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Anno XXIX N. 03 - <strong>20</strong> <strong>MARZO</strong> <strong>20</strong>10 - Tariffa R.O.C. Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. post. - D.L. 353/<strong>20</strong>03 (Conv. in L. 27/02/<strong>20</strong>04 n. 46) Art. 1 - Comma 1 DCB Genova
SOMMARIO<br />
Direttore responsabile:<br />
dr Piera PIANA<br />
Autori testi:<br />
L. Buratto<br />
P. Gallini A. Lazzari<br />
N. Galie’<br />
A. Varricchio A. De Lucia A. M. Varricchio<br />
C. Rigo<br />
R. Carbone<br />
M.V. Brizzi Tessitore<br />
Logo copertina:<br />
Freeline<br />
Impaginazione e grafica:<br />
Alessandra Balba<br />
Nicoletta Bodrato<br />
Direzione - Amministrazione:<br />
Centro Medico Ceccardi<br />
Via del Colle 108r - 16128 Genova<br />
tel 010/2465061 - fax 010/2758074<br />
Redazione - Pubblicità:<br />
Emanuela Di Napoli<br />
C.M.C.<br />
Via del Colle 106 - 16121 Genova<br />
tel 010-2465062<br />
Stampa:<br />
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Una copia 1 €<br />
Abbonamento annuo singolo 15 €<br />
Abbonamento annuo multiplo<br />
ogni 50 copie 625,00 €<br />
c/c postale 22714166<br />
intestato a <strong>Diagnosi</strong> & <strong>Terapia</strong><br />
Registr. Tribunale di Genova<br />
N. 42 del XII 1981<br />
Sped in abb.post. Comma 34 art 2 Legge<br />
549/95 Filiale Genova<br />
A.N.E.S.<br />
Associazione Nazionale<br />
Editoria Periodica Specializzata<br />
“aderente al Sistema confindustriale”<br />
I.S.S.N. 0393-4233<br />
4<br />
12<br />
44<br />
Cataratta: a ciascuno<br />
il giusto cristallino 4<br />
Malattie Rare: Ipertensione<br />
Arteriosa Polmonare 8<br />
Il ruolo del naso nelle<br />
malattie respiratorie 12<br />
Naturopatia: congiuntivite 40<br />
Cellule vive: biorivitalizzazione<br />
e Antiaging 32<br />
Un museo al mese:<br />
Fondazione, Museo e<br />
Archivio Storico PIAGGIO 44<br />
NOTE SULLA DIFFUSIONE<br />
Testata volontariamente sottoposta a<br />
certificazione di tiratura e diffusione<br />
in conformità al regolamento C.S.S.T.<br />
Tiratura per il periodo<br />
1/1/<strong>20</strong>08 - 31/12/<strong>20</strong>08<br />
Tiratura media: 97.000 copie<br />
Diffusione media: 95.588<br />
Certificato CSST n. <strong>20</strong>08--1730<br />
del 26/2/<strong>20</strong>09<br />
Revisore: BAKER TILLY CONSULAUDIT<br />
Tiratura di questo numero:<br />
95.000 copie<br />
Speciale<br />
CELIACHIA
4<br />
diagnosi<br />
& terapia 03/10<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
Cataratta: a ciascuno<br />
il proprio cristallino<br />
Autore: Dott. Lucio BURATTO<br />
Presidente della Società Oftalmologica<br />
Italiana e Direttore del Centro Ambrosiano<br />
Microchirurgia Oculare<br />
P.zza della Repubblica 21<br />
<strong>20</strong>124 Milano<br />
Tel: 02/6361191<br />
Fax: 02/6598875<br />
e-mail:office@buratto.com<br />
Innovazioni nella chirurgia<br />
della cataratta<br />
Cataratta…Ma tutti i pazienti sanno<br />
che attualmente ci sono cristallini e cristallini?<br />
Cosa vuol dire? Non solo che ci sono<br />
cristallini fatti con differenti materiali,<br />
di forma diversa, dimensioni differenti,<br />
ecc., ma anche e soprattutto che ci<br />
sono cristallini in grado di offrire prestazioni<br />
particolari, cioè in grado di<br />
soddisfare specifiche esigenze del<br />
paziente.<br />
Innanzi tutto è molto importante puntualizzare<br />
che se un paziente prima<br />
dell’intervento soffre di miopia o ipermetropia<br />
il chirurgo può correggere il<br />
difetto, ed eliminare l’occhiale per lontano<br />
(o per vicino a seconda delle esigenze<br />
della persona).<br />
Occorre poi sapere che alcuni cristallini<br />
necessitano di una ampia incisione<br />
per essere introdotti (cristallini rigidi)<br />
ma che ci sono cristallini morbidi, in<br />
grado di entrare “piegati” o “arrotolati”<br />
nell’occhio e, quindi, attraverso una<br />
incisione piccolissima che non richiede<br />
suture e che guarisce più rapidamente.<br />
I cristallini pieghevoli poi possono<br />
essere prodotti in vari materiali tra cui<br />
silicone, acrilico idrofobo, acrilico idrofilo,<br />
ecc. possono essere monofocali,<br />
multifocali, accomodativi, torici, fotocromatici<br />
quindi per il chirurgo e<br />
soprattutto per il paziente c’è grande<br />
possibilità di scelta e quindi di “personalizzare”<br />
ogni intervento chirurgico.<br />
Lenti Intraoculari Toriche<br />
In generale l’astigmatismo corneale<br />
viene corretto utilizzando una procedura<br />
laser (PRK o Lasik); se però il<br />
paziente esegue l’intervento di cataratta<br />
la correzione dell’astigmatismo può<br />
avvenire anche con altre due metodiche<br />
e cioè eseguendo delle incisioni<br />
sulla cornea (effettuate per lo più con<br />
bisturi in diamante) oppure utilizzando<br />
un cristallino che oltre ad avere nella<br />
sua ottica la correzione sferica abbia<br />
anche quella astigmatica. Quindi nei<br />
soggetti con astigmatismo preoperatorio<br />
è indicato l’impianto di IOL torica<br />
per migliorare il visus naturale postoperatorio<br />
ed evitare o ridurre l’uso<br />
della correzione astigmatica sull’occhiale<br />
o sulla lente a contatto. Questo<br />
metodo di correzione dell’astigmatismo<br />
è certamente più preciso e più stabile<br />
delle tecniche incisionali corneali.<br />
I cristallini artificiali gialli<br />
Negli ultimi anni è stata sempre più<br />
attribuita una maggiore importanza al<br />
ruolo della luce blu come potenziale<br />
rischio per la vista, in una prospettiva<br />
di lungo termine. E’ così nata l’esigenza<br />
di una lente con filtro per la luce blu<br />
per la protezione della retina, dopo<br />
intervento di cataratta.<br />
Questo tipo di cristallino può essere di<br />
aiuto per limitare l’insorgenza della<br />
Degenerazione Maculare Senile, una<br />
alterazione della retina che impedisce<br />
a tantissimi anziani di leggere, scrivere<br />
ed altre cose.<br />
Lenti intraoculari accomodative<br />
L’impianto di questo tipo di IOL ha l’obiettivo<br />
di ridurre la dipendenza del<br />
paziente operato di cataratta dall’uso di<br />
occhiali sia per lontano che per vicino.<br />
Queste lenti sfruttano dei meccanismi<br />
caratteristici dell’occhio per attivare<br />
microspostamenti dell’ottica della<br />
lente. La lente è cioè costruita in<br />
modo tale che il suo disco ottico si<br />
può spostare avanti o indietro; ciò consente<br />
di poter mettere a fuoco differenti<br />
distanze.<br />
I cristallini artificiali multifocali<br />
Le lenti multifocali intraoculari o cristallini<br />
artificiali multifocali sono lenti di<br />
nuova generazione che permettono,<br />
come le lenti multifocali degli occhiali
Salute<br />
03/10 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
5<br />
(che però hanno una modalità di<br />
costruzione e funzionamento diversa),<br />
di avere visione sia per lontano che<br />
per vicino.<br />
La differenza principale, rispetto ad<br />
una lente standard, sta nel fatto che la<br />
parte ottica di questo cristallino ha<br />
diversi anelli concentrici di diverso<br />
potere che consentono la funzione visiva<br />
a distanze diverse; in pratica è<br />
come se ogni lente fosse un “insieme”<br />
di lenti per permettere la visione a<br />
diverse distanze.<br />
Con queste lenti si può offrire così una<br />
prestazione che consente di svolgere<br />
gran parte delle attività quotidiane<br />
senza dipendere dall’occhiale per lontano<br />
e per vicino, o addirittura permette<br />
l’eliminazione completa dell’occhiale;<br />
il risultato è migliore quando sono<br />
impiantati i due occhi.<br />
A ciascuno il proprio cristallino o IOL<br />
(Intra Ocular Lens)<br />
Le opzioni oggi disponibili per i pazienti<br />
sono molteplici.<br />
Per quanto riguarda i materiali:<br />
- IOL rigide in PMMA<br />
- IOL morbide in vario materiale: acrilico<br />
idrofobo, acrilico idrofilo, collamero, silicone<br />
ed altro…Quelle maggiormente<br />
utilizzate sono le acriliche.<br />
Per quanto si riferisce all’ottica delle<br />
lenti, ci sono:<br />
- IOL tradizionali monofocali<br />
- IOL monofocali asferiche: per migliorare<br />
la qualità visiva , specialmente notturna,<br />
del paziente operato di cataratta.<br />
- IOL gialle: queste, oltre che far ricuperare<br />
la vista all’operato di cataratta<br />
consentono di effettuare la protezione<br />
della macula dalle radiazioni blu, che<br />
sono potenzialmente tossiche (la maculopatia<br />
senile è la principale causa di<br />
cecità legale nei paesi industrializzati).<br />
- IOL toriche: offrono la possibilità non<br />
solo di ristabilire la vista in seguito alla<br />
rimozione della cataratta ma anche di<br />
correggere l’eventuale astigmatismo<br />
preesistente.<br />
- IOL accomodative: per fornire una<br />
buona visione da lontano ed a distanza<br />
intermedia senza interferenze con la<br />
qualità visiva.<br />
- IOL multifocali: per la visione da lontano<br />
e da vicino; essi consentono una<br />
vita non più dipendente dagli occhiali<br />
per i pazienti affetti da cataratta.<br />
- IOL multifocali, toriche, asferiche, gialle:<br />
saranno utilizzabili a breve anche lenti<br />
che possono avere tutte le caratteristiche<br />
suddette incluse in una unica lente!<br />
Un altro passo avanti per una vista sempre<br />
migliore!
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8<br />
diagnosi<br />
& terapia 03/10<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
UNA MALATTIA RARA AL MESE<br />
Ipertensione Arteriosa<br />
Polmonare<br />
Prof. Nazzareno Galie’<br />
Autore: Prof. Nazzareno GALIE’<br />
Direttore del Centro di Eccellenza per l'IP<br />
Ospedale S.Orsola Malpighi<br />
Università di Bologna<br />
L’IAP (ipertensione arteriosa polmonate)<br />
è una malattia rarissima della<br />
circolazione polmonare che può comparire<br />
isolatamente o può essere<br />
associata ad altre patologie come<br />
cardiopatie congenite, malattie reumatiche,<br />
ipertensione portale e HIV.<br />
E’ di difficilissima diagnosi.<br />
Spesso il paziente passa dal cardiologo<br />
al pneumologo, al reumatologo,<br />
all’allergologo e anche dello psichiatra.<br />
Nessuno dei quali migliora le sue<br />
condizioni di vita.<br />
Si calcolano non più di <strong>20</strong>00/2500<br />
pazienti diagnosticati in Italia e la<br />
maggior parte è in cura presso la<br />
Cardiologia dell’Ospedale S.Orsola-<br />
Malpighi di Bologna, Centro di<br />
Eccellenza a livello mondiale,<br />
Università di Bologna.<br />
I sintomi sono prevalentemente rappresentati<br />
da affanno, da facile affaticabilità<br />
anche per sforzi lievissimi<br />
e/o da sincopi, da emottisi.<br />
La malattia è molto subdola. E’ caratterizzata<br />
da un incremento dei valori<br />
pressori nella circolazione polmonare<br />
che determina un aumento del lavoro<br />
a carico del cuore destro.<br />
Colpisce indifferentemente uomini,<br />
donne, bambini, giovani o anziani.<br />
Sino a qualche anno fa, le risorse<br />
terapeutiche erano poche e nei casi<br />
più avanzati si ricorreva al trapianto<br />
dei polmoni o cuore/polmoni.<br />
Oggi nuove modalità terapeutiche<br />
consentono di limitare il ricorso al trapianto,<br />
di migliorare la qualità di vita<br />
del paziente o almeno di stabilizzarla.<br />
I problemi sono ancora tanti: dalla<br />
scarsità di conoscenze e di Centri<br />
Medici Specializzati alla difficile reperibilità<br />
dei farmaci.<br />
Ipertensione Polmonare<br />
e cardiopatie congenite<br />
Numerose sono le cardiopatie congenite<br />
che possono causare l’Ipertensione<br />
Arteriosa Polmonare. La sindrome di<br />
Eisenmenger rappresenta la forma più<br />
severa di IAP associata a queste condizioni.<br />
La presenza del difetto cardiaco<br />
congenito (in genere una comunicazione<br />
anomala tra le due circolazioni<br />
sistemica e polmonare) condiziona inizialmente<br />
un flusso patologico di sangue<br />
dal cuore sinistro al cuore destro<br />
che determina un iperafflusso nella circolazione<br />
polmonare. La persistenza<br />
nel tempo dell’iperafflusso favorisce lo<br />
sviluppo di lesioni ostruttive nella circolazione<br />
polmonare che determina la<br />
comparsa di una IAP stabile e quindi<br />
della cianosi (inversione del flusso di<br />
sangue attraverso il difetto).
