09.11.2014 Views

rapporto sull'evoluzione della radio - Prima Comunicazione

rapporto sull'evoluzione della radio - Prima Comunicazione

rapporto sull'evoluzione della radio - Prima Comunicazione

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

RAPPORTO FEDERCOMIN<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

A cura di ISIMM<br />

La collana dei “Rapporti Federcomin” è realizzata<br />

dall’ufficio Studi di Federcomin<br />

Maggio 2002


Rapporto Federcomin<br />

Indice<br />

Indice<br />

Pag.<br />

1. Radiofonia digitale e Internet come leve di sviluppo 7<br />

1.1 Radiofonia digitale e DAB 7<br />

1.2 Internet 12<br />

1.3 L’attuale stadio evolutivo dell’innovazione 21<br />

1.4 Lo stato del <strong>rapporto</strong> <strong>radio</strong> - Internet: analisi di alcuni<br />

casi europei 22<br />

1.4.1. Francia 23<br />

1.4.2. Regno Unito 25<br />

1.4.3. Spagna 28<br />

1.4.4. Germania 28<br />

1.4.5. Italia 29<br />

1.5 Radiofonia digitale e Internet: Considerazioni finali 34<br />

2. Parte Seconda:<br />

Caratteristiche del mercato <strong>radio</strong>fonico europeo 39<br />

2.1 La fase evolutiva <strong>della</strong> <strong>radio</strong> europea 39<br />

2.2 Spagna 48<br />

2.3 Francia 54<br />

2.4 Germania 61<br />

2.5 Regno Unito 68<br />

2.6 Italia 76<br />

2<br />

3


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

PREMESSA<br />

Questa ricerca si pone l’obiettivo di analizzare il panorama <strong>radio</strong>fonico nazionale<br />

ed europeo in un momento di cruciale importanza per il settore: il<br />

mercato attraversa infatti una fase di transizione verso il digitale e di confronto<br />

con le trasformazioni in atto sia nel mercato <strong>della</strong> comunicazione<br />

pubblicitaria sia nell’industria dell’intrattenimento.<br />

L’ipotesi di lavoro è che la transizione al digitale e l’ibridazione con Internet<br />

rappresentino un’occasione significativa per il settore <strong>radio</strong>fonico, per uscire<br />

da una condizione artigianale non ancora del tutto superata. Ciò vale in<br />

particolare per l’Italia, paese in cui le dimensioni d’impresa sono ancora tutto<br />

sommato modeste, e le caratteristiche degli operatori prevalentemente<br />

domestiche, con una scarsa incidenza in <strong>radio</strong> di quegli operatori transnazionali<br />

<strong>della</strong> comunicazione che al di là delle Alpi si sono integrati nel settore<br />

<strong>radio</strong>fonico.<br />

Una seconda e connessa ipotesi da verificare è che la migrazione digitale e<br />

la congenialità al <strong>rapporto</strong> con Internet, che la <strong>radio</strong> ha da subito dimostrato<br />

nella sua persistente flessibilità, costituiscano una buona opportunità per<br />

gruppi operanti nel campo dell’innovazione tecnologica e del network providing<br />

al fine di allargare la loro area di mercato e posizionarsi in settori e<br />

nicchie promettenti; mentre gli operatori del content providing potranno avvalersi<br />

<strong>della</strong> digitalizzazione <strong>radio</strong>fonica per una fornitura integrata di contenuti<br />

che sempre più hanno caratteristiche multicanale e multipiattaforma.<br />

La metodologia che abbiamo seguito ha individuato intanto cinque importanti<br />

aree europee da analizzare, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia,<br />

Spagna. Viene fornito nella prima parte un quadro di sintesi dell’attuale struttura<br />

dei mercati e delle loro dimensioni, considerando:<br />

- sia il lato <strong>della</strong> domanda: grado di penetrazione del mezzo, dimensione<br />

dell’audience, investimenti pubblicitari;<br />

- sia il lato dell’offerta: numero delle stazioni, caratteristiche delle imprese<br />

<strong>radio</strong>foniche, fatturati, etc.<br />

- le dinamiche evolutive registrate negli ultimi anni.<br />

In questo contesto, si è cercato di verificare la portata e l’importanza di alcuni<br />

fenomeni che sembrano contraddistinguere l’attuale fase:<br />

- la riscoperta <strong>della</strong> <strong>radio</strong> come importante mezzo di comunicazione pubblicitaria;<br />

- il crescente peso <strong>della</strong> <strong>radio</strong> nelle strategie di sviluppo multimediale e<br />

multicanale degli editori;<br />

- il <strong>rapporto</strong> con Internet come canale di relazione, che si affianca, quando<br />

non sostituisce, ai più tradizionali mezzi di interazione (come il telefono);<br />

- la concentrazione delle emittenti in gruppi nazionali o sovranazionali;<br />

4<br />

5


Rapporto Federcomin<br />

- la quotazione in borsa di emittenti <strong>radio</strong>foniche (il ricorso al mercato<br />

borsistico è una variabile significativa per lo sviluppo del comparto?).<br />

La seconda parte analizza più in dettaglio la complessa vicenda dello standard<br />

europeo DAB e traccia una sintesi dei rapporti attuali e prevedibili fra<br />

<strong>radio</strong> e Internet, compiendo una ricognizione comparata dei cinque mercati,<br />

anche in <strong>rapporto</strong> con gli Stati Uniti d’America che sono al momento l’esempio<br />

più corposo di interazione tra <strong>radio</strong> e Internet ma anche il più vivace<br />

avversario dello standard europeo DAB (almeno in una parte dei broadcaster,<br />

di quanto resta dell’industria manifatturiera e degli importatori dal<br />

Giappone).<br />

Nelle conclusioni è poi tracciata una sintesi di quanto analizzato nella desk<br />

research e in particolare vengono verificate, in senso largamente affermativo,<br />

le ipotesi di lavoro di partenza.<br />

1.RADIOFONIA DIGITALE E INTERNET<br />

COME LEVE DI SVILUPPO<br />

1.1 Radiofonia digitale e DAB<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Senza dubbio, il passaggio dalla <strong>radio</strong> analogica a quella digitale costituisce<br />

uno dei grandi temi del settore. L’adozione del formato digitale di trasmissione<br />

si inserisce nel generale contesto di innovazione tecnologica che caratterizza<br />

la fase attuale di evoluzione dei media, e come tale deve essere<br />

interpretato: il fenomeno di digitalizzazione domina anche il settore <strong>radio</strong>fonico,<br />

che nello scenario di convergenza tra le reti digitali deve continuare<br />

ad operare rinnovandosi.<br />

Una delle più promettenti tecnologie per lo sviluppo <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale è il<br />

DAB (Digital Audio Broadcasting), che ha origine europea ed è basato sullo<br />

Standard ETS 300401. Il sistema è stato sviluppato dal progetto Eureka<br />

147 1 , è in via di sperimentazione dalla fine degli anni ottanta ed è stato accettato<br />

dall’ETSI 2 nel 1995. In realtà il sistema digitale coinvolge tutti i tipi<br />

di diffusione del segnale, dalla trasmissione satellitare alla distribuzione via<br />

cavo, tuttavia una delle più interessanti applicazioni è il DAB-T (DAB terrestre),<br />

ovvero il suo impiego via etere, destinato a sostituire l’attuale segnale<br />

analogico diffuso dalle emittenti <strong>radio</strong>, in un processo di rinnovamento digitale<br />

parallelo a quello <strong>della</strong> televisione digitale (DVB-T). Il sistema di compressione<br />

digitale utilizzato è l’Mpeg Audio 1 Layer II e Mpeg Audio 2 Layer<br />

II, mentre la tecnica di codifica è MUSICAM, la stessa adottata nelle trasmissioni<br />

satellitari.<br />

Naturalmente, il DAB non è l’unico standard per la realizzazione <strong>della</strong> <strong>radio</strong><br />

digitale: negli Stati Uniti, ad esempio, il sistema europeo ha incontrato<br />

una decisa opposizione da parte degli operatori, e sono attualmente in via<br />

di sperimentazione altre tecnologie sicuramente meno impegnative ma anche<br />

dalle possibilità più limitate (IBOC- In-band on-channel, MMBS- Multimedia<br />

Broadcasting System, ecc.)<br />

I vantaggi che il Digital Audio Broadcasting sembra poter offrire alla <strong>radio</strong>fonia<br />

sono riassumibili in quattro punti cruciali:<br />

• Qualità: l’adozione del segnale digitale dovrebbe permettere di raggiungere<br />

una qualità elevatissima del suono (“CDlike quality”) ed elimina il<br />

problema del deterioramento del segnale che ha sempre afflitto la <strong>radio</strong>fonia.<br />

1<br />

Eureka 147 è un consorzio mondiale (composto in larga parte da paesi europei, ne fanno infatti<br />

parte paesi extra-europei come il Canada), al quale partecipano emittenti, gestori di reti,<br />

produttori di elettronica di consumo e istituti di ricerca.<br />

2<br />

European Telecommunications Standards Institute.<br />

6<br />

7


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

• Frequenze: la nuova tecnologia dovrebbe consentire uno sfruttamento<br />

razionale e sistematico delle frequenze elettromagnetiche disponibili, in<br />

quanto a parità di ampiezza di frequenza occupata, il segnale digitale<br />

permette di inviare molti più dati rispetto al sistema analogico. Secondo<br />

gli esperti, il <strong>rapporto</strong> tra le frequenze necessarie a fornire un servizio<br />

FM con buona copertura, e quelle necessarie per coprire lo stesso territorio<br />

tramite il sistema <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale è di cinque a uno. Questo<br />

vantaggio permetterebbe l’apertura di nuovi spazi per emittenti <strong>radio</strong>foniche,<br />

oltre che la razionalizzazione dell’allocazione tra le imprese<br />

esistenti.<br />

• Servizi aggiuntivi: la possibilità di trasmettere strisce di dati di vario genere<br />

permette l’ampliamento dei servizi <strong>radio</strong>fonici disponibili per gli<br />

ascoltatori, per i quali, oltre ai servizi audio, si aggiungono la trasmissione<br />

di testi, immagini, servizi informativi correlati al segnale <strong>radio</strong>fonico.<br />

Le applicazioni multimediali <strong>della</strong> trasmissione sono innumerevoli:<br />

tra le possibilità applicative si possono solo elencare alcuni esempi,<br />

come la fruizione di dati su cantanti e brani musicali, di giornali elettronici,<br />

la consultazione di mappe stradali e satellitari, le previsioni meteorologiche,<br />

le informazioni sul traffico e le informazioni turistiche, notiziari<br />

economici e giochi. Non casualmente, tra i dieci canali presenti<br />

nel multiplex inglese Digital One uno è di informazione economico-finanziaria<br />

(Bloomberg) ed un secondo di giochi (Cartoon Network). Con<br />

tecniche datacast si possono trasmettere anche contenuti web, come accade<br />

nel caso di sistemi come Psion Wavefinder, messo a punto dalla società<br />

inglese Psion, e che ha portato alla creazione di primi modelli di<br />

<strong>radio</strong> multimediale interattiva digitale su computer, come per il canale<br />

Digizone di Digital One.<br />

• Isofrequenza: il nuovo sistema permette di mantenere costante la modulazione<br />

di frequenza utilizzata per trasmettere su tutto il territorio nazionale.<br />

Tecnicamente, i diversi programmi e servizi possono essere trasmessi attraverso<br />

un unico canale di frequenza o “multiplex”, infatti, il sistema trasmissivo<br />

DAB trasporta un flusso numerico costituito dalla “multiplazione”<br />

di diversi servizi digitali. Le informazioni sono protette per evitare il deterioramento<br />

del segnale. Una caratteristica interessante del sistema è la possibilità<br />

di variare il “bit rate” che permette al multiplex di trasportare da 5<br />

a 6 programmi audio in modalità stereo di qualità elevata oppure fino a 20<br />

programmi mono di qualità bassa.<br />

L’impiego multimediale<br />

La possibilità di un impiego multimediale costituisce una delle principali attrattive<br />

del DAB 3 , dato che il settore <strong>radio</strong>fonico è sempre più interessato alle<br />

possibilità offerte dall’uso congiunto di più canali.<br />

Tra i servizi multimediali disponibili con il sistema DAB si possono elencare:<br />

• Programme Associated Data (Servizi associati ai programmi): ogni programma<br />

audio contiene uno spazio (PAD Channel) destinato alla trasmissione<br />

di dati ed informazioni multimediali (testo e immagini) associate<br />

al programma. Queste informazioni devono essere fruite attraverso<br />

lo schermo di un ricevitore digitale oppure via personal computer.<br />

• Independent Data Services (Servizi di trasmissione dati indipendenti): sono<br />

tutti i dati che possono essere trasmesse separatamente rispetto al<br />

programma audio. Questi dati possono essere trasmessi in più modi: in<br />

streaming, oppure in forma Packet data services, attraverso un “sottocanale”<br />

destinato alla trasmissione di questo tipo di dati.<br />

• Text Trasmission: si tratta invece <strong>della</strong> trasmissione di dati testuali che<br />

possono assumere diverse forme: il sistema Dynamic Label, simile all’RDS<br />

per la <strong>radio</strong> FM, trasmette brevi messaggi (ID, titoli dei brani musicali),<br />

mentre il più avanzato ITTS (Interactive Text Transmission System)<br />

consente la trasmissione e la visualizzazione di testi più complessi<br />

ed adotta uno schermo più largo e a colori, oltre alla possibilità di effettuare<br />

scelte su un menu di opzioni (menu-driven operation). Esistono<br />

anche formati particolari, come il TMC (Traffic Message Channel), studiato<br />

per trasmettere informazioni sul traffico e stradali, che possono<br />

essere trasmessi su uno dei canali dedicati ai dati messi a disposizione<br />

dal DAB.<br />

La trasmissione dei dati si basa su uno specifico protocollo per il DAB, il<br />

MOT (Multimedia Object Transfer Protocol) sfruttando i diversi sistemi di<br />

trasmissione (Streaming, trasmissione a pacchetto e PAD). Via personal computer,<br />

è possibile, attraverso una specifica scheda DAB, utilizzare un browser<br />

per fruire delle funzionalità multimediali. A questi si possono aggiungere<br />

i servizi interattivi. E’ possibile realizzare il canale destinato al feedback<br />

con l’utente (e quindi ad una vera e propria interattività) utilizzando le reti<br />

GSM/GPRS, creando nuove possibilità di interazione con la telefonia mobile.<br />

In molti paesi d’Europa dove si prevede di utilizzare le reti terrestri (e non,<br />

quindi, la copertura satellitare), si progetta la nascita di “piattaforme nazionali<br />

DAB”, sulle quali trovano spazio i broadcaster pubblici e privati, l’industria<br />

dell’elettronica di consumo, i gestori di rete, le autorità e gli enti di<br />

regolamentazione. Solo attraverso la concertazione tra i vari attori del mercato<br />

sarà infatti possibile superare gli ostacoli che rallentano l’adozione del<br />

DAB, primo fra tutti, la definizione dello standard per i nuovi ricevitori.<br />

3<br />

Eureka 147, Digital Audio Broadcasting - Overview and Summary of the DAB System, World<br />

DAB Forum<br />

8<br />

9


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Il problema relativo all’affermazione <strong>della</strong> tecnologia <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale è<br />

complesso e coinvolge una numerosa serie di fattori. In realtà, lo standard<br />

europeo è in fase di sperimentazione 4 dalla fine degli anni ottanta, ma non<br />

ha ancora raggiunto in tutti i paesi dell’Unione Europea la diffusione che<br />

consentirebbe alla nuova tecnologia di affermarsi definitivamente.<br />

I fautori del DAB sottolineano che la tecnologia non ha significativi concorrenti,<br />

anche al di fuori dell’Europa 5 . Tuttavia, l’industria statunitense ha<br />

mantenuto una posizione scettica nei confronti dello standard europeo, preferendo<br />

esplorare altre possibilità. Al contrario, in Australia e Canada la sperimentazione<br />

del DAB è ad un buon punto ed esperimenti sono stati avviati<br />

in molti altri paesi extraeuropei 6 . In Europa, dove il primo servizio ufficiale<br />

DAB è nato nel 1995 in Inghilterra, in Germania e in Svezia, in alcuni<br />

paesi la nuova tecnologia si sta affermando come una realtà importante e<br />

significativa mentre in altri, malgrado la sperimentazione e l’ampliamento<br />

<strong>della</strong> copertura, il DAB ancora non supera la fase iniziale.<br />

Non a caso l’Aer 7 nella posizione ufficialmente assunta nel maggio 2001, afferma<br />

che la situazione dei diversi stati europei è troppo disuguale per poter<br />

realisticamente proporre stime attendibili sull’avvicendamento tecnologico<br />

per la <strong>radio</strong>fonia. Per fare fronte a questa situazione è indispensabile il<br />

coordinamento e l’intervento degli organi europei, senza i quali probabilmente<br />

non sarà possibile per la tecnologia superare gli ostacoli imposti dalla<br />

situazione attuale.<br />

Malgrado la nascita di consorzi (come il Club Italia, il consorzio Eureka 147,<br />

il World DAB Forum) con il preciso obiettivo di riunire e coordinare industria<br />

e istituzioni, in realtà la posizione dell’industria rimane cauta riguardo<br />

al digital broadcasting. Tra i fattori ancora di ostacolo all’adozione <strong>della</strong><br />

tecnologia, costituisce un freno significativo il finanziamento <strong>della</strong> rete a<br />

terra necessaria al nuovo sistema, che i broadcaster spesso non intendono<br />

sostenere. Inoltre, l’avvento <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale comporterebbe la perdita di<br />

valore delle reti in Fm, sul cui rinnovamento la <strong>radio</strong>fonia privata, ad esempio<br />

in Italia, ha molto investito nel corso degli anni novanta.<br />

Dal punto di vista dell’industria elettronica di consumo, la situazione non si<br />

presenta in modo incoraggiante: le aziende produttrici di ricevitori per la<br />

<strong>radio</strong> digitale continuano a produrre apparecchi di qualità ma il cui costo<br />

4<br />

Tra i paesi europei in cui sono attive sperimentazioni DAB: Belgio, Danimarca, Finlandia,<br />

Francia, Norvegia, Olanda, Polonia, Svezia, Svizzera, Ungheria.<br />

5<br />

Per la descrizione delle tecnologie: Ebu Technical Review, www.ebu.ch/trev_278-laven.pdf<br />

6<br />

Tra i paesi nei quali è in corso la sperimentazione del sistema si possono citare: Cina, Corea<br />

del Sud, India, Malesia, Messico,Singapore, Sudafrica e Turchia. In Hendy, David, Radio in<br />

the Global Age, Cambridge, Polity Press, 2000, p 50<br />

7<br />

L’Association Europeénne des <strong>radio</strong>s riunisce circa 4.500 operatori privati europei in nove<br />

paesi.<br />

elevato 8 impedisce la penetrazione del mercato, oltretutto senza garantire la<br />

copertura dei rivenditori, per cui in molti casi è impossibile per gli utenti<br />

europei anche reperire un ricevitore DAB presso le normali catene distributive.<br />

A giudizio di alcuni analisti non sono poche le conseguenze che la nuova<br />

tecnologia potrebbe comportare per il settore. L’avvento del digitale creerebbe<br />

innanzitutto le basi per un fondamentale cambiamento dell’ambiente<br />

competitivo del mercato: l’assegnazione delle licenze per gestire i multiplex<br />

crea nuove dinamiche competitive, aprendo il mercato all’entrata nel<br />

settore di soggetti esterni, tendenza confermata dai risultati delle prime assegnazioni<br />

di licenze per il DAB: in Germania, tra le licenze per la gestione<br />

dei multiplex assegnate, molte sono state destinate a gruppi di telecomunicazioni<br />

come Deutsche Telekom AG, oltre a nuove joint ventures tra imprese;<br />

in Gran Bretagna, la nascita del primo gestore di multiplex Digital One<br />

è partita dall’alleanza tra il gruppo <strong>radio</strong>fonico GWR ed il gestore di rete a<br />

banda larga NTL. Questo fenomeno, generalmente interpretato come una<br />

minaccia dagli operatori del settore <strong>radio</strong>fonico, può al contrario secondo<br />

alcuni essere inteso come un’opportunità per stabilire alleanze strategiche<br />

con nuovi operatori (ad esempio, appartenenti al settore delle telecomunicazioni)<br />

ed attrarre investimenti sul settore. Il contesto generale testimonierebbe<br />

infatti la presenza di numerosi operatori che manifestano l’intenzione<br />

di espandere la propria presenza nel mercato dei media ma che stentano<br />

a trovare spazio nel sistema tradizionale.<br />

Tra gli effetti che l’adozione <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale potrebbe causare all’interno<br />

del settore <strong>radio</strong>fonico, si possono individuare alcuni punti di particolare rilievo:<br />

• La trasformazione <strong>della</strong> <strong>radio</strong> in mezzo digitale potrebbe modificare l’equilibrio<br />

attualmente presente nella suddivisione del pubblico tra <strong>radio</strong>fonia<br />

pubblica e privata, grazie proprio all’effetto <strong>della</strong> digital migration<br />

9 , ovvero il passaggio al digitale, che creerebbe ulteriori opportunità<br />

di crescita per il settore privato (nei termini di un maggiore spazio e nuovi<br />

canali a disposizione e , di conseguenza, di creazione di valore per<br />

ascolti e pubblicità). Secondo molti osservatori, la possibilità di operare<br />

in ambiente digitale favorirebbe il passaggio di fasce di audience dalla<br />

<strong>radio</strong>fonia pubblica a quella privata, soprattutto in quei paesi (come<br />

la Gran Bretagna) nei quali il ruolo del settore pubblico è molto forte.<br />

• Un’altra variabile importante è costituita dagli effetti che la nuova of-<br />

8<br />

Il costo di un ricevitore DAB delle 16 marche attualmente presenti sul mercato supera abbondantemente<br />

i 500 Euro. In www.worlddab.org<br />

9<br />

AAVV, European Radio. Taking a bigger share of pie, Crédit Suisse First Boston, 1 Novembre<br />

2000<br />

10<br />

11


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

ferta digitale (molto più ampia e differenziata) potrà avere sull’audience.<br />

La differenziazione dell’offerta potrebbe condurre ad un processo di<br />

frammentazione dell’audience tra molti canali narrowcasting. Il principale<br />

timore manifestato dalle imprese è in questo caso la dispersione delle<br />

risorse pubblicitarie tra i molti operatori presenti. Questo problema<br />

deve secondi alcuni indurre a seria riflessione nello stabilire strategie e<br />

politiche di marketing da parte degli operatori esistenti. Non a caso, molti<br />

operatori <strong>radio</strong>fonici non caldeggiano particolarmente l’adozione del<br />

