fumo - Azienda Ulss 12 veneziana
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6 perché occuparsi di <strong>fumo</strong> e di fumatori<br />
Fumare è fenomeno antico ma il tabagismo come problematica <strong>fumo</strong>-correlata è acquisizione<br />
recente e in continua evoluzione.<br />
In modo analogo alla storia di altre sostanze e del loro lento riconoscimento come problema<br />
individuale e sociale, solo da poco tempo il tabagismo è visto con una nuova e più<br />
adeguata attenzione e sta perdendo i suoi connotati di “innocente abitudine” o generico<br />
“vizio”. La società si sta finalmente interrogando sulla natura di questo fenomeno e sul<br />
perché sia così diffuso e difficile da affrontare.<br />
La riflessione sulle conseguenze negative a livello corporeo, ha preceduto come sempre<br />
l’approccio più complesso alla dimensione culturale, sociale e psicologica del tabagismo.<br />
Da molti anni ormai sono conosciuti e studiati i molteplici danni fisici che il <strong>fumo</strong> comporta<br />
nel suo consumatore: dalle broncopatie croniche, ai disturbi cardiovascolari, fino<br />
alla neoplasia polmonare. Però, mano a mano che si approfondivano le conoscenze sulle<br />
conseguenze negative dell’uso del tabacco e si sottolineavano i rischi per il fumatore, si<br />
andava percependo che, paradossalmente, ciò non contribuiva a ridurre il consumo di tabacco<br />
nella popolazione. Le informazioni sulla negatività del <strong>fumo</strong> per la salute venivano<br />
razionalmente accettate e fatte proprie dal fumatore ma raramente portavano di per sé alla<br />
cessazione dell’uso.<br />
Come affrontare allora un fenomeno cui la “medicina del corpo” assisteva impotente,<br />
come di fronte a una contraddizione autolesiva che rivelava l’inefficacia degli strumenti<br />
tradizionali di intervento? Perché nel caso del <strong>fumo</strong> sembrava non avere valore la trasmissione<br />
al paziente delle conoscenze scientifiche? Perché non sembrava sufficiente la “paura”<br />
del danno come possibile fattore del cambiamento comportamentale del fumatore?<br />
Fumo come aiutare i pazienti a smettere di fumare<br />
Questa è stata una fase cruciale perché, di fronte a queste difficoltà di approccio e di<br />
lettura del fenomeno, una parte della società, ma anche del mondo sanitario, ha assunto<br />
una posizione fatalista e rinunciataria, finendo per minimizzare o addirittura negare per<br />
lungo tempo il tabagismo, semplificandone la complessità e riducendolo a condotta, al<br />
massimo eticamente riprovevole. Il fumare, in definitiva, è stato visto come qualcosa che<br />
esulava dall’ambito medico per ricollocarsi come fatto privato e come scelta autonoma<br />
della persona.<br />
È stato soltanto quando questa difficoltà di relazionarsi con il fumatore è stata interpretata<br />
come espressione di un legame forte con la sostanza, e ci si è interrogati sulla natura di<br />
questo legame, che è avvenuto il grande cambiamento ed è nata la concreta possibilità di<br />
un intervento efficace.<br />
Si è ormai faticosamente capito che l’uso del tabacco è per alcuni aspetti assimilabile ai<br />
fenomeni delle dipendenze. Solo affrontando gli aspetti profondi legati ai comportamenti<br />
di compulsione, di reiterazione e di ricerca di gratificazione si può aiutare il fumatore a<br />
rinunciare alla sostanza e a quello che rappresenta come aiuto, come piacere, come autocura<br />
o come espressione di disagio.<br />
Questa guida vuol essere un contributo per approfondire questa visione complessa del<br />
problema <strong>fumo</strong> e uno strumento di aiuto al medico di Medicina generale nel suo approccio<br />
con il fumatore impegnato nella difficile scelta di smettere. Nella consapevolezza che<br />
cimentarsi con i problemi delle dipendenze richiede a noi tutti competenze specifiche<br />
ma anche molta costanza e pazienza, accompagnate dalla fiducia nelle possibilità di un<br />
cambiamento laddove riusciamo a favorirlo con interventi appropriati di informazione e<br />
motivazione.<br />
Pier Guido Nardi<br />
direttore del Sert Venezia terraferma