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<strong>Oratorio</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Lorenzo</strong> V-5 La struttura dell’<strong>Oratorio</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Lorenzo</strong> si può far risalire al Duecento, ma i documenti a noi pervenuti datano dal 1498, quando arrivarono i Preti Eremiti <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta Maria <strong>di</strong> Gonzaga e fu a loro affidato il servizio religioso. Al<strong>la</strong> fine del ‘700 i Padri Eremiti <strong>la</strong>sciarono Gui<strong>di</strong>zzolo a causa del<strong>la</strong> soppressione <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ni religiosi operata dagli austriaci; l’officiatura venne affidata, fino al 1773, ai Monaci Olivetani che già dal 1508 avevano in custo<strong>di</strong>a <strong>la</strong> Parrocchia. L’<strong>Oratorio</strong> venne quin<strong>di</strong> acquistato dai conti Rizzini, nobile famiglia inse<strong>di</strong>atasi a Gui<strong>di</strong>zzolo, <strong>di</strong>ventando proprietà privata; <strong>la</strong> vicenda è documentabile da una lettera del 1799 nel<strong>la</strong> quale si tratta l’atto <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta del fondo <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Lorenzo</strong> con casa e <strong>Oratorio</strong>, già <strong>di</strong> proprietà dello stato. Il fondo era composto da 6 biolche, 16 tavole e 11 pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> terra arativa; <strong>la</strong> casa comprendeva due camerette, una con piccolo camino, l’altra con sca<strong>la</strong> <strong>di</strong> legno che metteva in un granaio, <strong>di</strong>viso a sua volta in due piccole stanze abitabili. Annesso al<strong>la</strong> casa l’<strong>Oratorio</strong> con cinque muri e tetto a capriate. Il conte Luigi Rizzini decise <strong>di</strong> a<strong>di</strong>bire <strong>la</strong> chiesetta a sepolcreto <strong>di</strong> famiglia facendovi costruire <strong>la</strong> cripta; questo avvenne per due principali motivi: il primo è dato dal<strong>la</strong> sua posizione tranquil<strong>la</strong>, immersa in un boschetto <strong>di</strong> tigli e il secondo è conseguente al<strong>la</strong> legge francese del 1806 che non consentiva <strong>di</strong> seppellire presso l’abitato. Con il passare degli anni <strong>la</strong> famiglia Rizzini iniziò a trascurare l’e<strong>di</strong>ficio sacro tanto da arrivare al suo quasi completo abbandono; nel 1860 il vescovo Monsignor Corti ridonò l’esercizio del culto <strong>di</strong>vino all’<strong>Oratorio</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Lorenzo</strong>. La chiesa cominciò ad essere aperta in alcune circostanze come il 10 Agosto (<strong>San</strong> <strong>Lorenzo</strong>) o nell’anniversario del<strong>la</strong> morte <strong>di</strong> qualche membro del<strong>la</strong> nobile famiglia, sepolto nel<strong>la</strong> cripta. Negli anni l’abbandono, ancora una volta, e il degrado si aggravarono; polvere, ragnatele, affreschi rigati dall’acqua piovana impe<strong>di</strong>rono al visitatore <strong>di</strong> apprezzar<strong>la</strong>; fortunatamente l’opinione pubblica e l’interessamento dell’Amministrazione comunale si fecero più pressanti e ottennero risultati concreti. Nel 1995 il Comune ha acquistato l‘<strong>Oratorio</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Lorenzo</strong> dall’ingegner Diana, erede dell’estinta famiglia Rizzini. L’<strong>Oratorio</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Lorenzo</strong> è da ricondurre ad una tipologia strutturale locale, nell’ambito dell’attribuzione allo stile Romanico, vista l’epoca <strong>di</strong> appartenenza; per <strong>la</strong> sua costruzione sono stati usati materiali del luogo perchè facilmente reperibili e poco costosi. Le murature sono eseguite con sassi alluvionali e frammenti <strong>di</strong> cotto, legati assieme da malta <strong>di</strong> calce e sabbia estratta da cave del posto. La chiesetta ha perso il suo aspetto originale a causa dell’accorpamento del<strong>la</strong> casa colonica, estranea allo stile del<strong>la</strong> struttura sacra. Sul <strong>la</strong>to destro, guardando<strong>la</strong> frontalmente, poggia su un massiccio rudere me<strong>di</strong>oevale che induce a pensare che l’<strong>Oratorio</strong> possa essere uno dei resti <strong>di</strong> un forte ormai perso definitivamente. Sempre sullo stesso <strong>la</strong>to si addossa <strong>la</strong> casa colonica che non è databile perchè oggetto <strong>di</strong> numerosi rimaneggiamenti. Passando al<strong>la</strong> descrizione del<strong>la</strong> chiesetta va premesso che anch’essa, nel tempo, ha subito molte trasformazioni. L’e<strong>di</strong>ficio ha un orientamento est-ovest; <strong>la</strong> facciata si conclude verso l’alto con una copertura a capanna che, interamente, ricopre un’unica navata. Sul<strong>la</strong> copertura è posto un campaniletto pensile che ospita una so<strong>la</strong> campana <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ridotte; un fregio a dentelli in cotto decora, lungo tutto il perimetro del<strong>la</strong> Chiesa, il sottogronda. La facciata presenta un alto e stretto portale sovrastato da un oculo, specu<strong>la</strong>re a quello dell’abside; ai <strong>la</strong>ti <strong>di</strong> questo sono <strong>di</strong>sposte simmetricamente due fine- <strong>Oratorio</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Lorenzo</strong>