Infine, la <strong>radio</strong> ha buone possibilità di implementare Internet fornendole<br />
l’interfaccia audio. Siamo abituati a pensare ad Internet come qualcosa di<br />
visivo, composto di parole e immagini. La sonorità di Internet rappresenta<br />
un passaggio chiave per la sua accettabilità popolare, per essere effettivamente<br />
"friendly", per non essere più soltanto una macchina da ufficio. Se poi<br />
il computer vorrà essere utilizzato in mobilità, o integrato con altre macchine<br />
che tengono le mani già occupate, l’interfaccia audio diventa obbligatoria.<br />
L'ambiente sonoro di Internet è una tema di crescente importanza<br />
e in cui non mancano aspetti problematici, per la banalità di molte interfacce<br />
audio in ambiente informatico, per la durezza di certi stacchi sonori,<br />
la volgarità di certe musichette all’avvio del computer, i triti rumori di accompagno<br />
di tante pagine in rete, il silenzio imbarazzante che promana da<br />
molti siti Internet.<br />
La <strong>radio</strong> è il luogo del contatto tra il suono e la vita quotidiana di migliaia<br />
di persone e il suo modo di trattare la musica e la voce può diventare la sonorità<br />
<strong>della</strong> rete Internet. L’integrazione fra <strong>radio</strong>, computer, telefono ed Internet,<br />
in ambiente digitale, rappresenta una carta da giocare per chiunque<br />
voglia entrare in un settore di mercato straordinariamente abitato da giovani<br />
consumatori, crearsi esperienze e professionalità per la creazione di<br />
contenuti multicanale e multipiattaforma, giocare da protagonista quando<br />
il sonoro diventerà un complemento indispensabile del computer ormai integrato<br />
in tante altre macchine. Un appuntamento da non perdere non solo<br />
per le emittenti, ma per il mondo <strong>della</strong> comunicazione, dei contenuti multimediali,<br />
<strong>della</strong> connessione.<br />
36<br />
37
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
2.PARTE SECONDA: CARATTERISTICHE<br />
DEL MERCATO RADIOFONICO EUROPEO<br />
2.1 La fase evolutiva <strong>della</strong> <strong>radio</strong> europea<br />
Il panorama <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia in Europa sta attraversando una fase evolutiva<br />
assai interessante al termine <strong>della</strong> quale il profilo dell’intero settore potrebbe<br />
risultare profondamente modificato.<br />
I fattori trainanti di questo processo sono numerosi. L’avvento delle tecnologie<br />
digitali apre alla <strong>radio</strong>fonia nuove modalità distributive e di relazione<br />
con la propria utenza, dischiudendo contestualmente interessanti opportunità<br />
commerciali.<br />
La <strong>radio</strong>fonia è in tutta Europa un sistema misto pubblico – privato, ma il<br />
segmento più dinamico è rappresentato dalla <strong>radio</strong> commerciale, mentre la<br />
<strong>radio</strong> di servizio pubblico copre prevalentemente alcune nicchie costose come<br />
quella dell’informazione, oltre a segmenti di vecchio pubblico caratterizzato<br />
da una fruizione “televisiva” e generalista del mezzo <strong>radio</strong>fonico (anziani,<br />
ceti sfavoriti ecc.). La <strong>radio</strong>fonia pubblica inoltre monopolizza per ora<br />
il segmento <strong>della</strong> <strong>radio</strong> culturale (sia musicale che di parola).<br />
Questo quadro ampiamente noto è tuttavia investito da un importante cambiamento,<br />
verificato negli ultimi anni: infatti la <strong>radio</strong> privata, che era partita<br />
adottando quasi senza eccezioni un format dominato dalla musica leggera,<br />
si sta gradualmente trasformando per adottare format nei quali trovano<br />
spazio sia l’informazione che il light entertainment, adattati ed assorbiti<br />
dai diversi formati esistenti; e dunque in direzione di un riequilibrio fra<br />
musica e parole. In questo modo, l’offerta <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia commerciale si è<br />
gradualmente rinnovata, interessando nuovi segmenti resi redditizi dall’attività<br />
<strong>radio</strong>fonica.<br />
La tendenza generale sembra indicare nella definizione e nell’ampliamento<br />
dei formati e dell’offerta <strong>radio</strong>fonica un’importante risorsa per la <strong>radio</strong>fonia,<br />
che nei prossimi anni presumibilmente sperimenterà nuovi canali e formule<br />
aggredendo anche le ultime nicchie di completo controllo pubblico,<br />
come i canali culturali. Alcuni esperimenti sono già stati realizzati anche in<br />
Italia, come nel caso dell’emittente satellitare destinata ad un’utenza professional<br />
Dayclassic Radio (realizzata dalla società di servizi Daymedical ed<br />
Euromedia), oppure del format musica classica/informazione finanziaria<br />
messo a punto da Radio Classica del gruppo Class Editori. Questo generale<br />
fenomeno di ampliamento dell’offerta, unitamente all’affermazione dei canali<br />
digitali satellitari ed al fenomeno <strong>della</strong> digital migration (ovvero il possibile<br />
passaggio di larghe fasce di pubblico, in seguito all’adozione delle più<br />
affidabili e meglio ricevibili tecnologie digitali, dalla <strong>radio</strong> pubblica a quella<br />
privata) incideranno probabilmente in modo significativo sull’assetto del<br />
mercato <strong>radio</strong>fonico, contribuendo a rafforzare ulteriormente il segmento<br />
<strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia commerciale.<br />
38<br />
39
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Non si deve dimenticare inoltre che un allentamento delle normative, che<br />
nei vari paesi regolano il settore dei media, potrebbe dare ulteriore impulso<br />
alla <strong>radio</strong>. Tra le principali ragioni che hanno bloccato lo sviluppo del settore<br />
<strong>radio</strong>fonico, costringendolo ad accontentarsi di una quota mediamente<br />
pari al 5% degli investimenti pubblicitari in Europa (contro una quota superiore<br />
al 12% negli Stati Uniti) sono stati, e sono ancora, i numerosi vincoli<br />
normativi che erano finalizzati soprattutto alla televisione e venivano<br />
estesi, in modo pigro, alla <strong>radio</strong>fonia, senza che il legislatore tenesse in alcun<br />
conto la diversa specificità dei due mezzi. Tali vincoli legislativi, se da<br />
una parte introducono restrizioni dirette alla stessa raccolta pubblicitaria,<br />
dall’altra con una rigida politica anti-concentrazione favoriscono, in alcuni<br />
casi, la frammentazione geografica e proprietaria delle <strong>radio</strong> 21 diminuendo<br />
la possibilità di un forte impatto sui consumatori.<br />
Nella figura 1 sono riportate le quote percentuali del mercato pubblicitario<br />
che la <strong>radio</strong>fonia ha raggiunto nel 2001 nei principali diversi paesi europei.<br />
Come emerge dalla figura, nessun paese ha superato una quota superiore al<br />
10 % degli investimenti pubblicitari del proprio paese, mentre nei principali<br />
mercati europei (Francia, Italia, Gran Bretagna e Germania, con la sola<br />
eccezione <strong>della</strong> Spagna, al 9%) la raccolta pubblicitaria <strong>radio</strong>fonica ha oscillato<br />
tra il 7% (Francia) ed il 4% (Germania), mostrando quindi quote contenute<br />
rispetto, ad esempio, al mercato statunitense (dove la quota percentuale<br />
supera il 12% degli investimenti).<br />
Figura 1 Investimenti pubblicitari <strong>radio</strong>fonici in alcuni paesi europei – Anno 2001<br />
Incidenza percentuale sul totale mercato pubblicitario<br />
Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />
21<br />
A questo proposito si veda AA.VV, Is anyone out of listening?, The McKinsey Quarterly, 2000<br />
Number 2 Europe.<br />
40<br />
41
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
La figura 2 mostra invece i risultati relativi alla raccolta pubblicitaria nei diversi<br />
paesi espressi in valori assoluti. Dalla tabella emerge con chiarezza<br />
l’importanza dei cinque mercati di Francia, Gran Bretagna, Germania, Italia<br />
e Spagna, caratterizzati da investimenti pubblicitari che superano i 400<br />
milioni di Euro (Italia), con punte di € 731 milioni (Gran Bretagna) e 701<br />
milioni (Francia); ma anche la relativa esiguità del mercato domestico italiano<br />
rispetto a paesi paragonabili per numero di abitanti e sviluppo economico.<br />
La <strong>radio</strong> nella sua dimensione economica tradizionale condivide con gli altri<br />
media un modello di business profondamente dipendente dagli investimenti<br />
pubblicitari. Come mezzo di comunicazione pubblicitaria la <strong>radio</strong> offre<br />
ai propri clienti molti vantaggi: gli utenti in genere lo ritengono un medium<br />
rilassante e idoneo ad essere informati, può essere fruito in mobilità<br />
e contestualmente allo svolgimento di altre attività, inoltre con lo sviluppo<br />
<strong>della</strong> distribuzione via Internet viene sempre più ascoltato anche attraverso<br />
il PC in ufficio.<br />
Per gli investitori pubblicitari la <strong>radio</strong> può raggiungere un’audience talvolta<br />
