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ExE & BELLAVITA voice&fashion by Donna Impresa

ExE & BELLAVITA voice&fashion. Tutti ti dicono di stare con i piedi per terra, di non sognare ad occhi aperti e di vivere la vita con razionalità. Prima sei troppo giovane per farlo e poi sei troppo vecchio per cambiare tutto!!!. Ti sei mai chiesto perché? Il perché è semplice... se tutti smettessimo di voler navigare in acque tranquille, il mondo sarebbe finalmente pieno di pirati. Noi siamo gli antieroi. Noi siamo gli anticonformisti. Noi siamo gli antipatici. Noi siamo gli Antagonisti”... Noi siamo pirati. Parola di Capitano ... voice&fashion voice&fashion rubrica a cura Bruno Romano Baldassarri alias Captain Jack nella foto: Leonardo Re Cecconi alias Leopardo

ExE & BELLAVITA voice&fashion. Tutti ti dicono di stare con i piedi per terra, di non sognare ad occhi aperti e di vivere la vita con razionalità. Prima sei troppo giovane per farlo e poi sei troppo vecchio per cambiare tutto!!!. Ti sei mai chiesto perché? Il perché è semplice... se tutti smettessimo di voler navigare in acque tranquille, il mondo sarebbe finalmente pieno di pirati. Noi siamo gli antieroi. Noi siamo gli anticonformisti. Noi siamo gli antipatici. Noi siamo gli Antagonisti”... Noi siamo pirati. Parola di Capitano ... voice&fashion voice&fashion rubrica a cura
Bruno Romano Baldassarri alias Captain Jack
nella foto: Leonardo Re Cecconi alias Leopardo

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‘‘IK HEB ME NOG NOOIT<br />

ZO FIJN IN EEN HUIS<br />

GEVOELD ALS NU.<br />

EI GENLIJK WIL IK DE DEUR<br />

NIET MEER UIT”<br />

“L’homo sapiens del XXI secolo deve imparare di nuovo a dominare la lingua e l’artista lo<br />

aiuta con la propria arte che si fa strumento didattico. I dipinti e le sculture di Paolo Sistilli<br />

arrivano come un pugno pesante su una liscia superficie. E per poco si getta uno sguardo<br />

nella profondità incommensurabile. E poi, lentamente, torna la pace”. Liberamente tratto<br />

da ESPRESSIONI DI COMUNICAZIONE NON VERBALE a cura di Dick Adelaar.<br />

EE x di Denise Di Marco Via Monte 1A _ Monteurano (Fm) _ Tel. e Fax 0734.841425 _ denisedimarco@hotmail.com<br />

<strong>ExE</strong><br />

MONTEURANO<br />

PAOLO<br />

Sistilli<br />

www.paolosistilli.nl _ UTRECHT _Nederland


emember<br />

DOYOU<br />

THE pirate RADIO<br />

“Tutti ti dicono di stare con i piedi per terra, di non sognare ad occhi aperti e di<br />

vivere la vita con razionalità. Prima sei troppo giovane per farlo e poi sei troppo<br />

vecchio per cambiare tutto!!!. Ti sei mai chiesto perché? Il perché è semplice... se<br />

tutti smettessimo di voler navigare in acque tranquille, il mondo sarebbe finalmente<br />

pieno di pirati. Noi siamo gli antieroi. Noi siamo gli anticonformisti. Noi siamo gli<br />

antipatici. Noi siamo gli Antagonisti ... Noi siamo pirati. Parola di Capitano ...<br />

”<br />

rubrica a cura<br />

Bruno Romano Baldassarri alias Captain Jack<br />

nella foto: Leonardo Re Cecconi alias Leopardo<br />

(inricordodiLeo)<br />

“Tu forse non lo sai ma chi, come me, ha scelto di abitare in un piccolo appartamento,<br />

sa cosa vuol dire avere esigenze di spazio. O perlomeno sa che cosa significhi non<br />

avere “un luogo” dove riporre tutto quanto abbia un valore simbolico circa il nostro<br />

vissuto. Capita allora che le cose vengano assiepate ovunque capiti, pur di non<br />

smarrirle. Ed è così che ieri pomeriggio al fine di trovare “degna dimora” all’ennesima<br />

serie di CD appena acquistati da un sito on-line, un’altra di quelle destinate a dare<br />

continuità alla mia collezione privata, che ho deciso di metter mano alla mia libreria.<br />

Nel creare spazio, eliminando cianfrusaglie degne delle tasche di “Eta Beta”, la mia<br />

attenzione cade su una audiocassetta di colore grigio-nero. Nessuna annotazione,<br />

nessuna lista di titoli di canzoni presenti al suo interno, solo una data: 17 Maggio<br />

1979. Anche la cassetta, a guardarla bene, non è una normale cassetta: è la mitica<br />

Memorex C120 al Cromo, quelle che si aprivano come i Ciack dei registi e ne<br />

riproduceva il suono. Così come anche la data, non è una data a caso, infatti il 17<br />

Maggio è il giorno del mio compleanno… ma riguardo al contenuto, gran mistero.<br />

Preso dalla curiosità, demagnetizzo la piastra del mio impianto stereo (nell’era digitale<br />

chi ascolta più le cassette?), introduco il nastro, e schiaccio … Play. Due secondi e la<br />

cassetta parte ….“Radio Milano International … H(iiiiii)it Parade!” (E’ un jingle)<br />

L’introduzione o, se vogliamo, la parte pre-registrata di una trasmissione classica e<br />

popolarissima di quel periodo. Poi, una voce ….“Vista la condizione in cui si trovava 7<br />

giorni fa (la hit parade), abbiamo somministrato mega-dosi di aspirina alla nostra<br />

astronave durante quest’ultima settimana ed oggi i nostri turbogetti ci permetteranno<br />

ancora una volta di viaggiare velocissimi … !!!!!” … Sei tu!! Il mitico Leonardo Re<br />

Cecconi, per i tantissimi “Leopardo”, uno dei miti della mia gioventù (come ricorderai,<br />

le radio, cosiddette “pirata” hanno prodotto in quel tempo una vera e propria<br />

rivoluzione sociale e nuovi modi di esprimersi e di comunicare). Istantaneamente, un<br />

nodo alla gola. Molti ricordi in quell’istante si sovrappongono nei miei pensieri … i“salti<br />

mortali” che facevo con i miei amici per ricevere il segnale di Radio Milano<br />

International: partenza in bici da casa direzione colle San Lorenzo, munito di<br />

radioregistratore Sony per ascoltare e registrare la hit parade di RMI la mitica “Soul<br />

Train Disco Dance”. La tua voce inconfondibile resterà sempre impressa nelle mia<br />

mente, ora anche grazie a questo cimelio. Vorrei che tu sapessi , ed ecco perché sono<br />

qui a scriverti, che sei stato sempre la mia fonte continua di ispirazione nel mio vagare<br />

nel mare dell’etere, l’esempio irraggiungibile. Ricordo in particolare un episodio di cui<br />

tu probabilmente non conserverai memoria, o che comunque certamente non<br />

rammenterai con la mia medesima intensità … ovvero quando, in occasione della<br />

