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"Il Re dell'Aria" di Emilio Salgari

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IL CONDANNATO<br />

Un uomo che indossava la <strong>di</strong>visa <strong>di</strong> capitano dei cosacchi e<br />

che trascinava sul pavimento <strong>di</strong> legno, con gran fragore, la<br />

sciabola, era entrato, tenendo in mano una <strong>di</strong> quelle terribili<br />

fruste chiamate nagaika, usate dai selvaggi cavalieri delle steppe<br />

del Don.<br />

Poteva avere quarant'anni e, come tutti gli uomini della sua<br />

razza, era <strong>di</strong> statura alta e <strong>di</strong> forme massicce.<br />

Una lunga barba biondastra, un po' incolta, gli copriva<br />

buona parte del viso, sul quale spiccavano un naso adunco come<br />

il becco d'un pappagallo e due occhi grigiastri, simili a quelli<br />

d'un falco.<br />

– Buona sera, colonnello – <strong>di</strong>sse con accento ironico,<br />

togliendosi dalle labbra una pipa monumentale. – Sono certo che<br />

non aspettavate una mia visita prima della vostra esecuzione.<br />

<strong>Il</strong> fratello <strong>di</strong> Wassili, udendo quella voce, si era alzato <strong>di</strong><br />

scatto, fissando sul capitano i suoi occhi d'un azzurro profondo,<br />

animati da una fiamma intensissima.<br />

Come statura e come robustezza, aveva ben poco da<br />

invi<strong>di</strong>are al suo avversario. Era un bel tipo <strong>di</strong> nor<strong>di</strong>co, forte<br />

come un abete, l'aspetto imponente, i lineamenti energici.<br />

Quantunque dovesse aver già varcata la cinquantina, la sua<br />

barba, i suoi baffi, i suoi capelli non avevano un solo filo<br />

d'argento. Solamente la sua ampia fronte era solcata da profonde<br />

e premature rughe.<br />

– No, – <strong>di</strong>sse con voce secca, – non vi attendevo. È uso<br />

lasciare in pace i condannati a morte l'ultima notte della loro<br />

esistenza.<br />

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