differente da quella televisiva, oppure la medesima, ma in orari in cui la televisione<br />
non è ascoltata, soprattutto nelle fasce orarie del mattino a partire<br />
dalle 7,00. La <strong>radio</strong> ha un elevato potere di fidelizzazione dell’audience e<br />
anche di segmentazione: essa infatti permette più agevolmente <strong>della</strong> televisione<br />
di raggiungere particolari gruppi di ascoltatori attraverso la tematizzazione<br />
dei suoi palinsesti o il profondo radicamento in una comunità locale.<br />
La <strong>radio</strong> inoltre rappresenta un medium “giovane” caratterizzato da<br />
fasce di pubblico tra i 15 ed i 35 anni, e anche di età inferiore (12-15), difficilmente<br />
invece raggiungibili, per gusti e stili di vita, dal mezzo televisivo.<br />
Figura 2 Investimenti pubblicitari <strong>radio</strong>fonici in alcuni paesi europei – Anno 2001<br />
Valori in milioni di €<br />
Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />
42<br />
43
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Un ulteriore vantaggio è rappresentato dal fatto che la <strong>radio</strong> (come è illustrato<br />
nella figura 3) offre, all’interno dei principali mercati europei, CPM<br />
(cost per thousand, costo per migliaia di contatti) di valore molto competitivo,<br />
che si pongono fra il 20-50% di quello <strong>della</strong> televisione.<br />
Per chi deve fare pubblicità la <strong>radio</strong> consente infine di accorciare i tempi per<br />
comunicare con il mercato: i tempi di realizzazione e di messa in onda di<br />
un comunicato <strong>radio</strong>fonico sono in genere molto più brevi di quelli di uno<br />
spot televisivo.<br />
La <strong>radio</strong> è però un mezzo ancora troppo regolamentato, come molti analisti<br />
rimarcano. Alcuni studi evidenziano come in paesi dove gli investimenti<br />
pubblicitari su <strong>radio</strong> sono soggetti a minori vincoli legislativi - si veda l’esperienza<br />
USA- la <strong>radio</strong> controlli una quota del mercato pubblicitario ben<br />
più elevata rispetto a quella di molti mercati europei. Sebbene il mercato<br />
statunitense non sia paragonabile per storia e caratteristiche a quello europeo,<br />
questo forte divario potrebbe essere ridotto. Inoltre la frammentazione<br />
proprietaria del mercato <strong>radio</strong>fonico europeo non sempre agevola l’attività<br />
di pianificazione.<br />
E’ proprio la dimensione degli operatori <strong>radio</strong>fonici a costituire un altro importante<br />
limite al settore. Per poter competere con gli altri mezzi e potersi<br />
sviluppare come imprese le <strong>radio</strong> devono sottostare a uno dei principi del<br />
business dei media, caratterizzato da elevati costi fissi: devono poter sfruttare<br />
economie di scala, raggiungere in tempi rapidi una massa critica ed<br />
espandere la propria base di clienti per accrescere, e migliorare, la propria<br />
redditività.<br />
Le imprese <strong>radio</strong>foniche europee stanno quindi cercando di raggiungere una<br />
dimensione significativa ed una più efficiente organizzazione al fine di poter<br />
sviluppare la propria capacità di creare valore.<br />
La <strong>radio</strong>, oltre a essere una componente importante del settore <strong>della</strong> comunicazione<br />
e dei media, è anche un importante tassello dell’industria dell’intrattenimento<br />
e dell’informazione. Quest’altro punto di vista sull’industria<br />
<strong>radio</strong>fonica non deve essere dimenticato: la <strong>radio</strong> è anche una componente<br />
fondamentale all’interno di macro-business come quello dell’intrattenimento<br />
musicale e dell’informazione. Non ci dobbiamo quindi meravigliare<br />
se, per ragioni di efficienza, la ritroviamo sempre più integrata all’interno<br />
di imprese multicanale. Allo stesso tempo, la <strong>radio</strong> è sempre più parte di strategie<br />
di marketing di contenuti multipiattaforma.<br />
Figura 3 Costo per contatto nel settore <strong>radio</strong>fonico in Francia, Germania e<br />
Gran Bretagna, 2001<br />
Numeri indice – Costo per contatto settore televisivo = 100<br />
Il mercato dei media vive in realtà una generale evoluzione verso strategie<br />
multipiattaforma. In casi di format di grande successo, la gestione del marketing<br />
è avvenuta attraverso più mezzi e canali: si pensi a reality-show come il<br />
Grande Fratello, presente in tv ma anche su tv satellitare con un canale tematico<br />
in chiaro, con la trasmissione in streaming su Internet, in <strong>radio</strong> con<br />
44<br />
45
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
spazi ad esso dedicati (si pensi alla “esclusiva audio” concessa da Aran Endemol<br />
a Radio 105), l’uso del wap e di house organ dedicati al programma;<br />
ma un buon esempio sono anche i concerti di musica rock e pop, ascoltabili<br />
attraverso la <strong>radio</strong>, visibili su Mtv, fruibili attraverso Internet e riproposti<br />
con servizi di telefonia mobile (wap) e circondati da un merchandising e da<br />
iniziative per la mobilità (pacchetti turistici) di diverso genere. Infine, l’entrata<br />
<strong>della</strong> <strong>radio</strong> nel settore <strong>della</strong> tv tematica satellitare (com’è avvenuto in<br />
Italia per Deejay Tv, Rtl Hit Channel e Radio Italia con il più tradizionale Video<br />
Italia) testimonia ancora una volta la tendenza del settore <strong>radio</strong>fonico<br />
verso strategie multicanale e multipiattaforma.<br />
Se si assumono queste categorie e se si condividono le coordinate con le quali<br />
si è cercato di definire il posizionamento <strong>della</strong> <strong>radio</strong> oggi, non risulterà<br />
difficile comprendere alcuni importanti segnali che emergono dalla decodifica<br />
del settore <strong>radio</strong>fonico oggi in Europa.<br />
Da un lato si assiste infatti alla nascita e allo sviluppo di operatori multinazionali<br />
e, dall’altro, all’integrazione del business <strong>radio</strong>fonico in gruppi editoriali,<br />
televisivi e multimediali.<br />
La Tabella 3 elenca alcuni dei principali gruppi multimediali operanti in Europa:<br />
tra di essi, è interessante rilevare il grado di diversificazione multimediale<br />
espresso dal peso rappresentato dall’attività <strong>radio</strong>fonica sul totale<br />
del fatturato. Se infatti per RTL, gruppo europeo specializzato nel settore<br />
audiovisivo, la <strong>radio</strong> conta per il 6%, e per Modern Times il 2%, al contrario<br />
per la francese NRJ (100%) e l’inglese GWR (98%) essa rappresenta l’attività<br />
principale, testimoniando un’elevata presenza internazionale anche per i<br />
gruppi puramente <strong>radio</strong>fonici.<br />
Tabella 3 Principali operatori multinazionali europei con indicazione del grado<br />
di diversificazione multimediale<br />
Gruppo Fatturato 2000 % <strong>radio</strong> Paesi in cui vi è presenza <strong>radio</strong>fonica<br />
Euro Mln su totale fatturato<br />
RTL Group 4.044 6% Belgio, Francia, Olanda, Lussemburgo,<br />
Germania, Gran Bretagna, Olanda, Svezia<br />
NRJ 278 100% Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia,<br />
Francia, Germania, Svizzera, Svezia<br />
Modern Times Group 5.431 2% Estonia, Finlandia, Lettonia, Norvegia,<br />
Svezia<br />
Lagardere 7.203 n.d. Belgio, Francia, Germania, Polonia,<br />
Repubblica Ceca, Romania,Russia, Ungheria<br />
SBS Broadcasting 453 n.d. Danimarca, Finlandia, Grecia, Olanda,<br />
Svezia<br />
GWR 102 98% Austria, Finlandia, Gran Bretagna.<br />
Fonte: UBS Warburg<br />
Sempre più si assiste al diffondersi di intrecci multimediali che trovano nella<br />
<strong>radio</strong> un importante snodo strutturale.<br />
Nella prospettiva <strong>della</strong> multimedialità devono essere considerati sia la <strong>radio</strong>fonia<br />
digitale sia quella via Internet. In alcuni paesi (come, ad esempio,<br />
la Spagna) è molto evidente come siano soggetti del mondo dell’editoria o<br />
dei media che adottano queste nuove forme di trasmissione <strong>radio</strong>fonica, talvolta<br />
per aggirare vincoli normativi o per mancanza di alternative, a fronte<br />
alla scarsità di licenze disponibili.<br />
I segnali che provengono panorama <strong>radio</strong>fonico europeo indicano quindi<br />
da una parte il bisogno di crescere degli operatori <strong>radio</strong>fonici e, dall’altro,<br />
la necessità o l’ineluttabilità dell’integrazione in gruppi multimediali.<br />
46<br />
47
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
2.2 Spagna<br />
In Spagna, paese di circa 34 milioni di abitanti e oltre 1.150 emittenti, la <strong>radio</strong><br />
in questi anni non ha saputo conquistarsi una posizione di forza all’interno<br />
di un panorama mediatico fortemente condizionato dalla televisione;<br />
con oltre 18 milioni di ascoltatori raggiunge una penetrazione pari al 53%.<br />
Negli ultimi dieci anni il tempo medio di ascolto si è assestato intorno ai 100<br />
minuti anche se si è evidenziata una leggera tendenza alla diminuzione a discapito<br />