Fiera Campionaria di Milano, nel lontano 1978, ti ho conosciuto. Ricordo come fosse<br />

ieri quel giorno quando, partenza di buon’ora con un mio amico, venimmo a visitare lo<br />

stand di Radio Milano International. Fosti proprio tu a venirci incontro … umilmente…<br />

così come farebbe un amico, non un mito, perché quello eri, e sei, nell’immaginario<br />

collettivo. Ti dirò di più, tale era la genuinità nel modo di porgerti che avvertii subito un<br />

senso profondo di condivisione, di fiducia, tanto da chiederti un consiglio, così come si<br />

fa con un fratello maggiore insomma. Palese che in quel momento mi aspettassi<br />

sincerità, sebbene sperassi in cuor mio, sono sincero, di ricevere un tuo plauso perché<br />

quello, in quel preciso momento della mia vita, sarebbe servito a rinvigorire il mio<br />

sogno: diventare un deejay-voice. E fu così che porgendoti il mio inseparabile<br />

walkman con la registrazione di un mio programma (già in produzione a Radio Cosmo<br />

International, la radio con cui ho iniziato il mio percorso radiofonico), dopo aver<br />

ascoltato uno stralcio di quel nastro mi dicesti: “Il mondo non era ancora pronto ad<br />

accogliere un’altra astronave, ma che nell’oceano dell’etere ci sarebbe sempre stato<br />

un veliero pronto ad accogliere un capitano coraggioso di provarci”. Da quel giorno<br />

smisi di essere Bruno Baldassarri e diventai, radiofonicamente parlando, Captain<br />

Jack. Grazie di tutto, Maestro”.<br />

scritto in un momento di commossa nostalgia il 17/12/2013<br />

Jack<br />

soultraindiscodance<br />

Leopardo è prematuramente scomparso (era nato nel 1953)nel gennaio 2004 a<br />

causa di un male incurabile, in silenzio ed in punta di piedi, quasi a non voler<br />

disturbare nessuno … ma lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile. Oggi di<br />

lui rimane il ricordo, un ricordo che perpetuerà in eterno, perché i “Miti” non<br />

muoiono mai.<br />

<strong>by</strong> www.CAPT<br />

CaroamicotiscrivoAIN JACK.it<br />

ELLAVITA<br />

voice & <strong>fashion</strong> 2013/14<br />

www.donnaimpresa.com 103


Radio Fermo uno - Fermo<br />

Comenasceunaradiolibera<br />

thehistory<br />

«Amo la radio perché arriva dalla gente / entra nelle case e ci parla direttamente / se una<br />

radio è libera, ma libera veramente / piace ancor di più perché libera la mente»...<br />

Dalla metà degli anni '60 stava montando nei giovani in tutta Europa una<br />

voglia di radio, intesa come sorgente di intrattenimento, musica e anche<br />

informazione non controllata dai vari governi. Nel paese europeo leader allora<br />

nella libertà e nel progresso dei costumi, la Gran Bretagna, questa voglia era<br />

stata soddisfatta dalle cosiddette radio pirata (Radio Caroline, Radio Veronica)<br />

e la stessa cosa avveniva in altri paesi del Nord Europa.<br />

La Rai, in Italia rispose a questa esigenza lanciando nel proprio<br />

palinsesto programmi decisamente di “rottura” alla tradizionale<br />

programmazione ingessata: trasmissioni come Bandiera Gialla, Per voi<br />

giovani, Alto gradimento, Hit-Parade, Supersonic, sono ancora vive nei<br />

ricordi degli odierni 60enni. Come peraltro fece la BBC con le storiche<br />

trasmissioni musicali Ready Steady Go!, Saturday Club o Top Of The<br />

Pops. Una seconda opportunità per i ragazzi italiani era rappresentata<br />

da due radio straniere che trasmettevano<br />

in lingua italiana, e che avevano iniziato<br />

una programmazione orientata ai giovani e<br />

alla musica, con un linguaggio dinamico e<br />

del tutto nuovo, era Radio Montecarlo (che<br />

trasmette dal marzo del 1966 dal<br />

principato di Monaco, diretta da Noel<br />

Coutisson con ai microfoni deejay che<br />

sarebbero stati imitati per i 30anni<br />

successivi, come il grande Herbert Pagani,<br />

Robertino, Federico L'Olandese Volante,<br />

Awanagana, Luisella Berrino). Unica<br />

grande limitazione di Radio Montecarlo, la<br />

trasmissione in onde medie, con un<br />

trasmettitore potentissimo, si, ma ricevibile<br />

solo sulla costa tirrenica del nostro paese.<br />

Insieme a Radio Capodistria (sul versante<br />

istrano), era una radio che proponeva un<br />

nuovo stile di conduzione, vivace,<br />

spezzato nel ritmo, che sarebbe stato poi<br />

assorbito dalla RAI con il celebre<br />

programma Supersonic. A parte queste<br />

due realtà “anomale” , c'era anche<br />

qualcosa che la radio ufficiale non poteva<br />

permettersi o permettersi solo in parte, la<br />

comunicazione bidirezionale attraverso la<br />

sinergia con il telefono: Salvo forse un<br />

unico caso: "Chiamate Roma 3131", dove<br />

però cose tipo “dedico questo disco a<br />

Mariaconamore,oaNonna Pina perché<br />

guarisca in fretta” non erano certo<br />

consentite. All’inizio degli anni '70 si crearono le condizioni per la<br />

radiofonia privata nei principali paesi europei, con l'Italia in prima fila per<br />

numero di emittenti e numero di ascoltatori . Questo faceva seguito alle<br />

dure contestazioni del 68’ e successivamente del 72, anni in cui la voce<br />

operaia e giovanile fece tremare e cadere numerosi governi. Nelle<br />

rivendicazioni di quegli anni c’era il grande desiderio di crescita della<br />

libertà individuale, ed oggi possiamo dirlo, anche il desiderio di poter<br />

scegliere in autonomia le fonti di informazione. Già dal 1974 l'attacco al<br />

Disco Menia Radio Cosmo International<br />

<strong>by</strong> Captain Jack & Fabrizio Eugeni<br />

monopolio in Italia era nell'aria e numerosi operatori si stavano<br />

preparando a sfidare la legge e incunearsi nelle sua contraddizioni. La<br />

prima in assoluto ad iniziare le trasmissioni è stata Radio Parma, il 1<br />

gennaio del 1975. Protagonisti della storica iniziativa sono stati Virgilio<br />