Salute<br />
03/10 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
9<br />
La definizione di sindrome di<br />
Eisenmenger prevede l’esistenza di un<br />
difetto cardiaco congenito che determina<br />
inizialmente iperafflusso polmonare<br />
responsabile dello sviluppo di vasculopatia<br />
ostruttiva polmonare e di IAP con<br />
conseguente inversione della direzione<br />
del flusso di sangue. Nelle fasi iniziali<br />
di iperafflusso (primi anni di vita) la<br />
correzione chirurgica del difetto può<br />
evitare lo sviluppo di IAP, mentre una<br />
correzione tardiva non impedisce lo<br />
sviluppo successivo di questa temibile<br />
complicanza. Quando è presente la<br />
sindrome di Eisenmenger la correzione<br />
chirurgica non è più possibile perché<br />
potrebbe essere controproducente.<br />
Nella classificazione clinica della IP, le<br />
cardiopatie congenite con IP e la sindrome<br />
di Eisenmenger sono state<br />
incluse tra le forme associate di IAP<br />
(classe diagnostica 1). Infatti, il quadro<br />
delle alterazioni ostruttive è sostanzialmente<br />
identico a quello descritto nelle<br />
altre condizioni come la forma idiopatica<br />
o quella associata alle malattie del<br />
tessuto connettivo o alla infezione da<br />
HIV.<br />
Non esistono studi epidemiologici finalizzati<br />
a valutare la prevalenza della<br />
IAP nei soggetti adulti affetti da cardiopatie<br />
congenite. In base ai dati di un<br />
recente registro europeo si stima che<br />
la prevalenza della IAP nei pazienti<br />
adulti affetti da cardiopatie congenite<br />
sia compresa tra il 5 e il 10%. In termini<br />
assoluti si dovrebbe osservare<br />
una riduzione di incidenza di casi di<br />
sindrome di Eisenmenger nei paesi<br />
occidentali dove la diagnosi prenatale<br />
e le nuove tecniche chirurgiche consentono<br />
una precoce correzione completa<br />
e in ogni caso entro i due anni di<br />
vita. In realtà ancora oggi la prevalenza<br />
di questa diagnosi nell’ambito delle<br />
casistiche di soggetti con IAP rimane<br />
consistente sia perché i soggetti affetti<br />
da sindrome di Eisenmenger possono<br />
raggiungere anche la sesta e settima<br />
decade di vita sia per la presenza<br />
di pazienti provenienti da paesi in via<br />
di sviluppo.<br />
I sintomi e i segni clinici dei pazienti<br />
affetti da IAP associata a cardiopatie<br />
congenite sono legati alla persistenza<br />
di regimi pressori elevati nella circolazione<br />
polmonare e alle conseguenze<br />
del flusso di sangue invertito attraverso<br />
il difetto cardiaco. Nei pazienti<br />
affetti da sindrome di Eisenmenger il<br />
quadro clinico è caratterizzato da<br />
affanno di respiro e cianosi (colorazione<br />
blu delle unghie e delle labbra). La<br />
tolleranza allo sforzo è ridotta e la<br />
quantità di globuli rossi presenti nel<br />
sangue aumenta per compensare la<br />
ridotta concentrazione di ossigeno. I<br />
sintomi nei soggetti con IAP associata<br />
a cardiopatie congenite possono rimanere<br />
stabili per molti anni e consentire<br />
una qualità di vita non molto compromessa.<br />
La diagnosi della cardiopatia congenita<br />
come causa della IAP in genere non è<br />
complessa e si avvale delle indagini<br />
comuni come l’ecocardiogramma e il<br />
cateterismo cardiaco. Attualmente la<br />
diagnosi di cardiopatia congenita è<br />
effettuata prima del parto e la correzione<br />
chirurgica viene pianificata appena<br />
possibile dopo il parto evitando lo<br />
sviluppo di IAP. In passato (e ancora<br />
oggi nei paesi in via di sviluppo) questo<br />
non era possibile e ciò spiega lo<br />
sviluppo di IAP quando il difetto non<br />
era riconosciuto e corretto tempestivamente.<br />
A volte nei soggetti adulti la<br />
diagnosi può trarre vantaggio dalla<br />
risonanza magnetica cardiaca.<br />
Quando il difetto cardiaco congenito<br />
non può essere più corretto chirurgicamente<br />
o attraverso una procedura<br />
interventistica (cateterismo cardiaco)<br />
si possono utilizzare tutti i farmaci che<br />
sono stati approvati per i soggetti con<br />
IAP. In particolare il bosentan/Tracleer<br />
è stato specificamente approvato per<br />
questa condizione, ma anche gli altri<br />
farmaci hanno dimostrato la loro efficacia.<br />
In passato nei soggetti con sindrome<br />
di Eisenmenger venivano effettuati<br />
salassi per ridurre il valore di ematocrito<br />
e quindi la viscosità del sangue.<br />
Oggi si ritiene che la necessità di tale<br />
procedura sia molto ridotta e viene<br />
effettuata in genere per valori di ematocrito<br />
elevati (>65%) e in presenza di<br />
sintomi di iperviscosità. Vanno adottate<br />
anche le altre misure generali consigliate<br />
in tutti i casi di IAP come le vaccinazioni,<br />
la limitazione dell’attività fisica<br />
eccessiva e il controllo della fertilità.<br />
La gravidanza infatti può risultare<br />
pericolosa in particolare in presenza di<br />
sindrome di Eisenmenger.<br />
Come in tutti i casi di IAP, in presenza<br />
di non soddisfacente risposta alla terapia<br />
medica si ricorre al trapianto polmonare<br />
con correzione del difetto cardiaco<br />
o al trapianto cardio-polmonare<br />
quando il difetto cardiaco non possa<br />
essere corretto chirurgicamente.<br />
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diagnosi<br />
& terapia 03/10<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
IAP associata a infezione da HIV<br />
(AIDS)<br />
La disponibilità di nuovi farmaci antiretrovirali<br />
e la gestione più aggressiva<br />
delle infezioni opportunistiche hanno<br />
contribuito a migliorare significativamente<br />
la prognosi dei pazienti affetti<br />
da infezione da HIV. L’Ipertensione<br />
Arteriosa Polmonare (IAP) è una rara<br />
complicanza dell’infezione da HIV: la<br />
prevalenza della IAP è variabile da 0.1<br />
a 0.5% e l’incidenza stimata è pari a<br />
0.1%. La IAP può manifestarsi in qualsiasi<br />
stadio dell’infezione da HIV e l’intervallo<br />
di tempo che intercorre tra la<br />
diagnosi di infezione e la diagnosi di<br />
IAP è compreso tra 0 e 9 anni. Dal<br />
punto di vista epidemiologico, differentemente<br />
da quanto si osserva nella<br />
IAP idiopatica, vi è una prevalenza del<br />
genere maschile. Negli ultimi anni era<br />
stato ipotizzato che l’utilizzo dei nuovi<br />
farmaci antiretrovirali potesse determinare<br />
una riduzione dell’incidenza della<br />
IAP associata a infezione da HIV, ma<br />
tale dato non è stato confermato. Il<br />
meccanismo patogenetico alla base<br />
dello sviluppo della IAP nei pazienti<br />
affetti da infezione da HIV non è noto.<br />
La predisposizione costituzionale<br />
L’AIPI (ASSOCIAZIONE IPERTENSIONE POLMONARE ITALIANA)<br />
è una ONLUS, nata nel <strong>20</strong>01 ad opera di un ristretto (allora!)<br />
numero di pazienti con la finalità di fare sentire la loro voce e<br />
di contribuire a migliore il benessere psicologico, fisico e<br />
sociale delle persone affette da Ipertensione Polmonare.<br />
Uno degli scopi principali dell’ AIPI ONLUS, oltre alla raccolta<br />
fondi, è la divulgazione di informazione sulla malattia per far<br />
sì che i pazienti arrivino al Centro di Eccellenza al più presto<br />
ed evitino perdite di tempo preziosissimo.<br />
Le attività sono svolte esclusivamente da volontari e finanziate dalle quote sociali e donazioni di privati e di aziende.<br />
Negli anni sono state attivate svariate forme di supporto di tipo personale, organizzativo ed economico, tutte assolutamente gratuite per i<br />
pazienti e per i loro familiari:<br />
- una linea telefonica attiva 24 ore su 24 per informazioni e assistenza su questioni varie inerenti la malattia<br />
- l’assistenza psicologica gratuita offerta da uno psicologo-psichiatra<br />
- invio trimestrale di un notiziario AIPI News che è il diario dell’Associazione e che fornisce aggiornamenti in campo scientifico, farmacologico,<br />
normativo<br />
- sito web www.aipiitalia.org aggiornato costantemente con informazioni sulla malattia e sulle attività dell’Associazione<br />
- il forum di discussione all’interno del sito<br />
- assemblea annuale dei Soci, occasione di incontro e socializzazione oltre che di aggiornamento sulla malattia e questioni connesse.<br />
- corsi periodici di formazione/informazione su Ipertensione Polmonare destinati a pazienti, familiari e<br />
volontari, tenuti dal Prof. Nazzareno Galiè, responsabile del Centro per l’Ipertensione Polmonare dell’ospedale<br />
S.Orsola-Malpighi, Università di Bologna.<br />
- consulenza relativa a problemi riguardanti l’applicazione delle disposizioni legislative su invalidità, handicap,<br />
assegno di cura<br />
- la presenza di un volontario due giorni la settimana presso gli ambulatori e il reparto di Cardiologia del<br />
Centro per l’Ipertensione Polmonare<br />
- assistenza a pazienti e/o familiari per problemi di pernottamento, logistica, parcheggio.<br />
L’AIPI è iscritta all’Anagrafe Unica delle ONLUS, è riconosciuta dall’Istituto Superiore di Sanità ed è<br />
inserita nel Registro Nazionale delle Associazioni di Malattie Rare presso lo stesso Ente. Inoltre è socio<br />
fondatore di PHA Europe, federazione ‘ombrello’ di 14 nazioni europee. Registrata presso il Tribunale di<br />
Milano al n. <strong>20</strong>6 del 2.4.08. Dal <strong>20</strong>07 l’AIPI ha avviato un rapporto di collaborazione con EURORDIS,<br />
Associazione Europea per le Malattie Rare. A livello internazionale collabora con PHA USA (Pulmonary<br />
Hypertension Association – USA) e fa parte della rete informatica PHA Planet che riunisce circa 40<br />
associazioni di pazienti con IP nel mondo.<br />
L’AIPI è regolarmente invitata e partecipa a convegni scientifici in Italia e all’estero.<br />
Chiunque desidera maggiori informazioni, può visitare il sito dell’Associazione www.aipiitalia.org o digitare<br />
su un motore di ricerca: IPERTENSIONE POLMONARE. Dove troverà indirizzi e numeri telefoni utili.<br />
SILVIA FERRARI<br />
Presidente AIPI Onlus
Salute<br />
03/10 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
11<br />
potrebbe svolgere un ruolo importante<br />
dato che questa complicanza colpisce<br />
solo una minoranza dei pazienti affetti<br />
da infezione HIV.<br />
Per porre una diagnosi corretta di IAP<br />
associata a infezione da HIV è di fondamentale<br />
importanza escludere la<br />
presenza di altre condizioni cliniche<br />
potenzialmente responsabili di un<br />
aumento dei valori di pressione nel circolo<br />
polmonare e, in particolare: le<br />
patologie del cuore sinistro, le patologie<br />
polmonari parenchimali e il cuore<br />
polmonare cronico tromboembolico.<br />
Inoltre, tali pazienti presentano spesso<br />
infezioni virali epatiche concomitanti<br />
ed è pertanto necessario indagare l’eventuale<br />
presenza di cirrosi epatica e<br />
di Ipertensione Portale. Per la diagnosi<br />
finale è indispensabile il cateterismo<br />
cardiaco destro.<br />
La IAP associata a infezione da HIV<br />
presenta caratteristiche cliniche, emodinamiche<br />
e istologiche simili alla IAP<br />
idiopatica. Anche la strategia terapeutica<br />
è identica a quella della IAP idiopatica.<br />
Dati recenti documenterebbero<br />
che i pazienti con IAP associata ad HIV<br />
tendono a rispondere molto favorevolmente<br />
ai farmaci specifici per la IAP.<br />
Debbono comunque essere prese precauzioni<br />
per le interazioni farmacologiche<br />
tra i farmaci approvati per la IAP, i<br />
farmaci antiretrovirali e le eventuali<br />
patologie epatiche concomitanti. Per<br />
tali motivi i pazienti debbono essere<br />
seguiti in stretta collaborazione tra i<br />
centri esperti per il trattamento della<br />
IAP e i centri dedicati alla terapia dell’infezione<br />
da HIV.
12<br />
diagnosi<br />
& terapia 03/10<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
Il ruolo del naso<br />
nelle malattie<br />
respiratorie<br />
Autori: Dr. Attilio VARRICCHIO<br />
Dr.ssa Antonietta DE LUCIA<br />
Dr. Alfonso Maria VARRICCHIO*<br />
U.O.C. di O.R.L., Ospedale “S. Gennaro”, ASL Na1.<br />
* U.O.C. di O.R.L. dell’A.O.R.N. “Santobono–Pausilipon” di<br />
Napoli.<br />
Con il Patrocinio dell’Ass. Italiana Vie Aeree Superiori<br />
(www.aivas.it; e-mail: info@aivas.it)<br />
Le “vie aeree” sono un unico sistema fisio-patologico; molti<br />
sono gli studi che hanno evidenziato tale unicità confermando,<br />
nella patogenesi delle malattie respiratorie, l’origine<br />
“nasale”.<br />
Riniti, faringo-laringiti e tracheo-bronchiti sono i quadri<br />
clinici, spesso consequenziali, della sindrome<br />
rino-sinuso-bronchiale.<br />
Il “naso”, tecnicamente detto distretto rinosinuso-faringeo<br />
(R.S.F.T.), rappresenta l’organo<br />
più interessante delle vie aeree<br />
superiori (V.A.S.).<br />
ANATOMIA E FISIO-PATOLOGIA<br />
DEL NASO<br />
Nel naso sono presenti tre importanti<br />
“centraline fisiopatologiche”(Fig.1 a<br />
pagina seguente): in senso anteroposteriore,<br />
il complesso ostio-meatale<br />
(COM), il recesso sfeno-etmoidale<br />
(RSE) e il rino-faringe (RF).
Salute<br />
03/10 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
13<br />
Il COM, posto sulla parete laterale<br />
del naso, condiziona lo stato di salute<br />
dei tre seni paranasali anteriori; il<br />
RSE, situato posteriormente al COM,<br />
a sua volta lo determina per i seni<br />
posteriori (Fig. 2).<br />
Il RF, posto alla fine delle cavità<br />
nasali, è la centralina che merita più<br />
attenzione: in esso confluisce il gocciolamento<br />
posteriore di tutto il muco<br />
nasale (post-nasal drip), principale<br />
causa delle laringo-tracheo-bronchiti<br />
discendenti e delle otiti medie (attraverso<br />
la tuba di Eustachio, che collega<br />
il RF all’orecchio medio); inoltre, il<br />
RF è la sede naturale delle adenoidi<br />
nel bambino (Fig. 3).<br />
La “ventilazione” di queste “tre centraline<br />
fisiopatologiche” condiziona la “salute”<br />
dell’intero apparato respiratorio. In<br />
esse, infatti, l’aria inspirata viene “climatizzata”<br />
ed arricchita di un gas (ossido<br />
nitrico) capace di disinfettare e dilatare<br />
il tratto bronco-polmonare.<br />
La “congestione” delle tre centraline<br />
rappresenta la prima tappa delle<br />
infiammazioni “rino-sinuso-faringee”, e<br />
a loro volta, dell’intero apparato respiratorio.<br />
Le infiammazioni, spesso, sono complicate<br />
da infezioni: le infezioni acute<br />
sono per la maggior parte virali, a cui si<br />
sovrappone, in alcuni casi, una proliferazione<br />
batterica.<br />
Se i batteri invadono COM e/o RSE,<br />
determinano una rino-sinusite; se,<br />
attraverso la tuba di Eustachio, coinvolgono<br />
l’orecchio medio, provocano<br />
un’otite media.<br />
Spesso rino-sinusite ed otite media<br />
coesistono nello stesso paziente e<br />
vengono sintetizzate nel termine rinosino-otite.<br />
La clinica delle rino-sino-otiti acute è<br />
caratterizzata, essenzialmente, dalla<br />
presenza di uno o più dei seguenti sintomi:<br />
dispnea nasale, rinorrea anteriore<br />
e, soprattutto, posteriore, iposmia,<br />
rinolalia anteriore e/o posteriore, ipoacusia<br />
trasmissiva, otodinia.<br />
Le forme infettive ricorrenti e/o croniche,<br />
per lo più batteriche, sono<br />
secondarie alla mancata guarigione<br />
delle infezioni acute, alla cui origine ci<br />
sono cause sistemiche e locali, quali:<br />
sistemiche: allergia, immunodeficienze;<br />
locali, di pertinenza chirurgica, quali:<br />
deviazioni settali, turbinati ipertrofici,<br />
ipertrofia adeno-tonsillare, poliposi<br />
nasale.<br />
Tra le cause di ricorrenza locale meritano<br />
di essere menzionati i “biofilm batterici”.<br />
I batteri producono una sorta di scudo<br />
gelatinoso (biofilm), per resistere all’azione<br />
degli antibiotici che, incapaci di<br />
penetrare il biofilm, risultano inefficienti<br />
nella loro azione battericida. Il biofilm,<br />
inoltre, rilascia ad intermittenza<br />
numerose colonie di batteri in grado, a<br />
loro volta, di determinare la ricorrenza<br />
dell’infezione.<br />
Uno studio recente ha dimostrato che i<br />
biofilm batterici occupano il 95% del<br />
Rinofaringe di bambini affetti da infezioni<br />
ricorrenti delle V.A.S.: una sorta<br />
di “banca microbiologica” che promuoverebbe<br />
la ricorrenza delle infezioni<br />
respiratorie. Risulta chiaro che<br />
l’“obiettivo primario” di ogni terapia<br />
deve essere mirare all’eliminazione di<br />
tali biofilm rinofaringei.<br />
Figura 1:<br />
Distretto rino-sinuso-faringo-timpanico con i tre siti.<br />
Figura 2:<br />
Si evidenziano il sistema rino-sinusale anteriore (seno frontale, seno etmoidale anteriore e seno mascellare), che drena nel COM, e<br />
il sistema rino-sinusale posteriore (seno etmoidale posteriore e seno sfenoidale) che drena nel RSE.<br />
Figura 3: Rinofaringe: sono evidenti l’unità tubo-timpanica, le adenoidi e il post-nasal drip.
