pag. 238-246 - Siapec
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Pathologica (2002) 94:<strong>238</strong>-<strong>246</strong> © Springer-Verlag 2002<br />
ARTICOLO ORIGINALE<br />
G. Magro · A. Gurrera · N. Scavo · S. Lanzafame · M. Bisceglia<br />
La fibromatosi della mammella: studio clinico, radiologico e patologico di<br />
sei casi<br />
Fibromatosis of the breast: a clinical, radiological and pathological study of a series<br />
of six cases<br />
Riassunto Vengono descritti gli aspetti clinici, radiologici<br />
e patologici di sei casi di fibromatosi primitiva della mammella<br />
(FM). La maggior parte dei pazienti (5/6) era rappresentata<br />
da donne di età compresa tra i 22 ed i 58 anni, mentre<br />
soltanto un caso si riferiva ad un paziente di sesso maschile<br />
di 47 anni. Clinicamente i soggetti colpiti presentavano<br />
un nodulo solido, monolaterale, di consistenza dura, a<br />
margini mal definiti. In tre casi, si associava anche retrazione<br />
cutanea e/o del capezzolo. Nessun caso osservato<br />
rientrava in un contesto di patologia sindromica, in cui è<br />
prevista l’insorgenza di fibromatosi a localizzazione multipla.<br />
All’esame ecografico e mammografico i noduli simulavano<br />
un carcinoma scirroso, presentandosi come masse<br />
solide a margini irregolari, ma senza calcificazioni. Tutti i<br />
casi sono stati trattati chirurgicamente con nodulectomia<br />
(4/6) o quadrantectomia (2/6). Al follow-up variabile da 5<br />
mesi a 13 anni non si è osservata sinora nessuna recidiva.<br />
Istologicamente tutti i casi mostravano margini infiltrativi<br />
di aspetto stellato, che si estendevano al parenchima mammario<br />
e al tessuto adiposo circostante. Gli aspetti più caratteristici<br />
erano la presenza di cellule fusate di aspetto blando,<br />
con basso indice mitotico, organizzate in lunghi fasci<br />
intersecantesi tra loro. In tutti i casi, si osservò una variabile<br />
coesistenza delle tre fasi morfologiche già individuate<br />
nelle fibromatosi superficiali tipo Dupuytren: fase proliferativa,<br />
involutiva e residua. La natura fibro-miofibroblastica<br />
delle cellule fu confermata da una diffusa espressione di<br />
vimentina e da una eterogenea espressione di α-actina muscolare<br />
liscia. Non si evidenziò espressione dei recettori per<br />
gli estrogeni, per il progesterone e per gli androgeni, né della<br />
proteina estrogeno-correlata pS2. In questo articolo discutiamo<br />
la patogenesi della fibromatosi mammaria, indicando<br />
come presunti precursori morfologici le cellule stromali<br />
inter- e intra-lobulari, ed affrontiamo le problematiche<br />
di diagnostica differenziale con le lesioni mammarie similtumorali<br />
e tumorali, benigne e maligne, a cellule fusate di<br />
aspetto blando e monomorfo con cui la fibromatosi può essere<br />
facilmente confusa.<br />
Parole chiave Fibromatosi • Mammella • Patogenesi •<br />
Radiologia • Anatomia Patologica<br />
Key words Fibromatosis • Breast • Pathogenesis • Radiology •<br />
Surgical pathology<br />
G. Magro () • A. Gurrera • S. Lanzafame<br />
Dipartimento F.G. Ingrassia,<br />
Sezione di Anatomia Patologica,<br />
Università di Catania,<br />
Via S. Sofia 87, I-95123 Catania, Italia<br />
e-mail: gaetano.magro@tiscalinet.it<br />
Tel.: +39-095-256024<br />
Fax: +39-095-256023<br />
N. Scavo<br />
Dipartimento di Dermatologia,<br />
Università di Catania, Catania, Italia<br />
M. Bisceglia<br />
Servizio di Anatomia Patologica,<br />
IRCCS Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”,<br />
San Giovanni Rotondo, Foggia, Italia<br />
Introduzione<br />
Le fibromatosi sono lesioni proliferative fibro-miofibroblastiche<br />
definite “simil-tumorali’’ o “tumorali a basso grado<br />
di malignità” perché presentano un comportamento clinico-biologico<br />
intermedio tra un tumore benigno ed un fibrosarcoma<br />