Menozzi, l'imprenditore che finanziò l'avventura (poi protagonista anche<br />

della nascita di Radio Roma), il giornalista Carlo Drapkind che ne era il<br />

direttore responsabile e l'esperto radioamatore di Parma Marco Toni<br />

che curò e realizzò la parte tecnica, mettendo<br />

in funzione un trasmettitore di potenza<br />

relativamente limitata (22W) ma sufficiente per<br />

coprire la maggior parte della città emiliana. Il<br />

palinsesto, come per tutte le radio dei primi<br />

tempi, era assai completo e debitore del<br />

modello RAI, con programmi di informazione,<br />

approfondimenti e cronache locali. Dai<br />

microfoni di Radio Parma sono usciti alcuni<br />

operatori che hanno poi fatto carriera in altre<br />

radio o altri settori, come Gabriele Majo o<br />

Mauro Coruzzi, diventato poi celebre, non solo<br />

nel mondo della radio, con lo pseudonimo e il<br />

travestimento di Platinette. Segui Radio<br />

Milano International (marzo 1975) e Radio<br />

Roma (16 giugno 1975). Tre radio che<br />

continuano a trasmettere ancora oggi, (Radio<br />

Milano International è ora Radio 101 One O<br />

One). In pochi anni, o forse pochi mesi, tutte le<br />

frequenze disponibili, almeno nelle grandi<br />

città, vennero occupate da decine di radio<br />

libere, anzi non era frequente il caso di<br />

frequenze occupate da due radio, di radio che<br />

trasmettevano volutamente fuori dalle regole,<br />

in sovramodulazione, per sopravanzare le<br />

altre radio vicine e che, anche in un'area<br />

contigua, trasmettevano sulla stessa<br />

frequenza. Per coprire le ventiquattrore<br />

naturalmente la musica era fondamentale.<br />

Sarebbe stato difficile riempire il palinsesto<br />

soltanto con trasmissioni autoprodotte, con<br />

inchieste giornalistiche o con tutte le altre tipologie di trasmissioni che<br />

faceva tipicamente la radio di Stato, quindi il palinsesto della radio libere<br />

era essenzialmente costituito da musica di vari generi e stili, strutturata<br />

per rubriche (la rubrica di musica classica e di jazz, l'immancabile<br />

rubrica di musica lirica, e così via), naturalmente tanto rock, tanti<br />

cantautori, e la musica del momento. La selezione tra le radio però non<br />

è stata tale da liberare le frequenze, e l'affollamento radiofonico degli<br />

inizi è rimasto poi cristallizzato per sempre, insieme alla confusione e<br />

MARIO<br />

MAZZAFERRO<br />

"Erano gli anni ’70, si ritornava a casa<br />

dalla scuola in pullman ed il sabato si<br />

poteva ascoltare alla radio nazionale le<br />

prime classifiche radiofoniche ed i primi<br />

brani rock e funky d’oltreoceano,<br />

l’emozione e l’attesa era sempre molta. La<br />

notte prima di addormentarsi ci si<br />

sintonizzava sulle frequenze di Radio<br />

Luxembourg e ci si cullava sulle note<br />

fantastiche di quelle musiche e quelle voci<br />

di DJ che stavano cambiando la nostra<br />

vita e i nostri gusti. Caso volle che nel<br />

1974 sotto la palazzina dove abitavo<br />

nacque una discoteca, il Disco Faleria,<br />

quella delle piccole discoteche era una<br />

moda che in quel periodo si allargò in molti<br />

paesi dell’entroterra fermano, in quel<br />

contesto i miei pomeriggi li dedicavo<br />

anche ad origliare dalle uscite di sicurezza del locale per ascoltare i primi rudimentali<br />

mixaggi del Dj che provava le scalette e le novita’ d’importazione che nella discoteca<br />

venivano lanciate per prime, prima ancora della radio ufficiale. Da lì a poco, frequentando<br />

la discoteca, stando sempre piu’ spesso, prima appoggiato alla consolle, poi entrando al<br />

suo interno per curiosare facendo amicizia col Dj “compaesano”per giunta, entrai nelle<br />

grazie della dirigenza e iniziai a fare il secondo, era solo per i lenti , ma il grande passo<br />

venne fatto. Prosegui con Il Francis Club era il 1975, locale piu esclusivo poco piu’ lontano<br />

dal mio paese di li a poco come Dj ufficiale. Nel frattempo, gli studi superiori in Fermo mi<br />

portarono a conoscere alcuni ragazzi che mi proposero di entrare in uno staff di Dj<br />

radiofonici per condurre una trasmissione presso gli studi di Radio Fermo Uno, una locale<br />

radio emergente. Mettemmo su un programma condotto una volta a testa dalle 14,00 alle<br />

15,00 di ogni giorno durante la settimana mentre il sabato a rotazione vi era una classifica<br />

dei meglio brani graditi dagli ascoltatori. Nacquero cosi La Open Sesame e la Trans Disco<br />

Dance. Assieme a me il compianto Mario Rossetti nostro mentore ed ispiratore, Willy<br />

Franchellucci, Angelo Traini, Gianni Belletti. La passione sopra ogni cosa per la musica ci<br />

uni per diversi anni, i brani venivano suonati dalla nostra consolle tappezzata di cartoni per<br />

le uova (prima forma di insonorizzazione) si mixava con piatti Thorens senza regolazione<br />

con a supporto i primi “Bobinoni” Revox e registratori a cassette Teac da dove passavano i<br />

Jingle pubblicitari che venivano montati su cassette a nastro con molto lavoro di “pause e<br />

rec.” Le nostre passioni ebbero molti riscontri di apprezzamenti e notorietà che in quel<br />

periodo ci imbarazzavano non poco , non eravamo pronti e preparati ad essere additati<br />

come star, cosa che oggi viene cercata da molti partendo anche dalla più piccola<br />

pubblicazione su FB. Ci sarebbe molto da dire , ma manca lo spazio per farlo, la Radio<br />

che ricordo nacque cosi, poche cose , pochi amici , molta tenacia e tutto questo creo’ un<br />

mondo fatto di sogni e passioni oggi non piu’ replicabili. La tecnologia, la multimedialita’, i<br />

social network, nulla potranno fare per evocare le palpitazioni pioneristiche che quel tempo<br />

ha creato e ci ha lasciato.<br />

WILLYFRANQUELLUCCI<br />

Radio Fermo uno - Fermo<br />

"La voce roca, a volte stridula ma quasi sempre imponente e spesso soffocata dal suo<br />

stesso impeto....è proprio lui Leonardo Re Cecconi per i più Leopardo voce storica di<br />

Radio Milano International il vero e indiscusso numero uno, maestro e mito della mia<br />

gioventù radiofonica. Ricordo le peripezie che facevo per ascoltare e registrare il Soul<br />

