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Guida alla mostra - MIC Museo Internazionale delle Ceramiche in ...

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Ma sarà dopo il 1520 che si sancirà la<br />

fama e la fortuna <strong>delle</strong> botteghe urb<strong>in</strong>ati,<br />

soprattutto con il loro stile “istoriato”, generato<br />

sulla sp<strong>in</strong>ta del “raffaellismo” e<br />

trasfuso <strong>in</strong> generale sulle arti applicate<br />

attraverso la mediazione <strong>delle</strong> stampe<br />

diffusive <strong>delle</strong> opere di Raffaello. Sulle<br />

superfici dei vasellami, che ora sono<br />

animati da manici plastici a serpente,<br />

versatoi a teste di chimera o di fauno,<br />

modellati sui contemporanei esempi <strong>in</strong><br />

bronzo o <strong>in</strong> metalli pregiati, si vedono<br />

dip<strong>in</strong>te “istorie” di netta ispirazione raffaellesca.<br />

Alle botteghe urb<strong>in</strong>ati furono<br />

commissionati superbi servizi (“credenze”)<br />

per i più prestigiosi personaggi e<br />

le più importanti famiglie del tempo: il Connestabile di Francia Anne de Montmorency,<br />

il Card<strong>in</strong>ale Duprat, gli Strozzi, i Pucci, i Gonzaga, i Paleologo del Monferrato,<br />

Guidobaldo II Della Rovere, ecc., composti di svariate cent<strong>in</strong>aia di pezzi,<br />

spesso caricati di stemmi ed “imprese” che esaltavano la dignità storica <strong>delle</strong><br />

famiglie e costituivano l’orgogliosa espressione del loro splendore. Nel genere<br />

“istoriato” si cimentarono grandi pittori-maiolicari come Nicola di Gabriele Sbraghe<br />

che si firmava “Nicola da Urb<strong>in</strong>o”, Francesco Xanto Avelli da Rovigo, attivo <strong>in</strong><br />

Urb<strong>in</strong>o dal 1530 circa, Guido Durant<strong>in</strong>o e i Fontana, ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e la bottega tardor<strong>in</strong>ascimentale<br />

dei Patanazzi, attiva s<strong>in</strong>o al terzo decennio del ‘600, che accentuarono<br />

il gusto dei modi ultraornati dell’ “istoriato” e della “raffaellesca” <strong>in</strong> forme modellate<br />

a tutto tondo, già con impronta barocca. L’arte dei maiolicari urb<strong>in</strong>ati <strong>in</strong>terpreta<br />

ed esalta così pienamente il clima, il gusto, l’erudizione umanistica dell’ambiente<br />

della corte d’Urb<strong>in</strong>o: valori che giustificano il maggior rilievo dato a tale<br />

ambito <strong>in</strong> questa Mostra. Le maioliche d’Urb<strong>in</strong>o divennero note <strong>in</strong> tutta Europa ed<br />

ancora oggi la ceramica urb<strong>in</strong>ate è presente nei Musei più importanti nel mondo,<br />

proprio come l’Ermitage di San Pietroburgo sta a di<strong>mostra</strong>re.<br />

Pesaro<br />

Fu uno dei più importanti centri della maiolica nelle Marche, con Casteldurante<br />

(Urbania) e Urb<strong>in</strong>o.<br />

Dopo una significativa fase “arcaica” o tardomedievale, la maiolica di Pesaro<br />

concilia la cultura gotica con quella “moresca”, sfociando nella seconda metà del<br />

‘400 <strong>in</strong> un raff<strong>in</strong>ato repertorio di “foglie gotiche”, “occhi di penna di pavone”, motivi<br />

“<strong>alla</strong> porcellana” e vari temi r<strong>in</strong>ascimentali.<br />

Nel 1496 vi si crearono le mattonelle per gli appartamenti d’Isabella d’Este Gonzaga<br />

a Mantova, e attraverso la sorella di lei, Beatrice, sposa di Lodovico il Moro<br />

duca di Milano, le botteghe pesaresi godettero la protezione degli Sforza. Nel<br />

‘500, accanto ai “trofei ocracei”, ai “quartieri” a fondi policromi, alle cosiddette<br />

“belle donne”, a festoni, ed ai più rari vasellami “ a dorature” e “a lustro”, a Pesaro

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