14<br />
diagnosi<br />
& terapia 03/10<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
In conclusione, la congestione nasale<br />
rappresenta il momento iniziale<br />
delle flogosi acute rino- sino-otitiche,<br />
che, se non curate, possono complicare<br />
in infezioni acute. A loro volta<br />
esse possono assumere il carattere<br />
di ricorrenza per cause sistemiche<br />
e/o locali, tra le quali i biofilm batterici<br />
rinofaringei, ne rappresentano<br />
una delle principali.<br />
DIAGNOSI DEL NASO<br />
In ogni approccio diagnostico è sempre<br />
indispensabile raccogliere un’attenta<br />
anamnesi per evidenziare l’esistenza<br />
di coesistenti manifestazioni<br />
allergiche (dermatite atopica, eczema,<br />
bronchiti asmatiformi ricorrenti,<br />
etc.) e stabilire l’età di insorgenza dei<br />
sintomi, la loro durata ed un’eventuale<br />
associazione con altre manifestazioni<br />
cliniche.<br />
In merito agli esami strumentali non<br />
si può prescindere, al giorno d’oggi,<br />
dall’indagine video-fibro-endoscopica.<br />
Tale metodica è la sola a poter offrire<br />
possibilità diagnostiche in precedenza<br />
inimmaginabili, con la possibilità di<br />
osservare direttamente le tre centraline:<br />
COM, RSE e RF.<br />
La nostra Scuola, anche in ambito<br />
pediatrico, preferisce l’utilizzo di ottiche<br />
rigide, con diverso campo visivo<br />
(0°/30°/90°), ritenendole più maneggevoli<br />
e meglio accettate dai pazienti,<br />
adoperando le ottiche flessibili solo<br />
in età neonatale e in pazienti non collaboranti.<br />
Nelle forme ricorrenti e croniche, qualora<br />
ne sussistano i presupposti clinico-anamnestici,<br />
sarà sempre utile un<br />
inquadramento allergologico, mediante<br />
l’esecuzione dei tests cutanei<br />
(prick test) orientati verso gli aeroallergeni<br />
(acari della polvere, pollini,<br />
peli di animali domestici, muffe). Le<br />
prove cutanee saranno eventualmente<br />
supportate dal dosaggio delle IgEtotali<br />
(Prist) e specifiche (RAST) in<br />
caso di discordanza tra anamnesi,<br />
storia clinica e risultato del prick test.<br />
L’inquadramento allegologico deve<br />
essere opportunamente integrato con<br />
lo studio della citologia della mucosa<br />
nasale (rinocitogramma) per la ricerca<br />
di cellule della infiammazione allergica<br />
(eosinofili, neutrofili e mastociti)<br />
essenziale nel caso di negatività ai<br />
precedenti esami allergologici.<br />
In caso di compromissione del<br />
distretto otologico, un’attenta valutazione<br />
audiologica diventa imprescindibile.<br />
Il ricorso alla diagnostica radiologica<br />
è legittimato solo dopo un corretto<br />
inquadramento clinico-endoscopicostrumentale,<br />
laddove è presente un<br />
insuccesso terapeutico o un’importante<br />
complicanza; risulta, invece,<br />
indispensabile in previsione di un<br />
intervento chirurgico.<br />
Se la TC è la tecnica di prima istanza<br />
in grado di studiare esaurientemente<br />
il sistema aria-osso, la RMN è di<br />
estrema utilità nella definizione di<br />
completezza, in caso di patologie<br />
interessanti i tessuti molli.<br />
In caso di congestione nasale cronica,<br />
oltre ai sintomi respiratori specifici<br />
(dispnea nasale, rinolalia, iposmia…),<br />
è necessario esaminare e<br />
valutare con un esame polisomnografico,<br />
in previsione di un’eventuale correzione<br />
chirurgica, le alterazioni del<br />
sonno (dal russamento semplice fino<br />
alla O.S.A.S.), responsabili di disturbi<br />
comportamentali, notturni (sonno<br />
interrotto, enuresi) e/o diurni (sonnolenza,<br />
cefalee, apatia, aggressività,<br />
incapacità di concentrazione).<br />
TERAPIA DEL NASO<br />
Nel trattamento delle patologie respiratorie,<br />
sia delle V.A.S. (rino-sinusite,<br />
rino-otite, rino-faringo-laringite) che<br />
delle V.A.I. (tracheo-bronchiti), vorremmo<br />
ribadire l’importanza di orientare<br />
la terapia, non solo nella cura della<br />
malattia dell’organo colpito, che ci<br />
interpella, ma anche nella risoluzione<br />
dell’origine nasale, con l’obiettivo di:<br />
- ripristinare la ventilazione nelle tre<br />
centraline;<br />
- controllare l’eventuale “allergia<br />
mucosale”;<br />
- rimuovere gli eventuali biofilm batterici<br />
rinofaringei.<br />
La terapia antibiotica sistemica va<br />
sempre presa in considerazione nei<br />
casi di rino-sino-otite acuta, che riconoscano<br />
un’eziologia batterica certa.<br />
I patogeni responsabili di tale quadri<br />
infettivi sono principalmente:<br />
- Streptococcus Piogene,<br />
- Streptococcus Pneumoniae,<br />
- Haemophilus Influenzae e Moraxella<br />
catarrhalis conosciuti con lo pseudonimo<br />
di “quartetto infernale” perché
Salute<br />
03/10 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
15<br />
più frequentemente coinvolti nelle<br />
infezioni batteriche acute a carico<br />
delle V.A.S..<br />
In considerazione della maggiore frequenza<br />
dell’eziologia virale, il punto<br />
cardine della terapia sistemica resta<br />
l’uso ragionato dell’antibiotico sistemico,<br />
inutile in assenza di infezione<br />
batterica.<br />
Pertanto ribadiamo l’importanza della<br />
diagnosi clinico-strumentale, senza<br />
trascurare la durata della sintomatologia,<br />
in termini di numero di giorni,<br />
parametro importante da non sottovalutare.<br />
Risulta evidente che partendo dalle<br />
indicazioni suggerite dalle linee-guida,<br />
il trattamento dovrà essere poi individualizzato<br />
e la scelta dovrà ricadere<br />
sul farmaco ritenuto più opportuno<br />
per quel tipo di paziente.<br />
Alla terapia sistemica, capace di curare<br />
la patologia dell’organo interessato,<br />
consigliamo in associazione la<br />
terapia inalatoria, opzione terapeutica<br />
capace di risolvere la patogenesi<br />
nasale.<br />
Oltre ad offrire tutti i vantaggi propri<br />
di ogni metodica topica (elevata concentrazione<br />
del farmaco nella sede<br />
dell’infezione, ridotte dosi terapeutiche,<br />
minore concentrazione sistemica,<br />
rapidità d’azione, riduzione degli<br />
effetti collaterali e, cosa ancora più<br />
rilevante in età pediatrica, dose terapeutica<br />
non dipendente dall’assorbimento<br />
gastro-enterico e dalla funzionalità<br />
epato-renale) essa interfaccia<br />
ottimamente con il distretto rino-sinuso-faringeo.<br />
La terapia inalatoria, inoltre, è legittimata<br />
da una fiorente letteratura, in cui<br />
si dimostra che le flogosi “nasali” sono<br />
sostanzialmente superficiali, a tutto<br />
vantaggio di un trattamento topico.<br />
Purtroppo, la terapia inalatoria delle<br />
V.A.S. è eseguita, troppe volte, con<br />
pericoloso empirismo, senza rispettarne<br />
tre punti cardine:<br />
- la giusta indicazione terapeutica;<br />
- la corretta tecnica inalatoria;<br />
- i farmaci adatti alla nebulizzazione.<br />
Le indicazioni terapeutiche sono ben<br />
precise: tutte le flogosi acute, croniche<br />
riacutizzate e ricorrenti interessanti<br />
il distretto nasale. Inoltre, la<br />
terapia inalatoria non esclude, ma<br />
“sinergizza” ottimamente con le terapie<br />
sistemiche.<br />
La tecnica inalatoria è argomento di<br />
estremo interesse. La letteratura<br />
scientifica ben poco ha prodotto sulle<br />
tecniche inalatorie adatte alla corretta<br />
medicazione dei singoli distretti<br />
delle vie aeree: è il “terminale inalatorio”,<br />
infatti, a condizionare la deposizione<br />
delle molecole nebulizzate.<br />
La European Respiratory Society<br />
parla dal <strong>20</strong>00 di terapia inalatoria<br />
distrettuale, che stabilisce:<br />
• per le vie aeree superiori device<br />
endonasali;<br />
• per le vie aeree medio-inferiori device<br />
oro-buccali.<br />
In merito ai farmaci adatti alla nebulizzazione,<br />
è interessante ricordare le<br />
molecole farmacologiche più utilizzate.<br />
Le soluzioni saline utili per il lavaggio<br />
del distretto nasale.<br />
I corticosteroidi, classe d’eccellenza<br />
nella terapia inalatoria delle V.A.S.<br />
nel trattamento della iperattività<br />
mucosale nasale.<br />
I mucolitici indispensabile per rimuovere,<br />
non solo gli essudati mucosi,<br />
favorendo l’azione di altre molecole<br />
(specialmente i corticosteroidi, ben<br />
noti per la loro lipofilia), ma anche gli<br />
eventuali biofilm batterici, veri e propri<br />
alberghi a “5 stelle” per i batteri<br />
patogeni.<br />
Gli eutrofici capaci di migliorare il trofismo<br />
della mucosa respiratoria, spesso<br />
insultata da agenti esterni, quali i<br />
gas inquinanti e gli aero-allergeni.<br />
CONCLUSIONI<br />
La funzionalità del naso e delle sue<br />
tre “centraline respiratorie” (COM,<br />
RSE e RF), è fondamentale per la<br />
salute di tutto l’albero respiratorio<br />
(Fig.4).<br />
Figura 4. Fisiopatologia del distretto<br />
rino-sinuso-faringeo e delle vie aeree<br />
medio-inferiori.<br />
La congestione nasale, rappresenta<br />
la prima ed essenziale tappa patogenetica<br />
delle infiammazioni respiratorie,<br />
spesso complicate da sovrapposizioni<br />
infettive.<br />
Se la congestione nasale diventa<br />
ricorrente o cronica, essa può determinare,<br />
oltre ai sintomi respiratori<br />
specifici, una serie di alterazioni comportamentali<br />
che si traducono in un<br />
netto peggioramento della qualità di<br />
vita del paziente.<br />
Nel trattamento delle patologie respiratorie<br />
è importante sottolineare<br />
quanto risulti indispensabile, non<br />
solo curare la malattia dell’organo<br />
colpito, ma anche la risoluzione dell’origine<br />
nasale. La terapia inalatoria<br />
rappresenta una valida opzione terapeutica<br />
per tale obiettivo.
Salute in rete<br />
03/10 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
19<br />
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22<br />
diagnosi<br />
& terapia 03/10<br />
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Salute<br />
LA<br />
CELIACHIA<br />
La celiachia è un’intolleranza permanente al<br />
glutine, sostanza proteica presente in frumento,<br />
orzo, segale, avena e alcuni cereali minori, come il<br />
farro, il kamut, la spelta e il triticale.<br />
L’incidenza di questa intolleranza è<br />
stimata in un soggetto ogni 100 persone.<br />
I celiaci in Italia potenzialmente<br />
sarebbero quindi 500mila circa, ma<br />
ne sono stati diagnosticati intorno<br />
agli 85 mila. Ogni anno vengono<br />
effettuate cinque mila nuove diagnosi<br />
ed ogni anno nascono 2.800 nuovi<br />
celiaci, con un incremento annuo di<br />
circa il 10%.<br />
Per curare la celiachia, attualmente,<br />
occorre escludere dalla dieta alcuni<br />
degli alimenti più comuni, quali pane,<br />
pasta, biscotti e pizza, ma anche eliminare<br />
le più piccole tracce di farina<br />
da ogni piatto. Questo implica un<br />
forte impegno di educazione alimentare.<br />
L’assunzione di glutine, anche<br />
in piccole dosi, può causare danni. La<br />
dieta senza glutine, condotta con<br />
rigore, è quindi l’unica terapia che<br />
garantisce al celiaco un perfetto<br />
stato di salute. Ma la completa<br />
esclusione del glutine dalla dieta non<br />
è facile da realizzare, in quanto i<br />
cereali non permessi ai celiaci si<br />
ritrovano in moltissimi prodotti alimentari<br />
ed il rischio di contaminazione<br />
accidentale da glutine è spesso<br />
presente nei processi di lavorazione<br />
dell’industria alimentare<br />
Il glutine è un complesso proteico.<br />
La prolamina è una delle frazioni proteiche<br />
che costituiscono il glutine ed<br />
è la responsabile dell’effetto tossico<br />
per il celiaco.<br />
La prolamina del frumento viene<br />
denominata gliadina, mentre proteine<br />
simili, con il medesimo effetto sul<br />
celiaco, si trovano anche in orzo,<br />
segale, farro, spelta, kamut, triticale<br />
ed avena.<br />
Un alimento, per poter essere definito<br />
“senza glutine” non deve contenere<br />
più di <strong>20</strong> ppm (<strong>20</strong> mg/ Kg) di glutine.<br />
Tale limite, da sempre sostenuto da<br />
AIC e dal Ministero della Salute italiano,<br />
è stato recentemente accolto<br />
anche dal Codex Alimentarius<br />
dell’ONU, la massima autorità mondiale<br />
in tema di sicurezza degli alimenti,<br />
e ribadito dalla Commissione<br />
Europea, tramite il Regolamento<br />
41/<strong>20</strong>09.<br />
Particolare attenzione va posta nel<br />
consumo di prodotti trasformati (sia<br />
prodotti confezionati, come gelati,<br />
salumi, ecc., sia piatti e prodotti della<br />
ristorazione) che possono contenere<br />
glutine non solo come ingrediente<br />
(che comunque le norme sull’etichettatura<br />
alimentare impongono di evidenziare<br />
in etichetta), ma anche per<br />
contaminazione crociata (tra alimenti<br />
diversi) o ambientale (ad esempio per<br />
la produzione in ambienti dove si<br />
lavorano anche sfarinati), per cui non<br />
è obbligatorio riportare avvertimento<br />
sulle etichette dei prodotti. Per aiutare<br />
i celiaci nella scelta di alimenti<br />
sicuri per la propria dieta, l’AIC realizza<br />
ogni anno un elenco di prodotti<br />
confezionati garantiti “senza glutine”<br />
dalle aziende il Prontuario degli<br />
Alimenti e ha realizzato un progetto<br />
di formazione e monitoraggio di esercizi<br />
della ristorazione e ricettivi<br />
(network Alimentazione Fuori Casa<br />
AIC) che offrono pasti senza glutine<br />
per i celiaci.<br />
In particolare oltre al progetto<br />
Prontuario, AIC da una decina di anni<br />
concede il marchio Spiga Barrata, ad<br />
ulteriore e massima garanzia di sicurezza<br />
per il celiaco<br />
L’ABC della dieta del celiaco<br />
La completa esclusione del glutine<br />
dalla dieta non è facile da realizzare,<br />
in quanto i cereali non permessi ai<br />
celiaci si ritrovano in moltissimi prodotti<br />
alimentari ed il rischio di contaminazione<br />
accidentale da glutine è<br />
spesso presente nei processi di lavorazione<br />
dell’industria alimentare.