Train quando nel lontano 1977 mi trovavo a Milano per il servizio militare. Ancora oggi<br />

riascoltando le sue trasmissioni radiofoniche dalle vecchie cassette TDK (conservate con<br />

cura maniacale) mi vengono i brividi,lo spettacolo era lui nel suo modo di annunciare<br />

ogni brano,il suo stile era inenarrabile e affinchè lo si possa capire a fondo occorre<br />

ascoltare la sua<br />

performance poichè non<br />

ci sono parole adeguate<br />

per descriverla. Tutti<br />

hanno cercato di imitare<br />

e trovare ispirazione da<br />

quello che è stato il<br />

miglior dj radiofonico<br />

italiano. Leopardo è<br />

stato unico speciale e<br />

irripetibile.Grazie Leo<br />

per quanto ci hai dato. Il<br />

ruggito continua..."<br />

alla sovrapposizione di frequenze,<br />

regolamentate dalla legge Mammì degli anni<br />

'80, ma tutt'ora in attesa di applicazione. Nel<br />

1976 aprire una radio in Italia era una<br />

operazione al limite della legalità, anche se,<br />

come si vede nel seguito, assai frequente e<br />

destinata ad espandersi ulteriormente.<br />

Dove prima trasmettevano tre radio, più<br />

Radio Vaticana e Radio Montecarlo, Radio<br />

San Marino e Radio Capodistria, ora<br />

trasmettevano più di 100 radio, e mentre le<br />

trasmissioni musicali sulle radio di stato<br />

arrivavano a due tre ore al giorno, le radio<br />

libere coprivano con la musica (trasmissioni<br />

o nastri pre-registrati) anche l'ottanta per<br />

cento della programmazione. Insomma una<br />

moltiplicazione delle trasmissioni di musica,<br />

una moltiplicazione dei generi di musica<br />

trasmessi, una moltiplicazione dei musicisti<br />

che trovavano uno sbocco su una qualche<br />

radio, e quindi un aumento della vendita di<br />

dischi, della copia di dischi, allora su<br />

cassetta, insomma la stessa situazione di<br />

ora, con le radio al posto di Napster o<br />

Winmx, E-mule, Torrent … ecc. le cassette al<br />

posto dei CD-ROM e dei masterizzatori.<br />

L'unica differenza è che ora le vendite di<br />

dischi diminuiscono del 10% all'anno mentre<br />

allora aumentavano in percentuale anche<br />

maggiore. Teoricamente la musica da<br />

trasmettere doveva essere comunicata alla<br />

società autori ed editori, a cui doveva essere<br />

spedita la scaletta di ogni giorno di<br />

trasmissione, e alla quale dovevano essere<br />

versati i diritti per le trasmissioni.<br />

Naturalmente nessuna radio libera si<br />

sognava di versare diritti, anche perché in<br />

generale erano autofinanziate e chi vi<br />

lavorava, non solo lavorava gratuitamente,<br />

ma contribuiva anche ai costi fissi della radio,<br />

che erano poi soltanto attrezzature (antenna<br />

e altro) e costo dei locali, se non si era<br />

ospitati da qualche organizzazione. Nel 1976<br />

la Corte Costituzionale tornò sull'argomento<br />

per rispondere a numerose eccezioni di<br />

incostituzionalità o richieste di parere di<br />

pretori di tutta Italia e dichiarò inammissibili,<br />

con la storica sentenza 202/1976 del 28<br />

luglio 1976, le parti delle leggi in vigore che<br />

vietavano le trasmissioni in ambito locale,<br />

confermando la interpretazione estensiva<br />

della legge 103/1975 e dando il via definitivo<br />

alla radiofonia privata in Italia. Era questo il<br />

cosiddetto "Far-West dell'etere", tollerato dai<br />

governi degli anni '80. Nella radiofonia<br />

privata degli anni 70 il problema era invece<br />

rappresentato dall'eccessivo affollamento<br />

nelle grandi città e dalla parallela assenza<br />

totale di un piano delle frequenze, essendo il<br />

quadro legislativo ancora quello dei tempi del<br />

monopolio. A quasi 40 anni di distanza,<br />

nessuno pensa più alle radio come radio<br />

libere, ma solo come radio commerciali. E<br />

purtroppo proprio le esigenze commerciali<br />

hanno livellato lo standard verso i gusti<br />

musicali più comuni, e hanno allontanato<br />

ogni velleità di sperimentazione. Mi piace<br />

pensare che un giorno i "pirati" torneranno ...<br />

di Bruno Romano Baldassarri alias CaptainJack<br />

www.donnaimpresa.com 103


FABIO DI FABIO<br />

Radio Cosmo International - Monsanpietro Morico<br />

Ribelle ed estroverso come il mio caschetto, ero uno di quei ragazzi la cui età consentiva di<br />

acciuffare al volo l'esistenza del periodo delle Radio Libere. Fondai con i miei amici di allora:<br />

Andrea, Maurizio, Mauro ed Emo ,"Radio Eco" che successivamente diventò Radio Cosmo<br />

International (RCI). Un'esperienza fantastica e temo purtroppo irripetibile. Io ero un po' il jolly<br />

della situazione per la mia duttilità... per la mia capacità di prestarmi a ricoprire una moltitudine di<br />

ruoli... un tuttofare, insomma. Aprire una radio libera a quei tempi non era difficile, bastava una<br />

piccola modifica al modulatore dell'apparecchio CB, un amplificatore, anche di pochi watt, una<br />

frequenza libera, cioè non ancora occupata da un'altra radio, un'antenna, alcune elettroniche<br />

non molto costose come mixer, microfono, cuffie, giradischi, registratore a cassette o<br />

eventualmente a bobine, ma soprattutto un gruppo di amici disposti a coprire le ventiquattrore<br />

della giornata, o perlomeno la maggior parte di esse, perché la prima differenza con la radio<br />

ufficiale era che la radio libera era sempre disponibile e sempre pronta a farti compagnia ma<br />

soprattutto si trasmetteva sempre perché, se la frequenza veniva lasciata libera anche per solo<br />

una mezz'ora, veniva immediatamente occupata da qualche altra radio. Per molti, come me, il<br />

fenomeno tutto italiano delle radio libere è quello cantato e mitizzato dal cinema in film come “I<br />

cento passi” di Giordana o “Radiofreccia” di Ligabue che hanno rappresentato innanzi tutto la<br />

dimostrazione delle potenzialità politiche e di controinformazione della radio, in quel periodo; in<br />

secondo luogo, l'espressione delle potenzialità estetiche, amatoriali solo ad origine, di una<br />

programmazione “altra” rispetto a quella dell'allora monopolio di Stato. Una era la radio libera<br />

“politica”, l'altro la radio libera “estetica”: la prima ha perduto peso, negli anni, preferendo la<br />

politica altre strategie di comunicazione, con poche, radicali eccezioni; la seconda ha plasmato il<br />

fenomeno delle radio private commerciali. Non meno importante, e ciò assumendo ad inciso un<br />

verso della poesia di Dolci: “Esisto anch’io”, il sottolineare la voglia che c’era da parte di alcuni<br />

giovani di distinguersi dalla massa e andare controcorrente. Il prendere coscienza della coincidenza dell'origine “provinciale” del fenomeno<br />

Radio: a suggerire, senza eccessive difficoltà, che la provincia, poco rappresentata dai media d'antan (come oggi, forse: e chissà che Internet<br />

non abbia definitivamente riequilibrato le cose), poteva cullare il nostro desiderio di “libertà”.<br />

NICOLINO SASSI<br />

Radio Canale7eMagic98 Fm - Montappone (Fermo)<br />

"Eravamo non ancora ventenni quando di notte ascoltando “Radio Luxemboug”, ci siamo lasciati convincere dall’idea di creare un radio tutta<br />

nostra, che usasse un linguaggio nuovo, fresco, spontaneo, familiare che parlasse di noi, della nuova generazione. Così noi sognavamo,<br />