soprattutto delle <strong>radio</strong> generaliste (figura 4), mentre, ad esempio, un<br />
leggero miglioramento si è manifestato per le <strong>radio</strong> tematiche.<br />
Figura 4 Penetrazione dell’ascolto <strong>radio</strong>fonico in Spagna<br />
I principali operatori<br />
Il panorama <strong>radio</strong>fonico spagnolo vede la presenza accanto all’operatore<br />
pubblico di una nutrita rappresentanza di operatori privati. Radio Nacional<br />
de España (RNE) controlla complessivamente 459 stazioni: 105 di esse operano<br />
una sola rete in AM mentre 354 danno vita a 4 network in FM. RNE<br />
controlla anche Radio Exterior de España, la prima emittente ad onde corte<br />
in lingua spagnola e la terza al mondo dopo BBC e Radio Vaticana.<br />
Rientrano sempre nella sfera pubblica le emittenti regionali che fanno capo<br />
alle diverse comunidades autonomas (CCAA), cioè gli organismi regionali.<br />
Infine sono oltre 500 le stazioni <strong>radio</strong> (<strong>radio</strong>s municipales) controllate dai<br />
singoli comuni.<br />
A fianco delle emittenti pubbliche vi è una vivace presenza privata, sia a livello<br />
nazionale che locale (tabella 4)<br />
Tabella 4 Principali operatori <strong>radio</strong>fonici in Spagna<br />
Proprietà Stazioni Distribuzione Segnale<br />
Radio Nacional de España Rne R1 AM, FM, Cable, Satellite<br />
(Operatore pubblico)<br />
Rne R3<br />
AM, FM, Cable, Satellite<br />
Rne R5<br />
AM, FM, Cable, Satellite<br />
Societad Cooperativa Radio Catalunya FM, Cable, Satellite<br />
Associacio de Catalun ya (SCCL)<br />
EITB Radio Euskadi FM, Cable, Satellite<br />
Compania de Radio Televisión de Radio Galega<br />
FM, Cable, Satellite<br />
Galicia (CRTVG)<br />
Grupo Radio Televisión de Sur Radio FM, Cable, Satellite<br />
Andalucía (RTVA)<br />
Telemadrid (Statale) Onda Madrid FM, Cable, Satellite<br />
Altri Radio 9 FM, Cable, Satellite<br />
Gruppo Prisa SER AM, FM, Cable, Satellite<br />
Cadena 40<br />
FM, Cable, Satellite<br />
Dial<br />
FM, Cable, Satellite<br />
Radiole<br />
FM, Cable, Satellite<br />
Radio Popular COPE FM, Cable, Satellite<br />
Cadena 100<br />
FM, Cable, Satellite<br />
Telefonica Media Onda Cero FM, Cable, Satellite<br />
Onda Melodia<br />
FM, Cable, Satellite<br />
Fonte: UBS Warburg<br />
Uno dei principali tratti che contraddistingue la <strong>radio</strong>fonia privata spagnola<br />
è l’elevato numero di operatori “multimediali”, ovvero di operatori già attivi<br />
nell’editoria o nella televisione.<br />
Unión Radio, la società che controlla SER, la più importante catena <strong>radio</strong>fonica<br />
privata spagnola (34% di share), è detenuta per l’80% da Prisa, uno<br />
dei principali gruppi mediatici spagnoli, editore fra l’altro del quotidiano El<br />
Pais e presente nel settore televisivo attraverso Sogecable, e per il 20 % dal<br />
Grupo Godó, altro operatore multimediale editore del quotidiano catalano<br />
La Vanguardia. Sempre ad Unión Radio fanno capo alcune <strong>radio</strong> tematiche<br />
fra cui 40 Principales, <strong>radio</strong> specializzata in musica pop-rock e prima in assoluto<br />
fra le <strong>radio</strong> tematiche spagnole.<br />
Telefonica, attraverso la divisione Telefonica Media in cui sono concentrate<br />
tutte le partecipazioni nel settore audiovisivo, controlla invece Onda Cero<br />
Radio. Telefonica ha numerose partecipazioni in società <strong>radio</strong>foniche anche<br />
in Argentina.<br />
48<br />
49
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Altro importante operatore <strong>radio</strong>fonico è COPE, che fa riferimento alla società<br />
Radio Popular di proprietà <strong>della</strong> Conferenza episcopale spagnola.<br />
Nella figura 5 sono riportate le percentuali di audience delle principali <strong>radio</strong><br />
generaliste. Tra di esse, il primato appartiene a Ser, seguita Onda Cero<br />
e solo in terza posizione dalla Rne R1 (il primo canale <strong>della</strong> <strong>radio</strong> pubblica<br />
nazionale). La <strong>radio</strong> nazionale spagnola è seguita da Cope, mentre la quinta<br />
emittente generalista per ascolti è la <strong>radio</strong> nazionale catalana: Catalunya<br />
Radio.<br />
Il mercato pubblicitario<br />
La <strong>radio</strong> in Spagna rappresenta oltre il 9% degli investimenti pubblicitari<br />
del paese e la sua quota è sostanzialmente rimasta stabile negli ultimi 10 anni.<br />
Il trend di crescita degli investimenti <strong>radio</strong>fonici è stato comunque inferiore<br />
a quello di televisione e stampa.<br />
Figura 6 Spagna. Principali <strong>radio</strong> tematiche per numero di ascoltatori<br />
Figura 5 Spagna. Principali <strong>radio</strong> generaliste per numero di ascoltatori<br />
migliaia<br />
Sotto l’aspetto <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia tematica (figura 6) la situazione cambia, ed<br />
il principale operatore del settore per ascoltatori è Cadena 40 (con oltre 2<br />
Mln e mezzo di ascoltatori), seguita da Dial, R5tn, M80, C 100, mentre l’emittente<br />
pubblica di musica classica Radio Clasìca tocca i 175 mila ascoltatori,<br />
e l’emittente d’informazione Europa Fm i 139 mila. Si deve ricordare<br />
che Cadena 40 (40 Principales: cui fa capo anche un’emittente televisiva<br />
tematica, 40 Tv), Dial ed M80 appartengono ad Union Radio, e quindi, al<br />
Gruppo Prisa.<br />
Nella figura 7 sono riportate le percentuali di investimenti pubblicitari raccolti<br />
dai diversi mezzi. Il mercato è dominato dalla Tv (40,9%) e dai quotidiani<br />
(29,3%), mentre il 9,3% <strong>della</strong> <strong>radio</strong> è comunque inferiore alla raccolta<br />
pubblicitaria dei periodici (14,3%).<br />
50<br />
51
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Figura 7 Investimenti pubblicitari in Spagna. Quote percentuali per mezzo nel<br />
2001<br />
Figura 8 Investimenti pubblicitari <strong>radio</strong>fonici in Spagna. Anni 1990 - 2001<br />
Tendenze e dinamiche in atto<br />
In termini di tendenza, la figura 8 illustra l’andamento <strong>della</strong> raccolta pubblicitaria<br />
<strong>radio</strong>fonica in valori assoluti tra il 1990 ed il 2001: come si può osservare,<br />
il mercato, superata una fase decrescente nel 1994, si è assestato su<br />
valori piuttosto stabili rispetto a quelli relativi all’inizio degli anni novanta,<br />
hanno pesato comunque sui risultati dell’ultimo anno gli effetti <strong>della</strong> generalizzata<br />
crisi del settore pubblicitario.<br />
In Spagna, la sperimentazione del sistema DAB è stata avviata a partire dal<br />
1998, anno in cui sono stati lanciati i primi canali digitali nell’area di Barcellona,<br />
Madrid e Valencia. Nel marzo del 2000 il governo ha concesso 10 licenze<br />
per la <strong>radio</strong>fonia digitale da collocare su due multiplex distinti, assegnazione<br />
che ha visto ancora una volta premiare i principali gruppi multimediali<br />
del Paese.<br />
Esse sono state infatti assegnate a: Onda Cero controllata da Telefónica; Radio<br />
España, controllata dal gruppo multimediale Planeta; Unedisa Comunicaciones<br />
che edita il quotidiano El Mundo ed è fra l’altro partecipata da<br />
HDP; Recoletos editore dei quotidiani Marca (sport) ed Expansion (economia)<br />
e controllato dal gruppo Pearson; Onda Digital-Retevisión; COPE; Sauzal<br />
66-Intereconomia; Prensa Española, editore del quotidiano ABC e ora<br />
fusasi con il Grupo Planeta; Sociedad de Radio Digital del Grupo Planeta; e<br />
SER.<br />
Attualmente, esistono 18 canali digitali in DAB, tra i quali stazioni digital<br />
only che appartengono ad Unidesa Cominicaciones (El Mundo), Prensa<br />
52<br />
53
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Española (ABC) e Recoletos, ovvero che fanno riferimento a gruppi editoriali.<br />
Altre stazioni unicamente digitali sono Cope Digital, Ser Digital e Quiero<br />
Radio. Sono in via di sperimentazione canali digitali locali e servizi di trasmissione<br />
dati. Attualmente, il sistema digitale è in grado di assicurare una<br />
copertura del 50% <strong>della</strong> popolazione, ma si intende aumentare questa percentuale<br />
all’80% entro il 2004.<br />
Le principali emittenti sia tematiche che generaliste sono invece ormai presenti<br />
sul canale Internet e sviluppano modelli di attività on line piuttosto<br />
avanzati, registrando l’ampia diffusione di servizi di ascolto live streaming,<br />
a margine di siti d’impronta informativa e di intrattenimento.<br />
Tra le <strong>radio</strong> spagnole, sono attive in Rete: 40 Principales; Cadena 100; Cadena<br />
Cope; Cadena Ser; Europa FM; Grup d'Emissores de Catalunya Ràdio<br />
(la <strong>radio</strong> nazionale catalana è molto attiva e propone anche diversi servizi<br />
di personalizzazione: un’autentica <strong>radio</strong> “a la carte” www.cat<strong>radio</strong>.es); M80;<br />
Onda Cero; Radio España; Radio Nacional de España (Radio 1; Radio 3 Radio<br />
5 Todo Noticias, Radio Clásica, Radio Exterior de España).<br />
2.3 Francia<br />
La <strong>radio</strong> in Francia raggiunge quotidianamente oltre 40 milioni di abitanti,<br />
