tutta l'arte da Vedere in luglio-agosto - Il Giornale dell'Arte
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Vedere in Friuli Venezia Giulia N. 1 luglio-agosto 2013 umberto allemandi & C. il giornale dell’arte Aquileia, particolare del pavimento musivo della Basilica con le «Storie di Giona». Fotografia di Gianluca Baronchelli tutta l’arte da vedere in luglio-agosto Supplemento a «Il Giornale dell’Arte» n. 333 luglio-agosto 2013
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<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong><br />
Friuli<br />
Venezia Giulia<br />
N. 1 <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> 2013<br />
umberto allemandi & C.<br />
il giornale dell’arte<br />
Aquileia, particolare del pavimento musivo della Basilica con le «Storie di Giona». Fotografia di Gianluca Baronchelli<br />
<strong>tutta</strong> l’arte <strong>da</strong> vedere <strong>in</strong> <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong><br />
Supplemento a «<strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> dell’Arte» n. 333 <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> 2013
Tappeto rosso<br />
Antonio Zanardi Landi, friulano di cuore<br />
e di mente, <strong>da</strong>ll’ambasciata di Mosca al Quir<strong>in</strong>ale<br />
«<strong>Il</strong> mio legame con il Friuli è qualcosa di più profondo di quello che si può<br />
avere semplicemente con un luogo che si ama o dove si sta bene.<br />
Per me è un legame quasi ontologico, che fa parte della mia natura<br />
e che credo abbia marcato anche il mio modo di servire lo Stato»<br />
P<br />
er tracciare le l<strong>in</strong>ee della cultura del Friuli Venezia<br />
Giulia abbiamo chiesto aiuto ad Antonio<br />
Zanardi Landi, attuale ambasciatore italiano a<br />
Mosca: un friulano nel cuore, non solo per ragioni di<br />
provenienza. Classe 1950, nasce a Ud<strong>in</strong>e e, dopo una<br />
laurea <strong>in</strong> giurisprudenza conseguita a Padova, <strong>in</strong>izia<br />
una carriera diplomatica che lo porterà <strong>in</strong> molti paesi<br />
(nel 2004 diventa Ambasciatore d’Italia a Belgrado<br />
e <strong>da</strong>l 2007 Ambasciatore d’Italia presso la<br />
Santa Sede), f<strong>in</strong>o ad arrivare, alla f<strong>in</strong>e del<br />
2010, a Mosca, a rappresentare l’Italia nella<br />
capitale della Federazione Russa. Ora<br />
il Presidente Napolitano, <strong>da</strong>te le priorità<br />
del Paese, lo chiama al suo fianco come<br />
Consigliere Diplomatico.<br />
Ora più che mai è un uomo impegnato<br />
a promuovere gli <strong>in</strong>teressi politici ed economici<br />
italiani all’estero; anche facendo<br />
ricorso alla cultura e all’arte. Fautore di un<br />
importante studio, uscito di recente, sui<br />
«Mille anni di architettura italiana <strong>in</strong><br />
Russia», che traccia una storia dell’<strong>in</strong><strong>in</strong>terrotta<br />
presenza di maestranze italiane nel<br />
paese e che si prefigge di promuovere il lavoro dei tanti nostri<br />
architetti che anche oggi sono desiderosi di avviare delle attività<br />
<strong>in</strong> quel paese.<br />
Anche le mostre di artisti italiani <strong>in</strong> Russia sono tra le sue priorità<br />
per consoli<strong>da</strong>re i legami culturali tra i due paesi: lo testimoniano<br />
nel 2011, <strong>in</strong> occasione dell’«Anno della Cultura e della<br />
L<strong>in</strong>gua italiana <strong>in</strong> Russia», l’apertura al Museo Pushk<strong>in</strong> della<br />
più importante mostra di Caravaggio mai allestita <strong>da</strong>i musei<br />
italiani all’estero, e una grande esposizione dedicata a Tiziano,<br />
che sta per <strong>in</strong>augurare ora. Ma torniamo al Friuli.<br />
Ambasciatore, se dovesse descrivere il suo legame con il<br />
territorio del Friuli Venezia Giulia, terra espressione delle<br />
sue orig<strong>in</strong>i, <strong>da</strong> dove <strong>in</strong>izierebbe il racconto?<br />
<strong>Il</strong> mio legame con il Friuli è qualcosa di più profondo di quello<br />
che si può avere semplicemente con un luogo che si ama o<br />
dove si sta bene. Si tratta per me di un legame quasi ontologico,<br />
che fa parte della mia natura e che credo abbia marcato anche<br />
il mio modo di servire lo Stato. Sono cresciuto a Ud<strong>in</strong>e, molto<br />
vic<strong>in</strong>o a quello che allora era un conf<strong>in</strong>e vero, chiuso, protetto<br />
<strong>da</strong> alte barriere psicologiche, geopolitiche, militari. Ma i ricordi<br />
di <strong>in</strong>fanzia e le sensazioni più forti sono legati ai mesi estivi<br />
trascorsi <strong>in</strong> campagna, <strong>in</strong> quello che sentivo il mio vero luogo e<br />
la mia vera casa; un mondo ancora economicamente depresso,<br />
quasi esclusivamente agricolo, <strong>in</strong> cui il passare delle stagioni era<br />
ancora segnato <strong>da</strong>lle sem<strong>in</strong>e, <strong>da</strong>lle vendemmie, <strong>da</strong>lle mietiture.<br />
Tanti erano quelli rimasti prostrati <strong>da</strong> una guerra term<strong>in</strong>ata pochi<br />
anni prima, colpiti <strong>da</strong>lla miseria, <strong>da</strong>ll’alcolismo, <strong>da</strong>lla disgrazia.<br />
Eppure lo spirito di comunità era molto forte e positivo e mi<br />
ha, s<strong>in</strong>o ad oggi, fatto sentire parte di un gruppo, all’<strong>in</strong>terno del<br />
quale le condizioni di partenza erano molto diverse, ma <strong>in</strong> cui<br />
si percepiva una soli<strong>da</strong>rietà di fondo marcata. Credo che questo<br />
tipo di sensazioni abbia alimentato <strong>in</strong> me una sorta di riflesso<br />
condizionato e automatico sul fatto che la vita, il benessere e il<br />
lavoro delle persone che <strong>in</strong> qualche modo dipendono <strong>da</strong> noi,<br />
quelli della gente che rappresentiamo quando siamo all’estero,<br />
merit<strong>in</strong>o di essere «protetti» <strong>da</strong> chi, anche nel piccolo e con molti<br />
limiti, può essere <strong>in</strong> grado di farlo. Credo che buona parte<br />
della «carica» che mi ha sp<strong>in</strong>to nel mio lavoro sia <strong>da</strong> collegarsi<br />
anche al sentimento di appartenenza a una comunità locale e a<br />
un gruppo di persone, spesso meno favorite o fortunate di me,<br />
nei cui confronti sento ancora oggi un debito <strong>da</strong> pagare.<br />
Dagli anni della sua prima formazione, f<strong>in</strong>o ad arrivare<br />
all’Ambasciata italiana a Mosca: un percorso che l’ha<br />
portata lontano.<br />
Lontano, certamente: <strong>in</strong> Iran, Cana<strong>da</strong>, Serbia, Russia. Ma anche<br />
vic<strong>in</strong>o: ho trascorso <strong>in</strong>fatti quasi otto anni, come Consigliere<br />
e come Capo Missione, alla nostra Ambasciata presso la Santa<br />
Sede, nell’ambito di un’esperienza di eccezionale <strong>in</strong>teresse<br />
politico e umano che mi ha <strong>da</strong>to modo di imparare molto sulla<br />
vita e il modo di operare della Chiesa universale, ma anche<br />
sull’Italia.<br />
All’<strong>in</strong>terno delle <strong>in</strong>iziative di cooperazione culturale<br />
Italia-Russia nel 2011 si sono svolte le celebrazioni per<br />
Antonio Zanardi Landi<br />
l’Anno della cultura e della l<strong>in</strong>gua italiana <strong>in</strong><br />
Russia e della cultura e della l<strong>in</strong>gua russa<br />
<strong>in</strong> Italia, con l’organizzazione di importanti<br />
esposizioni, spettacoli teatrali e numerosi<br />
eventi. <strong>Il</strong> Friuli Venezia Giulia ha esportato <strong>in</strong><br />
Russia la mostra <strong>da</strong>l titolo «<strong>Il</strong> Paesaggio italiano<br />
<strong>in</strong> fotografia 1950-2000» organizzata <strong>da</strong>l<br />
CRAF di Spilimbergo a cura di Walter<br />
Liva, una selezione di 130 fotografie<br />
raffiguranti il paesaggio italiano<br />
degli ultimi c<strong>in</strong>quant’anni del ventesimo<br />
secolo nelle sue molteplici<br />
sfaccettature. Un successo?<br />
L’«Anno della Cultura e della L<strong>in</strong>gua<br />
italiana <strong>in</strong> Russia» del 2011, seguito<br />
<strong>da</strong>l semestre di promozione delle<br />
«Eccellenze italiane» nel 2012 e ora<br />
<strong>da</strong>ll’«Anno del Turismo russo <strong>in</strong> Italia nel 2013-2014», ha rappresentato<br />
un’occasione importantissima per noi per far conoscere<br />
<strong>in</strong> Russia gli aspetti più positivi del nostro Paese. I vari<br />
programmi che abbiamo portato avanti nel corso degli ultimi<br />
due anni e mezzo e che hanno qui avuto un’eco notevolissima<br />
sui media della Federazione Russa, ci hanno consentito di lavorare<br />
<strong>in</strong>sieme a molte aziende italiane, <strong>in</strong> un’ottica di sistema, e<br />
di ottenere anche risultati molto concreti e ritorni economici<br />
non <strong>in</strong>differenti. Le <strong>in</strong>numerevoli manifestazioni culturali (oltre<br />
400 nel solo 2011) ci hanno <strong>in</strong>oltre consentito di modulare<br />
un messaggio «politico» diretto al Governo e al pubblico russo,<br />
e volto a sottol<strong>in</strong>eare il peso e la vivacità delle relazioni bilaterali.<br />
La mostra del CRAF di Spilimbergo, pur essendo stato<br />
un evento di portata non comparabile alle grandi mostre di<br />
Caravaggio, Lotto e Tiziano, ha certamente contribuito positivamente<br />
al raggiungimento degli obiettivi delle rassegne di<br />
eventi che citavo prima e per me, che sono legato a quel territorio,<br />
è stato un momento carico di grandi ricordi.<br />
Una recente ricerca del «F<strong>in</strong>ancial Times» ha <strong>in</strong>dicato<br />
la Russia come secon<strong>da</strong> potenza economica tra i paesi<br />
leader del G20 dopo l’Arabia Saudita prima della C<strong>in</strong>a.<br />
Tenuto conto della cont<strong>in</strong>ua crescita dei flussi turistici<br />
<strong>da</strong>lla Russia (solo nel 2010 gli arrivi <strong>in</strong> regione hanno registrato<br />
una crescita del 33,3 per cento a fronte di un<br />
<strong>in</strong>cremento delle presenze del 6,6 per cento), quali strategie<br />
potrebbe offrire la Regione per <strong>da</strong>re vita a proposte<br />
culturali a<strong>da</strong>tte a un pubblico così ampio e nuovo?<br />
Implementare il materiale di<strong>da</strong>ttico e <strong>in</strong>formativo su<br />
musei, mostre e <strong>in</strong>iziative culturali <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua russa, può<br />
essere un <strong>in</strong>izio? Aumentare i collegamenti aerei tra l’aeroporto<br />
di Mosca (Sheremetevo) e quello di Ronchi dei<br />
Legionari, già attivi nei mesi estivi, per il trasporto di turisti<br />
russi che scelgono il Friuli Venezia Giulia come meta<br />
delle loro vacanze, potrebbe essere un altro segnale di<br />
apertura nei confronti del mercato turistico russo?<br />
Tutte le <strong>in</strong>iziative <strong>da</strong> Lei menzionate rappresentano suggerimenti<br />
validissimi, che dovrebbero prendere forma nel quadro<br />
di una strategia organica di promozione della Regione, che<br />
ponga al centro della sua azione le nostre aziende. Una prima<br />
occasione per cimentarsi su questo tema, oggi particolarmente<br />
attuale e rilevante per le sorti della nostra economia, giunge<br />
quest’anno con l’avvio dell’«Anno <strong>in</strong>crociato» del Turismo Italia-Russia,<br />
il cui obiettivo pr<strong>in</strong>cipale è valorizzare nei confronti<br />
del pubblico russo il meglio del nostro Paese e le sue dest<strong>in</strong>azioni<br />
turistiche, anche le meno conosciute. S<strong>in</strong> <strong>da</strong> ora riscontriamo<br />
una forte crescita nelle richieste di visto per l’Italia <strong>da</strong> parte<br />
di cittad<strong>in</strong>i russi (più 25 per cento nei primi 4 mesi dell’anno)<br />
ed entro la f<strong>in</strong>e del 2013 contiamo di rilasciare un milione di<br />
visti, con un prevedibile <strong>in</strong>dotto per l’economia italiana di 1,5-<br />
2,2 miliardi di euro.<br />
Expò Live (www.expolive.it), il nuovo portale creato <strong>da</strong>lla<br />
regione Friuli Venezia Giulia presentato il 26 febbraio<br />
2013 presso la Fiera di Pordenone, è dedicato all’<strong>in</strong>ternazionalizzazione<br />
delle imprese e alla promozione delle<br />
relazioni economiche con la Federazione russa: uno strumento<br />
funzionale alle imprese e all’<strong>in</strong>dustria che potrà<br />
essere un utile strumento per veicolare anche messaggi<br />
<strong>in</strong>dirizzati ai flussi dell’economia turistica?<br />
Certamente sì, e credo sia opportuno puntare con sempre maggior<br />
conv<strong>in</strong>zione ed entusiasmo sugli strumenti che la rete ci<br />
il giornale dell’arte<br />
Società editrice<br />
Umberto Allemandi & C. spa,<br />
via Manc<strong>in</strong>i 8, 10131 Tor<strong>in</strong>o,<br />
tel. 011.8199111<br />
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Stampa<br />
Centro Stampa Quotidiani S.p.A.,<br />
Erbusco (Bs)<br />
Sommario<br />
3 Intervista a Franco Miracco,<br />
assessore alla Cultura di Trieste<br />
4 Un viaggio tra castelli e nobili dimore<br />
6 Palazzo Coron<strong>in</strong>i Cronberg a Gorizia<br />
6 Due teste del geniale Franz Xaver<br />
Messerschmidt<br />
6 <strong>Il</strong> Castello di Miramare<br />
7 «<strong>Il</strong> ’900 contad<strong>in</strong>o» a Palazzo Altan<br />
7 <strong>Il</strong> Museo Diocesano e Gallerie<br />
del Tiepolo<br />
7 La Casa delle Esposizioni di <strong>Il</strong>legio<br />
8 Intervista a Lionello D’Agost<strong>in</strong>i,<br />
presidente della Fon<strong>da</strong>zione Crup<br />
9 Intervista a Gianluigi Chiozza,<br />
presidente della Fon<strong>da</strong>zione Carigo<br />
10 La Galleria Torbandena<br />
10 Galleria Spazzapan a Gradisca<br />
d’Isonzo<br />
10 La Stamperia d’arte Albicocco<br />
14 <strong>Il</strong> CRAF di Spilimbergo<br />
www.allemandi.com<br />
2<br />
<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong><br />
Friuli Venezia Giulia<br />
è una testata edita<br />
<strong>da</strong>lla Società editrice<br />
Umberto Allemandi & C.<br />
nell’ambito della l<strong>in</strong>ea di periodici<br />
«<strong>Vedere</strong> a...»<br />
Curatore<br />
Claudia Crosera<br />
Coord<strong>in</strong>amento re<strong>da</strong>zionale<br />
L<strong>in</strong>a Ocar<strong>in</strong>o<br />
Referente commerciale<br />
<strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
Valeria Riselli<br />
3356390119<br />
valeriariselli@gmail.com<br />
14 <strong>Il</strong> Laboratorio di restauro<br />
della Sopr<strong>in</strong>tendenza<br />
del Friuli Venezia Giulia<br />
15 Centro Regionale di Catalogazione<br />
e Restauro dei Beni Culturali<br />
16 I superbi mosaici di Aquileia<br />
16 Aquileia romana <strong>in</strong> 3D<br />
16 Gli eventi dell’estate aquileiese<br />
17 <strong>Il</strong> patrimonio archeologico<br />
di Aquileia<br />
17 La Fon<strong>da</strong>zione Aquileia<br />
18 I Civici Musei e Gallerie di Storia<br />
ed Arte di Ud<strong>in</strong>e<br />
18 «La Prov<strong>in</strong>cia di Gorizia e Gradisca:<br />
autonomia e Governo 1861-1914»<br />
20 Intervista a Edi Sommariva, direttore<br />
generale dell’Agenzia TurismoFVG<br />
20 <strong>Il</strong> Consorzio PromoTrieste<br />
22 L’azien<strong>da</strong> Fantoni<br />
22 Calen<strong>da</strong>rio delle mostre<br />
IL GIORNALE NON RISPONDE dell’auTENTICITà delle attribuzioni delle opere riprodotte, <strong>in</strong><br />
particolare del contenuto delle <strong>in</strong>serzioni pubblicitArie. Le op<strong>in</strong>ioni espresse negli articoli<br />
firmati e le dichiarazioni riferite <strong>da</strong>l giornale impegnano esclusivamente i rispettivi<br />
autori. si consiglia di verificare telefonicamente gli orari delle manifestazioni.<br />
offre, perché consentono di raggiungere un pubblico più ampio<br />
e variegato, <strong>in</strong> particolare <strong>in</strong> quei Paesi, come la Russia, nei quali<br />
i cittad<strong>in</strong>i utilizzano estensivamente le possibilità di comunicazione<br />
offerte <strong>da</strong>lla rete. È per questo motivo che s<strong>in</strong> <strong>da</strong>l mio<br />
arrivo a Mosca ho puntato molto sul sito <strong>in</strong>ternet dell’Ambasciata,<br />
che aggiorniamo quotidianamente con <strong>in</strong>formazioni utili<br />
per le nostre aziende, i connazionali e il pubblico russo, e ho<br />
promosso la creazione di una pag<strong>in</strong>a facebook dell’Ambasciata<br />
attraverso la quale <strong>in</strong>formare circa le nostre attività e <strong>in</strong>iziative.<br />
Che cosa le piace e che cosa non le piace del Friuli nella<br />
situazione attuale?<br />
Quello che mi piace e quello che non mi piace del Friuli degli ultimi<br />
decenni può essere rappresentato <strong>da</strong>lla stessa frase: «Fasín<br />
di besoi» che <strong>in</strong> Friulano significa «Facciamo <strong>da</strong> soli!». È stato il<br />
grido, il motto, la parola d’ord<strong>in</strong>e del dopo terremoto del 1976<br />
e della ricostruzione. <strong>Il</strong> Friuli è r<strong>in</strong>ato <strong>in</strong> pochi anni e l’elettroshock<br />
costituito <strong>da</strong> un sisma che ha lasciato più di 1.000 morti e<br />
distruzioni immani, unite a un’<strong>in</strong>iezione di liquidità non <strong>in</strong>differente,<br />
ha determ<strong>in</strong>ato uno sviluppo economico e produttivo<br />
senza precedenti. I friulani non si sono lasciati abbattere, hanno<br />
affrontato con molto coraggio il disastro e hanno proceduto<br />
a una ricostruzione <strong>in</strong>tegrale che contrasta acutamente con le<br />
tante ricostruzioni <strong>in</strong>compiute, o fallite. «Facciamo <strong>da</strong> soli» è<br />
stato dunque un grido di orgoglio, di volontà fortissima e testar<strong>da</strong>,<br />
e di fiducia <strong>in</strong> se stessi che costituisce una delle grandi<br />
storie di successo <strong>in</strong> questo Paese. «Fasín di besoi» è però, ai<br />
miei occhi, anche un potenziale limite dell’atteggiamento di<br />
tanti dei miei corregionali. Espressione di una volontà di differenziarsi<br />
fortemente e scarsa <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione a concepirsi come<br />
parte <strong>in</strong>tegrante e <strong>in</strong>tegrata di un sistema che deve la sua straord<strong>in</strong>aria<br />
orig<strong>in</strong>alità e le sue immense potenzialità creative<br />
proprio al fatto di unire regioni e genti tanto diverse fra loro.<br />
Spero molto che i friulani trov<strong>in</strong>o il modo di rimanere <strong>in</strong>credibilmente<br />
fattivi e tenaci e di essere nello stesso tempo attori di<br />
un processo di crescita e di sviluppo culturale e civile che non<br />
può che essere nazionale. <strong>Il</strong> Friuli ha d’altra parte dovuto e saputo<br />
affrontare con successo una mutazione geopolitica di primaria<br />
importanza. Da angolo periferico e chiuso <strong>da</strong> un conf<strong>in</strong>e<br />
vero, con la caduta del Muro e la dissoluzione dell’ex Jugoslavia<br />
(e con l’<strong>in</strong>tegrazione europea di Austria, Slovenia e fra pochi<br />
giorni Croazia), si è trovato ad essere il centro di un’area di <strong>in</strong>tegrazione<br />
marcata e <strong>in</strong> cui può svolgere un ruolo importante,<br />
se riuscirà a mantenere e rafforzare la propria competitività<br />
e un sistema educativo e universitario di ottimo livello. Tanto<br />
l’Università di Ud<strong>in</strong>e, che si colloca molto onorevolmente nelle<br />
classifiche dei migliori atenei italiani, quanto il Corso di Laurea<br />
<strong>in</strong> Scienze Internazionali e Diplomatiche di Gorizia rappresentano<br />
ottimi esempi <strong>in</strong> questo senso. q Claudia Crosera
3<br />
<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
Franco Miracco, un veneziano storico dell’arte,<br />
progetta il futuro culturale di Trieste<br />
Per l’assessore alla Cultura, il primo problema di Trieste è la sua rigenerazione urbana ed economica: «È <strong>in</strong>dispensabile<br />
conoscere quali progetti e obiettivi siano <strong>in</strong> grado di trasformare <strong>in</strong> meglio le vicende economiche e sociali della città.<br />
Solo a quel punto la cultura può recare <strong>in</strong> “dote” il suo “di più”»<br />
L<br />
aurea <strong>in</strong> storia dell’arte con una tesi sulle avanguardie<br />
storiche nella Venezia del Primo Novecento. Dopo le esperienze<br />
lavorative a Venezia e Roma, dove ha contribuito<br />
<strong>da</strong> protagonista alle politiche culturali di quei comuni, è stato<br />
membro del CDA della Biennale di Venezia, nonché consigliere<br />
dei m<strong>in</strong>istri per i Beni e le attività culturali. Ora è appro<strong>da</strong>to a<br />
Trieste.<br />
Ci pensa un po’ su, e dice che Trieste è una città <strong>da</strong>i molti volti,<br />
piena di grandi risorse ma anche di contraddizioni. È una sfi<strong>da</strong><br />
che ha accettato <strong>in</strong>sieme alla carica di assessore alla Cultura per<br />
contribuire, con un punto di vista nuovo, allo sviluppo della<br />
città. Con un ossimoro si potrebbe def<strong>in</strong>ire «pacatamente agguerrito»,<br />
questo storico dell’arte che tenta di <strong>da</strong>re una scossa a<br />
un sistema culturale particolarmente articolato e densamente<br />
distribuito tra pubblico e privato.<br />
A qualche mese <strong>da</strong>lla sua nom<strong>in</strong>a, può fare un primo bilancio<br />
<strong>da</strong> assessore alla Cultura di una città di frontiera?<br />
È un po’ presto per fare un bilancio. Sono stato per più mesi<br />
impegnato come consulente, ma il lavoro <strong>da</strong> assessore <strong>in</strong> realtà<br />
è molto diverso <strong>in</strong> quanto cambiano completamente le responsabilità,<br />
cambia la prospettiva, cambia il ruolo. Se dovessi <strong>da</strong>re<br />
un primo giudizio, direi che la situazione è piuttosto complessa,<br />
e mi riferisco soprattutto alle storiche istituzioni museali e<br />
al sistema bibliotecario cittad<strong>in</strong>o.<br />
È qu<strong>in</strong>di corretto dire che una delle questioni <strong>da</strong> affrontare<br />
più urgentemente sia proprio la ristrutturazione del<br />
sistema Musei, biblioteche e archivi?<br />
La riorganizzazione di Musei, biblioteche e archivi è un atto<br />
necessario e di fon<strong>da</strong>mentale importanza. Necessario anche<br />
per <strong>da</strong>r conto dello straord<strong>in</strong>ario impegno, del lavoro e della<br />
competenza dei loro curatori, che si adoperano giorno dopo<br />
giorno per il buon funzionamento delle cose. Ma non basta.<br />
Come risolvere praticamente, qu<strong>in</strong>di, le problematicità<br />
del sistema museale?<br />
Al più presto è mia <strong>in</strong>tenzione creare un gruppo di lavoro,<br />
composto <strong>da</strong> storici dell’arte e <strong>da</strong> esperti museali, <strong>in</strong> accordo<br />
con i direttori delle civiche istituzioni, per ripensare strategie<br />
e obiettivi; un concorso di competenze, idee e creatività per<br />
rimettere mano alle potenzialità di un patrimonio d’arte e di<br />
storia che può concorrere a un rilancio culturale ed economico,<br />
se si tengono presenti le auspicabili ricadute proprie del turismo<br />
di qualità.<br />
Crede sia possibile, <strong>in</strong> ambito culturale, una s<strong>in</strong>ergia tra<br />
pubblico e privato?<br />
A Trieste esiste una problematicità molto evidente: mi riferisco<br />
alla contraddizione tra una realtà molto qualificata <strong>da</strong>l punto<br />
di vista culturale <strong>da</strong> un lato, come accade <strong>in</strong> poche altre città<br />
italiane (si pensi al numero elevatissimo di associazioni che<br />
si occupano di cultura, di teatro, di musica e di spettacolo) e,<br />
<strong>da</strong>ll’altro, una «distrazione» dei privati rispetto al sostegno di<br />
quanto si fa e di quanto bisognerebbe fare nei diversi campi<br />
che rientrano nella nozione di bene culturale o dello spettacolo<br />
<strong>in</strong> genere. Qui sta il paradosso: è come se ci fosse stata una<br />
frattura tra queste due realtà. È un problema su cui riflettere:<br />
<strong>in</strong>fatti, se non c’è il contributo diretto di energie f<strong>in</strong>anziarie ed<br />
economiche anche private, diventa molto più difficile tenere <strong>in</strong><br />
vita questo humus culturale che comunque si percepisce essere<br />
estremamente vitale.<br />
Qual è la prima cosa <strong>da</strong> fare per attivare il cambiamento?<br />
Uno dei primissimi argomenti di cui ho parlato con il s<strong>in</strong><strong>da</strong>co<br />
Roberto Cosol<strong>in</strong>i è stato proprio questo: la cultura non è il problema<br />
prioritario per Trieste. <strong>Il</strong> vero problema è la sua rigenerazione<br />
urbana ed economica. La doman<strong>da</strong> è: che idea di città<br />
dobbiamo <strong>in</strong>terpretare?<br />
Le mie esperienze veneziane e romane mi <strong>in</strong>segnano che è <strong>in</strong>dispensabile<br />
conoscere quali sono progetti e obiettivi <strong>in</strong> grado<br />
di trasformare <strong>in</strong> meglio le vicende economiche e sociali di una<br />
città, e solo a quel punto la cultura può arrecare <strong>in</strong> «dote» il suo<br />
«di più», che significa diventare una città appetibile per tutti<br />
coloro <strong>in</strong> grado di disporre di mezzi sia creativi che f<strong>in</strong>anziari e<br />
che trovano proprio <strong>in</strong> quella città gli stimoli a <strong>in</strong>novare <strong>in</strong> ogni<br />
senso. È così che si ottiene una buona qualità della vita.<br />
<strong>Il</strong> problema delle sedi espositive: oltre alla riorganizzazione<br />
delle realtà museali esistenti, crede sia importante<br />
lavorare anche su quelli che potrebbero essere <strong>in</strong> prospettiva<br />
dei contenitori museali nuovi? Mi riferisco per<br />
esempio agli spazi del Porto vecchio e di<br />
Palazzo Carciotti.<br />
<strong>Il</strong> difficile a Trieste è proprio questo: bisogna<br />
ripensare le collezioni museali esistenti allo<br />
scopo di r<strong>in</strong>novare museograficamente il<br />
prezioso contesto museale ereditato. <strong>Il</strong> passaggio<br />
<strong>da</strong> affrontare è il seguente: r<strong>in</strong>novare<br />
quanto è f<strong>in</strong> troppo consoli<strong>da</strong>to, recuperare ciò<br />
che deve ricollocarsi nella Trieste del presente<br />
e del futuro.<br />
Per alcuni luoghi potrebbe essere assai difficile,<br />
<strong>in</strong>fatti ci sono delle realtà oppresse<br />
<strong>da</strong> stratificazioni di vario genere. È il caso<br />
del Porto vecchio, una questione che appartiene<br />
a uno dei capitoli più lunghi della<br />
storia sociale e culturale della città e del suo immag<strong>in</strong>ario. Per<br />
Palazzo Carciotti, penso che sia necessario mettere <strong>in</strong> atto una<br />
politica d<strong>in</strong>amica <strong>in</strong> cui possa avvenire la trasformazione e modernizzazione<br />
di quella parte fon<strong>da</strong>mentale della città che si<br />
affaccia direttamente sul mare. Trieste è una città che presenta,<br />
come altre grandi realtà urbane europee, un waterfront tra i più<br />
belli e affasc<strong>in</strong>anti del Mediterraneo. Ma il waterfront dovrebbe<br />
essere sottoposto a significativi <strong>in</strong>terventi progettuali sia<br />
sul piano urbanistico che architettonico. Di qui un convergere<br />
di enormi chances a livello economico tali <strong>da</strong> creare fenomeni<br />
collaterali, quali un trasparente mecenatismo <strong>in</strong> grado per<br />
esempio di restaurare e riproporre un capolavoro architettonico<br />
quale è il Carciotti.<br />
Negli ultimi mesi Trieste ha rischiato di perdere parte del<br />
suo patrimonio artistico-culturale. Alcune opere, come i<br />
cartoni preparatori di affreschi di Sbisà, sono «emigrate»<br />
<strong>in</strong> altre città; altre, come la raccolta di armi Irneri<br />
rischiano la dispersione. Quali strategie pensa di attuare<br />
per evitare la diaspora del patrimonio cittad<strong>in</strong>o di proprietà<br />
privata e quali le politiche<br />
di acquisizione di<br />
nuove opere d’arte?<br />
È utile una premessa d’ord<strong>in</strong>e<br />
generale: coloro che amano<br />
e conoscono la storia di Trieste<br />
sanno che questa città<br />
conserva un notevolissimo<br />
tessuto d’arte e di storia, che<br />
fa di Trieste una fantastica<br />
rigatteria della storia. Collezioni<br />
e musei si sono costituiti<br />
nel corso del tempo grazie<br />
al generoso contributo dei<br />
privati. Ma questa è l’epoca<br />
dei pionieri triest<strong>in</strong>i, di coloro<br />
<strong>in</strong>somma che hanno fatto<br />
nascere la città moderna.<br />
Questo percorso virtuoso si<br />
è <strong>in</strong>terrotto <strong>da</strong> molto tempo,<br />
ecco perché è urgente affrontare<br />
il tema della r<strong>in</strong>ascita<br />
museale e museografica di<br />
quanto appartiene soprattutto<br />
al Comune ma non solo. Se<br />
non si risolve questo capitolo,<br />
sono più che certo dell’impossibilità<br />
di riavviare la circolazione<br />
<strong>in</strong> positivo tra privato<br />
e pubblico, tra chi colleziona<br />
o ha ereditato collezioni e chi<br />
ha il compito di conservare e<br />
di promuovere la conoscenza.<br />
Parliamo di mostre. Due<br />
esposizioni importanti <strong>in</strong><br />
programma nei prossimi<br />
mesi: quella dedicata a<br />
Giuseppe Bernard<strong>in</strong>o Bison,<br />
artista attivo a Trieste<br />
tra Settecento e Ottocento,<br />
e l’esposizione del greco<br />
Jannis Kounellis, <strong>in</strong> programma<br />
per settembre. A<br />
Trieste si respira un’aria<br />
nuova?<br />
Abbiamo deciso di curare e<br />
Franco Miracco<br />
allestire la mostra dedicata a Giuseppe Bernard<strong>in</strong>o Bison, un<br />
pittore <strong>da</strong>vvero <strong>in</strong>teressante se si considera il momento storico<br />
<strong>in</strong> cui è vissuto e se si riflette sul suo <strong>in</strong>credibile «opportunismo»<br />
artistico che gli consente di an<strong>da</strong>re oltre il Neoclassicismo<br />
o il Romanticismo. Ci si è mossi perché questo era <strong>da</strong><br />
molto tempo un obiettivo della direttrice del museo Revoltella<br />
Maria Masau Dan, ma anche perché disponevamo della<br />
monografia su Bison della collana dedicata agli artisti<br />
triest<strong>in</strong>i della CRTrieste, <strong>da</strong> poco uscita a cura di Giuseppe<br />
Pavanello, Alberto Craievich e Daniele D’Anza.<br />
E poi c’è il contemporaneo. Ci sarà una grande mostra<br />
dedicata all’artista croata Jago<strong>da</strong> Buić, che <strong>da</strong><br />
anni si confronta <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i contemporanei con<br />
l’arte tessile, e tutto questo per festeggiare l’<strong>in</strong>gresso<br />
della Croazia nell’Unione europea.<br />
Inoltre, f<strong>in</strong>almente, Jannis Kounellis appro<strong>da</strong> a Trieste con<br />
una sua esposizione totalmente triest<strong>in</strong>a che aprirà il prossimo<br />
6 settembre. Kounellis farà suo uno spazio come pochi<br />
altri a lui a<strong>da</strong>tti: il cosiddetto Salone degli Incanti che, per la<br />
gente di Trieste, è stata una magica Pescheria. Per ragioni sia<br />
biografiche che estetiche, Kounellis ama Trieste: l’ha conosciuta<br />
<strong>da</strong> ragazzo assieme al padre e sa perfettamente che qui<br />
c’è una storica comunità greca, e che Trieste è città di mare e<br />
di porto, città di traffici e di commerci, così come lo è il Pireo<br />
il luogo dove lui è nato. Sarà una mostra eccezionale <strong>in</strong> ogni<br />
senso. Nel nostro programma però non ci sono solo mostre.<br />
«Trieste Estate 2013» presenta un <strong>in</strong>sieme di manifestazioni<br />
estive che è il risultato di un impegno collettivo condotto sotto<br />
il segno del coord<strong>in</strong>amento e della collaborazione tra le più<br />
importanti istituzioni culturali e cittad<strong>in</strong>e: <strong>da</strong>l Teatro Verdi al<br />
Teatro Rossetti ai musei scientifici alle tante realtà associative<br />
che rendono fertile la vita culturale della città. <strong>Il</strong> tutto si svolgerà<br />
lungo un «filo rosso» che avrà per tema ciò che accadde a<br />
Trieste nel 1913, l’anno che precede l’<strong>in</strong>izio della Grande Guerra<br />
e, qu<strong>in</strong>di, del secolo breve.