“ragazzi di ieri”, il nostro futuro, gettando uno sguardo al di là dei confini nazionali! Era davvero inimitabile, inconfondibile e direi del tutto<br />

innovativo il piglio con il quale i dj internazionali sapevano fare radio, difficile non innamorasi di quelle voci dal tono caldo e profondo, e la<br />

musica di cui riuscivamo a cogliere, forse solo il ritmo catturava pienamente le nostre più profonde emozioni di giovani in cerca della propria<br />

identità. Sembra strano parlarne oggi come di una “rivoluzione” quella che stavamo per fare, ma è proprio così che tutto è cominciato! Io, e<br />

insieme a me pochi altri amici, volevamo aprire una finestra su quel mondo sconosciuto ai più; le piccole radio locali non avevano idea di come<br />

sarebbe cambiato il progetto radiofonico di li a qualche anno: anche il pubblico italiano si sarebbe lasciato conquistare dalla melodia briosa<br />

della musica “d’importazione”, i dj sarebbero diventati i veri protagonisti della loro “fascia” quotidiana. Volevamo a tutti i costi questo<br />

cambiamento! Pieni di energia ed entusiasmo, iniziammo a frequentare una radio locale, quel tanto per acquisire l’esperienza necessaria che<br />

ci avrebbe poi permesso di camminare da soli verso la realizzazione di un grande progetto. Nel 1978 abbiamo così fondato Radio Canale 7,<br />

una stazione ben strutturata, con attrezzature all’avanguardia, un trasmettitore da 800W e un<br />

palinsesto dove spiccavano programmi innovativi che di lì a poco cominciarono finalmente ad<br />

incuriosire e richiamare l’attenzione di un pubblico sempre più vasto. Dagli esordi del tutto fatto<br />

in casa (ricordo ancora le nottate trascorse in sala registrazione a preparare spot, Jingles e le<br />

mitiche pizze per il non stop music) Radio canale 7 sarebbe diventata MAGIC 98FM. Con il<br />

tempo gli ascoltatori iniziarono a fidarsi di noi, a conoscerci, ad amarci, eravamo riusciti a<br />

creare una radio diversa dalla solita “radio all’italiana”. I brani musicali internazionali stavano<br />

diventando più familiari a tutti, come familiari erano ormai Jingles realizzati negli States, le voci<br />

di famosi doppiatori cui affidavamo la realizzazione di spot pubblicitari e non ultime le nostre<br />

voci,Nicolino, Fabio, Claudio, Remo e così di tantissimi altri ragazzi e ragazze che con<br />

competenza e professionalità hanno contribuito al successo della radio e che ancora oggi<br />

ricordo con molta stima ed affetto. Ho trascorso ben oltre 20 anni delle mia vita dietro ad un<br />

microfono, e il ricordo di questi, oggi mi lascia dentro una forte emozione ed anche un po’ di<br />

nostalgia... per tutti questi anni ringrazio i migliaia di ascoltatori che si sintonizzavano ogni<br />

giorno sulle nostre frequenze e con un pizzico di orgoglio mi piace poter pensare che nel<br />

nostro piccolo siamo stati grandi...!!!"<br />

DEDICATO A LEO<br />

"Un ruggito e… lo spettacolo iniziava. Si, perché parlare di Leopardo e soprattutto ascoltarlo<br />

era come assistere ad uno spettacolo. Dotato di una voce inconfondibile, particolare, capace<br />

di adattarla ad ogni disco che proponeva, magari anticipandolo con il suo storico fischio o il<br />

suo canticchiare … era spettacolo puro! Credo ci sia poco da dire, Leonardo è stato un DJ<br />

modello per chi si è cimentato in radio. Alla guida della “sua” astronave, dotata di una consolle<br />

dai cursori infuocati, era un fuoriclasse dell’etere, il numero 1. Un ruggisaluto Leo".<br />

STEFANO CASTORI<br />

Radio Onda Picena- Fermo<br />

Era il lontano 1975 quando nasceva Radio Città Campagna, sotto un<br />

garage della circonvallazione nord, a Fermo. Era la prima radio italiana<br />

insieme ad una milanese e una anconetana, ed è qui che inizio il mio<br />

percorso radiofonico. Il nostro intento era quello di unire la gente, e non<br />

di dividerla come anche oggi troppo spesso accade. Devo dire che<br />

riuscimmo nel nostro buon proposito di creare unità, tanto che la nostra<br />

emittente era seguita da giovani sia di sinistra che di destra legati tra loro<br />

dalla musica. Grande musica, grande gente, grande professionalità.<br />

Essenzialmente Radio Città Campagna rivoluzionò il modo di ascoltare<br />

la radio e fece da apripista alle tante molteplici voci libere che seguirono<br />

nell'etere nonostante anche le difficoltà che nacquero, e che erano<br />

inevitabili per quei tempi, soprattutto in relazione a motivi di carattere<br />

tecnico poiché all'epoca non c'era un'industria nazionale specializzata<br />

nella costruzione di apparecchiature radiofoniche. Si era costretti ad<br />

usare un vecchio impianto valvolare, un residuato bellico… d'altro canto<br />

era anche difficile trovare a Fermo e limitrofe, tecnici specializzati<br />

nell'alta frequenza, tuttavia non ci mancava l'entusiasmo e portammo<br />

ugualmente a termine l'impresa. Uno dei primissimi jingle come sigla, un<br />

percorso singolare attraverso l’esperienza radiofonica milanese da me<br />

fatta per circa tre mesi... un passaggio continuo tra radio, presentazioni<br />

di concerti, feci tutta la tournee a quei tempi di Alice, Lino Banfi ecc. I passaggi erano continui nelle radio: Radiofermo Uno, Radio One, Radio Sem<br />

Stereocivitanova e Radio City per concludere il mio percorso nell'etere con Radio Onda . Ora riproviamo con il web, Radio Italian Cup. Esperienza<br />

massima (sorride compiaciuto e commosso)le 10 puntate di jazz registrate in Basilicata e mandate in nazionale (c'è un appassionato della Provincia<br />

di Macerata che ha ancora tutte le puntate registrate)... Fra i miei cavalli di battaglia, nella mia primissima esperienza radiofonica, Burt Bacharach<br />

che successivamente fu inserito, insieme ad altri, nelle programmazioni dei giovani dell'epoca … (pura follia) eppure con enorme successo. L'amore<br />

per la radio non è mai archiviato ci saranno sorprese nel futuro… ancora oggi nel mio cuore vive il ricordo di bellissime esperienze ed io non posso<br />

fare altro che ringraziare tutti quelli che mi ricordano nei bui pomeriggi di club 101.<br />

