Gestione dell'ASC-US - Società italiana di Colposcopia e Patologia ...

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16 SICPCV Gestione dell’ASC-US: quali aggiornamenti? P. Scirpa, M.L.Scarciglia, M.R.Primieri La Colposcopia in Italia Dipartimento per la tutela della salute della donna e della vita nascente Università Cattolica del Sacro Cuore Policlinico A. Gemelli, Roma La Colposcopia in Italia Anno XXIII – N. 2 pagg. 16-19 Introduzione Il Cervicocarcinoma è tuttora la seconda neoplasia femminile in ordine di frequenza. Ogni anno, vengono diagnosticati oltre 500.000 casi di cervicocarcinoma, l’80% dei quali nei Paesi in via di sviluppo, e circa 10 milioni di H-SIL (8, 10). In Italia si verificano circa 3.500 nuovi casi/anno di carcinoma della cervice uterina e 1.500 decessi (2). Nei paesi industrializzati lo screening organizzato con pap test in questi ultimi 50 anni ha ridotto la mortalità per cervicocarcinoma dal 50 al 70% e rappresenta attualmente il principale strumento per la prevenzione di questa malattia (19, 20). Nonostante la morbilità e la mortalità per questo tumore si siano ridotte, sono ancora purtroppo elevate. Il sistema di classificazione Bethesda, standardizzato nel 1991 ed aggiornato nel 2001, è il sistema di refertazione citologica attualmente in uso a livello mondiale e riconosce come anormali le seguenti categorie: ASC- US, ASC-H, AGC, LSIL, HSIL, AIS, carcinoma squamoso, adenocarcinoma. ASC-US: definizione Per ASC-US (cellule squamose atipiche di significato non determinato) si intende la presenza di cellule squamose anormali, le cui caratteristiche non rientrano nell’ambito dei parametri usati per definire le lesioni preneoplastiche e le espressioni di modificazioni benigne. L’ASC-US è, per sua natura, diversamente riproducibile nei vari laboratori, in quanto non esiste un accordo tra i citopatologi circa i criteri da adottare per fare tale diagnosi. Secondo il sistema Bethesda, la categoria ASC-US rappresenta l’1,3-5% di tutti i pap-test nell’ambito di uno screening per il cervicocarcinoma, non deve superare il 5% ed il rapporto ASC-US/SIL non deve essere superiore a 2 :1. Attualmente viene inoltre identificata e distinta la categoria ASC-H che si differenzia dall’ASC-US per il maggior rischio di lesioni preneoplastiche di alto grado. Il valore predittivo positivo (VPP) cioè il rischio che una citologia ASC-US sottenda un carcinoma invasivo è molto basso (0,1-0,2%), tuttavia le categorie associate a basso VPP, come è tipicamente l’ASC-US, non possono essere trascurate in quanto esse rendono ragione di circa un terzo dei CIN2+ diagnosticati istologicamente: infatti nel 5-17% dei casi di ASC-US è presente una lesione preneoplastica di alto grado alla biopsia (mentre tale percentuale sale fino al 24-94% nel caso di ASC-H). Perciò il gold standard della gestione dell’ASC-US sarebbe l’individuazione delle CIN2+ e la stratificazione degli ASCUS sulla base della presenza di fattori di rischio di progressione verso il carcinoma. Gestione della paziente con ASC-US Il managment ottimale dell’ASC-US ha subito dei radicali cambiamenti nell’ultimo decennio ma rimane profondamente influenzato dal substrato clinico specialistico (colposcopisti adeguatamente addestrati) e dalla disponibilità di nuovi metodi microbiologici, citologici e istologici. Attualmente esistono perlomeno tre opzioni di gestione dell’ASC-US (26): 1. invio diretto al II livello rappresentato dalla colposcopia: molto frequente in Italia, è una scelta poco efficiente, associata a un grande dispendio di risorse e alla saturazione dell’offerta colposcopica con lunghe liste di attesa, rispetto ad un modesto beneficio diagnostico ed ad una potenziale sovrastima dei trattamenti necessari (vantaggi: biopsia mirata, riduzione del rischio di mancata diagnosi, riduzione dell’ansia della paziente; svantaggi: overdiagnosi ed overtreatment); 004_Scirpa.indd 16 02/12/10 15:07