pari all’84% <strong>della</strong> popolazione. A possedere un ricevitore <strong>radio</strong>fonico è il<br />
98,8% delle famiglie francesi.<br />
Se si pensa che nel 1981 la <strong>radio</strong> veniva ascoltata solo dal 72% <strong>della</strong> popolazione,<br />
si può comprendere come in questi ultimi venti anni in Francia si<br />
sia assistito a uno sviluppo molto sostenuto dell’audience <strong>radio</strong>fonica.<br />
Nella figura 9 è illustrata la tendenza del reach quotidiano <strong>radio</strong>fonico in<br />
Francia tra il 1997 ed il 2002: anche in questo caso, si è registrata una tendenza<br />
costante alla crescita <strong>della</strong> penetrazione del mezzo, che raggiunge<br />
l’83,7 % <strong>della</strong> popolazione nel 2000 e subisce una leggerissima contrazione<br />
nel 2001.<br />
Figura 9 Penetrazione dell’ascolto <strong>radio</strong>fonico in Francia<br />
Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />
54<br />
55
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
I principali operatori<br />
L’operatore pubblico è rappresentato da Radio France (RF), Radio-télévision<br />
française d'outre-mer (RFO) e Radio France Internationale (RFI). In<br />
Radio France sono comprese cinque stazioni a diffusione nazionale: France<br />
Inter, France Musiques, France Culture, France Info et France Bleu.<br />
Nel 2000 le stazioni <strong>radio</strong> private in Francia erano circa 1157. Classificate<br />
in 5 diverse categorie, esse ricevono un’autorizzazione rinnovabile <strong>della</strong> durata<br />
di cinque anni.<br />
Ogni emittente autorizzata inoltre stipula con il Conseil Superieur de l’Audivisual<br />
(CSA) una convenzione con cui vengono definiti gli obblighi per l’operatore,<br />
soprattutto per quanto concerne i contenuti, la pubblicità e, per le<br />
<strong>radio</strong> musicali, la proporzione di “canzoni francesi” che devono essere il 40%<br />
di quelle trasmesse.<br />
Fra i principali operatori privati (tabella 5) vi sono importanti gruppi quotati<br />
in borsa: RTL Group, Lagardère, NRJ e LVMH operatore del settore <strong>della</strong><br />
moda e del lusso, che controlla due emittenti <strong>radio</strong>foniche. In termini di audience<br />
l’emittente privata leader è RTL seguita a ruota da NRJ e Europe 1.<br />
Tabella 5 Principali operatori <strong>radio</strong>fonici in Francia<br />
Proprietà Stazione Share Audience % Classificazione Mediametrie<br />
Rtl Group RTL 13,2 Generalista<br />
FUN RADIO 6,9 Musicale<br />
RTL2 4,5 Musicale<br />
Radio France FRANCE INFO 11,6 Tematica<br />
FRANCE INTER 10,5 Generalista<br />
FRANCE BLEU 6,3 Generalista<br />
FRANCE MUSIQUES 1,2 Tematica<br />
Nrj Group NRJ 11,2 Musicale<br />
NOSTALGIE 8,3 Musicale<br />
CHERIE FM 5,7 Musicale<br />
RIRE ET CHANSONS 3,5 Musicale<br />
RMC INFO* 2,3 Generalista<br />
LVMH MFM 1,5 Musicale<br />
RADIO CLASSIQUE 1,3 Tematica<br />
Lagardere EUROPE 1 10 Generalista<br />
EUROPE 2 5,8 Musicale<br />
RFM 3,8 Musicale<br />
Deutsche Bank SKYROCK 6,7 Musicale<br />
Altri BFM 1,8 Tematica<br />
Nella figura 10 è rappresentata la distribuzione dell’audience tra le principali<br />
<strong>radio</strong> francesi nella sua evoluzione tra il 1995 ed il 2001: la distribuzione<br />
è rimasta sostanzialmente stabile, con una netta superiorità del gruppo<br />
Rtl sulla <strong>radio</strong> pubblica con France Inter e France Info, seguite dal gruppo<br />
NRJ e Nostalgie e dalle <strong>radio</strong> controllate dal gruppo Lagardère (Europe1 soprattutto).<br />
Figura 10 Audience delle principali emittenti in Francia. Tendenza<br />
1995 – 2001<br />
Valori percentuali<br />
Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />
Fonte: UBS Warburg<br />
Sia NRJ che Lagardère dalla Francia hanno sviluppato una presenza multinazionale<br />
sia all’interno dell’Unione Europea sia all’esterno: Lagardère ha<br />
ad esempio una robusta presenza <strong>radio</strong>fonica in Polonia.<br />
56<br />
57
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Il mercato pubblicitario<br />
Gli investimenti pubblicitari su <strong>radio</strong> costituiscono oltre il 7% del mercato<br />
pubblicitario francese (figura 11), una delle quote più elevate detenute dalla<br />
<strong>radio</strong> nei principali paesi europei. La Francia risulta un mercato caratterizzato<br />
dalla forte capacità di attrarre risorse da parte di <strong>radio</strong> e periodici<br />
(32%), a fronte da un ruolo minore, rispetto ad altri paesi, svolto da quotidiani<br />
(16,6%) e televisione (29,5%).<br />
Gli investimenti sul mezzo <strong>radio</strong>fonico che hanno raggiunto nel 2001 circa<br />
Euro 656 Mln, ed hanno registrato negli ultimi sei anni un trend non sempre<br />
costante (Figura 12).<br />
Figura 11 Investimenti pubblicitari in Francia. Composizione percentuale per<br />
mezzo – Anno 2001<br />
Fonte: Elaborazioni Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />
Figura 12 Investimenti pubblicitari <strong>radio</strong>fonici in Francia Anni 1995 - 2001<br />
Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />
58<br />
59
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Gli investimenti sul mezzo <strong>radio</strong>fonico hanno vissuto una fase decrescente<br />
tra il 1995 ed il 1997, mentre hanno registrato un forte sbalzo positivo soprattutto<br />
tra il 1998 ed il 1999, tra l’altro in controtendenza rispetto all’andamento<br />
generale del mercato (come illustrato nella figura 13).Nell’ultimo<br />
periodo la <strong>radio</strong> mantiene le sue posizioni in un contesto di generalizzata<br />
depressione dei mercati .<br />
Figura 13 Mercato pubblicitario <strong>radio</strong>fonico in Francia. Variazioni % sull’anno precedente,<br />
1995 - 2001<br />
Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />
Tendenze e dinamiche in atto<br />
Per quanto riguarda il passaggio alla <strong>radio</strong> digitale, TDF (Télédiffusion de<br />
France) ha attivato i primi servizi DAB a partire dal 1997. A partire da quella<br />
data, TDF ha realizzato 13 programmi DAB su due multiplex solo sull’area<br />
di Parigi, che assieme al multiplex gestito da Towercast sono in grado di<br />
assicurare copertura, solo nell’area parigina, a 10 milioni di utenti, circa il<br />
17% <strong>della</strong> popolazione francese.<br />
A questi, sono seguiti altri servizi in città importanti come Marsiglia, Nantes,<br />
Tolosa e anche sull’autostrada tra Tours e Poitiers, permettendo la copertura<br />
del 26% <strong>della</strong> popolazione (circa 15 milioni di persone). Generalmente<br />
la programmazione è equamente suddivisa tra <strong>radio</strong>fonia pubblica e<br />
commerciale. In attesa di una nuova legislazione che intervenga nel processo<br />
di digitalizzazione, il settore francese fa riferimento alla cosiddetta<br />
“Loi Fillon”, estesa a tutte le licenze assegnate prima del gennaio 2002. Proprio<br />
nel dicembre 2001 sono stati assegnati dal CSA, l’autorità preposta alla<br />
regolamentazione del settore assieme al Primo Ministro, nove ulteriori<br />
blocchi trasmissivi per la regione parigina, assegnati a Radio France (2), Rtl,<br />
Lagardère, TDF, Numericast, Towercast, VDL, Seconde Generation.<br />
Per quanto riguarda il mercato Internet, anche nel caso francese le principali<br />
emittenti sono attive sul nuovo canale e propongono modelli di presenza<br />
non limitati al semplice sito promozionale. Se i canali <strong>della</strong> <strong>radio</strong> pubblica<br />
offrono all’utenza servizi on line particolarmente articolati soprattutto sotto<br />
il punto di vista dell’ascolto e <strong>della</strong> valorizzazione degli archivi sonori, la<br />
<strong>radio</strong> commerciale si orienta invece su un modello di presenza maggiormente<br />
integrato sia dal punto di vista dei contenuti che dei servizi offerti ed<br />
orientato su un modello “comunitario”.<br />
Tra le altre, sono presenti on line: BFMbiz (portale <strong>della</strong> <strong>radio</strong> d’informazione<br />
BFM); RFM, Europe 1 ed Europe 2 (Lagarère); le <strong>radio</strong> del gruppo<br />
pubblico Radio France, Radio France Internationale (RFI), Radio Bleue,<br />
France Culture, France Info, France Inter, France Musique; Fun Radio, RTL<br />
e RTL2 (RTL); Chérie FM, Rire et chansons, Nostalgie e NRJ (NRJ); Radio<br />
Nova; Skyrock (Deutsche Bank); Sud Radio.<br />
2.4 Germania<br />
Il 97,4% delle famiglie in Germania possiede almeno un apparecchio <strong>radio</strong><br />
e la penetrazione dell’ascolto <strong>radio</strong>fonico è pari al 79% <strong>della</strong> popolazione.<br />
Ancorché la tendenza degli ascolti abbia manifestato negli ultimi anni una<br />
leggera tendenza negativa (come illustrato nella tabella 6), il tempo di ascolto<br />
giornaliero è ancora molto alto; nel 2001 è stato di 205 minuti.<br />
60<br />
61
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Tabella 6 Penetrazione dell’ascolto <strong>radio</strong>fonico in Germania<br />
I principali operatori<br />