FABIO CASTORI<br />

Radio Fermo uno - Radio Onda - Fermo<br />

Radio libera. Un concetto giurassico oggi considerato dai più benevoli<br />

vintage, ma allora era completamente rivoluzionario. Bastava avere un<br />

mixer, due piatti e un microfono. Alzavi i cursori, la magia si accendeva e<br />

la tua musica, le tue parole, da una cittadina qualsiasi, volavano<br />

nell’etere fino a Bologna, Firenze, Bari, persino dall’altra parte<br />

dell’Adriatico, in Jugoslavia, in Albania. Non c’erano limiti, perché,<br />

nonostante quell’utopica idea si stesse diffondendo a macchia d’olio,<br />

c’era spazio per tutti e non c’erano davvero confini. Forse allora, noi che<br />

siamo stati protagonisti di quell’avventura, non ci siamo resi conto che<br />

stavamo scrivendo una pagina di storia destinata a cambiare per sempre<br />

il mondo dei media e della comunicazione. A quei tempi ero il cucciolo di<br />

una nidiata di dj e di conduttori radiofonici che sarebbero diventati dei<br />

veri e propri miti. Poco più che adolescente, nel 1976, mi ero fatto le<br />

ossa nella radio dei rockettari, Radio Città Campagna. Appena un anno<br />

dopo era arrivata la chiamata della radio rivale, Radio Fermo Uno, per<br />

entrare a far parte degli speaker del programma cult della musica disco<br />

“Open Sesame”. Queste due emittenti erano state tra le prime radio<br />

libere italianee-sediuna, oggi, magari qualcuno non conosce neanche<br />

l’esistenza e della seconda si ha un’immagine totalmente diversa da<br />

quella della fine degli anni ’70 - erano due realtà avanguardistiche che<br />

dettavano legge e dispensavano prestigio a chiunque ne facesse parte.<br />

Forse, per la mia età, gli ormoni erano fin troppo presenti dentro di me e<br />

la mia voce profonda, anomala per un ragazzino, aveva attirato<br />

l’attenzione di quelli che allora erano i numeri uno. Così la mia parola<br />

d’ordine divenne: “ Rabbiusbiccofexendevermoscex”. Era un<br />

divertente scioglilingua inventato da uno degli ideatori di Open Sesame,<br />

il compianto Mario “Marvil” Rossetti. Era privo di senso logico, ma<br />

suonava divinamente. Un po’ come il “Prisencolinensinainciusol” di Celentano. Era stato coniato, mettendo insieme una serie di parole che preferisco<br />

non ripetere. Se Leopardo poteva essere paragonato al Maradona della radio, Marvil, purtroppo con fortune alterne, era quanto meno il Roberto<br />

Baggio della situazione: geniale, originale e coinvolgente. A me, a neanche tre mesi dalla sua scomparsa, piace ricordarlo così. Così come mi piace<br />

ricordare quando tutti insieme ci ritrovavamo in sala di registrazione per selezionare quelli che sarebbero stati i successi da suonare alla radio.<br />

Perché, strano ma vero, eravamo noi a scegliere - in base alla bellezza del brano - e non le major discografiche, non le multinazionali della musica,<br />

che hanno imposto nell’ultimo ventennio i dischi da passare alla radio. Forse citare una strofa scritta da Eugenio Finardi è fin troppo banale: ma<br />

quella radio era libera, ma libera veramente.


FABRIZIO EUGENI<br />

Radio Cosmo International<br />

Monsanpietro Morico - Radio Flowers<br />

La mia storia si intreccia inevitabilmente con quella<br />

della radio e con Bruno Romano Baldassarri Alias Jack<br />

(sorride)... E come accaduto per molte invenzioni, la<br />

sua nascita avveniva in un garage pieno di attrezzi e<br />

genialità, in una soffitta o, come nel caso di Radio<br />

Cosmo International, in una torretta antica situata nelle<br />

cinta di un piccolo paesino di provincia ove si respirava<br />

l’odore della storia. TASTO ON. E la musica partiva, o<br />

meglio, la magia partiva. Sì perché con i mezzi di<br />

diffusione di allora, quello era: magia. Pura,<br />

coinvolgente, sperimentale magia. Persone che<br />

s'incontravano liberamente per condividere lo stesso<br />

interesse per la musica, o ragazzi che s'improvvisano<br />

speaker radiofonici con un trasmettitore casalingo da 5<br />

watt. Una grande illusione di libertà dissolta dai<br />

network e dalle nuove leggi sulle frequenze, insieme<br />

allo spam pubblicitario e la globalizzazione di oggi.<br />

Non ci siamo mai preoccupati della copertura del<br />

servizio. A quei tempi l’etere era “pulito” e la frequenza<br />

scelta da Radio Cosmo International, sembrava non<br />

incontrasse ostacoli. Oggi siamo abituati ai lettori Cd,<br />

ai file musicali, migliaia di canzoni vengono archiviate<br />

e ascoltate attraverso apparecchi tascabili e diffuse<br />

dalla più moderne apparecchiature. Noi, a quel tempo,<br />

no. Tutta la nostra “sala di produzione” era formata da<br />

due giradischi piazzati su un tavolo di fianco al<br />

trasmettitore, questo contenuto in un rack di ferro. I<br />

dischi erano nostri, ognuno di noi metteva in campo<br />

quanto di meglio avesse acquistato e dunque quanto<br />

di meglio consigliasse la propria esperienza in campo<br />

musicale. Quello che girava sul piatto, prima ancora<br />

che un disco, era una parte di noi. La nostra anima.<br />

Come “disk jockey” ci davamo il turno, l'offerta<br />

radiofonica, ben lungi dall'essere un vero palinsesto, si<br />

alternava solo in relazione al tempo che ognuno di noi<br />

aveva a disposizione, dal buonsenso e la cura nella<br />

scelta dei brani che coerentemente si alternavano in<br />

scaletta e, non di meno, dalla individuale, nostra<br />

capacità di narrare... altro che regole di mercato!! Non<br />

dimenticherò mai le nostre dirette, le nostre risate, la<br />

nostra grande energia... Spesso penso alle serate<br />

insieme, alle chiacchiere cazzeggiate, ai consigli che<br />

dispensavamo. E alla nostra curiosità, il giusto<br />

distacco che sapevamo dare alle cose pur di<br />

mantenere coeso il team, l'amicizia fra noi. Penso a<br />

come mettevamo l’anima in tutto quello che facevamo,<br />

penso alla nostra espressione quando parlavamo al<br />

microfono... E penso a quanto eravamo meravigliosi. I<br />

ricordi sono tantissimi e scrivere è difficile. Avevamo<br />

un’aria così serena, ieri.<br />

SERGIO<br />

MENGHINI<br />

Direttore Artistico Radio Subasio - Assisi<br />

E’ una giornata uggiosa, ci troviamo tra le colline<br />

umbre sopra Spoleto nella bellissima residenza<br />

della Principessa Doris Pignatelli che ci ha<br />

gentilmente ospitato in compagnia di Sergio<br />

Menghini Direttore Artistico di Radio Subasio,<br />

una radio che è la storia dell’etere in Italia. “Ogni<br />

musica o suono che non dipinge nulla… è solo<br />

rumore. Perché? Perché il suono e la musica<br />

che escono dalle antenne di Radio Subasio è<br />

squisitamente raffinata.”<br />

Bene… visto che siamo stati in passato colleghi... ci diamo del tu… Ti volevo chiedere<br />

come e quando nasce Radio Subasio?<br />

Radio Subasio nasce nel lontano 1976 ed il nostro suono è a tutt'oggi ritenuto eccellente.<br />