<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
Un’offerta strepitosa: 350 castelli, manieri e fortilizi<br />
<strong>da</strong>l Medioevo al R<strong>in</strong>ascimento<br />
Di queste nobili dimore, veri e propri frammenti di storia che ancora raccontano di un tempo lontano,<br />
si occupa <strong>da</strong>l 1968 il Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia<br />
È<br />
composta <strong>da</strong> più di 350 castelli la rete di fortezze,<br />
palazzi e dimore nobiliari edificate <strong>da</strong>lle coll<strong>in</strong>e<br />
del Friuli Venezia Giulia f<strong>in</strong>o al mare, partendo <strong>da</strong>lle<br />
fortificazioni feu<strong>da</strong>li medievali f<strong>in</strong>o a quelle r<strong>in</strong>ascimentali<br />
<strong>da</strong>tabili f<strong>in</strong>o alla f<strong>in</strong>e del Patriarcato di Aquileia, cioè nel<br />
1420, anno che segna l’<strong>in</strong>izio della dom<strong>in</strong>azione veneziana di<br />
queste terre.<br />
La necessità di presidiare i territori <strong>da</strong>lla sommità delle coll<strong>in</strong>e,<br />
di controllare il mare e di consoli<strong>da</strong>re il potere nobiliare,<br />
ha portato alla fon<strong>da</strong>zione di castelli, che ancor oggi difendono<br />
l’orig<strong>in</strong>aria bellezza dei borghi sui quali dom<strong>in</strong>ano.<br />
Un it<strong>in</strong>erario che permette di cogliere l’importanza strategica<br />
dei castelli delle zone coll<strong>in</strong>ari del cuore del Friuli è quello della<br />
«Stra<strong>da</strong> dei Castelli» un percorso ad anello che collega<br />
alcuni dei centri più importanti di queste zone. Dopo<br />
aver visto il medievale Castello di Cassacco, che conserva<br />
perfettamente il suo aspetto di fortezza feu<strong>da</strong>le, si arriva al<br />
Castello di Susans, recentemente restaurato e quello di Ragogna,<br />
sul promontorio roccioso che sovrasta il Tagliamento;<br />
superato San Daniele di Friuli, <strong>in</strong> lontananza, appare il Castello<br />
di Rive d’Arcano, documentato <strong>da</strong>l 1064, che esibisce una<br />
massiccia struttura medievale; Fagagna si dist<strong>in</strong>gue per il<br />
Castello di Villalta dove ancora esiste una delle rocche meglio<br />
conservate di tutto il territorio; a Brazzacco, si trovano i resti<br />
di due castelli, quello <strong>in</strong>feriore e quello superiore, testimonianza<br />
superstite della tipologia di mastio costruito tra Trecento<br />
e Quattrocento; <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, a Colloredo di Monte Albano,<br />
nella via che riporta a Cassacco <strong>da</strong> dove era <strong>in</strong>iziato il nostro<br />
percorso, si possono trovare i resti, dopo il terremoto del 1976,<br />
di un castello nobiliare trecentesco dove Ippolito Nievo, alla<br />
metà dell’Ottocento, scrive «Le confessioni di un italiano».<br />
Sp<strong>in</strong>gendosi un po’ più a ovest si arriva al Castello di Spilimbergo,<br />
che nell’XI secolo i ricchissimi conti di orig<strong>in</strong>e tedesca<br />
Spengenberg avevano edificato per controllare un punto<br />
strategico del fiume Tagliamento e, scendendo verso sud, il<br />
Castello di Susans<br />
Castello di Cassacco<br />
Castello di Zoppola; ancora il fortilizio duecentesco di Valvasone,<br />
posto a controllare le strade provenienti <strong>da</strong> nordest<br />
e quello di Cordovado, che <strong>da</strong>ll’XI secolo presidiava i<br />
territori friulani <strong>da</strong>lle <strong>in</strong>vasioni barbariche, ricostruito agli<br />
<strong>in</strong>izi del XVI secolo dopo i crolli causati <strong>da</strong> un violentissimo<br />
terremoto. Verso est, ci si imbatte nell’altomedievale Castello<br />
di Strassoldo, mentre nella stra<strong>da</strong> che porta a Civi<strong>da</strong>le<br />
sorge il Castello della Rocca Bernar<strong>da</strong>. Di queste dimore<br />
Castello di Spilimbergo<br />
Castello di Villalta<br />
si occupa <strong>da</strong>l 1968 il Consorzio per la Salvaguardia dei<br />
Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia, presieduto <strong>da</strong><br />
Sergio Gelmi di Caporiacco, formato <strong>da</strong> quasi tutti i proprietari<br />
o i gestori dei castelli e dei manieri, fortilizi e torri<br />
della regione, e con l’obiettivo di procedere, con comunanza<br />
di <strong>in</strong>tenti, alle attività di conservazione, gestione e valorizzazione<br />
di questi frammenti di storia che ancora raccontano<br />
di un tempo lontano.<br />
4<br />
<strong>Il</strong> Comitato di San Floriano<br />
<strong>in</strong> collaborazione con<br />
il M<strong>in</strong>istero per i Beni e le Attività culturali<br />
La mostra ufficiale dell’anno della fede<br />
Inaugurata a Roma lo scorso febbraio<br />
(230.000 visitatori <strong>in</strong> tre mesi),<br />
«<strong>Il</strong> Camm<strong>in</strong>o di Pietro»<br />
è la straord<strong>in</strong>aria mostra che ripercorre<br />
la vicen<strong>da</strong> dell’apostolo Pietro,<br />
«il pescatore di uom<strong>in</strong>i»<br />
e racconta la fede come un’avventura <strong>in</strong>cantevole<br />
e drammatica<br />
<strong>Il</strong> camm<strong>in</strong>o di Pietro<br />
<strong>Il</strong>legio (Ud<strong>in</strong>e)<br />
Casa delle esposizioni 12 maggio - 6 ottobre 2013<br />
Giovan Francesco Barbieri, detto il Guerc<strong>in</strong>o,<br />
«Le lacrime di Pietro», 1650 circa.<br />
Bologna, Collezione d’Arte e di Storia della<br />
Fon<strong>da</strong>zione Cassa di Risparmio di Bologna<br />
Eugène Burnand, «Pietro e Giovanni corrono al sepolcro all’alba», 1898.<br />
Parigi, Musée d’Orsay<br />
Lorenzo di Nicolò, detto Lorenzo Veneziano, «Cristo consegna le chiavi<br />
a san Pietro», 1370.<br />
Venezia, Museo Correr<br />
Per <strong>in</strong>formazioni: Casa delle Esposizioni Tel. 0433 44445 / 0433 2054 www.illegio.it
<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
Gli appuntamenti con le collezioni Coron<strong>in</strong>i Cronberg a Gorizia<br />
Una «casa museo» <strong>in</strong> cui si conservano le memorie dell’antica casata che diede i natali a illustri politici,<br />
prelati, poeti e letterati<br />
S<br />
ede della Fon<strong>da</strong>zione Palazzo Coron<strong>in</strong>i Cronberg, attiva<br />
istituzione culturale che opera a Gorizia, la dimora<br />
storica edificata alla f<strong>in</strong>e del C<strong>in</strong>quecento per<br />
il conte Carlo Zengraf fu acquistata agli <strong>in</strong>izi dell’800<br />
<strong>da</strong>lla nobile famiglia Coron<strong>in</strong>i Cronberg, che diede i<br />
natali a illustri politici, prelati, poeti e letterati. Per<br />
volere dell’ultimo erede, il conte Guglielmo (1905-1990), il<br />
Palazzo è diventato il luogo <strong>in</strong> cui conservare le memorie<br />
dell’antica casata, attraverso l’istituzione di<br />
una fon<strong>da</strong>zione a cui è stato dest<strong>in</strong>ato l’<strong>in</strong>tero patrimonio<br />
della famiglia, comprese le preziose collezioni<br />
d’arte, rese così fruibili a tutti. È stato proprio il conte<br />
Guglielmo, appassionato conoscitore d’arte, a trasformare<br />
il Palazzo <strong>in</strong> una «casa museo» creando l’attuale allestimento<br />
<strong>in</strong> cui sono disposti, <strong>in</strong> modo accurato, gli arredi orig<strong>in</strong>ari<br />
della famiglia e oggetti d’arte che appartengono alla<br />
sua eclettica raccolta. <strong>Il</strong> percorso museale, <strong>in</strong>augurato<br />
nel 2006 a conclusione di importanti lavori di restauro,<br />
si svolge attraverso qu<strong>in</strong>dici sale. Le ricostruzioni<br />
d’ambiente riflettono lo spirito e l’<strong>in</strong>teresse antiquario del<br />
conte Guglielmo: partendo <strong>da</strong>l pianterreno, dove si respira<br />
un’atmosfera c<strong>in</strong>que-seicentesca, f<strong>in</strong>o al piano nobile,<br />
zona <strong>in</strong> cui le sale sono espressione di un evidente gusto<br />
sette-ottocentesco. Tra tutte la più famosa è la stanza<br />
<strong>in</strong> cui è morto di colera nel 1836, durante il suo esilio<br />
a Gorizia, l’ultimo re di Francia Carlo X di Borbone,<br />
arre<strong>da</strong>ta con mobili e suppellettili <strong>in</strong> stile Impero e Restaurazione,<br />
molti dei quali di manifattura francese e russa. Un<br />
parco di quasi c<strong>in</strong>que ettari circon<strong>da</strong> la dimora nobiliare:<br />
è stato progettato <strong>da</strong>l conte Alfredo Coron<strong>in</strong>i<br />
(1846-1920) tra la f<strong>in</strong>e dell’800 e gli <strong>in</strong>izi del secolo<br />
seguente per impreziosire la residenza e si <strong>in</strong>serisce<br />
nel tessuto urbanistico cittad<strong>in</strong>o contribuendo a rifon<strong>da</strong>re<br />
il disegno paesaggistico d’<strong>in</strong>sieme; vi si trovano almeno 80<br />
specie di essenze botaniche differenti, tipiche della macchia<br />
mediterranea, come abeti, p<strong>in</strong>i, lecci, sugheri, cedri<br />
e ippocastani, arbusti come il bosso e il tasso, e piante <strong>da</strong><br />
fiore come oleandri, camelie, glic<strong>in</strong>i e rose. Passeggiando<br />
tra laghetti, tortuosi sentieri e percorsi abbelliti <strong>da</strong> fontane<br />
e giochi d’acqua, si potrà imbattersi anche <strong>in</strong> un tempietto<br />
A<br />
picco sul mare, a pochi chilometri di distanza <strong>da</strong> Du<strong>in</strong>o,<br />
si trova il Castello di Miramare, che l’arciduca Ferd<strong>in</strong>ando<br />
Massimiliano d’Asburgo, nel 1855 fa erigere<br />
<strong>in</strong> stile eclettico a Carl Junker, per poterci abitare assieme<br />
alla giovane consorte Carlotta figlia del re del Belgio.<br />
L’architetto, coadiuvato <strong>da</strong> un gruppo di giard<strong>in</strong>ieri, artigiani e<br />
decoratori viene <strong>in</strong>caricato di trasformare l’arido promontorio<br />
di Grignano <strong>in</strong> un complesso architettonico e paesaggistico di<br />
grande seduzione: una pr<strong>in</strong>cipesca dimora circon<strong>da</strong>ta <strong>da</strong> parco<br />
di 22 ettari di verde, articolato <strong>in</strong> pendii digra<strong>da</strong>nti verso<br />
il mare, con migliaia di specie di piante, arbusti, essenze mediterranee<br />
e specie esotiche. <strong>Il</strong> 24 dicembre 1860 i due sposi<br />
si trasferiscono nel Castello, dove vivranno solo quattro anni,<br />
f<strong>in</strong>o alla partenza per il Messico, quando Massimiliano viene<br />
nom<strong>in</strong>ato imperatore. Avventura <strong>da</strong>l tragico f<strong>in</strong>ale, conclusasi<br />
il 19 giugno 1867 con la fucilazione di Massimiliano durante la<br />
guerra civile, a soli 35 anni. <strong>Il</strong> Castello, aperto tutti i giorni<br />
dell’anno, è il più visitato museo della regione, come conferma<br />
la sua direttrice, Rossella Fabiani: «nel 2012 i visitatori<br />
sono stati 238.281, 0,2 per cento <strong>in</strong> meno del 2011, qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong><br />
controtendenza con i luoghi della cultura che hanno visto una<br />
consistente flessione nel numero dei visitatori. Siamo attorno<br />
Palazzo Coron<strong>in</strong>i Cronberg, veduta della Biblioteca e nicchie nel parco<br />
con statue di Orazio Mar<strong>in</strong>ali<br />
classico, sculture antiche e c<strong>in</strong>que affasc<strong>in</strong>anti statue settecentesche,<br />
raffiguranti div<strong>in</strong>ità antiche, del veneziano<br />
Orazio Mar<strong>in</strong>ali.<br />
Veduta del Castello di Miramare<br />
alle 250mila presenze l’anno, con una media di 700 visitatori al<br />
giorno». <strong>Il</strong> percorso espositivo si svolge nelle ventuno sale dei<br />
due piani del Castello secondo un an<strong>da</strong>mento cronologico: partendo<br />
<strong>da</strong>l pianterreno, ala riservata alla vita privata di Massimiliano<br />
e Carlotta e decorata con tappezzerie azzurre a ricor<strong>da</strong>re<br />
il legame con il mare, si percorrono ambienti familiari <strong>in</strong> cui ci<br />
si dedicava allo studio, alla conversazione, al riposo, alla musica<br />
e alla lettura. Salendo lungo lo scalone d’onore, il percorso<br />
si sno<strong>da</strong> lungo le sale del primo piano riccamente decorate e<br />
dom<strong>in</strong>ate <strong>da</strong>i toni rossi. Sono le stanze di rappresentanza, de-<br />
<strong>Il</strong> ghigno <strong>in</strong>quietante<br />
e geniale di Messerschmidt<br />
Sono considerate tra le opere più importanti<br />
della raccolta Coron<strong>in</strong>i le due teste a grandezza<br />
naturale <strong>in</strong> peltro fuso e alabastro,<br />
che il conte Guglielmo acquista nel 1943<br />
<strong>da</strong>lla cug<strong>in</strong>a Eleonora Palffy Daun. Caratterizzate<br />
<strong>da</strong> un’esasperata e artificiosa<br />
mimica facciale, le due sculture appartengono<br />
alla serie delle «teste di carattere»<br />
di Franz Xaver Messerschmidt (1736-<br />
1783), scultore di orig<strong>in</strong>i tedesche formatosi<br />
all’Accademia di Vienna, che<br />
Rudolf Wittkower def<strong>in</strong>isce un «pazzo<br />
problematico», <strong>in</strong>serendolo nella schiera<br />
degli artisti «nati sotto Saturno», per lo<br />
spirito di delirio e follia che caratterizza le<br />
sue creazioni. Alla morte del ritrattista, nel<br />
suo studio si contavano 69 teste, la maggior<br />
parte delle quali è an<strong>da</strong>ta dispersa<br />
nel corso dei secoli. A oggi ne sono state<br />
Franz Xaver<br />
Messerschmidt,<br />
«L’uomo che guar<strong>da</strong><br />
il sole»<br />
reperite solo 44, custodite <strong>in</strong> collezioni<br />
museali pubbliche di Vienna, Parigi, Los<br />
Angeles e <strong>in</strong> raccolte private.<br />
Pur essendo modellati tra il 1775 e il<br />
1783, i due volti raffiguranti «L’uomo<br />
che guar<strong>da</strong> il sole» e «Lo starnuto», dimostrano<br />
uno spirito di assoluta modernità. Prestati di recente<br />
a due importanti retrospettive monografiche organizzate<br />
tra 2010 e 2011 <strong>da</strong>lla Neue Galerie di New York e <strong>da</strong>l Musée<br />
du Louvre di Parigi, le due opere, le uniche conservate <strong>in</strong> Italia<br />
di questo s<strong>in</strong>golare artista, saranno oggetto di una nuova attività<br />
di valorizzazione. È <strong>in</strong>fatti previsto, alla f<strong>in</strong>e di settembre,<br />
un r<strong>in</strong>novato allestimento delle due teste, attualmente collocate<br />
nella Biblioteca, che troveranno uno spazio più adeguato<br />
all’<strong>in</strong>terno delle Scuderie di Palazzo Coron<strong>in</strong>i Cronberg.<br />
Miramare, un sogno, il museo più visitato della regione<br />
La pr<strong>in</strong>cipesca dimora che conserva arredi orig<strong>in</strong>ali dell’arciduca, testimonianza dell’abitare regale nell’Ottocento<br />
e della passione di Ferd<strong>in</strong>ando Massimiliano d’Asburgo per l’arte<br />
st<strong>in</strong>ate agli ospiti illustri, che trovano ideale conclusione nella<br />
Sala del trono, espressione più alta della volontà di celebrare<br />
e glorificare la nobile stirpe degli Asburgo. La peculiarità di<br />
questa «casa-Museo» è proprio quella di essere una dimora<br />
storica che conserva arredi orig<strong>in</strong>ali di Massimiliano,<br />
importante testimonianza della storia dell’abitare nella<br />
metà dell’Ottocento e della sua passione per l’arte, come<br />
si coglie nel nuovo contributo alla conoscenza della figura<br />
dell’arciduca, il volume, presentato lo scorso mese,<br />
a cura di Rossella Fabiani e Luca Caburlotto, <strong>in</strong>titolato<br />
«L’arte di Massimiliano d’Asburgo. Dip<strong>in</strong>ti, sculture e arredi<br />
nel Castello di Miramare», frutto delle recenti ricerche<br />
effettuate nell’ambito dell’attività culturale del Museo. Da alcuni<br />
anni, <strong>in</strong>fatti, eventi espositivi nel percorso del Castello e<br />
importanti cataloghi mirano ad approfondire le figure di Massimiliano<br />
e Carlotta e le ragioni artistiche della loro residenza,<br />
<strong>in</strong>crementando così l’<strong>in</strong>teresse del pubblico a visitare il museo.<br />
<strong>Il</strong> prossimo anno si festeggerà il 150mo anniversario<br />
della partenza di Massimiliano e Carlotta per il Messico<br />
avvenuta il 14 aprile 1864. Per questa occasione sono previste<br />
<strong>in</strong>iziative espositive e <strong>in</strong>teressanti manifestazioni<br />
celebrative.<br />
6
7<br />
<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
La storia per immag<strong>in</strong>i<br />
del mondo contad<strong>in</strong>o friulano<br />
nel Novecento<br />
I<br />
Attilio Brisighelli, «Si ara», 1925<br />
Accanto al Museo Prov<strong>in</strong>ciale della Vita Contad<strong>in</strong>a di San<br />
Vito al Tagliamento, dove si conserva la raccolta dedicata al<br />
mondo rurale donata <strong>da</strong>l professor Diogene Penzi che cerca<br />
di restituire la storia di un territorio e le tradizioni delle<br />
popolazioni che lo abitano, sottol<strong>in</strong>eando i legami con il<br />
passato e conservando le testimonianze della memoria della<br />
civiltà contad<strong>in</strong>a, si trova Palazzo Altan. È qui che tra <strong>luglio</strong><br />
e ottobre sarà allestita una mostra di fotografia <strong>in</strong>titolata<br />
«<strong>Il</strong> ’900 contad<strong>in</strong>o nel Friuli Venezia Giulia», dedicata alla<br />
storia delle campagne della regione, a cura di Walter Liva.<br />
L’esposizione di fotografie v<strong>in</strong>tage, oltre alle immag<strong>in</strong>i degli<br />
archivi fotografici del CRAF di Spilimbergo si avvale anche<br />
di prestiti <strong>da</strong> importanti raccolte come quelle di Tarcisio<br />
Bal<strong>da</strong>ssi, V<strong>in</strong>cenzo Aragozz<strong>in</strong>i, Francesco e Mario Krivec e<br />
molti altri. L’esposizione, per una parte, propone un percorso<br />
documentario tra i paesi della campagna friulana nella<br />
prima metà del ’900. Le opere di Carlo Pignat <strong>in</strong><strong>da</strong>gano i<br />
paesaggi rurali; le coll<strong>in</strong>e del Friuli sono viste attraverso l’obiettivo<br />
di Silvio Maria Bujatti e Attilio Brisighelli con le sue<br />
arcadiche vedute, mentre spetta a Francesco Krivec restituire<br />
le immag<strong>in</strong>i del mondo contad<strong>in</strong>o civi<strong>da</strong>lese. Seguono le<br />
foto neorealiste dei fratelli Gianni e Giuliano Borghesan, di<br />
Italo Zannier, di Carlo Bevilacqua, di Gianni Berengo Gard<strong>in</strong>,<br />
che considera la campagna il riflesso del mutamento dell’anima<br />
umana, di Elio Ciol e del triest<strong>in</strong>o Tullio Stravisi con le<br />
immag<strong>in</strong>i del Collio goriziano, seguite <strong>da</strong>lla «raccolta delle<br />
memorie» e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e <strong>da</strong>lle opere di fotografi contemporanei.<br />
l 2013 è l’anno della fede. Lo aveva annunciato Benedetto<br />
XVI pontefice emerito, nella lettera apostolica «Porta fidei»<br />
dell’11 ottobre 2011 per celebrare, a partire <strong>da</strong>llo stesso giorno<br />
dell’anno seguente, il c<strong>in</strong>quantesimo anniversario dell’apertura<br />
del Concilio Ecumenico Vaticano II.<br />
È <strong>in</strong> questo clima di riflessione, testimonianza e riscoperta della<br />
religiosità, che si colloca la mostra «<strong>Il</strong> camm<strong>in</strong>o di Pietro»,<br />
dedicata all’apostolo testimone per eccellenza della fede che,<br />
nell’<strong>in</strong>contro con Cristo, <strong>da</strong> pescatore sul lago di Tiberiade diventa<br />
«pescatore di anime». Ruota qu<strong>in</strong>di <strong>tutta</strong> <strong>in</strong>torno alla<br />
figura di san Pietro, il primo<br />
pontefice della storia, l’esposizione<br />
voluta <strong>da</strong>l Pontificio<br />
Consiglio per la Promozione<br />
della nuova Evangelizzazione,<br />
organizzata <strong>da</strong>l friulano Comitato<br />
di San Floriano, presieduto<br />
<strong>da</strong> Monsignor Angelo Zanello,<br />
e curata <strong>da</strong> don Alessio<br />
Geretti, delegato episcopale<br />
per la Pastorale della cultura<br />
dell’Arcidiocesi di Ud<strong>in</strong>e. Aperta<br />
<strong>da</strong> febbraio a maggio a Castel<br />
Sant’Angelo a Roma, è passata<br />
«Tiepoletto», l’eccellenza assoluta<br />
negli affreschi<br />
<strong>Il</strong> Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo, nel palazzo di Ud<strong>in</strong>e<br />
che fu dimora f<strong>in</strong>o al 1751 del Patriarca di Aquileia, contiene i capolavori<br />
delle terre friulane<br />
È<br />
Giambattista Tiepolo il protagonista <strong>in</strong>discusso<br />
del Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo di Ud<strong>in</strong>e.<br />
I suoi affreschi giovanili decorano le stanze<br />
di uno dei più prestigiosi palazzi della città, f<strong>in</strong>o al<br />
1751 dimora del Patriarca di Aquileia, successivamente<br />
sede dell’Arcivescovado di Ud<strong>in</strong>e. Lo chiama <strong>in</strong> città<br />
proprio il patriarca Dionisio Dolf<strong>in</strong>, di antica famiglia<br />
nobile veneziana quando, agli <strong>in</strong>izi del Settecento, si dedica<br />
alla sistemazione architettonica del c<strong>in</strong>quecentesco Palazzo<br />
Patriarcale, come raccontano i numerosi stemmi con tre delf<strong>in</strong>i<br />
sovrapposti che si <strong>in</strong>contrano ovunque; l’<strong>in</strong>carico viene<br />
affi<strong>da</strong>to all’architetto Domenico Rossi e le decorazioni pittoriche<br />
sono commissionate al pittore francese Louis Dorigny,<br />
e ai veneziani Nicolò Bamb<strong>in</strong>i e Giambattista Tiepolo. Proprio<br />
a Tiepolo è stata dedicata nei mesi scorsi un’importante<br />
esposizione a Villa Man<strong>in</strong> di Passariano. Una<br />
mostra di dip<strong>in</strong>ti, disegni e <strong>in</strong>cisioni, cui non potevano mancare<br />
riferimenti alla tecnica nella quale, più di ogni altra,<br />
eccelleva l’illustre «Tiepoletto»: quella dell’affresco. Per questo<br />
motivo si sono aperte anche ai visitatori della mostra,<br />
con orari di apertura più ampi, le porte dell’antico Palazzo<br />
Patriarcale di Ud<strong>in</strong>e, per permettere al pubblico un ideale<br />
completamento del percorso tiepolesco. «Grazie alla mostra di<br />
villa Man<strong>in</strong>», racconta Giuseppe Bergam<strong>in</strong>i, direttore del<br />
Museo, e curatore l’esposizione tiepolesca assieme a<br />
Filippo Pedrocco e Alberto Craievich (Ca’ Rezzonico, Museo<br />
del Settecento Veneziano), «il numero dei visitatori del nostro<br />
museo, <strong>in</strong> questo periodo, è quadruplicato». Un ottimo auspicio<br />
anche per il futuro. Altri capolavori si celano, <strong>in</strong>fatti, tra le<br />
sale dell’antica dimora dei Patriarchi oltre agli affreschi del<br />
Tiepolo nello Scalone d’Onore, nella Galleria degli Ospiti, e<br />
nella Sala Rossa: la splendi<strong>da</strong> biblioteca, collocata al piano<br />
nobile del palazzo, è stata <strong>in</strong>augurata nel 1711 e conserva<br />
ancora <strong>in</strong>tatto il suo aspetto orig<strong>in</strong>ario. È stata la prima<br />
aperta al pubblico nel territorio friulano proprio per<br />
volere del Patriarca e presenta scaffalature lignee decorate<br />
con figure allegoriche f<strong>in</strong>alizzate a celebrare il trionfo della<br />
«Sapienza Div<strong>in</strong>a» sulle diverse manifestazioni del male. Ma<br />