DAB probabilmente per timore di affrontare un mercato nel quale i vantaggi<br />

ed il valore acquisiti dalle emittenti esistenti potrebbe essere drasticamente<br />

ridotto.<br />

• Il modello basato sulla tecnologia DAB modificherebbe inoltre la struttura<br />

del settore, creando una entità nuova all’interno <strong>della</strong> filiera produttiva,<br />

ovvero la figura del gestore del multiplex, o canale di frequenza:<br />

in questo modo, come già accennato, l’avvento <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia digitale<br />

tenderebbe quindi a separare l’attività editoriale dalla gestione <strong>della</strong><br />

frequenza.<br />

• Tra le future applicazioni <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale una prospettiva interessante<br />

è quella rappresentata dalla realizzazione di forme di commercio<br />

elettronico (e-commerce) grazie alla trasmissione di contenuti Web, e di<br />

commercio attraverso telefonia mobile (m-commerce). La <strong>radio</strong> digitale<br />

potrebbe quindi costituire un secondo “accesso” ai servizi del commercio<br />

elettronico, affiancandosi in questa attività a Internet.<br />

Inoltre, la distribuzione digitale fornisce ai broadcaster <strong>radio</strong>fonici la possibilità<br />

di accedere a una porzione interessante del mercato pubblicitario.<br />

La tecnologia, infatti, permette di creare nuovi spazi sfruttando la capacità<br />

di trasmettere testi e immagini sui ricevitori digitali, che consentono di visualizzare<br />

banner pubblicitari, immagini, marchi di sponsorizzazioni e testi<br />

di messaggi pubblicitari. Possibilità di incrementare i ricavi pubblicitari<br />

nascerebbero anche dal maggiore spazio disponibile nel sistema DAB, in<br />

grado di trasmettere più canali in una sola frequenza.<br />

1.2 Internet<br />

Nel generale contesto di integrazione multimediale, la <strong>radio</strong> ha straordinarie<br />

possibilità di sviluppo. Questa tendenza è confermata dal generale andamento<br />

del mercato che vede la costante crescita del settore <strong>radio</strong>fonico e<br />

la crescente integrazione multimediale dei principali gruppi procedere di<br />

pari passo con l’emergere e l’adozione delle tecnologie digitali, intese come<br />

una vasta gamma di applicazioni ancora in parte da esplorare. In questo<br />

contesto, Internet tuttavia assume un ruolo di sicuro rilievo all’interno del-<br />

lo scenario <strong>radio</strong>fonico europeo, anche se il suo sviluppo è intrecciato con<br />

il generale processo di digitalizzazione e l’affermazione delle reti digitali.<br />

Le principali emittenti dei più importanti mercati (Gran Bretagna, Francia,<br />

Germania, Spagna ed Italia) hanno infatti adottato il nuovo mezzo in modo<br />

capillare, sfruttandone sia le possibilità tecnologiche per la distribuzione<br />

del segnale audio, sia gli strumenti di relazione con il pubblico-comunità<br />

<strong>radio</strong>fonico. In generale, si può affermare che l’adozione del nuovo canale,<br />

anche se ancora in una fase iniziale, ha ormai superato la fase del sito “vetrina”,<br />

di impianto promozionale e statico orizzontandosi ben presto su un<br />

utilizzo più articolato del mezzo. La maggioranza delle emittenti non solo<br />

infatti è presente su Internet, ma offre in varie forme e gradi servizi diversi<br />

al pubblico.<br />

I vantaggi offerti dalla possibilità di trasmettere on line grazie a tecnologie<br />

di data streaming sono innegabili:<br />

• L’audience raggiungibile con Internet è praticamente illimitata e non<br />

condizionata da frontiere spaziali o nazionali di sorta.<br />

• Non è necessaria la concessione di alcuna licenza per poter trasmettere.<br />

Tradizionalmente, il broadcasting basato sulla trasmissione via etere ha<br />

incontrato sempre un limite insuperabile: la limitatezza dello spettro<br />

elettromagnetico. La questione dell’assegnazione delle frequenze continua<br />

a proporsi malgrado le innovazioni tecnologiche che promettono la<br />

disponibilità di più “spazio” elettromagnetico in futuro (grazie alla trasmissione<br />

digitale). Le frequenze continuano ad essere un bene pubblico<br />

scarso, allocato in base ad una precisa logica da parte dei diversi Stati<br />

a più soggetti. Quindi esse rappresentano tutt’oggi un limite ed un bene<br />

prezioso e richiesto dai media che su di esse fondano la propria attività.<br />

Di conseguenza, la possibilità di trasmettere su Internet senza alcun<br />

limite è stata fin dal principio una delle argomentazioni più forti a<br />

favore dell’uso <strong>della</strong> Rete da parte di mezzi come la televisione e la <strong>radio</strong>.<br />

Per le imprese <strong>radio</strong>foniche si aggiungono inoltre alcuni altri vantaggi: i costi<br />

di trasmissione sono bassi in confronto alla costruzione di una infrastruttura<br />

per la trasmissione via etere, o anche solamente alla sua gestione,<br />

e promettono, grazie alle innovazioni tecnologiche già realizzate, una qualità<br />

vicina allo standard CD (al contrario di quanto accaduto fino ad oggi per<br />

la trasmissione video) evitando il deterioramento del segnale che caratterizza<br />

la <strong>radio</strong>fonia via etere.<br />

La trasmissione streaming di dati audio ha comunque un costo costituito,<br />

oltre all’investimento iniziale in tecnologia, dalla necessità di pagare ai proprietari<br />

del software (<strong>della</strong> tecnologia) una licenza. Con il sistema “unicast”<br />

si realizza uno “stream” (una “stringa” di dati) per ciascun utente e per ogni<br />

12<br />

13


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

connessione realizzata: chi trasmette deve pagare un costo alla ditta proprietaria<br />

del software. Una seconda tecnologia è rappresentata dall’IP Multicast,<br />

che permette l’uso di uno stesso stream per più utenti. Nel prossimo<br />

futuro le innovazioni tecnologiche consentiranno di ridurre ulteriormente<br />

il costo <strong>della</strong> trasmissione audio on line: il sistema Multicast, che ha sostituito<br />

l’Unicast, permette di utilizzare uno stesso “stream” per trasmettere a<br />

più utenti, riducendo l’ampiezza di banda richiesta del 20% 10 , mentre si stanno<br />

realizzando notevoli miglioramenti anche riguardo alle tecniche di compressione.<br />

L’uso <strong>della</strong> Rete da parte <strong>della</strong> <strong>radio</strong><br />

L’adozione dei sistemi streaming ha comportato per la <strong>radio</strong>fonia una forma<br />

di applicazione “basica”, ovvero la riproposizione senza sostanziali distinzioni<br />

delle trasmissioni on air in tempo reale anche sul nuovo canale. Si<br />

è creduto, infatti, che i vantaggi garantiti dal nuovo sistema costituissero da<br />

soli un benefit tale da non richiedere ulteriori interventi sull’offerta.<br />

In realtà, l’offerta on line limitata alla trasmissione di genere broadcasting<br />

tradizionale è solo un stadio iniziale dello sfruttamento e dell’adozione <strong>della</strong><br />

Rete. Tuttavia, ad oggi la possibilità di trasmettere on line costituisce uno<br />

degli usi del canale web più comuni tra le emittenti europee.<br />

Riproposizione on line delle trasmissioni via etere<br />

Come già osservato si tratta dell’applicazione ormai più diffusa e“classica”<br />

delle tecnologie di streaming audio. Grazie alla possibilità offerte dai software<br />

di streaming, che hanno agevolato la fruizione audio in rete (ma ancora<br />

non il video, che incontra notevoli difficoltà, a causa delle ridotte capacità<br />

trasmissive dei sistemi basati sul cavo telefonico piuttosto che sulla banda<br />

larga) la possibilità di trasmettere, oltre che on air, attraverso Internet, ha<br />

conosciuto un’adozione sempre più vasta. A partire dal 1996, anno di nascita<br />

del primo software di data streaming, Real Audio, l’avvento di questa<br />

tecnologia ha rivoluzionato profondamente la fruizione <strong>della</strong> Rete. Attualmente,<br />

il miglioramento costante del sistema consente ai due principali fornitori<br />

di software (Microsoft/RealNertwork), di garantire un servizio non<br />

molto inferiore alla Cd Quality.<br />

Adottando la semplice riproduzione via Internet <strong>della</strong> programmazione on<br />

air, le imprese <strong>radio</strong>foniche utilizzano la Rete come un canale distributivo<br />

alternativo all’etere, i cui vantaggi si riducono unicamente alla mancanza di<br />

limiti dovuti alla frequenza e all’ampiezza dell’audience.<br />

Molti studi realizzati sull’audience rilevano, malgrado la diffusione delle tec-<br />

10<br />

Forrester Report, “Radio Tunes into the Web”, September 1998<br />

nologie streaming, una certa lentezza nella crescita degli ascolti on line per<br />

la <strong>radio</strong>fonia 11 . La ragione di questo rallentamento deve essere individuata<br />

nella tipologia di offerta presente su Internet, evidentemente incapace di incrementare<br />

il numero degli ascoltatori. I principali studi sul settore 12 confermano<br />

inoltre che gli utenti on line nutrono aspettative nei confronti <strong>della</strong><br />

<strong>radio</strong>fonia molto più ampie rispetto alla trasmissione del segnale via etere:<br />

chiedono infatti ai siti delle stazioni <strong>radio</strong> servizi aggiuntivi. Le caratteristiche<br />

richieste sono, tra l’altro, funzioni che permettono alle stazioni <strong>radio</strong>foniche<br />

di creare “valore aggiunto”. Secondo gli analisti 13 , la <strong>radio</strong>fonia<br />

sarebbe avvantaggiata nella raccolta di audience on line, ma sarebbe obbligata,<br />

per sfruttare questi vantaggi, a rivoluzionare la propria offerta via Internet,<br />

sfruttando il nuovo canale come strumento di comunicazione con il<br />

proprio pubblico, ma anche come canale distributivo di prodotti e servizi.<br />

Diverse altre considerazioni confermano come il solo “ascolto live” non sia<br />

un uso ottimale del nuovo canale. Genericamente, la possibilità di raggiungere<br />

il pubblico on line è stata indicata in tre tipi di segmenti: il primo coincidente<br />

con l’audience dell’emittente on air, il secondo costituito da pubblico<br />

al di fuori dell’area di trasmissione <strong>della</strong> stazione <strong>radio</strong>, il terzo composto<br />

dagli ascoltatori fedeli al canale ma momentaneamente lontani. Tuttavia,<br />

ad un’analisi più attenta, questi segmenti di pubblico risultano molto<br />

contenuti.<br />

• In primo luogo, la fruizione <strong>radio</strong>fonica è in genere più facile ed accessibile<br />

attraverso le onde elettromagnetiche che via PC. La capillare diffusione<br />

<strong>radio</strong>fonica sul territorio, che è garantita dalle sua caratteristiche<br />

di mezzo mobile e personale, oltre che dal supporto di scarso impegno<br />

economico, e rappresenta una copertura quasi esaustiva del pubblico,<br />

raggiunto in quasi tutti i momenti e gli spazi possibili. Queste caratteristiche<br />

dell’audience <strong>radio</strong>fonico riducono la fascia degli ascoltatori<br />

potenziali via Internet al segmento degli utenti lavoratori, che sul<br />

luogo di lavoro hanno ormai spesso una postazione Internet con collegamento<br />

a banda larga e per i quali è più accessibile l’ascolto on line di<br />

quello on air. Tuttavia, pur costituendo un segmento d’ascolto particolarmente<br />

pregiato, esso rimane marginale rispetto al complessivo ascolto<br />

<strong>radio</strong>fonico.<br />

• L’audio on line nega agli utenti uno dei benefit maggiori caratteristici<br />

11<br />

Arbitron Research/Edison Media, Internet. Streaming at a Crossroads, Usa, 2001<br />

12<br />

Arbitron Research/Edison Media, Radio Station Web Site Content: An In-Depth Look, Usa,<br />

2001<br />

13<br />

RTNDF, The America Radio News Audience Survey. Examining the Use, Perception and<br />

Future of Radio News, Radio and Television News Directors Foundation, Usa, autunno 2000,<br />

in www.rtnda.org<br />

14<br />

15


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

<strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia, ovvero la mobilità dell’ascolto, in grado, per mezzo di<br />

una tecnologia poco costosa e flessibile, di accompagnare l’ascoltatore<br />

nella maggior parte <strong>della</strong> vita quotidiana, dal viaggio in automobile, all’ascolto<br />

negli spazi pubblici e commerciali, all’ascolto individuale portatile,<br />

in treno o a piedi. Sebbene in futuro la situazione possa cambiare<br />

grazie all’evoluzione dell’“Internet mobile”, attualmente la fruizione<br />

<strong>radio</strong>fonica via etere, completamente gratuita, flessibile e di alta qualità,<br />

non sembra trovare un mezzo alternativo nella fruizione on line, legata<br />

al terminale e allo spazio fisico.<br />

• Si può inoltre osservare che attualmente, pur considerando l’alta fedeltà<br />

al canale dimostrata dal pubblico <strong>radio</strong>fonico “fuori sede”, anche l’audience<br />

non raggiungibile attraverso onde elettromagnetiche (e quindi al<br />

di fuori dell’area di competenza dell’emittente) è a sua volta ristretta, e<br />

le motivazioni stesse alla base dell’ascolto troppo deboli per poter sperare<br />

in un aumento sostanziale nel futuro. Si potrebbe inoltre considerare<br />

che la stessa utenza pubblicitaria dell’emittenza <strong>radio</strong>fonica nutre<br />

generalmente uno scarso interesse nei confronti di fasce di pubblico lontane<br />

dall’area di competenza dell’emittente (e dell’inserzionista).<br />

La definitiva affermazione <strong>della</strong> Rete come canale di distribuzione <strong>radio</strong>fonico<br />

deve passare dalla ricostruzione dell’offerta disponibile per l’utente, in<br />

grado di offrire plus significativi nell’ascolto attraverso la Rete. Il nuovo canale<br />

ha infatti peculiarità uniche che lo rendono non un semplice supporto,<br />

ma un “ambiente comunicativo” innovativo le cui caratteristiche rivestono<br />

grande interesse e per il quale la semplice riproduzione <strong>della</strong> programmazione<br />

on air non consente un reale sfruttamento delle opportunità offerte.<br />

La <strong>radio</strong>fonia e Internet sono fondati su modelli comunicativi (il modello<br />

broadcasting per la <strong>radio</strong>fonia e il modello “multicasting” per la Rete 14 ), che<br />

impongono l’elaborazione di strumenti e strategie d’offerta diversificati per<br />

l’una e per l’altro.<br />

Da queste considerazioni nasce la necessità, avvertita dalle emittenti <strong>radio</strong>foniche,<br />

di sperimentare ed adottare nuovi modelli di sviluppo in Rete,<br />

configurando la trasmissione on line come un primo step di un processo in<br />

piena evoluzione.<br />

La seconda fase di sviluppo dell’attività on line: la personalizzazione dell’ascolto<br />

e i servizi sonori<br />

La <strong>radio</strong>fonia è dunque alla ricerca di un modello di sviluppo innovativo e<br />

14<br />

Per multicasting si intende un modello comunicativo in grado di alternare e affiancare più tipologie<br />

comunicative, partendo dal modello uno-a-molti caratteristico del broadcasting, ma anche<br />

il modello interpersonale (uno - a - uno) e molti - a - molti.<br />

diverso da quello del broadcasting, che consenta di sfruttare appieno le possibilità<br />

offerte dalla nuova tecnologia. La <strong>radio</strong>, in questo senso, potrebbe<br />

trasformarsi in un erogatore di servizi sonori 15 , che comprendono un’ampia<br />

gamma di soluzioni e possibilità, in realtà ancora solo vagamente intuibili.<br />

Il mezzo <strong>radio</strong>fonico dovrà offrire “servizi” che abbiano elevato valore<br />

aggiunto per l’utente in modo da garantirne la fruizione. Grazie a queste opportunità,<br />

le emittenti adotteranno forme di weblistening, inteso come una<br />

modalità editoriale basata su diverse tecnologie e modalità di distribuzione<br />

e connessa strettamente alla Rete, capace di affiancare le caratteristiche del<br />

modello comunicativo di broadcasting a quelle dell’interattività e del modello<br />

comunicativo interpersonale. In questo senso, la riorganizzazione dell’offerta<br />

<strong>radio</strong>fonica è un passo decisivo per progettare, produrre e distribuire<br />

prodotti specificamente destinati all’ambiente comunicativo del Web.<br />

Una fase più evoluta nell’adozione <strong>della</strong> Rete da parte degli operatori <strong>radio</strong>fonici<br />

è costituita dalla realizzazione <strong>della</strong> “personalizzazione dell’ascolto”.<br />

All’interno di questa definizione possono essere raccolte un’ampia gamma<br />

di soluzioni e servizi ancora in larga parte inesplorati. Si tratta comunque<br />

di una fase ricca di possibilità applicative e già avviata dai principali<br />

soggetti <strong>radio</strong>fonici europei. In questo modo l’attenzione viene spostata dalla<br />

capacità trasmissiva del canale Internet e focalizzata al contrario su un<br />

secondo elemento: la capacità di offrire servizi audio diversificati rispetto<br />

alla trasmissione terrestre. Grazie a questa impostazione, si ampliano le modalità<br />

applicative del mezzo, così come le opportunità di incrementare e raggiungere<br />

nuovi segmenti di audience.<br />

Le tipologie di uso del webcasting sono numerose e spaziano su un’ampia<br />

gamma di modelli, che partono dal modello broadcasting fino a forme di<br />

fortissima personalizzazione dell’ascolto. Tra le tante possibili linee di sviluppo<br />

si possono elencare le più significative:<br />

• Riproposizione on line di materiale già trasmesso, come programmi, interviste<br />

oppure brani audio dedicati all’informazione (giornali orari, notizie<br />

sul tempo, traffico ecc.), Questa attività rappresenta già un passo<br />

avanti rispetto alla semplice trasmissione on line, perché l’utente ha l’opportunità<br />

di scegliere quando ascoltare determinati contenuti. Generalmente,<br />

è molto diffuso un modello che fa ampio uso dell’ascolto individuale<br />

di alcuni brani già trasmessi, inseriti però in un percorso/contesto<br />

editoriale predefinito dall’emittente, affiancato da altri contenuti e servizi.<br />

Inoltre, questo consente di sfruttare l’ampiezza dell’audience potenziale<br />

caratteristico di Internet e intercettare gli utenti che lavorano<br />

15<br />

Menduni, Enrico, Il mondo <strong>della</strong> <strong>radio</strong>, cit., pp. 217 sgg.; Richeri, Giuseppe, La Radio, in Gabriella<br />

Paci e Marialuisa Stazio (a cura di) Non Più e Non Ancora, Verso nuove realtà <strong>della</strong> comunicazione,<br />

Napoli, Cuen, 1993, pp. 35 sgg.<br />

16<br />

17


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

ad una postazione Internet e che non potrebbero essere raggiunti dalla<br />

<strong>radio</strong>fonia via etere.<br />

• Collocazione on line di materiale che non è stato impiegato on air: rappresenta<br />

un primo passo nella direzione <strong>della</strong> diversificazione concreta<br />

dell’attività (necessaria, come già osservato, alla valorizzazione dell’attività<br />

on line) e nella creazione di economie e sinergie produttive che possono<br />

rivelarsi interessanti per l’impresa <strong>radio</strong>fonica.<br />

• Costruzione di archivi sonori consultabili in vari gradi dall’utente: la costruzione<br />

e la gestione dell’archivio sonoro rappresentano un elemento<br />

strategico fondamentale dell’attività <strong>radio</strong>fonica on line. E’ possibile così<br />

gestire in modo ottimale l’offerta dei servizi audio e procedere ad una<br />

adeguata valorizzazione dei contenuti <strong>radio</strong>fonici. Come si può intuire,<br />

la grande disponibilità di contenuti, sia musicali che informativi raccolti<br />

nell’archivio sonoro di un’impresa <strong>radio</strong>fonica è ampiamente sfruttabile<br />

sul canale Internet. Questa opportunità è resa ancora più interessante<br />

dal fenomeno <strong>della</strong> convergenza digitale, che permette alle due diverse<br />

attività (Internet e <strong>radio</strong>) di usufruire dello stesso supporto, creando<br />

interessanti economie di varietà. I contenuti già in possesso dell’emittente<br />

<strong>radio</strong>fonica, in sostanza, possono essere utilizzati per ampliare e<br />

diversificare l’offerta sulla Rete. In più, la produzione realizzata sulla<br />

piattaforma digitale contribuisce ad attribuire nuova importanza all’archivio<br />

sonoro dell’impresa <strong>radio</strong>fonica. La gestione dell’archivio inteso<br />

come raccolta di prodotti costruiti su una unica piattaforma comune a<br />

molti mezzi, la piattaforma digitale, diviene un punto fondamentale nella<br />

creazione di valore dell’impresa.<br />

• Costruzione di database multimediali da correlare all’archivio audio: le sinergie<br />

create da Internet, “ambiente” comunicativo nel quale il testo, l’immagine<br />

ed il suono convivono, consentono all’impresa di gestire contenuti<br />

non solo sonori. Troveranno quindi collocazione materiali video, testi e<br />

immagini correlate al settore d’attività prescelto dall’emittente e la cui fruizione<br />

possibile attraverso la Rete costituirà un interessante benefit per gli<br />

utenti dei servizi sonori. Potranno essere sviluppate sezioni informative e<br />

anche forme di merchandising. Mutuando la definizione di marketing che<br />

distingue tra servizi centrali (o core), cioè servizi che costituiscono l’attività<br />

principale dell’impresa, e servizi periferici, attività cioè aggiuntive e<br />

collaterali, proprio la qualità dei secondi, i servizi aggiuntivi, potrebbe garantire<br />

la differenziazione dell’attività dell’impresa <strong>radio</strong>fonica e costituire<br />

sempre più un “plus” di grande valore per gli utenti.<br />

• Creazione di nuovi canali da fruire esclusivamente su Internet: in questo<br />

caso l’offerta si rinnova, creando “Web <strong>radio</strong>”, canali <strong>radio</strong>fonici on line<br />

attraverso cui ascoltare una programmazione alternativa rispetto a quella<br />

trasmessa via etere. I canali <strong>radio</strong> spesso rispondono a una precisa<br />

segmentazione <strong>radio</strong>fonica, in modo da realizzare offerte di narrowcasting<br />

nell’ambito di un progetto necessariamente più “generalista”: la<br />

creazione dei canali nasce dall’analisi delle esigenze specifiche <strong>della</strong> “comunità<br />