di basso grado [1]. Infatti, pur non metastatizzando,<br />
esse esibiscono aggressività locale con infiltrazione<br />
dei tessuti circostanti e tendenza alla recidiva, anche dopo<br />
completa asportazione chirurgica. A seconda della localizzazione,<br />
vengono distinte fibromatosi “superficiali”, dette<br />
anche fasciali, e fibromatosi “profonde” dette anche “tu-
G. Magro et al.: Fibromatosi della mammella 239<br />
mori desmoidi”. Le fibromatosi superficiali vengono ulteriormente<br />
distinte in “fibromatosi palmare” (malattia di<br />
Dupuytren), “plantare” (malattia di Ledderhose) e “peniena”<br />
(malattia di Peyronie); le fibromatosi profonde si distinguono<br />
in “extra-addominali”, “addominali” ed “intraaddominali”<br />
[1]. Sebbene le fibromatosi superficiali e<br />
profonde siano istologicamente ed immunofenotipicamente<br />
simili, esse differiscono per il loro comportamento clinico-biologico.<br />
Le prime raramente infiltrano i tessuti molli<br />
circostanti (tessuto adiposo sottocutaneo e muscolo) e<br />
soltanto eccezionalmente recidivano dopo asportazione<br />
chirurgica; le seconde hanno una percentuale variabile di<br />
rischio di recidiva locale, dipendente dalla sede d’origine.<br />
Si ritiene che le fibromatosi addominali recidivano più raramente,<br />
mentre quelle extra-addominali, soprattutto ad insorgenza<br />
dal cingolo scapolare e pelvico, hanno maggior<br />
probabilità di recidivare [1].<br />
Con il termine di “fibromatosi mammaria (FM)” si intende<br />
una lesione che insorge primitivamente nel parenchima<br />
mammario [2, 3], escludendo da tale definizione tutti<br />
quei casi di fibromatosi che originano dalla fascia dei muscoli<br />
pettorali con infiltrazione secondaria, per contiguità,<br />
della mammella. In letteratura, sono riportate soltanto quattro<br />
serie di FM [2, 4-6] e singole segnalazioni che complessivamente<br />
comprendono circa 150 casi. La maggior<br />
parte di questi si riferisce a casi sporadici, mentre una minoranza<br />
si riscontra nel contesto di alcune sindromi genetiche<br />
ereditarie, come la sindrome di Gardner [7, 8], la fibromatosi<br />
familiare multicentrica [9] e la malattia desmoidea<br />
ereditaria [10]. Sebbene la FM si presenti per lo più come<br />
lesione monolaterale, rari casi di bilateralità sono stati<br />
ben documentati [3, 6]. Il reperto clinico più frequente è la<br />
presenza di una massa palpabile nel parenchima mammario,<br />
di consistenza dura, che simula una neoplasia maligna. In<br />
alcuni casi si associa a retrazione della cute sovrastante o<br />
del capezzolo, se la massa ha sede retroareolare. Soltanto<br />
raramente la FM è asintomatica e può essere scoperta casualmente<br />
con esami radiologici [11]. All’esame mammografico<br />
appare come massa iperdensa, a margini irregolari,<br />
che simula un carcinoma scirroso [2, 5, 11-13]. Lo scopo<br />
del presente lavoro è quello di presentare gli aspetti clinici,<br />
radiologici e patologici di una serie di 6 casi di FM e di discutere<br />
le problematiche di diagnostica differenziale che il<br />
patologo deve considerare davanti ad una lesione a cellule<br />
fusate monomorfe, primitiva della mammella.<br />
Materiali e metodi<br />
Sei casi di fibromatosi mammaria primitiva, diagnosticati<br />
presso l’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università di<br />
Catania e presso il Servizio di Anatomia Patologica,<br />
dell’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” di S.<br />
Giovanni Rotondo, sono stati inclusi nello studio. Alcuni di<br />
questi casi sono già stati oggetto di singole segnalazioni<br />
[14] o sono stati considerati in precedenti analisi relative a<br />
lesioni a cellule fusate della mammella [15]. Tutto il materiale<br />
chirurgico è stato fissato in formalina tamponata al<br />