16<br />

SICPCV<br />

<strong>Gestione</strong> dell’ASC-<strong>US</strong>:<br />

quali aggiornamenti?<br />

P. Scirpa, M.L.Scarciglia, M.R.Primieri<br />

La<br />

<strong>Colposcopia</strong> in Italia<br />

Dipartimento per la tutela della salute della donna e della vita nascente<br />

Università Cattolica del Sacro Cuore<br />

Policlinico A. Gemelli, Roma<br />

La <strong>Colposcopia</strong> in Italia Anno XXIII – N. 2 pagg. 16-19<br />

Introduzione<br />

Il Cervicocarcinoma è tuttora la seconda neoplasia<br />

femminile in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> frequenza. Ogni anno, vengono<br />

<strong>di</strong>agnosticati oltre 500.000 casi <strong>di</strong> cervicocarcinoma,<br />

l’80% dei quali nei Paesi in via <strong>di</strong> sviluppo,<br />

e circa 10 milioni <strong>di</strong> H-SIL (8, 10). In Italia si verificano<br />

circa 3.500 nuovi casi/anno <strong>di</strong> carcinoma della cervice<br />

uterina e 1.500 decessi (2).<br />

Nei paesi industrializzati lo screening organizzato con pap<br />

test in questi ultimi 50 anni ha ridotto la mortalità per cervicocarcinoma<br />

dal 50 al 70% e rappresenta attualmente il<br />

principale strumento per la prevenzione <strong>di</strong> questa malattia<br />

(19, 20). Nonostante la morbilità e la mortalità per<br />

questo tumore si siano ridotte, sono ancora purtroppo<br />

elevate.<br />

Il sistema <strong>di</strong> classificazione Bethesda, standar<strong>di</strong>zzato<br />

nel 1991 ed aggiornato nel 2001, è il sistema <strong>di</strong> refertazione<br />

citologica attualmente in uso a livello mon<strong>di</strong>ale<br />

e riconosce come anormali le seguenti categorie: ASC-<br />

<strong>US</strong>, ASC-H, AGC, LSIL, HSIL, AIS, carcinoma squamoso,<br />

adenocarcinoma.<br />

ASC-<strong>US</strong>: definizione<br />

Per ASC-<strong>US</strong> (cellule squamose atipiche <strong>di</strong> significato<br />

non determinato) si intende la presenza <strong>di</strong> cellule<br />

squamose anormali, le cui caratteristiche non rientrano<br />

nell’ambito dei parametri usati per definire le lesioni<br />

preneoplastiche e le espressioni <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

benigne. L’ASC-<strong>US</strong> è, per sua natura, <strong>di</strong>versamente riproducibile<br />

nei vari laboratori, in quanto non esiste un<br />

accordo tra i citopatologi circa i criteri da adottare per<br />

fare tale <strong>di</strong>agnosi. Secondo il sistema Bethesda, la categoria<br />

ASC-<strong>US</strong> rappresenta l’1,3-5% <strong>di</strong> tutti i pap-test<br />

nell’ambito <strong>di</strong> uno screening per il cervicocarcinoma,<br />

non deve superare il 5% ed il rapporto ASC-<strong>US</strong>/SIL non<br />

deve essere superiore a 2 :1. Attualmente viene inoltre<br />

identificata e <strong>di</strong>stinta la categoria ASC-H che si <strong>di</strong>fferenzia<br />

dall’ASC-<strong>US</strong> per il maggior rischio <strong>di</strong> lesioni preneoplastiche<br />