<strong>radio</strong>fonica” di riferimento.<br />

• Produzione di materiali per la fruizione on line: rappresenta una delle attività<br />

più avanzate. In questo modo, si producono materiali ad hoc destinati<br />

agli utenti on line, concludendo il processo di diversificazione delle<br />

attività avviato in precedenza. In questo caso, la Rete viene utilizzata<br />

come una modalità editoriale a sé stante, per la quale si costruisce un’offerta<br />

specifica e indipendente da quella del mezzo <strong>radio</strong>fonico.<br />

• Costruzione di playlist individuali, ovvero l’applicazione <strong>della</strong> <strong>radio</strong> on<br />

demand attraverso la Rete. La possibilità per l’utente di costruire una<br />

“<strong>radio</strong> personalizzata” è strettamente legata alla gestione degli archivi<br />

sonori, ed è senza dubbio una possibilità interessante, anche se forse non<br />

così determinante come si è creduto all’inizio dell’era Internet: in effetti,<br />

potrebbe rappresentare più un servizio secondario (magari da affiancare<br />

a canali tematici Internet only) piuttosto che una generale trasformazione<br />

<strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia. Il caso di evoluzione più accentuata del mezzo<br />

<strong>radio</strong>fonico vedrà l’utente confezionare palinsesti completamente personalizzati,<br />

da ascoltare attraverso Internet nel momento e nel luogo preferito.<br />

La scelta verrà realizzata accedendo direttamente all’archivio dell’emittente,<br />

che sarà quindi accessibile all’utenza: la formula adottata<br />

sarà simile al modello audio on demand.<br />

Il progetto editoriale dell’emittente influenza decisamente la realizzazione<br />

dell’offerta Internet, che adotta spesso politiche di espansione complementari<br />

rispetto al progetto <strong>radio</strong>fonico. Nel suo complesso, probabilmente, la<br />

produzione si trasformerà perché verrà progettata e realizzata per essere veicolata<br />

su più di un mezzo. Nello stesso processo verrà coinvolto il palinsesto,<br />

che subirà i cambiamenti imposti dalla filosofia produttiva tipica del<br />

webcasting. Un ruolo sempre più importante verrà ricoperto dal servizio di<br />

ricerca interno all’archivio. Quanto maggiore saranno la specializzazione e<br />

l’utilità degli strumenti di ricerca, maggiore sarà la funzionalità e la creazione<br />

di “valore” per l’utente. Di conseguenza, l’importanza e la raffinatezza<br />

del sistema, che si tratti di un motore di ricerca, di una directory, o meglio<br />

ancora, di una forma combinata dei due metodi, assume una rilevanza<br />

centrale per l’ottimizzazione del servizio.<br />

Il passaggio relativo alla vera e propria produzione multimediale destinata<br />

espressamente al consumo on line è in realtà una fase estremamente avanzata<br />

di uso <strong>della</strong> Rete, in gran parte non ancora raggiunta dalla maggioran-<br />

18<br />

19


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

za delle <strong>radio</strong> terrestri on line, mentre per quanto riguarda gli altri modelli<br />

applicativi esistono esempi e casi di adozione ormai piuttosto diffusi. E’ probabile<br />

che tutte queste attività implicheranno significative conseguenze sull’attività<br />

dell’impresa <strong>radio</strong>fonica tradizionale, dato che permetteranno di<br />

raggiungere alcuni importanti risultati: consentiranno infatti di ottimizzare<br />

le sinergie, valorizzare i contenuti raccolti nelle library delle emittenti <strong>radio</strong>foniche<br />

che tradizionalmente non hanno avuto grande impiego commerciale<br />

all’interno dell’industria <strong>radio</strong>fonica, e creare economie di scala<br />

che nascono dallo sfruttamento sistematico e differenziato delle risorse. La<br />

piattaforma produttiva comune rende infatti possibile la produzione di prodotti<br />

gestibili in più modi e su diversi supporti, e quindi un’accorta gestione<br />

dell’archivio contribuisce a creare sinergie più efficaci.<br />

Nell’era di Internet, l’archivio sonoro di ciascuna emittente diviene così uno<br />

strumento strategico fondamentale <strong>della</strong> gestione dell’impresa <strong>radio</strong>fonica.<br />

L’archivio si trasforma in un elemento “attivo” nella gestione, che assume<br />

anche una funzione di “frontiera” tra l’esterno e l’interno dell’organizzazione,<br />

grazie ai progetti di immissione del materiale audio on line in modo che<br />

sia anche accessibile al pubblico. I progetti di valorizzazione del contenuto<br />

così realizzabili permettono la reale ottimizzazione dell’offerta <strong>radio</strong>fonica.<br />

Servizi commerciali<br />

I servizi audio costituiscono una delle più interessanti prospettive di sviluppo<br />

per il settore <strong>radio</strong>fonico ma non rappresentano l’unica attività che è<br />

possibile gestire attraverso la Rete: i servizi commerciali potranno registrare<br />

un forte incremento per le imprese di comunicazione e tra queste, anche<br />

per la <strong>radio</strong>.<br />

L’impiego di Internet come canale distributivo permette infatti di affiancare<br />

ai “servizi sonori”, legati strettamente all’attività “core” dell’impresa <strong>radio</strong>fonica,<br />

attività di genere commerciale che possono costituire un interessante<br />

settore di espansione per l’industria <strong>radio</strong>fonica. In particolare, si tratta<br />

di servizi per mezzo dei quali è possibile sfruttare pienamente i vantaggi<br />

del nuovo canale, ovvero praticare un’attività di commercio elettronico. Altrettanto<br />

che per i servizi informativi collegati ai servizi musicali o sonori,<br />

la possibilità di offrire servizi commerciali on line al proprio pubblico potrebbe<br />

costituire una concreta possibilità di realizzare nuovi ricavi. Tra l’altro,<br />

alcuni dati rilevano un discreto interesse da parte del pubblico per l’attività<br />

commerciale svolta dalle <strong>radio</strong> su Internet, ad esempio nel mercato<br />

americano: secondo gli studi di Arbitron 16 metà degli utenti americani desidererebbe<br />

poter visitare un sito Web <strong>radio</strong>fonico per visionare prodotti ed<br />

eventualmente poter acquistare on line. In particolare, l’attività commerciale<br />

potrà concretizzarsi in più forme: attraverso il download di prodotti<br />

musicali, e attraverso servizi di e-commerce per altre categorie merceologiche.<br />

1.3 L’attuale stadio evolutivo dell’innovazione<br />

In base ai dati forniti dal World DAB Forum (vedi tabella 1), ad oggi circa<br />

230 milioni di persone in tutto il mondo possono ricevere servizi di <strong>radio</strong> digitale.<br />

Secondo il consorzio, il sistema DAB sarebbe in fase operativa nella<br />

maggioranza dei paesi dell’Europa occidentale, con l’eccezione di alcune nazioni<br />

nelle quali il sistema è ancora in una fase pre-operativa o iniziale (come<br />

l’Italia).<br />

Cominciano ad essere presenti inoltre numerosi esempi di applicazione commerciale<br />

<strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale: per quanto riguarda l’Europa, il Regno Unito<br />

rappresenta senza dubbio il caso di maggiore evoluzione. In questo paese,<br />

infatti, caratterizzato da una forte spinta all’applicazione delle nuove tecnologie<br />

multimediali e digitali anche in altri settori, sono attivi ad oggi 167<br />

canali <strong>radio</strong>fonici digitali: tra questi, circa venti sono canali nazionali, mentre<br />

i restanti sono canali locali e regionali.<br />

Il Regno Unito è anche la nazione che ha registrato l’attività del primo operatore<br />

privato di <strong>radio</strong>fonia digitale, Digital One, che posseduto da Gwr e da<br />

Ntl, ha vinto la gara per l’assegnazione <strong>della</strong> licenza di gestione per il primo<br />

multiplex privato inglese. Tra i 20 canali nazionali, 10 appartengono al<br />

network commerciale, mentre gli altri sono stazioni <strong>della</strong> BBC. Il servizio<br />

pubblico inglese infatti è molto attivo nel settore <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia digitale.<br />

Il Regno Unito rappresenta nel contempo uno dei casi di più avanzato sfruttamento<br />

commerciale <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale: circa la metà dei canali esistenti<br />

trasmette unicamente in digitale ed offre agli ascoltatori servizi aggiuntivi<br />

distinti rispetto alle trasmissioni in Fm. Nel mercato inglese si assiste inoltre<br />

ad un primo fenomeno di specializzazione delle stazioni indotto dall’adozione<br />

<strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale: esempi interessanti sono Oneword, canale tematico<br />

digital only dedicato per un pubblico giovanile, che condivide l’impostazione<br />

con Prime time, però è indirizzato ad un segmento di pubblico<br />

più adulto, mentre a livello locale nascono canali musicali tematici (The<br />

Groove, Flix, 3C, The Arrow). Digizone, il servizio DAB messo a disposizione<br />

degli utenti da Digital One offre una gamma di servizi interattivi e contenuti<br />

collegati alle emittenti che trasmettono sul multiplex commerciale (giochi,<br />

notizie, informazioni collegate alla musica ecc.).<br />

16<br />

Si vedano a questo proposito Arbitron Reaserch/ Edison Media, Internet VI, streaming at a<br />

crossroads, Usa 2001 e Arbitron Research/Edison Media, Radio Station Web Site Content: An<br />

In-Depth Look, Usa, 2001<br />

20<br />

21


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Tabella 1 Diffusione del Digital Audio Broadcasting in alcuni principali mercati<br />

U.K. Francia Germania Spagna Italia Canada<br />

Copertura (%) 60 (BBC) 25 65 50 30 35<br />

80 (DO)<br />

Popolazione<br />

Raggiunta (Mln) 15 10<br />

Canali presenti 167 100+ 18 11 57<br />

Servizi Aggiuntivi Si Si Si No Si<br />

Fonte: World DAB Forum, 23 Gennaio 2002<br />

Attualmente, interessanti sperimentazioni di servizi DAB sono attivate anche<br />

in molti paesi extra-europei. In Canada, dove esistono 57 stazioni DAB<br />

in grado di raggiungere il 35% <strong>della</strong> popolazione, il Digital Radio Roll-Out<br />

Inc (DRRI), l’organizzazione che gestisce la piattaforma DAB canadese,<br />

sta operando al fine di creare sinergie virtuose con i diversi operatori del<br />

mercato: nel novembre 2001 ha raggiunto un accordo con General Motors,<br />

che vede la compagnia automobilistica impegnarsi nell’installazione di ricevitori<br />

DAB nelle vetture di propria produzione per il mercato canadese,<br />

mentre la società RadioShack distribuirà a partire dal 2002 un’ampia gamma<br />

di prodotti destinati alla fruizione del DAB (che vanno da “walkman”<br />

per la <strong>radio</strong> digitale a prodotti destinati alla fruizione via personal computer).<br />

Il DRRI programma inoltre di aumentare la copertura in alcune<br />

fondamentali aree <strong>della</strong> nazione, anche al di fuori delle principali aree metropolitane.<br />

1.4 Lo stato del <strong>rapporto</strong> <strong>radio</strong> - Internet: analisi di alcuni casi<br />

europei<br />

Come accennato precedentemente, la <strong>radio</strong>fonia ha ormai adottato il canale<br />

Internet in modo capillare e diffuso, e si appresta a vivere una nuova fase<br />

di applicazione del mezzo, alla ricerca di nuovi modelli di adozione. In<br />

realtà, già molti soggetti europei si orientano in questa direzione, permettendo<br />

già di individuare l’esistenza di alcuni modelli applicativi di maggiore<br />

diffusione. In generale, la tendenza vede le emittenti sviluppare servizi diversi<br />

in base al tipo di presenza on line prescelto: alcune emittenti scelgono<br />

di privilegiare la trasmissione e la personalizzazione dell’ascolto, e di conseguenza,<br />

la valorizzazione e la gestione dell’archivio sonoro. In altri casi,<br />

le emittenti si concentrano su un progetto web improntato al modello informativo,<br />

all’interno del quale assumono larga importanza la presenza di notiziari<br />

on line e di una redazione giornalistica, nella maggior parte dei casi<br />

collegata a quella on air. Infine, una terza linea evolutiva vede prediligere<br />

dalle emittenti un modello spiccatamente transazionale, incentrato sull’attività<br />

e l’offerta di servizi commerciali.<br />

Larga diffusione hanno gli strumenti tipici <strong>della</strong> funzione comunitaria del<br />

web, indifferentemente dalla tipologia di presenza on line adottata: infatti,<br />

la tendenza all’esaltazione <strong>della</strong> Rete come efficace strumento nella comunicazione<br />

interattiva con la comunità di riferimento, e di conseguenza, l’ottimizzazione<br />

<strong>della</strong> relazione con gli utenti-ascoltatori, costituisce una costante<br />

dello sviluppo delle strategie Internet in tutto il mercato europeo. In<br />

alcuni casi, l’uso del modello comunitario è pienamente consapevole, in altri<br />

appena accennato, ma è comunque presente, costituendo, tra l’altro, un<br />

elemento fondamentale di qualsiasi strategia di espansione on line, sia per<br />

quanto riguarda le emittenti orientate verso l’ascolto (i servizi audio) che per<br />

i soggetti <strong>radio</strong>fonici interessati all’erogazione di servizi commerciali o informativi.<br />

1.4.1. Francia<br />

Radio à la carte. Per “<strong>radio</strong> à la carte” si intendono le forme di distribuzione<br />

che consentono agli ascoltatori di costruire un palinsesto personale<br />

scegliendo tra un menù limitato di programmi o offerta musicale. Questo è<br />

il modello adottato ad esempio da Radio BFM. La <strong>radio</strong> francese, che fa riferimento<br />

a Media 9 e Bloomberg, è principalmente un’emittente di informazione,<br />

nata con l’intento di offrire informazione d’attualità con un taglio<br />

di qualità elevata (“toute l’actualité, un ton plus haut”). Come <strong>radio</strong> d’informazione,<br />

offre giornali <strong>radio</strong> ogni quarto d’ora, e approfondimenti sulla borsa<br />

ed i mercati due volte ogni ora. Dal punto di vista dello sviluppo tecnologico,<br />

Radio Bfm rappresenta un caso estremamente significativo di adozione<br />

delle nuove tecnologie: innanzitutto, la <strong>radio</strong> è la prima emittente francese<br />

completamente digitale ed è stata una delle prime ad investire nella tecnologia<br />

DAB.<br />

Radio BFM è presente on line con un portale (BFM BZ) completamente dedicato<br />

all’informazione ed ai servizi finanziari. Oltre a questo, Radio Bfm si<br />

distingue per l’offerta audio, che la caratterizza come un esempio di gestione<br />

innovativa degli archivi sonori. Radio Bfm, infatti, dedica gran parte del<br />

proprio progetto Internet alla possibilità di ascoltare on line parti <strong>della</strong> programmazione,<br />

mettendo a disposizione dell’utente ben quattro opzioni di<br />

ascolto diverse, con differenti gradi di personalizzazione.<br />

L’utente può ascoltare infatti la programmazione on air, ma può anche fruire<br />

<strong>della</strong> cosiddetta “<strong>radio</strong> à la carte”, che consente di scegliere prima tra diverse<br />

aree di interesse (attualità nazionale, attualità internazionale, sport<br />

ecc.), e poi selezionare, tra un numero definito di opzioni, la trasmissione<br />

di maggiore interesse. Le trasmissioni <strong>della</strong> sezione “à la carte”sono costantemente<br />

aggiornate, quasi in tempo reale, in modo che è sempre possibile<br />

ascoltare programmi del giorno stesso o del giorno precedente. Le pos-<br />

22<br />

23


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

sibilità di <strong>radio</strong> Bfm non si limitano alla <strong>radio</strong> a menù, che già di per sé arricchisce<br />

le possibilità di fruizione per l’utente: la <strong>radio</strong> permette, infatti, attraverso<br />

un particolare strumento di ricerca di selezionare negli archivi sonori<br />

(“archives sonores”) le trasmissioni di maggiore interesse, risalendo anche<br />

indietro nel tempo. L’utente può infatti selezionare il tema d’interesse<br />

(Actualité du jour, Société et médias, Sciences et nouvelles technologies, Actualité<br />

économique, Actualité politique), il periodo di riferimento (dal giorno<br />

prima ai tre mesi precedenti e senza limiti), indicare il giornalista che ha<br />

condotto il programma, e soprattutto, la parola chiave che individua il tema<br />

desiderato.<br />

Nel caso dell’emittente Europa 1 del gruppo Lagardére, è stata prescelta un<br />

impostazione piuttosto “classica”, basata sull’offerta informativa dell’emittente,<br />

con largo spazio dedicato all’informazione testuale. L’emittente offre<br />

l’ascolto live in diretta delle trasmissioni ma non consente forme di personalizzazione<br />

dell’ascolto.<br />

Il sito dell’emittente Rtl offre un’ampia integrazione multimediale dei contenuti,<br />

che viene però completamente gestita dall’editore, e non dall’utente.<br />

Infatti il progetto web non deroga all’utente la scelta dei contenuti attraverso<br />

l’accesso all’archivio sonoro, ma al contrario costruisce spazi multimediali<br />

all’interno di percorsi predeterminati dall’emittente stessa. Anche nell’adozione<br />

di nuove forme di erogazione personalizzata, esistono ulteriori<br />

differenze: in realtà, alcuni progetti si orientano verso un coinvolgimento<br />

pienamente attivo dell’utente alla costruzione di palinsesto o alla consultazione<br />

di archivi, mentre un’altra tendenza è rappresentata dagli editori che<br />

preferiscono mantenere il pieno controllo sui contenuti. In questo senso il<br />

ruolo dell’utente è ancora attivo (può comunque scegliere) ma non tanto<br />

quanto nel caso precedente. Attraverso il sito web Rtl offre agli utenti un’ampia<br />

gamma di servizi: oltre ai contenuti informativi, sono infatti presenti servizi<br />

come meteo, guida tv, guida all’euro, servizi finanziari. Sono presenti<br />

anche molti strumenti comunitari e relazionali: forum, chat, una selezione<br />

di newsgroup, oltre a più canali e forme di interazione tra lo staff <strong>della</strong> <strong>radio</strong><br />

e gli internauti. L’attività on line dell’emittente è suddivisa tra informazione,<br />

Sport, Muzik (Musica), e Loisirs (dove sono raccolti i contenuti ludici,<br />

i concorsi ecc.). Si deve inoltre ricordare anche che la francese Rtl fa parte<br />

di un gruppo <strong>radio</strong>fonico multimediale di dimensioni autenticamente europee,<br />

e questo influenza l’attività on line dell’emittente. In questo caso la<br />

<strong>radio</strong>, caratterizzata da un format generalista con una spiccata impostazione<br />

di light entertainment, offre soprattutto servizi comunitari e relazionali,<br />

preferendo dedicare uno spazio minore ai servizi audio.<br />

Il progetto on line di Nrj, che rappresenta uno dei gruppi di maggior importanza<br />

nel mercato francese, ha una consistente sezione comunitaria, nella<br />

quale sono raccolti gli strumenti di carattere relazionale: nell’area club<br />

sono infatti a disposizione un servizio di agenda, chat, forum, servizi di comunicazione<br />

personale (interazione con telefonia mobile, posta elettronica,<br />

possibilità di costruire un sito Internet personalizzato), strumenti editoriali<br />

come la newsletter del canale. Sono numerosi inoltre i servizi a disposizione<br />

dell’utente, come la possibilità di scaricare browser dell’emittente in<br />

3 D, un traduttore automatico, un ampio spazio dedicato ai giochi. Meno<br />

articolata invece la sezione dedicata all’ascolto on line, che consente sia l’ascolto<br />

live delle trasmissioni, sia la possibilità di scaricare estratti musicali<br />

in MP3, ma che non offre vere e proprie forme di ascolto personalizzato, né<br />

di valorizzazione dei contenuti sonori.<br />

France Info, il canale informativo di Radio France, conferma nel proprio<br />

progetto on line l’impostazione che caratterizza l’attività Internet dei gruppi<br />

pubblici europei, ovvero la spiccata impostazione “sonora” basata su archivi<br />

audio aperti all’utente, e sull’ampia gamma di contenuti disponibili on<br />

line. L’emittente informativa, offre all’utente infatti la possibilità di ascoltare,<br />

oltre alle trasmissioni in diretta, l’ultimo notiziario, l’intervista del giorno,<br />

ecc. Nell’area Chroniques è invece possibile ascoltare l’ultima edizione<br />

di ogni trasmissione, suddivise in sezioni per argomento (Culture, Multimédia,<br />

Monde, Economie, Régions ecc.), mentre nell’area Micro-<strong>radio</strong>s viene proposto<br />

un interessante esempio di archivio tematico: i materiali delle trasmissioni<br />

vengono infatti riorganizzati in base al tema, permettendo così all’utente<br />

di accedere a dei veri e propri “menu” tematici. Il sito offre inoltre<br />

molti servizi a carattere informativo: come La Bourse, Le metéo, Info Route<br />

ecc. Particolarmente interessanti i servizi a carattere multimediale, come<br />

Audiotel, che consente di ascoltare alcune trasmissioni attraverso telefonia<br />

fissa e mobile, e l’Infobarre, servizio di aggiornamento informativo costante<br />

via Pc che non necessita del collegamento ad un sito Internet, ma può essere<br />

scaricato sulla postazione e fruito attraverso un collegamento continuato<br />

alla Rete.<br />

1.4.2. Regno Unito<br />

Capital Radio, uno dei più importanti gruppi <strong>radio</strong>fonici privati del mercato<br />

anglosassone, ha inserito tra gli obiettivi strategici <strong>della</strong> propria attività<br />

quello di creare la “Radio with the buy it button 17 ”, ovvero l’ambizione<br />

di creare un’emittente la cui attività sia fortemente caratterizzata dall’attività<br />

di e-commerce. Nel documento di presentazione dell’attività <strong>radio</strong>fonica,<br />

la divisione “Interact” di Capital Radio dichiara di aspirare ad essere la<br />

comunità webmusicale leader nel Regno Unito. Data la crescita registrata<br />

nel settore <strong>radio</strong>fonico, le possibilità offerte dal commercio elettronico non<br />

sono solamente futuribili, ma concretamente realizzabili, anche se pesantemente<br />

condizionate dalle difficoltà incontrate dall’e-commerce nella sua<br />

definitiva affermazione, tra le quali, non ultime, le difficoltà connesse alla<br />

sicurezza dei sistemi di pagamento.<br />

17<br />

Capital Radio Plc, Annual report and Accounts 2000.<br />

24<br />

25


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Il progetto sviluppato da Capital Radio prevede l’integrazione delle funzionalità<br />

commerciali all’interno dello spazio <strong>radio</strong>fonico, in modo che la <strong>radio</strong><br />

su Internet si presenti come un soggetto commerciale oltre che di intrattenimento.<br />

