fumo - Azienda Ulss 12 veneziana
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8 il percorso svolto<br />
nell’azienda <strong>Ulss</strong> <strong>12</strong> <strong>veneziana</strong><br />
gruppo di lavoro<br />
anno 1997<br />
medici di Medicina generale<br />
Francesco Blascovich<br />
Alessandro Di Giulio<br />
Franco Fabbro<br />
Raffaella Michieli<br />
Maurizio Scassola<br />
Sandro Severi<br />
unità operativa<br />
Prevenzione dipendenze<br />
Daniela Orlandini<br />
Annarosa Pettenò<br />
All’interno della strategia di intervento nell’ambito della prevenzione e del trattamento<br />
delle problematiche <strong>fumo</strong>-correlate messa in atto dal 1997 dall’azienda<br />
<strong>Ulss</strong> <strong>12</strong> <strong>veneziana</strong> (unità operativa Prevenzione dipendenze, ³ p. 70), la figura del<br />
medico di Medicina generale fin dall’inizio ha ricoperto un ruolo importante. Il<br />
coinvolgimento del medico di Medicina generale è necessario per poter incidere<br />
sul fenomeno del <strong>fumo</strong> di tabacco all’interno della rete territoriale promossa, al<br />
fine di offrire risposte nuove, integrate e coordinate, come raccomandato a livello<br />
internazione dall’Organizzazione mondiale della sanità (oms).<br />
Il medico di Medicina generale risulta essere, infatti, uno dei nodi fondamentali<br />
della comunità, notoriamente il punto di riferimento più importante per la popolazione.<br />
In un anno ogni medico di famiglia vede circa il 75% dei propri assistiti<br />
almeno una volta e, per il ruolo che riveste, può fornire consigli personalizzati e<br />
mirati svolgendo un’importante azione educativa per quanto riguarda gli stili di<br />
vita e la maturazione della decisione di smettere di fumare. Infatti diversi studi<br />
evidenziano che le raccomandazioni fornite dal medico di Medicina generale sono<br />
efficaci nel ridurre il numero dei fumatori e che l’efficacia nella modificazione dei<br />
comportamenti dei propri assistiti rispetto all’abitudine al <strong>fumo</strong> può essere aumentata<br />
utilizzando tecniche e strumenti educativi e di counselling standardizzati<br />
e sperimentati.<br />
Alla luce di tali considerazioni, il primo passo è stato la costituzione di un gruppo<br />
di lavoro (1997) composto da operatori dell’unità operativa Prevenzione dipendenze<br />
e da alcuni medici di Medicina generale.<br />
Fumo come aiutare i pazienti a smettere di fumare<br />
gruppo di lavoro<br />
anno 1998<br />
medici di Medicina generale<br />
Alessandro Di Giulio<br />
Franco Fabbro<br />
Maurizio Scassola<br />
Sandro Severi<br />
distretto socio-sanitario<br />
di Marcon e Quarto d’Altino<br />
Federico Munarin<br />
Rossana Brognaro<br />
unità operativa Prevenzione<br />
dipendenze<br />
Pier Guido Nardi<br />
Daniela Orlandini<br />
Annarosa Pettenò<br />
Martina Di Pieri<br />
Daniela Sanavio<br />
Direzione sanitaria<br />
Cristina Potì<br />
Nel corso del tempo il gruppo si è andato arricchendo di altre risorse e collaborazioni<br />
e sono state programmate e realizzate numerose iniziative.<br />
Giornata di aggiornamento sul tema Il ruolo del medico di Medicina generale e<br />
del pediatra nella prevenzione del <strong>fumo</strong> di tabacco (21 marzo 1998), organizzata<br />
dall’unità operativa Prevenzione dipendenze in collaborazione con il distretto sanitario<br />
di Marcon e Quarto d’Altino e alcuni medici di Medicina generale.<br />
Ai 46 medici presenti è stato distribuito un questionario per conoscere le loro opinioni,<br />
atteggiamenti e valutazioni del fenomeno <strong>fumo</strong>, in relazione alla propria<br />
esperienza professionale. Tale questionario è stato inviato successivamente anche<br />
ai medici di Medicina generale e ai pediatri di libera scelta assenti. Nel complesso<br />
sono stati raccolti ed elaborati i risultati di 61 questionari. Infine seguiva la possibilità<br />
di aderire all’iniziativa Ambulatorio libero dal <strong>fumo</strong>, che consisteva nell’affiggere<br />
una locandina e nel mettere a disposizione dei pazienti materiale informativo<br />
specifico, nel non esporre oggetti associati al <strong>fumo</strong> (posacenere, accendini, etc.) e,<br />
naturalmente, nel rispettare nel proprio ambulatorio il divieto di fumare.<br />
Da questa iniziativa sono nate delle collaborazioni continuative con alcuni medici<br />
di Medicina generale e il riconoscimento ufficiale da parte dell’azienda <strong>Ulss</strong> <strong>12</strong><br />
<strong>veneziana</strong> di un “referente <strong>fumo</strong>” per i medici di Medicina generale nella figura<br />
di Franco Fabbro.<br />
Allestimento e realizzazione dell’indagine Il medico di Medicina generale e il <strong>fumo</strong><br />
di tabacco (1998/1999) grazie al lavoro di un gruppo locale (1998-1999) e a un<br />
finanziamento della Regione del Veneto quale ricerca sanitaria finalizzata. Tale<br />
indagine ha visto coinvolti 32 medici di Medicina generale, pari al 10,8% dei medici<br />
di Medicina generale dell’azienda <strong>Ulss</strong> <strong>12</strong> <strong>veneziana</strong>, che hanno raccolto ben<br />
2799 questionari tra i propri assistiti. I dati emersi hanno fornito una fotografia<br />
del fenomeno <strong>fumo</strong> di tabacco nella nostra realtà territoriale (³ p. 46). In data