Salute<br />
03/10 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
23<br />
Le Associazioni dei pazienti celiaci<br />
hanno quindi redatto apposite liste<br />
suddividendo le categorie di alimenti<br />
in: alimenti “permessi” (sempre idonei<br />
al celiaco, di qualsiasi marca o<br />
produttore), alimenti “vietati” (che il<br />
celiaco non deve mai consumare), alimenti<br />
“a rischio” per cui è necessario<br />
verificare caso per caso ingredientistica<br />
e processo produttivo per poter<br />
escludere la presenza di glutine.<br />
La definizione di queste liste è basata<br />
su valutazioni dell’ingredientistica<br />
e dei processi produttivi, svolte in collaborazione<br />
con aziende, esperti del<br />
settore, associazioni di categoria, e<br />
sulla normativa specifica di settore.<br />
Nel processo di valutazione del<br />
rischio, infatti, il prodotto alimentare<br />
va inteso nella sua totalità come costituito<br />
non solo dall’ingredientistica, ma<br />
anche dai processi e dai trattamenti<br />
che ha subito e dal sistema di gestione<br />
e controlli cui è sottoposto.<br />
Per le categorie di alimenti “a<br />
rischio” AIC pubblica ogni anno<br />
il Prontuario AIC degli<br />
Alimenti, che riporta categoria<br />
per categoria<br />
(gelati, salumi,<br />
salse, ecc.) quei<br />
prodotti che le aziende garantiscono<br />
come “gluten free” con la consulenza<br />
e supervisione dell’AIC.<br />
Alimenti permessi: alimenti che possono<br />
essere consumati liberamente,<br />
in quanto naturalmente senza glutine<br />
o appartenenti a categorie alimentari<br />
non a rischio per i celiaci, poiché nel<br />
corso del loro processo produttivo<br />
non sussiste rischio di contaminazione<br />
crociata.<br />
I prodotti naturalmente senza glutine<br />
sono gli alimenti che non contengono<br />
glutine e non sono stati trasformati,<br />
es. riso, mais, carne, pesce, latte,<br />
uova, legumi (piselli, fagioli, ceci,<br />
soia ecc.), verdura, frutta, utilizzati tal<br />
quali. I semilavorati o derivati divengono<br />
prodotti alimentari a rischio di<br />
contaminazione, esempi: farina di<br />
riso e mais, latte in polvere;<br />
a questi, tra gli alimenti<br />
“permessi”, si<br />
aggiungono<br />
quegli alimenti appartenenti a categorie<br />
alimentari non a rischio per i celiaci,<br />
poiché nel corso del loro processo<br />
produttivo non sussiste rischio di contaminazione<br />
crociata o ambientale<br />
(es. formaggi tradizionali, tonno in<br />
scatola o passata di pomodoro).<br />
Questi prodotti non sono inseriti nel<br />
Prontuario AIC degli Alimenti.<br />
Alimenti a rischio?: alimenti che<br />
potrebbero contenere glutine in quantità<br />
superiore ai <strong>20</strong> ppm o a<br />
rischio di contaminazione e<br />
per i quali è necessario<br />
conoscere e controllare<br />
l’ingredientistica<br />
ed i processi<br />
di lavora-
24<br />
diagnosi<br />
& terapia 03/10<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
zione (gelati, salumi, piatti pronti,<br />
sughi pronti, salse, caramelle, ecc.).<br />
Per poter avere dei prodotti idonei al<br />
consumo dei celiaci è necessario che<br />
le aziende produttrici applichino un<br />
corretto piano di controllo delle materie<br />
prime e del prodotto finito; inoltre<br />
occorre monitorare costantemente il<br />
processo produttivo, gli ambienti di<br />
lavoro, le attrezzature, gli impianti e<br />
gli operatori.<br />
Tutto questo diventa ancora più<br />
importante se si considera che possono<br />
verificarsi, durante le produzioni,<br />
pericolosi fenomeni di contaminazione<br />
crociata da glutine. Così, estremizzando,<br />
può accadere (soprattutto<br />
per alcune categorie di prodotti come<br />
gli sfarinati) che da un ingrediente<br />
naturalmente privo di glutine (ad<br />
esempio i chicchi di riso) si ottenga<br />
un prodotto finito (amidi, farine, fecole,<br />
ecc.) contaminato. Se, ad esempio,<br />
nel medesimo molino viene lavorato<br />
anche del frumento o un altro<br />
cereale proibito, sussiste un forte<br />
rischio di contaminazione dei prodotti<br />
finiti, per presenza di glutine negli<br />
ambienti di lavoro e nei sistemi di trasporto<br />
utilizzati.<br />
Per questo motivo alcuni prodotti,<br />
anche se preparati o derivati con<br />
ingredienti naturalmente privi di glutine,<br />
sono considerati alimenti a<br />
rischio e quindi sono inseriti nel<br />
Prontuario AIC degli Alimenti.<br />
Alimenti vietati: alimenti che contengono<br />
glutine e pertanto non sono idonei<br />
ai celiaci. Tali alimenti, ovviamente,<br />
non sono inseriti nel Prontuario:<br />
pane, pasta, pizza, biscotti e prodotti<br />
da forno dolci e salati convenzionali.<br />
I prodotti dietetici senza glutine:<br />
sono i cosiddetti “sostitutivi”, alternative<br />
di alimenti che contengono il glutine<br />
come ingrediente caratterizzante.<br />
In pratica, sono gli alimenti alternativi<br />
o sostitutivi di quelli “vietati”: pane<br />
senza glutine, pasta senza glutine,<br />
pizza senza glutine, biscotti e prodotti<br />
da forno dolci e salati senza glutine.<br />
Questi prodotti sono alimenti dietetici<br />
che rientrano in una particolare<br />
normativa che comporta specifiche<br />
autorizzazioni alla produzione ed alla<br />
vendita da parte del Ministero della<br />
Salute.
Salute<br />
03/10 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
25<br />
I prodotti dietetici senza glutine sono<br />
gli unici che rientrano nel regime di<br />
erogazione gratuita da parte del<br />
Sistema Sanitario Nazionale.<br />
LA CELIACHIA A TAVOLA<br />
Attualmente il mercato della ristorazione<br />
e delle gelaterie presenta un’offerta<br />
limitata per i celiaci a causa di<br />
una scarsa informazione rispetto alla<br />
diffusione della patologia.<br />
Se si pensa che i celiaci sono circa<br />
l’1% della popolazione (almeno<br />
500.000 in Italia) si comprende come<br />
non solo manchino ancora tante diagnosi<br />
(ad oggi sono stati diagnosticati<br />
circa 85.000 soggetti), ma anche che<br />
una corretta conoscenza delle problematiche<br />
ad essa connesse, in particolar<br />
modo relative alla dieta senza<br />
glutine, da parte di tutti gli operatori<br />
del settore ristorativo, possa contribuire<br />
a ridurre notevolmente il disagio<br />
sociale che il celiaco vive quotidianamente<br />
offrendo parallelamente un’occasione<br />
di ampliamento della propria<br />
clientela.<br />
La celiachia rappresenta quindi per la<br />
ristorazione:<br />
* una sfida,<br />
* un valore commerciale,<br />
* ma anche un forte impegno etico e<br />
anche di deontologia professionale<br />
nel volersi impegnare a soddisfare<br />
le esigenze di tutti i propri potenziali<br />
clienti .<br />
La dieta senza glutine<br />
La completa esclusione del glutine<br />
dalla dieta non è facile da realizzare,<br />
in quanto i cereali non permessi ai<br />
celiaci si ritrovano in moltissimi prodotti<br />
alimentari ed il rischio di contaminazione<br />
accidentale da glutine è<br />
spesso presente nei processi di lavorazione<br />
dell’industria alimentare.<br />
AIC distingue quindi tra:<br />
* alimenti che possono essere consumati<br />
liberamente, in quanto naturalmente<br />
privi di glutine (frutta e<br />
verdura tal quali, carne e pesce<br />
non lavorati, cereali in chicchi, ecc.)<br />
o appartenenti a categorie alimentari<br />
non a rischio per i celiaci, poiché<br />
nel corso del loro processo<br />
produttivo non sussiste rischio di<br />
contaminazione crociata.<br />
* alimenti che potrebbero contenere<br />
glutine in quantità superiore ai <strong>20</strong><br />
ppm o a rischio di contaminazione<br />
e per i quali è necessario conoscere<br />
e controllare l’ingredientistica ed<br />
i processi di lavorazione (alcuni<br />
esempi: salumi, gelati, salse, sughi<br />
pronti, farine)*.<br />
* alimenti vietati: alimenti che contengono<br />
glutine e pertanto non<br />
sono idonei ai celiaci (pasta, pane,<br />
pizza e tutti i prodotti da forno che<br />
convenzionalmente contengono glutine).<br />
* Per offrire un supporto nell’identificazione<br />
dei prodotti idonei alla<br />
dieta senza glutine ai propri associati<br />
ed agli operatori della ristorazione<br />
interessati a offrire il proprio<br />
servizio anche ai celiaci, AIC ha da<br />
anni messo in atto due importanti<br />
progetti di controllo e promozione<br />
dei prodotti idonei alla dieta senza<br />
glutine: il progetto Marchio Spiga<br />
Barrata e il Prontuario degli<br />
Alimenti<br />
Per poter offrire un pasto, una pizza o<br />
un gelato senza glutine non è però<br />
sufficiente utilizzare gli ingredienti<br />
“giusti”, ma è necessario prestare<br />
particolare attenzione nell’evitare la<br />
contaminazione degli ingredienti o dei<br />
piatti senza glutine.<br />
La concentrazione massima di glutine<br />
oltre la quale un alimento diventa tossico<br />
per il celiaco è infatti <strong>20</strong> mg/Kg<br />
(<strong>20</strong> ppm: parti per milione). Questo<br />
significa che anche una briciola di<br />
pane convenzionale può bastare a<br />
contaminare un piatto senza glutine.<br />
Particolari accortezze andranno quindi<br />
poste in tutte le fasi di produzione<br />
dei pasti gluten free: dalla selezione<br />
degli ingredienti, al loro stoccaggio,<br />
dalla preparazione dei pasti, alla loro<br />
somministrazione, ponendo particolare<br />
attenzione alla formazione del personale<br />
non solo addetto alla preparazione<br />
dei pasti, ma anche al servizio<br />
di sala.<br />
I PROGETTI AIC<br />
Il marchio Spiga Barrata<br />
Il marchio Spiga Barrata, di proprietà<br />
dell'AIC (registrato nel 1995), è costituito<br />
da un disegno di fantasia richiamante<br />
una spiga di grano tagliata da<br />
un segmento ed è per il consumatore<br />
celiaco simbolo di identificazione<br />
immediata di sicurezza ed idoneità<br />
alla propria dieta.<br />
Il marchio Spiga Barrata viene rilasciato<br />
da AIC secondo una procedura analoga<br />
alla certificazione di prodotto<br />
agro-alimentare in riferimento ai requisiti<br />
riportati nel Disciplinare per la concessione<br />
del marchio Spiga Barrata.
26<br />
diagnosi<br />
& terapia 03/10<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
Oltre ai prodotti dietetici per celiaci,<br />
anche tutti i prodotti del libero commercio<br />
che possano essere garantiti<br />
con un contenuto di glutine < <strong>20</strong> ppm<br />
possono riportare il marchio Spiga<br />
Barrata.<br />
I requisiti di concessione<br />
Il Disciplinare AIC per la concessione<br />
del marchio Spiga Barrata riporta una<br />
serie di criteri che vanno soddisfatti<br />
per poter ottenere la concessione<br />
d'uso del simbolo. Questi criteri riguardano<br />
sia l'ingredientistica sia i processi<br />
produttivi e le procedure di qualifica<br />
dei fornitori, di controllo delle materie<br />
prime, di addestramento del personale<br />
e di pulizia/sanificazione. Il piano di<br />
autocontrollo deve comprendere l'analisi<br />
di rischio relativamente al pericolo di<br />
presenza accidentale di glutine nel prodotto<br />
finito. Una prima visita ispettiva<br />
di concessione e, poi, visite annuali di<br />
sorveglianza, vengono svolte da personale<br />
specializzato presso i siti produttivi<br />
dell'azienda.<br />
Il marchio Spiga Barrata è ad oggi<br />
riportato sull'etichetta di sempre più<br />
numerosi prodotti alimentari e rientra<br />
in un insieme più vasto di progetti che<br />
AIC ha attivato per favorire una sempre<br />
migliore qualità della vita dei soggetti<br />
celiaci e delle loro famiglie.<br />
Rassicurazione positiva<br />
per il consumatore<br />
Per il consumatore celiaco, il marchio<br />
Spiga Barrata rappresenta un indicatore<br />
decisivo e di impatto immediato di<br />
sicurezza ed idoneità del prodotto alla<br />
propria dieta. In particolare, il simbolo<br />
della Spiga Barrata diventa importante<br />
qualora ci sia il bisogno di veicolare<br />
l'informazione 'positiva' che un prodotto<br />
è senza glutine. In altre parole, è<br />
l'opposto dell'etichettatura degli allergeni,<br />
per cui gli alimenti contenenti glutine<br />
devono evidenziare tale ingrediente<br />
in etichetta, con un valore 'negativo'<br />
per il celiaco che non può consumare il<br />
prodotto.<br />
Come si può utilizzare il Marchio?<br />
Il simbolo è concesso da AIC in concessione<br />
d'uso non esclusiva normalmente<br />
per tre anni, rinnovabile ad ogni<br />
scadenza per il triennio successivo.<br />
Una volta ottenuta la concessione, il<br />
simbolo potrà essere utilizzato sul<br />
packaging e su pubblicazioni/pubblicità<br />
inerenti i prodotti certificati. Tutti i prodotti<br />
a marchio Spiga Barrata vengono<br />
pubblicati sul nostro sito, alla pagina:<br />
http://www.celiachia.it/dieta/marchio/aziende-prodotti.aspx,<br />
sul<br />
Prontuario AIC degli Alimenti e su<br />
Celiachia Notizie, house organ quadrimestrale<br />
di AIC, distribuito a tutti i<br />
nostri più di 56.000 associati.<br />
Quali Aziende possono aderire<br />
al progetto?<br />
Oltre ai prodotti dietetici per celiaci,<br />
anche tutti i prodotti del libero commercio<br />
che possano essere garantiti<br />
con un contenuto di glutine < <strong>20</strong> ppm<br />
possono riportare il marchio Spiga<br />
Barrata. Questo significa che ad essi<br />
potrà accedere non solo il celiaco, ma<br />
tutta la famiglia, con la creazione di<br />
un indotto non indifferente di potenziali<br />
consumatori di prodotti a marchio<br />
Spiga Barrata.<br />
Tutti i prodotti a Marchio Spiga<br />
Barrata, inoltre, vengono automaticamente<br />
inseriti nel Prontuario AIC degli<br />
Alimenti.<br />
Sostenere AIC nel migliorare<br />
il servizio offerto ai celiaci<br />
Alle aziende aderenti al progetto viene<br />
richiesto un contributo economico sulla<br />
base del numero di prodotti e di stabilimenti<br />
produttivi. Questo contributo è<br />
essenziale, oltre che per coprire i costi<br />
interni di AIC relativi a questo<br />
progetto, per il finanziamento di tutti gli<br />
altri progetti che AIC quotidianamente<br />
segue per migliorare la qualità di vita<br />
dei celiaci, per sensibilizzare<br />
società ed istituzioni ed aumentare il<br />
numero di diagnosi. Questo significa<br />
un sostegno diretto alla nostra<br />
Associazione e un grande valore<br />
aggiunto in termini di immagine per le<br />
Aziende.<br />
Il Prontuario AIC degli Alimenti<br />
E’ una pubblicazione edita con frequenza<br />
annuale che raccoglie, a seguito di<br />
valutazione, anche quei prodotti che,<br />
seppur non pensati specificamente per<br />
una dieta particolare, risultano comunque<br />
idonei al consumo da parte del<br />
soggetto celiaco.<br />
L’edizione corrente vanta 400 Aziende<br />
operanti in tutte le aree del mercato<br />
alimentare, presenti con più di 10.000<br />
prodotti reperibili sul mercato e viene<br />
stampata in circa 90.000 copie.<br />
Le aziende produttrici che aderiscono e<br />
concorrono con le loro risposte alla
Salute<br />
03/10 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
27<br />
stesura dell’elenco, dichiarano l’idoneità<br />
dei loro prodotti ad essere consumati<br />
anche dai celiaci (in quanto il glutine<br />
eventualmente presente è sempre<br />
inferiore a <strong>20</strong> ppm) e ciò tenendo<br />
conto non solo degli ingredienti, ma<br />
anche delle possibili contaminazioni<br />
durante tutte le fasi di produzione<br />
(stoccaggio, lavorazione, confezionamento,<br />
ecc.). Al Prontuario AIC possono<br />
aderire tutte le aziende produttrici o<br />
distributrici a proprio marchio di prodotti<br />
del libero commercio idonei per il<br />
celiaco, oltre che le aziende di prodotti<br />
dietetici senza glutine.<br />
Come si può aderire al Prontuario?<br />
Le aziende devono compilare e sottoscrivere<br />
per ogni singolo prodotto un<br />
questionario, appositamente predisposto<br />
dall’AIC, nel quale forniscono informazioni<br />
non solo su tutti gli ingredienti,<br />
ma anche sulle possibili contaminazioni<br />
durante tutte le fasi di produzione.<br />
Le schede sono poi controllate e valutate<br />
dal Team AIC Prontuario, composto<br />
da specialisti nel campo della sicurezza<br />
alimentare. Vengono poi effettuate<br />
analisi a campione di quantificazione<br />
del glutine sui prodotti.<br />
Maggior visibilità<br />
Il progetto Prontuario AIC degli<br />
Alimenti offre grande visibilità alle<br />
Aziende. Viene, infatti, distribuito, con<br />
una tiratura di circa 100.000 copie a:<br />
soci AIC (più di 56.000), medici, dietisti,<br />
farmacisti, ristoranti, pizzerie, alberghi,<br />
Bed & Breakfast, gelaterie, servizi<br />
di ristorazione collettiva, aziende alimentari<br />
e della GDO.<br />
E’ inoltre presente una versione on-line:<br />
http://www.celiachia.it/dieta/prontuario/p<br />
rontuario-online.aspx<br />
ed una versione per mobile phone (palmare):<br />
http://www.celiachia.it/dieta/prontuario/p<br />
rontuario-mobile.aspx<br />
Quali Aziende possono aderire al progetto<br />
Al Prontuario AIC possono aderire<br />
anche tutte le aziende produttrici o<br />
distributrici a proprio marchio di prodotti<br />
del libero commercio idonei per il<br />
celiaco. Questo significa che ad essi<br />
potrà accedere non solo il celiaco, ma<br />
tutta la famiglia.<br />
Il progetto<br />
Alimentazione Fuori Casa AIC<br />
Il Progetto Alimentazione Fuori Casa<br />
AIC nasce dall’esigenza di creare una<br />
catena di esercizi informati sulla celiachia<br />
che potessero offrire un servizio<br />
idoneo alle esigenze alimentari dei<br />
celiaci.<br />
Il Progetto Ristorazione (Ristoranti,<br />
Pizzerie, Trattorie, Osterie, Alberghi,<br />
Hotel, Summer Camp, Case vacanze,<br />
Bar/Tavola Calda, Paninoteche, Pub,<br />
Creperie, Enoteche, Catering, Sale<br />
Ricevimenti) prevede un corso base<br />
sulla celiachia e sull’alimentazione<br />
senza glutine corredato dal rilascio di<br />
materiale didattico. Il corso comprende<br />
una parte teorica, durante la quale si<br />
acquisiscono conoscenze sull’aspetto<br />
medico della celiachia, su come riconoscere<br />
gli alimenti “permessi”, “vietati”<br />
e “a rischio” e sulle procedure per la<br />
preparazione di un prodotto idoneo al<br />
celiaco, ed una parte pratica, che illustra<br />
le caratteristiche tecnologiche dei<br />
prodotti base senza glutine, come farine<br />
e pasta;<br />
un completamento formativo che avviene<br />
tramite successivi incontri presso<br />
l’esercizio, dove l’AIC offre la propria<br />
consulenza, ad esempio nella definizione<br />
del menù o per identificare le modalità<br />
di stoccaggio e le aree dove preparare<br />
i pasti gluten free;<br />
controlli periodici da parte di AIC;<br />
utilizzo esclusivo di prodotti naturalmente<br />
senza glutine, dietetici con notifica<br />
ministeriale, inseriti nel Registro<br />
Nazionale degli Alimenti senza glutine<br />
del Ministero della Salute e/o prodotti<br />
presenti nel Prontuario degli Alimenti<br />
AIC, edizione corrente<br />
e si formalizza nell’impegno da parte<br />
del ristoratore/esercente a garantire la<br />
NON contaminazione da glutine del processo<br />
di lavorazione sino:<br />
- al servizio a tavola della pietanza<br />
(Progetto Ristorazione)<br />
- alla distribuzione del gelato (Progetto<br />
Gelaterie)<br />
- al servizio a tavola della colazione<br />
(Progetto B&B, Hotel e Bar)<br />
Del Progetto AFC fanno parte anche:<br />
Progetto Gelaterie<br />
Progetto Colazione<br />
Progetto B&B<br />
Progetto Barca a Vela<br />
Progetti Speciali (Alimentazione in<br />
Viaggio, Crociere, Grom Gelaterie,<br />
Vending).<br />
IL REGISTRO NAZIONALE DEI<br />
PRODOTTI DIETETICI SENZA GLUTINE<br />
DEL MINISTERO DELLA SALUTE<br />
I prodotti dietetici notificati sono elencati<br />
sul Registro Nazionale del Ministero della<br />
Salute concernente l’Assistenza Sanitaria<br />
integrativa relativa ai prodotti destinati<br />
ad una alimentazione particolare. Tutti i<br />
prodotti dietetici senza glutine inseriti nel<br />
Registro Nazionale degli Alimenti per<br />
celiaci sono erogabili gratuitamente ai<br />
celiaci dal SSN.