Grazie all’integrazione delle attività il gruppo inglese intende<br />

intercettare i segmenti di consumatori maggiormente portati all’acquisto<br />

di impulso, per i quali l’inserimento delle proposte commerciali in un ambiente<br />

ludico costituisce una forte attrattiva, come viene affermato del documento<br />

di presentazione stesso del gruppo:<br />

“There are strong synergies between <strong>radio</strong> and the internet, and we are investing<br />

in our own music sites as a source of future advertising and e-commerce<br />

revenue streams. Our objective is to create the UK's leading on-line music<br />

community, providing a personalised music environment where people can listen<br />

to music, read about it and buy it. We will continue to look at ways of developing<br />

further music based entertainment products.” 18<br />

Al contrario di Radio Bfm, Capital Fm predilige un format completamente<br />

dedicato all’intrattenimento, e, contestualmente, la scelta di sviluppo su Internet<br />

è profondamente diversa. Se, infatti, Radio Bfm è caratterizzata da<br />

una strategia di sviluppo in Rete fortemente basata sui modelli di fruizione<br />

e distribuzione dei contenuti informativi <strong>della</strong> <strong>radio</strong>, Capital Fm invece adotta<br />

un modello prevalentemente ludico e commerciale, con l’intento dichiarato<br />

di creare un ambiente comunicativo ricco e variegato, dove l’utente possa,<br />

contemporaneamente, ascoltare la <strong>radio</strong>, giocare, ricevere informazioni<br />

e fruire di altre forme di intrattenimento e, infine, comprare scegliendo tra<br />

le diverse opzioni disponibili.<br />

Si rivela di notevole interesse, inoltre, la scelta di creare, per la realizzazione<br />

del progetto, una divisione indipendente (Capital Interact) con lo<br />

specifico compito di sviluppare progetti on line per Capital Fm e per le altre<br />

emittenti del gruppo oltre che per terzi. Capital Interact 19 ha come specifico<br />

obiettivo, come accennato, la costruzione di una <strong>radio</strong> con “il pulsante<br />

per comprare”, per la quale la strategia commerciale è assolutamente<br />

integrata nell’attività <strong>radio</strong>fonica, sfruttando anche le caratteristiche dell’acquisto<br />

su Internet (spesso “acquisto d’impulso” e basato anche sulla<br />

gradevolezza e utilità del sito). L’integrazione tra le diverse funzioni assolte<br />

dal sito avviene all’interno dello spazio comunicativo Web, nel quale<br />

i servizi e gli spazi commerciali sono alternati a quelli dedicati all’attività<br />

<strong>radio</strong>fonica, agli ambienti ludici e dedicati alla musica. Nella stessa<br />

homepage di Capital Fm i diversi servizi vengono offerti come un insieme<br />

17<br />

“Business Overview” in www.capital<strong>radio</strong>.plc.uk/content/plc/strategy.html<br />

19<br />

Capital Interact opera creando prodotti multimediali per i propri siti, realizzati attraverso<br />

partnership con altri operatori Web. Tra i partner di Capital Interactive: another.com (sito di<br />

posta elettronica con un target molto giovanile), BeMe.com (sito di una rivista femminile),<br />

darkerthanblue.com (sito autorevole di musica R&B)<br />

omogeneo e solo in un secondo momento è possibile accedere alle singole<br />

sezioni.<br />

BBC Radio<br />

La presenza on line del gruppo pubblico inglese è sicuramente uno dei casi<br />

di più vasta ed articolata attività on line dello scenario europeo. Il gruppo<br />

multimediale, infatti, mette a disposizione dell’utente la possibilità, attraverso<br />

un portale dedicato al settore <strong>radio</strong>fonico, di accedere direttamente<br />

all’ascolto live delle trasmissioni di tutti i canali <strong>radio</strong>fonici, oltre a informazioni<br />

testuali e sui programmi, garantendo nel contempo una stretta connessione<br />

con la <strong>radio</strong>fonia digitale.<br />

I singoli canali articolano ulteriormente l’offerta di servizi audio. BBC 1, ad<br />

esempio, offre la possibilità di ascoltare on demand un’ampia selezione di<br />

contenuti audio trasmessi nelle singole aree di programmazione (dalle News<br />

a Urban, Alternative, Chart), oltre all’ascolto on line di numerosi documentari<br />

sonori realizzati dall’emittente. Si deve notare che, tuttavia, malgrado<br />

la spiccata tendenza ad esaltare i contenuti audio delle emittenti, il sito ha<br />

comunque una forte impronta comunitaria, ed una decisa tendenza all’interattività<br />

(presenza di chat, bacheche per messaggi, concorsi).<br />

Anche BBC 3, il canale culturale dedicato alla musica classica e jazz, offre<br />

un percorso fruitivo di grande interesse sia sotto il punto di vista dei contenuti<br />

che da quello dei servizi offerti. Il terzo canale BBC impiega infatti la<br />

Rete come uno strumento per valorizzare l’ampiezza e la qualità dei contenuti<br />

trasmessi, confermando l’importante funzione che Internet può svolgere<br />

nel contesto di un’emittente tematica. In questo caso i servizi audio sono<br />

ampiamente integrati nella struttura editoriale del canale, oltre che offerti<br />

sotto forma di archivio sonoro delle precedenti migliori registrazioni.<br />

Il sito, suddiviso in diverse sezioni di interesse culturale (Classical; Jazz;<br />

World Music; New Music per l’aspetto musicale) consente la fruizione di più<br />

materiali audio: brani e registrazioni dal vivo, interviste realizzate con i compositori,<br />

ecc. Anche nel caso di BBC 3 non vengono trascurati gli aspetti relazionali<br />

del sito, che offre una selezione di giochi on line, alcuni forum di<br />

discussione, approfondimenti e spunti culturali (Ideas and Culture).<br />

Leggermente diversa l’impostazione adottata da BBC 2, il canale più ascoltato<br />

nel Regno Unito, emittente generalista improntata al light entertainment:<br />

in questo caso, coerentemente con l’impostazione editoriale, vengono esaltati<br />

gli aspetti relazionali del sito web, piuttosto che i servizi audio, attraverso<br />

molti strumenti di interazione e forme di intrattenimento. Sono presenti<br />

chat, spazi di interazione con i singoli conduttori dei programmi, quiz,<br />

informazioni correlate ai contenuti musicali trasmessi on air, molte informazioni<br />

sulla <strong>radio</strong> e la programmazione. Sono offerte anche alcune forme<br />

di ascolto personalizzato, che prevedono la scelta per l’utente all’interno di<br />

una selezione predisposta di brani. In generale, il progetto web di BBC 2 è<br />

impostato sul modello generalmente adottato dalle emittenti private generaliste,<br />

più che su quello tipico <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia pubblica.<br />

26<br />

27


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

1.4.3. Spagna<br />

Nel mercato spagnolo i tre principali gruppi privati sono presenti su Internet,<br />

manifestando nei diversi progetti on line una discreta coerenza con i<br />

singoli progetti editoriali delle emittenti:<br />

Cadena Ser, l’emittente del gruppo editoriale Prisa, dedica grande spazio<br />

all’informazione, e mette a disposizione dell’utente breking news aggiornate<br />

oltre ad approfondimenti, speciali, inchieste. La stazione garantisce un<br />

servizio di trasmissione in diretta (audio live) <strong>della</strong> programmazione on air<br />

attraverso il sito Internet<br />

Oltre a questo servizio di broadcasting, Cadena Ser offre all’utente un’interessante<br />

gamma di servizi audio on demand: è possibile, infatti, ascoltare<br />

una selezione dei più importanti documenti sonori trasmessi. L’offerta di<br />

servizi audio è raccolta ed organizzata in una “Fonoteca” nella quale sono<br />

raccolte, di settimana in settimana, molti dei materiali trasmessi, che è possibile<br />

ascoltare e votare per eleggere i migliori brani. Inoltre, suddivise in diverse<br />

sezioni (per area o programma) sono raccolti materiali audio significativi<br />

per ciascuna area. Il sito dell’emittente offre inoltre un’ampia area comunitaria<br />

con chat, forum, concorsi, possibilità di interagire con lo staff,<br />

sondaggi.<br />

Anche nel caso di Onda Cero, l’identità editoriale dell’emittente influenza<br />

la scelta <strong>della</strong> presenza on line da adottare. L’impresa, controllata dal gruppo<br />

di telecomunicazioni Telefonica, offre molti servizi streaming, tra i quali<br />

la possibilità di ascoltare brani di materiale trasmesso e soprattutto le notizie<br />

in versione audio. L’area dedicata alle forme di personalizzazione è particolarmente<br />

sviluppata, infatti è possibile ascoltare tre canali: Onda Cero<br />

Radio, attraverso cui ascoltare in diretta le trasmissioni <strong>radio</strong>foniche, il canale<br />

Onda Cero Musica, attraverso cui viene trasmessa una programmazione<br />

pop, ed in infine un canale Onda Cero International, che trasmette programmi<br />

in lingua straniera. Il servizio si basa su tecnologia del gruppo di riferimento<br />

Telefonica, e si appoggia ad una <strong>radio</strong> Internet only, Akamai. Anche<br />

in questo caso largo spazio è dedicato all’informazione giornalistica, sia<br />

testuale che audio.<br />

Cadena Cope, il gruppo che fa riferimento alla società Radio Popular di proprietà<br />

<strong>della</strong> conferenza episcopale spagnola, adotta un modello di presenza<br />

caratterizzato da un’impostazione giornalistica classica, nel quale la pagina<br />

principale è impostata sul notiziario e sulle breaking news. E’ disponibile l’ascolto<br />

live delle trasmissioni (Real Audio e Media player), mentre alcune forme<br />

di personalizzazione dell’ascolto sono presenti nelle singole aree dei programmi,<br />

dove vengono integrate contenuti testuali e audio.<br />

1.4.4. Germania<br />

Nel mercato tedesco larga importanza è rivestita dalle <strong>radio</strong> regionali, che<br />

raccolgono porzioni importanti dell’audience e delle risorse. Antenne Bayern<br />

è un esempio rappresentativo di questo settore <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia tedesca. L’emittente<br />

bavarese è presente su Internet con un sito articolato, nel quale trovano<br />

spazio l’ascolto on line (in un’area denominata Web<strong>radio</strong>), l’area commerciale<br />

(Antenne e-shopCenter) e quella comunitaria, (Antenne club).<br />

L’emittente esalta l’aspetto comunitario e relazionale, oltre a realizzare un<br />

adeguato sfruttamento delle le possibilità legate ai servizi commerciali on<br />

line, piuttosto che privilegiare l’aspetto dei servizi audio, registrando la presenza<br />

di un buon servizio di ascolto live, ma la completa assenza di forme<br />

di personalizzazione dell’ascolto. Un esempio <strong>della</strong> forte vocazione commerciale<br />

data al sito è rappresentanta dal link che consente di collegarsi direttamente<br />

dall’ID dei brani in onda alla sezione commerciale di acquisto<br />

on line dei cd del sito.<br />

104,6 Rtl Berlins Hit e Rtl Oldiesender, due delle emittenti gestite dal<br />

gruppo europeo Rtl in Germania offrono agli utenti siti caratterizzati dall’adozione<br />

del modello di presenza on line tipico <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia commerciale,<br />

sia pure declinato in differente modo a causa del diverso progetto editoriale<br />

all’origine. Nel primo caso, una hit <strong>radio</strong> destinata ad un pubblico<br />

giovanile, la presenza on line ha infatti caratteristiche ludiche e spiccatamente<br />

comunitarie (con presenza di chat, sondaggi e diversi servizi accessibili<br />

dietro registrazione), mentre nel secondo caso, l’emittente di Oldies<br />

destinata ad un pubblico più adulto adotta un modello più sobrio e discreto,<br />

caratterizzato dalla presenza di alcuni servizi collaterali (come un ampio<br />

spazio dedicato alle previsioni del tempo, o varie forme di interazione<br />

tra la <strong>radio</strong> e gli utenti, come ad esempio la possibilità di inviare auguri di<br />

compleanno attraverso la rete che verranno poi letti durante la trasmissione).<br />

Tuttavia le due emittenti sono accomunate da una scarsa attenzione alle<br />

possibilità trasmissive e di servizi audio (l’unica forma di ascolto presente<br />

è quello live) e da una adozione <strong>della</strong> Rete essenzialmente come interfaccia<br />

e strumento relazionale.<br />

JazzRadio, <strong>radio</strong> tematica dell’area berlinese, è come la maggior parte delle<br />

<strong>radio</strong> tedesche ricevibile via satellite e via cavo. Data la diffusione di queste<br />

due tecnologie distributive, in realtà l’audience dell’emittente è molto più<br />

vasta <strong>della</strong> regione locale. La <strong>radio</strong> ha un’impostazione tematica dedicata al<br />

Jazz Mainstream, ed offre anche on line un’ampia selezione di contenuti testuali,<br />

audio e video, adottando un modello di presenza on line caratterizzato<br />

da una forte integrazione multimediale dei contenuti.<br />

1.4.5. Italia<br />

Anche nel caso <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia italiana si è assistito ad un rapido processo<br />

di aggiornamento dell’attività Internet delle emittenti, passate da un modello<br />

di presenza puramente promozionale ad una attività articolata ed in linea<br />

con il progetto e l’identità editoriale di ciascuna emittente. Nel 2002, infat-<br />

28<br />

29


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

ti la totalità delle <strong>radio</strong> nazionali è on line e permette l’ascolto streaming delle<br />

frequenze anche attraverso la Rete. Inoltre, sono sempre più diffusi modelli<br />

più evoluti di presenza on line, con un uso piuttosto diffuso di servizi<br />

audio e forme di personalizzazione dell’ascolto. Oltre alla personalizzazione<br />

dell’ascolto on line ed alle prime forme di canali web<strong>radio</strong> e on demand,<br />

è presente inoltre un approccio “comunitario” alla attività on line, testimoniato<br />

dall’ampio uso di strumenti community come chat e forum, la creazione<br />

di club e l’offerta di servizi interattivi e di comunicazione personale.<br />

Tra le emittenti italiane, si possono citare alcuni casi significativi. Radio<br />

Deejay, ad esempio, che fa parte del gruppo Espresso ed è la seconda <strong>radio</strong><br />

nazionale italiana, seconda solo a Rai Uno, sfrutta le sinergie realizzabili<br />

con la Internet company del gruppo, Kataweb, offrendo numerosi servizi, sia<br />

audio che di altro genere. In particolare, l’emittente offre l’ascolto di quattro<br />

canali Internet only costruiti a partire dai programmi di maggiore successo<br />

dell’emittente, e caratterizzati ognuno per un’impostazione musicale/editoriale<br />

diversa (ma sempre coerente con l’impostazione editoriale dell’emittente),<br />

la possibilità di ascoltare on demand una selezione delle trasmissioni<br />

(Dj Set) e le interviste realizzate (materiali inseriti nell’area destinata<br />

a ciascuna emittente).<br />

Il progetto on line dell’emittente Music & News Rtl 102,5 è caratterizzato<br />

dalla personalizzazione del sito in base ad alcune scelte predisposte che l’utente<br />

può selezionare (Rtl, Hich tech, Music, News) dopo la registrazione. Si<br />

tratta di un tentativo interessante nella prospettiva <strong>della</strong> personalizzazione<br />

del canale e in direzione narrowcasting dell’attività <strong>radio</strong>fonica. Dal punto<br />

di vista dei servizi audio, Rtl 102,5 offre agli utenti la possibilità, oltre all’ascolto<br />

live, di fruire di una selezione di materiali audio, tra i quali le interviste<br />

realizzate agli artisti (e consultare il relativo archivio), l’ultimo giornale<br />

<strong>radio</strong> trasmesso e bollettini di tempo e traffico. Interessante è anche l’esperimento<br />

di integrazione multimediale con il canale televisivo satellitare<br />

Hit Channel, presente con un proprio sito improntato all’interattività con gli<br />

utenti.<br />

Dal punto di vista <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia pubblica, Radio Rai offre agli utenti Internet<br />

una presenza articolata e particolarmente ricca, espressa sia attraverso<br />

i siti dei singoli canali, sia attraverso uno specifico portale <strong>radio</strong>fonico<br />

che assembla e riorganizza i materiali offerti dalle tre reti <strong>radio</strong>foniche e<br />

dagli altri servizi <strong>radio</strong> (come Iso<strong>radio</strong>). Nella sua organizzazione generale,<br />

l’attività on line del gruppo pubblico si avvicina per molti aspetti alle scelte<br />

effettuate dalla divisione <strong>radio</strong>fonica di BBC Radio, ed è in sintonia con le<br />

principali caratteristiche espresse di broadcaster pubblici europei: ovvero<br />

dimostra una spiccata attenzione alla personalizzazione dell’ascolto ed alla<br />

valorizzazione degli archivi sonori.<br />

Il sito di Radio Uno rispecchia l’identità dell’emittente pubblica, attraverso<br />

spazi di approfondimento legati a ciascun programma, ed un aggiornamento<br />

informativo costante. Il progetto Web di Radio Uno sottolinea infatti le ca-<br />

ratteristiche di autorevolezza e informatività dell’emittente, attraverso l’adozione<br />

di una grafica essenziale e sobria, e ampi spazi dedicati all’informazione.<br />

In più, la <strong>radio</strong> offre forme di interazione tra il pubblico e le redazioni<br />

dei diversi programmi (che in alcuni casi, come per il “Baco del Millennio”,<br />

sono a disposizione forum per gli ascoltatori, e per “Radio anch’io”,<br />

un club degli ascoltatori). Le trasmissioni, suddivise tra programmi di approfondimento<br />

(“oltre le notizie”), di pubblica utilità (“dalla parte dei cittadini”)<br />

e rotocalchi settimanali, hanno un proprio articolato spazio Internet,<br />

spesso veri e propri siti “dedicati”.<br />

La possibilità di ascoltare on line le trasmissioni di Radio Tre e, soprattutto,<br />

l’accesso agli archivi sonori dei programmi realizzati dall’emittente costituiscono<br />

per gli utenti le opportunità di maggiore valore. Da sempre, le<br />

trasmissioni di Radio Tre sono caratterizzate da contenuti di alto livello culturale,<br />

tanto da rendere spesso difficile una fruizione continuata allo stesso<br />

livello di attenzione da parte degli ascoltatori. Come osservato, i servizi offerti<br />

dal sito di Radio Tre sono molteplici e l’impianto del sito si avvicina<br />

molto al concetto di “servizio sonoro” che potrebbe caratterizzare l’evoluzione<br />

futura <strong>della</strong> <strong>radio</strong>: sono infatti presenti contenuti d’archivio, come<br />

spezzoni dei “Teatri Sonori” raccolti e mandati in onda da Rai Tre, l’ascolto<br />

di brani letterari all’interno di alcune trasmissioni (come Esercizi di Memoria),<br />

o alcuni brani musicali. In futuro, le potenzialità dell’immissione in Rete<br />

dei contenuti propri di Radio Tre (per non parlare dello sfruttamento delle<br />

sinergie con il gruppo Rai) potrebbero garantire un grande sviluppo nella<br />

direzione dei “servizi sonori” e quindi permettere all’emittente pubblica<br />

di raggiungere il segmento di riferimento con efficacia mai realizzata in precedenza.<br />

L’organizzazione, invece, prevede una formula piuttosto “classica” caratterizzata<br />

da grafica verticale, e nella quale il sito è strutturato in diverse aree<br />

tematiche di interesse per il pubblico <strong>della</strong> <strong>radio</strong> tra le quali: Arte, Musica,<br />

Scienze, Teatro, Libri. All’interno di ciascuna area è possibile accedere a più<br />

generi di contenuti (audio, video, testuali). La ricchezza del materiale disponibile<br />

è sicuramente uno dei tratti caratterizzanti del sito. Allo stesso<br />

tempo, è possibile accedere in modo indipendente alle aree destinate ai singoli<br />

programmi attraverso lo spazio dedicato al palinsesto; è possibile inoltre<br />

per l’utente usufruire dei servizi di streaming live o accedere agli archivi,<br />

sia audio che di materiale video.<br />

30<br />

31


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Tabella comparativa dei casi europei<br />

Dalla tabella comparativa realizzata riassumendo l’analisi condotta sui casi<br />

europei (tabella 2), è possibile trarre alcune considerazioni. In primo luogo,<br />

dall’analisi comparata emerge come l’impiego di tecnologie di streaming<br />

per la trasmissione live via Internet sia ormai un uso ampiamente diffuso (è<br />

infatti presente in tutti i casi presi in considerazione) indipendentemente<br />

dal modello specifico di presenza on line adottato.<br />

Un secondo elemento degno di attenzione è la diffusione sempre maggiore<br />

di forme di personalizzazione dell’ascolto, anche se in questo caso può essere<br />

ipotizzato un legame tra il modello adottato e l’articolazione di questo<br />

tipo di servizi. I servizi audio offerti (e tra questi si può includere anche la<br />

presenza di un archivio sonoro accessibile per l’utente e l’erogazione di audio<br />

on demand) hanno in genere maggiore spazio nei siti <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia<br />

pubblica, mentre nel caso <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia privata essi sono maggiormente<br />

contestualizzati all’interno di un percorso editoriale (caratterizzato da una<br />

forte integrazione multimediali tra i contenuti audio, video testuali ecc.).<br />

E’ ancora poco impiegato lo strumento dei canali tematici web <strong>radio</strong>, generalmente<br />

adottati da gruppi multimediali di grandi dimensioni.<br />

Larga diffusione hanno invece i servizi di comunità (forum, chat, club, ma<br />

anche servizi di comunicazione personale ecc.) soprattutto nel settore <strong>della</strong><br />

<strong>radio</strong>fonia privata, maggiormente interessata alle possibilità relazionali del<br />

nuovo mezzo rispetto alla <strong>radio</strong> di servizio pubblico. L’aspetto transazionale<br />

<strong>della</strong> Rete rappresenta invece un genere di attività ancora poco diffuso,<br />

anche se in alcuni mercati esistono esempi molto articolati di servizi commerciali<br />

ed informativi (come Capital FM in Gran Bretagna, ma anche Rtl<br />

e BFM Bz in Francia ed Antenne Bayern in Germania).<br />

In generale, l’adozione dei diversi modelli di presenza on line risponde a precisi<br />

criteri di segmentazione del mercato e risposta ai bisogni dell’utenza, e<br />

testimonia l’adozione del nuovo mezzo con una marcata coerenza al progetto<br />

editoriale alle spalle dell’emittente <strong>radio</strong>fonica. In alcuni casi, la Rete<br />

