06.11.2014 Views

Marzo 2012 - Movimento Nonviolento

Marzo 2012 - Movimento Nonviolento

Marzo 2012 - Movimento Nonviolento

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

La presenza<br />

dei giovani nel<br />

<strong>Movimento</strong><br />

<strong>Nonviolento</strong> (da<br />

sinistra: Daniele<br />

Taurino, Raffaella<br />

Mendolia).<br />

14<br />

s<br />

il valore appreso dall’illuminismo (assieme<br />

agli altri tre). Ai mezzi pesantissimi della violenza<br />

opporsi con coltello e fucile è, a parte<br />

ogni considerazione etica, insensato. Occorre<br />

vedere lucidamente e in concreto gli effetti<br />

delle violenze in atto, riconoscere il percorso<br />

della civiltà verso la riduzione della violenza<br />

che i nonviolenti possono aiutare, snidare la<br />

nonviolenza implicita per preparare gli animi<br />

a contrastare. Quanto ci serva l’approfondimento<br />

di queste premesse mi sembra oggi<br />

sempre più chiaro.<br />

Noi ricordiamo spesso come ultimo scritto di<br />

Capitini “La forza preziosa dei piccoli gruppi”,<br />

una lettera di religione datata 6 ottobre,<br />

a meno di due settimane dalla morte. Un po’<br />

ci consola, visto che siamo rimasti piccoli,<br />

pensarci preziosi. Ma lo scritto dice dell’incessante<br />

azione che gli amici della nonviolenza<br />

sono chiamati a fare per aggiungere il<br />

loro contributo ed il loro esempio ai gruppi<br />

di contestazione.<br />

“Essi hanno la fiducia di essere efficienti, sia<br />

perché hanno il coraggio di scendere in piazza,<br />

specialmente nei luoghi di lavoro: università<br />

o fabbrica, sia perché urtano direttamente<br />

il sistema, rompendone delle parti,<br />

cose o persone”. Ma ne sono evidenti gravi<br />

limiti da comprendere e correggere: l’attenzione<br />

è verso gli avversari con cui lottare<br />

(poliziotti, uomini del potere economico e politico)<br />

invece che alle persone con cui e per<br />

cui operare; manca una coscienza dei perni<br />

guasti del sistema da mutare: non basta dire<br />

contro il capitalismo, contro il potere; c’è la<br />

tendenza a spaventare i più, complici del sistema,<br />

piuttosto che considerarli collaboratori<br />

nel mutamento; con il loro modo di agire<br />

nessuna garanzia danno che se prevalessero<br />

il potere sarebbe di tutti. Non aggiungo altro,<br />

a parte l’invito a rileggere lo scritto.<br />

Mi chiedo cosa facciamo per correggere questi<br />

limiti se è vero ancora, come diceva Aldo,<br />

che non vogliamo un sistema che agisce con<br />

la violenza verso persone vicine e lontane,<br />

che mantiene l’inferiorità della povertà di<br />

tanti esseri umani, che manipola l’informazione<br />

privando della libertà e capacità di<br />

critica, che amministra e governa ciò che è<br />

pubblico senza la possibilità di controllo di<br />

tutti dal basso.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!