La Costituzione dello Stato federale tedesco affida ai diversi Stati regionali<br />
(Bundeslaender) forti competenze per quanto riguarda il settore <strong>radio</strong>televisivo.<br />
Sono sottoposte all’autorità federale le emittenti Deutsche Welle (DW),<br />
che produce i programmi in lingua tedesca per l’estero, e Deutschlandfunk<br />
(DL), stazione creata per favorire dopo la caduta del muro l’integrazione culturale<br />
fra Est e Ovest. L’organizzazione e gli statuti degli altri operatori <strong>radio</strong>televisivi<br />
pubblici sono definiti dalle leggi dei singoli Bundeslaender: tale<br />
situazione amministrativa ha creato 15 diverse normative sui media cui<br />
devono rispondere anche i soggetti privati sottoposti all’autorità dei diversi<br />
stati regionali.<br />
Nella figura 14 risulta evidente la frammentazione dell’audience nel mercato<br />
tedesco: com’è evidenziato nella figura le principali emittenti coprono meno<br />
<strong>della</strong> metà dell’audience totale. Si deve comunque registrare una tendenza<br />
alla crescita degli ascolti per le più importanti stazioni tra il 1998 ed<br />
il 2001: l’audience realizzata dalle 11 principali emittenti riportate nella figura<br />
è infatti passata da meno del 30% a superare il 40% dell’ascolto totale.<br />
Figura 14 Audience delle principali <strong>radio</strong> in Germania<br />
Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />
62<br />
63
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Gli operatori <strong>radio</strong>fonici pubblici su base regionale sono 11 per un totale di<br />
56 stazioni (tabella 7).<br />
Tabella 7 Operatori <strong>radio</strong>fonici pubblici in Germania<br />
Operatore Stazioni Totale<br />
Bayerischer Rundfunk (BR) Bayern1,Bayern2 Radio,Bayern3,Bayern4 Klassik,B5 Aktuell 5<br />
Hessischer Rundfunk (hr) hr1,hr-chronos;hr2,hr-klassik;hr3,hr XXL;hr4,hr skyline 8<br />
Mitteldeutscher Rundfunk (MDR) MDR 1 Radio Sachsen,MDR 1 Radio Sachsen-Anhalt,MDR 1 Radio<br />
Thüringen;MDR info,JUMP,MDR KULTUR,Sputnik 7<br />
Norddeutscher Rundfunk 1 Landesprogramme (NDR 1):Radio Niedersachsen,Hamburg Welle<br />
90,3,Welle Nord,Radio MV;NDR 2,Radio 3 (NDR/ORB),NDR 4<br />
INFO,N-Joy Radio 8<br />
Ostdeutscher Rundfunk Antenne Brandenburg, Radio EINS (ORB/SFB), Fritz<br />
Brandenburg (ORB) (ORB/SFB), Radio 3 (NDR/ORB), RadioKultur (SFB/ORB) 3<br />
Radio Bremen (RB) Bremen eins, Bremen zwei, Bremen vier;Funkhaus Europa 4<br />
Saarländischer Rundfunk (SR) SR1 Europawelle,SR2 KulturRadio,SR3 Saarlandwelle,SR4,<br />
UnserDing 5<br />
Sender Freies Berlin (SFB) 88acht Das Stadt<strong>radio</strong>,RadioKultur (SFB/ORB),SFB4<br />
MultiKulti,InfoRadio(SFB/ORB);Fritz (ORB/SFB) 4<br />
Südwestrundfunk (SWR) SWR1 BW,SWR1 RP,SWR2,SWR3,SWR4 BW,SWR4 RP,DasDing 7<br />
Westdeutscher Rundfunk (WDR) Eins Live,WDR 2,WDR 3,WDR 4,WDR Radio 5, 5<br />
Deutschland Radio International: Deutschlandfunk,DeutschlandRadio Berlin 2<br />
Deutsche Welle Deutsche Welle (1 in ligua tedesca, 29 in lingue straniere) 1<br />
Fonte : Mediaperspektiven 2001<br />
Sono invece 181 le stazioni <strong>radio</strong> private in Germania; di esse solo 9 vengono<br />
classificate come “nazionali” anche se la copertura all’esterno dello stato<br />
regionale di riferimento viene garantita dal satellite, dal cavo o da Internet.<br />
La struttura proprietaria <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia privata in Germania è assai articolata<br />
ed è caratterizzata da un forte intreccio fra mondo dell’editoria, soprattutto<br />
quotidiani locali e regionali, e <strong>radio</strong>fonia. Se la Kommission zur<br />
Ermittlung der Konzentration im Medienbereich (KEK), l’autorità di controllo<br />
sulla concentrazione nel settore media, non ravvisa per nessun operatore<br />
<strong>radio</strong>fonico una violazione delle norme che fissano come limite la quota<br />
del 30% di audience complessiva annua, essa evidenzia però come debba essere<br />
attentamente monitorato il fenomeno che definisce di concentrazione<br />
diagonale fra stampa e <strong>radio</strong>fonia.<br />
Fra i grandi gruppi editoriali tedeschi oltre a Bertelsmann, sono particolarmente<br />
presenti nel settore <strong>radio</strong>fonico: Springer, WAZ, Burda, Von Holtzbrink,<br />
Bauer e Faz Gruppe. Come riportato nella Tabella 8, questi gruppi sono<br />
ampiamente presenti in molte emittenti <strong>radio</strong>foniche ed in più regioni.<br />
Tabella 8 Germania. Partecipazioni dirette e indirette dei principali gruppi editoriali<br />
in stazioni <strong>radio</strong><br />
Gruppo Editoriale<br />
Stazioni <strong>radio</strong><br />
Bertelsmann (attraverso RTL RTL Radio –Der Oldiesender (Bundesweit,Berlin), 104,6 RTL<br />
Group)<br />
(Berlin), FM Radio Network (Syndication-Sendungen, Augsburg), Berliner<br />
Rundfunk 91!4 (landesweit,Berlin), Radio Hamburg (Hamburg), Radio NRW<br />
(Mantelprogramm,Oberhausen), Antenne Bayern (landesweit, Mün)<br />
Kirch Media Group<br />
SAT.1 und Radio Hundert, 6 Medien (Regionalmagazin)<br />
Axel Springer Verlag<br />
Radio Hamburg, Radio RSH (Schleswig-Holstein,Kiel), Antenne Bayern<br />
(München), Hit Radio FFH (Hessen, Bad Vilbel), Radio ffn (Niedersachsen,<br />
Hannover), Radio NORA (Schleswig-Holstein,Kiel), Fun fun Radio 95,0<br />
(Landesweit, Hamburg), r.s.2 (Berlin-Brandenburg, Ber)<br />
Georg von Holtzbrinck (Attraverso Rundfunkbeteiligungs-u.Betriebsges.Blauen mbH (Freiburg), BB<br />
AVE )<br />
Radio (Berlin-Brandenburg,Potsdam), Hit-Radio Antenne Niedersachsen (lan<br />
desweit, Hannover), Radio Regenbogen (Mannheim), Radio Gong 96,3<br />
(München), Radio 7 (Ulm)6,7, Radio TON Regional (lHeilbronn),<br />
WAZ<br />
Antenne Ruhr (Mühlheim/Oberhausen), Radio Essen (Essen), Radio Hagen<br />
(Hagen), Radio Herne 90acht (Herne), Radio Sauerland (Hochsauerlandkreis),<br />
Radio en (Enneppe-Ruhr-Kreis), Ruhrwelle Bochum (Bochum), Radio DU<br />
(Duisburg), Radio Emscher-Lippe (Gelsenkirchen)<br />
Burda<br />
HFB Hörfunk-u.Fernsehen Beteiligungsges (München), BB Radio (Berlin-<br />
Brandenburg, Potsdam), Klassik Radio Bayern (München), Antenne Bayern<br />
(München), Radio Arabella (München), Radio Galaxy (Regensburg), big.FM<br />
(Baden-Württemberg,Mannheim), Klassik Radio (Hamburg).<br />
Bauer<br />
Radio Hamburg, Delta Radio (Schleswig-Holstein,Kiel), Radio NORA<br />
(Schleswig-Holstein, Kiel).<br />
Faz<br />
Faz Business -Radio (Muenchen, Berlin);<br />
Fonte: Mediaperspektiven 9/2001<br />
La struttura federale del sistema ha contribuito alla creazione in Germania<br />
di un settore <strong>radio</strong>fonico molto frammentato con una debole capacità di copertura<br />
nazionale che penalizza ulteriormente la capacità ad attrarre investimenti<br />
pubblicitari di un mezzo già limitato da un tetto alla raccolta pubblicitaria:<br />
per le emittenti pubbliche non più di 3 minuti per ora fino a un<br />
massimo di 170 minuti al giorno, e con esclusione <strong>della</strong> domenica; mentre<br />
per le emittenti private vi è un limite di 12 minuti ogni ora. È un palese caso<br />
di eccesso di regolamentazione, che in Germania ha origini storiche. Dopo<br />
la guerra infatti, nel ricordo dell’uso assai pervasivo che <strong>della</strong> <strong>radio</strong> aveva<br />
fatto il nazionalsocialismo, la Costituzione tedesca (redatta mentre il Paese<br />
era occupato dagli Alleati e da loro ispirata) fece di tutto per decentrare<br />
e frammentare le competenze in materia <strong>radio</strong>televisiva. Lo stato centrale<br />
ha sempre avuto grandi difficoltà di intervenire in materia, come dimostra<br />
la faticosissima e compromissoria creazione del secondo canale televisivo<br />
nel 1960-61 (ZDF, Zweiter Deutsche Rundfunk); successivamente, mentre<br />
emergeva la convergenza multimediale e l’esigenza di cablaggio del territo-<br />
64<br />
65
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
rio, il braccio armato del potere centrale furono le efficienti Poste tedesche<br />
(Bundespostamt) con la loro attività nel cablaggio e nella ripetizione satellitare.<br />
Successivamente la liberalizzazione delle telecomunicazioni ha tolto<br />
gran parte di efficacia a questo strumento del potere statale.<br />
Il mercato pubblicitario<br />
La situazione che caratterizza il settore <strong>radio</strong>fonico tedesco, dominato dalla<br />
frammentazione delle audience tra più emittenti, dall’assenza di soggetti<br />
realmente nazionali, e dai forti vincoli legislativi alla raccolta pubblicitaria,<br />
ha come conseguenza che del ricco mercato pubblicitario tedesco - uno dei<br />
più importanti d’Europa insieme alla Gran Bretagna, anche se duramente<br />
colpito nel 2001 dalla difficile congiuntura economica - la <strong>radio</strong> possieda<br />
una quota molto contenuta, che, nel 2000, anno di sua massima espansione,<br />
che non raggiunge il 4%.<br />
Nella figura 15 è illustrata la composizione percentuale degli investimenti<br />
pubblicitari in Germania, caratterizzata da una struttura ben diversa da quella<br />
francese e spagnola, ampiamente dominata dalla raccolta di quotidiani<br />