è utilizzata per esaltare le caratteristiche dell’emittente e rafforzarne il posizionamento<br />

sul mercato, mentre in altri rappresenta uno strumento per<br />

differenziare l’offerta e tentare di intercettare nuovi segmenti di pubblico.<br />

Tabella 2: Tabella comparativa dei casi europei<br />

Tipologia Ascolto Ascolto Integrazione On Archivio Canali Servizi Area<br />

di live personalizzato multimediale demand sonoro di comunità commerciale<br />

emittente contenuti<br />

95.8 Capital Fm Musicale Si No ** No No No ** **<br />

BBC1 Musicale Si *** ** * * No ** No<br />

BBC2 Generalista Si * * * * No ** No<br />

BBC3 Tematica Si *** *** * ** No ** No<br />

Onda Cero Musicale Si * ** ** * ** * No<br />

Cadena Ser Generalista Si ** ** * ** No * No<br />

Cadena Cope Generalista Si * * No No No * No<br />

Rtl Generalista Si * ** No No No *** ***<br />

France Info Informazione Si *** ** *** *** No * No<br />

Bfm Informazione Si *** *** *** *** No * *<br />

NRI Musicale Si * ** No No *** *<br />

Antenne Bayem Musicale Si No ** No No No ** ***<br />

JazzRadioFm Tematica Si ** *** ** * No * No<br />

Rtl-Dieddiesender Musicale Si No * No No No * No<br />

104,6Rtl Berlins Hit Musicale Si * * * No No ** **<br />

Radio Rai (portale) Si *** ** ** *** * * No<br />

Radio Uno Generalista Si *** ** * *** No ** No<br />

Radio Rai 3 Tematica Si *** ** ** *** No * No<br />

Radio Deejay Musicale Si ** * * *** *** *<br />

Rtl 102,5 Generalista/ Si ** ** * * * ** No<br />

Musicale<br />

32<br />

33


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

1.5 Radiofonia digitale e Internet: Considerazioni finali<br />

Il passaggio che la <strong>radio</strong> sta compiendo verso il digitale è largamente attuato,<br />

anche attraverso la computerizzazione degli studi e <strong>della</strong> messa in onda,<br />

e rappresenta una transizione irreversibile. Il DAB (Digital audio broadcasting)<br />

rappresenta a tutt’oggi la soluzione tecnologica più efficace ed è prevedibile<br />

la definitiva affermazione <strong>della</strong> <strong>radio</strong> digitale, anche avvalendosi<br />

<strong>della</strong> portata simbolica <strong>della</strong> data del passaggio del broadcasting dall’analogico<br />

al digitale stabilita nel 2006 dalla Federal Communications Commission<br />

americana, ma anche dal legislatore italiano con la legge 66/2001 votata<br />

in forma plebiscitaria dal Parlamento. Allo stato poco più di una scadenza<br />

formale, di cui però saprebbe un grave errore sottovalutare la forza<br />

simbolica.<br />

Se questo passaggio è irreversibile, il fatto che esso avvenga in standard DAB<br />

è probabile ma non certo: potrebbero aversi compromessi sui vari standard,<br />

magari con un tavolo di contrattazione fra industrie produttrice in margine<br />

al MPEG (Moving Picture Experts Group), al quale si devono i più importanti<br />

standard digitali video e audio, a cominciare da Mp 3. A favore di una<br />

certa cautela militano le lentezze delle industrie manifatturiere nel lancio in<br />

grande stile dei ricevitori e soprattutto la scarsa determinazione nel perseguire<br />

l’obiettivo <strong>della</strong> miniaturizzazione dei ricevitori digitali, fondamentale<br />

se si vuole che la <strong>radio</strong> digitale abbia la stessa ampia gamma di usi sociali<br />

di quella portatile analogica.<br />

Una certa cautela va anche posta nel considerare certa l’affermazione delle<br />

“piattaforme nazionali DAB”, forme di concertazione da content providers<br />

concorrenti che condividono uno standard. Tali forme di concertazione, indispensabili<br />

per l’avvio del progetto, potrebbero però incappare nelle normative<br />

antitrust, essendo considerate un cartello, o infrangersi sugli scogli<br />

<strong>della</strong> competizione. Poiché la non definitiva affermazione dello standard richiede<br />

qualche tutela (e le piattaforme lo sono) alle associazioni dei soggetti<br />

in gioco e alle istituzioni <strong>della</strong> politica è richiesto un maggiore interessamento;<br />

un esempio negativo è il fallimento delle trattative a suo tempo intavolate<br />

per un'unica piattaforma digitale televisiva italiana, con il risultato<br />

di averne due, incapaci di raggiungere il punto di pareggio e destinate volenti<br />

o nolenti a qualche forma di fusione.<br />

Con tutte queste cautele è tuttavia indispensabile attrezzarsi alla nuova trasmissione<br />

digitale. Essa grazie alla compressione permetterà di trasmettere<br />

fino a 6 canali su una sola frequenza e quindi potrà diffondere, oltre alla<br />

musica e al parlato, dati di vario tipo (immagini fisse, disegni, testi): notizie<br />

e quotazioni di borsa durante il giornale <strong>radio</strong>, informazioni sul traffico, la<br />

foto di un cantante o la copertina del disco mentre sta suonando, oppure i<br />

testi di una canzone. Non esiste oggi nessuna esperienza valida di questa<br />

creazione di contenuti in ambito <strong>radio</strong>fonico e tali capacità andranno affinate<br />

in senso trasversale (operatori multimediali) mentre l’università e il si-<br />

stema formativo complessivamente non appaiono all’altezza del compito.<br />

La straordinaria diffusione di Internet mostra tutti i limiti di adattamento<br />

dei media unidirezionali e principalmente <strong>della</strong> televisione, quando alla comunicazione<br />

broadcasting, unidirezionale e discendente, vengono contrapposti<br />

il principio e l'etica <strong>della</strong> interattività e <strong>della</strong> connessione. Mentre l’interazione<br />

<strong>della</strong> televisione con la rete è ancora cauta e difficile, la <strong>radio</strong> al<br />

contrario attraversa una nuova e straordinaria ibridazione.<br />

La <strong>radio</strong> è favorita dall’agilità dei file MP 3 (per diversi anni ancora trasmettere<br />

per via telematica un file audio sarà assai più semplice ed economico<br />

di un file audiovisivo), e dei software che dal 1996 (il primo è stato<br />

RealAudio) permettono di ascoltare un file audio dal proprio computer senza<br />

la necessità di scaricare (download) il file per intero prima di farlo eseguire.<br />

Questo processo, chiamato streaming, permette di ricevere dati in un<br />

flusso continuo, praticamente in tempo reale.<br />

Sarebbe tuttavia un errore circoscrivere questa congenialità fra <strong>radio</strong> e Internet<br />

solo agli aspetti tecnologici (i limiti dello streaming video presto o tardi<br />

saranno superati). Essa riguarda piuttosto la forte sovrapposizione del<br />

proprio pubblico (giovane e abituato alla connessione e all’interattività) con<br />

quello <strong>della</strong> rete. Il computer si allea naturalmente con i mezzi che sono<br />

pronti a superare la distanza tra la comunicazione di massa e quella punto<br />

a punto, e che non si accontentano di una comunicazione unidirezionale, e<br />

la <strong>radio</strong> aveva già superato la unidirezionalità alleandosi con il telefono e<br />

poi con il cellulare, diventando un questo senso un mezzo personale e interattivo,<br />

mobile, portatile.<br />

Inoltre una Internet <strong>radio</strong> non richiede licenze, frequenze su cui trasmettere<br />

o autorizzazioni, evitando complicazioni burocratiche, costi e censure,<br />

tasse e visite fiscali, e può essere ascoltata in diretta in tutto il mondo a costi<br />

bassissimi. Con Internet si supera ogni frontiera, come nell'esperienza di<br />

B 92, la <strong>radio</strong> serba che il regime cercò di mettere a tacere e che ha proseguito<br />

le sue trasmissioni su Internet, aggirando la censura.<br />

Fortunatamente, non tutte le <strong>radio</strong> sono in questa situazione estrema, anche<br />

se la loro grande diffusione nel Terzo e Quarto mondo e nei luoghi più<br />

martoriati dai conflitti dovrebbe farci riflettere, come indica un recente <strong>rapporto</strong><br />

<strong>della</strong> Fondazione Rockfeller. 20 Per gran parte delle <strong>radio</strong> trasmettere<br />

anche in Internet significa espandere le proprie possibilità espressive, ampliare<br />

il proprio bacino di ricezione, rafforzare il <strong>rapporto</strong> con gli ascoltatori.<br />

Oltre trasmettere la <strong>radio</strong> in tutto in mondo, Internet la rende visibile,<br />

le permette di elencare le proprie frequenze, di scaricare materiali audio,<br />

diffondere foto dei suoi personaggi, organizzare chat e concorsi fra gli ascoltatori.<br />

Alcuni dei software con cui si può ascoltare la <strong>radio</strong> dal PC hanno la<br />

20<br />

A. Gumucio Dagron, Making Waves: Stories of Partecipatory communication for social change,<br />

New York, The Rockfeller Foundation, 2001.<br />

34<br />

35


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

forma di un frontalino di auto<strong>radio</strong>: è un omaggio alla nostalgia, un tributo<br />

ironico al medium auditivo che è mobile per eccellenza; ora è possibile<br />

muoversi e navigare, senza lasciare il proprio computer.<br />

Si diffonderanno sempre più programmi <strong>radio</strong>fonici che nascono con una<br />

interazione triangolare Internet - <strong>radio</strong> - telefono cellulare, cercando di archiviare<br />

la distinzione fra comunicazione personale e comunicazione di massa<br />

e di ibridare a livello del linguaggio espressivo i materiali audio e quelli<br />

di provenienza telematica. Intanto l'introduzione dell’e-mail e dei Sms nei<br />

rapporti con gli ascoltatori sta cambiando il linguaggio dei disc jockey e il<br />

loro contatto col pubblico; tecniche come la web cam collocata nello studio<br />

<strong>della</strong> <strong>radio</strong> e accessibile dal sito Internet forzano le caratteristiche <strong>della</strong> <strong>radio</strong>,<br />

facendola assomigliare a un reality show, mentre le emittenti si stanno<br />

rendendo conto di quanto sia poco produttivo portare nella televisione in<br />

chiaro i loro programmi e personaggi. La via da battere è piuttosto quella<br />

dei “contenuti multipiattaforma”, con eventi dal vivo, trasmissioni broadcast,<br />

streaming sul web, archivi testuali sempre in rete, collegamenti continui<br />

e bidirezionali via e-mail, cellulare, Sms. È in corso dunque una intensa<br />

esplorazione di nuovi formati; non tutti avranno successo ma tutti vanno<br />

verso una piena digitalizzazione e la moltiplicazione dei livelli di fruizione.<br />

In particolare per quanto riguarda la tecnologia cellulare, al largo successo<br />

degli Sms si contrappone una situazione di attesa per quello che riguarda la<br />

fruizione <strong>della</strong> musica tramite il cellulare. Si ha l’impressione che i tecnologi<br />

non si siano soffermati a sufficienza sull’uso sociale del mezzo. In particolare<br />

il cellulare ha una modalità di apertura su domanda (il trillo <strong>della</strong><br />

suoneria) non a caso oggetto di una vivace personalizzazione (vibrazioni,<br />

sonerie particolari che ammiccano a testi musicali a vario titolo celebri e capaci<br />

di connotare, come una cravatta, il proprietario); generalmente è chiuso;<br />

non avrebbe senso, allo stato attuale del suo design, usarlo come una fonte<br />

continua di informazioni sonore, mentre si passeggia. L’impressione è che<br />

al momento la messaggistica (anche da parte delle emittenti e dei providers)<br />

sia una strada più seguita.<br />

Un’altra direzione che ha preso l’interazione fra <strong>radio</strong> ed Internet è la “Music<br />

on demand”, cioè la diffusione di canali audio tematici digitali. Nelle<br />

abitazioni questi sono già offerti, senza particolare successo, dalle piattaforme<br />

televisive digitali; la tiepidezza del pubblico si spiega con la modalità<br />

di fruizioni, rigidamente domestica e attraverso il televisore, il che sembra<br />

un controsenso e probabilmente lo è. In molti portali Internet sono disponibili<br />

decine di canali tematici con un motore di ricerca che permette all'ascoltatore<br />

la creazione di una propria playlist scelta in un elenco di migliaia<br />

di titoli.<br />

Infine, la <strong>radio</strong> ha buone possibilità di implementare Internet fornendole<br />

l’interfaccia audio. Siamo abituati a pensare ad Internet come qualcosa di<br />

visivo, composto di parole e immagini. La sonorità di Internet rappresenta<br />

un passaggio chiave per la sua accettabilità popolare, per essere effettivamente<br />

"friendly", per non essere più soltanto una macchina da ufficio. Se poi<br />

il computer vorrà essere utilizzato in mobilità, o integrato con altre macchine<br />

che tengono le mani già occupate, l’interfaccia audio diventa obbligatoria.<br />

L'ambiente sonoro di Internet è una tema di crescente importanza<br />

e in cui non mancano aspetti problematici, per la banalità di molte interfacce<br />

audio in ambiente informatico, per la durezza di certi stacchi sonori,<br />

la volgarità di certe musichette all’avvio del computer, i triti rumori di accompagno<br />

di tante pagine in rete, il silenzio imbarazzante che promana da<br />

molti siti Internet.<br />

La <strong>radio</strong> è il luogo del contatto tra il suono e la vita quotidiana di migliaia<br />

di persone e il suo modo di trattare la musica e la voce può diventare la sonorità<br />

<strong>della</strong> rete Internet. L’integrazione fra <strong>radio</strong>, computer, telefono ed Internet,<br />

in ambiente digitale, rappresenta una carta da giocare per chiunque<br />

voglia entrare in un settore di mercato straordinariamente abitato da giovani<br />

consumatori, crearsi esperienze e professionalità per la creazione di<br />

contenuti multicanale e multipiattaforma, giocare da protagonista quando<br />

il sonoro diventerà un complemento indispensabile del computer ormai integrato<br />

in tante altre macchine. Un appuntamento da non perdere non solo<br />

per le emittenti, ma per il mondo <strong>della</strong> comunicazione, dei contenuti multimediali,<br />

<strong>della</strong> connessione.<br />

36<br />

37


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

2.PARTE SECONDA: CARATTERISTICHE<br />

DEL MERCATO RADIOFONICO EUROPEO<br />

2.1 La fase evolutiva <strong>della</strong> <strong>radio</strong> europea<br />

Il panorama <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia in Europa sta attraversando una fase evolutiva<br />

assai interessante al termine <strong>della</strong> quale il profilo dell’intero settore potrebbe<br />

risultare profondamente modificato.<br />

I fattori trainanti di questo processo sono numerosi. L’avvento delle tecnologie<br />

digitali apre alla <strong>radio</strong>fonia nuove modalità distributive e di relazione<br />

con la propria utenza, dischiudendo contestualmente interessanti opportunità<br />

commerciali.<br />

La <strong>radio</strong>fonia è in tutta Europa un sistema misto pubblico – privato, ma il<br />

segmento più dinamico è rappresentato dalla <strong>radio</strong> commerciale, mentre la<br />

<strong>radio</strong> di servizio pubblico copre prevalentemente alcune nicchie costose come<br />

quella dell’informazione, oltre a segmenti di vecchio pubblico caratterizzato<br />

da una fruizione “televisiva” e generalista del mezzo <strong>radio</strong>fonico (anziani,<br />

ceti sfavoriti ecc.). La <strong>radio</strong>fonia pubblica inoltre monopolizza per ora<br />

il segmento <strong>della</strong> <strong>radio</strong> culturale (sia musicale che di parola).<br />

Questo quadro ampiamente noto è tuttavia investito da un importante cambiamento,<br />

verificato negli ultimi anni: infatti la <strong>radio</strong> privata, che era partita<br />

adottando quasi senza eccezioni un format dominato dalla musica leggera,<br />

si sta gradualmente trasformando per adottare format nei quali trovano<br />

spazio sia l’informazione che il light entertainment, adattati ed assorbiti<br />

dai diversi formati esistenti; e dunque in direzione di un riequilibrio fra<br />

musica e parole. In questo modo, l’offerta <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia commerciale si è<br />

gradualmente rinnovata, interessando nuovi segmenti resi redditizi dall’attività<br />

<strong>radio</strong>fonica.<br />

La tendenza generale sembra indicare nella definizione e nell’ampliamento<br />

dei formati e dell’offerta <strong>radio</strong>fonica un’importante risorsa per la <strong>radio</strong>fonia,<br />

che nei prossimi anni presumibilmente sperimenterà nuovi canali e formule<br />

aggredendo anche le ultime nicchie di completo controllo pubblico,<br />

come i canali culturali. Alcuni esperimenti sono già stati realizzati anche in<br />

Italia, come nel caso dell’emittente satellitare destinata ad un’utenza professional<br />

Dayclassic Radio (realizzata dalla società di servizi Daymedical ed<br />

Euromedia), oppure del format musica classica/informazione finanziaria<br />

messo a punto da Radio Classica del gruppo Class Editori. Questo generale<br />

fenomeno di ampliamento dell’offerta, unitamente all’affermazione dei canali<br />

digitali satellitari ed al fenomeno <strong>della</strong> digital migration (ovvero il possibile<br />

passaggio di larghe fasce di pubblico, in seguito all’adozione delle più<br />

affidabili e meglio ricevibili tecnologie digitali, dalla <strong>radio</strong> pubblica a quella<br />

privata) incideranno probabilmente in modo significativo sull’assetto del<br />

mercato <strong>radio</strong>fonico, contribuendo a rafforzare ulteriormente il segmento<br />

<strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia commerciale.<br />

38<br />

39


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Non si deve dimenticare inoltre che un allentamento delle normative, che<br />

nei vari paesi regolano il settore dei media, potrebbe dare ulteriore impulso<br />

alla <strong>radio</strong>. Tra le principali ragioni che hanno bloccato lo sviluppo del settore<br />

<strong>radio</strong>fonico, costringendolo ad accontentarsi di una quota mediamente<br />

pari al 5% degli investimenti pubblicitari in Europa (contro una quota superiore<br />

al 12% negli Stati Uniti) sono stati, e sono ancora, i numerosi vincoli<br />

normativi che erano finalizzati soprattutto alla televisione e venivano<br />

estesi, in modo pigro, alla <strong>radio</strong>fonia, senza che il legislatore tenesse in alcun<br />

conto la diversa specificità dei due mezzi. Tali vincoli legislativi, se da<br />

una parte introducono restrizioni dirette alla stessa raccolta pubblicitaria,<br />

dall’altra con una rigida politica anti-concentrazione favoriscono, in alcuni<br />

casi, la frammentazione geografica e proprietaria delle <strong>radio</strong> 21 diminuendo<br />

la possibilità di un forte impatto sui consumatori.<br />

Nella figura 1 sono riportate le quote percentuali del mercato pubblicitario<br />

che la <strong>radio</strong>fonia ha raggiunto nel 2001 nei principali diversi paesi europei.<br />

Come emerge dalla figura, nessun paese ha superato una quota superiore al<br />

10 % degli investimenti pubblicitari del proprio paese, mentre nei principali<br />

mercati europei (Francia, Italia, Gran Bretagna e Germania, con la sola<br />

eccezione <strong>della</strong> Spagna, al 9%) la raccolta pubblicitaria <strong>radio</strong>fonica ha oscillato<br />

tra il 7% (Francia) ed il 4% (Germania), mostrando quindi quote contenute<br />

rispetto, ad esempio, al mercato statunitense (dove la quota percentuale<br />

supera il 12% degli investimenti).<br />

Figura 1 Investimenti pubblicitari <strong>radio</strong>fonici in alcuni paesi europei – Anno 2001<br />

Incidenza percentuale sul totale mercato pubblicitario<br />

Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />

21<br />

A questo proposito si veda AA.VV, Is anyone out of listening?, The McKinsey Quarterly, 2000<br />

Number 2 Europe.<br />

40<br />

41


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

La figura 2 mostra invece i risultati relativi alla raccolta pubblicitaria nei diversi<br />

paesi espressi in valori assoluti. Dalla tabella emerge con chiarezza<br />

l’importanza dei cinque mercati di Francia, Gran Bretagna, Germania, Italia<br />

e Spagna, caratterizzati da investimenti pubblicitari che superano i 400<br />

milioni di Euro (Italia), con punte di € 731 milioni (Gran Bretagna) e 701<br />

milioni (Francia); ma anche la relativa esiguità del mercato domestico italiano<br />

rispetto a paesi paragonabili per numero di abitanti e sviluppo economico.<br />

La <strong>radio</strong> nella sua dimensione economica tradizionale condivide con gli altri<br />

media un modello di business profondamente dipendente dagli investimenti<br />

pubblicitari. Come mezzo di comunicazione pubblicitaria la <strong>radio</strong> offre<br />

ai propri clienti molti vantaggi: gli utenti in genere lo ritengono un medium<br />

rilassante e idoneo ad essere informati, può essere fruito in mobilità<br />

e contestualmente allo svolgimento di altre attività, inoltre con lo sviluppo<br />

<strong>della</strong> distribuzione via Internet viene sempre più ascoltato anche attraverso<br />

il PC in ufficio.<br />

Per gli investitori pubblicitari la <strong>radio</strong> può raggiungere un’audience talvolta<br />

differente da quella televisiva, oppure la medesima, ma in orari in cui la televisione<br />

non è ascoltata, soprattutto nelle fasce orarie del mattino a partire<br />

dalle 7,00. La <strong>radio</strong> ha un elevato potere di fidelizzazione dell’audience e<br />

anche di segmentazione: essa infatti permette più agevolmente <strong>della</strong> televisione<br />

di raggiungere particolari gruppi di ascoltatori attraverso la tematizzazione<br />

dei suoi palinsesti o il profondo radicamento in una comunità locale.<br />

La <strong>radio</strong> inoltre rappresenta un medium “giovane” caratterizzato da<br />

fasce di pubblico tra i 15 ed i 35 anni, e anche di età inferiore (12-15), difficilmente<br />

invece raggiungibili, per gusti e stili di vita, dal mezzo televisivo.<br />

Figura 2 Investimenti pubblicitari <strong>radio</strong>fonici in alcuni paesi europei – Anno 2001<br />