10% e successivamente trattato routinariamente fino all’inclusione<br />
in paraffina. Sezioni seriate sono state tagliate<br />
e colorate con ematossilina-eosina, acido periodico di<br />
Schiff (PAS) con e senza trattamento con diastasi, tricromica<br />
di Masson, van Gieson per fibre collagene, impregnazione<br />
argentica secondo Gomori per il reticolo, Alcian<br />
blu a PH 2.5. Le indagini immunoistochimiche sono state<br />
condotte utilizzando la tecnica dell’immunoperossidasi indiretta,<br />
streptavidina-biotina (LSAB, Dakopatts), incubando<br />
le sezioni con gli anticorpi contro i seguenti antigeni:<br />
vimentina (Immunotech; prediluito), pancitocheratina<br />
(Immunotech; prediluito), desmina (Immunotech; prediluito),<br />
α-actina muscolare liscia (Dako; diluito 1:500), proteina<br />
S-100 (Dako; prediluito), CD34 (Immunotech; prediluito),<br />
recettori per gli estrogeni (ER) (Biogenex; prediluito),<br />
recettori per il progesterone (PR) (Biogenex; prediluito),<br />
recettori per gli androgeni (AR) (Biogenex; prediluito),<br />
la proteina estrogeno-regolata pS2 (Immunotech; diluito<br />
1:30). La perossidasi è stata evidenziata utilizzando tetraidroclorito<br />
di 0.05% 3,3’-diaminobenzidina (Sigma<br />
Chemical Co, USA) come cromogeno per 10 minuti a temperatura<br />
ambiente. Sono stati anche inclusi controlli negativi,<br />
omettendo l’anticorpo primario e/o il secondario.<br />
Risultati<br />
Clinica, radiologia ed aspetto macroscopico<br />
Gli aspetti clinico-radiologici e macroscopici di ciascun caso<br />
sono riassunti nella Tabella 1.<br />
Gli esami ecografici e mammografici sono riportati in<br />
Fig. 1.<br />
Aspetto microscopico<br />
L’esame microscopico su sezioni incluse in paraffina (nei<br />
casi n. 1, 3 e 6 preceduto da analisi su sezioni criostatiche)<br />
ha evidenziato una proliferazione a cellule fusate di aspetto<br />
blando, per lo più senza attività mitotica, prive di atipie di<br />
rilievo, organizzate in lunghi fasci variamente intersecantesi<br />
tra loro e variabilmente frammisti a tessuto fibroso denso<br />
(Fig. 2a, b). In un caso (caso n. 3) si riscontravano anche<br />
aree di tessuto fibro-mixoide in cui le cellule erano disposte<br />
disordinatamente, talora con pattern di tipo storiforme e<br />
mostravano anche aspetto ovoidale e atipie nucleari di grado<br />
lieve (Fig. 2c). In tutti i casi – compreso un caso in cui<br />
la lesione appariva macroscopicamente nodulare e ben circoscritta<br />
(caso n. 1) – sono stati evidenziati margini di crescita<br />
di tipo infiltrativo con aspetto digitiforme nel paren-
240 G. Magro et al.: Fibromatosi della mammella<br />
Tabella 1 Aspetti clinici, radiologici e macroscopici dei 6 casi di fibromatosi mammaria<br />
Caso Età Sesso Clinica Radiologia Macroscopico Trattamento Follow-up<br />
(n.) (anni)<br />
1 22 F Nodulo QSE sinistro Nodulo solido Nodulo solido di 3 cm Nodulectomia No recidiva dopo<br />
Margini regolari Margini ben definiti Margini ben definiti 3 anni<br />
Indolente<br />
No calcificazioni<br />
Natura dubbia<br />
2 23 F Nodulo mammella destra Nodulo solido Nodulo di 1.8 cm Nodulectomia No recidiva dopo<br />
Margini irregolari Margini irregolari Margini stellati 13 anni<br />
Indolente<br />
No calcificazioni<br />
Introflessione capezzolo Sospetto carcinoma<br />
3 29 F Nodulo QIE destro Nodulo solido Nodulo di 2 cm Quadrantectomia No recidiva dopo<br />
Margini irregolari Margini irregolari Margini stellati + 3 anni<br />
Modicamente dolente No calcificazioni + Frammento di<br />
Retrazione cute areolare Sospetto carcinoma Nodulo di 0.5 cm muscolo grande<br />
fascia muscolo pettorale<br />
grande pettorale<br />
4 39 F Dopo 6 mesi comparsa Nodulo solido Nodulo di 1.8 cm Nodulectomia No recidiva dopo<br />
di nodulo su pregressa Margini irregolari Margini stellati 9 anni<br />
cicatrice chirurgica per No calcificazioni<br />