l’11 maggio alla Casa delle Esposizioni di <strong>Il</strong>legio, piccolo<br />
borgo <strong>in</strong>castonato tra i monti, e si chiuderà il prossimo 6<br />
ottobre. Una mostra che, ricor<strong>da</strong> l’Arcivescovo di Ud<strong>in</strong>e Andrea<br />
Bruno Mazzocato all’<strong>in</strong>augurazione, «onora questo piccolo<br />
paese della Carnia, la nostra Chiesa diocesana e il Friuli». Questo it<strong>in</strong>erario<br />
culturale e spirituale al contempo, rispetto all’edizione<br />
romana, ha sostituito alcune opere non più disponibili con<br />
altre nuove di grande qualità, offrendo quaranta momenti<br />
di bellezza e fede, tra dip<strong>in</strong>ti e sculture provenienti <strong>da</strong><br />
Oriente e <strong>da</strong> Occidente, che coprono un arco cronologico<br />
<strong>da</strong>l IV al XX secolo. Tra gli artisti più famosi che hanno colto<br />
e raffigurato i diversi episodi del camm<strong>in</strong>o di fede di Pietro<br />
si ricor<strong>da</strong>no Lorenzo Veneziano, Lorenzo Lotto, Bernardo<br />
Strozzi, Mattia Preti, il Cavalier d’Arp<strong>in</strong>o, Guerc<strong>in</strong>o,<br />
Salvator Rosa e Battistello Caracciolo, il francese Simon<br />
Vouet, e l’olandese Gerrit van Honthorst.<br />
L’esposizione a Roma ha superato i 230mila visitatori<br />
<strong>in</strong> soli tre mesi: a <strong>Il</strong>legio (352 abitanti, <strong>in</strong> montagna) le proporzioni<br />
sono diverse, ovviamente, ma si oscilla ogni anno tra<br />
Affreschi di Giambattista Tiepolo nel Palazzo Patriarcale di Ud<strong>in</strong>e.<br />
In alto, «<strong>Il</strong> Giudizio di Salomone», nella Sala Rossa; <strong>in</strong> basso,<br />
«Rachele che nasconde gli idoli», nella Galleria degli Ospiti<br />
non è tutto: il museo è, <strong>in</strong>fatti, uno scrigno di capolavori<br />
delle terre friulane, dip<strong>in</strong>ti, oreficerie ma soprattutto<br />
importanti opere di scultura lignea appartenenti a<br />
un arco cronologico che va <strong>da</strong>l Medioevo al Settecento,<br />
<strong>in</strong> parte frutto di donazioni e acquisti, <strong>in</strong> parte pervenute<br />
nel Palazzo dopo il devastante terremoto del 1976, quando<br />
questo è diventato un centro di raccolta e salvaguardia di<br />
opere d’arte provenienti <strong>da</strong> chiese della diocesi <strong>da</strong>nneggiate<br />
o distrutte <strong>da</strong>l sisma.<br />
«<strong>Il</strong> camm<strong>in</strong>o di Pietro» va <strong>da</strong> Castel Sant’Angelo<br />
alla Casa delle Esposizioni nel romantico borgo di <strong>Il</strong>legio<br />
<strong>Il</strong> ciclo di mostre di tema sacro promosse a <strong>Il</strong>legio è uno stupefacente viaggio iconografico che dura <strong>da</strong>l 2004:<br />
un’esposizione all’anno, parla di arte e di fede, fidelizza un pubblico amico e muove l’economia del territorio<br />
Monsignor Angelo Zanello<br />
e don Alessio Geretti (a<br />
s<strong>in</strong>istra)<br />
Gerrit van Honthorst, «L’angelo libera Pietro <strong>da</strong>l carcere». Olio su tela, 1630 circa, Prato, Museo Civico;<br />
Simon Vouet, «San Pietro visita sant’Agata <strong>in</strong> carcere». Olio su tela, 1614 circa, Londra, Whitfield F<strong>in</strong>e Art<br />
le 20mila e le 30mila presenze.<br />
Una sfi<strong>da</strong> che il curatore<br />
delle mostre della Casa delle<br />
Esposizioni, don Geretti, ha<br />
già v<strong>in</strong>to gli scorsi anni, riuscendo<br />
a portare, <strong>in</strong> questa<br />
sede così lontana <strong>da</strong>i circuiti<br />
espositivi tradizionali, un<br />
notevole flusso di visitatori.<br />
Negli ultimi nove anni sono<br />
passate, nel piccolo paese<br />
montano, circa 250mila persone.<br />
Infatti, il ciclo di mostre<br />
di tema sacro promosse<br />
a <strong>Il</strong>legio è un viaggio iconografico<br />
che dura <strong>in</strong><strong>in</strong>terrottamente <strong>da</strong>l 2004: un’esposizione<br />
all’anno, per parlare di arte e fede, per fidelizzare il pubblico<br />
e muovere l’economia del territorio. I visitatori sono il cuore<br />
della mostra, portarli f<strong>in</strong>o a questo borgo lontano non è<br />
impresa facile, ma si sa, chi vive la montagna solitamente è<br />
persona tenace. Sicuramente lo è don Geretti, che dichiara: «<strong>Il</strong><br />
nostro Comitato è una squadra di persone volontarie che, con passione<br />
competenza, crede profon<strong>da</strong>mente nella necessità di riconciliare materia<br />
e spirito, sensibile e spirituale nella vita dell’uomo d’oggi, e <strong>in</strong>tuisce<br />
che l’arte è una via potente per favorire una tale riconciliazione, così<br />
come la montagna è un luogo propizio per predisporre il cuore al giusto<br />
contatto con il bello e con Dio. Promuoviamo l’arte cristiana e al<br />
tempo stesso la nostra montagna offrendone la forza terapeutica <strong>in</strong><br />
una s<strong>in</strong>ergia efficacissima».
<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
Da un «Palazzo d’oro» il sicuro protettorato per l’arte<br />
Per il presidente Lionello D’Agost<strong>in</strong>i «promuovere le arti e coltivare il patrimonio della Comunità è il dovere,<br />
la vera e propria mission statutaria della Fon<strong>da</strong>zione Cassa di Risparmio di Ud<strong>in</strong>e e Pordenone»<br />
Lionello D’Agost<strong>in</strong>i<br />
L<br />
a Fon<strong>da</strong>zione Cassa di Risparmio<br />
di Ud<strong>in</strong>e e Pordenone ha di recente<br />
pubblicato un volume <strong>in</strong>titolato<br />
«Venti anni 1992-2011», curato<br />
<strong>da</strong> Giuseppe Bergam<strong>in</strong>i, uno dei<br />
massimi esperti di arte friulana,<br />
e <strong>da</strong>l teologo monsignor Luciano<br />
Padovese, per diversi anni vicepresidente<br />
della Fon<strong>da</strong>zione, <strong>in</strong> cui si<br />
fa il punto della situazione sui primi<br />
vent’anni di attività e sulla mission istituzionale della Fon<strong>da</strong>zione.<br />
Si tratta di una realtà profon<strong>da</strong>mente radicata nel<br />
territorio delle prov<strong>in</strong>ce di Ud<strong>in</strong>e e Pordenone e aperta al<br />
dialogo con le istituzioni, che <strong>in</strong>terviene attivamente per<br />
favorire la crescita economica, culturale e sociale della collettività<br />
attraverso il sostegno a soggetti non profit nella realizzazione<br />
di progetti che fanno capo ai settori rilevanti, tra<br />
i quali si annovera, per il triennio 2011-2013, quello dell’arte<br />
e della cultura.<br />
In questo ambito si <strong>in</strong>serisce il conv<strong>in</strong>to sostegno che<br />
la Fon<strong>da</strong>zione offre con cont<strong>in</strong>uità all’Azien<strong>da</strong> speciale<br />
Villa Man<strong>in</strong> di Passariano, la fastosa dimora di Ludovico<br />
Man<strong>in</strong>, ultimo doge di Venezia. Centro conservatore<br />
e propulsore di cultura, Villa Man<strong>in</strong> è considerata, <strong>da</strong> appassionati,<br />
artisti, operatori e galleristi, un vero e proprio<br />
punto di riferimento per la salvaguardia e la fruizione di<br />
opere d’arte non solo a livello locale, ma anche nazionale e<br />
<strong>in</strong>ternazionale.<br />
Sono state allestite al suo <strong>in</strong>terno esposizioni di rilievo, tra<br />
le quali si ricor<strong>da</strong>no, negli ultimi anni, le mostre dedicate a<br />
«Munch e lo spirito del nord. Scand<strong>in</strong>avia nel secondo Ottocento»<br />
(2010-2011) e all’«Espressionismo» (2011-2012). Un contribuito<br />
altrettanto significativo è stato concesso alla grande<br />
esposizione, conclusasi <strong>da</strong> poco, dedicata a Giambattista Tiepolo,<br />
uno dei maggiori esponenti del Settecento veneziano<br />
attivo anche <strong>in</strong> Friuli, <strong>in</strong>titolata «Giambattista Tiepolo. Dal<br />
vecchio e nuovo mondo». È il presidente Lionello D’Agost<strong>in</strong>i<br />
a ricor<strong>da</strong>re che «promuovere le arti e coltivare il patrimonio della<br />
Palazzo Contar<strong>in</strong>i, detto «Palazzo d’oro», sede della Fon<strong>da</strong>zione Crup<br />
a Ud<strong>in</strong>e<br />
Comunità è un dovere, una vera e propria mission statutaria per<br />
la Fon<strong>da</strong>zione Crup, che <strong>da</strong> sempre supporta le realtà, come Villa<br />
Man<strong>in</strong>, attive sul territorio e impegnate a valorizzare la cultura attraverso<br />
manifestazioni di grande impatto e valore artistico».<br />
Alle attività espositive la Fon<strong>da</strong>zione offre un sostegno cont<strong>in</strong>uo<br />
e costante a lungo term<strong>in</strong>e: come dimostrato di recente<br />
partecipando alla realizzazione della mostra «Giorgio Celiberti.<br />
Diario (1947-2013)», un’antologica di 200 opere<br />
<strong>in</strong>edite che <strong>da</strong>l primo giugno rende omaggio al grande<br />
artista friulano, celebrando la sua lunga e apprezzata attività<br />
e cercando di realizzare, almeno per qualche mese, il suo<br />
sogno nel cassetto, quello di fare <strong>in</strong> modo che «l’arte sia alla<br />
portata di tutti».<br />
<strong>Il</strong> sostegno della Fon<strong>da</strong>zione Crup a una realtà d’eccellenza<br />
come Villa Man<strong>in</strong> assume un significato ancor più ampio e<br />
concreto poiché, <strong>in</strong> virtù di tale contributo, la cultura diventa<br />
volano dell’economia locale e la Fon<strong>da</strong>zione stessa punto<br />
di riferimento per gli operatori culturali attivi nelle prov<strong>in</strong>ce<br />
di Ud<strong>in</strong>e e Pordenone, pr<strong>in</strong>cipale territorio di riferimento<br />
dell’Ente.<br />
La Fon<strong>da</strong>zione Crup ha già <strong>da</strong> alcuni anni avviato una<br />
collaborazione con il Centro Regionale di Catalogazione<br />
e Restauro di Villa Man<strong>in</strong> di Passariano, che fa capo<br />
al M<strong>in</strong>istero per i Beni e le Attività Culturali, che raccoglie,<br />
attraverso la catalogazione partecipata, i beni delle<br />
collezioni pubbliche e private, contribuendo al Catalogo<br />
Unico Nazionale dei Beni Culturali.<br />
Grazie a questa collaborazione la Fon<strong>da</strong>zione ha censito<br />
e catalogato il proprio patrimonio artistico composto<br />
<strong>da</strong> oltre 500 opere tra dip<strong>in</strong>ti, sculture, opere grafiche,<br />
oreficerie, oggetti d’arte sacra e arredi, appartenenti al<br />
territorio, opere di artisti noti come Giovanni Mart<strong>in</strong>i,<br />
Palma il Giovane, Giulio Quaglio, Nicola Grassi, Napoleone<br />
Pellis, Fred Pitt<strong>in</strong>o, Afro e Mirko Basaldella, ma<br />
anche di artisti «m<strong>in</strong>ori» che, come ricor<strong>da</strong> Giuseppe Bergam<strong>in</strong>i,<br />
sono «silenziose attestazioni delle piccole e grandi vicende<br />
che hanno accompagnato, generazione dopo generazione, uom<strong>in</strong>i e<br />
luoghi».<br />
8<br />
I Civici Musei di Ud<strong>in</strong>e<br />
La città di Ud<strong>in</strong>e dispone di un’ampia e diversificata offerta museale<br />
che nei Civici Musei ha il nucleo pr<strong>in</strong>cipale. <strong>Il</strong> piano nobile del<br />
c<strong>in</strong>quecentesco Castello, che sorveglia la città <strong>da</strong>ll’alto del colle su cui si<br />
erge, ospita la Galleria d’Arte Antica, il cui percorso attraversa sei secoli<br />
di arte friulana e veneta, partendo <strong>da</strong>l Trecento. Accanto ai pr<strong>in</strong>cipali<br />
rappresentanti dell’arte friulana, sono presenti artisti che si imposero<br />
oltre i conf<strong>in</strong>i regionali, come Giovanni Antonio <strong>da</strong> Pordenone e<br />
Giovanni <strong>da</strong> Ud<strong>in</strong>e. Fiori all’occhiello della p<strong>in</strong>acoteca sono, <strong>tutta</strong>via, il<br />
Cristo e gli strumenti della Passione, capolavoro del veneziano Vittore<br />
Carpaccio, e un gruppo di opere di Giambattista Tiepolo (La Fortezza e<br />
la Sapienza, Angelo custode, San Francesco di Sales e Consilium <strong>in</strong> arena).<br />
<strong>Il</strong> Castello ospita anche altre sezioni dei Civici Musei. Al piano terra,<br />
sono stati recentemente riaperti al pubblico, con un nuovo allestimento,<br />
il Museo Archeologico e il Museo del Risorgimento: il primo offre<br />
un’<strong>in</strong>teressante documentazione per conoscere la storia antica di queste<br />
terre, <strong>in</strong>fluenzata <strong>da</strong>lle civiltà e <strong>da</strong>lle vicende delle regioni vic<strong>in</strong>e; il<br />
secondo propone un percorso tematico sull’unificazione italiana con<br />
particolare attenzione agli sviluppi locali. <strong>Il</strong> Gab<strong>in</strong>etto dei disegni e delle<br />
stampe e il Museo Friulano della Fotografia sono al secondo piano, dove<br />
si trovano anche la Fototeca e la Biblioteca d’arte, aperte a pubblico e<br />
studiosi.<br />
<strong>Il</strong> Castello non esaurisce l’offerta dei Civici Musei. <strong>Il</strong> nuovo Museo d’Arte<br />
Moderna e Contemporanea ha sede presso Casa Cavazz<strong>in</strong>i, <strong>da</strong> cui<br />
prende il nome. Inaugurato <strong>da</strong> poco più di sei mesi, il museo è dest<strong>in</strong>ato<br />
ad essere un centro propulsore dell’arte contemporanea a Ud<strong>in</strong>e, oltre<br />
che il contenitore di una raccolta di tutto rispetto. Punti di forza del<br />
percorso espositivo sono le collezioni Astaldi (con opere di artisti come<br />
Carrà, de Chirico, De Pisis, Guttuso, Santomaso e Sav<strong>in</strong>io) e FRIAM (più<br />
di cento lavori di artisti statunitensi, come De Koon<strong>in</strong>g, Andre e Stella,<br />
donate dopo il terremoto che colpì il Friuli nel 1976), a cui si aggiunge<br />
il nucleo delle opere di D<strong>in</strong>o, Mirko e Afro Basaldella, le migliori<br />
espressioni della cultura artistica friulana del Novecento.<br />
Poco distante <strong>da</strong> Casa Cavazz<strong>in</strong>i, a completamento dell’offerta<br />
contemporanea, ci sono le Gallerie del Progetto che ospitano, nelle sale<br />
di Palazzo Morpurgo, gli archivi di importanti architetti ed i render<strong>in</strong>g<br />
dell’Electrolux Zanussi.<br />
Palazzo Giacomelli ospita, <strong>in</strong>vece, il nuovo Museo Etnografico del Friuli<br />
che, con un progetto museografico <strong>in</strong>novativo, <strong>in</strong><strong>da</strong>ga i vari aspetti della<br />
vita tradizionale friulana secondo un moderno taglio antropologico.<br />
In senso orario:<br />
veduta del Castello di Ud<strong>in</strong>e<br />
sala del Museo del Risorgimento, Castello<br />
sale espositive, Casa Cavazz<strong>in</strong>i, Museo d’Arte<br />
moderna e contemporanea<br />
Palazzo Giacomelli, facciata, sede del Museo Etnografico<br />
del Friuli<br />
Civici Musei di Ud<strong>in</strong>e<br />
Colle del Castello, 33100 Ud<strong>in</strong>e<br />
Tel. 0432/271591 Fax 0432/271982<br />
civici.musei@comune.ud<strong>in</strong>e.it
9<br />
<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
La Fon<strong>da</strong>zione Cassa di Risparmio di Gorizia: un’istituzione <strong>in</strong><br />
ottima salute, grazie a un’oculata gestione delle proprie risorse<br />
Per il neopresidente della Fon<strong>da</strong>zione Gianluigi Chiozza «soprattutto <strong>in</strong> momenti di crisi come questo è necessario<br />
<strong>in</strong>vestire nella cultura: sarà proprio grazie alla cultura, alla formazione e alla ricerca che ne usciremo»<br />
Gianluigi Chiozza<br />
D<br />
i recente nom<strong>in</strong>ato al vertice<br />
della Fon<strong>da</strong>zione Cassa di Risparmio<br />
di Gorizia, il nuovo<br />
presidente Gianluigi Chiozza, ex imprenditore<br />
del settore dei trasporti<br />
e della logistica, classe 1952, eredita<br />
<strong>da</strong>ll’avvocato Franco Obizzi, che ha<br />
gui<strong>da</strong>to la Fon<strong>da</strong>zione f<strong>in</strong>o ad aprile<br />
2013, un organismo che gode di ottima<br />
salute. Con un avanzo di gestione<br />
di ben 6 milioni di euro, frutto di politiche lungimiranti, la<br />
Fon<strong>da</strong>zione nel 2013 potrà <strong>in</strong>vestire nelle sue attività culturali,<br />
educative, di sviluppo sociale, di assistenza sanitaria, di<br />
ricerca scientifica e di tutela dell’ambiente più di 3 milioni<br />
e mezzo di euro.<br />
Presidente, tra questi ambiti la Fon<strong>da</strong>zione ha, f<strong>in</strong> <strong>da</strong>lle<br />
orig<strong>in</strong>i, dest<strong>in</strong>ato una percentuale molto alta all’arte<br />
e alla cultura. Anche <strong>in</strong> questo momento di crisi economica<br />
<strong>in</strong> cui le risorse probabilmente vengono veicolate<br />
<strong>in</strong> direzione di settori che necessitano di contributi<br />
più urgenti, cont<strong>in</strong>ua a essere una priorità privilegiare<br />
anche la cultura?<br />
Certamente. Crediamo che si debba ancora <strong>in</strong>vestire <strong>in</strong> cultura<br />
sul territorio perché è una delle funzioni prioritarie della<br />
Fon<strong>da</strong>zione Carigo e <strong>in</strong> genere delle Fon<strong>da</strong>zioni di orig<strong>in</strong>e<br />
bancaria.<br />
In effetti, nel tempo, c’è stata una certa riduzione, perché<br />
alcuni anni fa più del 40% dei nostri <strong>in</strong>terventi era dest<strong>in</strong>ato<br />
al settore della cultura. Oggi siamo a poco meno del 30%, che<br />
è comunque una fetta rilevante degli <strong>in</strong>vestimenti della Fon<strong>da</strong>zione.<br />
Crediamo che, soprattutto <strong>in</strong> momenti di crisi come<br />
questo, sia necessario <strong>in</strong>vestire nella cultura: sia perché sarà<br />
proprio grazie alla cultura, alla formazione e alla ricerca che<br />
usciremo <strong>da</strong> questa crisi, sia perché questo sostegno consente<br />
anche <strong>in</strong>iziative di tipo economico e di tipo occupazionale.<br />
Nel 2012 l’Acri, l’Associazione delle Fon<strong>da</strong>zioni e delle Casse<br />
di Risparmio italiane, ha voluto rendere accessibili a tutti<br />
le collezioni d’arte delle Fon<strong>da</strong>zioni di orig<strong>in</strong>e bancaria realizzando<br />
uno straord<strong>in</strong>ario catalogo multimediale, chiamato<br />
«r’accolte».<br />
Potrebbe dirci quale situazione ha trovato al suo arrivo?<br />
Ritiene che siano necessari dei cambiamenti rispetto<br />
alla precedente gestione?<br />
Senz’altro il mio predecessore, l’avvocato Obizzi, lascia un’eredità<br />
molto impegnativa perché, <strong>in</strong> quasi vent’anni di gestione,<br />
ci ha consegnato una Fon<strong>da</strong>zione molto sana, molto<br />
ben gestita e amm<strong>in</strong>istrata, e forte di un’ottima immag<strong>in</strong>e<br />
sul territorio. Si deve cont<strong>in</strong>uare su questa stra<strong>da</strong> tenendo<br />
però <strong>in</strong> considerazione che il mondo sta cambiando; per<br />
cui sarà necessario adeguare <strong>in</strong> modo progressivo la nostra<br />
attività rispetto a questi mutamenti. Siamo un Consiglio di<br />
amm<strong>in</strong>istrazione completamente nuovo e ci stiamo impegnando<br />
nella l<strong>in</strong>ea della cont<strong>in</strong>uità rispetto alla gestione<br />
precedente, senza creare rotture con il passato, rispondendo<br />
alle esigenze e alle aspettative dei vari settori di <strong>in</strong>tervento<br />
che non possono essere disattese, considerato che sono la<br />
ricchezza del nostro territorio. Negli anni è stato creato un<br />
fondo di stabilizzazione delle erogazioni che ci consentirà di<br />
avere una certa omogeneità <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i quantitativi, anche<br />
quando situazioni economico-f<strong>in</strong>anziarie dovessero ridurre<br />
le nostre entrate.<br />
L’organizzazione di esposizioni per valorizzare il patrimonio<br />
artistico della Fon<strong>da</strong>zione, è uno dei vostri<br />
punti di forza. Sulla scia di una tradizione consoli<strong>da</strong>ta,<br />
anche l’ultima mostra <strong>in</strong>titolata «Réclame. Manifesti e<br />
bozzetti del primo ’900 <strong>da</strong>l Fondo Passero Chiesa», che<br />
rimarrà aperta gratuitamente al pubblico f<strong>in</strong>o al 20 ottobre,<br />
è un ottimo esempio. A due mesi <strong>da</strong>ll’apertura,<br />
è possibile fare un primo bilancio?<br />
Abbiamo avuto quasi 4mila visitatori f<strong>in</strong>o ad oggi e soprattutto<br />
abbiamo recepito un grande entusiasmo <strong>da</strong> parte di<br />
chi viene a visitare la mostra. C’è stato un certo risalto sulla<br />
stampa locale, perché è un’<strong>in</strong>iziativa che riguar<strong>da</strong> il territorio<br />
e parla prevalentemente di aziende della nostra regione:<br />
sono esposti i manifesti e bozzetti realizzati <strong>da</strong>llo Stabilimento<br />
Litografico Passero-Chiesa di Ud<strong>in</strong>e e molte tabelle<br />
<strong>in</strong> latta realizzate <strong>da</strong>lle Offic<strong>in</strong>e Passero di Monfalcone; non<br />
mancano <strong>tutta</strong>via anche contatti con la S<strong>in</strong>ger, una mult<strong>in</strong>azionale<br />
dell’epoca, con un respiro che va ben oltre l’ambito<br />
regionale; ci aspettiamo visitatori oltre che <strong>da</strong>l nostro tradizionale<br />
bac<strong>in</strong>o d’utenza anche <strong>da</strong>lle regioni conf<strong>in</strong>anti di<br />
Car<strong>in</strong>zia e Slovenia.<br />
L’arte a servizio della pubblicità: si è <strong>da</strong> poco chiusa a<br />
Milano una mostra sui cent’anni del Made <strong>in</strong> Italy e sul<br />
rapporto tra arte e aziende italiane. Anche <strong>in</strong> questa<br />
mostra i bozzetti e i manifesti esposti permettono di<br />
leggere, attraverso la pubblicità, la storia di <strong>in</strong>dustrie e<br />
fabbriche della regione. Cosa ne pensa?<br />
Mentre i mecenati del passato erano il clero e i pr<strong>in</strong>cipi, <strong>in</strong><br />
tempi più recenti il ruolo di committente è stato assunto<br />
<strong>da</strong>ll’<strong>in</strong>dustria e <strong>da</strong>ll’imprenditoria. Molti artisti hanno avviato<br />
la loro carriera facendo promozione di prodotti: la<br />
cartellonistica e la pubblicità sono state <strong>in</strong>fatti una grande<br />
occasione sia di sopravvivenza che di notorietà per gli artisti.<br />
La mostra di Milano ha un respiro ovviamente più ampio<br />
rispetto alla nostra proposta, <strong>in</strong> quanto riguar<strong>da</strong> le pubblicità<br />
delle pr<strong>in</strong>cipali aziende italiane, commissionate a diverse<br />
stamperie; nel nostro caso si è partiti esclusivamente <strong>da</strong>l<br />
Fondo Chiesa, acquisito negli scorsi anni, restaurato e catalogato<br />
<strong>in</strong> occasione di questa mostra, legato a una attività<br />
imprenditoriale prevalentemente locale che ha però avuto<br />
un riscontro <strong>in</strong> campo pubblicitario importantissimo. La<br />
pubblicità è un tema che piace; lo si vede ad esempio anche<br />
alla mostra «Novecento. Arte e vita <strong>in</strong> Italia tra le due guerre»<br />
che <strong>da</strong> poco si è conclusa a Forlì, che aveva una sezione dedicata<br />
alla grafica e alla cartellonistica pubblicitaria, simbolo<br />
di progresso e del processo di modernizzazione del paese.<br />
Oltre alle <strong>in</strong>iziative <strong>in</strong>terne, la Fon<strong>da</strong>zione offre il suo<br />
sostegno economico anche alle proposte culturali fatte<br />
<strong>da</strong>l territorio?<br />
Certamente. La Fon<strong>da</strong>zione si impegna a sostenere anche le<br />
proposte delle associazioni culturali locali sia attraverso il<br />