Valori in milioni di €<br />

Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />

42<br />

43


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Un ulteriore vantaggio è rappresentato dal fatto che la <strong>radio</strong> (come è illustrato<br />

nella figura 3) offre, all’interno dei principali mercati europei, CPM<br />

(cost per thousand, costo per migliaia di contatti) di valore molto competitivo,<br />

che si pongono fra il 20-50% di quello <strong>della</strong> televisione.<br />

Per chi deve fare pubblicità la <strong>radio</strong> consente infine di accorciare i tempi per<br />

comunicare con il mercato: i tempi di realizzazione e di messa in onda di<br />

un comunicato <strong>radio</strong>fonico sono in genere molto più brevi di quelli di uno<br />

spot televisivo.<br />

La <strong>radio</strong> è però un mezzo ancora troppo regolamentato, come molti analisti<br />

rimarcano. Alcuni studi evidenziano come in paesi dove gli investimenti<br />

pubblicitari su <strong>radio</strong> sono soggetti a minori vincoli legislativi - si veda l’esperienza<br />

USA- la <strong>radio</strong> controlli una quota del mercato pubblicitario ben<br />

più elevata rispetto a quella di molti mercati europei. Sebbene il mercato<br />

statunitense non sia paragonabile per storia e caratteristiche a quello europeo,<br />

questo forte divario potrebbe essere ridotto. Inoltre la frammentazione<br />

proprietaria del mercato <strong>radio</strong>fonico europeo non sempre agevola l’attività<br />

di pianificazione.<br />

E’ proprio la dimensione degli operatori <strong>radio</strong>fonici a costituire un altro importante<br />

limite al settore. Per poter competere con gli altri mezzi e potersi<br />

sviluppare come imprese le <strong>radio</strong> devono sottostare a uno dei principi del<br />

business dei media, caratterizzato da elevati costi fissi: devono poter sfruttare<br />

economie di scala, raggiungere in tempi rapidi una massa critica ed<br />

espandere la propria base di clienti per accrescere, e migliorare, la propria<br />

redditività.<br />

Le imprese <strong>radio</strong>foniche europee stanno quindi cercando di raggiungere una<br />

dimensione significativa ed una più efficiente organizzazione al fine di poter<br />

sviluppare la propria capacità di creare valore.<br />

La <strong>radio</strong>, oltre a essere una componente importante del settore <strong>della</strong> comunicazione<br />

e dei media, è anche un importante tassello dell’industria dell’intrattenimento<br />

e dell’informazione. Quest’altro punto di vista sull’industria<br />

<strong>radio</strong>fonica non deve essere dimenticato: la <strong>radio</strong> è anche una componente<br />

fondamentale all’interno di macro-business come quello dell’intrattenimento<br />

musicale e dell’informazione. Non ci dobbiamo quindi meravigliare<br />

se, per ragioni di efficienza, la ritroviamo sempre più integrata all’interno<br />

di imprese multicanale. Allo stesso tempo, la <strong>radio</strong> è sempre più parte di strategie<br />

di marketing di contenuti multipiattaforma.<br />

Figura 3 Costo per contatto nel settore <strong>radio</strong>fonico in Francia, Germania e<br />

Gran Bretagna, 2001<br />

Numeri indice – Costo per contatto settore televisivo = 100<br />

Il mercato dei media vive in realtà una generale evoluzione verso strategie<br />

multipiattaforma. In casi di format di grande successo, la gestione del marketing<br />

è avvenuta attraverso più mezzi e canali: si pensi a reality-show come il<br />

Grande Fratello, presente in tv ma anche su tv satellitare con un canale tematico<br />

in chiaro, con la trasmissione in streaming su Internet, in <strong>radio</strong> con<br />

44<br />

45


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

spazi ad esso dedicati (si pensi alla “esclusiva audio” concessa da Aran Endemol<br />

a Radio 105), l’uso del wap e di house organ dedicati al programma;<br />

ma un buon esempio sono anche i concerti di musica rock e pop, ascoltabili<br />

attraverso la <strong>radio</strong>, visibili su Mtv, fruibili attraverso Internet e riproposti<br />

con servizi di telefonia mobile (wap) e circondati da un merchandising e da<br />

iniziative per la mobilità (pacchetti turistici) di diverso genere. Infine, l’entrata<br />

<strong>della</strong> <strong>radio</strong> nel settore <strong>della</strong> tv tematica satellitare (com’è avvenuto in<br />

Italia per Deejay Tv, Rtl Hit Channel e Radio Italia con il più tradizionale Video<br />

Italia) testimonia ancora una volta la tendenza del settore <strong>radio</strong>fonico<br />

verso strategie multicanale e multipiattaforma.<br />

Se si assumono queste categorie e se si condividono le coordinate con le quali<br />

si è cercato di definire il posizionamento <strong>della</strong> <strong>radio</strong> oggi, non risulterà<br />

difficile comprendere alcuni importanti segnali che emergono dalla decodifica<br />

del settore <strong>radio</strong>fonico oggi in Europa.<br />

Da un lato si assiste infatti alla nascita e allo sviluppo di operatori multinazionali<br />

e, dall’altro, all’integrazione del business <strong>radio</strong>fonico in gruppi editoriali,<br />

televisivi e multimediali.<br />

La Tabella 3 elenca alcuni dei principali gruppi multimediali operanti in Europa:<br />

tra di essi, è interessante rilevare il grado di diversificazione multimediale<br />

espresso dal peso rappresentato dall’attività <strong>radio</strong>fonica sul totale<br />

del fatturato. Se infatti per RTL, gruppo europeo specializzato nel settore<br />

audiovisivo, la <strong>radio</strong> conta per il 6%, e per Modern Times il 2%, al contrario<br />

per la francese NRJ (100%) e l’inglese GWR (98%) essa rappresenta l’attività<br />

principale, testimoniando un’elevata presenza internazionale anche per i<br />

gruppi puramente <strong>radio</strong>fonici.<br />

Tabella 3 Principali operatori multinazionali europei con indicazione del grado<br />

di diversificazione multimediale<br />

Gruppo Fatturato 2000 % <strong>radio</strong> Paesi in cui vi è presenza <strong>radio</strong>fonica<br />

Euro Mln su totale fatturato<br />

RTL Group 4.044 6% Belgio, Francia, Olanda, Lussemburgo,<br />

Germania, Gran Bretagna, Olanda, Svezia<br />

NRJ 278 100% Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia,<br />

Francia, Germania, Svizzera, Svezia<br />

Modern Times Group 5.431 2% Estonia, Finlandia, Lettonia, Norvegia,<br />

Svezia<br />

Lagardere 7.203 n.d. Belgio, Francia, Germania, Polonia,<br />

Repubblica Ceca, Romania,Russia, Ungheria<br />

SBS Broadcasting 453 n.d. Danimarca, Finlandia, Grecia, Olanda,<br />

Svezia<br />

GWR 102 98% Austria, Finlandia, Gran Bretagna.<br />

Fonte: UBS Warburg<br />

Sempre più si assiste al diffondersi di intrecci multimediali che trovano nella<br />

<strong>radio</strong> un importante snodo strutturale.<br />

Nella prospettiva <strong>della</strong> multimedialità devono essere considerati sia la <strong>radio</strong>fonia<br />

digitale sia quella via Internet. In alcuni paesi (come, ad esempio,<br />

la Spagna) è molto evidente come siano soggetti del mondo dell’editoria o<br />

dei media che adottano queste nuove forme di trasmissione <strong>radio</strong>fonica, talvolta<br />

per aggirare vincoli normativi o per mancanza di alternative, a fronte<br />

alla scarsità di licenze disponibili.<br />

I segnali che provengono panorama <strong>radio</strong>fonico europeo indicano quindi<br />

da una parte il bisogno di crescere degli operatori <strong>radio</strong>fonici e, dall’altro,<br />

la necessità o l’ineluttabilità dell’integrazione in gruppi multimediali.<br />

46<br />

47


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

2.2 Spagna<br />

In Spagna, paese di circa 34 milioni di abitanti e oltre 1.150 emittenti, la <strong>radio</strong><br />

in questi anni non ha saputo conquistarsi una posizione di forza all’interno<br />

di un panorama mediatico fortemente condizionato dalla televisione;<br />

con oltre 18 milioni di ascoltatori raggiunge una penetrazione pari al 53%.<br />

Negli ultimi dieci anni il tempo medio di ascolto si è assestato intorno ai 100<br />

minuti anche se si è evidenziata una leggera tendenza alla diminuzione a discapito<br />

soprattutto delle <strong>radio</strong> generaliste (figura 4), mentre, ad esempio, un<br />

leggero miglioramento si è manifestato per le <strong>radio</strong> tematiche.<br />

Figura 4 Penetrazione dell’ascolto <strong>radio</strong>fonico in Spagna<br />

I principali operatori<br />

Il panorama <strong>radio</strong>fonico spagnolo vede la presenza accanto all’operatore<br />

pubblico di una nutrita rappresentanza di operatori privati. Radio Nacional<br />

de España (RNE) controlla complessivamente 459 stazioni: 105 di esse operano<br />

una sola rete in AM mentre 354 danno vita a 4 network in FM. RNE<br />

controlla anche Radio Exterior de España, la prima emittente ad onde corte<br />

in lingua spagnola e la terza al mondo dopo BBC e Radio Vaticana.<br />

Rientrano sempre nella sfera pubblica le emittenti regionali che fanno capo<br />

alle diverse comunidades autonomas (CCAA), cioè gli organismi regionali.<br />

Infine sono oltre 500 le stazioni <strong>radio</strong> (<strong>radio</strong>s municipales) controllate dai<br />

singoli comuni.<br />

A fianco delle emittenti pubbliche vi è una vivace presenza privata, sia a livello<br />

nazionale che locale (tabella 4)<br />

Tabella 4 Principali operatori <strong>radio</strong>fonici in Spagna<br />

Proprietà Stazioni Distribuzione Segnale<br />

Radio Nacional de España Rne R1 AM, FM, Cable, Satellite<br />

(Operatore pubblico)<br />

Rne R3<br />

AM, FM, Cable, Satellite<br />

Rne R5<br />

AM, FM, Cable, Satellite<br />

Societad Cooperativa Radio Catalunya FM, Cable, Satellite<br />

Associacio de Catalun ya (SCCL)<br />

EITB Radio Euskadi FM, Cable, Satellite<br />

Compania de Radio Televisión de Radio Galega<br />

FM, Cable, Satellite<br />

Galicia (CRTVG)<br />

Grupo Radio Televisión de Sur Radio FM, Cable, Satellite<br />

Andalucía (RTVA)<br />

Telemadrid (Statale) Onda Madrid FM, Cable, Satellite<br />

Altri Radio 9 FM, Cable, Satellite<br />

Gruppo Prisa SER AM, FM, Cable, Satellite<br />

Cadena 40<br />

FM, Cable, Satellite<br />

Dial<br />

FM, Cable, Satellite<br />

Radiole<br />

FM, Cable, Satellite<br />

Radio Popular COPE FM, Cable, Satellite<br />

Cadena 100<br />

FM, Cable, Satellite<br />

Telefonica Media Onda Cero FM, Cable, Satellite<br />

Onda Melodia<br />

FM, Cable, Satellite<br />

Fonte: UBS Warburg<br />

Uno dei principali tratti che contraddistingue la <strong>radio</strong>fonia privata spagnola<br />

è l’elevato numero di operatori “multimediali”, ovvero di operatori già attivi<br />

nell’editoria o nella televisione.<br />

Unión Radio, la società che controlla SER, la più importante catena <strong>radio</strong>fonica<br />

privata spagnola (34% di share), è detenuta per l’80% da Prisa, uno<br />

dei principali gruppi mediatici spagnoli, editore fra l’altro del quotidiano El<br />

Pais e presente nel settore televisivo attraverso Sogecable, e per il 20 % dal<br />

Grupo Godó, altro operatore multimediale editore del quotidiano catalano<br />

La Vanguardia. Sempre ad Unión Radio fanno capo alcune <strong>radio</strong> tematiche<br />

fra cui 40 Principales, <strong>radio</strong> specializzata in musica pop-rock e prima in assoluto<br />

fra le <strong>radio</strong> tematiche spagnole.<br />

Telefonica, attraverso la divisione Telefonica Media in cui sono concentrate<br />

tutte le partecipazioni nel settore audiovisivo, controlla invece Onda Cero<br />

Radio. Telefonica ha numerose partecipazioni in società <strong>radio</strong>foniche anche<br />

in Argentina.<br />

48<br />

49


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Altro importante operatore <strong>radio</strong>fonico è COPE, che fa riferimento alla società<br />

Radio Popular di proprietà <strong>della</strong> Conferenza episcopale spagnola.<br />

Nella figura 5 sono riportate le percentuali di audience delle principali <strong>radio</strong><br />

generaliste. Tra di esse, il primato appartiene a Ser, seguita Onda Cero<br />

e solo in terza posizione dalla Rne R1 (il primo canale <strong>della</strong> <strong>radio</strong> pubblica<br />

nazionale). La <strong>radio</strong> nazionale spagnola è seguita da Cope, mentre la quinta<br />

emittente generalista per ascolti è la <strong>radio</strong> nazionale catalana: Catalunya<br />

Radio.<br />

Il mercato pubblicitario<br />

La <strong>radio</strong> in Spagna rappresenta oltre il 9% degli investimenti pubblicitari<br />

del paese e la sua quota è sostanzialmente rimasta stabile negli ultimi 10 anni.<br />

Il trend di crescita degli investimenti <strong>radio</strong>fonici è stato comunque inferiore<br />

a quello di televisione e stampa.<br />

Figura 6 Spagna. Principali <strong>radio</strong> tematiche per numero di ascoltatori<br />

Figura 5 Spagna. Principali <strong>radio</strong> generaliste per numero di ascoltatori<br />

migliaia<br />

Sotto l’aspetto <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia tematica (figura 6) la situazione cambia, ed<br />

il principale operatore del settore per ascoltatori è Cadena 40 (con oltre 2<br />

Mln e mezzo di ascoltatori), seguita da Dial, R5tn, M80, C 100, mentre l’emittente<br />

pubblica di musica classica Radio Clasìca tocca i 175 mila ascoltatori,<br />

e l’emittente d’informazione Europa Fm i 139 mila. Si deve ricordare<br />

che Cadena 40 (40 Principales: cui fa capo anche un’emittente televisiva<br />

tematica, 40 Tv), Dial ed M80 appartengono ad Union Radio, e quindi, al<br />

Gruppo Prisa.<br />

Nella figura 7 sono riportate le percentuali di investimenti pubblicitari raccolti<br />

dai diversi mezzi. Il mercato è dominato dalla Tv (40,9%) e dai quotidiani<br />

(29,3%), mentre il 9,3% <strong>della</strong> <strong>radio</strong> è comunque inferiore alla raccolta<br />

pubblicitaria dei periodici (14,3%).<br />

50<br />

51


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Figura 7 Investimenti pubblicitari in Spagna. Quote percentuali per mezzo nel<br />

2001<br />

Figura 8 Investimenti pubblicitari <strong>radio</strong>fonici in Spagna. Anni 1990 - 2001<br />

Tendenze e dinamiche in atto<br />

In termini di tendenza, la figura 8 illustra l’andamento <strong>della</strong> raccolta pubblicitaria<br />

<strong>radio</strong>fonica in valori assoluti tra il 1990 ed il 2001: come si può osservare,<br />

il mercato, superata una fase decrescente nel 1994, si è assestato su<br />

valori piuttosto stabili rispetto a quelli relativi all’inizio degli anni novanta,<br />

hanno pesato comunque sui risultati dell’ultimo anno gli effetti <strong>della</strong> generalizzata<br />

crisi del settore pubblicitario.<br />

In Spagna, la sperimentazione del sistema DAB è stata avviata a partire dal<br />

1998, anno in cui sono stati lanciati i primi canali digitali nell’area di Barcellona,<br />

Madrid e Valencia. Nel marzo del 2000 il governo ha concesso 10 licenze<br />

per la <strong>radio</strong>fonia digitale da collocare su due multiplex distinti, assegnazione<br />

che ha visto ancora una volta premiare i principali gruppi multimediali<br />

del Paese.<br />

Esse sono state infatti assegnate a: Onda Cero controllata da Telefónica; Radio<br />

España, controllata dal gruppo multimediale Planeta; Unedisa Comunicaciones<br />

che edita il quotidiano El Mundo ed è fra l’altro partecipata da<br />

HDP; Recoletos editore dei quotidiani Marca (sport) ed Expansion (economia)<br />

e controllato dal gruppo Pearson; Onda Digital-Retevisión; COPE; Sauzal<br />

66-Intereconomia; Prensa Española, editore del quotidiano ABC e ora<br />

fusasi con il Grupo Planeta; Sociedad de Radio Digital del Grupo Planeta; e<br />

SER.<br />

Attualmente, esistono 18 canali digitali in DAB, tra i quali stazioni digital<br />

only che appartengono ad Unidesa Cominicaciones (El Mundo), Prensa<br />

52<br />

53


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Española (ABC) e Recoletos, ovvero che fanno riferimento a gruppi editoriali.<br />

Altre stazioni unicamente digitali sono Cope Digital, Ser Digital e Quiero<br />

Radio. Sono in via di sperimentazione canali digitali locali e servizi di trasmissione<br />

dati. Attualmente, il sistema digitale è in grado di assicurare una<br />

copertura del 50% <strong>della</strong> popolazione, ma si intende aumentare questa percentuale<br />

all’80% entro il 2004.<br />

Le principali emittenti sia tematiche che generaliste sono invece ormai presenti<br />

sul canale Internet e sviluppano modelli di attività on line piuttosto<br />

avanzati, registrando l’ampia diffusione di servizi di ascolto live streaming,<br />

a margine di siti d’impronta informativa e di intrattenimento.<br />

Tra le <strong>radio</strong> spagnole, sono attive in Rete: 40 Principales; Cadena 100; Cadena<br />

Cope; Cadena Ser; Europa FM; Grup d'Emissores de Catalunya Ràdio<br />

(la <strong>radio</strong> nazionale catalana è molto attiva e propone anche diversi servizi<br />

di personalizzazione: un’autentica <strong>radio</strong> “a la carte” www.cat<strong>radio</strong>.es); M80;<br />

Onda Cero; Radio España; Radio Nacional de España (Radio 1; Radio 3 Radio<br />

5 Todo Noticias, Radio Clásica, Radio Exterior de España).<br />

2.3 Francia<br />

La <strong>radio</strong> in Francia raggiunge quotidianamente oltre 40 milioni di abitanti,<br />

pari all’84% <strong>della</strong> popolazione. A possedere un ricevitore <strong>radio</strong>fonico è il<br />

98,8% delle famiglie francesi.<br />

Se si pensa che nel 1981 la <strong>radio</strong> veniva ascoltata solo dal 72% <strong>della</strong> popolazione,<br />

si può comprendere come in questi ultimi venti anni in Francia si<br />

sia assistito a uno sviluppo molto sostenuto dell’audience <strong>radio</strong>fonica.<br />

Nella figura 9 è illustrata la tendenza del reach quotidiano <strong>radio</strong>fonico in<br />

Francia tra il 1997 ed il 2002: anche in questo caso, si è registrata una tendenza<br />

costante alla crescita <strong>della</strong> penetrazione del mezzo, che raggiunge<br />

l’83,7 % <strong>della</strong> popolazione nel 2000 e subisce una leggerissima contrazione<br />

nel 2001.<br />

Figura 9 Penetrazione dell’ascolto <strong>radio</strong>fonico in Francia<br />

Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />

54<br />

55


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

I principali operatori<br />

L’operatore pubblico è rappresentato da Radio France (RF), Radio-télévision<br />

française d'outre-mer (RFO) e Radio France Internationale (RFI). In<br />

Radio France sono comprese cinque stazioni a diffusione nazionale: France<br />

Inter, France Musiques, France Culture, France Info et France Bleu.<br />

Nel 2000 le stazioni <strong>radio</strong> private in Francia erano circa 1157. Classificate<br />

in 5 diverse categorie, esse ricevono un’autorizzazione rinnovabile <strong>della</strong> durata<br />

di cinque anni.<br />

Ogni emittente autorizzata inoltre stipula con il Conseil Superieur de l’Audivisual<br />

(CSA) una convenzione con cui vengono definiti gli obblighi per l’operatore,<br />

soprattutto per quanto concerne i contenuti, la pubblicità e, per le<br />

<strong>radio</strong> musicali, la proporzione di “canzoni francesi” che devono essere il 40%<br />

di quelle trasmesse.<br />

Fra i principali operatori privati (tabella 5) vi sono importanti gruppi quotati<br />

in borsa: RTL Group, Lagardère, NRJ e LVMH operatore del settore <strong>della</strong><br />

moda e del lusso, che controlla due emittenti <strong>radio</strong>foniche. In termini di audience<br />

l’emittente privata leader è RTL seguita a ruota da NRJ e Europe 1.<br />

Tabella 5 Principali operatori <strong>radio</strong>fonici in Francia<br />

Proprietà Stazione Share Audience % Classificazione Mediametrie<br />

Rtl Group RTL 13,2 Generalista<br />

FUN RADIO 6,9 Musicale<br />

RTL2 4,5 Musicale<br />

Radio France FRANCE INFO 11,6 Tematica<br />

FRANCE INTER 10,5 Generalista<br />

FRANCE BLEU 6,3 Generalista<br />

FRANCE MUSIQUES 1,2 Tematica<br />

Nrj Group NRJ 11,2 Musicale<br />

NOSTALGIE 8,3 Musicale<br />

CHERIE FM 5,7 Musicale<br />

RIRE ET CHANSONS 3,5 Musicale<br />

RMC INFO* 2,3 Generalista<br />

LVMH MFM 1,5 Musicale<br />

RADIO CLASSIQUE 1,3 Tematica<br />

Lagardere EUROPE 1 10 Generalista<br />

EUROPE 2 5,8 Musicale<br />

RFM 3,8 Musicale<br />

Deutsche Bank SKYROCK 6,7 Musicale<br />

Altri BFM 1,8 Tematica<br />

Nella figura 10 è rappresentata la distribuzione dell’audience tra le principali<br />

<strong>radio</strong> francesi nella sua evoluzione tra il 1995 ed il 2001: la distribuzione<br />

è rimasta sostanzialmente stabile, con una netta superiorità del gruppo<br />

Rtl sulla <strong>radio</strong> pubblica con France Inter e France Info, seguite dal gruppo<br />

NRJ e Nostalgie e dalle <strong>radio</strong> controllate dal gruppo Lagardère (Europe1 soprattutto).<br />

Figura 10 Audience delle principali emittenti in Francia. Tendenza<br />

1995 – 2001<br />

Valori percentuali<br />

Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />

Fonte: UBS Warburg<br />

Sia NRJ che Lagardère dalla Francia hanno sviluppato una presenza multinazionale<br />

sia all’interno dell’Unione Europea sia all’esterno: Lagardère ha<br />

ad esempio una robusta presenza <strong>radio</strong>fonica in Polonia.<br />

56<br />

57


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Il mercato pubblicitario<br />