asportazione di lipoma Sospetto carcinoma<br />
della mammella sinistra<br />
Margini irregolari<br />
Indolente<br />
5 58 F Nodulo QSE destro Nodulo solido Nodulo di 2.8 cm Quadrantectomia No recidiva dopo<br />
Modicamente dolente Margini irregolari Margini stellati 8 mesi<br />
Retrazione cute areolare No calcificazioni<br />
Retrazione capezzolo Sospetto carcinoma<br />
6 47 M Nodulo mammella destra – Nodulo di 2.8 cm Nodulectomia No recidiva dopo<br />
Margini irregolari Margini stellati 5 mesi<br />
Indolente<br />
a<br />
Fig. 1 a, b Caso n. 5. a Ecotomografia: area ipoecogena a margini sfumati con<br />
attenuazione posteriore degli echi da notevole impedenza acustica. Reperto compatibile<br />
con malignità. b Mammografia: marcata disorganizzazione strutturale<br />
del corpo ghiandolare mammario nei quadranti superiori da retrazione trabecolare<br />
a grossi fasci convergenti verso nucleo non ben definito. Ispessimento del disegno<br />
duttale in sede retroareolare con areola e capezzolo retratti. Reperto suggestivo<br />
per carcinoma di tipo scirroso<br />
b
G. Magro et al.: Fibromatosi della mammella 241<br />
a<br />
b<br />
c<br />
d<br />
Fig. 2 a-c Caso n. 3; esame estemporaneo (a) e dopo inclusione in paraffina (b): fase proliferativa di FM con cellule fusate di aspetto<br />
blando organizzate in lunghi fasci intersecantesi tra loro e inglobanti strutture duttali mammarie. c Caso n. 1. Esame estemporaneo: fase<br />
proliferativa di FM con cellule di aspetto fusato e ovoidale, disposte disordinatamente. Notare le atipie nucleari nell’inset. d Caso n. 5.<br />
Margine di fibromatosi con aspetto stellato o digitiforme infiltrante tessuto adiposo e parenchima mammario adiacenti. Fase involutivaresidua:<br />
notare l’ipocellularità e l’abbondante tessuto fibroso denso
242<br />
chima mammario e nel tessuto adiposo circostante (Fig.<br />
2d). Come già osservato nelle fibromatosi superficiali tipo<br />
Dupuytren [16-19], a seconda del grado di cellularità e di<br />
fibrosi delle diverse aree, è stato possibile riconoscere tre<br />
diverse fasi morfologiche evolutive: proliferativa, involutiva<br />
e residua. In tutti i casi, aree più cellulate con scarsa matrice<br />
extracellulare (fase proliferativa) (Fig. 2a, b, c) trapassavano<br />
impercettibilmente in aree ipocellulate con un maggior<br />
grado di fibrosi (fase involutiva) (Fig. 2d), che a loro<br />
volta trapassavano in aree acellulate e marcatamente fibrotiche<br />
(fase residua) (Fig. 3), talora di aspetto simil-cheloidale.<br />
La coesistenza delle tre suddette fasi si documentava<br />
in tutti i casi, anche se ciascuna fase era variamente rappresentata<br />
da caso a caso. Rari focolai di aggregati linfocitari<br />
erano presenti in tutti i casi, per lo più alla periferia della<br />
lesione (Fig. 3). Una significativa vascolarizzazione, rappresentata<br />
soprattutto da vasi simil-capillari, di forma piuttosto<br />
variabile, è stata riscontrata in ciascun caso. Soltanto<br />
in due casi (n. 1 e 3) si sono riscontrati focali atipie nucleari<br />
di grado lieve (Fig. 2b) e rare mitosi (
G. Magro et al.: Fibromatosi della mammella 243<br />
soggetto può essere casuale o inquadrabile nella categoria<br />
delle “fibromatosi multicentriche”, caratterizzate dalla comparsa<br />
di lesioni a localizzazione multipla in uno stesso paziente,<br />
non affetto da alcuna sindrome genetica [1]. Nella<br />
nostra serie tutti casi di FM furono monolaterali, confermando<br />
così la rarità della bilateralità, documentabile in letteratura<br />
soltanto in circa otto casi, uno dei quali nel contesto<br />
della sindrome di Gardner [3, 6, 8]. I casi di FM bilaterale<br />
riportati in letteratura risultarono per lo più sincroni alla<br />
diagnosi, anche se, in un caso, la seconda lesione (nella<br />
mammella controlaterale) comparve circa due anni dopo<br />