sistema dei bandi (per <strong>in</strong>terventi che non super<strong>in</strong>o i 6mila<br />
euro), sia per <strong>in</strong>iziative di maggior importanza. Noi siamo<br />
<strong>in</strong>teressati non solo ad avviare direttamente dei progetti ma<br />
anche essere di supporto, nel territorio, a chi ha delle buone<br />
idee, <strong>in</strong> modo che, anche con il nostro contributo, considerata<br />
l’attuale m<strong>in</strong>ore disponibilità f<strong>in</strong>anziaria degli enti<br />
pubblici, questi progetti possano essere realizzati. Abbiamo<br />
sostenuto, ad esempio, <strong>in</strong> modo molto significativo alla f<strong>in</strong>e<br />
del mese di maggio, la IX edizione di «èStoria», Festival <strong>in</strong>ternazionale<br />
della storia. Un evento di portata nazionale e<br />
sovranazionale che si svolge nel corso di tre giorni a Gorizia,<br />
con oltre 60 <strong>in</strong>terventi culturali tra dibattiti, discussioni,<br />
conferenze, proiezioni e mostre, quest’anno <strong>in</strong>centrato sul<br />
tema «Banditi», per riflettere sulle problematiche del conf<strong>in</strong>e<br />
tra legalità e illegalità, e che ha visto una presenza <strong>da</strong>vvero<br />
considerevole di pubblico.<br />
La Fon<strong>da</strong>zione ha acquisito, nel corso degli anni un<br />
<strong>in</strong>gente patrimonio di opere d’arte <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>secamente<br />
legato alla storia del territorio. Dip<strong>in</strong>ti <strong>da</strong>l XVI al<br />
XX secolo, opere di maestri attivi a Gorizia nel Sette e<br />
Ottocento come Lichtenreiter e Tom<strong>in</strong>z e <strong>in</strong>tere collezioni,<br />
<strong>da</strong>lla raccolta Spazzapan al fondo di manifesti<br />
pubblicitari Passero-Chiesa. C’è ancora la possibilità di<br />
fare degli acquisti e <strong>in</strong>vestire <strong>in</strong> opere d’arte per evitare<br />
la dispersione?<br />
Effettivamente questa è una delle nostre f<strong>in</strong>alità pr<strong>in</strong>cipali:<br />
evitare che certi patrimoni artistici possano an<strong>da</strong>re perduti.<br />
Qu<strong>in</strong>di, <strong>da</strong> segnalazioni che possono arrivare <strong>da</strong> privati o<br />
<strong>da</strong> aste, valutiamo se esiste un rischio di dispersione e se è<br />
possibile un nostro <strong>in</strong>tervento. Anche se, negli ultimi tempi<br />
riteniamo meno prioritario l’<strong>in</strong>vestimento <strong>in</strong> opere d’arte<br />
rispetto al sostegno alle associazioni culturali che organizzano<br />
convegni, conferenze, concerti e mostre.<br />
Anche perché ciò che viene acquistato, dovrebbe essere messo<br />
a disposizione del pubblico: tenere le opere nel caveau non<br />
ha senso. Ecco perché alcune delle nostre opere sono state<br />
<strong>da</strong>te <strong>in</strong> como<strong>da</strong>to alle istituzioni pubbliche del territorio.<br />
Acquistare opere d’arte, restaurarle e renderle disponibili<br />
al pubblico.<br />
Qualche anno fa abbiamo acquisito il Fondo Assirelli, un<br />
archivio fotografico appartenuto al notissimo fotografo<br />
goriziano Giuseppe Assirelli, composto <strong>da</strong> oltre ventimila<br />
diapositive, molte delle quali aeree, riguar<strong>da</strong>nti la prov<strong>in</strong>cia<br />
di Gorizia e l’<strong>in</strong>tera regione. Ora stiamo provvedendo alla<br />
digitalizzazione e ottimizzazione dell’immag<strong>in</strong>e con la collaborazione<br />
del Laboratorio CREA (Centro di Ricerca ed Elaborazione<br />
Audiovisivi) dell’Università degli Studi di Ud<strong>in</strong>e<br />
con sede a Gorizia.<br />
Le opere della Collezione Luigi Spazzapan, acquistate nel<br />
1999 <strong>da</strong>lla raccolta Giletti di Tor<strong>in</strong>o sono state <strong>da</strong>te <strong>in</strong> como<strong>da</strong>to<br />
alla Galleria Regionale d’Arte Contemporanea «L.<br />
Spazzapan» di Gradisca d’Isonzo dedicata proprio a questo<br />
artista; lo scorso anno tale patrimonio è stato <strong>in</strong>crementato<br />
<strong>da</strong> ulteriori 28 opere di Spazzapan; è <strong>in</strong> programma, a<br />
breve, una mostra per esporre <strong>in</strong> particolare quest’ultima<br />
collezione, per renderla fruibile a tutti e per valorizzate e<br />
promuovere, tramite un evento espositivo, la figura di questo<br />
grande artista.<br />
Artisti, grandi mostre e collezioni del Friuli nei libri Allemandi<br />
Armando Pizz<strong>in</strong>ato<br />
Nel segno dell’uomo<br />
a cura di C. Di Crescenzo<br />
Nane Zavagno<br />
La Natura e le forme<br />
a cura di G. Pauletto<br />
I bamb<strong>in</strong>i e il cielo | Angeli | Aldilà<br />
I cataloghi delle grandi mostre di <strong>Il</strong>legio<br />
a cura di S. Castri e A. Geretti<br />
Le collezioni della Fon<strong>da</strong>zione Palazzo Coron<strong>in</strong>i Cronberg di Gorizia<br />
Collana a cura di M. Malni Pascoletti e M. Menato<br />
13 anni di collaborazione per far conoscere le magnifiche raccolte della famiglia Coron<strong>in</strong>i Cronberg<br />
Per <strong>in</strong>formazioni, ord<strong>in</strong>i e per consultare il catalogo completo: www.allemandi.com
<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
<strong>Il</strong> fasc<strong>in</strong>o di Trieste attrae i turisti: l’idea v<strong>in</strong>cente<br />
di Alessandro Rosa<strong>da</strong><br />
Per gli amatori d’arte più competenti <strong>da</strong>ll’Italia e <strong>da</strong>ll’estero la storica Galleria Torbandena è un must:<br />
ora rilancia con una nuova sede e scommette sulle fiere <strong>in</strong>ternazionali<br />
L<br />
a Galleria Torbandena, fon<strong>da</strong>ta a Trieste nel 1964, si occupa<br />
di avanguardia storica europea e americana e di arte<br />
contemporanea <strong>in</strong>ternazionale. Dopo essere stata rilevata<br />
nel 1977 <strong>da</strong> Andy Rosa<strong>da</strong>, è <strong>da</strong> tempo diretta, con<br />
una tenacia non comune, <strong>da</strong>l figlio Alessandro. In un<br />
momento di crisi del mercato dell’arte e <strong>in</strong> decisa controtendenza<br />
rispetto al periodo, due anni fa ha pers<strong>in</strong>o<br />
aperto un nuovo spazio espositivo.<br />
Da un lato, anche <strong>in</strong> regione, gallerie d’arte che chiudono,<br />
come la Plurima a Ud<strong>in</strong>e dopo 40 anni di attività e la Lipanjepunt<strong>in</strong><br />
a Trieste. «Peccato per la Plurima» ci dice Rosa<strong>da</strong> «perché<br />
era una galleria con una politica coerente, forse penalizzata <strong>da</strong> una fascia<br />
di mercato che non esiste più. Da parte mia, ho aperto un secondo<br />
spazio e scommetto sulle fiere <strong>in</strong>ternazionali, perché se oggi ti r<strong>in</strong>tani<br />
nella cuccia, se non tiri fuori le unghie, sei dest<strong>in</strong>ato a morte certa».<br />
Nella storica Galleria, che prende il nome <strong>da</strong>lla via su cui si<br />
affaccia, si è conclusa <strong>da</strong> poco la mostra «Masters: <strong>da</strong><br />
Schiele a Picasso», dedicata ad alcuni tra i più grandi artisti<br />
del secolo scorso, con disegni di Egon Schiele, Amedeo Modigliani,<br />
Giacomo Balla, Paul Klee, Pablo Picasso, dip<strong>in</strong>ti di<br />
Giorgio de Chirico, Arturo Nathan (il grande pittore triest<strong>in</strong>o<br />
morto <strong>in</strong> campo di concentramento nel 1944, di cui la galleria<br />
cura l’archiviazione dell’opera per conto della famiglia),<br />
Sironi, Carrà, Santomaso, Music e Bolaffio, solo per ricor<strong>da</strong>re<br />
i maggiori, e un importante quanto raro bronzo di Mar<strong>in</strong>o<br />
Mar<strong>in</strong>i, lo «Studio per il miracolo», che appartiene alla serie<br />
delle sperimentazioni sulla tematica del gruppo equestre e<br />
sul dissidio dell’istante <strong>in</strong> cui si rompe l’armonico equilibrio<br />
tra cavallo e cavaliere, richiamando alla memoria l’evangelica<br />
caduta di Saulo sulla via di Damasco.<br />
Nel nuovo e affasc<strong>in</strong>ate spazio espositivo, Torbandena<br />
Projects, 300 metri quadri divisi su due piani <strong>in</strong> un palazzo<br />
che si affaccia su una via centrale della città a due passi <strong>da</strong>l<br />
mare, si progetta un futuro di mostre e di eventi artistici ad<br />
La sede del nuovo spazio espositivo<br />
Torbandena Projects<br />
ampio respiro. All’<strong>in</strong>terno,<br />
un’imponente<br />
scala settecentesca <strong>in</strong><br />
legno riempie l’<strong>in</strong>gresso,<br />
avvolgendo <strong>in</strong> un<br />
abbraccio il visitatore e<br />
<strong>in</strong>troducendolo <strong>in</strong> otto<br />
grandi e lum<strong>in</strong>osissimi<br />
ambienti. È qui che il<br />
gallerista conserva ed<br />
espone opere di artisti<br />
<strong>in</strong>ternazionali,<br />
seguiti con grande<br />
<strong>in</strong>teresse <strong>da</strong> musei e<br />
fon<strong>da</strong>zioni di tutto<br />
il mondo: l’austriaco<br />
Hubert Scheibl, il belga<br />
Jus Juchtmans, lo sloveno<br />
Cveto Marsic, il tedesco<br />
Thomas Müller,<br />
Gonzalo Gonzàlez e Carlos Matallana <strong>da</strong>lle Canarie, l’<strong>in</strong>glese<br />
Simon Edmondson, il catalano Jordi Alcaraz, il napoletano<br />
Oreste Zevola, lo scultore basco Carlos Lizariturry e, tra i fotografi,<br />
il veneto Toni Meneguzzo e il tedesco Ralf Peters.<br />
A settembre una grande mostra metterà a confronto<br />
gli artisti astratti contemporanei della galleria con l’astrazione<br />
moderna, <strong>da</strong> Burri a Fontana, e poi Manzoni,<br />
Kl<strong>in</strong>e, Twombly.<br />
Perché cont<strong>in</strong>ua a credere <strong>in</strong> Trieste? «Perché è una città fantastica:<br />
anche se non è facile <strong>in</strong>terpretarne le potenzialità» risponde sorridendo<br />
il gallerista, «il collezionismo a Trieste non esiste più. Scomparsa la<br />
fascia della piccola e media borghesia che non si può più permettere di<br />
acquistare opere d’arte; fuori gioco anche i pochi acquirenti storici che,<br />
ormai anziani, anziché acquistare, vendono, non c’è stato un ricambio<br />
La sapienza del torchio: la Stamperia d’arte Albicocco<br />
Dal lontano 1974 è aperta a Ud<strong>in</strong>e<br />
la Stamperia d’arte Albicoc-<br />
e di ricerca: non potrebbe essere alne<br />
di passioni, di contatti, di parole<br />
co: è una delle ultime <strong>in</strong> Italia,<br />
trimenti.<br />
sopravvissuta al tempo e alla<br />
Ha fatto anche l’editore, Corrado Albicocco<br />
creando la raff<strong>in</strong>ata collana<br />
modernità della tecnologia. L’artefice<br />
di questa fuc<strong>in</strong>a d’arte è<br />
di libri d’artista denom<strong>in</strong>ata Edizioni<br />
Corrado Albicocco, urb<strong>in</strong>ate di<br />
del Tavolo Rosso, che, a partire <strong>da</strong>l<br />
orig<strong>in</strong>i, formatosi alla «Scuola<br />
1994, ha riunito letterati e artisti famosi<br />
per illustrare i volumi con <strong>in</strong>ci-<br />
del libro» di quella città, dove si<br />
è specializzato <strong>in</strong> tipografia editoriale<br />
imparando un mestiere<br />
di editoria di pregio. Trentac<strong>in</strong>que le<br />
sioni orig<strong>in</strong>ali, <strong>in</strong> un progetto unico<br />
senza tempo. La fortuna è stata<br />
opere già stampate: tra le più belle,<br />
«Anatomia di un’immag<strong>in</strong>e» del<br />
quella di aver saputo entrare <strong>in</strong><br />
contatto il mondo degli artisti e<br />
1994, «<strong>Il</strong> tempo delle orig<strong>in</strong>i» del<br />
dei collezionisti, diventando lo<br />
1998 e «Una polemica <strong>in</strong> prosa» del<br />
stampatore di fiducia di alcune<br />
2000 <strong>in</strong>cisi <strong>da</strong> Giuseppe Ziga<strong>in</strong>a, e<br />
delle maggiori personalità del Corrado Albicocco con David Tremlett<br />
nel 2003 «Frammenti» e «Gli Angeli<br />
Novecento: partendo <strong>da</strong> Giuseppe<br />
Ziga<strong>in</strong>a si sono aperte le porte dell’arte contempora-<br />
Emilio Vedova. E, se non basta, per tenere viva la discussio-<br />
di Vedova» come omaggio all’arte di<br />
nea italiana ed è così che <strong>in</strong> stamperia sono entrati alcuni ne sul tema, si occupa, assieme al professor Roberto Bu<strong>da</strong>ssi<br />
degli artisti più importanti del secolo, tra cui Emilio Vedova e di Urb<strong>in</strong>o, anche del periodico semestrale «Prova d’artista»,<br />
Giuseppe Santomaso. I frequentatori di questi sapienti torchi, pensato come uno strumento di approfondimento e riflessione<br />
lungo i decenni, sono stati sia maestri italiani che stranieri: sulla stampa d’arte. Molte anche le mostre realizzate, l’ultima<br />
Carla Accardi, i romani Piero Pizzi Cannella e Piero d’Orazio, i delle quali, ospitata a Villa Man<strong>in</strong> di Passariano nella primavera<br />
di quest’anno, <strong>in</strong>titolata «I sogni che volano. L’<strong>in</strong>chiostro nel<br />
milanesi Giovanni Frangi e Luca Pignatelli; tra i friulani, Carlo<br />
Ciussi e Giorgio Gomirato, il civi<strong>da</strong>lese d’adozione Aldo Colò, segno. Stamperia Albicocco 1974/2013» presentava una selezione<br />
di 170 opere uscite <strong>da</strong>i torchi della sua bottega d’arte.<br />
Franco Dugo, Armando Pizz<strong>in</strong>ato e Virgilio Tramont<strong>in</strong>; mentre,<br />
tra gli stranieri, si ricor<strong>da</strong>no David Tremlett, i maestri bosniaci Sono i «Sogni che volano», quelli che si materializzano nell’istante<br />
preciso <strong>in</strong> cui il metallo della lastra s’<strong>in</strong>contra con la<br />
Safet Zec e Mersad Berber, Klaus Karl Mehrkens e il boemo<br />
Jiží Kolář.<br />
carta umi<strong>da</strong> del foglio: è così che un foglio di carta come tanti,<br />
È un rapporto <strong>in</strong>tenso quello con gli artisti, fatto di condivisio-<br />
diventa, all’improvviso, opera d’arte.<br />
Interno della Galleria Spazzapan<br />
10<br />
generazionale vero; anzi, se vogliamo si è verificato un imbarbarimento<br />
culturale, anche per la latitanza delle istituzioni, che avrebbero dovuto<br />
valorizzare l’arte contemporanea, esporla per storicizzarla, divulgarla<br />
per sensibilizzare nuove generazioni di collezionisti».<br />
Preso atto che quella del collezionista a Trieste è una specie <strong>in</strong><br />
via d’est<strong>in</strong>zione, ci si chiede se esistano almeno bravi artisti.<br />
La risposta è immediata: «La migliore è Manuela Sedmach (Trieste,<br />
1953), che lavora con la Galleria Cont<strong>in</strong>ua di San Gimignano e con noi<br />
ha allestito due belle mostre».<br />
Nonostante l’immobilismo di Trieste, Alessandro Rosa<strong>da</strong>, che<br />
divide il suo tempo tra fiere nazionali e <strong>in</strong>ternazionali (Verona,<br />
Bologna, Madrid, Miami, New York, Colonia), eventi e<br />
contatti con collezionisti e acquirenti all’estero, non demorde:<br />
ama viaggiare e poi tornare a casa. «I miei collezionisti<br />
arrivano qui <strong>da</strong>ll’Italia e <strong>da</strong>ll’estero: li faccio <strong>in</strong>namorare della<br />
città, del suo mare, dei suoi segreti. Si ritrovano così ad acquistare<br />
arte <strong>in</strong> un contesto magico».<br />
Nel nome di Spazzapan,<br />
pubblico e privato <strong>in</strong>sieme<br />
Ottantasette opere di Luigi Spazzapan tra tempere, oli, ch<strong>in</strong>e<br />
e sculture, acquistate <strong>da</strong>lla Fon<strong>da</strong>zione Cassa di Risparmio di<br />
Gorizia nel 1999 <strong>da</strong>lla raccolta dell’avvocato tor<strong>in</strong>ese Eugenio<br />
Giletti, uno dei suoi più importanti collezionisti e grandi amici,<br />
per evitarne la dispersione: è questo il nucleo più importante<br />
di opere della Galleria Regionale d’arte contemporanea Luigi<br />
Spazzapan di Gradisca d’Isonzo, aperta <strong>da</strong>l 1977 nella sede del<br />
seicentesco Palazzo Torriani, che la Fon<strong>da</strong>zione ha concesso <strong>in</strong><br />
como<strong>da</strong>to all’istituzione museale a lui dedicata. Da un lato è<br />
stato un modo per evitare che questo nucleo di opere an<strong>da</strong>sse<br />
disperso, <strong>da</strong>ll’altro un espediente illum<strong>in</strong>ato per riportarle<br />
nella terra natale dell’artista. Orig<strong>in</strong>ario di Gradisca d’Isonzo,<br />
dove era nato nel 1889, passa la prima giov<strong>in</strong>ezza a Gorizia,<br />
dove si forma f<strong>in</strong>o al 1928, quando si trasferisce a Tor<strong>in</strong>o dove<br />
trascorre il resto della sua esistenza f<strong>in</strong>o alla morte nel 1958.<br />
Nel 2010, un restyl<strong>in</strong>g sia degli spazi espositivi sia delle mo<strong>da</strong>lità<br />
di gestione della Galleria (che prevede una efficace s<strong>in</strong>ergia<br />
di tre enti - la Prov<strong>in</strong>cia di Gorizia, il Comune di Gradisca<br />
d’Isonzo e la Fon<strong>da</strong>zione Cassa di Risparmio di Gorizia<br />
- e un comitato scientifico <strong>in</strong>dipendente), ha <strong>da</strong>to nuova l<strong>in</strong>fa<br />
alla Galleria. La curatrice, Annalia Delneri, rivela <strong>in</strong> anteprima<br />
che, nella secon<strong>da</strong> metà del 2013, è <strong>in</strong> programma una grande<br />
mostra dedicata all’artista per presentare al pubblico la nuova<br />
acquisizione, <strong>da</strong> parte della Fon<strong>da</strong>zione bancaria goriziana di<br />
altre ventotto opere di Spazzapan provenienti <strong>da</strong>lla collezione<br />
Citelli di Tor<strong>in</strong>o. In questa occasione sarà stampato un catalogo<br />
nel quale, per la prima volta, usciranno gli <strong>in</strong>dici dell’Archivio<br />
Spazzapan, e verrà pubblicata l’<strong>in</strong>edita corrispondenza del<br />
gradiscano con altri artisti, galleristi e collezionisti.<br />
Per <strong>in</strong>formazioni: Galleria Regionale d’Arte Contemporanea Luigi Spazzan,<br />
Palazzo Torriani, via Ciotti 51, Gradisca d’Isonzo, Gorizia, tel. e fax 0481<br />
960816, galleria.spazzapan@gmail.com, www.galleriaspazzapan.it
<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
Quei fuoriclasse di Spilimbergo<br />
<strong>Il</strong> Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia raccoglie<br />
l’eredità artistica del Gruppo friulano per una Nuova Fotografia<br />
formatosi a Spilimbergo negli anni C<strong>in</strong>quanta con Fulvio Roiter,<br />
Italo Zannier e Gianni Berengo Gard<strong>in</strong><br />
T<br />
Toni Nicol<strong>in</strong>i, «Marcia per la<br />
Sicilia», 1967, Spilimbergo,<br />
Archivio Craf; Mario Cresci,<br />
«Autoritratto», 1975<br />
ra le coll<strong>in</strong>e di Spilimbergo, nel cuore del Friuli, nel<br />
1993 nasce un centro dedicato alla fotografia: è il<br />
CRAF, acronimo di Centro di Ricerca e Archiviazione<br />
della Fotografia, sorto <strong>da</strong>ll’eredità artistica del<br />
Gruppo friulano per una Nuova Fotografia (GFNF), autore<br />
del Manifesto di fotografia neorealista, formatosi<br />
proprio a Spilimbergo negli anni C<strong>in</strong>quanta, grazie a<br />
personalità come Fulvio Roiter e Italo Zannier e più<br />
tardi Gianni Berengo Gard<strong>in</strong>.<br />
Dotato di una fototeca, di una biblioteca specializzata e di<br />
due sedi operative una <strong>in</strong> Palazzo Tadea a Spilimbergo e una<br />
<strong>in</strong> Villa Ciani a Lestans, il centro è attivo <strong>da</strong> vent’anni <strong>in</strong> uno<br />
dei settori più <strong>in</strong>teressanti dell’arte contemporanea.<br />
La sua vocazione, f<strong>in</strong> <strong>da</strong>lle orig<strong>in</strong>i, è stata quella di essere<br />
un luogo di ricerca, di valorizzazione e di diffusione della<br />
cultura fotografica. Obiettivo che cerca di raggiungere anno<br />
dopo anno mediante l’organizzazione di esposizioni (ad oggi<br />
se ne contano più di 500), corsi di fotografia, giornate di studio<br />
dedicate alla conservazione, diagnostica e restauro del<br />
materiale fotografico, concorsi e premi <strong>in</strong>ternazionali e la<br />
pubblicazione di un magaz<strong>in</strong>e mensile on l<strong>in</strong>e (www.craffvg.it).<br />
Tra le priorità del centro ci sono <strong>in</strong>oltre la partecipazione<br />
a progetti e collaborazioni di carattere <strong>in</strong>ternazionale<br />
e le acquisizioni di nuovi fondi fotografici per implementare<br />
il già ricco patrimonio che conta oltre 200mila immag<strong>in</strong>i.<br />
Nel settore della catalogazione, fruizione e consultazione<br />
degli archivi, il centro ha elaborato delle strategie di <strong>in</strong>tervento<br />
<strong>in</strong> collaborazione con l’azien<strong>da</strong> pordenonese Graphistudio,<br />
per la digitalizzazione dei fondi e la creazione di un<br />
sito web dest<strong>in</strong>ato ad accogliere le eccellenze della fotografia<br />
mondiale.<br />
Numerosi i premi assegnati anche nel 2013 a fotografi<br />
di fama <strong>in</strong>ternazionale, organizzati con il patroc<strong>in</strong>io<br />
dell’Unione <strong>in</strong>dustriali della prov<strong>in</strong>cia di Pordenone<br />
e di Mediocredito Banca del Friuli Venezia Giulia. La<br />
18ma edizione dell’«International Award of Photography<br />
2013» è stata assegnata a Uwe Ommer (Colonia, 1943) fotografo<br />
tedesco di orig<strong>in</strong>i ma francese d’adozione che <strong>in</strong>izia<br />
lavorando nel mondo della mo<strong>da</strong> e della pubblicità, concentrando<br />
sempre la sua attenzione sulla figura della donna. <strong>Il</strong><br />
«Premio Friuli Venezia Giulia fotografia», giunto quest’anno<br />
alla 26ma edizione, è stato attribuito al ligure Mario Cresci<br />
(Chiavari, 1943), un fotografo che nella Roma della f<strong>in</strong>e<br />
degli anni Sessanta entra <strong>in</strong> contatto con alcuni degli artisti<br />
più <strong>in</strong> vista del tempo come P<strong>in</strong>o Pascali e Jannis Kounellis,<br />
mantenendo sempre uno sguardo privilegiato verso i luoghi<br />
del Mezzogiorno. «Vorrei <strong>in</strong>segnare a guar<strong>da</strong>re le cose oltre<br />
la natura del visibile», confi<strong>da</strong> il maestro che, <strong>da</strong>l 2004, <strong>in</strong>segna<br />
Accademia di Belle Arti di Brera. Nella sezione dedicata<br />
alla regione, si è dist<strong>in</strong>to il palmar<strong>in</strong>o Mauro Paviotti (Palmanova,<br />
1956), artista che<br />
<strong>da</strong>l 1982 si dedica ai generi<br />
del ritratto e del reportage,<br />
esponendo le proprie opere<br />
<strong>in</strong> gallerie nazionali ed<br />
estere, e alle Biennali di<br />
Cordoba e di Venezia.<br />
Per evitare la dispersione<br />
del patrimonio fotografico<br />
italiano, il centro si impegna<br />
anche nella raccolta<br />
e nella salvaguardia di archivi di importanti fotografi. Per<br />
questa ragione, proprio <strong>in</strong> un’ottica di conservazione e di<br />
catalogazione, è stato stipulato <strong>da</strong> qualche mese un accordo<br />
con gli eredi, per la cessione <strong>in</strong> como<strong>da</strong>to al CRAF dell’archivio<br />
del fotografo e studioso milanese Toni Nicol<strong>in</strong>i recentemente<br />
scomparso (Milano, 1935-2012). Un fondo di <strong>in</strong>estimabile<br />
valore (formato <strong>da</strong> più di 20mila stampe e diacolor,<br />
carte d’archivio e pubblicazioni scientifiche specializzate),<br />
frutto delle campagne fotografiche che, a partire <strong>da</strong>gli anni<br />
Sessanta, Nicol<strong>in</strong>i ha realizzato sul patrimonio architettonico<br />