Gli investimenti pubblicitari su <strong>radio</strong> costituiscono oltre il 7% del mercato<br />

pubblicitario francese (figura 11), una delle quote più elevate detenute dalla<br />

<strong>radio</strong> nei principali paesi europei. La Francia risulta un mercato caratterizzato<br />

dalla forte capacità di attrarre risorse da parte di <strong>radio</strong> e periodici<br />

(32%), a fronte da un ruolo minore, rispetto ad altri paesi, svolto da quotidiani<br />

(16,6%) e televisione (29,5%).<br />

Gli investimenti sul mezzo <strong>radio</strong>fonico che hanno raggiunto nel 2001 circa<br />

Euro 656 Mln, ed hanno registrato negli ultimi sei anni un trend non sempre<br />

costante (Figura 12).<br />

Figura 11 Investimenti pubblicitari in Francia. Composizione percentuale per<br />

mezzo – Anno 2001<br />

Fonte: Elaborazioni Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />

Figura 12 Investimenti pubblicitari <strong>radio</strong>fonici in Francia Anni 1995 - 2001<br />

Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />

58<br />

59


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Gli investimenti sul mezzo <strong>radio</strong>fonico hanno vissuto una fase decrescente<br />

tra il 1995 ed il 1997, mentre hanno registrato un forte sbalzo positivo soprattutto<br />

tra il 1998 ed il 1999, tra l’altro in controtendenza rispetto all’andamento<br />

generale del mercato (come illustrato nella figura 13).Nell’ultimo<br />

periodo la <strong>radio</strong> mantiene le sue posizioni in un contesto di generalizzata<br />

depressione dei mercati .<br />

Figura 13 Mercato pubblicitario <strong>radio</strong>fonico in Francia. Variazioni % sull’anno precedente,<br />

1995 - 2001<br />

Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />

Tendenze e dinamiche in atto<br />

Per quanto riguarda il passaggio alla <strong>radio</strong> digitale, TDF (Télédiffusion de<br />

France) ha attivato i primi servizi DAB a partire dal 1997. A partire da quella<br />

data, TDF ha realizzato 13 programmi DAB su due multiplex solo sull’area<br />

di Parigi, che assieme al multiplex gestito da Towercast sono in grado di<br />

assicurare copertura, solo nell’area parigina, a 10 milioni di utenti, circa il<br />

17% <strong>della</strong> popolazione francese.<br />

A questi, sono seguiti altri servizi in città importanti come Marsiglia, Nantes,<br />

Tolosa e anche sull’autostrada tra Tours e Poitiers, permettendo la copertura<br />

del 26% <strong>della</strong> popolazione (circa 15 milioni di persone). Generalmente<br />

la programmazione è equamente suddivisa tra <strong>radio</strong>fonia pubblica e<br />

commerciale. In attesa di una nuova legislazione che intervenga nel processo<br />

di digitalizzazione, il settore francese fa riferimento alla cosiddetta<br />

“Loi Fillon”, estesa a tutte le licenze assegnate prima del gennaio 2002. Proprio<br />

nel dicembre 2001 sono stati assegnati dal CSA, l’autorità preposta alla<br />

regolamentazione del settore assieme al Primo Ministro, nove ulteriori<br />

blocchi trasmissivi per la regione parigina, assegnati a Radio France (2), Rtl,<br />

Lagardère, TDF, Numericast, Towercast, VDL, Seconde Generation.<br />

Per quanto riguarda il mercato Internet, anche nel caso francese le principali<br />

emittenti sono attive sul nuovo canale e propongono modelli di presenza<br />

non limitati al semplice sito promozionale. Se i canali <strong>della</strong> <strong>radio</strong> pubblica<br />

offrono all’utenza servizi on line particolarmente articolati soprattutto sotto<br />

il punto di vista dell’ascolto e <strong>della</strong> valorizzazione degli archivi sonori, la<br />

<strong>radio</strong> commerciale si orienta invece su un modello di presenza maggiormente<br />

integrato sia dal punto di vista dei contenuti che dei servizi offerti ed<br />

orientato su un modello “comunitario”.<br />

Tra le altre, sono presenti on line: BFMbiz (portale <strong>della</strong> <strong>radio</strong> d’informazione<br />

BFM); RFM, Europe 1 ed Europe 2 (Lagarère); le <strong>radio</strong> del gruppo<br />

pubblico Radio France, Radio France Internationale (RFI), Radio Bleue,<br />

France Culture, France Info, France Inter, France Musique; Fun Radio, RTL<br />

e RTL2 (RTL); Chérie FM, Rire et chansons, Nostalgie e NRJ (NRJ); Radio<br />

Nova; Skyrock (Deutsche Bank); Sud Radio.<br />

2.4 Germania<br />

Il 97,4% delle famiglie in Germania possiede almeno un apparecchio <strong>radio</strong><br />

e la penetrazione dell’ascolto <strong>radio</strong>fonico è pari al 79% <strong>della</strong> popolazione.<br />

Ancorché la tendenza degli ascolti abbia manifestato negli ultimi anni una<br />

leggera tendenza negativa (come illustrato nella tabella 6), il tempo di ascolto<br />

giornaliero è ancora molto alto; nel 2001 è stato di 205 minuti.<br />

60<br />

61


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Tabella 6 Penetrazione dell’ascolto <strong>radio</strong>fonico in Germania<br />

I principali operatori<br />

La Costituzione dello Stato federale tedesco affida ai diversi Stati regionali<br />

(Bundeslaender) forti competenze per quanto riguarda il settore <strong>radio</strong>televisivo.<br />

Sono sottoposte all’autorità federale le emittenti Deutsche Welle (DW),<br />

che produce i programmi in lingua tedesca per l’estero, e Deutschlandfunk<br />

(DL), stazione creata per favorire dopo la caduta del muro l’integrazione culturale<br />

fra Est e Ovest. L’organizzazione e gli statuti degli altri operatori <strong>radio</strong>televisivi<br />

pubblici sono definiti dalle leggi dei singoli Bundeslaender: tale<br />

situazione amministrativa ha creato 15 diverse normative sui media cui<br />

devono rispondere anche i soggetti privati sottoposti all’autorità dei diversi<br />

stati regionali.<br />

Nella figura 14 risulta evidente la frammentazione dell’audience nel mercato<br />

tedesco: com’è evidenziato nella figura le principali emittenti coprono meno<br />

<strong>della</strong> metà dell’audience totale. Si deve comunque registrare una tendenza<br />

alla crescita degli ascolti per le più importanti stazioni tra il 1998 ed<br />

il 2001: l’audience realizzata dalle 11 principali emittenti riportate nella figura<br />

è infatti passata da meno del 30% a superare il 40% dell’ascolto totale.<br />

Figura 14 Audience delle principali <strong>radio</strong> in Germania<br />

Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />

62<br />

63


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Gli operatori <strong>radio</strong>fonici pubblici su base regionale sono 11 per un totale di<br />

56 stazioni (tabella 7).<br />

Tabella 7 Operatori <strong>radio</strong>fonici pubblici in Germania<br />

Operatore Stazioni Totale<br />

Bayerischer Rundfunk (BR) Bayern1,Bayern2 Radio,Bayern3,Bayern4 Klassik,B5 Aktuell 5<br />

Hessischer Rundfunk (hr) hr1,hr-chronos;hr2,hr-klassik;hr3,hr XXL;hr4,hr skyline 8<br />

Mitteldeutscher Rundfunk (MDR) MDR 1 Radio Sachsen,MDR 1 Radio Sachsen-Anhalt,MDR 1 Radio<br />

Thüringen;MDR info,JUMP,MDR KULTUR,Sputnik 7<br />

Norddeutscher Rundfunk 1 Landesprogramme (NDR 1):Radio Niedersachsen,Hamburg Welle<br />

90,3,Welle Nord,Radio MV;NDR 2,Radio 3 (NDR/ORB),NDR 4<br />

INFO,N-Joy Radio 8<br />

Ostdeutscher Rundfunk Antenne Brandenburg, Radio EINS (ORB/SFB), Fritz<br />

Brandenburg (ORB) (ORB/SFB), Radio 3 (NDR/ORB), RadioKultur (SFB/ORB) 3<br />

Radio Bremen (RB) Bremen eins, Bremen zwei, Bremen vier;Funkhaus Europa 4<br />

Saarländischer Rundfunk (SR) SR1 Europawelle,SR2 KulturRadio,SR3 Saarlandwelle,SR4,<br />

UnserDing 5<br />

Sender Freies Berlin (SFB) 88acht Das Stadt<strong>radio</strong>,RadioKultur (SFB/ORB),SFB4<br />

MultiKulti,InfoRadio(SFB/ORB);Fritz (ORB/SFB) 4<br />

Südwestrundfunk (SWR) SWR1 BW,SWR1 RP,SWR2,SWR3,SWR4 BW,SWR4 RP,DasDing 7<br />

Westdeutscher Rundfunk (WDR) Eins Live,WDR 2,WDR 3,WDR 4,WDR Radio 5, 5<br />

Deutschland Radio International: Deutschlandfunk,DeutschlandRadio Berlin 2<br />

Deutsche Welle Deutsche Welle (1 in ligua tedesca, 29 in lingue straniere) 1<br />

Fonte : Mediaperspektiven 2001<br />

Sono invece 181 le stazioni <strong>radio</strong> private in Germania; di esse solo 9 vengono<br />

classificate come “nazionali” anche se la copertura all’esterno dello stato<br />

regionale di riferimento viene garantita dal satellite, dal cavo o da Internet.<br />

La struttura proprietaria <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia privata in Germania è assai articolata<br />

ed è caratterizzata da un forte intreccio fra mondo dell’editoria, soprattutto<br />

quotidiani locali e regionali, e <strong>radio</strong>fonia. Se la Kommission zur<br />

Ermittlung der Konzentration im Medienbereich (KEK), l’autorità di controllo<br />

sulla concentrazione nel settore media, non ravvisa per nessun operatore<br />

<strong>radio</strong>fonico una violazione delle norme che fissano come limite la quota<br />

del 30% di audience complessiva annua, essa evidenzia però come debba essere<br />

attentamente monitorato il fenomeno che definisce di concentrazione<br />

diagonale fra stampa e <strong>radio</strong>fonia.<br />

Fra i grandi gruppi editoriali tedeschi oltre a Bertelsmann, sono particolarmente<br />

presenti nel settore <strong>radio</strong>fonico: Springer, WAZ, Burda, Von Holtzbrink,<br />

Bauer e Faz Gruppe. Come riportato nella Tabella 8, questi gruppi sono<br />

ampiamente presenti in molte emittenti <strong>radio</strong>foniche ed in più regioni.<br />

Tabella 8 Germania. Partecipazioni dirette e indirette dei principali gruppi editoriali<br />

in stazioni <strong>radio</strong><br />

Gruppo Editoriale<br />

Stazioni <strong>radio</strong><br />

Bertelsmann (attraverso RTL RTL Radio –Der Oldiesender (Bundesweit,Berlin), 104,6 RTL<br />

Group)<br />

(Berlin), FM Radio Network (Syndication-Sendungen, Augsburg), Berliner<br />

Rundfunk 91!4 (landesweit,Berlin), Radio Hamburg (Hamburg), Radio NRW<br />

(Mantelprogramm,Oberhausen), Antenne Bayern (landesweit, Mün)<br />

Kirch Media Group<br />

SAT.1 und Radio Hundert, 6 Medien (Regionalmagazin)<br />

Axel Springer Verlag<br />

Radio Hamburg, Radio RSH (Schleswig-Holstein,Kiel), Antenne Bayern<br />

(München), Hit Radio FFH (Hessen, Bad Vilbel), Radio ffn (Niedersachsen,<br />

Hannover), Radio NORA (Schleswig-Holstein,Kiel), Fun fun Radio 95,0<br />

(Landesweit, Hamburg), r.s.2 (Berlin-Brandenburg, Ber)<br />

Georg von Holtzbrinck (Attraverso Rundfunkbeteiligungs-u.Betriebsges.Blauen mbH (Freiburg), BB<br />

AVE )<br />

Radio (Berlin-Brandenburg,Potsdam), Hit-Radio Antenne Niedersachsen (lan<br />

desweit, Hannover), Radio Regenbogen (Mannheim), Radio Gong 96,3<br />

(München), Radio 7 (Ulm)6,7, Radio TON Regional (lHeilbronn),<br />

WAZ<br />

Antenne Ruhr (Mühlheim/Oberhausen), Radio Essen (Essen), Radio Hagen<br />

(Hagen), Radio Herne 90acht (Herne), Radio Sauerland (Hochsauerlandkreis),<br />

Radio en (Enneppe-Ruhr-Kreis), Ruhrwelle Bochum (Bochum), Radio DU<br />

(Duisburg), Radio Emscher-Lippe (Gelsenkirchen)<br />

Burda<br />

HFB Hörfunk-u.Fernsehen Beteiligungsges (München), BB Radio (Berlin-<br />

Brandenburg, Potsdam), Klassik Radio Bayern (München), Antenne Bayern<br />

(München), Radio Arabella (München), Radio Galaxy (Regensburg), big.FM<br />

(Baden-Württemberg,Mannheim), Klassik Radio (Hamburg).<br />

Bauer<br />

Radio Hamburg, Delta Radio (Schleswig-Holstein,Kiel), Radio NORA<br />

(Schleswig-Holstein, Kiel).<br />

Faz<br />

Faz Business -Radio (Muenchen, Berlin);<br />

Fonte: Mediaperspektiven 9/2001<br />

La struttura federale del sistema ha contribuito alla creazione in Germania<br />

di un settore <strong>radio</strong>fonico molto frammentato con una debole capacità di copertura<br />

nazionale che penalizza ulteriormente la capacità ad attrarre investimenti<br />

pubblicitari di un mezzo già limitato da un tetto alla raccolta pubblicitaria:<br />

per le emittenti pubbliche non più di 3 minuti per ora fino a un<br />

massimo di 170 minuti al giorno, e con esclusione <strong>della</strong> domenica; mentre<br />

per le emittenti private vi è un limite di 12 minuti ogni ora. È un palese caso<br />

di eccesso di regolamentazione, che in Germania ha origini storiche. Dopo<br />

la guerra infatti, nel ricordo dell’uso assai pervasivo che <strong>della</strong> <strong>radio</strong> aveva<br />

fatto il nazionalsocialismo, la Costituzione tedesca (redatta mentre il Paese<br />

era occupato dagli Alleati e da loro ispirata) fece di tutto per decentrare<br />

e frammentare le competenze in materia <strong>radio</strong>televisiva. Lo stato centrale<br />

ha sempre avuto grandi difficoltà di intervenire in materia, come dimostra<br />

la faticosissima e compromissoria creazione del secondo canale televisivo<br />

nel 1960-61 (ZDF, Zweiter Deutsche Rundfunk); successivamente, mentre<br />

emergeva la convergenza multimediale e l’esigenza di cablaggio del territo-<br />

64<br />

65


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

rio, il braccio armato del potere centrale furono le efficienti Poste tedesche<br />

(Bundespostamt) con la loro attività nel cablaggio e nella ripetizione satellitare.<br />

Successivamente la liberalizzazione delle telecomunicazioni ha tolto<br />

gran parte di efficacia a questo strumento del potere statale.<br />

Il mercato pubblicitario<br />

La situazione che caratterizza il settore <strong>radio</strong>fonico tedesco, dominato dalla<br />

frammentazione delle audience tra più emittenti, dall’assenza di soggetti<br />

realmente nazionali, e dai forti vincoli legislativi alla raccolta pubblicitaria,<br />

ha come conseguenza che del ricco mercato pubblicitario tedesco - uno dei<br />

più importanti d’Europa insieme alla Gran Bretagna, anche se duramente<br />

colpito nel 2001 dalla difficile congiuntura economica - la <strong>radio</strong> possieda<br />

una quota molto contenuta, che, nel 2000, anno di sua massima espansione,<br />

che non raggiunge il 4%.<br />

Nella figura 15 è illustrata la composizione percentuale degli investimenti<br />

pubblicitari in Germania, caratterizzata da una struttura ben diversa da quella<br />

francese e spagnola, ampiamente dominata dalla raccolta di quotidiani<br />

(42,8%) e periodici (24,3%), a scapito di televisione (24,4%) e <strong>radio</strong> (3,6), anche<br />

per le ragioni storiche sopra ricordate.<br />

Figura 15 Investimenti pubblicitari in Germania. Quote percentuali per mezzo<br />

nel 2001<br />

La figura16, invece, illustra l’andamento del mercato pubblicitario <strong>radio</strong>fonico<br />

tra il 1990 ed il 2001dove si rileva come la tendenza alla crescita, registratasi<br />

negli ultimi anni ’90, subisce una brusca frenata nel corso dello scorso<br />

anno. La difficile congiuntura del mercato pubblicitario tedesco, nel corso<br />

del 2001 uno dei peggiori in Europa termini di performance, ha penalizzato<br />

in particolare, e in modo deciso, il mezzo <strong>radio</strong>fonico. Un’ ulteriore conferma<br />

<strong>della</strong> posizione ancora difficile <strong>della</strong> <strong>radio</strong> commerciale nel panorama<br />

dei media tedeschi che si riscontra soprattutto nei momenti di maggiore<br />

crisi del mercato pubblicitario.<br />

Figura 16 Germania. Evoluzione degli investimenti pubblicitari <strong>radio</strong>fonici.<br />

Anni 1990 - 2001<br />

Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />

66<br />

67


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Tendenze e dinamiche in atto<br />

La Germania rappresenta un mercato di interesse cruciale per il passaggio<br />

alla <strong>radio</strong>fonia digitale, e viene indicato come mercato strategico per la definitiva<br />

affermazione del sistema dallo stesso World DAB Forum: in un mercato<br />

dominato dalla distribuzione satellitare e via cavo e fortemente orientato<br />

all’impiego delle nuove tecnologie digitali, una popolazione di oltre 80<br />

milioni di abitanti e i 43 milioni di autoveicoli circolanti costituiscono una<br />

realtà di grande importanza per l’affermazione dello standard DAB. Ad oggi<br />

la popolazione tedesca è coperta al 65% dal sistema digitale e le oltre 100<br />

stazioni on air (tra le quali circa 30 unicamente digitali) sono presenti nella<br />

maggioranza dei 16 stati federali. La Baviera rappresenta uno stato all’avanguardia<br />

nel passaggio al nuovo sistema, oltre ad essere lo stato più vasto,<br />

e garantisce attualmente la copertura di più di 10 milioni di abitanti.<br />

La legislazione tedesca prevede l’assegnazione di licenze separate per i gestori<br />

del multiplex e per i produttori dei veri e propri servizi.<br />

In un mercato tecnologicamente evoluto come quello tedesco, la maggioranza<br />

delle emittenti è presente sul canale Internet. La ricchezza e la frammentazione<br />

del mercato <strong>radio</strong>fonico tedesco si riflette poi on line con un alto<br />

numero di emittenti attive. In generale, la presenza <strong>radio</strong>fonica on line in<br />

Germania è caratterizzata da un elevato grado di integrazione multimediale<br />

con altri mezzi (per cui il canale Internet viene contestualizzato all’interno<br />

di un sistema del quale fanno parte la trasmissione satellitare e via cavo,<br />

la <strong>radio</strong> digitale ecc), e conseguentemente, dall’impostazione fondamentalmente<br />

relazionale e di interfaccia con l’utente che caratterizza i siti <strong>radio</strong>fonici.<br />

In effetti, in un mercato caratterizzato da un’alta frammentazione<br />

tra i soggetti esistenti e dall’uso generalizzato <strong>della</strong> trasmissione satellitare<br />

e via cavo, è logico che si tenda ad enfatizzare altre capacità <strong>della</strong> Rete<br />

rispetto a quella distributiva, al contrario di quanto avviene in altri paesi.<br />

Sebbene l’audio live sia generalizzato, e piuttosto diffuse alcune forme di<br />

personalizzazione dell’ascolto, in genere la principale funzione dei siti delle<br />

<strong>radio</strong> tedesche mira a sfruttare le capacità interattive e relazionali del nuovo<br />

canale (con ampie zone dedicate all’interazione tra l’emittente ed il pubblico,<br />

impiego diffuso di strumenti comunitari, come chat, forum, club ecc.).<br />

Il panorama Internet <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia tedesca mostra anche un interesse<br />

maggiore che in altri paesi per gli aspetti transazionali <strong>della</strong> Rete e la realizzazione<br />

di servizi di e-commerce.<br />

torale dei conservatori nel 1979, una drastica politica di liberalizzazione ha<br />

sostanzialmente privatizzato le tele-comunicazioni (messa sul mercato di<br />

British Telecom, 1982) e ha scaricato sugli imprenditori <strong>della</strong> comunicazione<br />

i costi del cablaggio e <strong>della</strong> navigazione satellitare. Un processo che ha<br />

provocato anche vittime eccellenti (il gruppo Maxwell, uscito di scena nei<br />

primi anni ’80 dopo la morte del suo fondatore, caduto in mare dal suo yacht)<br />

ma ha favorito l’affermazione del gruppo transnazionale di Robert Murdoch<br />

e dei satelliti Astra, lanciati da una società di diritto lussemburghese<br />

legata allo stesso Murdoch. L’ondata di privatizzazioni non ha comunque<br />

toccato la Bbc, nonostante le intenzioni dichiarate dalla signora Thatcher.<br />

La <strong>radio</strong> raggiunge settimanalmente circa il 91% <strong>della</strong> popolazione del Regno<br />

Unito, uno dei più elevati tassi di penetrazione del medium fra i paesi<br />

europei, raggiungendo ogni giorno circa 49 milioni di persone per 206 minuti<br />

al giorno.<br />

Inoltre, il reach settimanale dell’ascolto (riportato nella figura 17) rivela una<br />

tendenza alla continua crescita anche negli ultimi anni.<br />

Figura 17 Penetrazione dell’ascolto <strong>radio</strong>fonico nel Regno Unito. Anni 1997 -<br />

2001<br />

2.5 Regno Unito<br />

Nel panorama europeo <strong>della</strong> <strong>radio</strong>fonia la Gran Bretagna ricopre certamente<br />

un ruolo di rilievo, sia per ragioni storiche - è in qualche modo la patria del<br />

broadcasting - sia per la normativa del settore che ha favorito lo sviluppo di<br />

gruppi <strong>radio</strong>fonici privati di relativa importanza. A partire dalla vittoria elet-<br />

68<br />

69


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

I principali operatori<br />

Il più importante operatore <strong>radio</strong>fonico nel Regno Unito è certamente BBC<br />