Quindi possiamo annoverarla tra le prime Radio Libere ?<br />

Non proprio… Radio Subasio nasce dopo l’avvento di Radio Milano International, ma la<br />

seconda radio per il centro Italia lo siamo stati certamente… diciamo pure che in quel tempo<br />

abbiamo sacrificato il primato a Radio Out, della quale oggi abbiamo assorbito le frequenze<br />

pur mantenendo quella forte identità che ci ha sempre caratterizzati.<br />

Dal passato arriviamo al presente… come è cambiato il modo di fare radio rispetto agli<br />

inizi?<br />

Il format è cambiato moltissimo sia in termini di riorganizzazione dei palinsesti che della<br />

programmazione musicale. Abbiamo adeguato il linguaggio al mood della radio e, in<br />

generale, alla radio del millennio. La radio di allora, si chiamava privata perché era in grado di<br />

fare quello che l’egemonia Rai non era ad allora in grado di fare… Si pensi che le<br />

programmazioni di maggior successo di allora erano le “dediche”… oggi è la pubblicità il<br />

fattore principale, è quella che detta le regole anche se personalmente tento di modellare la<br />

Nella foto: Momenti di una intervista con Sergio Menghini e Bruno Romano Baldassarri alias Captain Jack<br />

la programmazione ad un modello vicino a quello<br />

che erano le radici delle vecchie radio,<br />

mantenendo una certa cultura di base ed<br />

accontentando un po’ tutti. Ritengo, e questo lo<br />

dico con rammarico, che si sia perso un po’ il<br />

gusto della cosa popolare… ma haimè… devo<br />

anch’io sottostare a certe regole di mercato<br />

sebbene a volte mi vadano un po’ strette. Poi<br />

bisogna sempre cercare di stare un passo avanti<br />

dal punto di vista musicale tant’è vero che Radio<br />

Subasio attualmente ricopre un indice di ascolto<br />

di circa 1800000 ascoltatori che per il centro Italia<br />

(Toscana –Marche – Lazio - Umbria e di trafugo<br />

su poche altre regioni) rappresentano comunque<br />

numeri ragguardevoli. Share che ci premia sia per<br />

la nostra capacità di organizzare una capillare<br />

copertura nelle regioni del centro Italia quanto per<br />

la nostra fedeltà e ci suggerisce che ci muoviamo<br />

nella giusta direzione.<br />

Allora nel 2015 da quello che abbiamo capito<br />

Radio Subasio compie 40 anni … diventa<br />

maggiorenne (qualche sorriso tra i presenti)<br />

… Una curiosità Sergio … come è cambiata la<br />

radio rispetto agli inizi dal punto di vista<br />

tecnico? … E come sarà a parer tuo, la radio<br />

del futuro, hai già un'idea?<br />

E' veramente difficile rispondere a questa<br />

domanda, perchè la tecnologia e i mezzi vanno<br />

ad una velocità spaventosa. Se solo poco tempo<br />

fa la radio era a volte l'unico mezzo per ascoltare<br />

musica, programmi, ecc... adesso siamo invasi da<br />

mezzi di comunicazione di qualsiasi tipo. Vedo<br />

una radio di parola, piuttosto che musicale. Ma<br />

comunque con una sua identità precisa e<br />

specifica. Forse con meno numeri, ma con tanta<br />

fedeltà. Sinceramente a me fa un po' sorridere<br />

ascoltare tutta questa serie di “jukebox” che si<br />

definiscono “radio”. La radio è anche e soprattutto<br />

qualcuno che ti parla, qualcuno che ti intrattiene,<br />

qualcuno che ha un rapporto con te ascoltatore.<br />

In relazione invece alla domanda su come siano<br />

cambiate le radio dal punto di vista più<br />

propriamente tecnico rispondo attraverso un<br />

piccolo aneddoto che penso ricalchi la realtà di<br />

molte della radio di allora e di quanti, come me,<br />

hanno iniziato la propria avventura radiofonica in<br />

piccoli garage, ovviamente insonorizzati, così<br />

come era usanza, dai classici cartoni delle uova.<br />

Lo ricordo come fosse ieri... avevo due piatti, un<br />

mixer e un ragno che discendeva dalle molteplici<br />

ragnatele, questo tanto per disegnare il quadro<br />

reale dei tempi ... E se non ci fosse stata questa<br />

sorta di situazione oggi non staremmo qui a<br />

parlare di una certa evoluzione. Oggi radio<br />

Subasio dal punto di vista tecnico e tecnologico è<br />

all’avanguardia per la purezza del suono al quale<br />

lavora giornalmente un team molto competente.<br />

Sergio … Adesso parliamo del format più<br />

importante della radio... Qual è il genere<br />

musicale al quale sei maggiormente legato o,<br />

se vogliamo, quale, la musica che ascolti<br />

volentieri e quello che la Radio Subasio passa<br />

nel suo palinsesto giornaliero ?<br />

Per quanto riguarda me, posso dirti subito che<br />

ascolto la musica italiana, quella dei cantautori…<br />

per ciò che concerne il palinsesto invece, tenendo<br />

conto che siamo un gruppo di persone che<br />

lavorano su un prodotto che arriva<br />

settimanalmente, va da sé che tutto sia scelto in<br />

www.donnaimpresa.com 109


ase ai gusti dei nostri ascoltatori: sono le<br />

persone che ci ascoltano a darci gli input oltre<br />

ovviamente a tutto quanto ci suggerisca le<br />

classifiche e/o provenga dai talent show capaci<br />

di produrre nuove realtà musicali. E comunque<br />

i maggiori artisti (quelli più popolari, per<br />

intenderci) hanno un posto rilevante nel nostro<br />

palinsesto giornaliero. In termini di percentuali<br />

posso dirti che la musica italiana ricopre circa il<br />

75 % della pianificazione. In base ai gusti dei<br />

nostri ascoltatori: sono le persone che ci<br />

ascoltano a darci gli input oltre ovviamente a<br />

tutto quanto ci suggerisca le classifiche e/o<br />

provenga dai talent show capaci di produrre<br />

nuove realtà musicali. E comunque i maggiori<br />

artisti (quelli più popolari, per intenderci) hanno<br />

un posto rilevante nel nostro palinsesto<br />

giornaliero. In termini di percentuali posso dirti<br />

che la musica italiana ricopre circa il 75 % della<br />

pianificazione.<br />

Raccontaci la tua esperienza come<br />

“animale da palco” ( i presenti<br />

sogghignano) come presentatore…<br />

Ho iniziato nel 1981 in un teatro di Perugia per<br />

uno spettacolo di Radio Subasio, quasi per<br />

caso. Ogni anno mettevamo (in diverse<br />

location) in gara tutte le canzoni di Sanremo,<br />

facevamo il dopo festival, ospitando<br />

ovviamente gli artisti che erano in gara… poi è<br />