dall’asportazione chirurgica della prima [24]. Poiché non è<br />
mai stato possibile dimostrare alcuna continuità anatomica<br />
si ritiene che la bilateralità sia espressione di un processo<br />
proliferativo indipendente nelle due mammelle.<br />
L’eziopatogenesi della FM è sconosciuta. Circa la patogenesi<br />
delle fibromatosi in genere è ormai ampiamente accettato<br />
il concetto secondo cui le fibromatosi superficiali e<br />
profonde insorgano dalle fasce muscolo-aponeurotiche in<br />
seguito a stimolazione da parte di fattori di crescita e di citochine<br />
che inducono localmente un processo proliferativo e<br />
differenziativo dei fibroblasti fasciali in miofibroblasti [19,<br />
25, 26]. Tale ipotesi non è ovviamente valida per la mammella<br />
dove, come noto, non esiste tessuto fasciale intraparenchimale.<br />
Noi ipotizziamo che le cellule fusate vimentina<br />
+ /CD34 + dello stroma mammario interlobulare ed intralobulare<br />
[27, 28] siano i precursori dei fibro-miofibroblasti<br />
che costituiscono la FM. A favore di questa ipotesi esistono<br />
evidenze che dimostrano come, in diverse patologie come il<br />
fibroadenoma, i tumori filloidi, gli amartomi muscolari e i<br />
tumori benigni stromali (miofibroblastoma, tumore solitario<br />
fibroso, tumore simil-lipoma a cellule fusate) [27-30], le cellule<br />
stromali abbiano capacità differenziativa pluripotente<br />
verso diverse linee cellulari mesenchimali (adipocitica, muscolare<br />
liscia, ossea e cartilaginea), qui compresa anche<br />
quella fibro-miofibroblastica. In un caso di tumore filloide<br />
è stato infatti ben documentato come lo stroma mammario<br />
possa dare origine ad una proliferazione simile alla fibromatosi<br />
digitale infantile [31]. Pertanto è possibile speculare<br />
come stimoli ancora sconosciuti, probabilmente in pazienti<br />
con particolare predisposizione genetica, inducano una proliferazione<br />
delle cellule stromali mammarie (interlobulari<br />
e/o intralobulari) ed una loro differenziazione verso la linea<br />
fibro-miofibroblastica. Ciò si traduce nella perdita dell’espressione<br />
del CD34 da parte delle cellule stromali e nella<br />
contemporanea acquisizione di un immunofenotipo miofibroblastico,<br />
come documentato dalla neoespressione di<br />
α-actina muscolare liscia ed in minor misura della desmina.<br />
L’eziologia della FM è ancora sconosciuta. In un nostro<br />
caso (caso n. 4), la fibromatosi insorgeva nella stessa sede<br />
di pregressa exeresi di un lipoma intrammario. Sebbene sia<br />
noto che le fibromatosi possano originare come lesioni reattive<br />
in seguito a traumi o interventi chirurgici [1], soltanto in<br />
11 casi di FM (incluso il nostro) è stato possibile correlare<br />
l’insorgenza della patologia con un pregresso trauma mammario<br />
[3, 6, 12, 32-36]; ciò evidentemente suggerisce come<br />
la FM possa insorgere indipendentemente da traumi meccanici,<br />
i quali, come ampiamente noto, in questa sede sono per<br />
lo più responsabili di focolai di citosteatonecrosi e/o di fibrosi<br />
di tipo cicatriziale.<br />
L’evidenza che la mammella è un organo ormono-dipendente<br />
e che la fibromatosi extramammaria possa esprimere<br />
recettori estro-progestinici [37-39] e anche andare incontro<br />
a regressione, dopo trattamento con farmaci ad attività antiestrogenica<br />
[40], hanno fatto ipotizzare un’eziologia ormonale<br />
per la FM. Tuttavia, tutte le serie presenti in letteratura,<br />
compresa la presente, che hanno studiato il profilo recettoriale,<br />
non hanno evidenziato espressione di recettori estroprogestinici<br />
né di proteine regolate dagli estrogeni (ad esempio,<br />
la pS2), né infine di recettori per gli androgeni, rendendo<br />
dubbia un’eziologia ormonale e l’efficacia di una terapia<br />
anti-estrogenica [6, 15, 41].<br />