<strong>di</strong> alto grado.<br />

Il valore pre<strong>di</strong>ttivo positivo (VPP) cioè il rischio che una<br />

citologia ASC-<strong>US</strong> sottenda un carcinoma invasivo è<br />

molto basso (0,1-0,2%), tuttavia le categorie associate a<br />

basso VPP, come è tipicamente l’ASC-<strong>US</strong>, non possono<br />

essere trascurate in quanto esse rendono ragione <strong>di</strong><br />

circa un terzo dei CIN2+ <strong>di</strong>agnosticati istologicamente:<br />

infatti nel 5-17% dei casi <strong>di</strong> ASC-<strong>US</strong> è presente una lesione<br />

preneoplastica <strong>di</strong> alto grado alla biopsia (mentre<br />

tale percentuale sale fino al 24-94% nel caso <strong>di</strong> ASC-H).<br />

Perciò il gold standard della gestione dell’ASC-<strong>US</strong> sarebbe<br />

l’in<strong>di</strong>viduazione delle CIN2+ e la stratificazione<br />

degli ASC<strong>US</strong> sulla base della presenza <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio<br />

<strong>di</strong> progressione verso il carcinoma.<br />

<strong>Gestione</strong> della paziente con ASC-<strong>US</strong><br />

Il managment ottimale dell’ASC-<strong>US</strong> ha subito dei ra<strong>di</strong>cali<br />

cambiamenti nell’ultimo decennio ma rimane profondamente<br />

influenzato dal substrato clinico specialistico<br />

(colposcopisti adeguatamente addestrati) e dalla<br />

<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> nuovi meto<strong>di</strong> microbiologici, citologici<br />

e istologici.<br />

Attualmente esistono perlomeno tre opzioni <strong>di</strong> gestione<br />

dell’ASC-<strong>US</strong> (26):<br />

1. invio <strong>di</strong>retto al II livello rappresentato dalla colposcopia:<br />

molto frequente in Italia, è una scelta<br />

poco efficiente, associata a un grande <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> risorse e alla saturazione dell’offerta colposcopica<br />

con lunghe liste <strong>di</strong> attesa, rispetto ad<br />

un modesto beneficio <strong>di</strong>agnostico ed ad una<br />

potenziale sovrastima dei trattamenti necessari<br />

(vantaggi: biopsia mirata, riduzione del rischio<br />

<strong>di</strong> mancata <strong>di</strong>agnosi, riduzione dell’ansia della<br />

paziente; svantaggi: over<strong>di</strong>agnosi ed overtreatment);<br />

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<strong>Colposcopia</strong><br />

SICPCV<br />

17<br />

2. ripetizione del pap-test ogni 4-6 mesi ed esame<br />

colposcopico solo nel caso <strong>di</strong> citologia persistentemente<br />

alterata: può essere una scelta<br />

vantaggiosa da un punto <strong>di</strong> vista economico ma<br />

può comportare un ritardo nella <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> neoplasia<br />

preinvasiva e invasiva con possibili problematiche<br />

me<strong>di</strong>co legali; tuttavia è sicuramente<br />

la condotta consigliata per adolescenti e under<br />

20 anni in considerazione della storia naturale<br />

dell’infezione, della estrema rarità <strong>di</strong> lesioni neoplastiche<br />

in questa fascia d’età e della possibilità<br />

<strong>di</strong> remissione spontanea anche per le CIN2<br />

(1, 16, 25);<br />

3. eseguire l’HPV-test per selezionare le pazienti<br />

che necessitano <strong>di</strong> colposcopia e biopsia (HPVtest<br />

positivo) dalle donne che, essendo negative<br />

al test, potranno essere seguite in follow-up (3).<br />

La ripetizione del pap-test, riservando la colposcopia<br />

solo ai casi <strong>di</strong> ASC-<strong>US</strong> persistente o a quadri più severi,<br />

trova una logica spiegazione nel fatto che parte della<br />

categoria ASC-<strong>US</strong> sottende una infezione transiente<br />

da HPV che solo in una minoranza <strong>di</strong> casi, persisterà al<br />

controllo a 6 mesi.<br />

Comunque il triage me<strong>di</strong>ante ripetizione della citologia,<br />

seppur migliorando il VPP, comporta una flessione<br />

della sensibilità, con mancata <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> circa un 20%<br />