(42,8%) e periodici (24,3%), a scapito di televisione (24,4%) e <strong>radio</strong> (3,6), anche<br />
per le ragioni storiche sopra ricordate.<br />
Figura 15 Investimenti pubblicitari in Germania. Quote percentuali per mezzo<br />
nel 2001<br />
La figura16, invece, illustra l’andamento del mercato pubblicitario <strong>radio</strong>fonico<br />
tra il 1990 ed il 2001dove si rileva come la tendenza alla crescita, registratasi<br />
negli ultimi anni ’90, subisce una brusca frenata nel corso dello scorso<br />
anno. La difficile congiuntura del mercato pubblicitario tedesco, nel corso<br />
del 2001 uno dei peggiori in Europa termini di performance, ha penalizzato<br />
in particolare, e in modo deciso, il mezzo <strong>radio</strong>fonico. Un’ ulteriore conferma<br />
<strong>della</strong> posizione ancora difficile <strong>della</strong> <strong>radio</strong> commerciale nel panorama<br />
dei media tedeschi che si riscontra soprattutto nei momenti di maggiore<br />
crisi del mercato pubblicitario.<br />
Figura 16 Germania. Evoluzione degli investimenti pubblicitari <strong>radio</strong>fonici.<br />
Anni 1990 - 2001<br />
Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />
66<br />
67
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Tendenze e dinamiche in atto<br />
La Germania rappresenta un mercato di interesse cruciale per il passaggio<br />
alla <strong>radio</strong>fonia digitale, e viene indicato come mercato strategico per la definitiva<br />
affermazione del sistema dallo stesso World DAB Forum: in un mercato<br />
dominato dalla distribuzione satellitare e via cavo e fortemente orientato<br />
all’impiego delle nuove tecnologie digitali, una popolazione di oltre 80<br />
milioni di abitanti e i 43 milioni di autoveicoli circolanti costituiscono una<br />
realtà di grande importanza per l’affermazione dello standard DAB. Ad oggi<br />
la popolazione tedesca è coperta al 65% dal sistema digitale e le oltre 100<br />
stazioni on air (tra le quali circa 30 unicamente digitali) sono presenti nella<br />
maggioranza dei 16 stati federali. La Baviera rappresenta uno stato all’avanguardia<br />
nel passaggio al nuovo sistema, oltre ad essere lo stato più vasto,<br />
e garantisce attualmente la copertura di più di 10 milioni di abitanti.<br />
La legislazione tedesca prevede l’assegnazione di licenze separate per i gestori<br />
del multiplex e per i produttori dei veri e propri servizi.<br />
In un mercato tecnologicamente evoluto come quello tedesco, la maggioranza<br />
delle emittenti è presente sul canale Internet. La ricchezza e la frammentazione<br />
del mercato <strong>radio</strong>fonico tedesco si riflette poi on line con un alto<br />
numero di emittenti attive. In generale, la presenza <strong>radio</strong>fonica on line in<br />
Germania è caratterizzata da un elevato grado di integrazione multimediale<br />
con altri mezzi (per cui il canale Internet viene contestualizzato all’interno<br />
di un sistema del quale fanno parte la trasmissione satellitare e via cavo,<br />
la <strong>radio</strong> digitale ecc), e conseguentemente, dall’impostazione fondamentalmente<br />
relazionale e di interfaccia con l’utente che caratterizza i siti <strong>radio</strong>fonici.<br />
In effetti, in un mercato caratterizzato da un’alta frammentazione<br />
tra i soggetti esistenti e dall’uso generalizzato <strong>della</strong> trasmissione satellitare<br />
e via cavo, è logico che si tenda ad enfatizzare altre capacità <strong>della</strong> Rete<br />
rispetto a quella distributiva, al contrario di quanto avviene in altri paesi.<br />
Sebbene l’audio live sia generalizzato, e piuttosto diffuse alcune forme di<br />
personalizzazione dell’ascolto, in genere la principale funzione dei siti delle<br />
<strong>radio</strong> tedesche mira a sfruttare le capacità interattive e relazionali del nuovo<br />
canale (con ampie zone dedicate all’interazione tra l’emittente ed il pubblico,<br />
impiego diffuso di strumenti comunitari, come chat, forum, club ecc.).<br />
Il panorama Internet <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia tedesca mostra anche un interesse<br />
maggiore che in altri paesi per gli aspetti transazionali <strong>della</strong> Rete e la realizzazione<br />
di servizi di e-commerce.<br />
torale dei conservatori nel 1979, una drastica politica di liberalizzazione ha<br />
sostanzialmente privatizzato le tele-comunicazioni (messa sul mercato di<br />
British Telecom, 1982) e ha scaricato sugli imprenditori <strong>della</strong> comunicazione<br />
i costi del cablaggio e <strong>della</strong> navigazione satellitare. Un processo che ha<br />
provocato anche vittime eccellenti (il gruppo Maxwell, uscito di scena nei<br />
primi anni ’80 dopo la morte del suo fondatore, caduto in mare dal suo yacht)<br />
ma ha favorito l’affermazione del gruppo transnazionale di Robert Murdoch<br />
e dei satelliti Astra, lanciati da una società di diritto lussemburghese<br />
legata allo stesso Murdoch. L’ondata di privatizzazioni non ha comunque<br />
toccato la Bbc, nonostante le intenzioni dichiarate dalla signora Thatcher.<br />
La <strong>radio</strong> raggiunge settimanalmente circa il 91% <strong>della</strong> popolazione del Regno<br />
Unito, uno dei più elevati tassi di penetrazione del medium fra i paesi<br />
europei, raggiungendo ogni giorno circa 49 milioni di persone per 206 minuti<br />
al giorno.<br />
Inoltre, il reach settimanale dell’ascolto (riportato nella figura 17) rivela una<br />
tendenza alla continua crescita anche negli ultimi anni.<br />
Figura 17 Penetrazione dell’ascolto <strong>radio</strong>fonico nel Regno Unito. Anni 1997 -<br />
2001<br />
2.5 Regno Unito<br />
Nel panorama europeo <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia la Gran Bretagna ricopre certamente<br />
un ruolo di rilievo, sia per ragioni storiche - è in qualche modo la patria del<br />
broadcasting - sia per la normativa del settore che ha favorito lo sviluppo di<br />
gruppi <strong>radio</strong>fonici privati di relativa importanza. A partire dalla vittoria elet-<br />
68<br />
69
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
I principali operatori<br />
Il più importante operatore <strong>radio</strong>fonico nel Regno Unito è certamente BBC<br />
Radio, cui fanno riferimento 5 stazioni nazionali e oltre 40 stazioni locali.<br />
Nel suo complesso la BBC controlla il 52% dell’audience <strong>radio</strong>fonica in Gran<br />
Bretagna (tabella 9): il 40,2% attraverso le stazioni nazionali e l’11,4% attraverso<br />
le stazioni locali. La BBC gestisce anche le <strong>radio</strong> regionali per Scozia,<br />
Galles e Irlanda del Nord.<br />
Tab. 9 Audience dei principali operatori <strong>radio</strong>fonici in Gran Bretagna<br />
Operatore<br />
Reach settimanale<br />
BBC (Tutte le stazioni) 52,1%<br />
Radio Private (Tutte) 46,5%<br />
Capital Group 13,5%<br />
Chrisalis Group 7,4%<br />
GWR Group 18,0%<br />
EMAP 16,0%<br />
Virgin Radio 2,2%<br />
Fonte: Rajar 1Q 2001<br />
La prima <strong>radio</strong> nazionale privata ad essere autorizzata a trasmettere dalla<br />
Radio Authority, l’organismo di controllo istituito dal Broadcasting Act del<br />
1990 e incaricato di rilasciare le licenze, è stata Classic Fm (1992) seguita<br />
da Virgin 1215 (1993) e Talk<strong>radio</strong> (1995), che nel 2000 è stata riconvertita in<br />
<strong>radio</strong> sportiva e ha assunto la denominazione TalkSport; le 3 <strong>radio</strong> private<br />
nazionali raggiungono circa l’8% dell’audience <strong>radio</strong>fonica.<br />
Sono invece 253 le <strong>radio</strong> private locali e rappresentano circa il 39% dell’audience.<br />
Nel corso del 2001 erano inoltre 75 le stazioni autorizzate dalla Radio Authority<br />
a trasmettere via satellite e 14 quelle autorizzate a trasmettere via cavo.<br />
Una delle principali caratteristiche del settore <strong>radio</strong>fonico privato nel Regno<br />
Unito è l’elevato grado di concentrazione: sono circa 15 i gruppi che controllano<br />
di fatto il settore. Inoltre, un’alta percentuale di questi gruppi è approdata<br />
in borsa nel corso degli ultimi anni. Il ricorso al mercato per finanziare<br />
il proprio sviluppo ha consentito a questi soggetti non solo di consolidare<br />
la propria posizione all’interno del paese, ma di adottare aggressive<br />
strategie di sviluppo. Il ricorso al mercato ha imposto a queste società l’adozione<br />
di rigidi criteri manageriali di gestione per assicurare la creazione<br />
di valore per gli azionisti.<br />
Il governo inglese nel Communication White Paper del novembre 2001 ha<br />
prospettato un allentamento delle norme che limitano sia la proprietà incrociata<br />
di media sia il livello di concentrazione nel settore del broadcasting,<br />
oggi regolata da un particolare sistema a punti (point system), introdotto con<br />
il Broadcasting Act del 1996, che non consente ad un operatore privato del<br />
settore <strong>radio</strong>fonico di controllare una quota superiore al 15% dei punti attribuiti<br />
all’intero settore. Inoltre la proprietà incrociata di <strong>radio</strong> e quotidiani<br />