Radiologicamente è noto che la FM frequentemente simula<br />
una neoplasia maligna [42]. In 5/6 dei nostri casi gli<br />
esami radiologici eseguiti risultarono sospetti per carcinoma<br />
invasivo. L’ecografia rivelò masse a margini irregolari ed<br />
ipoecogene con attenuazione posteriore degli echi, mentre la<br />
mammografia evidenziò masse iperdense, senza calcificazioni<br />
ed a margini irregolari. Soltanto in un caso (caso n. 1)<br />
l’ecografia e la mammografia evidenziarono un nodulo a<br />
margini ben definiti, rispettivamente iperecogeno e iperdenso,<br />
di natura dubbia, con orientamento diagnostico da parte<br />
del radiologo rinviato all’esame istologico: dati questi che<br />
suggeriscono come il radiologo debba includere anche la fibromatosi<br />
nella diagnostica differenziale delle lesioni mammarie<br />
con aspetti di malignità, soprattutto in giovani donne.<br />
Sfortunatamente, non esistono segni radiologici specifici<br />
della FM: l’assenza di calcificazioni nel contesto della lesione<br />
sembra essere un aspetto piuttosto costante, anche se<br />
ovviamente aspecifico, poiché è possibile che lesioni preesistenti<br />
microcalcificanti (ad esempio, adenosi sclerosante)<br />
possano venire inglobate dalla FM. Sotto il profilo istopatologico,<br />
la FM presenta un quadro morfologico identico a<br />
quello osservabile nelle fibromatosi extramammarie superficiali<br />
e profonde. L’aspetto più caratteristico è la presenza<br />
di cellule fusate organizzate in lunghi fasci intersecantesi tra<br />
loro e variabilmente associati a tessuto fibroso denso. In tutti<br />
i nostri casi abbiamo evidenziato una coesistenza delle tre<br />
fasi morfologiche che caratterizzano le fibromatosi extramammarie,<br />
soprattutto quelle superficiali [16-19]: fase proliferativa,<br />
involutiva e residua. Ciascuna fase era variamente<br />
rappresentata da caso a caso e anche nel contesto di una stessa<br />
lesione. Rare e focali atipie nucleari di grado lieve e rare<br />
mitosi (
244<br />
La FM entra in diagnosi differenziale con lesioni similtumorali<br />
e tumorali (benigne e maligne), a cellule fusate, di<br />
aspetto blando e monomorfo. Tra le prime si annoverano soprattutto<br />
la fascite nodulare e l’amartoma muscolare. La fascite<br />
nodulare primitiva della mammella è un’entità rara [43]<br />
che si distingue dalla fibromatosi per la presenza di: (1) aree<br />
mixoidi con un aspetto tipico di tessuto “simil-coltura”; (2)<br />
un più elevato indice mitotico; (3) cellule in parte a morfologia<br />
“mioide” di forma poligonale e/o stellata (fibro-miofibroblasti<br />
attivati); (4) una significativa, anche se di grado variabile,<br />
componente infiammatoria (linfociti e macrofagi) ed<br />
eritrocitaria tra le cellule fusate. L’amartoma muscolare o<br />
mioide della mammella, al contrario della fibromatosi, è una<br />
lesione nodulare, a margini ben circoscritti, costituito da cellule<br />
muscolari lisce mature che circondano strutture epiteliali<br />
di tipo duttale e lobulare [44].<br />
Tra le neoplasie benigne che possono simulare la FM va<br />
ricordato soprattutto il miofibroblastoma, neoplasia dello<br />
stroma mammario caratterizzata dalla presenza di cellule fusate<br />
ad immunofenotipo fibro-miofibroblastico. La variante<br />
lipomatosa del miofibroblastoma può presentare aspetti “simil-fibromatosi”<br />
che possono indurre in errori diagnostici, in<br />
ragione dell’intrappolamento di isole di tessuto adiposo [30].<br />
Va ricordato comunque come il miofibroblastoma si caratterizzi<br />
per la presenza di margini espansivi, corti fasci cellulari<br />
intersecantesi casualmente tra loro e separati da spesse<br />
bande fibrotiche, nonché dall’espressione variabile di CD34,<br />
di recettori estro-progestinici, e di recettori per gli androgeni,<br />