28<br />
diagnosi<br />
& terapia 03/10<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale,<br />
spelta e triticale. L’incidenza di questa intolleranza in Italia è stimata in un soggetto ogni 100 persone. I celiaci potenzialmente<br />
sarebbero quindi 500.000, ma ne sono stati diagnosticati ad oggi intorno a 85.000. Ogni anno vengono effettuate 5.000 nuove<br />
diagnosi e nascono 2.800 nuovi celiaci, con un incremento annuo di circa il 10%.<br />
I SINTOMI E LE COMPLICANZE<br />
Nel soggetto geneticamente predisposto l’introduzione di alimenti contenenti glutine, quali pasta, pane, biscotti o anche tracce di<br />
farina ricavata da cereali vietati, determina una risposta immunitaria abnorme a livello dell’intestino, cui consegue una infiammazione<br />
cronica con scomparsa dei villi intestinali.<br />
Molto diverse possono essere quindi le manifestazioni cliniche della celiachia.<br />
I sintomi intestinali sono comuni in bambini che ricevono diagnosi di celiachia nei primi due anni di vita; i più frequenti sono: arresto<br />
di crescita, diarrea cronica, vomito, distensione addominale, debolezza muscolare, anoressia e irritabilità.<br />
Tuttavia, con l'aumento dell'età di presentazione della malattia, e con l'ampio uso di test sierologici di screening, sono stati sempre<br />
più frequentemente riconosciuti sintomi di esordio extraintestinali, che possono coinvolgere quasi tutti gli organi, anche in<br />
assenza di sintomatologia intestinale: osteoporosi, infertilità, aborti ripetuti, bassa statura nei ragazzi, anemia sideropenica, ipoplasia<br />
dello smalto dentario, diabete mellito, tiroidite autoimmune, alopecia, epilessia con calcificazioni cerebrali e il linfoma intestinale.<br />
LA DIAGNOSI<br />
La diagnosi di celiachia si effettua mediante dosaggi sierologici: gli AGA (anticorpi antigliadina di classe IgA e IgG), gli EMA (anticorpi<br />
antiendomisio di classe IgA). Recentemente è stato messo a punto un nuovo test per il dosaggio di anticorpi di classe IgA,<br />
gli Anti-transglutaminasi.<br />
Per la diagnosi definitiva di celiachia è però indispensabile una biopsia dell’intestino tenue con il prelievo di un frammento di tessuto,<br />
dall’esame istologico del quale è possibile determinare l’atrofia dei villi intestinali.<br />
LA TERAPIA<br />
Il glutine è un complesso proteico. La prolamina è una delle frazioni proteiche che costituiscono il glutine ed è la responsabile<br />
dell’effetto tossico per il celiaco.<br />
La prolamina del frumento viene denominata gliadina, mentre proteine simili, con il medesimo effetto sul celiaco, si trovano anche<br />
in orzo, segale, farro, spelta, kamut, triticale ed avena.<br />
Per curare la celiachia, attualmente, occorre escludere dal proprio regime alimentare alcuni degli alimenti più comuni, quali pane,<br />
pasta, biscotti e pizza, ma anche eliminare le più piccole tracce di farina da ogni piatto. Questo implica un forte impegno di educazione<br />
alimentare. Infatti l’assunzione di glutine, anche in piccole dosi, può procurare seri danni.<br />
La dieta senza glutine, condotta con rigore, è l’unica terapia che garantisce al celiaco un perfetto stato di salute.<br />
Un alimento si definisce “senza glutine” se ha un contenuto di glutine inferiore a <strong>20</strong>ppm (<strong>20</strong> mg/Kg).<br />
Tale limite, da sempre sostenuto da AIC e dal Ministero della Salute italiano, è stato recentemente accolto anche dal Codex<br />
Alimentarius dell’ONU, la massima autorità mondiale in tema di sicurezza degli alimenti, e ribadito dalla Commissione Europea,<br />
tramite il Regolamento 41/<strong>20</strong>09.<br />
Particolare attenzione va posta nel consumo di prodotti trasformati (sia prodotti confezionati, come gelati, salumi, ecc., sia piatti e<br />
prodotti della ristorazione) che possono contenere glutine non solo come ingrediente (che comunque le norme sull’etichettatura alimentare<br />
impongono di evidenziare in etichetta), ma anche per contaminazione crociata (tra alimenti diversi) o ambientale (ad<br />
esempio per la produzione in ambienti dove si lavorano anche sfarinati), per cui non è obbligatorio riportare avvertimento sulle etichette<br />
dei prodotti. Per aiutare i celiaci nella scelta di alimenti sicuri per la propria dieta, l’AIC realizza ogni anno un elenco di prodotti<br />
confezionati garantiti “senza glutine” dalle aziende: il Prontuario AIC degli alimenti, e ha realizzato un progetto di formazione e<br />
monitoraggio di esercizi della ristorazione e ricettivi (network Alimentazione Fuori Casa AIC) che garantiscono pasti senza glutine<br />
per i celiaci.
Salute<br />
03/10 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
29<br />
L'Associazione Italiana Celiachia è<br />
l’unica rappresentante dei celiaci italiani<br />
a livello nazionale con i suoi più<br />
di 56.000 associati e 30 anni di attività<br />
a difesa e tutela dei celiaci. È<br />
nata , infatti, nel 1979, e ha le<br />
seguenti finalità:<br />
* promuovere l’assistenza ai celiaci,<br />
agli affetti da dermatite erpetiforme<br />
e alle loro famiglie sui problemi<br />
dietetici e psicologi;<br />
* informare la classe medica e paramedica<br />
sulle possibilità diagnostiche<br />
e terapeutiche;<br />
* studiare, in stretta collaborazione<br />
con la Società Italiana di<br />
Gastroenterologia ed Epatologia<br />
Pediatrica (SIGENP) e la Società<br />
Italiana di Gastroenterologia<br />
(SIGE), i problemi dei celiaci;<br />
* stimolare la ricerca scientifica in<br />
tre direzioni: genetica, immunologica<br />
e clinica, mantenendo i rapporti<br />
con associazioni mediche e paramediche<br />
nazionali ed internazionali;<br />
* sensibilizzare le strutture politiche,<br />
amministrative e sanitarie;<br />
* stabilire contatti con organizazioni<br />
e istituzioni aventi analoghi scopi e<br />
programmi.<br />
L’Associazione Italiana Celiachia è<br />
una Federazione di 19 Associazioni<br />
Regionali.<br />
La Sede Nazionale si trova a Genova<br />
via Caffaro 68 a/r<br />
tel. 010.2510016<br />
fax 010.2721615<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA CELIACHIA<br />
sito: www.celiachia.it<br />
e-mail: segreteria@celiachia.it<br />
NUMERO VERDE 800454616<br />
ASSOCIAZIONI REGIONALI ITALIANE<br />
AIC ABRUZZO MOLISE<br />
Corso Umberto 429- Montesilvano (PE)<br />
Tel /fax 085 4454650<br />
e-mail: aicabruzzo@inwind.it<br />
AIC ALTO ADIGE<br />
Via Galilei 4/a Bolzano:<br />
Tel/fax 0471 051626<br />
e-mail: info@aic.bz.it<br />
AIC BASILICATA<br />
c/o Rocco La guardia- Via R. Scotellaro, 8 –<br />
Potenza<br />
Tel 338 8262561 fax 0971 51619<br />
e-mail: segreteria@aicbasilicata.it,<br />
info@aicbasilicata.it<br />
AIC CALABRIA<br />
Via S. Agata, 72 Paola (CS)<br />
Tel 349 2807828<br />
e-mail: calabria@celiachia.it<br />
AIC CAMPANIA<br />
Corso Umberto I , 232 Marigliano (NA)<br />
Tel/Fax 081 08414367 – 081 8437969<br />
e-mail: campania@celiachia.it<br />
AIC EMILIA ROMAGNA<br />
Via Canaletto, 88 – 41122 Modena<br />
Tel/fax 059 454462<br />
e-mail: segreteria@aicemiliaromagna.it<br />
AIC FRIULI VENEZIA GIULIA<br />
Via Sandro Pertini, 10 Portogruaro<br />
Tel 335 7184264 Fax 0421 244303<br />
e-mail: segretria@celiachia.fvg.it<br />
AIC LAZIO<br />
Via Caio Mario 8, scb, int.9 – 00192 Roma<br />
Tel/fax 06 36010301<br />
e-mail: sede@aiclazio.it<br />
AIC LIGURIA<br />
Via della Libertà 17/a – Genova<br />
Tel/fax 010 581899<br />
e-mail: aicliguria@tin.it<br />
AIC LOMBARDIA<br />
Via San Senatore, 2 Milano<br />
Tel/fax 02 8678<strong>20</strong><br />
e-mail: segreteria@aiclombardia.it<br />
AICMARCHE<br />
Via Scrima, 29 Ancona<br />
Tel/fax 071 2802754<br />
e-mail: aicmarche@hotmail.it<br />
AIC PIEMONTE-VALLE D’AOSTA<br />
Via Guido Reni 96, int. 99 Torino<br />
Tel 011 3119902 Fax 011 3010806<br />
e-mail: segreteria@aicpiemonte.it<br />
AIC PUGLIA<br />
Via Padre A. della Bella 15/17 - Foggia<br />
Tel/fax 0881 637898<br />
e-mail: segreteria@aicpuglia.it<br />
AIC SARDEGNA<br />
Via Carloforte, 104 – 09124 Cagliari<br />
Tel/fax 070 662996<br />
e-mail: allloni@tiscali.it<br />
AIC SICILIA<br />
Via S. Quasimodo, 32 – 98049 Villafranca Tirr. (ME)<br />
Tel/fax 090 336947<br />
e-mail: coordinatoresegreteria@aicsiciliaonlus.it<br />
AIC TOSCANA<br />
Via Boncompagno da Signa 22/C- Signa (FI)<br />
Tel/fax 055 8735129<br />
e-mail: segreteria-regionale@celiachia-toscana.it<br />
AIC TRENTINO<br />
Via Bolghera, 9 Trento<br />
Tel/fax 0461 391553<br />
e-mail: trentino@celiachia.it<br />
AIC UMBRIA<br />
Via G. Puccini, 63 – 06134 Pontefelcino (PG)<br />
e-mail: info@celiachiaumbria.it<br />
AIC VENETO<br />
Via Barroccio del Borgo, 8 Padova<br />
Tel 049 8808802 Fax 049 8675399<br />
e-mail: veneto@celiachia.it
STAR BENE SENZA GLUTINE<br />
Buona, premiata e ideale per i celiaci<br />
La birra Estrella si è aggiudicata per la seconda volta<br />
il titolo di “miglior birra senza glutine” ai World Beer Awards <strong>20</strong>09<br />
Per il secondo anno consecutivo Estrella Damm Daura ha vinto il World Beer Award<br />
<strong>20</strong>09 come migliore birra “gluten free” al mondo.<br />
Il premio ha evidenziato le caratteristiche vincenti di una vera birra, morbida e gustosa,<br />
adatta anche - ma non solo - a chi è intollerante al glutine.<br />
Creata in collaborazione con l’Unità del Glutine del Consiglio Superiore della Ricerca<br />
Scientifica di Madrid, sotto il controllo del Ministero della Sanità spagnolo, e approvata<br />
dall‘Associazione Italiana Celiachia - A.I.C., Estrella Daura è una birra dall’aspetto brillante<br />
dorato, a bassa fermentazione e con un grado alcolico di 5,4% del volume.<br />
La sua particolarità è che, pur essendo prodotta con malto d’orzo (e non con surrogati), grazie<br />
all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia garantisce un contenuto di glutine inferiore a 6<br />
parti per milione, ben al di sotto dei <strong>20</strong>ppm che si considera normalmente come il limite<br />
della tollerabilità dei celiaci.<br />
Il riconoscimento ottenuto premia non solo l’attenzione di Radeberger al problema della<br />
celiachia, sempre più diffuso e diagnosticato, ma soprattutto un prodotto di alta qualità che<br />
può essere consumato da tutti coloro che amano una vera birra, bionda e rinfrescante.<br />
Il risultato è che oggi Estrella Damm Daura non è solo la birra di riferimento dei celiaci europei,<br />
citata in termini positivi su tutti i blog e le web-community dedicate alle intolleranze alimentari, ma è una quality lager<br />
apprezzata da tutti.<br />
Estrella Daura è prodotta negli stabilimenti catalani della Damm, il più prestigioso gruppo birrario spagnolo, produttore della storica<br />
premium lager Estrella Damm, la birra di Barcellona famosa in tutta la Spagna.<br />
I marchi Estrella ed Estrella Daura fanno parte di Radeberger Gruppe Italia, la filiale dell’azienda leader in Germania nella produzione<br />
di birra.