è sottoposta a particolari restrizioni: editori di giornali che controllano<br />
oltre il 20% del mercato nazionale dei quotidiani non possono possedere<br />
quote superiori al 20% in società che abbiano licenze <strong>radio</strong>foniche terrestri<br />
in analogico a livello nazionale o locali; regole in cui possono riconoscersi<br />
provvedimenti ad personam contro il gruppo editoriale dominante di Murdoch<br />
(The Times). Possono però avere quote superiori al 20% in società che<br />
detengano licenze di trasmissione terrestre digitale o satellitare. Ad un singolo<br />
operatore non può essere infine concessa che una sola licenza nazionale.<br />
Nella figura 18 è riportata la classifica del grado di concentrazione calcolata<br />
in base al sistema a punti, che vede svettare per maggiore concentrazione<br />
GWR, Capital Radio ed EMAP, i principali gruppi <strong>radio</strong>fonici inglesi. Nei<br />
primi due casi si tratta di pure players <strong>radio</strong>fonici, ovvero di gruppi esclusivamente<br />
legati al mercato <strong>della</strong> <strong>radio</strong>, mentre EMAP è un gruppo caratterizzato<br />
da una significativa attività multimediale. Come è possibile notare<br />
facilmente dalla figura, nessuno dei gruppi <strong>radio</strong>fonici supera la soglia del<br />
15% del mercato.<br />
Figura 18 Regno Unito. Classifica del grado di concentrazione dei principali<br />
gruppi <strong>radio</strong>fonici (secondo il sistema Radio Points)<br />
70<br />
71
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Tutti i tre gruppi, come anche Chrisalys e Scottish Radio Holding sono stati<br />
quotati in borsa (Tabella 9).<br />
Figura 19 Investimenti pubblicitari nel Regno Unito. Composizione percentuale<br />
per mezzo, Anno 2001<br />
Tabella 9 Regno Unito. Principali operatori <strong>radio</strong>fonici quotati in borsa<br />
Gruppo Capitalizzazione di Tipologia<br />
mercato al 20/01/01<br />
GBP Min<br />
Scottish Radio Holding 461 Gruppo multimediale<br />
Capital Radio 1.173 Solo Radio<br />
GWR 539 Solo Radio<br />
EMAP 1.845 Gruppo multimediale<br />
Chrysalis 507 Gruppo multimediale<br />
Fonte: Yahoo Finance<br />
Per molti analisti se le norme saranno effettivamente modificate interverranno<br />
ulteriori cambiamenti nel panorama mediatico britannico: è probabile<br />
che si assisterà ancora ad una riduzione del numero di operatori<br />
<strong>radio</strong>fonici ed a una maggiore presenza di player multimediali. A beneficiarne<br />
saranno in prima battuta gruppi come il Daily Mail and General<br />
Trust che, oltre a essere presente nel settore dei quotidiani, dell’editoria<br />
tecnico-professionale e <strong>della</strong> televisione, attraverso la sub-holding DGM<br />
Radio possiede circa il 26 % del gruppo <strong>radio</strong>fonico GWR e oltre 60 <strong>radio</strong><br />
in Australia.<br />
Occorre infine segnalare un fenomeno spesso ricordato dagli analisti del settore<br />
<strong>radio</strong>fonico inglese, e cioè quello delle <strong>radio</strong> “pirata”, ovvero le emittenti<br />
non autorizzate (che ha nobili precedenti negli ultimi anni Sessanta<br />
con Radio Caroline e Radio Veronica), presenti soprattutto nelle grandi aree<br />
metropolitane.<br />
Il mercato pubblicitario<br />
La quota di mercato pubblicitario controllato dalla <strong>radio</strong> nel Regno Unito é<br />
pari a circa il 4%. La tendenza registrata negli ultimi anni è stata di continua<br />
crescita a tassi sostenuti, che però nel 2001 ha fatto registrare per la prima<br />
volta un’inversione di marcia. La suddivisione delle risorse nel mercato<br />
pubblicitario (figura 19) mostra un mercato dominato da quotidiani (41,5%)<br />
e da periodici (17,3%) ma dove anche la televisione gioca un ruolo assai importante<br />
(29,3%) ancorché uno dei principali operatore televisivi, la BBC,<br />
sia estraneo alla raccolta.<br />
72<br />
73
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
L’evoluzione delle risorse investite sul mezzo <strong>radio</strong>fonico tra il 1990 ed il<br />
2001 (riportata nel figura 20) conferma invece una costante tendenza positiva.<br />
Figura 20 Regno Unito. Investimenti pubblicitari <strong>radio</strong>fonici - Anni 1990 - 2001<br />
Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />
Tendenze in atto<br />
A partire dal 1995 la BBC ha cominciato a trasmettere utilizzando la tecnologia<br />
DAB ed a fine 1998 la copertura era assicurata sul 60% del territorio<br />
da 27 stazioni operanti. Nel 1998 sono state concesse le prime licenze per i<br />
multiplex relativi alla <strong>radio</strong>fonia digitale, a livello sia nazionale sia locale.<br />
Nel 1999 ha iniziato a trasmettere Digital One, società per il 60% di proprietà<br />
del gruppo <strong>radio</strong>fonico britannico GWR e per il 40% del gestore di rete a<br />
banda larga NTL, il primo operatore privato di multiplex, presto seguito da<br />
operatori regionali e locali. Nel 2001 le trasmissioni DAB si estendevano su<br />
circa l’85% del territorio. BBC trasmette in digitale simulcast le sue cinque<br />
principali reti oltre a World Service, Five Live Sports Extra e Radio 4 Longwave.<br />
Il broadcaster pubblico progetta inoltre di lanciare tre canali digital only<br />
con format originali (uno “black music”, un secondo “30-years-of-music” ed<br />
un terzo di intrattenimento parlato), e sta aspettando l’autorizzazione governativa<br />
per far partire il progetto. Sotto il punto di vista dell’erogazione di<br />
servizi multimediali, la BBC mette a disposizione degli utenti un servizio di<br />
datacast – una sorta di teletext per <strong>radio</strong> - chiamato BBC Vision Radio ed<br />
un servizio T-PEG di informazioni sul traffico.<br />
Digital One trasmette 10 stazioni digitali, sia in simulcast che digital only:<br />
tra queste, tre trasmettono in simulcast (Talksport, Classic Fm, Virgin Radio)<br />
mentre le restanti emittenti trasmettono solamente in digitale (Oneword,<br />
Life, Core, ITN, PrimeTime Radio, Rock e Bloomberg Radio). Nel 2001 erano<br />
presenti sul mercato inglese circa 167 stazioni digitali, tra emittenti nazionali,<br />
regionali e locali, delle quali circa la metà erano stazioni unicamente<br />
digitali. Secondo il World DAB Forum, entro il 2003 il numero delle stazioni<br />
crescerà fino a 300, contestualmente all’assegnazione di nuove licenze per<br />
la gestione dei multiplex.<br />
Per quanto riguardo l’uso del canale Internet, il Regno Unito mantiene anche<br />
in questo caso un alto livello evolutivo: la maggioranza delle stazioni <strong>radio</strong><br />
terrestri sono ad oggi presenti on line offrendo servizi di audio on line,<br />
molte con varie forme di personalizzazione dell’ascolto. I dati resi noti dal<br />
Rab (Radio Advertising Bureau) testimoniano come nel regno Unito l’ascolto<br />
delle emittenti <strong>radio</strong>foniche sia ormai un uso ampiamente diffuso del canale,<br />
anzi, l’uso elettivo delle tecnologie di data streaming. I dati del Rajar 22<br />
sottolineano il legame tra l’ascolto <strong>della</strong> <strong>radio</strong> commerciale e l’uso di Internet,<br />
la crescita del traffico sui siti <strong>radio</strong>fonici e dell’ascolto on line: secondo<br />
le stime, nel novembre 2001 il 15,9% degli adulti, ed il 31,9% dei giovani tra<br />
i 15 ed i 24 anni visitano siti di stazioni <strong>radio</strong>foniche, mentre il 9,5% degli<br />
adulti ed il 17,7% dei giovani tra i 15 ed i 24 anni ascoltano regolarmente<br />
22<br />
Dati del Radio Joint Audience Research riportati in Radio Advertising Bureau, Radio and the<br />
Internet Update, November 2001<br />
74<br />
75
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
trasmissioni <strong>radio</strong> via Internet. Significativo anche il grado di convergenza<br />
tra la tecnologia DAB e il canale Internet: la maggior parte dei canali che<br />
trasmettono in digitale (sia digital only che in simulcast) hanno un sito Internet<br />
caratterizzato da un’elevata qualità e gamma di servizi.<br />
2.6 Italia<br />
Secondo i dati Audi<strong>radio</strong> (IV ciclo 2001) la <strong>radio</strong> in Italia raggiunge<br />
34.906.000 di ascoltatori ogni giorno, su una popolazione di oltre 51 milioni,<br />
con un reach del 67,4% nel 2001. Nessuna delle emittenti nazionali, pubbliche<br />
o private, supera il 20% dell’ascolto totale, determinando un mercato<br />
caratterizzato da un’audience distribuita tra i principali operatori del settore.<br />
Nella figura 21 viene illustrato l’andamento <strong>della</strong> penetrazione <strong>della</strong> <strong>radio</strong><br />
negli ultimi anni, caratterizzato da una leggera contrazione dopo il picco di<br />
penetrazione raggiunto nel 1998 (69,30%).<br />
Figura 21 Penetrazione dell’ascolto <strong>radio</strong>fonico in Italia<br />
I principali operatori<br />
La situazione <strong>radio</strong>fonica italiana è tale che l’universo delle <strong>radio</strong> non coincide<br />