e artistico, sul territorio e sul paesaggio italiano, con una<br />
particolare attenzione sociale e antropologica della realtà<br />
ritratta.<br />
Nella Villa Man<strong>in</strong> di Passariano il Centro Regionale di Catalogazione<br />
e Restauro dei Beni Culturali<br />
Nella storica sede di Villa Man<strong>in</strong> di Passariano, dove Napoleone<br />
ha firmato nel 1797 il Trattato di Campoformio, <strong>da</strong>l 1971<br />
opera il Centro Regionale di Catalogazione e Restauro dei Beni<br />
Culturali che si occupa prevalentemente della valorizzazione<br />
dei beni culturali e della diffusione della conoscenza del patrimonio<br />
storico-artistico, attraverso la catalogazione, la conservazione<br />
e il restauro delle opere d’arte del territorio. Numerosi<br />
i progetti di catalogazione <strong>in</strong>formatizzata, che <strong>da</strong>l 2005 attraverso<br />
il SIRPAC (Sistema Informativo Regionale del Patrimonio<br />
Culturale, www.sirpac-fvg.org) hanno visto il co<strong>in</strong>volgimento di<br />
enti e soggetti pubblici e privati di tutte le quattro prov<strong>in</strong>ce<br />
della regione, Gorizia, Pordenone, Ud<strong>in</strong>e e Trieste; il sistema<br />
consente <strong>in</strong>fatti di catalogare via web, <strong>in</strong> mo<strong>da</strong>lità partecipata,<br />
cioè con la condivisione di risorse e materiali, il patrimonio<br />
regionale e di renderlo fruibile via web. Attualmente si possono<br />
consultare on l<strong>in</strong>e oltre 290mile schede con le relative<br />
immag<strong>in</strong>i di riferimento, che spaziano <strong>da</strong>ll’arte antica al contemporaneo,<br />
compilate secondo gli stan<strong>da</strong>rd catalografici m<strong>in</strong>isteriali<br />
(normativa dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la<br />
Documentazione).<br />
Un anno dopo il terremoto che ha devastato il Friuli Venezia<br />
Giulia nel 1976, viene fon<strong>da</strong>ta a Villa Man<strong>in</strong> anche una Scuola<br />
regionale di conservazione e restauro dei beni culturali, a numero<br />
chiuso, dest<strong>in</strong>ata a formare, nei propri laboratori attrezzati<br />
per l’attività di<strong>da</strong>ttica e la<br />
diagnostica, nuove generazioni<br />
di restauratori.<br />
Le attività di catalogazione e<br />
restauro non si concentrano<br />
però solo sui aspetti regionali:<br />
il Centro apre <strong>in</strong>fatti il suo<br />
orizzonte anche alle realtà conf<strong>in</strong>anti,<br />
partecipando a progetti<br />
europei di portata transfrontaliera,<br />
come PArSJAd (Parco archeologico<br />
dell’Alto Adriatico),<br />
<strong>in</strong> accordo con la Slovenia, per<br />
la valorizzazione del patrimonio<br />
archeologico dell’area costiera<br />
e dell’entroterra dell’alto<br />
Adriatico; o come il progetto<br />
Interreg Italia/Austria Transmuseum (appena concluso) dedicato<br />
ai piccoli musei di montagna; o <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e il CulturAlp per<br />
la valorizzazione degli <strong>in</strong>sediamenti storici dell’arco alp<strong>in</strong>o. A<br />
supporto della ricerca, a Villa Man<strong>in</strong> ci sono anche un ricco<br />
archivio fotografico e una biblioteca specializzata. Molte <strong>in</strong>oltre<br />
le pubblicazioni, come i Quaderni del Centro di Catalogazione,<br />
i cataloghi di mostre e i volumi della collana Studi e Ricerche.<br />
<strong>Il</strong> magistrale <strong>in</strong>tervento<br />
su una scultura lignea<br />
medievale firmato<br />
<strong>da</strong>l Laboratorio di restauro<br />
della Sopr<strong>in</strong>tendenza<br />
È il 2006 quando nel<br />
laboratorio della Sopr<strong>in</strong>tendenza<br />
per i beni<br />
storici, artistici ed etnoantropologici<br />
del Friuli<br />
Venezia Giulia a Ud<strong>in</strong>e<br />
viene accolto, per un <strong>in</strong>tervento<br />
di restauro conclusosi<br />
nel giugno 2013,<br />
l’imponente «Crocifisso»<br />
ligneo del duomo di<br />
Santa Maria Assunta a<br />
Civi<strong>da</strong>le del Friuli, che,<br />
<strong>da</strong>tabile tra la f<strong>in</strong>e del<br />
XII secolo e il primo decennio<br />
del Duecento, è<br />
senz’altro annoverabile<br />
tra le più significative<br />
testimonianze di scultura<br />
monumentale <strong>in</strong> legno<br />
di età tardo-romanica <strong>in</strong><br />
Europa. Lo straord<strong>in</strong>ario<br />
recupero conservativo,<br />
affi<strong>da</strong>to alle mani sapienti<br />
dei restauratori Catia<br />
Michielan e Angelo Pizzolongo,<br />
che si sono avvalsi<br />
di <strong>in</strong>novative <strong>in</strong><strong>da</strong>g<strong>in</strong>i<br />
tecniche, è stato f<strong>in</strong>anziato<br />
<strong>da</strong>l Mibac e curato<br />
<strong>da</strong>lla Sopr<strong>in</strong>tendenza diretta<br />
<strong>da</strong> Luca Caburlotto.<br />
L’operazione si <strong>in</strong>serisce<br />
all’<strong>in</strong>terno di un più<br />
complesso e articolato<br />
«Crocifisso», particolare. XII-XIII<br />
secolo, Civi<strong>da</strong>le, duomo di Santa<br />
Maria Assunta<br />
14<br />
progetto di ricerca e valorizzazione della scultura lignea medievale<br />
nell’Alto Adriatico e nell’arco alp<strong>in</strong>o centro-orientale,<br />
curato <strong>da</strong> Luca Mor (ispettore onorario del Mibac e coord<strong>in</strong>atore<br />
scientifico dei lavori di restauro), che contemplerà<br />
<strong>in</strong>terventi conservativi su altri importanti esempi di scultura<br />
lignea romanica e l’allestimento, nella primavera del 2014,<br />
presso il Museo Nazionale di Palazzo de Nordis a Civi<strong>da</strong>le, di<br />
una mostra quasi unica nel suo genere, con prestiti di levatura<br />
<strong>in</strong>ternazionale. L’evento, <strong>da</strong>l titolo «<strong>Il</strong> Crocifisso di Civi<strong>da</strong>le<br />
e la scultura lignea nel Patriarcato di Aquileia al tempo<br />
di Pellegr<strong>in</strong>o II (secoli XII e XIII)», a cura di Luca Mor, sarà<br />
promosso <strong>da</strong>l Mibac, <strong>da</strong>lla Regione Autonoma Friuli Venezia<br />
Giulia, <strong>da</strong>ll’Azien<strong>da</strong> Speciale Villa Man<strong>in</strong>, <strong>da</strong>lla Prov<strong>in</strong>cia di<br />
Ud<strong>in</strong>e, <strong>da</strong>ll’Arcidiocesi di Ud<strong>in</strong>e, <strong>da</strong>lla parrocchia di Santa<br />
Maria Assunta di Civi<strong>da</strong>le e vedrà il patroc<strong>in</strong>io dell’Università<br />
degli studi di Ud<strong>in</strong>e.<br />
Villa Man<strong>in</strong> di Passariano, Esedra di ponente dove è collocato il Centro Regionale di Catalogazione<br />
Fresco di stampa il volume «Parchi e giard<strong>in</strong>i storici del Friuli<br />
Venezia Giulia. Un patrimonio che si svela», un progetto frutto<br />
di quattro anni di lavoro, che offre i risultati della catalogazione<br />
dei parchi e giard<strong>in</strong>i storici del Friuli Venezia Giulia: 152 schede<br />
descrittive, corre<strong>da</strong>te <strong>da</strong> <strong>in</strong>formazioni storiche e <strong>da</strong>ti tecnici,<br />
che offrono un panorama del patrimonio paesaggistico e architettonico<br />
di cui abbiamo l’obbligo di preservare l’<strong>in</strong>tegrità.
Sala espositiva della<br />
Fon<strong>da</strong>zione Cassa di Risparmio di Gorizia<br />
via Carducci 2, Gorizia<br />
29 marzo - 20 ottobre 2013<br />
tel. +39 0481/537111<br />
www.mostre-fon<strong>da</strong>zionecarigo.it
FotografiE di Gianluca Baronchelli<br />
<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
<strong>Il</strong> più grande pavimento musivo<br />
dell’Occidente cristiano<br />
Nella Basilica patriarcale, realizzato nel IV secolo, misura 750 metri quadrati<br />
ed è un unicum di superba bellezza<br />
T<br />
Aquileia, <strong>in</strong> alto, particolare del mosaico del Pavone r<strong>in</strong>venuto nel nartece; sopra,<br />
veduta di piazza Capitolo<br />
appeti musivi romani e paleocristiani,<br />
alcuni ancora conservati nella<br />
loro orig<strong>in</strong>aria sede, altri esposti al<br />
Museo archeologico e al Museo paleocristiano:<br />
è questa una parte di Aquileia<br />
che ancora conserva <strong>in</strong>tatto un fasc<strong>in</strong>o che<br />
non ha eguali. Era una città ricca grazie ai<br />
commerci del suo porto; una delle ragioni che hanno<br />
consentito la creazione, nelle ville più facoltose e negli edifici<br />
di pubblica utilità, di pavimenti musivi caratterizzati <strong>da</strong><br />
una grande varietà compositiva. Si va <strong>da</strong>lle decorazioni puramente<br />
geometriche alle rappresentazioni figurative,<br />
con temi legati al mare, scene di caccia e scene mitologiche,<br />
opera di maestranze locali aggiornate rispetto alle mode<br />
più <strong>in</strong> voga a Roma e nelle altre città dell’impero, esperte<br />
nell’arte di creare scene complesse con tessere lapidee e paste<br />
vitree. Ne è chiaro esempio il mosaico detto del «Tappeto<br />
fiorito», una straord<strong>in</strong>aria composizione policroma<br />
proveniente <strong>da</strong> una lussuosa domus di età imperiale r<strong>in</strong>venuta<br />
nel fondo Cassis, <strong>da</strong>tabile al II secolo d.C., composta<br />
<strong>da</strong> una sequenza geometrica di fiori circon<strong>da</strong>ti <strong>da</strong> una cornice<br />
<strong>in</strong>trecciata. L’abilità dei mosaicisti aquileiesi perdura<br />
lungo i secoli del cristianesimo tanto <strong>da</strong> arrivare, nel<br />
IV secolo, al superbo mosaico della Basilica patriarcale<br />
realizzato<br />
all’epoca di Teodoro,<br />
uno dei primi vescovi di<br />
Aquileia, che, con i suoi 750 metri<br />
quadri di estensione, si può considerare<br />
<strong>in</strong> assoluto il più grande pavimento<br />
musivo conservatosi di tutto l’Occidente<br />
cristiano. Vari i motivi ornamentali, <strong>da</strong>lle decorazioni simboliche<br />
riferite alla eterna lotta del Cristianesimo delle orig<strong>in</strong>i<br />
contro le eresie, a un percorso simbolico verso la salvezza<br />
eterna: figure umane, animali, e immag<strong>in</strong>i simboliche come<br />
il nodo di Salomone, emblema dell’<strong>in</strong>dissolubile unione tra il<br />
div<strong>in</strong>o e l’umano.<br />
L’ala sud della Basilica presenta forse la decorazione più <strong>in</strong>teressante:<br />
qui sono raffigurati gli episodi salienti della «Storia<br />
del profeta Giona» e del mostro mar<strong>in</strong>o che lo <strong>in</strong>ghiotte, <strong>in</strong> un<br />
mare popolato <strong>da</strong> pesci, conchiglie e pescatori che con canne<br />
e reti cercano di catturarli, un chiaro riferimento alla morte<br />
e Resurrezione di Cristo e alla vita del catecumeno che, con<br />
il battesimo, lascia la vita mortale per entrare nella Chiesa e<br />
gua<strong>da</strong>gnarsi la vita eterna.<br />
Altri mosaici dell’orig<strong>in</strong>aria Basilica sono visibili oggi <strong>in</strong><br />
uno scavo sotto il campanile, con raffigurazioni di animali<br />
o elementi vegetali posti all’<strong>in</strong>terno cornici geometriche, e ai<br />
lati del Battistero, a decorare le due ampie sale simmetriche<br />
denom<strong>in</strong>ate «Nordhalle» (sala nord) e «Südhalle»<br />
(sala sud) <strong>da</strong>gli archeologi tedeschi che alla f<strong>in</strong>e dell’Ottocento<br />
le hanno scoperte. Quest’ultima, <strong>da</strong>l 2011 è visitabile<br />
grazie a un edificio museale appositamente realizzato:<br />
è qui che si può ammirare un prezioso frammento musivo<br />
raffigurante un pavone, simbolo di immortalità e dunque per<br />
i cristiani allegoria della Resurrezione, composto <strong>da</strong> tessere<br />
musive <strong>in</strong> pasta vitrea sui toni del blu e del turchese, e alcune,<br />
ancor più preziose, coperte <strong>da</strong> una sottile foglia d’oro.<br />
La r<strong>in</strong>ascita virtuale<br />
dell’antichità<br />
16<br />
Tavola con la ricostruzione virtuale della Domus di Tito Macro<br />
La forza dell’immag<strong>in</strong>azione non basta. Questo devono aver<br />
pensato alla Fon<strong>da</strong>zione Aquileia quando, due anni fa è stato<br />
ideato un progetto per ricreare virtualmente gli ambienti<br />
di Aquileia romana <strong>in</strong> 3D, grazie al supporto di un team di<br />
professionisti (Altair4, Nudesign e Ikon) che hanno utilizzato<br />
le più recenti tecnologie per realizzare 60 ricostruzioni 3D<br />
dell’antica Aquileia e un emozionante filmato sulla Basilica <strong>in</strong><br />
epoca costant<strong>in</strong>iana. «È il risultato di due anni di lavoro portati<br />
avanti su rigorosa base scientifica», sottol<strong>in</strong>ea il direttore<br />
Gianni Fratte «partendo <strong>da</strong>i risultati delle ricerche archeologiche<br />
e confrontandoli con le rov<strong>in</strong>e superstiti, i reperti custoditi<br />
nei musei e i siti archeologici meglio conservati siamo stati <strong>in</strong><br />
grado di ricostruire un’immag<strong>in</strong>e verosimile di alcuni dei pr<strong>in</strong>cipali<br />
siti di Aquileia». Una r<strong>in</strong>ascita virtuale, attraverso modelli<br />
tridimensionali e video, delle mura, dei colonnati del foro,<br />
delle strade, dei magazz<strong>in</strong>i e del mercato, del porto, dell’anfiteatro,<br />
f<strong>in</strong>o alle domus. È un sistema che permette al visitatore<br />
di riappropriarsi degli spazi della città romana, che si ricompongono<br />
<strong>da</strong>vanti a lui come se i secoli e i barbari (che con<br />
Attila nel 452 d.C. la radono al suolo) non fossero mai passati.<br />
È così che, passeggiando tra le rov<strong>in</strong>e di Aquileia e partendo<br />
<strong>da</strong> quello che ancora si vede, il sistema consente allo spettatore<br />
di godere virtualmente della magnificenza di quello che<br />
non c’è più, ricreando un’immag<strong>in</strong>e molto realistica del tessuto<br />
urbano cittad<strong>in</strong>o. I risultati di questa prima fase del progetto,<br />
che ha co<strong>in</strong>volto i pr<strong>in</strong>cipali siti archeologici, sono visibili<br />
già sul sito www.fon<strong>da</strong>zioneaquileia.it; entro la f<strong>in</strong>e dell’anno<br />
saranno disponibili i filmati <strong>in</strong> real time e un’App dedicata,<br />
così i visitatori provvisti di tablet e smartphone potranno personalizzare<br />
il proprio percorso di visita. Chi proprio non può<br />
fare a meno della tecnologia, ha anche a disposizione un’App,<br />
scaricabile gratuitamente sugli smartphone, con la prima gui<strong>da</strong><br />
digitale di Aquileia realizzata <strong>in</strong> collaborazione con Arte.it;<br />
qui si possono reperire <strong>in</strong>formazioni dettagliate e aggiornate<br />
sulla città <strong>in</strong> età romana, paleocristiana, medievale, e sui percorsi<br />
della Grande guerra, arricchite <strong>da</strong> numerose fotografie<br />
di grande impatto emozionale.<br />
L’irresistibile richiamo degli eventi estivi aquileiesi<br />
Costant<strong>in</strong>o e Teodoro: Aquileia nel IV secolo<br />
Anche la città di Aquileia, dopo Milano e Roma, rende omaggio,<br />
con due importanti <strong>in</strong>iziative, all’imperatore Costant<strong>in</strong>o nel XVII<br />
centenario dell’Editto di tolleranza del 313 d.C., che mette f<strong>in</strong>e<br />
alle persecuzioni contro i Cristiani <strong>da</strong>ndo avvio a un periodo di<br />
tolleranza religiosa e di grandi cambiamenti nella sfera politica<br />
e culturale di tutto l’Impero. Dopo che agli <strong>in</strong>izi di giugno, <strong>in</strong> occasione<br />
della Settimana degli studi aquileiesi, si è tenuto il convegno<br />
<strong>da</strong>l titolo «Costant<strong>in</strong>o il Grande a 1700 anni <strong>da</strong>ll’Editto di<br />
Milano», cui hanno partecipato archeologi e studiosi provenienti<br />
<strong>da</strong> varie università italiane e straniere, <strong>da</strong>l 5 <strong>luglio</strong> f<strong>in</strong>o al 3 novembre<br />
viene allestita a Palazzo Meizlik la mostra <strong>da</strong>l titolo «Costant<strong>in</strong>o<br />
e Teodoro: Aquileia nel IV secolo». L’esposizione, voluta<br />
<strong>da</strong>lla Fon<strong>da</strong>zione Aquileia <strong>in</strong> collaborazione con la Sopr<strong>in</strong>tendenza<br />
per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia e la Società per<br />
la Conservazione della Basilica, è stata curata <strong>da</strong>gli archeologi<br />
Cristiano Tiussi, Luca Villa e Marta Novello e si avvale di un ricco<br />
catalogo. L’it<strong>in</strong>erario proposto comprenderà anche i notevoli<br />
resti del primo complesso episcopale (secondo decennio del IV<br />
secolo) <strong>in</strong>globato nella vic<strong>in</strong>a Basilica e nella «Cripta degli Scavi».<br />
Una sezione dedicata alle Grandi Terme costant<strong>in</strong>iane sarà<br />
ricavata negli spazi del Museo Archeologico Nazionale. <strong>Il</strong> percorso<br />
espositivo, che si apre con alcuni possenti miliari riferibili a<br />
Costant<strong>in</strong>o e ai suoi figli recentemente r<strong>in</strong>venuti nel fiume Torre,<br />
si articola <strong>in</strong> sei sezioni, e prevede l’esposizione di 200 reperti,<br />
provenienti <strong>da</strong> Roma, Trieste, San Canzian d’Isonzo e Aquileia.<br />
Questo viaggio nel IV secolo, che si avvale di ricostruzioni tridimensionali,<br />
si sno<strong>da</strong> tra i protagonisti del racconto (Costant<strong>in</strong>o,<br />
Teodoro, la corte, i sol<strong>da</strong>ti), l’urbanistica dell’Aquileia costant<strong>in</strong>iana<br />
e i suoi monumenti, i complessi privati ristrutturati nel IV<br />
secolo, la temperie religiosa prima dell’editto costant<strong>in</strong>iano, l’avvento<br />
del Cristianesimo: la sezione dedicata al primo complesso<br />
basilicale, nella quale verrà proiettato il video con la sua ricostruzione<br />
virtuale, costituisce l’adeguato preludio alla visita dei resti<br />
ancora conservati all’<strong>in</strong>terno della Basilica romanica.<br />
Aquileia film festival<br />
Dal 24 al 26 <strong>luglio</strong> si svolge la quarta edizione di «Aquileia film<br />
festival», una rassegna <strong>in</strong>ternazionale di film archeologici che lo<br />
scorso anno ha totalizzato oltre 3mila presenze di appassionati<br />
nelle tre serate della manifestazione.<br />
Ogni sera, a partire <strong>da</strong>lle 21, vengono proiettati sul mega schermo<br />
allestito per l’occasione nella suggestiva piazza Capitolo i<br />
migliori documentari della produzione <strong>in</strong>ternazionale e, nell’<strong>in</strong>tervallo<br />
tra i film, trovano spazio le conversazioni-<strong>in</strong>tervista condotte<br />
<strong>da</strong> Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, a importanti<br />
studiosi del mondo antico e a personaggi della cultura. Nei tre<br />
giorni del festival verranno proiettati sei film, e il pubblico potrà<br />
partecipare al concorso, votando quello più <strong>in</strong>teressante, che<br />
alla f<strong>in</strong>e della rassegna riceverà il Premio Aquileia, un prezioso<br />
mosaico realizzato per l’occasione <strong>da</strong>lla Scuola Mosaicisti di Spilimbergo.<br />
Si <strong>in</strong>izia mercoledì 24 <strong>luglio</strong> con «The Lord of Sipan»<br />
un film spagnolo del 2008 girato <strong>da</strong> José Manuel Novoa, che racconta<br />
della scoperta della tomba del «Signore di Sipan» r<strong>in</strong>venuta<br />
<strong>da</strong>ll’archeologo Walter Alva e della cultura peruviana Moche<br />
(I sec. a.C - VIII sec. d.C), civiltà che scomparve all’apice del suo<br />
splendore. Si prosegue nella stessa serata con «Lost cities of<br />
the Amazon» (Città scomparse d’Amazzonia), dello statunitense<br />
Philip J. Day, <strong>in</strong> cui si ripercorrono le scoperte degli archeologi<br />
Eduardo Neves e Michael Heckenerger che hanno <strong>in</strong>dividuato<br />
nell’Amazzonia centrale più di cento antichi siti, nei luoghi <strong>in</strong> cui<br />
nel 1542 il conquistador Francesco Orellana, an<strong>da</strong>va alla ricerca<br />
della mitica El Dorado, ora popolati <strong>da</strong>lla tribù dei Kuikuro, m<strong>in</strong>acciata<br />
<strong>da</strong>ll’<strong>in</strong>combente pericolo della deforestazione. Segue,<br />
giovedì 25 <strong>luglio</strong>, la proiezione di «Les cathédrales dévoilées»<br />
(Le cattedrali svelate), un film del regista americano Gary Glassman<br />
del 2010, alla scoperta dei misteri della costruzione delle<br />
grandi cattedrali gotiche, e, sull’on<strong>da</strong> del mistero, si passa a<br />
«Secrets of Stonehenge» (I segreti di Stonehenge), un film del<br />
2010 con la regia di Gail Willumsen, che propone le nuove teorie<br />
dell’archeologo Mike Parker Pearson e della sua équipe sui<br />
rituali segreti che si svolgevano nei pressi delle misteriose pietre<br />
del sito <strong>in</strong>glese. L’ultimo film <strong>in</strong> concorso, che verrà proiettato la<br />
sera del 26 <strong>luglio</strong>, è «La route des amphores. Une histoire de la<br />
conquête des Gaules» (La via delle anfore, una storia della conquista<br />
delle Gallie), del francese Nicolas Jouv<strong>in</strong>, che riportando lo<br />
spettatore all’epoca dell’Impero Romano, lo <strong>in</strong>troduce <strong>in</strong> un viaggio<br />
per terra e per mare seguendo la storia del v<strong>in</strong>o e delle anfore<br />
nelle quali veniva trasportato. Fuori concorso si potrà vedere nella<br />
serata conclusiva del festival «The 2000 Year-Old computer»<br />
(<strong>Il</strong> computer antico di 2000 anni), un film <strong>in</strong>glese girato <strong>da</strong> Mike<br />
Beckham nel 2012, un’<strong>in</strong>vestigazione storica e scientifica che<br />
racconta come gli antichi Greci costruirono un computer 2mila<br />
anni fa, v<strong>in</strong>citore lo scorso anno del Premio «Città di Rovereto-<br />
Archeologia Viva», altra importante rassegna dedicata al c<strong>in</strong>ema<br />
di argomento archeologico.<br />
Aquileia Lab<br />
Da maggio a settembre è il tempo degli «Aquileia Lab», laboratori<br />
ludico-di<strong>da</strong>ttici sugli usi e costumi degli antichi Romani organizzati<br />
<strong>da</strong>lla Fon<strong>da</strong>zione Aquileia <strong>in</strong> collaborazione con l’Immag<strong>in</strong>ario<br />
Scientifico. «Stiamo <strong>in</strong>vestendo molto», sottol<strong>in</strong>ea Gianni<br />
Fratte, direttore della Fon<strong>da</strong>zione Aquileia, «nella formazione dei<br />
più piccoli, ad esempio mediante i laboratori di “Aquileia Lab”,<br />
organizzati un sabato al mese per bamb<strong>in</strong>i <strong>da</strong>i 4 ai 10 anni».<br />
C<strong>in</strong>que appuntamenti per esplorare gli usi e costumi degli antichi<br />
romani sperimentando attività del loro mondo quotidiano, <strong>da</strong>lla<br />
pratica della tessitura («Dal filo... al tessuto», svolto a maggio),<br />
ai giochi dei bamb<strong>in</strong>i romani («Astragali e non solo...», svolto a<br />
giugno), <strong>da</strong>l laboratorio di pittura, dove si impara a dip<strong>in</strong>gere<br />
come si faceva nell’antica Roma («La pittura degli antichi romani»,<br />
6 <strong>luglio</strong>), agli esperimenti sulla cuc<strong>in</strong>a, per scoprire quali alimenti<br />
mangiavano gli antichi («A tavola con gli antichi romani»,<br />
3 <strong>agosto</strong>), quali piante coltivavano nelle loro campagne e cosa<br />
importavano <strong>da</strong> paesi lontani («Dal seme... alla pianta, nell’orto<br />
degli antichi romani», 7 settembre).
