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50 Lo Stracciafoglio - n. 2<br />

52. Qualche saggio ancora, tra parecchi altri lasciati sub rosa, di come la negligente dottrina del commentatore<br />

fidenziano si dimostri, tutto sommato, in grado di innovare anche le ovvietà meno degne d’attenzione. I più<br />

curiosi tra i cultori di belle lettere - o i più pignoli tra gl’intenditori di arti parimenti belle - verranno così messi<br />

nelle condizioni di poter eventualmente decidere del grado di verità da attribuire alle informazioni spacciate in<br />

nota al son. La clara fama de la tua prestantia (GL VI), indirizzato dal Liviera al pittore e poeta vicentino Giambattista<br />

Maganza: se lo «Zeusi» al quale quest’ultimo viene smancerosamente uguagliato (Apelle e Parrasio, per<br />

una sillaba in più, s’eran rivelati evidentemente inservibili allo scopo) sia lo stesso che l’altitonante scotitor del<br />

fulmine - cfr. Cantici, p. 83: «Zeusi: ‘Zeus, Giove’» (sic) -, e ancora se sia lecito mascolinizzare il nome di Filli<br />

- cfr. Ibid., infra : «Filli: nome della tradizione classica con cui il poeta chiama il fanciullo amato» (!) - sapendo,<br />

oltretutto, del sempre più scarso favore di cui dovette godere il costume socratico tra i tardi nepoti di Fidenzio<br />

(e massimamente per Lattanzio Calliopeo, già cantore d’una «vaga filia / Del grandaevo Thalete e di Marsilia»<br />

[GL III; cfr. Cantici, p. 80] probabilmente identificabile con la Filli succitata).<br />

53. Cfr. Cantici, p. 36. Non sarà necessario scomodare le ombre di Esiodo, Pindaro o Plauto per comprendere<br />

che Fidenzio considera, evidentemente, «la notte in cui nacque il gran Tirynthio» quella del suo concepimento<br />

(cfr. Apollodoro, II IV, 7-8; Igino, Fab. XXVIII ).<br />

54. Ibid., p. 53, ove inoltre, come prontamente si avverte in nota, i «poculi» non posson che essere ‘tazze’, salvo<br />

mutare opinione e contraddirsi in sede di glossario (cfr. p. 197, s.v.: «poculo ‘bevanda’»). Il traslato è, ancora<br />

una volta, d’uso già antico, anzi classico: cfr. ad es. Virgilio Ecl. VIII 28 («Cum canibus timidi venient ad pocula<br />

dammae») e Id., Georg. III 529 («pocula sunt fontes li<strong>qui</strong>di […]»).<br />

MASSIMO SCORSONE

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