<strong>di</strong> CIN2+.<br />

Le linee guida 2006 della SICPCV raccomandano, in<br />

caso <strong>di</strong> ASC-<strong>US</strong>, <strong>di</strong> fare sempre la colposcopia con<br />

eventuale biopsia mirata (4). Tuttavia è ritenuta ugualmente<br />

valido, per il solo ASC-<strong>US</strong>, l’invio imme<strong>di</strong>ato al<br />

test per l’HPV con esecuzione dell’esame colposcopico<br />

alle sole pazienti HPV test positive.<br />

Un significativo numero <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> controllati in<strong>di</strong>cano<br />

che l’utilizzo dell’HPV-DNA test risulta essere l’opzione<br />

più vantaggiosa per il triage della citologia ASC-<strong>US</strong>.<br />

• Lo stu<strong>di</strong>o ALTS ha confermato la eccellente sensibilità<br />

dell’HPV test (HC2) per la identificazione delle lesioni<br />

<strong>di</strong> alto grado nelle pazienti con citologia ASC-<strong>US</strong> (5).<br />

• Questa sensibilità associata ad una sod<strong>di</strong>sfacente<br />

specificità identifica l’HPV test (HC2) come l’opzione<br />

raccomandata per il triage della citologia ASC-<strong>US</strong>.<br />

Il triage imme<strong>di</strong>ato me<strong>di</strong>ante HPV test risulta più costo-efficiente<br />

della ripetizione a 6 mesi anche perché,<br />

quest’ultima si associa in genere ad una bassa compliance,<br />

mentre la compliance al test HPV imme<strong>di</strong>ato è<br />

decisamente superiore.<br />

Sulla base dei risultati dello stu<strong>di</strong>o ALTS, possiamo<br />

quin<strong>di</strong> affermare che l’HCII sia l’opzione raccomandata<br />

per il managment dell’ASC-<strong>US</strong>: le pazienti con citologia<br />

ASC-<strong>US</strong>, negative all’HCII possono essere inviate ad<br />

un follow-up citologico annuale, quelle positive (circa il<br />

50%) dovrebbero essere gestite come le LSIL ed inviate<br />

a colposcopia (15, 17).<br />

mRNA<br />

La<br />

in Italia<br />

Al momento sono <strong>di</strong>sponibili alcuni nuovi kit in grado <strong>di</strong><br />

rivelare gli mRNA co<strong>di</strong>ficanti per le proteine oncogene<br />

E6 ed E7, la cui iperespressione è necessaria per l’iniziazione<br />

e la progressione della trasformazione oncogenica.<br />

L’identificazione <strong>di</strong> tali trascritti potrebbe essere un in<strong>di</strong>ce<br />

funzionale <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> progressione neoplastica<br />

più efficace rispetto all’HPV DNA test (9, 11).<br />

L’ mRNA test (NucliSENS EasyQ HPV) ha <strong>di</strong>mostrato<br />

una maggiore specificità, rispetto agli HPV DNA test,<br />

nell’identificazione delle CIN2+ tra i pap test alterati<br />

(ASC<strong>US</strong>+): specificità NucliSENS 63% vs 49% <strong>di</strong> HCII.<br />

La sensibilità è invece significativamente minore (76%<br />

vs 95% <strong>di</strong> HCII), pur rimanendo PPV e NPV paragonabili<br />

(14, 9).<br />

Nel nostro Policlinico è stato condotto uno stu<strong>di</strong>o in associazione<br />

tra gli Istituti <strong>di</strong> Microbiologia, <strong>di</strong> Anatomia<br />