FOTOGRAFIE DI GIANLUCA BARONCHELLI<br />
17<br />
L<br />
<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
Città romana e città dei Patriarchi<br />
Nel 1998 l’area archeologica e la Basilica patriarcale sono state dichiarate <strong>da</strong>ll’Unesco Patrimonio dell’Umanità<br />
a sua storia <strong>in</strong>izia nel 181 a.C., anno <strong>in</strong> cui viene fon<strong>da</strong>ta<br />
la colonia lat<strong>in</strong>a di Aquileia per proteggere, grazie<br />
alla sua posizione strategica, i conf<strong>in</strong>i settentrionali<br />
dell’impero romano <strong>da</strong>i Galli a nord e <strong>da</strong>gli Istri ad est. Lo<br />
straord<strong>in</strong>ario patrimonio archeologico di Aquileia le<br />
ha permesso di entrare nel 1998 nella World Heritage<br />
List dell’Unesco. Come tutte le città di fon<strong>da</strong>zione romana,<br />
sorge su un reticolo ortogonale di strade e presenta i resti<br />
di un grande foro, di una Basilica civile, di un teatro e di un<br />
anfiteatro, un circo, le terme, i mercati, un porto fluviale e<br />
numerose domus private. Lunga la storia di questa città ai<br />
conf<strong>in</strong>i dell’Impero, che vive <strong>in</strong> età augustea un momento di<br />
grande splendore e che diventa, grazie al Natisone, il fiume<br />
navigabile che la attraversa, un grande porto fluviale. Dopo<br />
la grande fortuna dei primi due secoli dell’Impero e alterne<br />
vicende nel III e IV secolo d.C., saranno le devastazioni gli<br />
Unni nel 452 d.C. a determ<strong>in</strong>are il suo decl<strong>in</strong>o. Ma, malgrado<br />
Attila, ad Aquileia è ancora possibile vedere, all’<strong>in</strong>terno<br />
dei percorsi espositivi del Museo Archeologico Nazionale<br />
(uno dei più importanti dell’Italia Settentrionale) e <strong>in</strong><br />
ampie aree di scavo all’aperto, i resti di un glorioso passato.<br />
Aquileia, veduta delle colonne del Portico; fondi CAL, resti di abitazioni romane del quartiere residenziale e veduta del Sepolcreto<br />
Tra le aree archeologiche<br />
visitabili che<br />
compongono il patrimonio<br />
culturale di<br />
proprietà dello Stato<br />
si annoverano quelle<br />
del Foro, una piazza<br />
di 141 x 55 metri, <strong>in</strong>teramente<br />
pavimentata<br />
con lastre di calcare<br />
di Auris<strong>in</strong>a e del Porto<br />
fluviale («Via Sacra»),<br />
mentre altri fondi residenziali<br />
con domus<br />
riccamente decorate<br />
(fondi ex Cossar, e<br />
CAL), tratti delle mura<br />
di c<strong>in</strong>ta tardo antiche<br />
e mercati dest<strong>in</strong>ati <strong>in</strong><br />
tar<strong>da</strong> età imperiale<br />
alla vendita di merci<br />
(fondo Pasqualis), nonché il Sepolcreto, sono <strong>in</strong>vece stati<br />
conferiti <strong>in</strong> uso alla Fon<strong>da</strong>zione Aquileia.<br />
In età tardoantica Aquileia r<strong>in</strong>asce grazie al ruolo di<br />
centro religioso: diventa un’importante sede vescovile<br />
e fon<strong>da</strong> una delle basiliche più belle di <strong>tutta</strong> la cristianità,<br />
edificata a partire <strong>da</strong>lla f<strong>in</strong>e del IV secolo, decorata con<br />
mosaici del IV e V secolo, e consacrata nel 1031 ad opera del<br />
Patriarca Poppone (1019-1042).<br />
La Fon<strong>da</strong>zione Aquileia<br />
Dopo un accordo prelim<strong>in</strong>are tra Stato e Regione Friuli Venezia<br />
Giulia, con la legge regionale n. 18 del 2006, che prevedeva<br />
la nascita di un soggetto giuridico atto a valorizzare il sito<br />
di Aquileia, nel 2008 vede la luce la Fon<strong>da</strong>zione Aquileia, un<br />
ente formato <strong>da</strong> tutti i soggetti co<strong>in</strong>volti a vario titolo, nella<br />
tutela e nella valorizzazione della città: il Mibac, la Regione<br />
Friuli Venezia Giulia, la Prov<strong>in</strong>cia di Ud<strong>in</strong>e, il Comune di Aquileia,<br />
cui si aggiunge, nel 2010, l’Arcidiocesi di Gorizia.<br />
Quali le sue funzioni? Le ricor<strong>da</strong> il suo presidente Alviano<br />
Scarel: «la Fon<strong>da</strong>zione è nata come strumento per predisporre<br />
piani strategici, cof<strong>in</strong>anziare <strong>in</strong>terventi, gestire <strong>in</strong>direttamente<br />
l’attività di valorizzazione, realizzare attività di<br />
ricerca, conservazione e restauro dei beni concessi <strong>in</strong> uso».<br />
Esiste poi una secon<strong>da</strong> l<strong>in</strong>ea d’azione che vede la Fon<strong>da</strong>zione<br />
Aquileia impegnata nella diffusione della conoscenza<br />
del sito archeologico e nello sviluppo del turismo culturale.<br />
Numerosi gli eventi che, a cadenza annuale, mirano alla<br />
promozione della città: sono ormai appuntamenti attesi <strong>da</strong>l<br />
pubblico le manifestazioni «Tempora <strong>in</strong> Aquileia», rievocazione<br />
storica che si svolge nel mese di giugno e vede arrivare<br />
26 gruppi <strong>in</strong> costume <strong>da</strong> <strong>tutta</strong> Europa, gli «Aquileia<br />
Lab», laboratori di<strong>da</strong>ttici per bamb<strong>in</strong>i che mirano a ricreare<br />
i contesti della vita degli antichi Romani, e soprattutto la<br />
rassegna <strong>in</strong>ternazionale di film di tema archeologico «Aquileia<br />
film festival», <strong>in</strong> programma <strong>da</strong>l 24 al 26 <strong>luglio</strong>, che<br />
ospiterà anche quest’anno studiosi e personaggi illustri del<br />
mondo della cultura.<br />
comune di trieste
<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
Nella «città del Tiepolo» un sistema museale<br />
degno di un grande futuro<br />
Per Marco Biscione, direttore dei Civici Musei e Gallerie di Storia ed Arte di Ud<strong>in</strong>e, la valorizzazione del territorio<br />
attraverso le reti museali è un percorso v<strong>in</strong>cente<br />
Marco Biscione<br />
D<br />
a tre anni è direttore dei Civici<br />
Musei di Ud<strong>in</strong>e, Marco Biscione,<br />
romano di orig<strong>in</strong>e e formazione,<br />
laureato <strong>in</strong> Lettere alla Sapienza. Molteplici<br />
le esperienze a livello <strong>in</strong>ternazionale:<br />
per tre anni è stato referente<br />
del Mibac per i programmi e le politiche<br />
culturali dell’Unione Europea.<br />
Un’esperienza che tra 2009 e 2010 lo<br />
ha portato a Strasburgo, alla Direzione<br />
della Cultura e del Patrimonio Culturale del Consiglio d’Europa,<br />
f<strong>in</strong>o al suo arrivo a Ud<strong>in</strong>e, nel cuore del Friuli, per portare<br />
nuova l<strong>in</strong>fa e nuovi stimoli al sistema museale della città.<br />
Nell’ottica di sviluppo dei Civici Musei e Gallerie di Storia<br />
ed Arte, la stra<strong>da</strong> della valorizzazione del territorio<br />
attraverso le reti museali è ancora percorribile?<br />
Direi di sì. Per i Civici Musei, una rete composta <strong>da</strong> 5 sedi<br />
(Musei del Castello; Casa Cavazz<strong>in</strong>i-Museo d’Arte Moderna e<br />
Contemporanea; Museo Etnografico del Friuli; Gallerie del<br />
Progetto; Museo Friulano di Storia Naturale) e 3 aree espositive<br />
temporanee, è stato varato un programma di card museali<br />
<strong>in</strong>dirizzate sia al pubblico (Artcard e Artcard family), sia alle<br />
imprese del territorio (Artcard bus<strong>in</strong>ess extra), che ai potenziali<br />
sostenitori (Artcard Extra): questo è stato possibile proprio<br />
grazie al r<strong>in</strong>novamento delle rete dei musei attuato <strong>da</strong><br />
qualche anno.<br />
Le reti museali funzionano veramente o sono solo dei<br />
buoni modelli teorici che difficilmente riescono a trovare<br />
applicazione pratica nella realtà?<br />
Ud<strong>in</strong>e ha una rete complessa di musei, direi <strong>in</strong>usuale per una<br />
città di circa 100mila abitanti. <strong>Il</strong> discorso delle reti andrebbe<br />
però fatto, <strong>in</strong> realtà, più che a livello cittad<strong>in</strong>o, a livello regionale.<br />
Forse bisognerebbe pensare a una rete regionale con<br />
obiettivi chiari e con un <strong>in</strong>terlocutore che può essere solo la<br />
Regione che possa <strong>in</strong>tervenire sulla base di un pr<strong>in</strong>cipio di<br />
sussidiarietà, arrivando dove i s<strong>in</strong>goli musei non possono arrivare.<br />
Dall’analisi delle presenze <strong>da</strong>l 2009 al 2011 si vede che il<br />
trend dei visitatori dei Civici Musei e Gallerie di Storia<br />
ed Arte di Ud<strong>in</strong>e è <strong>in</strong> aumento: è possibile confermare<br />
questi <strong>da</strong>ti anche per il 2012 e per i primi mesi del 2013,<br />
nonostante il momento di flessione economica e conseguente<br />
crisi del settore culturale?<br />
La crescita, anche se non con le percentuali delle variazioni<br />
del 2009-2011, è cont<strong>in</strong>uata anche nel 2012 e, anche quest’anno,<br />
abbiamo dei buoni riscontri. Comunque la situazione del<br />
biennio precedente era un po’ particolare perché i Civici Musei<br />
di Ud<strong>in</strong>e venivano <strong>da</strong> un periodo di difficoltà. Per superare<br />
questa crisi, a partire <strong>da</strong>l 2010 è stato varato un programma<br />
di r<strong>in</strong>novamento completo dei Musei e una serie di mostre<br />
dedicate a «Ud<strong>in</strong>e città del Tiepolo», due elementi che si sono<br />
rivelati degli ottimi aggregatori di pubblico. Da un lato qu<strong>in</strong>di<br />
si deve tener conto delle tre mostre allestite al Castello di<br />
Ud<strong>in</strong>e dedicate a Giambattista Tiepolo, che hanno avuto un<br />
ottimo successo, l’ultima delle quali <strong>in</strong>titolata «I colori della<br />
seduzione. Giambattista Tiepolo e Paolo Veronese», si è chiusa<br />
lo scorso primo aprile. Dall’altro si deve considerare un <strong>in</strong>tenso<br />
programma di ristrutturazione dei musei, che ha portato<br />
alla riapertura, dopo quasi trent’anni, del Museo etnografico<br />
a Palazzo Giacomelli nell’ottobre 2010, per le collezioni dedicate<br />
alla vita tradizionale friulana; all’apertura di Casa Cavazz<strong>in</strong>i<br />
come Museo d’Arte Moderna e Contemporanea nell’ottobre<br />
2012 e nel marzo 2013 del Museo Archeologico e di quello<br />
del Risorgimento. Le nuove sedi hanno suscitato <strong>in</strong>teresse e<br />
attenzione <strong>da</strong> parte del pubblico: soprattutto con la ristrutturazione<br />
della c<strong>in</strong>quecentesca Casa Cavazz<strong>in</strong>i, su progetto<br />
<strong>da</strong>ll’architetto Gae Aulenti, recentemente scomparsa, abbiamo<br />
ottenuto un successo, devo dire, <strong>in</strong>aspettato.<br />
Proprio a proposito di Casa Cavazz<strong>in</strong>i: non solo esposizione<br />
della collezione permanente di arte moderna<br />
e contemporanea, ma un’attività cont<strong>in</strong>ua di mostre,<br />
eventi e convegni che si susseguono attirando i visitatori<br />
e permettono la valorizzazione di diversi settori della<br />
collezione.<br />
Infatti non si è trattato del semplice trasferimento della vecchia<br />
Galleria d’arte moderna: è un nuovo progetto museale<br />
che abbiamo ripensato <strong>in</strong> maniera completa con la conservatrice<br />
del museo Vania Grans<strong>in</strong>igh, come centro propulsore<br />
di arte contemporanea a Ud<strong>in</strong>e. Gli spazi del Museo d’arte<br />
Sala espositiva di Casa Cavazz<strong>in</strong>i, Museo d’Arte moderna<br />
e contemporanea<br />
moderna e contemporanea di Casa Cavazz<strong>in</strong>i sono spazi s<strong>in</strong>golari,<br />
molto belli, con evidenze e tracce del passato, <strong>da</strong>ll’antichità<br />
romana al Medioevo, che consentono di creare un connubio<br />
straord<strong>in</strong>ario tra antico e moderno.<br />
Nella sala <strong>in</strong> cui sono emersi <strong>da</strong>i restauri degli affreschi medievali,<br />
abbiamo deciso, ad esempio, di esporre sculture di<br />
Basaldella; e l’effetto è strepitoso. I due piani superiori di Casa<br />
Cavazz<strong>in</strong>i sono dedicati all’esposizione permanente della collezione<br />
Astaldi, composta <strong>da</strong> lavori di alcuni dei maggiori artisti<br />
del Novecento tra cui De Chirico, Sever<strong>in</strong>i, Carrà, De Pisis<br />
e Guttuso, e della collezione Friam, con opere che importanti<br />
artisti americani hanno donato al Friuli dopo il terremoto del<br />
1976 (mentre parte delle altre collezioni viene esposta a rotazione<br />
per ragioni di spazio). Al piano terra, <strong>in</strong>vece, è previsto<br />
un programma di attività espositive cont<strong>in</strong>ue, che vede il museo<br />
lavorare sia con artisti contemporanei che con i collezionisti.<br />
Bisogna considerare che a Ud<strong>in</strong>e non c’era mai stato un<br />
centro dedicato all’arte contemporanea: Casa Cavazz<strong>in</strong>i sta<br />
com<strong>in</strong>ciando a diventare un punto di riferimento per Ud<strong>in</strong>e<br />
e per la regione. Da poco si è conclusa una mostra <strong>in</strong>titolata<br />
«Stones» di uno dei più quotati artisti contemporanei bulgari,<br />
Ivan Moudov, un’apertura alla sperimentazione contemporanea,<br />
con opere e <strong>in</strong>stallazioni <strong>in</strong>usuali e sconcertanti che sono<br />
un po’ una sorpresa per il pubblico.<br />
18<br />
Tornando alle scelte di politica museale: sono state fatte<br />
di recente nuove acquisizioni che hanno permesso di<br />
implementare le civiche collezioni?<br />
Nel settore pubblico le risorse per gli acquisti sono ridottissime,<br />
e il mercato ha raggiunto negli ultimi anni delle cifre<br />
assolutamente <strong>in</strong>avvic<strong>in</strong>abili. I musei sono alla caccia di donazioni<br />
e como<strong>da</strong>ti. E come si ottengono? Con una politica<br />
culturale e con un’attività museale rigorosa, mantenendo i<br />
musei aperti ed efficienti. In questo modo i privati rispondono:<br />
per cui con l’apertura di Casa Cavazz<strong>in</strong>i e con le attività<br />
dei musei abbiamo suscitato l’<strong>in</strong>teresse e la disponibilità di<br />
alcuni collezionisti che ci hanno donato o lasciato <strong>in</strong> como<strong>da</strong>to<br />
raccolte importanti, che probabilmente potranno <strong>in</strong> futuro<br />
diventare delle donazioni. Direi che è questo l’unico modo<br />
che abbiamo per acquisire nuove opere e per stabilire un rapporto<br />
virtuoso tra pubblico e privato.<br />
Come avviene la valorizzazione delle nuove acquisizioni?<br />
Le mostre sono il primo motore della valorizzazione: a giugno<br />
si è aperta un’esposizione dedicata a Basaldella e Sbisà,<br />
<strong>in</strong>titolata «Afro Basaldella e Carlo Sbisà: l’elegia del quotidiano»,<br />
che si chiuderà il 21 ottobre, curata <strong>da</strong> Massimo De Grassi<br />
dell’Università di Ud<strong>in</strong>e e <strong>da</strong>lla conservatrice del museo, Vania<br />
Grans<strong>in</strong>igh. La mostra, che tratta della decorazione murale<br />
negli anni Trenta <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia, nasce proprio <strong>in</strong><br />
occasione della donazione di Mirella Schott Sbisà a Ud<strong>in</strong>e dei<br />
due cartoni preparatori per gli affreschi di Carlo Sbisà, <strong>da</strong>tati<br />
1937, della Galleria Protti di Trieste. È questa un’occasione<br />
unica per approfondire i lavori di questi artisti e i legami di<br />
amicizia e collaborazione tra il pittore triest<strong>in</strong>o e Basaldella,<br />
ad esempio. Nell’occasione verranno <strong>in</strong>fatti esposte delle opere<br />
di Basaldella che non sono mai state viste e che abbiamo<br />
avuto <strong>in</strong> como<strong>da</strong>to <strong>da</strong> collezionisti privati.<br />
Parliamo di una nuova realtà: le Gallerie del Progetto a<br />
Palazzo Morpurgo. Nei mesi scorsi sono state organizzate<br />
delle giornate di studio a Trieste, Ud<strong>in</strong>e e Pordenone<br />
dedicate alla conservazione e valorizzazione degli Archivi<br />
di architetti del Novecento. L’idea di salvare questi<br />
archivi è un’apertura verso il futuro per cercare di<br />
fermare la dispersione della memoria, anche se è una<br />
memoria recente?<br />
È una cosa importantissima e unica: pochissime sono le istituzioni<br />
museali italiane che si occupano <strong>in</strong> maniera specifica<br />
degli archivi di architettura. Gli archivi sono la storia e sono<br />
la memoria. Di norma quelli di architettura sono stati poco<br />
valorizzati f<strong>in</strong>ora, ma <strong>in</strong> realtà sono il grande patrimonio<br />
della storia della città, delle sue trasformazioni e delle idee,<br />
perché il disegno di architettura traduce un’idea, una visione<br />
del vivere.<br />
Una riflessione attualissima su un’istituzione antica,<br />
la Prov<strong>in</strong>cia di Gorizia e Gradisca<br />
Particolare della Carta Geografica della Contea Pr<strong>in</strong>cipesca di Gorizia e<br />
Gradisca col territorio di Trieste disegnata <strong>da</strong> Francesco Vodopivec su<br />
<strong>in</strong>carico della Giunta Prov<strong>in</strong>ciale di Gorizia 1875; Ivan Franke, «Ritratto<br />
di Andrej W<strong>in</strong>kler», 1892, olio su tela<br />
«La Prov<strong>in</strong>cia di Gorizia e Gradisca: autonomia e Governo<br />
1861-1914. Letture di un territorio» è una mostra documentaria,<br />
aperta f<strong>in</strong>o a novembre, ideata e curata <strong>da</strong>i Musei Prov<strong>in</strong>ciali<br />
di Gorizia ed accompagnata <strong>da</strong> un volume di saggi curato<br />
<strong>da</strong> professori universitari assieme a giovani ricercatori.<br />
Un contributo alla ricerca sull’attività storica della Prov<strong>in</strong>cia,<br />
<strong>da</strong>lla metà dell’800 f<strong>in</strong>o allo scoppio della Prima Guerra mondiale,<br />
con un’<strong>in</strong><strong>da</strong>g<strong>in</strong>e a tutto campo sugli aspetti istituzionali<br />
e sui protagonisti che hanno partecipato attivamente a questo<br />
momento della vita politica cittad<strong>in</strong>a. È una storia ricca e<br />
<strong>in</strong>teressante, che fon<strong>da</strong> le sue orig<strong>in</strong>i su un’istituzione antica<br />
quale la contea di Gorizia <strong>da</strong>l XII al XVI secolo, per poi passare<br />
nel C<strong>in</strong>quecento nelle mani degli Asburgo. L’esposizione<br />
concentra l’attenzione su un arco cronologico che parte <strong>da</strong>lla<br />
costituzione della Prov<strong>in</strong>cia autonoma nel 1861, nell’ottica di<br />
una def<strong>in</strong>itiva sistemazione e riorganizzazione delle terre della<br />
corona asburgica, f<strong>in</strong>o al 1914, periodo <strong>in</strong> cui la Prov<strong>in</strong>cia di<br />
Gorizia gode di ampia autonomia, avendo potestà legislativa<br />
<strong>in</strong> materia tributaria, di lavoro, di polizia ed elettorale, con<br />
competenze su tutti i settori della vita pubblica, <strong>da</strong>ll’agricoltura<br />
al commercio, <strong>da</strong>ll’<strong>in</strong>dustria alle opere pubbliche, <strong>da</strong>ll’istruzione<br />
alla sanità.<br />
Tre le sezioni <strong>in</strong> cui si articola il percorso espositivo, che si<br />
avvale della documentazione raccolta nel fondo della Rappresentanza<br />
Prov<strong>in</strong>ciale (1861-1924), oggi conservato nell’Archivio<br />
Storico Prov<strong>in</strong>ciale di Gorizia. La prima è dedicata<br />
alla storia istituzionale della Prov<strong>in</strong>cia e presenta documenti<br />
come le patenti sovrane istitutive, i regolamenti e gli atti elettorali<br />
e quelli delle sedute; la secon<strong>da</strong> è f<strong>in</strong>alizzata a fare luce<br />
sul suo sviluppo territoriale, mediante l’esposizione di antiche<br />
carte geografiche e corografiche del territorio; l’ultima sezione<br />
è dedicata alla sua attività amm<strong>in</strong>istrativa soprattutto per<br />
quel che riguar<strong>da</strong> le opere pubbliche e le proposte di legge.<br />
Qu<strong>in</strong>di, attraverso i documenti manoscritti e a stampa, la documentazione<br />
fotografica, la pubblicistica locale, i ritratti dei<br />
deputati che componevano la Dieta, uno degli organi dell’Amm<strong>in</strong>istrazione<br />
prov<strong>in</strong>ciale, la mostra <strong>in</strong>tende accompagnare<br />
il visitatore <strong>in</strong> questo viaggio nella storia della città e della<br />
sua amm<strong>in</strong>istrazione, <strong>in</strong><strong>da</strong>gandone le antiche orig<strong>in</strong>i e le peculiarità<br />
territoriali: un argomento di grande attualità, <strong>in</strong> un<br />
momento <strong>in</strong> cui si preannunciano, a livello centrale, venti di<br />
soppressione di questa antica istituzione.