che non si documenta nella FM [15, 27, 28]. Un’altra lesione<br />
che può essere confusa con la FM è il tumore miofibroblastico<br />
infiammatorio (anche detto pseudotumore infiammatorio<br />
o granuloma plasmocellulare), una lesione dalla natura<br />
ancora controversa, essendo ritenuta da alcuni Autori come<br />
reattiva simil-tumorale e da altri come sarcoma miofibroblastico<br />
di basso grado [45]. Probabilmente con il termine<br />
di “tumore miofibroblastico infiammatorio” si etichettano<br />
entità clinico-patologiche piuttosto eterogenee con un comune<br />
tema istologico di base; ciò spiegherebbe come alcune di<br />
queste lesioni si comportino in modo del tutto benigno mentre<br />
altre, istologicamente simili, soprattutto in particolari sedi,<br />
possano recidivare e, più raramente, metastatizzare rivelandosi<br />
clinicamente come sarcomi di basso grado. I rari casi<br />
riportati nella mammella [46-49] si presentavano clinicamente<br />
e radiologicamente come noduli per lo più a margini<br />
ben circoscritti, talora irregolari, che simulavano lesioni maligne.<br />
L’aspetto morfologico più caratteristico, che aiuta a differenziare<br />
un tumore miofibroblastico infiammatorio da una<br />
fibromatosi, è la presenza, nel primo, di cellule fusate immerse<br />
in uno stroma piuttosto variabile, da mixoide a più frequentemente<br />
fibroso denso con significativa componente infiammatoria,<br />
talora ad atteggiamento nodulare, costituita da<br />
linfociti, plasmacellule ed istiociti. Lo studio immunoistochimico<br />
è di scarso ausilio poiché anche le cellule del tumore<br />
miofibroblastico infiammatorio sono di natura fibro-miofibroblastica.<br />
Il comportamento clinico dei pochi casi di tumo-<br />
G. Magro et al.: Fibromatosi della mammella<br />
ri miofibroblastici infiammatori mammari riportati in letteratura<br />
è risultato generalmente benigno dopo completa asportazione<br />
chirurgica, con l’eccezione di un caso in cui la lesione,<br />
presente bilateralmente, recidivò in entrambe le mammelle<br />
dopo 5 mesi dal trattamento chirurgico [49].<br />
Tra i tumori maligni, che entrano in diagnosi differenziale<br />
con la fibromatosi, ricordiamo soprattutto i sarcomi a<br />
cellule fusate di basso grado (fibrosarcoma/fibroistiocitoma<br />
maligno, leiomiosarcoma), il sarcoma stromale (di derivazione<br />
dallo stroma specializzato dell’organo), il carcinoma<br />
a cellule fusate “simil-fibromatosi” di basso grado e il<br />
mioepitelioma maligno a cellule fusate. I suddetti sarcomi si<br />
distinguono dalla fibromatosi per una maggiore cellularità,<br />
pleomorfismo cellulare, un più elevato indice mitotico e per<br />
l’eventuale presenza di necrosi [3, 50, 51]. Particolarmente<br />
impegnativo può risultare distinguere una fibromatosi da un<br />
carcinoma a cellule fusate “simil-fibromatosi” di basso grado<br />
[52, 53]. Quest’entità, recentemente riconosciuta come<br />
una variante del carcinoma metaplastico mammario, si caratterizza<br />
per la presenza di una componente a cellule fusate<br />
(non inferiore al 90-95% dell’intera neoplasia) di aspetto<br />
blando, con basso indice mitotico (0-2 mitosi × 10 HPF), in<br />
cui risulta solitamente presente una focale componente epiteliale<br />
(5-10% dell’intera neoplasia) di istotipo per lo più<br />
squamoso che trapassa impercettibilmente nella componente<br />
fusata.<br />
Come la stessa etichetta “simil-fibromatosi” lascia intendere,<br />
questo carcinoma presenta, nella maggior parte dei<br />
casi, margini infiltrativi stellati e cellule fusate, alcune delle<br />
quali positive esclusivamente all’α-actina muscolare liscia<br />
ed organizzate in fasci intersecantesi tra loro; la costante positività<br />
per citocheratine, variabilmente espresse dal 20-80%<br />
degli elementi cellulari nel carcinoma simil-fibromatosi,<br />