Pancarrè Morbido<br />
e Pancarrè Rustico<br />
di Nutrifree<br />
sono morbide fette di pane<br />
senza glutine, estremamente<br />
versatili e sempre pronte da<br />
gustare, ancora più grandi e soffici<br />
grazie alla nuova ricetta. Si<br />
portano ovunque, anche fuori<br />
casa e sono ottimi con qualsiasi<br />
abbinamento i Pancarrè<br />
Nutrifree, che oltre alla versione<br />
classica si presentano anche in<br />
versione rustica, con aggiunta di<br />
farina di grano saraceno, semi<br />
di lino e miglio, per un gusto<br />
ancora più ricco ed un maggiore<br />
apporto di fibre, proteine, sali<br />
minerali e omega tre. Realizzate<br />
con ingredienti selezionati, naturalmente<br />
privi di glutine, e senza<br />
grassi idrogenati, i Pancarrè<br />
Nutrifree sono ideali per chi non<br />
rinuncia alla genuinità anche nei<br />
prodotti “apri e mangia”.<br />
Una confezione di Pancarrè<br />
costa € 2,90.<br />
In vendita in farmacia.
32<br />
diagnosi & terapia 03/10<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
Cellule vive: biorivitalizzazione<br />
e antiaging del futuro<br />
Autore: Dr.ssa Clara RIGO’<br />
Specialista in Dermatologia e<br />
Dermatologia estetica<br />
VERONA Tel. 045 8300334<br />
MILANO Tel. 02 <strong>20</strong>46160<br />
www.chirurgiadermatologiaestetica.it<br />
info@chirurgiadermatologiaestetica.it<br />
Gli iniettivi sotto cutanei, cioè le famose<br />
punturine per le rughe denominati<br />
“dermal filler” e utilizzati per la correzione<br />
dei difetti del viso - come le pieghe<br />
che si delineano ai lati del naso<br />
verso la bocca, le rughe della glabella<br />
o rughe del pensatore, le rughe<br />
profonde della fronte, quelle intorno<br />
agli occhi o lungo il bordo della bocca<br />
e le cicatrici d’acne - sono ormai usati<br />
da circa 30 anni.<br />
All’inizio i primi prodotti erano di derivazione<br />
dal derma dei bovini, il famoso<br />
collagene, poi si è passati a prodotti<br />
semisintetici e permanenti, ora<br />
completamente vietati come il silicone,<br />
e dopo ad altri materiali su base<br />
proteica e zuccherina sempre più simili<br />
alla composizione del nostro derma.<br />
In particolare sono stati sviluppati i<br />
prodotti a base di un componente<br />
della matrice dermica, l’acido jaluronico,<br />
che è uguale in tutti gli esseri<br />
viventi, cioè quello umano è uguale a<br />
quello di tutti gli altri uomini, ma<br />
anche uguale a quello di tutti gli animali.<br />
Occorre sottolineare che circa un 6%<br />
di pazienti è allergico al collagene con<br />
comparsa di reazioni avverse, anche<br />
se oggi il prodotto si è evoluto e ha<br />
superato certi limiti e si è arrivati al<br />
collagene di derivazione umana, che è<br />
stato estratto dapprima dall’ uomo e<br />
poi elaborato con l’ ingegneria genetica<br />
che si occupa di tessuti e riprodotto<br />
nella sua esatta composizione in<br />
laboratorio. E ancora che queste sono<br />
correzioni temporanee, poiché le proteine<br />
da cui sono costituiti i filler sono<br />
distrutte dalle collagenasi e dai radicali<br />
liberi presenti nei tessuti vivi in<br />
cui sono iniettati, per cui, entro qualche<br />
mese dall’ iniezione, il prodotto è<br />
completamente degradato e metabolizzato.<br />
Per superare tutti questi limiti, si è<br />
pensato di sviluppare una tecnica di<br />
coltura di cellule vive autologhe, cioè<br />
provenienti da quella persona stessa<br />
che si sottopone al trattamento.<br />
Cellule vive: è questa la parola chiave<br />
intorno a cui si muove la medicina del<br />
futuro, base da cui partire per individuare<br />
le terapie più avanzate.<br />
Occorre tenere presente che i problemi<br />
dell’invecchiamento sono legati a<br />
molti cambiamenti, in particolare della<br />
cute, dove nel derma c’è via via una<br />
perdita di acido jaluronico che comporta<br />
una minore idratazione e, contemporaneamente,<br />
un’usura delle<br />
fibre collagene ed elastiche.<br />
Queste stesse mantengono la corretta<br />
architettura strutturale del derma,<br />
cioè l’impalcatura dove poggia l’epidermide<br />
che è la parte più superficiale<br />
e visibile.<br />
Una volta alterata si ha una conseguente<br />
formazione di rughe e rilassamento<br />
dei tessuti con evidente cedimento<br />
dei contorni del viso per scollamento<br />
della cute dai tessuti sottostanti;<br />
con questa tecnica insieme ad<br />
altre metodiche mediche o chirurgiche<br />
si cerca di agire riparando la comparsa<br />
di questi eventi.<br />
Le proteine connettivali, collagene ed<br />
elastina vengono prodotte da un tipo<br />
di cellula chiamata “fibroblasto” presente<br />
nel derma.<br />
Quando queste cellule sono vive, vitali<br />
e numerose la cute appare sana,<br />
compatta ed elastica.<br />
L’invecchiamento però comporta una<br />
diminuzione di numero e di attività di<br />
queste cellule, con rallentamento e<br />
cattiva produzione della proteina chiave<br />
del derma, cioè del collagene. Ciò<br />
si traduce in riduzione dello spessore,<br />
della compattezza e dell’ elasticità<br />
cutanea.<br />
Con l’uso delle cellule vive si può arrivare<br />
ad una sufficiente correzione dei<br />
difetti del viso e si verificano meno<br />
rischi di reazioni avverse perché le
Salute<br />
03/10 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
33<br />
cellule sono del proprio organismo.<br />
Si tratta di una metodica innovativa: è<br />
una sorta di biorivitalizzazione veramente<br />
rivoluzionaria, che non si basa<br />
sull’uso di vitamine o biostimolanti,<br />
ma dei propri fibroblasti.<br />
Come si arriva ad ottenere queste<br />
preziose cellule per la salute della<br />
pelle?<br />
La tecnica consiste, dapprima, in un<br />
minimo prelievo ambulatoriale di una<br />
piccolissima e sottile porzione, 3 mm<br />
di cute della regione dietro l’ orecchio,<br />
prelevata dal paziente che si vuole<br />
sottoporre al trattamento.<br />
Da questo micro prelievo, inserito in<br />
un apposita provetta con un brodo di<br />
conservazione, cioè un liquido dove<br />
viene immerso il frammento di cute,<br />
viene estratta una riserva personale<br />
di cellule fresche vitali e attive, in<br />
grado di restituire al viso un aspetto<br />
tonico e giovane.<br />
Il laboratorio biotecnologico dove<br />
viene inviato il frammento è specializzato<br />
nella coltura e conservazione di<br />
tessuti umani, come ad esempio il<br />
cordone ombelicale. Le cellule chiave<br />
della rivitalizzazione dei tessuti cutanei<br />
vengono perciò estratte, espanse<br />
e una parte crioconservate:<br />
- 196 gradi centigradi, in azoto liquido,<br />
è la temperatura a cui vengono conservate<br />
per dieci o venti anni le cellule<br />
di cute prelevate .<br />
Queste cellule, cioè i fibroblasti autologhi<br />
vivi, moltiplicati numericamente,<br />
vengono poi riiniettati direttamente nel<br />
derma del paziente come un rivitalizzante<br />
o un filler, senza pericolo di<br />
rigetto o allergie.<br />
Dove vengono collocate, queste stesse<br />
creano un sistema continuo di riparazione<br />
proteica.<br />
Coltivare in vitro i fibroblasti estratti<br />
dal campione prelevato permette di<br />
disporre in poco tempo di un elevato<br />
numero di cellule vitali e attive; il loro<br />
deposito è destinato ad un impiego<br />
immediato, ma anche futuro.<br />
Congelando un campione delle proprie<br />
cellule a bassissime temperature<br />
oggi, è possibile, alla comparsa dei<br />
primi segni del tempo, reiniettarle<br />
moltiplicate e vitali dove serve.<br />
Recenti studi hanno dimostrato obiettivamente<br />
e soggettivamente, durante<br />
i 12 – 48 mesi successivi, un aumento<br />
di produzione di fibre collagene nei<br />
difetti del viso trattati.<br />
E anche l’analisi istologica dimostra<br />
che l’iniezione dei fibroblasti, oltre ad<br />
aumentare la formazione di collagene,<br />
è accompagnata da un concomitante<br />
aumento della compattezza e della<br />
densità della texture cutanea.<br />
Ringiovanire la pelle riportandola<br />
indietro nel tempo con l’utilizzo di tecniche<br />
assolutamente naturali come<br />
quella descritta è il sogno di ogni<br />
uomo e donna e le biotecnologie dei<br />
tessuti umani ci stanno venendo sempre<br />
più incontro per trasformare questo<br />
sogno in realtà.
36<br />
diagnosi<br />
& terapia 03/10<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
IN BREVE<br />
I crolli vertebrali<br />
Per crollo vertebrale s’intende lo schiacciamento<br />
di uno o più corpi vertebrali provocato<br />
da molteplici cause.<br />
Da sottolineare, intanto, che la vertebra è<br />
costituita, anatomicamente dal corpo e<br />
dalla porzione posteriore.<br />
Il primo, meno resistente, presenta delle<br />
trabecole orizzontali e verticali, (struttura<br />
spongiosa) mentre le strutture posteriori<br />
rappresentano il “muro” della vertebra, in<br />
quanto più resistenti.<br />
Le cause più frequenti sono:<br />
* un evento traumatico, che provoca la<br />
frattura o pluriframmentaria o ad aspetto<br />
cuneiforme, con interessamento di<br />
uno o più “piatti vertebrali”.<br />
* Il crollo “traumatico” in pazienti affetti<br />
da osteoporosi. In tali casi la lesione si<br />
verifica anche dopo uno sforzo di modesta<br />
entità ,in quanto il corpo vertebrale<br />
è già malacico, e quindi poco resistente.<br />
Può colpire una o più vertebre<br />
(aspetto cuneiforme).<br />
*I tumori ossei rappresentano, purtroppo,<br />
le cause più frequenti. Possono essere<br />
benigni, ma specialmente, maligni. Tra<br />
questi và annoverato il plasmocitoma o<br />
mieloma multiplo e le metastasi da carcinoma<br />
(utero, mammella, prostata)<br />
* La “vertebra plana” che rientra nel capitolo<br />
delle istocitosi dello scheletro e colpisce<br />
soggetti durante il periodo di<br />
accrescimento. Radiograficamente la<br />
vertebra appare schiacciata in maniera<br />
uniforme (donde la denominazione).<br />
Nonostante tutto la prognosi è fausta,<br />
in quanto, a poco a poco, si verifica la<br />
ristrutturazione trasecolare con ripristino<br />
pressocchè completo della morfologia.<br />
A cura di:<br />
Prof: Salvatore ARDITO<br />
Viale A. De Gasperi 187 - 95127 Catania<br />
Tel. 095.373166
Salute<br />
03/10 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
37<br />
Inserto pubblicitario<br />
Farmacia: novità nel mondo<br />
della dermocosmesi<br />
SKINIUS<br />
Agire in accordo con i ritmi fisiologici<br />
della pelle, rispondendo in<br />
modo mirato alle sue esigenze e<br />
parlando la stessa lingua per<br />
mezzo di attivi bio-compatibili (affini<br />
cioè alla naturale struttura dei<br />
tessuti).<br />
È questo il modo più efficace per<br />
prendersene cura. Ed anche il più<br />
scientifico: SKINIUS - dall’inglese<br />
skin pelle e dal latino ius appartenenza<br />
- nasce infatti per volontà<br />
della D.ssa Mariagrazia Boniardi,<br />
biologa esperta in<br />
dermocosmesi, dopo anni di studi<br />
e rigorosa ricerca scientifica nel<br />
campo della biologia tissutale.<br />
Testata in primis sulla sua pelle<br />
(ipersensibile, era alla ricerca di<br />
una formula senza effetti collaterali)<br />
e poi, avvalendosi della<br />
supervisione di un team di medici<br />
dermatologi, su un campione di<br />
donne e uomini (anche teenager)<br />
ha confermato l’efficacia finale<br />
delle formule.<br />
Nasce così una linea<br />
viso trasversale: protettiva,<br />
idratante e<br />
anti-age adatta a tutte<br />
le pelli, in ogni momento<br />
dell’anno (e della<br />
vita) con due referenze<br />
per altrettanti gesti<br />
basic dedicati al trattamento<br />
di viso, collo e<br />
seno. FOSPID Gel<br />
Vitalizzante<br />
Dermatologico ripara i<br />
danni della barriera<br />
lipidica, stimola la biosintesi di<br />
acido ialuronico e promuove il turgore<br />
dei tessuti. LIFTNES Crema<br />
Rigenerante Dermatologica previene<br />
invece i danni ossidativi e contrasta<br />
i cedimenti<br />
cutanei<br />
che penalizzano<br />
la zona di seno<br />
e decolleté.<br />
Le formule,<br />
ipoallergeniche,<br />
sono differenziate<br />
ma hanno<br />
un elemento in<br />
comune: i fitoestrogeni<br />
di soia<br />
capaci di migliorare<br />
idratazione<br />
ed elasticità,<br />
ma soprattutto<br />
di rivitalizzare le<br />
funzioni cellulari.<br />
In vendita in<br />
Farmacia.