<strong>Il</strong> Palazzo Coron<strong>in</strong>i Cronberg, dove nel 1836 soggiornò e morì<br />
il re di Francia Carlo X di Borbone, sorge nel centro di Gorizia,<br />
circon<strong>da</strong>to <strong>da</strong> uno splendido parco all’<strong>in</strong>glese di quasi c<strong>in</strong>que<br />
ettari. Passeggiando per le qu<strong>in</strong>dici sale aperte al pubblico,<br />
conservate esattamente come le aveva lasciate l’ultimo proprietario,<br />
il conte Guglielmo Coron<strong>in</strong>i, il visitatore sarà trasportato <strong>in</strong>dietro<br />
nel tempo, <strong>in</strong> un percorso che lo condurrà<br />
a scoprire suggestivi ambienti di gusto c<strong>in</strong>que<br />
e seicentesco, sontuosi salotti Rococò<br />
e Impero, sale ottocentesche dove restano<br />
numerosi i ricordi delle famiglie che<br />
le abitarono. Tra le preziose opere esposte,<br />
<strong>da</strong>l mese di settembre, sarà possibile<br />
ammirare <strong>in</strong> un nuovo allestimento<br />
anche le uniche due “teste di carattere”<br />
del famoso sculture austriaco<br />
Franz Xaver Messerschmidt<br />
(1736-1783) conservate <strong>in</strong> Italia.<br />
Portico d’<strong>in</strong>gresso<br />
Franz Xaver Messerschmidt,<br />
Lo starnuto, 1775-1783<br />
Salone centrale<br />
Quercia <strong>da</strong> sughero<br />
Sala <strong>da</strong> pranzo<br />
Stanza di Carlo X<br />
Orari<br />
Informazioni<br />
Camera <strong>da</strong> letto del Settecento<br />
Da mercoledì a domenica:<br />
10-13, 14-18<br />
Chiuso: lunedì e martedì<br />
Fon<strong>da</strong>zione Palazzo<br />
Coron<strong>in</strong>i Cronberg onlus<br />
Viale XX Settembre 14<br />
34170 Gorizia<br />
Tel. 0039.0481.533485<br />
Fax 0039.0481.547222<br />
e-mail:<strong>in</strong>fo@coron<strong>in</strong>i.it<br />
www.coron<strong>in</strong>i.it
<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
<strong>Il</strong> turismo è la grande chance di una regione di conf<strong>in</strong>e<br />
Edi Sommariva, direttore generale dell’Agenzia TurismoFVG, ci svela le nuove strategie<br />
dello sviluppo turistico regionale<br />
Edi Sommariva<br />
PromoTrieste è per Trieste Antiqua<br />
<strong>Il</strong> Consorzio sostiene una delle più prestigiose e <strong>in</strong>ternazionali<br />
Mostre mercato italiane di antiquariato giunta alla trentunesima edizione<br />
N<br />
A<br />
mbiente, turismo, tradizioni, enogastronomia,<br />
conservazione e va -<br />
lorizzazione dei beni culturali:<br />
come conciliare questo patrimonio<br />
così importante e ricco di risorse del<br />
nostro paese e della nostra regione?<br />
L’Italia è un Paese che racchiude un patrimonio<br />
artistico e culturale <strong>in</strong>estimabile legato<br />
profon<strong>da</strong>mente, non solo ai siti archeologici e storico artistici,<br />
ma anche alla cultura <strong>in</strong>tesa come patrimonio enogastronomico,<br />
ambientale e folkloristico. È proprio su questo concetto che<br />
deve svilupparsi l’offerta turistica culturale anche per il Friuli<br />
Venezia Giulia che rappresenta, senza dubbio, una prerogativa<br />
di sviluppo turistico della regione. A fronte dell’<strong>in</strong>teresse dimostrato<br />
<strong>da</strong>l mercato e della necessità di favorire la destagionalizzazione,<br />
il prodotto culturale è quello che maggiormente si presta<br />
all’<strong>in</strong>tegrazione con l’enogastronomia o gli eventi, rispondendo<br />
pienamente alle d<strong>in</strong>amiche proprie del turismo short break. In<br />
questo scenario, il Friuli Venezia Giulia trova sicuramente una<br />
posizione adeguata e su questo si sta lavorando molto.<br />
Cultura e produttività sono concetti conciliabili?<br />
La cultura è a tutti gli effetti un settore produttivo, basti pensare<br />
che nel 2011 l’Italia è stata al primo posto nella classifica<br />
del Country Brand Index per l’attrattività legata all’<strong>in</strong>dustria<br />
culturale e che, secondo i <strong>da</strong>ti della Banca d’Italia, la vacanza<br />
culturale è il pr<strong>in</strong>cipale motivo che sp<strong>in</strong>ge i turisti stranieri<br />
a visitare il nostro Paese. Nel 2011 i viaggiatori stranieri <strong>in</strong><br />
Italia hanno speso 30.891 milioni di euro. Di questi, circa il<br />
33% ha riguar<strong>da</strong>to le vacanze nelle città d’arte. La crescita dei<br />
consumi culturali genera nuove economie (economie dell’esperienza)<br />
produttrici di filiere complesse di produzione,<br />
commercializzazione, fruizione, comunicazione turistica,<br />
soprattutto quando l’offerta prettamente culturale viene abb<strong>in</strong>ata<br />
all’esperienza enogastronomica e agli eventi, <strong>in</strong> grado<br />
di attrarre gli appassionati del turismo slow.<br />
<strong>Il</strong> turismo è un settore strategico, <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua crescita,<br />
ma deve essere organizzato <strong>in</strong> modo efficace. Cosa già si<br />
on solo promozione e diffusione dell’immag<strong>in</strong>e di Trieste,<br />
non solo sviluppo della città attraverso l’organizzazione<br />
di congressi di livello nazionale e <strong>in</strong>ternazionale,<br />
non solo impulso all’attività turistica: tra le priorità del Consorzio<br />
PromoTrieste, fon<strong>da</strong>to nel 1985 <strong>da</strong> un gruppo di<br />
operatori privati triest<strong>in</strong>i per gestire il Palazzo dei Congressi,<br />
a cui successivamente hanno aderito, a sostegno,<br />
enti come la Camera di Commercio, il Comune, la Prov<strong>in</strong>cia<br />
e la Regione attraverso l’azien<strong>da</strong> speciale Turismo<br />
FVG, ci sono anche l’attenzione all’arte e all’antiquariato.<br />
A Trieste, città che gode di una tradizione plurisecolare <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />
di cultura dell’arte antica, con appassionati locali e forestieri<br />
che hanno garantito lunga vita alle botteghe prima e<br />
alle gallerie antiquarie dopo, si svolge, <strong>da</strong> più di un trentennio,<br />
un’importante fiera dell’antiquariato che non ha pari <strong>in</strong> regione.<br />
Sarà <strong>in</strong>fatti allestita, <strong>da</strong>l 2 al 10 novembre 2013, la<br />
XXXI edizione della prestigiosa e <strong>in</strong>ternazionale Mostra<br />
mercato dell’antiquariato «Trieste Antiqua. Vetera semper<br />
nova»: un appuntamento annuale con l’arte antica e i suoi<br />
estimatori, ormai entrato a far parte della tradizione cittad<strong>in</strong>a,<br />
organizzato <strong>in</strong> collaborazione con la Camera di Commercio<br />
e con l’Associazione degli Antiquari del Friuli Venezia<br />
Giulia. È un <strong>in</strong>contro che ogni anno si arricchisce di partecipanti,<br />
sia tra gli espositori, italiani e stranieri, sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />
di pubblico, formato <strong>da</strong> operatori del settore, esperti, mercanti<br />
e appassionati d’arte. Come ricor<strong>da</strong> il Presidente di PromoTrieste<br />
Guerr<strong>in</strong>o Lanci, «La mostra dell’antiquariato mette <strong>in</strong><br />
risalto uno dei molti elementi di pregio e di attrattiva turistica della<br />
nostra città: riusciamo a far godere appieno ai nostri ospiti quello che è<br />
il sapore e il gusto di un’epoca che Trieste ha ancora nel proprio animo».<br />
La mostra-mercato verrà ospitata alla Stazione Marittima,<br />
un lum<strong>in</strong>osissimo edificio- progettato nel 1926 <strong>da</strong> Giacomo<br />
Zammattio e concluso, alla morte del maestro <strong>da</strong>ll’allievo<br />
Umberto Nordio nel 1930, lungo circa 180 metri, caratterizzato<br />
<strong>da</strong> grandi facciate <strong>in</strong> cemento armato e <strong>da</strong> ampie vetrate affacciate<br />
sul golfo, a pochi passi <strong>da</strong> Piazza Unità d’Italia, cuo-<br />
Trieste, piazza dell’Unità d’Italia<br />
fa e cosa si potrebbe ancora fare per migliorare il sistema<br />
di comunicazione regionale tra arte, cittad<strong>in</strong>anza e<br />
turismo?<br />
L’Agenzia TurismoFVG sta cont<strong>in</strong>uando a promuovere l’offerta<br />
culturale del Friuli Venezia Giulia sia nei confronti del<br />
turismo <strong>in</strong>dividuale (famiglie, giovani coppie), che verso il<br />
turismo organizzato, associativo e della terza età. <strong>Il</strong> nostro<br />
obiettivo, <strong>in</strong>fatti, è utilizzare le risorse culturali che la regione<br />
possiede, e riuscire a trasformarle <strong>in</strong> prodotti turistici che permettano<br />
di vivere un’esperienza attraverso la quale il visitatore<br />
possa vedere soddisfatti i propri <strong>in</strong>teressi e passioni. Al turista<br />
culturale non basta più la visita a siti storici o archeologici<br />
ma vuole vivere un turismo esperienziale e creativo, visto che<br />
il settore si sta trasformando <strong>da</strong> consumo di beni e servizi <strong>in</strong><br />
un’esperienza attiva e d<strong>in</strong>amica. Importantissima, <strong>in</strong> questo<br />
senso, è la componente umana, la condivisione e l’<strong>in</strong>terazione<br />
con la comunità e le tradizioni locali, la possibilità di vivere<br />
una vera esperienza personalizzata.<br />
Ci può fornire qualche <strong>da</strong>to sui flussi turistici del cosiddetto<br />
segmento del «turismo culturale» <strong>in</strong> regione?<br />
<strong>Il</strong> prodotto culturale <strong>in</strong> regione rappresenta uno dei tra<strong>in</strong>i<br />
dell’offerta turistica del Friuli Venezia Giulia soprattutto <strong>in</strong><br />
term<strong>in</strong>i di presenze. Nel 2012 Trieste ha registrato un +1,4%<br />
re pulsante della città. Qui, gli espositori di questa edizione,<br />
una c<strong>in</strong>quant<strong>in</strong>a circa, come nelle passate edizioni, potranno<br />
presentare al pubblico oggetti preziosi come mobili, dip<strong>in</strong>ti,<br />
sculture, tappeti ceramiche, oreficerie, gioielli e orologi antichi,<br />
disegni, stampe e rari pezzi numismatici. Al nucleo storico<br />
degli antiquari regionali, si affiancheranno colleghi <strong>da</strong>l Veneto,<br />
<strong>da</strong>ll’Emilia Romagna, <strong>da</strong>l Lazio, <strong>da</strong>lla Lombardia, <strong>da</strong>l Piemonte,<br />
e <strong>da</strong>i paesi vic<strong>in</strong>i arriveranno professionisti austriaci e,<br />
probabilmente, francesi.<br />
Tra gli eventi collaterali, sarà realizzata, <strong>in</strong> collaborazione<br />
con il Club dei Venti all’Ora, una mostra di automobili<br />
d’epoca e una serie di conferenze sul tema della<br />
motoristica d’epoca.<br />
<strong>Il</strong> Presidente dell’Associazione degli Antiquari del Friuli<br />
Venezia Giulia, Roberto Borghesi, imprenditore nel settore<br />
della vendita di oggetti preziosi, argenti e orologi e consulente<br />
per <strong>in</strong>vestimenti <strong>in</strong> preziosi, ricor<strong>da</strong> come «la fama che gli<br />
antiquari locali e regionali hanno contribuito a creare attorno a questo<br />
appuntamento, è dovuta al fatto che questi “imprenditori dell’arte”<br />
hanno sempre assicurato un livello qualitativo e una completezza di<br />
generi ed epoche senza pari nel triveneto, elemento che ha assicurato<br />
la “fedeltà” del pubblico non solo italiano, ma anche sloveno, croato e<br />
austriaco». «Trieste Antiqua», cont<strong>in</strong>ua Borghesi, «è una mostra<br />
che non solo <strong>in</strong> Regione, ma anche <strong>da</strong>l Veneto e <strong>da</strong>lla vic<strong>in</strong>a Slovenia ci<br />
<strong>in</strong>vidiano». È un evento che <strong>in</strong> pochi giorni porta <strong>in</strong> città<br />
<strong>da</strong>lle 4mila alle 5mila persone, che possono anche usufruire<br />
dei pacchetti weekend che PromoTrieste organizza<br />
appositamente <strong>in</strong> occasione della fiera. Nonostante<br />
il momento di difficoltà economica, che <strong>in</strong>evitabilmente si<br />
riflette anche nel settore dell’antiquariato, «il nostro impegno»,<br />
ribadisce il Presidente dell’Associazione degli Antiquari della<br />
regione «rimane comunque immutato: l’amore per Trieste e per il nostro<br />
lavoro ci “obbliga” a cont<strong>in</strong>uare, anche se con difficoltà, consapevoli<br />
di fornire un prodotto accattivante e di grande qualità, nel quale<br />
riversare la nostra passione e la nostra competenza, al servizio dell’arte<br />
antica e di chi la apprezza».<br />
20<br />
di presenze rispetto all’anno<br />
precedente con un +7,8% di<br />
presenze di turisti stranieri e<br />
sono an<strong>da</strong>te bene le presenze<br />
anche negli altri capoluoghi<br />
con Gorizia che ha totalizzato<br />
un +5,3% (ben +13,7% di<br />
presenze di stranieri), Ud<strong>in</strong>e<br />
+4,4% (+8,4% di stranieri) e<br />
Pordenone +2%.<br />
<strong>Il</strong> turismo è un <strong>in</strong>dicatore<br />
importante <strong>in</strong> Italia: il visitatore<br />
però deve essere<br />
messo nelle condizioni di<br />
poter avere un ottimo servizio e un’ottima offerta culturale.<br />
Siamo <strong>in</strong> grado di offrire questo?<br />
TurismoFVG ha studiato una serie di servizi pensati proprio<br />
per fruire dell’offerta turistica culturale del Friuli Venezia Giulia.<br />
Penso <strong>in</strong> primis alla FVG Card, il vero e proprio passepartout<br />
della regione, che permette di accedere gratuitamente ai<br />
musei delle città d’arte e partecipare alle visite gui<strong>da</strong>te organizzate<br />
<strong>da</strong> TurismoFVG. Per gli amanti dell’arte una novità è<br />
l’<strong>in</strong>serimento nei servizi della FVG Card dell’<strong>in</strong>gresso gratuito<br />
alla mostra antologica dedicata al maestro friulano Giorgio<br />
Celiberti, allestita a Villa Man<strong>in</strong> f<strong>in</strong>o al 22 settembre. Come<br />
dicevo, i possessori della FVG Card possono partecipare gratuitamente<br />
alle visite gui<strong>da</strong>te dell’Agenzia TurismoFVG che<br />
toccano alcune delle mete turistiche culturali del Friuli Venezia<br />
Giulia come Trieste, Aquileia e Civi<strong>da</strong>le del Friuli. Per chi<br />
<strong>in</strong>vece desidera conoscere la storia delle diverse località ma<br />
visitarle <strong>in</strong> piena libertà e autonomia, TurismoFVG ha pensato<br />
a un servizio di audio gui<strong>da</strong> disponibile ad Aquileia, Trieste e<br />
Ud<strong>in</strong>e nei diversi <strong>in</strong>fopo<strong>in</strong>t.<br />
Quali sono le criticità del prodotto turistico culturale<br />
del Friuli Venezia Giulia?<br />
<strong>Il</strong> Friuli Venezia Giulia è caratterizzato <strong>da</strong>lla facilità dei collegamenti<br />
verso l’<strong>in</strong>terno e verso l’esterno. Siamo favoriti<br />
sia <strong>da</strong>l fatto che disponiamo dell’aeroporto di Trieste e che<br />
a breve distanza abbiamo quello di Treviso e quelli <strong>in</strong>ternazionali<br />
di Venezia e Lubiana, sia <strong>da</strong> una rete autostra<strong>da</strong>le<br />
migliorata di molto grazie al passante di Mestre. Dall’altro<br />
lato sappiamo però che gli ospiti riscontrano difficoltà nei<br />
collegamenti ferroviari: è sicuramente questo l’aspetto che<br />
si dovrà migliorare.<br />
La cultura digitale, con le guide virtuali, le App per tablet<br />
e smartphone, l’utilizzo sempre più diffuso del web,<br />
possono essere considerati strumenti privilegiati di <strong>in</strong>formazione<br />
per il pubblico?<br />
L’Agenzia TurismoFVG si avvale, oltre che dei classici strumenti<br />
di promozione come la partecipazione a fiere e workshop di<br />
settore e l’organizzazione di viaggi stampa, anche dei nuovi<br />
mezzi di comunicazione: ecco che l’<strong>in</strong>tera offerta culturale della<br />
regione sarà a portata di turista grazie a un portale verticale<br />
<strong>in</strong>teramente dedicato alla tematica, a un’App con contenuti<br />
altamente tecnologici e ricostruzioni 3D dei siti archeologici e<br />
degli it<strong>in</strong>erari legati alla Grande Guerra.<br />
In merito a quest’ultimo tema, la Regione Friuli Venezia Giulia<br />
è capofila del progetto <strong>in</strong>terregionale «L’Italia della Grande<br />
Guerra. Un viaggio nella storia», un progetto che mira alla valorizzazione<br />
delle risorse legate a questo preciso periodo storico,<br />
anche <strong>in</strong> vista del suo Centenario, attraverso la creazione<br />
di un prodotto e l’utilizzo di diversi strumenti di promozione<br />
tra cui appunto il portale <strong>in</strong>terregionale della Grande Guerra<br />
www.it<strong>in</strong>erarigrandeguerra.it, un’opera unica per la qualità e<br />
la ricchezza dei contenuti.<br />
Un altro strumento a nostra disposizione sono sicuramente i<br />
social network, che sono ormai un mezzo di comunicazione<br />
fon<strong>da</strong>mentale sul quale stiamo <strong>in</strong>vestendo molto. Ad esempio<br />
stiamo co<strong>in</strong>volgendo blogger ed esperti video maker <strong>in</strong>ternazionali<br />
<strong>in</strong> numerose <strong>in</strong>iziative volte ad aumentare la vitalità<br />
dell’immag<strong>in</strong>e regionale e qu<strong>in</strong>di la conoscenza della dest<strong>in</strong>azione<br />
anche per la sua offerta culturale <strong>in</strong> senso ampio.<br />
Investire <strong>in</strong> cultura per fare della Regione un importante<br />
centro culturale, è un sogno ancora realizzabile?<br />
È un sogno non solo realizzabile ma sicuramente <strong>in</strong> fase di<br />
attuazione. L’alto numero di attività che TurismoFVG sta portando<br />
avanti per la valorizzazione delle risorse culturali della<br />
regione è la riprova che l’Agenzia crede fortemente nel suo<br />
prodotto cultura e che cont<strong>in</strong>uerà a proporre ai turisti un’offerta<br />
<strong>in</strong>tegrata, esperienziale e sempre più personalizzata per<br />
essere più competitiva verso i mercati di riferimento.
<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
<strong>Il</strong> Centro Ricerche è la certezza nel futuro<br />
La grande azien<strong>da</strong> <strong>in</strong>ternazionale di design Fantoni ha realizzato<br />
un esemplare rapporto arte e <strong>in</strong>dustria: «Guardiamo al futuro leggendo<br />
il passato come non mai»<br />
L<br />
a lunga storia della Fantoni <strong>in</strong>izia nel 1882 quando<br />
Achille Fantoni fon<strong>da</strong> una piccola ma prestigiosa<br />
ebanisteria a Gemona (Ud<strong>in</strong>e) ditta ampliata negli<br />
anni Venti <strong>da</strong> Giovanni Fantoni, il primogenito del fon<strong>da</strong>tore<br />
che, nel 1924, dà vita alla «G. Fantoni e C.». Dagli anni Trenta<br />
<strong>in</strong>izia la collaborazione con architetti e designer e la partecipazione<br />
a fiere <strong>in</strong>ternazionali, esperienze che determ<strong>in</strong>ano una<br />
profon<strong>da</strong> evoluzione <strong>da</strong>lla produzione tradizionale e artigianale,<br />
al razionalismo del design <strong>in</strong>dustriale, con uno sguardo<br />
attento alle novità del mondo milanese e al gruppo di artisti e<br />
architetti della cerchia di Giò Ponti. Numerosi i nomi illustri<br />
di architetti, designer e artisti che collaboreranno, nel corso<br />
dei decenni, con l’azien<strong>da</strong>: i professori Barazzutti e Attilio<br />
de Luigi e gli architetti Ermes Midena e soprattutto Cesare<br />
Scoccimarro, considerato la punta di diamante della ditta per<br />
il design <strong>in</strong>novativo e per l’utilizzo di materiali preziosi che<br />
portano a una produzione estremamente raff<strong>in</strong>ata. Alla generazione<br />
dei figli di Giovanni, Marco e Piero, che lo sostituirono<br />
nel 1949, va il merito di aver proseguito la stra<strong>da</strong> sulla scia<br />
già tracciata <strong>da</strong>l padre, e di aver affi<strong>da</strong>to <strong>in</strong>carichi ad alcune<br />
delle voci più <strong>in</strong>teressanti dell’architettura del tempo. Pittori,<br />
architetti, urbanisti e <strong>in</strong>dustrial designer come Alfredo Cargnelutti,<br />
Gianni Avon, Marco Zanuso, Umberto Nordio,<br />
Alberto Rosselli, Maria Crist<strong>in</strong>a Mariani Dameno, nota con lo<br />
pseudonimo di C<strong>in</strong>i Boeri, Mario Maioli e, <strong>da</strong>gli anni C<strong>in</strong>quanta,<br />
Edoardo Gellner progettista di numerose opere realizzate<br />
per conto dell’ENI di Enrico Mattei e ideatore dei preziosi arre<strong>da</strong>menti<br />
<strong>in</strong>terni. A G<strong>in</strong>o Valle il compito di edificare, negli<br />
anni Sessanta, il nuovo <strong>in</strong>sediamento <strong>in</strong>dustriale che <strong>da</strong> Gemona<br />
si trasferisce a Osoppo. Nel 1972 <strong>in</strong>izia la costruzione<br />
dell’Headquarter, e, come ricor<strong>da</strong>va l’architetto, «gli stabilimenti<br />
Fantoni sono riusciti un posto bellissimo, anche perché Marco Fantoni,<br />
che ha seguito <strong>tutta</strong> la faccen<strong>da</strong>, è un architetto mancato; io dico,<br />
quando mai troverò un <strong>in</strong>dustriale, un marangon (ndr. falegname)<br />
illum<strong>in</strong>ato come Fantoni che mi farà fare degli uffici così». E ancora<br />
per il design di mobili si devono ricor<strong>da</strong>re, le collaborazioni<br />
con G<strong>in</strong>o Valle, Herbert Ohl e lo svizzero Mario Broggi.<br />
L’<strong>in</strong>terno della sede dell’azien<strong>da</strong> Fantoni a Osoppo, <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Ud<strong>in</strong>e<br />
<strong>Il</strong> Centro Ricerche Fantoni, è il cuore dell’azien<strong>da</strong>: <strong>in</strong> un<br />
edificio progettato <strong>da</strong> Mario Broggi <strong>in</strong> collaborazione con<br />
G<strong>in</strong>o Valle, parte <strong>in</strong>tegrante dello stabilimento, si studiano<br />
e si progettano modelli e sistemi, si fanno analisi e ricerche<br />
per tutte le produzioni azien<strong>da</strong>li, e nell’auditorium si tengono<br />
<strong>in</strong>contri e workshop con il mondo dell’<strong>in</strong>dustria e del design<br />
<strong>in</strong>ternazionali.<br />
Nell’ottica della conservazione della memoria dell’architettura<br />
e del design, l’archivio dell’azien<strong>da</strong>, che è l’archivio di<br />
una famiglia di imprenditori, conserva numerosi progetti,<br />
disegni diplomi, me<strong>da</strong>glie, carteggi tra gli artisti, fotografie,<br />
e articoli apparsi sulla pubblicistica del tempo, documentazione<br />
che permette di ricostruire tutti i passaggi della<br />
storia e dell’evoluzione dell’azien<strong>da</strong> e del felice connubio<br />
che qui si è creato tra arte e <strong>in</strong>dustria. Come guar<strong>da</strong>re<br />
al futuro? «Leggendo il passato come non mai, ci suggerisce la signora<br />
Alessandra Fantoni, <strong>in</strong>fatti, è sempre stato il design il faro<br />
illum<strong>in</strong>ante nella nostra stra<strong>da</strong>, <strong>in</strong> quanto contiene <strong>in</strong> sé l’analisi dei<br />
mutamenti epocali e comportamentali». Una considerazione sulla<br />
quale riflettere.<br />
Le mostre<br />
AQUILEIA (UD)<br />
Costant<strong>in</strong>o e Teodoro.<br />
Aquileia nel IV secolo<br />
Vedi pag. 16<br />
Palazzo Meizlik - Basilica di Aquileia<br />
<strong>da</strong>l 5 <strong>luglio</strong> al 3 novembre; via Patriarca<br />
Poppone 7 - piazza Capitolo 1; tel. 348<br />
0347143; www.fon<strong>da</strong>zioneaquileia.it<br />
CIVIDALE (UD)<br />
Tabulae pictae.<br />
Pettenelle e cant<strong>in</strong>elle<br />
a Civi<strong>da</strong>le fra il Medioevo<br />
e il R<strong>in</strong>ascimento<br />
La mostra presenta il frutto di recenti studi<br />
su importanti soffitti lignei dip<strong>in</strong>ti a Civi<strong>da</strong>le<br />
tra XV e XVI secolo: <strong>da</strong> palazzi cittad<strong>in</strong>i provengono<br />
<strong>in</strong>fatti le due tipologie di tavolette<br />
lignee <strong>da</strong> soffitto denom<strong>in</strong>ate «cant<strong>in</strong>elle»<br />
e «pettenelle», che presentano <strong>in</strong>teressanti<br />
decorazioni a tempera di soggetto vario: si<br />
passa <strong>da</strong>lle narrazioni di argomento moraleggiante<br />
o celebrativo, all’araldica e alla ritrattistica.<br />
Un’esposizione unica di manufatti<br />
lignei antichi che <strong>da</strong>nno vita a veri e propri<br />
cicli pittorici e che consente uno studio comparato<br />
delle botteghe sia del Friuli che delle<br />
terre conf<strong>in</strong>anti di Veneto, Slovenia e Car<strong>in</strong>zia,<br />
delle iconografie e delle diverse tecniche<br />
espressive utilizzate.<br />
Palazzo de Nordis<br />
<strong>da</strong>l 13 <strong>luglio</strong> al 29 settembre; piazza<br />
Duomo 5; tel. 0432 731540; www.<br />
sopr<strong>in</strong>tendenzastoricoartistica-fvg.beniculturali.it<br />
GEMONA (UD)<br />
1976 - Frammenti<br />
di Memoria<br />
«Frammenti di Memoria» è una mostra fotografica<br />
permanente sul terremoto, allestita a<br />
Gemona <strong>in</strong> occasione del 35mo anniversario<br />
<strong>da</strong>gli eventi sismici del 1976 che colpirono il<br />
Friuli e questa città <strong>in</strong> modo particolarmente<br />
violento. Si tratta di un viaggio nel dramma del<br />
terremoto e della distruzione, attraverso i fotogrammi<br />
colti nell’immediatezza della tragedia,<br />
che vede la città rasa quasi completamente al<br />
suolo; per poi documentare la r<strong>in</strong>ascita, nel<br />
segno della grandezza della ricostruzione, attraverso<br />
immag<strong>in</strong>i a ciclo cont<strong>in</strong>uo di alcuni<br />
filmati selezionati <strong>da</strong>lla C<strong>in</strong>eteca del Friuli,<br />
22<br />
girati nei momenti successivi al terremoto.<br />
Ex Galleria d’arte Babele<br />
f<strong>in</strong>o al 31 dicembre 2014; via B<strong>in</strong>i 26;<br />
tel. 0432 981441<br />
GORIZIA<br />
Réclame. Manifesti<br />
e bozzetti del primo ’900 <strong>da</strong>l<br />
Fondo Passero-Chiesa<br />
Manifesti pubblicitari, straord<strong>in</strong>ari bozzetti,<br />
tabelle pubblicitarie di latta sbalzata e pietre<br />
litografiche, volumi e tavole illustranti vedute<br />
di varie città italiane, offrono una panoramica<br />