mai espressa nella FM e l’assenza di fasci cellulari lunghi,<br />
molto caratteristici della fibromatosi, aiutano nella diagnostica<br />
differenziale.<br />
Il mioepitelioma mammario è una neoplasia costituita<br />
esclusivamente da cellule fusate (accettabile una quota<br />
epiteliale che non superi il 5-10% dell’intera neoplasia) ad<br />
immunofenotipo ibrido, mioide ed epiteliale, coesprimente<br />
α-actina muscolare liscia, citocheratine e meno frequentemente<br />
proteina S-100. Tali neoplasie mostrano in<br />
genere, al contrario della fibromatosi, atipie citologiche di<br />
grado variabile, elevato indice mitotico e focolai di necrosi<br />
[13, 54].<br />
In conclusione, i dati clinici, radiologici e patologici della<br />
presente casistica di FM, in accordo con quanto già rilevato<br />
da precedenti serie, suggeriscono che tale patologia rivesta<br />
notevole rilevanza pratica, riscontrandosi soprattutto in<br />
giovani donne con lesioni clinicamente e radiologicamente<br />
sospette per malignità. Il patologo deve includere anche la<br />
fibromatosi nella diagnostica differenziale delle lesioni<br />
mammarie a cellule fusate per evitare possibili misinterpretazioni<br />
con patologie maligne, quali soprattutto sarcomi e<br />
carcinomi a cellule fusate di basso grado.
G. Magro et al.: Fibromatosi della mammella 245<br />
Summary We describe the clinical, radiological and pathological<br />
features of a series of six cases of primary fibromatosis<br />
of the breast. Most patients (5 of 6) were women of<br />
22-58 years of age; one case occurred in a 47-year-old<br />
man. The fibromatosis of the breast in all cases presented<br />
as a monolateral solid nodule, clinically suspicious for malignancy<br />
and in three cases was also associated with cutaneous<br />
and/or nipple retraction. None of the patients was affected<br />
by any genetic disorder characterized by fibromatoses<br />
involving multiple sites, including breast. Both<br />
echographic and mammographic examinations revealed<br />
solid masses with irregular margins but without calcifications,<br />
mimicking scirrous carcinoma. All cases were surgically<br />
treated by lumpectomy (4 of 6) or quadrantectomy (2<br />
of 6), and after a follow-up period ranging from 5 months<br />
to 13 years all patients are well and disease-free.<br />
Histological examination revealed finger-like infiltrating<br />
margins entrapping adjacent breast parenchyma and adipose<br />
tissue in all cases. The hallmark of the lesion was the<br />
presence of bland-looking spindle cells, with a low mitotic<br />
index, organized in long sweeping and intersecting fascicles.<br />
Three different morphological phases (i.e. proliferative,<br />
involutional and residual), identical to those observed<br />
in Dupuytren’s superficial fibromatosis, variably coexisted<br />
in each case. At immunohistochemistry the cells which comprised<br />
the lesion exhibited a diffuse expression of vimentin<br />
and a heterogeneous immunoreactivity to a-smooth muscle<br />
actin, thus confirming their fibro-myofibroblastic nature.<br />
No expression of estrogen, progesteron or androgen receptors<br />
or of pS2 correlated-estrogen protein was observed. We<br />
discuss both the pathogenesis of the mammary fibromatosis,<br />
pointing to the fibroblastic cells of the mammary stroma<br />
as the putative precursors, and the differential diagnosis<br />
versus the bland-looking, monomorphic spindle cell tumor-like<br />
or tumorous lesions of the breast.<br />
Ringraziamenti Gli Autori ringraziano il Dr. Francesco Fiorentino<br />
del Dipartimento di Radiologia e Diagnostica per Immagini (IRCCS<br />
Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza’’, San Giovanni Rotondo,<br />
Foggia) e Antonella Corsaro per l’eccellente assistenza tecnica.<br />
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