Oratorio di San Lorenzo (2005) - la Notizia
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V-7<br />
Molto interessante, all’interno <strong>di</strong> S.<br />
<strong>Lorenzo</strong>, è il ciclo <strong>di</strong> affreschi votivi che corre<br />
lungo tutte le pareti perimetrali compreso l’abside;<br />
si tratta <strong>di</strong> circa una trentina <strong>di</strong> riquadri<br />
affiancati l’uno all’altro al cui interno sono raffigurati<br />
dei <strong>San</strong>ti. Non si conosce <strong>la</strong> data <strong>di</strong> esecuzione<br />
precisa, ma dalle date è riconducibile al<strong>la</strong><br />
fine del XV e gli inizi del XVI secolo. La <strong>di</strong>sposizione<br />
dei “riquadri” affrescati non ha un senso<br />
logico <strong>di</strong> progressione né religiosa e né temporale:<br />
il devoto richiedeva al pittore <strong>di</strong> rappresentare<br />
il <strong>San</strong>to che voleva venerare, era anche un<br />
modo per garantirsi l’Al<strong>di</strong>là e assicurarsi serenità<br />
anche dopo <strong>la</strong> morte.<br />
Ignoriamo chi possa avere eseguito<br />
le pitture. Alcuni attribuiscono gli affreschi ad<br />
una so<strong>la</strong> “mano”, quin<strong>di</strong> ad un unico pittore, <strong>la</strong><br />
motivazione che spinge a questa supposizione è<br />
l’uso degli stessi colori in tutto il ciclo. Altri, invece,<br />
sostengono che vi sia <strong>la</strong> partecipazione <strong>di</strong> più<br />
persone, anche sullo stesso <strong>di</strong>pinto. Non essendo<br />
ancora stati fatti approfon<strong>di</strong>menti sul<strong>la</strong> questione,<br />
le ipotesi sono entrambe considerabili<br />
nonostante siano contrapposte.<br />
Oltre al<strong>la</strong> fascia “bassa” vi è l’inizio <strong>di</strong><br />
un’altra posizionata in alto sul<strong>la</strong> parete sud; qui<br />
sono presenti so<strong>la</strong>mente due riquadri, il che fa<br />
pensare che si volesse creare un secondo ciclo <strong>di</strong><br />
affreschi. Nel<strong>la</strong> fascia <strong>di</strong> affreschi inferiore, prevalgono<br />
figure iso<strong>la</strong>te su sfondo generico mentre,<br />
nel<strong>la</strong> zona superiore, vi sono composizioni con<br />
più figure ambientate sullo sfondo <strong>di</strong> una città.<br />
Nel<strong>la</strong> fascia superiore i soggetti sono<br />
più e<strong>la</strong>borati: “Cristo in croce tra <strong>la</strong> Madonna e<br />
<strong>San</strong> Giovanni” è il primo partendo dall’abside, è<br />
uno dei <strong>di</strong>pinti conservati meglio anche grazie<br />
al<strong>la</strong> sua fortunata posizione; infatti, trovandosi in<br />
alto ha risentito meno dell’umi<strong>di</strong>tà; l’altro accanto<br />
ha come soggetto <strong>la</strong> “Madonna in trono col<br />
Bambino, devoto e S. Pietro”. Questi due affreschi<br />
sembrano esser stati eseguiti più tar<strong>di</strong><br />
rispetto a quelli centrali del<strong>la</strong> fascia inferiore, che<br />
assieme a quelli del presbiterio risultano i più<br />
antichi.<br />
Sugli affreschi sono state trovate<br />
iscrizioni e graffiti che ricordano partico<strong>la</strong>ri<br />
momenti, come per esempio il matrimonio tra il<br />
Duca Fer<strong>di</strong>nando <strong>di</strong> Mantova e <strong>la</strong> principessa <strong>di</strong><br />
Firenze Caterina De’ Me<strong>di</strong>ci il 15 Marzo 1617,<br />
oppure <strong>la</strong> visita del<strong>la</strong> signora Duchessa <strong>di</strong><br />
Mantova il 28 Marzo 1569.<br />
Sulle pareti, tra gli affreschi, compaiono<br />
senza una precisa connotazione delle<br />
“croci” inscritte in circonferenze che potrebbero<br />
far supporre una riconsacrazione del<strong>la</strong> Chiesa.<br />
Probabilmente proprio per questo evento è stata<br />
riaffrescata coprendo gli affreschi che già esistevano;<br />
infatti, sotto a quelli attuali si possono<br />
intravedere scorci <strong>di</strong> pittura preesistente ricoperti<br />
<strong>di</strong>rettamente da una scialbatura <strong>di</strong> calce e<br />
riadattati all’epoca. Non si hanno notizie però dei<br />
precedenti <strong>di</strong>pinti coperti dagli attuali.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista estetico, quel<strong>la</strong><br />
che caratterizza <strong>la</strong> chiesa <strong>di</strong> S. <strong>Lorenzo</strong>, è una pittura<br />
rigida, impostata ancora su schemi me<strong>di</strong>oevali;<br />
vi è una ricerca anatomica veristica, ma stentata.<br />
Si può <strong>di</strong>re che l’ignoto pittore fosse un<br />
bravo maestro, basta guardare il corpo <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />
Gui<strong>di</strong>zzolo 2004, il Sindaco Dott. Carlo Maccari, durante il<br />
suo intervento per l’apertura ufficiale del restaurato<br />
<strong>Oratorio</strong>.<br />
<strong>Oratorio</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Lorenzo</strong>