sulla produzione pubblicitaria tra f<strong>in</strong>e Ottocento<br />
e <strong>in</strong>izi del Novecento. La Fon<strong>da</strong>zione<br />
Cassa di Risparmio di Gorizia, dopo averlo<br />
acquisito tra il 2005 e il 2007, espone parte<br />
del Fondo Passero-Chiesa, testimonianza<br />
della ricca attività cartellonistica dello Stabilimento<br />
litografico di Ud<strong>in</strong>e, una delle pr<strong>in</strong>cipali<br />
imprese tipolitografiche del nord Italia.<br />
Sala espositiva della Fon<strong>da</strong>zione<br />
Cassa di Risparmio di Gorizia<br />
f<strong>in</strong>o al 20 ottobre; via Carducci 2; tel.<br />
0481 537111; www.mostre-fon<strong>da</strong>zionecarigo.it<br />
Al fluire dell’acqua<br />
Mostra documentaria realizzata <strong>da</strong>l Consorzio<br />
di bonifica Pianura Isont<strong>in</strong>a per celebrare<br />
il 140mo anniversario di costituzione del<br />
Consorzio Acque dell’Agro Monfalconese,<br />
importante elemento per la crescita economica<br />
di quel territorio attraverso il rilevante<br />
sviluppo delle produzioni agricole, è stata<br />
volano per la costituzione di tanti consorzi<br />
irrigui e idraulici nella Venezia Giulia e nella<br />
Bassa Friulana.<br />
Sala espositiva della Fon<strong>da</strong>zione<br />
Cassa di Risparmio di Gorizia<br />
<strong>da</strong>l 31 ottobre al 24 novembre; via<br />
Carducci 2; tel. 0481 537111; www.<br />
mostre-fon<strong>da</strong>zionecarigo.it<br />
La prov<strong>in</strong>cia di Gorizia<br />
e Gradisca: autonomia<br />
e Governo 1861-1914.<br />
Letture di un territorio<br />
Vedi pag. 18<br />
Musei Prov<strong>in</strong>ciali di Gorizia<br />
f<strong>in</strong>o al 3 novembre; borgo Castello 13;<br />
tel. 0481 533926 - 530382; www.gomuseums.net<br />
GRADISCA D’ISONZO (GO)<br />
Spazzapan a Tor<strong>in</strong>o.<br />
L’acquisizione della
23<br />
<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
UDINE<br />
Afro Basaldella e Carlo<br />
Sbisà: l’elegia del<br />
quotidiano.<br />
La decorazione murale negli<br />
anni Trenta<br />
L’esposizione è dedicata ad Afro Basaldella e<br />
Carlo Sbisà, due artisti, ud<strong>in</strong>ese l’uno, triest<strong>in</strong>o<br />
l’altro, che <strong>in</strong>crociano le loro strade nel 1946,<br />
<strong>in</strong> occasione della mostra triest<strong>in</strong>a di Afro alla<br />
Galleria dello Scorpione. <strong>Il</strong> percorso espositivo<br />
è dedicato alla decorazione murale negli anni<br />
Trenta <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia e propone al<br />
pubblico i due grandi cartoni preparatori per<br />
gli affreschi della Galleria Protti a Trieste, che<br />
la moglie dell’artista Mirella Schott Sbisà ha<br />
recentemente donato al Museo d’Arte Moderna<br />
e Contemporanea di Casa Cavazz<strong>in</strong>i, e, per la<br />
prima volta, una c<strong>in</strong>quant<strong>in</strong>a di disegni preparatori<br />
e bozzetti per le decorazioni murali di<br />
queste due grandi personalità artistiche.<br />
Casa Cavazz<strong>in</strong>i - Museo d’Arte<br />
Moderna e Contemporanea<br />
f<strong>in</strong>o al 21 ottobre; via Cavour 1; tel.<br />
0432 414772; www.ud<strong>in</strong>ecultura.it<br />
La tr<strong>in</strong>cea dei disegni.<br />
Riflessi risorgimentali nella<br />
satira e nell’illustrazione<br />
della grande guerra<br />
Una mostra allestita al r<strong>in</strong>novato Museo del<br />
Risorgimento, <strong>da</strong> pochi mesi riaperto al pubblico,<br />
per ripercorrere attraverso l’illustrazione<br />
dei quotidiani, tra vignette satiriche, caricature<br />
e immag<strong>in</strong>i dissacranti, i grandi temi che mocollezione<br />
Citelli della<br />
Fon<strong>da</strong>zione Cassa di<br />
Risparmio di Gorizia<br />
Vedi pag. 10<br />
Galleria Regionale d’Arte<br />
Contemporanea Luigi Spazzan<br />
<strong>da</strong>l 29 novembre; Palazzo Torriani, via<br />
Ciotti 51; tel. 0481 960816; www.galleriaspazzapan.it<br />
ILLEGIO, TOLMEZZO (UD)<br />
<strong>Il</strong> camm<strong>in</strong>o di Pietro<br />
Vedi pag. 7<br />
Casa delle Esposizioni<br />
f<strong>in</strong>o al 6 ottobre; piazza G. B. Piemonte<br />
1; tel. 0433 44445; www.illegio.it<br />
LIGNANO SABBIADORO (UD)<br />
Hem<strong>in</strong>gway e le donne.<br />
Un gioco tra «pari»<br />
Mostra fotografica dedicata a Ernest Hem<strong>in</strong>gway<br />
e al suo legame con le numerose<br />
donne che hanno fatto parte della sua vita, <strong>da</strong>lla<br />
madre alle mogli, <strong>da</strong>lle <strong>in</strong>tellettuali alle amanti,<br />
<strong>da</strong>lle muse alle attrici dive di Hollywood.<br />
Parco Hem<strong>in</strong>gway<br />
f<strong>in</strong>o al 31 ottobre; via Garibaldi, via XXV<br />
Aprile; tel. 0431 409160 - 0431 73501;<br />
www.premiohem<strong>in</strong>gway.it<br />
FONTANABONA DI PAGNACCO (UD)<br />
Memorie di vita contad<strong>in</strong>a<br />
nelle fotografie di Carlo<br />
Innocenti<br />
<strong>Il</strong> Museo di Storia Contad<strong>in</strong>a di Fontanabona<br />
di Pagnacco presenta una mostra fotografica<br />
dedicata alla produzione del fotografo Carlo<br />
Innocenti che, f<strong>in</strong> <strong>da</strong>l 1965, ha <strong>in</strong><strong>da</strong>gato gli<br />
aspetti etnografici e sociali dell’antica cultura<br />
rurale friulana f<strong>in</strong>o a coglierne l’essenza più<br />
caratterizzante e suggestiva. Immag<strong>in</strong>i che immortalano<br />
le architetture agricole di un tempo<br />
ormai perduto, aspetti di religiosità popolare e<br />
ritratti di donne e uom<strong>in</strong>i della campagna, vera<br />
memoria di un Friuli carico di valori e dignità.<br />
Museo di Storia Contad<strong>in</strong>a<br />
f<strong>in</strong>o al 1° settembre; via Ciuch 7; tel. 0432<br />
661049; museo.pagnacco@libero.it<br />
PASSARIANO, CODROIPO (UD)<br />
Giorgio Celiberti.<br />
Diario (1947-2013)<br />
La mostra presenta un’antologica sull’artista<br />
con più di trecento opere <strong>in</strong>edite tra tempere,<br />
oli, affreschi, vetri e sculture, che segnano tutto<br />
l’arco cronologico della vita del pittore-scultore<br />
nato a Ud<strong>in</strong>e che ha fatto dell’arte l’essenza<br />
stessa della propria vita. <strong>Il</strong> percorso espositivo<br />
è diviso <strong>in</strong> c<strong>in</strong>que sezioni che ripercorrono<br />
<strong>tutta</strong> la vita di Celiberti, <strong>da</strong>lle esperienze della<br />
giov<strong>in</strong>ezza caratterizzate <strong>da</strong>lla tavolozza accesa<br />
e squillante, f<strong>in</strong>o alle esperienze più recenti,<br />
frutto della cont<strong>in</strong>ua sperimentazione sulle tecniche<br />
e sui soggetti. «Nell’arte trovo l’universo<br />
che amo»: è così che Celiberti ancor oggi si<br />
dedica alla sua passione di una vita, che sott<strong>in</strong>tende<br />
un’idea del fare artistico caratterizzata <strong>da</strong><br />
un <strong>in</strong>cessante desiderio di creare, di sperimentare,<br />
di apprendere.<br />
Villa Man<strong>in</strong> di Passariano<br />
f<strong>in</strong>o al 22 settembre; tel. 0432 821211;<br />
www.villaman<strong>in</strong>-eventi.it<br />
PORDENONE<br />
Prove di volo. Architetture<br />
per la città moderna<br />
(1948-1968)<br />
La mostra è un omaggio all’architetto pordenonese<br />
Giovanni Donadon, uno degli artefici<br />
dello sviluppo culturale e architettonico della<br />
città, autore sia di edifici pubblici che privati<br />
caratterizzati <strong>da</strong> una purezza delle forme abb<strong>in</strong>ata<br />
all’<strong>in</strong>teresse per la funzionalità. Interessanti<br />
soprattutto i progetti mai realizzati, gli schizzi<br />
di una città mai costruita che permettono una<br />
riflessione sull’idea di ord<strong>in</strong>e spaziale della<br />
poetica dell’architetto, <strong>in</strong>terprete delle istanze<br />
del moderno, che aveva come modello di riferimento<br />
il f<strong>in</strong>landese Alvar Aalto.<br />
PArCo 2, Spazi Espositivi di via<br />
Bertossi<br />
f<strong>in</strong>o al 14 <strong>luglio</strong>; via Bertossi 9; tel. 0434<br />
392916; www.artemodernapordenone.<br />
it/parco<br />
Armando Pizz<strong>in</strong>ato<br />
(1910-2004).<br />
Nel segno dell’uomo<br />
Un’antologica dedicata al pittore nato a Maniago<br />
nel 1910 e formatosi all’Accademia di<br />
Venezia alla scuola di Virgilio Guidi: uno dei<br />
protagonisti dell’arte italiana del Novecento che<br />
trascorse a Pordenone gli anni della gioventù.<br />
In mostra 143 opere, alcune <strong>in</strong>edite, provenienti<br />
<strong>da</strong> collezioni private e <strong>da</strong> grandi musei italiani<br />
di Bologna, Milano, Ud<strong>in</strong>e e Venezia, divise <strong>in</strong><br />
tre sezioni, attraverso le quali sarà possibile<br />
percorrere <strong>tutta</strong> l’evoluzione dello stile dell’artista,<br />
<strong>da</strong>ll’adesione al Realismo nel corso della<br />
giov<strong>in</strong>ezza f<strong>in</strong>o alle esperienze cubo-espressionistiche<br />
degli anni veneziani, e, per f<strong>in</strong>ire,<br />
all’Astrattismo geometrico dell’età matura.<br />
PArCO Galleria d’Arte Moderna<br />
e Contemporanea «Armando Pizz<strong>in</strong>ato»<br />
f<strong>in</strong>o al 14 <strong>luglio</strong>; via Dante 33; tel. 0434<br />
523780; www.artemodernapordenone.<br />
it/parco<br />
Armando Pizz<strong>in</strong>ato.<br />
<strong>Il</strong> contesto pordenonese<br />
1925-1940<br />
La mostra, allestita alla Galleria Sagittaria, si<br />
pone nella scia dell’omaggio che la città di<br />
Pordenone ha tributato ad Armando Pizz<strong>in</strong>ato.<br />
Un’<strong>in</strong><strong>da</strong>g<strong>in</strong>e sulla temperie artistica che il maestro<br />
trova a Pordenone durante gli anni della<br />
sua giov<strong>in</strong>ezza, riletta attraverso circa 50 opere<br />
di una vent<strong>in</strong>a di artisti, quasi tutti di formazione<br />
accademica, attivi <strong>in</strong> quel centro nei primi<br />
decenni del Novecento.<br />
Galleria Sagittaria<br />
f<strong>in</strong>o al 13 <strong>luglio</strong>; via Concordia 7; tel.<br />
0434 553205; www.centroculturapordenone.it<br />
Tullio Crali. Aeropittura<br />
futurista<br />
In esposizione tredici dip<strong>in</strong>ti del celebre pittore<br />
futurista, amico di Filippo Tommaso Mar<strong>in</strong>etti,<br />
nato <strong>in</strong> Montenegro nel 1910, che ha trascorso<br />
la giov<strong>in</strong>ezza a Gorizia, f<strong>in</strong>o al 1946, anno <strong>in</strong><br />
cui si trasferisce a prima Tor<strong>in</strong>o e negli anni<br />
’50 a Parigi e a Milano. Le opere presenti <strong>in</strong><br />
mostra, provenienti <strong>da</strong>l MART - Museo di<br />
Arte Moderna e Contemporanea di Trento e<br />
Rovereto, sono tra i capolavori del cosiddetto<br />
genere dell’aeropittura futurista, teorizzata nel<br />
Manifesto del 1929, e dimostrano la grande<br />
capacità di Crali di trasmettere, attraverso la<br />
visione aerea, l’ebbrezza del volo e un senso<br />
contagioso di vertig<strong>in</strong>e e di velocità.<br />
Spazi espositivi della Prov<strong>in</strong>cia di<br />
Pordenone<br />
f<strong>in</strong>o al 25 <strong>agosto</strong>; corso Garibaldi; tel.<br />
0434 231418 - 231437<br />
SAN VITO AL TAGLIAMENTO (PN)<br />
<strong>Il</strong> mondo contad<strong>in</strong>o del ’900<br />
<strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia -<br />
Spilimbergo fotografia 2013<br />
Vedi pag. 14<br />
Palazzo Altan<br />
<strong>da</strong>l 13 <strong>luglio</strong> al 27 ottobre; via Altan 47;<br />
tel. 0434 833295; 0434 80251; www.<br />
craf-fvg.it<br />
SISTIANA (TS)<br />
Mare e Carso anni<br />
C<strong>in</strong>quanta<br />
La mostra fotografica curata <strong>da</strong> WWF Area Mar<strong>in</strong>a<br />
Protetta di Miramare con la collaborazione<br />
della Biblioteca Nazionale Slovena raccoglie<br />
una quarant<strong>in</strong>a di immag<strong>in</strong>i fotografiche del<br />
reporter Mario Magajna relative alla Costiera<br />
Triest<strong>in</strong>a, scattate negli anni C<strong>in</strong>quanta, che<br />
<strong>in</strong>vita a riflettere sulla evoluzione del paesaggio<br />
carsico-costiero e sulla sua valorizzazione<br />
e tutela.<br />
Centro di Promozione Territoriale di<br />
Sistiana<br />
f<strong>in</strong>o al 20 <strong>luglio</strong>; Sistiana, 56/b; www.<br />
prov<strong>in</strong>ciatrieste.it<br />
TRIESTE<br />
Giuseppe Bernard<strong>in</strong>o Bison.<br />
Un pittore <strong>da</strong>lla fantasia<br />
<strong>in</strong>esauribile nella Trieste<br />
neoclassica<br />
Giunto a Trieste ai primi dell’Ottocento, Giuseppe<br />
Bernard<strong>in</strong>o Bison, nativo di Palmanova<br />
ma formatosi a Venezia allo scadere del Settecento,<br />
<strong>in</strong>augura la tradizione pittorica triest<strong>in</strong>a<br />
con alcune decorazioni per palazzi illustri e<br />
dip<strong>in</strong>ti per le case borghesi. Poco dopo la<br />
caduta della Repubblica di Venezia, nel 1802,<br />
si trasferisce <strong>in</strong>fatti a Trieste, nuovo emporio<br />
commerciale sostenuto <strong>da</strong>lla casa d’Asburgo,<br />
dove è attivo per circa trent’anni. Qui, pur proseguendo<br />
la sua attività di decoratore, dip<strong>in</strong>ge,<br />
assecon<strong>da</strong>ndo il gusto borghese dei nuovi<br />
committenti, una serie di piccole tempere di<br />
stampo settecentesco. In mostra numerose<br />
vedute, paesaggi, capricci, dip<strong>in</strong>ti di soggetto<br />
storico, allegorie, scene di osteria e bozzetti<br />
di scena, frutto della sua <strong>in</strong>esauribile fantasia<br />
creativa.<br />
Museo Civico Sartorio<br />
<strong>da</strong>l 29 giugno; Largo Papa Giovanni<br />
XXIII 1; tel. 040 301479; www.retecivica.trieste.it<br />
Jannis Kounellis<br />
Jannis Kounellis, maestro dell’Arte Povera,<br />
greco di nascita, ma residente a Roma <strong>da</strong>l<br />
1956, le cui opere più famose sono esposte<br />
al Museo Guggenheim di New York e alla<br />
Tate Gallery di Londra, regala a Trieste una<br />
mostra fatta su misura per la città. Affasc<strong>in</strong>ato<br />
<strong>da</strong>lla storia del suo porto e dei suoi commerci,<br />
propone al Salone degli Incanti, la lum<strong>in</strong>osa ex<br />
Pescheria un percorso strettamente legato a<br />
Trieste e al suo mare. Si tratta di un’<strong>in</strong>stallazione<br />
fatta di materia: il carbone, la lana, il cotone,<br />
i sacchi, le piante grasse, il piombo evocano<br />
sensazioni profonde attraverso la loro povertà<br />
materica.<br />
Salone degli Incanti, ex Pescheria<br />
Centrale<br />
<strong>da</strong>l 7 settembre; Riva Nazario Sauro 1;<br />
www.retecivica.trieste.it<br />
Jago<strong>da</strong> Buić<br />
Prima mostra retrospettiva organizzata a Trieste<br />
della famosa artista croata Jago<strong>da</strong> Buić<br />
(Spalato 1930), <strong>in</strong> occasione delle celebrazioni<br />
dell’<strong>in</strong>gresso della Croazia nell’Unione europea,<br />
come ventottesimo stato: dopo la Slovenia,<br />
sarà la secon<strong>da</strong> delle sei repubbliche che<br />
costituivano la Jugoslavia a divenire membro<br />
dell’Unione. Nell’auspicio che la cultura possa<br />
essere ora più che mai un veicolo che ci consente<br />
di avviare progetti di <strong>in</strong>teresse condiviso<br />
con i paesi a noi geograficamente e storicamente<br />
vic<strong>in</strong>i, l’esposizione <strong>in</strong>tende celebrare<br />
tale evento con una prestigiosa <strong>in</strong>iziativa che<br />
renderà omaggio all’artista <strong>da</strong>lmata formatasi<br />
a Zagabria e poi a Roma e a Vienna, specializzatasi<br />
nel disegno tessile e nell’arte della<br />
«tapisserie», che ha partecipato alle biennali<br />
di Losanna, Venezia e di San Paolo del Brasile.<br />
Civico Museo Revoltella<br />
<strong>da</strong> ottobre; via Diaz 27; tel. 040<br />
6754350; www.retecivica.trieste.it<br />
Argio Orell, raff<strong>in</strong>atezza<br />
e seduzione<br />
Per la prima volta un’esposizione dedicata al<br />
pittore triest<strong>in</strong>o Argio Orell (1884-1942), formatosi<br />
alla scuola del grande simbolista monacense<br />
Franz Von Stuck, che divenne uno dei<br />
maggiori rappresentanti del l<strong>in</strong>guaggio Liberty<br />
a Trieste, con il segno s<strong>in</strong>uoso ed elegante delle<br />
sue opere, come i manifesti ideati nei primi<br />
due decenni del secolo scorso, che deriva <strong>da</strong>llo<br />
studio delle stampe giapponesi, di cui era<br />
grande collezionista.<br />
Civico Museo della Civiltà istriana,<br />
fiumana e <strong>da</strong>lmata<br />
f<strong>in</strong>o al 4 <strong>agosto</strong>; via Tor<strong>in</strong>o 8; tel. 040<br />
639188; www.irci.it<br />
Mostra su James Joyce<br />
Mostra organizzata <strong>da</strong>l Servizio Biblioteche<br />
Civiche del Comune di Trieste che propone al<br />
pubblico una serie di dip<strong>in</strong>ti dedicati all’Ulisse<br />
dello scrittore irlandese James Joyce, <strong>in</strong> occasione<br />
del Blooms<strong>da</strong>y.<br />
Sala Comunale d’arte<br />
f<strong>in</strong>o al 7 <strong>luglio</strong>; piazza Unità d’Italia 4;<br />
www.retecivica.trieste.it<br />
40 <strong>in</strong>cisori <strong>in</strong>sieme. Omaggio<br />
a Furio De Denaro<br />
Mostra collettiva, organizzata <strong>da</strong>ll’Associazione<br />
Pr<strong>in</strong>ts, per rendere omaggio allo scomparso<br />
<strong>in</strong>cisore e critico Furio De Denaro e alla sua<br />
figura di <strong>in</strong>segnante, che vuol far conoscere<br />
ai visitatori le varie tecniche grafiche, poco conosciute<br />
anche <strong>da</strong>gli addetti ai lavori, di cui si<br />
compongono xilografia e calcografia.<br />
Sala «Umberto Veru<strong>da</strong>»<br />
f<strong>in</strong>o al 16 <strong>luglio</strong>; piazza Piccola 2; www.<br />
retecivica.trieste.it<br />
Steve Kaufman: ritorna<br />
la grande Pop Art a Trieste<br />
con il former assistant di<br />
Andy Warhol<br />
Mostra <strong>in</strong>teramente dedicata a quello che oggi<br />
è riconosciuto universalmente come il Pr<strong>in</strong>cipe<br />
della Pop Art, l’artista americano Steve<br />
Kaufman, former assistant di Andy Warhol,<br />
e soprannom<strong>in</strong>ato <strong>da</strong>llo stesso SAK, durante<br />
il loro periodo di stretta collaborazione nella<br />
Factory, alla f<strong>in</strong>e degli anni Settanta. La mostra<br />
propone una selezione di alcune opere<br />
tra le migliori della collezione triest<strong>in</strong>a, con<br />
particolare risalto a quelli dedicati ai grandi<br />
personaggi celebri.<br />
Sala «Umberto Veru<strong>da</strong>»<br />
<strong>da</strong>ll’8 <strong>agosto</strong> al 22 settembre; piazza<br />
Piccola 2; www.retecivica.trieste.it<br />
<strong>Il</strong> poeta <strong>in</strong>ediale. Ugo Pierri<br />
e le sue illustrazioni<br />
Mostra dedicata alle illustrazioni di Ugo Pierri,<br />
graffiante e multiforme artista triest<strong>in</strong>o, che fa<br />
della città di Trieste parte della sua attività di<br />
pittore, poeta e scrittore: uno sguardo icastico<br />
sugli aspetti grotteschi ed espressionistici<br />
dell’essere umano e su una città decadente,<br />
prov<strong>in</strong>ciale e immobile.<br />
Biblioteca Quarantotti Gamb<strong>in</strong>i<br />
f<strong>in</strong>o al 13 <strong>luglio</strong>; via delle Lodole 6 e 7/a;<br />
www.retecivica.trieste.it<br />
Trieste a Teatro 1913<br />
Le sale teatrali triest<strong>in</strong>e rivivono nelle loro architetture<br />
e nelle loro funzioni di card<strong>in</strong>i della<br />
vita sociale e culturale. <strong>Il</strong> Verdi e il Rossetti,<br />
il Fenice e il Nuovo Filodrammatico, il Teatro<br />
Sloveno e lo Schieller Vere<strong>in</strong> srotolano i loro<br />
cartelloni impressionanti per quantità, qualità e<br />
varietà, con particolare attenzione a Giuseppe<br />
Verdi e Richard Wagner nella ricorrenza del<br />
primo centenario della nascita.<br />
Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl,<br />
Palazzo Gopcevich<br />
<strong>da</strong>te <strong>da</strong> def<strong>in</strong>ire; via Ross<strong>in</strong>i 4; tel. 040<br />
6754072; www.retecivica.trieste.it<br />
Dalla Mar<strong>in</strong>a Austro-Veneta<br />
all’Imperial-Regia Mar<strong>in</strong>a<br />
<strong>da</strong> Guerra<br />
La mostra verterà pr<strong>in</strong>cipalmente su una serie<br />
di rare stampe e cartol<strong>in</strong>e, che illustreranno<br />
non solo la tipologia e la storia della mar<strong>in</strong>eria<br />
austro-veneta, ma anche la vita di bordo<br />
dei mar<strong>in</strong>ai e del piccolo grande mondo che<br />
ruotava attorno a loro. <strong>Il</strong> tutto affiancato anche<br />
<strong>da</strong> una preziosa collezione di piccoli oggetti,<br />
quasi delle reliquie, gelosamente conservati <strong>da</strong><br />
collezionisti privati che qui espongono per la<br />
prima volta al pubblico.<br />
Civico Museo del Mare – Museo<br />
postale di Trieste<br />
f<strong>in</strong>o al 10 novembre; via di Campo Marzio<br />
5; tel. 040 304987; www.retecivica.<br />
trieste.it<br />
Testimoni Giudici Spettatori.<br />
<strong>Il</strong> processo della Risiera di<br />
San Sabba, Trieste 1976<br />
La mostra documentaria ricostruisce la vicen<strong>da</strong><br />
del processo, che ebbe rilevanza nazionale e<br />
<strong>in</strong>ternazionale, celebrato a Trieste tra febbraio e<br />
aprile 1976, contro i crim<strong>in</strong>i compiuti all’<strong>in</strong>terno<br />
della Risiera di San Sabba a Trieste, campo<br />
di prigionia nazista, dest<strong>in</strong>ato alla detenzione e<br />
alla elim<strong>in</strong>azione di ostaggi, partigiani, detenuti<br />
politici ed ebrei. Un modo per non dimenticare<br />
l’azione civile dei tanti testimoni che, con<br />
grande coraggio, hanno ricor<strong>da</strong>to le esperienze<br />
drammatiche di cui furono spettatori o protagonisti,<br />
e di cui molti loro parenti furono vittime.<br />
Civico museo della Risiera di San<br />
Sabba - Sala delle commemorazioni<br />
f<strong>in</strong>o al 1° settembre; via Giovanni Palatucci<br />
5; tel. 040 826202; www.retecivica.trieste.it<br />
For ever young<br />
Mostra collettiva di illustrazione, disegno,<br />
fumetti e molto altro <strong>in</strong> cui si possono vedere<br />
opere di giovani illustratori e fumettisti provenienti<br />
<strong>da</strong> Modena, Milano, Trento, <strong>da</strong>lla Serbia<br />
e, per quel che riguar<strong>da</strong> la regione, anche <strong>da</strong> artisti<br />
provenienti <strong>da</strong> Ud<strong>in</strong>e, Monfalcone e Trieste<br />
che si esprimono <strong>da</strong>l disegno al fumetto a una<br />
pittura a metà stra<strong>da</strong> fra i graffiti e l’arte rupestre.<br />
Spazio espositivo Liberarti<br />
f<strong>in</strong>o al 21 settembre; piazza Barbacan<br />
1/a; tel. 377 9421736; www.emporioliberarti.it<br />
bilitarono l’immag<strong>in</strong>ario degli italiani nel corso<br />
della Prima Guerra mondiale.<br />
Castello di Ud<strong>in</strong>e, Galleria d’Arte<br />
Antica - Museo del Risorgimento<br />
f<strong>in</strong>o al 31 <strong>agosto</strong>; piazzale del Castello;<br />
tel. 0432 271591; www.ud<strong>in</strong>ecultura.it<br />
Valore e qualità. <strong>Il</strong> contributo<br />
di G<strong>in</strong>o Valle al design<br />
contemporaneo attraverso<br />
gli oggetti premiati con il<br />
Compasso d’Oro ADI<br />
La mostra è dedicata al designer G<strong>in</strong>o Valle<br />
e alla sua collaborazione con due grandi<br />
aziende friulane, la Zanussi di Pordenone e<br />
l’azien<strong>da</strong> di orologi Solari di Ud<strong>in</strong>e, non solo<br />
nella produzione di oggetti di design ma anche<br />
nell’organizzazione del sistema produttivo della<br />
fabbrica. Per Solari, Valle aveva disegnato un<br />
<strong>in</strong>novativo orologio, il «Cifra 5» che nel 1956<br />
v<strong>in</strong>ce l’autorevole premio mondiale per il design<br />
denom<strong>in</strong>ato «<strong>Il</strong> Compasso d’Oro».<br />
Casa Cavazz<strong>in</strong>i, Museo di Arte<br />
Moderna e Contemporanea<br />
f<strong>in</strong>o al 1° settembre, via Cavour 14<br />
(Project Room); tel. 0432 414772;<br />
www.ud<strong>in</strong>ecultura.it<br />
Un mondo alla rovescia<br />
Un percorso per immag<strong>in</strong>i, dedicato a Riccardo<br />
Toffoletti, uno dei più <strong>in</strong>teressanti fotografi e <strong>in</strong>tellettuali<br />
della regione, cui si deve la riscoperta<br />
e la valorizzazione a livello <strong>in</strong>ternazionale della<br />
figura di T<strong>in</strong>a Modotti, artista celebrata attraverso<br />
la pubblicazione di monografie e l’organizzazione<br />
di mostre. Un it<strong>in</strong>erario che, attraverso<br />
le fotografie, <strong>in</strong>tende seguire tutto il percorso<br />
professionale e <strong>in</strong>tellettuale del fotografo impegnato,<br />
talvolta anche <strong>in</strong> modo agguerrito, <strong>in</strong><br />
battaglie per il r<strong>in</strong>novamento della vita culturale<br />
della regione.<br />
Gallerie del progetto di Palazzo<br />
Morpurgo<br />
f<strong>in</strong>o al 18 <strong>agosto</strong>; via Savorgnana 12;<br />
tel. 0432 414742 - 414719; www.ud<strong>in</strong>ecultura.it<br />
Boccaccio nei libri.<br />
Esposizione di edizioni<br />
dei secoli XVIII-XXI<br />
La mostra, organizzata <strong>da</strong>lla Sezione Manoscritti<br />
e Rari della Biblioteca Civica «V<strong>in</strong>cenzo<br />
Joppi» <strong>in</strong> occasione del settecentesimo anniversario<br />
<strong>da</strong>lla nascita di Giovanni Boccaccio,<br />
offre una scelta di edizioni degli scritti dell’autore<br />
toscano e di studi dedicati alla sua opera,<br />
e altre testimonianze come il film di Pier Paolo<br />
Pasol<strong>in</strong>i e il dvd <strong>in</strong> cui Dario Fo racconta Giovanni<br />
Boccaccio.<br />
Atrio della Biblioteca Civica «V<strong>in</strong>cenzo<br />
Joppi»<br />
f<strong>in</strong>o al 31 <strong>luglio</strong>; piazza Guglielmo Marconi<br />
8; tel. 0432 271583; www.sbhu.it<br />
galleria regionale d’arte contemporanea luigi spazzapan gradisca d’isonzo