con il mercato <strong>radio</strong>fonico. Le <strong>radio</strong> esistenti sono circa 1694 23 , tra le<br />
quali circa 250 sono emittenti comunitarie e le restanti sono principalmente<br />
emittenti private locali.<br />
Tuttavia, individuando all’interno dell’universo <strong>radio</strong>fonico un mercato rappresentato<br />
da soggetti economicamente significativi, si può affermare che il<br />
mercato italiano è rappresentato da 14 emittenti nazionali, 5 circuiti syndication<br />
nazionali, alcune emittenti regionali e macro-regionali, ed alcuni consorzi<br />
macro-regionali.<br />
Il servizio pubblico conta attualmente tre reti nazionali, Radio Uno, Radio<br />
Due e Radio Tre, che trasmettono sia in Fm che in Am, un servizio realizzato<br />
con la Società Autostrade, Iso<strong>radio</strong>, che fornisce in isofrequenza 24 agli<br />
automobilisti informazioni sul traffico e musica lungo le autostrade italiane,<br />
oltre a Gr Parlamento, un servizio di filodiffusione (residuale) e l’emittente<br />
satellitare Radio Rai International.<br />
I principali operatori privati presenti nel settore <strong>radio</strong>fonico italiano sono<br />
senza dubbio le 14 <strong>radio</strong> nazionali, ed in parte, alcune syndication e <strong>radio</strong><br />
macro-regionali. Il gruppo Espresso controlla tre emittenti nazionali, tra le<br />
quali la prima <strong>radio</strong> privata in termini di ascolti (Radio Deejay), una emittente<br />
Classic & News (Radio Capital) e Italia Radio; <strong>radio</strong> parlata di estrazione<br />
politica e politichese, in crisi di ascolti, prossima a un sostanziale restyling<br />
che da <strong>radio</strong> parlata dovrebbe trasformarla in <strong>radio</strong> musicale. Sebbene<br />
si stia registrando negli ultimi anni una tendenza all’entrata di operatori<br />
multimediali nel mercato, molti operatori di rilievo fanno ancora riferimento<br />
a gruppi esclusivamente <strong>radio</strong>fonici, come RDS (Radio Dimensione<br />
Suono, proprietà Montefusco) Rtl 102,5 (proprietà Suraci), Radio 105 e<br />
Radio Montecarlo (proprietà Hazan).<br />
23<br />
Ad oggi non esiste una valutazione pienamente attendibile sul numero delle emittenti locali<br />
italiane effettivamente funzionanti ed economicamente significative. Il dato a cui si fa riferimento<br />
sta in Menduni, Enrico, Il mondo <strong>della</strong> <strong>radio</strong>. Dal transistor a Internet, Bologna, il Mulino,<br />
2001, p. 151.<br />
24<br />
La Rai su molti dei tratti serviti dalla società Autostrade ha realizzato un servizio per gli<br />
automobilisti in isofrequenza sulla frequenza fissa di 103.3, con impianti molto complessi e<br />
costosi: una catena di micro-trasmettitori e di cavi fessurati nelle gallerie.<br />
76<br />
77
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Il mercato pubblicitario<br />
Gli investimenti pubblicitari sulla <strong>radio</strong> rappresentano poco più del 5% del<br />
mercato italiano (figura 22).<br />
tivi che potrebbero limitarne, anche in presenza di una contingenza favorevole,<br />
il potenziale di raccolta.<br />
Figura 22 Investimenti pubblicitari in Italia, composizione percentuale per<br />
mezzo, 2001<br />
Negli ultimi anni gli investimenti pubblicitari sul mezzo <strong>radio</strong>fonico sono<br />
cresciuti in ad un tasso sostenuto, superiore a quello che caratterizza l’intero<br />
mercato.<br />
Questa tendenza ha subito una brusca frenata nel corso del 2001 (figura 23)<br />
dove la performance <strong>della</strong> <strong>radio</strong> rispetto all’anno precedente è stata peggiore<br />
rispetto a quella di mercato.<br />
Le potenzialità del mezzo, il processo di razionalizzazione del settore e l’ingresso<br />
di nuovi operatori provenienti da altri comparti del settore media, e<br />
intenzionati a scaricare a terra tutto il potenziale del mezzo in termini di<br />
raccolta pubblicitaria - sfruttando le sinergie con gli altri mezzi e creando<br />
offerte di comunicazione multimediale integrata lasciano ben sperare sulle<br />
prospettive di crescita <strong>della</strong> <strong>radio</strong> non ostante la presenza di vincoli norma-<br />
Figura 23 Italia. Investimenti pubblicitari <strong>radio</strong>fonici Anni 1990 - 2001<br />
Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />
78<br />
79
Rapporto Federcomin<br />
L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />
Tendenze in atto<br />
Come già accennato, crescente è l’interesse manifestato in questi ultimi anni<br />
per il settore <strong>radio</strong>fonico da parte di gruppi editoriali. Il primo è stato il<br />
Gruppo L’Espresso che nel giro di pochi anni ha ottenuto il controllo di tre<br />
stazioni nazionali quali Radio Deejay, Radio Capital e Italia Radio, <strong>della</strong> quale<br />
ha curato il riposizionamento musicale (l’emittente era nata invece come<br />
<strong>radio</strong> di partito). Nel 1999 Il Sole 24 ORE è entrato nel settore in partnership<br />
con il Gruppo Sper, che ha in seguito rilevato, lanciando in Italia la prima<br />
<strong>radio</strong> nazionale privata news and talk (Radio 24). Proprio per rilevare<br />
una parte <strong>della</strong> Sper, poi messa in vendita da Il Sole 24 ORE, si sono mostrati<br />
interessati alcuni importanti gruppi editoriali fra cui Mondadori, Seat,<br />
De Agostini e Hdp, la quale ha attualmente sottoscritto un accordo preliminare<br />
con Il Sole 24 ORE. Secondo l’accordo, Hdp acquisirà Radio Italia<br />
Network, la syndication CNR, la concessionaria pubblicitaria dell'Editoriale<br />
Sper e l'Agenzia AGR.<br />
Dal punto di vista dell’evoluzione multimediale, se, al contrario che in altri<br />
mercati europei, la <strong>radio</strong> digitale nello standard DAB stenta ancora a superare<br />
la fase pre-operativa, e sono presenti i primi tentativi di differenziazione<br />
ed espansione multimediale dell’attività <strong>radio</strong>fonica, come dimostrano<br />
gli interessanti esperimenti di tv satellitare lanciati da Radio Deejay (Deejay<br />
Tv), Rtl (Hit Channel), e Radio Italia con la più tradizionale Video Italia. In<br />
particolare nei primi due casi l’esperimento è stato realizzato adottando ampiamente<br />
tutte le possibilità messe a disposizione dalle nuove tecnologie digitali,<br />
rendendo Deejay Tv un’emittente ricevibile anche via Internet a banda<br />
larga, e Hit Channel un autentico canale multimediale, alla ricerca dell’interazione<br />
con il pubblico attraverso telefonia mobile Gsm, Sms, Internet,<br />
video box ecc.<br />
La <strong>radio</strong> digitale, al contrario, non ha ancora raggiunto una fase di piena<br />
operatività: attualmente, secondo i dati forniti dal World DAB Forum, la copertura<br />
(potenziale) raggiunge il 30% <strong>della</strong> popolazione, la Rai conduce una<br />
sperimentazione in Valle d’Aosta e sulla Torino-Milano, ed otto <strong>radio</strong> nazionali<br />
(105, 101, Rtl, Deejay, Rete Italia, la syndication Cnr, ma anche Radio<br />
Maria e Radio Radicale) hanno costituito nel 1998 il Club DAB Italia,<br />
che, nella sua attività di coordinamento per la promozione del sistema digitale,<br />
collabora con la Rai.<br />
Sotto il punto di vista dei servizi offerti, in Italia non esistono stazioni digital<br />
only, ma solo il simulcast di cinque canali pubblici sul multiplex gestito<br />
dalla Rai, e di 8 canali Fm su quello gestito dal consorzio Club DAB che riunisce<br />
operatori gli commerciali e non-profit.<br />
Il presente Rapporto è stato realizzato da un Gruppo di ricerca<br />
dell’ISIMM composto da:<br />
prof. Enrico Menduni, Dipartimento di Scienze<br />
<strong>della</strong> <strong>Comunicazione</strong>, Università di Siena<br />
(Direttore scientifico)<br />
prof. Stefano Gorelli, Università <strong>della</strong> Tuscia<br />
dott. Barbara Fondelli, Dipartimento di Scienze <strong>della</strong><br />
<strong>Comunicazione</strong>, Università di Siena<br />
dott. Luca Picchi, Dipartimento di Scienze <strong>della</strong><br />
<strong>Comunicazione</strong>, Università di Siena<br />
e da<br />
dr. Stefano Selli, Direttore FRT<br />
dr. Gianluca Betello, Direttore Studi, Federcomin<br />
80<br />
81
Rapporto Federcomin<br />
FEDERCOMIN è la Federazione nazionale di settore di Confindustria che<br />
rappresenta le imprese di telecomunicazioni, <strong>radio</strong>televisione e informatica.<br />
FEDERCOMIN:<br />
• tutela gli interessi comuni delle aziende associate, presso le autorità<br />
italiane e comunitarie;<br />
• offre ai suoi associati un tavolo di informazione e confronto nella<br />
fase precompetitiva del mercato;<br />
• promuove e organizza studi e ricerche su tutte le tematiche del settore;<br />
• contribuisce alla realizzazione di una nuova politica di sviluppo del<br />
settore.<br />
Via Barberini, 11 – 00187 Roma<br />
tel. +39 06421401 – fax +39 0642140444<br />
uffici di Milano: Via SantaTecla, 4 – 20122 Milano<br />
e-mail: info@federcomin.it<br />
http://www.federcomin.it<br />
Edito da Federcomin Servizi srl, Roma, 2002<br />
Stampato in Roma, Maggio 2002<br />
da B&C Editoria e Stampa<br />
€ 20,00<br />
82