Radio, cui fanno riferimento 5 stazioni nazionali e oltre 40 stazioni locali.<br />

Nel suo complesso la BBC controlla il 52% dell’audience <strong>radio</strong>fonica in Gran<br />

Bretagna (tabella 9): il 40,2% attraverso le stazioni nazionali e l’11,4% attraverso<br />

le stazioni locali. La BBC gestisce anche le <strong>radio</strong> regionali per Scozia,<br />

Galles e Irlanda del Nord.<br />

Tab. 9 Audience dei principali operatori <strong>radio</strong>fonici in Gran Bretagna<br />

Operatore<br />

Reach settimanale<br />

BBC (Tutte le stazioni) 52,1%<br />

Radio Private (Tutte) 46,5%<br />

Capital Group 13,5%<br />

Chrisalis Group 7,4%<br />

GWR Group 18,0%<br />

EMAP 16,0%<br />

Virgin Radio 2,2%<br />

Fonte: Rajar 1Q 2001<br />

La prima <strong>radio</strong> nazionale privata ad essere autorizzata a trasmettere dalla<br />

Radio Authority, l’organismo di controllo istituito dal Broadcasting Act del<br />

1990 e incaricato di rilasciare le licenze, è stata Classic Fm (1992) seguita<br />

da Virgin 1215 (1993) e Talk<strong>radio</strong> (1995), che nel 2000 è stata riconvertita in<br />

<strong>radio</strong> sportiva e ha assunto la denominazione TalkSport; le 3 <strong>radio</strong> private<br />

nazionali raggiungono circa l’8% dell’audience <strong>radio</strong>fonica.<br />

Sono invece 253 le <strong>radio</strong> private locali e rappresentano circa il 39% dell’audience.<br />

Nel corso del 2001 erano inoltre 75 le stazioni autorizzate dalla Radio Authority<br />

a trasmettere via satellite e 14 quelle autorizzate a trasmettere via cavo.<br />

Una delle principali caratteristiche del settore <strong>radio</strong>fonico privato nel Regno<br />

Unito è l’elevato grado di concentrazione: sono circa 15 i gruppi che controllano<br />

di fatto il settore. Inoltre, un’alta percentuale di questi gruppi è approdata<br />

in borsa nel corso degli ultimi anni. Il ricorso al mercato per finanziare<br />

il proprio sviluppo ha consentito a questi soggetti non solo di consolidare<br />

la propria posizione all’interno del paese, ma di adottare aggressive<br />

strategie di sviluppo. Il ricorso al mercato ha imposto a queste società l’adozione<br />

di rigidi criteri manageriali di gestione per assicurare la creazione<br />

di valore per gli azionisti.<br />

Il governo inglese nel Communication White Paper del novembre 2001 ha<br />

prospettato un allentamento delle norme che limitano sia la proprietà incrociata<br />

di media sia il livello di concentrazione nel settore del broadcasting,<br />

oggi regolata da un particolare sistema a punti (point system), introdotto con<br />

il Broadcasting Act del 1996, che non consente ad un operatore privato del<br />

settore <strong>radio</strong>fonico di controllare una quota superiore al 15% dei punti attribuiti<br />

all’intero settore. Inoltre la proprietà incrociata di <strong>radio</strong> e quotidiani<br />

è sottoposta a particolari restrizioni: editori di giornali che controllano<br />

oltre il 20% del mercato nazionale dei quotidiani non possono possedere<br />

quote superiori al 20% in società che abbiano licenze <strong>radio</strong>foniche terrestri<br />

in analogico a livello nazionale o locali; regole in cui possono riconoscersi<br />

provvedimenti ad personam contro il gruppo editoriale dominante di Murdoch<br />

(The Times). Possono però avere quote superiori al 20% in società che<br />

detengano licenze di trasmissione terrestre digitale o satellitare. Ad un singolo<br />

operatore non può essere infine concessa che una sola licenza nazionale.<br />

Nella figura 18 è riportata la classifica del grado di concentrazione calcolata<br />

in base al sistema a punti, che vede svettare per maggiore concentrazione<br />

GWR, Capital Radio ed EMAP, i principali gruppi <strong>radio</strong>fonici inglesi. Nei<br />

primi due casi si tratta di pure players <strong>radio</strong>fonici, ovvero di gruppi esclusivamente<br />

legati al mercato <strong>della</strong> <strong>radio</strong>, mentre EMAP è un gruppo caratterizzato<br />

da una significativa attività multimediale. Come è possibile notare<br />

facilmente dalla figura, nessuno dei gruppi <strong>radio</strong>fonici supera la soglia del<br />

15% del mercato.<br />

Figura 18 Regno Unito. Classifica del grado di concentrazione dei principali<br />

gruppi <strong>radio</strong>fonici (secondo il sistema Radio Points)<br />

70<br />

71


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Tutti i tre gruppi, come anche Chrisalys e Scottish Radio Holding sono stati<br />

quotati in borsa (Tabella 9).<br />

Figura 19 Investimenti pubblicitari nel Regno Unito. Composizione percentuale<br />

per mezzo, Anno 2001<br />

Tabella 9 Regno Unito. Principali operatori <strong>radio</strong>fonici quotati in borsa<br />

Gruppo Capitalizzazione di Tipologia<br />

mercato al 20/01/01<br />

GBP Min<br />

Scottish Radio Holding 461 Gruppo multimediale<br />

Capital Radio 1.173 Solo Radio<br />

GWR 539 Solo Radio<br />

EMAP 1.845 Gruppo multimediale<br />

Chrysalis 507 Gruppo multimediale<br />

Fonte: Yahoo Finance<br />

Per molti analisti se le norme saranno effettivamente modificate interverranno<br />

ulteriori cambiamenti nel panorama mediatico britannico: è probabile<br />

che si assisterà ancora ad una riduzione del numero di operatori<br />

<strong>radio</strong>fonici ed a una maggiore presenza di player multimediali. A beneficiarne<br />

saranno in prima battuta gruppi come il Daily Mail and General<br />

Trust che, oltre a essere presente nel settore dei quotidiani, dell’editoria<br />

tecnico-professionale e <strong>della</strong> televisione, attraverso la sub-holding DGM<br />

Radio possiede circa il 26 % del gruppo <strong>radio</strong>fonico GWR e oltre 60 <strong>radio</strong><br />

in Australia.<br />

Occorre infine segnalare un fenomeno spesso ricordato dagli analisti del settore<br />

<strong>radio</strong>fonico inglese, e cioè quello delle <strong>radio</strong> “pirata”, ovvero le emittenti<br />

non autorizzate (che ha nobili precedenti negli ultimi anni Sessanta<br />

con Radio Caroline e Radio Veronica), presenti soprattutto nelle grandi aree<br />

metropolitane.<br />

Il mercato pubblicitario<br />

La quota di mercato pubblicitario controllato dalla <strong>radio</strong> nel Regno Unito é<br />

pari a circa il 4%. La tendenza registrata negli ultimi anni è stata di continua<br />

crescita a tassi sostenuti, che però nel 2001 ha fatto registrare per la prima<br />

volta un’inversione di marcia. La suddivisione delle risorse nel mercato<br />

pubblicitario (figura 19) mostra un mercato dominato da quotidiani (41,5%)<br />

e da periodici (17,3%) ma dove anche la televisione gioca un ruolo assai importante<br />

(29,3%) ancorché uno dei principali operatore televisivi, la BBC,<br />

sia estraneo alla raccolta.<br />

72<br />

73


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

L’evoluzione delle risorse investite sul mezzo <strong>radio</strong>fonico tra il 1990 ed il<br />

2001 (riportata nel figura 20) conferma invece una costante tendenza positiva.<br />

Figura 20 Regno Unito. Investimenti pubblicitari <strong>radio</strong>fonici - Anni 1990 - 2001<br />

Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />

Tendenze in atto<br />

A partire dal 1995 la BBC ha cominciato a trasmettere utilizzando la tecnologia<br />

DAB ed a fine 1998 la copertura era assicurata sul 60% del territorio<br />

da 27 stazioni operanti. Nel 1998 sono state concesse le prime licenze per i<br />

multiplex relativi alla <strong>radio</strong>fonia digitale, a livello sia nazionale sia locale.<br />

Nel 1999 ha iniziato a trasmettere Digital One, società per il 60% di proprietà<br />

del gruppo <strong>radio</strong>fonico britannico GWR e per il 40% del gestore di rete a<br />

banda larga NTL, il primo operatore privato di multiplex, presto seguito da<br />

operatori regionali e locali. Nel 2001 le trasmissioni DAB si estendevano su<br />

circa l’85% del territorio. BBC trasmette in digitale simulcast le sue cinque<br />

principali reti oltre a World Service, Five Live Sports Extra e Radio 4 Longwave.<br />

Il broadcaster pubblico progetta inoltre di lanciare tre canali digital only<br />

con format originali (uno “black music”, un secondo “30-years-of-music” ed<br />

un terzo di intrattenimento parlato), e sta aspettando l’autorizzazione governativa<br />

per far partire il progetto. Sotto il punto di vista dell’erogazione di<br />

servizi multimediali, la BBC mette a disposizione degli utenti un servizio di<br />

datacast – una sorta di teletext per <strong>radio</strong> - chiamato BBC Vision Radio ed<br />

un servizio T-PEG di informazioni sul traffico.<br />

Digital One trasmette 10 stazioni digitali, sia in simulcast che digital only:<br />

tra queste, tre trasmettono in simulcast (Talksport, Classic Fm, Virgin Radio)<br />

mentre le restanti emittenti trasmettono solamente in digitale (Oneword,<br />

Life, Core, ITN, PrimeTime Radio, Rock e Bloomberg Radio). Nel 2001 erano<br />

presenti sul mercato inglese circa 167 stazioni digitali, tra emittenti nazionali,<br />

regionali e locali, delle quali circa la metà erano stazioni unicamente<br />

digitali. Secondo il World DAB Forum, entro il 2003 il numero delle stazioni<br />

crescerà fino a 300, contestualmente all’assegnazione di nuove licenze per<br />

la gestione dei multiplex.<br />

Per quanto riguardo l’uso del canale Internet, il Regno Unito mantiene anche<br />

in questo caso un alto livello evolutivo: la maggioranza delle stazioni <strong>radio</strong><br />

terrestri sono ad oggi presenti on line offrendo servizi di audio on line,<br />

molte con varie forme di personalizzazione dell’ascolto. I dati resi noti dal<br />

Rab (Radio Advertising Bureau) testimoniano come nel regno Unito l’ascolto<br />

delle emittenti <strong>radio</strong>foniche sia ormai un uso ampiamente diffuso del canale,<br />

anzi, l’uso elettivo delle tecnologie di data streaming. I dati del Rajar 22<br />

sottolineano il legame tra l’ascolto <strong>della</strong> <strong>radio</strong> commerciale e l’uso di Internet,<br />

la crescita del traffico sui siti <strong>radio</strong>fonici e dell’ascolto on line: secondo<br />

le stime, nel novembre 2001 il 15,9% degli adulti, ed il 31,9% dei giovani tra<br />

i 15 ed i 24 anni visitano siti di stazioni <strong>radio</strong>foniche, mentre il 9,5% degli<br />

adulti ed il 17,7% dei giovani tra i 15 ed i 24 anni ascoltano regolarmente<br />

22<br />

Dati del Radio Joint Audience Research riportati in Radio Advertising Bureau, Radio and the<br />

Internet Update, November 2001<br />

74<br />

75


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

trasmissioni <strong>radio</strong> via Internet. Significativo anche il grado di convergenza<br />

tra la tecnologia DAB e il canale Internet: la maggior parte dei canali che<br />

trasmettono in digitale (sia digital only che in simulcast) hanno un sito Internet<br />

caratterizzato da un’elevata qualità e gamma di servizi.<br />

2.6 Italia<br />

Secondo i dati Audi<strong>radio</strong> (IV ciclo 2001) la <strong>radio</strong> in Italia raggiunge<br />

34.906.000 di ascoltatori ogni giorno, su una popolazione di oltre 51 milioni,<br />

con un reach del 67,4% nel 2001. Nessuna delle emittenti nazionali, pubbliche<br />

o private, supera il 20% dell’ascolto totale, determinando un mercato<br />

caratterizzato da un’audience distribuita tra i principali operatori del settore.<br />

Nella figura 21 viene illustrato l’andamento <strong>della</strong> penetrazione <strong>della</strong> <strong>radio</strong><br />

negli ultimi anni, caratterizzato da una leggera contrazione dopo il picco di<br />

penetrazione raggiunto nel 1998 (69,30%).<br />

Figura 21 Penetrazione dell’ascolto <strong>radio</strong>fonico in Italia<br />

I principali operatori<br />

La situazione <strong>radio</strong>fonica italiana è tale che l’universo delle <strong>radio</strong> non coincide<br />

con il mercato <strong>radio</strong>fonico. Le <strong>radio</strong> esistenti sono circa 1694 23 , tra le<br />

quali circa 250 sono emittenti comunitarie e le restanti sono principalmente<br />

emittenti private locali.<br />

Tuttavia, individuando all’interno dell’universo <strong>radio</strong>fonico un mercato rappresentato<br />

da soggetti economicamente significativi, si può affermare che il<br />

mercato italiano è rappresentato da 14 emittenti nazionali, 5 circuiti syndication<br />

nazionali, alcune emittenti regionali e macro-regionali, ed alcuni consorzi<br />

macro-regionali.<br />

Il servizio pubblico conta attualmente tre reti nazionali, Radio Uno, Radio<br />

Due e Radio Tre, che trasmettono sia in Fm che in Am, un servizio realizzato<br />

con la Società Autostrade, Iso<strong>radio</strong>, che fornisce in isofrequenza 24 agli<br />

automobilisti informazioni sul traffico e musica lungo le autostrade italiane,<br />

oltre a Gr Parlamento, un servizio di filodiffusione (residuale) e l’emittente<br />

satellitare Radio Rai International.<br />

I principali operatori privati presenti nel settore <strong>radio</strong>fonico italiano sono<br />

senza dubbio le 14 <strong>radio</strong> nazionali, ed in parte, alcune syndication e <strong>radio</strong><br />

macro-regionali. Il gruppo Espresso controlla tre emittenti nazionali, tra le<br />

quali la prima <strong>radio</strong> privata in termini di ascolti (Radio Deejay), una emittente<br />

Classic & News (Radio Capital) e Italia Radio; <strong>radio</strong> parlata di estrazione<br />

politica e politichese, in crisi di ascolti, prossima a un sostanziale restyling<br />

che da <strong>radio</strong> parlata dovrebbe trasformarla in <strong>radio</strong> musicale. Sebbene<br />

si stia registrando negli ultimi anni una tendenza all’entrata di operatori<br />

multimediali nel mercato, molti operatori di rilievo fanno ancora riferimento<br />

a gruppi esclusivamente <strong>radio</strong>fonici, come RDS (Radio Dimensione<br />

Suono, proprietà Montefusco) Rtl 102,5 (proprietà Suraci), Radio 105 e<br />

Radio Montecarlo (proprietà Hazan).<br />

23<br />

Ad oggi non esiste una valutazione pienamente attendibile sul numero delle emittenti locali<br />

italiane effettivamente funzionanti ed economicamente significative. Il dato a cui si fa riferimento<br />

sta in Menduni, Enrico, Il mondo <strong>della</strong> <strong>radio</strong>. Dal transistor a Internet, Bologna, il Mulino,<br />

2001, p. 151.<br />

24<br />

La Rai su molti dei tratti serviti dalla società Autostrade ha realizzato un servizio per gli<br />

automobilisti in isofrequenza sulla frequenza fissa di 103.3, con impianti molto complessi e<br />

costosi: una catena di micro-trasmettitori e di cavi fessurati nelle gallerie.<br />

76<br />

77


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Il mercato pubblicitario<br />

Gli investimenti pubblicitari sulla <strong>radio</strong> rappresentano poco più del 5% del<br />

mercato italiano (figura 22).<br />

tivi che potrebbero limitarne, anche in presenza di una contingenza favorevole,<br />

il potenziale di raccolta.<br />

Figura 22 Investimenti pubblicitari in Italia, composizione percentuale per<br />

mezzo, 2001<br />

Negli ultimi anni gli investimenti pubblicitari sul mezzo <strong>radio</strong>fonico sono<br />

cresciuti in ad un tasso sostenuto, superiore a quello che caratterizza l’intero<br />

mercato.<br />

Questa tendenza ha subito una brusca frenata nel corso del 2001 (figura 23)<br />

dove la performance <strong>della</strong> <strong>radio</strong> rispetto all’anno precedente è stata peggiore<br />

rispetto a quella di mercato.<br />

Le potenzialità del mezzo, il processo di razionalizzazione del settore e l’ingresso<br />

di nuovi operatori provenienti da altri comparti del settore media, e<br />

intenzionati a scaricare a terra tutto il potenziale del mezzo in termini di<br />

raccolta pubblicitaria - sfruttando le sinergie con gli altri mezzi e creando<br />

offerte di comunicazione multimediale integrata lasciano ben sperare sulle<br />

prospettive di crescita <strong>della</strong> <strong>radio</strong> non ostante la presenza di vincoli norma-<br />

Figura 23 Italia. Investimenti pubblicitari <strong>radio</strong>fonici Anni 1990 - 2001<br />

Fonte: Elaborazione Federcomin-Isimm su dati Zenith Media<br />

78<br />

79


Rapporto Federcomin<br />

L’evoluzione <strong>della</strong> Radio<br />

Tendenze in atto<br />

Come già accennato, crescente è l’interesse manifestato in questi ultimi anni<br />

per il settore <strong>radio</strong>fonico da parte di gruppi editoriali. Il primo è stato il<br />

Gruppo L’Espresso che nel giro di pochi anni ha ottenuto il controllo di tre<br />

stazioni nazionali quali Radio Deejay, Radio Capital e Italia Radio, <strong>della</strong> quale<br />

ha curato il riposizionamento musicale (l’emittente era nata invece come<br />

<strong>radio</strong> di partito). Nel 1999 Il Sole 24 ORE è entrato nel settore in partnership<br />

con il Gruppo Sper, che ha in seguito rilevato, lanciando in Italia la prima<br />

<strong>radio</strong> nazionale privata news and talk (Radio 24). Proprio per rilevare<br />

una parte <strong>della</strong> Sper, poi messa in vendita da Il Sole 24 ORE, si sono mostrati<br />

interessati alcuni importanti gruppi editoriali fra cui Mondadori, Seat,<br />

De Agostini e Hdp, la quale ha attualmente sottoscritto un accordo preliminare<br />

con Il Sole 24 ORE. Secondo l’accordo, Hdp acquisirà Radio Italia<br />

Network, la syndication CNR, la concessionaria pubblicitaria dell'Editoriale<br />

Sper e l'Agenzia AGR.<br />

Dal punto di vista dell’evoluzione multimediale, se, al contrario che in altri<br />

mercati europei, la <strong>radio</strong> digitale nello standard DAB stenta ancora a superare<br />

la fase pre-operativa, e sono presenti i primi tentativi di differenziazione<br />

ed espansione multimediale dell’attività <strong>radio</strong>fonica, come dimostrano<br />

gli interessanti esperimenti di tv satellitare lanciati da Radio Deejay (Deejay<br />

Tv), Rtl (Hit Channel), e Radio Italia con la più tradizionale Video Italia. In<br />

particolare nei primi due casi l’esperimento è stato realizzato adottando ampiamente<br />

tutte le possibilità messe a disposizione dalle nuove tecnologie digitali,<br />

rendendo Deejay Tv un’emittente ricevibile anche via Internet a banda<br />

larga, e Hit Channel un autentico canale multimediale, alla ricerca dell’interazione<br />

con il pubblico attraverso telefonia mobile Gsm, Sms, Internet,<br />

video box ecc.<br />

La <strong>radio</strong> digitale, al contrario, non ha ancora raggiunto una fase di piena<br />

operatività: attualmente, secondo i dati forniti dal World DAB Forum, la copertura<br />

(potenziale) raggiunge il 30% <strong>della</strong> popolazione, la Rai conduce una<br />

sperimentazione in Valle d’Aosta e sulla Torino-Milano, ed otto <strong>radio</strong> nazionali<br />

(105, 101, Rtl, Deejay, Rete Italia, la syndication Cnr, ma anche Radio<br />

Maria e Radio Radicale) hanno costituito nel 1998 il Club DAB Italia,<br />

che, nella sua attività di coordinamento per la promozione del sistema digitale,<br />

collabora con la Rai.<br />

Sotto il punto di vista dei servizi offerti, in Italia non esistono stazioni digital<br />

only, ma solo il simulcast di cinque canali pubblici sul multiplex gestito<br />

dalla Rai, e di 8 canali Fm su quello gestito dal consorzio Club DAB che riunisce<br />

operatori gli commerciali e non-profit.<br />

Il presente Rapporto è stato realizzato da un Gruppo di ricerca<br />

dell’ISIMM composto da:<br />

prof. Enrico Menduni, Dipartimento di Scienze<br />

<strong>della</strong> <strong>Comunicazione</strong>, Università di Siena<br />

(Direttore scientifico)<br />

prof. Stefano Gorelli, Università <strong>della</strong> Tuscia<br />

dott. Barbara Fondelli, Dipartimento di Scienze <strong>della</strong><br />

<strong>Comunicazione</strong>, Università di Siena<br />

dott. Luca Picchi, Dipartimento di Scienze <strong>della</strong><br />

<strong>Comunicazione</strong>, Università di Siena<br />

e da<br />

dr. Stefano Selli, Direttore FRT<br />

dr. Gianluca Betello, Direttore Studi, Federcomin<br />

80<br />

81


Rapporto Federcomin<br />

FEDERCOMIN è la Federazione nazionale di settore di Confindustria che<br />

rappresenta le imprese di telecomunicazioni, <strong>radio</strong>televisione e informatica.<br />

FEDERCOMIN:<br />

• tutela gli interessi comuni delle aziende associate, presso le autorità<br />

italiane e comunitarie;<br />

• offre ai suoi associati un tavolo di informazione e confronto nella<br />

fase precompetitiva del mercato;<br />

• promuove e organizza studi e ricerche su tutte le tematiche del settore;<br />

• contribuisce alla realizzazione di una nuova politica di sviluppo del<br />

settore.<br />

Via Barberini, 11 – 00187 Roma<br />

tel. +39 06421401 – fax +39 0642140444<br />

uffici di Milano: Via SantaTecla, 4 – 20122 Milano<br />

e-mail: info@federcomin.it<br />

http://www.federcomin.it<br />

Edito da Federcomin Servizi srl, Roma, 2002<br />

Stampato in Roma, Maggio 2002<br />

da B&C Editoria e Stampa<br />

€ 20,00<br />

82

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!