42<br />
diagnosi<br />
& terapia 03/10<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
UNA AZIENDA AL MESE<br />
NUTRIFREE<br />
Nutrifree è un marchio nato nel <strong>20</strong>04<br />
dalla volontà dell’azienda Nuova Terra<br />
S.r.l. di inserirsi nel canale farmaceutico<br />
con i propri prodotti senza glutine.<br />
Nuova Terra è un’azienda di Altopascio<br />
(storica città toscana del pane) con<br />
esperienza ventennale nel settore<br />
dell’alimentazione come fonte di<br />
benessere. “Una buona alimentazione<br />
è un diritto di tutti, perché tutti hanno<br />
diritto a vivere bene” è con questo spirito<br />
infatti che nasce e si sviluppa il<br />
progetto di questa azienda che nel<br />
corso degli anni si afferma sul mercato<br />
offrendo prodotti alimentari di qualità<br />
sempre più elevata, fra cui zuppe, semi<br />
oleaginosi, molte varietà di cereali e<br />
cereali miscelati con verdure e legumi.<br />
Con la realizzazione di prodotti senza<br />
glutine Nuova Terra vuole rispondere<br />
all’esigenza di benessere legata alla<br />
celiachia, poiché anche chi è intollerante<br />
al glutine deve poter trovare una<br />
fonte di piacere e benessere nella propria<br />
alimentazione. Nasce quindi<br />
Nutrifree e con esso, un nuovo concetto<br />
di cibo senza glutine: prodotti sani,<br />
equilibrati, che utilizzano materie prime<br />
senza glutine di qualità (come l’olio<br />
extravergine d’oliva) e che, allo stesso<br />
tempo, risultano piacevoli e gustosi,<br />
perché assenza di glutine non significa<br />
assenza di gusto.<br />
Tre domande a<br />
Dott.ssa Nicoletta Del Carlo,<br />
Responsabile Sistema Qualità<br />
Nuova Terra/Nutrifree<br />
Perché e in che modo un’azienda<br />
come Nuova Terra si apre al senza<br />
glutine? Nuova Terra nasce da<br />
una famiglia di imprenditori con<br />
più di 50 anni di esperienza nell’arte<br />
della panificazione e si sviluppa<br />
sulla strada della produzione<br />
alimentare di qualità, tipica della<br />
tradizione mediterranea, capace di combinare<br />
gusto piacevole, genuinità, salute e<br />
benessere. Partendo da queste basi un’azienda<br />
come la nostra non poteva non occuparsi<br />
anche di quell’insieme di persone<br />
(sempre più ampio) che dipendono da una<br />
dieta priva di glutine e che a maggior ragione<br />
hanno bisogno di un’offerta alimentare<br />
particolarmente attenta alle tematiche del<br />
benessere. La nostra scommessa senza glutine<br />
è partita proprio da ciò che abbiamo<br />
pensato potesse mancare maggiormente ad<br />
un celiaco e che allo stesso tempo era ciò<br />
che l’azienda di famiglia sapeva fare meglio<br />
e da più tempo: il pane. Pertanto i primi prodotti<br />
a marchio Nutrifree sono stati pani e<br />
panificati, seguiti da una serie di altri prodotti<br />
senza glutine che hanno trovato un riscontro<br />
talmente positivo presso il pubblico di<br />
riferimento da indurre l’azienda, nel <strong>20</strong>07,<br />
ad investire in un altro stabilimento di produzione,<br />
dedicato esclusivamente al senza glutine<br />
a marchio Nutrifree. Oggi la nostra<br />
azienda è presente sul mercato con un’ampia<br />
gamma di prodotti senza glutine: pani e<br />
panificati precotti e “apri e mangia”; pasta e<br />
primi piatti; farine; snack; dolci; cereali e<br />
una linea dedicata al surgelato.<br />
Cosa vi differenzia rispetto al<br />
resto dell’offerta presente sul<br />
mercato del senza glutine?<br />
Nutrifree ha voluto presentarsi sin<br />
dalla nascita come marchio innovativo,<br />
proponendo prodotti originali e<br />
comunque rispondenti anche ad<br />
esigenze che fino ad allora non avevano<br />
trovato una risposta sul mercato,<br />
come ad esempio i pani precotti,<br />
fra cui le Panfette o la<br />
Focaccia Nutrifree. L’apertura nel <strong>20</strong>07 dello<br />
Stabilimento di Produzione Esclusivo<br />
Nutrifree, circa 7000 mq riservati alla produzione<br />
e R&S di nuove ricette e formulazioni<br />
senza glutine, ha reso sempre più concreta<br />
questa volontà di offrire un prodotto realmente<br />
unico e originale. Sino ad allora i prodotti<br />
Nutrifree erano realizzati presso uno stabilimento<br />
non a marchio esclusivo, cosa peraltro<br />
molto comune nel mercato del senza glutine,<br />
caratterizzato per lo più da una manciata di<br />
stabilimenti che producono per più di un marchio.<br />
A maggior ragione quindi l’apertura di<br />
un altro stabilimento, specializzato nel senza<br />
glutine, ci permette, da circa 4 anni, di offrire<br />
prodotti unici, perché unico ed esclusivo è il<br />
loro sito di produzione. Inoltre la produzione<br />
interna e le dimensioni della nostra azienda<br />
permettono di contare su un’estrema flessibilità<br />
che ci permette di manovrare la produzione<br />
in base alle effettive tendenze di mercato<br />
e quindi rispondere sempre più efficacemente<br />
alle esigenze di nutrizione dei consumatori<br />
celiaci.<br />
Come si articola il vostro Sistema di<br />
Qualità? Una delle priorità che da sempre<br />
caratterizza il nostro lavoro è la qualità,
Salute<br />
03/10 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
43<br />
sotto ogni aspetto. In Nutrifree qualità significa<br />
principalmente: materie prime selezionate,<br />
sicure e genuine; sicurezza dei processi<br />
produttivi; ricerca continua di formulazioni<br />
sempre migliori a livello di gusto e di<br />
equilibrio nutrizionale. La flessibilità e l’innovazione<br />
che caratterizzano la nostra strategia,<br />
soprattutto dall’apertura dello<br />
Stabilimento Esclusivo, sono sempre accompagnate<br />
da precisi e costanti standard qualitativi,<br />
che ci hanno permesso di ottenere le<br />
importanti certificazioni ISO 9001:<strong>20</strong>08<br />
(Sistema di Qualità aziendale), BRC – British<br />
Retail Consortium, IFS – International Food<br />
Standard (sicurezza dei prodotti), nonché la<br />
concessione della Spiga Sbarrata AIC. Il<br />
Sistema di Qualità Nutrifree prevede che<br />
anche le referenze realizzate all’esterno<br />
(pasta, cereali) si attengano a precisi e<br />
imprescindibili criteri qualitativi, tuttavia da<br />
pochi mesi si è scelto di valorizzare maggiormente<br />
la produzione interna applicando a<br />
tutti i prodotti realizzati nello stabilimento<br />
Nutrifree un preciso logo che ne indica con<br />
esattezza la provenienza.<br />
Tre domande a<br />
Antonello Pomes, Direttore Vendite<br />
Nutrifree<br />
Come si caratterizza il rapporto di Nutrifree<br />
con le farmacie? Nutrifree nasce specificamente<br />
per il canale farmaceutico, che permette<br />
di offrire ai celiaci un assortimento<br />
ampio e vario, oltre che un servizio di informazione<br />
e consulenza che difficilmente si<br />
può trovare in altri canali di vendita. D’altra<br />
parte con Nutrifree le farmacie possono contare<br />
sulla sicurezza qualitativa e l’efficienza<br />
organizzativa che solo un’azienda di produzione<br />
può garantire. Lo Stabilimento di<br />
Produzione Esclusivo Nutrifree si configura<br />
quindi come aspetto importante anche da<br />
un punto di vista commerciale, poiché ha<br />
contribuito, e tutt’ora contribuisce, ad incrementare<br />
e consolidare sempre di più i rapporti<br />
di fiducia e collaborazione fra Nutrifree<br />
e la rete distributiva.<br />
Qual è, ad oggi, il prodotto che ha riscosso<br />
maggiore successo e perché? I prodotti che<br />
hanno riscosso maggiore successo presso il<br />
grande pubblico rientrano nella categoria dei<br />
panificati, prodotti come le Panfette o la<br />
Focaccia Nutrifree sono stati molto apprezzati<br />
e continuano ad essere premiati dai<br />
consumatori. Probabilmente le ragioni di<br />
questo successo si trovano proprio nell’intuizione<br />
iniziale dell’azienda: il pane è un alimento<br />
centrale nella tradizione mediterranea<br />
ed è, insieme alla pasta, il prodotto che più<br />
viene a mancare nella dieta celiaca, quindi<br />
ritrovare sul mercato del senza glutine un<br />
pane dal sapore buono (perché maggiormente<br />
in linea nel gusto con gli standard dei<br />
panificati contenenti glutine) e per di più pratico<br />
da conservare e da utilizzare, porta inevitabilmente<br />
alla preferenza e all’acquisto.<br />
Quali sono le tendenze del mercato e come<br />
vi posizionate rispetto ad esse? Ascolto del<br />
mercato e grande flessibilità produttiva ci<br />
rendono altamente ricettivi rispetto alle<br />
nuove esigenze dei consumatori, in particolare<br />
oggi riscontriamo due tendenze d’acquisto:<br />
una orientata alla ricerca di benefici a<br />
partire dal cibo; l’altra orientata verso le<br />
confezioni salvafreschezza contenenti piccole<br />
quantità di prodotto che permettono di<br />
trasportare e consumare l’alimento anche<br />
fuori casa. Nutrifree risponde ad entrambe<br />
le esigenze: la realizzazione di cibi che oltre<br />
ad essere gustosi siano anche fonte di<br />
benessere è da sempre alla base delle<br />
nostre scelte, ultimamente per esempio ci<br />
siamo concentrati sulla carenza di fibre che<br />
caratterizza gli alimenti dietetici senza glutine,<br />
realizzati per lo più con gli amidi, e stiamo<br />
per lanciare una linea interamente dedicata<br />
alle fibre (Nutrifree Fibre) che permetterà<br />
ai consumatori celiaci di fruire degli alimenti<br />
base della dieta giornaliera in versione<br />
fibre (pane, pasta, biscotti, etc.) e trarre<br />
finalmente giovamento da questo benefico<br />
nutriente. Inoltre, per aumentare l’offerta<br />
dei monodose, nei prossimi mesi lanceremo<br />
molti nuovi prodotti, come ad esempio le<br />
Gocce di Pane, il Tarallo Break, La Mia<br />
Focaccia, Le Mie Fette, che potranno essere<br />
facilmente “razionati” grazie a pratiche<br />
confezioni ed utilizzati comodamente in qualsiasi<br />
luogo e momento della giornata.
44<br />
diagnosi<br />
& terapia 03/10<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
UN MUSEO AL MESE<br />
La Fondazione, il Museo e<br />
l’Archivio Storico di Piaggio<br />
Dal 1884 Piaggio ha ricoperto un ruolo<br />
unico nell’ambito della storia economica<br />
italiana. Fondata a Sestri Ponente<br />
(Genova) da Rinaldo Piaggio ha sviluppato<br />
e prodotto ogni tipo di mezzo di<br />
trasporto dell’era contemporanea.<br />
Per conservare e porre in risalto il<br />
valore di questa straordinaria memoria<br />
storica, nel 1994, viene costituita la<br />
Fondazione Piaggio fermamente voluta<br />
dal giovane Presidente Giovanni<br />
Alberto Agnelli, dalle persone che condividevano<br />
con lui il progetto e dai<br />
responsabili del Comune di Pontedera<br />
e della Provincia di Pisa. Alla scomparsa<br />
di Giovanni Alberto Agnelli, Piaggio<br />
ha designato Tommaso Fanfani<br />
dell’Università di Pisa, Presidente della<br />
Fondazione, responsabile del progetto<br />
dell’Archivio Storico Piaggio e del<br />
Museo. Dal <strong>20</strong>03, Roberto Colaninno<br />
condivide i contenuti del progetto culturale<br />
Piaggio, rilanciandone le funzioni<br />
nel più ampio contesto della responsabilità<br />
sociale d’impresa.<br />
Ente culturale onlus a partecipazione<br />
mista pubblica e privata (Piaggio & C.<br />
S.p.A., Comune di Pontedera, Provincia<br />
di Pisa), la Fondazione nasce sui binomi<br />
impresa-cultura, impresa-territorio<br />
quale punto di riferimento nel dibattito<br />
locale e nazionale su alcune delle<br />
tematiche più attuali: la ricerca sull’innovazione<br />
tecnologica e sulla produzione<br />
dell’azienda, la ricostruzione delle<br />
relazioni industriali dal 1917 ai nostri<br />
giorni, l’educazione alla mobilità dei<br />
ciclomotori, le più complesse e specifiche<br />
tematiche di natura giuridica, integrazione<br />
europea, economia.<br />
La Fondazione è anche luogo di promozione<br />
per mostre d’arte, dibattiti sul<br />
pensiero e sull’attività di uomini e<br />
donne, che nell’affascinante galleria<br />
dell’espressività artistica propongono<br />
temi, argomenti e idee. Pittori, fotografi,<br />
scultori incrociano l’attività della<br />
Fondazione e divengono protagonisti di<br />
una vita culturale intensa. Altri filoni di<br />
attività sono la formazione e l’organizzazione<br />
di convegni e seminari sul<br />
design, l’etica d’impresa, la valorizzazione<br />
del patrimonio storico delle<br />
aziende e su vari argomenti di natura<br />
economica, giuridica e sociale.<br />
La Fondazione Piaggio, il 29 marzo<br />
<strong>20</strong>00, ha aperto al pubblico il Museo<br />
Piaggio nei 3.000 metri quadrati dell’ex<br />
attrezzeria, uno dei corpi di fabbri-
Salute<br />
03/10 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
45<br />
ca più antichi e suggestivi del complesso<br />
industriale di Pontedera, dove l’azienda<br />
insediò la propria produzione a<br />
partire dai primi anni Venti del ‘900. Il<br />
progetto di ristrutturazione dell’area -<br />
ad opera degli architetti Dezzi<br />
Bardeschi, Andrea Bruno, Ugo Bruno e<br />
Avery Howe Agnelli - ha soddisfatto il<br />
bisogno che il museo non si connotasse<br />
come un “deposito-magazzino” di<br />
oggetti finiti e storicizzati, ma che conservasse<br />
una dinamicità espressa dal<br />
grande patrimonio storico e produttivo<br />
di Piaggio. Il progetto ha mantenuto,<br />
come condizione irrinunciabile, la conservazione<br />
dei caratteri dell’architettura<br />
industriale originaria, trasformata da<br />
luogo di produzione in luogo di esposizione,<br />
dove la storia dell’azienda e<br />
delle persone, che l’hanno vissuta, si<br />
mescola con la presenza del frutto del<br />
loro lavoro.<br />
Il Museo Piaggio è nato per conservare<br />
e valorizzare la memoria storica dell’impresa.<br />
Si pone l’obiettivo di ricostruire<br />
le vicende di Piaggio e con esso<br />
lo sviluppo dell’industria, dell’economia<br />
e della società italiana attraverso<br />
l’esposizione dei prodotti più famosi e<br />
rappresentativi. Le sue sale accolgono<br />
le collezioni Vespa (dai prototipi del<br />
1945 alla Vespa GTV del <strong>20</strong>06), Gilera<br />
(dalla moto VT 317 del 1909 alla<br />
RC600 Parigi-Dakar del 1991) accanto<br />
ai più significativi prodotti di Piaggio<br />
(motori aeronautici degli anni Trenta,<br />
una locomotrice ferroviaria del 1936,<br />
l’aereo P148 del 1951, l’Ape, il<br />
Pentarò, il Ciao, gli scooter di ultima<br />
generazione come l’MP3 con motore<br />
ibrido).<br />
Dal <strong>20</strong>00 ad oggi la Fondazione ha<br />
ospitato nelle sale espositive del<br />
Museo oltre 186.800 visitatori con una<br />
media di 25.000 ogni anno.<br />
Nel progetto culturale promosso dalla<br />
Fondazione, svolge un ruolo di primaria<br />
importanza l’Archivio Storico Piaggio,<br />
formato da 13 fondi che conservano la<br />
documentazione dell’azienda dalle origini<br />
ad oggi non solo materiale cartaceo<br />
ma anche testimonianze filmate e<br />
fotografiche, campagne pubblicitarie,<br />
progetti e disegni tecnici. Nelle carte<br />
rivivono persone e situazioni, che<br />
hanno scritto la storia della motorizzazione,<br />
del design, della comunicazione,<br />
della fotografia e del tessuto socio-economico<br />
dell’Italia. Composto da circa<br />
5.000 filze e tuttora in continuo<br />
ampliamento (<strong>20</strong>.000 fascicoli dell’ufficio<br />
del Personale, 64.000 disegni, un<br />
migliaio di scatti fotografici e di volumi<br />
della biblioteca tecnica Piaggio),<br />
l’Archivio Storico consente la consultazione<br />
del suo patrimonio a quanti<br />
vogliano approfondire la ricerca su una<br />