accaduto che per arrivare al festeggiamento<br />

del 35ennale di Radio Subasio, allo ZooMarine<br />

di Roma nel 2011 nel quale avevo ospiti circa<br />

35 artisti per il dopo Sanremo, mi sono<br />

improvvisato presentatore… esperienza che<br />

successivamente ho replicato sulla scia<br />

dell’entusiasmo del mio… se così lo possiamo<br />

definire, debutto (sorride compiaciuto)…<br />

Rammento che il vincitore di quella prima<br />

edizione fu Roberto Vecchioni mentre l’ultimo<br />

trionfo, cronologicamente parlando, è quello di<br />

Emma.<br />

Per il 40ennale, Sergio, avete in serbo<br />

qualcosa di spettacolare da proporre?<br />

Vedremo … sicuramente si, ma è ancora<br />

presto per programmare il tutto.. e comunque<br />

sappi sin da ora che sarai graditissimo ospite...<br />

Beh, che dire… è stato davvero<br />

emozionante intervistare Sergio Menghini<br />

Direttore Artistico di Radio Subasio… una<br />

delle radio più longeve dell’etere<br />

moderno…<br />

Il libro di<br />

Sergio<br />

ambientato<br />

tra<br />

l’Umbria,<br />

Parigi,<br />

Venezia,<br />

New York,<br />

Londra, La<br />

mer è il<br />

racconto di<br />

una<br />

rinascita.<br />

Dopo un primo esordio musicale nel<br />

lontano 1968, con il nome di<br />

Virginia, con il 45 giri Dixie (prodotto<br />

dal grandissimo Gino Paoli) e la<br />

formazione di un duo musicale<br />

Renzo & Virginia, la sua attività<br />

continuò insieme all'allora marito<br />

(Riccardo Fogli) con cui ha<br />

pubblicato nel giugno del 1970 il<br />

singolo Zan zan/I 10 comandamenti<br />

dell'amore, si è poi dedicata<br />

all'attività di fotomodella.<br />

Conseguentemente ad alcune<br />

esperienze nel campo della musica<br />

e della moda, ha raggiunto il<br />

successo nel 1979 con il 45 giri<br />

Comprami, proseguito nei primi anni<br />

ottanta con i brani Sei una bomba,<br />

Anche noi facciamo pace,<br />

Sera coi<br />

fiocchi eGiorno popolare e<br />

culminato con le partecipazioni al<br />

Festival di Sanremo 1982 e 1983<br />

rispettivamente con Romantici e<br />

Arriva arriva. Nello stesso decennio<br />

è stata anche tra le protagoniste di<br />

festival musicali estivi come il<br />

Festivalbar e Un disco per l'estate.<br />

VIOLA<br />

VALENTINO<br />

In compagnia di una grande artista del panorama<br />

musicale italiano, icona degli anni 80 Viola Valentino. La<br />

incontriamo per saper di più di questo suo ultimo singolo<br />

uscito ad ottobre: Rose e Chanel e del beast in uscita a<br />

dicembre.<br />

Rose e Chanel, vivere per raccontare è il sottotitolo. E' un brano che parla d'amore, amore<br />

universale inteso come amore fra due esseri umani e anche come amore per il sociale.<br />

La rosa è un fiore bellissimo un simbolo che si usa spesso per rappresentare l'amore, ma che<br />

nonostante sia così bella ha anche molte spine, come l 'amore che è anche sofferenza, le storie<br />

nascono e muoiono. Chanel è invece il simbolo dell' estrema femminilità, sappiamo bene che<br />

Merylin andava a letto con 5 gocce di Chanel!<br />

Vorremo sentirti raccontare un po' di quelli che sono i tuoi progetti futuri. Sorride dicendo ...<br />

Quello di fermarmi e riflettere, è dal 2011/2012 che sono in continuo movimento producendo tanti<br />

brani, brani che parlano di vita e storie reali, vissute da me in prima persona o da persone che ho<br />

avuto il piacere che attraversassero il mio cammino. Brani completamente differenti l'uno dall' altro<br />

per i loro ritmi che spaziano dal pop a richiami tango e mi fermo per mantenere viva la curiosità<br />

della scoperta del nuovo album. Sono più di 60 mila i clic ricevuti in una settimana dal brano<br />

"Stronza" che racconta con estremo coraggio delle realtà talmente vere ,popolari che ha fatto si<br />

che facessi un altro centro!,un brano senza neanche un video ma con una semplicissima<br />

immagine, queste sono delle grandi soddisfazioni per un' artista come anche dal brano<br />

"Dimenticare mai" è nata un altra soddisfazione l' incontro di Giovanni Germanelli e Francesco<br />

Mignogna con i quali collaboro attualmente.<br />

Quindi ci sembra di capire che questo beast sarà speciale...<br />

Di certo sarà speciale e complicato ma completo spaziando dal passato al presente al futuro molto<br />

pieno perché sarà doppio.<br />

Io direi che sarebbe il caso che tu ci dessi 3 aggettivi per invogliarci a comprarlo!<br />

Piacevole, significativo , indispensabile (per una disco di tutto rispetto).<br />

di Marco Scorza _ Fashion Editor/Stylist _ info@<strong>fashion</strong>advices.com<br />

www.donnaimpresa.com 111


trattoria:<br />

DA ANTONIA<br />

Via della Stazione, 56 _ 63023 Marina Palmense _ Fermo (Italy) T. +39 0734 53103<br />

La cucina segue il ritmo delle stagioni e riserva la massima attenzione a una<br />

materia prima di assoluta qualità che trasforma in piatti esteticamente molto<br />

belli e curati, ricchi di gusti e di sapori, espressione di matura intelligenza<br />

gastronomica. Non vi aspettate dunque di trovare un locale di lusso e<br />

globalizzato, perché la Trattoria da Antonia ha il concetto del pesce appena<br />

pescato, quello che ti invoglia ed emoziona , dal pesce azzurro ai crostacei e<br />

ai crudi pesci più tipici in linea con la stagionalità del mare Adriatico. Una<br />

cucina di pesce che rispetta la tradizione della trattoria di pesce tipica<br />

marchigiana.


‘‘IK HEB ME NOG NOOIT<br />

ZO FIJN IN EEN HUIS<br />

GEVOELD ALS NU.<br />

EI GENLIJK WIL IK DE DEUR<br />

NIET MEER UIT”<br />

“L’homo sapiens del XXI secolo deve imparare di nuovo a dominare la lingua e l’artista lo<br />

aiuta con la propria arte che si fa strumento didattico. I dipinti e le sculture di Paolo Sistilli<br />

arrivano come un pugno pesante su una liscia superficie. E per poco si getta uno sguardo<br />

nella profondità incommensurabile. E poi, lentamente, torna la pace”. Liberamente tratto<br />

da ESPRESSIONI DI COMUNICAZIONE NON VERBALE a cura di Dick Adelaar.<br />

EE x di Denise Di Marco Via Monte 1A _ Monteurano (Fm) _ Tel. e Fax 0734.841425 _ denisedimarco@hotmail.com<br />

<strong>ExE</strong><br />

MONTEURANO<br />

PAOLO<br />

Sistilli<br />

www.paolosistilli.nl _ UTRECHT _Nederland

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