Patologica e <strong>di</strong> Ginecologia sulla specificità dell’mRNA<br />

test in confronto all’HCII nella gestione della citologia<br />

anormale. Le 400 pazienti con citologia sia normale sia<br />

alterata, sono state testate con l’HCII che è risultato positivo<br />

nel 54,7% degli ASC-<strong>US</strong> in accordo con i dati della<br />

letteratura.<br />

Il gruppo ASC-<strong>US</strong> HR HPV+, screenato me<strong>di</strong>ante NucliSens,<br />

è risultato positivo solo nel 20% dei casi.<br />

Quin<strong>di</strong>, paragonato all’HCII, l’mRNA test sembrerebbe<br />

un più precoce marker <strong>di</strong> infezione persistente e progressione<br />

<strong>di</strong>splastica nella popolazione con citologia<br />

ASC<strong>US</strong> ma anche normale ed LSIL (6, 7). Tuttavia non è<br />

chiaro se la maggiore specificità del NucliSENS sia dovuta<br />

davvero alla identificazione dei trascritti o al ridotto<br />

range <strong>di</strong> HPV identificati rispetto agli altri kit.<br />

Bisogna infatti tener presente che il NucliSense riconosce<br />

solo 5 HR HPV contro i 14 dell’HCII, ed i 14<br />

dell’’Aptima test, un mRNA test che ha <strong>di</strong>mostrato una<br />

sensibilità del 92,4% nella in<strong>di</strong>viduazione delle CIN2+, a<br />

svantaggio <strong>di</strong> una minore specificità nell’identificazione<br />

delle HSIL tra i pap test anormali (13).<br />

Finora l’accuratezza <strong>di</strong>agnostica dei DNA test versus gli<br />

mRNA test nella gestione clinica della citologia alterata<br />

è stata messa a confronto da pochi stu<strong>di</strong>, dai quali è comunque<br />

emerso che gli mRNA test sembrerebbero possedere<br />

una maggiore specificità ed una minore sensibilità<br />

nell’identificazione delle lesioni ad alto potenziale oncogeno<br />

(22). È auspicabile un uso coor<strong>di</strong>nato ed armonico<br />

dei DNA e degli RNA test nello screening, allo scopo <strong>di</strong><br />

trarre vantaggio dalla combinazione <strong>di</strong> maggior sensibilità<br />

con maggior specificità: in caso <strong>di</strong> HPV DNA test+<br />

ma HPV RNA-, la paziente potrà ripetere l’HPV DNA<br />

dopo 12 mesi ed essere inviata al II livello colposcopico<br />

solo in caso <strong>di</strong> persistenza, mentre dovrà afferire alla<br />

colposcopia con eventuale biopsia in caso <strong>di</strong> positività<br />

<strong>di</strong> ambedue i test.<br />

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18<br />

SICPCV<br />

Inoltre bisogna tener presente che l’epidemiologia<br />

dell’infezione da HPV è già in corso <strong>di</strong> cambiamento<br />

grazie alla <strong>di</strong>ffusione dei vaccini e <strong>di</strong> questo fattore si<br />

dovrà tener conto per meglio “calibrare” gli HPV test<br />

in futuro.<br />

p16<br />

La p16 è una proteina indotta da una espressione aberrante<br />

degli oncogeni degli HR HPV nelle cellule cervicali<br />

basali e parabasali ed, attualmente viene utilizzato<br />

come biomarker per identificare, in campioni citologici,<br />

la presenza <strong>di</strong> cellule trasformate da HR HPV (9).<br />

Nieh et al. hanno confrontato la performance della<br />

p16 con l’uso dell’HPV test nel triage dell’ASC<strong>US</strong>: la<br />

sensibilità della p16 è risultata pari al 95% contro quella<br />

dell’86% dell’HPV (<strong>di</strong>fferenza non significativa), e la<br />

specificità 96% versu 31% dell’HPV (p


SICPCV<br />

19<br />

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