delle realtà industriali più importanti in<br />
Europa.<br />
All’interno del Museo sono presenti<br />
inoltre, spazi riunioni per workshop e<br />
convegni, un piccolo teatro per proiezioni<br />
video ed il bookshop (progetto<br />
dell’Arch. Beppe Pistelli), dove è possibile<br />
acquistare gadget, abbigliamento e<br />
merchandising firmato Piaggio, Vespa<br />
e Gilera.<br />
Nel <strong>20</strong>03 il Museo Piaggio “Giovanni<br />
Alberto Agnelli” e l’Archivio Storico<br />
“Antonella Bechi Piaggio” sono stati<br />
premiati come Miglior Museo e<br />
Archivio d’Impresa in Italia nell’edizione<br />
Premio Impresa e Cultura <strong>20</strong>03.<br />
Fondazione Piaggio<br />
Museo Piaggio<br />
Archivio Storico Piaggio<br />
Indirizzo:<br />
Viale Rinaldo Piaggio, 7<br />
56025 Pontedera (PI)<br />
tel. 0587-27171, fax 0587-290057<br />
E-mail: museo@museopiaggio.it<br />
fondazione@fondazionepiaggio.it<br />
http://www.museopiaggio.it<br />
Giorni di Apertura del Museo Piaggio:<br />
dal mercoledì al sabato, ore 10 – 18.<br />
Ingresso gratuito<br />
Consultazione<br />
dell’Archivio Storico Piaggio:<br />
su appuntamento e secondo modalità<br />
da richiedere contattando la<br />
Fondazione Piaggio<br />
LA COLLEZIONE PIAGGIO<br />
Fondamentali testimonianze della produzione<br />
ante-guerra, precedenti il lancio<br />
di Vespa nel 1946, accolgono il<br />
visitatore all’ingresso del Museo<br />
Piaggio:<br />
Motrice ferroviaria “MC2 de 54”, utilizzato<br />
dalle ferrovie Calabro-Lucane<br />
(1936) “sfonda” una parete vetrata del<br />
museo e mostra l’avanzata tecnologia<br />
di Piaggio, che, per prima in Italia, propone<br />
la costruzione di automotrici, elettromotrici<br />
e vetture ordinarie realizzate<br />
interamente in acciaio inossidabile.<br />
Aereo P148, un biposto da addestramento<br />
acrobatico del 1951.<br />
Due motori aeronautici “stellari”, il
46<br />
diagnosi<br />
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Salute<br />
P VII (1934) e P XI (1938) costruiti<br />
negli stabilimenti di Pontedera e Pisa,<br />
Ape Cassone del 1953 mostra il design<br />
del primo tre ruote Piaggio, nato per<br />
il mondo del lavoro e del trasporto<br />
delle merci; l’Ape Calessino del 1956<br />
trasforma l’aspetto della prima versione<br />
del 1948, adottando la cabina con<br />
portiere e parabrezza per un maggior<br />
confort di guida; Pentarò (Ape 5 ruote<br />
con rimorchio) versione “antincendio”<br />
del 1962, donato dalla ditta Cucirini<br />
Cantoni Coats di Lucca, Ape TM 703,<br />
protagonista di un viaggio lungo<br />
25.000 km, da Lisbona a Pechino,<br />
completa della strumentazione utilizzata<br />
da Paolo Brovelli e Giorgio Martino<br />
che l’hanno guidata in quest’impresa.<br />
Prototipo del primo ciclomotore, risalente<br />
al 1955 che anticipa di dodici<br />
anni quello che sarebbe stato presentato<br />
nel 1967, il Ciao, Vespa 400, che<br />
nonostante il nome derivato da quello<br />
dello scooter, è un’automobile a due<br />
posti che Piaggio produsse dal 1957 al<br />
1961 nei propri stabilimenti in Francia<br />
(società ACMA).<br />
Moscone, (Vespa di Mare) motore fuoribordo<br />
da 99,5 cc, MP3, un maxiscooter<br />
con due ruote anteriori indipendenti<br />
e basculanti che rendono il veicolo<br />
stabile su qualsiasi terreno dall’asfalto<br />
bagnato ai tracciati più impegnativi<br />
non avendo paragoni in fatto di<br />
sicurezza.<br />
LA COLLEZIONE VESPA<br />
Abbandonato il settore aeronautico si<br />
pensa alla mobilità individuale. Nella<br />
primavera del 1946, nasce la Vespa.<br />
Corradino D’Ascanio s’incarica di disegnare<br />
un veicolo semplice, robusto,<br />
che possa essere guidato da tutti –<br />
anche dalle donne – con facilità, che<br />
non sporchi i vestiti al conducente e<br />
consenta di trasportare un passeggero.<br />
D’Ascanio è alla Piaggio dal 1934:<br />
geniale ingegnere (a lui si devono il<br />
progetto e la costruzione del primo elicottero<br />
moderno), non ama la motocicletta<br />
e concepisce un veicolo rivoluzionario.<br />
Sfrutta le sue conoscenze in<br />
campo aeronautico e immagina un<br />
mezzo con scocca portante, con il cambio<br />
sul manubrio e il braccio di supporto<br />
anteriore del tipo carrello di aereo.<br />
Il primo modello é la 98cc , cambio a<br />
tre marce, potenza 3,5 C.VE’ l’MP5,<br />
conosciuto tra gli appassionati come<br />
“Paperino”, primo esercizio di Piaggio<br />
sul tema scooter:<br />
l’MP6, il prototipo di Vespa uscito<br />
dalla matita di Corradino D’Ascanio,<br />
che rispetto alla versione definitiva si<br />
distingue per il marchio “aeronautico”<br />
e per la mancanza della ventilazione<br />
forzata per il raffreddamento. Della<br />
Vespa saranno realizzate più di centoquaranta<br />
versioni:<br />
Vespa 125 del 1951 (il modello utilizzato<br />
da Audrey Hepburn e Gregory<br />
Peck in Vacanze Romane), derivata da<br />
questa la versione side-car con carrozzino<br />
laterale;<br />
Vespa “U” del 1953, costruita in soli<br />
7.000 esemplari, oggi tra i pezzi più<br />
ricercati dai collezionisti di tutto il<br />
mondo;<br />
Vespa GS 150 del 1955; la 125 del<br />
1958, ultima Vespa prodotta con lubrificazione<br />
al 5%;<br />
la Vespa 50 del 1963 – per tutti gli italiani,<br />
il Vespino –<br />
la 90 Super Sprint del 1965, veicolomito<br />
per i giovani sportivi.<br />
La Vespa 125 Primavera ET3 e dalla<br />
Vespa <strong>20</strong>0 Rally, miti degli anni ‘70<br />
con accensione elettrronica<br />
la Vespa P125X del 1977 e alla suggestiva<br />
Vespa “gigante”, un modello<br />
fuori scala di 4 metri di altezza in<br />
vetroresina e vernice rossa.<br />
I pezzi più rari e prestigiosi del Museo<br />
Piaggio sono senz’altro i veicoli da<br />
record e da corsa della collezione<br />
Vespa: esemplari unici e irripetibili, tra<br />
i quali spiccano la Vespa “Siluro”<br />
(125cc a cilindri contrapposti con la<br />
quale Mazzoncini conquistò il record<br />
mondiale sul chilometro lanciato alla<br />
media di 171 km/h nel 1951) e la<br />
Vespa “Montlhéry” (la 125 che nel<br />
1950 conquistò 17 record del mondo<br />
in 10 ore sull’omonimo circuito francese).<br />
Una speciale aerea espositiva del<br />
Museo è dedicata a veicoli realizzati in<br />
serie limitate per le competizioni sportive<br />
con la finalità di promuovere la<br />
Vespa tra il 1947 e 1951 quando<br />
Piaggio costituisce la squadra corse,<br />
come le Vespa 98 e 125 corsa e circuito,<br />
la 125 Sei Giorni, vincitrice di<br />
nove medaglie d’oro nella gara internazionale<br />
del 1951.<br />
Una vera curiosità è la Vespa Alpha:<br />
veicolo “fuoriserie” realizzato per la<br />
produzione del film Dick Smart, Agente<br />
<strong>20</strong>07 del 1967, nella finzione scenica<br />
oltre ad andare normalmente su strada
Salute<br />
03/10 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
47<br />
poteva trasformarsi in elicottero e sottomarino.<br />
Un capitolo a parte meritano<br />
le due Vespa destinate ad uso militare:<br />
la Vespa 150 T.A.P. costruita negli anni<br />
‘50 negli stabilimenti francesi ACMA di<br />
Piaggio, destinata alla Armée Française<br />
e armata con un cannone anticarro<br />
senza rinculo da 75 mm e utilizzata<br />
anche in Indocina; il prototipo di Vespa<br />
Militare 125 del 1964 per il Ministero<br />
della Difesa italiano che poteva essere<br />
paracadutata in zona di operazioni.<br />
Una sezione “Vespa e Arte” è stata<br />
allestita intorno a due pezzi d’autore.<br />
La Vespa Dalì fu protagonista nel<br />
1962 di un viaggio in Europa e dell’incontrò<br />
con il maestro Salvador Dalì, il<br />
quale lasciò la sua firma sulle scocche<br />
laterali dello scooter più famoso al<br />
mondo segnato dal colore surrealista.<br />
L’infinita pedana, la spada in acciaio<br />
sul manubrio e gli elementi in alabastro<br />
- al posto della sella in pelle, il<br />
faro e gli indicatori luminosi - caratterizzano<br />
la Vespa PX firmata all’artista<br />
Mino Trafeli nel <strong>20</strong>03.<br />
Realizzate da giovani designer, alcune<br />
delle quattordici Vespa ET4 partecipanti<br />
al concorso “VespArte” nel <strong>20</strong>01,<br />
sono esposte al Museo Piaggio e girano<br />
il mondo, riscuotendo l’ammirazione<br />
e la curiosità del pubblico incredulo di<br />
fronte all’originalità della Vespa<br />
“Mucca Pazza”, “Ecologica” e “Pezzo<br />
Unico”.<br />
Ultimo acquisto della collezione è la<br />
Vespa “Truccata”, una maschera realizzata<br />
da due giovani artisti della cartapesta<br />
(Annalisa Benedetti e Luca<br />
Bertozzi) per la sfilata del Carnevale di<br />
Viareggio del <strong>20</strong>07. Raffigura l’insetto<br />
Vespa alle prese con il make-up in<br />
sella all’omonimo scooter con la scocca<br />
decorata e il faro dallo sguardo<br />
ammaliante.<br />
LA COLLEZIONE GILERA<br />
Al 1909 risale la prima moto costruita<br />
da Giuseppe Gilera la mitica VT 317,<br />
dotata di trasmissione diretta dall’albero<br />
motore alla ruota posteriore realizzata<br />
con cinghia di cuoio, ha ancora l’aspetto<br />
di una bicicletta ma presenta<br />
un motore di concezione moderna: due<br />
valvole in testa comandate da aste e<br />
bilancieri e ampie alettature su cilindro<br />
e testata.<br />
La produzione Gilera degli anni Venti e<br />
Trenta è rappresentata dalla 350<br />
Super Sport, una moto più evoluta con<br />
valvole laterali da ben 45 mm e prestazioni<br />
paragonabili ad una 500cc, e<br />
dalla 500 VL Sei Giorni, che nel ottie-
48<br />
diagnosi<br />
& terapia 03/10<br />
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Salute<br />
ne la prima grande vittoria sul circuito<br />
internazionale di Grenoble.<br />
Al Museo sono esposti i modelli “500<br />
VT Bitubo” con doppio scarico a profilo<br />
romboidale a coda di pesce, e “500<br />
Otto Bulloni”, così denominato dal<br />
numero dei prigionieri che fissano la<br />
base del cilindro al carter-motore.<br />
Esemplare unico in questa collezione è<br />
la “Rondine”, la moto che cambia il<br />
destino sportivo di Gilera e che, forte<br />
di una potenza di oltre 70 CV a 8.500<br />
giri, frantuma, nel 1937 i primati sui<br />
50 e 100 chilometri e sulle 50 e 100<br />
miglia e sull’ora sfrecciando a quasi<br />
250 km/h. Da allora la carriera della<br />
Rondine è costellata di record di velocità<br />
e di affermazioni mitiche quali<br />
quelle di Monza del 1937 e, nello stesso<br />
anno, alla Milano-Taranto.<br />
C’è la 500 Saturno Sport, lanciata nel<br />
1940, una delle moto più famose del<br />
mondo, prodotta in diverse versioni e<br />
6000 esemplari.<br />
Delle moto da competizione preparate<br />
da Giuseppe Gilera per lo “squadrone”<br />
corse, è esposta la “Saturno<br />
Sanremo”, che vince ininterrottamente<br />
sul circuito ligure (Ospedaletti–<br />
Sanremo) dal 1946 al 1951, la<br />
“Saturno Piuma “(caratterizzata dal<br />
cilindro in lega leggera e carter ampliato),<br />
che viene presentata ufficialmente<br />
nel 1952 e ottiene numerosi successi<br />
fino al 1957.<br />
Nel 1952, dopo alcuni tentativi di privati,<br />
Gilera allestisce una versione ufficiale<br />
della Saturno dedicata al cross,<br />
disciplina allora pionieristica. Nella collezione<br />
del Museo Piaggio sono presenti<br />
il primo modello, la “Saturno<br />
Cross” del 1952 con il motore versione<br />
corsa con cilindro in lega (capace di<br />
38 CV a 6.000 giri), la 175 Regolarità<br />
del 1956 che vince quattro titoli italiani<br />
consecutivi e tre titoli in Francia, la<br />
RC 600, che ha partecipato nel 1991<br />
al Rally dei Faraoni e alla mitica Parigi-<br />
Dakar.<br />
L’impegno e le vittorie sui circuiti di<br />
tutto il mondo sono degnamente rappresentate<br />
da quattro modelli esposti<br />
nella galleria Gilera: la 125 e 175<br />
Bicilindrica, la 500 Quattro cilindri<br />
con e senza sidecar. Nel 1956 e<br />
1957 la Quattro cilindri side-car<br />
vince per due volte il Gran Premio<br />
delle Nazioni con alla guida il pilota<br />
Albino Milani insieme al fratello<br />
Rossano, che riescono a raggiungere<br />
i 190 km/h, superando di media i<br />
160 km/h nel giro di Monza.<br />
Dal 1969 la Gilera viene acquisita<br />
dalla Piaggio<br />
Negli anni 80 viene sviluppata la<br />
serie RC che si , nella versione 750<br />
cc partecipa con ampi successi alla<br />
Parigi-Dakar<br />
Dal 1993 la Gilera si dedica agli<br />
scooter sportivi della serie Runner.<br />
Nel campo delle piccole cilindrate si<br />
fanno strada i marchi HK e SURF e<br />
la “supermotard” GSM<br />
Degli ultimi anni sono i Gilera<br />
Nesxus 250 e 500 e il Fuoco 500<br />
caratterizzato dalla doppia ruota<br />
anteriore
50<br />
LARCH e MIMULUS<br />
I messaggi dell’infanzia<br />
Maria Vittoria BRIZZI TESSI-<br />
TORE<br />
Dott. in Medicina e Chirurgia<br />
Dott. in Lingue e Letterature Straniere<br />
Prof. in Materie Letterarie Genova<br />
Tel. 010/54.51.677<br />
Cell. 348/32.25.941<br />
www.omeopatiaonline.com<br />
Molti di noi sono infelici per la scarsa<br />
stima che hanno di sé stessi. Come<br />
medico se la sostanza fosse in commercio,<br />
proporrei come terapia (e mi<br />
si perdoni la battuta) una massiccia<br />
dose di amore verso la propria persona.<br />
L’adulto che oggi manca di sicurezza<br />
è, sovente, l’ex bambino al<br />
quale hanno insegnato a mettere<br />
avanti gli altri poiché in tal modo<br />
sarebbe stato considerato buono,<br />
bravo, e, di conseguenza accettato ed<br />
apprezzato. I bambini vanno educati<br />
ma quelli indeboliti da troppi divieti,<br />
diventeranno adulti timidi e daranno<br />
molto agli altri perché di questi avranno<br />
timore. È molto difficile superare i<br />
modi di pensare dell’infanzia però, il<br />
genitore, che ha acquistato consapevolezza<br />
e al quale quando era bambino<br />
è stato detto che era “cattivo”<br />
non dirà certamente la stessa frase al<br />
proprio figlio. Sarà più convincente e<br />
buon maestro se gli farà notare,<br />
all’occasione, di aver fatto una “cattiveria”.<br />
Il messaggio educativo arriverà<br />
ugualmente evitando però, al piccolo,<br />
l’etichetta di cattivo che potrebbe<br />
essere indelebile e colmarlo, in seguito,<br />
degli arcinoti sensi di colpa che<br />
tanto ci fanno soffrire. Questi contribuiscono<br />
molto sovente all’insorgere<br />
di depressioni reattive. Sono convinta<br />
che in ognuno di noi esista una fonte<br />
di saggezza e il potere di migliorare;<br />
incominciamo quindi a<br />
pensare di esistere, e,<br />
senza ridicola presunzione,<br />
di valere. Potrebbe essere<br />
un cammino difficile ma<br />
non impossibile.<br />
Accompagnerei questo<br />
viaggio mentale con appropriati<br />
farmaci senza effetti<br />
collaterali nocivi e non<br />
disdegnerei la prescrizione<br />
di qualche fiore di Bach.<br />
Per le paure degli avvenimenti<br />
quotidiani esiste<br />
Mimulus mentre, per la<br />
mancanza di autostima,<br />
viene proposto Larch. La<br />
fiducia proviene, comunque,<br />
dai nostri pensieri positivi. Noi<br />
siamo i nostri pensieri. Per ordinarli<br />
non è affatto inutile la terapia della<br />
parola. La parola è cibo. Può rafforzarci<br />
quando le delusioni ci spiazzano, gli<br />
affronti ci feriscono, i lutti ci uccidono<br />
“dentro”. Mi viene da pensare a<br />
Teresa di Calcutta, a mio parere cittadina<br />
del mondo, sorella di ogni essere<br />
umano di qualsiasi razza, religione,<br />
filosofia, pensiero. E’ sua la frase che<br />
recita nel seguente modo: “la vita è<br />
una sfida affrontala”.